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NOTIZIARIO DELLA NOTIZIARIO DELLA Anno LIX - n. 1-2 gen/feb 2012 Anno LIX - n. 1-2 gen/feb 2012 Costa Concordia: il contributo della Marina Marina

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NOTIZIARIO DELLANOTIZIARIO DELLA

Anno LIX - n. 1-2 gen/feb 2012Anno LIX - n. 1-2 gen/feb 2012

Costa Concordia:il contributo della

Marina

Marina

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IndiceIndice

gennaio - febbraio 2012

Cinquan’anni fa

Attività Operativa

Formazione del personale

Avvenimenti

Notizie per il personale

La Marina per il sociale

Sport

Flash

Vignetta

NOTIZIARIO DELLA MARINA

Periodico on line della Marina Militareregistrato al Tribunale di Roma n. 264/2011 il 20.09.2011

Direttore Editoriale Leonardo MERLINI

Direttore ResponsabileAntonio COSENTINO

RedazioneCarmela BOMMINO

Oberdan SGARAMELLA (segreteria)Marcello GINESTRA

Direzione e RedazioneMARINA MILITARE

Ufficio per la Comunicazione Redazione del “Notiziario della Marina”Piazzale della Marina, 4 - 00196 RomaTel. 06/36805556 - Fax 06/36806318

[email protected]

Anno LIX - n° 1 - 2

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NORME PER LA COLLABORAZIONE

Il Notiziario è un periodico on line di informazione e la collabora-zione è aperta a tutti.Gli elaborati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, investono ladiretta responsabilità dell’autore, rispecchiandone le idee perso-nali.Gli articoli (minimo una cartella pari a 1.800 battute) dovrannopervenire all’indirizzo di posta elettronica sopra citato entro e nonoltre 5 giorni dall’evento, corredati di foto in alta risoluzione (for-mato tif o jpg; dimensione minima 18x13 cm; definizione pari a300 dpi) con relative didascalie. Gli elaborati dovranno essere redatti evitando l’uso di acronimi e,se del caso, esplicitati in maniera chiara, precisa ed esauriente.L’accoglimento degli articoli o di proposte di collaborazione, nonimpegnano il Notiziario alla pubblicazione nè alla retribuzione; glistessi non verranno restituiti. La Direzione si riserva il diritto di dare all’articolo l’impostazione e itagli ritenuti più opportuni; si riserva altresì la facoltà di corrispon-dere all’Autore un eventuale compenso in relazione ai fondidisponibili. Dal momento della retribuzione l’autore cede ognidiritto di esclusività d’utilizzo al Notiziario.Al fine di un eventuale compenso è indispensabile che il collabo-ratore rediga una dichiarazione firmata contenente: generalità,codice fiscale, aliquota IRPEF applicabile, residenza, recapitotelefonico, domicilio ove recapitare il compenso o coordinatebancarie per l’accredito. Nessuna parte dei testi e delle illustrazioni può essere riprodottasenza l’autorizzazione scritta della Direzione.

Chiuso in Redazione il 29 febbraio 2012

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Cinquant’anni fa...gennaio/febbraio 1962

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Ore 21.30 di venerdì 13gennaio: mare calmo,cielo stellato, la nave

passeggeri Costa Concordia,in navigazione da Civitavec-chia a Savona, urta lo scoglioaffiorante delle “Scole” a po-che decine di metri dalla costaorientale dell’Isola del Giglio.La nave, dopo l’impatto a piùdi 15 nodi di velocità con loscoglio al di sotto della linea digalleggiamento, con il solo ab-brivo si è andata ad incagliare,

ANSA 22:36 13-01-2012++NAVE COSTA CROCIERE IN AVARIA VICINO ISO-LA DEL GIGLIO++(ANSA) – Roma, 13 GEN – La nave da crocieracosta Concordia, partita alle 19 da Civitavec-chia per un Giro del Mediterraneo e diretta a Sa-vona, è ferma nei pressi dell’Isola del Giglio daquanto si è appreso per un problema elettrico.Ai passeggeri sono stati fatti indossare i giubbottisalvagente ma, secondo quanto riferito dal Co-mando Generale delle Capitanerie di Porto, nonci sono criticità particolari. (ANSA).SV – CNT

ANSA 23:32 13-01-2012++NAVE IN AVARIA: SINDACO GIGLIO, E’ EMER-GENZA.++SI PREPARA AD ACCOGLIERE I 4.000 PASSEGGERI(ANSA) – ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO), 13 GEN– “Siamo in piena emergenza”: a dirlo è il sinda-co dell’Isola del Giglio, Sergio Ortelli, che si stapreparando ad accogliere i circa 4.000 passeg-geri della Costa Concordia che stanno lascian-do la nave in avaria nelle acque dell’Isola del Gi-glio. (ANSA)YAB-FBB

Costa Concordia:il contributo della Marina

prima adagiandosi con 80° disbandamento sul fianco de-stro; dopo su un fondale com-preso tra i 18 metri (poppa) fi-no ai 40 (prua), davanti a Pun-ta Gabbianara a qualche cen-tinaio di metri a nord del pic-colo porticciolo del Giglio. La Costa Concordia, costruitanei cantieri di Sestri Ponente(Ge) dalla Fincantieri e varatail 2 settembre del 2005 è un gi-gante del mare di 290 metri dilunghezza e 35 di larghezza e

quella tragica sera aveva abordo, tra passeggeri e perso-nale dell’equipaggio, un totaledi 4.229 persone. Tutti a bordoal segnale di abbandonare lanave, sette squilli brevi e unolungo, hanno cercato di met-tersi in salvo raggiungendo anuoto o con le scialuppe di sal-vataggio la costa del Giglio di-stante dal relitto della nave so-lo qualche decina di metri. Gli abitanti del Giglio sono i pri-mi che si rendono conto che

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quello che più volte è stato uninnocuo passaggio della navevicino alla costa in omaggioad un tradizionale saluto mari-naro, questa volta si è trasfor-mato in una tragedia. Dopo un innaturale evoluzioneil “gigante del mare” ferma ilsuo abbrivo; nel suo ventre na-scosto dal mare c’è una feritamortale: uno squarcio lungopiù di settanta metri! Il Costa Concordia comincia asbandare adagiato sul fondaledi granito davanti agli occhi in-creduli dei gigliesi accorsi alporto. Altrettanto veloci sono stati iprimi soccorsi da parte di unamotovedetta della Guardia diFinanza e della Guardia Co-stiera che dalla centrale ope-rativa di Livorno coordina le

prime operazioni di ricerca esoccorso. Passano poche ore e quellache era la nave vanto dellacantieristica navale italianaora giace per metà sul fondalemarino: immobile, quasi surrea-le… sembra parte di un set ci-nematografico di un grandefilm holliwoodiano! Ma il disa-stro è lì, tutto è vero. I passeggeri e l’equipaggiotentano di mettersi in salvo,ognuno come può, tra loshock generale. Alcuni scen-dono dalla nave con le biscal-gine; altri, dall’interno dellescialuppe di salvataggio, altriancora recuperati dai primi eli-cotteri che intervengono neisoccorsi e nella ricerca deinaufraghi. L’obiettivo di chi era a bordo è

uno solo: raggiungere la terra-ferma che grazie al destino,questa volta benevolo, è lì apochi minuti dal relitto dellanave. Momenti, minuti, ore in-terminabili dove il desiderio diuna vacanza da sogno, maga-ri aspettata da una vita intera,di colpo si è trasformato in in-cubo dal quale ora è impor-tante mettersi in salvo.Da terra, gli abitanti del Giglio(pochissimi, d’inverno l’Isolaconta poche centinaia di abi-tanti) hanno assistito impotential naufragio; tutti conosconocosa significa “andar per ma-re” e quest’aspetto li rende in-creduli. Gli isolani si sa, hannopeculiarità tutte loro ma dasempre il mare e la vita delmare fa parte del loro “dna”.Consapevoli della non scritta

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legge del mare, dove chi è indifficoltà si aiuta come fosse unfratello, hanno offerto d’istintoil loro aiuto. Gesti spontaneiche hanno materializzato incoperte, vestiti, medicinali equalsiasi altra cosa potesse oc-correre ai naufraghi sottoshock. I primi naufraghi sono ospitatinella chiesa dei Santi Lorenzo eMamiliano che il parroco hamesso a disposizione. La Re-gione Toscana ha subito attiva-to un piano di soccorsi. Gli expasseggeri della Concordia sa-

ranno trasportati per mezzo ditraghetti a Porto S. Stefano. Al-l’arrivo in quello che è il capo-luogo del Monte Argentario inaufraghi, ancora visibilmentesotto shock per l’accaduto,vengono aiutati da tanti volon-tari che insieme alle autoritàistituzionali continuano l’operadi soccorso. Da Porto S. Stefa-no i naufraghi raggiungono lestrutture ospedaliere di Orbe-tello e Grosseto e per i più for-tunati direttamente le propriocase.La notizia fa il giro del mondo:

non c’è quotidiano o emitten-te televisiva che sui propri tele-giornali non apra con il naufra-gio della Costa Concordia. So-no molte le nazioni in appren-sione per i propri connazionaliimbarcati.

L’intervento della Marina MilitareMa se per i tanti passeggeriche si sono messi in salvo que-sta vicenda è solo una storiada dimenticare, chi dirige isoccorsi si rende conto chemolte persone risultano disper-se, forse rimaste intrappolateancora all’interno del relitto.Alla “macchina dei soccorsi”messasi in moto subito si ag-giunge l’intervento del perso-nale e dei mezzi della MarinaMilitare. Il comando della Guardia Co-stiera di Livorno ha richiesto lapartecipazione di assetti adala rotante della Marina e del-l’Aeronautica Militare. Sonoquindi intervenuti sul luogo, ol-tre a 3 elicotteri AB 412 dellaGuardia Costiera, 2 EH 101 diMaristaeli Luni e 1 HH3F del 15°Stormo che hanno svolto ope-razioni di recupero con verri-cello.È notte fonda, prime ore di sa-bato 14 gennaio. Sono trascor-se poche ore dall’incidente e inostri piloti, raggiunta la nave,vedono sotto di sé i passeggeriche abbandonavano la nave.

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I nostri mezzi inseriti nel dispositi-vo S.A.R. (Search and Rescue– Ricerca e Soccorso ) porte-ranno in salvo due naufraghi“vericellandoli” a bordo, unodei quali con una gamba rot-ta. Saranno trasportati al vicinoospedale di Grosseto. Gli eli-cotteri della Marina continue-ranno sino alla tarda mattina disabato a perlustrare la zona dimare interessato dal naufragio.Si vuol scongiurare il fatto chealcuni naufraghi siano stati tra-sportati via dalla corrente mari-na. Gli elicotteri portano a ter-mine la loro missione, interve-nuti grazie all’elevato stato diprontezza operativa, e fannorientro alla base aerea di Luninel tardo pomeriggio di sabato14 gennaio. Intanto alla S.S.O. (Sala Situa-zione Operativa) dello StatoMaggiore Marina, come in unaC.O.C. (Centrale Operativa diCombattimento) delle nostrenavi, giungono tutti gli aggior-namenti di situazione e di con-seguenza vengono allertati tut-ti i Comandi /Enti che potreb-bero mettere a disposizione laloro esperienza, professionalitàe mezzi per fronteggiare l’e-

mergenza S.A.R.. Obiettivo: laricerca dei dispersi.12.30 di sabato mattina: giun-ge la richiesta da parte dellaGuardia Costiera allo StatoMaggiore Marina dell’interven-to dei palombari del G.O.S.(Gruppo operativo Subacquei)di COMSUBIN (Comando Su-bacquei ed Incursori). I nostripalombari sono, di fatto, i mas-simi conoscitori della tecnicasubacquea in campo naziona-le ed internazionale. Le ricer-che dei naufraghi che si sup-pone siano rimasti intrappolatiiniziano sia nella parte immersache in quella emersa. Sabato, i palombari del GOS,

sempre reperibili su chiamata,sono richiamati al Comando ein due ore sono pronti con tut-te le attrezzature di cui necessi-tano. Alle ore 14.30 un elicotte-ro EH101 proveniente da Mari-staeli Luni atterra presso il Vari-gnano nel comprensorio diCOMSUBIN intitolato al palom-baro Teseo Tesei. Alle 17.00, so-no passate solo poche ore dal-l’allerta e un team del G.O.S. èal Giglio, pronto per portare atermine la missione assegnata.L’ordine di raggiungere il Giglioarriva anche per nave AlcidePedretti al comando del Te-nente di Vascello Luca Caliani.Il Pedretti è la nave appoggio

Posizionamento e varchi provocati dalbrillamento delle cariche esplosive.

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dei palombari che tra le variedotazioni imbarca una cameraiperbarica mobile carrata perl’esecuzione di trattamenti me-dicali in caso di barotraumi, unpiccolo ROV (Remote Opera-ting Vehicle) per l’esecuzionedi investigazioni, due scafandricompleti da palombaro legge-ro per l’esecuzione di immersio-ni prolungate con collegamen-to con la superficie mediantecavo ombelicale per le comu-nicazioni e per il rifornimento diaria respirabile.L’emergenza SAR è coordinatadal prefetto di Grosseto che inloco si avvale del Comandan-te Provinciale dei Vigili del Fuo-co. A terra, a Giglio Porto, viene al-lestita un’area per fronteggiarel’emergenza al cui interno vi siposizionano gli uomini e i mezziintervenuti per i soccorsi. Conti-nui sono i briefing operativi a

cui partecipano i responsabilidi ogni gruppo di soccorso in-tervenuto tra cui il Capitano diVascello Vincenzo Benemerito(sostituito poi dal parigrado Ro-berto Monzani), responsabiledei mezzi e degli uomini pre-

senti al Giglio e del Capitanodi Fregata palombaro BrunoRocca (sostituito poi dal Tenen-te di Vascello Piero Privitera),coordinatore dell’attività deipalombari. Si lotta contro il tempo; obietti-

Il Presidente del Senato Renato Schifa-ni, si congratula con gli uomini dellaMarina Militare .

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vo: estrarre dall’interno il perso-nale che non è riuscito ad eva-cuare la nave.I palombari iniziano ad immer-gersi insieme ai sommozzatoridella Guardia Costiera e deiVigili del Fuoco. Alcuni di lorosono volti noti poiché sono pro-prio i palombari istruttori delGruppo Scuola Sub di COMSU-BIN che brevettano i colleghisommozzatori della GuardiaCostiera. Lo scafo sommersodella Concordia è stato divisoin zone: ogni gruppo ha opera-to nella sua, mentre altre squa-dre di soccorritori (VV. FF.) han-no il compito di ricercare i di-spersi nella parte emersa dellanave. Lo scenario che si presenta aisoccorritori, in particolar modoai subacquei, non è dei più fa-cili per le condizioni di sicurezzain cui si deve operare. All’inter-no della nave i ponti orizzontalisono diventati dei piani forte-mente incl inati e le grandiquantità di masserizie, arredi ein generale strutture e oggettinon solidali con la nave sonoscivolate verso il basso ostruen-do e bloccando accessi e viedi fuga. Il rischio che i dispersisiano rimasti intrappolati all’in-terno in luoghi dove i soccorri-

tori non possono giungere è al-to. Intanto “l’onda mediatica”raggiunge l’Isola, la pressione èalta, non solo tra i media nazio-nali ma anche tra quelli inter-nazionali. Da un lato i dispersi:tra di loro non solo cittadini ita-liani, ma anche stranieri; dal-l’altro le dinamiche del sinistromarittimo e di come l’emer-genza sia stata affrontata dalComandante della Costa Con-cordia. Le dinamiche dell’inci-dente e delle modalità con cuiè stato dato il via ad abban-donare la nave monopolizze-ranno tutti i media del mondo.Intanto l’U.Com (Ufficio per laComunicazione) della MarinaMilitare decide di inviare al Gi-glio, in supporto al proprio per-sonale e ad integrazione del-l’Unità di crisi nazionale costitui-tasi, il Tenente di Vascello Ales-sandro Busonero (Ufficiale P.I.)e il 2° Capo (cineoperatore)Maurizio La Pera con l’obiettivoistituzionale di informare i me-dia, e quindi i cittadini, sull’in-tervento della Marina Militare.L’attività di ricerca dei dispersinella parte immersa si fa più in-tensa: c’è l’urgente necessitàdi entrare all’interno in queiluoghi rimasti non accessibili e

dove, verificando i piani dellanave, si desume siano rimastiintrappolati i passeggeri. Conogni probabilità quegli stessicorridoi conducevano i pas-seggeri alle vie di uscita chepermettevano di raggiungerele scialuppe di salvataggio. Nelfrattempo ai soccorritori cheoperano nella parte emersa sioffre la gioia di trovare, provatima vivi, alcuni dispersi.Dai frequenti briefing operativiemerge la necessità di crearenuove vie d’accesso e allostesso tempo di fuga per tutti isubacquei che intervengononella parte immersa della na-ve. I palombari della Marinamettono a disposizione la loroalta professionalità con l’impie-go delle cariche esplosive cheopportunamente preparate,con chirurgica precisione, rag-giungeranno l’obiettivo: lacreazione di nuovi varchi d’in-gresso attraverso i quali poteraccedere all’interno della na-ve. In attesa, dopo otto giorni, cheil Governo dichiarasse lo statod’emergenza nazionale sotto ilComando e Controllo del Dott.Gabrielli della Protezione CivileNazionale di quella che triste-mente è diventata “l’emergen-

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za Concordia”, l’Unità di CrisiNazionale creatasi al Giglio halavorato incessantemente nel-l’attività di S.A.R. con l’obietti-vo di recuperare i dispersi. Grazie al lavoro dei palombari,che hanno fornito la capacitàE.O.D. NAVY (Explosive Ordnan-ce Disposal), le ricerche hannoportato al ritrovamento dellamaggior parte dei dispersi, an-che se purtroppo privi di vita.Durante l’intera attività S.A.R. ipalombari hanno realizzato 12varchi naturali e 15 varchi artifi-ciali provocati dalle caricheesplosive distribuiti nei ponti 1,3, 4, 5, 6, 8 e 11 della nave.L’assetto E.O.D. NAVY delG.O.S. ha fornito inoltre, la ca-mera iperbarica con personalesanitario specializzato, disponi-bile 24 ore su 24 per le attivitàd’immersione di tutti i sommoz-zatori presenti al Giglio: Guar-dia Costiera, Carabinieri, Poliziadi Stato e Guardia di Finanza.In quei giorni la Marina Militareha messo a disposizione ulterio-ri assetti all’Unità di Crisi Nazio-nale prima e alla Protezione Ci-vile dopo: il pattugliatore d’al-tura Orione al comando delCapitano di Fregata Luca Lic-ciardi, la nave idrografica Ga-latea al comando del Tenentedi Vascello Nicola Pizzeghello e

tre 3 ufficiali del Genio Navaledello Studio ProgrammazioneMateriali e Mezzi dello StatoMaggiore Marina (S.P.M.M.), iCapitani di fregata: AlessandroCesareo, Domenico Guadalu-pi, Gabriele Catapano, i qualihanno fornito un contributo dipensiero e supporto tecnico-specialistico per le valutazioniingegneristiche di stabilità e re-sistenza strutturale residua delrelitto, necessarie ad assicurarelo svolgimento in sicurezza del-le attività di search&rescue, didefueling del combustibi lestoccato nei depositi di bordoe quelle di recupero del relitto. Entrambe le navi, come del re-sto anche la componente eli-cotteristica e il G.O.S. hannoconfermato la capacità di es-sere impiegati sia in campo mi-litare che civile, ovvero con

compiti “dual use”.L’Orione, oltre ad essere in gra-do di svolgere missioni di sorve-glianza marittima, vigilanza pe-sca, e controllo del trafficomercantile ha anche la capa-cità di intervenire contro l’in-quinamento marino. Dotata di250 metri di barriere antinqui-namento (galleggianti e gon-fiabili) può, all’occorrenza, cir-coscrivere le sostanze inqui-nanti in superficie consenten-done la rimozione meccanica.Tale rischio era rappresentatodall’eventuale fuoriuscita dalConcordia di liquidi inquinanti,fortunatamente ad oggi nonverificatosi.Nave Galatea ha fatto partedi un piano di ricerca S.A.R.coordinato a cui hanno presoparte i mezzi navali della Guar-dia Costiera e dei Vigili del Fuo-

co. Il piano prevedeva l’investi-gazione del fondale di una zo-na di mare prospiciente la co-sta del Giglio, la quale è stataindividuata sulla base dellecondizioni meteo marine pre-senti la sera del sinistro maritti-mo. L’intervento dei mezzi edel personale della Marina inquesta sciagurata tragedia delmare dove hanno perso la vita25 persone e 7 risultano ancoraessere disperse ha dimostratocome l’addestramento, l’ele-vata prontezza operativa, non-ché il rapido dispiego di mezzie uomini e la fondamentaleesperienza umana ottenuta da

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Alessandro Busonero ■

(foto Lapera UCOM Sezione Cinefoto)

generazioni di “marinai” ci pos-sano proiettare in esigenze e avolte emergenze nazionali edinternazionali al servizio imme-diato della popolazione.I media spesso hanno descrittoi fatti rappresentando comeeroici gli interventi degli uominicon le stellette o senza che in-tervengono nelle emergenze,come è stato fatto per quelladel Concordia. Non è retoricodire che non si tratta di attieroici, ma solo del compimen-to delle missioni assegnate, avolte senza ottenere i risultatidesiderati: professionisti chehanno fatto una scelta di vita,quasi sempre lontano dalla ri-balta dei media, anzi schivi al-l’invadenza, a volte delle tele-camere o dei giornalisti chepur compiono il loro lavoro.

Nei ricordi, nei cuori di tutti co-loro che hanno vissuto da varieprospettive quei giorni rimarràla vicinanza umana in un mo-mento in cui la priorità del sin-golo è stata quella di mettersia disposizione del prossimo.

Il Sottosegretario di Stato alla Difesadott. Filippo Milone incontra il persona-le del GOS.

Piccoli e grandi gesti compiutida tutti: dai passeggeri dellanave, dall’equipaggio delConcordia, dalla popolazionedel Giglio, dal personale milita-re e civile intervenuto nell’e-mergenze, dai giornalisti alletroupes. Questa tragedia ha la-sciato in tutti, in particolar mo-do a chi in quei giorni era al Gi-glio, un profondo dolore per le

vite spezzate di quelle personeche, ignare del loro destino,hanno perso la vita in un marecalmo, sotto una serata stella-ta d’inverno in uno dei luoghipiù belli che il mare possa re-galarci.

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Marco Maraglino ■

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Il 23 febbraio si è conclusal’esercitazione NATO“Proud Manta 2012” (PO-

MA ’12”). Sviluppatasi nelle ac-que del Mar Ionio antistanti laSicilia, la POMA ’12 ha coinvol-to assetti aerei e navali di undi-ci Paesi dell’Alleanza Atlantica,tra i quali le Unità Navali facen-ti parte la Standing Nato Mariti-me Group 1 (SNMG1). La Mari-na Militare Italiana ha parteci-pato con tre Unità Navali di su-perficie(Nave Mimbelli, NaveEspero e Nave Levanzo), il som-mergibile Todaro ed una com-ponente aerea costituita davelivoli ad ala fissa in ruolo MPAed elicotteri EH-101 ed AB-212in ruolo ASW.La Proud Manta si pone comeobiettivo l’incremento del livel-lo addestrativo dell’Alleanzanel settore della lotta subac-quea a largo spettro, sia dallaprospettiva delle unità di super-ficie ed aeree, sia (e soprattut-to) dalla prospettiva dei battel-li. Gli assetti coinvolti nella PO-

Proud Manta

MA hanno operato nell’ambitodi uno scenario simulato di crisiescalatoria. La situazione geopolitica in cuil’esercitazione si è sviluppata èstata riprodotta aderendoquanto più possibile agli scena-ri reali in cui la Nato viene chia-mata ad operare sempre piùspesso, nell’ambito di una taskforce integrata, multidimensio-nale e multinazionale. Proprio in tale ottica, lo svolgi-mento di un’esercitazione che

coinvolga assetti aerei, navali esottomarini, consente di affina-re ulteriormente le già cospi-cue capacità di interoperabi-lità dello strumento di DifesaMarittima delle Marine dei Pae-si appartenenti alla Nato, sem-pre più spesso chiamata a svol-gere un ruolo di primo pianonel mantenimento della Pacein scenari di crisi internazionali.

Conclusa l’esercitazione aeronavale

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TARANTO

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Due Marine un solo“battello”

Leonardo Pietro D’Alessandro ■

A l termine di un’intensaattività operativa in MarMediterraneo il sommer-

gibile tedesco FGS U34 ha so-stato nella città di Taranto dal28 al 31 ottobre per rimettersi“in sesto” in vista dell’attivitàoperativa che lo ha interessa-to prima del rientro in Patria adicembre.Figlio del medesimo progettoche ha dato alla luce i duenuovi sommergibili italiani clas-se U212, Todaro e Scirè (due ul-teriori Unità sono in costruzioneper la prevista consegna nel2015-2016), l’U34 non è il primodei quattro esemplari costruitioltralpe ad eleggere il sorgito-re tarantino quale luogo idea-le per ripristinare la propria effi-cienza.Motivo di tale predilezione è

da ricercare nella spiccatacollaborazione che vede lega-te a doppio filo la nostra com-ponente subacquea con quel-la germanica, in particolareper quanto riguarda l’efficien-te organizzazione logistica co-mune. Un’infrastruttura in gra-do di consentire, oltre ad un

costante scambio di materiali,anche un continuo scambio diesperienze maturate dai rispet-tivi equipaggie gruppi disupporto tec-nico.Nel corso dellasosta, i l piùche collauda-to RepartoTecnico Logi-st ico diComforsub hapermesso al-l ’Unità tede-sca di r ipristi-nare la propriaefficienza for-nendo unsupporto diqualità, fruttodel la profon-da conoscen-za maturata dalla componen-te subacquea italiana. L’equi-

paggio tedescodi soli 31 uominiè stato accoltodapprima pres-so le banchinesommergibilidell’Arsenale esuccessivamen-te presso laS.N.M.G. (Stazio-ne Navale MarGrande) da uncaloroso benve-nuto tra som-mergibilisti qualepiacevole prelu-dio al consueto

scambio di opinioni che hacoinvolto il Comandante delleForze Subacquee C.V. CosimoRusso e il suo staff. Con i Co-mandanti dei battelli classe212, è stata affinata la colla-borazione che porterà nelprossimo futuro un più intensoscambio di idee ed esperienze

tra equipaggi di unità pratica-mente “gemelle”.Di rilievo la visita del Coman-

dante del Submarine Squa-dron tedesco CDR SachaRackwitz con il quale dal 26 al29 ottobre è stata pienamentecondivisa l’intenzione di favori-re una sempre maggiore coo-perazione tra le due compo-nenti, finalizzata a una comu-ne crescita professionale.Al termine della sosta il Co-mandante dell’U34, ancorapiacevolmente affascinatodalla calorosa accoglienza edalla maturità tecnica rag-giunta dalla nostra compo-nente subacquea ha salutatola città di Taranto e ripreso larotta verso casa accompa-gnato per l’uscita del nostrobattello Scirè anch’esso impe-gnato in attività operativa nelMare Nostrum a partire dal 31ottobre.Un ulteriore tassello nella ge-stione dei nuovi sommergibiliclasse U212 è stato così messo.

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CATANIA

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100.000 ORE DI VOLO alle pendici dell’Etna

Il 1 maggio 1968 la Marina Militare Italiana, acquisito l’elicotteroSikorsky SH3D, costituiva presso la base di Maristaeli Catania il 3°Gruppo Elicotteri. Quel giorno segnava l’inizio di una lunga storia di im-prese, missioni e successi, che alla fine di quest’anno è stata marcatada un ennesimo prestigioso traguardo: il raggiungimento delle 100.000ore volate dai suoi equipaggi ed elicotteri.

Il volo rappresenta il culmi-ne di un’intensa attività diprogrammazione, pianifi-

cazione e manutenzione cheimpegna uomini e mezzi benpiù a lungo di quanto poi nonvenga registrato sul “libretto divolo”. Alla luce di ciò, meglio sicomprende quale sia l’intimosignificato di queste 100.000ore di volo, di quanti uomini edi quanto impegno siano statiprofusi per la loro realizzazione.Il 15 dicembre scorso il Gruppoha voluto festeggiare l’impor-tante risultato con una sobriacerimonia. La Bandiera diCombattimento del 3° GruppoElicotteri, fregiata della Meda-glia d’Argento al Valor Civile edella Medaglia d’Oro al Meritodi Marina, i petti degli uominidel Gruppo decorati con 16Medaglie al Valore e 5 al Meri-to di Marina, i volti fieri di chi ierie oggi ha operato sotto l’egidadel Tridente, simbolo di questo

glorioso Reparto, hanno testi-moniato in pochi istanti i 43 in-tensi anni di storia del Gruppo.La presenza di numerose auto-rità civili e militari del presidio si-ciliano, ha messo in evidenzal’importante legame che il 3°Gruppo è riuscito a tessere conla comunità locale, e le quasi2000 missioni di soccorso effet-tuate possono renderne l’idea.Il Comandante delle Forze Ae-ree della Marina, Contrammira-glio Paolo Treu, non è volutomancare a questo evento,condividendo l’orgoglio per ilsuccesso conseguito. Silenziosiprotagonisti sono stati inoltre glielicotteri in forza, l’Agusta We-stland EH 101, attuale mezzodel Reparto, e il “Re del Mare”l’SH3D. Quelle che possonosembrare sterili macchine rap-presentano per gli addetti ai la-vori fedeli colleghi, con cuicondividere le sorti ed il succes-so della missione; le storie degliuomini, dei mezzi e del Grupposi intrecciano quindi indissolubil-

mente. Il “Sea King”, è entrato in servi-zio con il compito primario del-la lotta antisommergibile edantinave, decollando per il pri-mo volo da Maristaeli Catanial’11 dicembre 1968. Nel corsodi oltre 40 anni di servizio, l’SH-3D si è fatto apprezzare tantoin patria, quanto in aree lonta-ne, nel corso di anni che hannovisto mutare gli scenari interna-zionali, dalla Guerra Fredda aipiù recenti conflitti mediorien-tali. Numerose le operazioni diPeace Keeping in cui è statoimpiegato: UNIFIL in Libano ne-gli anni ’80, Somalia, Timor Est,Kosovo, Afghanistan, Iraq enuovamente Libano-Leonte nel2006. All’attività istituzionale si èpoi affiancato un importanteimpegno nelle attività a favoredella popolazione, dal terremo-to di Ancona nel 1972 a quellodel Friuli nel 1976, il disastro ae-reo di Ustica, il terremoto dell’Ir-pinia nel 1980 e le alluvioni diVersilia e Piemonte nel 1995 e

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Gabriele Di Vico ■

2000. Difficile tenere il conto deisoccorsi a favore di imbarca-zioni in transito nel Canale di Si-cilia e degli interventi in occa-sione delle eruzioni vulcanichedell’Etna e di Stromboli. Tuttociò è valso al Terzo Gruppo nu-merosi riconoscimenti come lo

Scudo di San Martino, il PremioIcaro e quello dei Capitani Co-raggiosi. Le ore totali di volo compiutedal 3° Gruppo su SH-3D sonostate 94948.2, e l’ultimo volo èstato compiuto il 13 Marzo del2009 con il “Gancio 6-36”. L’impegnativa eredità dell’SH-3D è stata raccolta, a partire

dal 2008, dal moderno elicotte-ro Agusta Westland EH-101. Lesuperiori prestazioni hanno per-messo da subito all’EH-101 diessere protagonista nell’opera-zione “Active Endeavour”, perla ricerca di mercantili sospettidi traffici illeciti e attività di anti-

terrorismo, ed in ambito“Constant Vigilance” peril controllo dei flussi mi-gratori.Non è mancato poi l’im-pegno nell’operazione“Atalanta” a supportodelle forze dell’UnioneEuropea per il contrastoai fenomeni di piraterianelle acque del Cornod’Africa, nonché nell’o-perazione “OceanShield” per le medesime

finalità sotto bandiera NATO.Nell’Aprile 2009, in seguito aldevastante terremoto che hadistrutto l’Aquila, il 3° Gruppoha fornito equipaggi ed elicot-teri a supporto della ProtezioneCivile per assistere le popolazio-ni colpite dal sisma nella opera-zione Gran Sasso.Ultimo in ordine cronologico, il

deciso contributo fornito dagliEH-101 ASW-ASuW imbarcatisulla Portaeromobili Garibaldinel corso dell’operazione “Uni-fied Protector”, a supporto delcontingente multinazionaleschierato a seguito della crisi li-bica, impiegando gli assetti inruolo Combat SAR e ISR (Intelli-gence Surveillance and Recon-naissance), e sfruttando al me-glio le capacità di C2 ed ESMdel mezzo. Tali impegni operativi non han-no impedito di portare avantiun’intensa attività addestrati-va, quale, in particolare, la par-tecipazione ad esercitazioni siaa carattere nazionale (MareAperto e Amphex) che NATO(Proud Manta).Equipaggi del Gruppo hannopartecipato inoltre, nel 2010 inGermania e nel 2011 in Spa-gna, al Combined Joint Person-nel Recovery StandardizationCourse (CJPRSC), organizzatodall’European Air Group, peracquisire le conoscenze neces-sarie per garantire il compito diAirborne Mission Coordinatordurante le attività di PersonnellRecovery/Combat SAR. Difficile eguagliare per l’EH101in poco più di 5000 ore di volole imprese del suo predecesso-re SH3D, ma le potenzialità del-la macchina uniti alla tenaciaed alla professionalità degliequipaggi e dei tecnici del 3°Gruppo, sono una garanzia perpoter superare “con il cuore ol-tre l’ostacolo” altrettanti futuri eprestigiosi traguardi.

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SIGONELLA

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Il 41º Stormo celebra le250.000 ore di volo delBreguet 1150 Atlantic

Il 41° Stormo Antisom di Sigo-nella, ha celebrato il consi-derevole traguardo delle

250.000 ore di volo della Lineadel velivolo in dotazione, Breguet1150 Atlantic. La Cerimonia, pre-sieduta dal Generale di DivisioneAerea, Giuliano De Carlo, Ispet-tore dell’Aviazione per la Marina,si è svolta alla presenza del Sin-daco di Catania Raffaele Stan-canelli, il quale, ricevuto dal Co-mandante del 41° Stormo Col. Pil.

Dario Missaglia, ha voluto con lasua presenza, onorare lo Stormo,per il prestigioso traguardo. Nelcorso della cerimonia è stataconsegnata la “Patch” dedicataal raggiungimento delle 250.000ore di volo del velivolo che, co-me affermato dal Col. Missaglia,nel corso del suo intervento: “daquasi 40 anni, sin dal 1972, incar-na quotidianamente una partesignificativa, particolare e pecu-liare della storia del 41° Stormo edell’Aeronautica Militare tutta:dalla lotta antisommergibile inpiena “Guerra Fredda” al pattu-

gliamento marittimo dei tempipiù recenti. L’Atlantic rimane conorgoglio, oggi - ha concluso ilCol. Missaglia - l’unico e primovelivolo espressamente progetta-to per operare sul mare”. La gior-nata celebrativa è stata, inoltre,caratterizzata, da altri momentiparticolarmente suggestivi comela consegna del premio “CarloSala” al personale della baseche si è particolarmente distintoin servizio. Tra i premiati: Il CaptainWilliam Scott Butler, Comandantedella Naval Air Station della Mari-na degli Stati Uniti d’America distanza a Sigonella, premiato“per la particolare azione di co-mando, intrisa di forte spirito col-laborativo, volta verso tutti i rap-porti e le attività che interessanola Base Aerea di Sigonella al finedi contribuire a creare un perfet-to esempio di grande integrazio-ne interforze ed internazionaletra Italia ed USA”; il 1° M.llo Luo-gotenente Gaetano Giuffridapremiato “quale Addetto alla166ª Squadriglia dell’88° GruppoVolo e in qualità di Operatore altavolo situazioni sul velivolo BR-1150 Atlantic, per il grande tem-peramento e l’elevata compe-tenza tecnico-professionale chegli hanno permesso di raggiun-gere l’invidiabile traguardo delle10.000 ore di volo”. La cerimoniasi è conclusa con la foto ricordodel personale del 41° Stormo, sot-to il velivolo Atlantic.

CENNI STORICIL’arrivo degli Atlantic a Sigonellasegue di poco la ricostituzionedel 41° Stormo avvenuta il 1° Ot-tobre 1965, su disposizione delloStato Maggiore dell’AeronauticaMilitare, quando nello Stormoconfluirono l'87° Gruppo e l'88°

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un Reparto atipico e specialista,sia per la peculiarità del velivoloin dotazione, sia per i suoi equi-paggi, composti, in egual misura,da personale dell’Aeronautica edella Marina Militare, sia per leoperazioni di controllo e pattu-gliamento marittimo. La Base sici-liana rappresenta la più grandeinstallazione militare del sud Euro-pa ed è sede, peraltro, di unastazione aeronavale della Mari-na Statunitense.Lo Stormo si distingue inoltre perle particolari dipendenze e perl’articolata organizzazione inter-na.Dipende, infatti: dall'Ufficio dell’I-spettore per la Marina (UIAV),collocato nell’ambito dello StatoMaggiore Marina e retto da unUfficiale Generale dell’A.M., Re-sponsabile dell’addestramentotecnico-professionale del perso-

nale di volo; dal Comando inCapo Squadra Navale (CINC-NAV) per il controllo operativo el’addestramento all’impiego; dalComando Squadra Aerea per ilsettore tecnico logistico, dal Co-mando delle Forze per la Mobilitàed il Supporto (CFMS) per le fun-zioni tecniche, amministrative eper la manutenzione degli im-pianti e delle attrezzature aero-portuali; dal Comando Scuo-le/3^ Regione Aerea per i com-piti circoscrizionali.

caci fra quelli disponibili all’epo-ca. Attualmente, i Breguet 1150Atlantic garantiscono, ottempe-rando alla propria missione pri-maria, il contrasto della minacciasubacquea e navale e fornisco-no il servizio di ricerca e soccorsoin mare a lungo raggio. A questeattività si aggiunge anche il con-trollo del traffico mercantile nelMediterraneo, nell’ambito delleoperazioni “post 11 settembre”contro il terrorismo internazionale.Gli Atlantic sono infatti in grado dicondurre autonomamente ricer-che sistematiche su tutta l'areadel Mediterraneo, arrivando an-che ad un’autonomia di 18 oreconsecutive di volo. A ciò va ag-giunta l'attività di controllo dellospazio aereo della "Control Zone"di Catania, all’interno della qua-le si trova, oltre all’aeroporto mili-tare di Sigonella, l’aeroporto civi-

le di Catania Fontanarossa che,durante la stagione estiva, supe-ra i 200 movimenti al giorno.La missione tipica prevede unbriefing per l'equipaggio nel qua-le si analizzano le azioni da com-piere e si pianificano le rotte dapercorrere, la quantità di com-bustibile da imbarcare e le tatti-che da utilizzare. Dopo i controllipre-volo, l’aeroplano decolla e sireca in zona operazioni dove ri-mane fino al termine della missio-ne. Concluso il volo si effettua ilde-briefing e si compilano i rap-porti di missione. Il 41° Stormo è

Gruppo Antisom. Nel novembre 1971, infatti, al finedi disporre di maggiore spazio edi infrastrutture più adeguateproprio in previsione, peraltro,dell'arrivo dei nuovi velivoli Atlan-tic, l'88° Gruppo lasciò CataniaFontanarossa per Sigonella. L'era degli "Atlantic" inizia quindiufficialmente il 27 Giugno 1972con il primo velivolo atterrato aSigonella. L'87° Gruppo Antisomvenne posto in posizione quadroil 31 Agosto 1978 e, nello stessoanno, il Comando di Stormo ven-ne trasferito a Sigonella. Nel 1983l'aeroporto fu battezzato ed inti-tolato al Capitano PilotaM.o.v.m. Cosimo Di Palma. Lo Stormo ha mantenuto sostan-zialmente inalterata la sua struttu-ra sino al 1 Agosto 2002, quando,a seguito allo scioglimento del30° Stormo di Cagliari Elmas, la

componente Antisom è stata ac-corpata nell'ambito del 41° Stor-mo, con la conseguente ristruttu-razione, anche ordinativa, e lacreazione dell’86° Gruppo C.A.E.per l’addestramento degli equi-paggi. Il velivolo Breguet 1150 “Atlantic”venne scelto dopo un’attenta eprolungata selezione di diversiaeromobili della stessa specialità,in virtù della sua larga dotazionedi strumenti di navigazione, discoperta e localizzazione di som-mergibili naviganti in immersionee di un armamento tra i più effi-

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Aniello Grasso ■

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MASSAFRA (TA)

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Gli allievi della prima classeaddestrati dal San Marco

Christian N’Dounda ■

<<L’onor che l’Italia a Noi/ vol-le affidar/custodirem /sacro te-sor>> così recita un verso del-l’Inno del San Marco partico-larmente significativo per noigiovani Allievi della Prima Clas-se dell’Accademia Navale.Dal 29 gennaio al 5 febbraioabbiamo avuto, infatti, l’enor-me privilegio di svolgere il mo-dulo “Arte del Comando”sottola direzione degli istruttori dellaForza da Sbarco della MarinaMilitare e del Battaglione Scuo-le “Caorle” presso il campoaddestrativo di Massafra. È sta-ta una settimana dura, intensa,faticosa ma anche ricca di

soddisfazioni. Da subito l’im-patto con la vita da campo hapresentato non poche diffi-coltà come l’“accasermamen-to” in grandi tende da 10 per-sone oppure la quotidiana filadavanti alla mensa per la pri-ma colazione la mattina e peril pranzo la sera. In mezzo l’indi-menticabile razione K per la se-conda colazione da consuma-

re a turno, mentre il resto delplotone in ginocchio facevala guardia disposto “a riccio”con il fucile d’assalto AR70 inpunteria. Del resto non bisognadimenticare che proprio inquesto periodo il San Marco èimpegnato quotidianamenteanche in Afghanistan e gl iistruttori hanno voluto farci as-saggiare ogni aspetto della vi-ta operativa. Ogni mattina co-minciava quindi presto di buo-na lena e per le sei ogni pattu-glia formata da circa dodici al-lievi era già pronta per l’attivitàfisica fatta di esercizi comepiegamenti sulle braccia e sul-le gambe e di lunghe corse al-lineati e coperti con il Sottuffi-ciale istruttore in testa.Successi-

vamente, si alternavano lezioniteoriche come l’addestramen-to individuale al combattimen-to, topografia, difesa CBRN,dottrina anfibia e montaggio esmontaggio armi. Dopo le inte-ressanti lezioni teoriche abbia-mo inoltre effettuato attività difuoco al poligono di S. Vito (TA)sparando con il fucile d’assaltoAR70/90 e con la pistola P92 FS

pulendo poi con perizia le armicome ci è stato insegnato. Tut-te le nozioni apprese a lezioneinoltre venivano poi messe inpratica con delle marce topo-grafiche, con l’addestramentosul terreno, nonché con la pia-nificazione e la conduzione dimissioni di attacco e di difesadi un obiettivo contro un’altrapattuglia di Allievi. Le ultimedue notti del campo, infatti, leabbiamo trascorse nei dintornidella base all’aperto in mimeti-ca e passamontagna armati ditutto punto con fucile d’assaltoAR70, radio e visori notturniNVG. In attacco abbiamo ricopertocirca quattro chilometri in avvi-cinamento tattico sfruttando lebussole e le carte topografichedel luogo ed in particolare lanotte tra venerdì e sabato lecondizioni meteo avverse conabbondanti piogge, grandinee temporali hanno contribuitoa rendere il tutto ancora piùrealistico e impegnativo. Quella vissuta al San Marco èstata un’esperienza straordina-ria per ognuno di noi Allievi e ciha permesso di approfondirela nostra reciproca conoscen-za in un contesto diverso daquello accademico, nonché diampliare i nostri orizzonti pro-fessionali venendo a cono-scenza con una realtà operati-va così particolare ed unicanella nostra Forza Armata co-me quella del Reggimento SanMarco. Entusiasta di questaesperienza, come tanti altricolleghi, mi auguro che i salutidi domenica mattina non sia-no un addio, ma, piuttosto, unarrivederci.

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TARANTO

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Lo “sprint” della gazza(na)

Cosimo Rinaldi ■

Durante l’intensa attività disupporto alla missione“Unifield Protector”, che

ha visto impegnato il Sommer-gibile Gazzana per un periodocompreso tra il 29 Agosto ed il22 Ottobre, con una settimanadi sosta nel porto di Taranto percomplessivi quarantotto giornidi mare, l’Equipaggio del bat-tello è stato interessato ad unasperimentazione scientifica pro-posta dal prof. Lucio Ricciardi,consulente di COMSUBIN per laFisiologia. In particolare, la spe-rimentazione svolta, che si ag-giunge alle precedenti svoltesu altri sommergibili, continua ilprogramma di ricerca avviatoda tempo per il monitoraggiodelle condizioni di vita a bordodei battelli, caratterizzati da li-mitati spazi e condizioni am-bientali diverse da quelle in cuisiamo abituati a vivere, al finedi valutare l’impatto che unamodesta e costante attività fisi-ca di tipo prevalentemente ae-

robico potesse avere sul benes-sere del personale. Dalle pre-cedenti sperimentazioni, effet-tuate su lunghe navigazioni,era emerso che il personale, acausa delle limitate possibilitàdi movimento, dovute agli spa-zi ridotti, andava incontro auna riduzione del consumoenergetico, e quindi calorico, ead un decondizionamento fisi-co. Per questa sperimentazionesono stati reclutati, su base vo-lontaria, dodici soggetti, equa-mente divisi fra soggetti test edi controllo, che sono stati sot-toposti ad una serie di rilievinon invasivi di parametri anato-mo-fisiologici alla partenza edin prossimità del rientro nel por-to di Taranto. Dei due gruppi disei persone, il primo ha effet-tuato un allenamento giorna-liero al cicloergometro per 30’a una frequenza compresa tra70% e 80% della frequenzamassima teorica, mentre l’altroha condotto la “normale” vitadi bordo. Il confronto delle va-riazioni riscontrate nei parame-tri rilevati tramite test da sforzo

effettuato dai due gruppi all’i-nizio e alla fine di entrambe lenavigazioni, ha consentito digiungere alle conclusioni che,tra l’altro, sono state presenta-te al convegno SAMAP 2011,tenutosi ad Ottobre nella cittàdi Taranto, in cui è intervenuto ilprof. Ricciardi. La sperimenta-zione svolta, oltre ad aver per-messo un miglioramento dellacondizione fisica di chi ha svol-to l’allenamento giornaliero (+15 %), rispetto a chi non l’hasvolta (- 3.5 %), ha avuto anchel’effetto di promuovere l’atti-vità fisica a Bordo tanto da por-tare alcuni membri dell’Equi-paggio a “frequentare” il loca-le Motore Elettrico Principale(dov’era posizionato il cicloer-gometro) e ad usare alcunimanubri di pesi presenti permantenere o migliorare la pro-pria condizione fisica, cosa cherende la difficile vita di Bordopiù “vicina” a quella di Casa.

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Operazione Strade Sicure/Strade PuliteOperazione di sorveglianza a siti sensibilisul territorio nazionale in concorso alleForze di Polizia

Personale Reggimento San Marco

KFOR - Joint EnterpriseOperazione NATO di presenza edeterrenza per il mantenimentodella sicurezza in Kossovo

Istruttori Navali

Vi.Pe. - Controllo dei Flussi MigratoriOperazioni Nazionali di difesa e Sicurezza Marittima presenza e sorveglianza

Navi Comandante Borsini, Cassiopea, Sfinge, UraniaPersonale RSM, MPA BR-1150 Atlantic, SH-3D, AB 212, EH-101

SNMCMG2Gruppo Navale di Contromisure Minedella NATO

Nave Numana

ACTIVE ENDEAVOUROperazione marittima NATO contro il terrorismo internazionale

Smg Longobardo

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Le Operazioni

NATO Training Mission IraqAssistenza militare alle ForzeArmate irachene

Istruttori navali

ISAF AfghanistanAssistenza militare alle Forze Armateafghane e stabilizzazione dell’Afghanistan

Task Force Leone, Personale RSM, GOI

M.F.O. SINAI Controllo e verifica della libertà dinavigazione nello Stretto di Tiran

GRUPNAVCOST 10Navi Sentinella, Staffetta, VedettaPersonale RSM

SNMG1-Ocean ShieldGruppo Navale permanente della NATOOperazione NATO di contrasto alla pirateriain acque somale

Nave Grecale

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Terminata la 254^ Sessionedi Scuola Comando Na-vale (S.S.C.N.), si avvicina

sempre più l’atteso momentodel primo Comando di unaUnità Navale. Ufficiali prove-nienti da varie specializzazioniintraprese dal termine dell’Ac-cademia, si troveranno adavere come matrice comunela gestione di un mezzo e, so-prattutto, del suo equipaggio,elemento che da sempre rap-presenta il cuore e l’anima del-le Unità della Marina Militare.La Scuola Comando Navale èun’ istituzione di elevata valen-za formativa, unica tra le Mari-ne di rango della Nato, e vanta

una tradizione ottuagenaria. Lasua lunga storia, iniziata nel1926 ed interrottasi solo nel cor-so dei conflitti bellici, è statacaratterizzata da una costanteopera di travaso verso innume-revoli generazioni di giovani Uf-ficiali non solo in termini di co-noscenze nautiche, marinare-sche e professionali, ma anchedi tradizioni, passione e valorimorali che sono alla base dellafigura dell’Ufficiale della MarinaMilitare. La 254^ Sessione è iniziata per iTenenti di Vascello frequentato-ri presso il Comando delle Forzeda Pattugliamento per la Sor-veglianza e la Difesa Costiera(COMFORPAT), da cui la ScuolaComando dipende, con tresettimane di programma ad-

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AUGUSTA destrativo basato su un Tiroci-nio di Manovra (Tir.Ma.) all’in-terno della rada di Augusta,abbinato a lezioni di carattereetico, amministrativo e marina-resco. A bordo di Nave Tirso e NaveFavignana i futuri Comandantihanno avuto la possibilità di af-finare le tecniche di conduzio-ne di un’Unità Navale, di adde-strarsi all’esecuzione di mano-vre di ormeggio, disormeggio,presa di boa e fonda, sotto lasupervisione attenta del Capi-tano di Vascello GianfrancoD’Artibale (Direttore dellaScuola Comando e Coman-dante della Squadriglia Corvet-te), del Capitano di Fregata Al-berto Sodomaco (valutatore eComandante della Seconda

Conclusa la 254ª Sessione della Scuola di

Comando Navale

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Squadriglia Pattugliatori) e delCapitano di Fregata PasqualePerrotta (relatore e Coman-dante della Prima SquadrigliaPattugliatori).La fase successiva ha visto i fre-quentatori impegnati, per ulte-riori tre settimane, in un Tirociniodi Manovra ed impiego Tattico(Tir.M.I.T.) svoltosi in mare aper-to a bordo di un gruppo nava-le costituito da Nave Minerva,Sfinge e Urania. Le tre Unità, so-no partite da Augusta i l 30Gennaio 2012 , toccando il Por-to di Messina e successivamen-te Porto Empedocle (Ag), perfare ritorno ad Augusta il 14Febbraio. L’intero periodo èstato caratterizzato da un’in-tensa attività addestrativa, indiverse condizioni meteorologi-che; le condizioni meteomari-ne, spesso proibitive in lineacon il periodo invernale, hannoconsentito “momenti didattici”estremamente utili per i fre-quentatori.Nel porto di Messina si sono te-nute diverse attività di rappre-sentanza, tra cui la visita alCentro VTS (Vessel Traffic Servi-ce), alla Scuola Operatori VTS,recentemente inaugurata nellasua nuova sede, ed a bordodelle Unità Classe Diciotti delCorpo della Guardia Costiera.

La sosta a Porto Empedocle havisto, già dai giorni precedentiall’arrivo delle navi, un consi-stente interessamento mediati-co e una sentita partecipazio-ne delle Autorità locali. Mal-grado il maltempo le Unità so-no state oggetto di numerosevisite da parte della popolazio-ne locale; ha avuto inoltre luo-go l’incontro con il Presidentedella Provincia di Agrigento econ la locale delegazione AN-MI.L’attività di rappresentanza e le

visite protocollari e di cortesiaalle autorità civili e militari svol-te dalla Scuola Comando nel-l’ambito delle soste hannomesso in evidenza e rafforzatoil profondo legame e la tradi-zione marinara che avvicina lecittà visitate alla Marina Milita-re. L’accoglienza ed il calore tra-smesso alle Unità Navali ed ailoro equipaggi dimostra, anco-ra una volta, il senso di stimaed affetto nei confronti delleNavi della Marina Militare checostantemente concorrono aportare sicurezza nelle acquenazionali ed internazionali.La 254^ SSCN si è conclusa conla cerimonia di consegna deidiplomi ai Tenenti di Vascellofrequentatori da parte del Co-mandante in Capo della Squa-dra Navale, Ammiraglio diSquadra Luigi Binelli Mantelli. Agli ormai “ex-frequentatori”non resta che attendere la de-signazione al Comando, mo-mento in cui le diverse espe-rienze e specializzazioni verran-no temporaneamente messeda parte in favore di un percor-so comune di comando, che livedrà gestori di un mezzo, masoprattutto dei suoi uomini.

Francesco Rima ■

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Marcia topografica

Nei giorni di sabato 10 edomenica 11 dicembregli All ievi della prima

classe dell’Accademia Navaledi Livorno sono stati impegnatiin una marcia topograficapresso le colline livornesi. Si ètrattato di una esercitazioneelementare di navigazionecampale, in cui ciascuno degliAllievi, suddivisi in squadre, hadimostrato il proprio adatta-mento e la propria capacità digestione del gruppo in un am-biente impervio, avendo comeunico strumento la carta topo-grafica e la propria capacità diorientamento.L’attività in questione è ormaiampiamente consolidata, tan-to da rientrare a pieno titolo tragli appuntamenti fissi che ognianno vedono impegnati gli Al-lievi della prima classe.Le difficoltà del percorso, uniteal clima invernale che in questigiorni imperversa sul territorio li-vornese, hanno reso più diffi-coltosa l’intera attività.Sin dal primo mattino, gli Allievisi sono schierati sul piazzale,pronti ad imbarcare sui pull-man che li hanno condotti sulversante collinare prescelto perquesta importante attività di-dattica. Un controllo rapidoagli indumenti e all’attrezzatu-ra: bussola, cartine topografi-che, borraccia, zaino in spallae via, si parte.Giunti sul luogo prefissato, sono

state fornite le ultime informa-zioni: posizionamento dei capi-saldi, differenze altimetriche delterritorio e infine un saggio sug-gerimento: “Ragazzi, non se-gnate mai con una penna ilpercorso sulla cartina, nè il po-sizionamento dei capisaldi per-ché un potenziale nemico, nelcaso venisse in possesso dellacartina stessa, saprebbe subitocome organizzare un’imbosca-ta”. Il suggerimento viene pron-tamente accolto ed acquisito.Il Servizio Sanitario, come sem-pre al seguito in queste occa-sioni, si è organizzato disponen-do uomini e mezzi nei punti sa-lienti del percorso. Un giovaneed aitante sottufficiale infer-miere, vestito di tutto puntocon mimetica ed anfibi, haposizionato l’ambulanza lungoil tragitto e via radio ha seguitolo spostamento delle tre squa- Antonio Ferrara ■

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Gli Allievi della 1^ classe dell’Accademia Navale di Livorno hanno parte-cipato a una esercitazione elementare di navigazione campale.

LIVORNO

dre: alfa, bravo e charlie. No-me in codice: “virus”.La presenza del LuogotenenteGaetano Zirpoli, in veste diistruttore, ha permesso agli Al-lievi l’acquisizione delle tecni-che utili alla buona riuscita del-la marcia topografica ed harafforzato lo stretto legame cheda sempre anima i rapporti trala centenaria Università delMare e la prestigiosa strutturadi Comsubin, fucina degli “Ardi-ti Incursori” della nostra Marina.L’attenzione per i particolari, leindiscusse capacità della cate-na di comando, hanno resoquesta giornata un’avvincen-te esperienza, perché, per noi,uomini e donne dell’Accade-mia Navale, non esistono pro-blemi ma solo soluzioni!

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Le aquile della Marina tornano a volare sui cieli

degli Stati Uniti D’America

G iovedì 2 febbraio – ore9:00AM – Marine CorpsAir Station MCAS Cherry

Point, N.C. (USA) – Ci troviamodavanti all’hangar della lineavolo del Marine AttackSquadron 231 insiemead un gruppo di fa-migl ie americane,tutti con lo sguardorivolto verso il cielo.Giusto i l tempo discorgere all’orizzon-te sei “puntini” alli-neati in formazione,che si è percossi dal-l’impareggiabilerombo dei propulsoriRollsRoyce F402-RR-408 “Pegasus” da oltre10.000 Kg di spinta di sei mo-nopostoAV-8B “Harrier” cheavanzano rapidamente a bas-sa quota. Per un attimo riaffio-ra alla mente l’immagine del-l’ ingresso della base, dove

campeggia l’epiteto: “Pardonour noise. I t’s the sound offreedom”.Esplode la gioia delle famigliepresenti, fanno festa ai loro

Marines: oggi torna a casa il22nd Marine Expeditionary Unitdopo oltre dieci mesi di mare,al termine del più lungo de-ployment americano dai tem-pi della Seconda Guerra Mon-

diale!Ma il nostro sguardo rimane fis-so sulla formazione in cerca diun dettaglio, un particolare...infatti uno dei sei aerei è l’AV-

8B “Harrier” II PLUSN.F. 1-07 del Gruppo Aerei

Imbarcati (GRUPAER)di Grottaglie.Sono trascorsi quasidiciotto anni daquando l’allora Capi-tano di Fregata Pao-lo Treu, i l 20 apri le1994, trasferì il primoAV-8B PLUS destinatoalla Marina Italianadagli stabilimenti del-la McDonnel l Dou-

glas di St. Louis proprioal MCAS di Cherry Point. Daquel momento cominciò latransizione dei piloti italiani abi-litati al pilotaggio dell’AV-8BDay Attack e Night Attack sulnuovo velivolo radarizzato, nel-

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l’ambito di una Sezione Aereiistituita presso tale base deiMarines e costituita da perso-nale di GRUPAER, Gruppo diVolo nato solo tre anni prima.Nei mesi successivi venivanoconsegnati ulteriori due aereied il 21 novembre 1994 i treAV-8B PLUS con l’ancora dellaMarina imbarcarono a bordodell’incrociatore portaeromo-bili Giuseppe Garibaldi, co-mandato dall’allora Capitanodi Vascello Bruno Branciforte,per raggiungere l’Italia. Nac-que così la componente aero-tattica della Marina del dopo-guerra che iniziò la sua glorio-sa storia partendo subito perl’Operazione Somalia 3, nelgennaio 1995, sempre a bordodel Garibaldi, ormai diventatoPortaerei. Una storia che ha radici nontanto distanti da questi luoghi,dove un secolo fa tutto ebbeinizio nella storia del volo. E’poco distante dal MCAS diCherry Point, infatti, che nel1903 nella piccola località diKittyHawk in North Carolina,due fratelli americani, Orville eWilbur Wright, abili ed intra-prendenti venditori di biciclet-te, furono capaci di compiereil primo volo motorizzato nellastoria dell’umanità, tenendo involo un rudimentale aereo daloro costruito (il “Flyer”) per ap-pena 12 secondi. Lo stesso Wil-bur Wright che qualche annodopo addestrò colui che di-venne nel maggio 1910, il pri-mo pi lota mil i tare di aereo(brevetto n° 1), Sottotenentedi Vascello della Regia MarinaMario Calderara. Erano gli al-bori dell’Aviazione della Mari-na Militare Italiana.Ancora un passaggio radente,qualche affascinante evoluzio-ne e dopo aver rotto la forma-zione in un marziale e quantomai straordinario sincronismo isei aerei rallentano, quasi asembrare immobili nell’aria co-me solo loro sanno fare, atter-rando poi sulla pista principaledella base per raggiungere gli

spot assegnati.Il velivolo 1-07 è giunto negliStati Uniti a bordo della naveanfibia d’assalto USS Bataan(LHD-5) in rientro dal Mediter-raneo. Con esso quattro spe-cial ist i di GRUPAER (1M.l loAvantaggiato, C1^cl. Nigro,C1^cl. Vadrucci e C2^cl. Mas-saro) e il Capt. Chris Kennedy,pilota americano di scambiopresso GRUPAER, che ha tra-sferito l’aereo dall’USS Bataanal MCAS Cherry Point a termi-ne della traversata atlantica,iniziata lo scorso metà gen-naio, dopo l’appontaggio delmonoposto a bordo dell’unitàamericana al largo delle coste

siciliane.Dopo qualche foto per immor-talare l’evento, il velivolo 1-07è stato trasferito presso gli sta-bilimenti del Fleet ReadinessCenter East (FRC-E) di CherryPoint, al comando del Col.Mitchell Bauman, dove, in ac-cordo ai requisiti di manuten-zione preventiva definiti dallo“Integrated Maintenance Pro-gram” sarà sottoposto adun’accurata revisione secon-do il “Planned MaintenanceInterval-1 (PMI-1)”. Le lavora-zioni, che avranno una duratacomplessiva di circa sei mesi,comprenderanno, tra l’altro,l’introduzione d’importanti mo-

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Sergio D’Agostini ■

difiche e l’aggiornamento dialcuni sistemi di missione checonsentiranno l’acquisizione dinuove rilevanti capacità ope-rative in linea con la configu-razione americana.L'evoluzione tecnologicaadottata nei processi di lavo-razione, oltre agli elevati stan-dard professionali delle mae-stranze impiegate presso l’-FRC-E, sino ad ora ad esclusivoappannaggio degli squadroniUSMC, hanno reso questoCentro un partner di assolutaeccellenza, e consentirannoalla Marina Militare di centrareimportanti obiettivi di adegua-mento e miglioramento dellafunzionalità e delle prestazionidegli equipaggiamenti/sistemiinstallati sui velivoli AV-8B.Proprio in tale ottica, il 6° Re-parto Aeromobili dello StatoMaggiore della Marina ha di-retto le attività per la finalizza-zione di tale importante pro-getto, quale ulteriore esempiodi piena sinergia con il partneramericano nell’ambito dellapartecipazione al programmainternazionale multinazionale

(Italia, USA, Spagna e UK) re-golato dall’Harrier FrameworkMemorandum of Understan-ding (MoU), siglato nel 2004dalle Nazioni cooperanti; effi-cace strumento di supportocomune nella fase di post-pro-duzione del AV-8B.Il programma è diretto e am-ministrato in rappresentanzadelle Nazioni partecipanti daun Executive Steering Commi-tee (ESC) presieduto per l’Italiadal Comandante delle ForzeAeree della Marina Militare eCapo del 6° Reparto Aeromo-bili dello Stato Maggiore dellaMarina Contrammiraglio PaoloTreu, coadiuvato nel ruolo diProgram Manager dal C.F.(AN) Francesco Pascali e, ol-treoceano, dall’Ufficio di Rap-presentanza della Marina Mili-tare presso il PMA-257 AV-8BJoint Program Office di Pa-tuxent River, MD (USA), direttodal C.F. (Pil) Enrico Esposto.L’ufficio si articola nelle funzio-ni di Supporto Logistico, Engi-neering e Business FinancialManagement. L’organico del-l’ufficio è costituito dal C.C.

(GN) Sergio D’Agostini (DeputyAssistant Program Manager forLogist ics), coadiuvato dal1M.llo Andrea Parisi, dal C.C.(AN) Enrico Pieroni (Deputy As-sistant Program Manager forEngineering) e dal 1M.llo Cosi-mo Gioscia (Business FinancialManagement), tutti in possessodi specializzazione di tecnicodi aeromobile, oltre a contrac-tors e personale governativoamericano.Questa impresa rappresentaper la Marina Militare una prio-rità per il supporto della suacomponente aerotattica im-barcata, strumento cardinedelle capacità di proiezione dipotenza sul mare e dal mare,in attesa dell’entrata in serviziodel nuovo caccia con carat-teristiche STOVL F-35B JSF (JointStrike Fighter), attualmente infase di sviluppo e produzionenegli Stati Uniti, che sostituiràl’AV-8B Plus nel prossimo de-cennio.

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Consegna cimeli sulla portaerei Cavour

CIVITAVECCHIA

Nell’anno delle celebra-zioni del 150° anniversa-rio dell’Unità d’Italia, il 14

dicembre 2011 presso il porto diCivitavecchia si è svolta la ceri-monia di consegna dei cimelistorici appartenuti al conte Ca-millo di Cavour all’omonimanave che dell’illustre statistaporta il nome. I cimeli, donatidal Cavaliere del Lavoro Nesi,presidente dalla FondazioneCamillo Cavour, al Comandan-te della portaerei, costituisconoun’importante eredità e testi-monianza storica del passato ri-sorgimentale nazionale. Il primo cimelio è il Collare del-l’Annunziata, la più ambitaonorificenza di Casa Savoia, fuconsegnata al Cavour a segui-to della partecipazione del Mi-nistro al congresso di Parigi cheriunì le principali potenze delcontinente europeo per ridefi-nire i termini della questioned’Oriente al termine della guer-ra di Crimea. Il successo diplo-matico ottenuto dall’illustre sta-tista, che seppe portare all’at-

tenzione dellegrandi potenzeeuropee la que-stione ital iana,venne riconosciu-to e celebratodalla Casa Sa-voia che, i l 29apri le del 1856,decorò il Contedel collare del-l’Ordine. Il secondo cimelioconsegnato aNave Cavour è ilbozzetto originaledel medaglioneche ornava il co-fano per la ban-diera della RegiaNave “Conte diCavour”, antesi-gnana dell’attua-le ammiraglia. Ilterzo cimelio, indi-scutibi lmente i lprincipale per va-lore storico, è i ldecreto reale dinomina del Con-te Camillo di Ca-vour a Ministro di Marina Agri-

coltura e Commercio, datato11 ottobre 1850, firmato daVittorio Emanuele e controfir-mato dal Ministro D’Azeglio.Al termine della cerimonia,che ha visto la partecipazio-ne del Capo di Stato Mag-giore del Comando in Capodella Squadra Navale, Ammi-raglio di Divisione DonatoMarzano, l’Onorevole Nesi, anome della famiglia Neri-Pre-sbitero, ha donato a NaveCavour un quarto cimelio:una lettera autografa di Ca-vour all’armatore Rubattino.Al termine della cerimonia siè svolta una visita guidata a

bordo dell’Unità a favore degliospiti intervenuti per illustrarnele capacità e le modalitàd’impiego, focalizzandosi inparticolare sulle capacità dualuse della Nave e sul suo ruoloquale Unità di Bandiera dellaSquadra Navale. L’evento, di indiscutibile valorestorico e culturale, vedrà la Por-taerei Cavour diventare custo-de ed espositore di questo pa-trimonio fino a ieri custodito nelCastello di Santena e che daoggi può essere ammirato intutto il suo splendore a bordodella nuova ammiraglia dellaMarina Militare.

Luca Di Giovanni ■

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Un’insolita nave a vela

LA SPEZIA

Dal settembre 2011 nel pa-norama della darsenadell’Arsenale Militare Ma-

rittimo della Spezia, alle storichee familiari alberature delle naviscuola a vela della marina Mili-tare (Nave Vespucci, Nave Pali-nuro, Nave Italia, Nave OrsaMaggiore, Nave Corsaro II, Na-ve Stella Polare e Nave Capri-cia) si sono affiancate quellepiù inconsuete ed ultramodernedello Yacht a Vela privato Mal-tese Falcon.Con il ricorso all’istituto dellapermuta, infatti, il Cantiere Pic-chiotti ha eseguito, presso i ba-cini in muratura dell’Arsenale,un’estesa attività manutentivasugli impianti e strutture del Mal-tese Falcon, che si è conclusa il9 Febbraio 2012.Le lavorazioni hanno avuto inizioil 12 Settembre, con l’ingressodel “Falcone” nel bacino nume-ro 3, uno degli otto bacini (sei inmuratura e due galleggianti) dicui dispone l’Arsenale Marinadella Spezia, ma ben prima so-no iniziate le attività dell’Arsena-le, che ha progettato e realizza-to il piano di posa e di puntella-mento dello yacht. Questa atti-vità ha richiesto particolare at-tenzione, certamente dovutaall’eccezionalità dell’imbarca-zione, ma soprattutto per motivitecnici. La configurazione del-l’alberatura con i pennoni di-sposti per chiglia, sottopone, in-fatti, l’imbarcazione ad ingentiforze indotte dai venti; la pecu-liarità dei trattamenti superficialie della forma dell’opera mortahanno imposto vincoli al posizio-namento dei puntelli. Come intutte le operazioni d’ingresso eduscita dal bacino preziosa si è ri-velata l’abilità e l’esperienza deidue palombari dell’Arsenale,che operano nel solco di una

tradizione più che secolare; i pri-mi palombari della Marina, in-fatti, sono nati proprio nell’ambi-to degli Arsenali.Tutte le problematiche sono sta-te risolte con la collaborazionetra il Cantiere Picchiotti, la Sezio-ne Studi e il Reparto Bacini del-l’Arsenale, rendendo possibileuna sicura messa a secco del-l’imbarcazione. Il piano di posae di puntellamento realizzato siè poi dimo-strato in gra-do di resistereai forti ventied agli accu-muli di nevedell’insolito ri-gido invernospezzino, chehanno variatola distribuzio-ne dei pesi inmaniera nonirri levante, enon ultimo adue terremotiseppur di lieveentità. Decisa-mente madrenatura ha vo-luto collauda-re nel modopiù adeguatole sistemazionirealizzate.La possibilità di immettere lo ya-cht in un bacino in muratura, ri-coprendolo adeguatamentecon apposite protezioni, ha per-messo al Cantiere di eseguirepiccoli interventi di modifica allegià raffinate forme dello yacht,attività di manutenzione su mo-tori ed impianti, ma soprattutto idelicati trattamenti superficialidell’opera morta. Per l’esecuzio-ne di quest’ultimi, l’unica alter-nativa ad un bacino in muratu-ra, sarebbe stata la messa asecco e il ricovero in un capan-none, con la necessità di ese-

guire la lunga, complicata e co-stosa attività di disalberamentoin uno dei pochi cantieri all’e-stero attrezzati per le dimensionidell’imbarcazione.La sinergia tra la Marina Militaree uno dei migliori esempi diquelle eccellenze che caratte-rizzano l’industria privata italiananel settore navale e nautico hainvece pienamente raggiuntol’obiettivo, portando a termine,

in tempi contenuti e con la tota-le soddisfazione dell’armatore,tutti gli interventi manutentiviprogrammati e quelli che si so-no resi necessari in corso d’ope-ra.Le sobrie ed eleganti linee delloyacht a vela più tecnologico almondo lasciano oggi la darse-na dell’Arsenale. Guardando ilFalcone serigrafato sullo spec-chio di poppa allontanarsi e far-si sempre più piccolo, non ci re-sta che augurargli “fair windsand following seas”.

Emilio Niggi ■

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“Ambasciatori a bordo”

L’attività istituzionale “Am-basciatori a Bordo” tenu-tasi il 25 gennaio sulla por-

taerei Cavour, “co-presieduta”dal Sottosegretario di Stato pergli Affari Esteri, Staffan De Mi-stura, e dal Comandante inCapo della Squadra Navale,Ammiraglio di Squadra Luigi Bi-nelli Mantelli, hanno preso par-te trentaquattro delegazionidei Paesi membri dell’UnioneEuropea e partner dell’Allean-za Atlantica coinvolti in diverseforme di cooperazione pro-mosse in ambito NATO, qualiad esempio la MediterraneanDialogue (MD) e la IstanbulCooperation Initiative (ICI). Ol-

tre alle delegazioni, parteci-panti a livello Ambasciatori, so-no intervenuti rappresentantidel Ministero degli Affari Esteri,tra cui l’Ambasciatore StefanoRonca, Capo del Cerimonialedella Repubblica, che ha pro-mosso l’evento partecipandoviin qualità di moderatore. Sonointervenute, inoltre, autorità mi-litari ed un significativo numerodi giornalisti e cine-operatori diorgani di stampa e media na-zionali ed internazionali.

L’iniziativa volta a riunire per laprima volta a bordo di una na-ve della Marina un numero co-sì importante di ambasciatoriaccreditati presso il nostro Pae-se, nasce con l’intendimentodi testimoniare a livello interna-zionale la storica collaborazio-ne tra gli Esteri e la Difesa italia-na, che proprio grazie all’espe-rienza maturata in decenni dimissioni all’estero si è sviluppa-ta secondo quel “comprehen-sive approach” che rappresen-ta la chiave di successo per unefficace impegno civile- milita-re nei moderni e complessiscenari di crisi; proprio quel-l’approccio omnicomprensivo

che è alla base degli articolatiprocessi di “confidence & insti-tution building”. Dopo un indirizzo di benvenutoda parte del Comandante inCapo della Squadra Navale, ledelegazioni ed i giornalisti han-no raggiunto il ponte di volotramite una suggestiva corsacon l’elevatore aeromobili dipoppa mentre la nave era inuscita dal porto di Civitavec-chia. Lasciate le ostruzioni in naviga-

zione tra la costa laziale e l’Iso-la del Giglio, si è svolta sul pon-te della nostra portaerei la ce-rimonia del lancio in mare diuna corona di fiori, in memoriadelle vittime del naufragio del-la nave da crociera Concor-dia.La mattinata è proseguita coni lavori del workshop in Hangar,centrato sul ruolo dell’Italia nel-la gestione delle crisi interna-zionali. A tal proposito, il Sotto-segretario agli Esteri, nel suo in-tervento, ha voluto mettere inrisalto la grande tradizione ma-rinara dell’Italia, capace da unlato di costruire grandi navi edall’altro di dotarsi di una Mari-na Militare moderna e bilan-ciata in tutte le sue compo-nenti, in grado di supportarecon continuità ed efficacia unPaese, sempre in prima lineanelle missioni internazionali, im-pegnato nel consolidare lapropria leadership in diverserealtà regionali ove risiedonogli interessi strategici nazionali.Partendo dal significativo nu-mero di missioni ed uomini at-tualmente impegnati in opera-zioni all’estero – 33 operazionimultinazionali con 7000 militariitaliani coinvolti – Il Coman-dante in Capo ha evidenziatocome gli attuali scenari impon-gano ai vari attori, civili e mili-tari coinvolti, un approccio di-namico ed integrato nella riso-luzione delle crisi. Nell’ambito dell’ampio spettrodi missioni svolte ed in corso, lapartecipazione dell’Italia e del-la Marina Militare all’operazio-ne “East Timor” del 1999 e il re-cente intervento ad Haiti nel2010 - entrambi a carattere

La portaerei Cavour ha ospitato nelle acque antistanti Civitavecchia,un’attività istituzionale organizzata congiuntamente dai Ministeri della Difesa e degli Affari Esteri che ha visto ancora una volta la Marina in prima linea.

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Sergio Savastano ■

umanitario con unità tuttoponte dalle elevate capacitàlogistiche (San Giusto prima eproprio la portaerei Cavournella seconda) - rappresenta-no un chiaro esempio di comelo strumento militare nazionalesia capace di operare in unadimensione multinazionale eglobale grazie alla Marina; inparticolare grazie allo sviluppodella capacità expeditionarysostenuta dal concetto sea-basing, peculiarità intrinsecadelle forze marittime che per-mettono di portare a terminemissioni in aree lontane laddo-ve necessario anche al di làdell’orizzonte di quel Mediter-raneo Allargato che individuada tempo l’insieme delle areed’interesse strategico naziona-le.Il binomio Politica estera e diDifesa, trova peraltro proprionella Marina Militare una dellesue più valide espressioni. Apartire dallo storico ruolo dellaNaval Diplomacy, la Marina hada sempre supportato le inizia-tive diplomatiche operando intermini di controllo delle crisi

anche con funzioni di dissua-sione e deterrenza.Il Comandante in Capo dellaSquadra Navale ha posto inol-tre particolare accento allenuove unità che, come il Ca-vour, conferiscono ulteriore ver-satilità tattica e flessibilità d’im-piego all’intero strumento mili-tare nazionale. La piena dispo-nibilità operativa della Portae-

rei Cavour, rappresenta, in unmomento di crisi e di tagli alcomparto della Difesa, un per-fetto esempio di costo-effica-cia e di ottimizzazione delle ri-sorse. Il Cavour è in grado in-fatti di esprimere molteplici ca-pacità nell’am-bito di un ampiospettro di missio-ni civili-militari incui può essereimpiegata, rac-chiudendo in sequattro navi inuna: la Portae-rei, l’unità sededi Comando eControllo, la na-ve ospedale el’unità di suppor-to logistico.Al termine dei lavori, le delega-zioni hanno potuto assistere aduna dimostrazione aeronavaleche ha visto operare congiun-tamente il Cavour, il cacciator-pediniere Duilio, i rispettivi as-setti aerei imbarcati e teamdel Reggimento San Marco.Una breve ma intensa attivitàdimostrativa: iniziata con il de-

collo di due AV-8B plus, i l lorosorvolo a bassaquota sulle unitànavali e la di-mostrazione del-le peculiari ca-pacità di ShortTake-Off di Verti-cal Take-Offand Landing, lesuccessive atti-vità di fast-rope,effettuate sulponte di volodel Dui l io che

hanno visto impegnati un EH-101 in versione eliassalto conun team del Reggimento SanMarco e un SH-90 in ruolo sni-per con tiratori scelti a bordo.L’attività si è poi conclusa, alrientro dell’EH-101, con la simu-lazione di una CASEVAC voltaad evidenziare le notevoli ca-pacità di assistenza medico-sa-nitaria che la nave è in grado

di offrire. L’attività dimostrativa aerona-vale e la successiva visita gui-data dell’Unità, nonché il brie-fing sulle caratteristiche tecni-che ed operative della portae-rei tenuto dal Comandante

dell’Unità, CV Stefano Barbieri,hanno sottolineato le capacitàoperative, la flessibilità di im-piego del Cavour e le sue pe-culiarità dual use. Il Cavour è,infatti, una nave capace dioperare non solo in scenari tipi-camente militari come portae-rei, unità sede di comando econtrollo per operazioni aero-navali ed anfibie, ma ancheeccellente piattaforma in gra-do di fornire assistenza in con-testi di emergenza umanitaria,uno strumento quindi in gradodi proiettare, in modalità dua-le, capacità civili e militari lad-dove necessario anche perprolungati periodi. Gli “Ambasciatori a bordo” delCavour ha quindi rappresenta-to un importante evento inter-nazionale che oltre a testimo-niare l’importanza del binomio“Esteri-Difesa”, ha contribuito inmaniera efficace alla promo-zione dell’immagine del Paeseall’estero, sia per quanto attie-ne l’impegno nazionale in mis-sioni fuori area, sia in termini diindustria nazionale con parti-colare riferimento alla cantieri-stica e all’integrazione di ap-parati e sistemi di Comando eControllo.

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La Marina alla mostra“...le vie del mare”

SIRACUSA

Nicola Lombardo ■

Dal 9 al 10 Gennaio si èsvolta la mostra conve-gno intitolata “Le vie del

mare” promossa dall'Assessora-to Regionale dei Beni Culturalie dell'Identità Siciliana e orga-nizzata dalla Galleria Interdisci-plinare Regionale di PalazzoBellomo di Siracusa, a cui laMarina Militare ha partecipatocon l’intervento dei propri Uffi-ciali.La due giorni è stata organizza-ta presso la sala Conferenzedella Galleria interdisciplinareregionale di Palazzo Bellomo diSiracusa, e si è articolata in in-contri, conferenze ed esposizio-ni dedicate a: Le Vie del Mare.L'obiettivo dell'iniziativa è statoquello di valorizzare il mare co-me patrimonio storico-artistico,come elemento chiave nellepolitiche di conservazione del-la propria identità e di sviluppodel turismo culturale.Dopo l'incontro letterario dellaprima giornata dedicato all'o-

pera poetica del Garante del-le Comunicazioni Corrado Ca-labrò, si è svolta l’inaugurazio-ne alla presenza delle Autoritàmilitari e civili della provincia.Il convegno è proseguito il gior-no dopo con un dibattito piùserrato sul mare parlando di ar-te marinara, di bellezze som-merse, ma anche di soluzioni eprospettive in grado di permet-tere a Siracusa di seguire que-gli esempi virtuosi che hannofatto del mare la propria for-

tun. A prendere la parola sonostati esperti provenienti dalmondo accademico, dalle va-rie Soprintendenze, da MarinaMilitare e Capitaneria di Porto.Per la Marina Militare è statodapprima il Capitano di Frega-ta Giovanni Ferraro, Capo Uffi-cio Operazioni di Marisicilia, aparlare del tema di grande rile-vanza culturale e storica “lamusealizzazione quale contri-buto al mantenimento delletradizioni della Marina Militare”.Successivamente il Capitano diFregata Giampiero Ranieri, Ca-po Ufficio Infrastrutture di Mari-dipart Taranto, sommergibilista,ha sviluppato il tema tanto ca-ro a lui ma soprattutto al pub-blico presente che ha destatogrande interesse “I sommergibi-li italiani, tra storia e tecnolo-gia”.Non meno interessante inquanto di estrema attualità, èstato il tema “La tutela del ma-re e della costa nel rispetto del-la natura” affrontato dal Co-mandante della Capitaneria diPorto di Siracusa Capitano diVascello Luca Sancilio.

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Un marinaio in Kosovo

BJELO POLJE (Kosovo)

Giancarlo Marras ■

Qui tra i monti eterna-mente imbiancati checircondano Pec, Nord-

Ovest del Kosovo, in localitàBjelo Polje, è situato il VillaggioItalia, 100 km. dalla capitalePristina, compound che i soldatiitaliani dividono con svariatecentinaia di sloveni, austriaci,svizzeri ed ungheresi.Ogni mattina, tutto il Battle-group West, a guida italiana,presenzia all’alza bandiera, ce-

rimonia molto significativa etoccante durante la quale gliinni italiano, e a turno delle al-tre nazioni, vengono cantati datutti i componenti il Battaglione.Tra questi, il 1° M.llo Lgt. Gian-carlo Marras di Nave Caio Dui-lio, unico marinaio qui destinatoper un periodo di sei mesi, faparte del Joint MultimodalOperational Unit, con l’incaricodi Capo Ufficio Comando. Non è la prima volta nei Balca-ni per il Luogotenente, essendostato destinato, tra l’altro, pres-so il disciolto 28° Gruppo Nava-

le in Valona e Saseno, in Alba-nia.La J.M.O.U. é una piccola Unitàinterforze di cui fanno parte an-che un Sottufficiale ed un Gra-duato di Truppa dell’Aeronauti-ca, un Ufficiale ed un Sottuffi-ciale dell’Esercito ed un Sottuffi-ciale della Guardia di Finanza. Questa Unità, con capacitàmultimodale, è dipendenteoperativamente dal ComandoOperativo di Vertice Interforzeed è inquadrata, in Teatro Ope-rativo, all’interno del GruppoSupporto di Aderenza del 10°Reggimento Trasporti dell’Eser-cito di Bari.La J.M.O.U. opera su direttivedel COI Difesa per tutto quantoafferisce ai trasporti, sia passeg-geri che cargo che si svolgonopresso l’aeroporto dell’Aero-nautica in Dakovica e negli altriaeroporti del Kosovo e presso loscalo marittimo di Durazzo in Al-bania.Il Kosovo, dopo anni di guerracivile sta faticosamente orga-nizzandosi e si sta dando unapropria identità nazionale.

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LIVORNO

Quarto raduno equipaggi diNave Ardito

edeli al motto della loroUnità, “Nihil Obest” ancorauna volta gli Amici di Nave

Ardito hanno dimostrato chenulla può ostacolarli e farli desi-stere dalla ferma volontà di ri-trovarsi, anno dopo anno, tutti

insieme per quell’entusiasman-te “tuffo” nel mare dell’amici-zia, dei sentimenti e dei ricordiche è il Raduno nazionale. Li-vorno, sede del 4° Raduno de-gli Amici di Nave Ardito, si èconfermata una scelta felice.D’altra parte, la prestigiosa eospitale cornice dell’Accade-mia Navale non poteva che ri-velarsi un elemento di grandevisibilità per la manifestazionedel gruppo.Prima giornataSabato 10 settembre, a partiredalle 15.30, il Piazzale Allievidell’Accademia Navale è an-dato affollandosi in attesa del-l’apertura ufficiale del 4° Radu-no con l’arrivo dell’AmmiraglioPierluigi Rosati, comandantedell’Accademia. E’ seguito iltaglio del nastro in corridoio el’ingresso dei partecipanti nello

studio 5. L’intervento di benve-nuto dell’Ammiraglio, che ha ri-cordato l’imbarco su Nave Ar-dito tra le sue prime esperienzedopo la formazione in Accade-mia, è stato salutato con vivocompiacimento da parte ditutti. Particolare gratitudine gli

è stata espressa dal Primo Ma-resciallo Luogotenente AlfonsoZampaglione a nome del Co-mitato Amici di Nave Ardito, or-ganizzatore della manifestazio-ne. Lo scambio di crest e l’e-sposizione del programma del-le due giornate del Raduno hapreceduto il brindisi augurale el’apertura del cocktail offertoai partecipanti. Anche questaedizione ha dedicato ampiospazio alla memoria attraversol’allestimento di due mostre fo-tografiche, cronologicamenteriferite alla partenza del Girodel Mondo (18 luglio 1979) e alrientro della Missione in Libano(26 febbraio 1984), e non èmancata, dopo il successo diLa Spezia, la replica della mo-stra dei crest delle Unità dellaMarina Militare curata da Anto-

nio Zingali. Allestite nello studio4, le mostre sono state inaugu-rate dall’Ammiraglio UmbertoGuarnieri, ex Capo di StatoMaggiore della Marina dal1998 al 2001. A Guarnieri e aglialtri ammiragli ed alti ufficialipresenti, gli organizzatori hanno

offerto un “tour” guidato attra-verso immagini suggestive e ri-cordi rinverditi e, nel caso deicrest, attraverso quel mix di sto-ria, mitologia e tradizioni cheruota attorno ad ogni nave edal suo motto. Giro del Mondo eMissione in Libano sono stati il fi-lo conduttore delle allocuzioniche hanno visto alternarsi gliammiragli Enrico Rossi (6° Co-mandante nel Giro del Mon-do), Gianfranco Ginesi (10° Co-mandante, Missione di pace inLibano 1982-83) e UmbertoGuarnieri (11° Comandante,Missione di pace in Libano1983-84). Ognuno di loro ha ri-cordato con parole commosseil servizio prestato su Nave Ardi-to e ha fatto rivivere alcuni deimomenti più significativi e toc-canti, e a volte anche dram-

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Alfonso Zampaglione ■

matici, della loro esperienza al-l’estero. Dagli interventi diAlfonso Zampaglione, PasqualeAmoruso, Domenico Meduri eMatteo D’Angelo è emerso co-me, malgrado il passare deltempo e il vuoto lasciato dacoloro che scompaiono, il Co-mitato Amici di Nave Ardito rie-sca a mantenere viva la me-moria dell’Unità e dei suoi equi-paggi ed a perpetuarla neglianni con immutata volontà e lostesso trasporto d’animo. Nellagiornata inaugurale di sabatosono poi intervenuti a portare iloro saluti: Michele Esposito,presidente del Circolo Sottuffi-ciali di Livorno, il C.V. RobertoCervino, ex ufficiale dell’Ardito,Graziano Favilli e il Dott. PaoloPierantozzi. Quest’ultimo hapresentato il suo libro “Nave Ar-dito”, una pubblicazione illu-strata, dedicata all’AmmiraglioGiovanni Moro, primo coman-dante dell’Unità, ed a tutti gliAmici di Nave Ardito. E’ ancheintervenuta la “delegazionecrotonese”, rappresentata daAntonio Zingali, sottufficiale incongedo e autore della mostradei crest, dal Dott. Giulio Grillet-ta, medico e giornalista-storico,e da Biagio Greco, collabora-tore per l’allestimento dellamostra. Tanto Zingali che Gril-letta hanno ringraziato il Comi-tato Amici di Nave Ardito peraver ancora una volta ospitatoun evento espositivo che donalustro alla storia e alle tradizionidella Marina Militare ma cherappresenta anche un motivod’orgoglio per la città di Croto-ne e per i l locale Gruppo“Cap. GN Eugenio C. Amatru-da” dell’Associazione Naziona-le Marinai d’Italia, al quale so-no iscritti e che ha offerto uncontributo per l’allestimentodella mostra dei crest. Infram-mezzata dal simpatico omag-gio floreale alla gentile consor-te di Domenico Meduri, la pri-ma giornata del Raduno si èavviata alla fine con la proie-zione un video dell’allora di-scorso alla nazione per la par-

tecipazione alla Missione in Li-bano del Presidente della Re-pubblica Sandro Pertini e segui-ti dalle proiezioni sul Giro delMondo e le inedite immaginifornite da Giuseppe Mandolini,video dedicato a tutti gli Amiciche ci hanno lasciato, dellaMissione in Libano ed infine laconsegna di gadget e del libro“Nave Ardito”. Copie di que-st’ultimo, insieme ad una me-daglia ricordo, erano state inprecedenza offerte dal Comi-tato agli Ammiragli Rossi, Ginesie Guarnieri.Seconda giornataDomenica 11 settembre, l’Ac-cademia è tornata ad esserela prestigiosa sede di aggrega-zione degli Amici di Nave Ardi-to del 4° Raduno. Alle 9.45 laSS. Messa, officiata nella cap-pella, ha offerto momenti diraccoglimento e, con la posadi una corona in memoria deidefunti, ha accomunato i par-tecipanti nel ricordo di quanti,in guerra o in pace, sono salpa-ti per il viaggio finale. La foto ri-cordo davanti all’ingresso delPalazzo studi ha immortalatotutti gli Amici di Nave Arditoconvenuti da ogni angolo d’I-talia. E’ seguito il tour guidatoin Accademia, arricchitod’informazioni storiche nonchésui programmi didattici, le rego-le di comportamento e le pro-spettive di carriera degli allieviche la frequentano. Dopo ilpranzo e altri scambi di gad-

get, i saluti e l’augurio di ritro-varsi al 5° Raduno hanno con-cluso due giorni vissuti intensa-mente e con grande cordialità. Livorno e Nave Ardito sono de-stinate a rimanere indissolubil-mente legate, e non solo per lapiena riuscita del 4° Raduno. Lacittà toscana, infatti, ha condi-viso con l’Unità due date im-portanti della sua vita: il 18 lu-glio 1979 è stata il porto di par-tenza del famoso Giro del Mon-do, che ha portato Nave Ardi-to, scortata da Nave Lupo, finnel lontano Oceano Pacifico, eil 26 febbraio 1984 il porto d’ar-rivo alla fine della missione “Li-bano 2”, con a bordo il perso-nale del battaglione San Mar-co. All’epoca l’Unità e il suoequipaggio furono accolti dauna folla festante e dal Presi-dente della Repubblica SandroPertini.Momenti unici che alcu-ne foto in mostra hanno bendocumentato, restituendo conefficacia profumi e sapori, secosì si può dire, di anni indi-menticabil i che i l ComitatoAmici di Nave Ardito vuole ge-losamente custodire e traman-dare a futura memoria.Sul s ito di Nave Ardito(www.naveardito.it) è possibilerivivere attraverso le foto, il 4°Raduno Equipaggi di Nave Ar-dito.…a voi tutti “Nihil Obest“

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TARANTO

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Raduno dei “Marconiani”

Antonio Tasca ■

Sono trascorsi circa 8 annidal disarmo del Sommergi-bile Marconi, uno dei som-

mergibili che tanto ha contribui-to, nel dopoguerra, alla rinascitae al rilancio della ComponenteSubacquea della Marina. Il Mar-coni è in disarmo, ma non per isommergibilisti che hanno avutola fortuna di essere imbarcati sudi esso. Infatti, per loro continua anavigare, se mai in acque piùcalme e tranquille, ma sempre vi-vo protagonista dei loro ricordi.Per questa ragione il 2 dicembre,si è svolto il Primo Raduno degliEquipaggi del Smg Marconi, or-ganizzato da alcuni “marconia-ni” che così hanno voluto onora-re e festeggiare il trentennaledalla consegna alla Marina Mili-

tare. Come ha detto l’Ammira-glio Guastadisegni, sommergibili-sta, anche lui “marconiano”, par-lando dello spirito del sommergi-bilista, durante una Conferenza aMariscuola, essere stati insiemeimbarcati a bordo di un sommer-gibile equivale ad essere comefratelli. Il raduno, presenziato dalComandante delle Forze Subac-quee, il C.V. Cosimo Russo, inqualità di ex. Comandante delMarconi, ha visto la partecipazio-ne di circa novanta persone; Uffi-

ciali e Sottufficiali, che hanno ri-coperto a bordo del Marconi variincarichi, da Comandante a Ra-darista, da Direttore di Macchinaa Contabile, da Capo Silurista acuoco di bordo e così via. Perso-ne che non si incontravano damolti anni e che si sono abbrac-ciati affettuosamente, ricordan-do momenti belli e meno bellidella loro unica ed irripetibileesperienza di bordo.

Raduno della fregata MargottiniMESSINA

P er undas ad hostem, que-sto era il motto della fa-mosa Fregata

Antisommergibile F595Carlo Margottini, co-struita nel Cantierenavale di Castellam-mare di Stabia; l’im-postazione avvenne il26 maggio 1957, il va-ro il 12 giugno 1960 edil completamento il 5maggio 1962; è statain servizio nella MarinaMilitare Italiana sino al1988, quando venneposta in disarmo. Fa-ceva parte della Clas-se Bergamini, cui ap-partenevano anche le UnitàRizzo e Fasan. La nave portavail nome del Capitano di Va-scello Carlo Margottini, pluri-

decorato, morto il 12 ottobre1940 in azione nel canale di Si-cilia al largo di Capo Passeroal comando del cacciatorpe-

diniere Artigliere nel corso diuno scontro notturno. La naveebbe diverse destinazioni tra leprincipali basi della Marina Mi-

litare, tra le quali La Spezia, Ta-ranto ed Augusta dove rimasefino a quando venne posta indisarmo.

Tra tutti i membri di equi-paggio che si sono avvi-cendati dal 1962 al 1988sull’Unità, un gruppo diquesti, circa 190, si è ri-t rovato sul SocialNetwork Facebook allapagina Reduci di NaveMargottini, fondato daAntonio Grassi. Da quil’idea di organizzare unRaduno per far rincon-trare le persone cheerano state imbarcatesul Margottini. Un primoraduno era stato orga-nizzato e tenuto nel

1985, nelle vicinanze di Paler-mo, a Bagheria , ma la diffi-coltà nel ricercare la gente, li-mitò il numero dei partecipanti

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a circa 15 persone. E’ stato lostesso organizzatore del 1° ra-duno, Alessandro Aruta, Paler-mo, classe 1963, ex SergenteRadarista di Leva, imbarcatodal febbraio 1983 al maggio1984, oggi di professione pilotadi linea, spinto dalle continuepressioni del Maresciallo Luo-gotenente ElettromeccanicoServizio Armi Salvatore Quatro-si, Palermo, classe 1956, imbar-cato dal 1981 al 1987, oggi inpensione, ad organizzare il se-condo raduno. Con i socialnetwork ed i mezzi di comuni-cazione attuali è stato possibi-le reperire molta più gente, etante sono state le adesioni. Incirca 50 si sono ritrovati a Mes-sina, presso il locale La Maci-na, sul laghetto di Ganzirri. L’in-contro ha avuto inizio con lacerimonia dell’alzabandierasul piazzale antistante il locale,e molto toccante è stato l’in-contro, dopo trent’anni, deiComandanti Sergio Santi eGiuseppe Lo Giacco, che nelperiodo 1982-1984 erano statirispettivamente Comandantee Comandante in secondadell’Unità. Presenti anche i Co-mandanti Pierluigi Barletta,Capo Serviz io Elettr ico1982/1984 e Stefano Leuzzi, ul-timo Comandante del Margot-tini. Inutile aggiungere, la com-mozione generale di tutti i pre-senti, che si sono ritrovati co-me si se fossero lasciati il gior-no prima, specialmente dopola proiezione di un movie foto-grafico, preparato da Alessan-dro Aruta “Margottini PhotoMemories”, che ha fatto unacarrellata di ricordi lunghi neltempo di 30 anni. Il convivio èproseguito con la distribuzionedi gadget ricordo, il rievocaretanti eventi storici, simpatici,ma anche critici e, infine, launanime promessa di ritrovarsipuntualmente ogni anno, sem-pre più numerosi, ma soprat-tutto al varo della nuova Unitàche porterà lo stesso nome.!

Primo raduno perl’equipaggio di Nave

MaestraleSi è svolto a La Spezia pres-

so l’Arsenale della Marinail raduno del “primo equi-

paggio di Nave Maestrale”,quegli uomini, che ricevetteroper primi l’incarico dallo StatoMaggiore Marina di gestire almeglio l’Unità, varata nei can-tieri di Riva Trigoso il 2 febbraio1981 e consegnata alla MarinaMilitare il 7 marzo 1982, condu-cendola attraverso i primi diuna lunga serie di numerosi suc-cessi di cui si compone la suastoria. Il comitato organizzatoreformato dal C.F. Giuliano Ivanci-ch con numerosi ex Marinai, Sot-tufficiali, Comandanti ed Ammi-ragli, accompagnati dai loro fa-miliari, e tra loro il primo Coman-dante, A.S. Pier Maria Lillo, visibil-mente emozionato di calcareancora una volta, dopotrent’anni quel ponte di volo,accompagnato dall’ A.S. GianMaria Faggioni, A.S. Mario RinoMe e dai Contrammiragli Nicolade Natale, Ludovico fe d'Ostia-ni, Massimo Mantovani, SergioMuscari, sono stati accolti a bor-do dall’attuale Comandantedella Nave, C.F. Andrea Silenzi.Dopo la celebrazione della San-ta Messa, concelebrata dalCappellano Capo del Diparti-mento, Mons. Giovanni Bartolinie dal Cappellano di SquadrigliaDon Daniele Benecchi, ha avu-to luogo il momento delle allo-

cuzioni, durante il quale oltre asottolineare l’importanza dell’e-vento, come esternazione disentimenti fondamentali, qualelo spirito di appartenenza allaMarina, è stata manifestata laspontanea gioia e il piacere dirivedersi dopo un trentennio. Su-bito dopo, per suggellare quellasolare mattinata, si è procedutoallo scambio di oggetti ricordo,tra il Comando di bordo e i par-tecipanti alla manifestazione.Una rappresentativa dell’Asso-ciazione Radioamatori MarinaiItaliani rappresentata dalC°2^cl. TLC Lucio Figliolia, inoltreha consegnato ai Comandantiun diploma in pergamena rea-lizzato all’occorrenza per le atti-vità radiantistiche in onore delraduno del primo equipaggio diNave Maestrale. Dopo le foto dirito, il gruppo si è trasferito pres-so il Circolo Ufficiali dove è statadata occasione di ristorarsi e la-sciarsi trasportare dai ricordi. Nelpomeriggio i Comandanti e gliospiti hanno fatto visita alla sta-zione radio amatoriale allestitaall’occasione presso la sala mul-timediale del Circolo, dove i piùaddentrati d’estrazione “TLC”,hanno potuto fare dono delleloro esperienze sulle radiocomu-nicazioni navali e terrestri, rac-contando interessanti aneddoti.

Alberto Mattei ■Alessandro Aruta ■

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Un sogno che si realizza

ROMA

Il Personale militare e civile di Maristaer Grottaglie e Diremuni Tarantopartecipa all’Udienza Papale del 1°febbraio in sala Nervi

Lo si riteneva ancora un so-gno difficilmente realizza-bile, allorquando il Cap-

pellano Militare Don ClaudioMancusi, raccolte nel tempo lerichieste del personale militaree civile dei Comandi di Mari-staer Grottaglie e della Direzio-ne di Munizionamento dellaMarina di Taranto, annunciavadi aver ricevuto dalla Prefetturadella Casa Pontificia il bene-placito a partecipare all’Udien-za Generale del 1 febbraio2012 al cospetto di Sua SantitàBenedetto XVI.Dopo giorni trascorsi tra la trepi-dante attesa dell’evento e lafrenetica organizzazione, arri-

vava così il momento della par-tenza: alle 23:00 circa del 31gennaio, “imbarcati” su di unautobus Marina Militare, messoa disposizione da MaristaerGrottaglie, partiva il pellegri-naggio a Roma.Tra non poche difficoltà legatealla ben nota criticità meteoro-logica di quei giorni, caratteriz-zati da eccezionale freddo eneve, nelle prime ore del matti-no la delegazione giungeva di-rettamente in Piazza San Pietro,ove era attesa da Don ClaudioMancusi, dai Comandanti deidue Enti, CV Dionigi e CV Lom-bardi, da altro personale Uffi-ciale e Sottufficiale dell’areacentrale invitato per l’occasio-ne a prendere parte all’eventoin ragione dei posti riservati ed

ancora disponibili. Successiva-mente, iniziavano le formalitàper l’ingresso e con esse scom-pariva ogni sintomo di stan-chezza e di freddo generatodal viaggio notturno e dall’at-tesa all’esterno. Finalmente, siera all’interno della sala Nervi,imponente e sobria ma al tem-po stesso eccezionalmente ac-cogliente. Dietro al nostro set-tore, il n.1 e più vicino al palco,con una cadenza e un ordinedettati dalla per fezione delpersonale di servizio, la sala siriempiva per oltre la metà dellacapienza (12.000 posti al com-pleto). Alle 10:30, come previ-sto, iniziava l’Udienza. Il personale da subito si immer-geva nel clima spirituale delluogo e fin dalle prime parole

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Giuseppe Giacovazzo ■

del Santo Padre, si percepivachiaramente il trasporto collet-tivo, generato dai suoi messag-gi e da quel clima di unione,coesione tra gente provenien-te da ogni parte del mondo eanimata dal comune afflatoad accogliere i l messaggioapostolico per viverlo nell’amo-re e nella bontà.Il Santo Padre approfondiva ilcontenuto della “preghiera diGesù nel Getsemani” e si soffer-mava sulla preghiera del PadreNostro nel punto in cui il cre-dente si rivolge al Signore conle parole: «sia fatta la tua vo-lontà, come in cielo così in ter-ra» (Mt 6,10). <<[...] Riconoscia-mo, cioè, che c'è una volontàdi Dio con noi e per noi, unavolontà di Dio sulla nostra vita,che deve diventare ogni gior-no di più il riferimento del nostrovolere e del nostro essere; rico-nosciamo poi che è nel “cielo”dove si fa la volontà di Dio eche la “terra” diventa “cielo”,

lo di nave Cavour con modelli-no di Harrier AV 8 B Plus in fasedi decollo, posto in teca di ve-tro, e un gong in ottone ricava-to da bossoli di vario calibro econtenuto in una teca di le-gno, anch’essa prodotta arti-gianalmente dalle maestranzeinterne. Al termine dell’udienza si co-glieva l’occasione per una visi-ta alla Basilica di San Pietro edalla tomba del Beato GiovanniPaolo II. Successivamente, inconsiderazione anche del re-pentino abbassamento delletemperature e del netto peg-gioramento delle condimeteo,la delegazione ripartiva allavolta di Taranto, concludendocosì l’intensa esperienza di fe-de in tarda serata. Sicuramente provati nel fisico,ma assolutamente grati e ra-diosi nello spirito!

luogo della presenza dell’amo-re, della bontà, della verità,della bellezza divina, solo se inessa viene fatta la volontà diDio. [...]>>.Nel consueto rituale dei saluti atutti gli intervenuti, il Santo Pa-dre si rivolgeva poi alla delega-zione della Marina: “Saluto conaffetto i rappresentanti dellaMarina Militare ...., cari amici, viringrazio per la vostra presenzae vi esorto a vivere con fedeltàil vostro lavoro e ad arricchirlocon la vostra personale testi-monianza cristiana.”Al termine dell’udienza i Co-mandanti Dionigi e Lombardihanno avuto l’opportunità del“baciamano” ed il privilegio disalutare il Papa in rappresen-tanza dei due Enti. Nell’occa-sione venivano consegnati alSanto Padre i tradizionali crestidentificativi dei due Comandied una coppia di manufattirappresentanti, rispettivamen-te, una sezione del ponte di vo-

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I Van de Velde a Palazzo PittiGuardandomi attorno, come sempre, alla ricerca di dipinti di marina, misono imbattuto in un certo numero di classici presso la Galleria Palatina,a Palazzo Pitti, a Firenze. In particolare, una sorpresa inattesa quantogradita è stata la scoperta fra essi di due Van de Velde. L’emozione della scoperta è stata tale da spingermi subito a voler condividere questo ritrovamento con coloro i quali, fra i lettori, hannola stessa mia passione per l’arte di marina.

FIRENZE

La produzione artistica diuna grande Nazione nonpuò essere considerata

uno di quegli eventi fortuiti deiquali non si possono né distin-guere le cause né prevederegli effetti. Essa è la risultante de-gli effetti combinati delle attitu-dini di un popolo e del suo ca-rattere. Essa è il riflesso delle cir-costanze nelle quali è statachiamata a svilupparsi, e laconseguenza del grado di per-fezione al quale è pervenuta laciviltà che le ha dato i natali. Inessa paiono concentrarsi tuttele forze più vive di un popolo,così che le grandi stagioni del-l’Arte coincidono quasi semprecon quelle in cui la prosperitàpubblica raggiunge le sue vet-te più elevate. Per meglio dire,le fortune private e le ricchezzepubbliche, giunte al loro apo-geo, rendono possibili tutte leimprese legittimando ogni au-dacia, così come la forza che sicontrappone all’eleganza, l’e-nergia alla grazia, imprimonoalle arti il loro sigillo definitivo.Sino a poco prima che si potes-se cominciare a parlare di arteolandese, la produzione di unacerta area geografica manca-va di quella speciale caratteri-stica che ne sanciva l’origina-lità; non era stato ancora indivi-duato quel certo non so cheparticolare del genio naziona-le. All’improvvisa fioritura, ov-viamente, seguirà una stagionematura, più o meno prolunga-

ta, seguita naturalmente da undeclino ed una fine. E’ la storiacomune di tutte le vicendeumane ad ogni latitudine. Ciònonostante, il carattere di unpopolo, le sue specifiche attitu-dini, la sua energia, il suo genioe le sue inclinazioni, faranno sìche quello sviluppo assumauna forma particolare, diversada ogni precedente, così chel’Arte di una certa epoca ca-ratterizza il popolo che ad essaha dato luogo. Questa legge èparticolarmente vera se vista infunzione della lezione duraturaa noi trasmessa dalla ScuolaOlandese di pittura. I cieli olan-desi sanno essere fra i più lumi-nosi; carichi come sono di va-pori, essi riescono a riflettere laluce con un’intensità sorpren-

dente. Le nuvole che solcanoquei cieli, proiettano al suolo laloro ombra netta, marcata maallo stesso tempo trasparente,permettendo di trovare neglispazi infiniti, di volta in volta,l’alternanza di ombre e di chia-ri; e i colori si valorizzano per ilcontrasto con quelli vicini equindi la quantità di luce o diombra, di bianco o di nero,che entra nella loro composi-zione è determinante. Le ban-de scure raddoppiano, percontrasto, la luminosità dei co-lori delle parti chiare e comeconseguenza, i piani che sistendono a perdita d’occhio,in terra come in mare, divengo-no, proprio per la successionedi parti luminose e di parti scu-re, i più colorati d’Europa.

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Il contesto socio economicoMolto importante è per il pitto-re il contesto sociale in cui si svi-lupperà la sua pittura. Esso avràinflusso sia sulla scelta dei sog-getti che sul modo in cui essisaranno trattati. Il Paese non èpiù cattolico e il rigore prote-stante chiude le commesseuna volta orientate verso l’ad-dobbo delle chiese; non piùMadonne né Santi dunque einoltre, quella stessa austeritànon lascia spazio nemmeno ai

voli pindarici della mitologia. Ilregime repubblicano, poi,comporta il fatto che non esi-sta più il “principe” e quindinemmeno tutta l’attività artisti-ca volta a celebrarne i fasti ela grandezza. Un cambiamen-to a cui assistiamo è quello chesegue il gusto per la concretez-za. Non più immagini idealizza-te, preparate spesso senzanemmeno consultare il model-lo; adesso il risultato deve esse-re reale, molto rispondente alvero, improntato al naturali-smo. Le commissioni, ora, nonsono più prevalentementepubbliche. I privati entrano afar parte delle schiere dei com-mittenti e portano nelle loro or-dinazioni la richiesta di soggettigai che sottolineano il piacere

del vivere. Il primo pittore olan-dese ad occuparsi di marine fuHendrick Vroom. Il fascino dellanovità, che permea le suecomposizioni, ne determina unimmediato successo. La gloriamarittima olandese, in queglianni al suo nascere, spingeva isuoi compatrioti a ricercare lesue composizioni con avidità.Le gesta di Willem Barentsz, del-l’Ammiraglio Heemskerck, diPiet Hein, erano sulle bocche ditutti e di conseguenza, moltigradivano avere sotto i propriocchi la rappresentazione deiloro exploit. È solo in seguito,però, che la pittura olandese, equindi anche quella di marina,assurge alle massime vette del-l’Arte. L’ambiente in cui ciò av-viene è particolarmente stimo-lante. La Repubblica si è oppo-sta con successo alle soldata-glie spagnole e una borghesiaistruita e potente si è fattaavanti. Il mare, che circonda edirei assedia i Paesi Bassi, mi-nacciandone perpetuamentel’esistenza, è divenuto un nuo-vo elemento di prosperità. Gliarmatori lo ricoprono di naviglie una legione di marinai si lan-cia in tutte le direzioni alla sco-perta di spiagge lontane, allaconquista di continenti scono-sciuti e rischiando il tutto e pertutto, questi ardimentosi attac-cano le flotte di Spagna ovun-que se ne presenti l’occasione;ne depredano i galeoni e i ba-stimenti per il commercio. L’orocomincia a riversarsi in un pae-se ancora povero e insieme al-la ricchezza si sviluppa la ricer-ca delle cose belle, il gusto peril lusso e l’amore per l’arte. Perquanto riguarda la rappresen-tazione del mare, esso diventaa pieno titolo un soggetto nuo-vo della pittura di paesaggioquando vengono introdotte letonalità coloristiche della pittu-ra, così da rendere le sfumatu-re in gradazioni diverse dellostesso colore che sono presentirealmente in natura. In partico-lare la distinzione diviene moltosottile fra i pittori di paesaggio,

più in generale, e quelli che piùspecificamente si occupavanodi marine. Lo sconfinamento fraun genere e l’altro è frequente.Se dovessimo estendere a que-sti la categoria dei pittori dimarina olandesi, essa ne van-terebbe un numero grandissi-mo; se invece volessimo limitar-ci a considerare solo coloro iquali si sono dedicati a tale di-sciplina in maniera esclusiva,ecco che il numero si riduce so-stanzialmente.

I van de Velde, pittori di marinaI l primo nome che viene inmente, parlando di marine insenso stretto, è quello di Vande Velde. In verità si tratta ditutta una famiglia di pittori ma icui legami di parentela non so-no sempre chiari. Quello che ècerto è che Willem, il vecchio,nasce a Leida nel 1610 e vienesubito indirizzato dai suoi alla vi-ta sul mare. Giovanissimo egli siimbarca e viene a contattocon le navi, la loro costruzione,il loro armamento, la loro ma-novra e il modo in cui esse inte-ragiscono con gli elementi.Queste sue conoscenze, que-sta pratica giovanile, salteran-no poi agli occhi nei suoi dise-gni. Molto presto, il modo magi-strale in cui egli riesce a ritrarrecol pennello navi e imbarcazio-ni di tutti i tipi e dimensioni, l’e-leganza della sua tavolozzaunita all’estrema precisione ri-chiameranno l’attenzione dellaCompagnia delle Indie e del-l’Ammiragliato di Amsterdamche gli affiderà l’incarico di ri-trarre tutte le navi che esconodai propri cantieri. La sua famae alcuni suoi disegni non fannofatica ad attraversare la Mani-ca e a raggiungere l’Inghilterrae l ì , presso questa potenzaemergente destinata a rimpiaz-zare sui mari quelle che l’ave-vano preceduta, Olanda com-presa, egli si trasferirà, a Londraper l’esattezza, ove morirà nel1693, ricco per i molti doni deri-vatigli dalle commesse dei reCarlo II e Giacomo II. Willem

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ebbe due figli: Willem il giova-ne, nato ad Amsterdam nel1633 e Adriaen, nato nel 1636. Ilpadre si preoccupa di istruirepersonalmente Willem nel dise-gno e gli trasmette tutto quelloche sa sull’anatomia delle navi.Il giovane si appassiona tal-mente a quelle splendide co-struzioni ed al mare su cui si

muovono che a questi soggettidedicherà il resto della vita.Quando il vecchio si trasferiscea Londra, il ragazzo, rimasto inOlanda, si dedica con passio-ne al suo mestiere e grazie an-che alle innate doti naturali, di-viene un pittore completo. Mail titolo di pittore ufficiale del reinsieme ad un adeguato ap-pannaggio che gli vengono of-ferti in Inghilterra hanno la me-glio sul patriottismo e Willem se-gue le orme del padre trasfe-rendosi oltre Manica nel 1677 ededicandosi a ritrarre le vittorienavali degli Inglesi sui suoi com-patrioti. Più versato del padrenegli aspetti pittorici del dipintoriesce a trarre maggiori effettidrammatici dall’atmosfera. Le“sue” navi vengono inserite nel-le composizioni con maggioreconsapevolezza, i contrasti so-no accentuati e l’efficacia

complessiva viene intensificatasfruttando effetti particolari,quali quello del fumo di unacannonata appena sparata.Rispettato, onorato, ben paga-to, il pittore si fermerà in Inghil-terra sino alla morte, avvenutanella sua casa di Greenwich,nel 1707. Willem il giovane èconsiderato non solo uno dei

più grandi marinisti olandesi mauno dei più grandi al mondo.La sua ammirevole conoscenzadei bastimenti, la magnificatrasparenza che egli sa donareai cieli ed ai mari, l’alternarsi diombre e di luci con la qualerealizza una serie di piani suc-cessivi, la dolcezza e l’armoniache regna nelle sue composi-zioni, quasi tutte eseguite in tonigrigi e delicati, la portentosaprecisione nei dettagli, la finez-za che mai trascende in sec-chezza, fanno della maggiorparte delle sue opere dei veri epropri piccoli capolavori. Unastranezza merita di essere ricor-data: questo pittore così fami-liare con i mari agitati di casapropria, solo raramente ci mo-stra nelle sue opere i l maregrosso; nella maggior parte deicasi i suoi mari sono calmi e pa-ciosi.

Le immagini che presentiamoriguardano entrambe dipinti diWillem padre, detto il vecchio.Si tratta di quadri di circa unmetro per due rappresentantiuno la flotta inglese in naviga-zione e l’altro una battaglia na-vale. Entrambi sono stati realiz-zati con la tecnica nella quale ivan de Velde erano maestri,

quella della grisaglia.Dal francese grisaille, da gris("grigio"), questa tecnica, defi-nita anche monocromo, indicavarie tecniche pittoriche ed èinteso come metodo per ren-dere le sfumature di grigio.Quando impiegata nelle vetra-te si eseguiva sul lato interno,per raggiungere alcuni effettipittorici, altrimenti impossibili acausa dell'uniformità cromati-ca dei vetri. Dopo aver steso lagrisaille, il pittore procedevacon graffi ed asportazioni perregolarne l'effetto, fissando inseguito la pittura. Questi duedipinti, come abbiamo detto,costituiscono un superbo esem-pio dell’uso di questa tecnica.Siete tutti invitati ad andare aconstatare come ci si trovi difronte a due capolavori.

Paolo Bembo ■

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L’Ordine Militare d’Italia

L 'Ordine militare d'Italia èun'onorificenza della Re-pubblica Italiana destina-

ta a ricompensare “le azionidistinte compiute in guerrada unità delle Forze Armatenazionali di terra, di mare edell’aria o da singoli militariad esse appartenenti , cheabbiano dato sicure prove diperizia, di senso di responsa-bilità e di valore”. Le decora-zioni dell’Ordine militare d’Ita-lia possono essere conferiteanche alla memoria per ope-razioni di carattere mil itarecompiute in tempo di pace,quando siano connesse allefinalità per le quali le Forzemilitari dello Stato sono costi-

tuite.L’Ordine deriva direttamentedall'antico Ordine militare diSavoia, istituito i l 14 agosto1815 dal Regno di Sardegnae riordinato nel 1956 con laLegge 9 gennaio 1956, e necustodisce tutta la documen-tazione. L'intento iniziale delre Vittorio Emanuele I fu dicreare una onorificenza chepotesse sostituire quelle fran-cesi, come la “Legion d'ono-re”, di cui furono insigniti nu-merosi soldati italiani che eb-bero militato nelle armate diNapoleone. Infatti in questoperiodo molti sovrani restau-rati dal Congresso di Viennapreferirono creare onorificen-ze sost itut ive piuttosto cheabolire quelle già concesse, èil caso anche della “Croce diferro prussiana”. Passata latempesta napoleonica l'Ordi-ne militare di Savoia fu ab-bandonato a favore del tra-

dizionale “Ordine dei SS. Mau-rizio e Lazzaro”. Con decretodel 28 settembre 1855 fu rico-stituito l'ordine per volere delre Vittorio Emanuele II e rifor-mato dal Generale GiacomoDurando che introdusse l'at-tuale scala gerarchica e laconcessione dell'onorificenzasia a cittadini italiani sia stra-nieri. La prima occasione perdist r ibui re le medagl ie delnuovo ordine riformato fu laguerra di Crimea. Furono de-corati il comandante piemon-tese della spedizione AlfonsoFerrero della Marmora, il Ma-resciallo di Francia Jean Jac-ques Pèl iss ier e i l GeneraleGiacomo Simpson. Nel 1877 fu decorato il depu-tato Francesco Crispi, unicocivile decorato.Capo dell'Ordine militare d’I-talia è il Presidente della Re-pubblica; Cancelliere e Teso-

Cavaliere di Gran Croce -Decorazione di 1^ Classe

La Gran Croce è esclusiva-mente destinata a premiare iservizi eminenti resi in funzionidi effettivo comando in azio-ni belliche o, comunque, inoperazioni di carattere mili-tare.Tale decorazione può essereconcessa al Generale di ar-mata dell'Esercito e Ufficialedi grado corrispondente del-la Marina e dell'Aeronauticache in guerra o, comunque,in operazioni di carattere mi-litare, abbia esercitato il co-

L’onorificenza dell’Ordine militared’Italia, non costituisce un“unicum” nel panoramaeuropeo della ricompensa di benemerenza militare. Esistono ben sette decorazionianaloghe consideratetra le più alte in campo militare.

mando ottenendo risultati ta-li da farlo considerare bene-merito della Nazione.

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riere è il Ministro della Difesa.L’Ordine ha un Cons ig l iocomposto da un presidente eda undici membri di cui ottoeffettivi e tre supplenti. Il pre-sidente e i membri sono nomi-nati tra gli Ufficiali in serviziopermanente o in congedodecorati dell’Ordine, con unaeguale rappresentanza delleForze armate.E’ segretario dell’Ordine mili-tare d’Italia un Generale diBrigata o un Colonnello del-l’Esercito, della Marina o del-l’Aeronautica, in servizio per-manente o in congedo ap-partenente ad una delle clas-si dell’Ordine.L'Ordine comprende cinqueclassi di merito: Cavaliere diGran Croce; Grande Ufficiale;Commendatore; Uf f ic ia le;Cavaliere. L’art. 6 della Statuto dell’Ordi-ne, D.P.R. 12 febbraio 1960,fissa le condizioni per il confe-rimento delle singole classi didecorazioni e stabilisce il mo-dello delle insegne e dei na-strini corrispondenti a ciascu-na classe.Le decorazioni dell’Ordine so-no conferite con decreto delPresidente della Repubblica,su proposta del Ministro dellaDifesa, sentito il Consiglio del-

Grande Ufficiale - Decorazionedi 2^ Classe

La Croce di Grande Ufficiale puòessere conferita all'Ufficiale gene-rale o ammiraglio che per capa-cità, valore e ardire nella conce-zione dell'impresa e per la respon-sabilità assunta con l'impartire l'or-dine di esecuzione abbia valida-mente contribuito al felice risulta-to di un'azione bellica o, comun-que, di un'operazione di caratte-re militare di singolare importanzae di notevole utilità.

Commendatore - Decorazione di3^ Classe

La Croce di Commendatore puòessere conferita all'Ufficiale gene-rale o ammiraglio che per capa-cità, valore e ardire nella conce-zione dell'impresa e per la respon-sabilità assunta con l'impartire l'or-dine di esecuzione abbia valida-mente contribuito al felice risulta-to di un'azione bellica o, comun-que, di un'operazione di caratte-re militare di singolare importanzae di notevole utilità.

l'Ordine, salvo per quelle con-ferite a, militari stranieri bene-meriti dello Stato Italiano perservizi resi in guerra.Nel caso di azioni di guerrapart icolarmente dis t inte egloriose compiute da unitàdelle Forze armate di terra, dimare e dell’aria può essereconferita alla “Bandiera” lacroce di Cavaliere dell’Ordi-na militare d’Italia ma non diclassi superiori.Le croci dell'Ordine militared'Italia sono conferite ai mili-tari delle Forze armate nazio-nali in seguito a proposta for-mulata dal superiore imme-diato del militare o da altrosuperiore più elevato. La pro-

Ufficiale – Decorazione di 4^ Classe

Le Croci di Ufficiale e di Cavalierepossono essere conferite all'Ufficiale ilquale, esercitando il comando o as-solvendo l'incarico devoluto al gradorivestito o a quello superiore, abbia,con intelligenza, lodevole iniziativa,perizia, senso di responsabilità e co-raggio, contribuito alla riuscita di unaoperazione bellica o comunque diuna operazione di carattere militaredi notevole utilità.

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posta deve essere formulataentro sei mesi e pervenire allacancelleria dell'Ordine entroun anno dalla data del fattod'arme o dalla fine dell'ope-razione di carattere militarecui la proposta si riferisce, sal-vo per la Gran Croce che, dimassima, non viene concessase non a guerra conclusa oad operazione di caratteremilitare ultimata.I decorati delle varie classidell’Ordine militare d’Italia,con la Grande Uniforme, por-tano: se Cavalieri o CavalieriUfficiali, la Croce di Cavaliereo quella di Ufficiale sul pettoa sinistra; se Commendatori,la Commenda pendente dalcol lo tenuta dal nastro; seGrandi Ufficiali, la Croce pen-dente dal collo ed una stellad’argento sul petto a sinistra;se Cavalieri di Gran Croce, laGran Croce pendente dallafascia posta ad armacol lodalla spalla destra al fiancosinistro e la stella dell’Ordinesul petto a sinistra.Con l’uniforme ordinaria i de-corati portano i nastrini corri-spondenti alle insegne.I l decorato che dopo averconseguito una Croce del-l’Ordine venga insignito di al-tre di classe superiore portatutte le insegne e i nastrini re-lativi ad esse.Le bandiere si fregiano di tut-te le Croci di Cavaliere ad es-se concesse.L’Ufficiale di qualunque gra-do già fregiato della decora-zione di una classe dell’Ordi-ne può ottenere i l confer i-mento di quella classe supe-riore ove acquisita.L’anzianità di appartenenzaa ciascuna classe dell’Ordinemilitare d’Italia è determinatadalla data del fatto d’arme odalla data in cui ha avuto ter-mine l’operazione di caratte-re militare che ha dato luogoalla concessione della deco-razione.Indipendentemente dal gra-do militare di cui è rivestito il

decorato dell’Ordine militared’Italia che porti visibilmentele insegne dell’Ordine ha dirit-to agli onori mil itari previstiper: gli Ufficiali inferiori, se Ca-valiere o Cavaliere Ufficiale;gli Ufficiali Superiori, se Com-mendatore; gli Ufficiali Gene-ra l i , se Grande Uf f ic ia le oGran Croce.La consegna di decorazionidell’Ordine militare d’Italia sieffettua in forma solenne epossibilmente da parte dellapiù alta Autorità militare com-petente per territorio.Le concessioni di decorazionidell’Ordine militare d’Italia so-no pubblicate nei bollettinidella Forza armata alla qualeappartiene il militare, l’unità ola bandiera premiata.Alle decorazioni dell’Ordinemilitare d’Italia è legata un’e-sigua pensione annua nellamisura stabilita dalla Legge27 marzo 1953, n. 259. Talepensione è cumulabile con gliassegni annessi alle medaglieal Valor militare.Ai militari stranieri benemeritidello Stato italiano decoratidi una medaglia dell’Ordinemilitare d’Italia, non è corri-sposta la pensione annua.Al militare decorato dell’Or-dine al quale sia stata con- Salvatore Calvaruso ■

Cavaliere - Decorazione di5^ Classe

La Croce di Cavaliere puòessere altresì conferita al mili-tare di qualunque grado ilquale durante un'azione diguerra assumendo in co-mando superiore a quelloproprio del suo grado e di-mostrando spiccata periziae singolare valore militare,abbia validamente concor-so a risolvere favorevolmen-te un'importante azione bel-lica alla presenza del nemi-co.

cessa una decorazione dellostesso Ordine di classe piùelevata percepisce la solapensione relativa a questa ul-tima.Le pensioni ai decorati del-l'Ordine militare d'Italia nonpossono eccedere, per le sin-gole classi, i limiti stabiliti dal-l’Ordine.Nei l imiti stabiliti sono com-prese le pensioni di reversibi-lità e sono escluse le pensioniannesse alle decorazioni con-cesse alle bandiere delle ar-mi, corpi e reparti militari. Ve-rificandosi delle vacanze nel-le classi superiori dell’Ordine,potranno essere concessepensioni in soprannumero neigradi inferiori, nel limite nume-rico delle vacanze stesse.I l mil itare appartenente al-l’Ordine militare d’Italia cessadi far parte dell’Ordine nelcaso in cui sia privato del suogrado.

La normativa di cui sopra è stata re-cepita dal CAPO V Sezione I del Dlgs.n. 66/2010 e dal Capo III Sezione I delD.P.R. n. 90/2010.

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Operazione Sorriso

TARANTO

e Istituzioni vicino ai citta-dini, è una locuzione chespesso si sente nei pro-

grammi televis iv i o s i vedescr itta sui giornal i , ma chesembra più un luogo comuneche altro. Questa volta è inve-ce realtà, i sommergibilisti han-no voluto dedicare una lorogiornata ai ragazzi meno fortu-nati di una comunità locale, laComunità Educativa CenzinoMondelli di Massafra (Ta), dan-

do concretezza a questo con-cetto ed in effetti conferman-do ancora una volta l’impe-gno che la Marina riversa abi-tualmente verso il sociale. L’iniziativa è partita da alcunisommergibilisti, con una sensi-bilità per i temi del sociale piùspiccata di altri. E’ così cheFabrizio, Gianluca e Nicola,chiacchierando tra di loro,hanno convenuto che un belmodo di festeggiare il Natale

sarebbe stato quello di viverlocon dei ragazzi meno fortunatidi altri. Ai progetti sono seguiti i fatti euna volta illustrata l’iniziativaal Comando delle Forze Su-bacquee (COMFORSUB), chel’ha subito accolta e suppor-tata, si è passati ad organizza-re l’evento, battezzando l’ini-ziativa “Operazione Sorriso”.Così è partita la raccolta difondi finalizzata all’acquisto dialcuni regali da fare ai ragazzi.E’ stato un successo, a dimo-strazione di come tutta laComponente abbia perfetta-mente compreso e pienamen-te sposato gli obbiettivi prefis-sati dai promotori della mani-festazione; si è stilato il pro-gramma e finalmente il giornotanto atteso è arrivato. La mattina del 13 Dicembre,l’autobus, arriva e parcheggiavicino alla Scuola Sommergibi-li, a bordo diciassette ragazzitra i quali uno di nazionalità af-gana, accompagnati dal pre-sidente, il Sig. Adamo Andrea,dalla direttrice, la Dott.ssa Ro-

Una giornata da sommergibilista per iragazzi della comunitàeducativa “Cenzino Mondelli” di Massafra.

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manazzi Grazia, dagli educa-tori e da Capo De Carlo nellefunzioni insolite di “cicerone”.Qui ad aspettarli il C.F. Carluc-ci, Capo di Stato Maggiore(CSM) di COMFORSUB, il CapoGruppo Sommergibili, i l C.F.Marilli, il Capo Raparto ScuolaSommergibili, il C.F. Russo e glialtri Ufficiali e Sottufficiali som-mergibilisti.Dopo il discorso di benvenutodel CSM, il Comandante delSmg Prini, il C.F. Camilletti spie-ga, in parole semplici machiare ed esaustive, cos’è unsommergibile, come naviga inimmersione, qual è la sua dif-ferenza rispetto ad un sotto-marino, ecc. La giornata con-tinua con i ragazzi che suddivi-si in gruppetti visitano la Scuo-la Sommergibili e i suoi moder-ni simulatori e i SommergibiliScirè e Todaro, ormeggiati inporto. Sul simulatore classe Sauro, ladirettrice dà l’esempio ai piùgiovani e si siede al posto di ti-moniere; “quota 80 metri”, urlal’improvvisato “Ufficiale in Co-mando di Guardia”, e subito ilprovetto timoniere muove lacloche, sotto l’attenta supervi-sione dell’istruttore Capo Mo-scati, la lancetta del mano-metro indica 20, 40, 60 e poiquota 80 metri. Il Direttore, il T.V. Petruzzi, se-

gnala che a causa di un’ava-ria dobbiamo emergere, “ariadi emergenza alle casse”, ilbattello va su “a palla”, un po’appoppato, i giovani meravi-gliati si tengono, tra lo stuporee l’incredulità, sembra di esse-re veramente a bordo di unsommergibile in navigazione. Il tour continua con la visita al-le altre strutture, al simulatoreSteering Stand Simulator (SSS)Todaro, al Submarine CombatTeam Trainer (SCTT), quest’ulti-ma una fedele riproduzionedella Camera Manovra di unsommergibile classe Todaro,dove i visitatori si divertono a

guardare al periscopio i bersa-gl i incrociat i al largo e adascoltare una idrofonica di unmercantile prestando attenzio-ne a Capo D’Andria, l’istrutto-re che fornisce alcune spiega-zioni basilari. Ed inf ine i l tour al la ScuolaSommergibili si conclude conla visita alla Garitta di fuoriu-scita e al simulatore Falla e Fu-mo e Rush Escape dove CapoPistoia spiega ai giovani, i si-stemi per la fuor iuscita dasommergibile sinistrato e perl’emergenza.

Antonio Tasca ■

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Campionati Italiani di “Indoor Rowing”

LIVORNO

Quest’anno l’AccademiaNavale di Livorno, sullascorta del successo ot-

tenuto lo scorso anno con l’or-ganizzazione dei campionatiregionali, ha fatto da affasci-nante scenario per lo svolgi-mento dei Campionati Italianidi “Indoor Rowing”. La collabo-razione tra il nostro Istituto e laFederazione Italiana Canottag-gio (FIC) ha consentito infatti losvolgimento domenica 29 gen-naio della 12° edizione deiCampionati Italiani di RowingIndoor e della 6° edizione deiCampionati Italiani AdaptiveRowing Indoor cui hanno par-tecipato 394 atleti, apparte-nenti a 52 diverse società spor-tive provenienti dall’intera pe-nisola. Il campionato Italiano èstato preceduto sabato 28 dal-le competizioni dello “SpecialOlympics” alle quali hanno par-tecipato atleti iscritti a nove so-cietà differenti provenienti dalnord Italia. Lo “Special Olym-pics” è un programma interna-zionale di allenamenti e com-petizioni atletiche per personecon disabilità intellettiva. Il sup-

porto dato dall’AccademiaNavale, di concerto con la FIC,ha sottolineato come la prati-ca del Rowing e delle attivitàsportive in generale permettadi migliorare la qualità della vi-ta e di vivere sensazioni unicheed indimenticabili. Le competi-zioni si sono svolte in un climasereno e pieno di entusiasmo el’impegno dell’Accademia hacontribuito a generare i sorrisi eil trasporto degli atleti e dei vo-lontari accorsi per l’evento. In generale si è trattato di unweekend all’ insegna dellosport sano che ha coinvoltoanche noi allievi dell’Accade-

mia Navale, in qualità di atletie di responsabili dell’organizza-zione. Il nostro impegno è statofinalizzato a supportare il rego-lare svolgimento della manife-stazione, agendo in qualità dipadroni di casa e rappresen-tando con la nostra divisa l’Ac-cademia Navale e la MarinaMilitare tutta. In particolare le competizioni didomenica hanno registrato lapartecipazione di circa 3000spettatori, un pubblico caloro-so che ha contribuito all’ottimariuscita dell’evento. Ma quelloche è stato evidente, è statasoprattutto la sana competizio-ne che ha contraddistinto tuttele gare. Ammirare la determi-nazione negli occhi anche deipiù piccoli (tra i 10 e gli 11 anni)ed il grande orgoglio dei geni-tori e degli allenatori che li ac-clamavano dagli spalti ha con-tribuito a rendere la giornataunica ed indimenticabile. E’stato bello vedere l’animo e lospirito di abnegazione con cuigli atleti hanno affrontato tuttele competizioni. Il sacrificio, il desiderio di miglio-rarsi sono solo alcuni degli ele-menti peculiari che accomu-nano il canottaggio ai principi

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Giusy Pascariello ■

che si imparano nell’ambitodel nostro Istituto. Gli AllieviMarco Bozzo ed Angela Ber-nardi ne sono una viva testimo-nianza; attraverso la loro parte-cipazione a questo campiona-to hanno dimostrato, infatti, tut-ta la loro determinazione e, no-nostante non abbiano conqui-stato il podio, è stato bello ve-derli sorridere e leggere nei loroocchi la soddisfazione di averpreso parte ad un evento di ta-le spessore. Consapevoli di nonpoter competere con atleti diquel livello hanno profuso co-munque il massimo ed è statoper loro un vero onore potergareggiare con i migliori canot-tieri d’Italia. Per l’Accademiatutta è stato un grande motivod’orgoglio vedere i colori del

nostro Istituto rappresentati inun evento così importante.Concludendo, la manifestazio-ne è stata un vero e propriosuccesso; siamo entusiasti che ilnostro operato abbia potuto

contribuire alla realizzazione ditutto ciò. Alla fine della competizione èvenuta un po’ a tutti la vogliadi iniziare a vogare!

E’ Marlene Ricciardi atletadella Squadra di CanoaKayak della Marina Milita-

re di Luni - Sarzana, con 414 vo-ti, la canoista dell’anno elettadagli utenti di Facebook attra-verso il sondaggio aperto daoltre un mese sul socialnetwork. Un primo esperimentoche, come dimostra il numerodi voti complessivi, ha riscosso ilsuccesso atteso. L’intenzione èquella di riproporre sondaggi diquesto tipo, in futuro anche at-traverso il sito F.I.C.K. (Federa-zione Italiana Canoa Kayak),con una scadenza mensile. Nelfrattempo però conosciamomeglio Marlene Ricciardi, di-scesista, che grazie anche aisuoi numerosi fan sul socialnetwork, con i suoi 414 voti habattuto nell’ordine Luca Galim-berti (296), Maximilian Benassi(223), Nicola Zamuner (133), Jo-sefa Idem (112), Mirco Garbo

(107), Anna Alberti (92), Danie-le Molmenti (88) e i tanti altricanoisti votati nel sondaggio.“Ho 20 anni e sono diplomatain Grafica Pubblicitaria. Praticocanoa da quando avevo seianni, grazie a mio padre NelloRicciardi. Ho iniziato l'attivitàagonistica con la Sezione Gio-vanile della Marina Militare diSarzana, prima con i 4,20 dellavelocità, per due anni, poi sonopassata all'acqua mossa. Hopraticato anche lo slalom finoa 16 anni, poi mi sono dedicataalla sola discesa fluviale. Dueanni fa, con l'apertura alle don-ne nel settore femminile, grazieal mio allenatore Marco Salo-gni ho iniziato questa nuovaavventura in canadese. Prati-camente posso dire di esserestata la prima in Italia a pa-

gaiare in ginocchio in unacompetizione Nazionale. Sonodetentrice dei titoli italiani in C1senior 2010 e 2011 ed ancheU21 e U23 2011. Sono stata an-che la prima donna in Italia apartecipare alla Maratona in-ternazionale dell'Adige, portan-do a termine la gara in C1. Mipiacerebbe nel futuro potercontinuare a livello professiona-le, magari nella Marina Militare,questa attività e da quest'annopunterò alle qualificazioni digare internazionali.”Idee chiare dunque per Marle-ne Ricciardi, coraggiosa nelloscegliere una specialità, la ca-nadese monoposto fluviale,agli inizi ma che sta crescendoa livello femminile. Buone gareanche a lei.

Canoista dell'anno: gli utenti di facebookvotano Marlene Ricciardi

Gaetano Castello ■

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I l 19 dicembre presso il Museo Storico Navale di Venezia, è stato ricordato il 70° anniversa-rio della storica impresa di Alessandria.

La cerimonia si è svolta all’interno della sala dove è situato il Siluro a Lenta Corsa (comune-mente conosciuto come “maiale”). Erano presenti, oltre a Ufficiali e Sottufficiali in serviziopresso l’Istituto di Studi Militari Marittimi, alcuni Ammiragli in quiescenza residenti a Venezia,tra cui la MOVM Ammiraglio Roberto Frassetto (classe 1917); all’evento a rappresentare gliincursori di oggi erano anche presenti, il S.T.V. Antonio Montilla e il 2° Capo Zaccaria Alessan-dro, in servizio presso il G.O.I. del Comsubin. Nella breve allocuzione il Comandante dell'Istituto, Contrammiraglio Maurizio Ertreo, dopoaver ricordato i “sei eroi” che compirono l’impresa: Tenente di Vascello Luigi Durand de LaPenne, Capitano del Genio Navale Antonio Marceglia, Capitano delle Armi Navali VincenzoMartellotta, Capo Palombaro Emilio Bianchi, Capo Palombaro Mario Marino e Sottocapo

Spartaco Schergat, ha rin-graziato la Medaglia d’OroAmmiraglio Frassetto il qua-le, con la sua presenza, hareso vivo il ricordo dei nostriimpavidi Marinai.Toccante è stato il momentoin cui l’Ammiraglio Frassettoha brindato con i sei caliciposizionati in prossimità dellefoto degli uomini che reseroeroica l’azione di Alessan-dria, dando lustro alla nostraMarina.

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La Commissione Ambiente del Senato visita l’Arsenale di Venezia

I l 16 gennaio ha fatto visita all’Arsenale di Ve-nezia una delegazione della Commissione

Ambiente e Territorio del Senato che si trovavain città per la proposta di legge intesa a rivede-re e integrare la Legge speciale per Venezia.La delegazione, composta dal Presidente dellaCommissione Sen. D’Alì e dai Senatori Casson,Della Seta, Gallone, Molinari e Vallardi, accom-pagnata dal Sindaco di Venezia Giorgio Orsoniè stata accolta dal Comandante dell’Istituto diStudi Militari Marittimi di Venezia Contrammira-glio Maurizio Ertreo.Dopo una breve pausa caffè presso l’area Co-mando di Maristudi, la Commissione si è direttaverso l’area in uso alla Biennale (Corderie, leSale d’Armi, Artiglieria, Tese delle Gaggiandre),sostando brevemente presso il Piazzale dellaCampanella. Lì il Sindaco ha sommariamente il-lustrato le dinamiche in atto sull’Arsenale e il

70° anniversario della storica impresa di Alessandria

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probabile assetto della Darsena Grande duran-te le regate della Coppa America (maggio2012).

Bruno Marconi ■

Bruno Marconi ■

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Festa dei “Veci Congegnatoi”

Nel mese di dicembre, presso l’officina delReparto Meccanica dell’Arsenale della

Marina della Spezia, si è svolto un incontro fe-stoso con i “vecicongegnatoi”, il per-sonale a r iposo delreparto, che una vol-ta era noto con il no-me di Officina Con-gegnatori.Questa iniziativa, or-ganizzata dai colle-ghi ancora in servi-zio, con il patrociniodella Direzione Arse-nale, è stata accoltacon grande entusia-smo da circa ottantaex dipendenti, alcunidei quali, in pensione da oltre 30 anni, ed haavuto lo scopo di far riabbracciare e rincon-trare i vecchi congegnatori.E’ stata una bellissima festa ricca di sentimentie di ricordi, definita da molti partecipanti co-me il più bel giorno della loro vita. Un momen-

to di sincera e forte commozione si è avuto,quando i “Maestri” hanno riabbracciato gli“Allievi”, e rivisto come negli anni si sono tra-

sformati i luoghidi lavoro untempo a loro fa-migliari.La Direzione Ar-senale ha r in-graziato i parte-cipanti, sottol i-neando come,nonostante gl iorganici ridotti, ilreparto ancoraoggi r iesca adeseguire impor-tanti lavorazioninel settore della

meccanica navale, lavorazioni unanimemen-te considerate come nicchie d’eccellenza,per merito degli insegnamenti profusi in annid’attività, svolta con passione e professiona-lità.

Cerimonia Commemorativa “Domenico Millelire”

Nella mattinata del 23 feb-braio si è svolta, presso i

Giardini Pubblici a La Mad-dalena, una cerimonia com-memorativa in r icordo deifatti d’arme del 23 febbraio1793, che portarono al falli-mento della spedizione dellaRepubbl ica Francese perl’occupazione dell’Isola di LaMaddalena e che, determi-narono il conferimento dellaMedaglia d’oro, prima asso-luta della Marina Militare, alNocchiere delle mezze gale-re della Marina Sarda Dome-nico Millelire, cittadino mad-dalenino.Presso il Monumento eretto insuo onore, alla presenza delle Autorità Milita-ri, Civili e Religiose della sede e delle Asso-ciazioni Combattentistiche e d’Arma, sonostate deposte le corone da parte del Co-mandante del Presidio M.M. e Comandantedella Scuola Sottufficiali M.M. “M.O.V.M. D.

Bastianini” C.V. Franco Felicioni, dal Sindacodella Città di La Maddalena Sig. Angelo Co-miti e dal Presidente del Lions Club La Mad-dalena Amm. Reginaldo Dessì, promotoredella manifestazione

Sandro Simonelli ■

Francesco Cherchi ■

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Ii 16 gennaio, alle 11:00, ad Augusta, sullabanchina Tullio Marcon si è svolta la cerimo-

nia di avvicendamento del Comando Forze daPattugliamento per la Sorveglianza e la DifesaCostiera (Comforpat) tra il Contrammiraglio E-doardo Compiani (cedente) e il Contrammira-glio Domenico Di Capua (accettante).Alla cerimonia hanno presenziato il Coman-dante in Capo della Squadra Navale, Ammira-glio di Squadra Luigi Binelli Mantelli, accompa-gnato dal Comandante Militare Marittimo Au-tonomo in Sicilia (Marisicilia), Ammiraglio di Divi-sione Raffaele Caruso, autorità civili e militari,rappresentanze delle Forze Armate della pro-vincia e delle Associazioni combattentistiche ed’arma.Il Contrammiraglio Edoardo Compiani lascia ilComando di Comforpat dopo un anno e mez-zo di intesa attività per assumere il Comandodel Centro C4 Difesa dello Stato Maggiore Dife-

sa, a Roma.Il Contrammiraglio Domenico Di Capua provie-ne dalla Presidenza delle Repubblica di Romadove ha ricoperto l’incarico di Assistente Milita-re e Aiutante di Campo del Presidente della Re-pubblica per la Marina Militare.

Il 4 dicembre, con larga partecipazione della popolazione locale, si è celebrata a Vitulano (BN)la festa di Santa Barbara.

La cerimonia è iniziata con il saluto di benvenuto da parte del Sindaco Dott. Mario Scarinzi, algruppo A.N.M.I. di Benevento, G.M. CarloMastrocinque capitanato dal PresidenteC.V. Anacleto Iassiello.La cerimonia è proseguita con la celebra-zione della Santa Messa e con la recita del-la Preghiera del Marinaio. Al termine è sta-ta posata una corona di alloro presso il mo-numento ai Caduti di tutte le Guerre.A completamento della bellissima cerimo-nia, tutti in un noto ristorante locale a degu-stare i prodotti della valle Vitulanese.

Vitulano festeggia Santa Barbara

Cambio al vertice per Comforpat

La Marina al “JOB 2011”

Dal 14 al 16 Dicembre, la Marina è stata presente a Catania,presso il centro fieristico “ Le Ciminiere”, al “ Job 2011 - Sa-

lone di orientamento all’istruzione alla formazione e al lavoro”con uno stand espositivo. La Marina, con il coordinamento dell’Ufficio Stampa di Marisi-cilia, grazie all’apporto di mezzi e uomini di Comforpat, Direzio-ne Catania, Base Aereomobili Guardia Costiera di Catania,Maristaeli Catania, ha partecipato al salone, offrendo all’interno dello stand agli studenti e a i visi-tatori la possibilità di informarsi sulle opportunità di carriera che la Marina offre e aggiornarsi sullarealtà odierna della Forza Armata.

Cosimo Matarazzo ■

Giuseppe Mantello ■

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