OL IRREGOLARI I - marsilioeditori.it · L'INTERVISTA ANTONIO POLITO «Genitori soli contro prof,...

1
14 DOMENICA 22 OTTOBRE 2017 LaVerità • OLI IRREGOLARI L'INTERVISTA ANTONIO POLITO «Genitori soli contro prof, Web e psicologi» H giornalista: «Le gerarchie di valori che contavano in casa erano condivise anche in televisione. Oggi invece sono avversate Ha vinto il narcisismo. I ragazzi vivono in un talent show, l'identità coincide con l'immagine. Dobbiamo riprenderci i nostri figli» di MAURIZIO CAVERZAN • Un maoista che gioca a ten- nis. Un ex vicedi- rettore diRepub- blica che se ne va per fondare un nuovo quotidiano, dal quale se ne va per diventare parla- mentare dell'Ulivo, per poi tornare al giornalismo. Un autorevole editorialista poli- tico del Corriere della Sera che scrive libri sulla paterni- tà, l'ultimo, Riprendiamoci i nostri figli, appena uscito da Marsilio. Un frequentatore assiduo dei social network che vuole regolamentarne l'accesso. Lo incontro nel suo ufficio romano di vicediret- tore del Corriere. Giochi ancora a tennis? «Non più, purtroppo. Ero bravino. Ma ebbi un grave in- fortunio a un polso e, quando ripresi, i miei amici mi batte- vano sempre. Smisi». Non in tempo per evitare la cacciata dall'Unione comu- nisti italiani. «Avevo 14 anni e pensavo che il socialismo fosse una grande idea umanitaria. Però alla sezione del Psi di Castel- lamare mi dissero che per i- scriversi bisognava incasel- larsi in una corrente. A Servi- re il popolo fui accolto con grandi onori. Da ex chieri- 44 Se si vuole rifondare la società il contributo dei cristiani è indispensabile. Serve una guerra culturale w chetto leggevo bene, ma quando mi facevano decla- mare i testi di Mao Tse Tung mi sembrava di essere torna- to in chiesa. In più, non vole- vano che andassi al circolo, che era solo un posto con un campo in terra rossa. Scelsi il tennis». Ora scrivi libri sull'educa- zione. Dopo Contro ipapà, Ri- prendiamoci i nostri figli. «Ho avuto la prima figlia 23 anni fa e due gemelli 15 anni dopo. In mezzo molte cose sono cambiate, in peggio. Non l'ho ancora verificato so- lo perché gli ultimi due sono piccoli». Non sono entrati nella fati- dica adolescenza, quando si alza il muro d'incomunicabi- lità. «Questo è il mio timore e la ragione del libro. Vedo che tutte le gerarchie di valori che contano in casa e che fino a una trentina d'anni fa erano condivise da professori, preti e anche in televisione, ora so- no avversate. Un esempio: noi predichiamo studio e la scuo- la promuove gratis». Cos'è accaduto? «Ha stravinto la "cultura del narcisismo", come la chiama il sociologo Christo- pher Lasch. La gioventù è lo stato ideale e il giovanilismo un dogma. Devi essere te stesso, spontaneo, non me- diare. Il giovane di oggi è co- me il buon selvaggio di Jean- Jacques Rousseau, un sogget- to che rifiuta storia e tradi- zione. Noi avevamo- fretta di crescere per somigliare agli adulti, oggi gli adulti rincor- rono i giovani, si vestono co- me loro. Per essere amici simpatici ai figli i papà rinfo- derano i rimproveri. La seve- rità è bandita». Scrivi di genitori soli. La famiglia ha colpe? «Qualcuna sì. La principa- le è l'eccesso protettivo e an- siogeno che, risolvendo i pro- blemi in anticipo, evita ai ra- gazzi il confronto con le av- versità. I genitori-elicotteri arrivano a sbrogliare le emer- genze. I genitori-droni sorve- gliano ogni sospiro. Tuttavia, credo che gran parte delle re- sponsabilità sia del mondo e- sterno. Serve una guerra culturale, un'alleanza tra genitori, professori, preti, star dello sport e della mu- | sica che rimetta al centro l'educazione». Quanto incide l'inva- denza di internet e dello smartphone in tutto questo? «Parecchio. Il cellula- re di ultima generazio- ne è il nuovo rito di passaggio all'età a- dulta. Un rito antici- pato, se a 10 anni non ce l'hai sei uno sfigato. Mi fa ri- flettere quante persone chiedo- no di porre dei limiti. Ho let- to che Bill Ga- tes non con- c e d e lo smartpho- ne ai suoi fi- gli prima dei 14 anni, non credo solo perché è della Ap- ple. In cam- pagna elet- torale Ma- cron ha ipo- tizzato un divieto le- gato all'età. Da noi la proposta del ministro Fedeli di usarlo in classe ha suscita- to un acceso dibattito. In Co- lorado un papà ha raccolto le firme per indire un referen- dum: mandereste un ragazzo sotto i 13 anni a vedere un film horror 0 un porno? Con lo smartphone li hanno a porta- ta di clic ». Nel 2013 Apple, Facebook, Amazon e Google, favorevoli all'ideologia gender, hanno ottenuto da Obama l'aboli- zione del marriage act, la leg- ge per la quale il matrimonio è tra uomo e donna. La fami- glia tradizionale è un ostaco- lo al consumismo avanzato? «Per essere più liberi di comprare, i nostri figli devo- no diventare meno liberi. Il marketing agisce già sull'in- fanzia. I bambini diventano influencer in grado di conte- stare le scelte degli adulti perché sul web sono bombar- dati da informazioni capillari e subliminali. Lo scopo è ren- derli impermeabili alla tradi- zione, che sa di vecchio. L'uo- mo secolarizzato si defini sce per la sua libertà di scelta, cioè di consu- mare: non possiamo decidere sulla vita politica del nostro Paese, ma siamo li- beri perché com- priamo l'auto che vogliamo». Perché ritieni che la ricerca dell'iden- tità dei giovani sia un fatto negativo? «Come si è visto nel la serie americana Tre- dici, i teenager devono già avere un'identità de finita. Chi si pone delle domande è considerato un perdente. Nel gigan- tesco talent show quali, a quel punto, esplode- rebbe il mercato nero. E poi, liberalizzando che messag- gio daremmo ai nostri figli? Che va bene perdere il con- trollo. Dubito sia «La psicologia azzera la re- sponsabilità dei ragazzi. Di- cendo: "Ciò che ti succede og- gi è colpa di un antecedente biologico, di qualcosa avve- nuto nella pancia della mam- ma o quando eri bambino. Non è colpa tua se la tua vita va a rotoli". Bene: ci sarà il trauma, certo. Ma credo che dobbiamo dire ai nostri figli che sono responsabili della bellezza della loro vita». Scrivi che il germe di que- sta svolta di civiltà lo dobbia- mo a Immanuel Kant: acqui- site le conquiste del cristia- nesimo, possiamo fare a me- no di Dio e gestirle con la ra- gione. «Su questo sono d'accordo con Juliàn Carrón, il succes- sore di don Luigi Giussani al- la guida di Comunione e libe- razione. La solidarietà e l'u- guaglianza sono nel vangelo: curare gli ammalati, dar da mangiare agli affamati- Kant riteneva che queste conqui- nel quale vivono, fatto di sel- fie e Instagram, l'identità coincide con l'immagine. Sia- mo nell'epoca dell'adorazio- ne di sé stessi. La cura esa- sperata del corpo, l'impor- tanza del fashion, i tatuaggi, il ricorso precoce alla chirur- gia estetica sono questo. Devi essere bello e attraente. Non è mai stata facile per i brutti, ma oggi è una dannazione». Un'altra mina è la cultura dello sballo. Dove sbagliano i liberalizzatori delle droghe leggere come Roberto Savia- no? «Se alcol e droghe uccido- no più della marijuana può voler dire che il divieto ha funzionato. Saviano e i libe- ralizzatori giurano che la cannabis è innocua, ma la vietano ai minorenni. Per i il modo giusto per combatte- re le depressioni. Che, come ha evidenziato la tragica vi- cenda del ragazzo e della ma- dre di Lavagna, spesso sono la spia di un vuoto interiore». È per questo che non ti fidi neanche degli psicologi? «Hanno un approccio me- dico all'anima. Gli psicologi fanno coincidere la felicità con l'assenza di problemi, di- menticando che la domanda di senso a"quell'età è radicale. Se un ragazzo è turbato è col- pa dei genitori. Io mi chiedo: se mio figlio torna a casa tre volte la settimana alle 4 del mattino sfatto, dobbiamo fa- re la seduta insieme dallo psi- cologo, 0 impedire la vendita di alcolici ai minori? Poi c'è un altro aspetto...». Prego. tamente omosessuale». Nell'avatar del tuo profilo Twitter si legge Goodfather: è una convinzione, un auspi- cio o un traguardo? «Bravo che hai notato la differenza con Godfather. È un traguardo». Avevi dato per finito il ven- tennio berlusconiano, inve- ce... «Lo ammetto. Infatti, dedi- cherò il prossimo libro al ri- torno di Berlusconi. Però, a mia discolpa, devo ricordare che il libro era sulla destra. Penso che Berlusconi abbia avuto la grande occasione per fondare una destra di gover- no che gli sopravvivesse, ma non ci è riuscito. Il fatto che ora stia ritrovando centralità non significa automatica- mente che questa destra esi- sta». Quante responsabilità ha Renzi di questo ritorno? Ha dilapidato anche lui un patri- monio di consenso? «Paragonato all'insucces- so storico di Berlusconi, la stagione renziana è stata un fuoco di paglia. Mentre Ber- lusconi ha sempre assecon- dato il Paese proponendosi come un leader che ti rende la vita più facile, il modo in cui Renzi ha tentato di cambiarlo ha finito per sputtanare ogni possibilità di riformismo. Oggi se la gente sente parlare 44 La stagione renziana è stata unfuoco di paglia che ha distrutto ogni chance di riformismo v EX MAOISTA Antonio Polito, 61 anni. «Sto scoprendo che le mie idee sono sempre più da conservatore» ste potessero reggere anche dopo la morte di Dio. Invece la modernità liquida ci dice che senza la fede cristiana non reggono. Oggi questo gri- do arriva dai laici. Roberto Calasso scrive nel suo ultimo libro che è necessario fonda- re un nuovo umanesimo. Per farlo servono i cristiani, per- ché mostrano l'origine dei va- lori della nostra società». In un articolo che presen- tava il festival II Tempo delle donne hai scritto che Mika «è il figlio maschio che mi piace- rebbe avere»: perché? «Ho seguito con mia figlia X Factor quando era uno dei giudici. L'ho trovato intelli- gente, realista, colto. È un co- smopolita interessante da a- scoltare. Mi piaceva definire uomo una persona dichiara- di riforme mette mano alla pistola. Ora anche Renzi ten- ta di rassicurare: non so se gli basterà per risalire». Hai detto di esser tentato di votare a destra ma di non esserci riuscito. Stavolta? «Sto scoprendo che le mie idee sono sempre più da con- servatore. Ma non ho ancora deciso per chi voterò. Decide- rò in base ai candidati del mio collegio, con l'idea di pro- muovere un governo non po- pulista, favorevole all'Unione europea. Vedremo». Che cosa ti dà speranza og- gi? . «È una domanda difficile perché riguardo alla nostra epoca sono pessimista. Inve- ce non lo sono per il futuro. Ho fiducia nel progresso, nel- la tecnologia, nella possibili- tà di abitare la terra in modo intelligente e di darci una possibilità di cambiare. Per questo mi piace parlare di e- ducazione. Perché mi proiet- ta nel futuro e mi permette di porre le basi affinché questa speranza di vita adulta che sono i miei figli diventi real- tà». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Transcript of OL IRREGOLARI I - marsilioeditori.it · L'INTERVISTA ANTONIO POLITO «Genitori soli contro prof,...

14 DOMENICA 22 OTTOBRE 2017 LaVerità

• OLI IRREGOLARI L'INTERVISTA ANTONIO POLITO

«Genitori soli contro prof, Web e psicologi» H giornalista: «Le gerarchie di valori che contavano in casa erano condivise anche in televisione. Oggi invece sono avversate Ha vinto il narcisismo. I ragazzi vivono in un talent show, l'identità coincide con l'immagine. Dobbiamo riprenderci i nostri figli» di MAURIZIO CAVERZAN

• Un m a o i s t a che gioca a ten-nis. Un ex vicedi-rettore diRepub-blica che se ne va per fondare un

nuovo quotidiano, dal quale se ne va per diventare parla-mentare dell'Ulivo, per poi tornare al giornalismo. Un autorevole editorialista poli-tico del Corriere della Sera che scrive libri sulla paterni-tà, l'ultimo, Riprendiamoci i nostri figli, appena uscito da Marsilio. Un frequentatore assiduo dei social network che vuole regolamentarne l'accesso. Lo incontro nel suo ufficio romano di vicediret-tore del Corriere.

Giochi ancora a tennis? «Non più, purtroppo. Ero

bravino. Ma ebbi un grave in-fortunio a un polso e, quando ripresi, i miei amici mi batte-vano sempre. Smisi».

Non in tempo per evitare la cacciata dall'Unione comu-nisti italiani.

«Avevo 14 anni e pensavo che il socialismo fosse una grande idea umanitaria. Però alla sezione del Psi di Castel-lamare mi dissero che per i-scriversi bisognava incasel-larsi in una corrente. A Servi-re il popolo fui accolto con grandi onori. Da ex chieri-

44 Se si vuole rifondare la società il contributo dei cristiani è indispensabile. Serve una guerra culturale

w che t t o leggevo bene , ma quando mi facevano decla-mare i testi di Mao Tse Tung mi sembrava di essere torna-to in chiesa. In più, non vole-vano che andassi al circolo, che era solo un posto con un campo in terra rossa. Scelsi il tennis».

Ora scrivi libri sull'educa-zione. Dopo Contro ipapà, Ri-prendiamoci i nostri figli.

«Ho avuto la prima figlia 23 anni fa e due gemelli 15 anni dopo. In mezzo molte cose sono cambiate, in peggio. Non l'ho ancora verificato so-lo perché gli ultimi due sono piccoli».

Non sono entrati nella fati-dica adolescenza, quando si alza il muro d'incomunicabi-lità.

«Questo è il mio timore e la ragione del libro. Vedo che tutte le gerarchie di valori che contano in casa e che fino a una trentina d'anni fa erano condivise da professori, preti e anche in televisione, ora so-no avversate. Un esempio: noi predichiamo studio e la scuo-la promuove gratis».

Cos'è accaduto? «Ha stravinto la "cultura

del narcis ismo", come la chiama il sociologo Christo-pher Lasch. La gioventù è lo stato ideale e il giovanilismo un dogma. Devi essere te stesso, spontaneo, non me-diare. Il giovane di oggi è co-me il buon selvaggio di Jean-Jacques Rousseau, un sogget-to che rifiuta storia e tradi-zione. Noi avevamo- fretta di crescere per somigliare agli adulti, oggi gli adulti rincor-rono i giovani, si vestono co-me loro. Per essere amici simpatici ai figli i papà rinfo-derano i rimproveri. La seve-rità è bandita».

Scrivi di genitori soli. La famiglia ha colpe?

«Qualcuna sì. La principa-le è l'eccesso protettivo e an-siogeno che, risolvendo i pro-blemi in anticipo, evita ai ra-gazzi il confronto con le av-versità. I genitori-elicotteri arrivano a sbrogliare le emer-genze. I genitori-droni sorve-gliano ogni sospiro. Tuttavia, credo che gran parte delle re-sponsabilità sia del mondo e-sterno. Serve una guerra culturale, un'alleanza tra genitori, professori, preti, star dello sport e della mu- | sica che rimetta al centro l'educazione».

Quanto incide l'inva-denza di internet e dello s m a r t p h o n e in t u t t o questo?

«Parecchio. Il cellula-re di ultima generazio-ne è il nuovo rito di passaggio all'età a-dulta. Un rito antici-pato, se a 10 anni non ce l'hai sei uno sfigato. Mi fa ri-f le t tere quante persone chiedo-no di porre dei limiti. Ho let-to che Bill Ga-tes non con-c e d e l o s m a r t p h o -ne ai suoi fi-gl i p r i m a dei 14 anni, non c redo solo perché è della Ap-ple. In cam-pagna elet-tora le Ma-cron ha ipo-t izza to un divieto le-gato all'età. Da n o i la proposta del ministro Fedeli di usarlo in classe ha suscita-to un acceso dibattito. In Co-lorado un papà ha raccolto le firme per indire un referen-dum: mandereste un ragazzo sotto i 13 anni a vedere un film horror 0 un porno? Con lo smartphone li hanno a porta-ta di clic ».

Nel 2013 Apple, Facebook, Amazon e Google, favorevoli all'ideologia gender, hanno ottenuto da Obama l'aboli-zione del marriage act, la leg-ge per la quale il matrimonio è t ra uomo e donna. La fami-glia tradizionale è un ostaco-lo al consumismo avanzato?

«Per essere più liberi di comprare, i nostri figli devo-no diventare meno liberi. Il marketing agisce già sull'in-fanzia. I bambini diventano

influencer in grado di conte-stare le scelte degli adulti perché sul web sono bombar-dati da informazioni capillari e subliminali. Lo scopo è ren-derli impermeabili alla tradi-zione, che sa di vecchio. L'uo-mo secolarizzato si defini sce per la sua libertà di scelta, cioè di consu-mare: non possiamo decidere sulla vita politica del nostro Paese, ma siamo li-beri perché com-priamo l'auto che vogliamo».

Perché ritieni che la ricerca dell'iden-tità dei giovani sia un fatto negativo?

«Come si è visto nel la serie americana Tre-dici, i teenager devono già avere un'identità de finita. Chi si pone delle domande è considerato un perdente. Nel gigan-tesco talent show

quali, a quel punto, esplode-rebbe il mercato nero. E poi, liberalizzando che messag-gio daremmo ai nostri figli? Che va bene perdere il con-

trollo. Dubito sia

«La psicologia azzera la re-sponsabilità dei ragazzi. Di-cendo: "Ciò che ti succede og-gi è colpa di un antecedente biologico, di qualcosa avve-nuto nella pancia della mam-ma o quando eri bambino. Non è colpa tua se la tua vita va a rotoli". Bene: ci sarà il trauma, certo. Ma credo che dobbiamo dire ai nostri figli che sono responsabili della bellezza della loro vita».

Scrivi che il germe di que-sta svolta di civiltà lo dobbia-mo a Immanuel Kant: acqui-site le conquiste del cristia-nesimo, possiamo fare a me-no di Dio e gestirle con la ra-gione.

«Su questo sono d'accordo con Juliàn Carrón, il succes-sore di don Luigi Giussani al-la guida di Comunione e libe-razione. La solidarietà e l'u-guaglianza sono nel vangelo: curare gli ammalati, dar da

mangiare agli a f f ama t i -Kant r i t eneva che

queste conqui-

nel quale vivono, fatto di sel-fie e Instagram, l ' identità coincide con l'immagine. Sia-mo nell'epoca dell'adorazio-ne di sé stessi. La cura esa-sperata del corpo, l'impor-tanza del fashion, i tatuaggi, il ricorso precoce alla chirur-gia estetica sono questo. Devi essere bello e attraente. Non è mai stata facile per i brutti, ma oggi è una dannazione».

Un'altra mina è la cultura dello sballo. Dove sbagliano i liberalizzatori delle droghe leggere come Roberto Savia-no?

«Se alcol e droghe uccido-no più della marijuana può voler dire che il divieto ha funzionato. Saviano e i libe-ralizzatori giurano che la cannabis è innocua, ma la vietano ai minorenni. Per i

il modo giusto per combatte-re le depressioni. Che, come ha evidenziato la tragica vi-cenda del ragazzo e della ma-dre di Lavagna, spesso sono la spia di un vuoto interiore».

È per questo che non ti fidi neanche degli psicologi?

«Hanno un approccio me-dico all'anima. Gli psicologi fanno coincidere la felicità con l'assenza di problemi, di-menticando che la domanda di senso a"quell'età è radicale. Se un ragazzo è turbato è col-pa dei genitori. Io mi chiedo: se mio figlio torna a casa tre volte la settimana alle 4 del mattino sfatto, dobbiamo fa-re la seduta insieme dallo psi-cologo, 0 impedire la vendita di alcolici ai minori? Poi c'è un altro aspetto...».

Prego.

tamente omosessuale». Nell'avatar del tuo profilo

Twitter si legge Goodfather: è una convinzione, un auspi-cio o un traguardo?

«Bravo che hai notato la differenza con Godfather. È un traguardo».

Avevi dato per finito il ven-tennio berlusconiano, inve-ce...

«Lo ammetto. Infatti, dedi-cherò il prossimo libro al ri-torno di Berlusconi. Però, a mia discolpa, devo ricordare che il libro era sulla destra. Penso che Berlusconi abbia avuto la grande occasione per fondare una destra di gover-no che gli sopravvivesse, ma non ci è riuscito. Il fatto che ora stia ritrovando centralità non significa automatica-mente che questa destra esi-sta».

Quante responsabilità ha Renzi di questo ritorno? Ha dilapidato anche lui un patri-monio di consenso?

«Paragonato all'insucces-so storico di Berlusconi, la stagione renziana è stata un fuoco di paglia. Mentre Ber-lusconi ha sempre assecon-dato il Paese proponendosi come un leader che ti rende la vita più facile, il modo in cui Renzi ha tentato di cambiarlo ha finito per sputtanare ogni possibilità di r i formismo. Oggi se la gente sente parlare

44 La stagione renziana è stata un fuoco di paglia che ha distrutto ogni chance di riformismo

v

EX MAOISTA Antonio Polito,

61 anni. «Sto scoprendo che le mie idee sono

sempre più da conservatore»

ste potessero reggere anche dopo la morte di Dio. Invece la modernità liquida ci dice che senza la fede cristiana non reggono. Oggi questo gri-do arriva dai laici. Roberto Calasso scrive nel suo ultimo libro che è necessario fonda-re un nuovo umanesimo. Per farlo servono i cristiani, per-ché mostrano l'origine dei va-lori della nostra società».

In un articolo che presen-tava il festival II Tempo delle donne hai scritto che Mika «è il figlio maschio che mi piace-rebbe avere»: perché?

«Ho seguito con mia figlia X Factor quando era uno dei giudici. L'ho trovato intelli-gente, realista, colto. È un co-smopolita interessante da a-scoltare. Mi piaceva definire uomo una persona dichiara-

di riforme mette mano alla pistola. Ora anche Renzi ten-ta di rassicurare: non so se gli basterà per risalire».

Hai detto di esser tentato di votare a destra ma di non esserci riuscito. Stavolta?

«Sto scoprendo che le mie idee sono sempre più da con-servatore. Ma non ho ancora deciso per chi voterò. Decide-rò in base ai candidati del mio collegio, con l'idea di pro-muovere un governo non po-pulista, favorevole all'Unione europea. Vedremo».

Che cosa ti dà speranza og-gi? .

«È una domanda difficile perché riguardo alla nostra epoca sono pessimista. Inve-ce non lo sono per il futuro. Ho fiducia nel progresso, nel-la tecnologia, nella possibili-tà di abitare la terra in modo intelligente e di darci una possibilità di cambiare. Per questo mi piace parlare di e-ducazione. Perché mi proiet-ta nel futuro e mi permette di porre le basi affinché questa speranza di vita adulta che sono i miei figli diventi real-tà».

© RIPRODUZIONE RISERVATA