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T ra una decina di giorni vi giun-gerà il terzo numero di ECO,ricco di molteplici inizia tive,

tra cui quella impegnativa ed impor-tante del 23° congresso ATS. È talmen-te importante che dovrà esse re trattatadue volte: prima volta in relazione sin -tetica su questo stesso numero; una se-conda, per diste so al completo, sull’ul-timo numero, il 4°, di Ottobre.

Così diverrà meno difficile appro-fondire la por tata del pellegrinaggiodi Francesco in Terra Santa, le impor-tanti conseguenze che da esso scaturi-rono, compresi gli 8 secoli di storiadella presenza fran cescana nel MedioOriente.

Ed ora, carissimi Amici, vi vogliointrattenere su un argomento di gran-de novità e attesa, sia per quanto ri-guarda il nostro Commissariato T.S.che il nostro Movimento A.T.S. del Tri-veneto.

Voi già sapete che da alcuni anni le5 Provin ce dei Frati Minori d’alta Ita-lia stanno trat tando ed elaborando, sepossibile, uno statuto di fusione: dellanostra Provincia Veneta, della Lom -bardia, del Piemonte, della Liguria,dell’Emilia-Ro magna... Le trattative

proseguiranno ancora per qual che an-no e si concluderanno, si pensa, conl’effetti va fusione delle 5 Provincie inun’unica come ai tempi, guarda caso,del Provincialato di S. Antonio di Pa-dova (negli anni 1227-1230?).

Ora noi ci dobbiamo mobilitare, an-zitutto con la pre ghiera, per facilitarela migliore soluzione possi bile a dettoprogetto... Sono molti e difficili gliostacoli... che incontreremo per giun-gere alla sua definitiva e positiva solu-zione. Per questo chiedo a tutti gliAmici di Terra Santa (specialmentean ziani e ammalati) di intensificarel’offerta delle loro sofferenze e di unaardente e perseverante preghiera a ta-le scopo. Riallacciandomi a quantoscris si nell’ultima mia lettera (del Di-rettore, sul n° 2 di ECO) rinnovo a tut-ti la richiesta di uno speciale in controspirituale di preghiera - per la TerraSanta, il nostro Commissariato ATS edil suo Movimento... il lunedì di ognisettimana dalle ore 20,30 alle 21,30.

Ricordate, memorizzate questo in-vito ed io ringrazio vivamente quantihanno aderito già a questa impor tanteiniziativa spirituale e a quanti vi ade-riranno.

Vi benedico tutti,il vostro P. Aldo O.F.M.

Letteradel padre Direttore

Amici carissimi di Terra Santa!

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II 23° Congresso è un avvenimento importante per noi Amici Terra Santa del Trive-neto: grazie al grande amore per la Terra Santa di Padre Aldo, al suo instancabile im-pegno nel guidare, sempre in novità, il nostro Commissariato per tanti lunghi anni.Con voce commossa ci rivolge parole di benvenuto, ci invita a lodare la SS. Trinità peril dono che ci sta elargendo e ad invocare lo Spirito Santo perché sia luce e guida.- Padre Maurizio Vanti, Parroco e Guardiano del convento ci porge il suo saluto e

l’augurio di una fruttuosa giornata.- Ascoltiamo con attenta gratitudine il messaggio che il Padre Custode di Terrasanta

ci ha inviato attraverso fra Stefano Cavalli, delegato custodiate e provinciale.(messaggio)...

- Prende la parola Padre Stefano Cavalli, ci parla della Terra Santa. Vi è stato per seianni allo Studio Biblico Francescano di Gerusalemme e dalle sue parole si compren-de quanto ne sia affascinato. La presenza francescana in Terra Santa parte da Fran-cesco e continua anche oggi con questi compiti:- custodire i Luoghi santificati dalla vita di Gesù- accogliere i pellegrini e offrir loro assistenza spirituale e materiale- recuperare i luoghi della Presenza del Signore che, durante i secoli sono stati tra-

scurati o dimenticati.Custodire oggi vuoi dire far vivere comunità cristiane attorno ai luoghi benedetti,aiutare le famiglie cristiane ad avere una casa ed un lavoro perché non siano co-strette ad emigrare. La presenza cristiana , oggi, in Palestina è inferiore all’1,5%. Ilpellegrinaggio deve avere anche lo scopo di far sentir loro che non sono soli, nonsono dimenticati!

- Nella sua relazione, Padre Pacifico Sella ci parla della missione di S. Francesco pres-so il Sultano a Damietta, durante la Quinta Crociata (vedi relazione) Lo Stile di Fran-cesco, uomo di pace, si trasmette attraverso i secoli nel modo di operare dei suoi Fi-gli, in particolare in Terra Santa.

Apertura erelazionesintetica

del23° Congresso

A.T.S.Triveneto3 giugno

2012

23o CONGRESSO AMICI TERRA SANTA TRIVENETO

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- Il Prof. Gianfranco Trabuio ci offre una dotta panoramica dell’insostituibile appor-to dei Francescani nella difesa dell’Europa cristiana attraverso i secoli (vedi relazio-ne). Svolge la seconda parte della sua relazione intorno a questo domanda: “Che co-sa Dio chiede a noi, oggi, in un’Europa che sta rinnegando le sue radici cristiane?”Troviamo la risposta nel Vangelo e nella vita dei santi: il coraggio della testimonian-za! (vedi relazione)

- Alle ore 12 ci riuniamo attorno all’Altare, nella Chiesa Votiva, per la solenne cele-brazione della S. Messa in onore della SS. Trinità. È il momento di rivolgere, con ilSacrificio Eucaristico, la nostra supplica a Dio per la Chiesa perseguitata, per l’Eu-ropa, per l’Italia e, soprattutto, per la Terra Santa.

- Dopo la Celebrazione, ci ritroviamo nei locali del bar del Patronato per l’agape fran-cescana felici di ritrovarci fra Amici, scambiarci notizie e abbracci.

- Nel pomeriggio il nostro Presidente, prof. Cavallaro, ci intrattiene sul tema: “L’in-fluenza del francescanesimo nella cultura italiana” iniziando dal Cantico di FrateSole. (vedi relazione)Padre Aldo accenna ad una sua grande preoccupazione: il prossimo conglobamen-to dei Commissariati... il nostro è il più antico nell’Alta Italia... Preghiamo affinchési arrivi ad una soluzione che non ipotechi il nostro futuro.

- Nella sala del teatro assistiamo alla sacra rappresentazione su “Fra MassimilianoKolbe, Cavaliere dell’Immacolata” di fra Francesco Ruffato ofm conv.Ci sentiamo avvolti nell’atmosfera tragica del lager, ove, nell’orrore, riluce la fede ela serena generosità dell’eroico francescano.Grande lode all’ideatore e agli attori così immersi nel loro ruolo che ci hanno fattovivere un’ora di intensa spirituale commozione. Grazie!

- Assaggiando un biscottino e una veloce visita alla mostra, ci salutiamo con un “ar-rivederci ai prossimi incontri”. Grazie a quanti hanno generosamente collaboratoalla riuscita del Congresso.

Maria Frasson

PACE SULLA TERRA SANTA!

Chiesa Votiva: Congressistialla solenne

Concelebrazione Eucaristicadel Mistero Trinitario,

che contrassegna- con quello Eucaristico -

la loro spiritualità.

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Relazione di P. Pacifico Sella O.F.M.

Damietta: settembre 1219. Siamo in piena quintacrociata, quella indetta dal Concilio Lateranense IVnel 1215. Il fine di questa crociata, come tutte le cro-ciate, ha come scopo il recupero di Gerusalemme (con-quistata da Saladino nel 1187) e contemporaneamentela riforma della Chiesa (in questo tempo le riforme ec-clesiali avvenivano anche a colpi di “crociate” controi mori). Quindi, seguendo un vecchio piano per la li-berazione dei Luoghi Santi, ventilato a suo tempo dalre inglese Riccardo Cuor di Leone (+1199) durante laterza crociata, si trasferisce la spedizione armata deiCrociati in terra d’Egitto: si sarebbe trattato di costi-tuire una testa di ponte sul delta del Nilo e da lì, risa-lendo il grande fiume, giungere a porre l’assedio al

Cairo per colpire al cuore il Sultanato d’Egitto che controllava la Terra Santa, la quale, diconseguenza, sarebbe passata in mano dei Crociati senza colpo ferire.

È in questo contesto che s’inserisce l’andata di Francesco presso il Sultano. Egli parteci-pa alla crociata come pellegrino disarmato e, come tutti gli altri pellegrini, attende il momen-to ottimale per andare anche lui a compiere le sue devozioni al Santo Sepolcro. Ma vede ladi-scordia regnare nel campo crociato e a corrompere gli animi degli stessi crociati. Li am-monisce che se, con questi peccati, scenderanno in campo contro i Saraceni, Dio non li as-sisterà. E in effetti, all’inizio di agosto del 1219 ci fu una terribile battaglia tra i crociati el’esercito del sultano. I Crociati persero e tale fu la loro sconfìtta (più di 6000 morti) che perpoco la crociata stessa rischiò di fallire. In questo contesto il Card. Pelagio, che era il Lega-to pontifìcio (che in assenza dell’Imperatore aveva il comando della spedizione armata cri-stiana), e il Re Giovanni di Brienne, titolare della corona di Gerusalemme bandiscono unatregua, la quale è accettata da Al-Kamel (anche lui aveva il suo bel da fare contro il tentati-vo dei suoi emiri di toglierlo di mezzo).

Allora Francesco, ispirato da Dio, vuole lui stesso andare presso il Sultano approfittandodella tregua. Si reca dal Card. Pelagio per concordare la sua possibile andata presso il sara-

23° CONVEGNO AMICI DI TERRA SANTA DEL TRIVENETO

San Francesco pressoil Sultano Malek Al-Kamel

Damietta: Francesco e il Sultano.

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ceno. Ma il Cardinale è fermamente contrario. Per-ché? Il motivo principale è dato dal fatto che seFrancesco avesse messo piede nel campo degli Egi-ziani sarebbe sicuramente morto. Ma Francesco in-siste; nella sua Chronique, si evince che il Cardi-nale era contrario all’andata di Francesco non-ostante che costui fosse intenzionato a “compiere

un grande bene”. Quale potesse essere questo“grande bene” (?) non lo sappiamo. Sappiamo pe-rò che Francesco si recherà presso il Sultano.

Sarà da questi accolto e alla fine farà ritorno vi-vo e vegeto al campo crociato. Qualche giorno do-po compare nel campo crociato un cavaliere fran-co che era prigioniero dei Musulmani, ma che, li-berato dai medesimi, è inviato presso i crociati condelle proposte di pace: la restituzione di Gerusa-lemme e buona parte del territorio palestinese alposto di Damietta. La proposta sarà rifiutata dal Le-gato Papale e dagli ordini cavallereschi per la man-

cata cessione dei Castelli transgiordani a loro dire indispensabili per la permanenza in manocrociata della città santa. Due anni dopo, nel luglio 1221, l’esercito crociato sarà totalmentepreso prigioniero dai saraceni presso Al Mansura. Cosa era successo? I crociati stavano ri-salendo il Nilo per arrivare a porre l’assedio al Cairo. Arrivati poi nei pressi di Al Mansura,il Sultano fece aprire le paratie dei canali impantanando così l’intera armata crociata che sitrovò alla fine totalmente circondata dagli Islamici. Il Cardinal Pelagio, umiliato nella sua ar-roganza, sarà costretto a cedere Damietta in riscatto di tutto l’esercito crociato prigionierodel Sultano e levare le ancore per far ritomo in Italia.

L’eredità dell’incontro di Francesco con il sultano è costituita dal capitolo XVI della Re-gola non bollata: “I Frati poi che vanno tra gli infedeli, possono comportarsi spiritualmentein mezzo a loro in due modi. Un modo è che non facciano liti nè dispute, ma siano soggettiad ogni creatura umana per amore di Dio (1 Pt 2,13) e confessino di essere cristiani.

L’altro modo è che quando vedranno che piace al Signore, annunzino la parola di Dio per-ché essi credano in Dio onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo e siano battezzati, e si fac-ciano cristiani poiché, “se uno non sarà rinato dall’acqua e dallo Spirito Santo non può en-trare nel Regno di Dio”(Gv 3,5).

È l’inizio del metodo missionario moderno e della evangelizzazione pacifica e mite, tipi-ca dei Francescani.

I “due modi” sono evangelicamente, storicamente e teologicamente commisurati al mo-do dei credenti Musulmani di contro alla sperimentata “inutile violenza delle Crociate”. Ec-co lo stile della mitezza e della testimonianza cristiana a completamento del comune mono-teismo derivato dalla fede abramica, ecco l’annuncio del Mistero Trinitario e della redenzio-ne del Verbo Incarnato per mezzo dei Sacramenti affidati alla Chiesa.

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S. Francesco ed il Sultano

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L’Europa è un’entità politico-eco-nomica che ha rinnegato la propriaidentità culturale basata sulle radicigreco-giudaico-cristiane, in unaubriacatura collettiva di relativismoreligioso e filosofico che nei fatti nedecreta il dissolvimento.

I suoi organi decisori infatti hannolegiferato sulla fine della famiglia na-turale composta da marito e moglie,hanno legiferato sulla fine della vitanascente, hanno legiferato sulla mor-te dei malati terminali e non.

Gli stessi fondatori dell’Europa, –De Gasperi, Adenauer, Schuman tut-ti credenti e cattolici – non avevanosoltanto una visione economica, maavevano anche una visione spiritualesull’ampiezza della condizione uma-na. A questa visione iniziale (e che

dovrebbe ritornare) ha fatto riferi-mento Papa Benedetto XVI in visitaal monastero benedettino di SerraSan Bruno in Calabria: “A volte il cli-ma che si respira nella nostra societànon è salubre, ma è invece inquinatoda una mentalità che non è cristianae nemmeno umana, perché dominatadagli interessi economici, preoccupa-ta soltanto delle cose terrene e caren-te di una dimensione spirituale. Inquesto clima non solo si emarginaDio, ma anche il prossimo, perchénon ci si impegna per il bene comu-ne”.

Il Vecchio Continente - ha consta-tato il Papa - è oggi “alla ricerca del-la propria identità”. Da qui la neces-sità di “suscitare un rinnovamentoetico e spirituale che attinga alle ra-

S. Francesco con Frate Illuminato presso il sultano Màlek el Kamel.

SECONDA RELAZIONE- in sintesi -

del Prof.GIANFRANCO TRABUIO

RISCOPERTADELLE RADICI

CRISTIANEDELL’EUROPA

Le relazioni integrali usciranno sulprossimo numero di Eco triveneto

Il 29 maggio 1453 gli ottomani diMaometto II dilagano in Costantino-poli saccheggiando e massacrando. Ivincitori entrarono nella basilica diSanta Sofia e la trasformarono subi-to in moschea.

In Occidente, la caduta della mil-lenaria capitale dell’Impero Romanod’Oriente provocò un’impressionefortissima: la terra, che da quel mo-

mento iniziò a chiamarsi Turchia,era stata patria delle più fiorenti co-munità cristiane.

Il nuovo pericolo che minacciaval’Europa era costituito dall’avanzatasanguinaria e apparentemente inar-restabile dell’Islam e dei Turchi.

Furono i papi Niccolò V e poi ilsuccessore Callisto III che organizza-rono una crociata in difesa della fede

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dici cristiane del Continente; altri-menti non si può costruire l’Europa.Senza questa linfa vitale infatti l’uo-mo resta esposto al pericolo di soc-combere all’antica tentazione di vo-lersi redimere da sé: una utopia che,come rilevava già Giovanni Paolo II,ha causato nell’Europa recente un

regresso senza precedenti nella storiastessa dell’umanità”.

Abbiamo bisogno di lanciare que-sta nuova crociata non tanto control’Islam, ma per convertire l’Europa el’Islam grazie alla Madonna, Lei,ponte tra Vangelo e Corano, può aiu-tarci tutti in questa impresa.

I francescani soccorrono feriti e appestati

TERZA RELAZIONE- in sintesi -

del Prof.GIANFRANCO TRABUIO

I FRANCESCANINELLA DIFESADELL’EUROPACRISTIANA

Le relazioni integrali usciranno sulprossimo numero di Eco triveneto

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cristiana e dell’Occidente intero mi-nacciati dal pericolo ottomano-isla-mico.

Ma sul campo è stato san Giovan-ni da Capestrano, un umile fratefrancescano, a raccogliere la sfida edarsi da fare, con la predicazione, perreclutare uomini. Dal 14 al 22 lu-glio 1456 Cristiani e Turchi sibatterono a Belgrado e la vittoriafu, contro ogni speranza, dei crociati.

San Lorenzo da BrindisiSacerdote e Dottore della Chiesa

Francescano Cappuccino. Durantela battaglia di Alba Reale in Unghe-ria (1601), entrò animosamente nellamischia, trascinando i soldati cristia-ni alla vittoria.

Più tardi, nel gennaio del 1683, unimmenso esercito turco si mette inmarcia verso il cuore dell’Europa,con l’intento di creare un grande re-

gno musulmano con capitale Vienna.In quella occasione il cappuccino

beato Marco da Aviano, instanca-bile predicatore della crociata anti-turca, consiglia che tutte le insegneimperiali cristiane portino l’immagi-ne della Madre di Dio.

All’alba del 12 settembre 1683 fraMarco benedice, presso Vienna, l’e-sercito schierato.

La battaglia poi provoca la rottadegli ottomani e la vittoria dell’eser-cito cristiano. Anche oggi, per deci-sione di Papa Innocenzo XI, il 12 set-tembre è dedicato al Santissimo No-me di Maria, in ricordo e in ringrazia-mento della vittoria.

Per la svolta impressa alla storiadell’Europa Orientale la battaglia diVienna può essere paragonata allavittoria di Poitiers, quando CarloMartello ferma l’avanzata degli ara-bi.

Approdo di S. Francesco in Terra Santa. S. Francesco e Fr. illuminato sul campo di battagliacrociato.

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San Giovanni Bosco dedicò tut-ta la sua opera alla Madonna Ausilia-trice. Egli in proposito ebbe a scrive-re: “Fatti particolari che diedero mo-tivo alla Chiesa di definirla con il ti-tolo di Aiuto dei Cristiani.

Il primo è costituito dalla batta-glia di Lepanto del 7 Ottobre1571. In quell’occasione il RomanoPontefice, che allora era san Pio V, neltimore che i Turchi, se fossero riusci-ti vittoriosi, avrebbero portato fra iCristiani desolazione e rovina, pensòdi impegnare la potente intercessionedi Colei che santa Chiesa proclama“terribile come un esercito ordinato abattaglia”. Ordinò quindi che in tut-ta la Cristianità si recitasse il SantoRosario per chiedere l’intercessionedella Madonna affinché le armateturche fossero sconfitte.

Ed effettivamente dopo lungocombattimento la vittoria rimasecompletamente ai cristiani.

Allora il santo Pontefice ordinòche nelle Litanie Lauretane si ag-

giungesse la giaculatoria: Maria aiu-to dei Cristiani, prega per noi. Il me-desimo Pontefice inoltre, affinchéfosse perpetuata la memoria di quelprodigio, istituì la Solennità del San-tissimo Rosario da celebrarsi ogni an-no la prima domenica di ottobre.”

Dopo aver ricordato l’assistenzadella Madre di Dio nella battaglia an-ti-turca di Vienna del 1683, san Gio-vanni Bosco osserva: “Una cosa man-cava ancora ed era un giorno dell’an-no stabilito per onorare la Verginecon il titolo di Maria Ausiliatrice”.

L’occasione giusta venne con la li-berazione di Papa Pio VII, che erastato a lungo prigioniero di Napoleo-ne. Quel Papa infatti istituì ufficial-mente la festa di Maria Ausiliatriceda celebrarsi ogni anno al giorno 24maggio.

Fu scelto quel giorno perché ap-punto in esso, nell’anno 1814, Pio VIIera ritornato libero e poté ritornare aRoma – osserva san Giovanni Bosco –“tra i più vivi applausi dei Romani”.

QUARTA RELAZIONE- come d’appendice -

del Prof. GIANFRANCO TRABUIO

S. PIO V E DON BOSCOPRINCIPALI PROMOTORI DELLA

DEVOZIONE A MARIA AUSILIATRICE

SAN GIOVANNI BOSCOE LA DEVOZIONE

A MARIA AUSILIATRICE

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L’antico Testamento in particolare,quando parla dei nostri rapporti conDio, sottolinea la necessità per tuttidell’amore verso Dio e verso il prossi-mo nel suo nome.

Il primo documento invece dellaletteratura italiana, cioè il Cantico difrate sole o delle creature di san Fran-cesco è profondamente inno vatore, ri-spetto alla stessa tradizione biblica,perché sotto linea una prospettiva di-versa, anche se fortemente comple-men tare: l’amore di Dio verso di noi,del Creatore verso le crea ture, che eglinon solo nutre, ma anche riscalda conil fuoco e accarezza con il vento.

In questo senso anche il motto cheincontriamo nella cappella delle stim-mate sul monte della Verna è estrema-mente significativo: non Deus meus estomnia, ossia il mio Dio è tutto per me,ma Deus meus et omnia: non solo Dio,ma anche tutte le cose manifestano l’a-more di Dio verso di noi.

La seconda grande scoperta france-scana (o, meglio, riscoperta) è quelladel Crocifisso: di un amore di Dio cioèche, con la sua Incarnazione nel seno

di Maria, si è accostato anche alle no-stre stesse sofferenze, e le ha condivi-se fino in fondo.

Meno di un secolo dopo il france-scano Jacopone da Todi riproponequeste due forti innova zioni del Pove-rello nella prima sacra rappresentazio-ne in una lingua europea, intitolata -dal primo verso - Donna de paradiso.In essa l’amore del Creatore per le suecreature si manifesta in particolare at-traverso il dono di una madre. Maquesto dono avviene dalla croce.

E siamo così anche alla seconda sot-tolineatura del Poverello, cioè quelladella riscoperta dell’amore di Dio pernoi anche attraverso la condivisionedelle nostre sof ferenze e attraverso lapartecipazione piena alla nostra uma-nità.

Nella conclusione il prof. Cavallaroha anche ricordato che siamo nell’an-no centenario della morte del Pascoli,e come in varie liriche di questo poetaci sia come una sintesi delle due gran-di scoperte francescane, nella sottoli-neatura della madre come momento diconforto e di sollievo nella sofferenza.

Traccia della relazione del Presidente Prof. IVANO CAVALLAROal ventritreesimo Congresso “Amici di Terra Santa Triveneto

LA RIVOLUZIONECOPERNICANA DELL’AMORE

IN SAN FRANCESCO

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Del pittore ATS Eugenio Bertin di Biancade (TV):una scena di assistenza francescana ai poveri durante la seconda guerra mondiale...

Titolo del quadro: “Dispensatori di carità”Misure cm. 220x160

Donato dall’autore al Convento S. Leopoldo di Padovacollocato nella mensa dei poveri

N.B.: Nella parte terminale dell’annata, la nostra programmazione preve-de e celebra le seguenti Solennità: il 17 settembre: le Stimmate diS. Francesco; l’ultimo pellegrinaggio in Terra Santa (11-18 ot-tobre); la Solennità del Serafico Padre (3-4 ottobre) e infine laVeglia dell’Immacolata e del S. Natale (8 dicembre). Ve-dete di partecipare tutti, almeno spiritualmente. Vi benedice P. Aldo.

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Era esattamente il 1223 quando papaOnorio III procedette, questa volta tra-

mite uno scritto e quindi ufficialmente,

all’approvazione definitiva dell’ordine

francescano. Dante ne dà notizia nei se-

guenti termini, ai versi 94-99 del canto

XI del Paradiso:

“Poi che la gente poverella crebbedietro a costui, la cui mirabil vita

meglio in gloria del ciel si canterebbe,di seconda corona redimita

fu per Onorio da l’Eterno Spirola santa voglia d’esto archimandrita”.

Cioè di questo pastore spirituale. Si

noti come, per il sommo poeta, la ufficia-

le approvazione dell’ordine francescano

sia avvenuta per volontà diretta dello

Spirito Santo, mentre papa Onorio III è

stato semplicemente uno strumento.

Entriamo già in una raccomandazio-

ne che può aver favorito la stessa presen-

za francescana in Terra Santa, attiva or-

mai da oltre un decennio, con le seguen-

ti parole di Gregorio IX datate 1230:

“Se ponete mente allo spirito religioso ealle azioni dei frati minori, potete piena-mente intuire come essi non cerchino i benitemporali: in quanto essi, in forza della lo-ro istituzione, hanno posto nella povertà laloro soddisfazione, e quella soprattutto pro-fessano.

Perciò esortiamo patriarchi e legati del-la Sede apostolica, arcivescovi e vescovi re-sidenti, a favorirli in tutto nella loro atti-vità apostolica”.

Molto probabilmente questa “dichia-

razione spontanea” di papa Gregorio IX

è frutto della sua immensa stima e con-

siderazione nei confronti di sant’Anto-

nio di Padova, da lui definito “arca del

Testamento” per la sua competenza in

campo biblico. Sta di fatto però che un

simile atteggiamento verso la realtà fran-

cescana ne favori la diffusione un po’

ovunque, Terra Santa compresa.

177 - ONORIO IIINato a Roma. Eletto il 24-7-1216, morto il18-3-1227. Definì il “Liber Censorium” suidiritti dei Pontefici e precisò il cerimonialeper l’elezione. Organizzò la 5a Crociata conAndrea II d’Ungheria. Con Giovanni I di Sve-zia il cristianesimo giunse in Estonia.

Nuova rubrica di Ivano Cavallaro

QUELLO CHE I PAPI HANNO DETTO DELLA TERRA SANTA

PAPA ONORIO III

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198 - CLEMENTE VINato a Maumont (Francia). Eletto il 19-5-1342, morto il 6-12-1352. Fu uomo colto ebuono. Acquistò la città d’Avignone per18.000 fiorini d’oro. Protesse gli ebrei. Ri-dusse l’intervalle degli Anni Santi a 50 anni ecelebrò il 2° nel 1350.

Quanto le fonti francescane hannoscritto a proposito della permanenza disan Francesco in Terra Santa dall’autun-no del 1219 alla primavera del 1220 - daTommaso da Celano a san Bonaventura- è mirabilmente riassunto nei celebriversi 100-102 del canto XI del Paradisodi Dante:

... Per la sete del martiro,ne la presenza del Soldan superba

predicò Cristo e li altri che ’l seguirò.

I biografi seguaci del Poverello limi-tano a due le finalità del lungo pellegri-naggio di san Francesco nella Terra diGesù e il sommo poeta ne prende obiet-tivamente atto: il martirio da un lato e laconversione del mondo islamico dall’al-tro.

Questo si disse e si scrisse per tutto ilprimo secolo successivo alla morte delSanto di Assisi, compreso Dante chescrive il canto XI della sua terza canticagiusto fra il 1319 e il 1320, ad un secoloesatto dal più celebre dei pellegrinaggi.

Ma ad un altro secolo esatto dallamorte di san Francesco, cioè tra il 1325e il 1330, commemorando il fondatoredel suo ordine, un altro francescano, os-sia Angelo Clareno, cambia le carte intavola e compone un‘originalissima “sca-letta” dei motivi per i quali il Poverello siera imbarcato verso i Luoghi Santi: an-zitutto per visitare proprio quelli e soloin via secondaria per predicare la fede diCristo agli infedeli.

Solo come terzo gradino della “scalet-ta” poi troviamo il desiderio che Dante ele sue fonti francescane avevano messoper primo, quello cioè di “guadagnarsi lacorona del martirio”.

Altra sottolineatura importante: solola prima delle tré finalità è stata raggiun-ta dal santo, dal momento che”il Sulta-no, convertito a mansuetudine, diede or-dine che lui e tutti i suoi frati potesseroliberamente recarsi al sepolcro di Cristo,senza pagare nessun tributo”.

In questo modo Angelo Clareno pre-parava la strada all’affidamento ai fran-cescani della Terra Santa, poco più di undecennio più tardi, da parte di Clemen-te VI: dopo che - affermano gli studi diPietro Mezzapesa - inutilmente i vesco-vi italiani avevano chiesto la stessa cosaal papa predecessore Giovanni XXII.

VERSO IL PONTIFICATO DI CLEMENTE VIa cura di Ivano Cavallaro

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Un centinaio di “Amici di Terra San-ta” del Triveneto ha partecipato, nellaChiesa Votiva di Treviso, nel primo po-meriggio di domenica primo aprile, al-la tradizionale Veglia Pasquale. Nelmomento dell’accoglienza, il presiden-te del Movimento prof. Cavallaro ha ri-cordato ai presenti il messaggio fonda-mentale del recente (inizio febbraio)terzo convegno internazionale deiCommissari di Terra Santa svoltosi aGerusalemme: essere dei veri missio-nari per diffondere in tutto il mondo laspiritualità dei Luoghi Santi e del VerboIncarnato venuto per condividere lanostra umanità.

All’omelia della Messa, padre Aldo hafatto risuonare la voce del pastore di Tre-viso, recentemente scomparso, mons.Antonio Mistrorigo: voce che indicavanella Terra Santa la vera luce che illumi-na e dà significato alla nostra quotidianaesistenza. È seguita una struggente pre-ghiera dei fedeli, scritta e proposta daMaria Frasson, invocante la pace in par-ticolare dove Gesù è nato e che oggi as-somiglia tristemente ad un carcere a cie-lo aperto.

All’organo, Cristina Antonini ha ma-gistralmente accompagnato i canti del-

la liturgia e della paraliturgia che ne èseguita, canti intonati dalla voce robu-sta del vicepresidente del movimentodott. Gianfranco Trabuio: dall’inno allaComunione “Dov’è carità e amore” alcanto celebrativo della realtà di Naza-reth - “Ave clemens, ave pia” - che hadato inizio al momento paraliturgico,ossia al ricordo delle tre Pasque: ebrai-ca, cristiana e di Emmaus.

La commemorazione di esse è stataaffidata in particolare al dott. Trabuio ealla signora Meri, oltre a padre Aldo:che ha ricordato l’episodio lucano diEmmaus come vertice della spiritualitàdel nostro movimento, orientato a sen-tire e a far sentire la vicinanza di Gesù,il Risorto, nei momenti difficili non so-lo dei due discepoli, ma anche di tuttinoi. Lo stesso padre Aldo si è poi reca-to a benedire il sacrario in cui riposanole vittime del bombardamento di Trevi-so del 7 aprile 1944, un Venerdì Santo,nelle prime ore del pomeriggio. Quasicome una sottolineatura - ha rilevato ilprof. Cavallaro - della vicinanza dellaPassione del Signore, il Verbo Incarna-to, alla altrettanto tragica passione dimolti altri fratelli.

I.C.

LA VEGLIA PASQUALE A TREVISO DEGLI AMICI DI TERRA SANTA

Domenica delle Palme 2012

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1° GENNAIO

Da alcuni anni, in occasione della do-menica dedicata alla Madre di Dio, ilgruppo AMICI DI TERRA SANTA diMori, si è fatto promotore delle riflessionisulla Pace in occasione del S. Rosario iti-nerante fino al santuario di Monte Albano,dedicato all’Annunciazione di Maria, ilquale sovrasta la borgata di Mori.

Così anche quest’anno le cinque sta-zioni hanno riportato il messaggio delSanto Padre Benedetto XVI per la 45ªGiornata Mondiale per la Pace, “Educarei giovani alla giustizia e alla pace” e pre-gato per la PACE in Terrasanta. Un invi-to ad ascoltare ed aiutare le nuove genera-zioni nella costruzione di un mondo piùgiusto, pacifico e solidale. Riflettendo coni misteri gloriosi le meditazioni sono statele seguenti:

Riflettendo con i misteri gloriosi le me-ditazioni sono state le seguenti:� “Educare i giovani alla giustizia e al-

la pace” – Abbiamo pregato affinchè

LA PACE venga vissuta dagli uominicome un dono prezioso di Dio

� “Educare alla verità e alla libertà”–Abbiamo pregato perché vi sianoGOVERNANTI E UOMINI DI PACEche sappiano far sì che lo sviluppo siareso possibile a tutte le genti in modouguale e che la solidarietà sia tale dasollevare i paesi più poveri

� “Educare alla pace e giustizia”-. Ab-biamo pregato affinchè vi sia la PACENELLE FAMIGLIE

� “Superamento dei conflitti e disarmo”– Abbiamo presente le immagini dram-matiche degli scontri in Terra Santa diquella guerra sorda e infinita che durada cinquant’anni. Supplichiamo il Si-gnore perché voglia concedere final-mente la pace alla Sua Terra e per po-co che prestiamo attenzione a quantosuccede laggiù ci sentiamo addoloratied angosciati e vediamo svanire la spe-ranza che si realizzi la promessa dellanotte di Betlemme: “Pace in terra agliuomini che Dio ama”.

� “Alzare gli occhi a Dio” –- Abbiamo

Marcia della Pace del gruppo ATS - MORI a Montalbano

Il gruppo Amici di Terra Santa di Mori (Tn)... si racconta ...

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pregato perché CRISTO diventi la verasperanza per LA PACE NEL MONDO.

Al termine, il parroco Don Tarcisio, haimpartito la benedizione affinchè lo Spiri-

to Santo scenda sulla Comunità di Mori esu tutti i popoli della terra, custodisca lafamiglia umana nella pace, e gli uominipossano condividere i Suoi doni nella so-lidarietà e nella giustizia.

8 GENNAIO – Riunione annuale

Domenica 8 gennaio il gruppo Mori-Vallagarina si è trovato presso l’Oratorioparrocchiale per la consueta riunione an-nuale, alla presenza di P. Aldo Tonini, pa-dre Commissario, prof. Gianfranco Tra-buio, Vice Presidente del Movimento diA.T.S., don Fabrizio Tomasini, Presiden-te emerito del nostro gruppo.

Dopo la preghiera iniziale, P. Aldo re-laziona sulle attività svolte durante il mesedi dicembre, alle quali era presente ancheil Presidente Giuliano Vinotti: Ha portatouna statua di Gesù Bambino facendo delleconsiderazioni sul nome di GESÙ (notarecome ora tale festa venga trascurata).

Il prof. Gianfranco Trabuio evidenzial’energia che Gesù sta diffondendo su dinoi. La statua di Gesù Bambino che haportato P. Aldo viene dal suo convento edè stata messa in una teca nel Commissa-

Incontro dell’8 gennaio: relaziona il Vice Presidente Parof. Gianfranco Trabuio

riato di Terra Santa a Treviso. Porta al col-lo la reliquia della grotta della Natività. Fanotare come un’altra bella iniziativa dipreghiera sia nata a Treviso: tutti i lunedìpersone si ritrovano a pregare Gesù Mise-ricordioso

Prende la parola il parroco don Tarci-sio (arrivato nel frattempo), che salutandol’assemblea e P. Aldo, evidenzia come noicristiani dobbiamo avere delle preferenzeverso la Terra Santa. Deve suscitare den-tro di noi della commozione e della spe-ranza per questa Terra. La Terra Santa èuna terra ambita perché è riconosciuta co-me terra di Gesù. Quando si va in TerraSanta dopo non si è più come prima. An-che la nostra Parrocchia, per l’anno pros-simo, sta pensando di organizzare un PEL-LEGRINAGGIO PARROCCHIALE INTERRA SANTA, perché bisogna dare deltempo alla gente di prepararsi, sia econo-micamente che spiritualmente.

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P. Aldo ringrazia don Tarcisio per leparole di incoraggiamento verso i padrifrancescani che operano in Terra Santa edanche per la bella notizia del pellegrinag-gio e continua illustrando quanto contenu-to nel giornalino appena uscito, in partico-lar modo quello relativo a Chiara Lubichche invita a leggere e meditare, ed i pros-simi pellegrinaggi. Poi illustra dettagliata-mente il pellegrinaggio ai luoghi france-

scani di Umbria, Toscana e Lazio, che si

svolgerà dal 21 al 25 aprile p.v.

Il Presidente Giuliano, fa presente

che dal momento che quest’anno non si

farà il pellegrinaggio in Terra Santa,

ma come ha detto il parroco lo si pre-

vede per il prossimo anno, si propone

di partecipare al pellegrinaggio ai luo-

ghi di S. Francesco, come appena illu-

strato da P. Aldo. Se raggiungeremo

un buon numero di partecipanti si or-

ganizzerà la partenza da Mori con ap-

posito pullman, per cui alla quota pre-

vista di € 400,00 sarà aggiunta una

quota per il trasporto.

Inoltre per quanto riguarda gli abbona-menti e offerte raccolte durante l’anno, fapresente che gli iscritti del 2011 sono sta-

ti 33, mentre le offerte sono state suddivi-se fra l’orfanotrofio di Betlemme e l’orfa-notrofio La Crechè di Betlemme.

Anche la Parrocchia di Dobbiaco par-tecipa da alcuni anni a questa iniziativacon offerte destinate sempre all’orfanotro-fio di Sr. Sophie.

Le offerte che saranno raccolte dal no-stro gruppo durante il 2012 saranno inve-ce destinate ai bambini poveri di Betlem-me.

P. Aldo conclude facendo presente cheil prossimo Congresso degli Amici di Ter-ra Santa si svolgerà a S. Francesco in de-serto, isola della laguna veneziana, con latematica sulle radici cristiane dell’Europamettendo in evidenza il ruolo dei france-scani, per cui raccomanda un’ampia parte-cipazione.

Si conclude la riunione con la preghie-ra alla Madonna Immacolata di S. France-sco e con la visione di foto del pellegri-naggio dell’anno scorso a Torino per l’e-sposizione della S. Sindone e ad Oropa, alsantuario mariano, seguita da un piccolorinfresco.

Pace e bene.Rosa

Carissimi Amici di Terra Santa, in questi ultimi giorni ho voluto effettuare un controllo su come sta andan-do la campagna del rinnovo abbonamenti ECO 2012. Con non poca sor-presa ho riscontrato che in questi primi 7 mesi del 2012, appena 365 ATShanno versato i 15 Euro, mentre 331 hanno ancora da effettuarlo. Poichéalla fine dell’anno mancano solo cinque mesi, chiedo vivamente di adem-piere tutti questo piccolo impegno. L’abbonamento è rimasto anche que-st’anno a 15 Euro, malgrado la situazione economica generale si sia ag-gravata. Naturalmente chiediamo in compenso di aggiungere una liberaofferta di arrotondamento, piccola o grande, secondo la situazione eco-nomica di ciascuno. Particolarmente grato per la generosità di alcuni divoi, assicuro tutti del mio ricordo e di una particolare preghiera.

P. Aldo

Come è or-mai tradizione, gli Amici di

Terra Santa di Olmo di Maerne,hanno programmato per la secon-

da domenica di giugno un pellegri-naggio a Venezia, nei luoghi di san Fran-

cesco.Attraversando il canale della Giudecca,

tra canali e barene, tra forti e monasteri, trale leggende delle isole meno visitate della La-guna Nord e, forse proprio per questo, ancoraricche di storia e curiosità, il prof. Trabuio ci in-dicava una per una le isole che incontravamo:l’isola di S. Giorgio con la sua basilica, costrui-ta dal Palladio nel 1576, le isole minori quali l’i-sola di San Michele, l’isola di Sant’Erasmo(l’orto di Venezia, famoso per le sue coltivazio-ni di carciofi), l’isola di San Giacomo in Paludee l’isola Lazzaretto Nuovo (isola recuperata dairovi e resa oggi eco-museo del suo passato co-me monastero, lazzaretto per gli appestati efortezza militare), l’isola di Murano, famosa perl‘industria del vetro, con la Cattedrale di SanDonato e il Museo Vetrario e 1”isola di Burano,attivo centro di pescatori, conosciuta per aver

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conservato l’antica arte del merletto, l’isola diTorcello con la Cattedrale S. Maria Assunta e laChiesa di S. Fosca.

E finalmente si è presentata allo sguardostupito dei pellegrini “come un ciuffo di verdeche emerge dall’acqua” l’isola di san Francescodel Deserto, luogo mistico e silenzioso, di gran-de fascino e semplicità, ove lo stesso S. Fran-cesco si recò e dimorò nel 1220 di ritorno dal-l’oriente dove aveva incontrato il Sultano d’E-gitto Malek-el-Kamel suscitando sentimenti diamicizia e di ammirazione. Il padre Roberto, cu-stode del convento, ci ha affabilmente accolti eci ha brevemente illustrato come l’isola sia sta-ta donata ai Frati Minori dal nobile Jacopo Mi-chiel e come S. Francesco, arrivando sull’isolafu accolto da una moltitudine di uccelli che ub-bidirono al suo ordine di non cantare per nondisturbare la preghiera dei frati. Anche noi cisiamo messi subito in atteggiamento di ascol-to quando fra Giovanni

Battista ha iniziato la sua magistrale relazio-ne affermando che “La crisi economica che in-veste la società occidentale è, innanzitutto, cri-si sociale ed etica che deriva dal ripetuto pec-cato dell’uomo: quello di eliminare Dio, così da

PELLEGRINAGGIO AL SANTUARIO DISAN FRANCESCO DEL DESERTOVENEZIA

Gioiosa francescana accoglienza.

In vaporetto verso l’isola benedetta.

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rendersi autonomo e indipendente ...”. È pas-sato poi ad analizzare alcuni passaggi fonda-mentali del percorso per staccarsi da Dio che èstato negli anni lungo ed articolato fino a deter-minare l’estrema conseguenza che noi tuttistiamo vivendo e cioè la difficoltà o meglio l’in-capacità di dialogo fra esseri umani. Diceva in-fatti:

“Se Dio è Padre, gli uomini sono fratelli”.Ma se non c’è Dio non ci possono essere nep-pure fratelli... Non poteva mancare il riferimen-to a San Francesco, che pur vivendo in tempinon facili anche per la Chiesa, Lui la difendevaal punto da affermare: “Se dovessi incontrareper strada un Angelo o un sacerdote peccato-re, prima saluterei il sacerdote perché lui soloamministra il Corpo e il Sangue di Cristo sul-l’altare”. Con estrema lucidità, fra Giovanni Bat-tista ci ha aperto un orizzonte solare e pieno diluci dimostrando come, anche oggi ci sono deisemi che stanno dando buoni frutti. A noi sa-perli scoprire e quindi far maturare.

Molti sono stati gli spunti che ci possonoaiutare non solo a non perdere la speranza, macon esempi tratti dalla sua esperienza a Pado-va, ha incoraggiato tutti ad agire con fede e conamore. Concludendo ci ha lasciato questo ri-cordo: “La Chiesa si rinnoverà attraverso lasantità dei suoi membri, e ognuno di noi è chia-mato a farsi santo!” Quindi, quale introduzionealla S. Messa, il prof. Trabuio ci ha ricordatoche la Chiesa celebrava in quel giorno la solen-nità del Corpo e del Sangue di Cristo e ci ha bre-

vemente raccontato come e quando è stata isti-tuita questa festa e come l’Italia sia una terrasantificata anche dai tanti miracoli eucaristiciche in essa si sono verifìcati.

Il più caro a noi, devoti di san Francesco edi tutto ciò che è francescano, è il miracolo cheS. Chiara ottenne nel 1240 dall’Eucaristia quan-do i saraceni stavano per assaltare il conventodi S. Damiano e lei, piccola donna impavida, sipresentò ai soldati solo con l’Ostia Santa met-tendo tutti in fuga. Il momento più intenso èstato la santa Messa, celebrata da Padre Aldo eanimata da canti eucaristici che hanno reso piùsolenne la celebrazione. Siamo stati calorosa-mente invitati ad amare l’Eucaristia, ad adorar-la e a metterla al centro delle nostre giornateperché è da lì che ci viene la forza, e tutto ciòche ci serve per vivere la nostra vita di autenti-ci cristiani. Il giardino dell’isola è stata la nostrasala da pranzo... Un clima davvero francescano... lasciarsi rallegrare dal canto degli uccelli edal lento fluire delle acque della laguna...

Con un certo rammarico abbiamo dovuto ri-salire nel battello che ci ha portato a S. France-sco della Vigna, una delle più belle chiese rina-scimentali di Venezia. Anche qui una breve pre-ghiera e poi la visita a questa Chiesa, ricca distoria e di opere d’arte. Padre Aldo ci ha rac-contato con una certa nostalgia che il suo im-pegno di Commissario di Terra Santa è iniziatoproprio lì all’ombra della Chiesa, anche se do-po soltanto un anno e cioè nel 1988 ha dovutotrasferire il Commissariato a Treviso nell’attua-le sede. E per terminare la nostra giornata an-che Mara ha voluto, offrendoci dei dolcetti de-liziosi, contribuire alla nostra gioia di stare in-sieme, di riflettere e pregare insieme, di vederee di godere le cose belle che Dio ci ha donatoe anche quelle che l’uomo sa fare.....

Poi un ultimo saluto ed ognuno è partito pertornare alla propria dimora ricaricato e prontoa riprendere con maggior forza le proprie atti-vità di ogni giorno. Grazie a tutti coloro chehanno lavorato per rendere viva ed efficace lagiornata.Dinanzi alla chiesa di S. Francesco del Deserto.

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II nostro caro amico di Terra Santa Paolo Canciani, bravo pittore e restau-ratore, ha avuto l’onore e il piacere di ricevere pubblico riconoscimento dellasua opera dal vescovo di Belluno mons. Giuseppe Andrich, il 9 giugno scorsonella chiesa parrocchiale di Sorriva.

Paolo Canciani aveva dipinto una pala d’altare riproducendo un quadro diLorenzo Lotto che si trova nella chiesa di Santa Cristina a Quinto di Treviso,e l’altro bravo amico di Terra Santa, Attilio Ferraresso di Olmo di Maeme, im-prenditore della maglieria, aveva pensato bene di offrirla in dono alla suaparrocchia di adozione in quel di Sorriva.

Il 9 giugno, in occasione della Cresima dei ragazzi del paese, la comunitàSorrivese ha voluto rendere grazie a Paolo Canciani non solo per il bellissimodipinto che andrà a ornare la chiesa, ma anche e soprattutto per lo straordi-nario restauro dello stendardo di San Giorgio che rappresenta un cimelio sto-rico per ia devozione religiosa della Comunità, in ricordo della liberazionedalla peste del 1631.

Gianfranco Trabuio

PAOLO CANCIANI

A SORRIVA DI SOVRAMONTE

Il Vescovo di Belluno, G. Andrich, benedice il pittore P. Canciani e la pala d’altare donata alla chiesa di Sorriva.

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II Signore ha chiamato a sé una creatura ecce-zionale, per doti innate e coltivate con grande im-pegno e preghiera.

Dopo aver assecondato la vocazione all’artedella musica, ha capito che la vocazione che l’a-vrebbe realizzata appieno era quella di servire Dionella Chiesa. Ha lasciato tutto per restare per 25anni col fratello Sacerdote a Zimella (VI).

Rimasta sola, le sue capacità la resero nota e ri-chiesta fino all’alta Curia romana e fu nominataSegretaria generale della Consulta Nazionale perl’Apostolato dei Laici.

Per anni, fino alla fine della vita, calcò le ormedel Poverello d’Assisi come ministra e presidentedell’OFS. Sostenne ovunque convegni e conferen-ze formative. All’omelia funebre, all’OPSA di Padova, Mons. Vescovo A. Magarot-to ci disse di considerarla già in cielo, per aver servito a tempo pieno Dio e il pros-simo. Pur nella grande attività, rimase semplice, dando la sua grande testimonianzadi fede vissuta. “Nessuna cosa l’avrebbe mai separata dall’Amore di Cristo”. Ci halasciato improvvisamente e, come S. Teresa d’Avila, parve dire ai presenti: “È giun-to il momento - vieni Sposo buono e fedele - sarò con Tè per sempre!”

Lia Peron

P. Aldo ricorda di averla incontrata in Confessionale nel lontano 1974 e di averlaindirizzata verso S. Francesco, tantoché, pochi mesi dopo, Emerenziana entrò (al San-tuario francescano della Verna) nell’Ordine Francescano Secolare. Iniziò ben prestoad assumersi vari incarichi propostogli dall’ordine Francescano come quello di Mini-stra dell’OFS di Zimella nonché della sezione GIFRA (Gioventù Francescana). In se-guito passò ai vertici del Terz’Ordine Francescano Secolare, nonché Segretaria ge-nerale della Consulta Nazionale per l’Apostolato dei laici.

Appartenne con convinzione anche al nostro Movimento.P. Aldo nel ricordarla e benedirla, chiede a lei la sua benedizione dal Cielo.

M. EMERENZIANA ROSSATOSorella di tutti e per tutti

... dall’ineffabile sorriso

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Si è spenta serenamente, dopo una lunga esistenzache l’ha portata alla soglia del secolo di vita, LINABALLADINI ved. MARALDO, madre della respon-sabile per Trieste degli Amici di Terra Santa.

Affezionata socia della nostra rivista e Amica diTerra Santa fin da quando in un pellegrinaggio nellaTerra di Gesù ha conosciuto Padre Aldo.

Una vita la sua contrassegnata da due guerre mon-diali e dal duro lavoro cristianamente dedicata alla fa-miglia ed ai suoi tré figli, ai quali è stata d’esempionella fede.

Ha concluso la sua vita terrena Mons.Antonio Dessanti, Parroco (fino a che leforze glielo hanno permesso) della Par-rocchia Beata Vergine del Rosario diTrieste.

Nutriva profondo amore per la Terradi Gesù e non mancava di sostenere lanostra Rivista “ECO” che rafforzavaquesto suo amore.

Ora nella Gerusalemme Celeste in-tercede presso il Padre per la pace diquesta Terra.

Lina Balladinived. Maraldo

Mi sono fatto tutto per tutti(San Paolo, 1Cor. 9,22)

Mons. Antonio Dessanti31.05.1921 - 25.01.2012

Telefono 0422.405.505Fax 0422.405.395e-mail: [email protected]: IT70 J033 5901 6001 00000009933C.C.P. n. 224303Aut. Trib. Treviso del 27.03.98R.S. n. 1056Spedizione in Abb. Postale

ANNO XXVN. 3-2012 Luglio-Agosto-SettembreOrgano Ufficialedegli Amici di Terra Santadel TrivenetoConvento Chiesa VotivaVia S. Venier, 3431100 Treviso

Art. 2 Comma 20/cLegge 662/96 - Filiale di TrevisoDirettore responsabile:Dino BusoRedattore:padre Aldo Mario ToniniStampa: Grafiche Dipro, Roncade (Tv)

Sr. Donatella ToniniSorella della Misericordia

15 novembre 1922 – 7 giugno 2009

hiamata da Cristo e a Luiconsacrata, sr. DonatellaTonini si è fatta totalmen-

te dono di misericordia. Con cuoredi sorella e di madre umile ed esem-plare, ha cercato, accolto, servito ipoveri, vedendo in essi il Volto diDio. Ora nella luce del Signoreguarda a noi, ai suoi familiari, alfratello padre Aldo e al diletto Isti-tuto “Sorelle della Misericordia”.

Nel 3o anniversariodel suo incontrocon sorella morte

C

Gli Amici di T.S. e la cultura triesti-na hanno perso un grande uomo, il prof.Giovanni Lettich.

Insigne studioso di letteratura clas-sica a cui si è dedicato sino alla morte,prima come insegnante di liceo, poi perinteresse personale.

Uomo di grande fede e affezionatoAmico di Terra Santa, fin dal primo in-contro con P. Aldo, durante un suo pel-legrinaggio nella terra di Gesù.

Sempre presente ai nostri incontricon attaccamento e devozione, la suaimprovvisa scomparsa ci ha colpiti pro-fondamente, ma sicuri nella Resurre-zione lo ricorderemo nelle nostre pre-ghiere.

Prof.

LETTICH GIOVANNI28/3/1929 - 14/4/2012

Il prof. Gianfranco Trabuio ha aperto il suosito personale su Internet all’indirizzo:

www.gianfrancotrabuio.it