Estratto Luglio/Agosto 2015
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Anno 16 - n.94 FURETTOMANIA INFORMA LUGLIO AGOSTO 2015
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FurettoMania Informa
Edizioni Furettomania ONLUS Via Petrarca n.12
21012 Cassano Magnago (Varese)
Doverosi sono i più sentiti ringraziamenti per l’enorme generosità dimostrata durante l’anno
2014 che si è concluso con oltre 2000 euro di donazioni
derivanti dal contributo del 5x1000 a favore dell’Associazione Furettomania ONLUS.
Un contributo importante dato dalla vostra generosità che è alla base della nostra
Associazione. Insieme per loro, sempre. Grazie
Direzione e Supervisione: Consiglio Direttivo Furettomania ONLUS Capo Redattori: Ariela Trovato e Patrizia Puccetti
Collaboratori di Redazione: Lo Staff e i Soci
Impaginazione e Grafica: Patrizia Puccetti
Spedizioni web: Gaia Franzoso
Hanno collaborato a questo numero
Alan Conti, Giornalista, Socio FM
Silvia Pizzi, Biologa Università degli Studi di
Parma, volontaria FM ONLUS
Gilberto Restelli, Socio FM ONLUS
Manuela Negri, Socia FM ONLUS
PERIODICO BIMESTRALE DI INFORMAZIONE MUSTELIDE riservato ai soci di Furettomania ONLUS
LUGLIO AGOSTO 2015
pag. 2 SOMMARIO-REDAZIONE-DIRETTIVO NEWS pag. 3 EDITORIALE pag. 7 FORSE NON TUTTI SANNO CHE... pag. 11 DICA POT POT pag. 13 PARENTI MUSTELIDI pag. 17 MOLTO RUMORE PER NULLA pag. 20 PARTECIPATO PER VOI pag. 22 GRAN BAZAR pag. 23 FOCUS ON: LO STAFF&I SOCI RACCONTANO pag. 33 BRICOFERRET pag. 36 ADOZIONI pag. 39 IL PONTE DELL'ARCOBALENO pag. 41 IL FUROSCOPO pag. 44 PASSAPAROLA: IL PROSSIMO EVENTO pag. 46 LA CAMPAGNA DEL MESE pag. 47 VOLONTARI IN FM pag. 48 RESPONSABILI FM-CARTA AZZURRA SERVIZI
LA PROSSIMA USCITA
10 SETTEMBRE
Anno 16 - n.94 FURETTOMANIA INFORMA LUGLIO AGOSTO 2015
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A me i mustelidi piacciono tutti.
Tra le specie che prediligo ci sono
le lontre: seguo di tanto in tanto
un paio di webcam installate
lungo le coste americane da cui
mi posso godere la vista del mare
e degli animali che beatamente si
lasciano trasportare dalla
corrente, sono iscritta a qualche
newsletter di siti di salvaguardia
delle lontre e ricevo notifiche da
un paio di blog.
Da uno di questi mi è poco tempo fa arrivato un articolo che faceva riferimento ad un tipo di lontra particolare, Lutrogale
perspicillata, detta in italiano lontra liscia.
È una specie diffusa nell’India meridionale considerata a vulnerabile dalla IUCN.
Nell’articolo viene fatto riferimento al fatto che questa lontra viene utilizzata per la pesca; incuriosita mi son messa a fare
ricerche ed ho scoperto che la pesca con le lontre è un metodo antichissimo, oggi utilizzato per lo più in Bangladesh e in
passato diffuso in molti più paesi di quanti si possano credere.
Gli animali vengono addestrati da piccoli, spesso seguendo i genitori che cacciano in coppia (sono specie monogame), per
scendere in acqua dalle barche dei pescatori e inseguire i pesci indirizzandoli nelle reti calate in acqua:
https://www.youtube.com/watch?v=MsQJrkcODJs
Sopra la barca la lontra campa
di Ariela Trovato
Consigliere Direttivo FM
ONLUS
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In Bangladesh la tecnica viene tramandata di padre in figlio e
praticata da intere famiglie.
Recentemente però questa attività si è rivelata sempre meno
produttiva in quanto l’insorgere delle industrie determina
scarsità di pesci nei fiumi e poi i giovani non sono molto
propensi a seguire questa antica tradizione.
Rispetto a soli cinquanta anni fa il novanta per cento dei
pescatori ha abbandonato il mestiere.
E quindi?
Be’, il fatto è che le lontre lisce sono in calo come popolazione e
gran parte della loro conservazione come specie era dovuta
proprio a questi pescatori che portavano avanti l’allevamento.
Per ora le lontre non sono alla tragedia dell’estinzione, ma
potrebbero arrivarci.
Ora, io non credo che la vita con i pescatori del Bangladesh sia tutta rose e fiori e che l’addestramento sia solo sulla base
del rinforzo positivo, ma resta il fatto che si è creato un binomio che ha funzionato per secoli (probabilmente più grazie
all’intelligenza delle lontre che a quella umana) e che protegge la specie dall’estinzione. Trovo triste che questa
professione sia in declino e forse destinata a scomparire.
Del resto, dando retta a Konrad Lorenz, anche la domesticazione del cane ha avuto origine da una necessità dell’uomo e
se oggi il chihuahua che vi dorme in grembo non ha molto a che fare con il fiero lupo che stava a guardia delle prime
costruzioni umane è comunque vero che i cani stanno nelle nostre case grazie proprio a quella necessità.
E a ben guardare neanche
l’origine del furetto è molto
dissimile, selezionato e
addomesticato a partire
dalla puzzola europea per
scopi di caccia a topi e
conigli.
L’uomo si sa che piega e
sfrutta ciò che lo circonda,
è questa spietata
ambizione a sopravvivere a
costo di tutto che lo
mantiene in vita come
specie; raderemmo al suolo
una foresta per un
cheeseburger. Del resto,
tra l’evoluzione che ci vede
appollaiati sull’albero a
ciucciare steli cosparsi di
formiche e gli allevamenti
intensivi della Marshall si trovano tutta una serie di sfumature che non possono essere tralasciate, sfumature senza le
quali i cani, le lontre e i furetti non sarebbero con noi.
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Sembra così che io voglia difendere l’allevamento e gli allevatori.
Sì e no.
L’allevamento atto alla pura mercificazione dell’animale mi da ribrezzo, ma sono abbastanza intelligente da ammettere
che senza allevamento in termini globali non avrei a casa queste palle di pelo potpottanti. Tutti i furetti che arrivano da
noi in associazione sono stati allevati da qualcuno e anche se a volte la loro storia è intrisa di tristezza e dolore nei nostri
cuori di adottanti rendiamo grazie che qualcuno li abbia allevati, perché adesso sono con noi e li amiamo.
Però, la chiave di volta del tutto sta proprio nella parola “allevare”.
Secondo la Garzantilinguistica on line:
1. curare la crescita, la riproduzione e il miglioramento di specie animali o vegetali: allevare polli, bachi da seta; allevare
pomodori, orchidee;
2. prestare a un bambino o a un cucciolo tutte le cure necessarie al nutrimento e alla crescita | (non com.) allattare:
allevare al seno, artificialmente;
3. preparare alla vita, educare: alcuni genitori allevano i propri figli secondo la filosofia del denaro
Etimologia: ? lat. allevare ‘tirar su, sostenere’.
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Trovo che l’allevamento per eccellenza sia una combinazione delle tre definizioni, dove ricorrono i temi della cura e della
preparazione alla vita.
Come associazione Furettomania ONLUS chiede agli allevatori italiani (parlo di quelli italiani perché è con quelli che
l’associazione ha prevalentemente contatti) di tutelare i furetti venduti quanto meno con un patto di cessione, con
vaccinazioni e con il microchip; ma badate bene questi sono mezzi per la tutela. Mezzi necessari e dovuti, ma comunque
mezzi: il fine, quello che non si può chiedere esplicitamente agli allevatori (e adesso non parlo soltanto di quelli italiani) è
che curino, è che sostengano e che preparino alla vita i furetti. Le declinazioni di questa preparazione alla vita sono
infinite e non riguardano solo e soltanto l’educazione alla cassetta e il giusto nutrimento. Riguardano l’accompagnare il
cucciolo verso la socializzazione con l’uomo e con i suoi simili, il fornirgli stimoli che lo rendano curioso ed attento verso
ciò che lo circonda.
Senza trascurare la miglioria della specie, che implica il non far accoppiare a caso o tra consanguinei gli animali alla
ricerca di una selezione di alcuni caratteri o caratteristiche.
Non entro nel merito del tirare su una cucciolata, non voglio farlo, ma appare chiaro dai miei pensieri che non posso
includere nella mia idea di allevamento la riproduzione intensiva e gli allevatori improvvisati.
Eppure, mentre scrivo seduta alla scrivania, due dei miei furetti, entrambi derivanti da allevamenti intensivi, dormono
con la testa appoggiata sui miei piedi.
Nel cortocircuito che cuore e cervello spesso compongono, da una parte condanno certe cose e dall’altra le ringrazio
perché anche se sbagliate mi hanno portato gioie inimmaginabili. Credo che anche per molti di voi sia così.
In fin dei conti siamo come le lontre del Bangladesh; ignoriamo la tragedia e continuiamo a pescare.
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Scorrendo le più recenti pubblicazioni
nella letteratura scientifica
internazionale mi sono imbattuta in 3
articoli, tutti datati fra il 2012 e il 2015,
ove si parla di benessere del nostro
furetto dal punto di vista del
comportamentale (e della sua gestione da
parte nostra), più che della salute
medico-veterinaria.
Due lavori sono stati pubblicati su una rivista di scienze del comportamento animale (Applied Animal Behaviour
Science), uno nel 2012 (The welfare of ferrets -Mustela putorius furo- A review on the housing and management of pet
ferrets- Il benessere dei furetti, una revisione delle condizioni di alloggio e della gestione del furetto), con autori Claudia
Vinkea e Nico Schoemaker (l’”inventore” dell’impianto di deslorelina applicato ai furetti per la prevenzione della malattia
surrenalica!), entrambi Olandesi, ed uno nel 2013 (Effect of captivity and management on behaviour of the domestic ferret
- Mustela putorius furo – Effetto della detenzione e della gestione sul comportamento del furetto domestico) da un gruppo
australiano, guidato da Sarah Talbot. Il terzo lavoro a nome di Laurel Harris (Ferret Wellness
Management and Environmental Enrichment – Benessere, gestione ed arricchimento ambientale del furetto) è pubblicato
dalla autorevole rivista “Veterinary Clinics: Exotic Animals” nel numero di maggio di quest’anno interamente dedicato al
benessere degli animali ed all’arricchimento ambientale.
Quest’ultimo articolo ed il primo sono una revisione della letteratura sulla materia, mentre la pubblicazione australiana
riporta gli interessanti risultati di un’indagine condotta fra proprietari di furetto tramite questionario ove lo stile di vita
dell’animale è stato messo in relazione con la frequenza di comportamenti indesiderati o di gioco (comportamento
desiderabile).
Il benessere del furetto: non solo di salute fisica si parla!
(anche a livello scientifico)
A cura di
Silvia Pizzi, Biologa Università degli
Studi di Parma
volontaria FM ONLUS
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Alla base dei lavori di ricerca sul benessere
animale c’è il concetto di “priorità
comportamentali”, ovvero la possibilità di
esprimere un “comportamento normale”,
fornendo spazio a sufficienza, attività, tana, cibo
adeguato e compagnia di animali della stessa
specie. In generale, i punti chiave delle attitudini
e del comportamento del furetto in relazione al
suo benessere psico-fisico
sono risultati:
1. Alta tendenza ad
esplorare per
procurarsi il cibo
(attività in ampi
spazi ed
arricchimento
ambientale, uniti
all’arricchimento
olfattivo e della
dieta)
2. Necessità di
riposare in ambienti
adeguati (spazi
comodi, bui e
riparati)
3. Opportunità di gioco (sempre in relazione all’indole vivace ed esploratrice del furetto)
4. Rispetto dell’organizzazione sociale (interspecifica: adeguata socializzazione del cucciolo nei confronti
dell’uomo ed intraspecifica: rispetto delle gerarchia fra conspecifici, inserimenti di nuovi membri seguiti con
attenzione)
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Legata al benessere comportamentale è la salute fisica, che riguarda soprattutto alimentazione, iperestrogenismo (calore prolungato nelle femmine),
iperadrenocorticismo (malattia delle surrenali), insulinoma e infezione da Helicobacter con ulcera gastrica (spesso associata a stress ambientale). Le strategie chiave nella
prevenzione per il
benessere fisico del furetto
sono: vaccinazioni, controlli
veterinari annuali e
prevenzione delle malattie
endocrine
(iperestrogenismo e
iperadrenocorticismo)
tramite sterilizzazione
chimica.
Per quanto riguarda
l’arricchimento ambientale,
viene sottolineata nei diversi
articoli l’importanza
dell’attività in spazi adeguati
(sempre tenendo a mente i
rischi in casa e negli
ambienti esterni frequentati
dal furetto: attenzione a
temperature estreme, fughe,
cadute, ingestione di oggetti
o sostanze pericolose) e
della varietà di cibo nonché
del modo in cui esso viene
somministrato. Inoltre è
possibile unire anche un
“condizionamento
operante”, ovvero
l’addestramento attivo
tramite rinforzo positivo:
insegnare al furetto piccoli
trucchi tramite premi,
proprio come si fa con i cani,
che dalla letteratura
risultano molto simili a livello cognitivo.
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L’importanza della corretta gestione sul
benessere del furetto è provata anche
dall’analisi dei risultati del questionario
dello studio australiano: l’incidenza dei
comportamenti indesiderati (in primo
luogo morsi dolorosi, ma anche mordere
e trascinare, scavare in modo
compulsivo, mostrare movimenti
stereotipati) rispetto a quelli giocosi
(desiderabili, come la danza di guerra, il
potpottare – dooking) cala nei furetti
che vivono meno ore reclusi e con più
elementi di arricchimento ambientale
(giochi, tunnel, cucce, vecchi abiti, borse,
scatoloni, substrato da scavare).
Interessante notare come invece le
dimensioni della gabbia non abbiano
influenza: se sono soli e non possono
giocare, il fatto di vivere in una reggia
non migliora il benessere psicofisico del
furetto!
Harris LM. Ferret Wellness Management and Environmental
Enrichment. Vet Clin North Am Exot Anim Pract. 2015 May;18(2):233-244
Vinkae CM & Shoemaker NJ. The welfare of ferrets (Mustela putorius
furo) A review on the housing and management of pet ferrets. Applied
Animal Behaviour Science 2012 July, 139(3–4): 155–168
Talbot S, Freire R, Wassens S. Effect of captivity and management on
behaviour of the domestic ferret (Mustela putorius furo). Applied
Animal Behaviour Science 2014 Feb, 151: 94–101.
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Come ogni aspirante adottante in procinto
di ospitare un nuovo “inquilino
zompettante”, mi sono posto la problematica di dove metterlo!!! Girando sul web ho trovato diverse alternative:
gabbia, playpen, recinto. Sarebbero soluzioni ottimali e funzionali al mio caso se tutte non avessero due caratteristiche
che personalmente non sopporto: le sbarre ed il limitato spazio disponibile. Mi dispiacerebbe vedere il mio furetto “in
prigione” e considerando che ho parecchio spazio in casa, ho deciso di costruirmi da solo un recinto molto ampio e
spazioso. Approfitto di questo spazio per condividere con voi lettori quest’esperienza descrivendo passo passo la
costruzione sperando di esservi
d’aiuto.
1. SCELTA DEL MATERIALE
Ho optato per un recinto in legno utilizzando il polionda
per le pareti. Per il legno mi sono rivolto al mio falegname
di fiducia che mi ha tagliato, rifilato e preparato le listelle
di legno utilizzando del materiale per lui di scarto (questo
servizio la fa anche Obi e Leroy Merlin). Le lastre di
polionda le ho comprate su internet
(www.ilmiopannello.it) dove ho trovato un servizio di
taglio e consegna a domicilio (lastre da 5mm 80x80). Il
polionda, materiale molto leggere e che permette il
passaggio della luce, è solo una delle innumerevoli
alternative sul mercato: si potrebbe utilizzare anche il
plexiglass o il policarbonato alveolare ma queste sono
materiali molto più pesanti e notevolmente più costosi.
2. PREASSEMBLAGGIO
Prima di iniziare l’assemblaggio vero e proprio è
sempre utile effettuare un preassemblaggio senza
fissare i pezzi stando attenti a spostare i pannelli non
ancora fissati. Questo passaggio permette di
verificare che tutto sia a posto (legno tagliato
correttamente, scanalature adeguate, lastre integre)
prima di iniziare l’assemblaggio definitivo.
di Gilberto Restelli
socio FM ONLUS
LA "CASA BIANCA" DEL FURETTO!
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3. PREPARAZIONE DEL LEGNO PER IL
MONTAGGIO
A questo punto se tutto combacia si inizia a preparare i
listelli di legno. Utilizzando un trapano con una punta
di legno si fanno 2 fori sulle testate per agevolare
l’inserimento delle viti di assemblaggio e in ogni
fessura che farà da sede per il polionda si mette una
piccola quantità di silicone che aiuterà nel fissaggio
della lastra. Questa operazione conviene farla pannello
per pannello e una volta che tutto è pronto si inizia con
l’assemblaggio.
4. ASSEMBLAGGIO
La lastra va inserita nelle 4 guide del legno, con un
avvitatore si fissano le testate con delle viti stando
attenti a non serrare troppo altimenti si rischia la
crepa nel legno. L’operazione è molto semplice: io ho
iniziato inserendo la lastra nella base e poi
proseguendo in senso anti orario ho fissato ogni lato
fino a completare il pannello. Questo procedimento mi
ha consentito di ottenere i 6 pannelli che vedete
nell’immagine successiva:
5. UNIONE DEI PANNELLI
A questo punto non ci resta che unire i pannelli. Io ho
preferito unire i pannelli a tre a tre in modo da avere
una struttura flessibile. Per farlo ho utilizzato delle
cerniere per mobili fissando 2 pannelli con 2 cerniere.
Cosi facendo si ottengono le 2 strutture che vedete nella
foto, completamente indipendenti l’una dall’altra.
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6. UNIONE DELLE 2 STRUTTURE
Per unire le due strutture ho fissato alle loro estremità dei
ganci. In commercio se ne trovano di diversi tipi e
dimensioni. Io ho optato per un gancio su un lato ed un
anello sull’altro in modo che i pannelli facilmente si
possano staccare aprendo tutta la struttura.
7. FISSAGGIO DELLE CIOTOLE
L’ultima cosa che rimane da fare è fissare ad uno o due
pannelli dei pezzi di legno che faranno da supporto
all’aggancio delle ciotole dell’acqua e delle crocchette e
della lettiera. Anche questa operazione va fatta con
l’avvitatore e le viti per legno fissando la lastra al telaio
del pannello
Ed ecco il risultato finale
Ecco il recinto piazzato nella sua ubicazione finale.
Al furetto ho dedicato un’intera stanza: durante la
notte lo chiuderò nel recinto che verrà aperto
durante il giorno per permettere al piccolo di
scorazzare indisturbata per il locale a suo
piacimento
Spero di esservi stato utile e se avete bisogno non
esitate a contattarmi (Gilberto 328/2069437).
Un saluto a tutti i FURETTOMANIACI !!!
N.B.: OGNI ACCESSORIO CONSIGLIATO ED OGNI INDICAZIONE SU COME COSTRUIRE RECINTI,
GIOCHI E PRESIDI VARI, E’ DA INTENDERSI SOLO COME IDEALE SUGGERIMENTO
GENERICO CHE DEVE SEMPRE TROVARE RISCONTRO NELLO SPECIFICO UTILIZZO E
NELLE CARATTERISTICHE E DEI MATERIALI DELLO SPECIFICO OGGETTO, DELLA SUA COSTRUZIONE E DELLE ATTITUDINI DEI
FURETTI CHE LO UTILIZZERANNO. PORRE SEMPRE LA MASSIMA ATTENZIONE
ALLA SICUREZZA
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Questo bimestrale non è
pubblicato a scopo di lucro e
non intende ledere in alcun
modo i diritti d'autore.
Eventuali immagini o brani
pubblicati, tratti dal web, sono
valutati di pubblico dominio
e/o ne è stato chiesta la
concessione; qualora il loro uso
violasse involontariamente
diritti d’autore, lo si comunichi
alla redazione, che provvederà
alla loro pronta rimozione.
Grazie