EDIZIONE STRAORDINARIA Secchione - mediapiermarini.it · re nelle pagine familiari di Secchione,...

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ANNO 13° - NUMERO 2 Giugno 2011 Giornalino dell’Istituto Comprensivo “Giuseppe Piermarini” di Foligno, via Arte e Mestieri, Foligno Progettazione, Composizione al computer, Stampa presso la Redazione della Scuola SOMMARIO EDIZIONE STRAORDINARIA Secchione il e mozionato p ensoso s impatico Il secondo numero di Secchione 2011 esce a giugno conservando lo spirito Tricolore che lo ha ispirato nello Speciale di marzo. In queste pagine, caro e affezionato Lettore, sentirai la passione dei 150 anni di Unità narrati con con- sapevolezza nuova; sentirai anche le palpitazio- ni, le emozioni, gli entusiasmi, legati a tanti mo- menti vissuti insieme, un’infinità di esperienze! Leggi con attenzione e coglierai in queste pagi- ne tanta voglia di stare con gli altri, crescere, raccontarsi e raccontare! Secchione, Sportivo effervescente, Lettore appassionato, Scrittore generoso, Adolescente emozionato e commos- so, pensoso e pensieroso, simpatico e festaiolo, ha deciso di fissare ogni cosa che lo riguardi affidando il suo cuore alle parole, perché ogni dettaglio, pur minimo, conta e deve rimanere. A volte i pensieri sono volati nell’aria insieme alle parole scritte, sono entrati in un Blog, hanno provato l’emozione e l’ebbrezza di contatti di- versi, ampi e veloci, ma è stato dolce poi ritorna- re nelle pagine familiari di Secchione, tra i suoi Amici di sempre. In questo numero Secchione Giovanissimo p. 3-7 Secchione Tricolore p. 8-17 Secchione Commosso p. 18-22, 26-29 Secchione Reporter di viaggi p. 23-25, 30-34, 37 Secchione Sportivo p. 35-36 Secchione Lettore p. 38-41 Secchione Scrittore Ispirato p. 42-47 Secchione in rete p. 48-60 buona lettura!

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ANNO 13° - NUMERO 2 Giugno 2011

Giornalino dell’Istituto Comprensivo “Giuseppe Piermarini” di Foligno, via Arte e Mestieri, Foligno Progettazione, Composizione al computer, Stampa presso la Redazione della Scuola

SOMMARIO

EDIZIONE STRAORDINARIA

Secchioneilemozionato pensoso simpatico

Il secondo numero di Secchione 2011 esce a giugno conservando lo spirito Tricolore che lo ha ispirato nello Speciale di marzo. In queste pagine, caro e affezionato Lettore, sentirai la passione dei 150 anni di Unità narrati con con-sapevolezza nuova; sentirai anche le palpitazio-ni, le emozioni, gli entusiasmi, legati a tanti mo-menti vissuti insieme, un’infinità di esperienze! Leggi con attenzione e coglierai in queste pagi-ne tanta voglia di stare con gli altri, crescere, raccontarsi e raccontare! Secchione, Sportivo effervescente, Lettore appassionato, Scrittore generoso, Adolescente emozionato e commos-so, pensoso e pensieroso, simpatico e festaiolo, ha deciso di fissare ogni cosa che lo riguardi affidando il suo cuore alle parole, perché ogni dettaglio, pur minimo, conta e deve rimanere. A volte i pensieri sono volati nell’aria insieme alle parole scritte, sono entrati in un Blog, hanno provato l’emozione e l’ebbrezza di contatti di-versi, ampi e veloci, ma è stato dolce poi ritorna-re nelle pagine familiari di Secchione, tra i suoi Amici di sempre.

In questo numero

Secchione Giovanissimo p. 3-7Secchione Tricolore p. 8-17 Secchione Commosso p. 18-22, 26-29Secchione Reporter di viaggi p. 23-25, 30-34, 37

Secchione Sportivo p. 35-36Secchione Lettore p. 38-41Secchione Scrittore Ispirato p. 42-47Secchione in rete p. 48-60

buona lettura!

Il Secchione pag.3Il Secchione pag.2

collegio docenti

Collegio docenti anno scolastico 2010/1011Con la Dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo “Giuseppe Piermarini”, Dott.ssa Rosa Smacchi, i Docenti della scuola Secondaria di 1°: Angeletti Orietta, Antonietti Clara, Beddini Paola, Buini Luciana, Borghesi Oria, Camilli Evarisia, Castellani Rosanna, Ciancaleoni Franca, Coltorti Giuseppina, Crisanti M.Teresa, De Bonis Paola, Fondati Umbertina, Guglielmi M.Grazia, Innocenzi Patrizia, Manca M.Giuseppina, Mancini Margherita, Mazzucca Franca, Menichelli Sandra, Meniconi Angela Maria, Palcani Barbara, Pazzaglia Antonio, Pisello Francesca, Ragni Lolita, Reale Luigi, Ricci Oriana, Sammaciccia Sergio, Santarelli Paola, Savini Savino, Sborigi A.Maria, Serpentino A.Maria, Simoni Ambretta, Spina Virginia, Stefanetti Patrizia, Ugolini Genoeffa, Vecchietti Patrizia; i Docenti del Centro EDA: Di Stefa-no Elena, Giustozzi Giovanna Gabriella, Santoro Filomena, Severgnini Domenica, Stangoni Luca, Toro Laura; le Docenti della scuola Pri-maria di Scafali: Capoccia Arnalda, Gambacorta Donatella, Giuli Anna, Merlini Letizia, Ninassi M. Cristina, Giacomini Simona, Pastorelli Daniela, Pazzaglia C. M. Teresa, Rosi M. Cristina, Silvi Diana, Speranza Federica, Stroppa Sandra, Vitolo Norma; i docenti della scuola dell’Infanzia Scafali: Antonini Elena, Bellani Silvia, Marcantoni Laura, Mondani Rosella, Palmieri Luciana, Piccinno M. Grazia; i Do-centi della scuola dell’Infanzia Garibaldi: Azzarelli Rita, Bellani Silvia, Cascelli Silvia, Cecconelli Valentina, De Pilla Michelina, Mariano Addolorata, Morrichini A. Maria, Noviello Maria, Raponi Pamela, Vannozzi Laura.. Nella foto, scattata nella primavera 2010, mancano i docenti nuovi del presente anno scolastico, sono invece presenti alcuni carissimi colleghi, oggi in pensione, che Secchione abbraccia forte forte.

Foto in alto, la scuola Primaria di Scafali e la scuola dell’Infanzia di Scafali; foto a destra, la scuola dell’Infanzia “Garibaldi”.

Benvenute!

Secchione Giovanissimo

IL PRIMO GIORNO ero felicissima di raccontare tutto ciò che era successo ai miei genitori. Il giorno dopo non mi ricordavo il piano e la classe... Mereme Jusufi

Il primo giorno di scuola io mi sentivo un po’ preoccupata perché sapevo che non conoscevo nessuno, avevo un po’ di paura ed ansia. Quel giorno la Preside ha fatto l’appello di tutte le classi nel chiostro, per prima fu chiamata la IA, poi la IB, la mia classe, ed io ero la seconda dell’elenco... Federica Arcangeli

Ero eccitata all’idea di una nuova avventura ma anche preoccupata, perché non sapevo che cosa mi aspettava...E invece ho conosciuto molte persone fantastiche: le mie amiche che mi pre-stano tutto e mi sostengono e poi ci sono le prof che sono severe ma disposte ad aiutarti, diver-tenti e brave ad insegnare... Alice Giappichelli

La mia nuova classe era piccola ma bella e io mi sono fiondato per andare nei posti più bel-li, quelli vicini alla finestra...Sono stato molto contento di rivedere alcuni dei miei compagni e di avere un nuovo amico che sarebbe diventato il mio “migliore amico”; ho conosciuto anche tanti altri ragazzi che ora ho per amici. Alessio Carini

Un anno di scuola si è quasi concluso e per i ragazzi delle classi prime è già un ricordo quel primo giorno nel chiostro: ad esso si uniscono tutte le emozioni di un anno di scuola diverso dagli altri.

Benvenuti!!nella scuola secondaria 1°grado

“Giuseppe Piermarini”

mo tantissimi, c’erano anche due amiche mie. Quando la professoressa di lettere e la preside mi hanno chiamato, io ero emozionatissima, do-vevo fare la foto con i miei nuovi compagni, la famoso foto che in questo momento sta sopra il mio comodino. Cervellera M. Esperanza

L’attesa è stata molto lunga, ho dovuto far passare l’estate. Agli inizi di settembre ho co-minciato ad emozionarmi e l’emozione è durata fino al 12 settembre 2010, il giorno prima che iniziasse la scuola media...E il 13 settembre alla fine arrivò, siamo entrati nel Chiostro ed erava-

Avevo atteso molto quel primo giorno di scuo-la, ero curiosa, volevo conoscere le facce nuove dei nuovi compagni. Ero felice lì nel cortile e mi guardavo intorno, ammiravo il chiostro, fissavo i volti dei ragazzi e dei loro genitori...In questo anno tanti sono stati i momenti belli...Ricordo la visita dietro le quinte al teatro Lyrick e il balletto de Lo Schiaccianoci...Ricordo la gita a Tivoli, bellissime Villa Adriana e villa d’Este! Ricordo la gita ad Assisi per la mostra sull’ac-qua e il Carnevale con la sfilata...

Martina Paolucci

Mi ricordo molto poco di quel giorno. Ma l’attesa è stata lunghissima, era iniziata negli ultimi mesi della quinta elementare, quando le maestre ci dicevano che le medie erano diffici-li...Durante le vacanze sono andata al mare e a tutti i ragazzi che incontravo ed avevano fatto la prima media chiedevo se era difficile...

Veronica Galli

Il primo giorno di scuola è stato stupendo...ad ogni ora suonava la campanella ed io mi chie-devo se quella della ricreazione fosse più forte delle altre, invece no. E dopo... la prof. di Ita-liano, quella di Tecnica e la prof.di Francese che io adoro di più al mondo...quella lezione mi è piaciuta moltissimo! Alla fine della mattinata

Il Secchione pag.4 Il Secchione pag.5Secchione Giovanissimo Secchione Giovanissimo

Benvenuti!!nella scuola secondaria 1°grado

“Giuseppe Piermarini”Secchione dà il BENVENUTO ad ogni ragazza e ragazzo delle prime di questo anno scolastico e augura loro di trascorrere insieme a tutti noi tre anni di scuola FELICISSIMI! Le foto di questa pagina sono state scattate nel chiostro della scuola il 13 settembre scorso, primo giorno di scuola.

Chiostro della scuola, 13 Settembre 2010, con la pro-fessoressa Anna Maria Serpentino gli alunni della classe IA: Angeli Michele, Barchetti Matteo, Camilli Francesco, Carbonari Dario, Chianella Giulia, Fastel-lini Gioele, Galardini Leonardo, Ghetti Alice, Maria-ni Niccolò, Mencarelli Erica, Messouk Achraf, Me-tushi Sara, Micoski Robert, Onori Leonardo Maria, Palma Francesco, Parducci Niccolò, Peruzzi Chiara, Pieri Martina, Reato Lorenzo, Tardioli Edoardo Ma-ria, Trasciatti Giulia.

Chiostro della scuola, 13 Settembre 2010, con la pro-fessoressa Orietta Angeletti gli alunni della classe IB: Allegrini Jennifer Maria, Arcangeli Federica, Carini Alessio, Cervellera Maria Esperanza, Dumitre Vasil Florin, Galli Veronica, Gervasi Cristiano, Giappichel-li Alice, Grasso Stefano Andrea, Gravino Valentina, Idrizi Halim, Jusufi Mereme, Lucarini Gianmarco, Magrini Pietro, Moldoveanu Mihai Alexandru, Pa-olucci Martina, Roman Razvan, Tomassini Martina, Tourbi Majida.

Chiostro della scuola, 13 Settembre 2010, con la pro-fessoressa Paola Beddini gli alunni della classe IC: Apostu Ionut Gabriel, Baldinotti Bernardo, Baratta Federico, Bellini Elia, Bianchi Andrea, Bordoni Alice, Burganti Giulia, Ceccarelli Gabriele, Ceccarelli Leti-zia, Donati Elias, Fabrizi Francesco, Fratini Gabriele, Gromadska Julia, Ippoliti Lorenzo, Lulaj Emanuela, Lupparelli Sofia, Mannucchi Ilenia, Margasini Gine-vra, Masci Angelica, Padovini Noemi, Primi Diego, Riommi Maria, Spigarelli Sara, Terzarede Eugenia, Tugulan Gabriela Anca, Vukaj Agim.

Chiostro della scuola, 13 Settembre 2010, con la pro-fessoressa Giuseppina Coltorti gli alunni della clas-se ID: Ajdini Emiliano, Aracena Moya Grismeilyn, Arcamone Maya, Bellomo Alessandro, Carbonari Gian Luca, Casini Emanuela, Catargiu Bianca Elena, Ceroni Claudio, Culaj Giuliano, De Marco Isabella, Fratini Alice, Girone Annino, Izzo Alessia, Kogiaj Anxhelo, Lucidi Benedetta, Lucidi Riccardo, Orso-lini Jonatan, Pellegrini Simone, Salihi Ilirida, Sorice Francesco, Stella Sofia, Trabalza Chiara, Tusha De-nis, Zaffuto Federico, Ziberi Ardit.

Chiostro della scuola, 13 Settembre 2010, con la pro-fessoressa Evarisia Camilli gli alunni della classe IE: Bizzarri Lisa, Bizzarri Marta, Bouzrar Adam, Do-nati Jada, Donati Rebecca, Fabian Laurentiu Samir Ionut, Gallina Edoardo, Gambacorta Simone, Giova-ne Aurora, Hagiu Flavian, Murante Giusiana, Nebi-ja Harbin, Valle Giulia, Velasquez Venegas Marizza Giuliana.

Benvenuti!!

Non mi sembra vero! Essere arrivato al ter-mine di quest’anno scolastico. Che emozione, che ansia lo scorso anno! Già dalla fine di Ago-sto, mentre rapidamente si avvicinava l’aper-tura della scuola. Era inutile che in famiglia, specialmente mio fratello Filippo, cercassero di tranquillizzarmi....Ora posso dire che questa scuola mi piace, mi hanno subito colpito gli in-segnanti, le materie ed i compagni.

GianMarco Lucarini

Le professoresse...alcune volte sono pronte a farti la predica ma dopo tutto ti aiutano...Grazie alla scuola non siamo rinchiusi sempre a casa. Tutti i genitori debbono un grande favore a tut-te le scuole del mondo che insegnano a noi ra-gazzi e ai grandi delle Superiori a “salire” per costruirsi la vita.... Majida Tourbi

emozioni e ricordi Secchione Giovanissimo va alla scuola media

Quando mi ha chiamato la Preside per l’appello mi è salito il cuore in gola. Siamo saliti con la professoressa di Italiano e abbiamo visto la no-stra classe, ci siamo presentati e le mamme che ci avevano accompagnato sono andate via...I momenti più belli!? Le gite!!! I più brutti!? Per esempio quando ho preso “5” ad un compito di matematica ma poi al compito successivo ho preso “10”!! Martina Tomassini

Oggi mi sento felice, soprattutto perché arriva l’estate, e con essa le giornate calde e poi le passeggiate bellissime all’aperto, al parco dei Canapè. In questo tempo di attesa dell’estate, sono molto contento e saluto la mia cara scuola media e tutti i miei generosi compagni.

Cristiano Gervasi

il primo ann

o

di scuola m

edia

Le mie letture preferite sono i libri d’Arte, i gial-li, i fumetti...Le cose che non mi piacciono sono il calcio e la noia. Se fossi un personaggio televisi-vo vorrei essere Carlo Verdone. Frequento molto i miei compagni e sono molto cordiale con loro. Amo la scuola, perché si imparano molte cose nuo-ve e vi ho incontrato compagni stupendi e profes-sori meravigliosi. Gervasi Cristiano

Sono la più piccola della famiglia e il primo van-taggio di questo è che le signore che ti incontrano fanno tutti i complimenti a te, ma poi i fratelli ...non è facile “sopportarli”....Mi piacciono gli uccelli. Mi attrae il loro volo, deve essere magnifico arrivare a quelle altezze e vedere il mondo da lassù...Io sono riflessiva, tranne quando ho paura...sono socievole, decisa, apprezzo le cose che ho e so essere me stes-sa. Sono felice di vivere...Rispetto gli altri e sono disposta a fare dei sacrifici, anche grandi, se da essi verrà fuori qualcosa di buono. Martina Paolucci

Il mio segno zodiacale è lo Scorpione..vorrei es-sere una farfalla...i miei fiori preferiti sono la rosa ed il giglio...il mio carattere è affettuoso, calmo, generoso e paziente. I miei attori preferiti? Ema-nuela Arcuri e Gabriel Gargo. La mia cantante pre-ferita? Shakira. Martina Tomassini

Adoro la pizza e il gelato!!! Sono una ragazza affettuosa, con i miei genitori ed amici. Mi piace molto giocare e stare in compagnia...A scuola ri-spetto i miei professori, sono attenta e ordinata nei quaderni. Mi piaccio come sono, anche se alcune volte mi piacerebbe essere più sicura.

Federica Arcangeli

I libri, mi piacciono, da leggere da sfogliare...mi immergo nelle storie e nei racconti, come se io fos-si il protagonista...mi piacciono le storie di fantasia e di avventura, e le storie comiche-umoristiche..Ci sono cose in cui devo migliorare al più presto: delle volte sono insopportabile...ed anche molto insistente...poi mi offendo facilmente...Una qualità è questa: essere generoso con gli altri, ma non mi voglio vantare. Ho due sogni: costruire modellini di macchine e fare il pilota di Formula 1. GianMarco Lucarini

Il Secchione pag.7Il Secchione pag.6Secchione GiovanissimoSecchione Giovanissimo

mi presento

Secchione ringrazia i suoi giovanissimi redattori e au-gura loro un futuro pieno di cose belle da fare insieme!

Mi chiamo Mereme Jusufi, ho 12 anni e fac-cio la prima media. Mi dicono che sono sempre allegra, perché mi piace ridere e scherzare con tutti...Sono contenta di stare insieme ai compa-gni, parlare dei film che vediamo, delle mate-rie, dei giochi e degli sport che facciamo, ri-dendo di ogni cosa. Oltre ad essere allegra sono obbediente, perché quando mi dicono di fare una cosa la faccio subito senza lamentarmi qua-si mai...Sono anche molto ordinata, perché mi piace che ogni cosa sia al suo posto,...e calma, perché se qualcuno mi fa arrabbiare, prima mi pongo delle domande: se è una cosa importante mi arrabbio, altrimenti no. Mereme Jusufi

Il mio colore preferito? Il FUCSIA! Se fosse per me, tutto e tutti dovrebbero essere FUCSIA...A me piace molto leggere, leggere è un’occasione unica per immergersi in mondi immaginari, che stimola-no la fantasia. Quando leggo un libro esigo il silen-zio perché non riesco a sognare con delle persone accanto a me. La scuola? Ci sono delle ingiustizie ma alla fine le ho capite...La scuola unisce me e i miei compagni, parliamo di cose che abbiamo fatto e che faremo insieme...La scuola è un posto dove impari e ti valuti per le tue capacità ed è anche il tempo del Buon Umore! Veronica Galli

Sono un ragazzo sincero...a scuola vado d’accor-do con tutti, le mie materie preferite sono: mate-matica, storia, arte e ginnastica. Sono un grande sportivo e mi piace molto il calcio e il basket. Mi piace leggere storie a fumetti, horror e libri d’av-ventura. Leggo un po’ di pagine al giorno, la sera, spontaneamente, senza che nessuno mi disturbi. Alessio Carini

Sono alta, magra, ho gli occhi marroni, i capelli corti e porto gli occhiali. Faccio scherma, ho 5 gatti, mi piace leggere libri Fantasy, ascoltare musica e giocare. Sono altruista, educata, responsabile, stu-diosa, sincera, riflessiva e socievole, sto bene con tutti i compagni; mi impegno in tutte le materie ma le mie preferite sono Italiano, Matematica e Ginna-stica. Alice Giappichelli

il primo anno di scuola mediaemozioni ricordi

Tra le tante attività svolte in questo primo anno di scuola media, quella che mi ha colpito di più è stata l’esperienza del campo avventura a Serraval-le di Norcia. Quel giorno il tempo non era bello, anzi era nuvoloso e tirava il vento, quindi eravamo svantaggiati, perché le corde che ci reggevano nel-le prove si muovevano tutte. Un’altra esperienza che mi è piaciuta molto è stata quando, con la prof.ssa Spina, siamo andati al laboratorio di scienze, dove abbiamo svolto diverse esperienze. Erica Mencarelli

Della mia classe non mi piace quando alcuni ra-gazzi mi prendono in giro e dicono che sono nano, invece altri ragazzi come Dario, Gioele, ed Eri-ca mi vogliono bene. In questa scuola ci sono dei posti che mi piacciono molto, come il laboratorio di scienze, il chiostro e il primo piano. Le gite mi sono piaciute molto: mi sono divertito e mi hanno interessato i posti che ho visto. Questa scuola mi piace molto, ho molti amici e cugini e non la voglio cambiare. Robert Micoski

Il primo giorno che sono venuto a scuola ci ha dato il BENVENUTO la Preside e ci hanno fatto la foto ricordo...I professori mi sono sembrati subito simpatici. Noi prima eravamo abbastanza bravi, ma con il passare del tempo abbiamo peggiorato dal punto di vista comportamentale. Siamo molto legati e ognuno di noi ha una sua particolarità...Questo primo anno delle medie mi è piaciuto mol-to, perché ho imparato tante cose ed ho fatto anche nuove amicizie. Dario Carbonari

Abbiamo fatto tante cose nel laboratorio della professoressa Fondati per Natale, ad esempio, ab-biamo fatto un presepe di compensato: ci ha fatto ricalcare sul compensato la figura e poi l’abbiamo tagliata, pitturata ed infine incollata e chi voleva la poteva decorare a suo piacimento...col compensato ho fatto anche degli animaletti. Questa scuola mi piace molto, anche se non c’è la mia migliore amica che frequenta un’altra scuola. Giulia Chianella

Arrivati al Parco Avventura ci hanno messo le im-bragature ed un casco. Per iniziare a scalare sia-mo saliti su un ponte, abbiamo camminato su corde sospese a mezz’aria, e alla fine del percorso c’era

un pozzo dove ti dovevi lanciare aggrappato ad una corda...Ci abbiamo messo tanto, però abbiamo finito tutto il percorso entro il tempo stabilito. Leonardo Onori

Io mi sono trovato molto bene in questa scuola, perché è un ambiente molto bello, per trascorrerci un anno scolastico; per me è come una seconda casa in cui passo cinque ore ogni giorno. Leonardo Galardini

Il primo anno di scuola media è stato fantastico. Ho incontrato molti ragazzi che non conoscevo ed ho rivisto altri che invece erano già miei amici. La nostra classe è molto unita, siamo tutti amici e, insieme, abbiamo raggiunto traguardi importan-ti: abbiamo vinto la corsa campestre maschile e femminile, siamo arrivati primi alla sfilata di Car-nevale, abbiamo vinto la fase d’istituto dei giochi della gioventù e siamo arrivati secondi alla fase distrettuale. Gioele Fastellini

Ho scelto questa scuola, perché è molto bella: co-lorata e decorata. Sono capitata nella sezione A e non mi sarei mai immaginata di avere degli amici tanto gentili e simpatici con me, ma nei confronti delle professoresse sono indisciplinati e rendono le lezioni spesso difficili da seguire. Anche con le mie professoresse mi sono trovata bene, perché sono molto brave e ci hanno insegnato tanto, nonostante la confusione. Posso quindi affermare che mi sono trovata bene in questa scuola e sono contenta della mia scelta Giulia Trasciatti

Benvenuti! a Tutti voi!

Il Secchione pag.9Il Secchione pag.8Secchione Tricolore

16 marzo 2011

VISITA PASTORALE E FESTA TRICOLORE16 marzo 2011

FESTA TRICOLORE

Secchione Tricolore

L’Italia…cosa dire? Per me è il paese più bello del mondo, nonostante tante contraddizioni. È stato affer-mato che l’Italia è l’unico paese nel mondo dove sia nata prima la cultura e poi la nazione ed è veramente così!Il 17 Marzo si è festeggiato il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, e la mia scuola ha preparato uno spettacolo in cui abbiamo cantato, suonato, recitato, declamato. Io con la mia classe ho cantato una canzo-ne composta, nella 1° Guerra d’indipendenza, dai sol-dati volontari che vi presero parte; è intitolata “Addio mia bella, addio”, è l’addio del volontario che salu-ta sua moglie e suo figlio con parole molto dolci ma molto tristi. È stato un momento molto emozionante, come quando tutti insieme abbiamo cantato a gran voce l’inno di Mameli nel nostro chiostro! A propo-sito di Mameli, egli era un genovese di soli 20 anni quando scrisse le famose parole dell’inno, ma non fu-rono le uniche, perché già quando era uno studente aveva dimostrato il suo talento letterario componendo versi romantici. Arruolato nell’esercito italiano, morì il 6 luglio 1849, nella difesa della Villa del Vascello, a causa di un‘infezione alla gamba.Tanti pensano che l’inno adatto all’Italia sia il Va Pensiero di Giuseppe Verdi. Io non sono di questa idea, anche se per me Il Nabucco è una delle più belle opere mai scritte, preferisco l’inno di Mameli, è per-

fetto per l’Italia! Il suo ritmo semplice e cadenzato, le sue parole…è veramente straordinario sentire il calo-re della propria patria. Come ha detto Roberto Beni-gni, nel suo intervento al Festival di Sanremo, non c’è niente di più bello di un sano patriottismo!La bandiera italiana è composta, come tutti sappiamo, di tre colori: “ Il verde, la speme tant’anni pasciu-ta; il rosso, la gioia di averla compiuta; il bianco, la fede fraterna d’amor”. Con questi versi lo scrittore e patriota genovese Giovanni Berchet invitò il popolo italiano ad innalzare su tutta la penisola il tricolore. I colori della nostra bandiera derivano addirittura da Dante Alighieri, che descrivendo con i suoi versi l’amata Beatrice, scrive che era vestita con i colori che poi diventeranno della bandiera Italiana!Per approfondire il tema risorgimentale, in questo anno, io e la mia classe siamo andati in Archivio, a piazza del Grano, per esaminare i documenti sul Ri-sorgimento e, in particolare, quelli che riguardano la ridenominazione di strade e piazze dopo l’Unità d’Ita-lia. Abbiamo scoperto che a Foligno ci sono molte vie che ricordano con il loro nome personaggi ed eventi del nostro Risorgimento, la maggior parte nel centro storico, anche vicine alla nostra scuola.Se dovessi dire una parola all’Italia è GRAZIE. Grazie per esserci con tutto il tuo splendore, con la tua storia e i tuoi monumenti…grazie di cuore! M.Chiara Botti

Una mattinata bellissimala Visita Pastorale

Il 16 marzo scorso la scuola media “Giuseppe Pier-marini”, oggi Istituto Comprensivo, ha iniziato la sua giornata in un modo davvero speciale: ha avu-to la gioia e l’onore di ricevere la visita pastorale di Sua Eccellenza il Vescovo di Foligno Gualtiero Sigismondi (in foto, sua Eccellenza mentre parla ai ragazzi ed agli insegnanti riuniti nel chiostro della scuola. Con lui è padre Lolli della parrocchia di San Niccolò). L’incontro è avvenuto nell’antico chiostro della scuola, attorno al quale i ragazzi, gli insegnanti e tutto il personale scolastico hanno accolto con sin-cero affetto il Vescovo Gualtiero. Egli ha saputo cat-turare fin dall’inizio i cuori di tutti con il sorriso e la semplicità dei suoi modi, entrando in sintonia perfet-ta con i ragazzi che hanno ascoltato le sue parole in un silenzio dolce e naturale, quel SILENZIO utile e fecondo, su cui Sua Eccellenza si è voluto sofferma-re nel suo discorso, indicandolo come parola-chiave per uno stile di vita sereno, coerente, accogliente. Accanto al valore del silenzio il Vescovo ha invitato i ragazzi a riflettere su altri valori, sul senso della SO-BRIETÀ, della SOLIDARIETÀ, del SACRIFICIO, che si legano, e non solo nel gioco linguistico della S iniziale, alla SPERANZA, che è speranza del SAL-VATORE per quanti credono e progetto di vita che si identifica, specie nei più giovani, nel SOGNO da realizzare. Per ragazzi in crescita, in orientamento, a volte confusi, per i loro educatori e quanti operano nella scuola, quelle parole hanno rappresentato una

grande risorsa di coraggio e motivazione.Al termine del suo discorso il vescovo, informato del-la Festa Tricolore organizzata dalla scuola per la se-rata, ha invitato i ragazzi ad intonare l’inno “Fratelli d’Italia” e tutti, insieme con lui, lo hanno cantato con semplicità e grande entusiasmo.Al termine dell’incontro al vescovo Gualtiero sono stati donati alcuni lavori realizzati dai ragazzi, come segno di profondo rispetto e gratitudine.L’Istituto Comprensivo “Giuseppe Piermarini” e la sua Dirigente scolastica, dott.ssa Rosa Smacchi, che in quella mattinata, per un’improvvisa e grave indi-sposizione, non è potuta essere presente all’atteso in-contro, ringraziano ancora vivamente Sua Eccellenza per il dono della Sua visita.

Grande affluenza e calda partecipazione alla Fe-sta Tricolore organizzata dall’Istituto Comprensivo “Giuseppe Piermarini” di Foligno nella serata del 16 marzo. Il chiostro seicentesco della scuola, festosa-mente addobbato per l’occasione, è stato la splendida cornice tricolore dell’evento: i colori della bandiera italiana hanno connotato in modo splendido ed effica-ce gli spazi della festa, nel chiostro e negli ambienti attorno ad esso, con le originali creazioni tricolori re-alizzate dai ragazzi del laboratorio artistico e tecnico della scuola. Tutta la grande famiglia del Compren-sivo Piermarini ha voluto prender parte alla festa per l’Unità d’Italia: si sono ritrovati insieme i bambini ed i ragazzi della scuola (dai più piccoli dell’Infanzia e della Primaria ai più grandi della Secondaria) e, con

la Festa Tricolore In serata

continua a pag.10

17 marzo2011

Il Secchione pag.10 Il Secchione pag.11

16 marzo 2011FESTA TRICOLORE150 ANNI INSIEME

la Piermarini festeggia l’Unità

Secchione Tricolore

 

16 marzo 2011FESTA TRICOLORE

Secchione Tricolore

 Il 7 Aprile, il Comune di Foligno e la Circoscrizione n°6 hanno collocato, nella frazione di Colle S. Lo-renzo, una lapide, che recupera il senso della Storia Risorgimentale e la memoria collettiva della città.La lapide fa riferimento ai 105 giovani folignati, par-titi volontari 160 anni fa, proprio da Colle S. Lorenzo, il 7 aprile 1848, per combattere, da patrioti, nel Lom-bardo Veneto la prima guerra d’indipendenza contro l’Austria.La storia di quegli eroici cittadini è documentata, con tanto di nomi, da Bernardino Lattanzi, nel suo libro “Storia di Foligno dal 1814 al 1860, vol. V”.C’è, inoltre, il quadro del pittore Benedetto Pizzoni, che ritrae i volontari a Colle S. Lorenzo, mentre sa-lutano genitori, mogli e fidanzate, in uno sventolio di bandiere tricolori ed un S. Feliciano benedicente, che appare, all’improvviso, in uno scorcio di nuvole.Quei giovani, mossi dal desiderio di partecipare at-tivamente alla guerra per l’indipendenza d’Italia, si arruolarono come volontari, seguendo la colonna di guardie civiche e di altri volontari, partiti da Roma alla fine di marzo, alla volta del confine di Modena, con tanto di benedizione ecclesiale. La spedizione folignate, guidata da Feliciano Rutili, era finanziata da molti benestanti della città, dal Ca-pitolo della Cattedrale e da alcuni conventi, i quali collaborarono alla causa italiana, fornendo il neces-sario denaro per l’acquisto di armi, di munizioni e di

Programma dei brani letti e declamati e dei brani musicali eseguiti nella Serata Tricolore

Il vero Patriota, da “Dei Doveri degli Uomini, discorso ad un giovane” di Silvio Pellico, lettura Va’ Pensiero, dall’opera “Nabucco” di Giuseppe Verdi, esecuzione di flauti L’Amor di Patria, da “Conversazioni Morali di un vecchio co’suoi nipotini” di Cecilia Macchi, lettura L’Amor Patrio, da “Cuore” di Edmondo De Amicis, lettura Marcia Trionfale dall’opera “Aida” di Giuseppe Verdi, esecuzione di flauti Onora la tua Patria, da uno scritto di Luigi Settembrini, declamazione 7 Aprile 1848, 105 giovani folignati partono volontari, lettura Addio mia bella Addio, declamazione e canto di alcune strofe Colomba Antonietti, Eroina risorgimentale e Donna moderna, lettura di pensieri La spigolatrice di Sapri, poesia di Luigi Mercantini, declamazione La bandiera dei tre colori, esecuzione di piano e flauto traverso Il Tricolore, poesia di Paolo Falcioni, declamazione di alcune strofe: Inno di Mameli, testimonianza di Carlo Alberto Barrili, amico e biografo di Mameli, letture Fratelli d’Italia, musiche di Michele Novaro, testo di Goffredo Mameli, esecuzione di flauti e Coro Finale

loro, le famiglie e tanti amici, gli insegnanti e tutto il personale della scuola: in ciascuno la stessa evidente gioia di esserci, per condividere insieme emozioni uni-che e irripetibili. La serata ha avuto inizio con i salu-ti della Dirigente scolastica, dott.ssa Rosa Smacchi, e dell’Assessore Rita Zampolini, quindi il coro dei bam-bini della Primaria di Scafali ha intonato “Fratelli d’Ita-lia”, regalando la prima dolce commozione; il brindisi tricolore sotto il portico, mentre la pioggia cadeva, e il canto corale dell’inno nazionale intonato da tutti han-no rappresentato l’altro momento di forte emozione collettiva. Predisposti attorno al chiostro, all’interno di due aule didattiche, gli ambienti-mostra della Festa hanno accolto diversi visitatori: in un’aula le scuole

vestiario per i combattenti. Dopo la sconfitta, però, i volontari folignati, dopo aver fatto ritorno a Foligno tra mille peripezie, oltre ad una diffusa miseria econo-mica, trovano una società ostile: per loro non c’è altra strada che l’esilio, o ributtarsi nella mischia, pochi mesi dopo, come alcuni faranno, per combattere, an-cora una volta da valorosi, in difesa della Repubblica Romana. Il 7 Aprile 2008 due studenti della “G. Piermarini” hanno scoperto la storica lapide, che reca incise le seguenti parole: “Da questo luogo, il 7 aprile 1848, 105 giovani folignati partirono volontari per combat-tere contro l’Austria la prima guerra d’indipendenza, nell’eroico tentativo di liberare il Lombardo – Ve-neto dall’oppressione straniera. A perenne memoria di quei valorosi nel 160° anniversario dello storico evento. Foligno 7 aprile 2008”

7 Aprile 1848

continua da pag.9

dell’Infanzia, di Scafali e Garibaldi, hanno esposto i lavori eseguiti dai più piccoli ed un video realizzato per l’occasione; nell’altro ambiente, allestito dalla scuola Secondaria, il primo colpo d’occhio è stato sicuramente rivolto ai tre abiti femminili su mani-chini, creazioni realizzate dai ragazzi del laboratorio di tecnica nei tre colori della bandiera, e simbolica-mente rappresentative di tre tappe del percorso sto-rico della moda, dall’Unità ad oggi; molto ammirate pure le preziose raccolte di stampe, libri di epoca risorgimentale e foto antiche di Foligno; ai visitatori è stata regalata l’edizione “Speciale Risorgimento” del giornalino della scuola “Il Secchione” e la rie-dizione della Narrazione a fumetti, che racconta la storia di Cruciani, l’ultimo garibaldino folignate.All’interno dell’Aula Magna, la Festa Tricolore ha offerto ai presenti un momento intenso di riflessio-ne e condivisione di emozioni: i ragazzi della scuo-la secondaria, ai quali si sono uniti i bambini della Primaria di Scafali, hanno recitato versi, letto brani d’autore e pensieri personali sul Risorgimento; sono stati eseguiti al flauto brani musicali estratti da ope-re verdiane e da marce risorgimentali, alcune delle quali sono state anche cantate coralmente.Un ricco rinfresco tricolore ha concluso in allegria una serata d’eccezione. L’Istituto Comprensivo “Giuseppe Piermarini” rin-grazia calorosamente quanti con la loro presenza hanno condiviso con la scuola questi bei momenti.

Il Secchione pag.12 Il Secchione pag.13Secchione Tricolore

Colomba Antonietti era nata il 19 ottobre 1826 a Ba-stia Umbra ma giovanissima si trasferì con la famiglia a Foligno. Il 13 dicembre 1846 sposò il conte Luigi Por-zi nativo di Ancona, convinto liberale, che seguì negli anni della Prima Guerra di Indipendenza, prima a Vene-zia e poi alla difesa di Roma. Il 13 giugno presso porta S.Pancrazio, nel tentativo di resistere contro l’esercito francese, fu colpita mortalmente da una palla di cannone che la colse nel fianco. Ella giunse le mani, volse gli occhi al cielo e morì gridando:Viva l’Italia! (ASF, Roncalli b. 14, manifesto celebrativo del 1889)

Lettera di C. Agostini al padre scritta il 15 Maggio 1849Grande notizia! La Francia ha mandato un commissario straordinario, M.r Lesseps, per verificare le condizioni morali della nostra Repubblica...”. Il tono della lettera è fiducioso, annuncia che sono state momentaneamente sospese le ostilità con l’esercito francese che ha elevato bandiera bianca. (Biblioteca Comunale, doc.esposto)

Il 29 Maggio 1901 si riunisce il Consiglio Comunale di Foligno, presieduto dal Sindaco Ciancaleoni Ric-ci per discutere la Proposta del Sig. Conte Dome-nico Benedetti Roncalli Consigliere Comunale per denominare tre vie della Città in ricordo di Agostini, Benaducci e Cavallotti. La seduta fu molto anima-ta e la proposta passò con 8 VOTI, 6 CONTRARI, 5 ASTENUTI. (A.S.F., Archivio Moderno 1150)

Il giorno 30 Giugno 1890, si riunisce il Consiglio co-munale presieduto dal sindaco Fazi per discutere la proposta di ridenominazione di alcune vie cittadine. Il Sindaco Fazi, che presiede l’assemblea, presenta le proposte avanzate da alcuni Consiglieri: via S.Carlo (cambierà il nome) in via Aurelio Saffi, via nuova Morlupo in via Antonio Rutili, via Borgo Vasaro in via Giuseppe Piermarini, via S.Andrea in via Maurizio Quadrio, via Fonte del Trivio in via Benedetto Cairoli.

Si aggiunge che tali nomi sono quelli di cittadini ita-liani illustri per enormi meriti e che le proposte va-riazioni sono state accordate dalla Giunta. Pertanto, a nome della Giunta, ne proponiamo l’approvazione.(A.S.F., Archivio moderno 1150)

1849 Così morì Antonio Liverani Antonio Liverani, già alunno del Governo Pontificio, prima del 1831, fu, per aspirazioni politiche, cacciato da quell’impiego e poi perseguitato ed arrestato più volte, espulso dalla città natale e confinato a rimanere in un podere alle Balze di proprietà della famiglia (...) Esiliato dallo Stato, per amnistia di Pio IX rimpatriò (dall’Algeria) in seno alla famiglia allora dimo-rante a Foligno ove il padre era impiegato. Proclamato il governo repubblicano fu capo della polizia a Fer-rara, a Forlì ed a Velletri (...) Caduta Roma fece ritorno a Foligno ove non era più la famiglia, dicesi colla missione di suscitare un moto politico per favorire il passaggio di Garibaldi coi suoi diretti a San Marino (...) Sorpreso dagli Austriaci (per denuncia del famigerato Virginio Alpi Faentino) fu catturato e portato nottetempo in calesse fino agli Angeli (...) Fatto svoltare il legno in vicolo campestre e forzato a scendere ammanettato com’era, fu ucciso a colpi di fucile e abbandonato cadavere sulle zolle dei campi dopo averlo derubato. (A.S.F., Roncalli b 14, manifesto del 1891)

Ad Antonio Liverani è dedicata una via a Foligno nel quartiere intorno a via Trasimeno.

Maurizio Quadrio nacque il 6 Settembre 1800 a Chiavenna e morì a Roma il 13 febbraio 1876. Vicino alla Carboneria, liberale convinto e poi mazziniano, partecipò attivamente ai moti del ‘48 a Milano e a quelli del ‘59/’60. Dal’72 fu a Roma, ormai capitale, per dirigere “L’Emancipazione”, storico giornale mazziniano. Benedetto An-gelo Francesco Cairoli (Pavia 28 gennaio 1825, Napoli 8 agosto 1889) fu a fianco di Gari-baldi a Milano nel ‘48 e tra i Cacciatori delle Alpi nel ‘59; nel ‘60 partecipò alla spedizione dei Mille e combatté a Mentana. Con la sopraggiun-ta Unità fu deputato al Parlamento e Presidente del Consiglio dei ministri. I suoi quattro fratelli caddero tutti nelle guerre risorgimentali.Marco Aurelio Saffi nacque a Forlì il 13 ot-tobre 1819 da una famiglia ricca e nobile. Studiò Legge a Ferrara ma amava lo studio della Storia, della Filosofia e delle Lettere. Mazziniano convin-to, nel turbolento anno 1848 fu a Roma componen-te del Triumvirato repubblicano, assieme a Carlo Armellini e allo stesso Mazzini; nel 1861 fu eletto deputato al Parlamento del nuovo Regno d’Italia.Si occupò della memoria storica dell’amico Maz-zini, morto il 10 marzo 1872, di cui curò la pubbli-cazione degli scritti.

150 ANNI INSIEMEla Piermarini festeggia l’Unità

marzo 1861-marzo2011

Le notizie storiche di queste pagine, che riguardano gli anni del Risorgimento con riferimento partico-lare alla citta di Foligno, sono sate raccolte dai redattori del Secchione in questo anno scolastico, presso l’Archivio di Stato, Sezione di Foligno, e presso la Biblioteca Comunale “Dante Alighieri”.

Roma, 8 Aprile 1910Pregiatissimo signore, mi è grato comunicarle che la Giunta Comunale (di Roma) nella seduta del 19 scor-so Marzo, ha deliberato di proporre al consiglio che sia eretto nella Passeggiata del Pincio, un busto a Colomba Antonietti. Ed io non dubito che il Consiglio (...) voterà il riconoscente omaggio di Roma alla eroica figlia di co-desta Città. IL SINDACO (ASF, Roncalli b. 14)

via Colomba AntoniettiIl 30 dicembre 1911 il Consiglio Comunale di Fo-ligno delibera di intitolare a Colomba Antonietti la via del Forno. (A.S.F., Archivio Moderno 1150)

150 ANNI INSIEMEla Piermarini festeggia l’Unità

marzo 1861-marzo2011Secchione Tricolore

Vie, Piazze, Monumenti in memoria del Risorgimento

via Cesare Agostini...

Vie, Piazze, Monumenti in memoria del Risorgimento

La nostra Storia, le nostre radici, la lotta, le battaglie, il nostro futuro. Concetti importanti...Quanta storia per l’Italia! Lunghissima e inten-sa, tutta da ripercorrere per arrivare all’Uni-tà italiana e comprenderla. Penso a Goffredo Mameli, giovane patriota genovese, che scrisse “Fratelli d’Italia, al suo amico musicista, Mi-chele Novaro, che ne scrisse la musica in una notte, d’impeto. Penso alla bandiera italiana, ai suoi colori che in questi mesi spiccano su fine-stre e balconi, e ripenso al congresso di Reg-gio Emilia nel lontano gennaio 1797, in cui il bianco, il rosso, il verde diventarono il simbolo della nascente repubblica Cispadana...La storia di ieri sta dentro il presente...storia piena, im-portante ma la mia visione dell’Italia è ancora più importante, è caratterizzata da tante città stupende, da cultura e tradizione. Anche se non sono italiana, l’Italia è un paese che mi piace. Provo gusto ad imparare cose sempre nuove, la canzone dell’inno, un semplice piatto tradizio-nale, mi piace scoprire le bellezze dei suoi pae-saggi, anche quelli nascosti e meno noti. Mi è spesso capitato di sentire l’inno di Mameli, a scuola, in TV, intonato dagli amici dei miei genitori...L’ho studiato con i miei compagni, cantato, recitato, in classe con la professores-sa d’Italiano, e in pubblico nella serata del 16 marzo. È un inno semplice, ma dietro la sempli-cità c’è l’emozione che ti scalda il cuore, pensi ai ragazzi che sono morti per un’idea, ma devo-no aver sofferto molto, forse per farsi coraggio prima della battaglia cantavano questa marcet-ta. Chissà se questi giovani, guardando il cielo, pensavano alla libertà in mezzo all’inferno della guerra. Mi viene in mente la poesia “Mattino” di Giuseppe Ungaretti, i suoi versi “M’illumino d’immenso”, scritti al fronte dove combatteva nella Prima Guerra Mondiale, parlano di una illuminazione fugace, troppo, prima del ritorno della notte. Ilona Tabunidze

Chissà se questi giovani, guardando il cielo...

Il Secchione pag.14 Il Secchione pag.15Secchione TricoloreSecchione Tricolore

Ci troviamo nel lontano 1961. L’Italia che si preoc-cupava di festeggiare il Centenario dell’Unità, si tro-vava in un periodo di grande crescita economica, di miglioramento e sviluppo. Un ottimismo sostanziale percorreva gli italiani anche con la consapevolezza che c’era tanto da fare per vincere la povertà, per con-tinuare ad unificare il paese e migliorarlo attraverso un duro lavoro. Oggi lo spirito di comunità è ben di-verso, tira aria, e non solo in Italia, di “decrescita”. Il Risorgimento è poco studiato dai ragazzi e molti personaggi sono estranei a gran parte degli italiani. Nel corso della crisi di fine secolo, dai primi del 1990 l’Unità stessa è stata messa fortemente in discussio-ne, non dal Sud ma dal Nord. Gli italiani stessi hanno un nuovo profilo mentale. Allora, cosa significa oggi celebrare centocinquanta anni dall’Unità? Se l’uni-ficazione per accentramento è stata una necessità, la Costituzione ha indicato una strada di sviluppo istitu-zionale diversa, ancora da attuare fino in fondo.Recuperare gli aiuti “federalisti” dei primi patrioti si-gnifica impegnarsi nel senso della solidarietà e della responsabilità. Si può crescere solo se ciascuna realtà è capace di iniziativa. Un altro tema su cui soffer-marsi sarebbe quello di non avere una visione pro-vinciale. Il quadro ormai è quello europeo. In esso si compete con maggiore consapevolezza dell’identità della Nazione. Bisognerebbe investire in cultura, in

ricerca, in fratellanza senza nulla concedere al dibat-tito. E poi sarebbe bene esaltare l’Italia, quella di una volta, se non altro con una visione un po’ romantica dell’Unita ma con un sano patriottismo che non deve però degenerare nella malattia del Nazionalismo.Possiamo dire che l’Italia è il primo paese dove na-sce prima la cultura e dopo la Nazione. E’ un paese che proclama i propri valori con forza. Gli uomini che dopo centocinquant’anni ricordiamo erano pronti a perdere la vita per portare avanti la nostra nazione. Dovremmo goderci la felicità, quella che non si com-pra con il denaro. Altre cose importanti che ci rappre-sentano sono la Bandiera nei suoi bellissimi colori e il nostro Inno. Una grande bandiera tricolore: rosso per il sangue versato per la nostra Unità, bianco come la neve delle Alpi e verde come la speranza che mai sbiadirà. L’Inno, scritto da un genovese di vent’anni, Goffredo Mameli, è mozzafiato, spettacolare, ecce-zionale. Per me Mameli è un mito, in poche parole è riuscito a raccontare la storia della Nazione. Quel suo riguardo per la vittoria è davvero incoraggian-te, compete con la morte. Se amiamo il nostro Paese dobbiamo essere pronti alla morte, dobbiamo lottare e difendere la nostra Patria. Dovremmo mettere la testa a posto e capire chi davvero merita di rappresentare il nostro popolo, qualcuno disposto davvero ad amare la propria Terra, pronto anche al sacrificio. Bisogne-rebbe comportarsi come un’unica famiglia, una fami-glia che cammina a gruppo, tutti insieme appassio-natamente senza lasciare indietro nessuno. Sono una quattordicenne italiana, che nonostante i contro, ama il suo Paese. Non possiamo non amare questa splendi-da penisola che tante ne ha subite e tante ne subirà. E’ riuscita sempre a difenderci, eppure nessuno ha mai provato compassione. Amiamola e, forse, imparando ad amarla, riusciremo ad ottenere la pace o ancor me-glio un non so che ci renderà persone migliori. Alessandra Paternostro

“Zitti, zitti, ascoltiamo l’Inno !” Alzo il volume del mio apparecchio radiofonico fino a sentirlo forte ne-gli orecchi e risonante nel cuore. Non so perché, ma in occasione di una partita della nazionale di calcio, durante una visita di Stato del Presidente o durante il concerto di Capodanno, appena vengono suonate

quelle prime note, sembra che tutto si fermi. L’Inno risuona come una melodia ipnotizzante che blocca tutti con la mano sul cuore; voci unite che cantano in coro sia che abbiano strisce tricolori sul viso, sia che indossino una maglietta azzurra o un bel completo fir-mato o un abito lungo da sera con una sontuosa pellic-cia il primo dell’anno. Ma come fa l’Inno di Mameli ad essere ancora attuale dopo oltre centocinquanta anni? Adesso una canzone, dopo appena un anno non si ricorda già più; e allora? Chi ne è l’autore e qual è il segreto di tanta longevità. Goffredo Mameli, nato a Genova da un ammiraglio ed una marchesa, durante i suoi studi giovanili provò grandi sentimenti patriot-tici e liberali che espresse anche nel testo dell’Inno musicato da un suo amico, Michele Novaro. Il grande Verdi, nel 1862, lo scelse tra gli altri inni, per sim-boleggiare l’Italia ed è sicuramente uno dei più belli d’Europa, non da meno di quello francese e quello inglese. Delle cinque strofe di cui è composto, la se-conda, secondo me, è quella che ancor oggi riesce a rappresentare meglio l’Italia; essa recita così: Noi siamo da secoli / Calpesti, derisi, / Perché non siam popolo, / Perché siam divisi./ Raccolgaci un’unica / Bandiera, una speme: / Di fonderci insieme / Già l’ora suonò./ Stringiamci a coorte / Siam pronti alla morte / L’Italia chiamò...Gli italiani per molto tempo furono calpestati e oppressi a causa delle tante divi-sioni. Per superarle e compiere il miracolo di unire persone di idee, lingue diverse, e governate da di-verse leggi, i nostri padri si sono sacrificati, dando la propria vita per conseguire la tanto agognata Unità d’Italia. Oggi saremmo anche noi disposti a farlo? Ne varrebbe ancora la pena? Dopo centocinquanta anni siamo veramente uniti? Non lo so...Qualcosa non fun-ziona. La giustizia? La politica? Non sono in grado di dare una risposta. In questi giorni sventola ovunque il tricolore, dal Piemonte alla Sicilia, il verde il bianco il rosso, i colori più ostentati. Ma basta una bandiera a farci sentire uniti? No, visto che si parla ancora tanto di divisione tra cittadini del Nord e cittadini del Sud quando ormai bisognerebbe parlare solo di Italiani. Forse dovremmo con il pensiero ritornare indietro al tempo in cui il sacrificio per la Patria, l’unione erano davvero sentiti e forti e un’unica cultura univa l’Italia pur nella diversità di tanti dialetti. Come un insieme

di suoni diversi, creati con diversi strumenti che con-corrono a formare una bellissima armonia, le diverse voci dell’Italia e ciò che ancora ci divide dovrebbe-ro diventare un’Unità da riconfermare e difendere ad ogni costo. Benedetta Lini

Questo anno si celebra il centocinquantesimo an-niversario dell’Unità d’Italia. Uno dei simboli più significativi del nostro Paese è l’Inno di Mameli. Questo viene anche definito il “Canto degli Italiani” o semplicemente “Fratelli d’Italia”. Dopo qualche giorno dalla sua pubblicazione era già diventato un simbolo significativo e fu un importante strumento di propaganda degli ideali del Risorgimento. Esso ser-viva a far sentire tutti gli italiani uniti come fratelli, cosa di cui abbiamo bisogno anche al giorno d’oggi. Le parole e la musica dell’Inno sono stati elementi indispensabili per suscitare grandi emozioni, neces-sarie a infondere coraggio nei giovani e prepararli ad affrontare le dure prove che hanno portato all’unifica-zione del Paese. Quando l’Inno si diffuse, le autorità cercarono di vietarlo considerandolo eversivo per via dell’ispirazione anti monarchica, ma fu un tentativo fallito perché i cittadini si erano sentiti uniti dopo tan-to tempo, proprio grazie all’Inno e ad un’unica Ban-diera. Oggi abbiamo bisogno di riflettere su questi simboli, in un momento in cui c’è un evidente distac-co tra Nord e Sud e c’è chi lo evidenzia dimenticando il sacrificio che è stato compiuto per unire l’Italia. Io credo che sia importante ricordare quello che tutti i protagonisti del Risorgimento hanno fatto per garan-tire un futuro migliore agli italiani; tutti loro hanno combattuto insieme per lo stesso ideale, e quale modo migliore per ricordare di un l’Inno che ancora oggi emoziona come al tempo di Mameli? Quello che esso vuole insegnarci è che dobbiamo essere come fratelli ed unirci per difendere la Patria, essere ancora pronti ad onorare la nostra Bandiera che è l’altro simbolo essenziale dell’Unità. Questi simboli possono essere ancora attuali e importanti e trasmetterci grandi valori se ci interessiamo a ciò che accade all’interno del no-stro Paese, operiamo per il superamento dei problemi e cerchiamo di essere cittadini consapevoli, pronti a contestare ciò che non va e a costruire ancora. Ilaria Belli Paolobelli

150 ANNI INSIEMEla Piermarini festeggia l’Unità

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Il Secchione pag.17Il Secchione pag.16

Il 21 ottobre 1860 il Regio Commissario Genera-le dell’Umbria, G.N. Pepoli, in virtù dei pieni poteri conferitigli da Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele (...) Considerando che queste popolazioni insisto-no con pubbliche solenni dimostrazioni per essere chiamate a deliberare sulle proprie sorti (...) decreta: Art.1 che il popolo di queste province è solennemente convocato nei Comizi i giorni 4 e 5 novenbre 1860 per dichiarare la sua volontà sulla seguente proposta: VOLETE FAR PARTE DELLA MONARCHIA CO-STITUZIONALE DEL RE VITTORIO EMANUE-LE? Art.2 Sono chiamati a dare il voto tutti i Citta-dini (naturalmente maschi) che hanno compiuto il ventunesimo anno (...) Art.6 Il suffragio si darà per ischeda a scrutinio segreto.Un’attenzione particolare fu rivolta alle campagne: Art.3 A cura dei deputati di ogni Parrocchia nei luo-ghi di campagna più adatti sarà creato un centro al quale dovranno concorrere i contadini la mattina del 4 e 5 novembre, per poi dai deputati stessi essere condotti al luogo designato per la votazione (...) Art.5 Saranno ufficiati i possidenti ed affittuari del luogo perché inducano i contadini ad intervenire alla vota-zione (...) Art.7 I deputati si adopereranno perché le singole case di campagna inalberino bandiere trico-lori onde emanciparle con un atto estrinseco dall’in-flusso parrocchiale.

Il territorio di Foligno, per le votazioni plebi-scitarie, fu suddiviso in 4 Sezioni coordinate da una Commissione di 4 Deputati e affidate ognuna ad una sottocommissione. Le Sezioni erano formate in base al numero di parrocchie e quindi di anime: la Sezione di Porta Badia comprendeva le parrocchie di San Salva-tore, Belfiore, Vescia, Capodacqua, Pievefanonica, Rio e Seggio, Pale, Sustino, Colle, Uppello, per un totale di 1064 anime; la Sezione del Municipio comprende-va le parrocchie di S.Giacomo, S. Niccolò, Fiamenga, S.Sebastiano, S. Gio. Profiamma, S. Gio. Dell’Acqua, per un totale di 904 anime; la Sezione di P. S. Maria in San Domenico comprendeva le parrocchie di San Feli-ciano (II e III sez.), S. Maria Infraportas, Corvia e Per-ticani, Scafali, Cave, Budino, Maceratola, per un totale di 1442 anime. La Sezione Porta Romana nell’Ospeda-

4 e 5 novembre 1860 FOLIGNO COME TUTTA L’UMBRIA

SCEGLIE L’ANNESSIONEI risultati delle votazioni nelle province umbre sono comunicati al Presidente della commissione munici-pale di Foligno dal Vice Commissario del Re:

Mi affretto partecipare con piacere alla S.V. il ri-sultato del voto popolare per annessione alla Monar-chia Costituzionale di Vittorio Emanuele II. Il Pre-sidente del Tribunale di Appello proclamò a un’ora dopo mezzo giorno il risultato del seguente scrutinio: ISCRITTI 123011 VOTANTI 97625 SI 97040 NO 380 VOTI NULLI 205.

A Foligno votarono 4191 persone (il 79, 34% degli iscritti), i SI furono 4182, i NO 6, i voti nulli 3.

Foligno, 23 novembre 1860, palazzo della residenza governativa, il Vice-Commissario del Re T. Berardi esulta: “Il Re ha accettato oggi in udienza solenne l’annessione di tutte le Province dell’Umbria”. Cit-tadini! Mostratevi degni degli alti destini, cui que-sto grande avvenimento chiama la comune Patria Italiana. VIVA L’ITALIA! VIVA VITTORIO EMA-NUELE SUO RE!” (A.S.F., Archivio moderno 1160)

Il Convento di San Niccolò diventa Scuola

150 ANNI INSIEMEla Piermarini festeggia l’Unità

Secchione Tricoloremarzo 1861-marzo2011 150 ANNI INSIEME

la Piermarini festeggia l’Unità

Secchione Tricolore marzo 1861-marzo2011

4 e 5 novembre1860IL PLEBISCITO IN UMBRIA CHIEDE L’ANNESSIONE AL REGNO D’ITALIA

le vecchio comprendeva le parrocchie di S. Feliciano (I sez.), S. Francesco, S. Eraclio, Cancellara, Borro-ni, Sterpete, Roviglieto, per un totale di 1076 anime.Una Commissione di 4 Deputati ed altre 4 sottocom-missioni avrebbero coordinato le operazioni di voto e scrutinio. (A.S.F., Archivio moderno 1160)

La lapide bronzea riporta il Bolletti-no della Vittoria del generale Armando Diaz (muro esterno del chiostro)

La lapide di mar-mo riporta i nomi degli ex-alunni della Scuola ca-duti nella Grande Guerra (chiostro)

Il 21 Agosto 1882 è stato chiamato il Consiglio Co-munale di Foligno a convocarsi nel giorno d’oggi alle ore cinque pomeridiane, per trattare gli oggetti dell’ordine del giorno della presente sessione straor-dinaria: la proposta del consigliere Sig. Luigi Bar-tocci per denominare la via di San Niccolò via della Scuola delle Arti e dei Mestieri. (A.S.F., Archivio Moderno 1150, dal verbale della seduta)

via della Scuola delle Arti e dei Mestieri

La Grande Guerra conclude l’Unità

“Le Corporazioni Religiose soppresse nel Comune di Foligno in forza dei decreti commissariali dell’11 dicembre 1860 e 3 gennaio 1861 sono: il Convento di San Francesco, il Convento di San Domenico, il Convento di San Niccolò, il Convento dei Cappuc-cini, il Convento di San Bartolomeo, il Convento di San Giacomo, il Convento di San Carlo, il Mona-stero di S. Annunziata, il Monastero di Betlemme, il Monastero di S. Caterina, il Monastero di S. Anna, il Monastero di San Claudio, il Monastero di S. Lu-cia.” (A.S.F., Archivio Moderno b. 1309)

Qualche anno più tardi nel Convento di San Niccolò viene istituita la SCUOLA DELLE ARTI E DEI ME-STIERI con R. Decreto MDCCCLXXIII. Essa fu aper-ta nel MDCCCLXXV e il re Umberto I Amedeo di Sa-voia la visitò il XV Settembre MDCCCLXXXII. Due lapidi nel chiostro della scuola ricordano questi eventi.

Il Secchione pag.18 Il Secchione pag.19Secchione Commosso Secchione Commosso

i saluti della terza B

Ciao, cara scuola media! Il prossimo anno saremo alle Superiori

i saluti della terza A

Ciao, cara scuola media! Il prossimo anno saremo alle Superiori

Maggio 2011, nel chiostro della scuola, la prof.ssa Umbertina Fondati con i ragazzi della IIIA: Angelucci Alessandro, Bartolini Gabriele, Belli Paolobelli Ilaria, Bianconi Federico, De Marco Franzina, Dukhnevych Illya, Giovannini Francesco, Hionis Adelina Elena, Khalouki Idris, Kumanova Erisa, Lini Benedetta, Nkwanyuo Tabi Achuo Golden, Notaro Maria Cristina, Ortolani Jasmin, Passeri Pierpaolo, Paternostro Alessandra Pia, Possanzini Eleonora, Reato Giulia, Savlyuk Bogdan, Silvestri Giulia, Tantami Asmaa, Tantami Yuossef, Tosti Federico, Trampetti Andrea, Turrioni Alex.

Maggio 2011, nel chiostro della scuola, le prof.sse Orietta Angeletti e Oriana Ricci con i ragazzi della IIIB: Baca Xhaferr, Badiali Nicola, Betori Filippo, Botti Maria Chiara, Bravi Alessandro, Cristiano Luigi, Foglietta Michele, Garofoli Matteo, Hudorovich Cesare Giuseppe, Malucelli Lorenzo, Mazzoni Nicola, Metushi Ambra, Mohamed Ichraf, Pace Arianna, Parrinello Silvia, Pipitone Elenia, Pirelli Francesco, Piscitiello Maria, Pontini Amelia, Popa Evelina, Sartarelli Elia, Sforna Marta, Sisti Aurora, Souassi Asma, Tabunidze Ilona, Tourbi Dalila.

Nove di noi hanno scelto il Liceo Classico “Federico Frezzi” Otto di noi hanno scelto l’Istituto Professionale “Emiliano Orfini” Quattro di noi hanno scelto l’Alberghiero di AssisiTre di noi hanno scelto il Liceo Scientifico “Guglielmo Marconi” Uno di noi ha scelto l’Ist. Tecn. Industriale “Leonardo Da Vinci”

Sei di noi hanno scelto l’Istituto Professionale “Emiliano Orfini”cinque di noi hanno scelto l’Ist. Tecn. Industriale “Leonardo Da Vinci”Quattro di noi hanno scelto l’Ist. Tecn. Commerciale “Federico Scarpellini”Quattro di noi hanno scelto il Liceo Classico “Federico Frezzi”Tre di noi hanno scelto il Liceo Scientifico “Guglielmo Marconi”due di noi hanno scelto l’Alberghiero di Assisiuno di noi ha scelto il Liceo Artistico di Perugi

Il Secchione pag.20 Il Secchione pag.21

Maggio 2011, nel chiostro della scuola, le prof.sse Patrizia Vecchietti e Maria Teresa Crisanti con i ragazzi della IIID: Baldassarri Emanuele, Bega Emine, Brizi Giulia, Buriani Carlo Alberto, Cruciani Martina, Dovganyuk Bogdan, Ferrini Romina, Kropczyk Dmytro, Langa Alessio, Loreti Valeria, Masciotti Giulia, Mazzarella Martina, Palini Riccardo, Paolini Simone, Sarti Irene, Speroni Stefano.

Secchione Commosso Secchione Commosso

i saluti della terza D

Sei di noi hanno scelto l’Ist. Tecn. Commerciale “Federico Scarpellini” Quattro di noi hanno scelto il Liceo Scientifico “Guglielmo Marconi”Due di noi hanno scelto l’Ist. Tecn. Industriale “Leonardo Da Vinci”Due di noi hanno scelto l’Istituto Professionale “Emiliano Orfini” Uno di noi ha scelto il Liceo Classico “Federico Frezzi”Uno di noi ha scelto l’Alberghiero di SpoletoUno di noi ha scelto la CNOS-FAP di Foligno

i saluti della terza C

Maggio 2011, nel chiostro della scuola - I ragazzi della IIIC: Ambrogi Beatrice, Bartoletti Beatrice, Bovini Leonardo, Boyko Roman, D’Andrea Davide, De Santis Manuel, Del Principe Erika, Foglietta GianMarco, Fonti Andrea, Gabarrini Arianna, Herbert Sebastian, Kubati Suela, Nocerino Jessica, Olivotto Andrea, Passeri Ilaria, Pavlyshyn Viktoriya, Profeta Michele, Rapone Ciro, Ricci Veronica, Sebastiani Francesco Saverio, Shigapova Valeria, Terzarede Francesca, Tironi Elena, Vitale Donato.

Sette di noi hanno scelto il Liceo Classico “Federico Frezzi” Sei di noi hanno scelto il Liceo Scientifico “Guglielmo Marconi”Cinque di noi hanno scelto l’Ist. Tecn. Industriale “Leonardo Da Vinci”Due di noi hanno scelto l’Istituto Professionale “Emiliano Orfini” Due di noi ha scelto l’Ist. Tecn. Commerciale “Federico Scarpellini” Due di noi hanno scelto l’Alberghiero di Assisi

Ciao, cara scuola media! Il prossimo anno saremo alle SuperioriCiao, cara scuola media! Il prossimo anno saremo alle Superiori

Il Secchione pag. 22 Il Secchione pag.23

31 marzo, 1 e 2 aprile 2011

tutti insieme a Trieste!tre giorni indimenticabili per la IIIA, IIIB, IIID

Secchione in GITAtutti insieme!

Il 31 marzo, all’alba, tutti al Plateatico, pronti per la par-tenza! Il viaggio in pullman è trascorso tranquillamente, tra mille risate e canzoni! Dopo varie soste siamo arrivati finalmente a Redipuglia, bellissima località che ospita un Sacrario militare. Vi sono custodite le salme di oltre cen-tomila caduti della prima guerra mondiale, tra cui quella di una donna, una crocerossina di nome Margherita. Lì ab-biamo visitato un Museo dove sono conservati reperti e te-stimonianze molto significative del periodo della Guerra.Mentre percorrevamo i ventidue gradoni del Sacrario, ognuno di noi, commosso e incuriosito, ha cercato tra i co-gnomi di scoprire se ci fosse quello della propria famiglia ed effettivamente alcuni hanno letto cognomi conosciuti e si sono soffermati a riflettere sulle sofferenze di quelle giovani vittime della violenza. Redipuglia: All’entrata del sacrario, a terra, si trova una cate-na simbolica e una targa con su scritto “NON CURIOSITÀ DI VEDERE, MA PROPOSITO DI ISPIRARVI VI CONDUCA”.

Secchione Commosso

i saluti della terza E

Dieci di noi hanno scelto il Liceo Scientifico “Guglielmo Marconi”Quattro di noi hanno scelto l’Ist. Tecn. Industriale “Leonardo Da Vinci”Due di noi hanno scelto il Liceo Classico “Federico Frezzi”Due di noi hanno scelto l’Istituto Professionale “Emiliano Orfini”Uno di noi hanno scelto l’Ist. Tecn. Commerciale “Federico Scarpellini”Uno di noi ha scelto la CNOS-FAP di Foligno

Maggio 2011, nel chiostro della scuola, la prof.ssa Franca Ciancaleoni con i ragazzi della IIIE: Angelucci Lorenzo, Bastioli Aurora, Botti Federico, Calzola Eleonora, Camilli Filippo, Conti Tommaso, Fani Gregorio, Felici Francesca Romana, Halili Stiven, Jasarovski Sabina, Jusufi Albina, Marzioli Giacomo, Massaccesi Sebastiano Maria, Mercuri Davide, Micoski Alexandra, Morao Rodriguez Oskary Josè, Morlupo Francesco Saverio, Ramazzotti Alice, Rotar Iulia Maria, Srbinoski Miso.

Accanto si trova una trincea blindata, in cui si poteva entrare. Ho visto tanti PRESENTE incisi sopra le 40000 lapidi dei soldati sepolti a Redipuglia (altri 60000 sono sepolti, non riconosciuti, nei due tumuli comuni sulla cima del colle Sant’Elia). PRESENTE, parola sacra, è la rispo-sta all’appello...il senso della vita, del dovere di soldati che si sono sacrificati per noi.L’hotel dove siamo giunti la sera e abbiamo alloggiato è stata una gradita sorpresa: bellissimo e sul lungomare di Lignano Sabbiadoro, che abbiamo percorso a passeggio

dopo cena con le insegnanti, trascorrendo con loro una piacevole serata.Il secondo giorno, dopo la sveglia alle ore sette, eravamo subito pronti per altre fantastiche scoperte, diretti verso il castello di Miramare, meraviglioso edificio di epoca asbur-gica. Costruito per l’arciduca Massimiliano e Carlotta del Belgio, è situato a picco sul mare ed è circondato da un rigoglioso parco con pregiate specie botaniche e fontane. Da questo posto bellissimo ci siamo allontanati per rag-

Cronaca di un viaggio indimenticabile, a cura di Ilaria Belli, Benedetta Lini, Francesco Giovannini, Erisa Kumanova, Alessandra Paternostro, Giulia Silvestri. I pensieri in corsivo sono tratti dai diari di bordo di Aurora Sisti ed Ilona Tabunidze.

Ciao, cara scuola media! Il prossimo anno saremo alle Superiori:

continua a pag.24

giungerne uno “tristemente famoso”, la Risiera di San Sabba, unico campo di sterminio sul territorio italiano, dove furono detenuti ed anche uccisi, durante la seconda guerra mondiale, partigiani, prigionieri politici ed Ebrei. In questo luogo abbiamo visitato le varie celle e osservato, all’interno del Museo, cimeli, materiali e fotografie che testimoniano uno dei crimini più aberranti dell’intera umanità.La Risiera di San Sabba è monumento nazionale dal 1965: dall’8 settembre 1943 i nazisti la utilizzarono come campo di prigionia (Polizeihaftlager) e poi come campo di ster-minio...Sono rimaste inalterate le 17 celle di detenzione..La gente che abitava vicina alla risiera intuiva qualcosa ma potevano solo tacere, un silenzio di dolore...Entrare

Il Secchione pag. 25Il Secchione pag. 24Secchione in GITA Secchione in GITAtutti insieme a Trieste

tutti insieme a Milano

Il giorno 30 Marzo io e la mia classe siamo partiti con la IIIC per andare a Milano, un viaggio nel quale ab-biamo visitato Milano, Monza e Pavia. Abbiamo scelto questa destinazione per ammirare le opere di Pierma-rini e di Leonardo Da Vinci, personaggi sui quali la nostra classe ha svolto numerose ricerche. Nel Parco della Villa reale abbiamo fatto una breve passeggiata.Quel giorno abbiamo visitato anche il Duomo di Mon-za dove è esposta la corona ferrea, usata per incoronare tutti i re d’Italia. All’interno della corona si trova un chiodo che la tradizione dice essere un chiodo della croce di Gesù.Nella mattinata del giorno seguente siamo andati a vi-sitare la chiesa di Sant’Ambrogio, dove il corpo del santo è ancora conservato all’interno della cripta. Da lì siamo andati al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, intitolato a Leonardo da Vinci. La visita è cominciata con i modellini di Leonardo esposti nella prima e nella seconda sala. Poi siamo passati ad inven-zioni più moderne, come il telegrafo ed il telefono, e alle macchine da guerra. Nel pomeriggio siamo andati alla Scala, il famosissimo teatro del Piermarini, dove si esibiscono grandi cantanti e direttori d’orchestra...Più tardi eravamo davanti al Duomo di Milano ed abbiamo ammirato la facciata con le sue guglie e la Vergine do-rata; al suo interno la guida ci ha detto che, secondo la tradizione, dietro la croce nell’abside si trova un chio-do della croce di Cristo.Nella mattinata del terzo giorno siamo andati a vedere il Cenacolo di Leonardo. Bellissimo!

eccoci insieme nel piazzale antistante il Duomo di Monza

30, 31 marzo, 1 aprile 2011

tre giorni indimenticabili per la IIIC e la IIIEA Pavia abbiamo visitato la Certosa. Voluta da Gian-Galeazzo Visconti, la Certosa doveva essere un mausoleo tanto che vi si trovano le tombe di Gian Galeazzo, della moglie e di Ludovico il Moro. Il monastero collegato alla chiesa è stato prima abita-to dai Certosini, poi, a partire dal 1784, è diventata proprietà dei Cistercensi. Di questi monaci ne sono rimasti solo sette.

Questo viaggio è stato veramente bello ed interes-sante. È stato fantastico visitare tanti luoghi famosi ma è stato stupendo anche trascorrere tre giorni con gli amici e fare nuove conoscenze.

Francesco Saverio Morlupo

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Il Municipio di Trieste a piazza Unità d’Italia, dis. di Jasmin Ortolani

Basilica di Aquileia, particolare del mosaico pavimentale

La gita tanto attesa è ormai finita ma le emozioni che abbiamo vissuto rimangono nel cuore e difficilmente se ne andranno.La nostra classe ha ritrovato, in tre giorni, un’unità che non si era mai prima cercata. Tutti insieme abbiamo vis-suto un’avventura e con essa siamo cresciuti, sia sotto l’aspetto culturale, sia, soprattutto, per quello umano. Abbiamo conosciuto particolarità dei nostri compagni che non avremmo mai immaginato, sia nel bene, sia, purtroppo, nel male. E forse è meglio rafforzare e defi-nire le amicizie fuori dell’edificio scolastico, visto che, spesso, dietro il banco si può nascondere la vera identità. Anche le insegnanti, controllori in classe, sono diventa-te le nostre compagne d’avventura. La gita scolastica è molte cose, è un’occasione per apprendere, per conosce-re nuovi luoghi, nuove storie, c’è la possibilità di sco-prire usanze regionali di gente che, pur essendo nostra connazionale, eppure è diversa da noi. Non ho potuto fare a meno di notare che la cosa più bella dell’andare in gita è stare insieme ai compagni e conoscere più a fondo gli stessi ragazzi con cui ogni giorno ci si vede a scuola. Perché quando si è con gli amici, tutto diventa più bello!

Ferrini Romina

nella camera delle celle, tutte quelle croci pendenti mi hanno spaventata, il cuore mi batteva in gola, non so per quale motivo e intanto ascoltavo la guida, prendendo ap-punti...Nell’ex risiera, in via Giovanni Palatucci, il cam-po fu inaugurato dopo l’8 settembre 1943 e rimase in uso fino all’aprile del 1945...la prima esecuzione avvenne il 4 aprile 1944...il forno crematorio si trovava in un edificio ora abbattuto. Esso veniva acceso di notte e probabilmen-te i cittadini di Trieste avevano capito la sua funzione, vi-sto che l’odore di bruciato era diverso dai soliti odori che provenivano dai forni della città...Per coprire le urla pro-venienti dal campo i tedeschi facevano partire delle musi-che militari. A volte i prigionieri venivano uccisi anche sui treni che li trasportavano, con monossido di carbonio...a volte per uccidere si usavano mazze ferrate ...a volte le vittime venivano cremate ancora vive.Ci siamo quindi recati a Trieste, città molto bella, tranquil-la ed elegante, con palazzi maestosi in stile neoclassico e la caratteristica Piazza Unità d’Italia, che si affaccia diret-tamente sul mare.

Quel giorno abbiamo visitato anche la cattedrale di San Giusto, situata sulla sommità del colle omonimo che do-mina la città; ha un enorme rosone di pietra carsica sulla facciata e all’interno bellissimi mosaici in vetro colorato.Interessante è stata anche la visita alla Foiba, altro luogo che ci ha fatto riflettere sulla brutalità della guerra. La Foiba di Basovizza, all’aperto, un luogo tranquillo con verde intorno, terra ricoperta da sassi e roccia, e pensare che qui un tempo c’erano cadaveri, numerosi, mi immagi-no nuvole nere e cupe.Questa seconda giornata si è conclusa con la cena in al-bergo e, nonostante la stanchezza, divertimento fino a tar-da notte. Arrivato il terzo giorno, purtroppo l’ultimo della gita, siamo partiti alla volta di Aquileia dove Pietro, la no-stra guida, ci ha spiegato le caratteristiche del Foro roma-no, del II secolo d.C., e di altri reperti antichi. Abbiamo an-che raggiunto il luogo dell’antico porto che sorgeva sulla sponda del fiume Natissa e, quindi, la Basilica medievale, sorta su un preesistente edificio romano del IV secolo. La Basilica di Aquileia è famosa soprattutto per il mosaico

pavimentale policromo molto esteso, di cui la guida ci ha spiegato caratteristiche e immagini. Fatta una breve pausa, ci siamo cimentati nella scalata del-la Torre campanaria da dove, con enorme emozione, ab-biamo osservato il paesaggio dall’alto: le splendide mon-tagne, il mare azzurro e le ampie pianure.Dopo un buonissimo pranzo in una trattoria, parlando tra di noi, abbiamo ripercorso le tappe più importanti dei tre giorni trascorsi insieme. Avremmo voluto trattenerci an-cora, ma ci attendeva il pullman per riportarci a casa. Ci siamo comunque consolati seguendo durante il viaggio di ritorno, sintonizzati su Radio 1, la partita di calcio Milan – Inter che in molti attendevamo e siamo arrivati a destina-zione contenti per tutte le emozioni provate.Tre giorni insieme, 24 ore su 24, mi ha reso felice come non mai. I ricordi magnifici lasciati in quella città sono davvero tanti e tutti molto emozionanti...adesso, ripensan-do a quei giorni, a quei momenti in cui non si riusciva a smettere di ridere, mi viene un profondo senso di nostalgia.

Secchione CommossoIl Secchione pag.26 Il Secchione pag.27

Secchione Commosso

Non dimenticherò questi tre anni, perché tutte le piccole cose, le ore di studio trascorse sui libri, tut-to l’impegno, tutta la voglia di provarci, di andare avanti, tutti i momenti passati insieme, le spiegazio-ni, le discussioni, le gite, le esperienze nuove, mi sono servite, mi hanno fatto crescere, mi hanno fat-to arrivare a pensieri che mai avrei pensato di ela-borare. Sono riuscito a capire il passato, i problemi, le tensioni; ho capito cose complicate, cose a cui difficilmente avrei potuto dare spiegazioni. Ho letto il passato e sto leggendo il presente ed ora, grazie a questo percorso, comincio a scrivere il mio futuro. Non dimenticherò chi mi ha accompagnato in tutti questi anni, nelle mie esperienze, chi mi ha soste-nuto nei momenti di difficoltà, gli amici fedeli che mi hanno aiutato e che ho aiutato, con cui mi sono divertito, ho sognato, gli amici con cui ho cammi-nato insieme e mi sono emozionato insieme. E le gite? Non ne scorderò nessuna...quella a Fiastra da dove tornai a casa con i vestiti da broncopolmonite, quella ad Arezzo e a La Verna, dove c’era un’aria da film thriller, nebbia a banchi (aveva piovuto molto quel giorno), piante ovunque, vento dal monte ed una solitudine tremenda. Indimenticabile tra tutte la gita a Trieste e non solo per i luoghi incredibili, fantastici, imponenti, bellissimi, inquietanti luoghi della memoria; sorprendente è stata per me la città e la sua storia, ma la cosa più bella è stata passare tre giorni lontano da casa, senza altri pensieri, senza preoccupazioni se non quelle dei genitori, solo le chiacchiere in camera, le cuscinate e tante risate...è stata bellissima la passeggiata sulla spiaggia... Non dimenticherò i miei compagni che sono stati vicino a me per tutto questo tempo, i loro volti, l’espressio-ne di ciascuno, la loro voce, le risate. Luigi Cristiano

Ricordo tutto quello che ho fatto con i miei amici

in tutti e tre gli anni come un tesoro che non deve es-sere profanato da niente e da nessuno...A volte quan-do entro in camera mia e rivedo la fotografia che ci hanno fatto il primo giorno di scuola, la guardo e non faccio a meno di pensare: Cavolo! Quanto sia-mo cambiati! Ma siamo veramente noi? Eh sì, siamo cambiati un sacco, anche nel carattere. Alcuni di noi sono cambiati del tutto, chi in bene e chi, mi dispiace un po’ ammetterlo, in male, altri invece sono matu-rati, ma hanno mantenuto il loro carattere. Voglio un mondo di bene a tutti quanti....Anche io sono cre-sciuta, insieme a loro, tra i banchi di scuola. Forse anch’io sono un po’ peggiorata!? Ero molto tranquil-la e timida, ora invece tutta la timidezza è sparita, perché con i miei amici mi sento a mio agio...non smetto un attimo di parlare, di ridere...ma a volte è bello essere un po’ “ribelli”, è un cambiamento...di-vertente. Aurora Sisti

E pensare che il primo giorno di scuola ci sentiva-mo estranei e non sapevamo di cosa parlare e ora in-vece parliamo anche troppo. Meravigliosi sono stati tutti i giorni che ho passato insieme a loro...non mi dimenticherò dei miei amici, in particolare di Nicola Mazzoni con cui ho condiviso una grande amicizia fin dalle elementari, di Nicola Badiali che conosco solo da tre anni, ma mi è sempre sembrato di cono-scere da più tempo. Altri grandi amici sono Michele che conosco e lo porto con me dalle elementari, Lu-igi che ho conosciuto insieme a Lorenzo giocando a pallone...e ancora Matteo, Elia e Francesco che mi sono da sempre vicini. Spero che quando questa no-stra avventura insieme sarà finita restiamo ancora gli amici di sempre. Filippo Betori

Ricordo il percorso avventura in Valnerina, tante corde sospese sul fiume...era caldo e ci sfidammo ad una guerra di gavettoni e poi l’immersione nel fiume dall’acqua gelata...A Fiastra, un momento di totale indipendenza, in un parco incantevole, nei pressi dell’Abbazia...E che dire della recente gita a Trie-ste? Bellissima! Di notte ci si divertiva insieme ed era tragica la mattina, dormivamo in piedi. In questi tre anni ho conosciuto bene i miei compagni e ora so che ognuno di loro è speciale...Specialissime per me Asma (che attrice!), Ilona e Dalila ma non dimen-ticherò mai nessuno degli altri, anche i professori, davvero unici, e le ore passate sui banchi mentre ap-

prendevo ogni giorno di più. Amelia Pontini

Di questi tre anni mi mancheranno prima di tutto gli amici, le chiacchierate nel chiostro prima dell’inizio delle lezioni, le pizze del merendaio e devo ammet-tre che sentirò la mancanza delle professoresse (e dei professori). Abbiamo passato insieme tre magnifici anni: tra progetti, festeggiamenti, ricreazioni e gite ed anche lezioni, certo! Ogni singolo momento è stato bellissimo!...Il prossimo anno andrò al Liceo lingui-stico con alcuni miei compagni di classe ma mi man-cheranno tantissimo gli altri. Grazie a questi tre anni ho capito quale fosse la scuola più adatta a me ed ho fatto una scelta che forse avrei scartato se non avessi frequentato questa scuola...Mi mancheranno i discor-si della professoressa Angeletti prima delle lezioni, che ci facevano aprire gli occhi e capire il mondo; mi mancherà la pazienza della professoressa Ricci, che non si è arresa mai con noi; mi mancheranno tutte le ansie e il panico prima delle interrogazioni. Momenti simili forse non mancheranno il prossimo anno ma all’inizio sarà diverso e tutto più difficile. M.Chiara Botti

L’Esame ! Quello che per tre anni ci ha spaventato a morte, anche se ci ha sempre rassicurato il fatto che mancasse ancora del tempo, adesso è così vici-no! La paura, per fortuna, sta arretrando, io però non mi sento pronta, o meglio mi rattrista l’idea di farlo, perché vorrebbe dire mettere un punto a questi tre anni fantastici che non si ripeteranno più...In questi anni sento di essere cresciuta sia nel modo di pensa-re sia nel modo di agire che non è più quello di una bambina ma quello di una ragazza adolescente che sente di essere maturata con l’aiuto della sua fami-glia soprattutto, ma anche dei suoi professori a cui si è veramente affezionata. Silvia Parrinello

Quel giorno al rafting è stato memorabile. Abbiamo navigato per le rapide del fiume Nera. Sul gommone con me c’erano: Francesco, Alessandro, Ilona, Ame-lia, Asma, oltre l’istruttore. Sul finire del percorso Alessandro è caduto in acqua, e si è bagnato dalla te-sta ai pedi e l’acqua, ricordo, era gelida...Ricorderò per sempre i volti di tutti i miei compagni con cui ho passato momenti fantastici...Però questa esperienza alle medie non sarebbe mai stata così bella senza l’aiuto delle professoresse....Ho imparato molte cose nuove e ho fatto molte esperienze bellissime, a scuo-

la e fuori scuola.

È stato più facile conoscere i nuovi amici, non mi sono mai sentita inferiore come nella classe che avevo frequentato nell’anno precedente. All’inizio dell’anno ho legato subito con Evelina e Asma, con Evelina ho attaccato a parlare per la prima volta del piercing e da lì è cominciata la nostra grande amici-zia, invece con Asma ho cominciato a parlare di...Quest’anno per me è sfortunato, perché non ho stu-diato molto e non mi sono impegnata e già so che verrò bocciata. Sarà migliore il futuro. Maria Piscitiello

Ci sono talmente tante esperienze da raccontare che scriverei un libro per farlo....Avevo paura di en-trare alle medie, non conosci i professori e la mag-gior parte dei compagni ma piano piano si comincia a costruire “la casa”. I primi gradini sono stati un po’ difficili, ma mi sono impegnata, ci ho messo il cuore e la fantasia. Come potrei dimenticare la gita a Fiastra e la piramide umana di amicizia che quel giorno abbiamo costruito io e le mie amiche di IB? e la passeggiata nel bosco? Meraviglioso! Ci si può innamorare di quella natura! In seconda la lettura di “Storia d’Ismael” e l’incontro con l’autore France-sco D’Adamo: ciò che ha raccontato in quel libro, oggi sta succedendo per davvero con gli immigrati della Tunisia, Libia, Egitto...Indiminticabili emo-zioni in terza media. L’amore è stato un “boom”, un’esplosione dentro il mio cuore! In questi tre anni sono cambiata molto, ho imparato tantissimo...sono diventata consapevole del mondo che mi circonda. I volti dei miei compagni sono cambiati anche loro, ci sono tanti “alti” ora in classe, io che ero la più alta in prima adesso sono diventata “piccolina”. Vedo tutto con occhi diversi. Ilona Tabunidze

Mi sento molto diversa, il mio atteggiamento con gli altri è cambiato tantissimo, non sono più timi-da come una volta...non vorrei però risultare peg-giorata agli occhi di qualcuno. Si sono accorte di questo cambiamento anche le mie amiche, da alcuni comportamenti che prima non avrei mai pensato di adottare. Comunque non scorderò mai i miei vec-chi amici fantastici.e mi fa fatica pensare che l’an-no prossimo con alcuni di loro non mi vedrò più...Le emozioni più belle sono state tra i banchi di scuola, è a scuola che si sono create splendide amicizie, è qui

ripensando ai tre anni di scuola mediaripensando ai tre anni di scuola media

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La gita dei 3 giorni delle classi terze ha avuto due itinerari: Milano e TriesteLe classi prime e seconde sono andate a: Zaga-rolo, Tivoli (Villa Adriana, Villa d’Este), Lucca, Massa, Torre del Lago.Nel mese di marzo tutte le classi della scuola sono andate a visitare le mostre su “Il Piane-ta che cambia”, interessantissime entrambe, quella sull’Acqua ad Assisi e quella sul Clima a Perugia. Nella mattinata ad Assisi abbiamo visitato anche alcuni resti della città romana e la Basilica di San Francesco dove abbiamo am-mirato gli affreschi di Giotto.

in viaggioLe mete dei nostri viaggi d’istruzione realizzati in

questo fantastico anno

Il Secchione pag.28 Il Secchione pag.29

che ho incontrato persone che ora fanno parte della mia vita e che per ora e per sempre sono e saranno fondamentali. Arianna Pace

La prima immagine che mi viene in mente pen-sando alla Scuola Media è il primo giorno di scuola. Me lo ricordo come se fosse ieri, ero molto emozio-nato perché sapevo che stavo per intraprendere anni di studio fondamentali...Un’altra immagine che mi porterò dietro è quella del gruppo di amici, per me davvero speciali, non potrei dire chi sia il migliore, perché ognuno ha contribuito a rendere splendida l’avventura in cui sono cresciuto molto, soprattutto interiormente...L’aspetto del mio carattere che si è più maturato è la serietà con cui oggi mi accorgo di affrontare tanti momenti della mia giornata... Questa splendida avventura non la dimenticherò facilmente, dentro ci ho lasciato emozioni troppo forti. Elia Sartarelli

In questo ultimo anno sento di essere cresciuto un po’ in tutto, mi sento più sicuro, ho una maggiore consapevolezza di me stesso e so che se sbaglio ho la capacità di rimediare. Devo però migliorare un aspetto del mio carattere, a volte rispondo male a chi mi riprende anche con ragione, farei molto meglio a riconoscere il mio sbaglio e a chiedere scusa...Tre anni di scuola media, momenti stupendi con i miei insegnanti, bravi e pazienti con me e con i miei cari compagni. Nicola Badiali

Il percorso avventura a Norcia, prima media: dove-vi arrampicarti attraverso ponti sospesi e scendere con la corda e poi...il fiume e il gioco a gavettoni.Quanti episodi da ricordare! Rispetto a come ero in quinta elementare oggi mi sento molto diverso, sono cambiato...il prossimo anno non resterò con i miei compagni, forse ci rivedremo se capiterà, ma non sarà più la stessa cosa. Alessandro Bravi

Quando mi hanno bocciato in seconda media la mia vita è cambiata, in meglio per me! Specialmente sono cambiata di carattere. Ora mi diverto molto di più, prima ero timida e sempre triste! Un’unica cosa non è cambiata, la voglia di studiare...Momenti belli ce ne stanno tanti, praticamente tutte le giornate sono bellissime con loro, i miei Amici. Elenia Pipitone

Era il Settembre del 2008 ed io non stavo più nella pelle, ero agitatissimo, una scuola diversa, una com-

Questi tre anni passati alle medie sono stati molto belli, anche grazie al clima sereno e positivo che si è venuto a creare, fin dalla Prima.Penso che tutti abbiano contribuito, ognuno nel pro-prio modo, a creare la mitica IIIE di oggi.Io personalmente mi sono impegnata nello studio e, quando ho potuto, ho cercato di aiutare chi ne aveva bisogno.Chi più e chi meno, abbiamo tutti rispettato le regole.In questi anni si sono anche create alcune amicizie piuttosto solide, altre invece sono giunte al capolinea.Personalmente, sono riuscita a conservare amicizie che durano ormai da otto anni, anche se come sempre non mancano dei piccoli litigi; se ne sono create di nuove, anche queste divenute importanti per me.Non nascondo che considero alcune persone anti-patiche, forse perché non sono riuscita a conoscerle meglio o perché, per altri motivi, non ho voluto ap-profondire i rapporti con loro.Con alcuni compagni andrò alle scuole superiori, al-tri invece, proprio quelli che conosco da più tempo, frequenteranno scuole diverse, ma spero di rimanere amica di tutti, perché il legame che si è venuto a cre-are è veramente forte.Quindi, come definire la IIIE con un aggettivo ? Sem-plicemente UNICA !

Secchione CommossoSecchione Commosso

pagnia diversa, professori diversi...Stavo per entrare in un’avventura della quale non conoscevo nulla. Il primo giorno di scuola era ormai alle porte e la mia agitazione cresceva sempre di più. Un elemento che in qualche modo poteva tranquillizzarmi era la conoscenza di al-cuni compagni della mia, ormai ex, scuola di Borroni. Quella notte non riuscii a dormire e la passai insonne...Già dal primo giorno ho sentito che la mia nuova scuo-la sarebbe stato un luogo sensazionale, le mie splen-dide professoresse mi hanno fatto sentire subito a mio agio...Nell’anno dell’Addio, alla compagnia con cui ho passato tre anni fantastici voglio dire che lascio tutti i miei ricordi belli qua, in questo luogo! Un momento di grande unione e gioia è stata la gita di terza media con destinazione la terra del Friuli. Tre giorni non sono tanti ma il tempo passato con i miei amici è stato così intenso da apparire unico. Ci siamo divertiti tantissimo, esperienza sensazionale, sbalorditiva! Le professoresse ci hanno lasciato molta libertà, si sono comportate be-nissimo. Non posso neanche pensare che l’anno pros-simo non potrò più vedere nessuno, la mia vita cam-bierà, si ricomincerà tutto da capo, non sarà per niente facile. Io mi sono iscritto al Liceo classico ad indirizzo linguistico, sono fiero di questa scelta, indirizzo diffi-cile ma grazie alla preparazione che mi hanno dato i miei professori sono convinto di riuscire ad affrontarlo senza troppe difficoltà. Un grazie di cuore a voi tutti, cari insegnanti, mi avete aiutato a “costruire” una parte del mio futuro. Mi sono affezionato a tutto e tutto mi mancherà...Tre anni che mi hanno davvero maturato, mi sento più responsabile. I miei amici hanno contri-buito molto a rendere questa avventura splendida...In prima media, ricordo, nei primi giorni, si erano formati dei gruppetti, quelli della scuola elementare, avevamo quasi paura di novità. Ma è durata poco. Ora ci sentia-mo tutti amici di tutti ed è veramente bello! Matteo Garofoli

Tante volte mi è capitato di dire di non voler andare a scuola, di non poterne più dei compiti, dei professori e dei libri.Ma in realtà alla scuola devo dei grandi grazie; grazie perché senza di essa non avrei conosciuto gli amici splendidi che ho oggi, grazie perché venendo a scuola ho imparato a conoscermi meglio e ho scoperto lati del mio carattere che non sapevo mi appartenessero, grazie perché sono riuscita a eliminare i pregiudizi verso qualcuno e a rendermi conto della vera perso-nalità di ognuno di noi.Un ultimo grazie va agli amici; grazie perché mi avete fatto ridere, emozionare, piangere quando qualcuno se n’è andato, ma poi gioire quando sono arrivati ra-gazzi nuovi.Forse sarà scontato dirlo, ma questi tre sono stati anni bellissimi e alcuni episodi li ricorderò per sempre. VI VOGLIO BENE RAGAZZI ! Eleonora Calzola

ripensando ai tre anni di scuola media ripensando ai tre anni di scuola media

Il Secchione pag.30 Il Secchione pag.31Secchione Reporter

Vacanza a Santo DomingoSecchione Reporter

Durante le vacanze pasquali, insieme al mio amico Matteo e alle nostre famiglie, ho fatto un viaggio in un paese del centro America, la Repubblica Domenicana, nel mar dei Caraibi. Accanto alla evidente povertà della gente che vive in piccoli villaggi di casette-baracche, fa contrasto una natura lussureggiante, per me sbalorditiva per la sua potenza, la fitta foresta tropicale, il mare cristallino, le spiagge bian-che. Negli spazi riservati ai turisti e completa-mente immersi in queste bellezze, mi sono la-sciato avvolgere dai confort del villaggio dove ho soggiornato in pieno relax.

Di tante immagini da catturare della vacanza ricordo quando siamo andati con la barca, in-sieme ad un gruppo di circa cinquanta turisti, ad esplorare il mare e le spiagge incontaminate delle isole vicine al mio villaggio. In un mare così vivo e pulito ho fatto snorkeling in uno stretto fra due isole piene di palme: nell’escur-sione subacquea, con maschera e boccaio, ho visto meravigliosi pesci di dimensioni e colori molto diversi. La cosa che mi è piaciuta di più è stata vedere una grande ostrica ferma tra i coralli, non ne avevo mai vista una prima di allora e questo mi ha entusiasmato molto. Ad un certo punto del nostro viaggio, la barca è approdata su una lingua di sabbia in mezzo al mare. Con un balzo mi sono trovato in un pa-radiso terrestre: l'acqua era bassa, una venti-na di centimetri circa, e si poteva camminare benissimo su questa lingua di sabbia, piena di

Vacanza a Santo Domingo

Sabato 16 Maggio 2011. La mattina della par-tenza ero molto agitato all’idea di intraprendere l’avventura che mi aspettava: un viaggio assie-me al mio più caro amico, Elia! Destinazione!? La Repubblica Dominicana, uno stato dell’Ame-rica Centrale, dove tanti problemi di vita non sono stati ancora risolti, dove c’è ancora tanta miseria, dove il mare e la natura intorno sono bellissimi. Prima di arrivare nel nostro villaggio a Bayahibe, abbiamo fatto un giro turistico con il pullman e quello che ho visto si può definire “Sbalorditivo, Incredibile”. È impossibile di-menticarsi scene come quelle: bambini che gio-cano seminudi ai lati delle strade con il costante rischio di essere investiti, case-tugurio con tetti di lamiera, abitate in terribili condizioni, punti di ristoro lungo la strada di dimensioni molto ridotte e in condizioni igieniche pietose. Io e mio fratello un giorno stavamo passeggiando per il villaggio e due persone del posto ci hanno fermato e ci hanno chiesto due panini, mi ha toccato molto questo episodio. Eppure c’è stata una cosa “bella” che mi è rimasta nel cuore: i bambini qui non hanno niente eppure ridono in ogni istante della giornata; ho pensato a noi, ab-biamo tutto, a volte troppo, e spesso ci capita di essere scontenti; la popolazione dominicana è spesso sorridente, allegra e festosa e questo aiu-

ta. Ho passato sette giorni da favola, grazie al mare e ai miei amici ma molto lo devo alle per-sone del posto, accoglienti e coinvolgenti! Le temperature sono sempre molto alte ma l’aria che ti avvolge cambia frequentemente: ci sono magari quei dieci minuti che non si può respi-rare e subito dopo ritorna un fresco più leggero. Il mare è sempre splendido, un posto da favola, la sabbia quasi bianca rende la cartolina ancora più bella. Quando sei lì ti scordi di cosa siano le scarpe e i vestiti.Ti senti libero. Vicina a te la splendida barriera corallina, ricca di vita ma-rina, aragoste, razze e pesci colorati. Ricordo l’escursione del terzo giorno, indimenticabile: l’itinerario con il battello comprendeva l’isola di Saona e l’isola Catalina, entrambe scoperte da Cristoforo Colombo, e mete ambite dei pi-rati. Un’esperienza davvero emozionante. Quel giorno abbiamo raggiunto Punta Can, lo scoglio che delimita l’Oceano Atlantico dal Mar dei Ca-raibi. Dopo tutte queste meraviglie della natura è arrivato alla fine anche il giorno più brutto della settimana, l’ultimo! È stata una delle va-canze più belle della mia vita, davvero mera-vigliosa, e come tutto ciò che è bello è finito troppo presto. Un grazie di cuore ai miei cari genitori per avermi fatto passare giorni bellis-simi. Matteo Garofoli

stelle marine e conchiglie di grandi dimensioni e vive, tanto che si muovevano. Mi sono sdraiato sull'acqua calda con gli occhi aperti, per vedere, immerso, il meraviglioso panorama.Nell’isola Saona ci siamo fermati per il pranzo, ottimo, a base di aragoste, specialità del luogo. Unico problema: non c’era tranquillità, perché continuavano a sbarcare troppi turisti. Nell'isola ci siamo fermati per prendere il sole e per ripo-sare. Dopo un'ora siamo ripartiti per andare in piscina, anzi nelle Piscine in mezzo al mare: in quelle distese di acqua bassa e limpida mi sono fatto un ricco e rilassante bagno insieme al mio amico Matteo. Bilancio conclusivo?Questo viaggio mi è piaciuto molto e auguro un'esperienza simile a tutti. Spero di farne altri altrettanto intensi ma sarà molto difficile supera-re questo, è stato troppo bello!j Elia Sartarelli

Il Secchione pag.32 Il Secchione pag.33Secchione ReporterSecchione Reporter

na e immersa nel verde, al centro della quale svetta-no solo le statue di Karl Marx (seduto) e Friedrich Engels (in piedi). La Torre della Televisione, Fernse-hturn, chiamata dai berlinesi “Telespargel” (Stuzzi-cadenti) è tutt’oggi, con i suoi 365 m, l’edificio più alto di Berlino e una delle strutture più alte d’Europa: è dotata di un caffè rotante che permette di vedere tutta Berlino nel raggio di 40 km e di una piattaforma panoramica che si trova a 203 m di altezza, situate entrambe all’interno della cupola di vetro.

viaggio a BERLINO

Il Bundestag, Reichstag tra il 1871 e il 1945, è tor-nato ad essere il parlamento della Germania unita dal 1990, ed è oggi il parlamento più visitato del mondo. Oltre il terzo piano del palazzo si estende l’ampia ter-razza e al centro la splendida cupola costruita tra il 1995 e il 1999; attraverso una ripida rampa puoi salire ad un belvedere della città davvero incantevole e in-

viaggio a BERLINOBerlino è una città unica per la sua storia e per il suo fascino moderno. Visitare Berlino mi ha molto emozionato. Di quel viaggio conservo alcune immagini nitide come cartoline.

La Brandenburger Tor, Porta di Brandeburgo, è il simbolo di Berlino; l’opera neoclassica fu completata nel 1795 su progetto di Carl Gotthard Langhans che si ispirò all’ingresso dell’Acropoli di Atene. Un paio di padiglioni fanno da cornice al possente colonnato do-rico. I bassorilievi raffigurano scene della mitologia greca. L’intera struttura è sormontata dalla Quadriga, di Johann Gottfried, portata a Parigi da Napoleone e restituita alla Germania nel 1814, le venne allora ag-giunta l’asta recante l’aquila prussiana. La porta di Brandeburgo è stata testimone di molti eventi impor-tanti: situata nella Berlino Est, dal 1945 vi fu issata la bandiera sovietica, e fino al 1989 segnò il confine tra la Berlino Est e la Berlino Ovest. La Unter Den Linden è una delle strade più famo-se di Berlino. Inizia a Schlossplatz e si snoda fino a Pariser Platz e alla porta di Brandeburgo. Una vol-ta segnava il tragitto per i terreni reali di caccia. Nel XVII secolo vennero piantati lunghi filari di tigli che diedero il nome alla strada e la resero famosa. Passeg-giando per l’Unter Den Linden ho incrociato la famo-sissima Bebelsplatz, cuore del Forum Friedricianum; qui il 10 Maggio 1933 venne acceso il famoso rogo, in cui vennero bruciati circa 25000 libri scritti da au-tori giudicati pericolosi dal Terzo Reich. Marx-Engels Forum è una immensa piazza disador-

tanto ammirare all’interno l’aula plenaria. Il 28 febraio 1933 la sala principale prese fuoco, l’ac-cusa cadde sui comunisti e questo accelerò la caccia che ne fecero i nazisti poi saliti al potere. La foto in cui la bandiera sovietica sventola sull’edificio rimane invece il simbolo degli eventi successivi. Nel 1995 l’artista Christo e sua moglie impacchettarono l’edifi-cio per due settimane. Bellissima la Potsdamer Platz, per la moltitudine di grattacieli ed edifici modernissimi, progettati da grandi architetti del calibro di Renzo Piano, Helmut Jahn e Arata Isozaky. Nella piazza vi sono in esposi-zione alcuni pezzi del muro presi al museo”Haus Am Checkpoint Charlie”. Tra il 1961 e il 1990 Checkpoint Charlie fu l’unico passaggio tra Berlino Est e Berlino Ovest e per questo testimonianza delle molte atrocità commesse durante la guerra fredda: nella torre di con-trollo è stato istituito il museo “Haus Am Checkpoint Charlie” con pezzi del famoso muro e una selezione di altri reperti significativi. Durante il Terzo Reich Prinz-Albert Strasse era uno degli edifici più temuti di Berlino. Era infatti sede della GESTAPO e più tardi delle SS. Ora ospita la mostra “Topografie del Terrore”, che denuncia i cri-mini compiuti dalla Germania Nazista. Vi è anche un pezzo di muro.La Kaiser-Wilhelm-Gedächtnis Kirche è uno dei simboli più noti di Berlino. La chiesa, di impianto

a cura di Luigi Cristiano

Den lille Havfrue, la cartolina di Copenaghen La statua della Sirenetta è situata su una roccia nel porto della capitale. Basata su un racconto di Hans Christian Andersen, la piccola statua, icona di Cope-naghen, fu commissionata nel 1909 da Carl Jacobs en, figlio del fondatore della Carlsberg, che era stato affascinato da un balletto sulla fiaba nel Copenaghen Royal Theatre e ha chiesto alla prima ballerina, Ellen Price, di essere il modello per la Statua. Lo scultore Edvard Eriksen ha creato la statua, che è stata inaugu-rata il 23 agosto 1913.Copenaghen, capitale della Danimarca, è situata nell’isola dello Jutland; un ponte di 15 km la collega alla città svedese di Malmoe. Del mio viaggio a Cope-naghen conservo queste cartoline uniche:

COPENAGHENa cura di Luigi Cristiano

neoromanico fu progettata da Franz Schwechten. Fu consacrata nel 1895 e distrutta dalle bombe nel 1943. Dopo la guerra le macerie furono rimosse, tranne la torre centrale, con la punta lasciata distrutta a ricordo dell’or-rore della guerra. Nel 1961 furono progettati il campanile ottagonale e la torre dell’orologio, che per la loro forma i berlinesi chiamano “la cipria e il rossetto di Berlino”.

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Il Secchione pag.34 Il Secchione pag.35Secchione Reporter Viaggiatore

F orti ! ! F ortissimi ! ! !specialità Orienteering

Secchione sportivo

Sabato 26 marzo 2011, presso la Scuola Media di Foli-gno, si è svolta la gara di orienteering tra gli alunni delle classi terze, nelle vie del centro storico adiacenti all’Istitu-to. Si è trattato di una prova a cronometro, dove il concor-rente, con una cartina in mano, doveva arrivare nel minor tempo possibile al traguardo, passando in successione dei punti di controllo segnati con delle “lanterne”. Il percorso da seguire era segnalato sulla carta: un triangolino rosso indicava la partenza, i cerchietti rossi numerati segnala-vano i punti di controllo, due centri concentrici l’arrivo. Ogni atleta doveva forare il proprio cartellino con una punzonatrice posizionata nei pressi di ogni punto tappa. Hanno aperto la gara gli alunni della classe IIIA, poi a seguire tutte le altre classi terze, la partecipazione è stata totale e tutti hanno dimostrato impegno ed entusiasmo. I primi 6 classificati qualificatisi per le gare regionali sono stati: nella categoria maschile Betori Filippo, Pirelli Fran-cesco, Srbinoski Miso, Profeta Michele, Mercuri Davide,. Kropczyk Kamil; nella categoria femminile: Bartoletti Beatrice, Ambrogi Beatrice, Pavlyshyn Viktoriya, Lini Benedetta, Terzarede Francesca, Botti Maria Chiara.

Mercoledì 4 Maggio 2011 la nostra scuola ha parteci-pato alla corsa regionale per l’Orienteering presso l’isola Polvese. Fantastico, Incredibile!!| Si è qualificata al pri-mo posto la nostra squadra femminile, formata da Bar-toletti Beatrice, Ambrogi Beatrice, Pavlyshyn Viktoriya, la squadra maschile, costituita da Betori Filippo, Pirelli Francesco, Srbinoski Miso, ha comunque ottenuto un am-bitissimo secondo posto.

Il 12 gennaio 2011 si è svolta, presso il campo sportivo di Trevi, la prima partita di calcio a undici tra i ragazzi dell’Istituto Comprensivo “T. Valentini” di Trevi e i nostri ragazzi del Comprensivo “G. Piermarini” di Foligno. La sfida è terminata con il risultato di due a uno a favore dei calciatori di Foligno. Da sottolineare il grande impegno e la forte determinazione che hanno unito gli atleti per raggiungere l’obiettivo della vittoria. Il 18 gennaio, al campo di San Giovanni Profiamma, di nuovo un’altra prova ha messo a confronto i nostri ragazzi con gli alunni dell’Istituto Com-prensivo di Belfiore. La nostra squadra era costituita dai seguenti ragazzi-calciatori: Husdup Andrei, Malucelli Lo-renzo, Betori Filippo, Conti Tommaso, Salija Mariglen, Hakiki Zudi, Turrioni Alex, Langa Alessio, Bovini Leonardo, Ajdini Emiliano, Sbrinoski Miso, Nkwanyuo Tabi, Tantami Youssef, De Santis Manuel, Stoppini Lorenzo, Massac-cesi Sebastiano. Con correttezza e capacità i calciatori della Piermarini hanno superato anche questo ostacolo, con il risultato di cinque a due, vincendo la fase distrettuale e qualificandosi per la fase interdistrettuale. BRAVI RAGAZZI!

COPENAGHENsi affacciano su un’ampia piazza di forma ottagonale, al cui interno campeggia il monumento equestre di Federico V. Il Palazzo di Amalienborg è sede della residenza reale danese sin dal 1794, anno in cui il Ca-stello di Christianborg fu distrutto da un devastante incendio. Rosenborg Slot è stato originariamente costruito come residenza estiva nel 1606 ed è un esempio dei molti progetti architettonici della città di Cristiano IV. In stile rinascimentale olandese, il castello è sta-to utilizzato dai reggenti danesi come residenza reale fino a circa 1710. Oggi il castello, di proprietà statale, ospita un museo che espone le collezioni reali, i gio-ielli della corona e vari oggetti d’arte che un tempo appartenevano alla nobiltà. Il Giardino del Re, il più antico del paese, organizzato in stile rinascimentale da Cristiano IV, è oggi il giardino pubblico nel cuore di Copenhagen,

Maldive, un sogno

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Le ragazze della squadra femminile parteciperanno alle finali nazionali in programma a Matera dal 6 al 10 giugno. In bocca al lupo ragazze!!

specialità Calcio a 11Era per me una delle prime volte che salivo su un aereo; all’aereoporto di Fiumicino ero molto intimo-rito, ma l’eccitazione all’idea di andare una settimana alle Maldive era alle stelle, ero sicuro di trovare la tranquillità necessaria per stare una settimana con la mia famiglia ed i nostri amici in un posto che tutti mi descrivevano unico. Non mi sono sbagliato. Quan-do sono arrivato ho pensato subito: “Mi trovo in un paradiso!”: finissima sabbia bianca, aironi in riva al mare, intere giornate passate a fare snorkeling lun-go un’incantevole barriera corallina. Una cosa che mi ha colpito molto è la gente: persone felici e gioiose nonostante la loro vita molto semplice. Ho passato una settimana davvero splendida! Il mio compagno di viaggio era Elia, mio carissimo amico e compagno di scuola, ci conosciamo da una vita e devo dire che mi ha reso la vacanza ancora più bella. Matteo Garofoli

Una telefonata lampo molto molto emozionata giunge IN REDAZIONE. Ore 16.50 di venerdì 27 maggio, il suono di un cellulare. È Nicola! Ma che vole?!?MariaChià emo vinto!!! L’urlo giunge da Piccicale, la nostra classe ha vinto il torneo d’Istituto di Calcetto, superando le altre terze della scuola. Evviva! (ESULTANZA degli Amici tifosi della IIIB)

Tivoli è il celebre parco dei divertimenti creato nel 1843 da George Carstensen su un tratto delle antiche mura cittadine. Il parco è dotato di una propria orche-stra sinfonica, un acquario con più di 1600 pesci, e poi di tantissimi ristoranti, teatri e sale da concerto. Ogni sera vi è uno sparo di fuochi d’artificio di vario genere. Strøget è la via pedonale più importante della città in cui vi si può trovare di tutto. Durante il suo tragitto cambia più volte nome: nella sua parte meno antica l’ex cinema Metropol, ora grande magazzino, è tra i migliori esempi di art noveau danese.Kongens Nytorv è la piazza più importante di tutta Copenhagen, aperta verso il canale di Nyhavn, è il centro nevralgico della città. Al centro della piazza vi è il monumento equestre di Cristiano V, che creò la piazza. Christiansborg ha una lunga storia. Dal lontano 1167, anno in cui il vescovo Absalon fece costruire la primi-tiva fortezza da cui nacque il nucleo di Copenhagen, nello stesso luogo furono distrutti, da incendi, saccheg-gi e demolizioni, e ricostruiti vari edifici nel corso della storia. L’edificio attuale, opera dell’architetto Thorvald Jørgensen, risale al 1907 ed è sede del Parlamento, del-la Corte Suprema, degli edifici del governo e delle sale di rappresentanza della corte.Amalieborg è la residenza invernale della famiglia reale danese, si compone di quattro edifici in stile ro-cocò risalenti al diciottesimo secolo (1749-1760) e progettati dall’architetto Nikolai Eigtved. Gli edifici

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27 Aprile e 5 maggio 2011 al campo sportivoSecchione Sportivo

GIOCHI al campo sportivo

Secchione in gita

14 e 15 aprile

Lucca, Massa, Torre del Lago

Viaggio di andata regolare, noi della IIB insieme agli amici della IIA...Ero seduto vicino a Lorenzo, abbia-mo chiacchierato molto anche con i nostri vicini di posto poi Fabio ci haprestato la sua PSP e abbiamo giocato con essa....Eccoci alle 10 a Lucca, scesi dal pulman ci si è fatta incontro la nostra guida, Marco, che per tutta la mattinata ci ha portato in giro per Luc-ca: ci ha illustrato le sue mura ed il suo centro dove di bello abbiamo visto la chiesa di San Michele, quella di San Paolino, patrono della città, quella di San Fre-diano con il suo bellissimo mosaico bizantino sulla facciata principale e quella di San Martino, la catte-drale di Lucca, bellissima.

sabile per vivere, il refettorio per le mense domenicali, le cappelline private. È stata una delle cose più bel-le che abbiamo visto. La notte, in hotel, io, Simone, Walid e Nicola, eravamo nella stanza 211 al secondo piano...una bella doccia, un’ottima cena e poi...ci sia-mo sbizzarriti, abbiamo giocato con i compagni delle altre camere. Sul tardi, nella nostra camera, Walid ci ha fatto sbudellare dalle risate. È stato un divertimento assoluto! A Carrara, il giorno dopo, la guida ci ha spiegato la formazione del marmo, ed i sistemi di escavazione,

estrazione, trasporto ed impiego.Torre del lago, Villa Puccini: è stato per me un onore entrare nella casa di uno dei più grandi compositori ita-liani del novecento e della storia della musica. Questa è stata la tappa più emozionante di una gita bellissima.

Alessio Pesciaioli

Abbiamo pranzato lungo le bellissime mura, quasi un’ora tutta per noi, per giocare e divertirci....Nel po-meriggio visita alla Certosa di Pisa, dove abbiamo visto le piccole celle dei frati con il minimo indispen-

tissimo, perché non facevamo altro che spingere e qualche volta la palla o ci veniva sulla testa o andava fuori campo. Poi il salto della corda è stato fenomenale: dovevamo superare degli osta-coli saltellando con la corda, le ragazze bene o male si sono salvate dalle figuracce ma i ma-schi…si attorcigliavano di continuo attorno alla corda, qualcuno è inciampato e perfino caduto a terra! Noi che guardavamo insieme alla pro-fessoressa ci siamo “scompisciate” dalle risate ma pensavamo proprio di perdere. La gara più divertente è stata la corsa coi sacchi e lì noi sia-mo stati veloci, rapidi nel cambiare il sacco con il compagno. Nella corsa dei 30 metri siamo stati i più veloci e abbiamo dato il meglio di noi stes-si…Il lancio del Vortex è stato il gioco che mi è piaciuto di più! Sdraiati sull’erba con le nostre merende attendevamo con ansia i risultati...For-se eravamo arrivati terzi e per questo già can-tavamo vittoria...e invece...Ecco l’annuncio: ”Al Primo Posto l’Istituto Comprensivo Giuseppe Piermarini”. Ci siamo buttati per terra, abbrac-ciati, abbiamo urlato, non ci credevamo, Primi nelle gare regionali! Francesca Angeli

Il giorno 28 aprile, presso lo stadio del Santo Pietro hanno avuto luogo i giochi della gioven-tù, fase d’Istituto. I giochi consistevano in per-corsi di attività motoria di vario tipo ed ogni classe del nostro Istituto ha svolto la sua pro-va affrontando tutte le attività. Hanno avviato i giochi le classi prime, poi sono scese le seconde e quindi le terze. In campo ogni classe si muo-veva nella sua attività, senza intralciarsi o crea-re file, e tutto questo grazie al grande impegno di tutti, soprattutto degli organizzatori. Arrivato il nostro turno siamo scesi in campo per dare il meglio di noi stessi! Abbiamo ini-ziato con il percorso a slalom, e poi ci siamo cimentati nel lancio del Vortex, nel lancio della Palla Medica, nella corsa a Staffetta e nel sal-to della Corda. Tutti noi abbiamo mostrato di impegnarci e dalle facce di ciascuno si poteva vedere chiaramente il grande divertimento che stavamo vivendo.…Il giorno dopo tutti noi at-tendevamo con ansia la risposta della professo-ressa di ginnastica: tenevamo le dita incrociate come segno di speranza e non riuscivamo a sta-re fermi…Ci eravamo classificati…Per le Finali non sarebbe stato così facile, dovevamo gareg-giare con le seconde medie degli altri istituti.Il 5 maggio, nel campo sportivo C/4 di Sportella Marini, si è svolta la fase distrettuale dei Giochi della Gioventù. Della nostra scuola hanno parte-cipato la IA, la IIB, la IIID, che si sono confron-tate rispettivamente con le classi Prime, Secon-de, Terze delle scuole di Sant’Eraclio, Belfiore, Carducci di Foligno, Gentile di Foligno, Giano. Accanto ai giochi disputati nella fase di Istituto c’erano il gioco della Palla Coperta, il Percorso multiplo con palla, la Corsa con i sacchi. Il 5 maggio eravamo pronti. La finale si teneva al campo sportivo di Sportella Marini ed era-vamo tranquilli, perché, anche se c’era il 30% delle possibilità che potevamo vincere, comun-que erano solo giochi: si vince e si perde. Il primo gioco è stato quello della palla coperta: dovevamo con due coperte lanciare la palla die-tro la rete per segnare il punto; noi abbiamo combinato un disastro ma ci siamo divertiti tan-

Leggere che passione!!Leggere che passione!!

Libri scelti

Il Secchione pag.39Il Secchione pag.38

In questo anno scolastico 2010/2011 al Progetto lettura hanno partecipato tutte le classi della nostra scuola. Esso si è concluso con l’incontro con gli Autori che, anche quest’anno, è stato il momento più emozionante dell’esperienza.

Nel libro che abbiamo letto quest’anno “Scri-vimi solo parole d’amore” di Loredana Frescu-ra ciò che mi ha colpito di più è stata la pro-tagonista, Bianca, forte, intelligente ed anche fragile e bisognosa d’amore. Una ragazzina ab-bandonata dalla madre e rimasta sola con il pa-dre, Romolo-Attento, un giostraio che conduce vita da nomade. Bianca ha frequentato gli studi fino alla terza media, ma continua, nonostante tutto e spinta da una gran voglia di conoscere, ad informarsi su ciò che accade intorno a lei , frequentando anche le Biblioteche nei momen-ti liberi. Ad un certo punto incontra Vincenzo, che vivrà a lungo insieme a lei, seguendola nei suoi diversi spostamenti. È un ragazzo che ha perso la memoria dopo un incidente e si è al-lontanato dall’ospedale in cui era ricoverato. L’autrice lo ha definito “savant” cioè, come ci ha spiegato, un “saggio-stupido”, una persona che ha sì degli handicap, ma anche capacità più sviluppate degli altri. Vincenzo ricorda soprat-tutto parole d’amore di tanti poeti e di tutti i tempi e Bianca è attratta da lui e lo protegge, pensando a difenderlo anche quando è lei a su-bire un tentativo di violenza. Bianca, attraverso Vincenzo, riesce a superare l’odio che prova nei confronti della madre, che alla fine ritrova ma non riesce a perdonare. Al termine della vicen-da Vincenzo, che nel frattempo si è ricongiunto con la sua famiglia, comincia a recuperare la memoria. Tra le tante frasi da lui pronunciate, che Bianca memorizza e scrive, una ho trovato particolarmente emozionante e significativa: “ Di mare e di sole, di cielo e di sabbia, sa il cuore di chi conosce il vero amore”. Ma ciò che mi ha emozionato di più è stato conoscere, du-rante l’incontro con l’Autrice, cosa si nascon-desse dietro molte struggenti parole contenute nel libro e dietro la descrizione del bruttissimo

Ringraziamo tutti gli Autori che abbiamo incontrato in

questo anno scolastico!

Incontro con l’AutoreGiusi Quarenghi ha incontrato i ragazzi l’8 aprile 2011 nella nostra scuola; Liliana D’angelo al Te-atro San Carlo il 16 aprile 2011; Silvia Vecchini il 27 aprile nella nostra scuola; Loredana Frescura, sempre nella nostra scuola, il 4 maggio .

Secchione Lettore Secchione Lettore

“Dante e il circolo segreto dei Poeti” di Silvia Vecchini, letto dalle classi IA e ID; “Io sono il cielo che nevica azzurro” di Giusi Quarenghi, letto dalla IB e IC; “Chiedi alla luna” di Liliana D’Angelo, letto dalla IIA e IIC; “Magica Europa” di Liliana D’Angelo, letto dalla IIB;“Scrivimi solo parole d’amore” di Loredana Frescura, letto dalla IIIA e IIIC; “Il profumo delle viole” di Liliana D’Angelo, letto dalla IIIB e IIID; “Come Checco detto Finocchio si salvò” di Loredana Frescura, letto dalla IIIE.

“Scrivimi solo parole d’amore” Loredana Frescura

recensione di Benedetta Lini

“Scrivimi solo parole d’amore” Loredana Frescura

Quest’anno per il Progetto lettura abbiamo letto il libro “Scrivimi solo parole d’amore” di Loredana Frescura, autrice di cui avevo già letto dei libri e che a me piace moltissimo, anche se utilizza un modo par-ticolare di scrivere, non sempre facile da comprende-re. Il tema affrontato nel libro è la continua lotta tra i bene e il male. La protagonista, Bianca, è una ragazza singolare, diversa dalle sue coetanee: è stata abban-donata dalla madre, una rom, e vive con suo padre, un gagé, cioè un non zingaro, che di professione fa il giostraio. Bianca vive una vita da nomade e fa girare una giostra, mentre sogna una casa vera che in realtà un tempo aveva. Nella sua vita, un giorno, entra Vin-cenzo, un ragazzo che, a seguito di un incidente, ha perso la memoria ed è fuggito dall’ospedale dove era ricoverato. Vincenzo parla continuamente d’amore,

usando frasi che Bianca, sempre curiosa di scoprire cose nuove, scrive su un quaderno, perché le trova bellissime. In lei in realtà c’è molto odio nei confronti della madre, che vuole ad ogni costo ritrovare e in-tende farlo con Vincenzo; con lui, nonostante si sia creata una corazza per difendersi dal mondo esterno, riesce ad aprirsi all’amore ed anche ad innamorarsi di Matteo, un ragazzo che ha incontrato durante una tragica esperienza e che poi l’aiuta nel suo piano. La tragica esperienza è il tentativo di violenza che Bian-ca subisce, descritta nel capitolo più angosciante del libro. Alla fine Bianca incontra di nuovo sua madre, ma quella donna per lei è ormai un’estranea, Vin-cenzo si riappropria pian piano della sua memoria e della sua vita e cerca Bianca per ringraziarla di tutto ciò che ha fatto per lui. La lettura è stata seguita dall’incontro con l’Autrice che si è tenuto a scuola. Lei ci ha spiegato che, per l’incidente di Vincenzo,

4 maggio 2011, nel Chiostro della scuola, i ragazzi lettori con l’Autrice Loredana Frescura

incidente di cui è vittima Vincenzo. Nella real-tà, ciò è accaduto anni fa al figlio di Loredana Frescura, Mattia, mentre percorreva una strada in motorino. Per fortuna, ci ha anche detto, ora

Mattia, dopo aver subito diversi interventi sta bene, ha continuato a studiare senza arrendersi mai e si è laureato in Criminologia.

recensione di Ilaria Belli

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Leggere che passione!!Leggere che passione!!

Il Secchione pag.41Secchione Lettore

IL LIBRO La parola libro mi fa pensare alle storie che ho letto nel passato e che sto leggendo nel presente. Nel mio grande libro ci sono tante storie. Per me leggere è un momento molto profondo dove posso abbandonarmi, staccandomi dal mondo, e stare da solo con la storia che mi prende come fosse una calamita. Sfogliare una pagina, cercare il significato di una parola, sono cose uniche che non puoi fare guardando un film. Leggere un libro è molto piu bello, dal mio punto di vista, che vedere un film, perché riesce a darti più emozioni e immaginazione. Quando leggo un libro immagino il protagonista e lo vedo in un certo modo, poi, se mi capita di vedere il film che hanno fatto su quella sto-ria, l’attore che rappresenta quel personaggio non è come quello che pensavo e questo mi delude. Un libro non va letto con superficialità ma con emozione e al-lora diventa una cosa veramente bella. Elia SantarelliCARTONIFuturama, un cartone animato futuristico, fanta-scientifico. Questo cartone non è che io lo guardi spesso, anzi, quasi mai, ma mi è venuto in mente tra i cartoni più recenti che ho visto, perché è par-ticolarmente originale: in esso compaiono macchi-ne volanti o navicelle, treni spaziali, immagini di spazi infiniti, robot amici, cip inseriti dentro i corpi di umani-robot programmati per fare un certo tipo di lavoro, teste di famosi attori giornalisti condut-tori presidenti, senza corpo, che parlano immerse in recipienti d’acqua...un mondo in poche parole incredibilmente tecnologizzato, “immerso” nella scienza! Intraprendere un viaggio nello spazio è stato uno dei tanti sogni che mi è sempre piaciuto fare in un prossimo futuro, se sarà possibile. Certo rimane soltanto un sogno, che prende spesso voli stratosferici! Mi piacerebbe sedermi su una cometa e scoprire i movimenti di un meteorite, le scie lu-minose che lascia nella sua caduta, mi piacerebbe visitare i pianeti, il sole, ma la cosa che desidero di più è toccare una stella; so che è impossibile, ma la mia immaginazione “tiene duro” e va più in là, vor-rebbe scoprire il mondo a tutto tondo e accertarsi se ogni pianeta sia tondo o non sia invece triangolare o rettangolare. Beh, queste sono davvero pure fanta-sie! Ilona Tabunidze

LINGUAGGIOSempre più spesso mi accorgo che noi giovani non siamo abituati a parlare. Siamo sempre incollati sullo schermo del computer, a “chattare” su Messanger o a visitare siti Internet dove si usano soltanto frasi e parole ridotte.Mi rendo conto che durante le interrogazioni (di sto-ria, geografia, scienze...) a volte non riesco a trovare le parole adatte per spiegare l’argomento della lezio-ne; mi succede spesso anche quando voglio raccon-tare sogni o esperienze vissute. Io uso il linguaggio ridotto e contratto solo per comunicare su Messanger e per inviare sms, perché per spedire piccoli messaggi non c’è bisogno di scrivere frasi dettagliate. Dopotut-to questo linguaggio non è tanto male, è divertente e moderno, a me piace.Alcune volte, però, l’emittente si inventa parole che non hanno un significato preciso, così, per puro gioco e quindi la conversazione non può funzionare; penso che le abbreviazioni possano far arrivare ugualmen-te il messaggio al destinatari, o meglio alcuni tipi di messaggio. I ragazzi italiani usano molto questo lin-guaggio rapido e moderno. Basta solo restare capaci di altro. M.Chiara Botti

Il Secchione pag.40

descritto all’inizio del libro, si è ispirata a quello in cui rimase coinvolto anni fa suo figlio Mattia. Forse non è molto corretto dirlo, ma ho compreso che anche dalla sofferenza può nascere qualcosa di buono e in lei ha fatto nascere l’idea di questa fantastica storia, raccontata con frasi belle e significative. Fra queste una mi ha colpito particolarmente: “Ho sognato un luogo dove il Giudizio spetta solo alla Giustizia”, perché ci fa capire come sarebbe bello vivere in un mondo in cui gli uomini si astengano dal giudica-re senza conoscere. Viviamo in una società dove ci sarebbe tanto bisogno di amore e di bene, ma in cui

Secchione Lettore

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non è facile fare del bene, soprattutto alla mia età, quando si è condizionati da mille cose. In fondo forse fingiamo di non accorgerci della sofferenza degli altri e, come Bianca, ci costruiamo una corazza che ci ren-de freddi ed estranei ai sentimenti.La letture del libro ha suscitato in me molta emozio-ne, ho compreso che “leggere apre la mente” è una cosa vera, perché è ciò che mi è successo; emozione ne ho provata tanta anche durante l’incontro, in Aula Magna, durante il quale Loredana Frescura si è ri-velata una persona con dei grandi sentimenti e molta sensibilità.

A me piace leggere, anche se molto spesso non sembra! Devo ammettere che non dedico il tempo che dovrei alla lettura ma quando mi trovo di fronte ad un libro che non ho ancora letto e che mi suscita interesse (per il titolo, la copertina, l’autore), lo leggo senza pensarci su e tutto d’un fiato! Soprattutto mi piace leggere storie un po’ romanzate, ambientate ai giorni nostri, dove i protagonisti sono giovani come me. In questi giorni sto leggendo un romanzo che si intitola “Amore Senza Amore”, di Michelle Tea. È una storia interessante che mi sta coinvolgendo davvero: parla di Trisha, una ragazzina di quattordici anni che, nella provincia americana, vive con una madre ipocondriaca, un patrigno mediocre e una sorella che sogna di partecipare al più famoso dei reality show. Trascinata da sua sorella, Trisha trova lavoro nell’unico centro commerciale della città, nel negozio di abbigliamento più trendy del momen-to. Ma, a differenza degli svampiti clienti e degli altri dipendenti che sembrano perfettamente a loro agio, la ragazza non sopporta l’atmosfera ipocrita e artificiale del posto e finisce con il farsi licenziare. In questo difficile momento c’è l’incontro con Rose, l’amica provvidenziale. Sono arrivata a questo punto della storia, credo proprio che insieme le due ragazze riusciranno a trovare una soluzione alla loro ricerca di una vita vera, semplice, in cui la cosa importante è riuscire a essere se stessi. Anche se già pregusto il lieto fine, non riesco ad immaginare an-cora quale esso sia, per questo sono molto curiosa di ultimare la lettura di una storia, che, mi sembra, si adatta a me ed ai ragazzi della mia età! Arianna Pace

riflessioni regalate al blog

Secchione legge e......scrive recensioni

“AMORE SENZA AMORE”, di Michelle Tea

Mercoledì 1 dicembre 2010 tutte le classi del-la scuola sono andate al Teatro Lyrick di Santa Maria degli Angeli per assistere alla rappresen-tazione de LO SCHIACCIANOCI.

Balletto in due atti e tre scene musiche di P. I. Tchaikovsky

Partecipazione straordinaria di

Valerio MangiantiPremier Soliste Théâtre du Capitole de Toulouse,

Juliette Thelin Corps de Ballet Théâtre du Capitole de Toulouse

LO SCHIACCIANOCI

ra; dimostriamo, prima che sia troppo tardi, che la pace non è solo una Opzione. Perché l’anno che sta per iniziare ci leghi ancora di più.

Per tutta la gente che non ha la fortuna che abbiamo noi, di ricevere doni e abbracci. Cerchiamo di essere più buoni, più altruisti e generosi, ma tutto l’anno, non solamente a Natale!

Questo è un anno molto diverso da tutti gli altri, per-ché ci sono stati due rapimenti e molte catastrofi. Poi ci sono i bambini poveri che chiedono solo un piccolo aiuto. Allora perché non lo diamo? Il motivo è che alcune persone sono troppo avare, però... possiamo fare tutti un sacrificio.

Ogni bambino del mondo, senza distinzione di co-lore e religione, ha il diritto di vivere una vita felice e gioiosa. Ma sfortunatamente, ancora oggi, molti bambini passano il loro tempo nelle miniere o con le armi in mano.

La felicità nasce da un sorriso. Ogni volta che sor-ridiamo è Natale: quando porgiamo la mano al pros-simo, quando doniamo gioia a qualcuno, quando diamo peso non alle differenze che ci allontanano ma alle cose che ci uniscono. La gioia non sta nello scambiarci regali, perché le cose più belle della vita non si possono comprare, si sentono nel cuore. Per questo auguro a tutti di trovare sotto l’albero, ogni giorno, tanta gioia e pace.

Per tutte le persone isolate, bandite da gruppi, per il colore della pelle diverso dal nostro. Perché noi dob-biamo imparare a vivere insieme. Il razzismo esiste, è un dato di fatto, è una realtà brutta, ma c’è; per for-tuna, noi cerchiamo, in qualche modo, di combattere.

Spero che questo sia un anno speciale per ognuno di noi, che i nostri cuori ritrovino la gioia di sentirsi fratelli del nostro prossimo, senza distinzioni, a pre-scindere dal colore della pelle, dalla razza e dalla re-ligione; in questo momento il mio pensiero va a tutti i bimbi e ragazzi che soffrono molto per qualsiasi mo-tivo, che possano ritrovare tanta serenità e felicità.

Molte volte ho pensato a come saranno i trasporti nel futuro e l’idea che mi viene per prima è la mac-china volante. Questa è rivista in molti film e io penso che tra non molto questa immagine diventerà realtà. Penso che, se si viaggiasse con le macchine volanti, sarebbe possibile e bellissimo vedere paesaggi strato-sferici. Un altro tipo di trasporto fantascientifico che immagino è la navicella spaziale che ci porterebbe a vedere luoghi impossibili e a scoprire i misteri dello spazio, così che a tutte le persone sia possibile andare nello spazio più lontano con la naturalezza con cui oggi prendono il tram. Spero che tutto ciò si possa realizzare, spero che queste macchine spaziali diven-tino molto utili per tutti noi. Ma l’idea di mezzo di trasporto che preferisco mi è nata guardando il film “Iron men”: si tratta di una tuta in titanio e oro che permette di volare ad alte velocità e scoprire anche molte informazioni sulle cose che hai intorno, for-nendoti un’analisi accurata di tutto ciò che ti sfiora. La cosa più bella di queste mie fantasie è il sogno di raggiungere gli ambienti fantastici dello spazio.

Filippo Betori

Guardando il cielo infinito si possono provare infini-te emozioni. Il cielo può essere guardato da persone come me che lo considerano Amico, perché ti rende felice e ti dà un senso di libertà assoluta. Si può con-fidare tutto al cielo, perché puoi fidarti pienamente di lui, il cielo non parla ma può vederti e sentirti. C’è chi si ispira al limpido cielo e dipinge, scrive, com-pone armonie superiori.Consideriamo ora gli occhi del cielo che guardano la follia umana. Con la guerra non ci sono stelle in cielo, solo nuvole e pioggia sovrapposti, nella tempe-sta, al fragore delle bombe e dei lampi. Si vola sugli aerei carichi di morte con in cuore rabbia e paura, paura di non riuscire a tornare indietro. E tanta paura, dal cielo, invade la terra. Non piove acqua, piovo-no lacrime e sangue. Chissà cosa si chiede l’uomo in battaglia!?...Ma i cadavere volano leggeri verso il cielo azzurro, verso la luna lucente, con le lacrime agli occhi.Fisso la storia e ricordo. Le leggi razziali, Hitler spe-disce gli ebrei nei campi di concentramento, di ster-minio. Molti erano bambini, furono i primi a morire, i primi ad essere spediti in cielo. Il cielo era per i pri-gionieri rifugio, nel quale provavano ad immaginare la libertà. Con gli occhi rivolti al cielo pregavano. Quando essa arrivò, i pochi sopravvissuti alzarono lo sguardo al cielo e ringraziarono di essere vivi. E an-cora una volta il cielo fu loro amico. Amelia Pontini

Il cielo di Natale ci ha ispirato

Pensieri di Pace

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Cielo Amico!!

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Questa notte le fatine del cielo si sono date da fare, fra le ombre dei castagni, sulla neve brillante. Il sole è già sceso ma la luce rimane ancora un po’ nell’aria, il vento sussurra parole d’amore fra i rami degli al-beri e il cielo si tinge di blu scuro e nero inchiostro con i colori della notte. Ognuna di loro ha portato un dono a una persona! Che ci sia nel mondo tanta felicità, salute, ma soprattutto tanto Amore!

Tutti i bambini dovrebbero essere felici e contenti su questa terra!

Un pensiero a chi ora è in serie difficoltà…Occorre volersi bene e fare gesti di pace.

Dobbiamo portare dentro di noi sempre la Speranza, sentimento che col tempo si consuma.

La fame nel mondo è un problema che esiste ancora, ci auguriamo che ci siano più aiuti da parte di coloro che possono darli.

Lottiamo tutti per un mondo migliore.

Se esiste la magia, voglio che procuri ogni mezzo perché si possa trovare una cura per le malattie che affliggono ancora tante persone.

Tanti bambini e tante persone muoiono oggi per la fame. Dobbiamo fare in modo che anche quelle per-sone stiano bene, come noi, che abbiano qualcosa da mangiare.

Speriamo che il Natale possa portare a coloro che sono in guerra la Pace…almeno ai bambini che sono obbligati ad andare in giro ancora con le armi.

Perché, generazione dopo generazione, abbiamo commesso gli stessi errori, legandoci ogni volta a nuovi conflitti e a danno del progresso? La pace per molti esiste come un sogno ideale, come una metafo-

Storie scritte guardando il cielo

Secchione scrittore Secchione scrittore

Giuseppe e il cieloOgni giorno un bambino di nome Giuseppe guarda-va il cielo. Lo fissava, perché credeva che sua madre fosse una piccola stellina accanto alla Luna. Giusep-

Gli occhi del cielo

pe aveva un’idea del cielo tutta sua, completamen-te diversa dalla realtà. Credeva che la Luna fosse un rotondo pezzo di formaggio, le stelle dei piccoli dia-manti che brillavano nella notte, le nuvole dei soffici pezzi di zucchero filato, anche se non riusciva a capi-re come fossero finiti là in alto. Era un bambino come tutti gli altri con un po’ di fantasia in più; credeva nei sogni ed era convinto che un giorno sarebbe riuscito ad esplorare quell’enorme “lenzuolo” di colore az-zurro chiamato cielo. Il padre raccontava spesso che Giuseppe viveva tra le nuvole, in un mondo tutto suo, circondato da pianeti e galassie. Mentre cresceva lo si vedeva spesso osservare dal suo cannocchiale l’im-menso cielo, per lui una vera passione! Dopo tanto tempo Giuseppe, diventato grande, riuscì a realizzare il suo sogno, quello di esplorare il cielo. Diventò un astronauta, navigò per molto tempo a bordo di una na-vicella spaziale, e la Luna, le stelle e le nuvole resta-rono per lui piene di fascino e mistero anche osservate da vicino. Ortolani Jasmin

I trasporti in cielo

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I pensieri di questa pagina sono stati letti in oc-casione della festa di Natale organizzata a scuola ma sono pensieri validi per ogni momento della nostra vita!

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Il Sole e la TerraIn un tempo lontano il Sole era il Presidente del Consiglio dell’Universo, ma, per continuare ad esserlo, doveva trovare una moglie che potesse aiutarlo nel governare. Per il Sole non c’era al-cun problema, il suo cuore aveva già scelto, da tempo era già innamorato delle Luna. I Pianeti del Parlamento però, che si riunirono per sta-bilire se condividere la scelta del Sole, a mag-gioranza decisero che, essendo Egli una stella, avrebbe potuto sposarsi soltanto con un’altra stella. Il Sole non era d’accordo sulla scelta fatta e infatti protestò contro i Pianeti, dicendo che nel cielo non dovevano esserci differenze tra Stelle, Pianeti e Satelliti e che l’amore po-teva far superare qualsiasi difficoltà derivante dalla diversa natura dei corpi celesti. Egli, pur di sposare la Luna, era pronto a perdere il suo potere e ad inimicarsi tutti i pianeti. Questi ul-timi compresero che non potevano fare a meno di lui, accettarono la sua decisione e da allora nell’Universo cambiò tutto: i Pianeti sposarono le Stelle e le Stelle i Pianeti. Il Presidente del Consiglio Sole e sua moglie Luna vissero felici e contenti nell’Universo infinito. M.Cristina Notaro

Il Secchione pag.44 Il Secchione pag.45

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Secchione scrittore

Sirio e il soleNel lontano universo, cinque miliardi di anni fa, vagavano nello spazio varie stelle governate dalla regina Luna, le quali tutte pretendevano di illuminare la terra. Illuminare quel globo vole-va dire diventare il re dello spazio e sposarne la regina. Ella avrebbe scelto il vincitore in quella guerra galattica in un momento qualunque in cui fosse stato vicino alla terra. La Luna avrebbe quindi fermato tutte le altre stelle vaganti nello spazio ed esse sarebbero rimaste in quel modo in eterno; ma prima del grande momento doveva essere sicura della sua scelta. Tra i pretendenti c’era il grandissimo Sirio, la stella più luminosa ed agile dell’universo, sti-mato da tutti e da tutte le costellazioni, che erano convinte che lui fosse il loro futuro re. Un’altra grande stella pretendente al trono era il Sole, in realtà una stella qualunque, un po’ più grande e anziana di Sirio, che si era fatta notare per la sua bravura e la sua spiccata intelligenza, pur appartenendo a una famiglia stellare umile e non ricca come quella dell’avversario. La Luna preferiva il Sole, poiché conosceva le sue grandi qualità, ma il favore degli abitan-ti dell’universo era tutto per Sirio e quindi, se avesse scelto il Sole, tutti le sarebbero stati con-tro.Stabilì che avrebbe scelto tra i due pretendenti il vincitore in una gara che consisteva nel sa-per regolare la temperatura in base alle esigenze della Terra, ben sapendo che l’unico a possede-re questa qualità era il suo preferito. Riunì tutte le stelle vicino alla via Lattea e il suo agente stellare diede il via alla gara, che fu , come pre-visto, vinta dal Sole.Egli diventò il re dell’universo a fianco della regina Luna della quale ricambiò il grande amo-re. Insieme ebbero molte stelline e le hanno an-cora, infatti ogni ventotto giorni noi vediamo la Luna piena e ciò vuol dire che è in attesa. Grazie all’amore del Sole e della Luna il cielo risplenderà per sempre della luce di tante stelle. Giulia Reato

Cielo Amico!! L’onore e il potereInvenzione di Luigi Cristiano

PREMESSAQuesto è l’anno della svolta, centinaia di invenzioni aspettano di essere finanziate. Quella che va più in voga è la maschera impostabile (si può scegliere la faccia) in propilene, utilizzata per scherzi e altro.

Era il 18 Novembre, una nebbiosa mattinata londine-se. Come sempre il candidato governatore Sam Al-ldrice, dopo una robusta colazione, usciva dalla sua casa di Aldgate High Street. Come sempre stava an-dando a lavoro in metropolitana, come al solito dove-va prendere la District ad Aldgate East per scendere a Westminster. Vi era una strana calma quella mattina e la nebbia invernale era fitta ma Sam Alldrice andava verso la stazione con il suo solito passo, veloce e re-golare. Arrivò alla stazione alle 7,48, era in anticipo di didici minuti, quindi rallentò il passo, scese le scale ed entrò, obliterò il biglietto e si diresse sul marcia-piede in direzione Wimbledon, cominciava a sentire qualcosa di strano nell’aria. Il treno andava veloce, scese alla sua fermata educatamente, da perfetto in-glese gentiluomo, senza spintoni e gomitate per rita-gliarsi lo spazio. Si poteva riconoscere ad un miglio di distanza, con la sua amata giacca di tweed e i mo-cassini neri. Quel giorno si doveva tenere alla Came-ra dei Lords un’importante riunione, a cui avrebbe presenziato la regina in persona, ed era presente il suo rivale, il conservatore Michael Johnson, anche lui amante delle giacche in perfetto stile inglese. Le elezione si sarebbero tenute a gennaio e Alldrice era in netto vantaggio secondo gli ultimi sondaggi. Stava salendo le scale della stazione quando venne fermato da un uomo alto, capelli neri, occhi scuri e penetranti,

il quale bloccò Alldrice e gli intimò di seguirlo, mi-nacciandolo con una pistola. Passarono per una porta di servizio e da lì entrarono in un alto edificio, con lui un altro uomo che freddò Sam Alldrice con la sua Colt 4.5, sparandogli tre colpi precisi nella testa.Erano ormai le nove, mancavano pochi minuti all’ini-zio della seduta, e Alldrice non si faceva ancora vede-re. Ma non era il solo a mancare.Qualche ora dopo la polizia di Scotland Yard trovò il corpo di Alldrice. Iniziarono investigazioni in tutta la città, furono istituiti posti di blocco.Anche il brillante investigatore irlandese Tyrus Mon-son e il commissario Lawrence Elkstrom cercarono indizi attorno al luogo del delitto: una stanza insono-rizzata, forse lo studio di registrazione della Diamond Music di Mr. Jack Fausk. In faccia alla vittima vi era-no delle gocce di polipropilene, forse una maschera. Nelle registrazioni della telecamera a circuito chiuso vi era anche il momento dell’omicidio, Elkstrom notò la faccia del Killer, era Philip Downing, più volte arrestato per furto d’auto ed altri crimini. Elkstrom sapeva anche che abitava al terzo di Cork Street, a due passi da Piccadilly Circus. Quando la polizia fece irruzione nella casa di Downing vide uno spettacolo raccapricciante: il corpo di Downing, più volte accol-tellato, il volto sfregiato con un occhio cavato.Tyrus Monson, che era rimasto nello studio di regi-strazione, aveva trovato nella sua investigazione una cicca di sigaretta e, analizzate le impronte della vitti-ma, constatò che erano di Joshua Hills, il terzo can-didato alla carica di primo ministro, anche l’altezza della vittima coincideva con quella di Hills, 1,78 m, mentre il corpo in Cork Street era 1,85, proprio come Alldrice. Un atroce pensiero sfiorò l’investigatore ed il commissario. Tornati in Cork Street rividero la pie-tosa condizione del corpo; Monson cercò di ripulire il viso e riconobbe il volto ben noto di Sam Alldri-ce. Accanto al corpo due tipi di impronte: un tipo era certamente di Downing, l’altro soggetto non appariva

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Storie scritte guardando il cielo

DORMIREriflessioni tra il sonno e la veglia regalate al blog

Dormire è una cosa che io amo. La mattina al risveglio sono molto nervoso all’idea di iniziare una nuova giornata di fatica. Quando ho finito di cenare mi impongo di andare a dormire presto ma non riesco mai a rispettare questo proposito. Mia mamma, ogni domenica, tenta disperata-mente di svegliarmi in un’ora decente ma niente da fare! I miei amici ridono e scherzano sui miei orari di risveglio. Capodanno poi è un giorno molto particolare dove la priorità è dormire. L’ultimo capodanno ho dormito ben tredici ore, mi sono addormentato alle sei del mattino e mi sono svegliato alle cinque del pomeriggio, un orario davvero bizzarro. Il proverbio sostiene che “Chi dorme non piglia pesci” ma per me sprofondare in un sogno beato è sicuramente meglio che andare a pesca. Ronaldo

continua a pag.46**

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Il Secchione pag.46 Il Secchione pag.47Secchione Scrittore

Hilton quella mattina era andato a correre molto pre-sto. Si era rigirato nel letto a lungo ma niente, non riusciva a riprendere sonno. Così si era alzato ed era uscito di casa verso le 5.00.Era una mattina fredda ed umida, nell’aria una legge-ra nebbia. In giro non c’era nessuno, si sentiva solo il rumore dei suoi passi sull’asfalto, il respiro un po’ accelerato aveva trovato il suo ritmo ottimale. Ma, ad un tratto, qualcosa riverso sul selciato colpì la sua at-tenzione.- Oh mamma! – urlò, fermandosi di botto.Aspettò un attimo poi corse verso il telefono pubblico.- C’è un uomo qua, non riesco a capire se è morto! Correte, sono in via Puglia!Passarono minuti, ad Hilton parve un’eternità, non ce la faceva più ad aspettare, così si avviò correndo verso l’ospedale lì vicino, per chiedere aiuto. Quando arrivò l’ambulanza, era arrivata anche la poli-zia. Sul posto non c’era nessuno, a parte l’uomo a ter-ra: i soccorritori dell’ospedale lo riconobbero imme-diatamente, era il dottor Rivarola. Il ragazzo fu subito sospettato dell’aggressione dall’ispettore Harker. Fu interrogato a lungo, poi le investigazioni si spostarono alla clinica di Londra, dove lavorava Rivarola e dove la sua assistente diede alla polizia un interessante in-

Secchione Scrittore

nei database della polizia. Però furono individuati tra le dita della vittima i fili di una trama d’ordito, sem-brava un tweed e, visto che Downing non era amante del buon vestire, quel pezzo di stoffa era certamen-te di un terzo uomo. A terra vi era un mozzicone di sigaretta, della stessa marca di quello trovato vicino al corpo di Hills; fu trovata anche una spilletta d’oro che riportava incisa la scritta “MONARCHIA DEL REGNO UNITO-CAMERA DEI LORDS”. Quindi il mandante doveva essere amante del vestir bene, un incallito fumatore, un deputato ma soprattutto doveva odiare Alldrice e Hills tanto da ucciderli. Vi erano tre indiziati: Corky Johnson, fratello gemello di Michael Johnson, Robert Cresteins e Michael Johnson. Erano le 16,31 quando Monson poteva dire di aver risolto il caso. Mancava un tassello, i risultati della scientifica che lui aveva chiesto gli fossero portati direttamente alla Camera. Poco dopo, nella sala conferenze della Camera erano riuniti la regina in persona, gli indizia-ti, il commissario, il reparto scientifica e Downing Monson trasse le sue conclusioni:- Il mandante del doppio omicidio è stato presente in tutti e due i delitti, ama vestirsi bene, è un deputato, fuma Lucky In ed ha queste impronte digitali. Cre-steins e Michael Johnson fumano Lucky In e le im-pronte digitali corrispondono a quelle dei due gemel-li. Oltretutto Michael Johnson voleva vincere a tutti i costi.

L’onore e il poterela storia continua

Quanto sarebbe bello poter ammirare fuori da tutte le finestre del mondo! Paesaggi di ogni genere, diversi, differenti cieli, differenti abitazioni, prospettive diverse. Dalla finestra di casa mia vedo il pino, è vecchio e molto, molto alto, vedo il mio cagnolino che dorme, e ogni tanto mi soffermo su di lui. A scuola mi capita spesso di guardare fuori dalla finestra e immagino di stare là. La vista non è magnifica, ma io posso sempre immaginare, altro. Allora mi capita spesso di vedere un prato, infinito, verde, fiori ovunque, di tutti i colori possibili e immaginabili, vedo un maestoso albero, con lunghi rami e foglie verdi, e l’altalena che mi divertivo a far dondolare da piccola.Pochi giorni fa mi sono ritrovata in mezzo ad una natura piena di fiori, specialmente gialli, erba alta, il cielo blu e odore di fieno nell’aria, ero in montagna ma dentro la cornice della mia fine-stra è contenuto anche questo. Ciò che vedo ogni giorno fuori dalla mia finestra? Vedo ciò che amo vedere, lo spazio dove vorrei stare in quel preciso momento. Mitikabadgirl

Una finestra per cornicevisioni pittoriche regalate al blog

Johnson confessò e quello stesso giorno lui e Dow-ning furono condannati all’ergastolo per direttissima. Presidente fu eletto Leighton Baines originario di York. Questa è considerata una delle storie più nere della politica britannica.

Harker e ThomasInvenzione di Marta Sforna

dizio:- Sì certo, era qui ieri sera il dottore. Alle 11,30 circa stava visitando il suo ultimo paziente molto malato, il signor Smith - raccontò la donna.- Ci dica di più - chiese incuriosito Thomas, la loqua-ce e furba spalla di Harker.- La moglie del paziente arrivò molto tardi ieri sera e chiese al dottore di parlare con lui. Entrati in uf-ficio, si sono messi a litigare quei due, tanto che le loro voci si sentivano nel corridoio. Non capivo molto bene tutto ciò che dicevano, ma sono riuscita a sentire la donna che esclamava esattamente questa frase “Lo deve lasciar morire…”. Poi, verso le 1,40 il dottore e la donna uscirono insieme.Così terminò la dichiarazione della giovane assistente del dottor Rivarola.- Ci è stata di grande aiuto, signorina!- esclamò l’ispettore – Ah, aspetti, un ultimo favore, sa dirci dove abitano i signori Smith?- Certo, controllo subito…In via Quattro Stagioni, al numero 13.- Ecco! Mi sembrava un nome familiare! I signori Smith sono miei vicini di condominio – esclamò Hil-ton – Io sono al secondo piano, all’interno 7, il loro appartamento e accanto al mio, al numero 6!- Bene, così ci aiuterà a trovare il posto più in fret-ta! – rispose l’investigatore Harker con tono freddo e contrariato.Dopo pochi minuti erano davanti alla porta dell’ap-partamento n°6.- Avanti! – fece la signora Smith con un’espressione cortese – entrate pure.Le fecero molte domande: quando, nelle ultime ore, si era assentata da casa e perché. Le sue risposte non convinsero gli investigatori, che, usciti dall’appar-tamento, si recarono sul luogo del ritrovamento del dottor Rivarola: il corpo era stato portato via e il per-sonale della Scientifica stava lavorando alacremente alla ricerca di ogni minimo indizio.- Sono stati riscontrati numerosi colpi di lama di col-tello sul collo della vittima – riferì un poliziotto a Thomas e continuò - …Ho trovato questa in terra.- Interessante…una penna molto bella e antica. Oh guarda, ci sono queste due lettere incise “I.S.” Ovve-ro… ma certo, credo di aver capito, Harker!Poche ore dopo, Harker, Thomas, Hilton, la signora Smith erano alla centrale di polizia. Tutti erano pronti ad ascoltare l’investigatore Thomas.

- Allora, il dottor Rivarola, nel suo giro notturno ha visitato il signor Paul Smith, ha avuto anche una vi-vace conversazione con la moglie del suo paziente nel suo studio, poi è uscito dall’ospedale insieme alla si-gnora Smith, erano passate le quattro. Si sono proba-bilmente incamminati a piedi insieme, poi, arrivati in via Puglia, la signora lo ha aggredito con un coltello, da cucina credo, colpendolo più volte sul collo, per ucciderlo.- Cosa?– urlò la signora Smith – Io non sono stata!- era fuori di sé dalla rabbia - Mi lasci finire. È corsa a casa, sorgevano le prime luci dell’alba, erano passate da pochi minuti le 5,00. Questo glielo posso dire con sicurezza, perché la vit-tima cadendo ha rotto l’orologio che si è fermato alle 5,40 e per raggiungere a piedi via Quattro Stagioni da via Puglia ci vogliono circa 30 minuti e so con certez-za che lei era a piedi, perché non possiede macchina né bicicletta. Per crearsi un alibi lei ha affermato di aver sentito lo scarico del bagno del vicino che, ap-punto, intorno alle 5,00 è andato a correre.- Non avete prove certe di ciò che state dicendo! – urlò la signora Smith, ma ormai la sua voce aveva perso la sicurezza iniziale.- Oh invece sì! C’era questa penna sul luogo dell’ag-gressione e appartiene a lei, vero? “I.S.” ovvero Ilary Smith. La dichiaro in arresto!- Accidenti, volevo uccidere mio marito non lui! Mio marito è gravemente malato e ho chiesto al dottore di aiutarlo a morire prima ma lui non voleva, anzi ha minacciato di denunciarmi, così l’ho dovuto fare!- Non so perché volesse uccidere suo marito – fece l’ispettore Harker – ma le è andata male! Ed anche il dottor Rivarola è vivo e vegeto! Dopodomani tornerà a fare il suo lavoro!

Harker e Thomasla storia continua

continua a pag.47 FINE

Il Secchione pag.48 Il Secchione pag.49Secchione in rete

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L’energia nucleare è una fonte energetica che pre-senta aspetti positivi (pochi) e negativi (molti).L’uranio non emette in atmosfera anidride carbonica, il principale gas serra, a differenza dei combustibili fossili: questo è un aspetto positivo (forse l’unico).Uno degli aspetti negativi è invece rappresentato dal fatto che durante questo processo viene emessa ra-dioattività ad alta intensità. Gli oggetti esposti alle radiazioni assorbono radioattività, diventando scorie radioattive. Le scorie devono essere stoccate anche per molte migliaia di anni per far decadere il livello di radioattività. Attualmente nessuna tecnologia è in grado di distruggerle: vi sono studi che sembrano di-mostrare la possibilità di riutilizzare alcune scorie per produrre nuova energia e di smaltirle in poche decine d’anni, ma il tutto rimane ancora non fattibile.In Italia un referendum di alcuni anni fa (per l’aboli-zione della procedura per la localizzazione delle cen-trali elettronucleari, per l’abolizione dei contributi a regioni e comuni sedi di impianti elettronucleari e per l’abolizione della partecipazione dell’Enel alla realiz-zazione di impianti elettronucleari all’estero ) ha san-cito la volontà della maggioranza degli italiani (circa l’80% del 65% recatosi alle urne) di vivere in un Pae-se senza nucleare.E’ interessante notare come quel referendum, non solo abbia manifestato una contrarietà netta al nucle-are in Italia, ma anche un divieto di collaborazione con l’estero per l’Enel: divieto disatteso e anzi pro-rogato nel tempo e ampliato nelle collaborazioni. Il nucleare in Italia e nel resto del mondo comporta costi di progettazione e realizzazione elevatissimi, essen-do altissima la tecnologia e la competenza richiesta ai progettatori di un impianto, al quale deve necessa-riamente compartecipare la finanza pubblica (quindi i cittadini).È ancora vivo il ricordo di Chernobyl (ex URSS) e dei devastanti effetti, soprattutto a lungo termine, che

quel disastro ha prodotto sulla popolazione e nell’im-maginario di miliardi di persone.Su questo aspetto, quello della sicurezza, la critica maggiore che l’opinione pubblica pone al nucleare è che non esiste una tecnologia che garantisca la sicu-rezza “totale”, al 100%: un minimo rischio è sempre presente, quindi la possibilità di incidente NON è pari a zero. Da questo punto di vista, una centrale nucleare rappresenta un possibile, altissimo, pericolo costante per tutta la Terra! Mork

Giappone, brutto esempio dell’uso di centrali nucle-ari! Proprio in questi giorni si sta discutendo molto sulle centrali nucleari e i grandi danni che hanno pro-vocato in un paese come il Giappone. Usiamo l’ener-gia solare, un’energia pulita, senza eccessive spese e con un inquinamento pari allo zero. I pannelli fo-tovoltaici ed i pannelli solari sono le fonti per rac-cogliere quest’energia che servirà poi per alimentare edifici anche grandi. Il materiale che ricopre questi pannelli è il “silicio”, che è semiconduttore, ed ha uno spessore di 0.3 millimetri. Nella città dove abito io ci dovrebbero essere questi pannelli ma purtroppo an-cora non sono stati installati da molti, nonostante che ci sia stata recentemente la “ricostruzione” dopo il terremoto del ‘97. Tornando al discorso del nucleare, ci ricordiamo della catastrofe accaduta a Chernobyl in Ucraina?! Doveva essere servita da lezione per un futuro migliore ma l’esperienza Giapponese non di-mostra questo. Ronaldo

Siamo veramente disposti ad usare il nucleare nel no-stro paese? Io avrei due opinioni in merito. Potremmo usarlo, perché... che cambierebbe se una catastrofe colpisse il nostro paese oppure un altro vicino? Que-sto mi è venuto in mente pensando alla catastrofe avvenuta in Giappone, perché, pur arrivate a bassa

potenza radioattiva, almeno così dicono, le radiazioni sono arrivate fino in Italia, da un paese lontanis-simo, quindi se una cosa del genere succedesse, ad esempio, in uno dei paesi europei che hanno il nucleare o in Italia, che cambierebbe per noi? L’altra mia opinione in merito al nucleare è che dovremmo rallentare su questa decisione e do-vremmo pensare ad energie più pulite, invece di sollecitare questo pericoloso passo verso il nucleare, dovremmo pensare ai vantaggi che ci darebbe un’energia più pulita, anche se costasse di più ma, almeno in futuro, si vivrebbe in salu-te e sicurezza senza i rischi di malattie terribili, quelle causate dalle radiazioni. Credo che sia meglio affidarci alle energie rinnovabile e non al nucleare, e credo pure che su questioni come questa ci voglia l’accordo di tutti i paesi d’Eu-ropa e della Terra. Terminetor

Il nucleare è un’energia pericolosissima, sia per le scorie nucleari, sia per il controllo di esse. Adottare l’energia nucleare in Italia è un grave errore, gravissimo! L’Italia, essendo un paese soggetto a molti fenomeni sismici, non è il luogo ideale per una centrale nucleare. Pren-diamo la catastrofe del Giappone: il Giappone è soggetto a fenomeni sismici di elevatissima intensità, molta di più dei terremoti italiani, per questo era preparato e diceva di avere un sistema antisismico molto sviluppato. Ma an-che questo sistema non ha funzionato! L’Italia è molto meno previdente del Giappone, basti pensare alla tragedia dell’Aquila, e non sareb-be capace di sostenere una centrale nucleare nel caso di un violento terremoto. Il nucleare in Ita-lia è equivalente ad una condanna. Penso che le energie giuste da adottare siano l’idroelettrica, la solare e l’eolica. L’energia idroelettrica, che utilizza l’acqua per produrre energia elettrica, è un’energia pulita che non provoca inquinamen-to, tranne quello, relativo, provocato dai prodot-ti utilizzati per garantire il funzionamento delle macchine che producono energia. La centrale idroelettrica però deve essere costruita rispet-tando la conformazione geologica del terreno,

altrimenti si rischia una catastrofe come quella del Vajont.L’energia solare è un’energia pulita anch’essa, che utilizza il calore del sole per produrre ener-gia termica ed elettrica. Di questi tempi il pe-trolio è una risorsa da risparmiare e per i riscal-damenti delle case si dovrebbero usare impianti solari che producano il calore necessario per ogni edificio. L’energia solare è un’alternativa importante per la produzione di energia, perchè, a differenza di altre energie, tra cui il nuclea-re, non causa danni all’ambiente. Essendo però un’energia ancora costosa, penso che lo Stato debba fornire ad ogni famiglia agevolazioni per dotare la propria casa di pannello fotovoltaico.Anche l’energia eolica è un’energia pulita ma può essere installata solo in alcuni luoghi, per-ché le pale eoliche hanno bisogno di vento co-stante e uniforme.L’energia nucleare è sicuramente la più perico-losa fonte di energia e sceglierla non sarebbe una buona mossa da fare per aiutare l’Italia e il pianeta. Line97

Penso che l’energia nucleare sia l’ultima da prendere in considerazione tra le energie da uti-lizzare, perché negli ultimi anni ha causato mol-ti problemi e ogni giorno continua a crearne a noi e all’ambiente. Abbiamo molte altre risorse di energia e non capisco perché quella nuclea-re venga messa prima delle altre, che sono più pulite e anche inesauribili. Come tutti sappiamo poco tempo fa un grandissimo terremoto ha col-pito il Giappone e danni irreparabili alla cen-trale nucleare, ora un’enorme nube radioattiva avvolge il Giappone e si sta propagando in tutto il mondo, non molti giorni fa è arrivata in Italia, anche se non se ne parla!Penso che l’energia per il nostro futuro sia quel-la solare, che dà energia termica e fotovoltai-ca, perché in tutte le parti del mondo splende il sole e tutti gli abitanti della terra possono usare questa energia senza recare danni al pianeta. Se si abbassasse il costo dei pannelli fotovoltaici, sarebbe possibile vederne sui tetti di ogni casa, e vedere un mondo più sano. Keira

Rubrica: Argomentazione

IL NUCLEARE

IL NUCLEAREle argomentazioni continuano

Nel Blog dell’Istituto Comprensivo “Giuseppe Piermarini”, su www.repubblicascuola.it, ci è capitato spesso di scrivere articoli “contributo”, dove abbiamo espresso il nostro parere su un fatto, problema, argomento, dopo aver letto l’articolo-stimolo di uno scrittore/giornalista che ci introduceva nel proble-ma. Riportiamo in queste pagine pezzi di “articoli-stimolo” e stralci di alcuni dei numerosi articoli che abbiamo scritto firmandoci con il nostro Nickname.

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Secchione in reteIl Secchione pag.50

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Il Secchione pag.51Secchione in rete

Cercavano tutti di approdare in Italia e questa notte sono sbarcati nel Salento. A trovarli questa mattina alle 9, mentre cercavano di raggiungere l’entroterra,gli agenti della polizia. Erano in 29, uno di loro bat-tendo la testa sugli scogli è morto...Spero che il futuro cambi!È di pochi giorni fa la notizia delle duecentocin-quanta persone, fuggitive respinte, legate con cate-ne, stanno morendo lentamente nel deserto del Sinai: partite dall’Eritrea, catturate dalle guardie di Ghed-dafi, sono state respinte nel deserto egiziano, dove i “Predoni del deserto” le tengono prigioniere con la minaccia di ucciderle se non viene pagato un riscat-to. Quanta gente RESPINTA anche da noi Europei! E neanche il loro paese li rivuole! Queste notizie mi fanno sentire un po’ colpevole, non so per quale ra-gione. Viviamo in un unico mondo, dovremmo aiutar-ci a vicenda ma non è così. Io non posso fare niente, è come se avessi le mani legate, non sono neanche maggiorenne. Cerco di comprendere e ascoltare la notizia. Provo dolore, in questo tempo Natalizio di festa mi chiedo perché questa gente povera non ha gli stessi miei diritti? Perché i potenti non hanno un cuore? Spero che il futuro, fatto da noi giovani, cambi! Lo spero tanto, io ce la metterò tutta!!! Credo che queste persone che tentano un viaggio della speranza, cercando di trovare un vita miglio-re, hanno un grande coraggio e li stimo. Ho letto un libro, “La storia di Ismael” di Francesco d’Adamo,

articolo-stimolo di Alessandro Bianco: 14/12/2010 Immigrati che speravano di trovare un futuro nuovo in Italia, sbarcano in località “Ciolo” al Capo di Leuca in Salento...Un cittadino avverte le forze dell’ordine di un gruppo che cammina sul litorale... li hanno ritracciati; sono tutti giovani afghani, altri di etnia curda, minorenni... Un pescatore con un altro allarme: il corpo di un uomo che sbatte sugli scogli (un 29enne morto); questa vittima aveva ancora con sé il permesso di via emesso dalla Grecia...

che appunto racconta il viaggio di un ragazzino che tenta questo viaggio, ma alla fine, rifiutato, ritorna nel suo paese di origine. Ecco, è questa la cosa che mi dà tanta tristezza: dopo aver compiuto un’impresa (il viaggio) così grande...ritornare da dove si è venuti, soli e disperati. Mork

Elhdy è il giovane morto d’asma dopo un malore avuto nel carcere di Brescia, aveva 36 anni ed era lì perché trovato senza permesso di soggiorno: aveva perso il lavoro e, dopo tanti anni in Italia, era diventato improvvisamente un clandestino. La cosa sgradevole è stata l’indifferenza dimostrata dalla gente di Brescia. Non si lascia morire una persona così! Ronaldo

Spero che quell’uomo, morto per un attacco d’asma, non sia stato prontamente soccorso per altri motivi e non per la ragione che era un clandestino. Spero che presto il razzismo non ci sia più, che torni la pace, anche se vedo che ciò è molto difficile, la pace è troppo lontana da noi. Io penso che se questi poveretti vengono in Italia senza documenti, senza permesso di soggiorno o senza soldi è perché sono davvero disperati, non fanno finta, come pensiamo noi; sono arrivati a pensare che è meglio stare in Italia, in queste condizioni, che nel loro paese. Vorrei vedere noi al posto loro! E il pregiudizio che si sta diffondendo? Molti non si fidano più di queste persone, si presume che siano buoni a nulla e invece sono uomini come noi, solo più sfortunati. Keyra

articolo-stimolo di Maria Novella de Luca, 08.12.10Una ricerca studia come i più piccoli si destreggiano con la tecnologia. Toccano, sfiorano, cliccano, provano: fanno touch e il mondo cambia. Più piccoli tra i piccoli, a tre anni si destreggiano nella tec-nologia al pari dei loro fratelli maggiori, disegnano, fotografano, ascoltano musica, dopo aver spinto qua e là a casaccio trovano il punto giusto, c’è da giurarci, il congegno si accende, e da quel momento è loro…Ma chi sono questi ragazzini che sembrano arrivare da un ultramondo e invece abitano le no-stre case? Impareranno a leggere, a scrivere, a fare i calcoli, ad allenare la memoria, senza, appunto, un touch su un computer? ... Dentro le aule, è arrivato un esercito di bambini ultra-sapienti in nuove tecnologie, ma ultra-inesperti forse nel ragionamento, nella riflessione, nella capacità d’ascolto...

I famosi cellulari! Li hanno quasi tutti, dai bambini piccoli ai nonni, pensionati, donne e uomini adulti. Per non parlare degli adolescenti che hanno in casa o in camera loro tecnologie di ogni genere: dalla psp, intendo ds, playstation, x-box, wii...ai cellulari, computer, iPod, iPhone...Noi adolescenti siamo “assatanati” di tecnologia. Il mio cellulare è la mia “mascot”, è sempre insieme a me, 24 ore su 24...La cosa che mi stupisce è che i ragazzi adolescenti imparino subito il meccanismo del cellulare, lo esplorano, invece gli adulti sono lenti a capire, ma non perché siano stupidi, anzi. Alcuni proprio non ne vogliono sapere niente dei cellulari: prendiamo mia nonna, ogni volta che ho cercato di spiegarle come si fa a mandare un sms, lei si è arrabbiata e mi ha detto: “meglio usare una lettera, che questo aggeggio inutile”. Mork

La tecnologia ha aiutato molto il lavoro ed ha velocizzato tutte le operazioni che 10 anni fa andavano fatte manualmente. Io ritengo che il computer sia un ottimo modo per fare ricerche e restare in contatto con gli altri, non per visitare siti non appropriati all’età che si ha. Il computer è un elemento caratterizzante della mia giornata e senza di esso la mia vita sarebbe composta da intervalli di grande solitudine. Penso che in questo momento si stiano creando troppe discussioni inutili su ragazzi legati alla tecnologia, non si devono privare i propri

PROBLEMA IMMIGRAZIONERubrica: Argomentazione

Articolo-stimolo di Francesco Ruggeri del 14/12/2010: Elhdy e le sue caratteristiche: - perde permesso di soggiorno - clandestino di ritorno - nazionalità: Senegalese - età: 36 anni Elhdy muore d’asma in una cella di Brescia. La versione ufficiale dice che Elhdy sia morto d’asma dopo un malore che lo ha colto in una camera di sicurezza di una stazione dei carabinieri.

GIOVANI HI-TECHRubrica: Argomentazione

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I problemi li hanno tutti e noi italiani pensiamo che siamo gli unici ad averli. Stanno arrivando dal Nord Africa barconi di immigrati, speranzosi, tri-sti, che vorrebbero ricostruirsi una vita. Arrivano da problemi che solo a sentirli si fa grosso il cuore. Patiscono sofferenze enormi. Vengono con nien-te, solo spirito d'iniziativa. E noi cosa facciamo? Li cacciamo, li denigriamo, li facciamo diventare criminali, solo perché vengono da un determinato paese. Abbiamo paura. Non vogliamo farli veni-re, li cacciamo e li facciamo tornare incontro ad una morte certa. Il razzismo purtroppo è dilagato. Nonostante gli errori del passato non si è ancora imparato a rispettare gli esseri umani per quello che sono, siamo prigionieri degli stereotipi. Essen-do prigionieri degli stereotipi, compromettiamo la nostra libertà e la nostra dignità. Non impareremo mai a scavare in fondo al passato di questa povera gente che ogni giorno lotta con la morte. Quando erano gli italiani ad emigrare? Quando erano gli italiani nel bisogno? Nella mia città all'annuncio dell'arrivo di immigrati la gente ha iniziato a bor-bottare, criticare. Ciò avviene per presunzione: ci crediamo migliori di qualcuno che ha bisogno ed è debole, ci chiudiamo nell'egoismo. Perchè l'Italia, paese delle idee libere e dell'uguaglianza, deve ri-manere prigioniera del pregiudizio che prepara il razzismo? Aiutare questa gente ci farebbe sentire migliori. Facciamo l'Italia la patria di tutti. Vesuvio

PROBLEMA IMMIGRAZIONE

continua a pag.52

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Secchione in rete Secchione in reteIl Secchione pag.52 Il Secchione pag.53

La mia esperienza con Wikipedia è, per ora, mol-to limitata. Infatti l’ho conosciuta per la prima volta nel 2007. La mia prima ricerca fu per compilare la scheda delle regioni italiane. Questa esperienza mi è piaciuta così tanto che ho iniziato a farci molte altre ricerche, sempre in occasione di viaggi o studi parti-colari fatti a scuola come: gli affreschi di Piero della Francesca sulla Leggenda della Vera Croce, gli affre-schi di Giotto sulla vita di San Francesco, le inven-zioni di Leonardo ed altri argomenti.Grazie all’articolo di Federico Rampini ho conosciu-to molte altre cose su Wikipedia: ad esempio che si espande alla velocità di 30 mila parole al mese; che chiunque può aggiungere altre voci; che in meno di 10 anni ha già 60 milioni di visitatori: i più frequenti sono studenti ma ci sono anche persone insospettabili come sceneggiatori TV o cinema; che l’azienda ha creato Wikipedia non a scopo di lucro, perché ci la-vorano dei volontari; che la versione inglese ha oltre 2 milioni di vocaboli (partono da Aa! il nome di un gruppo rock giapponese fino a Zzyzx, il nome di una frazione della contea di San Bernardino in Califor-nia). La cosa che mi ha stupito di più è stata quella che si possono aggiungere altre voci e che lo possano fare persone semplici, anche giovanissimi. Però Wi-kipedia ha dovuto contrastare gli attacchi di attori, politici o personaggi famosi che hanno trovato stra-falcioni nelle proprie autobiografie. È il rischio che si può correre quando c’è tanta libertà e partecipazione: per questo Wikipedia è una buona, anzi, OTTIMA in-venzione! Wlakers1

Leggendo l’articolo sul Blog “Il successo di Wiki-pedia, il sapere dal basso”, ho capito meglio il sito “esteriormente” ed “interiormente”, perché parla de-gli utenti e di quante volte consultano il sito, ma an-che della “redazione” e dei ricchi testi di ricerca che l’enciclopedia offre al pubblico (le due cose in parte sono collegate).Il fatto che Wikipedia sia usato anche per tesi univer-sitarie, non lo trovo del tutto giusto; penso che, anche se l’enciclopedia è molto ricca, può semplicemente dare una traccia, uno spunto, un’idea... ma non può

che ha quasi 6 anni, è invece inseparabile dai suoi giochi elettronici, tanto che quando lo chiamo per giocare all’aperto neanche mi ascolta? Questo è un problema: i bambini molto piccoli diventano “schia-vi” dei videogiochi, alla lunga potrebbero avere pro-blemi di varia natura, uno di essi è la Pigrizia.

AmbrosiniNon mi piace il Touch, perché cliccare con un dito, che supera la grandezza delle lettere sullo schermo touch, è difficile, anche se la scoperta del touch è nuova e per alcuni aspetti bella. Io preferisco il te-lefono normale con i tasti, perché su quel telefono basta usare il T9 e il sistema è più rapido. I telefoni touch hanno molte funzioni come la fotocamera, la vi-deocamera, la connessione Bluetooth, la connessione Internet ed altro ma il telefono, secondo me, deve avere solo due utilità: deve servire per telefonare e mandare messaggi. Lin97

Io penso che i bambini sotto i dieci anni, ma anche i ragazzi più grandi come me, non debbano usare inin-terrottamente oggetti elettronici, tra cui cellulari; in-nanzitutto perché i telefonini creano molti danni alla salute: i bambini devono stare all’aria aperta, non rinchiusi dentro casa ventiquattro ore su ventiquattro a giocare con la PlayStation; i bambini dovrebbero giocare con gli altri bambini, certo possono seder-si sul divano per guardare la televisione, però non a lungo. Questa è una delle cause dell’obesità in Italia e in altre parti del mondo...la PlayStation, il compu-ter o il cellulare stanno diventando una dipendenza, una droga. I genitori che vogliono vedere i loro figli felici devono fare il primo passo, educandoli ad una vita sana e semplice. Keyra

martedì 15 febbraionella Sala dei Convegni di Palazzo Trinci

si è svolto l’incontro dei ragazzi dell’I.C. Piermarini con lo Psicologo Paolo Raneri sul temaCOMUNICAZIONE INTERPERSONALE E RELAZIONI PERSONALI

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WikipediaRubrica: Argomentazione

essere la base solida per una tesi universitaria.Personalmente non visito molto il sito, anche se ho avuto occasione di consultare l’enciclopedia; solita-mente ci sono entrata per raccogliere notizie su luo-ghi, mete per gite scolastiche. Le notizie che trovi su Wikipedia sono ricche, accurate e dettagliate, spiega-no con chiarezza e con un linguaggio generalmente facile.L’idea di mettere il filtro agli utenti attivi, cioè a co-loro che costruiscono l’enciclopedia con i loro apporti tematici, è stata un’ottima idea secondo me; in que-sto modo si potranno evitare grossolani errori, magari voluti per fare scherzi.Wikipedia è nato da un’idea davvero buona, anche se al giorno d’oggi, specialmente da parte dei ragazzi, non viene usato sempre bene: c’è chi si limita a fare il “copia e incolla” delle ricerche, magari ci si aggiun-gono delle immagini provenienti da Google, per dare l’impressione di aver lavorato con una certa “fanta-sia”. Questo succede alla maggior parte dei ragazzi, ovviamente utenti “passivi”, molto “passivi”, non ci si concentra più sul testo, non si approfondisce e lo studio dell’argomento è solo apparente.Tuttavia c’è sempre, accanto alla minoranza “attiva” che lavora con dedizione ed impegno e non a scopo di lucro per arricchire il sito, quella parte di utenti fruitori “atti-vi” che se ne servono con interesse. Wikipedia sta ri-scuotendo un grande successo, chissà, forse i ragazzi d’oggi capiranno che è meglio leggere, capire e ap-profondire ciò che Wikipedia ci offre! Mitikabadgirl

figli di computer o cellulari ma si devono soltanto porre dei limiti nell’uso. Un social network molto usato dai ragazzi è Facebook, esso ti permette di entrare in un mondo virtuale da cui non è per niente facile uscire . Ronaldo

Io non sono un fissato della tecnologia ma, quando mi serve, la trovo utilissima. L’oggetto tecnologico che uso più di tutti è il mio cellulare per gli sms e se mi sparisse mi sarebbe difficile fare tutto bene. Pen-so che ormai, se ad un ragazzo come me levassi un qualsiasi oggetto non tecnologico, non ne sentirebbe molto la mancanza ma, se lo privi del suo cellulare o IPod, non saprebbe più che fare, perché ora la tecno-logia è parte fondamentale della nostra vita e nessuno di noi può farne più a meno. Terminetor

Ormai il mondo, che si sta evolvendo, ha e avrà sem-pre di più generazioni tecnologiche e touch. Infatti i nuovi piccoli geni tecnologici cresceranno con tecno-logie sempre più avanzate e ultramoderne. I giovani “tecnologici”, che vanno dai 3 anni fino a compren-dere la generazione dei teenagers, capiscono in un secondo tutto ciò che è tecnologico e fanno rimanere a bocca aperta i propri genitori. Ma questi ultimi non si rendono conto che i loro figli, quando sono a scuo-la, ragionano molto più lentamente di quando hanno davanti un iPhone o un iPad. Il fatto è che, con un oggetto tecnologico di qualunque tipo hai subito tutto pronto e a ragionare sulle azioni da compiere non ci metti niente, mentre studiare su un libro o scrivere un testo è più difficile, perché il procedimento è più lungo, complesso e le nuove generazioni come la mia a tutto questo non sono abituate. BadyBedy

Io uso cellulari touch e computer, ma penso di farlo nel modo giusto, quando in pratica è strettamente ne-cessario. Inoltre, a volte, gioco anche con i videoga-mes, limitandomi ad un’ora al giorno nel week-end. Preferisco stare all’aria aperta giocando a calcio e a tennis con i miei amici piuttosto che chiudermi in ca-mera e non avere contatti con l’esterno. Mio cugino,

Il Secchione pag.55Il Secchione pag.54

Articolo-stimolo di Maurizio CrosettiSempre più società selezionano giovanissimi da avviare al professionismo. Ma per gli esperti ci sono dei rischi. Qual è il tuo rapporto con lo sport? di MAURIZIO CROSETTICALCIATORI bonsai di anni uno. Tennisti miniaturizzati di diciotto mesi. Minuscoli giocatori di ba-seball in grado, non diciamo di colpire la palla con la mazza, ma neppure di spostarla di tanto così. È l’ultima americanata e riguarda lo sport, anche se la parola è impropria: cosa c’è di sportivo nell’at-tività fisica in fasce, già organizzata con i criteri delle squadre e delle leghe, sotto l’enorme ombrello del mercato?La notizia, anzi l’allarme, lo lancia il New York Times, raccontando che negli Usa esistono centinaia di società sportive per i bambini sotto i due anni. Si chiamano “The little gym”, oppure “Baby goes pro”, e già dal nome rivelano lo scopo: costruire in laboratorio mini atleti da selezionare per un pro-fessionismo non così lontano. Anche se il primo obiettivo è vendere iscrizioni, attrezzi ginnici (persino un lettino con le sbarre adattato), magliette e scarpe.“L’attività motoria infantile è giusta, l’esasperazione e l’agonismo mai”. Enrico Casella è l’allenatore di Vanessa Ferrari, la più brava ginnasta italiana. Il loro è uno sport dove si comincia da piccoli: “Ma non da piccolissimi, perché serve la possibilità di capire e scegliere. L’avviamento sportivo deve sem-pre essere disinteressato e giocoso: se poi il talento per le gare esiste, si capirà più avanti...

Secondo me non si può fare sport agonistico già dalla culla, perché è facilissimo che un bambino cre-scendo si stufi di quello sport quando ne è costretto. Certo tra tanti può darsi pure che nasca un campion-cino ma sono molti di più i genitori che sborseranno soldi per i figli che poi lasceranno quello sport. Io gioco a calcio e, anche se ho quasi quattordici anni e gioco a livello agonistico, non sopporto quei geni-tori che cercano in qualsiasi modo di far diventare i loro figli dei campioni. Personalmente, quando gioco a calcio, la cosa che mi dà più fastidio sono i genitori ”ultrà” che urlano ai figli in campo quello che devo-no fare. Terminetor

Ho cominciato a fare nuoto da quando avevo 5/6 anni...L’acqua rende tutto più facile, in questo senso il nuoto è uno sport che si può cominciare a qual-siasi età ma si deve cominciare per piacere. Penso in genere che far cominciare la pratica sportiva ai bambini quando sono troppo piccoli sia un errore. Lo sport non è una passeggiata, richiede impegno fisico e i bambini non possono fare sforzi già da pic-coli, altrimenti quando sono grandi si portano dietro

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Sono contraria allo sport in miniatura. È una cosa irrazionale quella di “sfruttare” dei bambini piccoli in campo sportivo; sono i genitori che sbagliano, e i piccoli sono indifesi. Certo che, chi in America ha introdotto quest’ultima moda, dimostra poco sentimento: possibile che l’unica cosa che importa sia solo sfruttare a scopo di lucro? Anche se i genitori volessero che i propri figli piccoli facciano un’attività fisica, non c’è problema, la possono fare tutti i giorni: camminando, saltando, giocando all’aperto, nei parchi, nei giardini. Secondo me, sarebbe anche meglio che i genitori non mandassero i figli piccoli in palestre, ma giocassero di più con loro! Io ho un buon rapporto con lo sport: pratico nuoto, corro la domenica (lo faccio solo qualche volta, non sempre), poi c’è l’educazione fisica a scuola, 2 ore a settimana.La prima volta che ho visto una gara di nuoto, mi sono innamorata di questo sport, mi è piaciuto, mi ha coinvolto subito! Ho cominciato a praticare il nuoto circa 1 anno fa. Quando sto in acqua mi rilasso, poi c’è l’allenamento che è fondamentale, do il meglio di me, mi diverto, a volte giochiamo in acqua. È questo il bello di uno sport: se vuoi praticarlo,deve piacerti, deve divertirti, che non sia un obbligo da parte dei genitori. Io personalmente ritengo che l’attività fisica, lo sport, sia importante nella vita di una persona, fa bene anche alla salute! Mork

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problemi di salute come ernie e scoliosi?! Secondo me i bambini devono scegliere da soli il loro sport al momento giusto e i genitori non devono influire sulle loro decisioni! Lo sport deve essere un piacere per chi lo fa, non un guadagno per le società o un vanto per i genitori dei “campioni”. Lin97

Io sono contrario a chi obbliga i bambini a fare sport troppo presto, perché magari i genitori erano campioni in quello sport, allora incitano i propri fi-gli a diventare come loro, forzatamente. Dove pratico sport mi capita di vedere spesso bambini troppo stan-chi, tristi e sempre arrabbiati. Lo sport si fa per diver-timento e per tenersi in forma. Da piccoli si dovrebbe correre, saltare, giocare e socializzare con gli altri in maniera spensierata. L’allenamento agonistico è una cosa per adulti. Am-brosini

Penso che i bambini molto piccoli non devono subito praticare uno sport agonistico, perché li si costrin-ge a eccellere, a diventare campioni: finiscono con il pensare che o sei il numero uno o sei un perdente. Ciò vale per la maggior parte degli sport, tranne che per la ginnastica ritmica, che praticavo fino a poche settimane fa: questo sport è meglio iniziare a prati-carlo molto presto. Io ho iniziato a sei anni, età limite per questa attività, e mi sono trovata bene perché è uno sport che forma il corpo, allunga i muscoli, ag-graziando i movimenti, inoltre è utile per misurare lo spazio in pochi secondi, perché per fare salti e lanci bisogna saper individuare il punto e la forza giusti, quindi aiuta la coordinazione. La ginnastica ritmica è uno sport che a me è sempre piaciuto praticare, an-che se, pur essendo brava, non lo ero quanto le altre. Ho abbandonato questa disciplina perché non riusci-vo più ad essere soddisfatta dei miei risultati. Keyra

Lo sport è parte integrante della nostra vita e penso che tutti dovrebbero praticarlo. Oggi però si esage-ra nel considerare i bambini già campioni all’età di quattro anni. I bambini hanno una muscolatura meno forte degli adulti e delle ossa più fragili, quindi non si devono sottoporre a sforzi eccessivi, si ha tempo di praticare lo sport al livello agonistico. L’articolo “campioni dalla culla” è fatto molto bene, spiega la realtà di oggi, piccoli bambini guardati come dei ta-lenti dello sport...giudicati dei campioni solo perché

continua a pag.56

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Il Secchione pag.56Secchione in rete

Il Secchione pag. 57Secchione in rete

Io penso che ognuno di noi debba avere rispetto per l’ambiente in cui vive insieme agli altri e per chi deve poi pulire quell’ambiente. Nella scuola bisogna fare del nostro meglio per non ridurla un immondezzaio e per alleggerire il lavoro delle bidelle già in via di estinzione. Io prima di usci-re dalla mia stanza controllo se c’è qualcosa per terra e pulisco il banco che è stato mio per tutta la mattinata, anche per aiutare loro. Far pulire un bagno ai bambini però è esagerato, fin troppo esagerato. Un bambino della scuola elementare non è ancora del tutto consapevole delle proprie azioni e se succede una cosa del genere si devo-no convocare i genitori per discutere con loro sul problema “educazione”, che non dovrebbe esse-re un problema ma in questi casi lo è ed è grave. Far pulire il bagno a tutti, quale efficacia ha sulla consapevolezza di ciascuno? È vero, chi sbaglia deve pagare, ma in questo caso si deve far “pa-gare” diversamente, perché... un’azione così dura non è giusta per molti, penso alla reazione degli innocenti! Spero che dopo questa cosa i bambini “irresponsabili” abbiano capito il loro errore ma con loro occorre fare altro. Ronaldo

Ho letto di una famiglia Inglese che è riuscita a ri-sparmiare così tanto da mettere la spazzatura di un anno in un solo sacchettino.? Non riesco a credere come abbiano fatto!!? Io e neanche mia madre sa-remmo riuscite a non usare più i sacchetti di plastica per andare a fare la spesa, anche se so che non si devono usare perché inquinano l’ambiente. Qualche volta usiamo le buste di stoffa ma non siamo abituate a prenderle, usiamo molto di più quelle di plastica e spesso le scordiamo a casa e ne richiediamo altre al negoziante! Comunque a me piace l’idea di ricicla-re, perché mi piace aiutare l’ambiente!!! Non voglio vivere in un paese pieno di spazzatura! Willeg97

Il riciclaggio è importantissimo per un mondo più pulito. Io personalmente faccio la raccolta differen-ziata: il Comune di Foligno in questi mesi sta distri-buendo i contenitori per far sì che tutte le case della città facciano questa raccolta. La cosa che mi rende un po’ scettico è pensare alla fine che faranno tutti questi rifiuti, se verranno davvero riciclati o messi in un unico cassonetto. I miei amici fanno tutti la rac-colta differenziata e tutti dispongono dei cassonetti (vetro, carta ecc...). Il riciclaggio è segno di gran-de rispetto per l’ambiente e per le persone che hai intorno ed è anche un modo per risparmiare soldi e produrre di più. Ronaldo

Nella mia famiglia c’è l’abitudine al risparmio ener-getico e al controllo dei rifiuti, anche se poco più di tre anni fa non lo consideravamo un dovere, mentre ora è diventato molto importante; rispettare e proteg-gere il pianeta, prenderci cura della nostra cara Ter-

ra, per noi terrestri, è un obbligo fatto di gesti quo-tidiani, che devono diventare abituali: la busta della spesa portata da casa meglio se di stoffa; pensarci su prima di buttare un tovagliolo, un foglio di carta (se ne consuma troppa!). Con un piccolo sforzo compiuto ogni giorno da tutti, possiamo rendere questo mondo un posto più pulito, siamo ancora in tempo per rime-diare al danno che l’uomo ha fatto alla natura!Keyra

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sanno palleggiare con una palla da calcio o giocare a tennis; se davvero lo saranno, lo dimostreranno con il tempo non con i video su “you tube”. Io sono molto scettico su queste cose, se vuoi bene ad un bambino ci stai insieme, ci parli, metterlo in mostra sul web non è segno di grande amore. Rolando

Questo articolo evidenzia la voglia di ribalta, anche a discapito dei figli, di genitori pronti a tutto pur di diventare famosi. Penso che ognuno debba scegliere ciò che per lui è più giusto, senza costrizioni, penso inoltre che l’agonismo a volte sia tremendo e insegna-re a bambini da subito come imparare a vincere ad ogni costo penso sia ancora più atroce. Così si inse-gna l’odio, la rivalsa, mentre lo sport dovrebbe essere la via dell’amicizia e del rispetto reciproco. Andando di questo passo questi bambini “talentosi”, li vedre-mo, tra qualche lustro, come sportivi aggressivi che puntano solo a vincere e non a divertire e soprattutto a divertirsi. Perché lo sport, dopotutto, resta, anche ai più alti livelli, divertimento. Vesuvio97

Secondo me è spregevole quello che molti adulti fan-no fare ai bambini, sicuramente contro la loro volontà:

L’articolo di riferimento dell’11 gennaio 2011, “Come non buttare niente”, parla di una fami-glia inglese che è riuscita nell’impresa riciclando tutto. Nel loro sito si firmano “Mr e Mrs Gre-en” e insegnano come si fa a non buttare (quasi) niente. E tu riesci a riciclare gli oggetti o i ma-teriali? E la tua famiglia e i tuoi amici e cono-scenti? Racconta se hai mai riutilizzato qualcosa invece di gettarla o scrivi una storia su rifiuti e riciclaggio.

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Articolo di riferimento: “Pulizia e Punizioni”In una scuola elementare di Padova i bambini saranno costretti a pulire i bagni in condizioni indecorose. La nota inviata alle famiglie. Geni-tori in rivolta: “I nostri figli non lo faranno”. Racconta le condizioni della tua scuola e dì cosa ne pensi?

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ancora piccolissimi, sono mandati a fare sport come se fossero grandi (campioni!) e non sono considerati per quello che sono, bambini. Calciatori di un anno, tennisti di 18 mesi, piccoli giocatori di baseball che non sono in grado di spostare una palla! Alcuni ge-nitori credono che bambini di età inferiore ai 3 anni sappiano fare cose eccezionali e sono convinti che, se fanno iniziare alla pratica sportiva i loro figli da pic-coli, magari con l’allenamento riescano a farne dei campioni. Questi genitori non sanno cosa stanno fa-cendo, perché secondo me i bambini non sono “cam-pioncini” ma “figli” che vogliono crescere in pace. Credo personalmente che tra tutti gli sport solo il nuoto sia lo sport migliore anche per un’età inferiore ai 3 anni, perché dopo tutto i bambini nella pancia delle loro mamme “sono in acqua”! Ma che bambini piccolissimi facciano sport agonistici con lo stile del professionista adulto lo trovo stupido e pericoloso: io non so a cosa questi genitori e queste associazioni sportive vogliano arrivare. Sicuramente i loro obiet-tivi sono molto lontani da quelli che deve avere ogni genitore per i suoi figli. Cicci97

continua da pag.55

Le Argomentazioni continuano

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UNA SCUOLA ECOLOGICA

L’articolo-monologo dello scrittore Roberto Saviano, trasmesso a “Vieni via con me”, racconta come l’im-mondizia sia una preziosa fonte di reddito per la criminalità organizzata. Leggendolo e commentandolo ci siamo indignati per quanto l’uomo è capace di fare a scopi di lucro e siamo ancora più convinti che dob-biamo impegnarci con coraggio a difendere l’Ambiente in cui viviamo. Lo scopo? Ammirare la bellezza dei Monti, quelli veri!

IL MONTE più alto d’Europa è il Monte Bianco: 4810 metri. Il più alto del mondo è l’Everest, con i suoi 8848 metri. Ma se noi immaginassimo una montagna fatta con i rifiuti illegali supererebbe la somma dei due: qualcuno ha calcolato che avrebbe una base di tre ettari e sarebbe alta più di 15mila metri. Quest’immensa mole è una preziosa fonte di reddito per la criminalità organizzata.Questo spiega perché in Campania, e non solo, la storia dell’immondizia lasciata a marcire per strada è, purtroppo, una storia infinita...È una emergenza che dura da moltissimo tempo. Vuol dire che un ragazzo che oggi ha 16 anni è cresciuto con l’idea che i sacchetti di plastica abbandonati sui marcia-piedi sono la normalità, come lo è il caldo d’estate e il freddo d’inverno. I cassonetti regolarmente svuotati, invece, sono un’eccezione...

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Una scuola ecologica è una scuola migliore sotto molti punti di vista. La nostra scuola è molto antica e bella, essa è tenuta in modo impeccabile ed io ci sono molto affezionato. Ha un’armonia architettoni-ca che rende tutto più bello: dodici colonne circon-dano il nostro chiostro, esse ricordano, nei colori, rosa e bianco, le pietre del nostro monte Subasio. Per rendere la scuola ancor più armoniosa con l’ambien-te, cioè più ecologica, bisognerebbe però fare di più: per esempio sarebbe utile l’installazione di pannelli fotovoltaici, sarebbe un primo passo verso una vita più pura e con risparmio. Essi possono alimentare grandi edifici senza spese anche se c’è il grande co-sto al momento dell’acquisto, perché realizzati con un’alta tecnologia. Per sviluppare energia sarebbe utile anche l’installa-zione di pale eoliche. La loro dimensione non permet-te attualmente alla scuola di possederne una ma, con un ridimensionamento della pala, si potrebbe ipotiz-zare un possibile impiego. La scuola accanto alla no-stra ne ha una a dimensione ridotte. Le pale eoliche in un territorio come il nostro non possono produrre energia che compensi tutto l’ edificio ma in parte sì: il vento non tira in maniera costante, ma questo non vuole dire che non possiamo possederne una. Al centro del nostro chiostro è presente un pozzo con una cisterna (come in tutti i cortili interni dei con-venti/palazzi della mia città): tornare a riutilizzarlo sarebbe un ottimo mezzo per conservare l’acqua pio-vana e usarla per innaffiare le aiuole e per pulire i bagni del piano terra della scuola, e ciò porterebbe ad un grande risparmio. La presenza di un termostato in classe sarebbe un’al-tra ottima idea che ci farebbe stare meglio e rispar-

miare. Spesso nella nostra classe il termosifone è ac-ceso ad una temperatura elevatissima e per questo si tengono le finestre aperte, è uno spreco di energia. Anche noi però dobbiamo dare un contributo, vestia-moci di più e viviamo in ambienti meno “hot”! Fare le lezioni all’aria aperta durante le giornate di sole, sarebbe magnifico! Le scuole devono essere tutte col-legate tra loro, non con delle barriere che le separa-no. Sarebbe una cosa bellissima un territorio compo-sto da tante scuole collegate da prati e percorsi verdi. Bisogna cementificare il meno possibile, più prati, più parchi, più Natura! Linkinpark97

I ragazzi della scuola impegnati nella cura delle aiuole del chiostro

MEGLIOLO SCOOTER!

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Io vivo a Foligno, in provincia di Perugia, le auto-mobili nella mia città vanno molto veloci ed io sono sempre più allertato quando vado in giro a piedi o in bici. Personalmente, ho dei genitori che con l’au-to non tengono una velocità molto alta per le strade della città, sono abbastanza prudenti. Le minicar le considero un’ottima soluzione di transito per colo-ro che, come noi giovanissimi, prendono la patente per vetture con cilindrata cinquanta. Ma io, quando raggiungerò i quattordici anni, prenderò lo scooter di mio fratello ormai neopatentato. Di minicar a Foli-gno ce ne sono davvero poche, io le considero più pe-ricolose dello scooter per la loro minuta dimensione, eppure ingombrante, e per il loro piccolo motore che non ti dà molta sicurezza. Ci sono anche dei vantaggi, però, come la comodità e la possibilità di viaggiare assieme ad un’altra persona. Comunque sia, se do-vessi decidere, preferisco lo scooter. Ronaldo

IL MONTE più alto del mondo

Il mio desiderio più grande è questo: niente più muri, cancelli che delimitino la scuola. La mia scuola è si-tuata all'interno di un polo scolastico, ma ogni struttura ha confini e chiusure. Sarebbe bello vederle tutte unite dentro un grande spazio verde, dove i ragazzi e gli insegnanti possono incontrarsi e parlare. Mork

Articolo di riferimentoWWF E REPSCUOLAIn occasione dell’anniversario della firma del Protocollo di Kyoto, il Wwf e Repubbli-ca@Scuola lanciano il premio giornalistico “La mia scuola non divora il pianeta!”.

Dalla mia finestra si vedono molte case ma non sto molto a guardare quello che realmente c’è, piuttosto guardo quello che io voglio vedere e immaginare e così inizio a sognare. Mi immagino sempre qualcosa che ha a che fare con il cielo, il mio sogno più ricor-rente è quello di me che sto volando tra le mutevoli nuvole che cambiano a seconda del mio umore, op-pure, quello dove mi trovo scalzo su di un bellissimo prato verde e inizio a correre senza pensare ai pro-blemi che ho. A me piace pensare che non ci si può fermare a quello che c’è fuori, al primo sguardo, ma che si possa andare oltre e “vedere” più in là. Terminetor

DALLA MIA FINESTRA articolo di riferimento:Inaugurata a New York una mostra con dipinti di pit-tori che ritraggono finestre e quel che si vede. L’idea dello sguardo e della soglia. Tra l’infinito e la vita di tutti i giorni. Scrivi cosa provi e quello che vedi quando ti affacci dalla tua.

DALLA MIA FINESTRA continua a pag.60

Il Secchione pag.60Secchione ultima pagina

il nostro bloge... per concludere!? ecco il nostro

fine anno

E F F E R R V E S C E N T ECiò che vedo dalla finestra della mia camera, quella che preferisco, cambia di volta in volta. Ciò può dipendere sia dal tipo di stagione, sia dalla giornata che ho passato che potrebbe essere bella o brutta. La mattina verso le sette, quando mi sve-glio in inverno ed apro la finestra, fuori è freddo, alcune volte è quasi buio ma comunque ciò che vedo cerco di cambiarlo a mio piacimento; cerco di immaginarmi la neve che da noi non c’è quasi mai, o invece cerco di immaginarmi la primavera che preferisco e in quell’istante mi manca mol-tissimo. La primavera arriva col suo grande ab-braccio caldo; ciò che vedo dalla finestra è quello che immaginavo in inverno, ma ancora più bello nei colori: il bianco del mio ciliegio, il viola del mio glicine che si arrampica dal giardino fino al secondo piano della mia camera.

DALLA MIA FINESTRA

Anche se ho passato una brutta giornata, quei bellis-simi fiori, incorniciati in quel momento per me, sono il mio spazio felice. Può capitarmi di vederli sbiadi-re, perdere tono, quando la tristezza è forte, ma quei momenti durano poco e tutto torna caldo e colorato dentro la cornice. Cicci

Secchione Augura ai suoi Amici Lettoriun’Estate Felicissima

GIOVEDÌ 26 MAGGIO 2011 ore 16.30 - 19.00 classe IA, Medley strumentale di canzoni italianeclassi IIA IIB IIC, “Ballando con la Storia”ore 21.00 Filarmonica di Belfiore, saggio finale

VENERDÌ 27 MAGGIO 2011 ore 21.00classi IIID e IIIE, “Cantando Insieme” canzoni in lingua Inglese, Mostra conclusiva progetto Robotica

LUNEDÌ 30 MAGGIO 2011 ore 16.30 classi IC Secondaria e V B Primaria Borroni, CONCIÒSIAMUSICACHE classi IIC e IIB, saggio strumentale classe IIIB musical CAMPROCK 2ore 18.00 classi I e IIE, Presentazione attività del laboratorio “Autobiografia”

MARTEDÌ 31 MAGGIO 2011 ore 10.00 presentazione del progetto multiculturale del-le scuole dell’Infanzia e Primaria di Scafali

ore 21.00 classi IIA IIB IIC danze “Ballando con la Storia”; classe IIIA musical GREASE

SABATO 4 GIUGNO 2011 ore 8.00 - 13.00Festa dello Sport nella scuola Primaria di Scafali

LUNEDÌ 6 GIUGNO 2011 ore 16.30classe IB e V Adi Borroni, CONCIÒSIAMUSICACHEclassi IIIA IIIB IIIC e gruppo Anthartica cantano i Beatles

MARTEDÌ 7 GIUGNO 2011 ore 21.00classi della Primaria di Scafali,”Insieme con la musi-ca”, saggio strumentale

MERCOLEDÌ 8 GIUGNO 2011 ore 19.00 Musica con il gruppo rock Antharticaore 20 Canti con il Coro dell’UNTRE

VENERDÌ 10 GIUGNO 2011 ore 17.00 Festa nella scuola dell’Infanzia Garibaldi ore 21.00 Il Saluto delle classi Terze della Secondaria