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RELAZIONE PAESAGGISTICA

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 dicembre 2005Codice dei beni culturali e del paesaggio.

(GU n. 25 del 31‐1‐2006)

La presente relazione paesaggistica è allegata al progetto di “Variante al Piano Particolareggiato

del   Centro   Matrice   dell'Isolato   n°   65”.  Il   Piano   Particolareggiato   è   stato    approvato

definitivamente   con   Delibera   del   Commissario   Straordinario   n°   20   del   31/05/2016.

Successivamente, con Determinazione n° 688 del 26/04/2017,   il  Piano Particolareggiato veniva

approvato dall'Ufficio di Tutela Paesaggistica, dettando le prescrizioni da seguire negli interventi

su determinate Unità Edilizie.

Col progetto di Variante si prevede la modifica delle tipologie di intervento di alcune Unità Edilizie

(2‐7‐8‐9‐10)  all'interno  dell'Isolato  65.   Tale  necessità  nasce  dal   fatto   che   l'isolato  è   costituito

prevalentemente da piccole Unità Edilizie di proprietà privata, una volta edificate e adesso del

tutto diroccate, in cui sono ormai crollate le coperture e buona parte delle porzioni murarie e si

trovano   perciò   in   grave   stato   di   abbandono.   Dalla   condizione   descritta   scaturiscono   alcune

problematiche che  fanno capo a questioni  di  sicurezza e di   igiene pubblica.  Nello  specifico  le

problematiche connesse alla sicurezza sono dovute, sia alla facile accessibilità dell’area, sia alla

precarietà statica di alcune porzioni murarie che ad altre condizioni di pericolo. L’igiene pubblica

risulta invece compromessa dalla presenza di detriti e rifiuti di ogni genere, che possono essere

fonte   di   focolai   infettivi.   Infine   anche   il   decoro   dell’intero   quartiere   appare   visibilmente

compromesso dal persistere della situazione analizzata.

E' intenzione quindi, da parte dell'Amministrazione Pubblica, porre rimedio a tale situazione, sino

ad arrivare all'acquisizione delle aree degradate in modo da poter poi redigere un progetto di

iniziativa pubblica in cui tali aree saranno destinate a spazio pubblico all'aperto senza costruzioni

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di volumi. Con la Variante infatti saranno annullate tutte le volumetrie concesse alle Unità Edilizie

in   considerazione   (2‐7‐8‐9‐10),   in  modo   che   una   volta   acquisite   possano  essere   bonificate   e

riqualificate con un progetto unitario di iniziativa pubblica. 

II   presente   allegato   va   ad   integrare   la   "Relazione   paesaggistica"   che   correda   il   Piano

Particolareggiato del Centro Matrice del Comune di Orani. I contenuti della relazione qui definiti

costituiscono per l'Amministrazione competente la base di riferimento essenziale per la verifica

della   compatibilità   paesaggistica   degli   interventi   che   dovranno   essere   eseguiti   all'interno

dell'Isolato 65 e nello specifico per quanto riguarda le Unità Edilizie 2‐7‐8‐9‐10.

1 ANALISI DELLO STATO ATTUALE E DI PROGETTO

1.1 Descrizione generale dei caratteri paesaggistici

Il territorio del Comune di ORANI si colloca nell’area centrale della provincia di Nuoro, ad alcuni

Km ad ovest del capoluogo. Confina ad Est con i territori comunali di Nuoro e Mamoiada, a Sud

con quelli  di Sarule ed Ottana, ad Ovest con Bolotana ed a Nord con Illorai,  Orotelli,  Oniferi e

Benetutti. Si tratta di una porzione di territorio collinare di circa 130 Kmq, di forma irregolare,

costituita fondamentalmente da due settori principali: il settore meridionale, allungato in senso

Est‐Ovest, si estende per circa 14 Km, per una larghezza media di circa 4 Km; il settore orientale

invece risulta allungato in senso Nord‐Sud per circa 10 Km, per una larghezza media di circa 4 Km.

Dal punto di vista fisiografico il territorio costituisce la zona di raccordo tra il settore orientale della

Piana di Ottana e l’altopiano granitico di Orotelli, con altitudine crescente che va dai circa 165

metri s.l.m. ad Ovest, in prossimità del fiume Tirso, fino a 1.083 metri s.l.m. del Monte Gonare

verso Est.

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Inquadramento territoriale su foto aerea

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Inquadramento urbano su foto aerea

Piano Regolatore Generale in vigore ‐ anno 1982 ‐ 

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Il  Centro Matrice del Comune di Orani si estende per poco meno di 10 000 mq, in posizione a

mezza costa e parallelamente alla vallata dove storicamente confluiva un corso d’acqua, affluente

del più importante Rio Liscoi.

L’impianto   urbano   è   caratterizzato   da   un     nucleo   abitativo   storico,   delimitato   e   in   parte

attraversato dalla S.S. 128 sui lati Nord‐Ovest‐Sud e dalla via Repubblica sul lato Est, e comprende

al  suo  interno  il  perimetro del  centro matrice di  prima e antica formazione che risulta essere

inferiore rispetto all’estensione della zona A così come individuata dal vigente P.R.G.. 

Le particolari  condizioni  orografiche,  caratterizzate da un dislivello tra  la zona alta  (strada per

Oniferi)  e  la zona bassa (strada per Sarule) di  circa 120 metri,  hanno condizionato lo sviluppo

urbanistico e favorito  l’articolazione di  una rete viaria stretta e tortuosa sulla quale sono stati

costruiti edifici a più piani, realizzati prevalentemente su piccole aree.

L’espansione residenziale si è invece sviluppata a Nord, al disopra del corso Italia, a  Est, tra la via

Repubblica e la circonvallazione,  e a Ovest, tra le vie San Paolo, P. Borrotzu e Sardegna.

Inquadramento centro matrice su foto aerea

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Planimetria Catastale di primo impianto  ‐ 1926

Planimetria Catastale Attuale 

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L’orografia collinare differenzia il centro abitato di Orani dalle peculiarità tipiche di quasi tutti i

centri   della   Barbagia,   collocati   in   suoli   con   acclività  molto   più   accentuata,   e   tale   elemento

morfologico  ha  altresì   condizionato   lo   sviluppo dei   tipi  edilizi  e   costruttivi  nel   centro  abitato,

attestatosi nei secoli lungo le direttrici delle curve di livello del terreno. 

Il  villaggio di Orani manifesta, nella propria struttura insediativa, nel sistema dei tracciati  viari,

nelle   tipologie   costruttive,  e   in  vari  esempi  di  particolari   architettonici,  una  certa  opulenza  e

importanza storica; a testimonianza si riporta la descrizione dell’Angius ‐ Casalis:  “…l’aspetto del

paese, posto su piano inclinato, con strade piuttosto regolari, con alcuni edifici meno meschini che

è solito vedere né i paesi, con frequenti fasci di alberi e di pergole, è piacevole allo sguardo…” . 

I numerosi edifici di culto posti ai margini del nucleo storico, costituiscono una sorta di cortina

fortificata di difesa del centro urbano rispetto alla campagna circostante, e ancor oggi rafforzano il

rango che il villaggio storicamente ebbe. 

I   principali   percorsi  matrice   che   percorrono   il   centro   storico,   le   attuali   Corso  Garibaldi,   Via

Lamarmora e Via Giovanni Maria Angioi, viaggiano parallelamente alle curve di livello e fungono

da assi di connessione tra gli edifici di culto, il sistema delle piazze e i percorsi rituali consolidatisi

nel tempo. 

Le unità edilizie si presentano a tessitura compatta, con prevalente sviluppo in altezza; la densità

edilizia risulta essere molto alta, sfiorando un indice di 6 mc/mq. 

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Planimetria Generale del Centro Matrice Edifici di culto presenti all'interno del Centro Matrice

Chiese attuali, piazze e percorsi storici interni al Centro Matrice 

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1.1.1 Descrizione sintetica dell’area d’intervento:

Il progetto di Variante prevede la modifica delle tipologie di intervento di alcune Unità Edilizie (2‐

7‐8‐9‐10) all'interno dell'Isolato 65  situato nel centro matrice in prossimità della via Tola.  Tale

necessità nasce dal fatto che l'isolato è costituito prevalentemente da piccole Unità Edilizie di

proprietà privata, una volta edificate e adesso del tutto diroccate, in cui sono ormai crollate le

coperture e buona parte delle porzioni murarie e si trovano perciò in grave stato di abbandono.

La   condizione  di   abbandono  e   la   conseguente   avanzata   ruderizzazione  dell’isolato  65  hanno

portato ad una notevole sedimentazione di detriti all’interno di questi spazi, ormai del tutto a

cielo aperto. Di conseguenza la zona è divenuta deposito di materiali di discarica, anche di tipo

organico, che talvolta sono causa di esalazioni maleodoranti. La vegetazione ruderale e infestante

ha,   inoltre,   invaso gran parte  delle  superfici   scoperte.  Dalla  condizione descritta  scaturiscono

alcune problematiche che fanno capo a questioni di sicurezza e di igiene pubblica. Nello specifico

le problematiche connesse alla sicurezza sono dovute, sia alla facile accessibilità dell’area, sia alla

precarietà statica di alcune porzioni murarie che ad altre condizioni di pericolo. L’igiene pubblica

risulta invece compromessa dalla presenza di detriti e rifiuti di ogni genere, che possono essere

fonte   di   focolai   infettivi.   Infine   anche   il   decoro   dell’intero   quartiere   appare   visibilmente

compromesso dal persistere della situazione analizzata.

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Inquadramento territoriale Isolato 65 (tavola P.P.)

Inquadramento con foto aeree Isolato 65 (tavola P.P.)

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1.2 Vincolo paesaggistico:

tipologia di vincolo D. lgs. 42/04 caratteristiche del vincolo

articolo 136  Norme   di   attuazione   PPR   l’art.   52   del   PianoPaesaggistico Regionale D.M.

articolo 142 lettera 

1.3 Aree Naturali protette:

All’interno del territorio di Orani, seppur non all’interno del Centro Matrice, sono presenti: 

tipologia  caratteristiche vincolo paesaggistico

parchi nazionali Parco Geominerario Storicoe Ambientale della Sardegna

monumenti naturali

parchi regionali L.R. 31/89

Riserve regionali L.R. 31/89

Vincolo idrogeologico

siti interesse comunitario SIC Monte Gonare (cod. ITB021156)

zone a protezione speciali

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Inquadramento territoriale del Parco Geominerario  ‐ area 2 ‐ Orani 

Area SIC Monte Gonare 

Le due aree non subiranno nessun impatto dalle azioni conseguenti alla Variante al PianoParticolareggiato essendo quest’ultimo,  uno strumento attuativo  di  dettaglio  relativo aun’area già  urbanizzata e  infrastrutturata che non entra  in contrasto con  la normativacomunitaria del settore ambientale.

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1.4 Descrizione dei caratteri paesaggistici:

1.4.1 Configurazioni e caratteri geomorfologici:

1.4.2 Appartenenza a sistemi naturalistici (biotopi, riserve, parchi naturali, boschi):

1.4.3 Paesaggi agrari (assetti culturali tipici, sistemi tipologici rurali quali cascine, masserie, baite, ecc.): 

1.4.4 Tessiture territoriali storiche (centuriazioni, viabilità storica):

1.4.5 Appartenenza a sistemi tipologici di forte caratterizzazione locale e sovralocale (sistema delle cascine a corte chiusa, sistema delle ville, uso sistematico della pietra, o del legno, o del laterizio a vista, ambiti a cromatismo prevalente):

1.4.6 Appartenenza a percorsi panoramici o ad ambiti di percezione da punti o percorsi panoramici:

1.4.7 Appartenenza ad ambiti a forte valenza simbolica (in rapporto visivo diretto con luoghi celebrati dalla devozione popolare, dalle guide turistiche, dalle rappresentazioni pittoriche o letterarie):

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1.4.8 Analisi storica:

Il territorio di Orani conserva notevoli segni della presenza umana già in epoche antichissime. È

presente il neolitico nella sua fase più recente, datato attorno all’inizio del terzo millennio a.C., e

denominato “cultura di San Michele di Ozieri”, testimoniato dal complesso di tombe ipogeiche in

regione Nurdole, costituito da 14  domus de janas, alcune delle quali con impianto planimetrico

complesso   pluricellulare.   Tale   tipologia   costruttiva   testimonia   un   grande   interesse   per

l’architettura funeraria ipogea, probabilmente il fenomeno di maggior rilievo della cultura pre e

protonuragica.

Il notevole numero di domus de janas, dolmen, menhir, allées couverts, muraglie protonuragiche,

ed  insediamenti nuragici, è indice di una presenza umana stanziale, sin dalla preistoria, in questa

regione della Sardegna, ricca di corsi d’acqua, boschi e terreni fertili.

La particolare ricchezza di testimonianze di tutti  i periodi della preistoria e della protostoria in

questo territorio, è dovuta anche alla presenza degli unici giacimenti di steatite della Sardegna, il

cui   sfruttamento   ha   incrementato   notevolmente   i   rapporti   di   scambio   con   tutte   le   altre

popolazioni dell’isola.

In epoca giudicale Orani è una villa del giudicato di Torres, o Logudoro, appartenente all’antica

curatoria di  Dore  e alla diocesi  di  Ottana,  paese che,  finchè non ha una sede adeguata,  deve

condividere la sede del vescovado col villaggio di Orotelli.

La figura più eminente del giudicato di Torres risulta essere quella del giudice Gonario II, al potere

dal 1127 al 1153, al quale la tradizione orale attribuisce la costruzione di una chiesa dedicata alla

Madonna sulla cima del Monte Gonare, nucleo primitivo del santuario attuale,  la cui struttura

risale ai primi decenni del XVII secolo. 

Tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento le curatorie di Dore e del Goceano si trovano sotto

la  giurisdizione del   regno di  Arborea,   in  espansione nei   territori  degli  altri   tre  giudicati  ormai

decaduti.   Tra   il   1330   e   il   1340,   in   epoca   aragonese,   questi   due   dipartimenti   amministrativi

vengono uniti a formare la Contea del Goceano, che il re Alfonso III il Benigno dona a Mariano di

Arborea, il futuro giudice Mariano IV.  

La cultura catalana, sotto tutti i suoi aspetti, ha dunque la possibilità di penetrare qui molto più

precocemente rispetto ad altre contrade dell’isola, che vi  entreranno in contatto solo dopo la

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definitiva conquista dei catalano‐aragonesi nel 1478. 

E’ difficile valutare quali siano stati gli effettivi apporti culturali iberici in questo primo periodo, ma

è presumibile che non siano stati notevoli, giacché Mariano IV, giudice dal 1346, da fedele alleato

di Alfonso III diverrà il suo principale nemico, il protagonista dell’inizio della secolare lotta contro i

catalano‐aragonesi, sconfitti nella battaglia del 1368.

Nell’ambito   delle   vicende   riguardanti   il   trattato   di   pace   del   1388,   concordato   tra   Eleonora,

principessa‐reggente dell’Arborea,  e  Giovanni   I   il  Cacciatore,   si   svolge ad Orani,   il  12 gennaio

dell’anno in questione, un’assemblea degli abitanti di tutta la curatoria, davanti alla chiesa di San

Pietro, oggi di Santa Croce, al fine di verificare l’adesione al suddetto trattato e consegnare ai

funzionari giudicali un documento, ratificato da un notaio, con le firme di assenso dei  majorales

locali in rappresentanza di tutti i cittadini. Questo fatto storico testimonia l’importanza del paese

di  Orani  all’interno  della  propria   circoscrizione  amministrativa,  di   cui  a  un  certo  punto  viene

nominata capoluogo,   in virtù sia della vastità del territorio comunale, sia della ricchezza e del

potere di alcune famiglie della villa come i Carta, gli Angioj, i Siotto, molto influenti e possessori di

terreni sconfinati.

Il giudicato d’Arborea finisce di fatto nel 1410; gran parte del territorio giudicale viene inglobato in

un nuovo feudo, il Marchesato di Oristano, di cui fa parte la contea del Goceano, incluso il paese

di Orani, e viene affidato a Leonardo Cubello. 

Estinti   i  Cubello,  nel  1470  il  grande feudo passa nelle mani  di  Leonardo Alagon,  il  più  illustre

rappresentante   del   marchesato,   erede   del   titolo   per   parte   di   madre,   che   guida   la   rivolta

marchionale contro gli aragonesi, culminante con la battaglia di Macomer nel 1478, dalla quale i

rivoltosi escono sconfitti. Il feudo gli verrà confiscato per fellonia.

In seguito a questi fatti il marchesato di Oristano viene smembrato in più parti e i territori di Dore

e Bitti vengono assegnati a Nicolò Carroz, viceré dal 1460 al 1478, come feudi privati, in qualità di

discendente da Giovanni d’Arborea. 

Nel 1479 muore Nicolò Carroz e il feudo passa alla figlia Beatrice e a suo marito Pietro II Maza de

Licana, nobile valenzano nominato viceré di Sardegna nel 1484. Il figlio Pietro III eredita il feudo

nel 1499. 

Il suo successore è Giovanni Maza Cascant, poi Pietro IV Maza, che lo avvicenda nel 1543. 

Alla sua morte, senza eredi né testamento, segue una lunga controversia tra Brianda Maza de

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Licana, sorella maggiore di Pietro III, e Giovanni Cascant, zio materno di Pietro IV.

Brianda si impadronisce del feudo e cede i suoi diritti al marito Raimondo Ladron de Villanova, al

quale, nel 1548, la reale udienza affida il feudo. 

Alla sua morte subentra il fratello Baldassarre Ladron. 

Il  vasto feudo passa ai  Portugal e poi nelle mani dei De Silva per via del  matrimonio di  Anna

Portugal con Rodrigo De Silva y Mendoza, principe di Melito. 

Anna  ottiene  da   Filippo   III   di   Spagna,   l’8  marzo   1617,   il   titolo   di  marchesa  di  Orani;   i   suoi

discendenti,  Diego e  Isidoro De Silva riuniscono, nel  febbraio del 1630,  i  territori  feudali  sotto

un’unica amministrazione con sede a Orani, dove risiede il  regidor del marchesato, che governa

anche la Gallura Gemini e il Taras; la giustizia viene amministrata in due tribunali, uno a Orani per

Dore e Bitti, uno a Tempio per le contrade galluresi.

È interessante rilevare che i feudatari non hanno mai dimorato nei loro territori, amministrati da

regidores  locali.   L’amministrazione   feudale   e   il   gettito   fiscale   risultano   a   tutto   vantaggio   di

funzionari   senza   scrupoli,   che  mirano   ad   ottenere   il   massimo   del   profitto   a   spese   di   una

popolazione non certo agiata.

Una descrizione della vita nel marchesato la si trova nella relazione redatta da viceré Des Hayes, in

seguito alla sua visita in Sardegna nel 1770, in cui i funzionari regi interrogano la cittadinanza a

proposito di questioni amministrative ed economiche, circa la presenza di malviventi, faide, furti

di bestiame o altro. Si passano inoltre in rassegna i beni e le possibilità economiche della villa; il

Monte Granatico possiede 129 starelli di grano e 115 d’orzo; si trova ogni sorta di bestiame, con

pascoli sufficienti; gli abitanti sono più inclini alla pastorizia che all’agricoltura; vi è una notevole

quantità di olivi selvatici nei territori del paese. Altre attività lavorative presenti sono l’artigianato,

con muratori, falegnami, fabbri, conciatori di pelli. 

Nel documento viene citata la carica di sindaco e quella del censore,  il  quale ha il  compito di

promuovere l’agricoltura e amministra il Monte Granatico.

Nel   1771   un   editto   del   re   Carlo   Emanuele   III   promulga   la   nascita   dei   Consigli   Comunitativi,

composti   da   un   numero   di  membri   variabile   in   base   alla   popolazione   delle   ville,   istituzioni

obbedienti alle decisioni del governo centrale, il cui fine è quello di arginare l’eccessivo potere dei

feudatari; al momento della visita del viceré Des Hayes, Orani conta oltre 2000 abitanti, dunque il

consiglio di questa villa è costituito da sette membri, rappresentanti dei tre ceti sociali in cui è

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suddivisa la popolazione: maggiorenti, pastori e contadini, poveri.

Nel 1830 il feudo viene confiscato per debiti, giacché spesso i vassalli si rifiutano di pagare i tributi

agli  esattori,  arrivando persino all’uso delle  armi.  Nel  1838  Carlo  Alberto decide  di  abolire   la

feudalità e viene istituita una delegazione regia per il riscatto dei feudi. L’ultimo marchese di Orani

risulta essere Giuseppe Raffaele Federico Fernandez de Silva y Portugal.

TABELLA RIASSUNTIVA SULLE VICENDE STORICHE DEL PAESE DI ORANI

EPOCA STORICA CIRCOSCRIZIONE TERRITORIALE REGNANTI E FEUDATARI

XI SECOLO- 1257 GIUDICATO DI TORRES GIUDICI DI TORRES

1257-1330 CONTEA DEL GOCEANO NEL REGNO D'ARBOREA GIUDICI D'ARBOREA

1330-1340 CONTEA DEL GOCEANO NEL REGNO D'ARBOREA MARIANO D'ARBOREA

141O-1470 MARCHESATO DI ORISTANO LEONARDO CUBELLO

1470-1478 MARCHESATO DI ORISTANO LEONARDO DE ALAGON

1478-1479 SIGNORIA DI ORANI NICOLO' CARROZ

1479-1481 SIGNORIA DI ORANI PIETRO II MAZA DE LICANA

1481-1500 SIGNORIA DI ORANI PIETRO III MAZA DE LICANA

1500-1548 SIGNORIA DI ORANI (allodio dal 1503) PIETRO IV MAZA DE LICANA (GIOVANNI MAZA CASCANT)

1548-1553 SIGNORIA DI ORANI RAIMONDO LADRON DE VILLANOVA

1553-1558 SIGNORIA DI ORANI BALDASSARRE LADRON

1558-1571 SIGNORIA DI ORANI PIETRO LADRON

1571-1584 SIGNORIA DI ORANI FEDERICO PORTUGAL-FRANCESCO PORTUGAL

1584-1617 SIGNORIA DI ORANI ANNA PORTUGAL IN DE SILVA FERNANDEZ

1617 MARCHESATO DI ORANI ANNA PORTUGAL IN DE SILVA FERNANDEZ

1617-1630 MARCHESATO DI ORANI ANNA PORTUGAL IN DE SILVA FERNANDEZ

1631-1640 MARCHESATO DI ORANI DIEGO DE SILVA FERNANDEZ

1640-1697 MARCHESATO DI ORANI EREDI DE SILVA FERNANDEZ

1697-1699 MARCHESATO DI ORANI FEDERICO DE SILVA FERNANDEZ

1745 MARCHESATO DI ORANI ISIDORO MARIA GAETANO DE SILVA FERNANDEZ

1754-1765 MARCHESATO DI ORANI PUDENZIANA PORTOCARRERO-FERDINANDO

1765 MARCHESATO DI ORANI PIETRO TELLEZ GIRON D'ALCANTARA

1838 RISCATTO DEI FEUDI

infl. pisana infl. arborense infl. aragonese infl. savoia

Page 19: ELAB. 02 - RELAZIONE PAESAGGISTICA

La   storia   recente   del   paese   di   Orani   vede   l’avvio   dell’industria   mineraria   ed   estrattiva,

un’importante passaggio sia  dal  punto di  vista  economico che sociale,  che ha condizionato  in

modo importante anche la cultura abitativa e lo sviluppo urbano dell’abitato. 

I giacimenti di talco‐steatite in area di Orani sono noti sin dall’antichità; a partire dal Neolitico, la

ricchezza delle miniere di steatite, ha favorito la produzione di monili e oggetti di culto, ma anche

di strumenti di lavoro utili per le pratiche estrattive. 

L’estrazione  di   talco‐steatite   inizia   subito  dopo   la  prima  guerra  mondiale,   con   l’estrazione   in

sottosuolo. 

I giacimenti sono localizzati in diverse aree; Sa Matta (la più consistente), Lasasai, San Francesco,

S’Arenargiu sono le più importanti, ma alcuni affioramenti secondari si trovano presso Su Venosu,

Monte Nule, Istellai, Fonte Sa Craba, Sa Menta. 

L’estrazione   in   sottosuolo   avviene   sino   agli   anni   ’50,  mentre   dagli   anni   ’60   in   poi   si   avvia

l’estrazione a cielo aperto, con un notevole incremento della produzione. 

Negli  anni   ’50 si   inizia  una politica  abitativa  a   favore degli  operai  delle  miniere,  attraverso  la

realizzazione dei primi complessi di case popolari sia nella parte alta del paese, in regione “Istolo”,

sia a valle, lungo il tracciato dell’attuale Viale Sardegna. 

I primi segnali di crisi dell’economia locale legata all’estrazione mineraria   si ha dall’inizio degli

anni ’80 e il  tracollo della produzione continua inesorabile sino ai nostri giorni. 

Oggi i  vecchi giacimenti di talco‐steatite sono ormai quasi totalmente inutilizzati e fanno parte

integrante del sistema del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, avviato dalla

RAS, di concerto con gli Enti Locali. 

L’intento era quello di recuperare l’immenso patrimonio umano, storico e culturale che la grande

tradizione  industriale  mineraria  della  Sardegna ha creato,   in  particolare negli  ultimi  150 anni,

attraverso  un  processo  di   riconversione  produttiva   e  di   valorizzazione   integrata  delle   risorse

presenti nei territori storicamente interessati dalle passate attività minerarie.

In data 30 luglio 1998, l’Unesco ha sottoscritto a Parigi l’atto ufficiale del riconoscimento del Parco

Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna.

Page 20: ELAB. 02 - RELAZIONE PAESAGGISTICA

1.4.9 Caratteri da salvaguardare:

Nell'isolato 65, oltre alle Unità Edilizie del tutto diroccate e oggetto di Variante (2‐7‐8‐9‐10), sono

presenti   alcuni   fabbricati   ancora   integri   (3‐4),   anche   se   disabitati,   che   presentano   delle

caratteristiche da salvaguardare e che non sono oggetto di Variante. Nello specifico l'Unità Edilizia

n°   4   è   stata   censita   nelle   schede   di   Piano   Particolareggiato   con  “Classe‐0:   Conservazione

Integrale” in quanto ritenuta appartenente agli “Organismi edilizi di valore storico architettonico

con conservazione dei caratteri originari”, per questo motivo la prescrizione da parte dell'ufficio

Tutela del Paesaggio per tale U.E. (prot. 0015875 del 26/04/2017) dice testualmente che “Deve

essere previsto solo un intervento di restauro” (tipo di intervento: RRC ‐ Restauro e Risanamento

Conservativo). 

L'Unità   Edilizia  n°  3   invece,   è   stata   censita    con  “Classe‐1:  Bassa   trasformabilità”  in  quanto

ritenuta   appartenente   agli  “Organismi   edilizi   di   valore   storico   tradizionale   o   parzialmente

modificati con conservazione dei caratteri originari”  e perciò nella scheda di progetto del P.P. è

stato previsto il tipo di intervento: RE1 – Ristrutturazione edilizia semplice o parziale. 

Fanno sempre parte dell'Isolato 65 altre quattro Unità Edilizie (1‐5‐6‐11), anche loro non oggetto

di Variante. 

Le U.E. 1‐5 risultano completamente allo stato di rudere e per questo motivo sono state censite

con “Classe‐3: Alta trasformabilità”, ovvero “Organismi edilizi sostituiti in completo contrasto con

il tessuto storico tradizionale, ruderi e corpi di fabbrica nuovi”. Nel caso specifico è possibile che in

tali U.E. si possano ricostruire le volumetrie crollate senza modificarne la tipologia architettonica,

pertanto nella scheda di progetto del P.P. è stato previsto il tipo di intervento: Nuova Costruzione

‐ Sostituzione edilizia con ripristino tipologico (ST), nel quale si consente il “ripristino o incremento

di volume con riferimento allo schema tipologico corrispondente”. 

La U.E.  6 risulta essere un edificio completamente crollato per  la quale è prevista una nuova

edificazione   secondo   il   tipo   di   intervento:  Nuova   Costruzione   –   Edificazione   secondo   abaco

tipologico (EAT),  nel quale si consente il  “ripristino e incremento di volume con riferimento allo

schema tipologico corrispondente”. 

La  U.E.   11   invece   è   stata   censita     con  “Classe‐2:  Media   trasformabilità”  in  quanto   ritenuta

appartenente   agli  “Organismi   edilizi   parzialmente   o   totalmente   sostituiti,   tipologicamente

Page 21: ELAB. 02 - RELAZIONE PAESAGGISTICA

compatibili con il tessuto storico tradizionale” e perciò nella scheda di progetto del P.P. è stato

previsto il  tipo di  intervento:  Nuova Costruzione ‐ Sostituzione edilizia con ripristino tipologico

(ST),  nel   quale   si   consente  “incremento   di   volume   con   riferimento   allo   schema   tipologico

corrispondente”.

1.4.10  Caratteri di degrado:

Come già ampiamente descritto, l'Isolato 65 è costituito prevalentemente da piccole Unità Edilizie

di proprietà privata, una volta edificate e adesso del tutto diroccate, in cui sono ormai crollate le

coperture e buona parte delle porzioni murarie e si trovano perciò in grave stato di abbandono. La

condizione di abbandono e la conseguente avanzata ruderizzazione dell’isolato hanno portato ad

una notevole sedimentazione di detriti all’interno di questi spazi, ormai del tutto a cielo aperto. Di

conseguenza la zona è divenuta deposito di materiali  di  discarica, anche di tipo organico, che

talvolta sono causa di esalazioni maleodoranti. La vegetazione ruderale e infestante ha, inoltre,

invaso   gran   parte   delle   superfici   scoperte.   Dalla   condizione   descritta   scaturiscono   alcune

problematiche che  fanno capo a questioni  di  sicurezza e di   igiene pubblica.  Nello specifico  le

problematiche connesse alla sicurezza sono dovute, sia alla facile accessibilità dell’area, sia alla

precarietà statica di alcune porzioni murarie che ad altre condizioni di pericolo. L’igiene pubblica

risulta invece compromessa dalla presenza di detriti e rifiuti di ogni genere, che possono essere

fonte   di   focolai   infettivi.   Infine   anche   il   decoro   dell’intero   quartiere   appare   visibilmente

compromesso dal persistere della situazione analizzata.

Page 22: ELAB. 02 - RELAZIONE PAESAGGISTICA

1.4.11  Visibilità e intervisibilità dell’intervento:

Le  modifiche  che  apporterà   la  Variante   in  oggetto  non  andranno ad  alterare   in  alcun  modo

l'impatto   visivo dell'Isolato 65. Anzi, il  fatto che le modifiche riguarderanno l'annullamento di

tutte  le  volumetrie delle Unità Edilizie  2‐7‐8‐9‐10,  comporterà  sia una diminuzione del  carico

volumetrico,   sia   un   alleggerimento   dell'impatto   visivo   rispetto   a   quanto   stabilito   col   Piano

Particolareggiato approvato   con Delibera del Commissario Straordinario n° 20 del 31/05/2016 e

Determina  n° 688 del 26/04/2017 da parte dell'Ufficio di Tutela Paesaggistica.

Con   il   progetto   di   Variante,   è   intenzione   da   parte   dell'Amministrazione   Pubblica   arrivare

all'acquisizione  delle  aree  degradate   in  modo da  poter  poi   redigere  un progetto  di   iniziativa

pubblica in cui tali aree saranno destinate a spazio pubblico all'aperto senza nessun incremento di

volumetria.

1.4.12 Beni culturali tutelati dalla Parte seconda del Codice dei beni culturali e del paesaggio:

Non è presente nessun bene tutelato nell'arco dei 100 m.

1.5 Analisi norme di tutela

Norme  ammesso/non ammesso

zona P.P.R.

previsioni norme di attuazione P.P.R.

leggi nazionali

leggi regionali 

circolari

1.6 Documentazione Fotografica

1.6.1 Rappresentazione fotografica dello stato attuale dell'area d'intervento e del contesto paesaggistico, ripresi da luoghi di normale accessibilità e da punti e percorsi panoramici, dai quali sia possibile cogliere con completezza le fisionomie fondamentali del territorio. 

Page 23: ELAB. 02 - RELAZIONE PAESAGGISTICA

Planimetria foto aerea con punti di scatto da terra

Vista 1

Page 24: ELAB. 02 - RELAZIONE PAESAGGISTICA

Vista 2

Vista 3

Page 25: ELAB. 02 - RELAZIONE PAESAGGISTICA

FOTO AEREE REGIONE SARDEGNA 2009

Vista da est

Vista da sud

Page 26: ELAB. 02 - RELAZIONE PAESAGGISTICA

Vista da ovest

Vista da nord

Page 27: ELAB. 02 - RELAZIONE PAESAGGISTICA

1.6.2 Rappresentazione dei prospetti e degli skylines estesi anche agli edifici contermini, perun'area più o meno vasta, secondo le principali prospettive visuali da cui l'intervento èvisibile. Descrizione dell’area vasta e delle visuali utilizzate:

Prospetti come da progetto approvato P.P.

Prospetti come da progetto di Variante al P.P.

Page 28: ELAB. 02 - RELAZIONE PAESAGGISTICA

1.7 Integrazione paesaggistica delle opere

Nell'allegato  progetto  di   Variante  non  è  prevista  nessuna   realizzazione  di   volumi  nelle  Unità

Edilizie   interessate   (2‐7‐8‐9‐10)   all'interno   dell'Isolato   65.   E'   comunque   intenzione   da   parte

dell'Amministrazione   Pubblica   arrivare   all'acquisizione   di   queste   U.E.   in  modo   da   poter   poi

redigere un progetto di   iniziativa pubblica  in cui  tali  aree saranno destinate a spazio pubblico

all'aperto.

Page 29: ELAB. 02 - RELAZIONE PAESAGGISTICA

1.8 punti di particolare visibilità (pendio, lungo mare, lungo fiume, ecc.):

1.8.1 studio dei colori: 

Nell'allegato  progetto  di  Variante  non  è  prevista  nessuna   realizzazione  di   volumi  nelle  Unità

Edilizie   interessate   (2‐7‐8‐9‐10)   all'interno   dell'Isolato   65.   E'   comunque   intenzione   da   parte

dell'Amministrazione   Pubblica   arrivare   all'acquisizione   di   queste   U.E.   in  modo   da   poter   poi

redigere un progetto di  iniziativa pubblica  in cui tali  aree saranno destinate a spazio pubblico

all'aperto.

Per   le   restanti  Unità  Edilizie   (1‐3‐4‐5‐6‐11)  dell'isolato 65 valgono  le   indicazioni  prescritte  dal

Piano Particolareggiato vigente approvato  con Delibera del Commissario Straordinario n° 20 del

31/05/2016 e Determina  n° 688 del 26/04/2017 da parte dell'Ufficio di Tutela Paesaggistica.

1.8.2 studio dei materiali esistenti e prevalenti dalle zone più visibili:

Nell'allegato  progetto  di  Variante  non  è  prevista  nessuna   realizzazione  di   volumi  nelle  Unità

Edilizie   interessate   (2‐7‐8‐9‐10)   all'interno   dell'Isolato   65.   E'   comunque   intenzione   da   parte

dell'Amministrazione   Pubblica   arrivare   all'acquisizione   di   queste   U.E.   in  modo   da   poter   poi

redigere un progetto di  iniziativa pubblica  in cui tali  aree saranno destinate a spazio pubblico

all'aperto.

Per   le   restanti  Unità  Edilizie   (1‐3‐4‐5‐6‐11)  dell'isolato 65 valgono  le   indicazioni  prescritte  dal

Piano Particolareggiato vigente approvato  con Delibera del Commissario Straordinario n° 20 del

31/05/2016 e Determina  n° 688 del 26/04/2017 da parte dell'Ufficio di Tutela Paesaggistica.

1.8.3 foto inserimento:

per ogni unità edilizia è prevista una scheda con i dati tecnici  e le modalità d’intervento

Page 30: ELAB. 02 - RELAZIONE PAESAGGISTICA

1.9 edifici e manufatti esistenti:

Per le Unità Edilizie oggetto della variante (2‐7‐8‐9‐10) i corpi di fabbrica sono allo stato di rudere,

se non completamente crollati e pertanto non possono essere più conservati o recuperati.

Per le restanti Unità Edilizie (1‐3‐4‐5‐6‐11) dell'isolato 65 valgono le indicazioni prescritte dal Piano

Particolareggiato   vigente   approvato  con   Delibera   del   Commissario   Straordinario   n°   20   del

31/05/2016 e Determina  n° 688 del 26/04/2017 da parte dell'Ufficio di Tutela Paesaggistica.

1.9.1 studio stato di fatto:

Come al punto precedente

1.9.2 documentazione storica edificio:

Come al punto precedente

1.9.3 documentazione storica intorno:

Come al punto precedente

1.9.4 ricerca soluzione architettonica:

Come punto precedente

Page 31: ELAB. 02 - RELAZIONE PAESAGGISTICA

2 ELEMENTI PER LA VALUTAZIONE DI COMPATIBILITÀ PAESAGGISTICA.

2.1 Simulazione dettagliata dello stato dei luoghi a seguito della realizzazione del progettoresa mediante foto modellazione realistica (rendering computerizzato o manuale), estesaall’intera area di interferenza visiva:

2.1.1 Commento   sugli   effetti   dell’inserimento   delle   opere   nel   contesto   paesaggistico,   el’adeguatezza delle soluzioni adottate per forme, rapporti volumetrici, colori, materiali:

La variante prevede la sistemazione dell’area senza apportare modifiche dal punto di vista visivo,

in quanto si prevede di utilizzare gli spazi per servizi pubblici all’aperto che verranno definiti nel

dettaglio con un progetto di iniziativa pubblica.

Per   le   restanti   parti   dell'isolato   che   non   sono  oggetto   della   variante   valgono   le   indicazioni

prescritte   dal   Piano   Particolareggiato   vigente   approvato   con   Delibera   del   Commissario

Straordinario n° 20 del 31/05/2016 e Determina   n° 688 del 26/04/2017 da parte dell'Ufficio di

Tutela Paesaggistica.

2.1.2 Relazione   degli   effetti   delle   trasformazioni   dal   punto   di   vista   paesaggistico,   ovesignificative,   dirette   e   indotte,   reversibili   e   irreversibili,   a   breve   e  medio   termine,nell'area di intervento e nel contesto paesaggistico sia in fase di cantiere che a regime:

La variante prevede la sistemazione dell’area senza apportare modifiche dal punto di vista visivo,

in quanto si prevede di utilizzare gli spazi per servizi pubblici all’aperto che verranno definiti nel

dettaglio con un progetto di iniziativa pubblica.

Per   le   restanti   parti   dell'isolato   che   non   sono   oggetto   della   variante   valgono   le   indicazioni

prescritte   dal   Piano   Particolareggiato   vigente   approvato   con   Delibera   del   Commissario

Straordinario n° 20 del 31/05/2016 e Determina   n° 688 del 26/04/2017 da parte dell'Ufficio di

Tutela Paesaggistica.

Page 32: ELAB. 02 - RELAZIONE PAESAGGISTICA

2.2 Elaborati relativi alle diverse soluzioni progettuali analizzate con la scelta di quella che determina i minori problemi di compatibilità paesaggistica:

2.2.1 Relazione che analizza i casi di studio:

Nel caso specifico, l’idea di sistemare l’area senza realizzare nuovi volumi si considera quella che

crea un minor impatto ambientale.

2.3 Elaborati relativi alle opere di mitigazione sia visive che ambientali previste:

2.3.1 Relazione dettagliata delle opere:

Con   uno   studio   di  maggior   dettaglio,   da   effettuarsi   con   un   progetto   di   iniziativa   pubblica,

verranno definiti i materiali da utilizzare, i rapporti tra i pieni e vuoti dell’isolato e quanto occorre

per equilibrare la parte costruita e la parte che rimarrà non costruita.

Per   le   restanti   parti   dell'isolato   che   non   sono  oggetto   della   variante   valgono   le   indicazioni

prescritte   dal   Piano   Particolareggiato   vigente   approvato   con   Delibera   del   Commissario

Straordinario n° 20 del 31/05/2016 e Determina   n° 688 del 26/04/2017 da parte dell'Ufficio di

Tutela Paesaggistica.

Page 33: ELAB. 02 - RELAZIONE PAESAGGISTICA

2.4 Elaborati relativi ad eventuali opere che determinino effetti negativi che non possano essere evitati o mitigati:

2.4.1 Valutazione degli effetti negativi e dell’ammissibilità dell’intervento

Nel caso specifico, l’idea di sistemare l’area senza realizzare nuovi volumi si considera quella che

crea un minor impatto ambientale.

Per   le   restanti   parti   dell'isolato   che   non   sono   oggetto   della   variante   valgono   le   indicazioni

prescritte   dal   Piano   Particolareggiato   vigente   approvato   con   Delibera   del   Commissario

Straordinario n° 20 del 31/05/2016 e Determina   n° 688 del 26/04/2017 da parte dell'Ufficio di

Tutela Paesaggistica.

2.4.2 Opere di compensazione degli effetti negativi dell’intervento:

Con   uno   studio   di  maggior   dettaglio,   da   effettuarsi   con   un   progetto   di   iniziativa   pubblica,

verranno definiti i materiali da utilizzare, i rapporti tra i pieni e vuoti dell’isolato e quanto occorre

per equilibrare la parte costruita e la parte che rimarrà non costruita.

Per   le   restanti   parti   dell'isolato   che   non   sono  oggetto   della   variante   valgono   le   indicazioni

prescritte   dal   Piano   Particolareggiato   vigente   approvato  con   Delibera   del   Commissario

Straordinario n° 20 del 31/05/2016 e Determina   n° 688 del 26/04/2017 da parte dell'Ufficio di

Tutela Paesaggistica.