EPIDEMIOLOGIA E LINEE GUIDA DI TRATTAMENTO DELLE INFEZIONI IN TERAPIA INTENSIVA Prof. A. Luzzani...
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EPIDEMIOLOGIA E LINEE GUIDA DI
TRATTAMENTO DELLE INFEZIONI IN
TERAPIA INTENSIVA
Prof. A. Luzzani
Prof. E. Polati Dott.ssa I. Salvetti
INFEZIONE NOSOCOMIALE
… Infezione che insorge 48 ore dopo l’ammissione in ospedale e non è
presente, né in incubazione, al momento del ricovero ...
Pittet D et al (1999) Infect Control Hosp Epidemiol 20:37-42
Prevalenza
Numero di pazienti che hanno un’infezione attiva
diviso
il numero totale di pazienti presenti al momento dell’osservazione
Eggimann P, Pittet D
CHEST 2001;120: 2059-2093
Incidenza
Numero di pazienti che sviluppano una qualunque infezione
diviso
il numero totale di pazienti a rischio in un determinato periodo di tempo
Eggimann P, Pittet D
CHEST 2001;120: 2059-2093
Incidence-density
Numero di episodi infettivi
/1000 giorni-paziente a rischio
Eggimann P, Pittet D
CHEST 2001;120: 2059-2093
Batteri normalmente presenti nelle diverse aree corporee.
AREE CORPOREE cfu/cm2
Cuoio capelluto 1 106
Ascella 5 105
Addome 4 10 4
Avambraccio 1 104
S. SelwynPractizioner 1980; 224:1059-62
La cute normale perde ogni giorno circa 106 squame cutanee contenenti microrganismi
vitali.
Noble CW
Br J Dermatol 1975; 93: 477-85
Il numero di microrganismi (es. Staphylococcus aureus, Klebsiella spp., Proteus, Acinetobacter spp.) presenti in aree intatte della cute di certi pazienti può variare da 100 a 106/cm2.
Larson El. et al.
Heart Lung 2000; 29: 298-305
Pazienti con cute intatta, colonizzati con Staphylococcus aureus:
DIALIZZATI CRONICIDIABETICI
PZ AFFETTI DA DERMATITE CRONICA
Il 17-30% di nurses presenta Gram neg sulle mani (3.400-38.000 CFU). In uno studio,
Staphylococcus aureus poteva essere isolato dal 21% del personale di una ICU. Il 21% dei
medici e il 5% di nurses portatori presentavano oltre 1.000 CFU del
microrganismo sulle mani.
Daschner FD J Hosp Infect 1988; 11 ( Suppl A): 227-35
L’antisepsi delle mani riduce l’incidenza di infezioni nosocomiali.
Larson E.
Clin Infect Dis 1999; 29: 1287-94
Lavarsi le mani con sapone ed acqua per 15 sec riduce la conta batterica di 0,6- 1,1 log 10, per 30 sec la riduce di 1,8-2,8 log 10. Il lavaggio delle mani con solo sapone può non essere in grado di rimuovere patogeni
dalle mani del personale sanitario ospedaliero.
Ehrenkreuz NJ et al
Infect Control Hosp Epidemiol 1991; 12: 654-62
Le infezioni nosocomiali sono minori quando il personale sanitario esegue un lavaggio
antisettico delle mani.
Maki DG J Chemother 1989; 1 (suppl 1): 3-11
La prevalenza di infezioni nosocomiali si riduce quando aumenta l’aderenza alle misure
di igiene delle mani raccomandate.
Pittet D. et al.
Lancet 2000;356: 1307-12
Il sotto-organico (understaffing) di nurses può facilitare la diffusione di MRSA in ambito
intensivo attraverso una ridotta attenzione alle misure basali di controllo.
Vicca AF
J Hosp Infect 1999; 43: 109-13
Nessun agente usato in preparazioni per il lavaggio antisettico delle mani o per la
frizione con gel antisettico è affidabile come sporicida contro Clamidia spp. e Bacillus spp.
EPIDEMIOLOGIA
Italia
Frequenza variabile: 12.6-79% dei pazienti in TI
Frequenza nelle TI del Triveneto: 31.4% (1998)
Polmoniti 45.5%
Batteriemie 30.4%
Infezioni urinarie 11.4%
Infezioni della ferita chirurgica 1.3%
Luzzati R et al (2001) Min Anest 67:1-6
Infezioni & dispositivi invasivi
Tasso di infezione nosocomiale device-associata:
rapporto tra numero totale di infezioni associate a devices e numero di giorni di impiego del device
Polmoniti: 11.1/1000 gg di ventilazione meccanica (tubo ET)
Infezioni urinarie: 6.1/1000 gg di catetere vescicale
Batteriemie CVC associate: 5.3/1000 gg di CVC
Richards MJ et al (2000) Infect Control Hosp Epidemiol 21:510-15
BATTERIEMIE INFEZIONI
RESPIRATORIEINFEZIONI DELLA
FERITA
CHIRURGICA
INFEZIONI DELLE VIE
URINARIE
S1S2
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
N%
Tipologia delle infezioni nosocomiali riscontrate durante lo studio
INFEZIONI NOSOCOMIALI
NON UTI
N° EPISODI
%
49 12,9
UTI
(27,6 episodi
/1000 gg degenza)
TIPOLOGIA N° EPISODI
% TASSI
Batteriemie 83 52,2 14.39/1000 gg di degenza
Infezioni vie respiratorie
36 22,66.24/1000 gg di degenza
Infezioni ferita
chirurgica24
15,1 4.16/1000 gg di degenza
Infezioni vie urinarie 16
10,1 2.77/1000 gg di degenza
Incidenza e tipologia delle infezioni nosocomiali rilevate nel corso dello studio
DEVICEIMPIEGO
(% pazienti)
PERMANENZA IN SEDE
(durata mediana)
TASSO DI UTILIZZO
del DEVICE
Catetere urinario 97,847 gg
89,31 %
Catetere arterioso 95,95 7 gg 73,70 %
Tubo endotracheale 81,897 gg
50,39 %
Catetere venoso centrale 71,89 7 gg 46,51 %
Devices impiegati e tassi di utilizzo durante lo studio
EZIOLOGIA
Numero di casi di Sepsi negli Stati Uniti, in relazione all’agente eziologico, dal 1979-2000
I punti rappresentano i numeri di casi per anno e le barre l’errore standard.
Martin GS et al.The Epidemiology of Sepsis in the United States from 1979 through 2000.
N Engl J Med 2003; 348: 1546-54
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
Ps.aeruginosa (21%)
SCN (18%)
MRSA (11%)
Candida spp (9%)
Enterobacteriaceae (9%)
E.coli (6%)
Enterococchi (5%)
Altri Gram positivi (4%)
Klebsiella spp (3%)
MSSA (3%)
Acinetobacter spp (1%)
Serratia spp (1%)
Stenotr.maltophilia (1%)
Altro (8%)
Eziologia delle infezioni nosocomiali rilevate nello studio
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
Eziologia delle batteriemie nosocomiali rilevate nello studio
SCN (37,76%)
Candida spp (12,24%)
P s.aeruginosa (11,22%)
MRSA (8,16%)
Enterococchi (8,16%)
Enterobacteriaceae (6,12%)
E.coli (4,08%)
Klebsiella spp (3,06%)
MSSA (3,06%)
Acinetobacter spp (1,02%)
Altro (5,10%)
ANTIBIOTICO-
RESISTENZA
ANTIBIOTICI
Concentrazione-dipendenti
Tempo-dipendenti
Concentrazione-dipendenti
Fluorochinoloni, aminoglicosidi
• Efficacia direttamente proporzionale alla concentrazione raggiunta in sede d’infezione
• Scarsa diffusibilità nelle cellule
• Basso legame farmacoproteico
• Prolungato effetto post-antibiotico, conseguente a ritardata eliminazione
Somministrazione a dosaggi elevati
Lunghi intervalli di tempo
Dose unica nell’arco della giornata (P.I.R.A.N.D.E.L.L.O., 2002)
Tempo-dipendenti
Penicilline, Cefalosporine, Monobattami, Glicopeptidi
• Efficacia direttamente proporzionale al tempo di permanenza in sede d’infezione di concentrazioni efficaci
• Molecole idrosolubili
• Eliminazione renale o biliare
• Elevata tollerabilità
Brevi intervalli tra le somministrazioni
Infusione continua
(P.I.R.A.N.D.E.L.L.O., 2002)
• 62.3% dei pazienti ricoverati in Terapia Intensiva riceve antibioticoterapia “on any given day”
Vincent JL (2003) Yearbook of intensive care and emergency medicine
• Antibioticoterapia empirica precoce (epidemiologia locale; possibile eziologia)
escalation-therapy
• Antibioticoterapia empirica
de-escalation therapy
Leone M et al (2003) Crit Care Med 31(2):462
LA RESISTENZA BATTERICA AGLI ANTIBIOTICI
Cause: uso improprio della terapia antimicrobica
prolungata degenza
carenza misure igieniche
presenza devices invasivi
Conseguenze: • possibile insorgenza di infezioni ospedaliere sostenute da microorganismi antibioticoresistenti (MRSA, P.aeruginosa, A.baumanii, S.maltophilia)
• rischio di sovrinfezioni da Cl.difficile e Candida
Vincent JL (2003) Yearbook of intensive care and emergency medicine
Leone M et al (2003) Crit Care Med 31(2):462-7
Bassetti D et al (2002) P.I.R.A.N.D.E.L.L.O. Percorso Interdisciplinare su Resistenze batteriche e Antibiotici in ambito Nosocomiale: Diversità Epidemiologiche a Livello Locale Oggi
Patogeni resistenti associati ad infezioni nosocomiali in UTI: confronto delle % di resistenza di gennaio-dicembre 1999 con i dati
del NNISS del periodo 1994-1998
Houghton D.Antimicrobial Resistance in the Intensive Care Unit: Understanding the problem.
AACN Clinical Issues 2002; 13; 3:410-420
Potenziali strategie per controllare la colonizzazione e l’infezione da batteri antibiotico-
resistenti nei contesti clinici
1° OBIETTIVO: RIDURRE LA DISSEMINAZIONE OSPEDALIERA DI BATTERI ANTIBIOTICO-
RESISTENTI
Strategie:
• isolare i pazienti che hanno infezioni batteriche antibiotico-resistenti clinicamente rilevanti o che sono colonizzati
• usare l’antisepsi nelle procedure
• usare un trattamento antimicrobico adeguato delle infezioni (es. scelta del farmaco appropriato, dosaggio, durata della terapia)
• disinfettare gli strumenti/dispositivi usati comunemente (es. strumentazione per la ventilazione)
• ottimizzare le comuni pratiche di controllo delle infezioni (es. lavaggio delle mani, sorveglianza)
Kollef MH, Fraser VJAntibiotic Resistance in the Intensive Care Unit.
Ann Intern Med 2001; 134: 298-314
Potenziali strategie per controllare la colonizzazione e l’infezione da batteri antibiotico-
resistenti nei contesti clinici
2° OBIETTIVO: RIDURRE LE MUTAZIONI GENETICHE O IL TRASFERIMENTO DI
GENI RIDUCENDO LA CRESCITA BATTERICA
Strategie:
• fare un’adeguata profilassi antibiotica e decontaminare
• ridurre le concentrazioni di microrganismi (drenare ascessi, empiemi)
Kollef MH, Fraser VJAntibiotic Resistance in the Intensive Care Unit.
Ann Intern Med 2001; 134: 298-314
Potenziali strategie per controllare la colonizzazione e l’infezione da batteri antibiotico-
resistenti nei contesti clinici
3°OBIETTIVO:RIDURRE LE PRESSIONI DI SELEZIONE DEGLI ANTIBIOTICI
Strategie:
• ridurre l’uso di antimicrobici inutili
• eseguire il cycling degli antibiotici e cambi di protocolli
• prescrivere una terapia antibiotica combinata
• sviluppare/applicare linee guida o protocolli per l’uso degli antibiotici
Kollef MH, Fraser VJAntibiotic Resistance in the Intensive Care Unit.
Ann Intern Med 2001; 134: 298-314
Potenziali strategie per controllare la colonizzazione e l’infezione da batteri antibiotico-
resistenti nei contesti clinici
4° OBIETTIVO:RIDURRE LA DIFFUSIONE DI PATOGENI ANTIBIOTICO-RESISTENTI
PROVENIENTI DALL’ESTERNO DELL’OSPEDALE
Strategie:
• isolare e sorvegliare i pazienti trasferiti da lungodegenze e altri Ospedali
• revisionare i risultati di tutte le precedenti colture
• mantenere l’isolamento fino a quando non sia esclusa l’infezione da batteri antibiotico-resistenti o la
colonizzazioneKollef MH, Fraser VJ
Antibiotic Resistance in the Intensive Care Unit.Ann Intern Med 2001; 134: 298-314
1. Riduzione della disseminazione ospedaliera di batteriantibiotico-resistenti
2. Riduzione delle mutazioni genetiche o del trasferimento digeni previa diminuzione della crescita batterica
3. Riduzione delle pressioni di selezione degli antibiotici4. Riduzione della diffusione di patogeni antibiotico-
resistenti provenienti dall’esterno dell’ospedale
PREVENZIONE DI COLONIZZAZIONE EDINFEZIONI DA PARTE DI BATTERI
ANTIBIOTICO-RESISTENTI
Strategie antimicrobiche per ridurre la ResistenzaAntibiotica nelle Unità di Terapia Intensiva.
Raccomandazioni Livello di evidenzaLimitare la somministrazione non necessaria di antibiotici
Sviluppare linee guida ospedaliere per l’uso degli antibiotici IICreare un team per il miglioramento dell’utilizzo degli antibiotici IIMigliorare le conoscenze e la prassi dell’uso degli antibiotici IICreare una politica nazionale per la riduzione dell’uso degli antibiotici IICreare delle linee guida con un approccio multidisciplinare che coinvolganoesperti locali e nazionali
II
Restringere il prontuario farmaceutico ospedaliero IIUsare antibiotici a spettro ristretto o di 1° generazione I e IIUsare colture e valutazioni quantitative per la polmonite I e II
Ottimizzare l’efficacia antimicrobicaEvitare un trattamento inadeguato facendo ricorso alle linee guida standard IIUsare trattamenti antimicrobici combinati I e IIConsultarsi con uno specialista infettivologo IICycling IIUsare terapie antimicrobiche empiriche specifiche per area
IIILimitare la profilassi antibiotica di breve durata alle indicazioni clinicamentevalidate
I e II
Evitare la decontaminazione antimicrobica abituale delle vie aeree edigestive dei pazienti in Terapia Intensiva
I e II
Livello I: supportato da studi randomizzati e di controllo; livello II: supportato da studi di coorti non-randomizzate e da studi di coorti storiche; livello III:
supportati da una serie di casi.
Basate su informazioni specifiche per area che prendano in considerazione i patogeni verosimilmente implicati e la loro sensibilità antimicrobica.
Kollef MH e Fraser VJ,Antibiotic Resistance in the Intensive Care Unit
Ann Intern Med. 2001; 134: 298-314
Batteriemie CVC correlate/associate
INFEZIONI IN TERAPIA INTENSIVA
Infezioni della ferita chirurgica
Polmoniti nosocomiali
Infezioni urinarie
Infezioni in Terapia Intensiva
Polmoniti nosocomiali
“...infiammazione del parenchima polmonare sostenuta da agenti infettivi, in pazienti ricoverati da almeno 48 ore, non in
incubazione al momento del ricovero...”
ATS, 1996
“…quadro clinico insorto in pazienti ospedalizzati da almeno 48 ore e documentato dalla modificazione, in senso
peggiorativo, del quadro radiologico e/o della positività degli esami colturali eseguiti sulle secrezioni respiratorie...”
CDC di Atlanta, 2003
Infezioni in Terapia Intensiva
Ventilator-Associated Pneumonia (VAP)
“…con il termine di Ventilator-Associated Pneumonia (VAP), si intende il particolare quadro di polmonite nosocomiale che si
sviluppa a carico del paziente sottoposto a ventilazione meccanica e non in incubazione al momento dell’inizio della
stessa…si parla di EARLY e LATE-onset a seconda che insorga entro oppure oltre le prime 96 ore di ventilazione…”
Rello J et al (2003) Crit Care Med 31:2544
Polmoniti nosocomiali
Epidemiologia
Le più frequenti infezioni nosocomiali in pazienti ricoverati in Terapie Intensive medico-chirurgiche
Menichetti F (1997) Giorn It Mal Inf 3 (suppl1):S5-9
L’83% delle polmoniti nosocomiali è associato alla ventilazione meccanica (VAP)
Richards MJ et al (2000) Infect Control Hosp Epidemiol 21:510-15
Incidenza di VAP: 6.7-24.1/1000 gg di ventilazione invasiva
Mortalità cruda: 20-70%
Rischio di morte da 2 a 10 volte maggiore in pazienti affetti da VAP e degenti in TI
Rello J (2003) Crit Care Med 31:2544
Polmoniti nosocomiali
Eziologia
•Polmoniti ad insorgenza precoce (entro 3-5 gg): S.pneumoniae, H.influenzae, M.catarrhalis
•Polmoniti ad insorgenza tardiva (oltre 5 gg): Enterobacteriaceae (K.pneumoniae, Enterobacter spp, E.coli), P.aeruginosa
•Early-onset VAP: MSSA, H.influenzae, S.pneumoniae, Enterobacteriaceae
•Late-onset VAP: P.aeruginosa, Acinetobacter spp, MRSA, bacilli Gram-negativi multi antibioticoresistenti
CDC NNIS SYSTEM (1996)
Polmoniti nosocomiali e VAP
Terapia
Cefalosporine III gen (ceftazidime)
o
Cefalosporine IV gen (cefepime)
o
Carbapenemico (imipenem-meropenem)
o
lattamico protetto (piperacillina/tazobactam)
+/-
Aminoglicoside (amikacina-gentamicina)
Fluorchinolone (ciprofloxacina-levofloxacina)
Glicopeptide (vancomicina-teicoplanina)
ATS (1996) Am J Resp Crit Care 153:1711-25
Chastre J, Fagon JY (2002) Am J Respir Crit Care Med 165:867-903
Rello J, Diaz E (2003) Crit Care Med 31:2544-51
LINEZOLID vs VANCOMICINA
…i risultati di un’analisi retrospettiva suggeriscono che la terapia empirica iniziale con linezolid in pazienti con polmonite
nosocomiale dovuta a MRSA si associa a migliore outcome (in termini di parametri clinici e di sopravvivenza) se confrontata con
vancomicina…
…la ragione della superiorità di linezolid può forse essere riconosciuta nella sua migliore penetrazione nel tessuto
polmonare… (Chest 124:1789-1797,
2003)
Polmoniti nosocomiali e VAP
Terapia
Guarigioni cliniche (%) in pazienti con VAP da Gram pos, S. aureus, MRSA, trattati con Linezolid e Vancomicina.
0
20
40
60
80
VAP (n 436) Gram pos VAP (n214)
S.aureus VAP (n179)
MRSA VAP (n 70)
Linezolid
Vancomicina
36,7
45,4
53,748,9
62,2
21,2
35,237,7
Gu
arig
ion
i cl
inic
he
(% p
azie
nti
)
p=0.02p=0.07 p=0.06
p=0.001
VAP= ventilator-associated pneumonia; MRSA=methicillin-resistant S.aureus
Kollef MH et al.Clinicla Cure and survival in Gram positive VAP: retrospective analysis of
two double-blind studies comparing linezolid with vancomycinInten Care Med 2004;30:388-394
Infezioni urinarie
Epidemiologia
USA: 23% delle infezioni nosocomiali
97% è associato alla presenza di catetere urinario
Urosepsi: 16% dei pazienti con infezioni del tratto urinario
Mortalità urosepsi: 25-60%
Italia: 16 episodi/1000 gg di catetere vescicale
Richards MJ et al (2000) Infect Control Hosp Epidemiol 21:510-15
Leone M et al (2003) Intensive Care Med 29:1077
Fiorio M et al (1997) Giorn It Mal Inf 3 (suppl1):S14
Eziologia
Pazienti cateterizzati da < 30 gg: eziologia monomicrobica (80%)
Pazienti cateterizzati da > 30 gg: eziologia polimicrobica
E.coli (25%)
Enterococcus spp (16%)
P.aeruginosa (11%)
C.albicans (8%)
Kl.pneumoniae (7%)
Enterobacter spp (5%)
..…
Infezioni urinarie
Fluit AC et al (2001) Eur J Clin Microbiol Infect Dis 20(3):188
Dal momento che i principali microorganismi coinvolti in infezioni del tratto urinario sono Enterobacteriaceae ed
Enterococchi,
il trattamento empirico proposto prevede:
fluorchinoloneo
-lattamico protettoo
ceftazidime/cefepime+/-
aminoglicoside
Infezioni urinarie
Gilbert ND (2003)
The Sanford guide to antimicrobial therapy
Infezioni della ferita chirurgica
Epidemiologia
Negli USA: 2.8% delle infezioni nosocomiali
In Europa: 6.9% delle infezioni nosocomiali Vincent JL (1995) JAMA 274(8):639-44
Eziologia
I microorganismi più frequentemente isolati sono Gram+ (S.aureus, CNS, Enterococchi)
E.coli è il microorganismo più spesso isolato tra i Gram– . Rari gli anaerobi
Terapia
Penicillina protetta o cefalosporina; eventualmente associare carbapenemico o metronidazolo
Barie PS (2002) Surg Infect 3 Suppl1:S9-21
Fausto de Lalla (2003) L’infezione post-operatoria
Gilbert ND et al (2003) The Sanford guide to antimicrobial therapy
PERITONITE SECONDARIA
Da perforazione necrosi della parete intestinale; pelviperitonite; da traslocazione batterica Post-operatoria leak di anastomosi; leak di linea di sutura; deiscenza di moncone; altri leaks iatrogeni Post-traumatica da trauma chiuso; da trauma aperto
PERITONITE TERZIARIA
Senza germi patogeni Con miceti Con batteri a basso grado di patogenicità
Classificazione delle peritoniti (modificata da Bassetti D (2002) P.I.R.A.N.D.E.L.L.O)
Infezioni di origine intra-addominale
Infezioni di origine intra-addominale
Eziologia e terapia delle peritoniti secondarie
Frequente eziologia da anaerobi
Possibile coinvolgimento di Enterobacteriaceae ed Enterococchi
P.aeruginosa: 3-15%
Terapia antibiotica ad ampio spettro: lattamico protetto o carbapenemico + aminoglicoside
o
cefalosporina di III o IV generazione + metronidazolo + aminoglicoside
Gilbert ND (2003) The Sanford guide to antimicrobial therapy
Infezioni di origine intra-addominale
Eziologia e terapia delle peritoniti terziarie
Mortalità associata a peritonite terziaria: 63.6%
Eziologia polimicrobica:
• Enterobacteriaceae, spesso antibioticoresistenti
• Enterococcus spp
• Anaerobi
• Miceti (Candida spp)
Podnos YD (2002) CID 35:62; Gilbert ND (2003) The Sanford guide to antimicrobial therapy
Infezioni di origine intra-addominale
…l’isolamento di funghi…
“…la candidosi invasiva rappresenta l’infezione fungina sistemica di più frequente riscontro in pazienti sottoposti ad
interventi di chirurgia addominale secondaria a perforazione del tratto digerente…”
Vincent JL (1995) Yearbook of intensive care and emergency medicine
Eziologia: • > 50% Candida albicans
• ~ 50% Candida non albicans
Sganga G (2000) Sepsi addominali chirurgiche e MOFS
Pfaller MA (1998) J Clin Microb 36(7):1886-89
Isolamento di funghi e significatività del campione microbiologico
• isolamento di Candida spp anche da una sola emocoltura (candidemia)
• isolamento di Candida nel liquido peritoneale di pazienti con diagnosi di peritonite
• isolamento di miceti in biopsie di tessuti profondi
Sganga G (2000) Sepsi addominali chirurgiche e MOFS
SPECIE FLUCON ITRAC FLUCYT AMPH B VORIC CAND
C. albicans S S S S S S
C. tropicalis S S S S S S
C. parapsilosis S S S S S S/I
C. glabrata DD/R DD/R S S/I S/I S
C. krusei R DD/R I/R S/I S/I S
C. lusitaniae S S S S/R S S
Patterns di sensibilità di Candida spp.
S sensibile; I intermedio; R resistente; DD/R resistenza dose dipendente
FLUC: fluconazolo; ITRAC: itraconazolo; FLUCYT: flucitosina; AMPH B: amfotericina B; VORIC: voriconazolo;
CAND: echinocandine
(modificato da: Pappas PG (2004) Clinical Infectious Diseases 38:161)
…l’isolamento di funghi……la terapia…
Batteriemie CVC correlate/associate
…un quadro settico può essere attribuito all’infezione da CVC quando, in presenza di segni sistemici di infezione, non vi siano apparenti focolai infettivi ad eccezione del catetere
medesimo… Garner JS et al (1998) Am J Infect Control 16:128; Mermer LA (2001) CID 32:1249
Infezione CVC correlata: isolamento del medesimo microorganismo sia dal sangue periferico che dal catetere
Infezione CVC associata: in assenza di documentazione microbiologica, il catetere costituisce l’unica possibile sorgente
dell’infezione ed è in uso nelle 48 ore precedenti l’insorgenza della batteriemia
Mermer LA (2001) CID 32:1249
Batteriemie CVC correlate/associate
Incidenza USA: 14 %Tasso di infezione: 5.3 episodi/1000 gg di CVC
Europa: 3-7% delle batteriemie nosocomiali
Eziologia: 38.7 % CNS 11.9 % Enterobacteriaceae
11.5 % S.aureus 11.5 % Candida spp
CDC NNIS System (1996);Henderson DK (2000) Principles and practice of infectious disease
CDC NNIS System (1996)
Fiorio M et al (1997) Gior It Mal Inf 3(suppl1):S14-16
Batteriemie CVC correlate/associate
TerapiaAlto rischio di Gram+ MR
Terapia empirica inclusiva del glicopeptide
Gram+ MR documentati microbiologicamente
GlicopeptideDOPO 3 GIORNI
Non responder microbiologici
(Gram+ MR, resistenti/intermedi a
glicopeptidi)
Glicopeptidi + Rifampicina + Ac.fusidico
Non responder
Non responder clinici
(fallimenti;intolleranti;allergici;lenta risposta)
Pz ad alto rischio
(immunocompromessi;patologie concomitanti)
Q/D, LIN
oppure
Glicopeptide + Q/D
Journal of Chemotherapy 15:3, 2003
Nuove opzioni terapeutiche nel trattamento delle infezioni da Gram-pos resistenti, approvate dalla FDA:
Quinupristin-Dalfopristin e Linezolid
FARMACO INDICAZIONI MECCANISMOD’AZIONE
POSOLOGIA INTERAZIONIe REAZIONIAVVERSE
Quinupristin-Dalfopristin
Trattamento dibatteriemie daVREF, gravi oche mettono arischio la vitadel pz
Infezionicomplicatedella cute edegli annessi,da S. aureus(Meticillino-sensubile) e S.pyogenes
Batteriostaticoper E. faecium
Battericida perS. aureus e S.pyogenes
7,5 mg/kg/8 h, inaccesso venosocentrale
delleconcentrazioniplasmatiche. di: Midazolam Diltiazem Ciclosporine
Nuove opzioni terapeutiche nel trattamento delle infezioni da Gram + resistenti, approvate dalla FDA: Quinupristin-Dalfopristin e
Linezolid
FARMACO INDICAZIONI MECCANISMOD’AZIONE
POSOLOGIA INTERAZIONIe REAZIONIAVVERSE
Linezolid Trattamento diinfezioni daVREF, anchesenza batteriemia
Polmonitinosocomiali
o
acquisite incomunità, da S.aureus o S.pneumoniae (soloceppi sensibili allapenicillina)
Infezioni, anchecomplicate, dellacute o degliannessi, sostenuteda stafilo- estreptococchi
Batteriostaticoperstafilococchi eVREF
Battericida perstreptococchi
Polmoniti obatteriemie:600 mg/12 hEV o PO
Infezioni dellacute e degliannessi:400 mg/12 h
Terapiesuperiori alle 2settimaneinduconotossicitàmidollare (spttrombocitopenia)
Disturbigastrointestinali
La sua capacità di penetrazione nei tessuti fa sì che esso costituisca una scelta obbligata nel trattamento
delle infezione dei tessuti profondi o delle VAP causate da S. aureus meticillino-resistente.Houghton D.
Antimicrobial Resistance in the Intensive Care Unit: Understanding the problemAACN Clinical Issues 2002. 13;3:410-420