Elettroradio Informazioni - Novembre 2015

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elettroradio informazioni PERIODICO TRADE LEADER NEI SETTORI ELETTRONICA DI CONSUMO ED ELETTRODOMESTICI * ANNO 55 * iRobot porta la robotica tra le mura domestiche Le fiere d’autunno dettano le regole del mercato di Natale Il nuovo Photoshow rilancia il successo del settore fotografia Tendenza positiva per le macchine per caffè: un segmento sempre più in salute Il retail continua nel suo lungo cammino di rinnovamento ed efficienza irobot.it Per la migliore pulizia dei pavimenti, il meglio della tecnologia robotica.

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Mensile B2B del settore trade, specializzato nei mercati elettrodomestici ed elettronica di consumo

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elettroradio informazioni elettroradio informazioni PERIODICO TRADE LEADER NEI SETTORI ELETTRONICA DI CONSUMO ED ELETTRODOMESTICI * ANNO 55 *

iRobot porta la robotica tra le mura domestiche

Le fiere d’autunno dettano le regole del mercato di Natale

Il nuovo Photoshow rilancia il successo del settore fotografia

Tendenza positiva per le macchineper caffè:un segmento sempre più in salute

Il retail continua nel suo lungo cammino di rinnovamentoed efficienza

irobot.it

Per la migliore pulizia dei pavimenti, il meglio della tecnologia robotica.

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Più che un inizio, un passaggio

“Forse ci siamo”. Non vuole essere una critica, né tantomeno un’e-

sortazione o una provocazione, ma è solo quello che ci è venuto realmen-te da pensare dopo aver visto il nuovo format di Media World. Facendo un ra-pido giro tra i nuovi display e le nuove soluzioni di vendita dello store di Cur-no, difatti, ci è venuto spontaneo escla-mare. “Questo è il punto vendita che vogliamo!”. E, si badi bene, non abbia-mo detto “Questo è il punto vendita del futuro!”: per arrivare al vero punto ven-dita del terzo millennio ce n’è ancora di strada da percorrere, e di percorsi da creare ex novo, la cui reale natura ci è ancora del tutto sconosciuta. Però, è un bel punto di partenza. O me-glio di passaggio, visto e considerato che qualche buon accenno di “rivolu-zione 3.0” si era già potuto assaporare nelle iniziative degli anni scorsi di Eu-ronics Galimberti e Unieuro. Per il re-sto, poi, la palla è passata alla Grande Distribuzione despecializzata che, in barba, a pregiudizi e pettegolezzi, ha iniziato ad approcciare l’omnicanalità in modo più consapevole ed effi cace, con soluzioni a volte davvero all’avan-guardia e futuristiche, che hanno da-to il massimo della loro espressione in quel capolavoro mostrato da Coop a Expo 2015: un supermercato degno del migliore racconto fantascientifi co che in sei mesi di esposizione ha saputo re-gistrato qualcosa come 1,76 milioni di visitatori e 974mila scontrini battuti.Abbiamo apprezzato tutto del nuovo format di Media World, ma soprattutto abbiamo apprezzato la parola d’ordine con cui il management del retailer lo

ha concepito: “Mettere il consumatore al centro”. Finalmente si parla di con-sumatore e non solo di prodotto: un cambio di mentalità di cui se ne sen-tiva davvero il bisogno, per non dire la necessità.Sono cambiati i consumatori, i prodotti e anche il mercato: sarebbe un vero e proprio suicidio non stare al passo coi tempi, captandone i vantaggi e le op-portunità. Nuove categorie merceolo-giche si sono affacciate nel meraviglio-so mondo dell’eldom e della consumer electronics; categorie che richiedono modalità espositive e approcci alla ven-dita decisamente diversi da quelli uti-lizzati fi no adesso, in cui il servizio e la preparazione fungono da tasselli asso-lutamente fondamentali e imprescindi-bili. Non si deve più parlare di marketing (quello lasciamolo fare all’industria, che lo sa fare bene), ma di vera e propria assistenza al cliente; un’assistenza che, al pari dell’omnicanale, deve diventare anche omnitarget: su misura per ogni tipologia di consumatore e con modali-tà che devono avere come scopo ultimo non la semplice vendita del prodotto, ma la totale soddisfazione del cliente, che deve essere seguito dall’ingres-so nel punto vendita fi no a dopo il pa-gamento in cassa o dopo il varco della porta “senza acquisti”. E non dimentica-re mai una cosa: layout, display, arreda-menti, esposizioni e software a parte, a fare la vera differenza sono sempre – e solo – le persone. E, dopo format e per-sone, arriverà anche il turno di volantini e promozioni. Si spera.

La Redazione

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Ei-Elettroradio Informazioni

Periodico Trade per industria

e distribuzione

• Audio • Video• Elettrodomestici

• Informatica • Telecomunicazioni

anno LVchiuso in redazioneil 31 ottobre 2015

edito da: la publiedim s.r.l.direzione, amministrazione e pubblicità:via matteo civitali, 5120148 milanotelefono: 02 48.70.32.01 r.a.fax: 02 48.70.36.14e-mail: [email protected] (redazione)[email protected] (grafi ca)testata iscritta nel registro della stampa presso il tribunale di milano il 18-06-2007 con il n. 385 - iscritta nel registro degli operatori di comunicazione con il n. 6107 - direttore responsabile:fi orenza moradei -coordinamento redazionale: roberto bonin ([email protected]) -Social media manager:roberto zarrielloimpaginazione: adm studio - cologno monzese -stampa: ingraph s.r.l. -via bologna 104/106,20038 seregno (mb) telefono: 0362 24.00.69

le opinioni espresse dai singoli autori non impegnano la direzione - le norme sulla pubblicità prevedono l’obbligo di ospitare qualsiasi messaggio di ditte regolarmente costituite e registrate; pertanto né la direzione né la casa editrice sono responsabili di quanto pubblicato su annunci pubblicitari a pagamento, in quanto ogni ditta fi rmataria è chiamata a rispondere in proprio

spedizione in abbonamento postale 45% - art. 2 -comma 20/b - legge 662/96 - fi liale di milano -

i dati forniti dai sottoscrittori dell’abbonamento vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione e non vengono ceduti a terzi per nessun motivo.

Periodico associato a:

A.N.E.S.ASSOCIAZIONE NAZIONALEEDITORIA PERIODICA SPECIALIZZATA

in questo numero:

6 Cover Story iRobot, la robotica al servizio della casa

10 Appunti di vista Mariano Sabatini, critico televisivo e scrittore

12 Eventi Hong Kong Electronics Fair: la porta d’oriente di Federico Cociancich

16 IoT a Taiwan: dalle scarpe alle cucine (seconda parte) di Marco Passarello

18 Milan Games Week 2015: più che una conferma di Raffaele Gomiero

20 Social Fotografi a e social: non solo sharing di Barbara Bianchi

22 Food Blogger: chi sono e cosa ci fanno mangiare di Roberto Zarriello

24 Psicology L’entusiasmo anche nella vendita di Dott. Paolo Zucconi

26 Trade Marketing Digital camera: si chiude l’otturatore? di Massimo Bolchi

28 Focus fotografi a Il punto vendita fa ancora la differenza di Vittorio Lombardo

32 Focus caffè Il caffè non conosce crisi di Marco Passarello

36 Technology Cambia verso ai consumi di Marco Passarello

38 Aziende TP Vision: il rilancio passa dal trade di Roberto Bonin

40 In-store Media World: un nuovo format per i primi 25 anni di età di Roberto Bonin

42 Unieuro: il “Cuore” batte anche tra i partner di Fiorenza Moradei

44 GameStop: spazio al merchandising di Raffaele Gomiero

46 Mondadori Retail: in crescita grazie alla consumer electronics di Raffaele Gomiero

48 Il volantino non molla e vince contro l’app di Renato Castagnetti

50 Una buona pratica da non sottovalutare di Arch. Olivia Carone

elettroradio informazioni elettroradio informazioni periodico trade leader nei settori elettronica di consumo ed elettrodomestici * anno 55 *

iRobot porta la robotica tra le mura domestiche

Le fiere d’autunno dettano le regole del mercato di Natale

Il nuovo Photoshow rilancia il successo dell settore fotografia

Tendenza positiva per le macchine per caffè:un segmento sempre più in salute

Il retail continua nel suo lungo cammino di rinnovamento

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6 Cover Story iRobot, la robotica al servizio della casa

10 Appunti di vista Mariano Sabatini, critico televisivo e scrittore

12 Eventi Hong Kong Electronics Fair: la porta d’oriente di Federico Cociancich

16 IoT a Taiwan: dalle scarpe alle cucine (seconda parte) di Marco Passarello

18 Milan Games Week 2015: più che una conferma di Raffaele Gomiero

20 Social Fotografi a e social: non solo sharing di Barbara Bianchi

22 Food Blogger: chi sono e cosa ci fanno mangiare di Roberto Zarriello

24 Psicology L’entusiasmo anche nella vendita di Dott. Paolo Zucconi

26 Trade Marketing Digital camera: si chiude l’otturatore? di Massimo Bolchi

28 Focus fotografi a Il punto vendita fa ancora la differenza di Vittorio Lombardo

32 Focus caffè Il caffè non conosce crisi di Marco Passarello

36 Technology Cambia verso ai consumi di Marco Passarello

38 Aziende TP Vision: il rilancio passa dal trade di Roberto Bonin

40 In-store Media World: un nuovo format per i primi 25 anni di età di Roberto Bonin

42 Unieuro: il “Cuore” batte anche tra i partner di Fiorenza Moradei

44 GameStop: spazio al merchandising di Raffaele Gomiero

46 Mondadori Retail: in crescita grazie alla consumer electronics di Raffaele Gomiero

48 Il volantino non molla e vince contro l’app di Renato Castagnetti

50 Una buona pratica da non sottovalutare di Arch. Olivia Carone

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iRobot porta la robotica tra le mura domestiche

Le fiere d’autunno dettano le regole del mercato di Natale

Il nuovo Photoshow rilancia il successo dell settore fotografia

Tendenza positiva per le macchine per caffè:un segmento sempre più in salute

Il retail continua nel suo lungo cammino di rinnovamento

irobot.it

Per la migliore pulizia dei pavimenti, il meglio della tecnologia robotica.

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Esistono marchi e aziende che ri-mangono – e rimarranno - im-

pressi nella storia dell’industria degli elettrodomestici. iRobot è una di queste, capace, come è sta-ta, sia di dar vita a una nuova ca-tegoria di prodotti che da funge-re da vera e propria trend setter. Ma non solo. L’azienda fondata nel 1990 da Rodney Brooks, Colin Angle e Helen Greiner, reduci dai laboratori del leggendario Massa-chusetts Institute of Technology, ha saputo fare di meglio: è riusci-ta a portare la robotica – la più in-novativa e futuristica tra le specia-lizzazioni dell’elettronica moderna – tra le mura di casa. Cosa di non poco conto, visto e considerato che

solo fi no a pochi decenni fa era re-legata alla mera fantascienza. E il risultato è sotto gli occhi di tutti: oltre 14 milioni di robot domestici venduti in tutto il mondo.L’azienda americana è presente nel nostro mercato con una gam-ma completa di prodotti per la pu-lizia della casa (distribuiti in esclu-siva da Nital Spa), studiati su mi-sura per ogni esigenza e necessi-tà. Del portafoglio prodotti iRobot fanno parte le tre grandi famiglie Roomba, Braava e Scooba, ognu-na con le proprie particolari carat-teristiche e peculiarità, che ben si adattano alle incombenze del-le faccende domestiche di tutti i giorni.

L’azienda americana introduce il nuovo Roomba 980, il robot domestico più avanzato in commercio: una nuova prova della sua indiscutibile capacità innovatrice

Roomba: il robot aspirapolvereRoomba è il robot aspirapolvere dotato dell’esclusivo sistema di navigazione iAdapt, che consen-te di calcolare e adeguare il per-corso fi no a 67 volte al secondo, di usare 40 diversi comportamen-ti e 3 modalità di pulizia, per una pulizia perfetta su ogni superfi cie (tappeti, parquet, moquette e pa-vimenti di marmo, ceramica, cot-to e linoleum) e ovunque (anche sotto tende e coperte). Tra le ca-ratteristiche della tecnologia iA-dapt, difatti, si trova la capacità di assicurare un’elevata copertura delle superfi ci fi no al 98%, di pu-lire lungo i muri e gli spazi diffi cili da raggiungere e, soprattutto, in-dividuare le aree più sporche pas-sando più volte per pulirle. Della famiglia iRobot Roomba fanno parte le tre Serie 600, 700 e 800.La Serie 600, declinata nei tre mo-delli 620, 631 e 651, è caratteriz-

zata dalla presenza del sistema brevettato a due spazzole con-trorotanti in setola e gomma, in grado di assicurare la pulizia tota-le di qualsiasi superfi cie, e dalla tecnologia Dirt Detect, in grado di rilevare lo sporco più ostinato e ordinando al robot di concentrar-si proprio in quel preciso punto, fi no a quando il pulito è davvero assoluto. La presenza della tec-nologia Aerovac, poi, consente di raccogliere al meglio anche i peli di animali domestici. Ma non fi -nisce qui. Grazie alla tecnologia “Wall Following”, i Roomba Serie 600 sono anche in grado di rico-noscere le pareti, affi ancarcisi dol-cemente e seguirle a fi lo per tutta la loro lunghezza, pulendo perfet-tamente, grazie alla spazzola la-terale. La Serie 700, composta dai mo-delli 774, 776, 785 e 786, si ba-sa invece sull’evoluto ed effi cien-te sistema di pulizia trifasico con

La robotica al servizio della casaiRobot

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Esistono marchi e aziende che ri-mangono – e rimarranno - im-

pressi nella storia dell’industria degli elettrodomestici. iRobot è una di queste, capace, come è sta-ta, sia di dar vita a una nuova ca-tegoria di prodotti che da funge-re da vera e propria trend setter. Ma non solo. L’azienda fondata nel 1990 da Rodney Brooks, Colin Angle e Helen Greiner, reduci dai laboratori del leggendario Massa-chusetts Institute of Technology, ha saputo fare di meglio: è riusci-ta a portare la robotica – la più in-novativa e futuristica tra le specia-lizzazioni dell’elettronica moderna – tra le mura di casa. Cosa di non poco conto, visto e considerato che

solo fi no a pochi decenni fa era re-legata alla mera fantascienza. E il risultato è sotto gli occhi di tutti: oltre 14 milioni di robot domestici venduti in tutto il mondo.L’azienda americana è presente nel nostro mercato con una gam-ma completa di prodotti per la pu-lizia della casa (distribuiti in esclu-siva da Nital Spa), studiati su mi-sura per ogni esigenza e necessi-tà. Del portafoglio prodotti iRobot fanno parte le tre grandi famiglie Roomba, Braava e Scooba, ognu-na con le proprie particolari carat-teristiche e peculiarità, che ben si adattano alle incombenze del-le faccende domestiche di tutti i giorni.

L’azienda americana introduce il nuovo Roomba 980, il robot domestico più avanzato in commercio: una nuova prova della sua indiscutibile capacità innovatrice

Roomba: il robot aspirapolvereRoomba è il robot aspirapolvere dotato dell’esclusivo sistema di navigazione iAdapt, che consen-te di calcolare e adeguare il per-corso fi no a 67 volte al secondo, di usare 40 diversi comportamen-ti e 3 modalità di pulizia, per una pulizia perfetta su ogni superfi cie (tappeti, parquet, moquette e pa-vimenti di marmo, ceramica, cot-to e linoleum) e ovunque (anche sotto tende e coperte). Tra le ca-ratteristiche della tecnologia iA-dapt, difatti, si trova la capacità di assicurare un’elevata copertura delle superfi ci fi no al 98%, di pu-lire lungo i muri e gli spazi diffi cili da raggiungere e, soprattutto, in-dividuare le aree più sporche pas-sando più volte per pulirle. Della famiglia iRobot Roomba fanno parte le tre Serie 600, 700 e 800.La Serie 600, declinata nei tre mo-delli 620, 631 e 651, è caratteriz-

zata dalla presenza del sistema brevettato a due spazzole con-trorotanti in setola e gomma, in grado di assicurare la pulizia tota-le di qualsiasi superfi cie, e dalla tecnologia Dirt Detect, in grado di rilevare lo sporco più ostinato e ordinando al robot di concentrar-si proprio in quel preciso punto, fi no a quando il pulito è davvero assoluto. La presenza della tec-nologia Aerovac, poi, consente di raccogliere al meglio anche i peli di animali domestici. Ma non fi -nisce qui. Grazie alla tecnologia “Wall Following”, i Roomba Serie 600 sono anche in grado di rico-noscere le pareti, affi ancarcisi dol-cemente e seguirle a fi lo per tutta la loro lunghezza, pulendo perfet-tamente, grazie alla spazzola la-terale. La Serie 700, composta dai mo-delli 774, 776, 785 e 786, si ba-sa invece sull’evoluto ed effi cien-te sistema di pulizia trifasico con

La robotica al servizio della casaiRobot

di creare una barriera intorno agli oggetti che si vogliono protegge-re, rilasciando un raggio a infra-rossi circolare ed erigendo quindi un perimetro di protezione di 50 cm di diametro.La Serie 800, costituita dai due modelli 870 e 880, si distingue invece per il suo rivoluzionario ed effi ciente sistema pulente a

Del portafoglio

prodotti di

iRobot fanno parte

le tre grandi famiglie

Roomba, Braava e

Scooba, ognuna con

le proprie particolari

caratteristiche

e peculiarità

La robotica al servizio della casaspazzole controrotanti in setola e gomma. Inoltre, la serie Roomba 700 si caratterizza – analogamen-te alla Serie 600 - per la tecnolo-gia Dirt Detect di II generazione, l’unica capace di rilevare, grazie a un doppio sensore brevettato, le concentrazioni di sporco più ele-vate, in modo da concentrare la forza pulente. La tecnologia Per-sistant Pass Cleaning, poi, con-sente di effettuare un movimen-to “avanti/indietro” ripetuto nei punti particolarmente impegnati-vi, per raccogliere ancora meglio e in meno tempo lo sporco pre-sente. Per meglio delimitare la zona d’intervento, in più, è possi-bile utilizzare i due sistemi Vitrual Wall e Virtual Wall Halo che con-sentono, rispettivamente, di cir-coscrivere la zona in cui si vuole che il Roomba intervenga, grazie a un raggio infrarosso che viene riconosciuto dal robot come un ostacolo da non oltrepassare, e

spazzole senza setole AeroForce, capace di rimuovere fi no al 50% in più di sporco, polvere, capelli e detriti da tutti i tipi di superfi -ci, senza la seccatura di una ma-nutenzione frequente. Il sistema, difatti, è composto dalle spazzole Tangle-Free AeroForce senza se-tole, che ruotando in senso op-posto, frantumano le particelle di sporco e amplifi cano l’aspirazio-ne della polvere, richiedendo al contempo minore manutenzione. Accelerando il fl usso d’aria tra le spazzole AeroForce e il canale si-gillato, poi, la potenza aspirante viene ulteriormente amplifi cata, e massimizzata grazie alla pre-senza della nuova batteria iRobot XLife.

Braava: il robot puliscipavimentiiRobot Braava è un robot dome-stico progettato appositamente per rimuovere rapidamente e si-stematicamente sporco, polvere e capelli dal pavimento. Grazie a due modalità di pulizia, è infatti in grado di pulire e lavare ogni tipo-logia di pavimento, e in particola-re quelli in parquet. Nella moda-lità a secco utilizza panni asciutti per raccogliere effi cacemente pol-

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vere, sporco e capelli, mentre nel-la modalità umido utilizza panni umidi per rimuovere dalle super-fi ci lo sporco più ostinato. Grazie alla presenza del sistema Pro-Cle-an, poi, permette al panno in mi-crofi bra di restare umido, erogan-do del liquido durante il ciclo di pulizia. I panni di pulizia sono fa-cili da applicare e rimuovere gra-zie alla piastra di pulizia magneti-ca multifunzione rimovibile.La forma e le dimensioni di Braa-va e il suo sistema di navigazione gli permettono di coprire l’intera superfi cie del pavimento, arrivan-do sotto i mobili e nelle aree più diffi cili da raggiungere, rimuo-vendo polvere e sporcizia lungo le pareti, i battiscopa e negli angoli,

e rilevando la presenza di scale e tappeti, evitandoli.Braava è così in grado di memo-rizzare una mappa dello spazio da pulire in modo che, se si sospen-de il ciclo di pulizia per sostitui-re il panno, per esempio, ripren-derà automaticamente da dove è stato interrotto, senza tralasciare nessuna area della stanza. Il siste-ma di navigazione NorthStar lavo-ra come una sorta di GPS interno tracciando i punti in cui il robot è già passato e quelli in cui de-ve ancora andare. iRobot Braava si declina in due differenti model-li: il modello 320, indicato per ap-partamenti di normali dimensio-ni, e il modello 380t, indicato in-vece per aree più estese.

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Scooba: il robot lavapavimentiiRobot Scooba 450 è un robot in grado di lavare autonomamente i pavimenti, spazzandoli, inumi-dendoli, spazzolandoli e, infi ne, aspirando l’acqua. A differenza del normale straccio, Scooba uti-lizza sempre acqua pulita, evitan-do così che l’acqua sporca entri nuovamente a contatto con il pa-vimento. Inoltre, passando sulla stessa area del pavimento molte volte completa la preparazione, strofi na, asciuga e garantiscee co-sì una copertura totale in modo da rimuovere lo sporco incrostato e fi no al 99,3 % dei batteri, gra-zie anche alla sua spazzola rotan-te che gira a una velocità di oltre 600 giri al minuto. Scooba è dotato della tecnologia di navigazione attiva iAdapt, un sistema proprietario avanzato di software e sensori che gli consen-te di passare intorno, sotto e ac-canto agli ostacoli di ogni giorno. Mentre pulisce, Scooba calco-la il percorso di pulizia più effi -cace e determina le tempistiche più adatte per utilizzare le varie modalità di pulizia: Movimento a spirale, Contorno pareti, e Diago-nale stanza. Grazie alla tecnolo-gia di navigazione iAdapt, Sco-oba si muove agilmente per la casa, evitando tappeti, scale e ostacoli e ripassa pulendo il pa-vimento più volte, per la massi-ma pulizia.

L’azienda americana

è presente nel

nostro mercato con

una gamma completa

di prodotti per la pulizia

della casa studiati

su misura per ogni

esigenza e necessità

Dalla continua attività di Ricerca e Sviluppo di iRobot, è nato il nuovo Ro-omba 980, il primo modello a integrare la navigazione adattiva con la localizzazione ottica, il controllo da app con connessione al cloud e un ac-cresciuto potere pulente per moquette e tappeti. Grazie all’integrazione di sensori innovativi nella tecnologia di navigazio-ne iAdapt Responsive, il nuovo robot aspirapolvere riesce a pulire autono-mamente un piano intero. Roomba 980 è dotato dell’esclusiva tecnologia vSLAM (Localizzazione e Mappatura Ottiche Simultanee) di iRobot, ideata per ottimizzare il nuovo sistema di navigazione iAdapt 2.0 con localizza-zione ottica e consentire a Roomba 980 di elaborare una mappa dell’am-biente man mano che lo pulisce, tenendo traccia delle proprie posizioni fi nché non ha terminato di pulire tutto il piano. Utilizzando la mappa, Ro-omba 980 rimarrà in funzione ininterrottamente per anche due ore, tor-nando automaticamente alla Home Base per ricaricarsi e riprendendo a lavorare fi nché non avrà terminato la pulizia. Al contempo, si baserà in-telligentemente sul proprio corredo di sensori per adattare il percorso in

base alle esigenze del caso, spostandosi senza problemi per arrivare sotto i mobili o girare attorno alle zone più ingombre.Il sistema di pulizia AeroForce con Carpet Boost assicura poi il doppio dell’effi cacia pulente, aumentando automaticamente la potenza del mo-tore Gen 3 su moquette e tappeti. La tecnologia Dirt Detect basata su sensori ottici e acustici è poi in grado di individuare i punti in cui sono più concentrati sporcizia e residui e determinare un trattamento più approfon-dito proprio delle zone in cui è più necessario pulire. In Roomba 980 sono inoltre implementati i doppi estrattori di detriti a contro rotazione, capaci di intercettare lo sporco su ogni tipo di pavimento e minimizzano la pos-sibilità che si formino grovigli di peli e capelli, riducendo gli interventi di manutenzione sulle spazzole. La nuova app HOME consente infi ne di connettere Roomba 980 alla rete Wi-Fi in modo che gli utenti possano avviare un ciclo di pulizia da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, scegliendo anche la modalità di pulizia più appropriata per la propria abitazione.

Il futuro dei robot domestici

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Assistance

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Quali vantaggi e opportunità introduce la disponibilità di

un televisore connesso alla re-te? Come cambia il ruolo del te-lespettatore?

“Cambia in modo radicale, nel senso che anziché subire le scel-te dei compilatori di palinsesti, il telespettatore diviene soggetto attivo. Pesca dall’offerta sempre più ampia e composita ciò che più e meglio corrisponde ai suoi gu-sti, alla sua sensibilità e alla sua cultura”. Social Tv: un fenomeno che sta sempre più prendendo piede in Italia. Cosa cambia dal punto di vista dello spettatore? E cosa dal punto di vista dei broadca-ster?

“Al di là del motivo per cui so-no nati, i social network dan-

nial” della rivoluzione digita-le: se dovesse indicare qualche nome, quale si sente di fare? E perché?

“I cosiddetti ‘youtubers’, vere e proprie star tra i giovani. Si trat-ta di ragazzi o ragazzini che at-traverso la piattaforma di YouTu-be raggiungono platee di tutto rispetto. Penso a Greta Menchi o Favij. Con questo non voglio dire che mi piacciano”.

Qual è il suo rapporto con la tecnologia, sia a livello perso-nale che professionale?

“La subisco. Me ne approprio a fatica, quando non posso farne a meno. Con tutte le ansie che un simile rapporto poco equilibrato comporta”.

MarianoSabatini ap

pun

ti d

i vis

ta

Giornalista, critico

televisivo, scrittore

no la possibilità a chi fruisce del piccolo schermo di partecipare a ciò che guarda, interagendo con commenti, battute od opinioni, in qualche modo modifi cando il ‘clima’ soprattutto dei programmi live. Autori e dirigenti hanno così un nuovo strumento, oltre all’Au-ditel - che appare a tutti alquan-to desueto e inadeguato a moni-torare la nuova Tv - per misurare quello che una volta era l’indice di gradimento. L’indice però ha ora tante altre dita per signifi ca-re anche - mi si passi il termine - lo ‘sgradimento’. Come ovvio si tratta di tifo, l’analisi critica è al-tra cosa”.

L’avvento delle nuove piatta-forme digitali ha profonda-mente cambiato anche il modo di fare Tv: cosa ha apportato di positivo e cosa invece ha cam-biato in negativo?

“L’aspetto positivo è sotto gli oc-chi di tutti. Tanti canali, centinaia o migliaia se consideriamo anche quelli esteri che captiamo grazie ai satelliti, in cui pescare come in edicola o in libreria per costruire la nostra playlist.Con il web, oltretutto, non è più il teleschermo a scandire tem-pi e modi. Ognuno può decidere quando vedere la fi ction o il talk show preferiti, attingendo allo streaming. Tale offerta pletorica porta inevitabilmente allo scadi-mento progressivo dei contenuti. In primo luogo perché gli ascol-ti sono spalmati su più canali e i programmisti per accalappiare il pubblico lo assecondano in tutto e per tutto, e poi perché è impos-sibile mantenere certi standard h24, 365 giorni all’anno”. Nel mondo dello spettacolo esi-stono veri e propri “testimo-

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I più potenti aspirapolvere

senza filo.1

Il motore digitale Dyson V6 ruota a 110.000rpm, muovendo 15 litri d’aria al secondo. Genera una potenza di aspirazione più elevata di altri aspirapolvere senza filo.1

1Test effettuati su scope dei 5 marchi più venduti in Italia (dec 2014). Basato su EN60312-1, clausola 5.8.

08.04.2015 14:29 -C73833_DYS_GENE_IT_V6_FLUFFY_TRADE_AD_15_4c0s

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La più grande fi era del mondo IT è giunta alla 35a edizione e si conferma come uno degli strumenti fondamentali per chiunque voglia entrare in contatto con i produttori di Hong Kong e della Cina continentale

even

ti

Anche quest’anno si è svolta presso il Convention and Exhi-

bition Center l’edizione autunna-le dell’Hong Kong Electronics Fair. Giunta ormai alla 35a edizione, l’E-lectronics Fair ha visto la parteci-pazione di più di 4.100 espositori, provenienti da 27 Paesi, con una signifi cativa presenza europea e nuove rappresentanze dalla Po-lonia, dalla Russia e dagli Emirati Arabi. Nonostante gli scossoni va-lutari sulla moneta cinese dei mesi scorsi lascino intravedere qualche segno di crisi anche nella solidissi-ma economia del Paese, la fi era ha avuto più di 60.000 visitatori, che sommati a quelli della gemella electronicAsia superano i 90.000, mantenendo sostanzialmente le presenze dello scorso anno, ma soprattutto con una maggioranza di visitatori stranieri. La fi era rap-presenta infatti un’eccezionale op-portunità per incontrare non solo i produttori provenienti da Hong Kong e anche dai grandi distretti industriali del sud dalla Cina conti-nentale. L’esposizione comprende infatti quasi tutti i settori del mer-cato IT, dall’audio video alla foto-grafi a, dagli elettrodomestici alle comunicazioni, dall’accessoristica per il mondo Mobile a quella per l’automotive e dai videogiochi ai

dispositivi per l’healthcare. Signi-fi cativa inoltre la presenza di pro-dotti di robotica e tecnologia Un-manned (senza intervento uma-no), con droni e umanoidi tra tut-ti, che ha giustifi cato la creazione di un’area dedicata. Una seconda area è stata poi dedicata al mondo delle stampanti 3D e dei dispositi-vi indossabili, due settori in grande espansione già da qualche tempo. In contemporanea con l’Electronic Fair si è svolta, sempre tra i saloni del Convention and Exhibition Cen-ter di Hong Kong, la 19a edizione di electronicAsia, la fi era gemel-la dedicata alla componentistica elettronica, alla tecnologia dei di-splay e al mercato dei pannelli so-lari. Ovviamente più piccola come dimensioni e numero di espositori, rappresenta comunque un punto di riferimento per il mercato pro-fessionale della componentistica nel mercato asiatico. electronicA-sia si svolge una volta l’anno in corrispondenza della edizione au-tunnale di Electronic Fair.

Pratico strumento di business Pur essendo aperta a chiunque, l’Electronic Fair è pensata per le aziende che vogliono fare busi-ness. Siamo infatti ben lontani dal

Hong Kong Electronics Fairla porta d’oriente

dal nostro inviato Federico Cociancich

TOP 5

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La più grande fi era del mondo IT è giunta alla 35a edizione e si conferma come uno degli strumenti fondamentali per chiunque voglia entrare in contatto con i produttori di Hong Kong e della Cina continentale

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Anche quest’anno si è svolta presso il Convention and Exhi-

bition Center l’edizione autunna-le dell’Hong Kong Electronics Fair. Giunta ormai alla 35a edizione, l’E-lectronics Fair ha visto la parteci-pazione di più di 4.100 espositori, provenienti da 27 Paesi, con una signifi cativa presenza europea e nuove rappresentanze dalla Po-lonia, dalla Russia e dagli Emirati Arabi. Nonostante gli scossoni va-lutari sulla moneta cinese dei mesi scorsi lascino intravedere qualche segno di crisi anche nella solidissi-ma economia del Paese, la fi era ha avuto più di 60.000 visitatori, che sommati a quelli della gemella electronicAsia superano i 90.000, mantenendo sostanzialmente le presenze dello scorso anno, ma soprattutto con una maggioranza di visitatori stranieri. La fi era rap-presenta infatti un’eccezionale op-portunità per incontrare non solo i produttori provenienti da Hong Kong e anche dai grandi distretti industriali del sud dalla Cina conti-nentale. L’esposizione comprende infatti quasi tutti i settori del mer-cato IT, dall’audio video alla foto-grafi a, dagli elettrodomestici alle comunicazioni, dall’accessoristica per il mondo Mobile a quella per l’automotive e dai videogiochi ai

dispositivi per l’healthcare. Signi-fi cativa inoltre la presenza di pro-dotti di robotica e tecnologia Un-manned (senza intervento uma-no), con droni e umanoidi tra tut-ti, che ha giustifi cato la creazione di un’area dedicata. Una seconda area è stata poi dedicata al mondo delle stampanti 3D e dei dispositi-vi indossabili, due settori in grande espansione già da qualche tempo. In contemporanea con l’Electronic Fair si è svolta, sempre tra i saloni del Convention and Exhibition Cen-ter di Hong Kong, la 19a edizione di electronicAsia, la fi era gemel-la dedicata alla componentistica elettronica, alla tecnologia dei di-splay e al mercato dei pannelli so-lari. Ovviamente più piccola come dimensioni e numero di espositori, rappresenta comunque un punto di riferimento per il mercato pro-fessionale della componentistica nel mercato asiatico. electronicA-sia si svolge una volta l’anno in corrispondenza della edizione au-tunnale di Electronic Fair.

Pratico strumento di business Pur essendo aperta a chiunque, l’Electronic Fair è pensata per le aziende che vogliono fare busi-ness. Siamo infatti ben lontani dal

Hong Kong Electronics Fairla porta d’oriente

dal nostro inviato Federico Cociancich

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modello di fi era europea o ameri-cana stile IFA o CES, dove i gran-di marchi allestiscono giganteschi stand per promuovere le loro novi-tà e dare una prova delle loro ca-pacità al mercato. Qui, salvo rare eccezioni, gli stand sono tutti pic-coli e la parola d’ordine è vendere: con estrema concretezza i produt-tori, per oltre l’80% provenienti da Hong Kong e dalla Cina continenta-le, incontrano importatori e distri-butori di tutto il mondo per defi ni-re immediatamente gli acquisti e le forniture. L’impressione è che pur non essen-do nulla scontato, qui fare affari sia più semplice: dalla Small Order Zone (vedi box) alle pubblicazio-ni, all’area demo dove le aziende possono presentare i propri pro-dotti fi no agli strumenti messi a disposizione dall’HKTDC per faci-litare lo scambio di informazioni, anche in un ambiente tipicamen-te caotico come quello della fi era. Ad esempio oltre al classico catalo-go cartaceo possiamo sfruttare gli smartphone che ormai abbiamo tutti a disposizione con un’appli-cazione gratuita. Scaricandola sul proprio telefono è infatti possibi-le utilizzarla per conoscere i rife-rimenti e le informazioni riguardo qualunque espositore, semplice-

mente sfruttando i QR code pre-senti in ogni stand. Una sorta di bi-glietto da visita digitale che ha il vantaggio di non poter esser smar-rito e non occupare spazio.

Espositori italianiRidotto quest’anno il numero di espositori italiani anche se alcuni sono presenti attraverso partner locali. Abbiamo comunque ritrova-to il titolare della HT Instruments, produttore italiano di strumenti di misura per il controllo delle gran-dezze elettriche dell’energia e de-gli impianti elettrici. “Siamo torna-ti perché siamo rimasti soddisfatti l’anno scorso e anche quest’anno le cose nei primi giorni sembrano andare bene. Il nostro partner nel-

Per visualizzareil reportage fotografi co

la Cina continentale ci aiuta nell’or-ganizzazione della fi era e nel recall dei contatti”. È uno degli esempi in cui l’eccellenza italiana viene esportata in un paese come la Ci-na. Altra azienda italiana presente da diversi anni, e molto soddisfat-ta della fi era è Laica, leader nella produzione di caraffe e sistemi fi l-tranti oltre che di piccoli elettrodo-mestici per la salute e il benessere.Appuntamento alla primave-ra dell’anno prossimo. Sulle date non ci si può confondere, la fi era si svolge infatti tutti gli anni ne-gli stessi giorni: dal 13 al 16 otto-bre (autumn edition) e dal 13 al 16 aprile per l’edizione primave-rile, anche questo un esempio di ottima organizzazione che dà alle

1 Speaker fl ottante – Sooall Herman 1 • Fa un po’ anni ’80, ma lo speaker fl ottante ha attirato l’attenzione di molti. Oltre

ad essere l’oggetto ideale da sfoggiare con gli amici suona anche piuttosto bene.

2 Robot danzante - UBTechAlpha 1S • Assolutamente inutile, ma ipnotico. La robotica aveva un’area dedicata quest’anno e

questo robottino danzante a ritmo di musica era davvero divertente da guardare, grazie a movimenti fl uidi e a un certo talento come ballerino.

3Mini PC – Jide Remix mini • Sta nel palmo di una mano ma è un computer completo con sistema operativo Remix OS derivato

di Android (e compatibile con la maggioranza delle app). Si collega ad un monitor (o al TV) con un cavo HDMI e ha memoria, porte Usb (per mouse e tastiera), LAN e collegamenti Wi-Fi e Bluetooth. Nato come progetto sulla piattaforma di crowdfunding kickstarte.

4Mini proiettore – SK Smart Beam laser • Sembra un altoparlante Bluetooth ma in realtà è un mini proiettore

collegabile allo smartphone (e non solo) perché il lavoro ormai è sempre più mobile o semplicemente per mostrare le proprie foto a mamma e papà in maniera un po’ più comoda rispetto al display del telefono.

5Lampada da lettura a LED – Moonlight • Semplice ed effi cace. È una lampada da lettura a LED con intensità e temperatura

della luce regolabili, funziona a batteria e si ricarica dalla presa USB del PC o con il caricabatterie dello smartphone. È snodabile e può essere posizionata anche appesa a testa in giù

Migliaia di prodotti, accessori e soluzioni da tutti i settori del mondo IT. Qualcosa già visto, qualcos’altro assolutamente innovativo. Ecco la nostra personalissima classifi ca dei cinque prodotti che ci hanno più colpito.

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Il valore aggiunto A corredo della fi era ogni anno vengono organizzati diversi convegni, tavole rotonde e conferenze di approfondimento tecnologico e di marketing che vedono il coinvolgimento di aziende e del mondo universitario. L’appuntamento di spicco quest’anno è stato la conferenza IoT Revolution – How does it benefi t your business?, che ha visto la partecipazione di aziende del calibro di Microsoft, Texas Instruments, Intel, Samsung, Philips e HP confrontarsi sulla propria idea di Internet delle Cose. L’IoT è ormai nelle nostre case e le previsioni di crescita sono impressionanti. Si è discusso

riguardo alle diverse soluzioni tecnologiche, ai modelli di business in grado di generare valore, alle aspettative dei consumatori e alla mancanza di standard che mettano d’accordo tutti i produttori.

Hong Kong, la città del businessHonk Kong è una città verticale: è impossibile girare per le sue vie e osservarne la skyline senza guardare in alto. Dal 1997, dopo 150 anni di amministrazione britannica, è diventata una delle due regioni amministrative speciali della Repubblica Popolare Cinese insieme a Macao. È riconosciuta come uno dei più importanti centri fi nanziari internazionali e, nonostante una popolazione e un territorio ridotti, occupa un posto rilevante nella classifi ca delle principali economie mondiali. È una città che non si ferma mai, il costo della vita è allineato a quello delle grandi città europee, è ben collegata con tutta l’Asia ed è facile capire perché viene scelta da migliaia di aziende di tutto il mondo come base per un’espansione a oriente. È il posto ideale per chi vuole iniziare a fare affari con la Cina, sia per la lingua, qui l’inglese è parlato dovunque, sia per una bassa tassazione, sia per la sua organizzazione: solo l’HKTDC organizza 40 fi ere all’anno per promuovere il business di Hong Kong.

aziende l’opportunità di prepararsi con largo anticipo.

Un’idea semplice ma effi caceAnche quest’anno il salone d’in-gresso era occupato dalla Small Or-der Zone, una zona pensata per il business di piccoli produttori e di-stributori internazionali che con-sente l’acquisto di prodotti in picco-le quantità (a seconda del prodot-to, ma sempre inferiore alle 1.000 unità), senza tante formalità. È co-sì possibile testare la risposta del mercato al prodotto e valutarne la qualità senza grandi investimenti. Il funzionamento è semplice: i pro-duttori hanno a disposizione del-le piccole vetrine dove mostrare i propri prodotti, con indicati il prez-zo e le quantità minime e massi-me ordinabili (ci sono diverse ho-stess a disposizione per qualunque informazione). Dopo aver scaricato un’app gratuita ed essersi registra-ti, i compratori possono acquistare direttamente i prodotti tramite la scansione di un QR code, o segnar-si i riferimenti in fi era del vendi-tore per fi nalizzare i termini di pa-gamento e di spedizione. L’organiz-zazione della fi era ha pensato an-che a supportare la fase di acqui-sto accordandosi direttamente con Paypal per consentire il saldo im-mediato. La small Order Zone attira ogni anno decine di migliaia di ac-quirenti e generato altrettanti ordi-ni. Un’idea che due anni fa ha vinto il premio “Best Marketing Activity of the Year” da parte dell’UFI Mar-keting Committee di Parigi e che sarebbe estremamente interessan-te replicare anche nelle nostre fi ere in Europa, sempre più in diffi coltà.

Un premio all’innovazioneÈ giunta alla 17a edizione l’assegnazione dei premi ai prodotti più innovativi da parte dell’Hong Kong Elec-tronic Industries Association (HKEIA). La partecipazione è aperta a tutti gli espositori e ogni anno vengono premia-te tre categorie di prodotto, Consumer Electronics, por-table Electronics e Industrial Electronics, oltre a essere decretato un vincitore del Grand Award per l’innova-zione. Quest’anno ha vinto il progetto di un motore ad alta effi cienza energetica svilup-pato per applicazioni home e realizzato dalla Metropolitan Elecrical Appliance. Il motore riesce a ridurre i consumi del 20% rispetto ai concorrenti.

Più di 4.100 espositori

provenienti da

27 paesi diversi hanno

partecipato a Electronics

Fair e electronicAsia, le

più grandi fi ere al mondo

dedicate all’IT

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LAVASCIUGA ÖKOKOMBI.COMBINAZIONE DI ECCELLENZA.La lavasciuga più efficiente al mondo è finalmente arrivata. Rispetto alle tradizionali lavasciuga di Classe Energetica A, la ÖKOKOMBI consuma fino al 40% di energia in meno. Grazie all’esclusiva tecnologia a pompa di calore, il processo di asciugatura non necessita più di acqua. Lava e asciuga senza pause fino a 6 kg di vestiti. Risultati perfetti con ogni tipo di carico e con ogni tipo di tessuto, anche i più delicati, come la seta. www.aeg-electrolux.it

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Seconda parte del nostro servizio su come a Taiwan si sta preparando l’avvento della nuova rivoluzione elettronicaNello scorso numero di EI ab-

biamo visto come le principa-li aziende informatiche di Taiwan si stiano preparando all’avvento dell’Internet of Things con una se-rie di prodotti in grado di sfruttar-la al massimo. In questa seconda e ultima parte del resoconto della nostra visita alle principali azien-de taiwanesi, vedremo come que-sta rivoluzione annunciata vada ad abbracciare ogni possibile settore, dall’edilizia all’automobile alla cu-cina. Non a caso si parla di “indu-stria 4.0” e di “quarta rivoluzione industriale”: l’Internet of Things porterà con sé un cambiamento davvero epocale nel mondo della produzione e dell’organizzazione. Ecco come ci si sta preparando a Taiwan.

Advantech: edifi ci intelligentiQuella degli edifi ci intelligenti è un’altra frontiera il cui raggiungi-mento cambierà la nostra vita fu-tura. Le abitazioni del futuro sa-ranno dotati di sensori, saranno in grado di adattarsi rapidamente alle nostre esigenze, e comunicheran-no tra loro formando una “smart city”, con grande benefi cio per il risparmio energetico e l’organizza-zione cittadina. Advantech, socie-tà multinazionale basata a Taipei, specializzata in sistemi intelligenti,

zionare, col metodo “platform as a service”. E sono numerosissime le soluzioni già realizzate o in via di realizzazione. Forse la più spet-tacolare è l’avanzatissimo sistema di pedaggi autostradali di Taiwan, che ha eliminato i caselli. I guida-tori vengono osservati da un siste-ma in grado di identifi care i veicoli, calcolare la cifra dovuta in base alla categoria e alla distanza percorsa, e addebitare il tutto sul conto del guidatore, con grande benefi cio per i tempi di percorrenza e ridu-zione dell’inquinamento dovuto al-le code. Ma sono previste soluzioni ovunque ci siano problemi logistici da risolvere, dai trasporti agli ospe-dali alla produzione di energia.

MediaTek: tutto è connessoSono lontani i tempi in cui a Tai-wan c’erano soprattutto fabbriche che si incaricavano di produrre ciò che era stato progettato altrove. Oggi sull’isola ci sono laboratori in grado di progettare nuove tecno-logie in piena autonomia. Tra i più importanti c’è MediaTek, azienda con oltre 12.000 impiegati e 27 uf-fi ci in tutto il mondo dedicata al-

even

ti

la progettazione di circuiti, che à la terza al mondo (dopo Qualcomm e Broadcom) tra le aziende “fabless”, cioè prive di stabilimenti propri, che danno l’intera produzione in outsourcing. È molto probabile che già possediate un gadget dotato di un chip MediaTek, dato che i suoi prodotti sono inseriti in oltre un miliardo di dispositivi. Un numero destinato ad aumentare di parec-chio, dato che i chip MediaTek sono presenti nella linea Android One di smartphone economici che Google ha pensato peri mercati emergenti.Uno degli slogan di MediaTek è “fa-re le cose in grande con qualcosa di piccolo”, e sicuramente l’avven-to della Internet of Things rappre-senta una grandissima opportuni-tà per l’azienda, che ha già offerto agli sviluppatori la piattaforma Lin-kIt ONE per aiutarli a creare proto-tipi di dispositivi connessi. All’inter-no dei laboratori MediaTek stanno nascendo molti prodotti pronti a entrare sul mercato. Un esempio e TiniTell, braccialetto connesso per bambini, che permette ai genitori di conoscere la posizione del fi glio via GPS e di poter ricevere le sue chiamate vocali senza la possibilità

soluzioni di calcolo integrate e au-tomazione, è in prima linea nella progettazione di queste tecnolo-gie, seguendo il motto “rendere possibile un pianeta intelligente”.La sede di Advantech a Taipei è un vero e proprio showcase di ciò che gli edifi ci intelligenti rendono possibile. Per esempio, ogni stan-za dispone di una centralina con touchscreen, che è possibile usare per segnalare la propria presenza, dopodiché tutte le chiamate tele-foniche dirette al proprio numero verranno dirottate al telefono di quella stanza. Un sistema di pre-notazione assegna ai gruppi le sale riunioni a seconda delle richieste, e riscaldamento e condizionamento vengono attivati solo quando ne-cessario perché le sale siano con-fortevoli al momento stabilito, ri-sparmiando energia quando non sono occupate. E c’è persino un si-stema per ritrovare l’auto nel par-cheggio aziendale.Advantech ha già a disposizione una vasta linea di prodotti per la Internet of Things, i suoi sistemai WISE (Wireless IoT Solution Embed-ded), cui può fornire anche la piat-taforma cloud necessaria per fun-

SECONDAPARTE

dalle scarpe alle cucinedalle scarpe alle cucinedalle scarpe alle cucineIoT a Taiwan

di Marco Passarello

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Seconda parte del nostro servizio su come a Taiwan si sta preparando l’avvento della nuova rivoluzione elettronicaNello scorso numero di EI ab-

biamo visto come le principa-li aziende informatiche di Taiwan si stiano preparando all’avvento dell’Internet of Things con una se-rie di prodotti in grado di sfruttar-la al massimo. In questa seconda e ultima parte del resoconto della nostra visita alle principali azien-de taiwanesi, vedremo come que-sta rivoluzione annunciata vada ad abbracciare ogni possibile settore, dall’edilizia all’automobile alla cu-cina. Non a caso si parla di “indu-stria 4.0” e di “quarta rivoluzione industriale”: l’Internet of Things porterà con sé un cambiamento davvero epocale nel mondo della produzione e dell’organizzazione. Ecco come ci si sta preparando a Taiwan.

Advantech: edifi ci intelligentiQuella degli edifi ci intelligenti è un’altra frontiera il cui raggiungi-mento cambierà la nostra vita fu-tura. Le abitazioni del futuro sa-ranno dotati di sensori, saranno in grado di adattarsi rapidamente alle nostre esigenze, e comunicheran-no tra loro formando una “smart city”, con grande benefi cio per il risparmio energetico e l’organizza-zione cittadina. Advantech, socie-tà multinazionale basata a Taipei, specializzata in sistemi intelligenti,

zionare, col metodo “platform as a service”. E sono numerosissime le soluzioni già realizzate o in via di realizzazione. Forse la più spet-tacolare è l’avanzatissimo sistema di pedaggi autostradali di Taiwan, che ha eliminato i caselli. I guida-tori vengono osservati da un siste-ma in grado di identifi care i veicoli, calcolare la cifra dovuta in base alla categoria e alla distanza percorsa, e addebitare il tutto sul conto del guidatore, con grande benefi cio per i tempi di percorrenza e ridu-zione dell’inquinamento dovuto al-le code. Ma sono previste soluzioni ovunque ci siano problemi logistici da risolvere, dai trasporti agli ospe-dali alla produzione di energia.

MediaTek: tutto è connessoSono lontani i tempi in cui a Tai-wan c’erano soprattutto fabbriche che si incaricavano di produrre ciò che era stato progettato altrove. Oggi sull’isola ci sono laboratori in grado di progettare nuove tecno-logie in piena autonomia. Tra i più importanti c’è MediaTek, azienda con oltre 12.000 impiegati e 27 uf-fi ci in tutto il mondo dedicata al-

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la progettazione di circuiti, che à la terza al mondo (dopo Qualcomm e Broadcom) tra le aziende “fabless”, cioè prive di stabilimenti propri, che danno l’intera produzione in outsourcing. È molto probabile che già possediate un gadget dotato di un chip MediaTek, dato che i suoi prodotti sono inseriti in oltre un miliardo di dispositivi. Un numero destinato ad aumentare di parec-chio, dato che i chip MediaTek sono presenti nella linea Android One di smartphone economici che Google ha pensato peri mercati emergenti.Uno degli slogan di MediaTek è “fa-re le cose in grande con qualcosa di piccolo”, e sicuramente l’avven-to della Internet of Things rappre-senta una grandissima opportuni-tà per l’azienda, che ha già offerto agli sviluppatori la piattaforma Lin-kIt ONE per aiutarli a creare proto-tipi di dispositivi connessi. All’inter-no dei laboratori MediaTek stanno nascendo molti prodotti pronti a entrare sul mercato. Un esempio e TiniTell, braccialetto connesso per bambini, che permette ai genitori di conoscere la posizione del fi glio via GPS e di poter ricevere le sue chiamate vocali senza la possibilità

soluzioni di calcolo integrate e au-tomazione, è in prima linea nella progettazione di queste tecnolo-gie, seguendo il motto “rendere possibile un pianeta intelligente”.La sede di Advantech a Taipei è un vero e proprio showcase di ciò che gli edifi ci intelligenti rendono possibile. Per esempio, ogni stan-za dispone di una centralina con touchscreen, che è possibile usare per segnalare la propria presenza, dopodiché tutte le chiamate tele-foniche dirette al proprio numero verranno dirottate al telefono di quella stanza. Un sistema di pre-notazione assegna ai gruppi le sale riunioni a seconda delle richieste, e riscaldamento e condizionamento vengono attivati solo quando ne-cessario perché le sale siano con-fortevoli al momento stabilito, ri-sparmiando energia quando non sono occupate. E c’è persino un si-stema per ritrovare l’auto nel par-cheggio aziendale.Advantech ha già a disposizione una vasta linea di prodotti per la Internet of Things, i suoi sistemai WISE (Wireless IoT Solution Embed-ded), cui può fornire anche la piat-taforma cloud necessaria per fun-

SECONDAPARTE

dalle scarpe alle cucinedalle scarpe alle cucinedalle scarpe alle cucineIoT a Taiwan

di Marco Passarello

veicoli e all’ADAS (Advanced Driver Assistance Systems, acronimo che raggruppa le tecnologie dedicate all’assistenza del guidatore).Nel corso della nostra visita alla se-de di Mobiletron a Taiwan ci è sta-ta data un’impressionante dimo-strazione di ciò che può fare l’In-ternet dei Veicoli: ci siamo collegati con un furgone in movimento che si trovava in Cina, con la possibilità di parlare con il guidatore, ispezio-nare il vano di carico, controllare la pressione delle gomme, avere una visione della strada. Inutile dire l’u-tilità che queste tecnologie posso-no avere per qualunque azienda che faccia spedizioni. Mobiletron produce sia le videocamere HD, sia tutti i dispositivi telematici neces-sari ai collegamenti di questo tipo. Abbiamo anche potuto vedere anche una tecnologia molto inte-ressante in campo ADAS: l’Around View Monitor, che sfrutta la visio-ne di varie telecamere esterne al veicolo per costruire artifi cialmente una visuale dall’altro, dando l’im-pressione al guidatore di vedere nello schermo la propria auto co-me se osservata da un elicotte-ro. Altro interessante gadget sono specchietti retrovisori che incorpo-rano un display LCD, consentendo al guidatore in retromarcia di avere sott’occhio allo stesso momento la visuale della telecamera posteriore e quella dello specchio.A lungo termine, l’azienda sta in-vestendo in altre tecnologie desti-nate ad avere un grande impatto in futuro, come quella dei MEMS (Micro Electro Mechanical Systems, sistemi meccanici microscopici

di interferenze di estranei. Un pro-dotto simile è Zazu, un collare che permette di tenere sotto controllo i movimenti degli animali domesti-ci: non vi chiederete più dove è sta-to il vostro gatto per tanto tempo!Una tecnologia dalle grandi poten-zialità sviluppata da MediaTek è quella che permette di monitora-re il battito cardiaco senza senso-ri, semplicemente analizzando le immagini di una webcam: le ma-dri potranno non solo verifi care a distanza la presenza del bambino nella culla, ma anche sapere che sta bene. Ma la connettività forni-ta dai sistemi LinkIt è già in fase di applicazione su tantissimi prodot-ti: dal sistema di scooter pubblici a noleggio Skuromoto, sperimentato dall’università di Taiwan, a un ori-ginale “smart breve”, un dispositi-vo per produrre vino in casa, con uva o altri tipi di frutta, dotato di sensori per la quantità di alcool e la pressione barometrica, e controlla-bile con un’app sullo smartphone.

Mobiletron: l’Internet

dei veicoli

Un’altra frontiera che si sta avvi-cinando rapidamente è quella dei veicoli connessi. Ed è il campo di elezione di Mobiletron, azienda taiwanese fondata nel 1982 e spe-cializzata in elettronica per l’auto-mobile, che esporta in più di 100 paesi. Alla produzione di parti e sensori per motori e di attrezzistica (con la linea Durofi x di attrezzi in-telligenti in grado di fornire esatta-mente la forza necessaria allo sco-po) sta ora affi ancando nuove linee di prodotti dedicati all’Internet dei

Per visualizzare

il reportage

fotografi co

che avranno un grande impatto nell’optoelettronica e nella senso-ristica) e quella dei veicoli a propul-sione elettrica.

Sakura: tecnologia

in bagno e cucina

Il marchio Sakura non è noto in Italia, ma rappresenta la principale azienda taiwanese nel campo de-gli elettrodomestici bianchi, fonda-to nel 1978, con tre stabilimenti a Taiwan e due nella Cina popolare, e una rete di vendita che dall’estre-mo Oriente si estesa in Australia e nell’America del nord e del sud. Uno dei suoi vanti è un servizio as-sistenza in grado di intervenire 365 giorni l’anno. Sakura ha cominciato la propria attività con gli scaldaba-gno, e uno dei primi prodotti che ci ha mostrato è proprio uno scal-dabagno dotato di telecomando Wi-Fi che permette la regolazione fi ne della temperatura dell’acqua stando comodamente nella vasca o sotto la doccia (il telecomando è impermeabile).È però nel campo delle cucine che si esplica in modo più sorprenden-

te il lato elettronico di Sakura. Per esempio con una cappa dotata di sensori e in grado di regolare au-tomaticamente la potenza dei suoi motori in base alle necessità: basta sollevare il coperchio di una pen-tola, e nel giro di pochi istanti l’a-spirazione aumenta di intensità. Il tutto con un sistema di circolazione studiato per catturare il fumo an-che al di fuori dell’area coperta dal-la cappa stessa.

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Ultimo appuntamento dell’anno dedicato ai videogiochi prima

della consueta “battaglia” di Nata-le. Quest’anno Games Week ha re-gistrato ben 120.000 visitatori, cir-ca il 30% in più rispetto all’edizio-ne 2014, confermando l’ interesse del pubblico verso un mercato che, nonostante le diffi coltà, riesce a coinvolgere e restare a galla, an-che se non con poche diffi coltà. A livello espositivo la più grande novità di quest’anno è stata sicu-ramente la sezione separata in-teramente dedicata ai youtubers, fenomeno sempre più in sviluppo che ha senz’altro contribuito all’in-cremento di visitatori. Anche l’o-spite d’eccezione Toru Iwatani (il creatore di Pac-Man) ha avuto la sua corposa dose di applausi in oc-casione del 35° anniversario dello storico gioco. Gli stand sono sta-ti presi d’assalto dai fan, disposti a fare anche ore e ore di coda per assistere anche a un solo fi lmato in anteprima (vedi “Fallout 4”) o per provare qualche veloce livello.

Tra gli standTra i giochi da provare, “For Ho-nor” di Ubi Soft è stato forse il più apprezzato: titolo action in terza persona incentrato quasi esclusi-vamente sul multiplayer in cui il sistema di combattimento è l’asso-luto protagonista del titolo. Sony ha fatto veramente le co-se in grande, tanto è vero che il suo stand occupava quasi un sesto dell’intera fi era: al suo interno la faceva da padrona una vastissima area interamente dedicata a “Star Wars Battlefront” di Electronic Arts, in cui era possibile provare il gioco in un avvincente multipla-yer con più giocatori. Oltre a For-

za Motorsport 6 (già disponibile da qualche settimana) Microsoft ha invece messo in mostra “Halo 5”, suo pezzo da 90 per il mercato di Natale, preso d’assalto da tut-ti gli appassionati di una delle sa-ghe più longeve di tutti i tempi. Per intrattenere i visitatori Nin-tendo ha addirittura allestito un grande palco in cui è stato possi-bile cimentarsi in più livelli di “Su-per Mario Maker”: per quanto ri-guarda i giochi, il protagonista in-contrastato è stato senz’ombra di dubbio “Tri Force Heroes” per Nin-tendo 3DS, titolo ambientato nel mondo di Zelda in cui la perfetta cooperazione tra i tre Link control-lati da diversi giocatori è indispen-sabile per proseguire con i livelli superiori. Immancabile il nuovo capitolo di “Call fo Duty” di Activi-sion, che quest’anno ha passato il testimone a “Black Ops 3”, messo a disposizione con il suo multipla-yer; per tutti gli amanti dei Rhytm Game, invece, è stata riservata l’anteprima di “Guitar Hero Live”, nuovissimo titolo della serie che si è presentato con inedite modalità Live e una chitarra nuova di zecca. Sempre allo stand Activision, inol-tre, erano presenti “King’s Quest: A Knight to Remember”, primo dei cinque episodi previsti per il rilan-cio del franchise con grafi ca next gen, e “Tony Hawk Pro Skater 5”, ultimissimo episodio con protago-nista lo skater più famoso di tutti i tempi impegnato nelle sue più ce-lebri evoluzioni. Dal canto suo, Digital Bros ha presentato titoli di tutto rispetto, a iniziare dal nuovo e attesissimo “Street Fighter V”, basato su Unreal Engine 4, con un’anteprima assolu-ta con guida in Assetto Corsa che

L’evento milanese dedicato al gaming e all’entertainment ha fatto registrare il record di visitatori, eleggendosi a kermesse di primo piano nel panorama degli eventi nazionali e internazionaliev

enti più che una confermapiù che una conferma

Milan Games Week 2015

di Raffaele Gomiero

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GeForce GTX 960M con 4 GB GD-DR5. Grande affermazione, infi ne, per il temporary shop di Unieuro che, all’interno di un vero e proprio me-gastore di circa 1.000 mq, con ben 20 casse e 70 addetti alla vendi-ta, ha davvero “sbancato” l’even-to fi eristico, facendo registrare un numero di scontrini doppio rispetto alla scorsa edizione.Insomma, nonostante le altre Ga-mes Week europee organizzate in piazze molto più importanti e pre-stigiose come Parigi, Madrid e Var-savia, Milano non ha di certo sfi gu-rato. E anzi, proprio all’evento me-neghino spetterebbero forse più lanci e presentazioni importanti.

promette di essere una vera e pro-prias rivoluzione del genere. Ma oltre ai giochi è stato possibi-le fare un tuffo nel futuro grazie ai vari dispositivi di realtà virtuale presenti in fi era. Oltre al VR di So-ny (conosciuto anche come Project Morpheus) che ha messo a dispo-sizione ben cinque giochi di vario genere, tra cui un horror in grado di far calare il giocatore in uno sce-nario perfettamente in linea con l’imminente festività di Hallowe-en: legati a una sedia in una stan-za buia, in compagnia di un’inquie-tante e misteriosa presenza. Un’al-tra proposta, era invece ambienta-ta nel futuro, dove, ai comandi di un carro armato all’interno di un’a-rena virtuale, si era chiamati a dar battaglia ad altri carri sicuramen-te non ben disposti ad arrendersi o a farsi prendere in fallo. Infi ne, “Londo Heist: Gateway”, in grado di simulare un ostaggio prigionie-ro all’interno di un furgone, per la cui fuga occorre ricorrere a qualsia-si espediente. HTC ha portato il suo Vive, visore VR 3D che permette un angolo di visione di ben 110° con un refresh rate di 90 Hz e con risoluzione di 1.200 x 1.080. Le esperienze vir-tuali proposte andavano da sce-nari futuristici a incantati fondali oceanici, tutti ricreati in maniera più che egregia Asus ha esposto la sua nota linea gaming ROG, in cui il notebook G501 ha interpretato il ruolo di vero e proprio “fi ore all’oc-chiello”, con il suo processore i7HQ a 3.6 GHz, 16 GB di RAM DDR3, SSD da 500 GB e super scheda grafi ca

Per visualizzare il reportage fotografi co

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Il mondo dell’imaging impazza nel mondo del Web 2.0 non solo sulle normali piattaforme di condivisione

Per questo mese l’analisi di The Fool si basa sulle attività social

delle maggiori case produttrici di macchine fotografi che. L’analisi si focalizza sulle pagine Facebook italiane delle aziende con la scelta di escludere dall’ana-lisi i produttori di tecnologia che non hanno pagine dedicate al solo comparto di fotografi a.Unica eccezione fatta è per Nikon che ha una pagina global con l’in-dicizzazione dei contenuti perso-nalizzata sulla provenienza dell’u-tente: gli utenti di una nazione ve-dranno esclusivamente i contenuti creati per il Paese di origine.In questo caso i dati e le statisti-che disponibili sono quelle legate all’intera pagina global di Nikon.Da sottolineare anche il fatto che la pagina di Manfrotto pubblica post in duplice lingua Italiano e In-glese.

Partendo da queste premesse andiamo analizzare il primo da-to è quello dei fan della pagina con Nikon che fa da padrona con 9.477.890 like sulla pagina. Mentre se confrontiamo le pagine esclusi-vamente italiane Manfrotto Ima-gine More vince con 314.391 fan seguita da Canon Italia con poco meno di 217 mila like.Il divario con le altre fan page cresce con Fujifi lm Italia a qua-si 38.000 fan, Pentax che sfi ora i

tredicimila like e a chiudere Kodak Moments Italia con circa 6.000 fan.

Un secondo dato interessante è quello della “Productivity” quindi tutti i post pubblicati dalla pagina Facebook utile per capire l’attività effettiva della pagina grazie al nu-mero di contenuti pubblicati dagli amministratori.Questo tipo di analisi è stata effet-tuata sugli ultimi 3 mesi e da que-sta classifi ca abbiamo la prima sor-presa con Canon Italia che supera tutti con 412 contenuti postati su-perando Nikon ferma a 323. Dato molto interessante se si pensa che

Fotografi a e social: non solo sharingso

cial

di Barbara Bianchi

cresce con si 38.000 fan,

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Il mondo dell’imaging impazza nel mondo del Web 2.0 non solo sulle normali piattaforme di condivisione

Per questo mese l’analisi di The Fool si basa sulle attività social

delle maggiori case produttrici di macchine fotografi che. L’analisi si focalizza sulle pagine Facebook italiane delle aziende con la scelta di escludere dall’ana-lisi i produttori di tecnologia che non hanno pagine dedicate al solo comparto di fotografi a.Unica eccezione fatta è per Nikon che ha una pagina global con l’in-dicizzazione dei contenuti perso-nalizzata sulla provenienza dell’u-tente: gli utenti di una nazione ve-dranno esclusivamente i contenuti creati per il Paese di origine.In questo caso i dati e le statisti-che disponibili sono quelle legate all’intera pagina global di Nikon.Da sottolineare anche il fatto che la pagina di Manfrotto pubblica post in duplice lingua Italiano e In-glese.

Partendo da queste premesse andiamo analizzare il primo da-to è quello dei fan della pagina con Nikon che fa da padrona con 9.477.890 like sulla pagina. Mentre se confrontiamo le pagine esclusi-vamente italiane Manfrotto Ima-gine More vince con 314.391 fan seguita da Canon Italia con poco meno di 217 mila like.Il divario con le altre fan page cresce con Fujifi lm Italia a qua-si 38.000 fan, Pentax che sfi ora i

tredicimila like e a chiudere Kodak Moments Italia con circa 6.000 fan.

Un secondo dato interessante è quello della “Productivity” quindi tutti i post pubblicati dalla pagina Facebook utile per capire l’attività effettiva della pagina grazie al nu-mero di contenuti pubblicati dagli amministratori.Questo tipo di analisi è stata effet-tuata sugli ultimi 3 mesi e da que-sta classifi ca abbiamo la prima sor-presa con Canon Italia che supera tutti con 412 contenuti postati su-perando Nikon ferma a 323. Dato molto interessante se si pensa che

Fotografi a e social: non solo sharingso

cial

di Barbara Bianchi

cresce con si 38.000 fan,

Il mondo dell’imaging impazza nel mondo del Web 2.0 non solo sulle normali piattaforme di condivisione

Fotografi a e social: non solo sharing

i dati di Nikon sono legati alla pa-gina global mentre quelli di Canon alla sola Italia.Sostanziale parità tra Fujifi lm e Manfrotto con 204 e 203 post. Manfrotto conferma di avere una buona attività social pur essendo marchio meno popolare e più di nicchia rispetto alle altre case in-cluse in analisi.

Il terzo e ultimo dato preso in ana-lisi sono le “Reaction” quindi tutte le attività svolte dagli utenti sulla pagina. Nel dettaglio il dato di re-action è la somma dei post, condi-visioni, commenti, risposte ai com-menti e like fatti da ogni utente. Questo dato quindi fotografa l’ef-fettiva risposta che hanno gli uten-ti alle attività svolte dalla pagina.In questo caso ruoli si ribaltano con Nikon che stacca tutti con 288.330 reazioni negli ultimi tre mesi se-guita da Canon Italia con 28.133 e Manfrotto con 26.342 reaction.Il dato di Nikon è chiaramente su-periore anche in ottica del numero di fan mondiali che ha la pagina.

Attraverso il Boston Chart possia-mo incrociare i dati descritti qui so-pra e fare una vera e propria com-parazione tra le pagine. Il Boston chart è un grafi co a tre dimensio-ni in cui sull’asse orizzontale viene indicato il dato di productivity (at-tività della pagina), sull’asse verti-cale il dato di Reaction (attività de-gli utenti sulla pagina) mentre la dimensione delle “bolle” indica il numero di fan della pagina.Dal grafi co si può notare come Nikon sia isolata in alto a destra ma questa supremazia di fan e reaction è chiaramente infl uen-zata dal fatto che sia una pagina global. Per quanto riguarda le al-tre pagine si nota come Canon sia nettamente la più attiva tra tutte le pagine analizzate mentre stu-pisce Manfrotto per il numero di reaction che arriva molto vicino ai numeri di Canon pur producendo circa la metà dei contenuti. Questo può signifi care che i fan di Man-

frotto sono molto attenti alle pub-blicazioni fatte dalla pagina stessa e che i post pubblicati da Manfrot-to hanno una resa molto superiore rispetto a quella delle altre case.Buoni i risultati anche di Fujifi lm soprattutto in relazione al numero più limitato di fan.Pentax e Kodak invece sono pagi-ne nettamente più piccole con nu-meri più limitati rispetto alle altre prese in analisi.

Analizzando i contenuti della tag cloud generale che include i termi-ni utilizzati negli ultimi 3 mesi su tutte le pagine si nota chiaramen-te come #iamdifferent è la paro-la più menzionata. I am Different è il claim di Nikon in tutto il mon-do e l’hashtag è parecchio utilizza-to proprio all’interno della pagina global della famosa casa giappo-nese.Per quanto riguarda i nomi delle case produttrici Canon è sicura-mente la più presente seguita da Nikon. Questo potrebbe essere da-to dal fatto che Canon Italia pub-blica, come abbiamo visto, molti contenuti autocitandosi all’interno degli stessi post.La dimensione di Manfrotto e Fuji-fi lm risultano essere più ridotte ma comunque spiccano sul resto delle parole utilizzate.Pentax e Kodak si perdono inve-ce nella nuvola di parole utilizzate nelle diverse pagine. L’analisi della pagina Nikon pur, essendo global, fa risaltare gli hashtag #nikonitalia e #nfpc2015 legato a un concorso per le miglior foto pubblicate sulla community di Nikon da utenti ita-liani.La forte predominanza di #iamdif-ferent rispetto allo slogan di Ca-non #comeandsee sottolinea an-che la forte spinta di Nikon nei confronti del suo claim.Se parliamo di prodotto dalla tag cloud Nikon e Fujifi lm sono le ca-se con i maggiori risultati grazie alle menzioni dei modelli d7000 e d7100 per Nikon e x-t1 insieme al-la x-t10 per Fujifi lm.

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Food Bloggerchi sono e cosa ci fanno mangiare

soci

alAnaliziamo più in profondità uno dei più grandi fenomeni social del momento che, sempre più, conquistano l’attenzione di importanti case costruttrici del piccolo e grande elettrodomestico

di Roberto Zarriello

“Impara a cucinare, prova nuo-ve ricette, impara dai tuoi erro-

ri, non avere paura. Ma soprattut-to divertiti”, questo il motto di Ju-lia Child, la celebre autrice di libri di cucina che avrà ispirato tantissime persone ad avvicinarsi ai fornelli.Se prima la sperimentazione in cu-cina e la diffusione di ricette, con-sigli e trucchi era prerogativa dei grandi chef, con i nuovi media di-gitali e il fenomeni del blogging, la cucina è tornata nelle mani di chi la usa tutti i giorni.Grazie i food blogger, basta una ve-loce di ricerca su Google per sco-prire come pulire i funghi porcini, come cucinare l’arrosto o come far colpo sulla suocera invitata a cena.Quale del food blogger è una delle fi gure professionali online in mag-giore ascesa, tanto da richiede-re anche un’Associazione dedicata (www.aifb.it). Alcuni di questi sono delle vere e proprie celebrità, se-guiti da migliaia di lettori, anche sui social network.Il primo food blog della storia è Chowhound.com, nato nel 1997 negli USA come semplice bacheca dove scambiarsi consigli sui posti dove mangiare. È ancora attivo e, anzi, è diventato una vera e propria azienda.In Italia, l’esercito dei food blogger comincia ad armarsi di pentole e cucchiai nel 2005, per poi esplodere uffi cialmente nel 2011. Oggi è qua-si impossibile quantifi care il nume-ro di blog di cucina presenti online, ma quali sono quelli più famosi e a cosa devono il loro successo?Possiamo defi nire il primo blog di cucina nato in Italia, Il Cavoletto di Bruxelles di Sigrid Verbert, che è probabilmente la prima blog-star italiana. Tra i più famosi nominia-

mo quello di Mysia, Gnam Box e Giallo Zafferano, nato nel 2006 co-me blog, oggi è diventato un sito e a sua volta piattaforma per ospitare altri blog di settore. La sua fonda-trice, Sonia Peronaci, è diventata una vera e propria star, con tanto di programma sul canale pay Fox Life, e ha lasciato il timone proprio in questi giorni. Ormai, oltre all’o-pinione di fi gure autorevoli come i critici gastronomici, è richiesta an-che la loro opinione, che non va a sovrapporsi a quella di fi gure au-torevoli. Ognuno di loro conta un grosso seguito di persone sul blog o sui social e, avendo un loro pubbli-co che segue i loro consigli, posso-no infl uenzare il pubblico (in positi-vo o in negativo).Alcuni hanno più seguito di famo-si chef internazionali, altri sono di-ventati veri e propri consulenti nel mondo del food.

E sui social?Quali sono i food blog più seguiti e più infl uenti in Italia? Ecco un’in-fografi ca creata a partire dai risul-tati di una ricerca di Upgrade me: http://www.upgrademe.it/ima-ges/blog/classifi ca-food-blogger.jpg

La ricetta del successoI food blog sono dei blog a tutti gli effetti, quindi per i loro auto-ri valgono le stesse regole: trova-re la propria voce e uno stile che aiuti a spiccare nel vasto ecosiste-ma del blogging; puntare sulle im-magini (https://blog.fotolia.com/it/2015/10/01/consigli-per-food-blogger) e sperimentare con i vi-deo; ingaggiare quotidianamente la propria community attraverso i canali social.

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L’entusiasmo anche nella vendita

psi

colo

gy Il “carburante” necessario affi nché la trattativa di vendita vada a buon fi ne

Dott. Paolo Zucconi, neuropsicologo clinico e psicoterapeuta [email protected]

Ford e Benjamin Franklin, ma an-che quella di un “venditore mera-viglioso” come Frank Bettger op-pure anche i consigli di un celebre venditore entusiasta del suo lavoro Dale Carniege.La persona senza entusiasmo è vecchia a 30 anni, isolata. L’en-tusiasta è sempre giovane, lascia traccia del suo passaggio in quan-to è cercato e seguito dagli altri. La persona entusiasta è come una ca-lamita per chi gli è vicino e chi è lontano vuole avvicinarsi a lei per conoscerla e capire quale è il suo “segreto”, farsi sorprendere, so-prattutto chi non è abituato a ve-dere l’entusiasmo, virtù così rara ai giorni nostri. L’entusiasmo è libe-ratorio, sblocca eventuali inibizio-

Per vendere effi cacemente bi-sogna avere il “carburante”

necessario affi nché la trattativa di vendita vada a buon fi ne. Il car-burante che ci spinge ad andare avanti è l’entusiasmo. Etimologi-camente signifi ca “Dio dentro di noi”. Si tratta di uno slancio divi-no che ci spinge in avanti brucian-do eventuali ostacoli. Il grado di istruzione qui conta poco. Si pen-si solo alle realizzazioni ottenute nella storia da personaggi animati solo dal proprio entusiasmo. Uno di questi, il Presidente america-no Abramo Lincoln, che ha inizia-to la sua scalata alla Casa Bianca solo con un’istruzione elementa-re. Neppure l’età conta: Giovanna d’Arco grazie al suo entusiasmo a soli 19 anni cacciò gli inglesi dal-la Francia, Alessandro Magno re-spingeva le orde asiatiche, Napo-leone a 25 anni aveva conquistato l’Italia e Victor Hugo scrisse la sua prima tragedia a 15 anni. Troppo vecchio? De Grulle a 76 an-ni dirigeva la Francia, Daniel Defoe scrisse Robinson Cru-soe a 85 anni e alla stessa sua età James Watt imparò la lingua te-desca. Tutti questi personaggi re-alizzarono e agirono con successo animati da entusiasmo: hanno ap-plicato alla realizzazione del loro obiettivo quanto di meglio aveva-no in sé. L’entusiasmo non ha età, livello di istruzione, sesso, condi-zioni particolari. Emerson ebbe a dire “Tutti i grandi movimenti del-la storia sono trionfi dell’entusia-smo”. L’entusiasmo è lo slancio di tutto la persona verso un obietti-

ni, l’entusiasmo libera energia e approvvigiona energia, l’entusia-smo è comunicativo come un in-cendio in un bosco. Per sviluppare entusiasmo si ri-chiede di fi ssare un obiettivo da raggiungere, assumere più in-formazioni possibili sul proprio obiettivo, pensarlo ogni giorno al risveglio e ogni sera prima di co-ricarsi, scriverei passi da farsi per il raggiungimento dell’obiettivo, perfezionandoli durante il percor-so, assumere un atteggiamento entusiasta ed impegnarsi a gioca-re il ruolo della persona entusia-sta. Infi ne scrivere a lettere cubi-tali a colori la parola ENTUSIASMO e metterla sul proprio comodino in camera da letto.

vo pre-fi ssato: concludere la ven-dita. Non interessa raggiungere le vette elevate che hanno raggiunto personaggi importanti solo grazie al loro entusiasmo. Per un vendi-tore lo scopo è soltanto vendere. L’entusiasmo, quando genuino è contagioso e raggiunge automati-camente l’interlocutore facendolo entrare nella emozionalità e lo al-lontana dalla rigida razionalità che allontana dall’acquisto. Come si diventa entusiasti? Innan-zi tutto bisogna volerlo quindi ini-ziare da domani mattina ad agire con entusiasmo. Il resto viene da se, automaticamente. Un aiuto possiamo riceverlo dalla lettura di biografi e di personaggi entusiasti come ad esempio quella di Henry

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Crisi o non crisi, le fotocamere nelle promozioni del trade non mancano mai

“I giornali sono in crisi, ma il giornalismo va alla grande”.

L’ormai celebre paradosso dell’e-ditoria si adatta perfettamente, mutatis mutandis, al comparto delle fotocamere. Pur vivendo nell’era dell’informa-zione, infatti, le tradizionali te-state faticano a rimanere a galla in un “oceano” dove la “notizia” non è mai stata così presente, di qualsiasi genere sia, dalla più in-signifi cante a quella epocale, vei-colata, riprese, sherata sui perso-nal media, rilanciata dai social, cannibalizzata e metabolizzata dagli snippet e dagli aggregatori,

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di Massimo Bolchi

propria digital identity, dal pre-senzialismo alla volontà di riaffer-mare un proprio status pubblico. Motivazioni per rispondere alle quali una foto fatta da smartpho-ne è più che suffi ciente, addirittu-ra “obbligatoria”, basti pensare ai “selfi e”. Di contro, i plus della di-gital camera in termini di qualità, resa cromatica, sensibilità, e così via, diventano ingombri superfl ui, senza contare che anche il corre-do fotografi co degli smartphone sta diventando sempre più evo-luto.Risultato: in un mercato dei Tech-nical Consumer Goods che tutto sommato “tiene botta” nonostan-te la perdurante crisi, crescendo di qualche punto percentuale da ini-

te la fotografi a come forma d’arte o attività professionale (dove pure curiosamente la crisi dell’editoria sta riscuotendo il suo obolo), con-centriamoci sul mercato dei gran-di numeri, quello della fotografi a consumer, quotidiana, fatta dalle miriadi di persone che nel fi ssare l’immagine dell’istante sfuggente vogliono cristallizzare un ricordo, un momento, un’emozione.Queste motivazioni continuano a essere valide e sono alla base della successo di piattaforme co-me Instagram e della pervasivi-tà di strumenti quali Facebook. A esse però si sono affi ancate, e in larga misura sostituite, altre mo-tivazioni, dalla ricerca di visibilità personale allo costruzione della

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Digital camera: si chiude l’otturatore?moltiplicata dai post e dai tweet. Allo stesso modo la macchina fo-tografi ca digitale, nonostante la nostra sia defi nita da moltissimi, se non da tutti, l’era dell’immagi-ne, è entrata in una percorso pro-blematico di cui non si intravedo-no ancora né i modi, né i tempi dell’uscita.Lo strumento si è dissociato dal suo prodotto, come è già accaduto da anni tra CD e musica, e mentre quest’ultima continua ad essere fruita in modalità sempre nuove, i primi si avviano mestamente al defi nitivo tramonto. Non è ancora questo ancora il caso delle digital camera stand alone, tuttavia i se-gnali emergenti sono indicativi.Mettendo per un momento da par-

zio anno, il comparto delle fotoca-mere digital continua la sua cadu-ta. Tuttavia l’ultimo report di GfK relativo al nostro paese segnala che la fl essione del settore digi-tal photo appare in decelerazione, segnale molto probabilmente che ci si sta approssimando al plafond negativo, a quello che in linguag-gio borsistico si defi nisce “suppor-to di resistenza”. Nel secondo tri-mestre di quest’anno, infatti, seb-bene il mercato continui a far re-gistrare un trend negativo a valo-re nell’ordine del 3,7%, si eviden-zia però un rallentamento rispetto all’intensità della contrazione os-servata nei trimestri precedenti, quando la performance negativa si era assestata sul 7.4%. Continua

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comunque la performance positi-va per gli obiettivi intercambiabi-li che tuttavia, pur non riuscendo compensare la riduzione del giro d’affari totale delle fotocamere, confermano che tra queste ultime solo quelle dotate di tali obiettivi segnano un miglioramento della prestazione. Un segnale che for-se la dicotomia di consumo cui si accennava in precedenza sta pro-ducendo i suoi effetti, e che le “camere da selfi e”, quelle dei te-lefonini, hanno di fronte a sé un futuro diverso.Vi sono segnali infatti che la “ubriacatura” da immagine ai fi -ni di condivisione sta forse ingra-nando la retromarcia. Si tratta per il momento solo di suggestioni,

ma alcune notizie al riguardo so-no signifi cative.È molto recente, al riguardo, il dato che vede in calo le condivi-sioni (tipicamente fotografi che) su Facebook: Sta di fatto che gli utenti di del social media di Men-lo Park hanno già iniziato a po-stare meno contenuti. Lo dicono i dati GlobalWebIndex, riportati dal Wall Street Journal: nel terzo trimestre solo il 34% degli iscrit-ti ha aggiornato il proprio stato e il 37% ha postato qualcosa, per-centuali in calo rispetto al 50% e 59% (rispettivamente) di un anno fa. Per far fronte a questa tenden-za, il social da maggio scorso ha iniziato a mostrare agli utenti dei “promemoria” di eventi e giorna-

te speciali, in un esperimento vol-to a invogliare a postare.Nel frattempo si registrano an-che i primi “casi di rigetto” nei confronti di una vita trascorsa da-vanti all’obbiettivo, come quello, clamorosamente venuto alla luce a fi ne ottobre, da parte della gio-vanissima Essena O’Neill. La di-ciottenne australiana ha deciso di abbandonare i suoi oltre 600mila follower, che la seguivano su In-stagram da quando aveva 15 an-ni, denunciando che nel suo ac-count tutto era fi nto e pagato da-gli sponsor.Si tratta naturalmente di un caso personale, benché non isolato, e sarebbe azzardato, pur in abbina-ta con il dato precedente di Face-

book, volerne trarre indicazioni di tendenza più generalizzata. In attesa il tempo riveli quale sarà davvero il futuro di un settore che di evoluzioni/rivoluzioni ne ha già attraversate parecchie, limitiamo-ci qui più modestamente a rica-vare qualche spunto di rifl essione dalla lettura delle attività promo-zionali dei grandi player della di-stribuzione.Un primo segnale è la conferma dell’azzeramento o quasi dell’at-trattività della fotocamera in otti-ca di traffi c building e/o di fi deliz-zazione nelle insegne generaliste.All’interno della promozione “Sconti fi no al 50%” di Carrefour, ad esempio, valida dall’1 al 15 no-vembre, non compare neppure un macchina fotografi ca nelle sette pagine di volantino dedicate all’e-lettronica.Situazione analoga per Grancasa: nelle 16 pagine del suo fl yer de-dicato alla promozione “C’è un’of-ferta per tutti” non appare nean-che un articolo della categoria. Egualmente nel catalogo Fidaty di Esselunga trova posto una sola digital camera, di fascia medio-al-ta, il modello Olympus PEN E-PL7, peraltro con una proposta non di grande richiamo: 14000 Punti Fra-gola e 249 Euro, o 38.900 punti.Più articolate le posizioni degli operatori della GDS, accomunate comunque dal ridotto spazio de-dicato alla tipologia di referenze.Nella promozione “Convenienza Spettacolare” di Unieuro, in esse-re fi no al 5 novembre, alla cate-goria è riservato solo un “piedino” nella 16 pagine del volantone, mentre in “Una pioggia di sconti a Tasso Zero” di Expert, scaduta il 4 novembre, il relativamente mag-gior spazio previsto è però riser-vato a modelli sostanzialmente entry-level. Nel la promozione “Tasso Zero in 10 o 20 rate” di Media World (5-15 novembre), invece, l’intera pa-gina dedicata alle fotocamere si posiziona decisamente più in al-tro, con prezzi che vanno dai 299 euro della Sony ILCE 500 agli 899 della Nikon D5500 con zoom 18-105 VRII.Posizioni intermedie, come gam-ma e spazio dedicato, infi ne, per il “Sottocosto” di Trony e lo “Scon-tiamo tutto del 20%” di Euronics.

Digital camera: si chiude l’otturatore?

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afi a

Esposizione, servizio e assistenza alla vendita riescono ancora a spostare la lancetta di un settore in continuo fermento

di Vittorio Lombardo

il punto vendita fa ancora la diff erenzail punto vendita fa ancora la diff erenzail punto vendita fa ancora la diff erenzail punto vendita fa ancora la diff erenzaFotografi a

gli attori del mercato che in esse hanno sempre trovato importanti margini per le proprie attività.La sostituzione di queste fotoca-mere con quelle, sempre compat-te, di fascia alta e con i modelli ad ottica intercambiabile non è anco-ra tale da poter ripristinare il livel-lo di vendite antecedente la crisi economica, inoltre la diffusione di smartphone sempre più caratte-rizzati da prestazioni di alto livel-

I numeri del mercato fotografi co, nonostante l’impegno di pro-

duttori, distributori e commer-cianti nel rivitalizzarlo tramite eventi, fi ere e concorsi di ogni ge-nere, restano poco incoraggianti e non sembrano ancora in grado di invertire la rotta presa a segui-to della crisi e del continuo calo d’interesse verso le fotocamere compatte di fascia media e bas-sa, vera e propria risorsa per tutti

lo, e con prezzi in continuo calo, non può che rendere ancora più diffi cile la messa a punto di stra-tegie che permettano di invertire la rotta e tornare a numeri posi-tivi. Eppure la strada, per chi voglia mantenere una presenza nel mer-cato fotografi co, è inevitabilmen-te quella della stimolazione degli acquisti attraverso il valore ag-giunto di un ecosistema che fac-

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Esposizione, servizio e assistenza alla vendita riescono ancora a spostare la lancetta di un settore in continuo fermento

di Vittorio Lombardo

il punto vendita fa ancora la diff erenzail punto vendita fa ancora la diff erenzail punto vendita fa ancora la diff erenzail punto vendita fa ancora la diff erenzaFotografi a

gli attori del mercato che in esse hanno sempre trovato importanti margini per le proprie attività.La sostituzione di queste fotoca-mere con quelle, sempre compat-te, di fascia alta e con i modelli ad ottica intercambiabile non è anco-ra tale da poter ripristinare il livel-lo di vendite antecedente la crisi economica, inoltre la diffusione di smartphone sempre più caratte-rizzati da prestazioni di alto livel-

I numeri del mercato fotografi co, nonostante l’impegno di pro-

duttori, distributori e commer-cianti nel rivitalizzarlo tramite eventi, fi ere e concorsi di ogni ge-nere, restano poco incoraggianti e non sembrano ancora in grado di invertire la rotta presa a segui-to della crisi e del continuo calo d’interesse verso le fotocamere compatte di fascia media e bas-sa, vera e propria risorsa per tutti

lo, e con prezzi in continuo calo, non può che rendere ancora più diffi cile la messa a punto di stra-tegie che permettano di invertire la rotta e tornare a numeri posi-tivi. Eppure la strada, per chi voglia mantenere una presenza nel mer-cato fotografi co, è inevitabilmen-te quella della stimolazione degli acquisti attraverso il valore ag-giunto di un ecosistema che fac-

il punto vendita fa ancora la diff erenzaFotografi a

Se i negozi sono

da sempre il

punto di riferimento

per i fotografi che

desiderino ottenere

un supporto tecnico

qualifi cato, oggi anche

la grande distribuzione

organizzata deve

muoversi in tale

direzione

cia sentire l’acquirente al centro di una serie di servizi, oltre che di un mondo di accessori.Se i negozi sono da sempre il pun-to di riferimento per i fotografi che desiderino ottenere un sup-porto tecnico qualifi cato, oggi an-che la grande distribuzione orga-nizzata deve muoversi, e si sta già muovendo, in tale direzione, as-sistendo il cliente nella scelta del prodotto, chiarendo i suoi dubbi,

fornendo insomma quel supporto tipico del negozio di fotografi a, ad esempio attraverso eventi dedi-cati e workshop.Abbiamo voluto integrare le no-stre considerazioni con il parere di chi, nella GDO, si occupa pro-prio di seguire i reparti dedicati alla fotografi a per farci una idea generale di come viene affronta-to questo indubbiamente diffi cile momento.In un mercato che vede sempre più le compatte soppiantate da-gli smartphone, è inevitabile uno spostamento dell’attenzione ver-so prodotti di fascia alta caratte-rizzati da prestazioni ancora non raggiungibili dagli smartphone, dunque compatte premium, brid-ge e refl ex. Le mirrorless, nono-stante i buoni dati di crescita, non sono ancora riuscite a raggiunge-re la refl ex tradizionali nel cuore della gran parte degli appassiona-

Refl ex vs MirrorlessDi fotocamere refl ex ne sono esistite numerose ver-sioni, basti pensare che il primo modello è del 1861, ma fi no agli anni ’30 dello scorso secolo non si sono visti modelli paragonabili alla versione affi nata che uti-lizziamo ancora oggi. E’ solo dopo la Seconda Guerra Mondiale che troviamo fi nalmente in produzione la Zeiss Contax S e la italianissima Rectafl ex “serie 1000” (non una denominazione uffi ciale, ma un modo per di-stinguere le varianti in base al numero di serie), le pri-me refl ex in commercio con un design sostanzialmente identico, negli elementi principali, a quello delle mac-chine moderne, digitali comprese.Il vantaggio principale delle fotocamere refl ex sui mo-delli a telemetro, a mirino galileiano o a mirino spor-tivo è quello di vedere nel mirino esattamente ciò che “vede” l’obiettivo, semplifi cando la composizione. Con l’adozione del pentaprisma da parte di questi due modelli si supera anche l’inconveniente dell’immagi-ne invertita (sopra-sotto, destra-sinistra) delle refl ex con mirino a pozzetto. Dagli anni ’50 in poi, le refl ex continueranno a ricevere interventi migliorativi, affi -namenti, mantenendo però sostanzialmente invaria-to il design che le ha rese così popolari. Fino al 2008 quando Panasonic presenta la Lumix G1, la prima mir-rorless digitale, in particolare un modello del sistema

Micro QuattroTerzi nato per superare i limiti dei mo-delli refl ex ancora legati, per questioni di compatibi-lità, a sistemi progettati negli anni 80. Con mirrorless non si intende semplicemente una fotocamera ad ot-tica intercambiabile priva di specchio, infatti anche una fotocamera a telemetro, come le Leica, rientra in questa descrizione, bensì un nuovo genere di fotoca-mere che unisce il vantaggio tipico della refl ex di in-quadrare attraverso l’obiettivo con la leggerezza e le dimensioni contenute dei sistemi a telemetro, sfrut-tando, per ottenere questo risultato, la novità intro-dotta dal digitale ovvero un sensore che “vede” attra-verso l’obiettivo e invia i dati ad un display posteriore o ad un mirino elettronico.Ad oggi i due maggiori produttori di fotocamere non sembrano ancora interessati ad entrare con decisione nel segmento delle mirrorless, d’altra parte i pur ottimi risultati fatti registrare da chi, al contrario, si è dedicato totalmente alla produzione di questo genere di foto-camere non sono comparabili al valore del segmen-to refl ex, ma a giudicare dagli ultimi annunci e dalle aspettative dei fotografi potremo forse vedere, da qui al 2016, l’introduzione di qualche modello semiprofes-sionale o professionale accompagnato da un corredo di obiettivi più articolato ed interessante.

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cato, infatti l’acquisto di un corpo macchina, refl ex o mirrorless che sia, farà nascere nel fotografo la necessità dell’acquisto di acces-sori, in primo luogo gli obiettivi intercambiabili per completare il proprio corredo, ma anche lam-peggiatori, custodie, schede di memoria, tracolle e ancora obiet-tivi, magari per sostituire i mo-delli di primo prezzo, acquistati assieme al corpo, con versioni di qualità maggiore al crescere del-la passione e delle capacità tec-niche del fotografo, oppure mo-delli specifi ci come quelli per la macrofotografi a o per le riprese architettoniche, caratterizzati da prestazioni inavvicinabili, in tali settori, per i modelli pensati per un impiego generale.Se quindi è il fotografo stesso ad

ti, tanto che i due principali atto-ri del mercato, ancora oggi, non hanno presentato una gamma di prodotti mirrorless ampia e va-riegata come chi ha creduto nel “modello” della fotocamera sen-za specchio fi n dal principio.Questa differenziazione del mer-cato, da un lato gli smartphone, dall’altro ciò che rimane del mer-cato fotografi co, si rifl ette anche nel pubblico degli appassionati che oggi si rivolgono a refl ex o mirrorless alla ricerca delle massi-me prestazioni, oppure alle brid-ge e alle fotocamere premium che uniscono ottime prestazioni a corpi più facilmente gestibili dai fotografi amatoriali.Sono questi clienti, i fotografi ap-passionati e amatoriali, che pos-sono risollevare le sorti del mer-

avere necessità crescenti nel tem-po, è bene valutare con attenzio-ne quali altri prodotti suggerire assieme all’acquisto di un corpo macchina puntando, più che alla realizzazione immediata, ad un’e-sperienza d’acquisto positiva che fi delizzi l’acquirente rendendo il punto vendita anche un punto di riferimento per gli acquisti futuri, riconoscendo in chi lo ha assisti-to esperienza e passione. Sicura-mente gli “indispensabili”, come la scheda di memoria, una borsa per il trasporto o un piccolo trep-piede, possono interessare il neo-fi ta che si avvicina alla fotografi a, ma l’esigenza di accessori più im-portanti e complessi nascerà con la pratica fotografi ca.È su questi aspetti, dunque, che si confrontano negozi specializzati e grande distribuzione, con i pri-mi ancora oggi visti come il luogo dove trovare un consiglio esperto e la seconda tenuta in considera-zione per la convenienza delle of-ferte, eppure oggi la distinzione non è così marcata grazie all’im-pegno della grande distribuzione nel formare il personale preposto alla vendita di oggetti comples-si come fotocamere ed accesso-ri. L’approccio alla vendita, questo sì, segue ancora principi differen-ti con macchine e obiettivi, fatto salva qualche eccezione, general-mente tenuti in vetrine dedicate

Photoshow, un successo rinnovato

Chiusi i battenti, è tempo di bilanci per l’edizione rin-novata 2015 di Photoshow. I numeri, per prima cosa: 17.800 le presenze registrate nei tre giorni dell’evento presso l’esclusiva sede di Superstudio Più, a Milano, un dato ragguardevole che dimostra come la manifesta-zione sia stata in grado di rinnovarsi con successo, of-frendo un programma capace di stimolare l’interesse di fotografi e appassionati che sono stati ben contenti di pagare (per la prima volta) il biglietto d’ingresso ad

un evento decisamente riuscito. Non solo presidio dei 140 marchi dell’imaging, che hanno potuto esporre i propri prodotti e mostrare le più recenti tecnologie, ma anche, o forse soprattutto, cultura fotografi ca, mostre ed eventi in linea con i quattro temi dell’edizione 2015: Fashion, Food, Design, Art & Landscape. Una miscela, quella tra tecnologia e cultura, che in Photoshow 2015 ha fi nalmente trovato il giusto rapporto per richiamare un vasto pubblico.

Una esposizione

dei prodotti

curata può certamente

aiutare nella scelta

del marchio

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all’interno dei negozi specializza-ti, dove non è quindi possibile toc-care con mano il prodotto senza l’assistenza dell’addetto alla ven-dita, o esposti liberamente, divisi per marca, nei punti vendita della grande distribuzione dove è inve-ce possibile prendere confi denza con il prodotto anche senza l’as-sistenza dell’addetto alla vendita, che interviene in un secondo mo-mento per chiarire i dubbi e gui-dare la scelta del cliente.In quest’ottica, una esposizio-ne dei prodotti curata può cer-tamente aiutare nella scelta del marchio, ad esempio sulla base dell’ampiezza del corredo di ot-tiche a disposizione, ma è l’assi-

stenza di personale qualifi cato a fare davvero la differenza nell’in-dividuazione del prodotto: rispet-to alla gran parte dei prodotti dell’elettronica di consumo, dove la necessità del cliente si esau-risce con l’acquisto del prodotto stesso ed eventualmente di qual-che accessorio, in ambito fotogra-fi co l’appassionato non esaurisce le proprie necessità con l’acquisto del corpo macchina, benché in kit, semplicemente perché esse na-scono dall’uso, nel tempo, ed è quindi attraverso una esperienza d’acquisto positiva che si potrà fi -delizzare il cliente ed ottenere co-sì il suo favore per gli acquisti fu-turi.

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cato, infatti l’acquisto di un corpo macchina, refl ex o mirrorless che sia, farà nascere nel fotografo la necessità dell’acquisto di acces-sori, in primo luogo gli obiettivi intercambiabili per completare il proprio corredo, ma anche lam-peggiatori, custodie, schede di memoria, tracolle e ancora obiet-tivi, magari per sostituire i mo-delli di primo prezzo, acquistati assieme al corpo, con versioni di qualità maggiore al crescere del-la passione e delle capacità tec-niche del fotografo, oppure mo-delli specifi ci come quelli per la macrofotografi a o per le riprese architettoniche, caratterizzati da prestazioni inavvicinabili, in tali settori, per i modelli pensati per un impiego generale.Se quindi è il fotografo stesso ad

ti, tanto che i due principali atto-ri del mercato, ancora oggi, non hanno presentato una gamma di prodotti mirrorless ampia e va-riegata come chi ha creduto nel “modello” della fotocamera sen-za specchio fi n dal principio.Questa differenziazione del mer-cato, da un lato gli smartphone, dall’altro ciò che rimane del mer-cato fotografi co, si rifl ette anche nel pubblico degli appassionati che oggi si rivolgono a refl ex o mirrorless alla ricerca delle massi-me prestazioni, oppure alle brid-ge e alle fotocamere premium che uniscono ottime prestazioni a corpi più facilmente gestibili dai fotografi amatoriali.Sono questi clienti, i fotografi ap-passionati e amatoriali, che pos-sono risollevare le sorti del mer-

avere necessità crescenti nel tem-po, è bene valutare con attenzio-ne quali altri prodotti suggerire assieme all’acquisto di un corpo macchina puntando, più che alla realizzazione immediata, ad un’e-sperienza d’acquisto positiva che fi delizzi l’acquirente rendendo il punto vendita anche un punto di riferimento per gli acquisti futuri, riconoscendo in chi lo ha assisti-to esperienza e passione. Sicura-mente gli “indispensabili”, come la scheda di memoria, una borsa per il trasporto o un piccolo trep-piede, possono interessare il neo-fi ta che si avvicina alla fotografi a, ma l’esigenza di accessori più im-portanti e complessi nascerà con la pratica fotografi ca.È su questi aspetti, dunque, che si confrontano negozi specializzati e grande distribuzione, con i pri-mi ancora oggi visti come il luogo dove trovare un consiglio esperto e la seconda tenuta in considera-zione per la convenienza delle of-ferte, eppure oggi la distinzione non è così marcata grazie all’im-pegno della grande distribuzione nel formare il personale preposto alla vendita di oggetti comples-si come fotocamere ed accesso-ri. L’approccio alla vendita, questo sì, segue ancora principi differen-ti con macchine e obiettivi, fatto salva qualche eccezione, general-mente tenuti in vetrine dedicate

Photoshow, un successo rinnovato

Chiusi i battenti, è tempo di bilanci per l’edizione rin-novata 2015 di Photoshow. I numeri, per prima cosa: 17.800 le presenze registrate nei tre giorni dell’evento presso l’esclusiva sede di Superstudio Più, a Milano, un dato ragguardevole che dimostra come la manifesta-zione sia stata in grado di rinnovarsi con successo, of-frendo un programma capace di stimolare l’interesse di fotografi e appassionati che sono stati ben contenti di pagare (per la prima volta) il biglietto d’ingresso ad

un evento decisamente riuscito. Non solo presidio dei 140 marchi dell’imaging, che hanno potuto esporre i propri prodotti e mostrare le più recenti tecnologie, ma anche, o forse soprattutto, cultura fotografi ca, mostre ed eventi in linea con i quattro temi dell’edizione 2015: Fashion, Food, Design, Art & Landscape. Una miscela, quella tra tecnologia e cultura, che in Photoshow 2015 ha fi nalmente trovato il giusto rapporto per richiamare un vasto pubblico.

Una esposizione

dei prodotti

curata può certamente

aiutare nella scelta

del marchio

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le modalità di consumo, creando il desiderio e la domanda di mac-chine con sistema a capsule. L’e-spansione crescerà fi no a quan-do continueranno gli investimenti pubblicitari che lavorano su aspetti emotivi e funzionali. In ogni caso i margini di crescita sono ancora ab-bastanza ampi”. “Il caffè è la bevanda più consu-mata al mondo dopo l’acqua, e in Italia rimane un punto saldo della nostra cultura”, ha aggiunto Lore-

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di Marco Passarello

Il caff è non conosce crisi

Nell’andamento generalmente deludente dei piccoli elettro-

domestici negli anni appena tra-scorsi, il settore che ha fatto ecce-zione è quello delle macchine per il caffè espresso, che ha segnato crescite a due cifre anche quan-do la crisi mordeva ferocemente, e prosegue anche quest’anno la sua corsa, totalizzando secondo i le rilevazioni GfK una crescita del 13,9% a volume e del 7,9% a valo-re nel periodo compreso tra genna-io e agosto. Protagoniste assolute sono ancora una volta le macchine a capsula, le cosiddette a porziona-to chiuso, che costituiscono ormai il 60% del volume del mercato e sono cresciute del 34,4% a volume nel periodo suddetto, a fronte di un arretramento delle altre categorie,

na Gobbi, trade marketing mana-ger IBU per Hotpoint . “Alla luce di questi fattori non sorprende che il business delle macchine da caf-fè abbia conosciuto negli anni un vera e propria esplosione. Ci augu-riamo che il settore possa vanta-re ancora trend in crescita positiva, ma per ottenere questo dobbiamo continuare ad investire sull’inno-vazione”.Secondo Michela Viaggi, senior product manager di Ariete, “Previ-

Continua la tendenza positiva per le macchine da caffè espresso: una rivoluzione nei consumi

le macchine a cialde (-9,1%) e le superautomatiche con caffè in gra-ni (-2,3%, anche se in questo caso si ha comunque una crescita a va-lore del 6,7%). Quali sono le ragioni di una crescita così impetuosa?

Un cambiamento di paradigmaSecondo Marco Cavallaro, trade marketing manager per De’ Lon-ghi, “I forti investimenti dei pro-duttori di capsule hanno stravolto

sioni sul futuro del segmento sono quanto mai rischiose, ma il trend non mostra al momento segnali di frenata. A ben vedere non si tratta di una moda, ma di un vero e pro-prio cambio di paradigma nel con-sumo di caffè che, unendo pratici-tà, status e da ultimo convenienza quanto meno nell’acquisto della macchina, sta aumentando pro-gressivamente la sua penetrazio-ne nelle famiglie italiane, soprat-tutto quelle più giovani e con un

elevato tenore di vita. Tuttavia è un fatto che prima di questo ripo-sizionamento il mercato soffriva, e che la ripresa è stata registrata proprio in concomitanza con la po-litica di prezzo”.

“Merito” delle promozioni “selvagge”? Si tratta quindi di un boom dro-gato da promozioni selvagge? “La politica perseguita dai produttori di macchine a porzionato chiuso ha di fatto trasformato la mac-china in un benefit nell’acquisto della capsula”, prosegue Miche-la Viaggi. “Ma, a prescindere dai risultati economici derivanti dal-la strategia promozionale, la sta-gione che stiamo vivendo, carat-terizzata dal curioso binomio cri-si e consumo di caffè in capsula a 48 Euro al kg (contro i 9 del caffè in polvere), ci insegna molto cir-ca il consumatore di oggi. Il vento della crisi porta non tanto a scelte dettate dal risparmio, bensì dalla ‘convenienza’, fattore comples-so e dalle molteplici sfaccettatu-re. Il segreto del successo sta nel saper intercettare le esigenze più o meno latenti di un consumatore che vive sempre più nel presente, ed è disposto a spendere laddove venga offerta la giusta risposta al-le sue aspettative”.“In un mercato in naturale crescita come quello del porzionato chiuso non crediamo che la politica del-le promozioni ‘selvagge’ paghi, né per l’industria né per il trade”, af-ferma Marco Cavallaro. “In Italia il

mercato vive di una competizione molto forte tra marchi: i follower sono molto aggressivi, e i leader rispondono con promozioni di va-lore (regalo o buono sconto per acquisto capsule) e in determina-ti periodi applicando delle promo-zioni di prezzo solo su referenze selezionate”. In ogni caso, anche Roberto Ran-zoni, marketing manager di Bia-letti, pensa che alle promozioni ci sia un limite: “Attivare una politica promozionale è sicuramente una strategia a cui siamo favorevoli, ma non bisogna arrivare al limite estremo delle promozioni selvag-ge, alla svendita dei prodotti. Pro-durre macchine di qualità ha costi più alti, quindi anche il consumato-re deve essere disposto a investire qualcosa in più per un prodotto ec-cellente in termini di funzionalità e gusto”.

La nicchia delle superautomaticheCome abbiamo visto le macchine superautomatiche, pur calando a volume, crescono a valore. “Quel-lo delle full automatic è un seg-mento di nicchia e di fascia alta”,

spiega Michela Viaggi, “nel quale si registra la naturale convergenza verso il top in qualità e assisten-za, rivolto a un pubblico esperto e altamente specializzato, oppure al mondo professionale, che non so-no disposti a rinunce”. Per Marco Cavallaro “Questa per ora è ancora di una nicchia di mercato, che però è tale per la mancata conoscenza della categoria da parte dei con-sumatori. Quando sono spiegate le caratteristiche delle superautoma-tiche, i consumatori apprezzano la categoria e sono disposti a pa-gare il prezzo superiore”. Opinio-ne confermata da Martina Zilio, marketing manager di Philips/Saeco: “Grazie all’educazione sul-la categoria, il consumatore riesce ad apprezzare le funzionalità e i benefici di una full automatic ed è disposto a fare un investimento superiore a vantaggio della qua-lità del risultato”. E Lorena Gobbi precisa: “Bisogna sensibilizzare il consumatore su tematiche come il risparmio e la qualità del risultato del caffè in tazza, intesa anche co-me esperienza personalizzata gra-zie alla varietà dell’offerta delle miscele”.

Michela Viaggi, ArieteLorena Gobbi, HotpointMarco Cavallaro, De’ Longhi

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le modalità di consumo, creando il desiderio e la domanda di mac-chine con sistema a capsule. L’e-spansione crescerà fi no a quan-do continueranno gli investimenti pubblicitari che lavorano su aspetti emotivi e funzionali. In ogni caso i margini di crescita sono ancora ab-bastanza ampi”. “Il caffè è la bevanda più consu-mata al mondo dopo l’acqua, e in Italia rimane un punto saldo della nostra cultura”, ha aggiunto Lore-

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di Marco Passarello

Il caff è non conosce crisi

Nell’andamento generalmente deludente dei piccoli elettro-

domestici negli anni appena tra-scorsi, il settore che ha fatto ecce-zione è quello delle macchine per il caffè espresso, che ha segnato crescite a due cifre anche quan-do la crisi mordeva ferocemente, e prosegue anche quest’anno la sua corsa, totalizzando secondo i le rilevazioni GfK una crescita del 13,9% a volume e del 7,9% a valo-re nel periodo compreso tra genna-io e agosto. Protagoniste assolute sono ancora una volta le macchine a capsula, le cosiddette a porziona-to chiuso, che costituiscono ormai il 60% del volume del mercato e sono cresciute del 34,4% a volume nel periodo suddetto, a fronte di un arretramento delle altre categorie,

na Gobbi, trade marketing mana-ger IBU per Hotpoint . “Alla luce di questi fattori non sorprende che il business delle macchine da caf-fè abbia conosciuto negli anni un vera e propria esplosione. Ci augu-riamo che il settore possa vanta-re ancora trend in crescita positiva, ma per ottenere questo dobbiamo continuare ad investire sull’inno-vazione”.Secondo Michela Viaggi, senior product manager di Ariete, “Previ-

Continua la tendenza positiva per le macchine da caffè espresso: una rivoluzione nei consumi

le macchine a cialde (-9,1%) e le superautomatiche con caffè in gra-ni (-2,3%, anche se in questo caso si ha comunque una crescita a va-lore del 6,7%). Quali sono le ragioni di una crescita così impetuosa?

Un cambiamento di paradigmaSecondo Marco Cavallaro, trade marketing manager per De’ Lon-ghi, “I forti investimenti dei pro-duttori di capsule hanno stravolto

sioni sul futuro del segmento sono quanto mai rischiose, ma il trend non mostra al momento segnali di frenata. A ben vedere non si tratta di una moda, ma di un vero e pro-prio cambio di paradigma nel con-sumo di caffè che, unendo pratici-tà, status e da ultimo convenienza quanto meno nell’acquisto della macchina, sta aumentando pro-gressivamente la sua penetrazio-ne nelle famiglie italiane, soprat-tutto quelle più giovani e con un

elevato tenore di vita. Tuttavia è un fatto che prima di questo ripo-sizionamento il mercato soffriva, e che la ripresa è stata registrata proprio in concomitanza con la po-litica di prezzo”.

“Merito” delle promozioni “selvagge”? Si tratta quindi di un boom dro-gato da promozioni selvagge? “La politica perseguita dai produttori di macchine a porzionato chiuso ha di fatto trasformato la mac-china in un benefit nell’acquisto della capsula”, prosegue Miche-la Viaggi. “Ma, a prescindere dai risultati economici derivanti dal-la strategia promozionale, la sta-gione che stiamo vivendo, carat-terizzata dal curioso binomio cri-si e consumo di caffè in capsula a 48 Euro al kg (contro i 9 del caffè in polvere), ci insegna molto cir-ca il consumatore di oggi. Il vento della crisi porta non tanto a scelte dettate dal risparmio, bensì dalla ‘convenienza’, fattore comples-so e dalle molteplici sfaccettatu-re. Il segreto del successo sta nel saper intercettare le esigenze più o meno latenti di un consumatore che vive sempre più nel presente, ed è disposto a spendere laddove venga offerta la giusta risposta al-le sue aspettative”.“In un mercato in naturale crescita come quello del porzionato chiuso non crediamo che la politica del-le promozioni ‘selvagge’ paghi, né per l’industria né per il trade”, af-ferma Marco Cavallaro. “In Italia il

mercato vive di una competizione molto forte tra marchi: i follower sono molto aggressivi, e i leader rispondono con promozioni di va-lore (regalo o buono sconto per acquisto capsule) e in determina-ti periodi applicando delle promo-zioni di prezzo solo su referenze selezionate”. In ogni caso, anche Roberto Ran-zoni, marketing manager di Bia-letti, pensa che alle promozioni ci sia un limite: “Attivare una politica promozionale è sicuramente una strategia a cui siamo favorevoli, ma non bisogna arrivare al limite estremo delle promozioni selvag-ge, alla svendita dei prodotti. Pro-durre macchine di qualità ha costi più alti, quindi anche il consumato-re deve essere disposto a investire qualcosa in più per un prodotto ec-cellente in termini di funzionalità e gusto”.

La nicchia delle superautomaticheCome abbiamo visto le macchine superautomatiche, pur calando a volume, crescono a valore. “Quel-lo delle full automatic è un seg-mento di nicchia e di fascia alta”,

spiega Michela Viaggi, “nel quale si registra la naturale convergenza verso il top in qualità e assisten-za, rivolto a un pubblico esperto e altamente specializzato, oppure al mondo professionale, che non so-no disposti a rinunce”. Per Marco Cavallaro “Questa per ora è ancora di una nicchia di mercato, che però è tale per la mancata conoscenza della categoria da parte dei con-sumatori. Quando sono spiegate le caratteristiche delle superautoma-tiche, i consumatori apprezzano la categoria e sono disposti a pa-gare il prezzo superiore”. Opinio-ne confermata da Martina Zilio, marketing manager di Philips/Saeco: “Grazie all’educazione sul-la categoria, il consumatore riesce ad apprezzare le funzionalità e i benefici di una full automatic ed è disposto a fare un investimento superiore a vantaggio della qua-lità del risultato”. E Lorena Gobbi precisa: “Bisogna sensibilizzare il consumatore su tematiche come il risparmio e la qualità del risultato del caffè in tazza, intesa anche co-me esperienza personalizzata gra-zie alla varietà dell’offerta delle miscele”.

Michela Viaggi, ArieteLorena Gobbi, HotpointMarco Cavallaro, De’ Longhi

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Arriva il caff è americano?L’espresso italiano conquisterà de-fi nitivamente i mercati esteri, o sa-ranno invece gli italiani a cedere al fascino di modelli di consumo af-fermatisi altrove, come suggerisce l’annunciato arrivo nel nostro Pae-se della catena statunitense Star-bucks? Secondo Katalin Csörgöl, product line manager di Electro-lux, “L’arrivo di grandi brand che sviluppano fi losofi e alternative al caffè espresso potrà sicuramente aiutare gli italiani ad ampliare le proprie abitudini, come del resto è già successo in altri casi. Se i con-sumatori siano sensibili o meno lo vedremo, a noi il compito di offrire loro la possibilità di scegliere”.Di parere simile Michela Viag-gi: “Gli usi e consumi di bevan-de calde si stanno globalizzando. Anche i dati di mercato indicano, per quanto ancora ad uno stato embrionale, la tendenza anche in Italia all’acquisto delle cosiddette ‘drip coffee’. Del resto, tantissime sono le comunità straniere ormai radicate in Italia con il loro apporto culturale, e noi Italiani siamo ogni giorno più cittadini del mondo. Ci aspettiamo pertanto un crescente

Anche per Marco Cavallaro “L’e-spresso e le bevande a base di caffè si stanno diffondendo an-che all’estero ed è per questo mo-tivo che in molti paesi stranieri il mercato delle macchine superau-tomatiche è molto più sviluppa-to rispetto all’Italia. Crediamo che l’eventuale successo di Starbucks infl uenzerà il consumo di caffè al bar ma non intaccare, a breve pe-riodo, la tradizionale modalità di preparazione del caffè nelle case italiane. Per le macchine “drip” sembra che per ora in Italia non si riscontri una rilevante crescita”. D’accordo anche Roberto Ranzoni “La notizia dell’arrivo di Starbucks non ci preoccupa, poiché il servizio offerto da questo tipo di locale non è tanto sul caffè in sé, quanto sul-la possibilità di gustarsi una pau-sa attraverso una vasta gamma di bevande calde e dolci”.

Ariete: l’artista del cappuccinoCome ci ha spiegato Michela Viag-gi, “Ariete ha scelto la strada del-la cialda ESE per i diversi vantaggi che offre: mantiene fresco il caffè, è un sistema aperto che consente di passare da una marca di torre-fattore all’altra, e ha costi contenu-ti rispetto alla capsula”. L’azienda prosegue la partnership con il tor-refattore Kimbo, con cui presenta Konsuelo Cappuccino, macchina da caffè multiuso con cappuccinatore. È molto pratica, con soli due tasti, e vassoio e serbatoio facilmente estraibili e lavabili. Il cappuccina-tore ha tre funzioni: “scalda”, “scal-da e monta” e “monta a freddo”, consentendo la preparazione di cappuccino, crema di latte, latte macchiato, caffè shakerato, cioc-colata…

Bialetti: fatto col cuoreBialetti, sinonimo di caffè per gli italiani dai tempi della famosa Mo-ka Express, propone Cuore, “la pri-ma e sola macchina per caffè so-spesa”: un cuore perfetto che pog-gia su un supporto in metallo sa-tinato progettato per assicurare la massima stabilità. Un regalo idea-le non solo per personalità estrose e amanti del design, ma anche per chi ricerca le massime prestazioni tecnologiche: è dotata di un nuovo gruppo di erogazione brevettato che garantisce la perfetta estrazio-ne del caffè, esaltando le pregiate miscele racchiuse nelle esclusive capsule Bialetti - I Caffè d’Italia.

De’ Longhi: come lo vuoi tuDe Longhi presenta Eletta Cappuc-cino Top: la superautomatica per un cappuccino cremoso, con una densa schiuma di latte, sempre alla temperatura perfetta. Il pan-nello di controllo in metallo con tasti soft touch rende immediato e semplice l’uso. Oltre ai pulsanti

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Roberto Ranzoni, Bialetti

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interesse verso questo segmento di mercato”. D’altra parte, per Lorena Gobbi “ll caffè italiano si sta sicuramente in-serendo con forza anche nei mer-cati stranieri, soprattutto grazie al-le attività di grandi brand come illy o Lavazza che si stanno focalizzan-do adesso sull’apertura di negozi monomarca. Credo che una parte importante dell’interesse destato in Italia da Starbucks sia legato al-lo stile e alla varietà di offerta, che non si focalizza sul caffè espresso, ma su una tipologia di bevande molto più complesse e dal gusto più impegnativo. L’espresso resta molto legato all’italianità”.

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per Cappuccino, Caffellatte e Lat-te Macchiato, Eletta dispone della funzione Milk Menu per scegliere tra latte caldo, Flat White, Espres-so Macchiato e il “My Milk”, per memorizzare la propria bevanda preferita.

Electrolux: il caffè americanoElectrolux non ha al momento una linea di macchine per il caf-fè espresso a marchio proprio, e punta invece sul caffè all’america-na. Nelle parole di Katalin Csörgöl, “La nostra gamma non è un’alter-nativa al caffè espresso ma un ampliamento di prospettiva con cui vogliamo offre ai consumatori la possibilità di scegliere come vi-vere la colazione o un momento di relax”. Ammiraglia della linea è la Expressionist EKF7800, dotata del sistema spargiacqua ProBrew per una discesa più omogenea dell’acqua e un sapore più inten-so, e del selettore Aroma Strength per la scelta personalizzata di in-tensità di gusto ed aroma.

Katalin Csörgöl, ElectroluxMartina Zilio, Philips/Saeco

Gaggia: come al barMarchio celebre per le macchine da bar, Gaggia cerca di riprodurne la performance nelle sue macchi-ne casalinghe. Le due superauto-matiche della gamma Naviglio, Black e Deluxe, sono di facile uti-lizzo, progettate per ottenere un caffè di alta qualità premendo un solo tasto (la Deluxe è dotata an-che di cappuccinatore). La gamma di macchine manuali Carezza, dal look anni ’60, propone elementi della tradizione Gaggia come il ter-mometro della temperatura in cal-daia, la coppa portafiltro a doppia camera pressurizzata “crema per-fetta”, la manopola di controllo va-pore frontale,il sistema di risciac-quo automatico e il piano scalda-tazze in acciaio.

Hotpoint: lungo o ristretto?La proposta di Hotpoint è la mac-china UNO CAPSULE SYSTEM CM HB QBG0, dotata di interfaccia a sfioramento, comandi per il caffè lungo e ristretto, poggiatazze re-

golabile, e funzione stand by per il risparmio di energia. Utilizza cap-sule del sistema UNO, in collabora-zione con Illy e Kimbo.

Lavazza: a modo suoTra i principali produttori di caf-fè italiani, Lavazza si appoggia a Electrolux per la produzione di macchine in grado di valorizza-re i suoi caffè della linea A Modo Mio, disponibili in tante variazioni di gusto: Soave, Dek Cremoso, De-lizioso, Passionale, Intenso, Magia, Divino,¡Tierra! (ecosostenibile) e Lungo Dolce. Di recente la gam-ma si è allargata a Orzo e Caffè Ginseng. Tra le macchine propo-ste segnaliamo Magia, con dispay touch e la possibilità di impostare la temperatura finale del caffè. Per chi ama le bevande a base di lat-te, invece, Fantasia è invece il mo-dello provvisto di cappuccinatore, mentre Minù è la prima macchina dotata di montalatte a induzione magnetica.

Gocce di caffè: compatibili con gustoCon il diffondersi delle macchine per fare l’espresso in casa si allarga anche il mercato delle cialde e capsule compatibili destinate agli intenditore. Tra queste la li-nea Gocce di Caffè prodotta da SOEDIS, dichiarate com-patibili con ogni macchina di tipo Nespresso. Le capsule brevettate consentono di inserire 6,5 grammi di caffè in ciascuna, una quantità finora superiore rispetto a ogni

altro marchio. Le capsule sono sigillate in astucci salva-freschezza, che le mantengono fresche riducendo nel contempo la dimensione degli imballi. Tutta la filiera di produzione è rigorosamente Made in Italy, e la gamma comprende varie gradazioni di intensità (Classico, Estre-mo, Robusto e Puro), insieme a variazioni come Ginseng, Orzo e Mokaccino.

Nespresso: rifacciamoci il lookLa grande multinazionale del caf-fè ha rinnovato la sua macchina Pixie proponendo Pixie Clips, do-tata di pannelli laterali intercam-biabili: per regalarle un nuovo lo-ok basta scegliere tra una vasta gamma di cover in materiale po-limerico, sostituibili in pochi se-condi. All’acquisto sono in dotazione due coppie, altre 12 sono acquistabili separatamente. L’ideale per pro-vare Tribute to Milano e Tribute to Palermo, i due nuovi ristretti che rendono omaggio alla diver-sità e alla ricchezza della cultura italiana del caffè, ispirandosi alle atmosfere di due città dalle carat-teristiche distintive, Milano e Pa-lermo.

Philips Saeco: esperienza personalizzataCome ci ha spiegato Martina Zilio, Saeco festeggia il 30° anniversa-rio con Gran Baristo Avanti, una superautomatica che permette di personalizzare secondo il proprio gusto una varietà di 18 bevande tramite un dispositivo smart: ba-sta scaricare l’applicazione Saeco Avanti sul tablet o sullo smartpho-ne e impostare una connessio-ne sicura con GranBaristo trami-te Bluetooth 4.0. L’app consente di personalizzare totalmente l’e-sperienza “dal chicco alla tazza”: memorizza intensità, lunghezza, temperatura e sapore di ogni be-vanda. È ideale anche per condividere il caffè con gli amici: ognuno potrà personalizzare le proprie speciali-tà, e l’app le preparerà una dopo l’altra.

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La tecnologia inverter è stata introdotta in numerosi elettrodomestici, facendo risparmiare energia e diminuendo la rumorosità

velocità. Infatti la frequenza del-la corrente alternata e la velocità di rotazione di un motore elettri-co sono strettamente legate. Un motore alimentato direttamente con la corrente di rete può girare solo alla velocità predeterminata. La presenza di un inverter, invece, permette di controllarne velocità e potenza. È evidente come questo può con-tribuire al risparmio energetico: normalmente un motore elettri-co funziona a una sola velocità, e quindi può essere solo acceso o spento; l’inverter, invece, con-sente di graduarne la potenza a

Cambia verso ai consumi

tech

nolo

gy

In questi ultimi anni si è fatto un gran parlare della cosiddetta

“tecnologia inverter”. Resa obbli-gatoria dai regolamenti europei per varie categorie di elettrodo-mestici, permette di ridurre il con-sumo di elettricità, anche se a un costo iniziale un po’ più elevato. Ma in che cosa consiste, e perché fa risparmiare?

Un nome inappropriatoDobbiamo dire innanzitutto che il nome che viene utilizzato per de-fi nire questa tecnologia è un po’ inappropriato. Tecnicamente, in-fatti, l’”inverter” sarebbe quel di-spositivo che consente di trasfor-mare la corrente continua (quella che scorre in una sola direzione, e che viene utilizzata per alimenta-re i dispositivi elettronici; di solito viene emessa da pile e batterie) in corrente alternata (quella che cambia direzione decine di vol-te al secondo, e viene usata per il trasporto a distanza di energia attraverso le linee elettriche). Nel linguaggio comune, tuttavia, si defi nisce “inverter” anche la combinazione di un inverter vero e proprio con il suo opposto: un raddrizzatore, cioè un dispositivo capace di convertire la corrente alternata in continua.

Controllo della velocitàQuello che abbiamo appena de-scritto è un dispositivo che rice-ve della corrente alternata, la tra-sforma in continua, e poi la tra-sforma nuovamente in alternata. Detto in questo modo, sembra qualcosa di fantasticamente inu-tile. Ciò che bisogna aggiungere è che la corrente alternata risul-tante può avere tensione e fre-quenza diverse rispetto a quella di origine. Questo è molto utile nel caso in cui la corrente vada ad alimentare un motore elettrico, poiché consente di controllarne la

Resa obbligatoria

dai regolamenti

europei per varie

categorie di

elettrodomestici,

permette di ridurre il

consumo di elettricità,

anche se a un costo

iniziale un po’ più

elevatoVERSO

di Marco Passarello

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La tecnologia inverter è stata introdotta in numerosi elettrodomestici, facendo risparmiare energia e diminuendo la rumorosità

seconda delle necessità, a bene-fi cio dei consumi. E c’è anche il vantaggio collaterale di una mi-nore rumorosità, dato che il mo-tore raggiunge il massimo dei giri solo quando è strettamente ne-cessario, e non nel caso di brevi accensioni.

Onde quadre

e sinusoidi

Il tipo più semplice di inverter è quello che modula la corrente se-condo un’onda quadra; in pratica, cambia a intervalli regolari la di-rezione del fl usso della corrente in modo estremamente rapido. Una corrente alternata secon-do un’onda quadra è diversa da quella che viaggia normalmente nei cavi della rete elettrica, il cui verso cambia in modo molto me-no brusco, seguendo una morbi-da sinusoide. Certi dispositivi, in particolare i circuiti elettronici, non gradisco-no affatto essere alimentati con un’onda quadra, e possono mal-funzionare o rompersi se questo succede. Quando però si usa un inverter per pilotare un motore elettrico allo scopo di regolarne il funzio-namento, tuttavia, si utilizza ap-positamente un’onda quadra, la cui ampiezza viene a sua volta modulata. Modulando la durata degli impulsi dell’onda quadra è possibile regolare con precisione la quantità di energia che viene trasmessa, senza causare sprechi e dissipazioni.Questa tecnica, detta pulse width modulation (PWM, o modulazione di ampiezza di impulso), permet-

te di regolare indipendentemente la velocità e il momento di un mo-tore elettrico trifase. Un regolato-re digitale effettua la modulazio-ne in modo tale che il rapporto tra velocità e potenza del motore sia tale da minimizzare gli sprechi. Il complesso del motore e dell’in-verter è detto variable frequency drive, motore a frequenza varia-bile.

Voluto dalle

norme europee

Ovviamente un motore a frequen-za variabile con inverter è più complesso ed ha un costo più ele-vato rispetto a un semplice moto-re elettrico capace di essere solo

“acceso” o “spento”, ma la diffe-renza è rapidamente ammortiz-zabile grazie al miglior rendimen-to e conseguente minor consumo di energia. L’impiego della tecnologia inver-ter è stato fortemente incremen-tato dalla cosiddetta direttiva ERP (Energy Related Products, prodot-ti relativi all’energia), promulga-ta nel 2009 e diventata esecutiva nel 2013, e che si pone l’obiettivo di far calare del 20% il consumo di energia europeo e le emissioni di biossido di carbonio entro il 2020. La direttiva non obbliga esplici-tamente all’uso della tecnologia inverter, tuttavia pone per alcu-ne categorie di elettrodomestici, come i condizionatori d’aria, degli obiettivi di effi cienza energetica e di silenziosità che attualmente non sono raggiungibili senza far-ne uso.

Condizionatori

e frigoriferi,

ma non solo

A trarre maggiore benefi cio dalla tecnologia inverter sono in primo luogo i condizionatori d’aria, che una volta raggiunta la tempera-tura programmata nella stanza possono mantenerla funzionando a un regime minimo, mentre con la precedente tecnologia (deno-minata “on/off”) erano costretti

a continue riaccensioni e spegni-menti che facevano aumentare sia il consumo, sia la rumorosità. Un discorso analogo vale per i fri-goriferi. Ma gli inverter possono trovare posto in qualunque elettrodome-stico necessiti di un motore a ve-locità variabile, come per esem-pio le lavatrici. Rispetto ai moto-ri a corrente continua, che sono l’alternativa per quanto riguarda la velocità variabile, infatti, l’in-verter può vantare non solo una precisione molto maggiore nel controllo della velocità, ma anche una maggiore affi dabilità. I moto-ri in continua, infatti, fanno uso di spazzole per il contatto, che spre-cano energia, causano surriscal-damento e si consumano troppo in fretta. L’inverter vince perciò su tutti i fronti.

Il tipo più semplice

di inverter è

quello che modula

la corrente secondo

un’onda quadra

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TP Vision:il rilancio passa dal trade

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Metti insieme un marchio sto-rico dell’elettronica di con-

sumo, tecnologie all’avanguardia in fatto di visione delle immagini, connettività, entertainment e illu-minazione, e la capacità produtti-va di una grande multinazionale dell’estremo oriente, e il gioco è fatto.TP Vision è proprio la somma di tutto questo, nata dallo spin-off del business Tv di Royal Philips Electronics, fusosi assieme al co-losso asiatico TPV, a cui ha porta-to in dote una lunga tradizione di innovazione e piattaforme tecno-logiche davvero all’avanguardia.Dopo un periodo di assestamento, immediatamente successivo pro-prio a questa importante allean-za, l’azienda olandese ha dato il via a una fase di rilancio allo sco-po di riconquistare il giusto ruo-lo di leader all’interno del mondo della consumer electronics italia-na, forte anche dei risultati di un complesso processo di rinnova-

azie

nde

te e destinate a sottolinearne i plus. In seconda analisi abbiamo poi scelto per una comunicazione un po’ ‘alternativa’, come cam-pagne di banner, pagine sulle ri-viste dei retailer e, ultimamente, con una presenza sul Corriere del-la Sera e La Gazzetta dello Sport, in occasione dell’arrivo in Italia di Netfl ix”. “Anche per il prossimo anno con-tinueremo con questa nostra stra-tegia comunicativa”, continua Ca-vallari. “Una grossa parte degli investimenti e del lavoro sarà de-dicata infatti ai punti vendita, poi-ché continuiamo a essere convin-ti che la scelta fi nale da parte del consumatore viene fatta in nego-zio, e avere un prodotto corretta-mente esposto, con le corrette in-formazioni, e correttamente spie-gato dai commessi è una cosa di fondamentale importanza”. “Una delle priorità per il prossimo anno sarà appunto la formazio-ne”, aggiunge a tal proposito Sara

Lo storico marchio dell’elettronica di consumo si ripropone sul mercato forte della sua natura innovativa e di una nuova organizzazione interna

con un andamento del tutto gra-duale – continua Uslenghi - e non drogata da operazioni promo-zionali particolarmente ‘spinte’. Chiuderemo quest’anno di poco al di sotto del 10% di market share, per poi puntare subito al doppio digit nel Q1 del 2016, un anno per noi molto importante, in cui pun-teremo a crescere. Un altro im-portante obiettivo sarà poi anche quello di ringiovanire il marchio, allo scopo di avvicinarlo al target degli utenti giovani”.“Per ricostruire i rapporti con i re-tailer abbiamo puntato innanzi-tutto a rinnovare e innovare i pun-ti vendita, al fi ne di ricominciare a far sentire la nostra presenza sul mercato”, gli fa eco Diego Caval-lari, Business & Marketing Direc-tor di TP Vision Italia. “Abbiamo scelto per cui di investire in una comunicazione molto focalizzata sui nostri maggiori pilastri, come Ambilight, Android e Ultra HD, per mezzo di isole espositive dedica-

di Roberto Bonin

mento interno che hanno portato a una struttura molto più giovane e snella e alla composizione di un nuovo management.“Siamo riusciti a ristabilizzare il nostro business che, dallo spin-off di TP Vision da Philips, ha avu-to alti e bassi”, spiega Michele Uslenghi, Sales Director di TP Vi-sion Italia. “Il nostro primo obiet-tivo è stato quello di ricostruire la credibilità del brand. Abbiamo intrapreso un percorso molto gra-duale, e siamo ripartiti con tut-te le insegne più importanti del mercato, arrivando a registrare una crescita a doppia cifra deci-samente importante. Nell’ultimo anno siamo cresciuti infatti di cir-ca il 30% rispetto al 2014 sia a va-lore che quantità”. “Si tratta di una crescita ‘sana’ e

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Guzzetti, Trade Marketing Mana-ger di TP Vision Italia. “Proprio per questo motivo abbiamo iniziato a condividere un progetto con l’in-ternazionale che ci vede come pilot e tester in Europa. Si tratta di un progetto di formazione to-talmente digitale in modalità e-learning, in partenza il prossimo mese di febbraio, costituito da un bouquet di applicazioni, che con-sentirà al commesso di accedere a differenti pacchetti formativi suddivisi in capitoli, con aggiorna-menti cadenzati nell’arco dell’an-no, in modo da tenersi aggiornato in tutta comodità”.Tra le attività di comunicazione, infi ne, bisogna anche segnalare anche “Darklight” uno spettaco-lare cortometraggio di mountain bike, l’ultimo dei fi lmati notturni sugli sport estremi di “Beyond the Ordinary”, la campagna di succes-so realizzata proprio per dimo-strare l’impatto della tecnologia unica di Ambilight.

La nuova line-upLe più importanti novità di TP Vi-sion in arrivo sul mercato italiano, le abbiamo potute assaporare nel grande stand Philips in occasio-ne dell’ultima edizione dell’IFA di Berlino; novità tra cui la nuo-va tecnologia Ambilux ha sicura-mente ha sicuramente lasciato il segno, soprattutto per la spetta-colarità delle immagini riprodotte a video, nonché per l’effetto dav-vero sorprendente che è in grado di creare nell’ambiente in cui vie-ne collocato il televisore. In più, sempre all’interno dello spazio espositivo del marchio olandese si sono anche potuti apprezzare i plus della piattaforma Android applicata ai Tv; plus che permet-tono di godere, direttamente sul grande schermo del salotto di casa, di tutte quelle applicazio-ni e funzionalità dell’Appstore di Google contenute nei moderni smartphone e tablet: dall’infor-mazione in real time, a contenuti video in streaming e on-demand, fi no ad arrivare al gaming e alle utility per il lavoro e la vita di tutti i giorni.“Abbiamo un portafoglio prodot-ti molto equilibrato per il nostro mercato”, precisa a tal proposito Michele Uslenghi. “Il mercato ita-liano è purtroppo ancora un mer-cato più di volume che di valore, e appunto per questo motivo negli ultimi tempi ci siamo più focaliz-zati nella parte più entry, lascian-do il presidio più deciso delle fa-sce hi-end per il prossimo anno”. Proprio nella parte hi-end del

Il nostro primo

obiettivo è stato

quello di ricostruire la

credibilità del brand

mercato si colloca il fl agship della nuova line-up di prodotti, il mo-dello 8901, dotato del sistema Ambilight projection, che utiliz-za righe di LED montate sul re-tro dell’apparecchio per creare un alone di luce colorata sulla parete dietro al TV. I colori vengono ab-binati esattamente al contenuto dello schermo per creare l’illusio-ne di un’immagine più grande e per fornire un’esperienza visiva ancora più piacevole. Philips Am-biLux 4k Ultra HD TV ha una riso-luzione quattro volte maggiore ri-spetto a quella di un tradizionale televisore Full HD. Inoltre la tec-nologia di upscaling Ultra Resolu-tion assicura che tutte le immagi-ni, indipendentemente dalla fon-te originale, siano riprodotte con lo stesso dettaglio e la nitidezza di immagini native Ultra HD.

Sara GuzzettiDiego CavallariMichele Uslenghi

Per visualizzare la videointervista

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tore

di Roberto Bonin

ruolo di leadership, iniziando però un percorso di rinnovamento che vede proprio il suo culmine – o per meglio dire realizzazione – in occa-sione del suo primo quarto di se-colo di storia. Teatro delle celebra-zioni, il primo punto vendita stori-co di Curno (Bergamo), quello che ha visto nascere l’insegna nel no-stro Paese nel lontano ottobre del 1991: un punto vendita che, pro-prio per la sua storicità, fungerà da “pilota” (insieme a quello situato all’interno del centro commerciale “Oriocenter” di Orio al Serio) per il nuovo format della catena.“Avevamo bisogno di dare un forte segnale di rinnovamento e abbia-mo voluto farlo proprio dove l’a-zienda è nata 25 anni fa”, ha di-chiarato a tal proposito Joachim

Rösges, CEO di Mediamarket. “È stato un anno complesso e den-so di cambiamenti soprattutto per il mercato italiano dell’elettroni-ca di consumo, che ha visto l’av-vicendarsi di operazioni di fusioni, acquisizioni e rebranding. L’Ita-lia è per noi un Paese strategico, secondo dopo la Germania, e ci siamo impegnati fortemente per mantenere e sviluppare la nostra leadership. L’attitudine all’innova-zione e alla sperimentazione e lo spirito di squadra, che da sempre ci contraddistinguono hanno fatto la differenza tra Media World e il mercato e ci hanno dato lo slancio per affrontare e gestire al meglio questa fase di forti cambiamenti”.Proprio in virtù dei più recen-ti cambiamenti del mercato ita-

In occasione della celebrazione per il suo 25esimo anno di attività in Italia, l’insegna inaugura un nuovo layout a Curno, sede del primo storico punto vendita

un nuovo format per i primi 25 anni di età

Media World

Scordatevi la vecchia Media World. Il nuovo volto dell’inse-

gna tedesca in occasione della ce-lebrazione dei suoi primi 25 anni di attività in Italia è infatti completa-mente rinnovato. Nuovo il format, nuovo il concept, nuovo il logo e la brand identity, nuovo il manage-ment, nuova la piattaforma web, nuova la strategia e nuovi gli obiet-tivi, quasi a signifi care che se per i comuni mortali “la vita inizia a 40 anni”, per l’azienda di Curno “inizia a 25”.Non si può di certo parlare infat-ti di “seconda giovinezza” poiché, nonostante le evidenti diffi coltà degli ultimi due anni, il retailer non ha certo mancato di far sen-tire la propria presenza sul merca-to, continuando a detenere il suo

Per visualizzare i fi lmati

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di Roberto Bonin

ruolo di leadership, iniziando però un percorso di rinnovamento che vede proprio il suo culmine – o per meglio dire realizzazione – in occa-sione del suo primo quarto di se-colo di storia. Teatro delle celebra-zioni, il primo punto vendita stori-co di Curno (Bergamo), quello che ha visto nascere l’insegna nel no-stro Paese nel lontano ottobre del 1991: un punto vendita che, pro-prio per la sua storicità, fungerà da “pilota” (insieme a quello situato all’interno del centro commerciale “Oriocenter” di Orio al Serio) per il nuovo format della catena.“Avevamo bisogno di dare un forte segnale di rinnovamento e abbia-mo voluto farlo proprio dove l’a-zienda è nata 25 anni fa”, ha di-chiarato a tal proposito Joachim

Rösges, CEO di Mediamarket. “È stato un anno complesso e den-so di cambiamenti soprattutto per il mercato italiano dell’elettroni-ca di consumo, che ha visto l’av-vicendarsi di operazioni di fusioni, acquisizioni e rebranding. L’Ita-lia è per noi un Paese strategico, secondo dopo la Germania, e ci siamo impegnati fortemente per mantenere e sviluppare la nostra leadership. L’attitudine all’innova-zione e alla sperimentazione e lo spirito di squadra, che da sempre ci contraddistinguono hanno fatto la differenza tra Media World e il mercato e ci hanno dato lo slancio per affrontare e gestire al meglio questa fase di forti cambiamenti”.Proprio in virtù dei più recen-ti cambiamenti del mercato ita-

In occasione della celebrazione per il suo 25esimo anno di attività in Italia, l’insegna inaugura un nuovo layout a Curno, sede del primo storico punto vendita

un nuovo format per i primi 25 anni di età

Media World

Scordatevi la vecchia Media World. Il nuovo volto dell’inse-

gna tedesca in occasione della ce-lebrazione dei suoi primi 25 anni di attività in Italia è infatti completa-mente rinnovato. Nuovo il format, nuovo il concept, nuovo il logo e la brand identity, nuovo il manage-ment, nuova la piattaforma web, nuova la strategia e nuovi gli obiet-tivi, quasi a signifi care che se per i comuni mortali “la vita inizia a 40 anni”, per l’azienda di Curno “inizia a 25”.Non si può di certo parlare infat-ti di “seconda giovinezza” poiché, nonostante le evidenti diffi coltà degli ultimi due anni, il retailer non ha certo mancato di far sen-tire la propria presenza sul merca-to, continuando a detenere il suo

Per visualizzare i fi lmati

liano dell’elettronica di consumo che occupa attualmente la quarta posizione all’interno del panora-ma europeo, con un potenziale di 13,7 miliardi di euro e una cresci-ta prevista del +4% per il 2015, e che vede l’Internet of Things co-me elemento centrale per il bu-siness e la digitalizzazione e l’e-commerce come principali volani per lo sviluppo degli anni a venire, Rösges ha voluto precisare che “il futuro dell’azienda sarà quello di porsi come partner e guida per il consumatore all’interno del mon-do digitale, mediante un processo evolutivo che porterà la catena a costruire un’esperienza comporta-mentale d’acquisto basata su re-lazione e integrazione”. “È neces-sario trasformarci da venditori di prodotti, in venditori di soluzioni per i clienti”, ha sottolineato fer-mamente il numero uno di Media-market, presentando quella che ha lui stesso definito “una nuova macchina retail concepita per for-nire al consumatore un’esperienza di shopping a 360° nel vero spirito dell’omnicanalità”.Nel suo intervento, inoltre, Rösges ha poi precisato che nel corso del 2016 si continuerà, e si complete-rà, la ristrutturazione dell’intera rete di vendita, che prevede an-che la chiusura di un megastore e l’apertura di altri cinque punti di vendita, oltre al lancio del for-mato di nuova generazione Media World City nel Nord Italia.

Il nuovo megastoreMulticanale, digitalizzato, smart e spiccatamente 2.0. Così si presen-ta il nuovo format di Media World che, come è stato sottolineato da Mario De Pilla e Marco Mazzan-ti, rispettivamente COO e CPO di Mediamarket, “è stato creato dal presupposto di mettere il cliente al centro”.Molte le innovazioni presenti nel-la superficie di vendita comple-tamente rinnovata, a iniziare dai cartellini prezzo elettronici, tutti rigorosamente dotati di QR Co-de, che si aggiornano automatica-mente, mediante un collegamen-to wireless a un sistema informa-tivo centralizzato. Fino ad arrivare agli addetti alla vendita, muniti di tablet, in grado di interagire direttamente con il cliente, asse-

Da sinistra, Mario De Pilla (COO), Joachim Rösges (CEO) e Marco Mazzanti (CPO)

Media World

condandone i desideri e le neces-sità. Per mezzo di un’applicazione dedicata, difatti, i commessi sono liberi di ruotare per i vari reparti del punto vendita, in modo da ri-durre al minimo i tempi di attesa del consumatore: per mezzo dei loro device, gli addetti riescono ad avere infatti informazioni in real time sulle avvenute scansio-ni dei QR Code dei cartellini prez-zo, sul profilo anagrafico e le abi-tudini di acquisto dei consumatori presenti in negozio, sulla natura e le caratteristiche tecniche dei pro-dotti, e sulle disponibilità a ma-

gazzino e le eventuali riconsegne dei prodotti in phase-out.Nuovo anche il layout degli store, con un ambiente più arioso e lu-minoso (illuminato da luci a Led) e con numerosi punti di interazio-ne con il cliente finale che, una volta entrato nel punto vendita, ha la possibilità di navigare in re-te, acquistare online – sfruttando anche la comodità del pick and pay, ordinando e pagando diretta-mente in negozio – o rilassarsi in una delle aree dedicate, munite di tablet. Oppure personalizzare il proprio nuovo smartphone o ta-

blet con texture e cover presso un apposito corner, o ancora configu-rare il suo nuovo Pc o notebook al banco assistenza. Uno specifico totem touchscreen, sul modello di quelli già in uso nei poliambula-tori medici o negli istituti bancari, dà poi la possibilità di accadere al-le varie postazioni di servizio (in-formazioni, finanziamento, ecc…) seguendo l’esatto ordine di arrivo.Non solo. Importanti novità anche per quanto riguarda l’entrata e l’u-scita dal punto vendita. All’esterno dello store, infatti, sono stati col-locati nuovi videowall multime-diali con cui evidenziare particolari promozioni, sia nazionali che loca-li; mentre l’uscita verso le casse è stata ridisegnata secondo un parti-colare percorso ad anse (del tutto simile a quello che è possibile tro-vare negli aeroporti prima dei con-trolli di sicurezza) che, oltre a for-mare una fila ordinata e racchiusa, evitando quei fastidiosi ingorghi tra persone in fila per il pagamen-to e avventori di passaggio, dà la possibilità di effettuare gli ultimi acquisti occasionali e d’impulso, raccolti proprio in questa partico-lare area del negozio.Sempre all’interno del punto ven-dita, inoltre, anche una nuova se-gnaletica, con totem esplicativi e informativi e display con cui con-vogliare messaggi promozionali e informative di carattere sia locale che generale.

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i consumatori, e viceversa. L’af-fi ancamento e il pieno supporto ai nostri partner è un processo che ha come base tutto ciò di cui abbiamo trattato in questa im-portante giornata. ‘Unieuro Part-ner’ è un progetto che non nasce da un’azienda dedita a offrire so-lo ed esclusivamente volantini e prodotti con prezzi interessanti, ma che ha come obiettivo princi-pale quello di instaurare un rap-porto valido e duraturo tra la no-

L’insegna celebra gli ottimi risultati ottenuti nel campo dell’affi liazione con un workshop nel fl agship store di Forlì

Unieuro il “Cuore” batte anche tra i partner

stra organizzazione e tutti gli im-prenditori che decidono di colla-borare con noi. Il nostro sostegno ai partner è davvero a 360°, che va da un aiuto economico a chi decide di aprire un punto vendita con la nostra insegna, fi no a al-la disponibilità sul posto di nostro personale esperto nella delicata fase di allestimento e apertura”. Un parere condiviso anche dal Presidente di SGM Distribuzione Giuseppe Silvestrini, che ha ag-giunto: “Questo progetto esiste-va già negli anni addietro quan-do ancora facevamo i grossisti, e che ci consentiva di sviluppare un rapporto più stretto con i no-stri clienti. Ed è proprio in que-sta direzione, e con questa fi na-lità, che lo abbiamo sviluppato e che continueremo a svilupparlo. L’azienda ha infatti sempre da-to molta importanza al rapporto con i nostri partner. Sempre ope-rando come fossero nostri negozi di proprietà. E questa è stata da sempre la nostra fi losofi a che ci ha dato nel tempo degli ottimi ri-sultati”. Ottimi risultati confermati proprio dai dati emersi nel corso dell’an-no: tra marzo e ottobre 2015 il nu-mero di negozi della rete indiret-ta è cresciuto da 237 (di cui 152 Unieuro City e 85 Unieuro) a 273, con 180 Unieuro City e 93 Unieu-ro, per un dato di sell-out che, a parità di periodo, ha segnato un incremento del 30% a valore. “Il cliente fi nale, sia che si trovi in un punto vendita di Sapri piut-tosto che in quello di Lissone, deve entrare in Unieuro e avere un trattamento il più omogeneo possibile”, ha tenuto invece a sot-tolineare Luigi Fusco, Chief Ope-rating Offi cer dell’insegna. “La nostra fi losofi a si basa sull’incon-tro del territorio con le aziende, in maniera tale che si possano con-frontare direttamente l’un l’altro e portare i problemi di chi poi serve l’azionista più importante, che è il cliente stesso”. “Un importante obiettivo che è condiviso ed esplicito è quello di uniformare la rete, sotto tutti i punti di vista”, ha poi aggiunto Andrea Scozzoli, Direttore fi nan-ziario di Unieuro. “A tal proposi-to abbiamo messo a disposizione dei servizi tipici ormai all’interno

Oltre 400 partecipanti, 11 ses-sioni formative e 21 corner

dimostrativi di marchi leader di settore. Questo il bilancio del workshop dedicato ai partner Unieuro, organizzato all’interno del fl agship store di Forlì il 25 ot-tobre scorso.L’iniziativa, inserita all’interno del più vasto progetto “Unieuro Part-ner”, ha rappresentato uno dei tanti step dell’articolato proces-so di rinnovo e rilancio dell’inse-

gna dopo l’acquisizione da parte di SGM Distribuzione, che vede proprio negli affi liati uno dei suoi tasselli chiave, così come ha sot-tolineato da Giancarlo Nicosan-ti, Amministratore Delegato del-la società romagnola: “Il nostro obiettivo fi nale è stato sempre quello di fare al meglio il nostro lavoro. È tutta una vita che or-ganizziamo infatti questi incon-tri per permettere alle aziende di confrontarsi direttamente con

di Fiorenza Moradei

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i consumatori, e viceversa. L’af-fi ancamento e il pieno supporto ai nostri partner è un processo che ha come base tutto ciò di cui abbiamo trattato in questa im-portante giornata. ‘Unieuro Part-ner’ è un progetto che non nasce da un’azienda dedita a offrire so-lo ed esclusivamente volantini e prodotti con prezzi interessanti, ma che ha come obiettivo princi-pale quello di instaurare un rap-porto valido e duraturo tra la no-

L’insegna celebra gli ottimi risultati ottenuti nel campo dell’affi liazione con un workshop nel fl agship store di Forlì

Unieuro il “Cuore” batte anche tra i partner

stra organizzazione e tutti gli im-prenditori che decidono di colla-borare con noi. Il nostro sostegno ai partner è davvero a 360°, che va da un aiuto economico a chi decide di aprire un punto vendita con la nostra insegna, fi no a al-la disponibilità sul posto di nostro personale esperto nella delicata fase di allestimento e apertura”. Un parere condiviso anche dal Presidente di SGM Distribuzione Giuseppe Silvestrini, che ha ag-giunto: “Questo progetto esiste-va già negli anni addietro quan-do ancora facevamo i grossisti, e che ci consentiva di sviluppare un rapporto più stretto con i no-stri clienti. Ed è proprio in que-sta direzione, e con questa fi na-lità, che lo abbiamo sviluppato e che continueremo a svilupparlo. L’azienda ha infatti sempre da-to molta importanza al rapporto con i nostri partner. Sempre ope-rando come fossero nostri negozi di proprietà. E questa è stata da sempre la nostra fi losofi a che ci ha dato nel tempo degli ottimi ri-sultati”. Ottimi risultati confermati proprio dai dati emersi nel corso dell’an-no: tra marzo e ottobre 2015 il nu-mero di negozi della rete indiret-ta è cresciuto da 237 (di cui 152 Unieuro City e 85 Unieuro) a 273, con 180 Unieuro City e 93 Unieu-ro, per un dato di sell-out che, a parità di periodo, ha segnato un incremento del 30% a valore. “Il cliente fi nale, sia che si trovi in un punto vendita di Sapri piut-tosto che in quello di Lissone, deve entrare in Unieuro e avere un trattamento il più omogeneo possibile”, ha tenuto invece a sot-tolineare Luigi Fusco, Chief Ope-rating Offi cer dell’insegna. “La nostra fi losofi a si basa sull’incon-tro del territorio con le aziende, in maniera tale che si possano con-frontare direttamente l’un l’altro e portare i problemi di chi poi serve l’azionista più importante, che è il cliente stesso”. “Un importante obiettivo che è condiviso ed esplicito è quello di uniformare la rete, sotto tutti i punti di vista”, ha poi aggiunto Andrea Scozzoli, Direttore fi nan-ziario di Unieuro. “A tal proposi-to abbiamo messo a disposizione dei servizi tipici ormai all’interno

Oltre 400 partecipanti, 11 ses-sioni formative e 21 corner

dimostrativi di marchi leader di settore. Questo il bilancio del workshop dedicato ai partner Unieuro, organizzato all’interno del fl agship store di Forlì il 25 ot-tobre scorso.L’iniziativa, inserita all’interno del più vasto progetto “Unieuro Part-ner”, ha rappresentato uno dei tanti step dell’articolato proces-so di rinnovo e rilancio dell’inse-

gna dopo l’acquisizione da parte di SGM Distribuzione, che vede proprio negli affi liati uno dei suoi tasselli chiave, così come ha sot-tolineato da Giancarlo Nicosan-ti, Amministratore Delegato del-la società romagnola: “Il nostro obiettivo fi nale è stato sempre quello di fare al meglio il nostro lavoro. È tutta una vita che or-ganizziamo infatti questi incon-tri per permettere alle aziende di confrontarsi direttamente con

di Fiorenza Moradei

L’iniziativa, inserita

all’interno del

più vasto progetto

“Unieuro Partner”,

ha rappresentato

uno dei tanti step

dell’articolato

processo di rinnovo e

rilancio dell’insegna

dopo l’acquisizione

da parte di SGM

Distribuzione

della nostra organizzazione, os-sia analisi di bilancio, migliora-menti dei parametri e dell’uffi cio tecnico di sviluppo, che si occu-pa fondamentalmente sia del ri-facimento e della ristrutturazione con nuovi temi e layout, e delle analisi del bacino, in modo da mettere a disposizione di chi vuo-le fare espansione una profonda analisi del nuovo territorio, in ter-mini di presenza della concorren-za e dell’utenza potenziale”. “Il successo di questa iniziativa lo si misura dalla partecipazio-ne che abbiamo avuto in questo weekend: ieri sera alla cena han-no partecipato circa 300 persone e oggi nel punto vendita ce n’e-rano ben 540”, ha tenuto a pre-cisare Giancarlo Nicosanti, che ha poi aggiunto: “Questo signifi ca soprattutto che i rivenditori han-no fame di qualcosa che per tanto tempo è stato governato dall’in-dustria e che è il rapporto tra l’in-dustria stessa e il trade. Lo scopo di fondo di questi eventi è difatti

quello di cercare di mettere assie-me tutti quegli importanti fattori che governano e gestiscono l’in-tero processo di vendita per fare in modo di poter esser fatto nel migliore dei modi”.

Il futuro dell’insegna“Intendiamo continuare in quest’ottimo percorso che abbia-mo intrapreso e che ci ha già por-tato a essere secondi in Italia in termini di fatturato. Nella nostra testa puntiamo ora a conquista-re la prima posizione”, ha esordi-to Giuseppe Silvestrini in merito al futuro dell’insegna del Cuore. Un pensiero condiviso da tutto il management dell’azienda roma-gnola che, in merito ai rumors circolati sulla vendita delle quo-te di proprietà del fondo d’inve-stimento Rhone Capital, risponde in modo deciso per bocca dell’AD Nicosanti: “Ribadiamo che il no-stro compito è quello di gestire al meglio la società e di raggiunge-re tutti gli obiettivi che ci siamo

proposti, uno dei quali è quello di arrivare a essere quotati in Bor-sa”.Un’importante impegno della so-cietà romagnola rimane comun-que quello di promuovere l’in-segna sotto il nuovo logo e pay off. A tal proposito, Marco Titi Marketing Manager dell’azien-da si è soffermato sul signifi cato del nuovo brand e sul processo di evoluzione della marca: “Abbia-mo fatto tante ricerche per arri-vare comunque alle decisione di rilanciare il brand Unieuro. Dopo tanti anni di Marcopolo Expert, l’esigenza e l’opportunità era quella di poter fi nalmente dar vi-ta a una marca retail con un pro-prio posizionamento e un proprio linguaggio coerente e distintivo su tutti i punti di contatto. Abbia-mo rilanciato un logo prendendo anche i codici cromatici che arri-vavano dal nostro passato, come l’arancione, piuttosto che il blu della precedente Unieuro. Abbia-mo poi creato un nuovo simbo-lo, che in realtà è la U di Unieuro stilizzata, che ha scritto e carat-terizzato il nostro nuovo posizio-namento”.“Il nostro nuovo pay off che è an-dato in onda su spot pubblicitari e radiofonici ‘Batte. Forte. Sempre’ non è uno slogan a caso”, ha con-tinuato Titi. “È uno slogan molto puntuale perché per noi ‘Batte’ sta a signifi care l’energia e la for-za di oltre 450 punti vendita; ‘For-te’ è invece l’immagine di con-venienza, della gamma e dell’of-ferta che Unieuro oggi è in grado di esprimere; e ‘Sempre’ rappre-senta il presidio di tutti i punti di contatto”.

Da sinistra: Marco Titi, Marketing Manager; Luigi

Fusco, COO; Giancarlo Nicosanti, A.D.; Giuseppe Silvestrini, Presidente di

SGM distribuzione; Andrea Scozzoli, CEO di Unieuro e

Direttore fi nanziario

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tore

ning Manager Claudio Iacozzilli e al Buyer Merchandising Alber-to Martinelli, che seguono sin dall’ inizio l’intero processo di in-serimento e organizzazione della nuova divisione.

Claudio Iacozzilli Senior Purchasing and Planning Manager

Come mai questa scelta di pun-tare sul merchandising?“Più che una scelta, l’inserimento del merchandising è stata per noi una risposta naturale alle conti-nue richieste dei clienti, una sfi da che abbiamo colto con entusia-smo e su cui ci stiamo misurando giorno dopo giorno”.

Che tipologia di prodotti ha più successo tra il pubblico? “Al momento a raggiungere risul-tati notevoli sono stati soprattut-to gli accessori per abbigliamen-to, dai cappellini alle fi bbie, pas-sando per le cinture”.

Al momento in che percentuale conta il merchandising in ter-mini di fatturato?“Trattandosi di una tipologia di prodotto da poco inserita, la per-centuale è in continua crescita,

per cui con il passare del tempo andrà a ricoprire una parte im-portante del fatturato annuale di Gamestop”.

A che quota vi aspettate di ar-rivare durante il periodo nata-lizio?“Siamo certi che il periodo nata-lizio darà una spinta importante a questa tipologia di prodotto, adesso non so affermare con cer-tezza in che percentuale perché è il primo anno che spingiamo que-sto genere di prodotti, in ogni ca-so sicuramente faremo tesoro di

Impossibile da non notare. I cambiamenti effettuati in alcu-

ni punti vendita della catena Ga-meStop sono infatti talmente evi-denti, da far quasi sospettare un possibile cambio di strategia com-merciale e di marketing. Tanto è difatti lo spazio espositivo prece-dentemente destinato all’espo-sizione dei videogiochi usati che il retailer ha riconvertito e dedi-cato al merchandising, e più pre-cisamente a quei prodotti legati al mondo dei videogiochi, come magliette, action fi gures, cappel-lini e gadget di ogni tipo, da non poter passare inosservato. Un per-corso già intrapreso con successo in alcune sedi britanniche che, a distanza di poco tempo, è ormai maturo per venire replicato anche nel nostro Paese, iniziando dai punti vendita più importanti. Dell’importanza del fenome-no merchandising all’interno del mondo del gaming ne abbiamo già parlato ampiamente in un nu-mero precedente di Elettroradio Informazioni, ma per sapere co-me si svolge a monte l’identifi -cazione dei prodotti da commer-cializzare e soprattutto per capire come si sta organizzando una ca-tena importante come Gamestop, abbiamo rivolto qualche doman-da al Senior Purchasing and Plan-

GameStop: spazio al merchandising

«Più che una scelta,

l’inserimento del

merchandising è stata

per noi una risposta

naturale alle continue

richieste dei clienti»

Claudio IaccozzilliClaudio Iaccozzilli

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ning Manager Claudio Iacozzilli e al Buyer Merchandising Alber-to Martinelli, che seguono sin dall’ inizio l’intero processo di in-serimento e organizzazione della nuova divisione.

Claudio Iacozzilli Senior Purchasing and Planning Manager

Come mai questa scelta di pun-tare sul merchandising?“Più che una scelta, l’inserimento del merchandising è stata per noi una risposta naturale alle conti-nue richieste dei clienti, una sfi da che abbiamo colto con entusia-smo e su cui ci stiamo misurando giorno dopo giorno”.

Che tipologia di prodotti ha più successo tra il pubblico? “Al momento a raggiungere risul-tati notevoli sono stati soprattut-to gli accessori per abbigliamen-to, dai cappellini alle fi bbie, pas-sando per le cinture”.

Al momento in che percentuale conta il merchandising in ter-mini di fatturato?“Trattandosi di una tipologia di prodotto da poco inserita, la per-centuale è in continua crescita,

per cui con il passare del tempo andrà a ricoprire una parte im-portante del fatturato annuale di Gamestop”.

A che quota vi aspettate di ar-rivare durante il periodo nata-lizio?“Siamo certi che il periodo nata-lizio darà una spinta importante a questa tipologia di prodotto, adesso non so affermare con cer-tezza in che percentuale perché è il primo anno che spingiamo que-sto genere di prodotti, in ogni ca-so sicuramente faremo tesoro di

Impossibile da non notare. I cambiamenti effettuati in alcu-

ni punti vendita della catena Ga-meStop sono infatti talmente evi-denti, da far quasi sospettare un possibile cambio di strategia com-merciale e di marketing. Tanto è difatti lo spazio espositivo prece-dentemente destinato all’espo-sizione dei videogiochi usati che il retailer ha riconvertito e dedi-cato al merchandising, e più pre-cisamente a quei prodotti legati al mondo dei videogiochi, come magliette, action fi gures, cappel-lini e gadget di ogni tipo, da non poter passare inosservato. Un per-corso già intrapreso con successo in alcune sedi britanniche che, a distanza di poco tempo, è ormai maturo per venire replicato anche nel nostro Paese, iniziando dai punti vendita più importanti. Dell’importanza del fenome-no merchandising all’interno del mondo del gaming ne abbiamo già parlato ampiamente in un nu-mero precedente di Elettroradio Informazioni, ma per sapere co-me si svolge a monte l’identifi -cazione dei prodotti da commer-cializzare e soprattutto per capire come si sta organizzando una ca-tena importante come Gamestop, abbiamo rivolto qualche doman-da al Senior Purchasing and Plan-

GameStop: spazio al merchandising

«Più che una scelta,

l’inserimento del

merchandising è stata

per noi una risposta

naturale alle continue

richieste dei clienti»

Claudio IaccozzilliClaudio Iaccozzilli

La catena di videogiochi amplia le sue referenze e gli spazi espositivi con l’inserimento di una nuova categoria merceologica

questa prima esperienza natalizia per il futuro”.

Il merchandising occupa mol-to spazio in negozio, in segui-to alla vostra scelta siete riu-sciti comunque a mantenere la stessa offerta tra nuovo e usato oppure la percentuale di merce esposta è diminuita drastica-mente costringendovi a ridurre l’offerta?“L’inserimento del merchandising non ci ha portato a ridurre l’as-sortimento di giochi, è stata però necessaria una ulteriore ottimiz-

di Raffaele Gomiero

GameStop: spazio al merchandisingzazione degli spazi che ha porta-to alla riduzione dei prodotti più voluminosi”.

Alberto MartinelliBuyer merchandising

Come identifi cate i prodotti da acquistare?“La scelta dei prodotti da acqui-stare è effettuata analizzando con qualche mese di anticipo le principali uscite videoludiche e cinematografi che. Restano invece sempre presenti nel nostro assor-timento i prodotti legati ai brand più noti, capaci di alimentare una continua richiesta”.

Come capite se un prodotto è da proporre all’interno del punto vendita o sul sito web?“Attualmente tutti i prodotti ven-gono distribuiti sia online che nei nostri punti vendita per cui non ci sono distinzioni, spingiamo en-trambe le piattaforme nello stes-so identico modo”.

In che percentuale si sta evol-vendo il catalogo? “In soli 4 mesi ho già assisti-to a una crescita del catalogo e dei profi tti derivati. L’obiettivo è quello di incrementare la profon-

«L’obiettivo è quello

di incrementare

la profondità

dell’assortimento,

così da off rire ai nostri

clienti maggiori

opzioni di scelta»

Alberto Martinelli

Alberto Martinelli

dità dell’assortimento, così da of-frire ai nostri clienti maggiori op-zioni di scelta, proponendo anche articoli in esclusiva”.

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di Raffaele Gomiero

Nonostante la serrata concor-renza di Amazon e di tutte le

maggiori piattaforme di acquisto online, Mondadori è sicuramen-te una delle insegne di riferimen-to per gli acquisti diretti in nego-zio di libri e materiale per l’home entertainment, sia per la strate-gica collocazione dei suoi punti vendita sia per la poca predispo-sizione di molti consumatori agli e-shop online, preferendo toccare con mano Dvd, smartphone, fo-tocamere e quant’altro, prima di procedere all’acquisto vero e pro-prio. Proprio i prodotti di elettro-nica rappresentano per il retailer

un settore particolarmente strate-gico che, come conferma Alber-to Colombo, Direttore Acquisti e Online di Mondadori Retail, “fa registrare in particolari categorie di prodotto andamenti nettamen-te più elevati del mercato”. Sicu-ramente un buon auspicio in vista del periodo più “caldo dell’anno” che, proprio in vista delle più re-centi aperture, potrebbe far regi-strare delle ottime performance di vendite e pedonabilità.

Un primo bilancio del 2015? “L’andamento del comparto Con-sumer Electronics gestito nei

Dopo le più recenti aperture, il retailer si prepara alla fi ne di un anno che può essere già etichettato con il segno +

in crescita grazie allagrazie allagrazie allaconsumer electronics

Mondadori Retail

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Mondadori Megastore è positivo sia rispetto al 2014 sia rispetto al mercato in generale; in alcuni settori come l’Imaging e l’Audio Video, registriamo risultati netta-mente migliori”.

Quali sono le tipologie di pro-dotto che stanno riscuotendo maggior successo tra i vostri consumatori?“Sicuramente la telefonia, co-me dimostra anche il mercato, è il settore più vivo e dinamico del momento. Registriamo anche im-portanti vendite nel settore Audio (auricolari e cuffi e, sistemi audio premium, ecc.) e nel settore Ima-ging (dove le action cam sono le protagoniste). Stiamo infi ne speri-mentando prodotti particolari co-me i droni (semiprofessionali) che ci stanno dando grandi soddisfa-zioni”.

Come identifi cate un nuovo prodotto da inserire a scaffale?“L’attenzione che ogni buyer pre-sta alla propria categoria merce-ologica è massima, meticolosa e labour intensive. Si parte da un costante monitoraggio del mer-cato di competenza, si partecipa a fi ere ed eventi di settore (per esempio l’IFA di Berlino, ecc.), si

consumer electronicsinteragisce quotidianamente con i principali brand e si cercano nuo-ve aziende emergenti. Non si tra-scura infi ne un sano benchmar-king con i principali attori/inse-gne del mondo del Consumer Electronics”.

Che andamento avete avuto nel corso di quest’anno?“Il dato progressivo a parità regi-stra un incremento a doppia ci-fra, superiore nel suo complesso al 10%”.Le vostre previsioni per il pros-simo periodo natalizio?“Abbiamo previsioni e aspettative molto ambiziose. Confi diamo nel-la ripresa dei consumi e sfrutte-remo al meglio il periodo più im-portante dell’anno. Nel frattem-po stiamo concordando con i va-ri Vendor diverse iniziative, dalle

classiche promoter a eventi mirati per supportare il lancio e le ven-dite di nuovi prodotti”.

Quali sono i punti vendita più specializzati in tecnologia o, co-munque, quelli che fanno più fatturato? “I nostri fl agship store in questo senso sono i Mondadori Megasto-re di via Marghera e piazza Duo-mo a Milano. Proprio per quest’ul-timo, nonostante l’apertura sia avvenuta nei mesi più caldi e tor-ridi dell’anno, le aspettative non sono state deluse. Registriamo in-fatti una performance nel settore Consumer Electronics davvero po-sitiva. Interessante è anche sotto-lineare come in questo negozio si registrino maggiori vendite Pre-mium rispetto al prodotto mass-market”.

«Proprio i prodotti

di elettronica

rappresentano per

il retailer un settore

particolarmente

strategico»

Alberto Colombo

Mondadori Retail in cifreIl network di Mondadori Retail conta attualmente ol-tre 600 punti vendita con 4 diversi format di nego-zio (Megastore, Bookstore, Point, Club) e 4 canali di vendita (punti vendita diretti, in franchising, web e bookclub). Mondadori Retail serve oltre 20 milioni di clienti ogni anno e nel 2014 ha registrato ricavi

per 211,2 milioni di euro. Dal luglio dello scorso an-no il marchio di riferimento dei punti vendita offl ine e online è diventato Mondadori Store, declinato in Mondadori Megastore (per il Multicenter) Mondado-ri Bookstore (per le Librerie), Mondadori Point (per le Edicolè) e Mondadoristore.it (per l’online).

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Il volantino cartaceo ha ancora una funzione primaria a livello

promozionale. Danilo Preto, Diret-tore Marketing & Comunicazione di SISA, ne è convinto, nonostante il gruppo Sisa, negli ultimi anni, ab-bia dato un’impronta di marketing e comunicazione più spinta verso l’informatizzazione, specie nella logistica, e l’avvio delle app, oggi defi nita da Preto più come la “spet-tacolarizzazione piuttosto che l’uti-lità effettivamente usata dal con-sumatore”. Già, perché secondo Preto, il consumatore italiano non è ancora al passo con queste novi-tà tecnologiche. “L’italiano fa i conti con la sua longevità e il consuma-tore che ha superato i sessant’an-ni non utilizza con continuità le app per gli acquisti, quanto piuttosto cerca il volantino. Il volantino car-taceo ha una funzione primaria per la distribuzione, la tecnologia può

Danilo Preto, Direttore Marketing & Comunicazione di SISA, spiega la strategia commerciale e le ragioni delle resistenze del consumatore verso la tecnologia

non molla e vince contro l’appIl volantino

card, di clusterizzazione, di collazio-namenti e la presenza di prodot-ti sugli scaffali e con i dati raccolti riusciamo a realizzare una serie di operazioni comprese le attività di co-marketing”. Preto racconta che nell’ultimo anno, il gruppo ha rior-ganizzato le proprie regole della di-stribuzione, stringendo accordi con partner del calibro di Finiper, Au-chan, Sma, grazie ai quali il gruppo ha potuto ‘strappare’ benefi ci a li-vello contrattuale e quindi anche a livello economico. Ma, facendo un passo indietro, quello che fi n da-gli albori il gruppo non ha mai vo-luto togliersi di dosso è l’etichetta di negozio di prossimità. “Fin dal 1992 il Gruppo SISA ha deciso che il format da seguire sarebbe stato quello del supermercato di prossi-mità: strutture localizzate all’inter-no delle aree urbane. Un approccio alla clientela totalmente differente rispetto a quello degli ipermercati, dove è ancora importante il rap-porto umano tra gestore del punto vendita e consumatore e dove non conta più solo la convenienza ma si arriva alla personalizzazione stessa delle vendite. Il consumatore si ri-volge a questo tipo di punti vendita di prossimità per cercare relazione,

taceo ha una funzione primaria per la distribuzione, la tecnologia può

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traverso centri distributivi dislocati lungo la penisola. “La regionalizza-zione è partita nel 1992 e ora i so-ci fanno riferimento a questi centri distributivi. Ognuno di loro ha una propria struttura: marketing, uffi ci acqui-sti/vendite, logistica e sono com-pletamente autonomi. Il format è nazionale: lavoriamo sul territorio con cinque insegne. I centri distri-butivi – spiega Preto – utilizzano uno stesso sistema informatico che controlla una serie di dati dei pun-ti vendita e le attività delle fi delity

correre in aiuto del consumatore solo in uno step successivo e caso-mai complementare, per esempio per stampare buoni sconto”. SISA ha una rete di circa 1.600 punti di vendita che si approvvigionano at-

di Renato Castagnetti

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Il volantino cartaceo ha ancora una funzione primaria a livello

promozionale. Danilo Preto, Diret-tore Marketing & Comunicazione di SISA, ne è convinto, nonostante il gruppo Sisa, negli ultimi anni, ab-bia dato un’impronta di marketing e comunicazione più spinta verso l’informatizzazione, specie nella logistica, e l’avvio delle app, oggi defi nita da Preto più come la “spet-tacolarizzazione piuttosto che l’uti-lità effettivamente usata dal con-sumatore”. Già, perché secondo Preto, il consumatore italiano non è ancora al passo con queste novi-tà tecnologiche. “L’italiano fa i conti con la sua longevità e il consuma-tore che ha superato i sessant’an-ni non utilizza con continuità le app per gli acquisti, quanto piuttosto cerca il volantino. Il volantino car-taceo ha una funzione primaria per la distribuzione, la tecnologia può

Danilo Preto, Direttore Marketing & Comunicazione di SISA, spiega la strategia commerciale e le ragioni delle resistenze del consumatore verso la tecnologia

non molla e vince contro l’appIl volantino

card, di clusterizzazione, di collazio-namenti e la presenza di prodot-ti sugli scaffali e con i dati raccolti riusciamo a realizzare una serie di operazioni comprese le attività di co-marketing”. Preto racconta che nell’ultimo anno, il gruppo ha rior-ganizzato le proprie regole della di-stribuzione, stringendo accordi con partner del calibro di Finiper, Au-chan, Sma, grazie ai quali il gruppo ha potuto ‘strappare’ benefi ci a li-vello contrattuale e quindi anche a livello economico. Ma, facendo un passo indietro, quello che fi n da-gli albori il gruppo non ha mai vo-luto togliersi di dosso è l’etichetta di negozio di prossimità. “Fin dal 1992 il Gruppo SISA ha deciso che il format da seguire sarebbe stato quello del supermercato di prossi-mità: strutture localizzate all’inter-no delle aree urbane. Un approccio alla clientela totalmente differente rispetto a quello degli ipermercati, dove è ancora importante il rap-porto umano tra gestore del punto vendita e consumatore e dove non conta più solo la convenienza ma si arriva alla personalizzazione stessa delle vendite. Il consumatore si ri-volge a questo tipo di punti vendita di prossimità per cercare relazione,

taceo ha una funzione primaria per la distribuzione, la tecnologia può

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traverso centri distributivi dislocati lungo la penisola. “La regionalizza-zione è partita nel 1992 e ora i so-ci fanno riferimento a questi centri distributivi. Ognuno di loro ha una propria struttura: marketing, uffi ci acqui-sti/vendite, logistica e sono com-pletamente autonomi. Il format è nazionale: lavoriamo sul territorio con cinque insegne. I centri distri-butivi – spiega Preto – utilizzano uno stesso sistema informatico che controlla una serie di dati dei pun-ti vendita e le attività delle fi delity

correre in aiuto del consumatore solo in uno step successivo e caso-mai complementare, per esempio per stampare buoni sconto”. SISA ha una rete di circa 1.600 punti di vendita che si approvvigionano at-

di Renato Castagnetti

empatia, prezzi e convenienza, in altre parole è la convenienza che guida gli acquisti. Si pensi solo che l’Italia ha 8mila comuni e buona parte di questi sono piccoli comu-ni che non arrivano a 10 o 20mila abitanti. E’ per loro che vogliamo esserci”. Se questa è la tendenza, verrebbe da pensare che proprio sulla marca del distributore si stia giocando la differenza. La marca del distributore ha acqui-sito potere e una qualità indiscus-sa, tanto da divenire un elemento importante nel contrasto dei mar-chi leader. “Noi, gestori del pun-to vendita, dobbiamo sfruttare al massimo la capacità di attrarre l’attenzione del consumatore sulle proposte commerciali. In tutto que-sto, però, dobbiamo stare attenti a rispettare i margini che sono sem-pre più stretti, se riferiti all’utile del supermercato, perché sbagliare le promozioni e le offerte potreb-be signifi care l’inevitabile chiusura del punto vendita. Qui viene in soc-corso la parte di comunicazione e marketing. Nella maggior parte dei casi, questo compito viene affi dato a terze parti, che hanno l’incarico di realizzare le centinaia di milioni di volantini che tutta la distribuzione

italiana stampa nell’arco dell’anno. Tonnellate di carta che diffi cilmen-te potranno essere soppiantate in un prossimo futuro dai volantini online che, pur ricoprendo un ruo-lo importante, non hanno per ora la stessa effi cacia di un volantino cartaceo. Oggi, ogni canale è necessario e ogni giorno dobbiamo proporre qualcosa di nuovo che dovrà esse-re completamente diverso da quel-lo che andremo a proporre doma-ni”, spiega Preto. Un aspetto che oggi fa rifl ettere è il rapporto tra industria di marca e i distributori. Preto spiega come sono cambiate le regole che riguardino gli acqui-sti. “Nell’IDM il potere decisionale sugli ordini dei retailer passa dal direttore commerciale al direttore fi nanziario. Non basta più che il di-

non molla e vince contro l’appIl volantino

rettore commerciale passi l’ordine al reparto produttivo, ma saranno i suoi uffi ci fi nanziari e assicurativi a decretarne le consegne o meno ai distributori a seconda del rating di questi ultimi e queste situazioni possono incidere e, qualche volta rallentare, i rapporti e le tempisti-che di consegna dei prodotti”, spie-ga Preto. La Gdo non ha abbandonato la ven-dita dell’elettronica di consumo, anche se via via è diventata sem-pre più marginale nei punti vendita del gruppo. I motivi, sono gli stessi da sempre: i margini. Preto spiega che la mancata vendita di prodotto di elettronica di consumo all’inter-no di una grande distribuzione or-ganizzata, quindi un punto vendita che ha tra i suoi scaffali anche pro-dotti alimentari, possano proprio incidere sui prezzi dei prodotti ali-mentari stessi. L’eventuale manca-ta vendita dell’elettronica di consu-mo spinge le catene a rientrare nei budget aumentando i prezzi degli alimentari: “Sono aumenti imper-cettibili – conclude – ma ci sono, anche se sono poco avvertiti, e so-no ancora più accentuati se si fanno pochi conti al cambio euro/lira per capirne i valori reali”.

Danilo Preto, Direttore Marketing & Comunicazione di SISA

Chi è SISASISA è stata fondata a Carpi (Modena) il 22 maggio 1975, dall’idea di un gruppo di commercianti che avevano trasformato i propri negozi in superette o supermercati e volevano costituire un gruppo per fare acquisti in comune. Il gruppo sente la necessità di divenire una real-tà a livello nazionale e non interregionale con la necessità di avere un’insegna comune e identifi cabile. Il numero dei soci è cresciuto e con lo sviluppo progressivo dei vari Cedi, con maggior potere contrat-tuale con l’industria e approvvigionamenti tempestivi hanno consen-tito un miglioramento delle performance dei supermercati. Il passo successivo è stata l’adozione di una insegna comune; nel contempo il lancio sul mercato dei primi prodotti a marchio SISA. Un’evoluzione continua e un ammodernamento del marchio SISA fi no all’introdu-zione del claim che caratterizza l’insegna: I Supermercati Italiani. SISA è attiva sul mercato con le insegne Ipersisa, Sisasuperstore, SISA, Issimo, Negozio Italia e Quick, attraverso una rete di 1.558 punti di vendita. Il gruppo ha chiuso il 2014 con un fatturato di 2,5 miliardi di euro e con 9.500 addetti in totale.

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Una buona pratica da non sottovalutarein

-sto

re

il rifi uto elettronico, (come, ad esempio, schede elettroniche, cir-cuiti elettrici, materiali plastici e metalli quali oro, argento, rame e materiali critici come le terre ra-re) scartato in quantità suffi cien-te, divenga materia prima per ta-luni settori produttivi delle impre-se siciliane, secondo il principio di simbiosi industriale, che in que-sto modo risparmiano gli oneri di smaltimento ed anche quelli di acquisto stimolando altresì stra-tegie comuni di produzione eco-compatibile.L’importanza del tentativo con-siste oltre che per il suo aspetto puramente economico, anche per quell’aspetto di quotidianità in-sito nelle apparecchiature di uso costante alle quali non facciamo quasi nemmeno più caso. Infatti possono arrivare a con-tenere oltre 60 elementi che si trasformano cioè in altrettante tipologie di rifi uto e che dovreb-bero stimolare a un maggior sfor-zo progettuale dei produttori per consentire di poter essere “smon-tate” secondo parti omogenee, dunque più facilmente riutilizza-bili anche come “materie prime seconde” per nuovi componenti. Questo tipo di approccio inoltre consente una più facile identi-fi cazione dei materiali pericolo-si che vengono smaltiti in modo quindi appropriato, ma non solo. La raccolta di materiale RAEE in-fatti consente all’Europa che si è dotata di una recente normativa (DIRETTIVA 2012/19/UE) di dichia-rare che “Gli obiettivi della poli-tica ambientale dell’Unione sono, in particolare, la salvaguardia, la tutela e il miglioramento della

qualità dell’ambiente, la protezio-ne della salute umana e l’uso ac-corto e razionale delle risorse na-turali. Questa politica è basata sul principio di precauzione, sul prin-cipio dell’azione preventiva, e su quello della correzione del danno ambientale, in via prioritaria alla fonte, e sul principio “chi inquina paga”.Interessante osservare anche che: “L’introduzione, da parte della presente direttiva, della respon-sabilità del produttore è uno de-gli strumenti per incoraggiare la progettazione e la produzione di AEE che tengano pienamente in considerazione e ne facilitino la riparazione, l’eventuale adegua-mento al progresso tecnico, il riu-tilizzo, lo smontaggio e il riciclag-gio” aprendo così a nuovi scenari di responsabilità imprenditoriale ma anche di sviluppo legato alla qualità della ricerca e dell’ecode-sign di prodotto.L’intenzione del normatore si di-mostra senz’altro lodevole e ob-bligatoria in un contesto di Econo-mia Circolare come quello attua-le, ma senza la consapevolezza dell’acquirente del reale valore contenuto nel prodotto che sta acquistando, la strada verso un mondo sostenibile si fa certamen-te più lunga. Occorre contempora-neamente attuare delle intense strategie di comunicazione a bre-ve e lungo termine mirate a edu-care all’acquisto, per non vanifi ca-re, anche solo in parte, gli sforzi progettuali e produttivi di quella parte di società che si dimostra più consapevole del proprio ruo-lo attivo e di orientamento verso una società sostenibile.

Dal Progetto “Eco-innovazione Sicilia” una best practice per l’intero Sistema Paese

Arch. Olivia CaronePres. Ass. Casaclima Network Milano e docente [email protected]

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Da fonti Enea apprendiamo che nel 2011 l’Ente ha avviato il

progetto “Eco-innovazione Sici-lia”, cioè un approccio integrato di eco-innovazione nel settore dei RAEE.Il Progetto prevede di sviluppa-re una serie di attività di ricerca, sviluppo, promozione, creazione di strumenti tecnologici centra-ti sul problema dei rifi uti in par-ticolare quelli da apparecchiature elettriche ed elettroniche e della plastica da realizzarsi con la col-laborazione dei settori produttivi e imprenditoriali, delle PA e del-la società civile da sostenere e orientare verso un concetto com-plessivo di green economy.La fi losofi a di base dell’interven-to è quella di tentare di trasfor-mare un obbligo normativo in op-portunità, in modo tale cioè che

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