Zonizzazione - Libero.it · Zonizzazione di Elio Piroddi Zonizzazione (o azzonamento o, più raro...

7
Zonizzazione di Elio Piroddi Zonizzazione (o azzonamento o, più raro in urbanistica, zonazione), dall’in- glese zoning (derivato dal greco zone, cintura, fascia), significa letteralmente suddivisione in zone. La zonizzazione è lo strumento tecnico, impiegato dalla pianificazione urbanistica e territoriale, per disciplinare gli usi del territorio. Storicamente esso nasce da molteplici esigenze: mettere ordine nelle città in- vestite dalle ondate migratorie provocate dalla rivoluzione industriale; elimina- re gli inconvenienti derivanti dalla originaria commistione di funzioni incom- patibili fra loro, localizzate nella stessa zona (come ad esempio industrie in- quinanti e abitazioni); evitare il sovraffollamento; dotare la città dei servizi indispensabili. Adottato nella cultura amministrativa nordeuropea del secondo Ottocento come strumento connesso alla regolamentazione edilizia, lo zoning viene impie- gato nei primi Piani regolatori moderni in Europa e in quelli italiani, di Fi- renze del 1865, di Milano e di Napoli, entrambi del 1885. Tale strumento entra nel Town Planning Act inglese nel 1909; continua ad essere adottato in Italia nei Piani regolatori comunali nel corso del Novecento, anche prima di essere ufficialmente ratificato dalla legge urbanistica del 17 agosto 1942, n. 1150. La zonizzazione consiste nella divisione di un territorio di qualsivoglia di- mensione in un certo numero di zone alle quali vengono assegnate una o più funzioni specifiche (residenziale, produttiva, ricreativa, di servizio) in base alle rispettive esigenze localizzative e alle scelte del piano. Essa, quindi, risponde allo scopo di disciplinare l’uso dei beni territoriali o, semplicemente, l’uso del territorio, in primo luogo da parte dei legittimi proprietari, sia privati sia pub- blici, in secondo luogo degli eventuali altri utilizzatori fissi o occasionali (indi- vidui, gruppi, comunità), subordinandolo, quando è necessario, all’interesse della collettività e finalizzandolo agli obiettivi del piano. In tal senso la zo- nizzazione rappresenta una forma necessaria del piano, di cui la disciplina de- gli usi costituisce la sostanza. La zonizzazione implica sei possibili condizioni operative: a) la definizione degli usi possibili, in generale, all’interno del territorio consi- derato, siano essi ad esempio residenziali, produttivi, ricreativi o di servizio 323

Transcript of Zonizzazione - Libero.it · Zonizzazione di Elio Piroddi Zonizzazione (o azzonamento o, più raro...

  • Zonizzazionedi Elio Piroddi

    Zonizzazione (o azzonamento o, più raro in urbanistica, zonazione), dall’in-glese zoning (derivato dal greco zone, cintura, fascia), significa letteralmentesuddivisione in zone. La zonizzazione è lo strumento tecnico, impiegato dallapianificazione urbanistica e territoriale, per disciplinare gli usi del territorio.Storicamente esso nasce da molteplici esigenze: mettere ordine nelle città in-vestite dalle ondate migratorie provocate dalla rivoluzione industriale; elimina-re gli inconvenienti derivanti dalla originaria commistione di funzioni incom-patibili fra loro, localizzate nella stessa zona (come ad esempio industrie in-quinanti e abitazioni); evitare il sovraffollamento; dotare la città dei serviziindispensabili.

    Adottato nella cultura amministrativa nordeuropea del secondo Ottocentocome strumento connesso alla regolamentazione edilizia, lo zoning viene impie-gato nei primi Piani regolatori moderni in Europa e in quelli italiani, di Fi-renze del 1865, di Milano e di Napoli, entrambi del 1885. Tale strumentoentra nel Town Planning Act inglese nel 1909; continua ad essere adottato inItalia nei Piani regolatori comunali nel corso del Novecento, anche prima diessere ufficialmente ratificato dalla legge urbanistica del 17 agosto 1942, n.1150.

    La zonizzazione consiste nella divisione di un territorio di qualsivoglia di-mensione in un certo numero di zone alle quali vengono assegnate una o piùfunzioni specifiche (residenziale, produttiva, ricreativa, di servizio) in base allerispettive esigenze localizzative e alle scelte del piano. Essa, quindi, rispondeallo scopo di disciplinare l’uso dei beni territoriali o, semplicemente, l’uso delterritorio, in primo luogo da parte dei legittimi proprietari, sia privati sia pub-blici, in secondo luogo degli eventuali altri utilizzatori fissi o occasionali (indi-vidui, gruppi, comunità), subordinandolo, quando è necessario, all’interessedella collettività e finalizzandolo agli obiettivi del piano. In tal senso la zo-nizzazione rappresenta una forma necessaria del piano, di cui la disciplina de-gli usi costituisce la sostanza.

    La zonizzazione implica sei possibili condizioni operative:a) la definizione degli usi possibili, in generale, all’interno del territorio consi-derato, siano essi ad esempio residenziali, produttivi, ricreativi o di servizio

    323

  • come ad esempio residenza, produzione, servizi e relative articolazioni e com-mistioni;b) l’attribuzione a ciascun uso di alcune dotazioni necessarie al suo correttosvolgimento, come ad esempio l’attribuzione di aree di parcheggio, di verde odi spazi pubblici, ovvero, di alcuni standard;c) l’indicazione, per ciascuna zona, degli usi principali o di scopo, in altre pa-role di quelli ai quali la zona è precipuamente destinata, come ad esempioresidenza, ricettività alberghiera, pubblica istruzione; di quelli complementari,ovvero quelli normalmente associati agli usi di scopo, come ad esempio l’asso-ciazione di un uso ricreativo a quello culturale, oppure di un uso sportivo aquello ricreativo; di quelli compatibili, vale a dire altri usi che non compro-mettono gli usi di scopo, come gli usi commerciali rispetto alla residenza, o gliusi terziari rispetto agli usi produttivi;d) la quantificazione degli usi suddetti in alcune misure significative, tra cui lasuperficie e il volume edificati, la superficie coperta, gli indici, le altezze, i rap-porti percentuali tra usi diversi;e) la prescrizione delle modalità di mantenimento, recupero o trasformazionedei beni territoriali ivi presenti, quali aree, preesistenze naturali, edifici e altrimanufatti, e di realizzazione delle trasformazioni ivi previste, quali edificazio-ne, recupero, sistemazioni esterne, urbanizzazioni, requisiti ecologici;f ) le eventuali regole tipomorfologiche dell’insediamento.

    La zonizzazione potrà essere più o meno vincolante, totale o parziale, se-condo il tipo di piano e gli scopi prefissati. Un piano di tipo strutturale, cherappresenta una tipologia ormai prevalente nelle leggi urbanistiche regionali,come ad esempio un Piano urbanistico generale comunale, può limitarsi a po-che indicazioni essenziali. Queste potrebbero riguardare le zone naturalisticheo le zone storiche intangibili, le zone strategiche di intervento, i carichi urba-nistici complessivi. Viceversa un piano di tipo operativo o attuativo, che copreuna parte determinata e circoscritta del territorio, di solito all’interno di uncomune oppure riguardante parti delle cosiddette aree vaste, dovrà forniretutte le indicazioni necessarie e sufficienti a governare anche le microtrasfor-mazioni e a non lasciare vuoti nel regime degli usi.

    Originata da esigenze tipicamente urbane, la tecnica dell’azzonamento si èestesa al territorio non urbanizzato e viene impiegata anche nei cosiddetti “pia-ni di area vasta”, come ad esempio i Piani territoriali regionali e provinciali o iPiani paesaggistici, allo scopo di determinare le compatibilità tra usi del terri-torio e scelte del piano, e, in particolare, di provvedere alla tutela del patrimo-nio naturale, storico e paesaggistico e all’equilibrio ambientale.

    Questo tipo di zonizzazione, che si può qualificare come funzionale, è stataoggetto di numerose critiche in quanto imputata di produrre parti di città mo-nofunzionali, segregazione sociale, sperequazione economica tra proprietà e al-tri effetti negativi connessi alla visione della città razional-funzionale incentratasui principi della Carta di Atene, che individuava quattro macrozone nellequali avrebbe dovuto dividersi la città: residenza, produzione, tempo libero e

    324

    VENTUNO PAROLE PER L’URBANISTICA

  • mobilità. Si è trattato in realtà di critiche ideologiche che caricavano la zo-nizzazione di significati e scopi che non le sono propri, rappresentando essasemplicemente, e se si vuole banalmente, solo uno strumento tecnico elemen-tare; indispensabile, quale che sia la forma del Piano urbanistico, per ripartirein qualche modo lo spazio.

    In realtà, per la sua natura essenzialmente strumentale la zonizzazione nonsarà mai pregiudizialmente monofunzionale ma sarà semplicemente quello cheil piano, i suoi autori, gli amministratori del territorio vorranno che sia: unaripartizione delle destinazioni d’uso e delle rispettive regole d’insediamentonelle varie parti della città e del territorio, rispondente agli interessi pubbliciistituzionalmente rappresentati dal piano stesso. A tal proposito è significativonotare che nell’esperienza attuale le singole zone, sia parti di città sia di terri-torio, sono classificate come monofunzionali solo quando la funzione data èincompatibile con tutte le altre, mentre, di regola, nelle destinazioni di pianoprevale una pluralità di funzioni.

    Se concepita e impiegata in un’ottica più ampia, la zonizzazione non è ne-cessariamente solo funzionale in quanto, in aggiunta alle funzioni, possono es-sere attribuite, alle zone da disciplinare, determinate caratteristiche riguardantila tipologia edilizia e la forma dell’edificato. In questa accezione si potrà quin-di parlare, a pieno titolo, di zonizzazione morfologica. Una zonizzazione mor-fologica può stabilire che una parte di città, un quartiere, un qualsiasi insedia-mento, indipendentemente dalle funzioni, debba assumere una certa forma,per esempio una forma-tessuto, cioè un insieme di strade, piazze, lotti, edifici,giardini che ordiscono una struttura continua, dalla grana diversificata, doveogni elemento è complementare a tutti gli altri, è legato a tutti gli altri da unostato di interdipendenza necessaria.

    La zonizzazione morfologica può differenziarsi, quindi, a seconda dellaforma e dimensione dei lotti, siano essi piccoli, medi, assortiti, e degli edifici,che possono essere a blocco, a corte e in serie continua. Il suo fattore domi-nante è l’allocazione dei luoghi pubblici, sia in quanto spazi aperti, ovverostrade, piazze, parchi, sia in quanto attrezzature per servizi di interesse pub-blico, facendo di questi luoghi l’ossatura portante, i protagonisti dell’impiantourbano. Se generalizzata, questa può essere considerata un’accezione in qual-che modo postmoderna della zonizzazione, che riprende il filo di esperienzedel secondo Ottocento, come l’addizione di Barcellona ad opera di IldefonsoCerdá o la ristrutturazione di Parigi ad opera del barone Haussmann per con-tinuare nel primo Novecento con l’ampliamento di Amsterdam Sud realizzatoda Berlage. Essa è, inoltre, ben rappresentata anche da molteplici casi contem-poranei nei quali ad una grande flessibilità funzionale fa fronte una precisadeterminazione dei caratteri tipomorfologici della parte di città, come accadenella Villa Olimpica di Barcellona e nel progetto urbano dell’IBA a Berlino,che forse rappresenta il primo significativo esperimento di ritorno al tessutocondotto nell’urbanistica europea.

    La zonizzazione, dunque, può assumere una valenza sia funzionale che ti-

    ZONIZZAZIONE

    325

  • pomorfologica. Una non esclude l’altra, anzi una “buona” zonizzazione do-vrebbe riguardare entrambi gli aspetti. È utile sottolineare in proposito cheuna zonizzazione elastica sotto il profilo funzionale si rivela molto più rispon-dente alle esigenze di adattabilità di un piano nel tempo rispetto ad una zo-nizzazione rigida. In secondo luogo, è importante rilevare che proprio gliesempi storici più noti, come quelli citati di Cerdá o di Haussmann, dimo-strano che, poiché le funzioni sono destinate a cambiare mentre la forma hauna durata molto più lunga nel tempo, quelli che più hanno influenzato l’as-setto della città sono stati proprio gli aspetti tipomorfologici della zonizzazio-ne: la dimensione degli isolati, il taglio dei lotti, i tipi edilizi, le altezze, leregole relative alle facciate e alle coperture. Ecco allora che, quando opera inquesta direzione, la zonizzazione supera la sua natura puramente strumentalee diventa il significante, più o meno esplicito, di un progetto di città.

    Riferimenti bibliografici

    DI BIAGI P. (a cura di) (1998), La Carta d’Atene. Manifesto e frammento dell’urbanisticamoderna, Officina, Roma.

    GABELLINI P. (2001), Zonizzazione, in Id., Tecniche urbanistiche, Carocci, Roma, pp.87-97.

    GORIO F. (1969), voce Zonizzazione, in P. Portoghesi (a cura di), Dizionario di archi-tettura e urbanistica, Gangemi, Roma 2005, pp. 513-4.

    LE CORBUSIER (1943), La charte d’Athènes, Plon, Paris.MAZZA L. (1996), Funzioni e sistemi di pianificazione degli usi del suolo, in “Urbani-

    stica”, 106, pp. 104-8.MANCUSO F. (1978), Le vicende dello zoning, il Saggiatore, Milano.PICCINATO L. (1946), La progettazione urbanistica. La città come organismo, Marsilio,

    Venezia 1998.

    326

    VENTUNO PAROLE PER L’URBANISTICA

  • Piano regolatore generale del Comune di Parma. Sintesi della disciplina degli usi del suolo(1999, stralcio)

    ZONIZZAZIONE

    327

  • Piano regolatore generale del Comune di Parma. Sintesi della disciplina degli usi del suolo(1999, legenda)

    328

    VENTUNO PAROLE PER L’URBANISTICA

  • Piano regolatore della città di Roma. Edmondo Sanjust di Teulada, 1909. AzzonamentoIl Piano di Roma del 1909 si basava su un azzonamento di carattere morfologico. Esso pre-disponeva infatti una suddivisione della città e delle sue espansioni previste in zone omoge-nee, per ognuna delle quali veniva designata una particolare tipologia edilizia (“fabbricati”o “villini e giardini”), destinata a caratterizzare la zona determinandone aspetto urbano edensità edilizia.

    ZONIZZAZIONE

    329