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UN CONCORDATO NATO DAL CONCILIO DI ROBERTO MARTUFI Con Francesco di grande importanza, soprattutto in una società pluralista, che si abbia una giusta visione dei rapporti tra la comunità politica e la Chiesa e che si faccia una chiara distinzione tra le azioni che i fedeli, individualmente o in gruppo, compiono in proprio nome, come cittadini, guidati dalla loro coscienza cristiana, e le azioni che essi compiono in nome della Chiesa in comunione con i loro pastori. La Chiesa che, in ragione del suo ufficio e della sua competenza, in nessuna maniera si confonde con la comunità politica e non è legata ad alcun sistema politico, è insieme il segno e la salvaguardia del carattere trascendente della persona umana. La comunità politica e la Chiesa sono indipendenti e autonome l’una dall’altra nel proprio campo. Tutte e due, anche se a titolo diverso, sono a servizio della vocazione personale e sociale degli stessi uomini. Esse svolgeranno questo loro servizio a vantaggio di tutti in maniera tanto più efficace, quanto più coltiveranno una sana collaborazione tra di loro, secondo modalità adatte alle circostanze di luogo e di tempo». Così la Gaudium et Spes al numero 76 dà la direzione sui rapporti che devono intercorrere tra Chiesa e Stato. In virtù di quella sana collaborazione tra questi due enti 30 anni fa, precisamente 18 febbraio 1984, si rimise mano ai patti lateranensi del 1929 per riordinare, in nuovo concordato firmato dall’allora presidente del Consiglio Craxi e il cardinale segretario di Stato vaticano Agostino Casaroli, le relazioni, ben distinte ma collaborative, tra Chiesa e Stato Italiano. Basterebbe solo il primo articolo del concordato per mostrare la nuova linea che ha portato con sé il “patto” del 1984 rispetto a quello del 1929 che, anche se in modo sottile, lasciava intravedere comunque una certa ingerenza dello Stato sulla Chiesa. Il primo articolo così cita: «La Repubblica italiana e la Santa Sede riaffermano che lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, impegnandosi al pieno rispetto di tale principio nei loro rapporti ed alla reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo e il bene del Paese». Proprio in quest’ultima affermazione, frutto anche dell’intuizione del Concilio Vaticano II, si evince che, solo dalla stretta collaborazione tra lo Stato, atto a operarsi per la garanzia dei beni temporali, e la Chiesa, dedita a valorizzare l’uomo e portarlo ad immagine di Dio, si può raggiungere un livello di civiltà ben ordinata. Mantenendo ciascun organo il suo ruolo, nella dovuta e giusta distinzione, non si deve mai smettere di guardare al vantaggio di tutti senza favorire i pochi con la paura di intromissioni e dall’una e dall’altra parte. È « DI PASQUALE BUA l Concistoro che si celebra in que- sti giorni a Roma ha tutta l’aria di essere ben altro che un normale ap- puntamento nello scadenzario della Chiesa. L’impressione è, infatti, che proprio il collegio cardinalizio rap- presenti il primo «banco di prova» per quella riforma della Chiesa da più par- ti invocata e da papa Francesco co- raggiosamente abbracciata sin dagli esordi del suo pontificato. Anzitutto, quella che termina oggi è stata una settimana fittissima per le stanze d’Oltretevere: il Concistorio or- dinario per la creazione di 19 nuovi cardinali, che si chiude stamattina, è stato preceduto dalla tre–giorni del consiglio dei cardinali istituito dal Pa- pa per la riforma della Curia e dalla due–giorni del Concistorio straordi- nario dedicato al tema della famiglia. Quasi 200 cardinali si sono trovati a Roma per discutere temi «caldi» e «vi- tali» per la vita della Chiesa, a partire dalla famiglia, cellula della società e della comunità cristiana. Il Papa par- tecipa e interviene, ma soprattutto a- scolta e raccoglie pareri, lasciando pie- I na libertà di espressione. È questo il volto collegiale della Chiesa: una Chie- sa in cui la decisione finale, anche se presa da uno, scaturisce dal confron- to a tutto campo tra mentalità diverse e culture lontane. In secondo luogo, desta grande atten- zione la «geografia» del collegio car- dinalizio (e dunque di un eventuale prossimo Conclave), così come Ber- goglio ha contribuito a ridisegnarla con le berrette consegnate ieri matti- na in San Pietro. Soltanto quattro cu- riali, e soltanto due vescovi residen- ziali europei, a cui se ne aggiungono altri due ultraottantenni. Sei invece provengono dall’America Latina, due dall’Asia e due dall’Africa. Il baricen- tro si sposta decisamente verso il Sud del pianeta, contribuendo a rendere sul serio il collegio cardinalizio voce multiforme della Chiesa universale. Anche così il primo Papa non europeo dopo quasi un millennio dimostra di raccogliere la sfida di rendere la Chie- sa sempre meno «eurocentrica» e sem- pre più «cattolica», cioè (etimologi- camente) universale. Alla lista fitta e fantasiosa dei titoli attribuiti a Ber- goglio in questo primo intenso anno di pontificato, si potrebbe allora, a buon diritto, aggiungere quello di «globalizzatore». Infine, c’è un ultimo aspetto che me- rita interesse. La solita vecchia stampa, troppo interessata a puntare il dito su- gli outsider del Concistoro, come pu- re sulle esclusioni eccellenti (meglio sa- rebbe dire, in questo caso, eminen- ti...), ha riservato poca attenzione a u- na promozione tutt’altro che sconta- ta. Per la prima volta riceve la berret- ta il segretario generale del Sinodo dei vescovi, monsignor Lorenzo Baldisse- ri. Nonostante il dimagrimento della Curia, Francesco non ha voluto ri- nunciare a una scelta altamente sim- bolica, che dimostra la volontà di va- lorizzare l’istituto sinodale, quel «fi- glio» del Vaticano II da tanti ancora ri- tenuto minorenne. Proprio il Sinodo, dopo il collegio cardinalizio, e in fon- do molto più di questo, sarà il prossi- mo «banco di prova». Quel che è cer- to è che, per il doppio appuntamento sinodale dell’ottobre 2014 e dell’otto- bre 2015, non sono possibili previ- sioni, perché ancora una volta il Papa venuto dalla fine del mondo non po- trà che prenderci in contropiede. Solo tre i porporati viventi di origini laziali ei cinque nuovi cardinali italiani tre sono veneti (il segretario di Sta- to Pietro Parolin, il prefetto della Congregazione per il clero Benia- mino Stella e la “memoria vivente” del Papa buono Loris Francesco Ca- povilla) e due toscani (il segretario generale del Sinodo dei vescovi Lorenzo Baldisseri e l’arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti). Un onore di non poco conto per due grandi regioni italiane. Viene da chiedersi, invece, quanti siano al momento i porporati origina- ri del Lazio. Ad una ricerca attenta si resta forse un po’ delusi: le porpore laziali sono davvero ben poca cosa rispetto a quelle piemontesi o venete, liguri o pugliesi. Ad aprire la lista c’è Fiorenzo Angelini, classe 1916, pre- sidente emerito del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari, che è peraltro l’unico cardinale vivente «romano de Roma». Segue a distanza Velasio De Paolis, presidente emerito della Prefettura degli affari econo- mici della Santa Sede: nato a Sonnino (provincia e diocesi di Latina) nel 1935, mantiene dunque, ancora per un po’, il diritto di entrare in un e- ventuale conclave. Chiude la lista, ma non senza qualche forzatura, Ago- stino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, nato a Poli (provin- cia di Roma e diocesi di Tivoli) nel 1940, ma poco dopo trasferitosi a Na- poli con la famiglia. (P.B.) D Per portare il sorriso tra la gente «Cerchiamo un progetto serio, che porti il sorriso tra la gente». È lo slogan che promuove in tutte le parrocchie italiane il concorso “I feel Cud”, giunto alla sua quarta edizione, cui sono invitati a partecipare i giovani tra i 18 e i 35 anni di età e i loro parroci. In palio contributi economici (fino a 29.500 euro) per realizzare un progetto di utilità sociale nella propria parrocchia, ideato dai giovani stessi. L’inizio previsto il 1° marzo. Per informazioni www.ifeelcud.it E DITORIALE CONCORSO ALBANO «L’ABBRACCIO DELLA CHIESA» a pagina 3 ANAGNI-ALATRI UNA CATECHESI CHE SI FA COLORE a pagina 4 C. CASTELLANA GIOVANI E ANZIANI IL FUTURO È INSIEME a pagina 5 CIVITAVECCHIA QUELLA CASA SULLA ROCCIA a pagina 6 FROSINONE LA FORZA DEBOLE CHE CAMBIA TUTTO a pagina 7 GAETA SOLO L’AMORE CI FA ANDARE OLTRE a pagina 8 LATINA SI CHIUDE OGGI L’ASSEMBLEA DI AC a pagina 9 PALESTRINA PRECARIETÀ E SPERANZA a pagina 10 PORTO-S.RUFINA SUOR ABATE DELEGATA USMI a pagina 11 SORA NATO IN DIOCESI IL CENTRO VOCAZIONI a pagina 13 TIVOLI L’AMORE È PER SEMPRE a pagina 14 NELLE DIOCESI RIETI IL «DOM BEDOS» È INTERNAZIONALE a pagina 12 LAZIO SETTE i fu, un giorno, chi promise la gioia. Non chiese nient’altro che iniziare un viaggio. Lo conosciamo bene: era Gesù. “Seguimi!” questo viaggio straordinario ha condotto molti a scoprire la gioia vera. Come quella della favola del treno, molti hanno avuto l’ardi- re di partire, di lasciare tutto, di incamminarsi sul treno della se- quela del Signore. E hanno riscoperto ogni cosa condita di felicità, di gioia. Non qualcosa di immediato e di consumabile. Niente di “finito”. Ogni cosa, ogni amicizia, ogni amore camminando con Ge- sù diventa pieno di una gioia senza fine, di qualcosa che niente può togliere. Vale la pena, allora, prendere questo treno strano e ma- gico. Vale la pena seguire Gesù. Certo che uno può rimanere solo dov’è. Certo che uno può risparmiarsi la fatica di viaggiare. Deve magari farsi la pelle dura, provare a stringere i denti e andare a- vanti. Spesso rimproverano i seguaci di Gesù di essere fuori del tem- po, delle cose. Di non esser abbastanza realisti. Ma, sapete com’è?, chi ha scoperto la gioia nella propria vita non può più tornare a vi- verla da sconfitto, sopportando e lottando come un disperato. Non può che porre la propria fiducia in Colui che l’ha invitato a scopri- re la felicità. Lo vedrete vivere le stesse cose degli altri, ma con un cuore di pace. Lo vedrete soffrire e arrancare come tutti, ma con un sorriso sul volto, con la speranza di una luce che non riesce a spegnersi negli occhi. Chi ha avuto la grazia di prendere questo tre- no speciale, chi segue Gesù e e non si è voltato indietro, può far venire il desiderio anche a te di prenderlo quel treno. Stai attento! Francesco Guglietta C Il sorriso che illumina la fatica Domenica, 23 febbraio 2014 Avvenire - Redazione Roma Piazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209 Email: [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483 Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected] Coordinamento: Salvatore Mazza DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 EUROPA NO AL RAZZISMO I GIOVANI IN RETE a pagina 2 INCHIESTA cardinali. L’immagine di Chiesa di papa Bergoglio s’è riflessa ieri nel primo Concistoro per la creazione di diciannove nuovi porporati

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UN CONCORDATONATO DAL CONCILIO

DI ROBERTO MARTUFI

Con Francesco di grande importanza,soprattutto in una societàpluralista, che si abbia una

giusta visione dei rapporti tra lacomunità politica e la Chiesa e che sifaccia una chiara distinzione tra leazioni che i fedeli, individualmente oin gruppo, compiono in proprio nome,come cittadini, guidati dalla lorocoscienza cristiana, e le azioni che essicompiono in nome della Chiesa incomunione con i loro pastori. LaChiesa che, in ragione del suo ufficio edella sua competenza, in nessunamaniera si confonde con la comunitàpolitica e non è legata ad alcun sistemapolitico, è insieme il segno e lasalvaguardia del carattere trascendentedella persona umana. La comunitàpolitica e la Chiesa sono indipendentie autonome l’una dall’altra nel propriocampo. Tutte e due, anche se a titolodiverso, sono a servizio della vocazionepersonale e sociale degli stessi uomini.Esse svolgeranno questo loro servizio avantaggio di tutti in maniera tanto piùefficace, quanto più coltiveranno unasana collaborazione tra di loro,secondo modalità adatte allecircostanze di luogo e di tempo». Cosìla Gaudium et Spes al numero 76 dà ladirezione sui rapporti che devonointercorrere tra Chiesa e Stato. In virtùdi quella sana collaborazione tra questidue enti 30 anni fa, precisamente 18febbraio 1984, si rimise mano ai pattilateranensi del 1929 per riordinare, innuovo concordato firmato dall’allorapresidente del Consiglio Craxi e ilcardinale segretario di Stato vaticanoAgostino Casaroli, le relazioni, bendistinte ma collaborative, tra Chiesa eStato Italiano. Basterebbe solo il primoarticolo del concordato per mostrare lanuova linea che ha portato con sé il“patto” del 1984 rispetto a quello del1929 che, anche se in modo sottile,lasciava intravedere comunque unacerta ingerenza dello Stato sulla Chiesa.Il primo articolo così cita: «LaRepubblica italiana e la Santa Sederiaffermano che lo Stato e la Chiesacattolica sono, ciascuno nel proprioordine, indipendenti e sovrani,impegnandosi al pieno rispetto di taleprincipio nei loro rapporti ed allareciproca collaborazione per lapromozione dell’uomo e il bene delPaese». Proprio in quest’ultimaaffermazione, frutto anchedell’intuizione del Concilio Vaticano II,si evince che, solo dalla strettacollaborazione tra lo Stato, atto aoperarsi per la garanzia dei benitemporali, e la Chiesa, dedita avalorizzare l’uomo e portarlo adimmagine di Dio, si può raggiungereun livello di civiltà ben ordinata.Mantenendo ciascun organo il suoruolo, nella dovuta e giusta distinzione,non si deve mai smettere di guardare alvantaggio di tutti senza favorire i pochicon la paura di intromissioni e dall’unae dall’altra parte.

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DI PASQUALE BUA

l Concistoro che si celebra in que-sti giorni a Roma ha tutta l’aria diessere ben altro che un normale ap-

puntamento nello scadenzario dellaChiesa. L’impressione è, infatti, cheproprio il collegio cardinalizio rap-presenti il primo «banco di prova» perquella riforma della Chiesa da più par-ti invocata e da papa Francesco co-raggiosamente abbracciata sin dagliesordi del suo pontificato.Anzitutto, quella che termina oggi èstata una settimana fittissima per lestanze d’Oltretevere: il Concistorio or-dinario per la creazione di 19 nuovicardinali, che si chiude stamattina, èstato preceduto dalla tre–giorni delconsiglio dei cardinali istituito dal Pa-pa per la riforma della Curia e dalladue–giorni del Concistorio straordi-nario dedicato al tema della famiglia.Quasi 200 cardinali si sono trovati aRoma per discutere temi «caldi» e «vi-tali» per la vita della Chiesa, a partiredalla famiglia, cellula della società edella comunità cristiana. Il Papa par-tecipa e interviene, ma soprattutto a-scolta e raccoglie pareri, lasciando pie-

Ina libertà di espressione. È questo ilvolto collegiale della Chiesa: una Chie-sa in cui la decisione finale, anche sepresa da uno, scaturisce dal confron-to a tutto campo tra mentalità diversee culture lontane.In secondo luogo, desta grande atten-zione la «geografia» del collegio car-dinalizio (e dunque di un eventualeprossimo Conclave), così come Ber-goglio ha contribuito a ridisegnarlacon le berrette consegnate ieri matti-na in San Pietro. Soltanto quattro cu-riali, e soltanto due vescovi residen-ziali europei, a cui se ne aggiungonoaltri due ultraottantenni. Sei inveceprovengono dall’America Latina, duedall’Asia e due dall’Africa. Il baricen-tro si sposta decisamente verso il Suddel pianeta, contribuendo a renderesul serio il collegio cardinalizio vocemultiforme della Chiesa universale.Anche così il primo Papa non europeodopo quasi un millennio dimostra diraccogliere la sfida di rendere la Chie-sa sempre meno «eurocentrica» e sem-pre più «cattolica», cioè (etimologi-camente) universale. Alla lista fitta efantasiosa dei titoli attribuiti a Ber-goglio in questo primo intenso anno

di pontificato, si potrebbe allora, abuon diritto, aggiungere quello di«globalizzatore».Infine, c’è un ultimo aspetto che me-rita interesse. La solita vecchia stampa,troppo interessata a puntare il dito su-gli outsider del Concistoro, come pu-re sulle esclusioni eccellenti (meglio sa-rebbe dire, in questo caso, eminen-ti...), ha riservato poca attenzione a u-na promozione tutt’altro che sconta-ta. Per la prima volta riceve la berret-ta il segretario generale del Sinodo deivescovi, monsignor Lorenzo Baldisse-ri. Nonostante il dimagrimento dellaCuria, Francesco non ha voluto ri-nunciare a una scelta altamente sim-bolica, che dimostra la volontà di va-lorizzare l’istituto sinodale, quel «fi-glio» del Vaticano II da tanti ancora ri-tenuto minorenne. Proprio il Sinodo,dopo il collegio cardinalizio, e in fon-do molto più di questo, sarà il prossi-mo «banco di prova». Quel che è cer-to è che, per il doppio appuntamentosinodale dell’ottobre 2014 e dell’otto-bre 2015, non sono possibili previ-sioni, perché ancora una volta il Papavenuto dalla fine del mondo non po-trà che prenderci in contropiede.

Solo tre i porporati viventi di origini laziali

ei cinque nuovi cardinali italiani tre sono veneti (il segretario di Sta-to Pietro Parolin, il prefetto della Congregazione per il clero Benia-

mino Stella e la “memoria vivente” del Papa buono Loris Francesco Ca-povilla) e due toscani (il segretario generale del Sinodo dei vescovi LorenzoBaldisseri e l’arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti). Un onore di nonpoco conto per due grandi regioni italiane.Viene da chiedersi, invece, quanti siano al momento i porporati origina-ri del Lazio. Ad una ricerca attenta si resta forse un po’ delusi: le porporelaziali sono davvero ben poca cosa rispetto a quelle piemontesi o venete,liguri o pugliesi. Ad aprire la lista c’è Fiorenzo Angelini, classe 1916, pre-sidente emerito del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari, che èperaltro l’unico cardinale vivente «romano de Roma». Segue a distanzaVelasio De Paolis, presidente emerito della Prefettura degli affari econo-mici della Santa Sede: nato a Sonnino (provincia e diocesi di Latina) nel1935, mantiene dunque, ancora per un po’, il diritto di entrare in un e-ventuale conclave. Chiude la lista, ma non senza qualche forzatura, Ago-stino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, nato a Poli (provin-cia di Roma e diocesi di Tivoli) nel 1940, ma poco dopo trasferitosi a Na-poli con la famiglia. (P.B.)

D

Per portareil sorrisotra la gente«Cerchiamo unprogetto serio, cheporti il sorriso tra lagente». È lo slogan chepromuove in tutte leparrocchie italiane ilconcorso “I feel Cud”,giunto alla sua quartaedizione, cui sonoinvitati a partecipare igiovani tra i 18 e i 35anni di età e i loroparroci. In paliocontributi economici(fino a 29.500 euro) perrealizzare un progettodi utilità sociale nellapropria parrocchia,ideato dai giovani stessi.L’inizio previsto il 1°marzo. Per informazioniwww.ifeelcud.it

E D I T O R I A L E

CONCORSO

◆ ALBANO«L’ABBRACCIODELLA CHIESA»

a pagina 3

◆ ANAGNI-ALATRIUNA CATECHESICHE SI FA COLORE

a pagina 4

◆ C. CASTELLANAGIOVANI E ANZIANIIL FUTURO È INSIEME

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIAQUELLA CASASULLA ROCCIA

a pagina 6

◆ FROSINONELA FORZA DEBOLECHE CAMBIA TUTTO

a pagina 7

◆ GAETASOLO L’AMORECI FA ANDARE OLTRE

a pagina 8

◆ LATINASI CHIUDE OGGIL’ASSEMBLEA DI AC

a pagina 9

◆ PALESTRINAPRECARIETÀE SPERANZA

a pagina 10

◆ PORTO-S.RUFINASUOR ABATEDELEGATA USMI

a pagina 11

◆ SORANATO IN DIOCESIIL CENTRO VOCAZIONI

a pagina 13

◆ TIVOLIL’AMOREÈ PER SEMPRE

a pagina 14

NELLE DIOCESI

◆ RIETIIL «DOM BEDOS»È INTERNAZIONALE

a pagina 12

LAZIOSETTE

i fu, un giorno, chi promise la gioia. Non chiese nient’altro cheiniziare un viaggio. Lo conosciamo bene: era Gesù. “Seguimi!”

questo viaggio straordinario ha condotto molti a scoprire la gioiavera. Come quella della favola del treno, molti hanno avuto l’ardi-re di partire, di lasciare tutto, di incamminarsi sul treno della se-quela del Signore. E hanno riscoperto ogni cosa condita di felicità,di gioia. Non qualcosa di immediato e di consumabile. Niente di“finito”. Ogni cosa, ogni amicizia, ogni amore camminando con Ge-sù diventa pieno di una gioia senza fine, di qualcosa che niente puòtogliere. Vale la pena, allora, prendere questo treno strano e ma-gico. Vale la pena seguire Gesù. Certo che uno può rimanere solodov’è. Certo che uno può risparmiarsi la fatica di viaggiare. Devemagari farsi la pelle dura, provare a stringere i denti e andare a-vanti. Spesso rimproverano i seguaci di Gesù di essere fuori del tem-po, delle cose. Di non esser abbastanza realisti. Ma, sapete com’è?,chi ha scoperto la gioia nella propria vita non può più tornare a vi-verla da sconfitto, sopportando e lottando come un disperato. Nonpuò che porre la propria fiducia in Colui che l’ha invitato a scopri-re la felicità. Lo vedrete vivere le stesse cose degli altri, ma con uncuore di pace. Lo vedrete soffrire e arrancare come tutti, ma conun sorriso sul volto, con la speranza di una luce che non riesce aspegnersi negli occhi. Chi ha avuto la grazia di prendere questo tre-no speciale, chi segue Gesù e e non si è voltato indietro, può farvenire il desiderio anche a te di prenderlo quel treno. Stai attento!

Francesco Guglietta

CIl sorriso che illumina la fatica

Domenica, 23 febbraio 2014

Avvenire - Redazione RomaPiazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209

Email: [email protected]

Avvenire - Redazione pagine diocesanePiazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected]: Salvatore Mazza

DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE:PROGETTO PORTAPAROLAmail: [email protected] ABBONAMENTINUMERO VERDE 800820084

◆ EUROPANO AL RAZZISMOI GIOVANI IN RETE

a pagina 2

INCHIESTA

cardinali. L’immagine di Chiesa di papa Bergoglio s’è riflessa ierinel primo Concistoro per la creazione di diciannove nuovi porporati

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Aprilia, parteda oggila Messa in Lis

DI ALESSANDRO PAONE

iaggia on line la lotta al razzismoe alla xenofobia, grazie alprogetto Words are stones – Youth

participation against racism: online andoffline, realizzato dall’associazioneLunaria di Roma e presentato ieripomeriggio al Wiki Hostel di Zagarolo.In concreto, si tratta di un workshop direspiro internazionale che coinvolgeoperatori che lavorano nell’universogiovanile, a ogni livello, percondividere esperienze e modalità diinterventi contro la piaga del razzismo,

Vsempre più frequente in rete, dovetrova terreno fertile per diffondersi.«L’intento – spiegano i promotori delprogetto – è quello di creare nuovistrumenti per denunciare la diffusionedel razzismo on line e creare campagnedi sensibilizzazione, condividereinformazioni, proteggere le vittime eintraprendere iniziative concrete per

promuovere le pari opportunità e ilrispetto dei diritti umani. Crediamoche, al fine di realizzare questi obiettivisia fondamentale lavorare sul campoeducativo dei giovani». Il progetto sisnoda lungo due direttrici, Antirazzismoe cittadinanza europea e Sviluppo urbano enon può prescindere dalla tecnologia edai nuovi mezzi di comunicazione,

meraviglie dell’ingegno umano,pericolose se mal utilizzate: «I giovani– aggiungono gli organizzatoridell’iniziativa – nella maggior parte deicasi, sono i soggetti più vulnerabili,esposti ai messaggi razzisti. In questoprocesso, il primo passo è quello difornire a educatori e youth workers, chelavorano con i giovani, nuoveinformazioni per offrire loro nuovistrumenti efficaci per contrastarel’ampia diffusione di questo fenomenoe di conseguenza fare il loro lavoro inmaniera più radicata, efficace eduratura nei loro ambiti locali».

DI GIANFRANCO SIMEONE

el corso del 1957, nei mesiprimaverili, l’Abate Rea convocail consiglio dei seniori della

comunità monastica. All’ordine delgiorno: “la riapertura del collegio”. Imembri di questo consiglio ristretto, giàcontemplato dal Legislatore SanBenedetto, sono il prioredon Roberto, il vice–priore don MarianoIaccarino, il maetro deinovizi don MicheleFalconio e l’economo donAgostino Saccomanno,tutti di nomina abbazialee a tempo indeterminato.Il responso scontato :l’anno scolastico 1957–58si riaprirà il collegio, ma

solo nelle classi 1 e 2 media inferiori; ilmotivo : “siamo noi monaci chedobbiamo portare avanti l’educazione deiragazzi, quanto sono ancora malleabili; ipiù grandicelli sono difficili da piegarsi evia di questo passo.” D. Roberto nonnascondeva la sua gioia e lo dicevapubblicamente, si premurò di far stampareuna breve circolare annunziante la

decisione dei monaci diMontecassino, che spedì atutti gli ex–collegiali.Alcuni ex sicongratularonodell’iniziativa, qualcunovenne perfino a visitare inuovi locali e sicompiacque delladisposizione razionaledelle camerate, adifferenza del precedente

edificio che, ricordiamolo, era statocostruito verso la fine del Seicentodestinato “ad hospitale = foresteria”; poi fusede del seminario diocesano; negli anni1796–99 fu sede della corte del re Borbonedi Napoli e dei comandi dell’esercitonapoletano; solo verso la metàdell’Ottocento fu sede del “Collegio SanBenedetto””. Questo un estratto dellaStoria del Collegio, aperto negli anni57/58 e chiuso nel 1990/91, pubblicato inqueste settimane sulle pagine di Facebook,da un ex–collegiale, spinto dal grandeamore per quei luoghi, per quelle personeche lo hanno accompagnato nella crescitacivile, culturale e umana, in particolarealcuni monaci e tra questi Mons. FabioBernardo D’Onorio, guardati sempre conprofondo rispetto ed ammirazione. Lapagina fbi si avvale del prezioso e riccodiario di don Germano Savelli.

Facebook vetrina del Collegio di Montecassino

Beni culturali,presentazionedelle istanzeprorogataa settembre

Le istanze per laconcessione delcontributo allaPresidenza del Consigliodei Ministri relative allaquota dell’Otto permille a diretta gestionestatale per laconservazione dei beniculturali per l’anno2014 andrannopresentate entro e nonoltre il 30 settembre 2014, quindi non piùentro il 15 marzo come negli anni passati.Le nuove modalità per l’accesso e laconcessione del contributo sonoregolamentate dal Dpr 10 marzo 1998 n. 76,di recente modificato ed integrato dal Dpr26 aprile 2013, n. 82. Con la nuovadisciplina è stata innovata la procedura dierogazione della quota al fine di renderlapiù rispondente alle effettive esigenze di

concessione e di monitoraggio a garanziadegli interessati e per la massimatrasparenza nell’utilizzo di pubblicherisorse. A tal fine il 31 gennaio 2014 sonostati pubblicati i parametri specifici divalutazione con decreto del Segretariogenerale ai sensi dell’art. 2 bis, comma 7 deld.P.R.76/1998, modificato ed integrato dald.P.R. 82/2013.

Francesca Bencetti

partire da questa mattina,presso la parrocchia MariaMadre della Chiesa in via

Aldo Moro, ad Aprilia, saràcelebrata ogni quarta domenicadel mese, alle ore 11, una Messain Lis (lingua italiana dei segni),espressione della comunità deisordi italiani. L’iniziativa è acura della parrocchia stessa,guidata da don MaurizioCeschin, e dell’Ufficiocatechistico diocesano – settoreper la catechesi delle personedisabili, diretto da don JourdanPinheiro. I prossimiappuntamenti sono incalendario nelle domeniche del23 marzo, 27 aprile, 25 maggioe 22 giugno.

(G. Sal.)

A

Il Leonianoaccoglieil Russicum

a comunità delPontificio Collegio“Russicum” sotto la

guida spirituale di padreGermano Marani S.I. hafatto visita ieri alla città diAnagni. In questa occasione,alle ore 7.00, è statacelebrata la divina liturgiaeucaristica nel rito bizantinopresso la cappella MaterSalvatoris del PontificioCollegio Leoniano,seminario regionale per ilLazio sud e suburbicarie.Alla celebrazione hapartecipato tutta lacomunità leonina. Dopo lacelebrazione e una visita allacittà è stato condivisoinsieme il pranzo.

L

Ponte Galeria, rimpatriati i ragazzi di Lampedusa

opo le estenuanti settimaneche hanno visto gli ospiti del

Cie di Ponte Galeria protestare cu-cendosi le bocche, qualche «ri-sultato» c’è stato. Alcuni dei queigiovani, di cui avevamo raccon-tato le storie, sono stati rimpa-triati, perché non sono state ac-cettate le richieste di asilo. La lo-ro espulsione è avvenuta nellaforma peggiore: all’improvviso,

presi e condotti via dalla polizia. Non è inutile ri-petere che la gran parte di questi ragazzi hannopoco a che fare con la criminalità. Sbarcati a Lam-pedusa per progettare un futuro migliore attra-verso la ricerca di un lavoro, avevano provocatola commozione generale per la loro disperazio-ne. Ora invece che quelle immagini sono passatee la memoria corta ha fatto dimenticare anche iloro compagni di viaggio inghiottiti dal Mediter-raneo, la soluzione adottata si riveste di uno squal-lore e di un cinismo che hanno poco a che farecon l’accoglienza.

Simone Ciampanella

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Words are stones, in Rete per la lotta al razzismo

Prevenire e difenderel progetto Words are stones, promosso dall’associazione Lunaria di Ro-ma, in collaborazione con No border line onlus e altre sette organiz-

zazioni di altrettanti paesi europei, coinvolgerà educatori e volontari chelavorano nel mondo giovanile. L’obiettivo è sensibilizzare i giovani sullacrescita quotidiana di discriminazioni, xenofobia e razzismo in generale,e in particolare su Internet, tra i giovani e verso i giovani – al fine di con-sentire loro di prevenire tali azioni e di proteggere le potenziali vittime –e creare una mappatura del razzismo e del fenomeno dell’odio online,analizzando le similitudini e le differenze tra i siti Web nei diversi paesi.

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Diocesi, parrocchie, associazioni, movimenti, onlusattorno al «pianeta giovani» si muovono iniziative a vari livelli per offrire risposte ma soprattutto per valorizzare tutte le risorseche la generazione di domani ha la potenzialità di mettere in gioco

Sulla Rete anche le storiedi quanti ci sono cresciutie che possono contribuirecon altre memorie e immagini

Contenuti e metodo dell’educazione

La giusta attenzioneper gli adolescenti

DI ALESSANDRO PAONE

i è tenuta ierimattina presso ilsantuario Nostra

signora di Fatima aSan Vittorino, a Tivolila giornata diformazioneorganizzatadall’Ufficio regionale

di pastorale giovanile. Dopo la preghierainiziale guidata dal vescovo MauroParmeggiani, incaricato del Lazio per lapastorale giovanile, il professor MassimilianoIannilli, docente di religione e animatore dicomunità giovanili, ha proposto ai presentiun’approfondita e appassionata riflessione suquello che è una delle questioni pastorali piùsensibili. La sua relazione, dal titolo Contenuti emetodo per l’educazione dei giovanissimi epostcresima, ha infatti evidenziatoimmediatamente l’obiettivo, che è quello didare un impulso e un contributo formativo allaattenzione educativa e pastorale che le nostreChiese hanno verso la fascia di etàadolescenziale, quella che va dai tredici fino aidiciotto anni, e che spesso diventa il tempodell’abbandono della comunità ecclesiale e,non raramente, della fede. Iannilli, fondatore didiverse comunità giovanili, ha portato aigiovani presenti non solo la parte teorica, masoprattutto la parte pratica: per un animatore dicomunità se non c’è riscontro con la realtà, c’èfuga dalla persona.Il momento piùcoinvolgente per ipartecipanti alconvegno è statoquello dei lavori digruppo in cui,attraverso l’aiutodelle guide, si sonoconfrontati ed hannorealizzato deilaboratori dariproporre nellerealtà in cui essivivono.Gli animatori,tornando a casa, oltreche all’entusiasmo,hanno portato a casaanche validistrumenti percoinvolgere le realtàlocali edappassionare altrepersone che dedicanoil proprio impegnoalle realtà giovanili.

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il progetto.Un workshop europeo per i diritti umani

partita venerdì scor-so la scuola di for-

mazione per animatoridei gruppi giovanili del-la diocesi di Latina. «Ilcorso – si legge nel co-municato diramato dal-l’Ufficio di PG – è rivoltoa tutti i giovani, dai 14anni in su, che sono chia-mati a fare gli animato-ri in parrocchia, e a tut-ti coloro che vorrebberovivere la catechesi in mo-do diverso».

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Al via il corsoper animatorigruppi giovanili

I post non finiscono mai

La pagina Facebook si va arric-chendo ogni giorno di immagini,ricordi e ricostruzione di fatti e av-venimenti. In questi giorni i postinseriti nella pagina stanno ten-tando l’ennesima ed emozionan-te ricostruzione degli eventi del-l’ultima distruzione dell’Abbazia.

La presentazione ieri a Zagarolo

a Latinal’idea

Un’antica foto del Collegio

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 23 febbraio 2014

Segno dello SpiritoDa 14 secoli il monastero diMontecassino diffonde la sualuce sul mondo. Due voltedistrutto e saccheggiato primadell’anno 1000, crollato nelterremoto del 1349, fu sempreriedificato dalla pietà degliuomini a simboleggiare laciviltà cristiana.Completamente raso al suoloil 15 febbraio 1944, dalla furiadevastatrice della secondaguerra mondiale, rinasceràancora perché immortale ne èlo spirito: quello stesso spiritoche illuminò la vita del suofondatore, san Benedetto.

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Page 3: E UN CONCORDATO NATO DAL CONCILIO Con Francesco 23_02_14.pdf · 2014. 2. 24. · 1935, mantiene dunque, ancora per un po’, il diritto di entrare in un e-ventuale conclave. Chiude

L’impegno dei volontari al Cara dopo l’alluvioneDI ALESSIA D’IPPOLITO *

causa delle piogge battenti che hannocolpito Roma e l’Italia intera è arrivatainaspettata l’emergenza al Centro Ac-

coglienza Richiedenti Asilo (Cara). La strut-tura dove abbiamo svolto volontariato nelmese di gennaio, presso Castelnuovo di Por-to, era interamente allagata. Tutto il pianoterra, sede dei laboratori e delle stanze di al-cune famiglie, è stato subito evacuato con laconseguenza che molti di loro hanno persotutto quello che avevano. Alla notizia, perve-nutaci tramite giornali e radio, e grazie al con-tinuo contatto con la psicologa del Centro,siamo stati sopraffatti dalla paura e dal desi-derio di salire in macchina e raggiungerli su-bito, per portare loro aiuto, forza fisica, brac-cia per lavorare, mani da stringere, orecchie evolti che potessero ascoltare i loro sfoghi e laloro disperazione. Ma è stato impossibile ar-rivarci perché tutte le strade erano chiuse.

AQuesto non ci ha demoralizzati in alcun mo-do, abbiamo subito messo in atto una cate-na di chiamate e contatti con tutti quelli checonoscevamo per riuscire a raccogliere piùmateriale possibile: coperte, giacconi, vestitiper i più piccoli e per gli adulti. Siamo entra-ti in casa della gente e abbiamo visto svuota-re armadi, abbiamo visto la solidarietà puraanche di chi non possiede molto ma che congioia ha condiviso quello che aveva. Duran-te il week end ci siamo così riuniti presso laparrocchia di Santa Lucia a Pontestorto, inprossimità del Centro e con un lavoro dura-to quasi 10 ore abbiamo smistato tutto il ma-teriale che eravamo riusciti a raccogliere. Loabbiamo diviso tra le famiglie che ne aveva-no più bisogno e il restante è stato cataloga-to e portato al Cara nell’eventualità di emer-genze future. Siamo arrivati al centro profon-damente spaventati. Parcheggiato il pulminodella Caritas diocesana siamo stati accolti daibambini e dal direttore del Centro, che ci ha

raccontato con quanta disponibilità tutti gli o-peratori si sono impegnati per tamponare la si-tuazione. Molti di loro non sono neanche tornatia dormire nelle proprie case e sono rimasti al la-voro per aiutare a smaltire l’acqua. I bambini cheall’inizio pensavano che fossimo là per organiz-zare una festa, presto si sono resi conto che il no-stro impegno questa volta era diverso e, cometanti ometti e donnine, sono stati buoni e ci han-no permesso di lavorare senza problemi. E allo-ra capisci che sono bambini–adulti che hannoaffrontato così tante volte emergenze, anche piùgravi di questa, da essere in grado di capire, sen-za che gli fosse spiegata, la ragione della nostrapresenza. Alla fine della lunga giornata anche lastanchezza ci ha abbandonati lasciandoci solol’immensa gioia di quello che eravamo riusciti afare. Con la gratitudine verso chi ci ha permessodi aiutare e ci ha sostenuto abbiamo compresole parole di Madre Teresa: «Non importa quan-to si dà, ma quanto amore si mette nel dare»

* VolEst

Festa di Carnevale al Centro

opo l’esperienza vis-suta a Natale, i ragaz-zi del VolEst (Volon-

tariato Estivo) organizzeran-no una festa di carnevale peri bambini presenti al Cara.L’idea era nata dal desideriodi mantenere anche durantel’anno il servizio di anima-zione per i piccoli del Centroche normalmente viene of-ferto durante il mese di ago-sto. Nel mese di marzo ini-zierà il corso di formazioneper tutti coloro che vorrannodedicare i mesi estivi al vo-lontariato. Il programma saràpubblicato la prossima setti-mana.

Alessandro Conte

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Nuova delegata Usmiil fatto.Suor Loredana Abate: «Segni visibilie coerenti dei beni futuri per il popolo di Dio»DI SIMONE CIAMPANELLA

uor Loredana Abate, Figliadella Chiesa, è la nuovadelegata Usmi (Unione

Superiore Maggiori d’Italia) diPorto–Santa Rufina. L’elezione èavvenuta domenica scorsa presso lacuria vescovile.I lavori assembleari hanno preso ilvia con il saluto del vescovo GinoReali ai presenti e il ringraziamentoalla delegata uscente suor CastaPerazzolo, Suora delle Poverelle,per il prezioso servizio svolto, cheha dovuto interrompere a causa deltrasferimento in un’altra comunitàdel suo istituto. Monsignor Realiosserva che il camminodelle famiglie religiosedella diocesi stacrescendo in comunionefraterna e conoscenza fragli istituti. Inoltre lacollaborazione con ilvescovo diocesano è unsegno di forteecclesialità. Testimoniatoanchedall’apprezzamentodella gente per lereligiose: «Il Signore vi custodisceattraverso la cura, l’affetto el’attenzione del popolo per leconsacrate», perché lì dove ci sonosituazioni difficili, lì si trovano lereligiose impegnate ad aiutare conil loro servizio. «Nell’Usmi si trovauna risorsa: ve la trovano sia legrandi che le piccolecongregazioni. Queste ultime, avolte, possono sentirsi un po’smarrite, ma non c’è motivo perquesto, perché il Signoreaccompagna ed assiste. Dobbiamoandare avanti collaborando per lasalvezza della nostra anima, per lasalvezza di tutte le anime a noiaffidate e per la gloria di Dio».Parole non scontate precisa lapresidente Usmi del Lazio, suorRoberta Branco, Catechista delSacro Cuore. Secondo lapresidente, le considerazioniespresse dal vescovo indicano unaconsapevolezza e una

Svalorizzazione delladignità delle religioseche in molte altrediocesi devono ancoramaturare. E questoatteggiamento ha ancheil pregio di sensibilizzarepositivamente i sacerdotial valore del lavorosvolto nelle parrocchiedalle religiose. «L’Usmidella diocesi di Porto–Santa Rufina è quellache, anche attraversol’opera di suor Casta, halavorato in modoeccellente. Le famigliereligiose di questa

diocesi hanno molteopportunità per viverebene la vita religiosa, staa loro farne tesoro».Prende quindi la parolasuor Casta, che proponeuna sintesi del lavorosvolto negli anni del suomandato. Era stata elettanel dicembre del 2008in sostituzione di MadreAngela Pigolotti,Agostiniana, che avevaricoperto l’incarico perlunghi anni.E poi seguita la votazione per ladelegata e il consiglio. Sono stateelette come consigliere: suorTeresita Osio, Figlia di MariaAusiliatrice, che ricopre anche ilruolo di vice–delegata, suor MariaLaura De Santis, Serva di MariaRiparatrice, suor MaddalenaErgasti, Ancella della visitazione esuor Elisabetta Tarchi, Agostiniana.

Suor Loredana Abate ha condivisocon le religiose il desiderio dicontinuare l’opera iniziata dallasua predecessora. Ilcoordinamento tra le religiose, cherappresenta il primo compito delservizio affidato, ha lo scopo dicreare una rete di amicizia e dicondivisione tra gli istituti.Valorizzando la bellezza delle varie

spiritualità si può mostrare laprofonda unità dei carismi, cheoffrono risposte differenti macomplementari alla stessachiamata. «È importante – dichiarala religiosa – essere testimoniveramente coerenti dei beni futuriper offrire, come dice San Paolo, inostri corpi come sacrificio vivente,santo e gradito a Dio».

La presidente dell’UnioneMadre Branco ringraziail vescovo Gino Realiper la sua «non scontata»attenzione a valorizzarela dignità delle religiosepresenti nella diocesi

Roma

DI ANNA MOCCIA

hi fa cose di Cristo, con Cri-sto deve star sempre». Que-sto è il motto che amava ri-

petere fra’ Giovanni da Fiesole, detto ilBeato Angelico. La città di Ladispoli havoluto rendergli omaggio in occasio-ne dell’anniversario della sua morte,avvenuta il 18 febbraio 1455, e del tren-tennale dalla sua proclamazione a pa-trono degli artisti da parte di Giovan-ni Paolo II.La festa è stata promossa dalla sezio-ne cittadina dell’Ucai e dalla parroc-chia Santa Maria del Rosario, in colla-borazione con l’Associazione Musica eVita. Nella prima parte presso la salaparrocchiale si è tenuto il seminarioArte e fede nel segno del Beato Angelico,guidato dal consulente ecclesiasticodon Amelio Cimini. Nel corso dell’in-contro, che si è rivelato tra l’altro unapreziosa occasione di meditazione sul-le sette opere di misericordia attraver-so i contributi di grandi pittori del pas-sato, don Cimini ha ribadito l’impor-

tanza dell’arte sacra come mezzo di co-municazione per la Chiesa, in un mo-mento nel quale il mondo dell’artecontemporanea sembra impermeabi-le al messaggio evangelico. Dopo l’e-vento monsignor Alberto Mazzola, vi-cario generale della diocesi, ha presie-duto la Messa in memoria dell’artista.La preghiera del Beato Angelico, reci-tata al termine della funzione, resta u-no degli atti di fede con il quale, attra-verso la figura di fra’ Giovanni, si pre-senta la gratitudine e la lode a Dio perquanto ha fatto e ancora compie perla persona umana. In questa lode c’èl’invito a concedere l’illuminazione a-gli artisti perché sappiano impegnarsicon coraggio e chiarezza al ministeroe al servizio delle arti.A conclusione delle celebrazioni, allapresenza di monsignor Mazzola, si èsvolta la festa di inaugurazione uffi-ciale del nuovo anno di attività dell’U-cai di Ladispoli. Un incontro tra ami-ci per conoscere le prossime iniziative,i pellegrinaggi e i seminari in pro-gramma nel 2014.

Omaggio al Beato Angelicostimolo per gli artisti di oggi

opo uno stallo durato diversi anni sembrerebbero ripartiti i Programmidi Recupero Urbano (Pru) destinati alla riqualificazione delle periferie.

Istituiti con la legge 493 del 1993, questi progetti furono adottati dal comu-ne di Roma e dalla regione Lazio all’inizio degli anni 2000. La collaborazio-ne tra i diversi soggetti dell’amministrazione interessati ha portato alla riat-tivazione di circa 110 milioni di euro di investimenti previsti cofinanziati dal-la Regione e dal Comune. Tra gli undici Pru c’è anche l’intervento previstoper Selva Candida. Questo quartiere, a nord della capitale, è cresciuto a di-smisura in pochissimi anni, con palazzi che si sono aggiunti ad altri modifi-cando sensibilimente il volto di questa parte della campagna romana. Pur-troppo questa imponente espansione edilizia non è stata accompagnata daun’adeguata progettazione degli spazi comuni e dei servizi primari per i cit-tadini. Mancano scuole, tranne l’asilo nido vicino la Chiesa dei Santi Martiridi Selva Candida, che, seppur realizzato da alcuni anni, ancora non ha apertoi battenti.

Andrea Santi

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110 milioni per le periferie

DI MARIA ANTONIO CHINELLO

ntro il prossimo 15 marzo èpossibile iscriversi al MasterUniversitario di I livello in Politiche e

servizi per la riduzione della povertà che laPfse «Auxilium» e il Centro studi socialisull’infanzia e l’adolescenza «don SilvioDe Annuntiis» di Scerne di Pineto (Te)attivano con la collaborazione dellaDelegazione Caritas Abruzzo e Molise, laFondazione Caritas onlus della Diocesi diPescara–Penne, e il contributo dellaFondazione «Istituto Banco di Napoli». Ilcontrasto alla povertà rappresenta unadelle principali sfide anche per i cosiddettipaesi sviluppati. Oggi è necessario nonsolo sviluppare i servizi, ma migliorarne

l’efficacia di azione, anche ricercando unanuova e diversa qualificazione deglioperatori, che, da volontari o daprofessionisti, lavorano per il contrastoalla povertà. A livello internazionale, ipercorsi formativi sulla poverty reductionhanno la mission di generare e rafforzare lecompetenze interdisciplinari di ricerca,analisi, pratiche degli operatori, sianell’ambito della costruzione di nuovepolitiche che di progettazione e sviluppodei servizi di riduzione della povertà. IlMaster rappresenta così una delle primeesperienze formative in Italia perspecialisti in grado di conoscere le teorie eil pensiero sulle cause della povertà, disaper progettare politiche per affrontarle,di saper gestire i servizi per assistere e per

ridurre le vulnerabilità e le povertà. IlMaster si svolge da marzo a dicembre2014, ed è per 30 studenti. Si articola inmoduli di formazione, di cui 16 inpresenza e con didattica alternativa, e 2 dilaboratorio di progettazione e piattaformadigitale e–learning (Fad). L’attivitàformativa prevede 60 Ects (EuropeanCredit Transfer System) per complessive1500 ore. Possono accedere tutti coloro inpossesso di un diploma di laureatriennale, magistrale o vecchioordinamento. I non laureati, comunquein possesso del titolo di accessoall’università, al termine del corso,riceveranno un diploma di qualifica senzaattribuzione di crediti Ects. (info:www.auxilium.org)

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Con l’Auxilium per ridurre la povertàna nuova tecnica di map-patura tridimensionale

intracardiaca per i piccoli chesoffrono di disturbo del ritmocardiaco è stata sperimentatacon successo presso l’Ospeda-le Pediatrico Bambino Gesù diPalidoro. La procedura riduceal massimo il tempo di espo-sizione dei pazienti ai raggi Xe dunque i rischi derivanti dal-l’utilizzo delle radiazioni dafluoroscopia, la tecnica radio-logica usata per ottenere im-magini in tempo reale dell’a-natomia interna di un pa-ziente. Il nuovo sistema è sta-

to applicato in Italia per la pri-ma volta, pochi giorni fa, indue interventi effettuati pres-so l’Unità Operativa di Arit-mologia Pediatrica del Bam-bino Gesù. «Questa nuova tec-nologia – commenta il dottorFabrizio Drago – avrà un im-patto terapeutico imponente,poiché renderà più semplice ilmappaggio delle camere car-diache riducendo al massimoil tempo di esposizione delbambino ai raggi X, poten-zialmente pericolosi per la sa-lute».Marino Lidi

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Al Bambino Gesù novitàper i piccoli cardiopatici

A sinistra l’incaricata uscente suor Casta Perazzolo accanto alla nuova insediata.

Appuntamenti in diocesi27 febbraio–2 marzo. Convegno suPio XII, Santa Marinella4 marzo. Incontro dei vicari foranei edei responsabili degli uffici pastorali,presso la Curia vescovile, ore 9.308 marzo. Rito dell’elezione deicatecumeni, Chiesa cattedrale a LaStorta, ore 18.3014–16 marzo. Esercizi spirituali pergiovani, Santuario de La Verna.

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PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected]

Domenica, 23 febbraio 2014

www.diocesiportosantarufina.it

Ladispoli

agenda

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