Effetto del Pensiero Desiderante sull'esperienza di Craving: un disegno sperimentale

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Slides presentate al congresso SITCC 2012 a Roma.

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Esperienza soggettiva di forte intensità che spinge l’individuo verso l’ottenimento del target desiderato così da provarne gli effetti gratificanti (Marlatt, 1987).

Durata, frequenza ed intensità del craving potrebbero dipendere dalla combinazione di processi cognitivi automatici e volontari (Kavanagh, Andrade, & May, 2005; Kavanagh, May, & Andrade,2009)

Il graduale aumento e la persistenza dell’esperienza di craving dipendono dall’attivazione di un processo cognitivo che prende il nome di pensiero desiderante. (Caselli & Spada, 2010, 2011; Kavanagh et al., 2009)

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Il pensiero desiderante può essere descritto come un’ elaborazione cognitiva volontaria del target desiderato che può avvenire ad un livello:

VERBALE: Il ripetere a se stessi che si ha bisogno di quello specifico oggetto o del fare quella specifica attività ricorrendo a frasi che ci automotivano a mettere in atto o ad ottenere il target desiderato (Caselli & Spada, 2010, 2011)

IMMAGINATIVO: Costruzione di immagini mentali dell’oggetto stesso, ma anche del contesto in cui può essere consumato (Kavanagh et al., 2009)

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Il pensiero desiderante è un processo intenzionale, messo in atto a livello cosciente e caratterizzato da una forte perseveranza. Mentre il craving è un esperienza motivazionale nonché un processo automatico. (Caselli & Spada, 2011)

Il pensiero desiderante è focalizzato esclusivamente sull’elaborazione di immagini e pensieri relativi all’oggetto del desiderio i quali fanno riferimento solo ad esperienze positive correlate al target desiderato. (Caselli & Spada, 2011). Worry e ruminazione sono invece stili di pensiero perseverativi ma più generali e non target specifici.

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SCOPO DELLO STUDIO

Questo studio si propone di esplorare l’effetto che l’induzione del pensiero desiderante può avere sull’esperienza di craving, tenendo in considerazione la variabile dello stress percepito dai soggetti. È stato riscontrato, infatti, che tale variabile incrementa il livello di craving (Childs & de Wit, 2010; Fox, Bergquist,Hong, & Sinha, 2007).

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a) L’induzione del pensiero desiderante potrebbe avere un impatto maggiore sul craving rispetto all’induzione di ragionamento verbale o alla distrazione

b) L’effetto del pensiero desiderante sul craving potrebbe essere indipendente rispetto allo stress percepito dal soggetto in quel momento

c) L’effetto del pensiero desiderante sul craving in seguito alla resting phase dovrebbe essere maggiore rispetto a quello che si ha nelle condizioni di distrazione e ragionamento verbale

d) L’attivazione del pensiero desiderante durante i tre giorni d’astinenza potrebbe portare un innalzamento maggiore del livello di craving rispetto alla distrazione o al ragionamento verbale

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CAMPIONE: 45 soggetti (24 donne, Mage 24.9 anni, SD

4.9)

DISEGNO SPERIMENTALE: 3x3 Gruppo: 7 donne & 8 uomini per ciascuna

condizione Condizione: pensiero desiderante,

ragionamento verbale, distrazione Tempo: pre & post induzione sperimentale,

post resting phase

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MATERIALI: Questionari: Craving (General Craving Scale); Pensiero

desiderante (Desire Thinking Questionnaire);

Check list:- Craving checks (forza dell’impulso; previsione di

astinenza)- Stress check- Manipulation checks (pensieri verbali; immagini mentali)

Compiti di induzione: 3 audio registrazioni della durata di 8 minuti circa

- Distrazione [Nolen-Hoeksema & Morrow’s (1993)]- Ragionamento verbale- Pensiero desiderante [Caselli & Spada (2011)]

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Tempo 1 Tempo 2 Tempo 3

SCELTA ATTIVITA

GCS

DTQ

CHECK LIST

MANIPULATION THINKING

DISTRAZIONE

R.VERBALE

DT

CHECK LIST

RESTING PHASE

(TETRIS)

CHECK LIST

ASTINENZADIARIO

(3 CHECK LIST)

8 MINUTI 3 MINUTI 3 GIORNI

Manipulation thinking: orientamento del pensiero attraverso frasi audioregistrate all’intervallo di 20 secondi l’una dall’altra. DISTRAZIONE: immagina un aereo che vola RAGIONAMENTO VERBALE: Prova a ragionare a cosa può essere utile quell’attività PENSIERO DESIDERANTE: Immagina te stesso mentre svolgi l’attività indicata

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Risultati ANOVA

GCS Condizione, F= .29

DTQ-IP Condizione, F= .96

DTQ-VP Condizione, F= .24

Risultati

Immagini Mentali

Condizione, F = 18.74**

Pensieri Verbali

Condizione, F = 35.54**

Baseline Data

Manipulation Check I Soggetti appartenenti al gruppo VR riportano i punteggi più alti per quanto riguarda la produzione di pensieri verbali ed astratti, mentre i soggetti del gruppo DT mostrano punteggi più alti per quanto riguarda la produzione di immagini mentali e la pianificazione delle azioni .

** p < .001;

ANOVA per indagare le potenziali differenze di craving nell’attività scelta: risultati non significativi. Livello di partenza di craving uguale per tutte le attività ANOVA per indagare l’influenza dei gruppi di appartenenza sui risultati: non ci sono caratteristiche significative dei gruppi che possano influire sui risultati ottenuti (Fs < 1).

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EFFETTI DELL’INDUZIONE SUL CRAVING

Craving Corrente

Risultati ANCOVA

T1 (baseline) Condizione, F = .39

T2 ( post-induzione)

Tempo, F = .39

T3 (resting-phase)

Tempo x GCS, F = .96

Tempo x DTQ-VP, F = .20

Tempo x DTQ-IP, F = .34

Condizone x Tempo, F = . 7.65*

Non sono emersi risultati significativi delle covariate(GCS; DTQ-VP; DTQ-IP) mentre si ha un’interazione significativa fra la Condizione (DT, VR, DS) e il Tempo. ANCOVA per indagare effetti dell’induizione in ogni condizione: Effetto significativo del tempo nella condizione DT [F (2, 13)= 12.23, p =.001 ] e VR [F(2, 13) =10.63, p = 002] Nella condizione DT i livelli di craving aumentano dopo il T2 (Mdifference=

27.33, p= .001) e decrescono dopo il T3 (Mdifference =26.00, p < .01); mentre nella condizione VR non si ha un aumento significativo dopo il T2 (Mdifference

=5.00, p >.05) ma si ha un decremento dei livelli di craving dopo il T3 (Mdifference = 22.00, p < .01).

L’effetto legato allo stress non è significativo [F(1) =3.71, p > .05.] mentre lo è quello legato alla condizione [F(2) = 7.32, p =.002].

* p < .01; p ≤ .05 in accordo con le regole del test di Bonferroni

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Ricorrere a strategie che si focalizzano sul pensiero desiderante potrebbe essere utile nel trattamento di problematiche legate al craving e alla dipendenza

La modifcazione del pensiero desiderante potrebbe rappresentare un intervento aggiuntivo che va ad indebolire l’esperienza di craving riducendo così il rischio di eventuali ricadute anche dopo un trattamento di successo.

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Il solo uso di strumento self-report

La misurazione del livello di craving e dello stress percepito sono affidate a due item generali che non hanno alcuna validità e affidabilità

Il campione non è clinico

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Accertarsi del ruolo svolto dal pensiero desiderante sull’esperienza di craving in un campione clinico

Vedere se parametri fisiologici o biases attentivi legati al target del desiderio hanno influenza sul pensiero desiderante

Indagare se si verificano dei cambiamenti relativi al pensiero desiderante durante un percorso psicoterapico indirizzato al trattamento dei disturbi da discontrollo degli impulsi e delle dipendenze.

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Grazie per l’attenzione

E il pensiero si fa voglia

e la voglia si fa desiderio e il desiderio si fa bramosia

e la bramosia si fa cedimento mentre inerte ed impotente

guardi la tua debolezza prendere il sopravvento

M.S.

Dott.ssa Mara SolianiStudi Cognitivi Milano

[email protected]