Elena Ferrante

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Elena Ferrante, la scrittriceche deve rimanere invisibile Senza volto, in gara allo Strega. Bene, ma ora niente ipotesi di complotto di Pierluigi Battista shadow 1 12 8 0 Francesco Piccolo, vincitore nel 2014 ROMA - Ora però basta con lo snervante discussificio sulle sempiterne macchinazioni alle spalle del Premio Strega. Elena Ferrante ha accettato la candidatura. Ora si leggano i romanzi, suoi e degli altri concorrenti. Si voti. Si apprezzi la buona letteratura. Si parli di libri. E vinca il (la) migliore. La candidatura della Ferrante doveva portare un po’ d’aria fresca nello Strega? Ecco, appunto. Novità, «spariglio» (come lo definisce Roberto Saviano), scompaginamento, stupore. Ma la novità non può essere la cosa più vecchia del mondo: la lamentazione sulle oscure mene editoriali dei premi. Riconoscimento meritato La sindrome cospirazionista, le denunce dell’orrido Sistema: da quanti decenni ci affliggono? E così la novità Ferrante poteva, e doveva, essere la sintesi perfetta. Da una parte l’ingresso prepotente di un’autrice (autore? Tutt’e due? Tutti, tranne me che pure la voterò, dicono di sapere chi si cela dietro lo pseudonimo Elena Ferrante) che ha scritto un sacco di romanzi senza inchinarsi ai riti del presenzialismo, della visibilità, dell’ostentazione del potere, delle liturgie promozionali, ma costruendo un rapporto di fiducia con i suoi lettori, un appuntamento imprescindibile con la buona letteratura oramai da decenni. Finalmente, ci voleva. Un riconoscimento per una scrittrice (uno scrittore? Tutt’e due?) che ha appena ricevuto una consacrazione negli Stati Uniti e che la «Paris Review» sta per intervistare favorendone l’ingresso nel Pantheon letterario più ambìto e prestigioso. E poi, l’altro elemento della sintesi perfetta, un po’ di respiro dalle eterne polemiche sullo Strega, da quel complesso di meschinità, invidie, accuse, complottismi, dietrologie, piccinerie che avvolge il Premio voluto da Maria Bellonci e che si ripete identico dalla sua nascita, con la stessa regolarità del caldo d’estate o

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Elena Ferrante, la scrittriceche deve rimanere invisibile

Elena Ferrante, la scrittriceche deve rimanere invisibile

Senza volto, in gara allo Strega. Bene, ma ora niente ipotesi di complotto

di Pierluigi Battista

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Francesco Piccolo, vincitore nel 2014

ROMA - Ora per basta con lo snervante discussificio sulle sempiterne macchinazioni alle spalle del Premio Strega. Elena Ferrante ha accettato la candidatura. Ora si leggano i romanzi, suoi e degli altri concorrenti. Si voti. Si apprezzi la buona letteratura. Si parli di libri. E vinca il (la) migliore. La candidatura della Ferrante doveva portare un po daria fresca nello Strega? Ecco, appunto. Novit, spariglio (come lo definisce Roberto Saviano), scompaginamento, stupore. Ma la novit non pu essere la cosa pi vecchia del mondo: la lamentazione sulle oscure mene editoriali dei premi.

Riconoscimento meritato

La sindrome cospirazionista, le denunce dellorrido Sistema: da quanti decenni ci affliggono? E cos la novit Ferrante poteva, e doveva, essere la sintesi perfetta. Da una parte lingresso prepotente di unautrice (autore? Tutte due? Tutti, tranne me che pure la voter, dicono di sapere chi si cela dietro lo pseudonimo Elena Ferrante) che ha scritto un sacco di romanzi senza inchinarsi ai riti del presenzialismo, della visibilit, dellostentazione del potere, delle liturgie promozionali, ma costruendo un rapporto di fiducia con i suoi lettori, un appuntamento imprescindibile con la buona letteratura oramai da decenni. Finalmente, ci voleva. Un riconoscimento per una scrittrice (uno scrittore? Tutte due?) che ha appena ricevuto una consacrazione negli Stati Uniti e che la Paris Review sta per intervistare favorendone lingresso nel Pantheon letterario pi ambto e prestigioso. E poi, laltro elemento della sintesi perfetta, un po di respiro dalle eterne polemiche sullo Strega, da quel complesso di meschinit, invidie, accuse, complottismi, dietrologie, piccinerie che avvolge il Premio voluto da Maria Bellonci e che si ripete identico dalla sua nascita, con la stessa regolarit del caldo destate o dellallarme per qualche pandemia, aviaria o suina che sia, dinverno. Finalmente basta. Solo una competizione in cui gli Amici della Domenica scelgono i libri migliori: ricetta semplice, banalissima, ma insomma in fondo non dovrebbe essere cos?

Una scrittrice fuori dai giochi

Ma la sintesi perfetta saltata. Anzi, con questa storia della candidatura della Ferrante qualcosa peggiorato: e infatti le sfibranti polemiche sullo Strega hanno avuto inizio a febbraio anzich, come di prassi, a marzo. Un mese in pi per il Nulla travestito da pensosit profonda. E non finita: adesso, complice lanonimato, sono comparse persino le false Elena Ferrante, con una drammatica spaccatura, che sta giustamente indignando la casa editrice E/O, tra le Ferrante doc e i fake , le Ferrante autenticate e quelle di origine incontrollata, le Ferrante anonime ma certificate e quelle false come le banconote della Banda degli onesti con Tot e Peppino. E stavolta la colpa anche, purtroppo, della stessa Elena Ferrante, che vincer (speriamo) con merito questa competizione dello Strega, ma certo non ha contribuito, con larticolo in cui dichiarava di accettare la candidatura di Saviano, alla fine della straziante diatriba sul Sistema che soffocherebbe lo Strega. Anzi. Anzi, proprio il contrario. Con la storia che lo Strega sarebbe, testuale, un tavolo tarlato e che solo i suoi romanzi potrebbero rimetterlo in sesto, la Ferrante meravigliosamente fuori dei giochi, meravigliosamente protetta dallanonimato, meravigliosamente in grado di parlare solo attraverso i suoi romanzi, le sue tetralogie, le sue amiche geniali, sembra entrare senza nemmeno accorgersene nelle eterne diatribe, alimentandole a dismisura.

Chiudere il dibattificio

Come ha scritto sul Foglio una super ferrantiana della prima ora come Annalena Benini, la bellezza dei romanzi della Ferrante non ha bisogno del disprezzo, peraltro articolato con argomenti un po triti, per un Premio che dalle sue parole sembrerebbe dannato se lo vincono gli altri, e incorrotto se lo vince lei. Alt. Il dibattificio pu chiudere. Parlare di libri?

26 febbraio 2015 | 07:59

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