Economia e Regolamentazione Del Sistema Finanziario

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  • 7/25/2019 Economia e Regolamentazione Del Sistema Finanziario

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    Dispensa

    di

    Economia e regolamentazione del sistema

    finanziario

    di Luca Cavezzale

    aut Caear aut nihil

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    PARTE PRIMA

    Capitolo 1. Una visione dinsieme

    1. UNA RAPPRESENTAZIONE DEL SISTEMA FINANZIARIOUna classica rappresentazione del sistema finanziario quella di un circuito al quale concorrono diverse categorie di

    soggetti, fra i quali si stabiliscono vari rapporti economici.

    1) Le autorit di vigilanza. Sovraintendono al funzionamento dellintera struttura e hanno il compito di

    assicurare il rispetto della regolamentazione e il corretto funzionamento degli operatori nei rispettivi ambiti di

    competenza.

    2) Gli utenti finali.Operatori che intrattengono rapporti con il sistema finanziario. Lefamiglie da un lato, e le

    imprese e settore pubblico dallaltro. Le prime acquisiscono crediti versole imprese e il settore pubblico,trasferendo alle seconde risorse che possono essere utilizzate per il finanziamento dellattivit produttiva e

    degli investimenti. In questo modo assicurato il funzionamento dellintero circuito di produzione e

    distribuzione del reddito.

    3) Gli strumenti finanziari. Sono definiti attivit finanziarie, rappresentano un rapporto di debito/credito fra le

    parti in causa e sono il frutto di un contratto.

    4) Il processo di intermediazione.E il risultato complessivo del funzionamento del meccanismo del sistema

    finanziario, che fornisce anche al sistema economico i mezzi di pagamento necessari, svolgendo dunque una

    funzione di allocazione di risorse e una funzione monetaria

    5) I circuiti di intermediazione.Il processo di intermediazione si articola su vari circuiti:

    a) un circuito indirettoche passa attraverso gli intermediari, in cui le famiglie hanno crediti verso le

    banche, che concedono crediti a imprese/settore pubblico, attuando una trasformazione qualitativa del

    rapporto di finanziamento.

    b)

    un circuito diretto che passa attraverso i mercati, e pu essere distinto in:b1) investimenti diretti delle famiglie in azioni, obbligazioni e altri titoli. Le famiglie ha un rapporto

    finanziario diretto con le imprese, e sopportano direttamente tutti i rischi collegati alla loro detenzione.

    b2) investimenti che passano attraverso investitori istituzionali.Anche in questo caso il rischio

    sopportato direttamente dalle famiglie, ma le decisioni di investimento sono assunte da operatori

    specializzati allinterno di un mandato di gestione

    2. LE ATTIVITA FINANZIARIE: DEFINIZIONE E IMPLICAZIONIDal punto di vista economico definiamo attivit finanziaria un rapporto contrattuale nel quale entrambe le prestazioni

    delle parti sono denominate in moneta e scadono in tempi diversi, e prevede quindi trasferimento di potere dacquisto

    contro una o pi prestazioni future di segno opposto.

    La definizione economica consente di cogliere alcuni elementi fondamentali:

    a) la natura delcontratto sottostante, fondamentale per capire le caratteristiche dellattivit finanziaria. Dal

    punto di vista economico i contratti vengono distinti a seconda che essi comportino un rapporto di:- credito;

    - partecipazione;

    - assicurazione;

    - gestione del rischio;

    b) iltempo.Ci che contraddistingue unoperazione di finanziamento da altri rapporti di scambio la distanza

    temporale che separa le due prestazioni. Questa caratteristica rinvia alla distanza temporale tra il momentodella produzione di beni e servizi da quello della vendita. Il gap temporale produzione-vendita la

    determinante fondamentale del fabbisogno finanziario delle imprese e viene colmato con operazioni di

    finanziamento e la creazione di attivit finanziarie;

    c) il rischio.Nel caso del credito il rischio essenziale, ma non lunico, quello del mancato adempimento da

    parte del debitore degli impegni assunti. La valutazione del merito di credito, cio la capacit di rimborso da

    parte di chi riceve il finanziamento, lelemento che qualifica la nascita di ogni attivit finanziaria e nello

    stesso tempo spiega la natura fiduciaria del rapporto.d) linteresse. E la remunerazione per chi cede potere dacquisto, e richiede un compenso sia per la rinuncia a

    tale potere dacquisto, sia per il rischio sopportato. Una conseguenza fondamentale della dimensione temporale

    dellattivit finanziaria che il valore della moneta cambia nel corso del tempo. Ci equivale a dire che il tasso

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    dinteresse che lega il valore della moneta nel tempo positivo ed appunto la grandezza che guida le scelte

    sulluso inter-temporale delle risorse; se consumare o investire; in quali beni investire; come allocare un

    portafoglio di attivit finanziarie.

    e) linformazione. E al tempo stesso input e output dellattivit degli intermediari e dei mercati finanziari. Input,

    in quanto le decisioni degli operatori si basano su informazioni ; e anche output perch gran parte delle attivit

    finanziarie sono quotate su mercati variamente organizzati il cui scopo fondamentale quello di determinaregiorno per giorno un prezzo. Il prezzo esprime il giudizio di tutti gli operatori sul valore di una quota

    dellimpresa. Questa valutazione fornisce uninformazione fondamentale ad altri agenti economici nel

    processo di allocazione delle proprie risorse finanziarie.

    f) la natura monetaria.Il finanziamento pu anche avere per oggetto beni fisici, ma in uneconomia monetaria,

    tanto la prestazione iniziale, quanto quella finale riguardano somme di moneta. Labbandono dei sistemi

    fondati sulle merci (oro e argento) in favore di sistemi monetari basati su rapporti fiduciari implica un salto di

    qualit: la creazione dei mezzi di pagamento di uneconomia avviene per il tramite degli intermediari

    finanziari.

    3. TASSI DI INTERESSE, RENDIMENTI E VALORE MONETARIO DEL TEMPOIl tasso di interesse il ponte che unisce fra loro somme aventi scadenze diverse.

    Nel caso pi semplice, cio un capitale da rimborsare in un'unica soluzione alla scadenza avremo quattro elementifondamentali:

    V0 = valore al tempo 0;

    i = tasso di interesse;

    n =durata in anni;Vn = valore al tempon;

    che sono legati fra loro dalla formula classica del montante:n

    n iVV )1(0 +=

    o del valore attuale:

    n

    n iVV

    += )1(0

    La prima formula esprime unoperazione di capitalizzazione, cio determinazione del valore di una somma a una data

    futura, dati un certo valore iniziale e i pagamenti per interesse.

    La seconda formula esprime unoperazione di attualizzazione (o sconto): ci consente di dire qual oggi il valore di unasomma che scade tra n anni.

    Esprimono entrambe un interesse composto (gli interessi producono interessi) e quindi una relazione non lineare del

    valore iniziale rispetto al tasso di interesse.

    4. UNA PRIMA DEFINIZIONE DI INTERMEDIARIO FINANZIARIO.Lintermediario finanziario loperatore per il quale le attivit finanziarie costituiscono tipicamente le prevalenti

    attivit di bilancio; inoltre dal punto di vista economico, il rendimento delle attivit finanziarie stesse costituisce il

    reddito prevalente della gestione caratteristica. Come conseguenza lintermediario soggetto a una serie specifica di

    rischi di natura finanziaria.Le attivit finanziarie danno origine a interrelazioni assai strette, tanto da meritare la definizione di sistema. Ciascun

    sistema finanziario presenta caratteristiche fondamentali, che sono il frutto dellevoluzione storica dello specifico

    contesto istituzionale ed economico.

    5. LE FUNZIONI SVOLTE DAL SISTEMA FINANZIARIONelle moderne economie il sistema finanziario svolge tre fondamentali funzioni economiche:

    funzione di allocazione delle risorse;

    funzione monetaria;

    funzione di trasmissione della politica monetaria;

    5.1 La funzione di allocazione delle risorse

    Collegando il soggetto che risparmia con quello che investe, il sistema finanziario svolge una funzione di allocazione

    estremamente importante: distribuisce innanzitutto risorse (potere dacquisto) che verranno utilizzate per produrre benie risorse in futuro. Viene alimentato il processo di crescita di un sistema economico. E quindi cruciale che le risorse

    vengano allocate verso lutilizzo capace di massimizzare la crescita futura.

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    Lafunzione di allocazione basata su operazioni di credito, ed riconducibile alla necessit di collegare il risparmio

    allinvestimento. Ilrisparmio un deflusso dal circuito del reddito, mentre linvestimento un elemento aggiuntivo e

    autonomo rispetto alla domanda di beni di consumo. Queste due componenti devono essere collegate per realizzare la

    condizione di equilibrio. Il risparmio ex post eguaglia la somma di investimenti, deficit pubblico e surplus di parte

    corrente della bilancia dei pagamenti. Vale lidentit fondamentale:

    S = I + (G T) + (X M)

    Le risorse reali non consumate vengono utilizzate da coloro che investono, dal settore pubblico per la parte di spesa

    corrente non coperta dalle entrate correnti e dal settore estero quando questo acquista pi beni e servizi di quanti ne

    venda ai residenti. Perch questo circuito si chiuda necessario collegare il risparmio con le possibili forme di utilizzo.Quando il soggetto che risparmia diverso dal soggetto che investe, occorre un atto di prestitoper realizzare il

    collegamento.

    Chi risparmia deve cio prestare a chi investe il potere dacquisto che non si incorporato in beni di consumo.

    Questa cessione avviene necessariamente attraverso attivit finanziarie

    Il sistema finanziario realizza un pooling delle risorse finanziarie per rendere possibile il trasferimento di potere

    dacquisto dalle famiglie a imprese/settore pubblico.Primo passo: visione statica e definizioni fondamentali. Ogni operatore economico, titolare di beni e rapporti

    economici, ha un proprio bilancio composto da uno stato patrimoniale e da un conto economico.

    I punti essenziali sono: distinzione nellattivo di stato patrimoniale fra attivit finanziarie e reali

    natura del capitale netto (o patrimonio) come differenza fra il valore dellattivo e quello del passivo (net worth)

    il fatto che il patrimonio a una certa data la somma del patrimonio stesso alla data precedente di redazione

    del bilancio e del risultato netto del periodo (principio della partita doppia)

    evidenziazione nel conto economico di ricavi e costi della cosiddetta gestione caratteristica

    evidenziazione separata di voci che riflettono ricavi e interessi da attivit e passivit finanziarie, della voce che

    riflette il contributo delle immobilizzazioni al risultato corrente, delle imposte.

    Secondo passo: visione dinamica.I punti essenziali sono:

    le attivit (passivit) finanziarie a una certa data corrispondono alla somma delle attivit (passivit) alla data

    precedente, aumentate della variazione delle attivit (passivit) nel corso del periodo

    le attivit reali corrispondono alla somma delle attivit reali (immobilizzazioni) alla data precedente,

    incrementate della variazione del periodo, definita come investimento

    il patrimonio corrisponde alla somma del patrimonio alla data precedente, incrementato del risultato di periodo

    Possiamo quindi dire che:

    AF + I = PF + S

    da cui deriva una relazione fondamentale:

    S I = AF PF

    Tale differenza detta saldo finanziarioe riflette la posizione di ciascun operatore rispetto al sistema finanziario. Ogni

    differenza fra risparmio e investimenti deve essere compensata da una corrispondente variazione netta delle attivit e

    passivit finanziarie.Per questo motivo di solito le famiglie vengono definite operatori in surplus,mentre le imprese/settore pubblico

    vengono definite operatori in deficit.

    Il processo di investimento guidato dalla formula del valore: un incremento del capitale conveniente se il valore dei

    profitti lordi attesi superiore allesborso iniziale. Aggregando i risultati di tutte le imprese, aumenteranno le risorse

    complessive, cio il PIL.

    Il sistema finanziario svolge la propria funzione allocativa che pu essere esaminata almeno sotto tre profili importanti.a) Allocazione delle risorse fra operatori economici. Con i loro comportamenti, gli operatori del sistema

    finanziario decidono quali decisioni di investimento effettuare. Di conseguenza sul sistema finanziario grava la

    responsabilit di assicurare che le risorse vengano indirizzate agli usi pi efficienti.

    b) Allocazione delle risorse nel tempo. Le famiglie accumulano attivit finanziarie per avere risorse da utilizzare

    in futuro. Sostenere il reddito nel periodo successivo allet di lavoro tipicamente uno dei problemifondamentali delle moderne economie. A questo rispondo i sistemi pensionistici pubblici e privati. Il sistema

    finanziario ha dunque lenorme responsabilit di assicurare il livello di reddito e di consumo di ciascunindividuo nel corso della sua intera esistenza.

    c) Allocazione dei rischi. Le risorse rappresentano un potere dacquisto a cui alcuni soggetti (famiglie)

    rinunciano per prestarle ad altri (imprese). Le imprese devono quindi impiegarle in modo da ottenere un

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    risultato remunerativo delle risorse prestate. Il rischio che ci non avvenga il rischio fondamentale che grava

    sul sistema economico

    5.2. La funzione monetaria

    1. Moneta legale e moneta bancaria

    Gli strumenti di pagamento che vengono utilizzati nei moderni sistemi economici sono passivit di intermediarifinanziari. Attraverso i propri debiti, alcuni soggetti del sistema finanziario (banche centrali e ordinarie) consentono il

    funzionamento del sistema dei pagamenti.

    E utile approfondire la natura odierna della moneta.

    Oggi la moneta circola, in primo luogo, sulla base di un potere liberatorio attribuito dalla legge. Nelle moderneeconomie, la manifestazione fondamentale della sovranit monetaria si manifesta nellobbligo che hanno tutti i cittadini

    dello Stato di accettare quel genere monetario, conosciuto come moneta legale.

    Il fatto che gli strumenti che siamo tenuti ad accettare come mezzi di pagamenti siano passivit di banche centrali ha

    importanti implicazioni. A fronte di queste passivit, le banche centrali acquisiscono attivit finanziarie nei confronti di

    altre banche, del Tesoro e dellestero. Sono queste attivit a determinare il valore nel tempo della moneta legale. Se la

    banca centrale concedesse un volume eccessivo di crediti, la moneta finirebbe per valere meno, con conseguenteaumento dei prezzi.

    Linflazione ha un effetto negativo sulle attivit finanziarie perch ne riduce il potere dacquisto effettivo incorporato,

    riducendone la capacit di conservare valore nel tempo.Il problema fondamentale quello di garantire lafiducia nella moneta, ed questo il motivo per cui le istituzioni che

    emettono moneta legale hanno il compito principale di garantire la stabilit dei prezzi, attraverso le tecniche e gli

    strumenti della politica monetaria.Analizzando il secondo genere monetario,la moneta bancaria, la cui caratteristica principale quella di trasferire

    potere dacquisto incorporato in un conto corrente bancario, possiamo fare alcune considerazioni:

    Fin dal 700 le passivit a vista delle banche sono state utilizzate come mezzi di pagamento, non per effetto

    obbligatorio della legge, ma per effetto della convenzione basata sulla fiducia nel banche, di solito in grado di

    onorare i loro debiti. Cos nata la moneta bancaria.

    Il potere dacquisto incorporato nei depositi bancari pu essere frutto di una rinuncia al potere dacquisto, mapu essere anche la conseguenza di unoperazione di credito in cui la banca mette a disposizione di un soggetto

    economico potere dacquisto di nuova creazione. In questo modo le banche concorrono a determinare il

    volume dei mezzi di pagamento a disposizione delleconomia, potendo quindi influire sulle grandezze

    macroeconomiche. Assumono quindi la funzione di erogatori di liquidit a richiesta, base fondamentale dellaunicit della posizione delle banche nel sistema finanziario.

    La moneta bancaria circola sulla base di una convenzione fiduciaria. Circola quindi solo se il pubblico in

    generale considera sicuro che la banca sia in grado di onorare i propri impegni, e per questo motivo la moneta

    bancaria definita anche moneta fiduciaria.

    2. Il sistema dei pagamenti

    Ilpagamentopu essere definito come latto con il quale un operatore si libera di unobbligazione relativaallacquisizione di un bene/servizio. E un atto finale: una volta compiuto non sussistono pi, relativamente a quella

    specifica transazione, rapporti di tipo creditizio.

    Gli strumenti che compongono il sistema dei pagamenti possono essere classificati in base al soggetto produttore e alla

    tipologia tecnica.

    Alla base troviamo la moneta legale, con cui loperazione di pagamento si esaurisce nel passaggio materiale del

    biglietto da un soggetto allaltro. Poi troviamo i pagamenti effettuati con il deposito bancario a vista, tramite assegno ogiroconto. La moneta bancaria (o fiduciaria), invece presenta linnovativo aspetto della dissociazione tra mezzo di

    scambio e strumento di pagamento: il pagamento richiede solo uno strumento che segnali allintermediario che una

    determinata quantit di potere dacquisto deve essere trasferita dal debitore al creditore.

    Per questo motivo il sistema basato sulla moneta fiduciaria comporta il funzionamento di una infrastruttura, basata su

    accordi fra banche, sistemi di trasmissione di dati e documenti, impegno e garanzia della banca centrale.Caratteri del sistema dei pagamenti:

    Comporta unacomplessa struttura di procedure concordemente accettate da tutti gli aderenti al sistema,

    che attraverso procedure standard assicurano la diffusione del servizio, in quanto lutilit di uno strumento di

    pagamento dipende direttamente dalla stessa diffusione.

    Richiede uninfrastruttura tecnologicaaltamente sofisticata.

    Comporta untempo e ha quindi implicazioni finanziarie, poich il ciclo di ciascun atto di pagamento si chiudesolo quando il beneficiario originale ha ottenuto la conferma definitiva.

    Se c un credito, vi anche un rischiosopportato da qualcuno.

    Il regolamento la fase finale dellintero sistema. Ciascun operatore deve accettare la sua posizione di debito

    o di credito nei confronti di tutti gli altri partecipanti, e tali posizioni vanno regolate istantaneamente. Perch

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    questo succeda, le banche devono usare fra loro loro strumento avente liquidit assoluta, cio un debito della

    banca centrale. Questo il motivo principale del ruolo fondamentale di questa istituzione nel sistema descritto.

    5.3 La trasmissione della politica monetaria ed economica

    La terza funzione del sistema finanziario quella di meccanismo di trasmissione della politica monetaria edeconomica in genere, che influenza costantemente landamento generale delleconomia.

    Bisogna ricordare che:

    la politica economica ha vari obiettivi (detti finali) in termini di condizioni macroeconomiche: stabilit dei

    prezzi, crescita, occupazione

    fra gli obiettivi finali, la stabilit dei prezzi assume generalmente rilievo prioritario.

    la politica monetaria affidata alle banche centrali

    le banche centrali utilizzano strumenti che consentono di determinare lofferta di moneta e/o il tasso di

    interesse a breve

    le variazioni della quantit di moneta e dei tassi di interesse a breve determinano reazioni nei

    comportamenti di intermediari finanziari, famiglie e imprese

    se le reazioni di questi operatori sono conformi alle attese della banca centrale, la manovra di politica

    monetaria avr successo. In caso contrario, gli obiettivi finali non saranno raggiunti.

    Capitolo 2. Servizi e prodotti

    1. UNA TASSONOMIA DEI SERVIZI FINANZIARII servizi offerti dal sistema finanziario possono essere cos classificati:

    A.pagamenti;

    B. impiego intermediato di risorse;

    C. impiego diretto di risorse;D. impiego intermediato e fiduciario di risorse;

    E. finanziamento da intermediari;

    F. finanziamento diretto mediante strumenti finanziari negoziabili;

    G. negoziazione di titoli su mercati finanziari;

    H. copertura e gestione del rischio;

    I. assicurazione;J. consulenza;

    K. custodia.

    A. Pagamenti. Il sistema finanziario gestisce in primo luogo il meccanismo dei pagamenti che consente la

    circolazione di beni e servizi che compongono il prodotto interno e gli scambi dello stock di capitale esistente.

    Un flusso cos ingente richiede da un lato lesistenza di uno strumento (i depositi bancari a vista)universalmente accettato come mezzo di pagamento e dallaltro la complessa infrastruttura che consente

    tecnicamente lo svolgimento delle operazioni. La fase finale del regolamento ha sempre alla base la funzione

    monetaria svolta dalle banche, ma il servizio fondamentale fornito dal mercato in quanto luogo di

    organizzazione degli scambi.

    B.

    Impiego intermediato di risorse.a) Il prodotto fondamentale il deposito bancario in tutte le sue forme, e

    le istituzione sono tutte quelle a cui la regolamentazione consente di raccogliere risparmio in questa forma.b) comporta un pooling delle risorse.Linnovazione stata la creazione di unistituzione che servisse da

    veicolo a questo pool di risorse e che fosse in grado di impiegarle in operazioni delle quali meglio in grado di

    valutare la rischiosit. Caratteristica peculiare del pooling la divisibilit del servizio, che permette a ciascun

    risparmiatore di partecipare pro quote, anche di piccolo importo, ad un portafoglio di prestiti alle imprese.

    c) Un soggetto economico che sceglie unattivit finanziaria poich la ritiene meno rischiosa di quelle emesse

    dalle imprese, delega implicitamente alla banca di impiegare i fondi raccolti, si parla di delegated monitoring.C. Impiego diretto di risorse. Un risparmiatore che investe in azioni, obbligazioni o altri titoli stabilisce un

    rapporto diretto di credito o di partecipazionecon lemittente, caratterizzato da quattro elementi principali:

    a) Linvestitore assume direttamente il rischio collegato allattivit finanziaria acquisita.

    b) Limpiego avviene mediante unattivit finanziaria trasferibile. La nozione (anche giuridica) di valore

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    mobiliare fa riferimento proprio alla trasferibilit dei titoli, cio la capacit di essere mobilizzati e trasformati

    in attivit finanziarie liquide, ed stata progressivamente sostituita dalla nozione di strumento finanziario.

    c) La trasferibilit delle attivit finanziarie massima quando esse sono scambiate su mercati che esprimono

    con regolarit unprezzo, elemento fondamentale in quanto esprime le aspettative di compratori e venditori,

    che ne danno una valutazione.

    d) Per compiere tali valutazioni gli operatori hanno bisogno di informazioni sulle condizioni attuali e

    prospettiche dellemittente. Lo scambio basato su informazioni pubblicheed esprime il prezzo, a sua voltainformazione pubblica, ed espressione delle aspettative degli operatori

    D. Impiego intermediato e fiduciario di risorse. Quando un risparmiatore compra una quota di un fondo

    comune, acquisisce una frazione del portafoglio di titoli che costituiscono il patrimonio del fondo.

    a) Leffetto pooling qui massimo e consente di raggiungere anche con un modesto impiego i vantaggi della

    diversificazione del rischio.

    b) Anche in questo caso il rischio sopportato dallinvestitore, ma lelemento fondamentale che la scelta dei

    titoli delegata al fondo comune nellambito di un rapporto contrattuale definito dal regolamento del fondo.

    c) La delega rappresenta la caratteristica fondamentale. Il vantaggio per linvestitore che loperatore

    professionale delegato pu meglio sopportare i costi di ricerca e valutazione dei titoli.

    d) La delega comporta che il soggetto gestore ha lobbligo di agire nellinteresse esclusivo dellinvestitore.e) Il servizio in questione pu essere offerto in forma collettiva o in forma individuale

    E. Finanziamento da intermediari.Limpresa si rivolge ad una banca per ottenere le risorse per coprire il suo

    fabbisogno finanziario. I punti fondamentali sono:a) La concessione di prestiti rappresenta loperazione attiva fondamentale di intermediari e banche.

    b) La valutazione del merito di credito si articola nella fase di screening (selezione iniziale) e monitoring

    (valutazione delle condizioni dellaffidato durante la vita economica del prestito)c) Le informazioni su cui si basa la banca sono riservate,protette anche giuridicamente dal segreto bancario

    d) Il fatto di esercitare anche la funzione monetaria consente alla banca di affiancare al servizio di prestito

    anche tutti i servizi di pagamento, potendo quindi aumentare le informazioni sulla gestione dellaffidato.

    F. Finanziamento diretto mediante strumenti finanziari negoziabili.Il finanziamento diretto basato

    sullemissione di titolie presenta le seguenti caratteristiche fondamentali:

    a) Lemissione pu essere rivolta al pubblico indistinto (sollecitazione del pubblico risparmio), oppure aoperatori predefiniti (collocamento privato rivolto ad operatori qualificati)

    b) La sollecitazione del pubblico risparmio comporta particolari obblighi informativi, per mettere il pubblico in

    condizione di effettuare un investimento consapevole

    c) Lemissione organizzata da intermediari specializzati o sa sezioni specializzate di banche universali, a cuicompete di valutare le caratteristiche dellemissione, controllare le informazioni fornite dallemittente.

    G. Negoziazione di titoli su mercati finanziari.Tutti i mercati richiedono lintervento di operatori specializzati,

    che riducono i costi di informazione per compratori e venditori, facilitando lincontro domanda-offerta. Nei

    mercati finanziari i servizi relativi presentano le seguenti caratteristiche:

    a) Chi vuole acquistare (vendere) unazione/obbligazione richiede che qualcuno gli trovi una controparte

    adeguata, e implicitamente richiede anche che il prezzo finale sia il migliore possibile. Il servizio di

    negoziazione include quindi un elemento fondamentale di price discoveryb) Per limportanza di questa funzione, la negoziazione di strumenti finanziari su mercati organizzati

    riservata dalla legge ad intermediari specializzati

    c) Se un operatore si limita a mettere in contatto le due parti non d origine ad unintermediazione specifica,

    che si avr solo quando acquister le attivit finanziarie per rivenderle

    H. Copertura e gestione del rischio.Hanno come contenuto specifico la copertura e la gestione del rischio tutte

    le operazioni che riguardano i mercati a termine e gli strumenti derivati. Un operatore che acquista, facendoun calcolo economico basato su due termini (prezzo odierno/alla scadenza prevista), pu proporsi un puro fine

    di copertura (hedging) per neutralizzare qualsiasi variazione di prezzo intermedia. La logica dellhedging

    quella di trasferire il rischio da un soggetto ad un altro, disposto a vendere a una prezzo prefissato ad una

    determinata scadenza. Una posizione in derivati consente di assumere un rischio multiplo rispetto allimpegno

    di cassa richiesto (effetto leva).

    I. Assicurazione. Il contratto tipico caratterizzato da due prestazioni monetarie in tempi diversi. Al pagamentodi una somma (premio) da parte dellassicurato corrisponde limpegno a versare un capitale o una rendita

    finanziaria, al verificarsi di un certo evento collegato alla vita umana. Il servizio in questione riservato in tutti

    i paesi a societ sottoposte a regolamentazione specifica.

    J. Consulenza.La vendita al pubblico di qualsiasi attivit finanziaria comporta quasi sempre una qualche forma

    di consulenza anche indiretta. Il problema assume particolare rilievo nellipotesi sub C). Sempre maggiore

    importanza acquisisce la consulenza alle operazioni difusionee acquisizione.

    K.

    Custodia.In ogni operazione di deposito implicito un servizio di custodia. Alcuni servizi bancari hanno uncontenuto esclusivo di deposito, altri, come la custodia dei titoli, hanno acquisito sempre maggiore importanza

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    2. I SERVIZI FINANZIARI AMMESSI AL MUTUO RICONOSCIMENTOLa normativa di ciascun paese definisce le modalit e le condizioni in base alle quali gli operatori economici possono

    erogare i servizi finanziari.

    Nellordinamento europeo ed italiano assumono importanza fondamentale due elenchi di servizi, contenuti:

    nel d.lgs. 1 settembre 1993, n. 385 (Testo unico bancario, T.U.B.)

    nel d.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 (Testo unico della finanza, T.U.F.)

    Si tratta dei servizi ammessi al mutuo riconoscimento, che essendo stati autorizzati da un paese dellUnione europeadevono essere riconosciuti automaticamente dagli altri stati in base al c.d. passaporto europeo.

    Capitolo 3. I rischi dellattivit finanziaria

    1. RISCHIO E SISTEMA FINANZIARIOIl rischio di unattivit finanziaria collegato al fatto che essa prevede prestazioni monetarie separate nel tempo, vi quindi una prestazione certa e un risultato incerto.

    Definiamo come rischio la variabilit attesa dei risultati ottenibili da unattivit finanziaria.Tipologie fondamentali di rischio:

    1. rischio di credito, collegata alla mancata prestazione (totale o parziale);

    2. rischio di controparte, collegato alladempimento della controparte nelle operazioni di pagamento/regolamento

    del titolo;3. rischio monetario, collegato alla possibile erosione del potere dacquisto nel corso della vita economica

    dellattivit finanziaria;

    4. rischio di mercato, collegato a variazioni del valore delle attivit finanziarie;

    5. rischio di liquidit, collegato allequilibrio fra entrate e uscite finanziarie di un intermediario;

    6. rischio di insolvenza, collegato alla probabilit che il valore economico dellattivo di bilancio di un

    intermediario sia inferiore al valore delle sue passivit;

    7. rischio operativo, collegato al fatto che i ricavi possono risultare stabilmente insufficienti a coprire i costi

    8. rischio sistemico, che deriva dallestensione epidemica di rischi da un operatore ad altri.

    2. IL RISCHIO DI CREDITOLa nozione di rischio di credito intuitiva: un debitore pu non adempiere in tutto o in parte ai suoi impegni relativi al

    pagamento degli interessi e al rimborso del capitale. Tutte le attivit finanziarie, ad eccezione dei debiti di uno Statosovrano denominati nella valuta di quel paese, presentano un rischio di credito.

    Un rischio di credito deve essere in qualche modo compensato. Per ogni attivit finanziaria occorre prevedere i risultati

    possibili e ottenere un adeguato compenso incorporato al tasso di interesse richiesto (premio al rischio), per il rischio

    mediamente sopportato dalla parte.

    La valutazione del merito di credito fondamentale per lattivit di intermediari e banche, in quanto bisogna

    individuare la relazione che consente di minimizzare i rischi di selezione avversae di moral hazard.

    Quella esaminata la perdita attesa, che va distinta dalla perdita inattesa, che si riferisce al fatto che le perdite ex

    post possono essere superiori a quelle calcolate ex ante

    Il fatto che un intermediario detenga un portafoglio di prestiti permette di ottenere i vantaggi delladiversificazione.

    Perdita attesa, perdita inattesa e diversificazione sono le tre componenti fondamentali del rischio di credito.

    3. IL RISCHIO DI CONTROPARTEIl rischio di controparte sorge quando un operatore adempie la sua prestazione prima di essere sicuro di ricevere la

    controprestazione, e quindi gli operatori sono esposti al rischio di non chiudere i contratti stipulati, con effetti economici

    che possono assumere dimensione sistemica. A differenza del rischio di credito, il rischio controparte non collegato

    alla concessione di un prestito, ma al funzionamento del sistema dei pagamenti e alle operazioni su titoli e cambi.

    Si manifesta in diverse forme:

    rischio di consegna (delivery risk): una parte non adempie alla sua obbligazione in uno scambio che dovrebbe

    essere contestuale.

    rischio di sostituzione (substitution risk): riguarda i mercati a termine con prestazioni corrispettive e si

    riferisce alla possibilit di perdita per la parte solvente.

    Il rischio di controparte implica la partecipazione diretta o indiretta delle banche centrali ai sistemi di pagamento. Labanca centrale, grazie al credito di ultima istanzariduce il rischio in questione ed in grado di evitare fenomeni di

    contagio derivanti dalleventuale insolvenza di un operatore.

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    4. IL RISCHIO MONETARIOE collegato alla perdita di potere dacquisto nel corso della vita economica dellattivit finanziaria.Se per unattivit finanziaria con scadenza un anno previsto un interesse r e nel corso dellanno il livello generale dei

    prezzi aumenta dip, il compenso effettivamente ricevuto dal creditore si riduce a r-p, che la misura reale del

    trasferimento effettivo di risorse fra creditore e debitore. Ovviamente sep fosse maggiore dir, il flusso di risorse

    sarebbe invertito, ed il creditore riceverebbe una remunerazione reale negativa. Per il debitore vale la relazione opposta:

    uninflazione superiore al tasso di interesse nominale comporta di fatto una riduzione del debito in essere.

    5. IL RISCHIO DI MERCATORiguarda la possibilit che variazioni dei fattori di mercato determinino una variazione positiva/negativa di una

    posizione assunta da un intermediario. In questa categoria possiamo distinguere:

    1. Rischio di interesse. Collegato al fatto che il valore di mercato di unattivit finanziaria pu cambiare per

    effetto di variazioni del tasso di interesse. Pu essere a sua volta scomposto in due parti:a) rischio di prezzo, relativo alla possibilit che il tasso alla fine del periodo sia maggiore (minore)

    rispetto al periodo iniziale; determinando una diminuzione (aumento) di prezzo del titolo;

    b) rischio di reinvestimento, collegato al fatto che i tassi a cui saranno investiti i flussi di cassa percepiti

    nel corso della vita dellattivit finanziaria possono essere maggiori (minori) di quelli impliciti nel tasso di

    rendimento a scadenza, causando un rendimento di periodo maggiore (minore) di quello previsto.Le due

    tipologie agiscono in senso opposto: per il rischio di investimento se i tassi di interesse aumentano, ilvalore dellattivit diminuisce, ma il flusso di cedole potr essere reinvestito ad un tasso superiore di

    quello precedente.

    2. Rischio di valuta. Per le attivit denominate in valuta, quando la variazione esogena di una condizione di

    mercato(in questo caso il tasso di cambio) determina una variazione del valore dellattivit finanziaria.

    6. IL RISCHIO DI LIQUIDITALa liquidit di unattivit finanziaria viene definita come la sua attitudine a essere trasformata rapidamente ed

    economicamente in moneta, e dipende principalmente dalla durata e dalle dimensioni del mercato in cui lattivit

    trattata. Il rischio di liquidit attiene alla necessit di mantenere condizioni di equilibrio tra flussi in entrata e flussi in

    uscita, per poter far fronte agli impegni di pagamento.

    La liquidit fondamentale per la banca in quanto garante della liquidit dellintero sistema economico.

    Le banche sono esposte a tale rischio in quanto una parte delle loro attivit (i prestiti, non negoziabile in mercatisecondari e perch il loro passivo a vista soggetto a rischio prelievo ed un multiplo delle riserve di moneta legale. Si

    dice quindi che operano in regime di riserva frazionaria, e non possono quindi fronteggiare una simultanea richiesta

    di rimborso di tutti i depositi.

    Ma la liquidit non dipende solo dalle riserve di contante, ma anche altri fattori come la possibilit di vendere sul

    mercato senza perdite in conto capitale e la possibilit di emettere nuove passivit.

    Quando nei mercati finanziari, per eventi esogeni e straordinari, si verificano improvvise cadute dellofferta di fondi, siverifica il rischio di liquidit del mercato.

    Per fronteggiare le conseguenze di un simile evento, le banche possono usufruire del credito di ultima istanza,

    concesso dalle banche centrali in situazioni temporanee di illiquidit, in quanto il problema di liquidit di un

    intermediario pu avere ripercussioni di carattere sistemico particolarmente gravi.

    7. IL RISCHIO DI INSOLVENZA

    Insolvenza la condizione di un operatore economico che si trovi ad avere attivit per un valore economico inferiore aquello delle passivit, dunque con patrimonio netto negativo.

    Loperatore insolvente non potr soddisfare integralmente i creditori.

    Anche il rischio di insolvenza pu avere ripercussioni di carattere sistemico.

    8. IL RISCHIO OPERATIVORiconducibile alla possibilit che inadeguatezze nei processi, comportamenti umani illegali o inappropriati, carenzetecnologiche e fattori esterni, possano generare una riduzione di ricavi o un incremento inatteso dei costi, che causano

    una inattesa riduzione del profitto.

    Il rischio operativo ricondotto a quattro principali cause:

    1. processi interni (rischio di processo);

    2. risorse umane (rischio umano);

    3. sistemi tecnologici (rischio tecnologico);

    4.

    fattori esterni(rischio da fattori esterni).

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    Va osservato che il rischio operativo, a differenza delle altre tipologie, appartiene alla gamma dei rischi puri,che si

    differenziano dai rischi speculativiperch individuano situazioni che possono risolversi in una perdita, ma non anche

    in un guadagno per il soggetto esposto al rischio.

    9. IL RISCHIO SISTEMICOSi riferisce alla probabilit che linsolvenza o linadempienza di un intermediario si trasferisca al sistema bancario e

    allintera economia.Liquidit e solvibilit sono gli aspetti fondamentali che possono dare origine a fenomeni di carattere sistemico.

    10. CRITERI DI MISURAZIONE DEI RISCHI DI UNATTIVITA FINANZIARIA1. Durata e duration. E intuitivo che la durata di unattivit influisce sulla sua esposizione ai rischi di

    mercato. La duration misura la variazione di prezzo di una determinata attivit finanziaria rispetto a una

    variazione unitaria del tasso di interesse.

    2. Varianza dei rendimenti attesi.Misura statistica di dispersione attorno al valore medio di una generica

    variabile causale che in questo caso il rendimento atteso.

    3. Value at risk.Il rischio pu generare sia perdite (negativo) che guadagni (positivo). I soggetti sono pi

    sensibili alle perdite. Va quindi considerato maggiormente il downside risk, la cui misura costituita da due

    componenti: ammontare della possibile perdita, e dalla sua probabilit di realizzazione. Utilizzando la

    distribuzione di probabilit della variabile causale possiamo determinare il valore di perdita massima.

    Capitolo 4. La regolamentazione del sistema finanziario

    (vedi parte giuridica)

    Capitolo 5. Intermediari, investitori istituzionali e mercati

    1. GLI INTERMEDIARI FINANZIARIGli intermediari finanziari sono accomunati da quattro caratteristiche fondamentali:

    1. attivit e passivit finanziarie sono la componente fondamentale del loro bilancio;

    2. costi e ricavi derivano dalla produzione e dallo scambio di attivit finanziarie e sono rappresentati dainteressi e commissioni;

    3. sono soggetti ad una serie di rischi specifici derivanti dalle attivit e passivit finanziarie;

    4. sono soggetti a particolari forme di regolamentazioneper perseguire obiettivi di stabilit, trasparenza,

    correttezza e concorrenza.

    In base alle loro funzioni economiche possono essere classificati in varie categorie e sottocategorie.

    Gliintermediari in senso strettosono quelli che sistematicamente si interpongono fra gli utenti finali (imprese,famiglie, settore pubblico).

    Possono essere divisi in :

    1. Sistema bancario. Composto da banca centrale e banche

    2. Altri intermediari creditizi

    3. Sistema postale

    4. Banche di investimento mobiliare

    2. GLI INVESTITORI ISTITUZIONALILa categoria degli investitori istituzionali raggruppa categorie eterogenee di operatori, accomunati dal fatto che la loro

    attivit di impiego orientata esclusivamente al mercato finanziario.

    Sono istituzioni finanziarie specializzate che gestiscono il risparmio per conto di investitori individuali al fine di

    conseguire uno specifico obiettivo in termini di livello di rischio accettabile, di massimizzazione del rendimento atteso,

    di scadenza delle attivit detenute. (vedi anche risparmio gestitoe assett management)Caratteristiche fondamentali degli investitori istituzionali:

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    Linvestitore istituzionale ha in genere un obbligo di rendimento, mentre lintermediariofinanziario ha solo

    obbligo di restituzionedelle somme versate (aumentate degli interessi).

    Gli investitori istituzionali si specializzano nella costruzione di portafogli per sfruttare i vantaggi della

    diversificazione.

    Nella maggior parte dei casi esiste una delega esplicita alla gestione dei portafogli, che prevede linee-guida e

    criteridi scelta cui il gestore si deve attenere.

    La gestione del portafoglio pu essere realizzata in forma collettiva o individuale La gestione del portafoglio pu essere realizzata anche sulla base di unattivit di intermediazione vera e

    propria, come nel caso delle imprese di assicurazione.

    Della categoria degli investitori istituzionali, i fondi comuni di investimento rappresentano lelemento principale.

    Le principali tipologie sono:

    1. Fondi comuni di investimento mobiliare aperti. In cui i partecipanti hanno diritto di sottoscrivere nuove

    quote e chiederne il rimborso in qualsiasi momento. Una sottocategoria quella dei fondi di mercato

    monetario, che investono in strumenti finanziari altamente liquidi.

    2. Fondi comuni di investimento chiusi.Non prevedono per il partecipante la possibilit di entrare

    mediante la sottoscrizione di nuove quote e uscire mediante il riscatto delle medesime. Devono

    necessariamente assumere la forma chiusa i fondi che investono in attivit immobiliari, strumenti

    finanziari non quotati in misura superiore al 10% del patrimonio, in crediti e altri beni diversi dagli

    strumenti finanziari.

    3.

    Fondi comuni di investimento immobiliare.Fondi chiusi che investono esclusivamente oprevalentemente in beni immobili, diritti reali immobiliari e partecipazioni in societ immobiliari.

    4. SICAV.(societ di investimento a capitale variabile) Organismo collettivo simile al fondo comune, in cuila titolarit per rappresentata non da una quota, ma da unazione ordinaria; la differenza sta nel fatto

    che linvestitore non acquista quote di patrimonio, ma diventa socio della SICAV, e pu chiedere in

    qualunque momento il rimborso delle azioni.

    5. Fondi speculativi. (hedge funds) Raggruppano una serie molto eterogenea di operatori, accomunati dal

    fatto di attuare strategie di investimento basate su un forte ricorso alla leva finanziaria. Si tratta di un

    investimento solo per operatori qualificati e con alta propensione al rischio. Nella normativa italianapossono essere costituiti in forma aperta o chiusa, non possono avere pi di 100 partecipanti, prevista

    una sottoscrizione iniziale di almeno 1.000.000 , e non possono essere oggetto di sollecitazione

    allinvestimento.

    6. Fondi pensione.Occorre distinguere fra tre pilastri:

    previdenza obbligatoriapubblica, normalmente a ripartizione

    previdenza complementare, ad accumulazione, normalmente attraverso i fondi pensione

    previdenza individuale, si basa su forme individuali di risparmio

    Distinguiamo tra metodi a ripartizione e ad accumulazione.

    a) Metodo a ripartizione : realizza una redistribuzione del reddito fra generazioni; le pensioni dellanno t

    sono pagate dai contributi versati dai lavoratori in servizio nello stesso anno.

    Metodo ad accumulazione (o a capitalizzazione), consente di ridistribuire il reddito nel corso della vita di unindividuo , perch le pensioni di ciascun lavoratore rappresentano la rendita del capitale da ciascuno

    accumulato durante il periodo di lavoro. Il metodo pu a sua volta essere:

    a prestazione definita, al lavoratore viene assicurato un determinato livello di pensione

    a contribuzione definita,il lavoratore si impegna ad una serie di pagamenti e il capitale a

    scadenza dipende solo dal tasso di rendimento ottenuto.

    Dal punto di vista della struttura i fondi pensione si possono distinguere in fondi interni, esterni e aperti.I fondi pensione aziendali,o interni,sono caratterizzati dal fatto che i contributi del datore di lavoro e dei

    lavoratori non escono dal patrimonio del primo.

    I fondi pensione aziendali esternisono costituiti attraverso la formazione di un patrimonio separato sia dal

    datore di lavoro, sia da quello del lavoratore e trasferito ad un soggetto diverso, che assume lobbligo di

    effettuare le prestazioni pensionistiche integrative o aggiuntive. In Italia vengono definiti fondi negozialio

    fondi chiusi(solo per distinguerli daifondi aperti).

    I fondi aperti sono costituiti da societ di gestione del risparmio e sono destinati a tutti i lavoratori privi di

    fondi pensione contrattuali

    3. I PRINCIPALI MERCATI DEL SISTEMA FINANZIARIOI mercati sono la terza componente del sistema finanziario. Le loro caratteristiche principali:

    realizzano un collegamento diretto fra creditori e debitori finali;

    sono alimentati da strumenti negoziabili, che consentono allinvestitore un impegno pi breve e pi liquidorispetto a quello assunto dallemittente

    esprimono prezzi che riflettono il valore economico attribuiti dagli operatori ad un determinato strumento

    sono alimentati da informazioni pubbliche

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    nonostante il collegamento diretto debitori/creditori, richiedono linterposizione di operatori specializzati nella

    fase di emissione; collocamento, negoziazione;

    sono generalmente organizzati in forma di impresa

    Per ogni mercato vanno tenute in considerazioni quattro distinzioni fondamentali:

    1. Mercato primario vs. mercato secondario.Il mercato primario quello delle nuove emissioni di

    titoli: ha la funzione di esprimere un prezzo per i titoli di nuova emissione e fornire fondi

    allemittente. Il mercato secondario quello in cui vengono scambiati titoli gi emessi, ed ha lafunzione di esprimere nel continuo il prezzo dei singoli titoli emessi e consentire allacquirente

    originario di liquidare il proprio investimento.

    2. Mercato retail vs.mercato allingrosso. I mercati allingrosso sono riservati agli operatori

    professionali, che operano in grandi quantit e con modalit organizzative adeguate alle loro esigenze.I mercati retail sono quelli a cui pu accedere la generalit degli investitori privati.

    3. Mercato domestico vs.mercato internazionale. Il mercato domestico caratterizzato da un nesso

    sufficientemente stretto fra nazionalit degli operatori e regolamentazione del paese di riferimento. I

    mercati internazionali invece, pur essendo sottoposti alla disciplina di un paese, sono caratterizzati da

    regole standardizzate, relativamente pi leggere.

    4. Mercato regolamentato vs.mercato organizzato. I mercati regolamentati sono disciplinati daspecifiche norme generali e di vigilanza. I mercati organizzati (OTC, over the counter) si sviluppano

    sulle specifiche esigenze delle parti contraenti.

    Ulteriormente i mercati potranno essere distinti in: Mercato monetario: il canale di raccolta di fondi a breve pi rilevante per imprese e

    settore pubblico, e rappresenta per esse lalternativa al credito bancario. Tutti i titoli che

    compongono il mercato monetario hanno durata breve (inferiore allanno). Si tratta quasi

    sempre di attivit a rischio quasi nullo, come BOT, depositi interbancari, accettazioni

    bancarie

    Mercato dei cambi:riguarda gli scambi fra valute di paesi differenti

    Mercato finanziario: in cui si negoziano titoli a lungo termine. In esso si formano il tasso

    di interesse a lungo termine e il prezzo delle azioni. Si divide in mercato dei titoli di Stato,

    obbligazionario, azionario.

    Capitolo 6. Il sistema bancario: banca centrale e banche

    1. IL SISTEMA BANCARIO E LA FUNZIONE MONETARIALinsieme della banca centrale e delle banche definito come sistema bancario, nucleo di operatori accomunati dal fatto

    di svolgere una funzione monetaria in quanto le loro passivit sono accettate come mezzo di pagamento o in forza dellalegge (banca centrale), o sulla base di un atto di fiducia (le banche).

    2. LA BANCA CENTRALELe banche centrali sono istituzioni pubbliche, incaricate di emettere la moneta legale, gestire il sistema dei pagamenti e

    realizzare la politica monetaria. La loro missione fondamentale quella di garantire la stabilit dei prezzi e

    delleconomia nel suo complesso e del sistema finanziario in particolare

    2.1 Le funzioni delle banche centrali oggi

    a. Svolgimento della politica monetariaLe banche centrali sono incaricate della gestione delle riserve valutarie del paese e delle operazioni in cambi.

    Inoltre sono responsabili del funzionamento del sistema dei pagamenti, si perch garantiscono la liquidit delle

    singole banche con il credito di ultima istanza, sia perch dal sistema dei flussi quotidiani originato dal sistema dei

    pagamenti derivano operazioni di credito-debito fra banche che danno origine ad uno dei tassi a brevefondamentali.

    b. Credito di ultima istanza e garanzia di stabilit del sistema nel suo complessoIl credito di ultima istanza quello concesso dalla banca centrale alle banche, come ultima linea cui le banche

    possono ricorrere per soddisfare le esigenze di liquidit, dopo aver fatto ricorso alla vendita di attivit sul mercato

    (o allemissione di nuove passivit) prima, e al credito di altre banche dopo.

    c.

    Funzioni di vigilanzaAnche dove esistono istituzioni separate incaricate della vigilanza di stabilit, le banche centrali sono comunque

    coinvolte nella supervisione bancaria o perch incaricate di vigilare su particolari categorie di rischio, o di svolgere

    attivit ispettiva, o perch partecipanti agli organi direttivi dellautorit di vigilanza o infine perch condividono

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    risorse e mezzi con questultima. In Italia la banca centrale a pieno titoli investita di poteri di vigilanza sulle

    banche.

    d. Gli strumenti della politica monetariaPer realizzare gli obiettivi della politica monetaria, le banche centrali si avvalgono di vari strumenti mediante i

    quali esse influiscono sui tassi di interesse, determinano le condizioni di liquidit e segnalano lorientamento

    generale della politica monetaria.

    Vanno segnalati:

    Operazioni di mercato aperto,di acquisto/vendita di titoli sul mercato, che aumentano/diminuiscono la

    liquidit delle banche e delleconomia.

    Operazioni in contropartita diretta con le banche,determinano assorbimento o creazione di liquidit.

    Riserva obbligatoria,ciascuna banca europea deve mantenere su un conto di deposito presso la banca

    centrale una riserva pari ad una determinata percentuale dei depositi raccolti dalla clientela. Si crea in

    questo modo una variazione della domanda di fondi liquidi da parte delle banche proporzionale

    allincremento dei depositi.

    3. LE BANCHE3.1. Caratteristiche economiche essenziali

    La banca il perno dellintermediazione complessiva. Le caratteristiche economiche principali sono:

    una parte rilevante delle sue passivit ha natura monetaria

    lattivo del suo bilancio costituito in gran parte da prestiti non liquidi e non mobilizzabili

    La definizione giuridica basata sul contemporaneo esercizio dellattivit di raccolta e di impiego. Nellordinamento

    europeo si definisce come banca unistituzione che eroga credito e raccoglie depositi presso il pubblico.

    Gli art. 10 e 11 del TUB (testo unico bancario) mettono in evidenza alcuni aspetti fondamentali della disciplina

    generale.

    In primo luogo una duplice riserva di attivit a favore delle banche: quella dellesercizio dellattivit bancaria, e

    quella della raccolta del risparmio fra il pubblico. E possibile quindi concedere prestiti senza essere banca, ma non

    possibile raccogliere risparmio.

    In secondo luogo lesercizio dellattivit bancaria ha carattere dimpresa.

    In terzo luogo va segnalato lapproccio logico seguito dal legislatore europeo, che quello di definire in modo

    ristretto lattivit bancaria ma di non portare alcuna limitazione alla possibilit di offrire lintera gamma dei servizi

    finanziari.

    3.2. Lautorizzazione

    In tutti gli ordinamenti lesercizio di attivit bancaria legato ad uno specifico provvedimento di autorizzazione.

    Fondamentali sono i due artt. 13 e 14 del Testo unico bancario,dai quali si evince che:

    Il patrimonio iniziale della banca deve essere superiore a quello minimo fissato per le societ di capitali

    operanti in altri settori economici; (6,3 milioni di Euro)

    Le forme giuridiche possibili sono quelle della societ per azioni e della societ cooperativa a responsabilit

    limitata

    La banca deve dimostrare di conseguire in prospettiva un adeguato equilibrio economico e patrimoniale e

    dunque di garantire condizioni di sana e prudente gestione

    Limportanza della sana e prudente gestione e il rilievo del patrimonio, portano a richiedere specifici controlli

    sugli azionisti, sia in termini di trasparenza, sia in termini di dimensioni di quote possedute.

    Condizione necessaria, ma non sufficiente, per garantire la sana e prudente gestione il possesso dei requisiti

    di onorabilit e professionalit da parte degli esponenti degli organi societari e dei direttori generaliLautorizzazione in ambito europeo anche soggetta a mutuo riconoscimento: una banca autorizzata in un paese

    dellUnione pu liberamente esercitare i servizi autorizzati in tutti gli altri paesi.

    3.3. Il bilancio

    1. I crediti nel bilancio della banca. I crediti sono la voce pi importante del bilancio della banca. La

    valutazione del merito di credito da sempre lelemento cruciale dellattivit degli intermediari e della banca

    in particolare. Fondamentale quindi individuare la relazione che consente di minimizzare i rischi di selezione

    avversa e di moral hazard, attraverso operazioni di screening (valutazione iniziale della opportunit di

    concedere un prestito), e di monitoring (attivit di controllo sul debitore durante la vita del contratto)

    2. I titoli nel bilancio della banca.Il portafoglio titoli unaltra voce fondamentale del bilancio Il principio

    generale di valutazione quello mark-to-market, cio della valorizzazione dei prezzi di mercato. I titoli

    che costituiscono la parte prevalente del portafoglio (portafoglio di trading) sono valutati a prezzo di

    mercato. La valorizzazione al prezzo di mercato produce ogni anno una plusvalenza/minusvalenza. Possonoessere invece valutati al costo i titoli definiti come portafoglio immobilizzato, costituito dai valori mobiliari

    detenuti per finalit di stabile investimento.

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    3. Il patrimonio nel bilancio della banca. Il patrimonio assume valenza strategica, ai fini dellequilibrio

    finanziario (liquidit) e patrimoniale di lungo periodo (solvibilit). Questultimo esiste fino a quando il valore

    economico del capitale maggiore di zero. Il patrimonio deve essere visto innanzitutto come la posta in grado

    di assorbire i rischi che si scaricano sulla banca.

    3.5 Il patrimonio come base fondamentale della vigilanza prudenzialeIn tutti i paese il patrimonio costituisce il principale punto di riferimento per le valutazioni dellautorit di vigilanza ai

    fini della stabilit delle banche. In Italia esso anche il riferimento per le regole sulla concentrazione dei rischi e sulla

    trasformazione delle scadenze.

    Il processo logico che ha ispirato le autorit internazionali nellAccordo del 1988 (e nel successivo Basilea 2 2007), puessere cos sintetizzato:

    Occorre garantire una proporzionalit tra rischi sopportati dalla banca e patrimonio della stessa.

    I rischi fondamentali sono: 1)rischio di credito; 2) rischio di mercato; 3) rischio operativo.

    Occorre garantire una disciplina prudenziale omogenea fra i vari paesi e allinterno di ciascun paese.

    Per raggiungere questi obiettivi occorre definire in sede internazionale e poi recepire nei singoli

    ordinamenti , i tre passaggi seguenti: 1) patrimonio di vigilanza; 2) criteri di misurazione dei rischi;3) parametro di proporzionalit tra patrimonio e rischi.

    1) Definizione del patrimonio di vigilanza. Le norme di vigilanza della Banca dItalia distinguono tre componenti:

    Patrimonio di base,composto dalle seguenti voci: a) capitale versato; b) riserve; c) fondo per rischi

    bancari generali; d) strumenti innovativi di capitale

    Patrimonio supplementare, composto dalle seguenti voci: a) riserve di rivalutazione; b) strumenti

    ibridi di patrimonializzazione e passivit subordinate; c) fondo su rischi di credito al netto delle

    minusvalenze nette su titoli e degli altri elementi negativi; d) plusvalenze e minusvalenze nette su

    partecipazioni.

    Elementi negativi. Partecipazioni in banche e altri intermediari finanziari superiori al 10% del

    capitale dellente partecipato.

    2) Definizione dei criteri di misurazione dei rischi. Per quanto riguarda il rischio di credito, gli accordi attuali di

    Basilea prevedono una tabella, in cui i crediti concessi vengono ponderati con un coefficiente da 0 a 1. Il sistema di

    ponderazione attualmente in vigore il seguente:

    0 per le attivit di rischio verso i governi centrali, le banche centrali, e lUnione Europea;

    20% per le attivit di rischio verso gli enti del settore pubblico, le banche e le imprese di investimento;

    50% per i crediti ipotecari e le operazioni di leasing su immobili;

    100% per attivit di rischio verso il settore privato;

    200% per le partecipazioni in imprese non finanziarie con risultati di bilancio negativi negli ultimi due esercizi.

    La sommatoria delle voci, ciascuna ponderata per il relativo coefficiente di rischio fornisce il valore complessivo

    ponderato per il rischio, ai fini del calcolo del coefficiente di solvibilit.

    3. Definizione del parametro di proporzionalit fra patrimonio e rischi. Per quanto riguarda il rischio di credito, le

    banche devono rispettare un coefficiente di solvibilitdell8%, calcolato come rapporto fra il patrimonio di vigilanza e

    il complesso delle attivit ponderate per il rischio.

    Capitolo 7. La prestazione dei servizi di investimento da parte di banche e imprese di

    investimento

    1. LAUTORIZZAZIONE AI SERVIZI DI INVESTIMENTOAnche la prestazione dei servizi di investimento presuppone unautorizzazione e la riserva di attivit nei confronti degli

    operatori autorizzati, in base agli artt. 18 e 19 del T.U.F. Anche in questo caso si realizza la prima forma di controllo di

    stabilit, basato sui requisiti patrimoniali, oggettivi e soggettivi, e sulla valutazione del programma di attivit al fine

    delle sana e prudente gestione. Il secondo passo logico lassoggettamento dei soggetti sottoposti a vigilanza, alla

    vigilanza informativa, regolamentare e ispettiva. Le autorit incaricate sono la Banca dItalia e la CONSOB, neirispettivi ambiti di competenza.

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    2. ASPETTI ECONOMICI DELLOFFERTA DEI SERVIZI DI INVESTIMENTOLa prestazione dei servizi di investimento presenta dal punto di vista economico, cinque caratteristiche fondamentali:

    1. i ricavi sono rappresentati da commissioni e/o guadagni in conto capitale sul portafoglio titoli;

    2. le economie di scala e di produzione congiunta sono rilevanti

    3. i rischi sono tipicamente di natura finanziaria, di controparte e operativi;

    4. lofferta si sostanzia in prodotti finanziari che presentano forte asimmetria informativa;

    5.

    i conflitti di interesse sono rilevanti sia allinterno dei vari servizi di investimento, sia fra questi e i servizibancari.

    1. I ricavi tipici. I servizi di investimento sono remunerati da commissioni, parametrate al valore degli strumenti

    finanziari scambiati, e dai guadagni in conto capitale sul portafogli titoli detenuto per la propria gestione finanziaria, o

    per negoziazione. Entrambe queste componenti di ricavo sono esposte alle fluttuazioni del ciclo di borsa. I costi sono

    rappresentati soprattutto da investimenti informatici e costi di lavoro.2. Economie di scala e di produzione congiunta. Gran parte dei servizi di investimento comporta economie di scala. Il

    caso pi evidente quello delle grandi investment banks americane, che godono del vantaggio di effettuare operazioni

    su tutti i mercati mondiali, e di poter distribuire i propri costi di produzione su volumi elevatissimi di operazioni.

    Particolarmente importanti possono essere le economie di produzione congiunta, che si realizzano quando il costo di

    produzione di due o pi servizi inferiore alla somma dei costi di produzione separati.

    3. La natura dei rischi.Nellintermediazione mobiliare, il rischio di credito generalmente incluso nel portafogliotitoli; ovviamente tutta la componente dei titoli emessi dal settore pubblico del paese dellintermediario da considerare

    esente da rischio di credito. Assume inoltre un rilievo particolare il rischio di controparte, in relazione al fatto che ognigiorno vengono negoziati volumi ingenti di titoli.

    I rischi fondamentali sono ovviamente quelli di mercato, che si riferiscono allintero portafoglio di strumenti finanziari

    detenuti dalla banca e a tutte le operazioni in derivati poste in essere. La capacit di calcolare il valore a rischio e

    mantenere una posizione adeguata alle difese patrimoniali esistenti fondamentale per garantire lequilibrio redditualedella banca nel lungo periodo.

    Considerati gli obblighi di comportamento, questo tipo di attivit soggetto ad un forte rischio operativo, in particolare

    che le procedure adottate non siano conformi alla normativa o possano generare situazioni di danno per i clienti. Ne

    possono derivare costi elevati per sanzioni delle autorit di vigilanza.

    4. Gli obblighi di comportamento. Linevitabile asimmetria informativanel campo dei servizi di investimento,

    fonte di obblighi particolari per lemittente e per lintermediario, che fanno capo da un lato al concetto di sollecitazione

    allinvestimento e dallaltro agli obblighi diinformazione periodica e continuaper le societ quotate.

    5. I conflitti di interesse. Quando un intermediario pu prestare lintera gamma dei servizi di investimento, le

    possibilit di cadere in una situazione di conflitto sono innumerevoli. Gli esempi pi significativi: conflitto di interesse fra lattivit di prestito e il collocamento di titolipresso la clientela. La banca che

    organizza il collocamento dei titoli di unimpresa di cui allo stesso tempo creditrice ha un interesse diretto afacilitare il collocamento e a massimizzare il prezzo di emissione.

    conflitto di interesse fra le ricerche e gli studi promossi dalle banche e lattivit sul mercato mobiliare

    delle banche stesse.

    Conflitti di interesse nellattivit di asset management. Il gestore deve agire nellinteresse esclusivo del

    cliente, ma soggetto a varie categorie di conflitti di interesse legati al gruppo di appartenenza.

    In conflitti di interesse sono quindi inevitabili in un intermediario polifunzionale, infatti la normativa non li vieta, maimpone lobbligo di limitarli al minimo e dare adeguata informazione ai clienti.

    3. GLI INTERMEDIARI E LA DECISIONE DELLE IMPRESE DI RICORRERE AL MERCATO

    DEI CAPITALILe imprese, per soddisfare il proprio fabbisogno finanziario, possono decidere di rivolgersi al mercato, assumendo lostatus di societ quotata, attraverso strumenti di debito oppure azioni, il che comporta un cambiamento nella strategia

    dellimpresa, perch mette sul mercato il controllo dellimpresa stessa.

    A favore della quotazione, vi naturalmente la possibilit di accedere ad una fonte di capitali esterni, e in

    particolare di aumentare la dotazione di capitale di rischio. Un vantaggio c anche per i vecchi azionisti, i cui

    titoli, con la quotazione, acquistano enormemente in termini di negoziabilit.

    Gli svantaggisono riconducibili al costo della quotazione e al mutamento dellassetto proprietario. Il costo

    rappresentato dalle commissioni (una tantum) per lorganizzazione dellemissione percepite dagli intermediari,

    e dalle commissioni per la quotazione percepite dalla societ di gestione dei mercati, oltre ai costi di

    informazione periodica agli azionisti. Anche il mutamento dellassetto proprietario un costo, in particolare in

    Italia, in cui le imprese sono prevalentemente a carattere familiare. La quotazione modifica anche le modalit

    di funzionamento degli organi sociali e rafforza comunque i diritti delle minoranze. Tutto questo ha un costo

    non monetario per chi abituato a governare da solo lazienda, senza assemblee e scrutini di sorta.La decisione di ricorrere al mercato finanziario comporta due fasi distinte:

    1. La sollecitazione allinvestimento

    2. La quotazione del titolo su un mercato regolamentato

  • 7/25/2019 Economia e Regolamentazione Del Sistema Finanziario

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    3.1. La sollecitazione allinvestimento

    Il T.U.F. definisce la sollecitazione allinvestimento come ogni offerta, invito o messaggio promozionale, in qualsiasi

    forma rivolta al pubblico, finalizzati alla vendita o alla sottoscrizione di prodotti finanziari (art. 1, comma 1, lett. t)

    Lofferta pu essere di tre tipi:

    Offerta di sottoscrizione;si offrono strumenti di nuova emissione, tipica operazione di mercato primario

    Offerta di vendita; si offrono strumenti gi emessi, i proventi vanno agli azionisti cedenti, non alla societ. Offerta di acquisto e/o scambio (OPA o OPAS); al pubblico indistinto viene offerto di ricevere denaro e/o

    altri strumenti finanziari in cambio degli strumenti posseduti

    Latto di sollecitazione richiede lobbligo da parte dellemittente di fornire ai potenziali investitori tutte le i

    nformazioni per formare un idea consapevole delle prospettive del titolo in termini di rischio e rendimento. Queste

    informazioni sono contenute in un documento definito prospetto informativo.

    In base allart. 94 T.U.F., il prospetto informativo non solo descrive il prodotto finanziario oggetto della sollecitazione,

    ma deve anche fornire un quadro della situazione patrimoniale, economica e finanziaria e sullevoluzione dellattivit

    dellemittente e delle prospettive del medesimo. Il contenuto, determinato dalla CONSOB, molto ampio e articolato.

    3.2 Lammissione a quotazione

    Lart. 64 T.U.F. prevede che spetti alla societ di gestione del mercato (Borsa Italiana), disporre lammissione,

    lesclusione e la sospensione degli strumenti finanziari, sulla base di criteri individuati dalla societ stessa.

    Borsa Italiana pu respingere la domanda di ammissione a quotazione quando la situazione dellemittente sia tale darendere lammissione contraria agli interessi degli investitori (gravi squilibri nella struttura finanziaria, etc.)

    Tra i requisiti di cui Borsa Italiana deve verificare la sussistenza con riguarda agli emittenti azioni si evidenziano:

    gli emittenti devono aver pubblicato i bilanci anche consolidati degli ultimi tre esercizi annuali, di cui almenolultimo corredato di un giudizio della societ di revisione attestante la conformit del bilancio alle norme.

    Lammissione non pu essere disposta se la societ di revisione abbia espresso parere negativo.

    le societ di recente costituzione, o che abbiano subito, nel corso dellesercizio precedente, modifiche

    sostanziali della struttura patrimoniale, debbono anche documenti contabili pro formaaccompagnata da una

    relazione della societ di revisione sulla ragionevolezza delle ipotesi di base per la redazione dei dati proforma, sulla corretta applicazione della metodologia utilizzata, nonch sulla correttezza dei principi contabili

    adottati.

    gli emittenti debbono esercitare unattivit capace di generare ricavi

    lattivo di bilancio ovvero i ricavi degli emittenti non devono essere rappresentati in via preponderante

    dallinvestimento o dai risultati dellinvestimento in societ le cui azioni sono ammesse alle negoziazioni in un

    mercato regolamentato (divieto di nuova quotazione delle scatole cinesi)A Borsa Italiana spetta anche la competenza per sospensione ed esclusione dal mercato, in particolare, quando la

    regolarit del mercato dello strumento stesso non garantita ovvero se lo richieda la tutela degli investitori.

    4. I CONTROLLI DI TRASPARENZA SULLE SOCIETA QUOTATEIl controllo di trasparenza inizia gi nella fase della quotazione, e si articola in quattro aspetti fondamentali:

    1. trasparenza sugli assetti proprietari;2. controlli sul bilancio;

    3. informazione continua;

    4. norme di corporate governante e responsabilit degli organi sociali e dei controlli interni.

    1. Trasparenza degli assetti proprietari. Sono previsti specifici obblighi informativi da parte dei titolari dipartecipazioni rilevanti ovvero superiori alla soglia del 2% del capitale votante (art. 120 T.U.F.) nonch particolariobblighi di pubblicit per i patti parasociali aventi ad oggetto le societ quotate e le loro controllanti. In questo modoil

    mercato messo nelle condizioni di conoscere, in ogni momento, la composizione dellazionariato di ogni societ e

    anche quali sono gli accordi stipulati dai soci per il controllo societario

    2. Controlli sul bilancio. Il regolamento emittenti CONSOB disciplina dettagliatamente gi obblighi delle societ

    quotate in merito alla pubblicazione del bilancio annuale, semestrale e trimestrale. Altro soggetto centrale del controllo

    contabile la societ di revisione, incaricata di verificare la regolare tenuta della contabilit sociale e la corrispondenzadei bilanci alle norme che ne disciplinano la redazione, ma anche di rilasciare pareri in occasione di operazioni

    societarie di particolare rilevanza. A sua volta la CONSOB vigila sulla societ di revisione, per verificarne

    indipendenza ed idoneit tecnica.

    3. Informazione continua. Il testo unico della finanza prevede in capo agli emittenti quotati e ai loro controllanti

    obblighi di informazione continua a favore del mercato, su fatti idonei, se resi pubblici, a influenzare sensibilmente il

    prezzo degli strumenti finanziari(art. 114 comma 1). Il T.U.F. prevede anche per lautorit di vigilanza, la possibilit dirichiedere agli emittenti di pubblicare notizie e documenti necessari per linformazione al pubblico(art. 114 comma 3)

    La CONSOB, al fine di verificare la correttezza delle informazioni fornite al pubblico, ha il potere di richiedere agli

    emittenti quotati e alle societ del gruppo notizie e documenti e di effettuare verifiche ispettive presso tali societ.

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    4. Norme di corporate governance. Corporate governance il sistema con cui le imprese sono dirette e controllate.

    Per le societ quotate sono previsti criteri pi stringenti di quelli di carattere generale. Il testo unico della finanza ha

    strutturato tale sistema di controlli assegnando particolare rilievo ai controlli interni e a quelli svolti dalla societ di

    revisione. Al collegio sindacale affidata la vigilanza sullamministrazione, vigilanza informativa sulloperato degli

    amministratori, poteri ispettivi e di reazione alle irregolarit dellamministrazione. A loro volta i sindaci sono soggetti al

    controllo della CONSOB.

    Alla societ di revisione invece, sono assegnati compiti di controllo contabile.Sono presenti anche codici di autodisciplina, che le imprese possono scegliere di non adottare, ma devono darne conto

    nella relazione degli amministratori.

    5. GLI OBBLIGHI DI CORRETTEZZA NEI CONFRONTI DEGLI INVESTITORI5.1 Le regole generali di correttezza

    Il testo unico della finanza indica in modo molto chiaro le regole generali di correttezza che si applicano a tutti i servizi

    di investimento, negli artt. 21 (criteri generali), 26 (norme generali di comportamento), 28 (informazioni tra

    intermediari e investitori), 29 (operazioni non adeguate).

    Capitolo 8. Gli investitori istituzionali

    1. LA GESTIONE COLLETTIVA DEL RISPARMIOGli operatori che si dedicano a questo tipo di attivit sono definiti OICR (organismi di investimento collettivo del

    risparmio). Possiamo sintetizzare cos le loro caratteristiche economiche essenziali:

    la gestione avviene su base collettiva per conto dellinvestitore (quindi a suo rischio);

    il gestore assume lobbligo del mandatario di agire nellinteresse esclusivo dei partecipanti del fondo;

    il patrimonio privo di personalit giuridica ed suddiviso in quote;

    il patrimonio autonomo da quello della societ di gestione e da quello dei partecipanti, ed depositato presso

    una banca;

    la gestione affidata ad una societ specializzata (SGR), che pu svolgere solo gestione individuale e

    colletiva;

    il rapporto fra risparmiatori e societ di gestione regolato dalle norme di legge e dal regolamento del fondo;

    linformazione allinvestitore assicurata sia nella fase che precede linvestimento (il prospetto), sia nel corso

    dellattivit di gestione;

    linvestimento per il singolo gestore prontamente liquidabile (in particolare nei fondi aperti);

    i fondi hanno la piena titolarit delle azioni possedute, e possono esercitare i diritti di voto relativi.

    2. GESTIONE DI PORTAFOGLI, PERFORMANCE E COSTI DEI FONDI COMUNI2.1. La fasi dellattivit di gestione

    Lattivit di gestione viene scomposta in varie fasi distinte:

    asset allocation strategica: riguarda la composizione nel medio periodo delle principali categorie di attivit

    finanziarie, normalmente condotta con riferimento a un portafoglio modello definito in stretto collegamento

    con il benchmark; asset allocation tattica:si pone di gestire il portafoglio modello nel breve periodo e di attuare una

    combinazione di portafoglio ottimale in relazione agli andamenti dei mercati, anche di breve periodo;

    stock picking: scelta specifica dei titoli da immettere in portafoglio, sulla base del valore fondamentale del

    singolo titolo. Produce un risultato in termini di variazione del valore del portafoglio (performance).

    2.2. Le categorie di fondi comuni

    La prima fase di gestione riguarda la suddivisione del portafoglio per grandi categorie di titoli, stilate in base allatipologia dei titoli oggetto della gestione. Possiamo individuare cinque macrocategorie:

    1. azionari. Investono almeno il 70% del proprio portafoglio in azioni;

    2. bilanciati. Investono in azioni per importi che vanno dal 10% al 90%;

    3. obbligazionari. Non possono investire in azioni (ad eccezione dei fondi obbligazionari misti);

    4. liquidit. Non possono investire in azioni;

    5.

    flessibili. Non hanno vincoli diasset al locationazionaria.Ogni macrocategoria si suddivide a sua volta in diverse categorie definite sulla base dei fattori di rischioche le

    caratterizzano.

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    2.3 I costi per linvestitore

    Costi dingresso e/o rimborso. Le commissioni che danno origine ai primi sono percepite al momento della

    sottoscrizione

    Commissioni di gestione.Percepite dalla societ di gestione, e commisurate ad una percentuale del valore del

    portafoglio. Il valore della quota calcolato al netto di questa commissione.

    Commissioni di performance.Dovute se il fondo presenta risultati migliori del benchmark, non dovute

    altrimenti. Devono essere previste nel prospetto. Costi di transazione e amministrazione.Gravano sul risparmiatore i costi delle singole transazioni e la

    commissione della banca depositaria; sono costi impliciti in quanto imputati prima del calcolo della quota.

    2.4 Il benchmarkIl benchmark un indice di prezzo di unattivit finanziaria o una composizione di indici di prezzo di varie attivit es.

    MIB 30); un portafoglio virtuale di attivit finanziarie, e deve essere:

    rappresentativo per il gestore del rischio tipico dei mercati oggetto di investimento e quindi delle attivit

    finanziarie contemplate dal mandato gestorio;

    replicabile, le attivit che lo compongono devono poter essere facilmente acquistate/vendute;

    accettato dal gestore come strategia neutrale cui parametrare le effettive scelte di investimento;

    coerente con il profilo di rischio del fondo.

    Ex ante svolge un ruolo informativo fondamentale in quanto identifica il prodotto offerto dal fondo.

    Ex post uno strumento di valutazione della gestione di portafoglio

    2.5. Il valore della quota ed il rendimento di periodo

    Al momento della costituzione del fondo, il valore della quota 0V pari al valore del portafoglio al tempo 0 ( 0NAV ),

    diviso per il numero di quote emesse in quel momento 0(n ).

    0

    00

    n

    NAVV =

    Supponendo che non ci siano stati versamenti/prelevamenti, al tempo t, il valore della quota, dato dal valore del

    portafoglio al tempo t, diviso per il numero di quote esistenti in quel momento:

    tt n

    NAV

    V

    t=

    Dai due termini possibile ricavare il rendimento di periodo, dato dal rapporto tra tV e 0V .

    Ma se il fondo registra una nuova sottoscrizione, si avr lemissione di un numero di quote pari al rapporto del valore

    del fondo in quel momento e limporto del flusso per il fondo. Nel caso di un riscatto avremo lannullamento di un

    numero corrispondente di quote.

    Considerando la raccolta netta (RN)come somma algebrica delle sottoscrizioni e dei riscatti in ciascun periodo, il

    numero di quote nuove del periodo t+1, (n) pari al rapporto fra la raccolta netta del periodo t+1e il valore del fondo

    al tempo t:

    (n)=

    tNAV

    RN

    E possibile dimostrare dunque che i versamenti non alterano il valore della quota. La conseguenza che la

    performance calcolata sulla base di quote pubblicate una corretta valutazione del rendimento offerto dal fondo in undeterminato periodo.

    3. LA BANCA DEPOSITARIANel nostro ordinamento, il soggetto depositario, incaricato della custodia degli strumenti finanziari, deve essere diverso

    dal gestore, e pu essere solo una banca.

    La prima funzione della banca depositaria quella di realizzare la separazione, anche in senso fisico, fra patrimoniodella societ di gestione, e patrimonio del fondo, ma deve anche svolgere importanti funzioni di controllo sullattivit di

    gestione, indicati allart.38 T.U.F. E anche tenuta a vigilare che la composizione del fondo sia conforme al

    regolamento, ed intervenire se la tipologia degli strumenti finanziari acquistati o la loro composizione fossero diversi da

    quanto previsto dal regolamento.

    4. LE REGOLE DI COMPORTAMENTOIl principio fondamentale quello del rapporto fiduciario fra mandante e mandatario e dellimpegno di questultimo adoperare esclusivamente nellinteresse del primo. Lart. 40 T.U.F. fissa i criteri generali da adottare.

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    Le regole di comportamento attribuiscono importanza fondamentale ai conflitti dinteresse. La logica adottata non

    quella del divieto tout court di assumere posizioni in conflitto di interesse nella gestione di portafoglio ma quella di

    imporre ai singoli intermediari lobbligo di individuare regole organizzative e di condotta per il controllo delle

    situazioni di conflitto.

    Capitolo 9. Le societ di gestione dei mercati

    1. LA CATENA DEL VALORE DEL MERCATOI servizi fondamentali che devono essere offerti per realizzare gli scambi dei titoli sono sette, tre costituiscono il

    mercato primario, gli altri quattro il mercato secondario

    1. Emissione: fase in cui, una o pi banche dinvestimento si occupano della definizione delle

    caratteristiche tecniche e giuridiche dellemissione, e nel caso di offerta iniziale, della

    determinazione del prezzo

    2. Quotazione: una volta identificate le caratteristiche, i titoli devono essere ammessi alla

    quotazionein un mercato3. Sottoscrizione: questa fase porta al collocamento dei titoli nei portafogli degli investitori finali

    4. Scambio: fase che porta allidentificazione dei prezzi; necessario che questi prezzi si formino

    nel modo pi efficiente, e che risentano il meno possibile di sfasamenti temporanei fra domanda e

    offerta

    5. Compensazione (clearing). E la fase in cui vengono accertate le posizioni di tutti i

    partecipanti al mercato.Comporta il riscontro di tutte le operazioni, rettifica di eventuali errori,

    determinazione dei saldi per ciascun partecipante. Questi calcoli sono compiuti da una clearing

    house, da un sistema di regolamento, o da un depositario centrale.

    6. Regolamento (settlement). Momento in cui si realizza il contratto: il venditore consegna i titoli

    il compratore il denaro e si ha la certezza materiale dellesecuzione dellordine iniziale, e muta la

    titolarit dei diritti incorporati nei titoli.

    7. Custodia: detenzione materiale dei titoli e comprende normalmente la gestione dei titoli per

    conto dei possessori. Laccentramento della custodia essenziale per rendere pi semplice iltrasferimento della propriet, evitando il passaggio materiale dei titoli potendosi limitare ad una

    scrittura contabile fra le parti dello scambio e il soggetto depositario. Lo sviluppo di questo

    servizio ha consentito la de materializzazione dei titoli, cio la scomparsa dei documenti cartacei.

    In Italia opera Monte Titoli s.p.a. dal 1978.

    2. CHE COSE UN MERCATOUn mercato finanziario pu essere definito in particolare come un insieme di regole per effettuare gli scambi.Levoluzione dei mercati finanziari nel tempo pu essere seguita lungo due direttrici fondamentali: la struttura

    istituzionale e le modalit di determinazione del prezzo. La struttura istituzionale era inizialmente condizionata dal fatto

    che la tecnologia dellinformazione di allora richiedeva la concentrazione fisica degli operatori.

    La seconda direttrice fondamentale riguarda le regole seguite per la raccolta degli ordini e lesecuzione degli scambi.

    Un qualunque mercato prevede almeno le seguenti procedure:

    determinazione dei criteri di ammissione alla quotazione e quotazione dei singoli titoli (listing); raccolta degli ordini di acquisto/vendita;

    formazione del prezzo sulla base degli ordini (price discovery);

    informazioni sugli ordini durante e dopo la conclusione degli scambi;

    esecuzione degli ordini (attraverso procedure di clearing esettlement);

    sorveglianza sullosservanza delle procedure relative ai punti precedenti (market surveillance)Il risultato di tutte queste regole la determinazione dei prezzi per ciascuno dei titoli trattati nel mercato. Il compito del

    mercato dunque quello di riflettere nel modo pi accurato possibile le aspettative degli operatori incorporate negli

    ordini di acquisto e vendita che essi trasmettono.

    4. Il MERCATO UFFICIALE, IL MERCATO REGOLAMENTATO E GLI ALTERNATIVE

    TRADING SYSTEMS

    Lo sviluppo tecnologico ha permesso di superare lostacolo della necessaria concentrazione fisica degli operatorifinanziari, favorendo lo sviluppo di circuiti telematici in concorrenza fra loro. Tale concorrenza ha sicuramente giovato

    allefficienza dei servizi, ma un eccessiva frammentazione potrebbe causare inconvenienti informativi e di vario genere.

  • 7/25/2019 Economia e Regolamentazione Del Sistema Finanziario

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    Questi inconveniente hanno portato ad una modifica della disciplina, come ad esempio nella normativa europea, in cui

    si passati dalla nozione di mercato ufficiale a quella di mercato regolamentato.

    Si definisce mercato regolamentato il mercato degli strumenti finanziari che soddisfi i seguenti requisiti:

    abbia per oggetto strumenti finanziari;

    sia iscritto nellapposito elenco tenuto dallo Stato membro di origine;

    abbia un funzionamento regolare;

    sia disciplinato da disposizioni elaborate o approvate dalle autorit nazionali competenti prescriva il rispetto di tutti gli obblighi di dichiarazione, conservazione e trasparenza

    sia accessibile alle imprese di investimento europee.

    E stata introdotta poi la nozione di mercati non regolamentati che rispecchia il fenomeno dei mercati alternativi,

    definiti come scambi organizzati di strumenti finanziari;si sono stabiliti in particolare i seguenti principi:1. la CONSOB ha il potere di richiedere a organizzatori, emittenti e operatori dati, notizie e documenti

    sugli scambi

    2. la CONSOB ai fini della tutela degli investitori pu stabilire le modalit, i termini e le condizioni

    dellinformazione al pubblico riguardante gli scambi

    3. la CONSOB, sempre ai fini della tutela degli investitori pu sospendere e vietare gli scambi quando

    ci sia necessario per evitare gravi pregiudizi alla tutela degli investitoriAttualmente lorganismo europeo che unisce le varie autorit di vigilanza ha definito un sistema qualificato come ATS

    (alternative trading system) secondo i seguenti termini essenziali:

    1.

    si deve trattare di un sistema multilaterale, con esclusione dei rapporti diretti fra soggetti esterni e gliorganizzatori degli scambi;

    2. devono essere rappresentati molteplici interessi di soggetti terzi a comprare e vendere strumenti finanziari;

    3. deve mettere in contatto gli operatori allinterno del sistema e secondo regole non discrezionali;

    4. deve garantire procedure che portano alla conclusione di un contratto; si deve trattare di scambi effettivi ad un

    determinato prezzo;

    5. ELEMENTI FONDAMENTALI DI REGOLAMENTAZIONE DEI MERCATILobiettivo fondamentale dellazione delle autorit di vigilanza deve essere quello di assicurare che i mercati siano

    equi, ordinati, competitivi, efficienti e informati e dotati di sistemi di sorveglianza atti e prevenire frodi emanipolazioni. A tal fine, occorre che il mercato sia caratterizzato da misure che garantiscano lin