APPUNTAMENTI DI NOVEMBRE PREGHIERA PER I DEFUNTI · ha alloggiato durante il conclave. Oppure che...

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Via Codazzi n° 28 tel. 773085 8 1 Vita e... “miracoli” della Parrocchia di San Raffaele Arcangelo • Diocesi di Rimini Affamati del suo Amore, sfamati dalla sua Parola Comunità www.sraffaele.it informa Incontriamoci ORARIO INVERNALE da Lunedì 7 ottobre Anno Pastorale 2013 • 2014 Ottobre • Lettera n° 2 Orario delle SS.Messe Confessioni Festivi: 8,30 - 11,00 - 17,00 Prefestivi: 17,00 Feriali: 7,30 - 17,00 ogni Sabato dalle 15,00 alle 16,30 Per altri momenti prendere accordi direttamente con il Sacerdote. Cara parrocchia, il Papa in Italia è sempre il Papa. Il senso di questa mia affermazione è presto spiegato. Nel nostro Paese quando parli di parrocchia, anche della più piccola, immediatamente le persone percepiscono che stai parlando anche del Vaticano e di conseguenza del Papa. Voglio perciò dedicare questo mio scritto a papa Francesco, così come lo vedo. La mia non sarà una difesa d’ufficio, tantomeno un’appassionata tutela del papato e delle sue prerogative. Voglio raccontare come io vedo papa Francesco. Il primo tratto è la sua umanità. Non ho mai sentito parlare del vescovo Bergoglio. Almeno in Italia non era un vescovo “famoso”. Eppure la sua umanità mi (ci) ha subito conquistato. La capacità di stare in mezzo alla gente, cercare continuamente il dialogo, anche a braccio, mi fanno pensare a un buon parroco, che però deve “badare” a una parrocchia molto più grande, il mondo. Gli aneddoti e le immagini hanno bucato lo schermo. Ed ecco il Papa che paga l’albergo dove ha alloggiato durante il conclave. Oppure che non vuole indossare le “scarpette rosse” di Prada… Una seconda caratteristica che mi colpisce è il suo modo di parlare semplice e diretto. I giornali riportano spesso le sue omelie feriali a Santa Marta, in cui celebra messa dal giorno della sua elezione. Alcuni dei suoi temi di attualità? La mormorazione, il denaro… I commenti si sprecano, le interpretazioni pure. Mi chiedo allora: sono questi i gesti che fanno la differenza? Sono queste le strade capaci oggi di evangelizzare, di riportare la comunità cristiana sulle strade dell’annuncio e della missione? Certamente non basta l’immagine, lo stile. Diciamo che però possono aiutare. In questo periodo ci stiamo preparando all’ordinazione di tre nuovi diaconi (che tra un anno saranno preti), Gino, Francesco, Ugo. Tutti sono transitati a San Raffaele, nella nostra parrocchia. Propongo perciò una terza riflessione che solo indirettamente coinvolge il Papa. Coinvolge però la comunità cristiana in quanto tale. Possiamo affermare che l’immagine complessiva della Comunità proposta da Francesco ci piace, ci appassiona, ci “costringe” a stare nella Chiesa da cristiani adulti. A maggior ragione chi si prepara a diventare prete: non può “evitare di compromettersi” con la gente e con le situazioni della vita. Lo sentiamo a “pelle”; non servono tanti discorsi. Questo significa che è giusto dare valore ai piccoli cambiamenti che anche la nostra Chiesa diocesana ci propone, perché la vita cristiana è cammino. Cammino di conversione, ma cammino. Non staticità. In ogni percorso c’è una parte di fatica, di sofferenza; ma c’è anche la novità della provvidenza di Dio, che non fa mai mancare il necessario ai suoi discepoli. Nei prossimi numeri del nostro giornale vorrei parlare delle novità che la diocesi ci indica, cercando di cogliere dalla vita le strade che possiamo intraprendere o che già stiamo percorrendo, per individuare nella pastorale di papa Francesco le possibili piste per fare un tratto di strada insieme. d.Giuseppe APPUNTAMENTI DI NOVEMBRE Domenica 27 Ottobre ore 17.00 ordinazione diaconale di Francesco, in cattedrale Gino e Ugo Domenica 10 Novembre pomeriggio Catechesi genitori e gruppi famiglia Catechesi Bimbi 2 a elementare e genitori Martedì 12 Novembre Consiglio Pastorale Parrocchiale Sabato 16 e Domenica 17 Novembre Giornata della Carità Mercatino Caritas Raccolta degli alimenti Domenica 1 Dicembre Prima domenica di Avvento Ritiro parrocchiale di Avvento PREGHIERA PER I DEFUNTI Venerdì 1 Novembre Solennità di tutti i Santi SS. Messe secondo l’orario festivo Sabato 2 Novembre Commemorazione di tutti i fedeli defunti ore 17.00 S.Messa in memoria di tutti i defunti dell’anno della nostra comunità parrocchiale Martedì 5 Novembre ore 21.00 preghiera sulla Parola Ci aiuta nella riflessione d.Alberto Venerdì 8 Novembre Adorazione dalle 15.00 alle 20.30 ore 20.30 S.Messa per i defunti (in particolare i genitori) Sabato 16 e Domenica 17 Novembre Giornata della Carità Mercatino Caritas Raccolta di alimenti Preghiera di novembre Signore, fammi uguale alle foglie moribonde che vedo nel sole tremare sul più alto ramo dell’olmo. Tremano non di pena. È limpido il sole e sarà dolce il distacco dal ramo per congiungersi alla madre terra! Possa anch’io staccarmi dal più alto ramo della vita, così, senza lamento, penetrata di te, Gesù, come la foglia è tutta intrisa di sole! Maria Brighi Spazi A partire dal 28 gennaio 2014 Corso in preparazione al Matrimonio con la Parrocchia del Crocifisso iscrizioni in parrocchia

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Via Codazzi n° 28 tel. 7730858 1

Vita e... “miracoli” della Parrocchia di San Raffaele Arcangelo • Diocesi di Rimini

Affamati del suo Amore, sfamati dalla sua Parola

Comunità

www.sraffaele.it

informa

Incontr iamoci

ORARIO INVERNALE da Lunedì 7 ottobre

Anno Pastorale 2013 • 2014

Ottobre • Lettera n° 2

Orario delle SS.Messe ConfessioniFestivi: 8,30 - 11,00 - 17,00Prefestivi: 17,00Feriali: 7,30 - 17,00

ogni Sabato dalle 15,00 alle 16,30

Per altri momenti prendere accordi direttamente con il Sacerdote.

Cara parrocchia,

il Papa in Italia è sempre il Papa. Il senso di questa mia affermazione è presto spiegato. Nel nostro Paese quando parli di parrocchia, anche della più piccola, immediatamente le persone percepiscono che stai parlando anche del Vaticano e di conseguenza del Papa. Voglio perciò dedicare questo mio scritto a papa Francesco, così come lo vedo. La mia non sarà una difesa d’ufficio, tantomeno un’appassionata tutela del papato e delle sue prerogative. Voglio raccontare come io vedo papa Francesco.

Il primo tratto è la sua umanità. Non ho mai sentito parlare del vescovo Bergoglio. Almeno in Italia non era un vescovo “famoso”. Eppure la sua umanità mi (ci) ha subito conquistato. La capacità di stare in mezzo alla gente, cercare continuamente il dialogo, anche a braccio, mi fanno pensare a un buon parroco, che però deve “badare” a una parrocchia molto più grande, il mondo. Gli aneddoti e le immagini hanno bucato lo schermo. Ed ecco il Papa che paga l’albergo dove ha alloggiato durante il conclave. Oppure che non vuole indossare le “scarpette rosse” di Prada…

Una seconda caratteristica che mi colpisce è il suo modo di parlare semplice e diretto. I giornali riportano spesso le sue omelie feriali a Santa Marta, in cui celebra messa dal giorno della sua elezione. Alcuni dei suoi temi di attualità? La mormorazione, il denaro… I commenti si sprecano, le interpretazioni pure. Mi chiedo allora: sono questi i gesti che fanno la differenza? Sono queste le strade capaci oggi di evangelizzare, di riportare la comunità cristiana sulle strade dell’annuncio e della missione? Certamente non basta l’immagine, lo stile. Diciamo che però possono aiutare.

In questo periodo ci stiamo preparando all’ordinazione di tre nuovi diaconi (che tra un anno saranno preti), Gino, Francesco, Ugo. Tutti sono transitati a San Raffaele, nella nostra parrocchia.

Propongo perciò una terza riflessione che solo indirettamente coinvolge il Papa. Coinvolge però la comunità cristiana in quanto tale. Possiamo affermare che l’immagine complessiva della Comunità proposta da Francesco ci piace, ci appassiona, ci “costringe” a stare nella Chiesa da cristiani adulti. A maggior ragione chi si prepara a diventare prete: non può “evitare di compromettersi” con la gente e con le situazioni della vita. Lo sentiamo a “pelle”; non servono tanti discorsi. Questo significa che è giusto dare valore ai piccoli cambiamenti che anche la nostra Chiesa diocesana ci propone, perché la vita cristiana è cammino. Cammino di conversione, ma cammino. Non staticità.

In ogni percorso c’è una parte di fatica, di sofferenza; ma c’è anche la novità della provvidenza di Dio, che non fa mai mancare il necessario ai suoi discepoli. Nei prossimi numeri del nostro giornale vorrei parlare delle novità che la diocesi ci indica, cercando di cogliere dalla vita le strade che possiamo intraprendere o che già stiamo percorrendo, per individuare nella pastorale di papa Francesco le possibili piste per fare un tratto di strada insieme.

d.Giuseppe

APPUNTAMENTI DI NOVEMBREDomenica 27 Ottobreore 17.00 ordinazione diaconale di Francesco, in cattedrale Gino e Ugo

Domenica 10 Novembrepomeriggio Catechesi genitori e gruppi famiglia Catechesi Bimbi 2a elementare e genitori

Martedì 12 NovembreConsiglio Pastorale Parrocchiale

Sabato 16 e Domenica 17 NovembreGiornata della CaritàMercatino CaritasRaccolta degli alimenti

Domenica 1 DicembrePrima domenica di Avvento Ritiro parrocchiale di Avvento

PREGHIERA PER I DEFUNTI

Venerdì 1 NovembreSolennità di tutti i SantiSS. Messe secondo l’orario festivo

Sabato 2 NovembreCommemorazione di tutti i fedeli defuntiore 17.00 S.Messa in memoria di tutti i defunti dell’anno della nostra comunità parrocchiale

Martedì 5 Novembre ore 21.00 preghiera sulla Parola Ci aiuta nella riflessione d.Alberto

Venerdì 8 NovembreAdorazione dalle 15.00 alle 20.30ore 20.30 S.Messa per i defunti (in particolare i genitori)

Sabato 16 e Domenica 17 Novembre

Giornata della Carità Mercatino Caritas Raccolta di alimenti

Preghiera di novembre

Signore, fammi uguale alle foglie moribondeche vedo nel sole tremaresul più alto ramo dell’olmo.Tremano non di pena.È limpido il solee sarà dolce il distacco dal ramoper congiungersi alla madre terra!

Possa anch’io staccarmi dal più alto ramo della vita,così, senza lamento,penetrata di te, Gesù,come la foglia è tutta intrisa di sole!

Maria Brighi Spazi

A partire dal 28 gennaio 2014

Corso in preparazione al Matrimonio con la Parrocchia del Crocifisso

iscrizioni in parrocchia

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leVita di Comunità Vita di Comunità

Fino allo scorso anno pastorale, nella nostra comunità erano presenti e attivi due gruppi di famiglie. Gruppi consolidati, che hanno la loro radice nel cuore di don Sergio e nei suoi ultimi anni di vita. Lì la radice, poi un decennio di crescita costante e paziente, grazie alla tenacia di diverse coppie, motivate dal punto di vista umano e spirituale.

Di recente abbiamo ascoltato in chiesa un invito al primo appuntamento di un “nuovo gruppo di

famiglie” programmato alle ore 15,00 di domenica 22 settembre. Uno scritto precisa: “Sono invitate tutte le famiglie che vogliono confrontarsi, chiacchierare, ascoltare esperti… e magari anche ridere un po’ parlando delle ricchezze e delle fatiche che ogni giorno si vivono in famiglia… il tutto alla luce della nostra fede”.

L’incontro di domenica 22 è immediata conseguenza della Due Giorni di Pugliano (31/08-01/09) dove si sono ritrovati circa novanta tra adulti, ragazzi e bambini. Per capire cosa sia successo e cogliere le ragioni che hanno spinto a far nascere un nuovo gruppo, parliamo con diversi partecipanti, che ripetono in coro: è stato molto bello! Chiediamo se qualcuno ha voglia di dettagliare di più. Ecco alcune risposte.

Loredana

“L’incontro delle famiglie a Pugliano - dice Loredana Bologna, moglie di Alessandro e mamma di Giovanni e Manuel - è stato caratterizzato da parecchi ingredienti. Il desiderio di re-incontrarsi tra famiglie che già si conoscono. La voglia di accogliere famiglie nuove con la presenza del Parroco, anche per arricchire la Comunità di San Raffaele. Tanta simpatia, giochi e divertimento con i figli. Pensieri di fede e di spiritualità nell’incontro fra le coppie. L’impegno di tutti a essere sullo stesso piano, senza presunzione. Un pizzico di

dispiacere? Le famiglie rimaste a casa.”

Alessandro

“Giunti a Pugliano domenica mattina - aggiunge il marito, Alessandro Gianfrini - ci siamo persi la giornata di sabato. Appena arrivati, abbiamo partecipato alla presentazione delle famiglie in una forma particolare, che mi è piaciuta assai. Anzitutto il clima era accogliente e disteso, poi questo tipo di conoscenza ha permesso a ogni famiglia di mischiare ingredienti di sincerità a un pizzico di simpatia… e di ilarità. In particolare ricordo l’allegro siparietto dei Piscaglia, col serrato botta e risposta tra Mamma Sandra e il figlio Pietro, fra le risate e gli applausi dell’intero salone!”

Raffaella

“Emozione, allegria - dice Raffaella Farina, moglie di Stefano, mamma Elisabeth, Michelle e Manuel - divertimento e… tante famiglie che per due giorni si incontrano per conoscersi e condividere un’esperienza diversa dal solito. Si è abituati ad andare in vacanza decidendo la meta e l’itinerario per la propria famiglia. A Pugliano lo spirito è stato un altro: 25 famiglie sotto lo stesso tetto, bambini e ragazzi di tutte le età che condividono momenti di svago, di aiuto, di preghiera, di riflessione. Tutti insieme, per collaborare a un progetto più grande del “singolo orticello” con lo scopo di convivere senza pregiudizi, senza schemi e soprattutto senza tv. Staccare la spina da una quotidianità fatta di consuetudini, fretta, individualismo, per tuffarsi in un’esperienza di convivialità e condivisione.”

C’è fermento nei Gruppi di Famiglie

segue a pagina 3...

giro, ero seduta, e lì sono scoppiata a piangere, così, senza un motivo. Tornata a casa, poi, mi sono sentita e mi sento più forte, proprio a livello fisico. Non so assolutamente perché. Quel viaggio mi ha fatto bene. Anche il gruppo mi ha colpito. Le signore anziane erano parecchie, ma c’era familiarità, confidenza, venivano a chiedere aiuto a noi poche giovani, con spontaneità. Sono contenta: ho fatto una bella esperienza, che rifarei volentieri.”

“Roma era strapiena - completa la sorella Sonia Marani - in giro ho visto molte persone in difficoltà; invece le nostre signore avevano più energia di noi più giovani, ci davano del filo da torcere. In particolare mi ha impressionato la grinta della signora appoggiata al suo carrellino… Noi, dopo l’estate durissima per quanto è successo alla Nicoletta, abbiamo deciso di partire tutte e tre insieme per sostenerci. Adesso siamo contente per tanti motivi, ma soprattutto per mia sorella. Questo papa ci ha colpito, ha una marcia in più, è molto seguito, io non ho mai visto così tanta gente. Per poter partecipare mi sono presa dei permessi dal lavoro, ma ne è valsa la pena!”

“Non ci volevo andare - confida Tonino Zanchini - poi, sai com’è, la moglie brontolava… ci ho ripensato, mi sono iscritto senza dirglielo. Un po’ per curiosità, un po’ per capire come mi sarei trovato in una gita con altri, perché sono abituato a muovermi da solo, e anche quando mi aggrego alle gite parrocchiali, arrivo sempre per conto mio, con la moto. E per un’altra ragione. A San Pietro ci ero capitato in viaggio di nozze nel ’75, quando c’era Paolo VI, ci sono tornato in camper coi bambini piccoli, l’ultima volta nel 2000 con don Sergio… A distanza di tempo, ho voluto riprovare. Ti dirò

che non sono affatto pentito, anzi. Due cose mi hanno colpito. Anzitutto il nostro gruppo. C’erano persone diverse, anche anziani. Io sono abituato ad accompagnare gruppi in gita… c’è sempre chi non è contento, chi brontola, chi pretende. Mi sono detto: Tonino, sta’ calmo… Invece qui non c’è stato bisogno! Ho trovato un clima molto bello, nonostante le differenze di età. Il posto che ci ha ospitato era accogliente, ma spartano, nell’arredo, nel pranzo, eppure tutti sono stati disponibili. Si parlava serenamente. Anche in città, abbiamo incontrato difficoltà nel camminare, nelle file, ma nessuno si lamentava, e ci si aiutava. Poi, seconda cosa, mi ha colpito la piazza. Appena entrato ho avuto sensazioni particolari, intense, qualcosa che non capita spesso, forse l’ultima volta ero ancora ragazzino. Non so spiegarmi bene. C’erano attorno a noi famiglie dall’Equador, dall’Argentina, da tante parti del mondo, e non ci sentivamo stranieri… Ecco, potrei dire che si parlava spiritualmente la stessa lingua. Sono davvero contento.”

Tonino, ricordi di cosa ha parlato il papa?

“Delle mamme, della famiglia, delle donne… Ogni volta che sento papa Francesco fa centro, perché affronta temi reali della società di oggi. È un papa diverso da chi lo ha preceduto, perché supera il distacco tra semplici fedeli e preti, ma anche tra praticanti e chi è lontano. Quando ho raccontato il viaggio a colleghi di lavoro, piuttosto freddi verso la religione, ho sentito molta curiosità per l’avvenimento e interesse per la persona del papa. Mi capita di sentire un commento semplice ma significativo: papa Francesco è un grande!”

interviste raccolte da Lino

... segue da pagina 6

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Vita di Comunità Vita di Comunità

“Ragazzi è ora del servizio! Divisi in squadre di famiglie, ognuno a suo modo può collaborare per il bene comune. Famiglie che poi - alcune insieme per la prima volta - sostituiscono per una sera la televisione diventando attori di uno spettacolo che vede protagonisti dal bimbo più piccolo al papà grande e grosso che - se pure con un po’ di timidezza - decide di dare il suo contributo per divertire e divertirsi… Presi dalla corsa del lavoro, della casa, dei figli magari con età e necessità diverse, a volte si perde il senso del sano e terapeutico divertimento, che si ottiene con poco, ma necessita di tempi e luoghi adatti a staccare la spina! Quella di Pugliano è stata un’esperienza positiva… ricca dell’amore di Dio. Ogni gesto, ogni canto, ogni risata, ogni chiacchierata ne era piena. Gesù non è chiuso tra le mura di una chiesa. È dentro i cuori di coloro che si aprono a Lui e lo scelgono come compagno di viaggio… Ringrazio Dio e tutti coloro che hanno reso possibile e speciale questa esperienza di gruppo.”

Manuel

“Mi è piaciuta molto la due gironi - dice Manuel Gianfrini - perché abbiamo fatto un gioco in cui potevamo dire quello che volevamo. Non mi ricordo il nome del gioco, io l’ho chiamato i sintagmi. Un gioco molto bello anche perché riguarda la Natura.”

Cinzia ed Enzolino

“Da qualche anno ci siamo ri-trasferiti nella casa natale di Santa Giustina - raccontano Cinzia Guerra ed Enzolino Gallo, sposati da vent’anni, catechisti entrambi - ma abbiamo continuato a frequentare San Raffaele. Questa Parrocchia ci ha dato molto, in modo particolare ci ha “donato” tanti bambini da poter seguire, visto che non ne abbiamo di nostri. La due giorni di Pugliano è stata una meravigliosa esperienza di confronto con altre coppie. Ma ciò che ci ha reso particolarmente felici è stato sapere che durante il lavoro dei bambini (dovevano disegnare

come vedono la loro famiglia) quattro di loro ci hanno inserito nel disegno. Il tema affrontato alla due giorni era l’accoglienza e sapere che quattro ragazzini (tre accompagnati per due anni nel cammino alla Prima Comunione e una conosciuta per tre estati al campeggio delle elementari) ci hanno considerato parte della loro famiglia, ci ha letteralmente commossi. Questa è la Comunità di San Raffaele: accogliente a tutte le età!”

Così, di slancio dopo la Due giorni, domenica 22 settembre ha avuto luogo un incontro aperto alle nuove coppie presenti a Pugliano e ad altre ancora. Ce n’erano venti, insieme a due famiglie della vecchia guardia. Chiediamo a Stefy, anima storica dei gruppi di famiglie insieme al marito Mimmo, di entrare più a fondo nella dinamica di questo intreccio di famiglie desiderose di incontrarsi, che tendono a essere sempre più numerose.

“Già da qualche anno - spiega Stefania Fratti - i catechisti battesimali incontrando le famiglie dei bambini in preparazione al battesimo, oltre a invitarle genericamente a partecipare alla vita comunitaria, sentivano la necessità di proporre loro un gruppo specifico. Dopo titubanze e riflessioni si è deciso di partire. Domenica 22 c’è stato il primo incontro. Venti famiglie di diverse “età” (anni di matrimonio o di convivenza) sono venute ad ascoltare la proposta. Che è molto semplice: creare un gruppo di coppie col desiderio di mettersi in gioco per aiutare la propria famiglia a “stare bene”. Di qualche coppia era presente solo la moglie perché i mariti sono un po’ “titubanti”, ma questo non preoccupa perché la possibilità di crescere in coppia si ottiene anche riportando a casa ciò che si condivide nel gruppo.”

“Già lo scorso anno - continua Stefania - i “vecchi” gruppi hanno organizzato incontri allargando l’invito alle famiglie della parrocchia. La partecipazione di coppie nuove è stata una grande ricchezza. Anche nell’anno pastorale appena iniziato prepareremo momenti comuni di tutte le coppie dei nostri tre gruppi, allargandoci ad altre famiglie. Incontri al pomeriggio di sabato o di domenica, che si concludono con la cena in comune. Non sappiamo quanti saremo, ma siamo decisi a continuare, perché il gruppo famiglie anzitutto ha fatto e fa bene a noi… e ai nostri figli. Sì, perché a loro vedere che i propri genitori si confrontano con altri per crescere anche nella fede, fa’ proprio un gran bene!”

Lino

... segue da pagina 2Tutta la gente di piazza San Pietroparlava spiritualmente la stessa lingua

Martedì 17 settembre 2013 alle cinque del mattino dal piazzale della chiesa parte per Roma un pullman pieno. È prevista una celebrazione eucaristica a San Paolo fuori le Mura, la visita alla tomba e alla basilica di San Pietro e ai Musei vaticani, ma soprattutto si va per incontrare papa Francesco all’udienza di mercoledì 18. Si vorrebbe essere molti di più, perché questo papa riscalda i cuori con la sua vicinanza disarmante alla vita

concreta e con la capacità di far sper imentare il Dio di Gesù, Padre e M i s e r i c o r d i a infinita. Per fortuna la sua ricchezza non si ferma a Roma... uno dei modi per arrivare fino a noi è il racconto di chi è andato a San Pietro anche per noi.

“Grande emozione, vedere il papa che ci passa vicino! - confidano Anna Maria Guidi e Aldo Sebastiani (è lui che ha spinto a partecipare) - Roma è bella, ci piace e quando capita ci andiamo volentieri, ma esserci per incontrare papa Francesco è un’altra cosa! Accanto a noi c’era una coppia di giovani sposi dell’Equador col loro piccolo, venuti col solo pensiero di presentarlo al papa… Poi, la catechesi di Francesco entra sempre nel cuore di chi crede. E anche di chi non crede. Siamo abituati a fare gite con altri organizzatori, ma è diverso: partecipare a una gita parrocchiale è stato molto bello. Se si ripete l’anno prossimo, ci torniamo!”

“Muoversi appoggiata al carrello in mezzo a tutta quella gente - racconta Flavia Zangoli, 83 anni - è stata dura, ma che soddisfazione! Pensa, quando sono tornata a Rimini mi hanno detto: ti abbiamo visto più di una volta in televisione… Perché quelli

di Sat 2000 mi hanno intervistato. E poi un bambino di un anno in braccio alla sua mamma, capitato vicino a me mentre aspettavamo il papa, mi si è affezionato, mi ha preso per il collo e ha tenuto stretto stretto questa povera vecchia. Cosa penso del papa? (Flavia risponde in dialetto) Dovrebbero essere tutti come lui, conoscere la miseria come l’ha conosciuta lui, non come quelli là che pensano solo al guadagno.”

“A marzo, quando papa Francesco si è affacciato al balcone dopo l’elezione - racconta Angelina Vicini - ero sola in casa davanti al televisore. Nel silenzio, ero molto concentrata. Quando si è presentato, mi ha colpito tantissimo per la sua umiltà, e soprattutto perché si è chinato davanti alla gente e ha chiesto: pregate per me. Mi sono detta: alla prima occasione ti vengo a trovare! Ho pensato anche a mia figlia Nicoletta, che non sta bene, così sono venuta, anzi, siamo venute, perché con me c’erano le mie due figlie. Vedere il papa da vicino mi ha fatto un grandissimo effetto, ho vissuto un momento indimenticabile. Però neanche a Roma mi sono sentita come la sera dell’elezione: per me resterà quella l’emozione più grande.”

“Sì - conferma la figlia Nicoletta Marani, 41 anni - recentemente sono stata molto male, un male che ha lasciato il segno! Non è facile accettare, soprattutto quando si è giovani. Io sono sempre stata credente, anche se poco praticante, e quando ho saputo del pellegrinaggio ho fatto di tutto per esserci, coinvolgendo anche mia mamma e mia sorella Sonia. Ne sentivo il bisogno… In piazza San Pietro, dopo che il papa aveva già fatto il suo

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Vita di Comunità Vita di Comunità

Le parole di papa Francesco sono destinate a toccare il cuore e a convertirci. Cioè a farci cambiare idea. A tutti, non c’è dubbio. In modo particolare a noi, che siamo maggiormente attaccati alla parrocchia e alla pratica religiosa. Talvolta, magari senza cattiva intenzione o senza renderci conto, qualcuno si è allontanato dalla fede per colpa nostra, proprio perché noi abbiamo coltivato una mentalità “piccina” incapace di capire e di accogliere.

Per questo ci fa bene rileggere alcune parole del papa, che hanno molto colpito l’opinione pubblica. Sono affermazioni raccolte da padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica, in una recente intervista (La Civiltà Cattolica, n. 3918 del 19.09.13, pp. 461-463).

A un certo punto P. Spadaro chiede al papa: «Di che cosa la Chiesa ha più bisogno in questo momento storico? Sono necessarie riforme? Quali sono i suoi desideri sulla Chiesa dei prossimi anni? Quale Chiesa “sogna”?».

Il papa risponde: «Io vedo con chiarezza che la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità. Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. È inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare le sue ferite. Poi potremo parlare di tutto il resto. Curare le ferite, curare le ferite… E bisogna cominciare dal basso».

«La Chiesa - continua il papa - a volte si è fatta rinchiudere in piccole cose, in piccoli precetti. La cosa più importante è invece il primo annuncio: “Gesù Cristo ti ha salvato!”. E i ministri della Chiesa devono innanzitutto essere ministri di misericordia. Il confessore, ad esempio, corre sempre il pericolo di essere o troppo rigorista o troppo lasso. Nessuno dei due è misericordioso, perché nessuno dei due si fa veramente carico della persona. Il rigorista se ne lava le mani perché lo rimette al comandamento. Il lasso se ne lava le mani dicendo semplicemente “questo non è peccato” o cose simili. Le persone vanno accompagnate, le ferite vanno curate».

Ecco, forse leggendo ci viene da pensare: benissimo, questa è una cosa che riguarda i preti, soprattutto quando confessano. Non è così. Queste parole riferite ai confessori, che invitano a

Il cristiano ministro di misericordia un atteggiamento interiore, a un modo di sentire

e di vivere, in realtà riguardano tutti. Nelle omelie, sentiamo dire sempre più spesso che ogni cristiano è missionario, perché ciascuno di noi è chiamato a donare agli altri il Vangelo della salvezza portata da Gesù. Ebbene, non si annuncia il Vangelo con le chiacchiere né insegnando agli altri la morale, ma comportandoci nella vita di ogni momento come ministri di misericordia, pronti ad accompagnare le persone e curare le loro ferite. Se questo è vero per ogni cristiano, lo è in particolare per gli operatori pastorali, chiamati più da vicino a evangelizzare. Che tristezza quando proprio un operatore pastorale non accoglie, giudica, allontana, divide…

Per capire sempre più a fondo, conviene ascoltare ancora il papa, che continua: «Come stiamo trattando il popolo di Dio? Sogno una Chiesa Madre e Pastora. I ministri della Chiesa devono essere misericordiosi, farsi carico delle persone, accompagnandole come il buon samaritano che lava, pulisce, solleva il suo prossimo. Questo è Vangelo puro. Dio è più grande del peccato. Le riforme organizzative e strutturali sono secondarie, cioè vengono dopo. La prima riforma deve essere quella dell’atteggiamento. I ministri del Vangelo devono essere persone capaci di riscaldare il cuore delle persone, di camminare nella notte con loro, di saper dialogare e anche di scendere nella loro notte, nel loro buio senza perdersi. Il popolo di Dio vuole pastori e non funzionari o chierici di Stato. I Vescovi, particolarmente, devono essere uomini capaci di sostenere con pazienza i passi di Dio nel suo popolo in modo che nessuno rimanga indietro, ma anche per accompagnare il gregge che ha il fiuto per trovare nuove strade».

Questo passaggio mi sembra molto importante. Il papa dice due cose, diverse tra loro, anche se strettamente legate. La prima: nessuno deve rimanere indietro, dobbiamo essere tutti pronti a guardarci attorno, e indietro, per fermarci, aspettare, allungare la mano verso chi fa fatica, per camminare insieme… A me pare di poter aggiungere che chi sta dietro e si rende conto di fare fatica a procedere, non deve approfittarne, non deve rallentare apposta, deve farsi aiutare, non deve aver paura di guardare e andare avanti. Ecco infatti la seconda cosa: il gregge ha il fiuto per trovare nuove strade. Non freniamo, non dormiamo, accompagniamo tutto il gregge nella ricerca delle novità che il Signore vuole da noi.

Lino Tonti – 1 (continua)

1-5-6 ottobre 2013 - Festa di San Raffaele

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