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Psicologia - Logopedia - Autismi - Disabilità - Anziani - Minori

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Argomenti trattati

• Laboratorio ludico ricreativo

• Laboratorio teatrale

• Esercizi percettivo spaziali

• Laboratori linguistici

• Attività per operatori e caregiver

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Federica Taddia (a cura di)

Laboratori di animazione per la terza etàPercorsi socioeducativi

Federica TaddiaÈ responsabile animazione presso le strutt ure residenziali per anziani Villa Ra-nuzzi e Villa Serena di Bologna, nelle quali lavora da 16 anni. Laureata presso la Facoltà di Scienze della Formazione, insegna tecniche di animazione presso vari enti di formazione e collabora con il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna.

Quando si parla di terza età la tendenza è quella di focalizzare l’att en-zione su «ciò che si è perso», dimenticando o sminuendo «ciò che ancora esiste»: un patrimonio di risorse che, insieme agli strumenti adatt i, aiuta a mantenere nel tempo un benessere psicologico, al di là delle patologie fi siche.Il volume, dopo una prima parte teorica dedicata ai percorsi di cre-scita qualitativa nelle strutt ure per anziani da un punto di vista socio-psicopedagogico, presenta alcune proposte di laboratori d’animazio-ne per sviluppare l’espressività individuale e di gruppo e migliorare la qualità della vita degli ospiti con diverse esigenze, problematiche e capacità residue. Le att ività, att e a mantenere un’identità att iva e stimolare motivazioni nuove, aiutano a uscire dall’isolamento per riacquistare un ruolo da protagonista, att raverso il riconoscimento della dignità della persona e la creazione di occasioni di partecipazione, socialità e costruzione di senso.

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I laboratoriFederica Taddia

Il senso dell!animazione nelle strutture per anziani

All’interno delle strutture per anziani Villa Serena e Villa Ranuzzi di Bologna è attivo, da circa 16 anni, un servizio di animazione composto da cinque professionisti, tutti in possesso di una precisa formazione (ottenuta mediante studi universitari o con la frequentazione di corsi specifici).1 Tale presenza, quotidiana e continuativa (sei giorni a settimana per circa otto ore al giorno) permette di operare attraverso un programma trimestrale che prevede precisi obiettivi e momenti di valutazione in itinere rispetto all’andamento delle attività, e di allacciare rapporti con le diverse realtà del territorio e quindi con i servizi in esso presenti: Ausilio cultura, Banca del tempo, associazioni di clown-terapia, di volontariato e di pet-therapy, scuole e altri servizi con i quali è possibile condividere dei percorsi.

Il dover specificare di essere animatori in possesso di un titolo di studio (di stampo psicopedagogico) è doveroso quanto inconsueto, poiché ad esempio un insegnante, nel momento in cui si presenta, non deve elencare il proprio

1 Sabrina Musiani: animatrice Villa Ranuzzi da 8 anni, ha frequentato diversi corsi di aggiornamento sulla demenza; Cristina Filippi: animatrice Villa Ranuzzi da 5 anni, si è laureata in Educatore professionale presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione di Bologna; Gabriele Di Santo: animatore Villa Serena da 5 anni, si è laureato in Animatore socioeducativo presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione di Bologna; Vanessa De Angelis: animatrice Villa Serena da 5 anni, è laureanda in Scienze dell’Educazione indirizzo Educatore sociale-culturale.

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52 Laboratori di animazione per la terza età

percorso scolastico e dettagliare il proprio curriculum vitae; quando invece si parla di animazione quest’aspetto è ancora molto importante perché la realtà nazionale è caratterizzata da eterogeneità di percorsi formativi e figure che danno adito a una serie di incomprensioni, a scapito di quanti operano con competenza in questo campo.

Parlare di animazione vuole dire volgere l’attenzione verso gli aspetti che riguardano la sfera sociale, educativa e culturale. All’interno di queste aree si possono progettare una serie di attività che hanno lo scopo di migliorare la qualità di vita dei singoli ospiti, favorendone le capacità espressive.

L’animazione, rispetto ai primi tempi in cui all’interno delle strutture per anziani era per lo più rivolta a persone autosufficienti e quindi con un’imposta-zione di tipo socioculturale e ludico-ricreativa, successivamente, in seguito a un peggioramento delle condizioni psicofisiche degli ospiti in esse ricoverati, ha dovuto rivedere la sua impostazione concentrando l’attenzione più su aspetti di tipo socioeducativo, richiamandosi al modello della pedagogia attiva e agli studi sulle dinamiche dei gruppi. Tuttavia sin dalla sua nascita, a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, si è sempre posta come pratica sociale all’interno della quale concetti come centralità della persona, unicità, ascolto, attenzione, contrasto dell’isolamento, attivazione di processi di sviluppo relazionale e psicofisico hanno sempre contraddistinto il suo operato.

L’animazione socioeducativa cerca di attivare dei processi di ricono-scimento dei bisogni, sollecitando l’espressività personale tramite diverse attività (teatrali, ludico-recreative, artistico-creative, musicali, grafiche). Per farlo mette in campo una serie di metodologie strutturate e finalizzate a interpretare le molteplici dinamiche comportamentali e gli aspetti latenti della singola persona, con un approccio attivo e maieutico. Quest’ultimo, di matrice socratica, opera attraverso il dialogo, l’uso delle domande, l’ascolto, la costruzione; quello attivo è ritagliato sui bisogni e capacità cognitive della persona con l’obiettivo di accogliere e comprendere le potenzialità presenti in ognuna.

L’animazione non è un contenuto, ma sostanzialmente un metodo che mira a rendere viva la persona e il gruppo, lavora per farla esprimere con le parole, il corpo, le azioni, cercando di rendere partecipi gli ospiti, ognuno con il proprio stile e modalità espressiva (Manuzzi, 2002).

Le attività per essere efficaci devono essere personalizzate, cioè adattate alle necessità del singolo utente, al suo modo di essere, di pensare, alle sue possibilità e capacità cognitive.

Le attività impegnano le persone in un processo di trasformazione fon-dato sul recupero dell’espressività, poiché il sistema di valori dell’animazione

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è strutturato intorno alla libertà della coscienza e, quindi, dell’autonomia della persona umana da tutte le dipendenze che impediscono la sua piena realizzazione.

L’animazione ha dunque a che vedere con il senso dell’esistenza, col di-namismo trasformativo della persona; vuole facilitare, attraverso l’inconsueto e la meraviglia, l’uscita dalla solita routine e dagli automatismi, per innescare un’accensione verso situazioni e stimoli diversi, ritagliati sulle esigenze di ognuno (Manuzzi, 2002).

L’ospite non sempre comunica con le parole, a volte è impedito dalla malattia e quindi il nostro obiettivo è quello di cercare di metterci in ascolto, dandogli la possibilità e lo spazio per esprimersi, senza pregiudizi o precon-cetti che possono portare, dopo pochi istanti, a omologare o ad affermare di conoscere tutta la gamma delle possibili reazioni, e a rispondervi mettendo in atto una serie di metodologie e tecniche. Questa, infatti, può essere una mo-dalità utilizzata laddove si concentri maggiormente l’attenzione sulle tecniche piuttosto che sulle strategie.

Molto spesso infatti noi udiamo solo ciò che vogliamo udire e smettiamo di ascoltare una volta che abbiamo incasellato la persona all’interno di una precisa cornice. Non si considera che ogni ospite, di fronte alla malattia, possa avere la propria personale reazione, che gli deriva da fattori personali, sociali, economici, culturali e familiari che richiedono un particolare ascolto.

Si deve aiutare la persona non tanto a risolvere il suo problema, ma occor-re piuttosto mettersi al suo servizio ricercando assieme la soluzione, laddove questo sia possibile, o la chiave di accesso a un mondo parallelo a quello più reale fatto di ritmi e tempi ben scanditi.

La maggior parte dei disagi deriva dalla mancanza di ascolto, e questa consapevolezza ci porta quotidianamente a concentrare la nostra attenzione sulla comunicazione non verbale, sul «non detto» e sui sottintesi che ci for-niscono informazioni su come la persona vive la malattia e su cosa veramente prova e sente.

La comunicazione infatti si fonda sull’ascolto, senza fretta, dei se-gnali che l’altra persona cerca di inviare. Solo se ci mettiamo veramente in ascolto facendo sentire l’altro accettato, accolto e non giudicato, allora gli permetteremo di trovare il percorso migliore e, piano piano e giorno dopo giorno, di ridare maggiore dignità e senso al suo vivere quotidiano. Tutta-via le patologie con cui abbiamo quotidianamente a che fare non possono farci pensare di avere risolto i problemi o di avere capito le situazioni una volta per tutte, ma ci devono porre nella condizione di costruire ogni volta un nuovo rapporto, con la consapevolezza che i traguardi possono essere

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giornalieri, o avere delle ricadute positive per alcuni mesi, settimane, giorni o attimi quotidiani.

Un importante pedagogista, Paulo Freire, ha affermato che la coscientizza-zione o consapevolezza è, al tempo stesso, introspettiva e riflessiva, e permette di arrivare all’acquisizione di conoscenze e abilità che molto spesso un ascolto affrettato e non attento possono non portare a cogliere; la consapevolezza di cui parla è un agire riflessivo che coniuga i due tempi del lavoro sociale quali l’azione e la conoscenza. Quindi Freire suggerisce di pensare il pensiero e pen-sare all’azione, di riflettere sull’impatto di un comportamento o di una parola; si tratta di una conoscenza-azione che parte dalla pratica per arrivare alla teoria all’interno di un processo di rielaborazione che porta al rispetto di ciò che non si capisce, acuendo la propria capacità di visione d’insieme. Tutto questo deve avvenire all’interno di uno spazio di mutuo apprendimento, nel rispetto e nella curiosità per l’altro e per la sua storia, legittimandola e attribuendole dignità.

Si tratta quindi di un rapporto in divenire che deve riconoscere le com-petenze e le risorse dell’altro, nella consapevolezza che la convivenza non deve annullare le differenze ma imparare a gestirle.

Potremmo quindi dire che gli elementi caratterizzanti il lavoro di anima-zione comprendono: la flessibilità cognitiva, il rispetto dei valori, dei modelli e delle credenze, la capacità di sapere cogliere i sottintesi, ciò che sta dietro alla parola e che, per difficoltà comunicative non riesce più ad accompagnare il pensiero, la capacità di gestire le ansie, i timori, le paure, la capacità negativa di stare nell’incertezza, l’empatia, l’assenza di giudizio per favorire l’espressi-vità, l’ascolto attivo caratterizzato da domande, il sapere affrontare e valutare i rischi quando la persona è particolarmente agitata, sapere validare e quindi legittimare gli stati d’animo, sapere gestire le dinamiche relazionali, riuscire a comprendere i diversi codici linguistici in quanto, molto spesso, si deve cogliere dietro a un urlo o a uno sguardo più o meno sofferente quale sia il problema o la zona del corpo che provoca dolore.

Parlare di educazione all’interno delle strutture per anziani vuole quindi dire prevedere due piani di intervento: uno relativo alla programmazione, ossia ai progetti e agli obiettivi che si vogliono raggiungere, e l’altro volto verso la costruzione di un rapporto quotidiano fatto di parole, richieste, bisogni, gesti, segnali e comunicazione di disagi.

Il fare, l’espressione e il divertimento (inteso come possibilità di esprimersi ricavandone benessere) sono i fili conduttori del nostro agire quotidiano.

Con le nostre attività cerchiamo di coinvolgere e di fare conoscere un’altra realtà che, attraverso le fotografie, i comunicati e, alle volte, anche la stampa possano attirare l’attenzione dei parenti e di coloro che hanno ancora

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un’immagine statica e puramente assistenzialistica della vita all’interno delle strutture per anziani.

Crediamo quindi sia sempre più importante cominciare e/o continuare a fornire un’immagine diversa della terza età, della vita all’interno delle strutture, del lavoro dell’animazione e dei risultati quotidianamente ottenuti che non sempre sono conosciuti o riconosciuti a fondo.

Le attività socioeducative: finalità e metodi

All’interno di Villa Serena e Villa Ranuzzi realizziamo diversi progetti con la finalità di coinvolgere tutti gli ospiti in qualsiasi stato essi si trovino e con qualsiasi modalità essi vogliano, possano o riescano a esprimersi attraverso interventi individuali o di gruppo.

All’interno delle nostre strutture cerchiamo di declinare nei diversi per-corsi gli aspetti che ci vengono comunicati dagli ospiti con i quali lavoriamo, per permettere di trasporre le emozioni, le sensazioni, i ricordi, i disagi, i diso-rientamenti in qualcosa che sia direttamente visibile e concreto. L’animazione infatti lavora sulla relazione, cercando di tradurre i bisogni in qualcosa che sia immediatamente comprensibile e dia sfogo alle proprie potenzialità.

Tutte le forme artistiche, dalla pittura alla musica, dal teatro alla letteratura, vengono riadattate, rivisitate, riscoperte e messe in campo al fine di favorire la libera espressione delle capacità residue.

Elenchiamo di seguito i laboratori quotidianamente proposti dal nostro servizio animazione.2

Laboratorio ludico-ricreativo

Le attività ludico-ricreative, spesso associate ad aspetti più narrativi del vissuto di ognuno, favoriscono la possibilità di vivere un’esperienza semi-seria in quanto il «gioco» è finzione, immaginazione, illusione e realtà, e, ricordan-do, senza saperlo si sta già giocando. Per questo attraverso le diverse attività ludiche che rientrano nella sfera dei giochi cooperativi si possono creare dei momenti di mediazione ed eventi a metà strada tra il divertimento, la disten-sione, la serietà e l’emozione.

2 Per il laboratorio ludico-ricreativo: Vanessa De Angelis e Federica Taddia; per il laboratorio artistico-creativo: Gabriele Di Santo, Vanessa De Angelis e Federica Taddia; per il laboratorio teatrale e di let-tura: Federica Taddia; per il laboratorio di stimolazione sensoriale: Sabrina Musiani, Cristina Filippi e Gabriele di Santo.

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Un aspetto molto importante dell’intervento animativo è il racconto, che può diventare un modo per rivisitare il passato, risolvendone gli aspetti non rielaborati e rivedendolo alla luce del presente.

❖ Si vedano le Attività 1-4

Laboratorio artistico-creativo

Attraverso questo laboratorio possiamo permettere l’esternazione di emozioni e la fuoriuscita di vissuti, ansie, gioie, malesseri. Molto spesso viene utilizzata la pittura, anche se in realtà non è una delle forme artistiche più vi-cine alla cultura e ai vissuti dei nostri anziani; tuttavia, essendo una modalità espressiva di grande valore che permette, nel momento in cui si mettono segni su una superficie, di allentare le tensioni e rilassarsi attivando la nostra parte più emotiva, è molto apprezzata anche dagli ospiti delle strutture. L’aspetto più importante è comunque la modalità attraverso la quale viene dato lo sti-molo: quale tecnica viene utilizzata? A tempera, a olio, ad acquerello, a matita, a pennarello e, soprattutto, perché utilizzo una piuttosto che l’altra? Questo dipende dalle condizioni psicofisiche della persona: la tecnica a tempera o quella ad acquerello, ad esempio, possono richiedere minore precisione nel tratto, la diversa grossezza del pennello può permettere alla mano di scorrere con più facilità e dare la possibilità di «imprimere» sulla carta un tratto più grosso o più sottile, andando a incidere sul proprio senso di autostima, ma anche l’immagine (libera o predefinita) e il colore del foglio (nero, bianco o colorato) permettono differenti capacità espressive. Persone anziane che in tutta la loro vita non si sono mai ritrovate a dipingere, inizialmente possono guardare con diffidenza e distacco a questo tipo di stimolo. Se però si mettono in campo gli accorgimenti appena evidenziati, si crea un clima accogliente, non giudicante, attento al vissuto di ognuno e si instaura un rapporto che considera, prima di tutto, la persona che si ha di fronte, un adulto con una propria indi-vidualità, se si motiva la finalità di quanto si sta facendo, allora è possibile che quella diffidenza iniziale si stemperi e ci si metta in gioco con la sola libertà e il piacere di lasciarsi andare.

L’aspetto importante, in tutte queste stimolazioni, è tuttavia sempre quello di mettersi in ascolto per individuare quale modalità o tecnica espressiva possa permettere di esternare emozioni e vissuti, per capire se ci sia la voglia di farlo e quale capacità vada sollecitata. Ad esempio, una persona con la quale si sia previsto di realizzare uno specifico intervento animativo uditivo o tattile, lasciata libera di esprimersi e di fronte a una serie di stimoli che le permettano di sce-gliere, può infatti prediligere un’attività di disegno o di pittura, e noi possiamo

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osservare come questa infonda in lei grande rasserenamento, evidenziato da un cambiamento della mimica facciale.

❖ Si vedano le Attività 5-10

Laboratorio teatrale e di lettura

All’interno del laboratorio teatrale è possibile incanalare alcuni disagi, vissuti e ricordi verso una nuova dimensione, permettendo di vederli e metabo-lizzarli attraverso prospettive diverse. Smettere dei panni per acquisirne altri, o recuperare alcune caratteristiche personali a favore della drammatizzazione (ad esempio la persona con temperamento materno premuroso può interpretare la figura della donna che, all’interno di una lite tra due persone, riesce a sedare il conflitto e a riportare la pace) può portare a ripensare al proprio ruolo e creare la possibilità di riappropriarsene. Il potere, letteralmente, di indossare dei pan-ni più eleganti, il rimettersi in giacca e cravatta, o rimettere il cappello «della domenica» può permettere, a se stessi e agli altri, di ritrovare maggiore dignità. Lo scoprirsi capaci di recitare, di mettersi in gioco all’interno di un clima che lo consenta, permette di pervenire a una maggiore accettazione di sé, di riallacciare dei rapporti, di elevare il proprio senso di autostima, di avere ancora uno scopo.

Da più di dieci anni, i nostri ospiti interpretano, rivisitano e/o creano due commedie all’anno, una nei mesi estivi e l’altra nei mesi invernali.

I copioni vengono scritti assieme agli ospiti, ritagliati sulle loro personali caratteristiche o prendendo spunto dalle storie passate, dai loro racconti o dai suggerimenti della compagnia teatrale «Arrigo Lucchini»; le prove durano sempre alcuni mesi e durante questo periodo le persone coinvolte, per lo più affette da demenza medio/lieve e da stati depressivi, mostrano dei chiari miglioramenti dal punto di vista cognitivo e comportamentale. L’evidenza di tali aspetti è stata anche documentata attraverso alcune scale, quali il MMSE, il GDS, la Cornell e la NPI, che hanno permesso di monitorare i cambiamenti. La valutazione di tali progetti ha comunque seguito due differenti piani: uno di tipo quantitativo e l’altro di tipo qualitativo; quest’ultimo viene monitorato attraverso apposite schede di andamento quotidiano, tramite colloqui indivi-duali o collettivi, e attraverso un’osservazione diretta delle dinamiche che si svolgono all’interno del gruppo. Si cerca infatti di cogliere i momenti in cui i diversi cambiamenti (cognitivi e comportamentali) hanno luogo per cercare di indirizzare l’intervento e cogliere quali siano le cause di tali mutamenti (ambientali o personali o entrambe gli aspetti).

❖ Si vedano le Attività 11-14

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Laboratorio di stimolazione sensoriale

I vari laboratori di stimolazione sensoriale, per lo più rivolti a persone con demenza grave, ci permettono invece di operare quotidianamente su altri aspetti. Il livello di benessere e di rilassamento durante le attività e nei momenti successivi agli interventi sono molto importanti, in quanto possono avere delle positive ripercussioni nella gestione quotidiana dell’ospite. Attraverso percorsi sonori (ascolto guidato della musica), olfattivi (spezie, profumi, ecc.), visivi (visione di quadri, colori, immagini, ecc.) e tattili (la manipolazione di materiali, è un modo per ricollegarsi alle sensazioni positive dell’infanzia, per scoprire che la materia è plasmabile come lo è il nostro corpo soggetto a cambiamenti) è possibile riattivare stati assopiti, infondere rilassamento e benessere, ridurre stati di agitazione, facilitare l’espressione verbale, l’esternazione di emozioni, creare un contatto e fornire, a operatori e parenti, un’altra immagine della persona coinvolta.

Per concludere, l’attività di ginnastica ed espressività è volta a fare rista-bilire un contatto con le proprie capacità residuali. Attraverso metodologie di conduzione dei gruppi, materiale di varia consistenza (foulard, carta velina, corde, cartoncini, nastri, cuscini, teli colorati, palloncini) e la musica si cerca di favorire la libera espressione, andando a stimolare alcune parti del corpo senza che si percepisca la fatica, ma con la sola sensazione di un diffuso benessere in quanto, ponendo in primo piano l’aspetto musicale, questo permette di lasciarsi andare seguendo i suoni o la propria musicalità che scaturisce dai movimenti.

❖ Si vedano le Attività 15-20

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Laboratorio ludico-ricreativo

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ATTIVITÀ 1

CICLO DELLA VITA

Destinatari

Soggetti di terza e quarta età con demenza di grado lieve, moderato o severo. L’attività prevede la presenza di bambini della scuola primaria.

Obiettivi

Recuperare la memoria storica, favorire la conoscenza reciproca, la cooperazione, lo scambio di informazioni, di opinioni e di ruoli, stimolare la creatività e l’esternazione di emozioni; incentivare il contatto, la comunicazione, la socializzazione e la collaborazione fra anziani e bambini portando gli uni a sentirsi più utili e protagonisti della propria realtà e gli altri a sviluppare un maggior senso di stima per i primi, avvicinare le nuove generazioni agli anziani per comprendere certi aspetti della vecchiaia in modo ludico.

Materiali

Blocco per appunti, penna, eventualmente pennarelli, tempere, fogli di carta bianca per disegnare.

Durata

Non superiore all’ora.

Attività

Predisporre una serie di domande stimolo semplici e chiare riguardanti le fasi della «Nascita», della «Giovinezza» e dell’«Età adulta». Disporre il gruppo in cerchio, occupare un posto qualsiasi all’interno di esso e spiegare ai partecipanti lo scopo dell’attività: raccogliere, mediante interviste, esperienze da tramandare alle nuove generazioni per non perdere la traccia storico-culturale del passato. Dopo la premessa, che dovrà essere ribadita all’inizio di ogni

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incontro, porre i quesiti prendendo nota di ciò che viene detto, valorizzando tutti gli interventi, stimolando la memoria storica dei componenti del grup-po e facendo ulteriori domande se i concetti espressi non risultano chiari. È importante riuscire a cogliere, contenere e rielaborare tutte le emozioni che emergono dal racconto autobiografico e aiutare gli ospiti a unire i ricordi che possono risultare frammentari.

Una volta raccolto e rielaborato il materiale, rileggere al gruppo tutto ciò che è emerso durante gli incontri, per dare la possibilità di aggiungere o specificare meglio alcune cose. In questa sede si può chiedere agli ospiti come si sono sentiti durante le interviste, se sono rimasti soddisfatti dell’attività e del risultato finale.

Domande stimolo

Esempi di domande relative alla «Nascita»:

• Come nascono i bambini?• Chi li fa nascere?• Dove si partoriva una volta?• Chi aiutava a farli nascere?• Avete avuto dei figli?• Quanti?• A quanti anni si avevano?

Esempi di domande relative alla «Giovinezza»:

• A quanti anni si cominciava ad andare a scuola?• A quanti anni si smetteva di andare a scuola?• A quanti anni si iniziava a lavorare?• Quando eravate giovani avevate degli amici?• Uscivate con loro?• Con cosa uscivate?• In quali giornate si usciva con gli amici?• A quanti anni ci si fidanzava?• A quanti anni ci si sposava?• Avete preso la patente?• Le ragazze prendevano la patente?• Le ragazze andavano a lavorare?

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Esempi di domande relative all!«Età adulta»:

• Il lavoro che si iniziava a fare da molto giovani si manteneva per tutta la vita?• Quali erano i lavori più diffusi per gli uomini?• Quali erano i lavori più diffusi per le donne?• A quanti anni ci si sposava?• Come si festeggiavano i matrimoni?• Una volta sposati, dove si andava a vivere?• Si riusciva a comprare casa?• Esistevano i mutui?• Quante ore al giorno si lavorava?• Dopo l’orario di lavoro cosa si faceva?• Per quanti anni si lavorava?• A quanti anni si andava in pensione?• Come vi siete sentiti il primo giorno dopo la pensione?• E nei mesi successivi?• Cosa avete iniziato a fare una volta in pensione?• Vi siete occupati dei nipoti?

Conclusione

Rilegare le interviste in un quadernetto da distribuire nelle scuole del quartiere e se possibile organizzare uno o più incontri, nei quali bambini e anziani si possano confrontare su questi argomenti. Si può, inoltre, attivare un laboratorio artistico-creativo, durante il quale l’anziano potrà dipingere un mo-mento del ciclo di vita, scegliendo l’immagine a suo parere più rappresentativa.

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ATTIVITÀ 13

TECNICHE TEATRALI PER LA TERZA ETÀ

Destinatari

Soggetti di terza e quarta età con demenza di grado lieve o moderato, persone che in passato hanno già fatto teatro e/o hanno avuto qualche espe-rienza di recitazione (in collegio, in parrocchia) o che hanno voglia di essere al centro dell’attenzione.

Obiettivi

Stimolare le capacità cognitive (attenzione e memoria), la creatività, il divertimento e la socializzazione, recuperare la memoria storica.

Materiali

Copioni, blocco per appunti, penna.

Durata

Non superiore all’ora.

Attività

Si continua in questa attività il lavoro cominciato con la costruzione di un copione teatrale (Attività 11).

I incontro

Scegliere un ambiente adeguato (evitare stanze di passaggio, rumorose o troppo piccole) e disporre il gruppo in cerchio per agevolare e stimolare lo scambio. Distribuire i copioni (utilizzando un carattere Times New Roman con corpo almeno 22), in cui ogni partecipante troverà scritto il proprio nome evidenziato in corrispondenza delle battute che dovrà leggere. Per rendere le

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pagine più maneggevoli, plastificare i fogli o inserirli in teche di plastica. Se la storia è più lunga di 6-7 pagine, suddividerla in atti o scene (preferibilmente tre) per facilitare la memorizzazione e l’orientamento.

Leggere il testo insieme ai partecipanti, invitando tutti a seguire con attenzione. Stimolare la formulazione di commenti e opinioni, verificare se l’assegnazione delle parti soddisfa i presenti e sollecitare l’apporto di eventuali modifiche. Rileggere il testo invitando i partecipanti a seguire e a intervenire in corrispondenza del proprio nome.

II incontro

Prima di riprendere la lettura verificare se i partecipanti hanno cambiato idea o se hanno pensato di apportare qualche cambiamento. Questo atteggia-mento è utile a creare un clima di condivisione aperto alle sollecitazioni, nel quale i partecipanti si sentano protagonisti e parte integrante di tutto il processo. Per facilitare la memorizzazione, invitare le persone a sedersi sempre nello stesso posto, stabilito all’inizio in base alla sequenza delle battute.

Rileggere il copione più volte nell’arco dell’ora, invitando i partecipanti a intervenire ognuno per la propria parte.

III incontro

Prima di riprendere la lettura verificare se i partecipanti hanno cambiato idea o se hanno pensato di apportare qualche cambiamento.

Rileggere il copione e, in base alle capacità cognitive di ogni partecipante, proporre di provare a dire la propria battuta a memoria, cercando di attenersi il più possibile al testo; ritornare più volte sulla stessa battuta e fare ripetere a ognuno il dialogo.

Incontri successivi

Riprendere la lettura del copione, provando a inserire gradualmente nuove battute da imparare in associazione a gestualità che facilitino la memorizzazione; cercare di stimolare la personalizzazione delle battute.

Organizzare le prove generali invitando qualche persona, per far sì che i partecipanti si abituino alla presenza di un pubblico. Pubblicizzare l’inizia-tiva fra i parenti, amici, conoscenti e personale della struttura, in modo tale da fornire un’immagine diversa dei partecipanti e dar loro modo di sentirsi importanti e interessanti.

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93

labo

rato

rio

teat

rale

e di

lett

ura

Conclusione

L’attività si considera conclusa il giorno della rappresentazione. Prima di congedarsi, chiedere agli ospiti se sono rimasti soddisfatti del

lavoro svolto e del risultato finale.

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Pedr

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ANZ

IANI

I l manuale, nato da esperienze concrete realizzate all’interno di una struttura residenziale, è un testo pratico e completo finaliz-zato a migliorare il benessere degli anziani, autonomi o semi-

autosufficienti, attraverso il potenziamento delle capacità cognitive e il mantenimento delle abilità intellettuali residue.

Il libro è articolato in due parti: a una breve sezione introduttiva, che riporta le informazioni fondamentali per svolgere le attività ludico-riabilitative con le persone anziane, segue un’ampia seconda parte, prettamente pratica. Quest’ultima presenta un iter operativo completo, che va dalle modalità di programmazione dell’animazione, agli esercizi da ef-fettuare, alle griglie di valutazione dei risultati.

Le attività proposte si suddividono in sei sezioni:• Le attività con le immagini visive• I laboratori linguistici• Gli esercizi percettivo-spaziali• I laboratori creativi• Le attività sociali• Le attività dinamiche.

Per ogni esercizio o gioco, progettati o adattati per sollecitare le risorse, cognitive e non, dell’individuo, sono indicati in modo det-tagliato gli obiettivi preposti, le modalità di svolgimento, i materiali necessari, i livelli di funzionalità richiesti. Sono inoltre presenti numerose schede finalizzate al lavoro individuale.Attività di animazione con gli anziani è uno strumento valido e innovativo che si rivolge a tutti gli operatori che si occupano di animazione professionale, ma anche agli assistenti domiciliari e ai familiari stessi che intendono promuovere il benessere psicologico e cognitivo della persona cara in modo semplice, efficace e divertente.

SCHEDA 1 PAROLEVERE O FALSE?

I LABORATO

RI LINGUISTICI

Metti una X sopra la lettera V se la parola è VERA oppure una X sulla F se la parola è FALSA.V F V F V FPACCO VUCCO SERIO

V F V F V FALLINA PURTA ZIZZOV F V F V FANSA OFTIO CUNTO

V F V F V FELPO CALLA MADIAV F V F V FOLEOSO DIDDO ANDA

V F V F V FFRUO PROBBO ALBAV F V F V FCERVO ANTENNA APPA

94 ◆ © 2013, L. Pedrinelli Carrara, Attività di animazione con gli anziani, Trento, Erickson

un iter operativo completo, che va dalle modalità di PURTAPURTAPURTAPURTAPURTA ZIZZOZIZZOZIZZOV F V F VANSAANSAANSAANSAANSA OFTIOOFTIOOFTIOOFTIOOFTIOOFTIO CUNTOCUNTOCUNTO

V F V F VELPOELPOELPOELPOELPO CALLACALLACALLACALLACALLACALLA MADIAMADIAMADIAV F V F VOLEOSOOLEOSOOLEOSOOLEOSOOLEOSOOLEOSOOLEOSO DIDDODIDDODIDDODIDDODIDDODIDDO ANDAANDAANDAANDA

V F V F VFRUOFRUOFRUOFRUOFRUO PROBBOPROBBOPROBBOPROBBOPROBBOPROBBOPROBBO ALBAALBAALBAALBAALBAV F V F VCERVOCERVOCERVOCERVOCERVOCERVO ANTENNAANTENNAANTENNAANTENNAANTENNAANTENNAANTENNAANTENNA APPAAPPAAPPAAPPAAPPA

94 ◆ © 2013, L. Pedrinelli Carrara, Attività di animazione con gli anziani, Trento, Erickson

LE ATTIVITÀ CON LE IMMAGINI VISIVELe cose e i loro nomi

MATERIALE PER L’OPERATORE O IL FAMILIARE

CARD per il gioco

© 2013, L. Pedrinelli Carrara, Attività di animazione con gli anziani, Trento, Erickson ◆ 53

Laura Pedrinelli Carrara

ATTIVITÀ DI ANIMAZIONECON GLI ANZIANI

Stimolare le abilità cognitive e socio-relazionali nella terza età

€ 22,00

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Obiettivi

– Stimolare la capacità di classificazio-ne e associazione.

– Rinforzare la memoria e la rievoca-zione.

– Sollecitare l’attenzione e il ragiona-mento.

– Stimolare il confronto assertivo.

Abilità principalmente stimolate

– Linguaggio– Memoria

Materiali

– Schede 7, 8– Materiale per l’operatore o il familiare – Lavagna o cartoncino bristol– Fogli bianchi

Tecnica

Produzione linguistica associativa e semantica.

Numero partecipanti

Dipende dalle abilità cognitive presenti, mediamente si consigliano 15-20 anziani per animatore con possibi-lità di organizzare gruppi in successione.

Svolgimento

L’operatore nomina una parola e l’anziano deve trovare il collegamento con un’altra parola, poi ogni parte-cipante, a turno, deve associarla a quella detta precedentemente (ad esempio, bottiglia – tappo – sughero – albero – frutto – arancio – colore – disegno – …). Il Materiale per l’operatore o il familiare sarà di aiuto per la produzione delle parole stimolo.Per far lavorare individualmente tutti i membri del gruppo e per il lavoro del singolo anziano si utilizzano le Schede 7 e 8.

Note

– L’operatore può stimolare gli anziani, una volta che essi hanno ben compreso e attuato il gioco, a proporre le parole iniziali. Soprattutto quelli che hanno maggiori difficoltà ad associare le parole possono essere resi partecipi dando la prima definizione che non abbisogna di un complesso lavoro cognitivo, ovvero trovare l’associazione, ma li rende ugualmente attivi nel gruppo.

– Si può anche creare un cartellone con le parole espresse, disegnando alcune associazioni (ad esempio, il disegno della bottiglia, del tappo, dell’albero, ecc.) che l’anziano colorerà e che verranno poi ritagliate e incollate su un cartoncino bristol.

Parole associate

Livelli di funzionalità

In autonomia con normale supporto

Con supporto costante o con scheda

C1 D M Vi C2 U Vo

– Attenzione– Ragionamento.

– Pennarelli– Colla– Forbici.

110 ◆ Attività di animazione con gli anziani

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Modalità 1

1 Spiegare agli anziani che si lavorerà con le parole che sono collegate fra di loro e che i collegamenti che faranno saranno quelli che vorranno loro, non ci sono associazioni giuste o sbagliate, vanno tutte bene, basta che siano attinenti.

2 Iniziare facendo un esempio: CAROTA – coniglio – arrosto – forno – cucina – famiglia – …

3 Utilizzando il Materiale per l’operatore o il familiare, che contiene alcune parole stimolo, chiedere agli anziani di fare a turno una sola associazione dando a ognuno una parola diversa; se non hanno com-preso, aiutarli con una propria associazione, se poi loro ripetono la nostra accettarla e poi fargliela as-sociare. Aiutarli anche con delle domande. Ad esempio, se non sanno dare un’associazione alla parola carota chiedergli come è la carota, a questo punto risponderanno: buona o arancione o fresca o altro ancora e questa parola sarà accettata come associazione.

4 Iniziare con l’attività dal soggetto più disponibile e poi proseguire con gli altri.

Esempio

Operatore: La prima parola che vi chiedo di associare è: «cane». Tu Guido che cosa rispondi? A che cosa ti fa pensare il cane?Guido: Che abbaia!Operatore: Benissimo, allora adesso Maria mi devi dire una parola collegata con «abbaia».Maria: Non lo so… cane?Operatore: No, cane lo abbiamo già detto, ma se senti abbaiare che succede? Sei contenta? Fa rumore? Che cosa?Maria: Fa rumore.Operatore: Bene adesso Giorgio dimmi che parola associ a «rumore».Giorgio: Il rumore del trapano.Operatore: Benissimo e tu, Adelina, cosa associ alla parola «trapano»?Adelina: Lavorare? Va bene?Operatore: Certo, quindi fi nora abbiamo creato questa catena associativa, ve la faccio vedere alla lavagna: CANE – ABBAIA – RUMORE – TRAPANO – LAVORARE.

5 Quando una persona non trova nulla o ripete quanto già espresso dagli altri, stimolarla dandole alcune parole fra cui scegliere. Si veda nell’esempio la prima risposta di Maria.

I LABORATORI LINGUISTICI Parole associate

I laboratori linguistici ◆ 111

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I LABORATORI LINGUISTICI Parole associate

Elenco parole stimolo per il gioco

AUTO

BICCHIERE

BORSA

CAMERA

CAMMINARE

CANE

CAROTA

CILIEGIA

FATA

FORBICI

GATTO

GIOCO

LETTO

MARE

MARGHERITA

MONTAGNA

PANE

PESCE

SARTA

SILENZIO

SPORT

TERRA

ACQUA

ALBERO

AMICI

BALLO

BAMBINA

BARCA

BOTTIGLIA

CANTINA

CASA

CAVALLO

FILO

FIUME

LAGO

MUSICA

PIOGGIA

PRATO

QUADERNO

RUMORE

SCARPE

SOLDATO

TERRA

VESTITO

ANCORA

BALLO

CANZONE

DESIDERIO

DIVANO

DONNA

LAVORO

LIBRO

MANGIARE

MUCCA

NEVE

PARLARE

PIANTA

PIOPPO

PRINCIPE

RE

SABBIA

SCUOLA

SOLDI

SUONO

VALIGIA

VINO

ALBERGO

CAPPELLO

CINEMA

CONTADINO

CUCINA

CUORE

GIORNALE

GRANO

ISOLA

LETTO

MERENDA

OMBRELLO

PENNA

PRINCIPESSA

QUADRO

REGINA

TELEFONO

TOVAGLIA

UOMO

VETRO

VIAGGIARE

VULCANO

MATERIALE PER L’OPERATORE O IL FAMILIARE

112 ◆ © 2013, L. Pedrinelli Carrara, Attività di animazione con gli anziani, Trento, Erickson

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SCHEDA 7 TROVA LE PAROLE ASSOCIATE

Scrivi tutte le parole che ti vengono in mente per ogni parola che ti viene data.

ALBERO

MONTAGNA

CITTÀ

ESTATE

I LAB

ORA

TORI

LIN

GUI

STIC

I

© 2013, L. Pedrinelli Carrara, Attività di animazione con gli anziani, Trento, Erickson ◆ 113

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SCHEDA 8 TROVA LE PAROLE ASSOCIATE

Scrivi tutte le parole che ti vengono in mente per ogni parola che ti viene data.

MUCCA

GATTO

GIOCO

CINEMA I LABORATO

RI LINGUISTICI

114 ◆ © 2013, L. Pedrinelli Carrara, Attività di animazione con gli anziani, Trento, Erickson

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Obiettivi

– Stimolare la capacità di classificazio-ne e associazione.

– Rinforzare la memoria semantica e la rievocazione.

– Sollecitare l’attenzione e il ragiona-mento.

– Stimolare il confronto assertivo.

Abilità principalmente stimolate

– Linguaggio– Memoria – Attenzione– Ragionamento.

Materiali

– Scheda 9– CARD numeriche (presenti nelle pagine Materiale per l’operatore o il familiare)– Lavagna o cartellone con pennarello.

Tecnica

Produzione linguistica semantica.

Numero partecipanti

Possono partecipare anche 30 o più anziani contemporaneamente.

Svolgimento

L’operatore nomina alcuni oggetti e gli utenti devono dire se galleggiano o affondano. Ad esempio, «Il tappo di sughero galleggia o affonda?». Nel Materiale per l’operatore o il familiare è presente un elenco di parole stimolo da utilizzare.Per far lavorare individualmente tutti i membri del gruppo e per il lavoro del singolo anziano si utilizza la Scheda 9.

Note

– L’operatore può stimolare gli anziani a trovare gli oggetti da nominare, soprattutto quelli che hanno mag-giori difficoltà a rispondere possono essere resi partecipi dando la prima definizione.

– Si possono dividere i partecipanti in due o più gruppi, creando una gara a squadre.

Livelli di funzionalità

In autonomia con normale supporto

Con supporto costante o con scheda

C1 D M Vi C2 U Vo

Che cosa sta a galla e che cosa no?

I laboratori linguistici ◆ 115

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I LABORATORI LINGUISTICI Che cosa sta a galla e che cosa no?

Elenco parole stimolo per il gioco

ANCORA

ANELLO

CHIAVI

CHIODO

COTONE

FIORE

FOGLIA

FORBICI

MATITA

PALLA

PENNA

PIETRA

PIOMBO

PIUMA

REMI

SASSO

SPUGNA

VITE

BAMBOLA DI PLASTICA

BICCHIERE DI PLASTICA

BOTTIGLIA PIENA D’ACQUA

CIABATTA DI GOMMA

CIOTOLA DI PLASTICA

CUCCHIAIO DI FERRO

FERRI DA MAGLIA

MOLLETTA PER CAPELLI

MOLLETTA PER I PANNI

OMBRELLO CHIUSO

PALLA DI PIOMBO

PIATTO DI CERAMICA

PIATTO DI PLASTICA

SACCO DI FARINA

SEDIA DI PLASTICA

SOLDATINO DI PIOMBO

TAZZA DI CERAMICA

VASSOIO DI PLASTICA

BICICLETTA

BOTTIGLIA

BOTTONE

CANDELABRO

CUCCHIAIO DI LEGNO

FERRO DA STIRO

MARTELLO

MATTONE

PADELLA

PALLA DI VETRO

SALVAGENTE

SECCHIELLO

SPADA DI FERRO

SPADA DI LEGNO

TAPPO DI SUGHERO

TAVOLA DI LEGNO

TELEFONINO

UNCINETTO

MATERIALE PER L’OPERATORE O IL FAMILIARE

116 ◆ © 2013, L. Pedrinelli Carrara, Attività di animazione con gli anziani, Trento, Erickson

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SCHEDA 9 CHE COSA STA A GALLA?

Inserisci nella giusta colonna le seguenti parole.

CHIODO, SASSO, CUCCHIAIO DI FERRO, CUCCHIAIO DI LEGNO, MARTELLO, MATTONE, ANCORA, PALLA DI VETRO, FERRO DA STIRO, FORBICI, TAPPO DI SUGHERO, CHIAVI, PIUMA, BICCHIERE DI PLASTICA, PIATTO DI PLASTICA, SECCHIELLO, SALVAGENTE, SACCO DI FARINA,

SPADA DI FERRO, SPADA DI LEGNO

STA A GALLA AFFONDA

............................................................................................

............................................................................................

............................................................................................

............................................................................................

............................................................................................

............................................................................................

............................................................................................

............................................................................................

............................................................................................

............................................................................................

............................................................................................

............................................................................................

............................................................................................

............................................................................................

............................................................................................

............................................................................................

............................................................................................

............................................................................................

............................................................................................

............................................................................................

............................................................................................

............................................................................................

I LAB

ORA

TORI

LIN

GUI

STIC

I

© 2013, L. Pedrinelli Carrara, Attività di animazione con gli anziani, Trento, Erickson ◆ 117

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Obiettivi

– Stimolare le capacità linguistiche.– Rinforzare la memoria semantica e la

rievocazione.– Sollecitare l’attenzione e il ragiona-

mento.– Favorire la socializzazione.

Abilità principalmente stimolate

– Linguaggio– Memoria

Materiali

– Schede 11, 12, 13– CARD alfabetiche (presenti nelle pagine Materiale per l’operatore o il familiare)– Lavagna.

Tecnica

Produzione linguistica associativa.

Numero partecipanti

Dipende dalle abilità cognitive presenti, a seconda del numero di partecipanti si danno da una a tre lettere a testa. Si sconsigliano, comunque, gruppi oltre le 10-15 persone, perché più sono gli utenti minore è la parte-cipazione attiva al gioco e gli anziani si possono annoiare. In caso di numeri maggiori fare due gruppi.

Svolgimento

Attraverso l’utilizzo del Materiale per l’operatore o il familiare, che contiene le carte alfabetiche, l’operatore consegna tre CARD a ogni utente e scrive alla lavagna una parola che i partecipanti dovranno riconoscere e ricomporre con le CARD alfabetiche a disposizione. Nella MODALITÀ 1 è descritta l’esecuzione dell’esercizio.Per far lavorare individualmente tutti i membri del gruppo e per il lavoro del singolo anziano si utilizzano le Schede 11, 12, 13.

Note

– Il gioco è a difficoltà crescente, perciò inizialmente l’apporto dell’operatore sarà maggiore, sostenendo gli anziani nella lettura e nel riconoscimento delle CARD alfabetiche. Dopo alcune volte saranno i partecipanti a leggere la parola e a ricostruirla spontaneamente, per arrivare a far sì che siano loro stessi a creare le paro-le, possibilmente sempre più lunghe.

– Le CARD contengono lettere dell’alfabeto inglese per poter ulteriormente ampliare la tipologia di parole con termini stranieri di corrente utilizzo nella nostra lingua, come ad esempio: box, baby-sitter, junior, wa-ter, ticket, ok.

Livelli di funzionalità

In autonomia con normale supporto

Con supporto costante o con scheda

C1 D M C2 U Vo

Parole da ricostruire

– Attenzione– Ragionamento.

I laboratori linguistici ◆ 123

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Modalità 1

1 Fotocopiare su cartoncino chiaro e ritagliare le CARD alfabetiche, contenute nel Materiale per l’opera-tore o il familiare, in modo da ottenere 3 CARD per ogni lettera che saranno consegnate ai partecipanti.

2 L’operatore inizia l’attività spiegando ai partecipanti che dovranno ricostruire, con le carte che gli sono state consegnate, la parola scritta alla lavagna.

3 Formulare una parola, scriverla alla lavagna e poi fare lo spelling. Ad esempio, leggere la parola ANIMA-LE per intero e poi lettera per lettera: A-N-I-M-A-L-E.

4 Successivamente, l’operatore chiede ai partecipanti di restituire ogni lettera che è stata verbalizzata, se in loro possesso. Quindi spiegherà che, nell’esempio della parola ANIMALE, le persone che possiedono la N, la I, la M, la L e la E dovranno consegnare una CARD, mentre chi possiede la A dovrà darne due.

5 Prendere tutte le lettere raccolte e formare la parola in modo che sia ben visibile a tutti gli anziani.

6 Ripetere l’esercizio di prova con un’altra parola, in modo da far capire il meccanismo.

7 Iniziare l’esercizio vero e proprio, trascrivendo alla lavagna una parola e poi leggendo il nome lettera per lettera; saranno gli anziani che dovranno consegnare spontaneamente le loro lettere se contenute nella parola stimolo.

8 Il passo ulteriore sarà quello di non dover più neanche fare lo spelling della parola, ma solo nominarla e trascriverla alla lavagna.

9 Ripetere la stessa sequenza con altre parole semplici e comuni come IMBUTO, PIZZAIOLO, TAVOLI-NO, CALENDARIO, ecc. cercando di trovare termini che contengano lettere diverse per far giocare tutti in egual misura.

10 Creare un’ulteriore diffi coltà del gioco scrivendo soltanto la parola alla lavagna, saranno i partecipanti a leggerla e a provare a capire autonomamente se hanno o no la lettera giusta. Si inizierà con parole mol-to semplici (CASE, ZEBRA, GIOSTRA, ALBERO) per arrivare a quelle più complesse (ACQUEDOTTO, FISARMONICA, OCCHIALI, ARCHITETTO) e a quelle composte (MONTE BIANCO, PENNA ROSSA, ASTRO DEL CIELO).

11 In ultimo, saranno gli utenti che dovranno trovare le parole, prima semplici e poi composte.

I LABORATORI LINGUISTICI Parole da ricostruire

124 ◆ Attività di animazione con gli anziani

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I LABORATORI LINGUISTICI Parole da ricostruire

CARD alfabetiche per il gioco

A B C

D E F

G H I

MATERIALE PER L’OPERATORE O IL FAMILIARE

© 2013, L. Pedrinelli Carrara, Attività di animazione con gli anziani, Trento, Erickson ◆ 125

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I LABORATORI LINGUISTICI Parole da ricostruire

CARD alfabetiche per il gioco

J K L

M N O

P Q R

MATERIALE PER L’OPERATORE O IL FAMILIARE

126 ◆ © 2013, L. Pedrinelli Carrara, Attività di animazione con gli anziani, Trento, Erickson

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I LABORATORI LINGUISTICI Parole da ricostruire

CARD alfabetiche per il gioco

S T U

V W X

Y Z

MATERIALE PER L’OPERATORE O IL FAMILIARE

© 2013, L. Pedrinelli Carrara, Attività di animazione con gli anziani, Trento, Erickson ◆ 127

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SCHEDA 11 LEGGI E RICOPIA LE PAROLE

AFFAMATO

LENZUOLA

BISOGNO

ACQUA

ACQUEDOTTO

PIATTO

SIMPATICO

AMICIZIA

CAPPELLO

FORCHETTA

CUCCHIAIO

BICCHIERE

I LABORATO

RI LINGUISTICI

128 ◆ © 2013, L. Pedrinelli Carrara, Attività di animazione con gli anziani, Trento, Erickson

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T __ __ __ __

B __ __ __ __ __ __ __ __

C __ __ __ __ __ __

I __ __ __ __ __

SCHEDA 12 SCRIVI I NOMI DEGLI OGGETTI RAFFIGURATI

I LAB

ORA

TORI

LIN

GUI

STIC

I

© 2013, L. Pedrinelli Carrara, Attività di animazione con gli anziani, Trento, Erickson ◆ 129

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P __ __ __ __ __ __

F __ __ __ __

__ __

__ __ __ __ __

A __ __ __ __ __ ____ __ __ __ __ __ __

S __ __ __ __ __ __ __

SCHEDA 13 SCRIVI I NOMI DEGLI OGGETTI RAFFIGURATI

I LABORATO

RI LINGUISTICI

130 ◆ © 2013, L. Pedrinelli Carrara, Attività di animazione con gli anziani, Trento, Erickson

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Gra

ndi

L’identità fonda e caratterizza la persona; è quel sentirsi unico e irriducibile, diverso da ogni altro, nonostante i cambiamenti, anche dirompenti, che avvengono a livello

fisico e mentale. La storia di vita è il tessuto connettivo che permette di raccordare i frammenti della propria esistenza all’interno di una cornice, consentendo a ognuno di riconoscersi attraverso i segni del passato e di collegarli alle esperienze attuali. Quando l’identità e il ricordo sono seriamente compromessi, come nel caso delle persone anziane con demenza, occorre favorire questo percorso di ricomposizione, per recuperare quella memoria residuale utile ad ancorare la persona a una tranquillizzante routine e a un senso possibile. In modo pratico e chiaro, il libro presenta:• come poter ricostruire la storia di vita dei pazienti

attraverso la realizzazione di un album dei ricordi, avvalendosi di semplici materiali di uso comune;

• una serie di attività finalizzate alla stimolazione delle funzioni cognitive, delle abilità strumentali e dell’autostima nell’anziano.

Le attività, di facile esecuzione e di sicura riuscita, vengono proposte in maniera dettagliata in schede operative corredate di illustrazioni e si prestano a essere realizzate sia nel contesto di un centro diur-no, di una casa di riposo, ecc., sia a domicilio, con il supporto del caregiver.

COST

RUIR

E LA

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RIA

DI V

ITA

CON

LA P

ERSO

NA C

ON D

EMEN

ZA

€ 22,00

Elena Grandi

COSTRUIRE LA STORIA DI VITACON LA PERSONACON DEMENZA

Attività pratiche per la stimolazionedelle funzioni cognitive residuali

i frammenti della propria esistenza all’interno di una cornice,

134 ◆ © 2016, E. Grandi, Costruire la storia di vita con la persona con demenza, Trento, Erickson

Una scatola può diventare un teatrino e offrire la possibilità di creare momenti e intermezzi di animazio-

ne, in cui i protagonisti sono gli anziani. Si suggerisce di utilizzare una grande scatola in modo da realizzare un teatro abbastanza ampio che possa

essere poggiato su un tavolo, davanti alla persona o alle persone che reciteranno, leggeranno poesie, inter-

preteranno racconti, leggende, ecc. Si presta a essere utilizzato in tutti i momenti dell’anno, permette di

stimolare e condividere emozioni e sentimenti, ma anche memorie. Se utilizzata in casa, permette, soprat-

tutto dove ci sono bambini piccoli, l’interazione tra nonni e nipoti. Nel periodo del carnevale, è divertente

creare una filastrocca in cui i protagonisti sono i partecipanti. Dopo aver stampato le fotografie dei loro

volti e averle incollate su un cartoncino, si possono utilizzare come se fossero maschere e farle «recitare»

nel teatrino. Per l’animazione, vengono fornite le immagini di alcune maschere tradizionali di carnevale

(Arlecchino, Colombina, Brighella, Pulcinella, Balanzone, Pierrot, Tartaglia e Pantalone), da ritagliare e co-

lorare, e il modello di alcune mascherine da costruire.

DESTINATARI Anziani che hanno le seguenti capacità strumentali: uso del pennello, delle

forbici, del righelloOBIETTIVI(capacità e funzioni coinvolte e attivate)

AreA cognitivA: linguaggio, capacità mnesiche, attentive/esecutive, prassi-

cheAreA sensoriAle e percettivA: capacità visiva (colori, forme, figura-sfondo),

tattileMotricità: capacità fino-motoria, coordinazione oculo-manuale, uso corret-

to degli attrezzi (pennello, forbici, riga)AreA dellA personAlità e dellA sociAlità: attività di gruppo, uso comune degli

attrezzi, socializzazione, condivisione di idee, autostimaMATERIALI Per la costruzione del teatrino• scatola di cartone (le dimensioni della scatola permetteranno di costruire

un teatrino di dimensioni grandi o piccole)• righello • squadra • cutter • forbici • matita • gomma • colori acrilici • pennelli • colla vinilica• stoffa tipo raso lucido per la tendaPer l’animazione• immagini delle maschere di carnevale tradizionali, fotografie dei pazienti o

mascherine• nastro adesivo• stecchini

LUOGO Aula laboratorio attrezzata. In alternativa, è possibile allestire uno spazio

per l’attività in un angolo della stanza occupata dal paziente.

24Attività

LA SCATOLA TEATRINO

134 ◆ © 2016, E. Grandi, Costruire la storia di vita con la persona con demenza, Trento, Erickson

OBIETTIVI(capacità e funzioni coinvolte e attivate)

AreA cognitivA: linguaggio, capacità mnesiche, attentive/esecutive, prassi

cheAreA sensoriAle e percettivA: capacità visiva (colori, forme, figura-sfondo),

tattileMotricità: capacità fino-motoria, coordinazione oculo-manuale, uso corret

to degli attrezzi (pennello, forbici, riga)AreA dellA personAlità e dellA sociAlità: attività di gruppo, uso comune degli

attrezzi, socializzazione, condivisione di idee, autostimaMATERIALI Per la costruzione del teatrino• scatola di cartone (le dimensioni della scatola permetteranno di costruire

un teatrino di dimensioni grandi o piccole)• righello • squadra • cutter • forbici • matita • gomma • colori acrilici • pennelli • colla vinilica• stoffa tipo raso lucido per la tendaPer l’animazione• immagini delle maschere di carnevale tradizionali, fotografie dei pazienti o

mascherine• nastro adesivo• stecchini

LUOGO Aula laboratorio attrezzata. In alternativa, è possibile allestire uno spazio

per l’attività in un angolo della stanza occupata dal paziente.

© 2016, E. Grandi, Costruire la storia di vita con la persona con demenza, Trento, Erickson ◆ 73

L’ALBUM DELLA STORIA DI VITA

3 Mettere sul rovescio della foto, all’altezza degli ango-li, un quadratino di nastro adesivo di carta.

4 irare la fotografi a e pog-giarla sul piano di lavoro rendere il cartoncino e po-sizionarlo sulla foto, facen-do in modo da centrare la foto remere bene per far aderire il nastro adesivo. e si volesse fi ssare mag-giormente la fotografi a, ap-plicare altri pezzi di nastro adesivo lungo il perimetro della foto nfi ne, passare la pieghetta sul contorno del-la fi nestra per abbassarne bene i bordi.

5 Prendere un altro cartonci-no dello stesso colore e pas-sarvi lungo il bordo la colla stick.

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Questa attività si rifà allo spolvero, una tecnica pittorica che permette di riportare un disegno su varie

superfici.

DESTINATARI nziani che hanno le seguenti capacità strumentali ricalcare un disegno con la matita, forare con un punteruolo la carta

OBIETTIVI(capacità e funzioni coinvolte e attivate)

AreA cognitivA: capacità attentive, esecutive, prassiche, visuo-spazialiAreA sensoriAle e percettivA: capacità tattile, visivaMotricità: coordinazione oculo-manuale, controllo preciso dello strumento (punteruolo)AreA dellA personAlità e dellA sociAlità: attività individuale, autostima

MATERIALI • cartoncini colorati formato • carta trasparente (o carta forno)• disegno prestampato• punteruolo (oppure un ago grosso da lana inserito in una gomma suffi-

cientemente grande)• matita• scatola da imballaggio riciclata• nastro adesivo di carta

LUOGO ula laboratorio attrezzata n alternativa, possibile allestire uno spazio per l attività in un angolo della stanza occupata dal paziente

TASK ANALYSIS

1 ettere il foglio di carta trasparente (o carta forno) sopra il disegno che si intende riprodurre e fissarlo al tavolo con del nastro adesivo di carta affinch non si sposti isegnare i contorni con la matita grazie all effet-to della trasparenza

2 ppoggiare sul piano di lavoro un pezzo di cartone (utilizzando un pezzo della scatola riciclata), sopra collocare il cartoncino colorato formato e la carta trasparente su cui disegnato l oggetto da riprodurre on del nastro adesivo di carta, fissare cartoncino e modello al cartone

3 on il punteruolo (in mancanza se ne pu costruire uno infilzando den-tro una gomma un ago da lana) forare lungo tutto il contorno del dise-gno, cercando di pungere alla stessa distanza

4 on molta delicatezza staccare il modello

5 ul cartoncino si potrà vedere la trasposizione del disegno

6 i pu usare uesta tecnica per scrivere delle parole o delle frasi, anche sotto il disegno riprodotto, ricalcando la scrittura

TEMPO DI ESECUZIONE

l tempo di esenzione dipende dal paziente, dalla capacità di concentrazione e dal coinvolgimento nell attività (almeno minuti)

PUNTI DI FORZA a un basso costo, il risultato di grande effetto, stimola molto le capacità attentive ed esecutive ed adatto a uomini e donne

RICAMO SU CARTA 1Attività

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PUNTI DI DEBOLEZZA

a persona pu stancarsi prima di terminare l attività, perch il compito prevede attenzione prolungata e un livello discreto di impegno uesto si pu ovviare frazionando nel tempo l esecuzione, avendo l accortezza, per , di non sospendere l attività uando il paziente sta forando il disegno, altri-menti lo spostamento del foglio potrebbe compromettere il risultato

POSSIBILI VARIAZIONI DA APPORTARE ALL’ATTIVITÀ

opo aver eseguito il ricamo su carta il paziente pu scrivere una dicitura (ad esempio, lbum di lisa, e fotografie del mare , miei hobb , ecc )

utilizzando ancora il ricamo su carta ritagliando delle lettere da un giornale per comporre le parole scrivendo con un pennarello o una penna attaccando sotto il disegno un piccolo rettangolo di stoffa su cui rica-mata la scritta

RICAMO SU CARTA 1Attività

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Nel nostro quotidiano siamo sommersi di imballaggi che scartiamo senza neppure osservarli. Eppure

potremmo impiegarli e recuperarli per inventarci delle attività. Una di queste è la pittura sulle scatole.

Pensiamo, ad esempio, alle scatole che contengono la pasta, le saponette, i dentifrici, le bomboniere, o

anche a scatole più grandi come quelle della carta per fotocopie, gli scatoloni che possiamo trovare al su-

permercato, ecc. Da un’attenta osservazione del mondo che ci circonda, ci accorgeremmo che viviamo in

un mondo di scatole, di tutte le forme e dimensioni.

DESTINATARI nziani che hanno le seguenti capacità strumentali uso del pennello, delle forbici, della matita, della gomma, del temperamatite

OBIETTIVI(capacità e funzioni coinvolte e attivate)

AreA cognitivA: capacità attentive esecutive, prassiche, visuo-spazialiAreA sensoriAle e percettivA: capacità visiva (forma, colore, grandezza), tat-tileMotricità: capacità fino e grosso-motoria, coordinazione oculo-manuale, resistenza nel mantenere una posizione seduta con le braccia alzate al livel-lo del piano di lavoroAreA dellA personAlità e dellA sociAlità: attività individuale e o di gruppo, socializzazione, scambio di idee, utilizzo comune degli attrezzi, autostima

MATERIALI • scatole di cartone di recupero di dimensioni diverse • nastro adesivo di carta• forbici• pennelli• colori a tempera o acrilici• bicchieri di plastica• matita• gomma• temperamatite• giornali vecchi• grembiule (per non sporcarsi)

LUOGO ula laboratorio attrezzata n alternativa, possibile allestire uno spazio per l attività in un angolo della stanza occupata dal paziente

TASK ANALYSIS

1 oderare le scatole con del nastro adesivo di carta, comunemente chia-mato carta gommata, che ha lo scopo di creare una seconda superficie

2 reparare, su un vassoio di cartone, tanti bicchieri di plastica, che con-terranno i colori ettere a disposizione una grande varietà di colori nelle diverse gradazioni, per offrire una maggiore possibilità di scelta

ella preparazione sia delle scatole che dei colori, potrebbe essere coin-volto anche il paziente, che aiuteremo senza sostituirci a lui, cercando di assecondare la sua modalità di esecuzione ed essendo disponibili a intervenire in caso di bisogno, ma senza essere intrusivi

3 a scatola pu essere colorata nella sua interezza con un solo colore, op-pure ogni parete con un colore diverso uando il colore asciutto, vi si possono fare delle decorazioni facendo dei puntini con altri colori, righe,

PITTURA SULLE SCATOLE 8Attività

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cerchi, o ualsiasi segno possa venire in mente, come, ad esempio, ap-poggiare il pennello e lasciarne l impronta, utilizzare dei timbri ricavati dalla gommapiuma o da altri materiali (pasta, foglie, pezzi di patata o altri ortaggi incisi e passati nel colore) i potrebbe proporre anche di decorare la scatola attaccando motivi presi da carte regalo, riviste, ecc

TEMPO DI ESECUZIONE

l tempo di esecuzione varia a seconda della capacità di concentrazione, del coinvolgimento della persona, della grandezza della scatola, ecc

PUNTI DI FORZA un attività economica, creativa e alla portata di tutti e fatta in gruppo contagiante, desta allegria otrebbe essere interessante coinvolgere i

nipoti dei pazienti, ma senza infantilizzare l attività e l incontro con i nonni, spiegando ai bambini che persino un famoso pittore come icasso dipingeva le sue scatole di sigari

PUNTI DI DEBOLEZZA

ipingere la tridimensionalità significa mantenere il corpo in una postura (braccia sollevate) che potrebbe risultare stancante se mantenuta a lungo

POSSIBILI VARIAZIONI DA APPORTARE ALL’ATTIVITÀ

e scatole cos decorate possono essere utilizzate per molteplici scopi

contenitori per i materiali del laboratorio o per oggetti personali degli anziani

creazione di strutture pi complesse, come, ad esempio, un albero di atale fatto con scatole disposte in forma piramidale

contenitori di attività pi specifiche (si veda ttività per operatori e caregiver , attività , e )

PITTURA SULLE SCATOLE 8Attività

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Costruire una bambola per sé o per i propri nipoti suscita interesse e motiva la persona a fare, soprat-

tutto perché per realizzare questo oggetto si utilizzano gli abiti di un neonato. Ciò comporta la ricerca

del materiale all’interno della propria famiglia (gli abiti di un nipotino) con la carica emotiva che ne

comporta.1

DESTINATARI nziani che hanno le seguenti capacità strumentali tagliare il filo, la stoffa, infilare l ago, cucire, ricamare

OBIETTIVI(capacità e funzioni coinvolte e attivate)

AreA cognitivA: capacità attentive esecutive, prassiche, mnesiche (memoria procedurale, semantica), visuo-spazialiAreA sensoriAle e percettivA: capacità visiva (percezione delle forme), tattile (distinzione dei vari materiali, come lana, cotone, imbottitura, ecc ), uditivaMotricità: capacità fino-motoria, coordinazione oculo-manuale, uso preciso degli strumenti (ago, forbici)AreA dellA personAlità e dellA sociAlità: attività individuale e o di gruppo, uso comune degli attrezzi, socializzazione, scambio di idee, autostima

MATERIALI • aghi• ditali• filo di vari colori • forbici• pannolenci di vario colore (azzurro, verde, bianco, nero, rosso, viola, ecc )• vestiti da neonato dell età di mesi (ghettine, calzamaglie, tutine con

piede)• lana (gialla, rossa, marrone, nera, ecc )• imbottitura in poliestere per bambola (circa etti)• colla vinilica• giornali

LUOGO ula laboratorio attrezzata n alternativa, possibile allestire uno spazio per l attività in un angolo della stanza occupata dal paziente

TASK ANALYSIS

e fasi per la realizzazione della bambola sono

costruzione della testa (utilizzando una ghettina per un bimbo di - mesi)

imbottitura del corpo (utilizzando una tutina con piedi e maniche per un bambino di circa un anno)

costruzione della parrucca fissaggio della parrucca sulla testa e attaccatura della testa al corpo fissaggio di occhi, naso, bocca sul viso

LA BAMBOLA PER IL NIPOTINO 13Attività

ella letteratura scientifica viene definita terapia della bambola l offrire alla persona con demenza di grado moderata e o severa un bambolotto somigliante a un bambino, con lo scopo di sentirsi utili curandolo ( raden

e aspar ( ), Implementation of a baby doll therapy for people with dementia, ementia , vol , n , pp - )

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1 Costruzione della testa on dell imbottitura per cuscini, riempire la ghettina senza pressare troppo le gambe saranno le braccia della bam-bola are un nodo a ogni gamba, proprio sotto l attaccatura del corpo

mbottire la parte superiore del corpo della calzamaglia e cucire dove il punto vita, in modo da chiudere la testa uando la testa sarà diventata rotonda e liscia passare un fi lo intorno alla vita, tirare e chiudere con dei punti

2 Imbottitura del corpo a tutina formerà il corpo della bambola u-cire l apertura della tutina, poi imbottire bene le gambe e, in seguito, il resto del corpo rendere la ghettina precedentemente imbottita e infi -lare le gambe (che saranno le braccia della bambola) dentro le brac-cia della tutina issare la testa della bambola (realizzata imbottendo la ghettina) con dei punti intorno al collo della tutina

3 Costruzione della parrucca rocedere alla preparazione della par-rucca la parrucca a matassa il modo pi semplice per fare i capelli alcolare la lunghezza fi nale dei capelli prendendo la misura dal centro

LA BAMBOLA PER IL NIPOTINO 13Attività

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della testa agliare un pezzo di cartone di uesta lunghezza (pi , cm) e usarlo per avvolgervi la matassa di lana are la scriminatura con una cucitura a punto indietro ovesciare il cartone e tagliare la lana (dalla parte opposta alla cucitura) oi sfi lare il cartone dalla matassa

4 Fissaggio della parrucca sulla testa e attaccatura della testa al corpo ppoggiare la matassa sulla testa della bambola e fi ssarla cu-cendo sulla scriminatura fatta precedentemente oi fi ssare il resto della capigliatura alla testa con colla vinilica e attendere che si asciughi, col-locando la testa sopra a una fonte di calore oi, fi ssare la testa al corpo della bambola

LA BAMBOLA PER IL NIPOTINO 13Attività

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5 Fissaggio di occhi, naso, bocca sul viso tilizzare il pannolenci per fare occhi, naso, bocca per gli occhi, ritagliare un tondo di panno bianco e un altro, leggermente pi piccolo, di panno di colore scuro incollare il panno colorato su uello bianco e fare asciugare ucire o incollare l oc-chio sulla faccia della bambola er realizzare il naso, tagliare un cerchio di stoffa dello stesso colore usato per la faccia e arricciarne il contorno iempire con poca imbottitura e cucire er la bocca, disegnare una

mezzaluna sul pannolenci rosso, ritagliare e incollare sulla faccia della bambola (una bambola sembra pi felice se ha la bocca rivolta all ins )

TEMPO DI ESECUZIONE

l tempo di esecuzione varia da paziente a paziente, determinato dal grado di attenzione e di coinvolgimento possibile realizzare la bambola in due incontri di due ore circa

PUNTI DI FORZA l materiale facilmente reperibile in casa o in famiglia a sua realizzazione stimola l interiorizzazione dello schema corporeo un attività che si pu svolgere insieme a bambini n uesto caso, fondamentale il ruolo dell o-peratore o del caregiver che pu essere determinante per far in modo che l incontro tra nonno a e nipote sia positivo un attività di grande coinvol-gimento emotivo e stimola la creatività

PUNTI DI DEBOLEZZA

un attività che coinvolge maggiormente le donne piuttosto che gli uomini, a meno che la parte del cucito non venga svolta dall operatore caregiver

POSSIBILI VARIAZIONI DA APPORTARE ALL’ATTIVITÀ

a bambola potrebbe indossare sopra al corpo altri vestiti, le scarpe (magari del nipotino), possibilmente uelle che si chiudono con i lacci in uanto sa-rebbero pi stabili n testa carino mettere un cappellino

LA BAMBOLA PER IL NIPOTINO 13Attività