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34 FORZE ARMATE Premessa I n vista della riconfigurazione della struttura militare della NATO e della costituzione delle F.A. europee, per soddisfare sin da ora le esigenze di supporto delle unità operative in contesti interforze e internazionali, ma soprat- tutto per ottimizzare l’impiego delle risorse finanziarie, tecniche, umane e infrastrutturali disponibili, è necessario che la progettazione e la gestione del Supporto Logistico avvenga sulla base di criteri innovativi e condivisibili. L’adozione delle discipline del Supporto Logistico Integrato e la Gestione delle Banche Dati Logistiche Informatizzate potranno risulta- re pienamente efficaci solo attraverso una con- tinua analisi di Ricerca Operativa ed il suppor- to di una comune politica di identificazione, condivisione e utilizzazione delle risorse. Parlando di “Logistica” si è spesso portati a pensare esclusivamente a specifiche attività d’impiego di materiali, uomini, mezzi (finan- ziamenti, infrastrutture, documentazione, informazioni…) ed a delimitati settori d’inte- resse (acquisizione, conservazione, distribuzio- ne …). La logistica, però, nello specifico setto- re militare, è anche pianificazione complessiva delle attività di supporto, con determinazione delle esigenze, progettazione del supporto, integrazione e razionalizzazione delle risorse finalizzata al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità di piani e operazioni di difesa armata, di supporto umanitario e di manteni- mento della pace. Il tutto, attraverso processi continui di massimizzazione dei benefici e minimizzazione dei rischi. Il presente lavoro prende spunto dalle “con- siderazioni strategiche” espresse in vari docu- menti dello Stato Maggiore della Difesa e pub- blicati sulla rivista “Informazioni della Difesa” nel corso dell’ultimo anno (buona parte delle quali saranno probabilmente approfondite nel redigendo “Libro Bianco della Difesa”. Esso intende analizzare, nel loro insieme, i vari aspetti logistici delle F.A. per individuare, nel- l’attuale e futuro contesto interforze e interna- zionale, le prevedibili esigenze di intervento e coinvolgimento degli organi istituzionali, del- l’industria e del mondo accademico. Introduzione “La Logistica è arte e scienza dell’organiz- zazione, della progettazione e dell’attività tec- nica riguardante i requisiti, la definizione, la fornitura e le risorse necessarie a supportare obiettivi, piani ed operazioni (definizione data dalla S.O.L.E. – Society Of Logistic Engineers) ”. Dal glossario dei termini in uso nella NATO (documento AAP-6) per “logistica” s’intende: The science of planning and carrying out the movement and maintenance of forces. In its most comprehensive sense, the aspects of mili- tary operations which deal with: design and development, acquisition or construction, maintenance, operation and disposition of facilities; acquisition or furnishing of services and medical and health service support”. Tali definizioni consentono subito di distin- guere due aspetti, che interessano sia la indivi- duazione e l’accumulo delle risorse, sia la crea- zione delle capacità di distribuzione e impiego delle stesse (Production Logistics and Consumer Logistics). Gli obiettivi della Logistica sono quindi la pianificazione, la realizzazione ed il controllo- dei processi che garantiscano un flusso efficien- te ed efficace delle risorse in termini di: • Materie prime • Prodotti finiti LA NUOVA LOGISTICA DELLE FORZE ARMATE INNOVAZIONE SCIENTIFICA E TECNOLOGICA UNITAMENTE A INTEGRAZIONE INTERFORZE E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE C.V. GIUSEPPE GENOVESE

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FORZE ARMATE

Premessa

In vista della riconfigurazione della strutturamilitare della NATO e della costituzionedelle F.A. europee, per soddisfare sin da ora

le esigenze di supporto delle unità operative incontesti interforze e internazionali, ma soprat-tutto per ottimizzare l’impiego delle risorsefinanziarie, tecniche, umane e infrastrutturalidisponibili, è necessario che la progettazione ela gestione del Supporto Logistico avvenga sullabase di criteri innovativi e condivisibili.

L’adozione delle discipline del SupportoLogistico Integrato e la Gestione delle BancheDati Logistiche Informatizzate potranno risulta-re pienamente efficaci solo attraverso una con-tinua analisi di Ricerca Operativa ed il suppor-to di una comune politica di identificazione,condivisione e utilizzazione delle risorse.

Parlando di “Logistica” si è spesso portati apensare esclusivamente a specifiche attivitàd’impiego di materiali, uomini, mezzi (finan-ziamenti, infrastrutture, documentazione,informazioni…) ed a delimitati settori d’inte-resse (acquisizione, conservazione, distribuzio-ne …). La logistica, però, nello specifico setto-re militare, è anche pianificazione complessivadelle attività di supporto, con determinazionedelle esigenze, progettazione del supporto,integrazione e razionalizzazione delle risorsefinalizzata al raggiungimento di obiettivi disostenibilità di piani e operazioni di difesaarmata, di supporto umanitario e di manteni-mento della pace. Il tutto, attraverso processicontinui di massimizzazione dei benefici eminimizzazione dei rischi.

Il presente lavoro prende spunto dalle “con-siderazioni strategiche” espresse in vari docu-menti dello Stato Maggiore della Difesa e pub-blicati sulla rivista “Informazioni della Difesa”

nel corso dell’ultimo anno (buona parte dellequali saranno probabilmente approfondite nelredigendo “Libro Bianco della Difesa”. Essointende analizzare, nel loro insieme, i variaspetti logistici delle F.A. per individuare, nel-l’attuale e futuro contesto interforze e interna-zionale, le prevedibili esigenze di intervento ecoinvolgimento degli organi istituzionali, del-l’industria e del mondo accademico.

Introduzione

“La Logistica è arte e scienza dell’organiz-zazione, della progettazione e dell’attività tec-nica riguardante i requisiti, la definizione, lafornitura e le risorse necessarie a supportareobiettivi, piani ed operazioni (definizione datadalla S.O.L.E. – Society Of Logistic Engineers) ”.

Dal glossario dei termini in uso nella NATO(documento AAP-6) per “logistica” s’intende:“The science of planning and carrying out themovement and maintenance of forces. In itsmost comprehensive sense, the aspects of mili-tary operations which deal with: design anddevelopment, acquisition or construction,maintenance, operation and disposition offacilities; acquisition or furnishing of servicesand medical and health service support”.

Tali definizioni consentono subito di distin-guere due aspetti, che interessano sia la indivi-duazione e l’accumulo delle risorse, sia la crea-zione delle capacità di distribuzione e impiegodelle stesse (Production Logistics and ConsumerLogistics).

Gli obiettivi della Logistica sono quindi lapianificazione, la realizzazione ed il controllo-dei processi che garantiscano un flusso efficien-te ed efficace delle risorse in termini di:• Materie prime• Prodotti finiti

LA NUOVA LOGISTICA DELLE FORZE ARMATE

INNOVAZIONE SCIENTIFICA E TECNOLOGICA UNITAMENTE A INTEGRAZIONE INTERFORZE E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

C.V. GIUSEPPE GENOVESE

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• Servizi efficaci• Nonché dati ed informazioni appropriate.

Tali obiettivi sono perseguiti nel contestodella progettazione iniziale di Sistemi/Appara-ti, ovvero nel corso della pianificazione delleoperazioni d’impiego dei prodotti finiti, non-ché per lo svolgimento delle attività operativeprogrammate, includendo l’alienazione degliscarti.

La logistica, in termini pratici e concreti,non è una scienza in senso lato, quanto, piut-tosto, un complesso integrato di diverse disci-pline complementari ed interagenti, tutte inte-se a razionalizzare il “supporto” necessario aqualsiasi attività operativa in modo da poterneminimizzare i rischi ed i costi d’implementa-zione e, nel frattempo, di massimizzarne l’effi-cacia e l’efficienza.

“Razionalizzare” vuol dire individuare lesoluzioni più vantaggiose dal punto di vista delrapporto costo/efficacia di tutte le componentiche concorrono alla realizzazione del SupportoLogistico: finanziamenti a disposizione, perso-nale, mezzi, infrastrutture, risorse naturali, tec-nologie usufruibili, accordi di cooperazione,regolamenti standard, normative, etc...

A seguito degli stravolgimenti politici, cul-turali e scientifici che hanno avuto corso negliultimi decenni, le F.A. hanno potuto constata-re, sperimentando per esperienza diretta edonerosa, che l’inadeguatezza delle procedure emetodologie adottabili per “fare logistica” hacomportato, in diverse occasioni, quanto elen-cato di seguito:• disporre di quello che non serve• non disporre di quello che serve • pagare (eccessivamente) le conseguenze in

entrambi i casi.Fino a qualche anno fa, in effetti, le diffi-

coltà conseguenti alle limitazioni di bilancio,congiuntamente alle diversità fra le diversestrutture organizzative delle F.A., nonchéall’enorme quantità di dati che occorre gestiree valorizzare per ottimizzare i processi logisti-ci, hanno costituito ostacoli difficilmente sor-montabili.

Nell’ultimo decennio, tuttavia, hanno avutocorso, o hanno maturato, certi cambiamenti, diportata non irrilevante, certamente, ma ancoraquasi tutti da sperimentare appropriatamente:• le tecnologie informatiche hanno reso di-

sponibili gli strumenti necessari per gestirele informazioni senza limitazioni temporali,geografiche e quantitative;

• la Ricerca Operativa si è diffusamente con-fermata come disciplina utile ad ogni Sup-porto al Processo Decisionale, fornendo imezzi, con l’ausilio delle Tecnologie dell’In-formazione, per analizzare approfondita-mente, in maniera rigorosa e scientifica, iproblemi operativi di qualsiasi natura, non-ché di proporre modelli e schemi alternatividi soluzione proponibili, corredati e correla-ti con adeguate valutazioni di “rischio”;

• la globalizzazione dei mercati sta forzando lebarriere protezionistiche nazionali ed incre-menta le esigenze di miglioramento dellecapacità competitive di qualsiasi strutturaorganizzativa (governativa e privata);

• la complessità dei Sistemi d’Arma è diventa-ta tanto elevata ed onerosa (in termini dirisorse monetarie) da costringere Nazioni edIndustrie a ricercare fattive intese di coope-razione;

• i processi in atto e/o in corso, predicati qualifuturibili nel contesto dell’unificazioneEuropea e dell’allargamento della NATO,dovrebbero rendere, almeno nell’ottica poli-tica più accorta, necessari e più semplice-mente eseguibili determinati accordi dicooperazione sia militari sia industriali.Il panorama tecnico, scientifico, economico

e politico sussistente fa riscontrare come e conquanti riflessi la complessità dei problemi adogni titolo riguardanti la Logistica, in un con-testo di fattori al contorno ed esterni assaidiversificati e complessi, impedisce che soluzio-ni parziali e/o settoriali, benché concettual-mente valide secondo i criteri tradizionali di“fare logistica”, possano apparire completa-mente efficaci ed uniformemente applicabili.Tutto ciò fa ritenere che è assolutamente neces-sario non sprecare inutilmente ogni e qualsiasirisorsa spesa fino a questo momento in materiadi logistica: occorrerebbe invece riporre mag-gior fiducia nelle più recenti iniziative di inno-vazione metodologica della progettazione logi-stica.

Per un sostanziale e significativo cambia-mento (o, meglio, miglioramento) delle capaci-tà di supporto di ciascuna F.A., occorre quindidefinire una nuova politica che coinvolga, nel

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complesso ed in un contesto sistematico, nonsolo i vertici governativi e militari, ma anche ilmondo accademico ed industriale, nel noverodi un contesto politico ed economico interna-zionale o, quantomeno, interforze.

Il campo di applicazione delle iniziativelogistiche non riguarda esclusivamente le F.A..

La razionalizzazione cui si è fatto cenno nonriguarda esclusivamente l’insieme delle discipli-ne logistiche del Supporto Logistico Integrato (oILS – Integrated Logistic Support). La raziona-lizzazione, per tutto quanto concerne ogni atti-vità di Supporto Logistico (movimentazionedelle Forze, dei mezzi e dei materiali, approvvi-gionamento e ricostituzione delle scorte,gestione degli armamenti e del munizionamen-to, trasmissione e impiego delle informazioni,gestione contabile-amministrativa delle risor-se), comporterà anche ricerca delle necessariesinergie tra componenti scientifiche, industria-li e politiche in un contesto nazionale ed inter-nazionale, caratterizzato da integrazione tecno-logica, da globalizzazione dei mercati e da esi-genze operative non più localizzate.

Come dovrà dunque essere la Nuova Logi-stica? Per rispondere a questo quesito occorreprima analizzare brevemente la logistica “com’e-ra”, passare poi alla situazione attuale del“com’è”, tentare di capire “come potrebbe essere”ed individuare, di conseguenza, “cosa occorre-rebbe fare”.

La Logistica “com’era”

In tutte le F.A. (NATO e UE), fino a qual-che anno fa, per logistica era spesso intesaesclusivamente l’attività relativa all’immagazzi-namento, all’amministrazione contabile e alladistribuzione dei materiali di consumo. Per leattività di supporto valevano, principalmente,le regole basate sul buon senso e sulla esperien-za pregressa. Scarse erano le capacità di adozio-ne delle innovazioni scientifiche e tecnologicheed insufficienti le attività di adeguamento aimutamenti degli assetti sociali, economici epolitici.

Significativo, ad esempio, può essere consi-derato il supporto tecnico-logistico necessarioper i sistemi d’arma.

Le attività di indottrinamento delle scuolemilitari erano essenzialmente indirizzate alle

più stimolanti discipline operative, dove tatti-che e strategie consideravano le caratteristichedei Sistemi d’Arma come capacità prestazionalicerte, che un’ipotetica organizzazione logisticaaveva il compito di assicurare.

Con quali risorse e con quali mezzi dovesse-ro essere soddisfatti tali requisiti costituiva unproblema che non era collegato direttamentealle attività di acquisizione. La priorità eraattribuita alla definizione delle caratteristicheprestazionali dei nuovi sistemi: i finanziamentidisponibili erano dedicati quasi totalmente allaloro acquisizione, si operava come se la lorodisponibilità dipendesse essenzialmente dalloro numero e se ne dava per scontata la sup-portabilità.

L’identificazione del Supporto Logistico deisistemi d’arma veniva quindi separata dallaprogettazione di quest’ultimi e si riteneva chel’esistenza di strutture organizzative apposite,quali gli stabilimenti di lavoro (arsenali),dovessero e potessero essere in grado di svilup-pare e mantenere il Supporto Logistico neces-sario senza che la loro gestione dovesse interfe-rire con le problematiche operative.

Tale situazione è rimasta pressoché immuta-ta fino a qualche decennio fa; ma oggi, anchese non si può affermare che sia ancora suffi-cientemente mutata, la tendenza è nettamentediversa.

La globalizzazione dei mercati ha, infatti,favorito la riduzione dei privilegi che le F.A.avevano sempre accordato alle industrie nazio-nali. Quest’ultime, penalizzate anche da unalegislazione che favorisce le acquisizioni sullabase del “minimo costo”, non hanno saputoreagire e non hanno migliorato le proprie capa-cità competitive attraverso l’offerta di prodottiche, per essere competitivi, avrebbero dovutorisultare anche meglio supportabili.

In proposito occorre infatti riflettere su unaspetto che la legislazione vigente non sembratenere nella giusta considerazione. La produ-zione di nuovi sistemi d’arma, in particolare,ma anche la fornitura di beni e servizi, in gene-re, sono sempre caratterizzate da aspetti tecnicie specifici per i quali i maggiori “esperti” sonodisponibili solo presso l’Industria.

Ma se le acquisizioni devono obbligatoria-mente avvenire sulla base del minimo prezzo edelle sole specifiche tecniche approntate dalle

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F.A. (non sempre in possesso dei necessari spe-cialisti), è evidente che non sarà mai facilepoter:• beneficiare appieno dell’evoluzione tecnolo-

gica e commerciale, che porta a prodotti eservizi migliorativi e innovativi;

• coprire eventuali carenze specificative attra-verso un processo concorrenziale sviluppatoanche sulla base di criteri qualitativi e pre-stazionali.In concreto, l’Industria nazionale, a fronte

di una scarsa specificazione delle supportabilitàlogistica dei Sistemi/Apparati/Servizi in corsodi acquisizione, non ancora preparata a soste-nere la concorrenza internazionale, ha spessoanteposto i vantaggi immediatamente acquisi-bili con l’aggiudicazione delle commesse ed harinunciato al rischio di presentarsi in gara conofferte più elevate perché relative a prodottiinnovativi e meglio supportabili.

Conseguentemente, nonostante le mutatecondizioni al contorno (globalizzazione deimercati e cooperazione internazionale), sial’Amministrazione della Difesa, sia l’Industrianon sono state, per lungo tempo, in grado diimplementare una “Logistica migliore”.

Nel campo logistico, si ritiene inoltre cheneppure il mondo accademico si sia particolar-mente distinto per lungimiranza, mantenendo,nelle materie logistiche, un ritardo cronico dioltre dieci anni sull’evoluzione scientifica e nonattribuendo alla “progettazione della supportabi-lità” ( intesa come manutenibilità e mantenibi-lità) sufficiente spazio nei vari iter formativi.

Il risultato è stato una situazione nel com-plesso deficitaria che può essere così sintetizza-ta:• i sistemi d’arma sono stati spesso acquisiti

tout-court e privi di parallela acquisizione delsupporto logistico relativo, addiritturacarenti di una progettazione di esso, sindalle fasi iniziali di acquisizione;

• i materiali, le attrezzature e le infrastrutturedi supporto, acquisiti successivamente, sonorisultati insufficienti, inadeguati, ridondan-ti, più dispendiosi e non sempre necessari;

• le organizzazioni di supporto sono stategestite senza una pianificazione specifica-mente mirata alle reali esigenze di ciascunaF.A.. L’isteresi formativa e organizzativa(indottrinamento e adeguamento infrastrut-

turale per specifici sistemi d’arma) è risulta-ta, a volte, così elevata che solo al cessaredell’esigenza la struttura di supporto ha con-seguito una significativa capacità di operarecorrettamente;

• le organizzazioni tecnico-logistiche dellediverse F.A., ma anche di una sola F.A., rara-mente hanno dimostrato di possedere capa-cità di integrazione e/o condivisione dellerisorse;

• la valorizzazione delle esperienze è risultataspesso impossibile sia per la mancanza diben definiti e sperimentati criteri di analisima, soprattutto, per l’incapacità di racco-gliere e condividere i dati provenienti dalcampo;

• la scarsa apertura verso i mercati internazio-nali, ed una forma di supporto governativoall’Industria della Difesa, ha condotto, gio-coforza, alla creazione di strutture organiz-zative della Difesa e dell’Industria non inte-grate, che hanno operato come moltitudinidi monopoli, producendo esternalità negati-ve verticali, interne ed esterne, poco affida-bili ed efficaci.

La Logistica “com’è”

La “rivoluzione informatica” è ancora inpiena evoluzione, ma le sue conseguenze pos-sono essere considerate stravolgenti anche nelcampo logistico. Nello specifico caso potrem-mo, infatti, sostenere che il progresso delle tec-nologie informatiche ha superato le nostrecapacità di farne uso. I più comuni HW e SWdisponibili in commercio sono già in grado digestire (immagazzinare, valutare e scambiare)enormi quantità di dati con limitati vincoligeografici e temporali ed a costi relativamentebassi. Occorre però mettere bene in chiaro ilfatto che la moderna Tecnologia dell’Informa-zione rende disponibili mezzi e procedure for-midabili per facilitare la resa dei servizi d’ob-bligo: a fronte di una “postazione di lavoro”,che costituisce esclusivamente strumento d’in-terazione con una macchina, deve interagire unoperatore intelligente, indottrinato e responsa-bile.

Se il fattore tecnico ha eliminato parzial-mente il gap che un tempo impediva la valoriz-zazione delle informazioni logistiche (tecnolo-

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gie di gestione, elaborazioni e condivisionedati), se l’esigenza di cooperazione fra Enti,F.A. e Paesi è divenuta ogni giorno più pres-sante e politicamente più facile da realizzare, seè confermato che la razionalizzazione dei pro-cessi logistici produce enormi benefici in ter-mini sia economici sia di efficacia delle risorsecomunque disponibili, è chiaro che gli impedi-menti alla realizzazione di un migliore Suppor-to Logistico delle F.A. sono di ordine prevalen-temente culturale, organizzativo e normativo.

E’ per tali motivi che le strutture organizza-tive della Difesa, gli accordi di cooperazione edi fondi (investimenti) destinati al SupportoLogistico risultano, purtroppo, ancora inade-guati.

Più in particolare si rileva, infatti, che men-tre a livello politico, militare e industriale cre-sce l’esigenza di cooperazione, tanto da costi-tuire ormai un vero impulso all’integrazione:• le diverse organizzazioni della Difesa perse-

guono programmi di informatizzazione dif-ferenti;

• l’adozione degli standard logistici non hacorso, ancora, sulla base di accordi comuni;

• la cooperazione logistica, a livello interna-zionale, non è disciplinata da comuni riferi-menti normativi di valenza soprannazionale;

• non esistono strutture organizzative dellaDifesa che facciano Ricerca Operativa per ilsupporto alle decisioni di interesse logistico;

• le normative nazionali e di F.A. non sonoadeguate (ed a volte compatibili) con ilnuovo panorama politico-economico eindustriale internazionale (Contabilità diStato, Regolamenti Arsenali, Normative diSicurezza e Protezione Ambientale etc.);

• le diverse organizzazioni della Difesa operanoancora in maniera eccessivamente indipen-dente e con strutture e metodi fra loro diver-si, non omogenei e, spesso, inconciliabili:• rendendo impossibili la condivisibilità e

intercambiabilità delle risorse;• creando sacche di ridondanza e di carenza;• causando sprechi e/o sostenendo eccessi-

vi costi;• manifestando contrasti ed incompatibili-

tà tra politica di gestione del personale,esigenze operative e politiche di supportologistico.

Eppure la revisione della struttura delleForze NATO definisce compiti che, per le F.A.italiane, costituiscono un fortissimo impegnointernazionale e, quindi, un concreto impulsoalla modernizzazione.

La politica europea della Difesa, inoltre, rap-presenta, dopo la moneta unica, l’obiettivo stra-tegico più importante da perseguire in tempiabbastanza brevi. Già oggi, il 60% circa (1) dellespese destinate all’acquisizione di nuovi Sistemid’Arma ha corso attraverso programmi dicooperazione interforze/internazionali.

La cooperazione, nel processo di acquisizio-ne, assicura, infatti, la condivisione delle spesedi ricerca e sviluppo, incoraggia l’adozione disoluzioni innovative tecnologicamente piùavanzate, riduce i costi di produzione e miglio-ra le condizioni di supportabilità operativa.

Perché tali potenziali vantaggi possano effet-tivamente essere concretizzati, è però necessa-rio che gli accordi di cooperazione riescano amediare gli interessi nazionali, indirizzando iPaesi partecipanti verso comuni e pariteticiaccordi di tipo tecnico e normativo.

Occorre, infatti, osservare che:• nel campo specifico della cooperazione, i

“Memorandum of Understanding – MOU”non sono ancora regolati da regole interna-zionali uniformemente riconosciute. Laddo-ve, come in Italia, i MOU sono consideratidei contratti fra governi, il ciclo di approva-zione risulta eccessivamente lungo e la fles-sibilità grandemente ridotta anche nel casoin cui le modifiche sono di nessuna valenzapolitica ed economicamente vantaggiose;

• la cooperazione richiede la condivisione delleinformazioni. I dati tecnici e logistici, inambito NATO/UE, non vengono però pro-dotti in modo tale da poter essere uniforme-mente compresi e facilmente scambiati.Affinché ciò sia possibile occorre che a livel-lo NATO/UE sia stabilito un unico modoper trattare tali dati. I vari tentativi per defi-nire un comune Modello di Dati (NATOProduct Data Model) sono ancora in corso;

• gli accordi per l’uso di standard logisticicomuni, in ambito NATO/UE, sono anco-ra solo parzialmente definiti. Occorre, inparticolare, disciplinare l’uso delle bancheche gestiscono dati logistici attraverso rego-

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(1) Panorama Difesa Supplemento al n. 170 - Nov. 1999

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le e SW che ne facilitino lacondivisibilità/accessibilità;

• le norme legislative nazionali non sono suf-ficientemente adeguate al nuovo contestointernazionale. Occorre, ad esempio,migliorare gli accordi e le normative per:• l’interscambio di materiali d’armamento

e di supporto logistico;• la cooperazione industriale;• le acquisizioni in comune di materiali e

servizi in ambito internazionale;• l’integrazione delle attività operative;• l’incentivazione e la selezione delle aree di

sviluppo, con cooperazione e supporto direciproco interesse;

• la globalizzazione dei mercati e l’elevatacomplessità dei nuovi sistemi, hanno enor-memente ridotto i vantaggi perseguibili conl’autonomia delle organizzazioni militari. E’divenuto invece possibile, per la molteplici-tà dell’offerta, nonché opportuno per laconvenienza e validità (qualitativa e innova-tiva) dei prodotti/servizi il ricorso semprepiù frequente ai prodotti/servizi disponibilisul mercato (COTS – Commercial Off TheShelf).La rivoluzione informatica non ha, da sola,

risolto completamente il “problema logistico”.Per alcuni versi, anzi, sta portando alla creazio-ne di una specie di nuova “torre di babele” lad-dove i vari programmi di cooperazione sonocondotti con Paesi partecipanti di volta in voltadiversi, utilizzando standard logistici differenti,mediante strumenti software non comuni econ strutture organizzative eterogenee.

Prendendo ancora ad esempio l’acquisizionedi un medesimo sistema d’arma fra più nazio-ni (ma le considerazioni sono valide anche perle acquisizioni di materiali e/o servizi in gene-re), potrebbe accadere, infatti, una serie dirisultati inaccettabili, sotto ogni aspetto, qualo-ra si verificassero le condizioni sottoelencate.

Attualmente potrebbe, infatti, verificarsiche:• la definizione delle banche dati logistiche

non avvenga uniformemente per tutti iSS/AA sulla base di comuni criteri standard:ciò a causa delle diverse componenti indu-striali/nazionali interessate;

• le diverse tipologie di banche dati siano svi-luppate in maniera indipendente. C’è quin-di il rischio di dovere acquisire più volte lestesse informazioni, in formati diversi, conscarse possibilità di aggiornarle uniforme-mente e omogeneamente e con la necessi-tà di duplicare le attività di gestione e valo-rizzazione;

• le organizzazioni nazionali che gestiscono ilprogramma non siano in grado di sfruttarela cooperazione al di là della sola fase acqui-sitiva, perdendo i vantaggi della valorizza-zione dei dati dal campo su una popolazio-ne di dati più elevata;

• la dislocazione territoriale delle risorse nonavvenga sulla base di una mirata RicercaOperativa, né a livello di singola F.A., né alivello di Forze Armate e tantomeno a livel-lo internazionale;

• non esistano, a livello Ministero della Dife-sa, adeguate iniziative mediante le quali,

prendendo spunto dagli orien-tamenti che si stanno consoli-dando presso Paesi più avanza-ti e lungimiranti, vengono:• analizzate complessivamen-

te, le problematiche logisti-che della Difesa;

• valutate le potenzialità del-l’Industria Nazionale;

• avviati programmi di inte-grazione logistica;

• emanate direttive di indiriz-zo comune per le iniziativedi adeguamento ed ammo-dernamento di ogni singoloE.O..

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Fig. 1

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La Logistica “come potrebbe essere”

A giudicare dalle iniziative che sono stateintraprese negli ultimi 2-3 anni, il “problemalogistico” sembra essere stato finalmente rece-pito correttamente anche se ancora, nell’ambi-to di tutta la Difesa, non si registrano, o, quan-tomeno, non sono palesi, sufficienti e soddisfa-centi iniziative.

Il Decreto Legislativo n° 459/97, concer-nente la riorganizzazione dell’area tecnico-industriale della Difesa, e le norme attuativediscendenti hanno indicato l’intenzione deimassimi vertici militari di attuare un comples-so processo di riordinamento e razionalizzazio-ne che ha come indirizzi di massima:• la razionalizzazione, in una visione interfor-

ze, degli Organi Logistici, con conseguenteriduzione e/o snellimento degli EE.OO.;

• la semplificazione delle procedure acquisiti-ve attraverso una nuova politica degliapprovvigionamenti;

• la esternalizzazione di molte funzioni logi-stiche laddove i concetti di autosufficienzanon sono più opportuni;

• l’informatizzazione dei Processi Logistici.Con l’informatizzazione, in particolare,

dovrà essere sviluppato un sistema di Comandoe Controllo del Supporto Logistico capace di assi-curare la completa visibilità delle risorse edun’elevata flessibilità degli strumenti di acqui-sizione dei beni e dei servizi.

Con gli strumenti e le conoscenze oggi di-sponibili, sarebbe possibile, in sostanza, creareuna struttura organizzativa capace di gestire evalorizzare i dati acquisibili attraverso i treprincipali pilastri informativi di cui le F.A. pos-sono disporre:• dati acquisibili contrattualmente a corredo

dei materiali dei servizi e dei Sistemi/Appa-rati;

• dati sperimentali provenienti dai centri spe-cialistici delle F.A. (balipedi, laboratori dianalisi e tecnologici, centri di misurazione econtrollo etc.);

• dati provenienti dal campo e/o dalle unitàoperative, relativi al consumo dei materialied al loro comportamento in servizio (affi-dabilità, efficacia, durata, esigenze manu-tentive, etc.).

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Fig. 2

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Sulla base di questi dati si potrebbero svi-luppare delle capacità di analisi e condivisionedelle informazioni in modo da determinarecon continuità ed immediatezza:• delle previsioni attendibili sulle esigenze di

approvvigionamento del Supporto Logisti-co;

• la distribuzione ottimale delle risorse (uomi-ni, materiali, mezzi, finanziamenti, infra-strutture etc.;

• delle analisi diagnostiche relative al compor-tamento in servizio dei materiali e deimezzi, alla vita residua dei componenti, allemodalità di guasto ed all’affidabilità deisistemi nel loro complesso.Sebbene un disegno d’insieme e una strate-

gia complessiva dei cambiamenti in itinere nonsembrino ancora uniformemente e sufficiente-mente delineabili, sono comunque chiare leindicazioni che possono essere desunte dalleiniziative attuate e/o in corso:• la creazione degli Ispettorati Logistici rap-

presenta un primo concreto esempio di cor-retta impostazione del problema del Sup-porto Logistico in quanto attribuisce a cia-scun Capo di Stato Maggiore diretto con-trollo sia sullo strumento Operativo sia sullostrumento di Supporto;

• il programma di spinta informatizzazione ditutti gli Enti delle F.A., già in atto, consen-tirà la realizzazione di una rete INTRANETdella Difesa in grado di assicurare politichedi gestione delle risorse del tipo “Total AssetsVisibility” (già esistente o in fase di realizza-zione presso i PaesiNATO tecnologicamentee logisticamente all’avan-guardia);

• la riorganizzazione dellestrutture organizzative diciascuna F.A. è, anche,orientata alla valorizza-zione dei dati acquisitidall’Industria e prove-nienti dal campo;

• per l’acquisizione deinuovi Sistemi d’Arma, iRequisiti operativi preve-dono, ormai quasi sem-pre, l’adozione dellediscipline del Supporto

Logistico Integrato e, conseguentemente, larazionalizzazione dei costi del Ciclo di Vitadei Sistemi d’Arma (vedasi grafici);

• la definizione e affermazione di politiche disupporto che s’ispirano alle strategie diacquisizione di beni e servizi del tipo “Just intime” e di abbandono di quelle del tipo “Justin case”. Come ormai chiaramente delineatonelle linee strategiche dello Stato Maggioredella Difesa, attraverso una più attenta Ana-lisi del Supporto Logistico, in futuro verràlimitato l’accantonamento dei materiali neimagazzini (Just in case), privilegiato l’uso diSistemi/Apparati commerciali (COTS),potenziate le iniziative di acquisizione dimezzi, materiali e servizi “secondo esigenza”(Just in time), e sarà dato impulso ad unapiù spinta esternalizzazione dei servizi (out-sourcing);

• l’adesione a politiche di cooperazione inter-nazionale, culminate recentemente con lanotifica dell’accordo OCCAR, ma persegui-te per anni con la partecipazione a numero-si programmi di cooperazione sotto l’egidadell’ONU, della NATO, dell’UE, del WEU,del WEAG o direttamente con altre nazioni;

• la riorganizzazione delle F.A. porterà ad unanuova determinazione di compiti e respon-sabilità che consentirà di definire meglio ilcoinvolgimento dell’Industria privata nelleattività di Supporto Logistico e di indivi-duare dei più validi criteri di “incentivazio-ne” e “motivazione” del personale dellaDifesa.

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Fig. 3

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La nuova Logistica: “cosa occorrerebbe fare”

Come già accennato, lo sviluppo tecnologi-co e la globalizzazione dei mercati stannocostringendo i diversi Paesi ad adeguare le pro-prie strutture organizzative ed a ricercare nuovee più convenienti intese.

Per i membri della NATO e/o dell’UE ènecessario sviluppare dei programmi di ricercache oltre ad individuare le possibilità di miglio-rare la cooperazione tra le F.A. e tra le indu-strie, ne rendano possibile la loro eventualeselettiva integrazione e/o unificazione. Il pro-cesso dovrebbe assicurare che sulla base di cor-retti (paritetici) criteri di partecipazione, lenazioni individuino le aree di ridondanza ecomplementarietà e incentivino quelle di eccel-lenza.

Prendendo in esame le esperienze maturatenel corso dell’ultimo decennio, durante ilquale, dopo la caduta del muro di Berlino, leattività di cooperazione sono divenute semprepiù intense ed estese, risulta evidente che, incampo logistico, le iniziative isolate non posso-no avere risultati soddisfacenti. Occorre, quin-di che, in ambito NATO/UE vengano anchepromosse iniziative dirette ad armonizzare lenormative nazionali e comunitarie. E ciò alloscopo di:• facilitare lo scambio delle informazioni, dei

materiali e delsupporto tecnico.La cessione dirisorse della Dife-sa, per quantoriguarda l’Italia, èvincolata da nor-mative della Con-tabilità di Statocosì rigide che,nell’attuale conte-sto di aperturaverso gli altriPaesi, risultanospesso inutili, senon addiritturacontroproducenti.Le suddette cessio-ni, nell’ambito diattività di coopera-

zione, ad esempio, possono essere scoraggia-te dal fatto che gli eventuali proventi debba-no essere incamerati dall’erario. La F.A. inte-ressata, in virtù della cooperazione con F.A.di altri Paesi, perde, di fatto, i finanziamen-ti necessari alla riacquisizione dei beni cedu-ti. In proposito è utile ricordare che per leF.A. è già in corso la definizione/emanazio-ne di nuove, specifiche, direttive;

• uniformare i processi di acquisizione limi-tando al massimo “protezionismi“ nazionalied incoraggiando l’Industria ad essere mag-giormente propositiva e responsabile nelleattività di supporto in vita deiSistemi/Apparati.Per quanto riguarda l’Italia, sarà necessario

quindi: • rideterminare i modelli di acquisizione indi-

viduando forme di incentivazione al rischiod’impresa (incentive price);

• uniformare le procedure di acquisizione aquelle dei Paesi UE e/o NATO;

• concordare con gli altri Paesi l’adozione dinormative di tipo commerciale (ISO, UNI). Per le ragioni sopraccennate, sarà necessario

che presso tutti i Paesi NATO/UE:• venga disposto, o, quantomeno, incoraggia-

to l’uso di comuni standard di interscambioe condivisione;

• vengano adattate le normative nazionali aquelle internazionali in modo da migliorare

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la cooperazione internazionale;• venga ridotta la rigidità degli accordi di

cooperazione internazionale;• vengano ricercate soluzioni di supporto

alternative privilegiando il ricorso all’indu-stria privata sulla base di misurabili criteri diaffidabilità, convenienza economica e accet-tazione ponderata del rischio.La definizione di un adeguato modello di

sviluppo della nuova logistica meriterebbe, indefinitiva, un programma di Ricerca e Svilup-po approfondito che, partendo da una attentaanalisi del panorama politico economico nazio-nale e internazionale, con il concorso di teammultidisciplinari, e con l’ausilio di strumenti diRicerca Operativa (Programmazione Lineare,Algoritmi e simulazione) pervenga a propostedi adeguamento che investano gli aspetti tecni-ci, finanziari, amministrativi, legali, politici edoperativi.

Più in particolare, le iniziative che occorre-rebbe intraprendere potrebbero essere inqua-drate come di seguito.

Organismi sopranazionaliNATO, UE, WEAG etc., dovrebbero perse-

guire una politica di standardizzazione del pro-cesso di acquisizione e di definizione di regolecomuni di interscambio e cooperazione. Taliregole dovrebbero:1) incentivare le nazioni ad abbandonare le

politiche del “Just retour” a favore di approc-ci e accordi industriali che privilegino il“global retour”. Unostudio sulla “localizza-zione degli impianti”produttivi di beni eservizi esteso a tutti iPaesi dell’UE potrebbecontribuire a ridurregli attriti derivantidalla competizionenelle aree di ridondan-za, mentre agevolereb-be lo sviluppo dellearee deficitarie comu-ni;

2) incentivare le indu-strie ad assumere mag-giore iniziativa nellaconduzione di attività

di Ricerca e Sviluppo in campo militare. Ciòpotrebbe essere ottenuto con la condivisioneparziale dei rischi d’impresa, l’allargamentodei Sistemi/Apparati acquisibili (acquisizio-ne comune da parte di più Paesi), l’accetta-zione di apparati dual-use, etc.;

3) promuovere politiche di esternalizzazionedei servizi e di coinvolgimento dell’IndustriaPrivata nelle attività di supporto tecnico-logistico-operativo (outsourcing, coinvolgi-mento dell’Industria nelle attività operativee nel supporto logistico di avviamento all’u-so dei Sistemi d’Arma);

4) incoraggiare l’adozione di comuni standarddi interscambio e condivisione delle infor-mazioni. Ciò richiederà una più efficaceattività di diffusione degli standard logisticidi comune interesse e la definizione di uncomune modello di dati (o linguaggio tecni-co-logistico);

5) incoraggiare l’uso di comuni banche dati deltipo CSDB (Common Source Data Base).L’uso delle reti telematiche e di sistemiinformatici è in grado di azzerare le distanzeed i tempi di accesso alle informazioni. Ladisponibilità di CSDB riduce sensibilmentei costi di acquisizione e gestione dei dati, neesalta la loro utilizzabilità e affidabilità mapone problemi di riservatezza, di proprieta-rietà e di dipendenza fra nazioni che soloattraverso accordi chiari, che salvaguardinola pariteticità di diritti e doveri, possonoessere attuati.

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Organismi nazionaliÈ indubbio che a livello nazionale esiste già un

processo di rinnovamento ed adeguamento orga-nizzativo che investe le strutture sia pubbliche siaprivate. Ciò che però appare anche evidente è chetale processo non sta avvenendo con la stessa tem-pistica che Paesi più lungimiranti hanno adottatosulla base di un progetto d’insieme ben delineatoe pianificato. Le aree di interesse che saranno indi-cate costituiscono già un chiaro esempio degliindirizzi che il processo di rinnovamento ed ade-guamento dovrebbe seguire. Ognuna di tali aree è,quasi certamente, già oggetto di iniziative dellequali non è possibile delineare l’entità in questostudio. Quello che invece sembra possibile eviden-ziare è che le attività in corso non sempre sonoinquadrate in un progetto d’insieme capace diconciliare gli interessi di ciascuna Amministrazio-ne Pubblica e del Settore Privato. Facendo parti-colare riferimento all’Amministrazione Difesa, lapolitica nazionale dovrebbe, infatti:1) riformare le norme di legge che disciplinano il

processo di acquisizione militare. Occorreràquindi rivedere profondamente tutte le norma-tive ed i regolamenti che hanno impatto suirapporti di cooperazione con le altre nazioni:• Contabilità di Stato.• Allocazione delle risorse di Bilancio tra

diversi dicasteri (Difesa, Commercio Estero,Industria, Commercio e Artigianato, Uni-versità e Ricerca Scientifica e Tecnologica).

• Contrattualistica.• Commercio Elettronico.• Etc.Il ricorso alla NAMSA (NATO Maintenanceand Supply Agency), ad esempio, trattandosi diagenzia di intermediazione, sebbene supporta-ta anche finanziariamente dall’Italia, può essereutilizzata solo limitatamente alle operazionifuori dal territorio nazionale, condotte sotto l’e-gida dell’ONU o di organismi sovranazionali. Ciò appare in contrasto con il processo di glo-balizzazione dei mercati, con l’eliminazionedelle barriere commerciali nell’ambito della UEe con l’adozione dei criteri di approvvigiona-mento basati, essenzialmente, sulla qualità e ilminimo prezzo;

2) amplificare le capacità/potenzialità dei Dirigen-ti della P.A. attraverso la istituzione di meccani-smi di incentivazione e responsabilizzazioneche lascino maggiore spazio all’iniziativa perso-

nale e riducano le diversità con il settore priva-to;

3) istituire/potenziare dei Centri di Ricerca e Svi-luppo capaci di:• analizzare l’impatto che le norme comunita-

rie e gli standard internazionali (NATO,ISO, etc) hanno sulle organizzazioni nazio-nali;

• effettuare Ricerca Operativa continua per ilsupporto al processo decisionale di tutte leistituzioni pubbliche e private;

4) promuovere una maggiore capacità di coopera-zione tra Enti Pubblici, Industria e mondoaccademico. Ciò allo scopo di: • indirizzare la ricerca;• ridurre l’isteresi tra esigenze del mondo pro-

duttivo (pubblico e privato) e istituti di for-mazione;

• creare sinergia tra Ricerca, Formazione,Industria e Istituzioni Pubbliche.

Occorre, insomma, svincolare le amministra-zioni pubbliche e private dai rigidi schematismidel passato, influenzati o legati alla sistematicità diprocessi operativi pianificati per un ipotetico con-fronto Est-Ovest. Ciò richiede l’adeguamentodegli assetti operativi nazionali alle esigenze delquadro geo-strategico attuale che postula modali-tà di intervento estremamente flessibili e tempesti-ve con strumenti capaci di integrazione interforzee multinazionale.

Ministero della DifesaTutto il comparto della Difesa necessita di una

riorganizzazione funzionale e strutturale forte-mente innovativa, capace di far uso di avanzatemetodologie organizzative per essere in grado diconfrontarsi pariteticamente con le corrisponden-ti organizzazioni dei Paesi della NATO o dell’UEin vista della costruzione delle F.A. europee.

Nella particolare area della Logistica occorrecostruire e gestire strutture organizzative comples-se in grado di soddisfare le esigenze di forze opera-tive impegnate nelle diverse situazioni ipotizzabilinei moderni scenari geo-strategici.

Fra le iniziative che la Difesa dovrà sviluppare,coerentemente con le linee strategiche che già sistanno delineando nell’ambito della Difesa, parti-colare urgenza rivestono:1) la riforma dei Regolamenti che presiedono alle

attività:• di acquisizione di beni e servizi (modifica –

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già in corso - del RAU, aggiudicazione deicontratti sulla base di criteri di costo effica-cia e non del prezzo più basso, preferenza aimateriali pronti in commercio, autonomiaamministrativa per i dirigenti, uso del com-mercio elettronico, etc.);

• degli Stabilimenti di Lavoro Militari (ado-zione di standard di qualità sia nella produ-zione delle attività manutentive che nellaproduzione dei servizi);

• di produzione di beni e servizi a favore diterzi (gestione del settore pubblico con glistessi criteri di quello privato);

2) la creazione di un Sistema Informativo con unsufficiente livello di comunalità interforze inmodo da assicurare una totale visibilità e tra-sparenza nelle risorse disponibili nell’ambitodella Difesa.

3) la definizione di una politica del Supporto cheriduca le tipologie di intervento del tipo Just incase e la creazione di strutture organizzativecapaci di operare sulla base di criteri del tipoJust in time.Occorre definire delle politiche di interventoche, sulla base di una approfondita e mirataanalisi preventiva del Supporto Logistico, con-senta di ridurre drasticamente l’accantonamen-to delle scorte e di adottare dei criteri manu-tentivi mirati ad assicurare l’efficienza dei Siste-mi/Apparati esclusivamente in funzione delletipologie di impiego operativo degli stessi. La manutenzione deve essere di tipo “Produtti-vo”, e cioè centrata sull’affidabilità dei sistemi,tenendo conto delle esperienze pregresse e mini-mizzando i costi complessivi del Ciclo di Vita.Con Manutenzione Produttiva si intende l’in-sieme calibrato di più tipologie di manutenzio-ne: Correttiva, Programmata e Preventiva, uni-tamente ad attività di analisi delle modalità diguasto, diagnostica precoce e previsione dellavita residua dei componenti.La Manutenzione Correttiva viene eseguitasecondo esigenza, a seguito di avaria.La Manutenzione Programmata viene eseguitasu base periodica, in relazione alle ore di fun-zionamento dei Sistemi/Apparati.La Manutenzione Preventiva viene eseguita sullabase di criteri di prevenzione delle avarie ed è asua volta classificabile in Manutenzione su Con-dizione (determinata dalle variazioni di fattoridi funzionamento, quali le vibrazioni, il surri-

scaldamento, l’alterazione delle funzioni diuscita) e Manutenzione Centrata sull’Affidabili-tà, che viene determinata dallo studio dellecaratteristiche di funzionamento e dalle previ-sioni di effettivo impiego dei Sistemi/Apparati;

4) la diffusione degli standard logistici ratificati inambito NATO e comunitario ed il persegui-mento di una politica di sostegno degli stan-dard nazionali;

5) la creazione, nell’ambito della Difesa, di unCentro di Ricerca e Sviluppo capace di moni-torizzare le informazioni scientifiche, tecnicheed economiche e di sviluppare, con continuità,programmi di Ricerca Operativa per il Suppor-to al Processo Decisionale a livello interforze;

6) il coinvolgimento dell’Industria Nazionale inattività di Supporto Logistico Operativo chemantenga vivo l’interesse della stessa per i Siste-mi/Apparati in servizio, e che incentivi, nelcontempo, le capacità di ricerca e migliora-mento;

7) la cura che in tutti i programmi di cooperazio-ne l’acquisizione dei Sistemi/Apparati avvengasempre unitamente all’acquisizione di unaBanca Dati Logistica Condivisibile e congiun-tamente al Supporto Logistico Integrato (Ana-lisi del Supporto Logistico, Procedure Manu-tentive, Manuali Tecnici, Corsi di Indottrina-mento, Attrezzature Speciali e di Test, Procedu-re di Trasporto, Maneggio e Imballaggio, Infra-strutture di Supporto etc.);

8) la definizione di politiche di impiego del Perso-nale che ne incentivino la partecipazione ed ilcoinvolgimento con strumenti meno legati afattori temporali ed economici (gratificazione emotivazione).

Ciascuna Forza ArmataSe l’obiettivo principale da raggiungere dalle

F.A. NATO/UE è una sempre più spinta capacitàdi cooperazione e integrazione, ciascuna F.A.dovrà, concordemente e coerentemente con le giàcitate linee strategiche, adeguare la propria strut-tura organizzativa e le proprie potenzialità operati-ve adottando dei programmi di spinta trasforma-zione infrastrutturale ed organizzativa.

Per gli aspetti relativi al Supporto Logistico deiSistemi d’Arma si ritiene particolarmente utileaccennare ai seguenti adeguamenti:1) Discipline Logistiche

Per discipline logistiche s’intendono il Suppor-

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to Logistico Integrato, la Gestione della Confi-gurazione, il Concurrent Engineering e laGestione Totale della Qualità.L’adozione delle discipline logistiche dovràavvenire sulla base di una preliminare Analisidelle risorse necessarie e disponibili ed utiliz-zando strumenti di Ricerca Operativa che con-sentano di minimizzare i costi del Ciclo di Vita.Il Supporto Logistico da realizzare dovrà esserespecificatamente previsto nei Requisiti Opera-tivi emessi dallo S.M. di ciascuna F.A. ed essereacquisito congiuntamente al Sistema d’Arma acui si riferisce.Per Supporto Logistico Integrato, in particolare,deve essere inteso il processo di Analisi del Sup-porto Logistico, avviato a partire dalle primissi-me fasi del Processo di Acquisizione ed aggiorna-to durante tutte le successive fasi (Prefattibilità,Fattibilità, Progettazione, Sviluppo, Produzio-ne, Qualificazione, Impiego e Alienazione), e laconseguente progettazione della sua manuteni-bilità e mantenibilità.Perché il Supporto Logisti-co possa definirsi “Integra-to”, è necessario che:• la progettazione del sup-

porto interagisca con laprogettazione del siste-ma, e viceversa;

• la progettazione del sup-porto sia estesa a tutte lecomponenti logistiche:- procedure manutenti-

ve;- materiali;- documentazione tec-

nica;• infrastrutture necessarie;• apparecchiature e stru-

mentazione;• indottrinamento;• procedure di impiego, trasporto, maneggio

e conservazione etc.2) Filosofia CALS o Life Cycle Integration

Per CALS, nella NATO, s’intende una “filoso-fia” di gestione delle informazioni che devonoessere “condivise, standardizzate e digitalizzate”.Occorre, in sostanza, ottimizzare l’uso delleinformazioni rendendole facilmente interscam-biabili e disponibili senza limitazioni geografi-che e temporali.

Per fare ciò occorre:• realizzare dei Sistemi Informativi di F.A. che

siano estesi e comuni presso tutti gli Ele-menti di Organizzazione dipendenti;

• adottare dei criteri di definizione dei datiche siano comprensibili, identificabili e con-divisibili in maniera estensiva (standard);

• stimolare/invogliare alla cooperazione tuttele organizzazioni dipendenti evitando laduplicazione delle attività ed ottimizzandola valorizzazione delle conoscenze.

La filosofia CALS, nella sua attuale applica-zione, si esplicita attraverso l’integrazione ditutte le componenti logistiche che interven-gono nel ciclo di vita dei sistemi. Le inizia-tive in atto, avviate nel corso dell’anno 2001da Segredifesa con il programma di Ricercae Sviluppo denominato “CALS Italia”, mira-no a valutare le esperienze già maturate pres-so altri Paesi NATO e ad individuare le solu-zioni applicative più adeguate nello specifi-

co contesto italiano. Per il successo di taleimportante iniziativa, sarà necessario il mas-simo contributo e supporto da parte di tuttele F.A..

3) QualitàOccorre potenziare le strutture organizzativedeputate alla trattazione della Qualità, sia comeAssicurazione della Qualità da parte dei fornito-ri esterni di beni e servizi ma, soprattutto, comeGestione Totale della Qualità di tutte le singole

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strutture organizzative che costituiscono cia-scuna F.A. (Uffici, Servizi, Arsenali). Occorre,cioè, creare una nuova cultura o educazioneall’operosità, che migliori i rapporti di lavorotra individui e istituzioni, in modo che ciascu-no concepisca la propria funzione sia comeutente, sia come fornitore di beni e/o servizi.Dal punto di vista quantomeno normativo,venendo a ridursi l’esigenza dei controlli e deicollaudi di “tayloristica” memoria sulle cateneproduttive dei Sistemi/Apparati militari, occor-rerà che le forniture (con annesse sub e sub-sub-forniture) vengano disciplinate dalle piùrecenti normative internazionali sui sistemi diCertificazione della Qualità.In proposito si citano le Norme UNI EN ISOdella serie 9000, inclusa la nuovissima ISO19001 - Guidelines on Quality and/or environ-mental management systems auditing - in corsodi revisione/edizione a cura del Comitato Tec-nico ISO/TC 176 - Quality management andquality assurance-della ISO (Internatio-nal Organization forStandardization).

4) Valorizzazione dei DatiOccorre istituire unospecifico Elemento diOrganizzazione perciascuna F.A. capacedi:• Effettuare la gestio-

ne di tutti i dati tec-nico-logistici attra-verso Banche Daticondivisibili assicu-randone l’integritàe l’aggiornamento;

• Valorizzare i datiattraverso analisistatistiche, analisi del comportamento inservizio dei Sistemi e criteri per valutare l’af-fidabilità e le esigenze di supporto;

• Interfacciarsi con tutti gli Enti utilizzatorie/o gestori di altre banche dati in modo dafornire servizi informativi ed assicurare lacooperazione tecnica con l’Industria e con lealtre F.A. nazionali ed estere.

• Fornire supporto tecnico per la valutazionedello stato di efficienza e di affidabilità dei

Sistemi d’Arma, per la definizione e la pia-nificazione delle esigenze di supporto logi-stico e per la conduzione delle attivitàmanutentive e di impiego dei Sistemi/Appa-rati.

5) Ricerca OperativaCiascuna F.A. dovrebbe disporre, a livello cen-trale e periferico, di Uffici Studi la cui funzioneprincipale sia quella di utilizzare le informazio-ni tecniche, economiche, giuridiche ed operati-ve al fine di individuare, di volta in volta, imetodi più convenienti per risolvere problemidi carattere operativo e gestionale. Occorronocioè degli specialisti che, con continuità, assicu-rino la capacità di analizzare in maniera rigoro-sa e scientifica le informazioni disponibili, uti-lizzando strumenti informatici e matematici. Ilrisultato di tali analisi dovrebbe costituire il rife-rimento tecnico di supporto al processo deci-sionale per la gestione di tutte le attività di isti-tuto di qualsiasi ente centrale e periferico.

Conclusioni

La nuova Logistica delle F.A. richiede, nell’insie-me, innovazione scientifica, tecnologica, organizza-tiva e culturale.

In vista della riconfigurazione della strutturamilitare della NATO e della costituzione delle F.A.europee, è però necessario soddisfare sin da ora leesigenze di supporto delle unità operative in conte-sti interforze e internazionali.

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Riferimenti bibliografici

• Normativa Marina Militare - S.M.M. 87 – Dottrina Logistica Navale – Ediz. 1998• Normativa Esercito – N. 6623 EI – 4 A – La Dottrina Logistica dell’Esercito – Ediz. 2000.• Allied Application Protocol n^6 (AAP-6) – NATO Glossary of therms and Definitions.• Informazioni della Difesa – Periodico dello Stato Maggiore della Difesa – Anno 2001.• Panorama difesa – SEGREDIFESA - Supplemento al n°170 – Nov. 1999.• Ce.Mi.S.S. – Ricerca n° 35P – Anno 2000 “Adeguamento della normativa nazionale per un’idonea partecipazione delle F.A. ai pro-

grammi di cooperazione internazionale”.• Ce.Mi.S.S. – Ricerca n° 56P – Anno 2000 “Il processo di integrazione del Procurement Militare in Europa”.• Carlo Mannino – Localizzazione degli Impianti (Appunti del Corso in “Management della Logistica”) – Anno 2001. • Antonino Sassano - Modelli e Algoritmi della Ricerca Operativa -Franco Angeli Editore.• Di Pillo G., etc. - Ricerca Operativa – Appunti delle lezioni di Francisco Facchinei e Carlo Mannino - Dispense della Facoltà di

Ingegneria Logistica dell’Università La sapienza di Roma.• Giuseppe Catalano, Il controllo della spesa e le procedure di acquisto degli armamenti nella prospettiva europea, Ministero del Teso-

ro, del Bilancio e Programmazione Economica, Commissione Tecnica per le Spesa Pubblica – Osservazioni e Raccomandazio-ni - marzo 1999.

• Jonathan Ruth, Logistic of the Roman Army at War (246 BC ÷ AD 235).

Per fare ciò occorre avviare subito iniziative perottimizzare e razionalizzare l’impiego delle risorsefinanziarie, tecniche, umane ed infrastrutturali di-sponibili, in una visione non più limitata a ciascu-na singola F.A. e neppure finalizzata alle sole esigen-ze nazionali.

La “Logistica” richiede sempre costante e attentaanalisi delle esigenze, accurata valorizzazione delleinformazioni ed oculato impegno delle risorse di-sponibili. Per quanto specificamente necessario persupportare i Sistemi d’Arma, è indispensabile che laprogettazione del Supporto Logistico abbia corsosulla base di criteri innovativi e condivisibili, adot-tando le discipline del Supporto Logistico Integra-

to, la Gestione della Configurazione, le BancheDati Informatizzate e Comuni.

E’ quindi necessario che i programmi di adegua-mento e/o potenziamento siano adottati a partiredai massimi vertici istituzionali e coinvolgano inte-gralmente tutti gli Elementi di Organizzazione dellaDifesa.

In ogni caso sarà però anche necessario opera-re sin da ora facendo continuo uso di strumentidi Ricerca Operativa in Supporto al ProcessoDecisionale in un contesto di massima condivi-sibilità delle risorse e sempre più spinti processidi cooperazione ed integrazione interforze einternazionale.

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Fig. 8