7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La...

22
79 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese Il territorio comunale di Ostuni è formato principalmente da due tipologie geologiche: la prima è compresa tra la linea di costa, una linea ideale che parte da Masseria Refrigerio, passa da Masseria Lamasanta, Mangiamuso e Sansone e arriva fino alla Masseria Lamacornola e Due Trappeti. L’area è caratterizzata da calcareniti detritico-organogene di colore bianco-giallastro, ben stratificate; la seconda, che caratterizza il resto del territorio comunale, è formata da calcari grigio chiari, talora vacuolari a grana generalmente fine, in banchi potenti di circa 1 metro, con abbondanti Rudiste. In particolare la prima zona (CALABRIANO) è caratterizzata da depositi bioclastici di tipo calcarenitico, localmente chiamati "tufi", di norma ricoperti da un sottile livello di terreno agrario, tali sedimenti costituiscono l'unico litotipo affiorante. Le calcareniti rilevabili in questi luoghi hanno origine quaternaria, con notevole presenza macrofossilifera, di colore giallastro, distribuite in banchi di spessore anche superiore ai 10 - 15 metri, sono appoggiate sui sottostanti calcari cretacei e presentano una discreta, ma non rilevante, permeabilità. In alcuni punti le calcareniti sono in affioramento specialmente nei tratti di maggiore energia erosiva dell'acqua. I terreni di copertura sono di origine alluvionale-eluviale di alterazione, dello spessore di qualche decimetro e sfruttato come terreno agricolo. Nel complesso calcarenitico a luoghi si evidenziano delle superfici rossastre per alterazioni e/o parziale dissoluzione del materiale carbonatico ed, inoltre, delle superfici a minore continuità, sub-verticali a spaziatura medio-elevata. Nelle calcareniti sono pure evidenti vacuoli e microcavità paracarsiche in parte riempite da materiale detritico carbonatico. Questi sedimenti sono caratterizzati da lievi anisotropie di alcune caratteristiche intrinseche del materiale, quali la granulometria, il grado di cementazione, il grado di diagenesi, quello di fessurazione, ecc.. Morfologicamente la zona si presenta sub-pianeggiante, con lieve declivio verso il mare, con quote di 5-7 mt. s.l.m.. La costa rivela ancora tracce di un cordone dunare recente che, a causa dell'aggressione antropica, è stato ridotto a cumuli di sabbia. L'acquifero sotterraneo è presente ad una profondità di mt 5-6 dal p.c., alloggiato per la parte più superficiale nei tufi calcarenitici e per la parte più profonda nei sottostanti calcari cretacei.

Transcript of 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La...

Page 1: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

79

7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese

Il territorio comunale di Ostuni è formato principalmente da due tipologie geologiche:

• la prima è compresa tra la linea di costa, una linea ideale che parte da Masseria Refrigerio,

passa da Masseria Lamasanta, Mangiamuso e Sansone e arriva fino alla Masseria

Lamacornola e Due Trappeti. L’area è caratterizzata da calcareniti detritico-organogene di

colore bianco-giallastro, ben stratificate;

• la seconda, che caratterizza il resto del territorio comunale, è formata da calcari grigio

chiari, talora vacuolari a grana generalmente fine, in banchi potenti di circa 1 metro, con

abbondanti Rudiste.

In particolare la prima zona (CALABRIANO) è caratterizzata da depositi bioclastici di tipo

calcarenitico, localmente chiamati "tufi", di norma ricoperti da un sottile livello di terreno agrario,

tali sedimenti costituiscono l'unico litotipo affiorante. Le calcareniti rilevabili in questi luoghi hanno

origine quaternaria, con notevole presenza macrofossilifera, di colore giallastro, distribuite in

banchi di spessore anche superiore ai 10 - 15 metri, sono appoggiate sui sottostanti calcari cretacei e

presentano una discreta, ma non rilevante, permeabilità. In alcuni punti le calcareniti sono in

affioramento specialmente nei tratti di maggiore energia erosiva dell'acqua. I terreni di copertura

sono di origine alluvionale-eluviale di alterazione, dello spessore di qualche decimetro e sfruttato

come terreno agricolo. Nel complesso calcarenitico a luoghi si evidenziano delle superfici rossastre

per alterazioni e/o parziale dissoluzione del materiale carbonatico ed, inoltre, delle superfici a

minore continuità, sub-verticali a spaziatura medio-elevata.

Nelle calcareniti sono pure evidenti vacuoli e microcavità paracarsiche in parte riempite da

materiale detritico carbonatico.

Questi sedimenti sono caratterizzati da lievi anisotropie di alcune caratteristiche intrinseche del

materiale, quali la granulometria, il grado di cementazione, il grado di diagenesi, quello di

fessurazione, ecc..

Morfologicamente la zona si presenta sub-pianeggiante, con lieve declivio verso il mare, con quote

di 5-7 mt. s.l.m.. La costa rivela ancora tracce di un cordone dunare recente che, a causa

dell'aggressione antropica, è stato ridotto a cumuli di sabbia. L'acquifero sotterraneo è presente ad

una profondità di mt 5-6 dal p.c., alloggiato per la parte più superficiale nei tufi calcarenitici e per la

parte più profonda nei sottostanti calcari cretacei.

Page 2: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

80

Queste rocce di colore giallastro sono deposte in banchi e composte da granuli di medie dimensioni

ed eterometrici, diversamente cementati e risultano abbastanza porosi.

I tufi calcarenitici sono materiali le cui caratteristiche geotecniche hanno consentito l’insediamento

di strutture edilizie, s'intende opportunamente calcolate, senza che si siano avutii nel tempo

inconvenienti particolari né per le costruzioni né per il sottosuolo.

La seconda zona (GENOMANIANO– SENONIANO) presenta depositi residuali di terreno vegetale

tipo terra rossa, di spessore variabile e comunque nell'ordine di alcuni decimetri, le rocce del tipo

carbonatiche del Mesozoico, spesso in manifesto affioramento, rappresentano l'unico litotipo della

zona. Tali rocce sono rappresentate da depositi normalmente stratificati, sono deposti in strati di

colore biancastro e con presenza macrofossilifera e risultano abbastanza compatti, con granuli ben

cementati e con una vasta diffusione areale.

Non si evidenziano aspetti macroscopici di vacuolarità, di inclusioni terrose o processi di

dissoluzione che possano far ipotizzare gravose condizioni nelle caratteristiche meccaniche del

materiale presente negli strati più superficiali. La successione in profondità di questi depositi, più

volte accertata con sondaggi di diversa natura, nonché in ripetute campagne di ricerche acquifere è

da valutare perlomeno nell'ordine di alcune centinaia di metri.

I calcari del cretaceo presenti in questi luoghi appartengono alla imponente successione carbonatica

delle Murge. Gli studiosi hanno denominato la formazione presente col nome "Calcare di

Altamura", la quale si trova nella serie carbonatica cretacea in sovrapposizione stratigrafica alla

formazione denominata "Calcare di Bari". Il calcare di Altamura è costituito da strati di varia

potenza, che sono di norma calcari e calcareniti detritici a grana non molto fine, a luoghi

dolomizzati.

Questa serie calcareo cretacea delle Murge risulta essersi formata in un ambiente di sedimentazione

marino assai tipico, caratterizzato da estesi bassifondi e coperti da un'esigua lama d'acqua.

L'area in esame rappresenta di fatto la parte medio-superiore della piana che collega la zona costiera

con il ripido versante della collina che comprende le parti più elevate dell'entroterra di questo lembo

delle Murge sud-orientali.

I litotipi calcarei e le coperture terrose qui presenti danno ai luoghi una configurazione morfologica

quasi del tutto pianeggiante, leggermente sottoposti (circa 2 metri) rispetto al vicino assetto viario

dell'area industriale e con una lieve pendenza rivolta verso un adiacente canale di accumulo e

dispersione delle acque di pioggia (canale Grisiglio) che più a valle nelle calcareniti tufacee si

trasforma in una vera e propria "lama". L'acquifero profondo è localizzato ad una profondità di circa

85 mt..

Page 3: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

81

7.2 Gli aspetti pedologici del territorio di Ostuni

Il suolo è la parte più esterna della superficie terrestre, essenziale per tutti gli ecosistemi terrestri e

indispensabile per la vita delle piante. Esso rappresenta un sottile comparto fisico localizzato in un

sistema ambientale costituito da rocce, acqua, atmosfera e mondo biologico. Per tale motivo in esso

si ritrovano sostanze chimiche di origine organica e inorganica, che nel loro insieme, e a seguito di

processi di interazione, garantiscono la crescita ed il rinnovo della vegetazione.

Il suolo, oltre ad essere il luogo di crescita delle colture agricole, è anche il luogo su cui si svolgono

tutte le attività umane. Inoltre, il suolo riveste un importante ruolo di filtro “biologico”, capace di

degradare tutte le sostanze chimiche che si depositano sulla superficie e ne impedisce il

trasferimento verso le acque sotterranee.

Per tutti questi motivi il suolo costituisce una risorsa essenziale, praticamente non rinnovabile, da

conservare e utilizzare in una ottica di sostenibilità.

Uno dei problemi fondamentali nella gestione della risorsa suolo è la parziale incompatibilità tra le

sue varie funzioni: ad esempio, una superficie di suolo utilizzata come luogo per lo scarico dei

rifiuti non può essere utilizzata in seguito come terreno per la produzione agricola. E’ perciò

indispensabile conoscere preventivamente il comportamento di ogni tipo di suolo sotto il profilo di

ciascuna specifica funzione, come la capacità produttiva o la vulnerabilità nei confronti degli agenti

degradanti.

Informazioni utili alla comprensione della tipologia dei suoli si ricavano dalle Carte Pedologiche

(scala 1:250.000 e in scala 1:50.000) dell’Ufficio Cartografico Regionale.

Dalla visione della carta pedologica si rileva che il territorio di Ostuni è composto principalmente

da sei “paesaggi” pedologici rappresentati nella tavola apposita (Tav. 9), i cui caratteri si

evidenziano nella carta più dettagliata (Tav. 10) in scala 1:50.000, le caratteristiche pedologiche

sono:

Complesso DIM3/GDM3

Questo complesso tipicizza la fascia costiera. Di solito sono suoli sabbiosi–argillosi, posati su

perfidie calcaree, poco interessate dai fenomeni carsici, ma caratterizzate dall’abrasione marina,

localmente incise da linee di drenaggio.

Consociazione PLM2

Tale consociazione caratterizza il paesaggio degli ambiti delle lame le quali si dilungano dalla base

delle pendici delle Murge verso il mare, tagliando la piana degli ulivi; si tratta di suoli argillosi,

moderatamente profondi su superfici pianeggianti o lievemente ondulate, presentanti depositi

Page 4: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

82

alluvionali (Pleistocene – Olocene); sviluppate lungo corsi d’acqua attivi solo in corrispondenza di

precipitazioni elevate e con alternanza di processi erosivi e di accumulo colluviale.

Complesso DIM2/ALB1

Caratterizza la piana degli uliveti. Si tratta di suoli molto argillosi, con substrato entro i 25 cm,

molto rocciosi. Questo complesso pedologico ha inizio a nord-ovest in prossimità dell’insediamento

di Montalbano, corre quasi parallelamente alla linea ferroviaria fin oltre Ostuni per poi volgere

leggermente verso ovest, sfiorare il limite comunale e proseguire in direzione di Ceglie Messapica.

Suoli non associati CLD1 o DIM1 o DIM2

Queste componenti si estendono sino a raggiungere la sommità del rilievo, seguendo l’andamento

dell’isoipsa 150. I suoli CLD1 sono sabbiosi argillosi, scheletrici, profondi; i suoli DIM1 sono

argillosi, sottili, con substrato entro i 50 cm, poco rocciosi, così come i suoli DIM2, i quali però si

presentano rocciosi con substrato entro i 25 cm.

Complesso DIM4/DIM1

Interessa la sommità del rilievo. Nel territorio ostunese ha inizio in direzione ovest nei presi della

località la Specchia e, procedendo verso est, ingloba il centro storico del paese, per terminare poi in

corrispondenza del confine comunale. E’ un complesso pedologico costituito da suoli argillosi,

sottili, da poco a molto rocciosi, pendenti.

Complesso CUT1/SFE1/ALB1

Caratterizza alcune aree circoscritte nella zona dell’altopiano collinare; esso è caratterizzato da suoli

argillosi e profondi.

Complesso DIM1/DIM2/ALB1

Contraddistingue tutta la superficie dell’altopiano delle Murge che volge poi verso la Valle d’Itria.

Esso è costituito da argille medio-fini, relativamente profonde.

Complesso DIM1/DIM2/BRE1

Si rinviene nella zona più orientale del territorio di Ostuni, a ridosso del suo confine comunale. E’

un complesso costituito da suoli argillosi, sottili.

Page 5: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

83

In alcuni punti del territorio di Ostuni è stata fatta l’analisi dei profili pedologici.

Codice Profilo: P0351AC2

Unità tassonomica: GDC2

Delineazione: 591 Unità cartografica: 129

Unità morfologica: 531 Classificazione USDA (1998) Petrocalcic Palexeralf fine loamy misto termico Classificazione WRB (1998) Endo Rhodic Luvisols Località: MASS. DON CARLOTTO Data: 15/12/99 Localizzazione su CTR: 475 Quota (m s.l.m.): 21 Pendenza %: 0 Morfologia: Terrazzo marino Substrato litologico: Tufi delle Murge Pietrosità superficiale: assente ; frequenza 6% Uso del suolo: incolti improduttivi Drenaggio: buono Falda (cm da p.c.): assente

Ap da 0 a 20 cm; umido; matrice di colore bruno rossastro scuro; franco; molto

scarsamente calcareo; struttura assente; pori comuni fini; radici molte molto fini; limite inferiore chiaro lineare.

Bt1 da 20 a 45 cm; umido; matrice di colore bruno rossastro scuro; franco argilloso; molto scarsamente calcareo; struttura poliedrica subangolare media moderata; pori comuni fini; radici comuni molto fini; limite inferiore abrupto lineare; rivestimenti di argilla ( 2 %).

Bt2 da 45 a 65 cm; umido; argilloso limoso; non calcareo; struttura poliedrica subangolare grossolana moderata; concrezioni di ferro e manganese ( 2 mm; 2 %); pori scarsi fini; limite inferiore abrupto irregolare; rivestimenti di argilla ( 4 %).

Ckm da 65 a 999 cm; limite inferiore sconosciuto.

Page 6: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

84

Codice Profilo: P0353AC2

Unità tassonomica: CHI1

Delineazione: 873 Unità cartografica: 128

Unità morfologica: 531 Classificazione USDA (1998) Typic Haploxeralf fine misto termico Classificazione WRB (1998) Chromic Luvisols Località: SAN LORENZO Data: 15/12/99 Localizzazione su CTR: 475 Quota (m s.l.m.): 95 Pendenza %: 0 Morfologia: Terrazzo marino Substrato litologico: Calcari di Altamura Pietrosità superficiale: assente ; frequenza 8% Uso del suolo: oliveti Drenaggio: buono Falda (cm da p.c.): assente

Ap da 0 a 28 cm; umido; matrice di colore bruno rossastro scuro; argilloso; non

calcareo; struttura poliedrica subangolare media debole; pori comuni fini; radici molte molto fini; limite inferiore chiaro lineare.

Bt1 da 28 a 60 cm; umido; matrice di colore bruno rossastro; argilloso limoso; non calcareo; struttura poliedrica subangolare grossolana moderata; masse non cementate di ferro e manganese ( 2 mm; 3 %); pori scarsi fini; radici molte fini; limite inferiore graduale lineare; rivestimenti di argilla ( 4 %).

Bt2 da 60 a 105 cm; poco umido; matrice di colore rosso giallastro; argilloso limoso; non calcareo; struttura assente; masse non cementate di ferro e manganese ( 3 mm; 6 %); pori scarsi fini; radici molte fini; limite inferiore graduale lineare; rivestimenti di argilla ( 4 %).

Bt3 da 105 a 140 cm; poco umido; matrice di colore bruno rossastro; franco argilloso; non calcareo; struttura prismatica media forte; masse non cementate di ferro e manganese ( 5 mm; 9 %); pori scarsi fini; radici comuni fini; limite inferiore abrupto ondulato; rivestimenti di argilla ( 4 %).

R da 140 a 999 cm; limite inferiore sconosciuto.

Page 7: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

85

Codice Profilo: P0355AC2

Unità tassonomica: DIM2

Delineazione: 960 Unità cartografica: 100

Unità morfologica: 421 Classificazione USDA (1998) Lithic Ruptic-inceptic Haploxeralf fine misto termico Classificazione WRB (1998) Rendzic Leptosols Località: MASS. MOLILLO GRANDE Data: 15/12/99 Localizzazione su CTR: 475 Quota (m s.l.m.): 195 Pendenza %: 6 Morfologia: Depressione carsica Substrato litologico: Calcari di Altamura Pietrosità superficiale: assente ; frequenza 17% Uso del suolo: frumento, orzo, avena Drenaggio: buono Falda (cm da p.c.): assente

Ap da 0 a 5 cm; umido; argilloso; calcareo; struttura assente; radici molte molto fini;

limite inferiore abrupto lineare. A da 5 a 19 cm; umido; matrice di colore bruno scuro; argilloso limoso; scarsamente

calcareo; struttura poliedrica subangolare media moderata; masse non cementate di ferro e manganese ( 1 mm; 2 %); pori scarsi molto fini; radici molte molto fini; limite inferiore abrupto ondulato.

R da 19 a 999 cm; limite inferiore sconosciuto.

Page 8: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

86

Codice Profilo: P0357AC2

Unità tassonomica: SFE2

Delineazione: 957 Unità cartografica: 107

Unità morfologica: 423 Classificazione USDA (1998) Typic Palexeroll very fine misto termico Classificazione WRB (1998) Endolepti Luvic Phaeozems Località: D'AMICO Data: 15/12/99 Localizzazione su CTR: 475 Quota (m s.l.m.): 164 Pendenza %: 0 Morfologia: Superficie strutturale Substrato litologico: Calcari di Altamura Pietrosità superficiale: assente ; frequenza 20% Uso del suolo: drupacee Drenaggio: buono Falda (cm da p.c.): assente

Ap1 da 0 a 15 cm; umido; matrice di colore bruno rossastro scuro; franco limoso

argilloso; non calcareo; struttura assente; pori scarsi fini; radici molte molto fini; limite inferiore chiaro lineare.

Ap2 da 15 a 50 cm; umido; matrice di colore bruno rossastro scuro; franco limoso argilloso; non calcareo; struttura assente; pori comuni fini; radici molte molto fini; limite inferiore abrupto lineare.

Bt da 50 a 80 cm; umido; argilloso; non calcareo; struttura poliedrica subangolare grossolana moderata; pori scarsi fini; radici comuni molto fini; limite inferiore abrupto lineare; rivestimenti di argilla ( 4 %).

R da 80 a 999 cm; limite inferiore sconosciuto

Page 9: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

87

7.3 La vulnerabilità dei suoli: costruzione della matrice di valutazione

Non tutti i suoli sono uguali e per un loro corretto utilizzo e una loro corretta gestione è

indispensabile conoscerne la vulnerabilità. Viene definita “vulnerabilità del suolo” l’incapacità del

suolo stesso di resistere alle forze degradanti che, in modo più o meno intenso, possono creare

condizioni di rischio per la conservazione delle caratteristiche naturali dello stesso in un particolare

ambito geografico. Spesso è lo stesso uso agricolo del suolo che minaccia la sua qualità e conduce

perciò al suo degrado. La matrice della vulnerabilità dei suoli, di conseguenza la carta della

vulnerabilità, comporta però un lavoro particolarmente specialistico ma che si consiglia di redigere

con studi futuri per l’utilità che potrebbe avere per l’attività di pianificazione e di progettazione a

livello comunale.

In questa Relazione si anticipa la matrice, indispensabile per la sua realizzazione, e la tipologia di

degrado di suolo che di solito viene usata.

Tabella n. 23 – Matrice della vulnerabilità del suolo

TIPO DI PAESAGGIO (classificaz. pedologica)

TIPI DI DEGRADO VULNERABILITA’

Inquinamento Compattazione Erosione Salinizzazione Complesso DIM3/GDM 3 3 2 0 0 Media Consociazione PLM2 3 1 4 1 Alta Complesso DIM2/ALB1 1 1 2 3 Media Suoli non associati CLD1 o DM1 o DM2

1 0 4 0 Media

Complesso DIM4/DIM1 1 1 3 0 Media Complesso CUT/SFE/ALB1

2 2 2 0 Media

Complesso DIM1/DIM2/ALB1

3 1 1 0 Media

Complesso DIM1/DIM2/BRE1

2 1 1 0 Bassa

Tipologia e classi di vulnerabilità

1 : vulnerabilità molto bassa al tipo di degrado

2 : vulnerabilità bassa al tipo di degrado

3 : vulnerabilità media al tipo di degrado

4 : vulnerabilità alta al tipo di degrado

5 : vulnerabilità molto alta al tipo di degrado

Page 10: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

88

I tipi di degrado che di solito si considerano sono:

L’erosione

Ovvero perdita dell’orizzonte organico. L’erosione dipende essenzialmente dalla pendenza e dalla

tessitura del suolo, in parte dipende dall’uso agricolo stesso, cioè dal tipo di coltura e dalle pratiche

colturali. E’ possibile prevedere che i suoli in erosione siano quelli in pendenza del territorio

ostunese e quelli posti negli ambiti fluviali. Si nota anche un certa erosione dei terreni per

dilavamento dovuto spesso ad una eccessiva aratura della terreno.

L’inquinamento chimico

Nel territorio di Ostuni è principalmente dovuto alla somministrazione dei prodotti chimici in

agricoltura. L'utilizzo di fitofarmaci è uno dei fattori di pressione ambientale tra i più studiati, essendo stato trattato da varie pubblicazioni quali EU 1998 (EEA), Dobris +3 (EEA), EUROSTAT, Relazione sullo Stato dell'Ambiente (Ministero dell'Ambiente); poiché il suo studio fornisce una stima del grado di contaminazione del suolo e della tendenza al loro uso in agricoltura. I dati utilizzati per costruire l'indicatore sono tratti dall'Annuario ISTAT 1999 sulle statistiche dell'agricoltura (dati 1996) e relativi alle dichiarazioni di vendita rese dalle ditte produttrici ed importatrici di prodotti fitosanitari. Tali dati non corrispondono quindi al reale impiego di sostanze chimiche nell'ambiente rurale, e di ciò bisogna tenerene conto per una corretta interpretazione degli stessi. I valori forniti dall'Istat sono peraltro valori assoluti in kg, non riferiti all’utilizzo sul territorio; è stato necessario quindi rapportare i dati alle Superfici Agricole Utilizzate (SAU) di ogni regione in modo da ottenere dei valori riconducibili al reale impiego in ambito regionale. Attualmente sono autorizzati in Italia circa 500 principi attivi che, miscelati in opportune dosi tra di loro e/o con altre sostanze coformulanti e sostanze inerti, costituiscono i cosiddetti prodotti fitosanitari, il cui impiego è essenzialmente destinato alla protezione delle piante coltivate da insetti, acari, muffe e funghi parassiti, roditori e erbe infestanti.

La salinizzazione

Generalmente è dovuta a due cause: la prima dovuta dagli effetti dei venti che spirano dal mare

verso l’entroterra, trascinando aria carica di essenze saline che si depositano sui terreni; la seconda

da eventuale irrigazione dei suoli con acque salate infiltrate nelle falde acquifere dolci.

La compattazione

È un fenomeno di degrado dei suoli derivante dal carico esercitato dalle macchine agricole. I

fenomeni di compattazione provocano una generale riduzione degli scambi idrici e gassosi di un

terreno creando fenomeni di anaerobiosi (assenza di ossigeno) che impediscono la normale crescita

delle radici delle piante.

Page 11: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

89

7.4 Forme e tipologie del degrado dei suoli

Nella tavola n. 11 “Aree degradate e siti potenzialmente inquinati” sono stati individuati i vari

luoghi dove sono avvenute forme di degrado dei suoli. In particolare sono state localizzate delle

aree usate temporaneamente per discariche di rifiuti solidi urbani, luoghi di escavazione, aree di

accumulo di auto (autodemolizioni), l’area industriale in località Grisilio.

Non sono state considerate le aree di spandimento delle sanse umide, residuate dalla lavorazione

meccanica delle olive, in quanto l’attività avviene con le modalità e nei limiti previsti dalla legge n.

574 dell’11 novembre 1996 “Nuove norme in materia delle acque di vegetazione e di scarichi dei

frantoi oleari”. Lo spandimento dei liquami avviene a seguito di denuncia e da calendario presso

l’Ufficio Ecologia del Comune di Ostuni.

L’area dove sono concentrate la maggior parte delle situazioni di degrado del territorio si trova in

direzione est, verso la strada per il comune di Carovigno; si rileva, in particolare, una forte presenza

di aree di coltivazione di cava per l’estrazione di materiale lapideo ornamentale.

Per i siti potenzialmente inquinati di contrada San Lorenzo e di Pezza La Spina sono in corso studi

di caratterizzazione del sito, onde avviare successivamente la bonifica dell’area.

Mentre nel “Piano di gestione dei rifiuti e delle bonifiche delle aree inquinate” – Decreto del

Commissario Delegato per l’emergenza dei rifiuti 6 marzo 2001 n. 41, viene segnalata come

situazione di inquinamento il sito nei pressi della Masseria Grottone.

La zona industriale in località “Grisilio” viene segnalata nella tavola delle aree degradate e dei siti

potenzialmente inquinati in quanto si presenta molto “caotica” e mancante in buona parte delle

opere di urbanizzazione primaria, in particolar modo delle reti di approvvigionamento e di

smaltimento delle acque, inoltre, le attività produttive non presentano sistemi di gestione ambientale

dichiarati. Sono da valutare con apposita analisi le ricadute sul suolo delle emissioni provocate dal

sansificio posto nei pressi della stazione ferroviaria.

7.5 Il consumo di suolo

Il comune di Ostuni ha una superficie territoriale pari a kmq 223.84, su tale territorio risiede una

popolazione pari a 32.216 abitanti al 2001 (ISTAT dati provvisori) e una densità di popolazione pari

a 144 ab./Kmq, la più bassa di tutta la Provincia di Brindisi. Mentre, se componiamo la densità

edilizia data dal rapporto tra il totale delle abitazioni e la superficie territoriale, il comune di Ostuni

ha l’indice più elevato della Provincia pari a 160,9 Abitaz/Kmq.

Page 12: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

90

Il dato significativo sull’occupazione di suolo è quello delle abitazioni non occupate. Nel comune di

Ostuni le abitazioni non continuamente occupate ovvero le “Altre abitazioni” (definizione Istat)

sono pari 24.600 unità, corrispondente a circa il 33% dell’intero comparto “Altre abitazioni” di tutta

la provincia di Brindisi, mentre le abitazioni occupate dai residenti sono 11.412. In totale nel

comune di Ostuni le abitazioni sono 36.012.

Per fare un esempio: il comune di Brindisi, a fronte di una popolazione di 90.164 abitanti, ha

complessivamente 35.295 abitazioni.

Gli indici che ci permettono una valutazione sulla quantità di suolo urbanizzato normalmente sono:

• il consumo di suolo ovvero il rapporto tra la Superficie Agricola Utile (SAU) del 2001 con

quella del 1991, che indica la quantità di superficie agricola che è passata ad essere

urbanizzata. Il consumo di suolo, in letteratura scientifica (ricerca CNR-IPRA), è la parte di

territorio urbanizzata che viene sottratta all’utilizzazione agricola;

• la quantificazione delle are urbanizzate sulla costa compiuta, per questa Ricerca in ambiente

CAD, perimetrando tutte le aree urbanizzate tra la linea di costa e la S.S. 379.

SAU 1991-2001 = - 5.914,37 ha

quantità di area urbanizzata sulla costa = 348 ha.

Ma per avere una immagine della dimensione dell’urbanizzato, sull’elaborato grafico Tav. 12,

utilizzando l’aerofotogrammetrico del 1997 del Comune di Ostuni, si sono isolate ed evidenziate le

abitazioni, togliendo il resto dei segni grafici.

Di seguito, nelle tav. 14a e 14b, sono stati fatti due raffronti: il primo tra l’area urbana e l’area del

villaggio di Rosa Marina il secondo tra l’area urbana e una area adiacente compresa tra la strada

provinciale per Ceglie Messapica e la strada per Carovigno. Nel primo caso il cerchio ha identico

diametro su entrambe le zone pari a 2.000 mt. che sviluppa una superficie complessiva di 314 ha.

Nel secondo caso il cerchio sull’area ricompressa tra le due strade, ha un diametro di 3.250 mt. e

sviluppa una supeficie complessiva di 830 ha, la zona evidenzia un nuovo modello insediativo a

carattere diffuso che si allunga dalla fine del centro urbano fino a, quasi, Lamacoppa Piccola.

Il comune di Ostuni, rispetto ai comuni contermini, ha, già dagli inizi degli anni 60, presentato una

propensione all’urbanizzazione del suolo.

La ricerca CNR-IPRA (Interazione e competizione dei sistemi urbani con l’agricoltura della risorsa

suolo), riportata sulla monografia n. 29 “Collana di orientamenti geomorfologici ed agronomico-

forestali”, Pitagora Editrice, Bologna, 1988, riporta una scheda che mette in evidenza come il PRG

Page 13: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

91

del 1977 conteneva delle previsioni urbanizzative pari a 3.920 ha ossia il 17% della superficie

territoriale comunale, una delle più estese nella nostra Regione. L’espansione stabiliva di destinare

il 67% alla edilizia per la villeggiatura, localizzata lungo la costa, in cui si preveda di insediare circa

16.200 nuovi abitanti.

Inoltre, nel PRG del 1977, erano previste due aree rilevanti per superficie territoriale impegnata,

destinata a edilizia e attrezzature turistiche, localizzate nella parte collinare: una compresa tra la

strada provinciale per Ceglie Messapica e la strada provinciale per Carovigno e l’altra compresa

sempre tra la strada provinciale per Ceglie Messapica e la strada provinciale per Cisternino.

Nel centro urbano l’edificazione stabilita dal PRG è rimasta contenuta prevedendo la nuova

urbanizzazione verso monte, a corona, interessando le aree agricole comprese tra la provinciale per

Cisternino e la provinciale per Carovigno.

Le previsione urbanizzative, divenute poi i luoghi della nuova parte urbana di Ostuni, impongono

delle riflessioni: le abitazioni non occupate, che sono una costante nei cicli edilizi di Ostuni (a

partire dal censimento ISTAT 2001), hanno impatto ambientale per il consumo di suolo e per lo

smaltimento delle acque piovane. Essendo le nuove parti edificate collocate sulle parti alte del

territorio lo scorrimento delle acque meteoriche, che per la maggior parte avviene in direzione nord

verso mare e in direzione sud verso Ceglie Messapica, per la riduzione delle superfici permeabili

nel centro urbano provoca lo scorrimento torrentizio delle acque con le conseguenze a tutti note.

Grafico n. 5 – Confronto tra superficie permeabile e superficie impermeabile nel centro urbano

11%

89%

aree permeabili aree impermeabili

Tabella n. 24 – Confronto tra superficie permeabile e superficie impermeabile nel centro urbano

Valori assoluti (Ha) Percentuale

Superficie del centro urbano impermeabile

185.5 89%

Superficie del centro urbano permeabile

23,38 11%

Page 14: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

92

La campagna, ovvero la superficie coltivabile, è quella che ha risentito di più dell’urbanizzazione,

in quanto ad essa si sottrae Superficie Agricola Utile.

Il processo di continua “erosione” di aree agricole a scopi urbanizzativi è evidente nell’area

compresa tra la strada provinciale per Ceglie Messapica e la strada provinciale per Carovigno, che

con la sua superficie territoriale pari a 830 ha, come già detto, sta consolidando un nuovo modello

di insediamento: quello diffuso che normalmente ha un impatto ambientale maggiore di quello del

modello insediativo compatto.

La zona costiera

Per la zona costiera il dimensionamento del consumo di suolo è stato fatto con due modalità: la

quantità di urbanizzato compresa tra la linea di costa e la S.S. 379 e la quantità di urbanizzato

compresa nella fascia geologica della Marina.

Nel primo caso abbiamo la seguente situazione:

Tabella n. 25 – Confronto tra superficie permeabile e superficie impermeabile nell’area costiera

Valori assoluti (Ha) Percentuale

Superficie territoriale compresa tra la linea di costa e la S.S. 379

1.282 100%

Superficie territoriale urbanizzata 348 27%

nel secondo caso abbiamo la seguente situazione:

Tabella n. 26 – Confronto tra superficie permeabile e superficie impermeabile nell’area della Marina

Valori assoluti (Ha) Percentuale

Superficie territoriale della fascia geologica “Marina”

3.770 100%

Superficie territoriale urbanizzata 414 11%

La problematica del consumo di suolo nella fascia costiera è una questione particolarmente delicata.

Le aree costiere stanno ricevendo una particolare attenzione da parte dell’Unione Europea in quanto

aree ad elevata sensibilità ambientale, ricche di risorse naturali e di beni culturali. Per cui

l’attenzione per la sua gestione è molto elevata. Lo stesso Ministero dell’Ambiente ha avviato un

programma di protezione della aree costiere denominato “Coste Italiane Protette”.

Per quanto riguarda in particolare il territorio comunale di Ostuni si evidenzia che l’urbanizzazione

oltre al consumo di suolo, ovvero alla sottrazione di aree per le attività agricole, porta alla riduzione

di aree ad elevata sensibilità naturale, il che vuol dire anche riduzione e perdita di biodiversità e alla

riduzione delle superfici permeabili non contribuendo alla ricarica naturale della falda e non

Page 15: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

93

permettendo la riduzione dei problemi già accennati nel capitolo dedicato alle acque. In quest’area

la questione è ancora più problematica perché, come si evince dalla tav. 5 “Carta delle permeabilità

dei terreni in affioramento”, viene definita area “discretamente permeabile”.

Grafico n. 6– Confronto tra superficie permeabile e superficie impermeabile nell’area costiera compresa tra la SS. 379 e la linea di costa

73%

27%

aree permeabili aree impermeabili

Page 16: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

94

Nota 2 - Riferimenti Comunitari sulla gestione integrata delle coste

La soluzione: una politica comunitaria per le zone costiere Le regioni costiere comunitarie sono esposte a pressioni molteplici e spesso contrastanti: per questo

la Commissione ritiene che nell’Unione europea sia necessaria una politica coordinata per le coste.

Nel 2000 la Commissione ha presentato, in una relazione approfondita, i programmi relativi

all’Adozione di una strategia di gestione integrata delle zone costiere (GIZC) per l’Unione europea.

La relazione afferma che le zone costiere europee potrebbero trarre vantaggio da una serie di misure

su scala comunitaria, a cui deve affiancarsi, in ogni Stato membro, una strategia nazionale per la

gestione integrata delle zone costiere.

Attraverso le strategie nazionali i diversi responsabili politici, da cui dipende la gestione delle

regioni costiere, possono garantire un coordinamento molto più efficace delle proprie iniziative. Le

strategie nazionali permettono anche di armonizzare le diverse leggi e politiche settoriali nazionali

che influiscono sulle zone costiere, nonché di facilitare gli interventi delle amministrazioni locali e

regionali. Nelle regioni costiere europee i protagonisti sono le amministrazioni locali: solo loro,

insieme con altri soggetti ancorati al territorio come le imprese, i residenti e gli organismi non

governativi, sanno veramente quali sono i reali problemi delle zone di loro competenza.

Agli enti regionali spetta invece una funzione di orientamento e coordinamento delle iniziative

locali che nascono dalla base, mentre alle politiche e ai programmi nazionali spetta il compito di

fornire il quadro giuridico-istituzionale per facilitare gli interventi a livello regionale e locale.

La GIZC prevede che le decisioni che incidono sulle regioni costiere vengano prese al livello più

opportuno, ma sottolinea la necessità di armonizzare gli interventi dei vari livelli

dell’Amministrazione. In molti casi è necessaria anche una cooperazione tra Stati: ad esempio,

sarebbe opportuno che i Paesi che si affacciano sullo stesso mare cercassero di coordinare i propri

interventi, anziché mettere in atto politiche nazionali diverse o addirittura contrastanti.

La strategia di gestione integrata delle zone costiere dell’UE incoraggia proprio questo tipo di

approccio transnazionale per le politiche costiere dei Paesi che si affacciano su mari regionali come

Page 17: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

95

il Mediterraneo o il Baltico. La strategia di GIZC ha anche lo scopo di impedire che politiche che,

apparentemente, non hanno alcuna attinenza con le regioni costiere arrechino danni alla costa.

Nel caso dell’inquinamento agricolo, la GIZC permetterà ai responsabili della PAC di tener conto

maggiormente dell’impatto dei fertilizzanti sulle acque costiere.

La Commissione si è già messa al lavoro per attuare una strategia di GIZC su scala europea

attraverso la normativa ed i programmi comunitari esistenti. Frattanto, i Governi e il Parlamento

europeo stanno valutando l’invito della Commissione ad elaborare e mettere in atto strategie

nazionali e la nuova politica costiera dovrebbe, come è auspicabile, concretizzarsi in tempi brevi.

La strategia dell’UE per le zone costiere trova un valido complemento nel sesto programma

ambientale della Commissione, che insiste in modo particolare sull’importanza di un approccio

territoriale efficace per i problemi ambientali.

I cardini della GIZC I cardini della GIZC

• Avere una panoramica di ampio respiro su problemi interconnessi

• Fondare le decisioni su dati precisi e completi

• Cercare di assecondare le forze naturali

• Tener conto di possibili sviluppi inattesi

• Coinvolgere tutti i soggetti interessati e tutti i livelli dell’Amministrazione

• Usare una molteplicità di strumenti (leggi, programmi, strumenti economici, campagne

informative, agende 21 locali, accordi volontari, promozione delle buone prassi, ecc.).

Cercare di ottenere una panoramica d’insieme

Uno dei cardini su cui si regge l’efficacia di una politica di GIZC consiste nell’esaminare i problemi

delle zone costiere in un contesto più ampio possibile. In passato, molti tentativi di migliorare lo

stato delle regioni costiere dell’Unione europea sono falliti, malgrado le buone intenzioni, perché si

sono dedicati ad alcuni aspetti isolati. Ad esempio, la questione del turismo nelle zone costiere non

può essere amministrata in modo efficace se non tenendo conto di una molteplicità di fattori, come:

l’approvvigionamento idrico, l’assetto territoriale, l’occupazione e l’impatto del turismo sugli

habitat naturali esistenti.

Page 18: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

96

A rendere ancora più complessa la situazione contribuisce il fatto che, in molte parti dell’Unione, le

zone costiere sono attraversate da più confini amministrativi. A causa di ciò, le politiche che mirano

a migliorare la situazione delle coste sono spesso estremamente disorganiche e i vari distretti

attuano misure diverse senza il minimo coordinamento. Se poi la zona costiera è divisa da un

confine nazionale il problema è acutizzato.

Tener conto delle specificità locali

Il litorale dell’Unione europea ha una morfologia estremamente variegata: per questo, una strategia

di GIZC che si possa definire efficace deve basarsi su soluzioni locali progettate su misura per le

condizioni locali. Una politica studiata per arrestare l’infiltrazione dell’acqua di mare nelle falde

freatiche in Grecia, ad esempio, difficilmente sarebbe appropriata per le coste della Svezia sul Mar

Baltico.

Per questo, la strategia europea di gestione integrata delle zone costiere si fonda sul principio della

sussidiarietà in base al quale le decisioni politiche importanti devono sempre essere prese ad un

livello il più vicino possibile ai cittadini. Questo significa che i soggetti locali interessati nelle

regioni costiere dell’UE devono essere al centro della GIZC, dal momento che nessuno meglio di

chi vive e lavora nelle zone costiere conosce i problemi e le difficoltà reali di queste aree. Non

sarebbe logico né giusto che i governi nazionali o le istituzioni europee cercassero di imporre

dall’alto a queste regioni soluzioni uniformi.

Il ruolo che spetta alle amministrazioni nazionali e comunitarie invece è quello di fornire assistenza

ed orientamento alle iniziative locali, facendo in modo che le numerose politiche nazionali ed

europee che interessano le zone costiere non siano in contraddizione tra loro. Le amministrazioni

nazionali e comunitarie devono anche intervenire affinché le politiche settoriali tengano conto delle

specificità delle zone costiere. Il coordinamento tra le politiche nazionali e comunitarie riguardanti

temi come la qualità delle acque, la protezione degli habitat, i trasporti, la pesca e il turismo può

contribuire a rendere più roseo il futuro delle zone costiere dell’Unione europea, ma solo se le varie

politiche saranno attuate in modo coerente a livello locale.

Per far sì che i problemi siano affrontati tenendo conto delle necessità locali, è necessario che la

pianificazione e la gestione delle zone costiere siano condotte sulla scorta di informazioni precise e

sufficientemente dettagliate, raccolte dagli Stati membri.

Page 19: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

97

Assecondare la natura

Come ci ricorda la leggenda di re Canuto, i tentativi di piegare il mare alla volontà dell’Uomo sono

quasi sempre destinati a fallire. Per questo, le tecniche moderne di gestione delle zone costiere

cercano di assecondare la natura, invece di contrastarla.

In passato la lotta contro il mare ha spesso finito per aggravare, anziché risolvere, i problemi delle

zone costiere. Ad Aveiro in Portogallo, ad esempio, i lavori di miglioria delle strutture portuali

hanno accelerato l’erosione delle rive adiacenti a causa della modifica dei flussi di marea, di cui non

si era tenuto conto a sufficienza in fase di pianificazione. Gli interventi attuati successivamente per

cercare di proteggere la costa con barriere di calcestruzzo e acciaio non hanno sortito i risultati

sperati. Se prima dell’inizio dei lavori di costruzione del porto le Autorità di Aveiro avessero avuto

maggiori informazioni sui processi naturali in atto nelle zone costiere della regione, avrebbero forse

potuto evitare l’aggravamento dei fenomeni erosivi, nonché ridurre i costi di realizzazione delle

opere. Adottando un approccio integrato sin dalle prime fasi del progetto, inoltre, probabilmente

avrebbero potuto evitare di costruire le nuove barriere di protezione.

Nella regione belga delle Fiandre, le autorità stanno cercando di adeguare alle dinamiche naturali

gli interventi di gestione della costa, molto edificata. Dove è possibile, stanno cercando di gestire il

problema dell’erosione in modo dolce, eliminando le barriere di protezione e sostituendole ad

esempio con dune di sabbia coperte di vegetazione, in grado di assorbire naturalmente l’energia del

mare.

Essere lungimiranti, adattarsi alle situazioni

Spesso è estremamente arduo prevedere con esattezza quali problemi dovrà affrontare in futuro una

particolare regione costiera. Proprio per questo, la GIZC nasce come un processo in costante

evoluzione, che non solo affronta i problemi di oggi ma, grazie alla sua flessibilità, è in grado di

adattarsi agli imprevisti che potrebbero verificarsi in futuro.

Questo tipo di approccio è molto importante perché se, per fare un esempio, una volta che si sia

costruita una nuova marina, ci si accorge che sta causando gravi danni all’ambiente, ben

difficilmente si può smantellarla ripristinando le condizioni di partenza. Una buona gestione delle

zone costiere deve riconoscere esplicitamente che non vi è certezza sulle condizioni future e

promuovere quindi politiche flessibili ed adattabili. La pianificazione e la gestione delle zone

costiere devono necessariamente fondarsi sul cosiddetto principio di precauzione: i responsabili

delle politiche devono cercare di prevedere in anticipo i potenziali danni alle zone costiere e quindi

individuare le soluzioni più appropriate prima che i problemi si verifichino. Sempre per il principio

Page 20: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

98

di precauzione, se non sono del tutto certi che un determinato intervento sia privo di ripercussioni

negative per una zona costiera, devono ispirare il proprio operato alla massima cautela.

Questo modo di affrontare il processo di pianificazione assume particolare importanza nelle zone

che potrebbero subire conseguenze negative in seguito all’urbanizzazione o allo sviluppo turistico.

Con l’aggravarsi del rischio di mutamenti climatici, le zone costiere saranno probabilmente

costrette ad affrontare nuovi problemi e nuove difficoltà nei prossimi decenni. Dobbiamo fare in

modo che i nostri sistemi di pianificazione e gestione siano sufficientemente flessibili da

permetterci di affrontare i nuovi problemi mano a mano che si presenteranno. La GIZC ha lo scopo

di favorire i contatti tra le amministrazioni locali, regionali e nazionali e tra i settori che ne fanno

parte, in modo da consentire ai responsabili politici di ottenere un quadro preciso delle necessità

reali delle zone costiere europee.

Ma per dare i risultati sperati, nella pianificazione e nella gestione delle zone costiere devono essere

coinvolte anche le organizzazioni non governative e i soggetti locali interessati:senza l’input

regolare da parte delle imprese, delle ONG e dei cittadini che risiedono e lavorano nelle zone

costiere europee,la GIZC non potrà funzionare. Senza una piena partecipazione dei soggetti locali

interessati, le strategie di gestione costiera non avranno mai successo.Se le persone non si sentono

coinvolte nelle decisioni che riguardano la loro regione,non è raro che si risentano nei confronti dei

responsabili politici e respingano i piani di miglioramento delle zone costiere.Nel 1993,ad

esempio,nel Regno Unito un piano d’Assetto dell’Estuario dell’ Axe redatto da una società di

consulenza fu respinto dalla cittadinanza, che lamentava di non essere stata consultata su

determinati temi,in primo luogo l’applicazione di diritti sui servizi portuali a carico degli utilizzatori

dell’Estuario. L ‘Esperienza indusse i responsabili politici a ripensare tutta la strategia per l’Estuario

e portò alla creazione di una serie di gruppi di studio composti da residenti della zona. In seguito ad

un ampio processo di consultazione concretizzatosi in numerosi incontri a livello locale,si giunse

all’elaborazione di una nuova strategia che gode del sostegno di tutti. Ancor oggi i residenti si

riuniscono periodicamente per discutere i problemi locali ed hanno costituito un forum di

coordinamento delle iniziative finalizzate al miglioramento della vita nella loro regione. Analoghe

esperienze maturate in tutta l’Unione europea dimostrano che fondamentale coinvolgere sin

dall’inizio nelle discussioni sulla politica per le zone costiere i soggetti locali interessati,che devono

sempre essere al centro delle strategie di GIZC;altrettanto importante è coinvolgere nelle attività

finalizzate al miglioramento delle zone costiere tutti coloro che esercitano un influsso su tali zone.

Spesso questo implica un coordinamento tra le iniziative locali e le politiche nazionali più

generali,in modo da evitare che insorgano conflitti tra i vari livelli dell’Amministrazione. E’ inutile

Page 21: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

99

ad esempio un iniziativa locale per ridurre l’inquinamento alla foce di un fiume senza il diretto

coinvolgimento delle autorità competenti in materia di politica agricola e industriale a livello

nazionale. Per alcune situazioni il coordinamento deve estendersi anche alle politiche europee: è il

caso ad esempio delle zone costiere che fanno parte di regioni dichiarate protette ai sensi delle

norme europee sulla salvaguardia degli habitat. L’integrazione tra le normative europee e le

strategie di GIZC a livello locale è opportuna anche per gli aspetti legati ad esempio

all’agricoltura,alla qualità delle acque e ai trasporti.

I soggetti locali da soli non possono risolvere i problemi delle zone costiere.Le difficoltà con cui si

scontrano le zone costiere sono molteplici e,in assenza di una cooperazione tra tutti i livelli

dell’Amministrazione,la GIZC è inevitabilmente destinata a fallire.

Conclusioni La strategia costiera europea: una necessità urgente Per evitare che i problemi che affliggono le regioni costiere dell’Europa peggiorino ulteriormente, è

necessaria una politica costiera coordinata a livello comunitario;si prevede in generale che l’utilizzo

di queste aree continuerà ad aumentare nell’immediato futuro. Se non si interverrà per gestire le

pressioni sempre più forti cui sono sottoposte le regioni costiere,la perdita di habitat,

l’inquinamento e l’erosione finiranno per distruggere alcune delle zone più belle,fragili e

biologicamente ricche dell’Unione europea,aggravando la disoccupazione e la disgregazione sociale

delle comunità locali e causando un drastico depauperamento del valore delle zone costiere e la

distruzione di risorse preziose per l’economia. Solo promuovendo l’introduzione di strategie

coordinate di GIZC a livello comunitario e nazionale l’Unione europea potrà valorizzare le regioni

costiere,metterle in condizione di sviluppare un economia moderna e vitale e allo stesso tempo

salvaguardarne la straordinaria bellezza naturale. Per poter funzionare adeguatamente,la gestione

integrata delle zone costiere deve fondarsi sul principio che i problemi locali vanno risolti a livello

locale. I soggetti locali saranno sempre il cardine delle iniziative finalizzate alla tutela e alla

valorizzazione delle regioni costiere,ma per garantire una gestione quanto più efficace e corretta

possibile sarà necessario un coordinamento tra i programmi e i provvedimenti di chi vive e lavora in

Page 22: 7. IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO - Comune di Ostuni Sottosuolo.pdf · IL SUOLO E IL SOTTOSUOLO 7.1 La geologia del territorio ostunese ... alloggiato per la parte più superficiale nei

100

queste zone e le politiche decise a livello regionale,nazionale ed europeo. Nell’immediato,la GIZC

comporterà indubbiamente dei costi, che perché saranno abbondantemente compensati dai vantaggi

che essa offrirà nel medio e lungo periodo. Per secoli,le zone costiere europee hanno dovuto subire

le conseguenze di politiche incaute e interventi frammentari.Ma con l’introduzione coordinata della

GIZC in tutto il territorio europeo è possibile che il vento cambi.