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GIOVEDÌ 22 GIUGNO 2017 39 Arte Assaggi della pittura italiana dal Trecento al Novecento nella mostra in corso a Perugia a Palazzo Baldeschi Opere in mostra Giotto, «San Fran- cesco»; Matteo da Gualdo, «Assunta tra i santi»; Giorgio Morandi, «Natura morta». - - In Breve LETTERATURA E SAGGISTICA I nove finalisti del Premio Napoli Scelti i nove libri finalisti della 63esi- ma edizione del Premio Napoli. Per la sezione Narrativa gli scrittori in lizza sono Donatella Di Pietrantonio con «L’arminuta» (Einaudi), Andrea In- glese con «Parigi è un desiderio» (Ponte alle Grazie), Andrej Longo con «L’altra madre» (Adelphi). Nella ca- tegoria Poesia, Davide Rondoni con «La natura del bastardo» (Monda- dori), Francesco Scarabicchi con «Il prato bianco» (Einaudi) e Giuliano Tabacco con «La grande mappa» (Transeuropa). Per la saggistica, Giancarlo Alfano «L'umorismo let- terario» (Carocci), Bruno Cavallone «La borsa di Miss Flite» (Adelphi) e Giuseppe Montesano, «Lettori sel- vaggi». DIARI DI BORDO Candidata allo Strega sabato a Parma Sabato alle 18 alla Libreria Diari di bordo di borgo Santa Brigida, Chiara Marchelli presenterà il romanzo, pub- blicato da Giulio Perrone Editore, dal titolo «Le notti blu», candidato al Premio Strega 2017. Interviene Marta Occhipinti, giornalista di Repubblica Palermo e blogger. Sempre a Diari di Bordo prosegue «Un libro sospeso per Agevolando», associazione nata a Bo- logna con sedi in tutta Italia, nel- l'intento di aiutare i neo maggiorenni «fuori famiglia» usciti da un percorso in comunità o da altre realtà di as- sistenza. Il progetto prevede la crea- zione di una piccola biblioteca: chi volesse aderire può passare in libreria, acquistare un libro e sospenderlo, in attesa della consegna all'associazione. BIBLIOTECA CEPDI Gruppo di lettura «La Paloma» Stasera, alle 20,45 alla Biblioteca Cepdi in Via Stirone 4, ultimo ap- puntamento stagionale per il Circolo di lettura «La Paloma. Voglia di leggere». Si parlerà del libro «La strada» di Cormac McCarthy. Collezioni La rassegna, a cura di Vittorio Sgarbi, è una vera e propria geografia artistica della penisola Cultura PICASSO PROTAGONISTA DELLA SECONDA STAGIONE DI GENIUS Pablo Picasso protagonista della seconda stagione di Genius, la serie prodotta da Brian Grazer e Ron Howard. Le riprese di Genius-Picasso inizieranno a fine del 2017, messa in onda nel 2018 sui canali National Geographic. Romanzo Marina Corradi, figlia di Egisto. Marina Corradi, l'ombra della madre (e del padre) Narrativa L'ultimo romanzo di Simona Lo Iacono ambientato durante la rivolta di Palermo del 1848 La rivoluzionaria bella e «babba» Felice Modica II Anno di rivoluzioni, il 1848. Tutto comincia in Sicilia, il 12 gennaio, coi moti di Palermo che condurranno alla cacciata del Borbone e alla proclama- zione di un regno indipendente, che sopravvivrà fino all’anno successivo. Sotto Napoleone la Corte borbonica era fuggita da Napoli e, protetta dalla marina britannica, aveva riparato a Pa- lermo. Gli inglesi, con la complicità dei baroni siciliani, nel 1812, erano riusciti a costringere i Borboni a promulgare una costituzione siciliana, fondata sul go- verno parlamentare, molto liberale per i tempi e quindi prontamente abolita dopo il Congresso di Vienna, da Fer- dinando IV di Napoli e III di Sicilia. Questo, accanto alla dura opera di re- pressione del ministro della polizia e capo dei gendarmi di Ferdinando II, il marchese Francesco Saverio del Carret- to, aveva fatto montare l’ostilità dei si- ciliani. La rivoluzione del 1848 è l’ultima di quattro moti antiborbonici avvenuti nella regione tra il 1800 e il 1849. Da essa, come si è già ricordato, nasce uno stato indipendente e sovrano che dura 16 mesi ed ha una costituzione liberale, talmente democratica da ispirare suc- cessivamente lo Statuto Albertino. So- no i prodromi del Risorgimento. Ro- solino Pilo e Giuseppe La Masa guidano la rivolta di Palermo, che deve iniziare il 12 Gennaio, perché la data coincide col compleanno di Ferdinando II delle due Sicilie, nato a Palermo nel 1810, durante l’occupazione napoleonica. Non vi è estranea la classe nobiliare, con l’appoggio esterno di Inghilterra e Francia. Il 10 luglio 1848, infine, viene proclamato lo Statuto costituzionale del nuovo Regno di Sicilia, che ricalca la costituzione del 1812 e istituisce un regime monarchico costituzionale. In questa temperie si ambienta il nuovo romanzo di Simona Lo Iacono, «Il morso» (Neri Pozza) dove, secondo la collaudata cifra stilistica dell’autrice, protagonisti sono gli ultimi, i deboli, indifesi, le vittime della violenza e del- le prevaricazioni. E chi più debole, di una donna povera, per sovrammerca- to in odore di follia (la «babba», la pazza) o possessione diabolica, in quanto epilettica, in un tempo in cui neppure si conosce il nome di questa malattia? Lucia Salvo è bella e questa appare la sua qualità più evidente, ma possiede anche un carattere straordi- nariamente forte. Dall’originaria Sira- cusa, è inviata dalla madre a Palermo, a servizio presso la casa dei conti di Ramacca, con la speranza affatto na- scosta che il conte figlio possa inca- pricciarsene. La sedicenne riottosa, non solo non si sottometterà al suo datore di lavoro, ma reagirà morden- dolo come un furetto e facendolo san- guinare. Il morso segna per sempre il futuro della ragazza che, suo malgrado, si tro- va catapultata nell’ambiente dei co- spiratori, si innamora di uno di essi, diventa un’eroina rivoluzionaria. Tut- to questo, in estrema sintesi. Lo Iacono è brava nell’inventare intrecci all’in- terno di una cornice tutto sommato filologicamente corretta (c’è un Rug- gero Settimo che se ne scappa a Malta con un anno di anticipo di quando lo avrebbe fatto in realtà, ma la descri- zione di come sbianca per la fifa giu- stifica appieno la licenza). E le sue in- venzioni, nei casi più fortunati, ap- paiono più vere del reale. Come quan- do descrive quartieri popolari di Pa- lermo e la debolezza dell’animo sici- liano, con l’importanza che esso at- tribuisce all’apparire; o la sua inde- cifrabilità, che è l’altra faccia della me- daglia, per cui nulla è come appare. La lingua dell’autrice è originale, in- dulge ai dialettismi – spesso di sua invenzione – ma senza esagerare o sci- volare nel macchiettistico. E scherza, vendicandosi coi suoi personaggi, ri- velando in ciò inedita capacità d’iro- nia. Per dirne una, il Conte figlio, il conquistatore femminile di consuma- ta esperienza, finirà con l’innamorarsi del “castrato signorino”, un famoso eu- nuco che si esibisce come voce bianca. E così viene servito.u ® Il morso di Simona Lo Iacono Neri Pozza, pag.238, A 16,50 © RIPRODUZIONE RISERVATA Isabella Spagnoli E' un libro dolente, intenso e «scorti- cante», quello di Marina Corradi, inviato del quotidiano «Avvenire», penna raf- finata e sensibile, figlia amata dell'indimenti- cabile Egisto, che, oggi, racconta la storia ruvida e melanconica di una famiglia sofferente, com- plessa, velata da ombre che incombono nella quotidianità come macigni. E’ Teresa la pro- tagonista del romanzo: «L’ombra della madre. Tre donne sole» (Marsilio) a narrare in prima persona le vicende della sua famiglia, nella quale i genitori Alma ed Ermanno e la sorella Viola combattono, ormai con poca energia, contro incomprensioni, disagi e beffe di un destino pronto a colpire dietro l’angolo. Il romanzo comincia con la descrizione di una tragedia. Il 24 marzo 1916, nel pieno della Grande Guerra, avviene il siluramento del Sussex, nave civile e disarmata ad opera di un som- mergibile della marina tedesca. Il Sussex a bordo trasporta persone dirette a Londra. Fra queste Alba, la mamma, allora neonata, di Teresa che viene gettata nella scialuppa di salvataggio. Ma la piccola sprofonda nelle acque gelide del mare e viene miracolosamente salvata dalle mani di una suora sconosciuta. La piccola sopravvissuta del Sussex prosegue, così, il suo viaggio nella vita, diventando una leggenda per le sue figlie che amano sentire raccontare, la sera prima di dor- mire, quella storia come fosse una favola. Il lieto fine però non esiste per Alba che, una volta cresciuta, da aristocratica raffinata, decide di sposare Ermanno, un giovane di estrazione ope- raia che sembra offrirle passione ed amore in- tenso. Ma il sogno si trasforma presto in un affresco opaco che palesa sacrifici, assenze, crepe nere che sprofondano in mura bianche, disil- lusioni feroci. Una Milano nebbiosa del dopo- guerra non somiglia ad Alba e ai suoi sogni di donna raffinata, laureata, votata alla maternità fin dalla giovinezza, che ogni giorno sente un disagio crescente insinuarsi nel suo matrimonio e nella sua esistenza. I figli faticano ad arrivare, poi finalmente, nasce Viola in una notte di violento temporale, presagio nefasto che si rivelerà fon- dato. Dopo un lungo periodo viene al mondo anche Teresa, bimba concepita tra assenze e anni che avanzano, dono inaspettato e testimone di una discesa inarrestabile che incombe sulla fa- miglia. «Un giorno, si era di aprile, Teresa e la madre dal balcone osservavano Viola che tornava dalla bottega del droghiere, con una borsa in mano. Quando il verde scattò sul semaforo e lei riprese a camminare, entrambe notarono un suo appena accennato claudicare». La malattia della giovane avanza veloce, aggravando le ormai in- sanabili ferite del nucleo familiare in cui vive. La solitudine di prima si trasforma in alienazione e Teresa deve lottare contro la disperazione degli adulti cercando di non soffocare tra le macerie di una famiglia distrutta in cui nessuno si prende più cura del dolore degli altri. La giovane rischia di cedere alla disperazione; la sua esistenza e il suo futuro sono a rischio, ma lei, forse, ce la farà, aggrappandosi ad una caparbietà nascosta nel profondo dell’anima e grazie all’amicizia e al- l’amore, capaci di farla riemergere da un destino già segnato. Marina Corradi che ha il dono di scrivere «adottando» il lettore, rendendolo protago- nista del suo narrato, racconta il vuoto di una famiglia come tante, di figli e figlie in cerca di conferme, sorrisi e certezze che spesso non arrivano. E allora racconta di passi che cercano di ritrovare brandelli di serenità a dispetto di un presente che non lascia scampo.u ® L’ombra della madre. Tre donne sole di Marina Corradi Marsilio, pag. 319, A 17,50 E' un percorso per appun- ti della pittura italiana dal Trecento al Nove- cento la mostra in corso a Perugia a Palazzo Bal- deschi (fino al 15 settembre) intitolata «Da Giotto a Morandi. Tesori d’arte di Fondazioni e Banche italiane». L’ha curata Vittorio Sgarbi che ha raccolto novanta opere che testimoniano il rap- porto di questi enti con la cultura lo- cale in quanto hanno spesso acquista- to opere non solo di artisti che hanno scritto pagine importanti nella storia dell’arte, ma anche di artisti rimasti un po’ in ombra e che hanno rappre- sentato punti di riferimento significa- tivi per realtà locali, che in alcuni pe- riodi sono state centri di scuole dalle caratteristiche peculiari. Opportuna- mente Sgarbi – nel catalogo curato con Pietro Di Natale ed edito da Fabrizio Fabbri – definisce l’esposizione un «museo parallelo» in quanto ripercor- re sette secoli di storia iniziando da Giotto, il rinnovatore dell’arte sacra, fatta scendere dal cielo in terra con la sottolineatura degli affetti umani. Qui propone un San Francesco che con oc- chi carichi d’emozione guarda proba- bilmente verso la figura di Cristo. Il sentimento assume una carica espres- sionistica nel Noli me tangere di Bar- naba da Modena. Siamo nel periodo dei fondi oro dove il Beato Angelico situa i suoi casti personaggi e Matteo da Gualdo le sue complesse, originali, tortuose composizioni. Col Rinasci- mento la bellezza interiore si intreccia col classicheggiante equilibrio formale che trova una splendida espressione nella Madonna col Bimbo e San Gio- vannino del Perugino mentre Pintu- ricchio accentua la vivacità cromatica e l’eleganza dei tessuti. Dopo Raffaello è Michelangelo che diventa punto di riferimento: lo si avverte nel musco- loso e luminoso Sapiente col libro di Dosso Dossi, nel drammatico Suicidio di Cleopatra del Brusasorci, che richia- ma il dinamismo del Laocoonte acca- rezzato da seducenti luci veneziane. Simbolo della seduzione è la bella On- fale dai capelli ramati e dai raffinati gioielli, descritta da Ludovico Carrac- ci. La pittura emiliana attraversa un periodo di particolare vivacità al quale partecipano pure i parmigiani Giovan- ni Lanfranco (Alessandro rifiuta l’ac- qua da bere) e Camillo Procaccini (In- coronazione di spine): mentre que- st’ultimo va a cercar gloria col fratello a Milano, Lanfranco va a Roma (e Na- poli) dove gli artisti emiliani ricevono importanti commissioni: Guercino con la sua pittura densa di fisicità e di umori (Sibilla, Cristo e la Samaritana), Reni (Lucrezia preordina il suicidio) con la ricerca di una suprema bellezza formale. Nello stesso periodo a Roma si diffonde il realismo populistico straordinariamente interpretato da Caravaggio, che trova numerosissimi seguaci anche stranieri come Simone Vouet (Vergine addolorata). Un par- ticolare interesse per la vigorosa forza muscolare e l’uso significante della lu- ce desta la Flagellazione di Cristo del Maestro di Cesena. E la luce gioca un ruolo di accentuazione realistica an- che nella Presentazione al tempio di Rutilio Manetti. Il filone caravaggesco si diffonde al Sud iniziando da Bat- tistello Caracciolo qui con un teneris- simo San Giuseppe che protegge con slancio paterno il figlioletto divino; la stessa tensione emotiva, ma di ben di- verso segno, si coglie nella Morte di Socrate di Giovan Battista Binaschi, tra il filosofo e il carceriere che gli por- ge la cicuta. Nel corso del Seicento si impone la classicità monumentale qui espressa da Gian Domenico Cerrini e dal padovano Pietro Liberi la cui pia- cevole Allegoria del tempo e della ve- rità ha corpi morbidi e colori leggeri che ritroviamo in Antonio Balestra e Gian Antonio Pellegrini. Il Settecento veneto sulla scia di Gaspar Van Wittel crea limpide scenografiche vedute con Bernardo Bellotto e Francesco Albotto. In quel secolo fioriscono anche le Na- ture morte: quelle ruspanti di Carlo Magini e Giuseppe Artioli e quelle son- tuose e brillanti di Cristoforo Munari. Anche nella ritrattistica al realismo rustico di Gaspare Traversi si contrap- pone la retorica celebrativa di Pompeo Batoni e Angelica Kauffmann. L’Otto- cento è un secolo di grandi cambia- menti: prima l’accentuazione senti- mentale nel romanticismo dilagante nella morbida atmosfera di Aminta che rinviene tra le braccia di Silvia del Piccio; poi il serrato contrappunto cro- matico del macchiaiolo Fattori; la pre- gnante atmosfera naturalistica che sa cogliere De Nittis; il realismo crepu- scolare di Pelizza da Volpedo (La don- na dell’emigrato) e Angelo Morbelli con le ospiti del Pio Albergo Trivulzio a Milano. La chiusura è affidata alle eleganti sciabolate di Boldini, alla vi- sionaria fiammante fantasia di Scipio- ne, alle vibranti luci di De Pisis, al ma- gico realismo di Carrà, alla sommessa poeticità di Morandi, al primordiale paesaggismo onirico di Dottori e a quattro scultori che hanno lasciato un forte segno del loro tempo: Medardo Rosso che ha saputo cogliere le vibra- zioni psichiche e ambientali sui sog- getti, Leonardo Bistolfi poeta del sim- bolismo negli anni del Liberty, Adolfo Wildt raffinato protagonista dell’Art Deco e Quirino Ruggeri attento inter- prete dei Valori Plastici.u © RIPRODUZIONE RISERVATA Da Giotto a Morandi nel museo dei musei Sfilano cento dipinti di banche e fondazioni italiane di Pier Paolo Mendogni

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GIOVEDÌ 22 GIUGNO 2017 39

Arte Assaggi della pittura italiana dal Trecento al Novecento nella mostra in corso a Perugia a Palazzo Baldeschi

Opere in mostra Giotto, «San Fran-cesco»; Matteo da Gualdo, «Assuntatra i santi»; Giorgio Morandi, «Naturamorta».

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InBreveLETTERATURA E SAGGISTICA

I nove finalistidel Premio NapoliScelti i nove libri finalisti della 63esi-ma edizione del Premio Napoli. Per lasezione Narrativa gli scrittori in lizzasono Donatella Di Pietrantonio con«L’arminuta» (Einaudi), Andrea In-glese con «Parigi è un desiderio»(Ponte alle Grazie), Andrej Longo con«L’altra madre» (Adelphi). Nella ca-tegoria Poesia, Davide Rondoni con«La natura del bastardo» (Monda-dori), Francesco Scarabicchi con «Ilprato bianco» (Einaudi) e GiulianoTabacco con «La grande mappa»(Transeuropa). Per la saggistica,Giancarlo Alfano «L'umorismo let-terario» (Carocci), Bruno Cavallone«La borsa di Miss Flite» (Adelphi) eGiuseppe Montesano, «Lettori sel-vaggi».

DIARI DI BORDO

Candidata allo Stregasabato a ParmaSabato alle 18 alla Libreria Diari dibordo di borgo Santa Brigida, ChiaraMarchelli presenterà il romanzo, pub-blicato da Giulio Perrone Editore, daltitolo «Le notti blu», candidato alPremio Strega 2017. Interviene MartaOcchipinti, giornalista di RepubblicaPalermo e blogger. Sempre a Diari diBordo prosegue «Un libro sospeso perAgevolando», associazione nata a Bo-logna con sedi in tutta Italia, nel-l'intento di aiutare i neo maggiorenni«fuori famiglia» usciti da un percorsoin comunità o da altre realtà di as-sistenza. Il progetto prevede la crea-zione di una piccola biblioteca: chivolesse aderire può passare in libreria,acquistare un libro e sospenderlo, inattesa della consegna all'associazione.

BIBLIOTECA CEPDI

Gruppo di lettura«La Paloma»Stasera, alle 20,45 alla BibliotecaCepdi in Via Stirone 4, ultimo ap-puntamento stagionale per il Circolodi lettura «La Paloma. Voglia dileggere». Si parlerà del libro «Lastrada» di Cormac McCarthy.

CollezioniLa rassegna, a curadi Vittorio Sgarbi,è una vera e propriageografia artisticadella penisola

CulturaPICASSO PROTAGONISTA DELLA SECONDA STAGIONE DI GENIUSPablo Picasso protagonista della seconda stagione di Genius, la serie prodottada Brian Grazer e Ron Howard. Le riprese di Genius-Picasso inizieranno afine del 2017, messa in onda nel 2018 sui canali National Geographic.

Romanzo Marina Corradi, figlia di Egisto.

MarinaCorradi,l'ombradella madre(e del padre)

Narrativa L'ultimo romanzo di Simona Lo Iacono ambientato durante la rivolta di Palermo del 1848

La rivoluzionaria bella e «babba»Felice Modica

II Anno di rivoluzioni, il 1848. Tuttocomincia in Sicilia, il 12 gennaio, coimoti di Palermo che condurranno allacacciata del Borbone e alla proclama-zione di un regno indipendente, chesopravvivrà fino all’anno successivo.

Sotto Napoleone la Corte borbonicaera fuggita da Napoli e, protetta dallamarina britannica, aveva riparato a Pa-lermo. Gli inglesi, con la complicità deibaroni siciliani, nel 1812, erano riusciti acostringere i Borboni a promulgare unacostituzione siciliana, fondata sul go-verno parlamentare, molto liberale peri tempi e quindi prontamente abolita

dopo il Congresso di Vienna, da Fer-dinando IV di Napoli e III di Sicilia.Questo, accanto alla dura opera di re-pressione del ministro della polizia ecapo dei gendarmi di Ferdinando II, ilmarchese Francesco Saverio del Carret-to, aveva fatto montare l’ostilità dei si-ciliani. La rivoluzione del 1848 è l’ultimadi quattro moti antiborbonici avvenutinella regione tra il 1800 e il 1849. Daessa, come si è già ricordato, nasce unostato indipendente e sovrano che dura16 mesi ed ha una costituzione liberale,talmente democratica da ispirare suc-cessivamente lo Statuto Albertino. So-no i prodromi del Risorgimento. Ro-solino Pilo e Giuseppe La Masa guidano

la rivolta di Palermo, che deve iniziare il12 Gennaio, perché la data coincide colcompleanno di Ferdinando II delle dueSicilie, nato a Palermo nel 1810, durantel’occupazione napoleonica.

Non vi è estranea la classe nobiliare,con l’appoggio esterno di Inghilterra eFrancia. Il 10 luglio 1848, infine, vieneproclamato lo Statuto costituzionaledel nuovo Regno di Sicilia, che ricalcala costituzione del 1812 e istituisce unregime monarchico costituzionale. Inquesta temperie si ambienta il nuovoromanzo di Simona Lo Iacono, «Ilmorso» (Neri Pozza) dove, secondo lacollaudata cifra stilistica dell’autrice,protagonisti sono gli ultimi, i deboli,

indifesi, le vittime della violenza e del-le prevaricazioni. E chi più debole, diuna donna povera, per sovrammerca-to in odore di follia (la «babba», lapazza) o possessione diabolica, inquanto epilettica, in un tempo in cuineppure si conosce il nome di questamalattia? Lucia Salvo è bella e questaappare la sua qualità più evidente, mapossiede anche un carattere straordi-nariamente forte. Dall’originaria Sira-cusa, è inviata dalla madre a Palermo,a servizio presso la casa dei conti diRamacca, con la speranza affatto na-scosta che il conte figlio possa inca-pricciarsene. La sedicenne riottosa,non solo non si sottometterà al suo

datore di lavoro, ma reagirà morden-dolo come un furetto e facendolo san-guinare.

Il morso segna per sempre il futurodella ragazza che, suo malgrado, si tro-va catapultata nell’ambiente dei co-spiratori, si innamora di uno di essi,diventa un’eroina rivoluzionaria. Tut-to questo, in estrema sintesi. Lo Iaconoè brava nell’inventare intrecci all’in -terno di una cornice tutto sommatofilologicamente corretta (c’è un Rug-gero Settimo che se ne scappa a Maltacon un anno di anticipo di quando loavrebbe fatto in realtà, ma la descri-zione di come sbianca per la fifa giu-stifica appieno la licenza). E le sue in-venzioni, nei casi più fortunati, ap-paiono più vere del reale. Come quan-do descrive quartieri popolari di Pa-lermo e la debolezza dell’animo sici-

liano, con l’importanza che esso at-tribuisce all’apparire; o la sua inde-cifrabilità, che è l’altra faccia della me-daglia, per cui nulla è come appare.

La lingua dell’autrice è originale, in-dulge ai dialettismi – spesso di suainvenzione – ma senza esagerare o sci-volare nel macchiettistico. E scherza,vendicandosi coi suoi personaggi, ri-velando in ciò inedita capacità d’iro -nia. Per dirne una, il Conte figlio, ilconquistatore femminile di consuma-ta esperienza, finirà con l’innamorarsidel “castrato signorino”, un famoso eu-nuco che si esibisce come voce bianca.E così viene servito.u

®Il morsodi Simona Lo IaconoNeri Pozza, pag.238, A16,50

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Isabella Spagnoli

E' un libro dolente, intenso e «scorti-

cante», quello di Marina Corradi, inviatodel quotidiano «Avvenire», penna raf-

finata e sensibile, figlia amata dell'indimenti-cabile Egisto, che, oggi, racconta la storia ruvida emelanconica di una famiglia sofferente, com-plessa, velata da ombre che incombono nellaquotidianità come macigni. E’ Teresa la pro-tagonista del romanzo: «L’ombra della madre. Tredonne sole» (Marsilio) a narrare in prima personale vicende della sua famiglia, nella quale i genitoriAlma ed Ermanno e la sorella Viola combattono,ormai con poca energia, contro incomprensioni,disagi e beffe di un destino pronto a colpire dietrol’angolo. Il romanzo comincia con la descrizionedi una tragedia. Il 24 marzo 1916, nel pieno dellaGrande Guerra, avviene il siluramento del Sussex,nave civile e disarmata ad opera di un som-mergibile della marina tedesca. Il Sussex a bordotrasporta persone dirette a Londra. Fra questeAlba, la mamma, allora neonata, di Teresa cheviene gettata nella scialuppa di salvataggio. Ma la

piccola sprofonda nelle acque gelide del mare eviene miracolosamente salvata dalle mani di unasuora sconosciuta. La piccola sopravvissuta delSussex prosegue, così, il suo viaggio nella vita,diventando una leggenda per le sue figlie cheamano sentire raccontare, la sera prima di dor-mire, quella storia come fosse una favola. Il lietofine però non esiste per Alba che, una voltacresciuta, da aristocratica raffinata, decide di

sposare Ermanno, un giovane di estrazione ope-raia che sembra offrirle passione ed amore in-tenso. Ma il sogno si trasforma presto in unaffresco opaco che palesa sacrifici, assenze, crepenere che sprofondano in mura bianche, disil-lusioni feroci. Una Milano nebbiosa del dopo-guerra non somiglia ad Alba e ai suoi sogni didonna raffinata, laureata, votata alla maternità findalla giovinezza, che ogni giorno sente un disagiocrescente insinuarsi nel suo matrimonio e nellasua esistenza. I figli faticano ad arrivare, poifinalmente, nasce Viola in una notte di violentotemporale, presagio nefasto che si rivelerà fon-dato. Dopo un lungo periodo viene al mondoanche Teresa, bimba concepita tra assenze e anniche avanzano, dono inaspettato e testimone diuna discesa inarrestabile che incombe sulla fa-miglia. «Un giorno, si era di aprile, Teresa e lamadre dal balcone osservavano Viola che tornavadalla bottega del droghiere, con una borsa inmano. Quando il verde scattò sul semaforo e leiriprese a camminare, entrambe notarono un suoappena accennato claudicare». La malattia dellagiovane avanza veloce, aggravando le ormai in-

sanabili ferite del nucleo familiare in cui vive. Lasolitudine di prima si trasforma in alienazione eTeresa deve lottare contro la disperazione degliadulti cercando di non soffocare tra le macerie diuna famiglia distrutta in cui nessuno si prende piùcura del dolore degli altri. La giovane rischia dicedere alla disperazione; la sua esistenza e il suofuturo sono a rischio, ma lei, forse, ce la farà,aggrappandosi ad una caparbietà nascosta nelprofondo dell’anima e grazie all’amicizia e al-l’amore, capaci di farla riemergere da un destinogià segnato.

Marina Corradi che ha il dono di scrivere«adottando» il lettore, rendendolo protago-nista del suo narrato, racconta il vuoto di unafamiglia come tante, di figli e figlie in cerca diconferme, sorrisi e certezze che spesso nonarrivano. E allora racconta di passi che cercanodi ritrovare brandelli di serenità a dispetto diun presente che non lascia scampo.u

®L’ombra della madre. Tre donne soledi Marina CorradiMarsilio, pag. 319, A 17,50

E' un percorso per appun-ti della pittura italianadal Trecento al Nove-cento la mostra in corsoa Perugia a Palazzo Bal-

deschi (fino al 15 settembre) intitolata«Da Giotto a Morandi. Tesori d’arte diFondazioni e Banche italiane». L’hacurata Vittorio Sgarbi che ha raccoltonovanta opere che testimoniano il rap-porto di questi enti con la cultura lo-cale in quanto hanno spesso acquista-to opere non solo di artisti che hannoscritto pagine importanti nella storiadell’arte, ma anche di artisti rimastiun po’ in ombra e che hanno rappre-sentato punti di riferimento significa-tivi per realtà locali, che in alcuni pe-riodi sono state centri di scuole dallecaratteristiche peculiari. Opportuna-mente Sgarbi – nel catalogo curato conPietro Di Natale ed edito da FabrizioFabbri – definisce l’esposizione un«museo parallelo» in quanto ripercor-re sette secoli di storia iniziando daGiotto, il rinnovatore dell’arte sacra,fatta scendere dal cielo in terra con lasottolineatura degli affetti umani. Quipropone un San Francesco che con oc-chi carichi d’emozione guarda proba-bilmente verso la figura di Cristo. Ilsentimento assume una carica espres-sionistica nel Noli me tangere di Bar-naba da Modena. Siamo nel periododei fondi oro dove il Beato Angelicositua i suoi casti personaggi e Matteoda Gualdo le sue complesse, originali,tortuose composizioni. Col Rinasci-mento la bellezza interiore si intrecciacol classicheggiante equilibrio formaleche trova una splendida espressionenella Madonna col Bimbo e San Gio-vannino del Perugino mentre Pintu-ricchio accentua la vivacità cromaticae l’eleganza dei tessuti. Dopo Raffaelloè Michelangelo che diventa punto diriferimento: lo si avverte nel musco-loso e luminoso Sapiente col libro diDosso Dossi, nel drammatico Suicidiodi Cleopatra del Brusasorci, che richia-ma il dinamismo del Laocoonte acca-rezzato da seducenti luci veneziane.Simbolo della seduzione è la bella On-fale dai capelli ramati e dai raffinatigioielli, descritta da Ludovico Carrac-ci. La pittura emiliana attraversa un

periodo di particolare vivacità al qualepartecipano pure i parmigiani Giovan-ni Lanfranco (Alessandro rifiuta l’ac -qua da bere) e Camillo Procaccini (In-coronazione di spine): mentre que-st’ultimo va a cercar gloria col fratelloa Milano, Lanfranco va a Roma (e Na-poli) dove gli artisti emiliani ricevonoimportanti commissioni: Guercinocon la sua pittura densa di fisicità e diumori (Sibilla, Cristo e la Samaritana),Reni (Lucrezia preordina il suicidio)con la ricerca di una suprema bellezza

formale. Nello stesso periodo a Romasi diffonde il realismo populisticostraordinariamente interpretato daCaravaggio, che trova numerosissimiseguaci anche stranieri come SimoneVouet (Vergine addolorata). Un par-ticolare interesse per la vigorosa forzamuscolare e l’uso significante della lu-ce desta la Flagellazione di Cristo delMaestro di Cesena. E la luce gioca unruolo di accentuazione realistica an-che nella Presentazione al tempio diRutilio Manetti. Il filone caravaggesco

si diffonde al Sud iniziando da Bat-tistello Caracciolo qui con un teneris-simo San Giuseppe che protegge conslancio paterno il figlioletto divino; lastessa tensione emotiva, ma di ben di-verso segno, si coglie nella Morte diSocrate di Giovan Battista Binaschi,tra il filosofo e il carceriere che gli por-ge la cicuta. Nel corso del Seicento siimpone la classicità monumentale quiespressa da Gian Domenico Cerrini edal padovano Pietro Liberi la cui pia-cevole Allegoria del tempo e della ve-rità ha corpi morbidi e colori leggeriche ritroviamo in Antonio Balestra eGian Antonio Pellegrini. Il Settecentoveneto sulla scia di Gaspar Van Wittelcrea limpide scenografiche vedute conBernardo Bellotto e Francesco Albotto.In quel secolo fioriscono anche le Na-ture morte: quelle ruspanti di CarloMagini e Giuseppe Artioli e quelle son-tuose e brillanti di Cristoforo Munari.Anche nella ritrattistica al realismorustico di Gaspare Traversi si contrap-pone la retorica celebrativa di PompeoBatoni e Angelica Kauffmann. L’Otto -cento è un secolo di grandi cambia-menti: prima l’accentuazione senti-mentale nel romanticismo dilagantenella morbida atmosfera di Amintache rinviene tra le braccia di Silvia delPiccio; poi il serrato contrappunto cro-matico del macchiaiolo Fattori; la pre-gnante atmosfera naturalistica che sacogliere De Nittis; il realismo crepu-scolare di Pelizza da Volpedo (La don-na dell’emigrato) e Angelo Morbellicon le ospiti del Pio Albergo Trivulzioa Milano. La chiusura è affidata alleeleganti sciabolate di Boldini, alla vi-sionaria fiammante fantasia di Scipio-ne, alle vibranti luci di De Pisis, al ma-gico realismo di Carrà, alla sommessapoeticità di Morandi, al primordialepaesaggismo onirico di Dottori e aquattro scultori che hanno lasciato unforte segno del loro tempo: MedardoRosso che ha saputo cogliere le vibra-zioni psichiche e ambientali sui sog-getti, Leonardo Bistolfi poeta del sim-bolismo negli anni del Liberty, AdolfoWildt raffinato protagonista dell’ArtDeco e Quirino Ruggeri attento inter-prete dei Valori Plastici.u

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Da Giotto a Morandinel museo dei museiSfilano cento dipinti di banche e fondazioni italianedi Pier Paolo Mendogni