DUE GIOVANI POSCHIAVINI AMANTI DELLA TERRA DALLA … Grigione... · mento meteorologico e dall’in...

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12 Poschiavo - 27 marzo 2014 No. 13 ECONOMIA DUE GIOVANI POSCHIAVINI AMANTI DELLA TERRA DALLA QUALE TRAGGONO IL LORO SOSTENTAMENTO I piccoli frutti di Nicolò Paganini e lo spumante extra brut di Marco Triacca Nicolò Paganini nel suo campo di lamponi, ubicato ai piedi della chiesetta di Sant’Antonio a Campascio Marco Triacca nel suo ambiente: il podere viticolo Valgella Si sono messi assieme Nicolò Paganini e Marco Triacca, per presentare i loro ottimi pro- dotti, giovedì 20 marzo 2014 a Campascio e a Valgella. Am- bedue dedicano la propria vita a coltivare la terra e trarne il necessario sostentamento. Quella terra terrazzata che ri- chiede particolare attenzione ed esige molto impegno e de- terminazione. Per l’agricoltore non esistono quantificazioni matematiche come nel com- mercio e nell’artigianato. C’è sempre quel certo rischio nei ricavi, determinato dall’anda- mento meteorologico e dall’in- sidia parassitaria. E poi c’è an- che il fattore qualità; una con- tinua ricerca nell’ottimizzare la coltivazione per ricavare un prodotto di alto pregio. Noi poschiavini dobbiamo essere fieri di coloro che scelgono di coltivare il terreno indigeno e quindi il mantenimento di un ambiente armonico. Ma la fierezza non può fermarsi alle parole; deve essere conferma- ta con l’acquisto di quegli otti- mi prodotti. di REMO TOSIO collaboratore de «Il Grigione Italiano» Lodato tu sia, mio Signore, per sorella nostra madre terra, la quale ci sostenta e ci alimenta, e produce frutti diversi, coloriti fiori ed erba. Questo cantico delle creature di San Francesco d’Assisi mi sembra appro- priato per i due protagonisti che gio- vedì scorso hanno presentato i loro prodotti; i Piccoli frutti di Nicolò Paganini e lo spumante La Perla di Marco Triacca. Spinti dall’amore e dalla passione per la terra, fattori in- dispensabili, ambedue hanno scelto, con grande energia e fermezza, l’a- gricoltura quale punto di riferimen- to per la propria vita. Nella prima parte della mattinata vi è stata la visita all’azienda Piccoli frutti di Nicolò Paganini a Campa- scio, dopodiché la comitiva è stata portata in zona Valgella in Valtelli- na, dove Marco Triacca ha parlato della sua agricoltura vignaiuola. Al termine ambedue hanno orgogliosa- mente presentato i loro ottimi pro- dotti, seguiti da gustose leccornie. Piccoli frutti di Nicolò Paganini In questo caso mi viene da dire che l’audacia è la virtù dei coraggiosi. A quindici anni da quella prima mos- sa – l’azienda Piccoli frutti è appunto iniziata nel 2000 – oggi quel pioniere è giustamente fiero della sua specifica attività agricola. Dopo aver acquisito la maturità economica a Coira, il Nostro segue alcuni anni di pratica in una ditta di importazioni e commercio di frutta e verdura nel zurighese. Nel 2000 rien- tra a Campascio, nell’azienda dei geni- tori. Il commercio ortofrutticolo però incomincia ad avere qualche proble- ma per l’avvento della tassa sul traffi- co pesante, che ne rincara il trasporto e quindi la redditività. Determinante è però la piccola struttura aziendale, che non riesce ad essere competitiva rispetto a quelle più grosse. Oggi la maggior parte delle celle frigorifere di Nicolò Paganini vengono usate da ter- zi, anche perché i piccoli frutti vanno consumati a breve scadenza e quindi non necessitano di magazzinaggio. A quel punto immagino che Nico- lò abbia avuto un momento di incer- tezza: cercare un lavoro sicuro nella Svizzera interna oppure restare in loco e trovare un’alternativa di lavo- ro. Da questa incertezza nasce l’idea Piccoli frutti, facendo totale affida- mento su quello che la natura dà in quel ristretto ambiente montano che è Campascio. È l’attaccamento a quel territorio nel quale è nato ed è cresciu- to nell’ambiente del commercio orto- frutticolo familiare, del quale però, in età matura, pur avendo la passione per la frutta, ammette di non essere tanto portato. Quindi sceglie la natu- ra, la dura vita dell’agricoltore, valo- rizzando il territorio in un ambiente ristretto e frattagliato. Inizia la sua attività seguendo anche specifici corsi di formazione nel bernese. Il clima di Campascio in genere è asciutto e soggetto a ventilazione. Il terreno è sabbioso e si presta molto bene per la coltivazione di piccoli frut- ti, che però nei rispettivi tipi richiedo- no diversità di terreni. Avendo inoltre una terra a forte drenaggio, è indi- spensabile un’abbondante irrigazione. A questo viene in aiuto l’ottimale im- pianto di irrigazione del Comune, che preleva l’acqua del lago di Le Prese. Quindi ogni parcella è equipaggiata da girandole di irrigazione. Nicolò è anche molto accorto ai problemi am- bientali, per cui i suoi interventi sulle piantagioni sono soltanto di strettissi- ma necessità, evitando completamen- te di usare la chimica, affidandosi unicamente a sistemi naturali. Questa sua sensibilità ambientale lo ha anche portato a realizzare in casa un costoso sistema di riscaldamento, usufruen- do unicamente il calore che proviene dalle celle frigorifere. L’azienda agricola di Nicolò Paga- nini comprende nove ettari di terra coltivabile, sparsa su ben 45 parcel- le. A tempo pieno lavorano cinque persone, mentre durante le rispettive raccolte sono da 30-40, delle quali due terzi provengo- no dalla vicina Valtellina. Tutto il processo di lavorazione e raccolta avviene manualmente. Questo determi- na ovviamente un maggior co- sto, che va per forza di cose a incidere sulla vendita del pro- dotto. D’altra parte si acquista un bene di alta qualità e genui- nità, coltivato in loco. Vengono coltivati mirtilli, more, lamponi, ri- bes, fragole e ciliegie, oltre a mele. La Piccoli frutti di Campascio è la prima azienda in Svizzera ad avere la cer- tificazione con il marchio Montagna. Lo smercio avviene in Val Poschiavo e oltre Bernina. In aggiunta al com- mercio dei coltivati freschi, l’azienda produce anche succhi di frutta e mar- mellate. Avendo avuto l’opportunità di gustarli ambedue devo proprio dire che sono veramente straordinari. Attualmente si sta verificando la pos- sibilità di potenziare la coltura delle noci. A Miravalle già esiste una zona di alberi a noce, si dice che sia addi- rittura la più grande del Cantone dei Grigioni. Specialmente i succhi, Sorsi di Val- poschiavo, i cui frutti vengono appo- sitamente e manualmente selezionati prima della spremitura, hanno un aroma e un gusto tutto particolare, un fascino che non ha paragoni. Ideali per la ristorazione vengono confezionati in bottigliette da 260 ml e consistono nelle quattro seguenti tipologie, la cui base è sempre la mela: Mela al 100% che comprende tre differenti varietà; Chéry con 60% mela, 30% ciliegia e 10% ribes; Frutti di bosco con 60% mela e 40% frutti di bosco, cioè lam- poni, more, ribes e mirtilli; Fragolotto con 70% mela e 30% fragola. A uso privato si possono acquistare gli stes- si quattro gusti confezionati in carto- ni a spina, che hanno consumazione a lunga scadenza perché perfettamente ermetici. Questi succhi consistono quindi unicamente in frutti freschi e non estratti zuccherati e additivi, come avviene in quelli della grande distribuzione. Indirizzo: Piccoli frutti di Nicolò Paganini, Via cantonale 224, 7748 Campascio, tel. 079.610.27.77, ni- [email protected]. Casa vitivinicola La Perla di Marco Triacca In zona Valgella, località Tresenda nel comune di Teglio, è il luogo nel quale si coltivano sogni; si pone fidu- cia nel duro lavoro agricolo a terrazza- mento, vivendo sempre nella speran- za di ricavare grappoli di uva che dia- no un nettare di qualità. Tutto questo succede soltanto laddove c’è amore e passione per la terra. Marco Triacca, figlio di cotanto Padre, ha avuto una preparazione vitivinicola di eccellen- za e quindi è preparato sia in agricol- tura che in vinificazione. Infatti si è laureato in scienze agrarie al Politec- nico federale di Zurigo, dopodiché ha conseguito il Master in viticol- tura ed enologia a Montpellier e a Bordeaux (Francia). Il nome dell’azien- da, La Perla, fa pensare a quel gioiello che esce dai molluschi, in particolare le ostriche, quin- di è qualcosa di prezioso. Ma in questo caso la vera scelta del nome ha riferi- mento nel ricor- do di mamma Elisa, che aveva appunto il soprannome di La Perla; espressione che in genere si usa per indicare una persona esemplare e do- tata di grandissimi meriti. Marco Triacca inizia la sua attività vitivinicola nel 2009, egregiamente sostenuto da papà Domenico, par- tendo con una superficie di 1,5 ettari di vigneto, tutti coltivati a Nebbiolo, l’eccellente qualità autoctona deno- minata popolarmente civignasca. A tutt’oggi la superficie totale è di 3,3 et- tari. Oltre al Nebbiolo viene coltivata anche la Pignola valtellinese. Il nome Pignola deriva dalla forma compatta del grappolo, simile ad una pigna. La quasi totalità delle vigne di La Perla sono sistemate in orizzontale, cioè con i filari a girapoggio, che si differenza dal modo tradizionale a si- stemazione verticale. Questa è un’in- novazione che risale ai primi anni Ot- tanta per opera del padre Domenico Triacca, pioniere e innovatore di lun- ga esperienza; una persona di riferi- mento per tutta la viticoltura valtelli- nese. La sistemazione orizzontale dei vigneti permette una parziale mecca- nizzazione, anche se, non dimenti- chiamolo, ci vuole ancora tantissima manualità. Un altro pregio di questo sistema è che consente di esporre meglio i grappoli al sole, conferendo maggiore qualità all’uva. Ma l’innova- zione non finisce qui; per raggiungere il top della qualità non si è mai giunti all’ultimo stadio. Infatti di recente è stata trovata un’altra inventiva; la si- stemazione di pali metallici a forma di chiave di musica, che permettono di mantenere i grappoli in posizione ottimale. Due sono per il momento i vini ros- si La Perla, da uva Nebbiolo: La Mossa Presentazione dei prodotti delle aziende Nicolò Paganini e Marco Triacca: i vini «La Perla» e i ricavati dai «Piccoli frutti» Bocciolo del fiore ancora chiuso di mirtillo I succhi di frutta «Sorsi di Valposchiavo» in confezione da 260 ml, da sinistra: mela, fragolotto, chèry e frutti di bosco Che nel Comune di Brusio si col- tivavano piccoli frutti ne ero a cono- scenza, ma mai avevo immaginato una tale vastità di colture e di prodot- ti. Oltre che su terreni del fondovalle vi sono numerosi appezzamenti ter- razzati. È opera del giovane Nicolò Pa- ganini, che ha deciso di abbandonare il commercio ortofrutticolo familiare, per dedicarsi totalmente all’agricol- tura. Per l’incertezza del risultato è stata una decisione molto azzardata. La sistemazione di pali metallici a forma di chiave di musica permetto- no di mantenere i grappoli in posizione ottimale e Quattro Soli. Ma è già in fase di lavo- razione anche uno sforzato. Qualche anno fa Marco Triacca ha introdotto nel suo podere anche l’altra importante vite della zona: la Pignola valtellinese una varietà autoctona a bacca rossa. Da questa uva proviene il terzo vino di La Perla: lo spuman- te extra brut, realizzato attraverso il metodo classico (champenoise). Per la rispettiva vinificazione la vendem- mia avviene allorquando i chicchi non sono totalmente maturi, alfine di mantenere gli aromi e l’acidità. Dietro lo stappo dello spumante, con rispetti- vo botto, c’è un lungo e complesso la- voro. Infatti a seguito di una prima fer- mentazione ne avviene una seconda in speciali bottiglie con tappo a corona, nonché l’aggiunta di zuccheri e lieviti. Nella rifermentazione avviene una forte pressione in bottiglia, dovuta all’anidride carbonica che crea ap- punto le famose bollicine. Le bottiglie sono sistemate su appositi cavalletti e attraverso una rotazione particolare e variegata, nonché l’inclinazione gra- duale, le fecce vanno a depositarsi sul tappo. Segue poi l’ultima fase di lavo- razione che consiste nel gelare l’ulti- ma parte del collo della bottiglia, do- podiché si toglie il tappo e la pressione fa espellere la parte gelata, liberando le fecce. Prima di chiudere la bottiglia con il tradizionale tappo a fungo e rispettiva gabbia metallica, avviene l’aggiunta di sciroppo di vino e zucchero. La qua- lità o la quantità di questi ultimi in- gredienti ne determinano la tipologia dello spumante, che nella produzione La Perla ha la classificazione extra brut. Uno spumante aromatico e ar- monico, fragrante nell’olfatto e appa- gante nel gusto. È veramente un’opera d’arte! Indirizzo: La Perla di Marco Triacca, Zalende 166, 7748 Campascio, 079.439.66.22, [email protected], www.vini-laperla.com. Lo spumante extra brut La Perla, aromatico e armonico

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12 Poschiavo - 27 marzo 2014 No. 13E C O N O M I A

DUE GIOVANI POSCHIAVINI AMANTI DELLA TERRA DALLA QUALE TRAGGONO IL LORO SOSTENTAMENTO

I piccoli frutti di Nicolò Paganini e lo spumante extra brut di Marco Triacca

Nicolò Paganini nel suo campo di lamponi, ubicato ai piedi della chiesetta di Sant’Antonio a Campascio Marco Triacca nel suo ambiente: il podere viticolo Valgella

Si sono messi assieme Nicolò Paganini e Marco Triacca, per presentare i loro ottimi pro-dotti, giovedì 20 marzo 2014 a Campascio e a Valgella. Am-bedue dedicano la propria vita a coltivare la terra e trarne il necessario sostentamento. Quella terra terrazzata che ri-chiede particolare attenzione ed esige molto impegno e de-terminazione. Per l’agricoltore non esistono quantificazioni matematiche come nel com-mercio e nell’artigianato. C’è sempre quel certo rischio nei ricavi, determinato dall’anda-mento meteorologico e dall’in-sidia parassitaria. E poi c’è an-che il fattore qualità; una con-tinua ricerca nell’ottimizzare la coltivazione per ricavare un prodotto di alto pregio. Noi poschiavini dobbiamo essere fieri di coloro che scelgono di coltivare il terreno indigeno e quindi il mantenimento di un ambiente armonico. Ma la fierezza non può fermarsi alle parole; deve essere conferma-ta con l’acquisto di quegli otti-mi prodotti.

di REMO TOSIOcollaboratore de «Il Grigione Italiano»

Lodato tu sia, mio Signore, per sorella nostra madre terra, la quale ci sostenta e ci alimenta, e produce frutti diversi, coloriti fiori ed erba. Questo cantico delle creature di San Francesco d’Assisi mi sembra appro-priato per i due protagonisti che gio-vedì scorso hanno presentato i loro prodotti; i Piccoli frutti di Nicolò Paganini e lo spumante La Perla di Marco Triacca. Spinti dall’amore e dalla passione per la terra, fattori in-dispensabili, ambedue hanno scelto, con grande energia e fermezza, l’a-gricoltura quale punto di riferimen-to per la propria vita.

Nella prima parte della mattinata vi è stata la visita all’azienda Piccoli frutti di Nicolò Paganini a Campa-scio, dopodiché la comitiva è stata portata in zona Valgella in Valtelli-na, dove Marco Triacca ha parlato della sua agricoltura vignaiuola. Al termine ambedue hanno orgogliosa-mente presentato i loro ottimi pro-dotti, seguiti da gustose leccornie.

Piccoli frutti di Nicolò Paganini

In questo caso mi viene da dire che l’audacia è la virtù dei coraggiosi. A quindici anni da quella prima mos-sa – l’azienda Piccoli frutti è appunto iniziata nel 2000 – oggi quel pioniere è giustamente fiero della sua specifica attività agricola.

Dopo aver acquisito la maturità economica a Coira, il Nostro segue alcuni anni di pratica in una ditta di importazioni e commercio di frutta e verdura nel zurighese. Nel 2000 rien-tra a Campascio, nell’azienda dei geni-tori. Il commercio ortofrutticolo però incomincia ad avere qualche proble-ma per l’avvento della tassa sul traffi-co pesante, che ne rincara il trasporto e quindi la redditività. Determinante è però la piccola struttura aziendale, che non riesce ad essere competitiva rispetto a quelle più grosse. Oggi la maggior parte delle celle frigorifere di Nicolò Paganini vengono usate da ter-zi, anche perché i piccoli frutti vanno consumati a breve scadenza e quindi non necessitano di magazzinaggio.

A quel punto immagino che Nico-lò abbia avuto un momento di incer-tezza: cercare un lavoro sicuro nella Svizzera interna oppure restare in loco e trovare un’alternativa di lavo-ro. Da questa incertezza nasce l’idea Piccoli frutti, facendo totale affida-mento su quello che la natura dà in quel ristretto ambiente montano che è Campascio. È l’attaccamento a quel territorio nel quale è nato ed è cresciu-to nell’ambiente del commercio orto-frutticolo familiare, del quale però, in età matura, pur avendo la passione per la frutta, ammette di non essere tanto portato. Quindi sceglie la natu-ra, la dura vita dell’agricoltore, valo-rizzando il territorio in un ambiente ristretto e frattagliato. Inizia la sua attività seguendo anche specifici corsi di formazione nel bernese.

Il clima di Campascio in genere è asciutto e soggetto a ventilazione. Il terreno è sabbioso e si presta molto bene per la coltivazione di piccoli frut-ti, che però nei rispettivi tipi richiedo-no diversità di terreni. Avendo inoltre una terra a forte drenaggio, è indi-spensabile un’abbondante irrigazione. A questo viene in aiuto l’ottimale im-pianto di irrigazione del Comune, che preleva l’acqua del lago di Le Prese. Quindi ogni parcella è equipaggiata da girandole di irrigazione. Nicolò è anche molto accorto ai problemi am-bientali, per cui i suoi interventi sulle piantagioni sono soltanto di strettissi-ma necessità, evitando completamen-te di usare la chimica, affidandosi unicamente a sistemi naturali. Questa sua sensibilità ambientale lo ha anche portato a realizzare in casa un costoso sistema di riscaldamento, usufruen-do unicamente il calore che proviene dalle celle frigorifere.

L’azienda agricola di Nicolò Paga-nini comprende nove ettari di terra coltivabile, sparsa su ben 45 parcel-le. A tempo pieno lavorano cinque persone, mentre durante le rispettive raccolte sono da 30-40, delle quali due

terzi provengo-no dalla vicina Valtellina. Tutto il processo di lavorazione e raccolta avviene manualmente. Questo determi-na ovviamente un maggior co-sto, che va per forza di cose a incidere sulla vendita del pro-dotto. D’altra parte si acquista un bene di alta qualità e genui-nità, coltivato in loco. Vengono

coltivati mirtilli, more, lamponi, ri-bes, fragole e ciliegie, oltre a mele. La Piccoli frutti di Campascio è la prima azienda in Svizzera ad avere la cer-tificazione con il marchio Montagna. Lo smercio avviene in Val Poschiavo e oltre Bernina. In aggiunta al com-mercio dei coltivati freschi, l’azienda produce anche succhi di frutta e mar-mellate. Avendo avuto l’opportunità di gustarli ambedue devo proprio dire che sono veramente straordinari. Attualmente si sta verificando la pos-sibilità di potenziare la coltura delle noci. A Miravalle già esiste una zona di alberi a noce, si dice che sia addi-rittura la più grande del Cantone dei Grigioni.

Specialmente i succhi, Sorsi di Val-poschiavo, i cui frutti vengono appo-sitamente e manualmente selezionati prima della spremitura, hanno un aroma e un gusto tutto particolare, un fascino che non ha paragoni. Ideali per la ristorazione vengono confezionati in bottigliette da 260 ml e consistono nelle quattro seguenti tipologie, la cui base è sempre la mela: Mela al 100% che comprende tre differenti varietà; Chéry con 60% mela, 30% ciliegia e 10% ribes; Frutti di bosco con 60% mela e 40% frutti di bosco, cioè lam-poni, more, ribes e mirtilli; Fragolotto con 70% mela e 30% fragola. A uso privato si possono acquistare gli stes-si quattro gusti confezionati in carto-ni a spina, che hanno consumazione a lunga scadenza perché perfettamente ermetici. Questi succhi consistono quindi unicamente in frutti freschi e non estratti zuccherati e additivi, come avviene in quelli della grande distribuzione. Indirizzo: Piccoli frutti di Nicolò Paganini, Via cantonale 224, 7748 Campascio, tel. 079.610.27.77, [email protected].

Casa vitivinicola La Perla di Marco Triacca

In zona Valgella, località Tresenda nel comune di Teglio, è il luogo nel quale si coltivano sogni; si pone fidu-cia nel duro lavoro agricolo a terrazza-mento, vivendo sempre nella speran-za di ricavare grappoli di uva che dia-no un nettare di qualità. Tutto questo succede soltanto laddove c’è amore e passione per la terra. Marco Triacca, figlio di cotanto Padre, ha avuto una preparazione vitivinicola di eccellen-za e quindi è preparato sia in agricol-tura che in vinificazione. Infatti si è laureato in scienze agrarie al Politec-nico federale di Zurigo, dopodiché

ha conseguito il Master in viticol-tura ed enologia a Montpellier e a Bordeaux (Francia). Il nome dell’azien-da, La Perla, fa pensare a quel gioiello che esce dai molluschi, in particolare le ostriche, quin-di è qualcosa di prezioso. Ma in questo caso la vera scelta del nome ha riferi-mento nel ricor-do di mamma Elisa, che aveva appunto il soprannome di La Perla; espressione che in genere si usa per indicare una persona esemplare e do-tata di grandissimi meriti.

Marco Triacca inizia la sua attività vitivinicola nel 2009, egregiamente sostenuto da papà Domenico, par-tendo con una superficie di 1,5 ettari di vigneto, tutti coltivati a Nebbiolo, l’eccellente qualità autoctona deno-minata popolarmente civignasca. A tutt’oggi la superficie totale è di 3,3 et-tari. Oltre al Nebbiolo viene coltivata anche la Pignola valtellinese. Il nome Pignola deriva dalla forma compatta del grappolo, simile ad una pigna.

La quasi totalità delle vigne di La Perla sono sistemate in orizzontale, cioè con i filari a girapoggio, che si differenza dal modo tradizionale a si-stemazione verticale. Questa è un’in-novazione che risale ai primi anni Ot-tanta per opera del padre Domenico Triacca, pioniere e innovatore di lun-ga esperienza; una persona di riferi-mento per tutta la viticoltura valtelli-nese. La sistemazione orizzontale dei vigneti permette una parziale mecca-nizzazione, anche se, non dimenti-chiamolo, ci vuole ancora tantissima manualità. Un altro pregio di questo sistema è che consente di esporre meglio i grappoli al sole, conferendo maggiore qualità all’uva. Ma l’innova-zione non finisce qui; per raggiungere il top della qualità non si è mai giunti all’ultimo stadio. Infatti di recente è stata trovata un’altra inventiva; la si-stemazione di pali metallici a forma di chiave di musica, che permettono di mantenere i grappoli in posizione ottimale.

Due sono per il momento i vini ros-si La Perla, da uva Nebbiolo: La Mossa

Presentazione dei prodotti delle aziende Nicolò Paganini e Marco Triacca: i vini «La Perla» e i ricavati dai «Piccoli frutti»

Bocciolo del fiore ancora chiuso di mirtillo

I succhi di frutta «Sorsi di Valposchiavo» in confezione da 260 ml, da sinistra: mela, fragolotto, chèry e frutti di bosco

Che nel Comune di Brusio si col-tivavano piccoli frutti ne ero a cono-scenza, ma mai avevo immaginato una tale vastità di colture e di prodot-ti. Oltre che su terreni del fondovalle vi sono numerosi appezzamenti ter-razzati. È opera del giovane Nicolò Pa-ganini, che ha deciso di abbandonare il commercio ortofrutticolo familiare, per dedicarsi totalmente all’agricol-tura. Per l’incertezza del risultato è stata una decisione molto azzardata.

La sistemazione di pali metallici a forma di chiave di musica permetto-no di mantenere i grappoli in posizione ottimale

e Quattro Soli. Ma è già in fase di lavo-razione anche uno sforzato.

Qualche anno fa Marco Triacca ha introdotto nel suo podere anche l’altra importante vite della zona: la Pignola valtellinese una varietà autoctona a bacca rossa. Da questa uva proviene il terzo vino di La Perla: lo spuman-te extra brut, realizzato attraverso il metodo classico (champenoise). Per la rispettiva vinificazione la vendem-mia avviene allorquando i chicchi non sono totalmente maturi, alfine di mantenere gli aromi e l’acidità. Dietro lo stappo dello spumante, con rispetti-vo botto, c’è un lungo e complesso la-voro. Infatti a seguito di una prima fer-mentazione ne avviene una seconda in speciali bottiglie con tappo a corona, nonché l’aggiunta di zuccheri e lieviti.

Nella rifermentazione avviene una forte pressione in bottiglia, dovuta all’anidride carbonica che crea ap-punto le famose bollicine. Le bottiglie sono sistemate su appositi cavalletti e attraverso una rotazione particolare e variegata, nonché l’inclinazione gra-duale, le fecce vanno a depositarsi sul tappo. Segue poi l’ultima fase di lavo-razione che consiste nel gelare l’ulti-ma parte del collo della bottiglia, do-podiché si toglie il tappo e la pressione fa espellere la parte gelata, liberando le fecce.

Prima di chiudere la bottiglia con il tradizionale tappo a fungo e rispettiva gabbia metallica, avviene l’aggiunta di sciroppo di vino e zucchero. La qua-lità o la quantità di questi ultimi in-gredienti ne determinano la tipologia dello spumante, che nella produzione La Perla ha la classificazione extra brut. Uno spumante aromatico e ar-monico, fragrante nell’olfatto e appa-gante nel gusto. È veramente un’opera d’arte! Indirizzo: La Perla di Marco Triacca, Zalende 166, 7748 Campascio, 079.439.66.22, [email protected], www.vini-laperla.com.

Lo spumante extra brut La Perla, aromatico e armonico