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GIOVEDÌ 22 GIUGNO 2017 39

Arte Assaggi della pittura italiana dal Trecento al Novecento nella mostra in corso a Perugia a Palazzo Baldeschi

Opere in mostra Giotto, «San Fran-cesco»; Matteo da Gualdo, «Assuntatra i santi»; Giorgio Morandi, «Naturamorta».

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InBreveLETTERATURA E SAGGISTICA

I nove finalistidel Premio NapoliScelti i nove libri finalisti della 63esi-ma edizione del Premio Napoli. Per lasezione Narrativa gli scrittori in lizzasono Donatella Di Pietrantonio con«L’arminuta» (Einaudi), Andrea In-glese con «Parigi è un desiderio»(Ponte alle Grazie), Andrej Longo con«L’altra madre» (Adelphi). Nella ca-tegoria Poesia, Davide Rondoni con«La natura del bastardo» (Monda-dori), Francesco Scarabicchi con «Ilprato bianco» (Einaudi) e GiulianoTabacco con «La grande mappa»(Transeuropa). Per la saggistica,Giancarlo Alfano «L'umorismo let-terario» (Carocci), Bruno Cavallone«La borsa di Miss Flite» (Adelphi) eGiuseppe Montesano, «Lettori sel-vaggi».

DIARI DI BORDO

Candidata allo Stregasabato a ParmaSabato alle 18 alla Libreria Diari dibordo di borgo Santa Brigida, ChiaraMarchelli presenterà il romanzo, pub-blicato da Giulio Perrone Editore, daltitolo «Le notti blu», candidato alPremio Strega 2017. Interviene MartaOcchipinti, giornalista di RepubblicaPalermo e blogger. Sempre a Diari diBordo prosegue «Un libro sospeso perAgevolando», associazione nata a Bo-logna con sedi in tutta Italia, nel-l'intento di aiutare i neo maggiorenni«fuori famiglia» usciti da un percorsoin comunità o da altre realtà di as-sistenza. Il progetto prevede la crea-zione di una piccola biblioteca: chivolesse aderire può passare in libreria,acquistare un libro e sospenderlo, inattesa della consegna all'associazione.

BIBLIOTECA CEPDI

Gruppo di lettura«La Paloma»Stasera, alle 20,45 alla BibliotecaCepdi in Via Stirone 4, ultimo ap-puntamento stagionale per il Circolodi lettura «La Paloma. Voglia dileggere». Si parlerà del libro «Lastrada» di Cormac McCarthy.

CollezioniLa rassegna, a curadi Vittorio Sgarbi,è una vera e propriageografia artisticadella penisola

CulturaPICASSO PROTAGONISTA DELLA SECONDA STAGIONE DI GENIUSPablo Picasso protagonista della seconda stagione di Genius, la serie prodottada Brian Grazer e Ron Howard. Le riprese di Genius-Picasso inizieranno afine del 2017, messa in onda nel 2018 sui canali National Geographic.

Romanzo Marina Corradi, figlia di Egisto.

MarinaCorradi,l'ombradella madre(e del padre)

Narrativa L'ultimo romanzo di Simona Lo Iacono ambientato durante la rivolta di Palermo del 1848

La rivoluzionaria bella e «babba»Felice Modica

II Anno di rivoluzioni, il 1848. Tuttocomincia in Sicilia, il 12 gennaio, coimoti di Palermo che condurranno allacacciata del Borbone e alla proclama-zione di un regno indipendente, chesopravvivrà fino all’anno successivo.

Sotto Napoleone la Corte borbonicaera fuggita da Napoli e, protetta dallamarina britannica, aveva riparato a Pa-lermo. Gli inglesi, con la complicità deibaroni siciliani, nel 1812, erano riusciti acostringere i Borboni a promulgare unacostituzione siciliana, fondata sul go-verno parlamentare, molto liberale peri tempi e quindi prontamente abolita

dopo il Congresso di Vienna, da Fer-dinando IV di Napoli e III di Sicilia.Questo, accanto alla dura opera di re-pressione del ministro della polizia ecapo dei gendarmi di Ferdinando II, ilmarchese Francesco Saverio del Carret-to, aveva fatto montare l’ostilità dei si-ciliani. La rivoluzione del 1848 è l’ultimadi quattro moti antiborbonici avvenutinella regione tra il 1800 e il 1849. Daessa, come si è già ricordato, nasce unostato indipendente e sovrano che dura16 mesi ed ha una costituzione liberale,talmente democratica da ispirare suc-cessivamente lo Statuto Albertino. So-no i prodromi del Risorgimento. Ro-solino Pilo e Giuseppe La Masa guidano

la rivolta di Palermo, che deve iniziare il12 Gennaio, perché la data coincide colcompleanno di Ferdinando II delle dueSicilie, nato a Palermo nel 1810, durantel’occupazione napoleonica.

Non vi è estranea la classe nobiliare,con l’appoggio esterno di Inghilterra eFrancia. Il 10 luglio 1848, infine, vieneproclamato lo Statuto costituzionaledel nuovo Regno di Sicilia, che ricalcala costituzione del 1812 e istituisce unregime monarchico costituzionale. Inquesta temperie si ambienta il nuovoromanzo di Simona Lo Iacono, «Ilmorso» (Neri Pozza) dove, secondo lacollaudata cifra stilistica dell’autrice,protagonisti sono gli ultimi, i deboli,

indifesi, le vittime della violenza e del-le prevaricazioni. E chi più debole, diuna donna povera, per sovrammerca-to in odore di follia (la «babba», lapazza) o possessione diabolica, inquanto epilettica, in un tempo in cuineppure si conosce il nome di questamalattia? Lucia Salvo è bella e questaappare la sua qualità più evidente, mapossiede anche un carattere straordi-nariamente forte. Dall’originaria Sira-cusa, è inviata dalla madre a Palermo,a servizio presso la casa dei conti diRamacca, con la speranza affatto na-scosta che il conte figlio possa inca-pricciarsene. La sedicenne riottosa,non solo non si sottometterà al suo

datore di lavoro, ma reagirà morden-dolo come un furetto e facendolo san-guinare.

Il morso segna per sempre il futurodella ragazza che, suo malgrado, si tro-va catapultata nell’ambiente dei co-spiratori, si innamora di uno di essi,diventa un’eroina rivoluzionaria. Tut-to questo, in estrema sintesi. Lo Iaconoè brava nell’inventare intrecci all’in -terno di una cornice tutto sommatofilologicamente corretta (c’è un Rug-gero Settimo che se ne scappa a Maltacon un anno di anticipo di quando loavrebbe fatto in realtà, ma la descri-zione di come sbianca per la fifa giu-stifica appieno la licenza). E le sue in-venzioni, nei casi più fortunati, ap-paiono più vere del reale. Come quan-do descrive quartieri popolari di Pa-lermo e la debolezza dell’animo sici-

liano, con l’importanza che esso at-tribuisce all’apparire; o la sua inde-cifrabilità, che è l’altra faccia della me-daglia, per cui nulla è come appare.

La lingua dell’autrice è originale, in-dulge ai dialettismi – spesso di suainvenzione – ma senza esagerare o sci-volare nel macchiettistico. E scherza,vendicandosi coi suoi personaggi, ri-velando in ciò inedita capacità d’iro -nia. Per dirne una, il Conte figlio, ilconquistatore femminile di consuma-ta esperienza, finirà con l’innamorarsidel “castrato signorino”, un famoso eu-nuco che si esibisce come voce bianca.E così viene servito.u

®Il morsodi Simona Lo IaconoNeri Pozza, pag.238, A16,50

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Isabella Spagnoli

E' un libro dolente, intenso e «scorti-

cante», quello di Marina Corradi, inviatodel quotidiano «Avvenire», penna raf-

finata e sensibile, figlia amata dell'indimenti-cabile Egisto, che, oggi, racconta la storia ruvida emelanconica di una famiglia sofferente, com-plessa, velata da ombre che incombono nellaquotidianità come macigni. E’ Teresa la pro-tagonista del romanzo: «L’ombra della madre. Tredonne sole» (Marsilio) a narrare in prima personale vicende della sua famiglia, nella quale i genitoriAlma ed Ermanno e la sorella Viola combattono,ormai con poca energia, contro incomprensioni,disagi e beffe di un destino pronto a colpire dietrol’angolo. Il romanzo comincia con la descrizionedi una tragedia. Il 24 marzo 1916, nel pieno dellaGrande Guerra, avviene il siluramento del Sussex,nave civile e disarmata ad opera di un som-mergibile della marina tedesca. Il Sussex a bordotrasporta persone dirette a Londra. Fra questeAlba, la mamma, allora neonata, di Teresa cheviene gettata nella scialuppa di salvataggio. Ma la

piccola sprofonda nelle acque gelide del mare eviene miracolosamente salvata dalle mani di unasuora sconosciuta. La piccola sopravvissuta delSussex prosegue, così, il suo viaggio nella vita,diventando una leggenda per le sue figlie cheamano sentire raccontare, la sera prima di dor-mire, quella storia come fosse una favola. Il lietofine però non esiste per Alba che, una voltacresciuta, da aristocratica raffinata, decide di

sposare Ermanno, un giovane di estrazione ope-raia che sembra offrirle passione ed amore in-tenso. Ma il sogno si trasforma presto in unaffresco opaco che palesa sacrifici, assenze, crepenere che sprofondano in mura bianche, disil-lusioni feroci. Una Milano nebbiosa del dopo-guerra non somiglia ad Alba e ai suoi sogni didonna raffinata, laureata, votata alla maternità findalla giovinezza, che ogni giorno sente un disagiocrescente insinuarsi nel suo matrimonio e nellasua esistenza. I figli faticano ad arrivare, poifinalmente, nasce Viola in una notte di violentotemporale, presagio nefasto che si rivelerà fon-dato. Dopo un lungo periodo viene al mondoanche Teresa, bimba concepita tra assenze e anniche avanzano, dono inaspettato e testimone diuna discesa inarrestabile che incombe sulla fa-miglia. «Un giorno, si era di aprile, Teresa e lamadre dal balcone osservavano Viola che tornavadalla bottega del droghiere, con una borsa inmano. Quando il verde scattò sul semaforo e leiriprese a camminare, entrambe notarono un suoappena accennato claudicare». La malattia dellagiovane avanza veloce, aggravando le ormai in-

sanabili ferite del nucleo familiare in cui vive. Lasolitudine di prima si trasforma in alienazione eTeresa deve lottare contro la disperazione degliadulti cercando di non soffocare tra le macerie diuna famiglia distrutta in cui nessuno si prende piùcura del dolore degli altri. La giovane rischia dicedere alla disperazione; la sua esistenza e il suofuturo sono a rischio, ma lei, forse, ce la farà,aggrappandosi ad una caparbietà nascosta nelprofondo dell’anima e grazie all’amicizia e al-l’amore, capaci di farla riemergere da un destinogià segnato.

Marina Corradi che ha il dono di scrivere«adottando» il lettore, rendendolo protago-nista del suo narrato, racconta il vuoto di unafamiglia come tante, di figli e figlie in cerca diconferme, sorrisi e certezze che spesso nonarrivano. E allora racconta di passi che cercanodi ritrovare brandelli di serenità a dispetto diun presente che non lascia scampo.u

®L’ombra della madre. Tre donne soledi Marina CorradiMarsilio, pag. 319, A 17,50

E' un percorso per appun-ti della pittura italianadal Trecento al Nove-cento la mostra in corsoa Perugia a Palazzo Bal-

deschi (fino al 15 settembre) intitolata«Da Giotto a Morandi. Tesori d’arte diFondazioni e Banche italiane». L’hacurata Vittorio Sgarbi che ha raccoltonovanta opere che testimoniano il rap-porto di questi enti con la cultura lo-cale in quanto hanno spesso acquista-to opere non solo di artisti che hannoscritto pagine importanti nella storiadell’arte, ma anche di artisti rimastiun po’ in ombra e che hanno rappre-sentato punti di riferimento significa-tivi per realtà locali, che in alcuni pe-riodi sono state centri di scuole dallecaratteristiche peculiari. Opportuna-mente Sgarbi – nel catalogo curato conPietro Di Natale ed edito da FabrizioFabbri – definisce l’esposizione un«museo parallelo» in quanto ripercor-re sette secoli di storia iniziando daGiotto, il rinnovatore dell’arte sacra,fatta scendere dal cielo in terra con lasottolineatura degli affetti umani. Quipropone un San Francesco che con oc-chi carichi d’emozione guarda proba-bilmente verso la figura di Cristo. Ilsentimento assume una carica espres-sionistica nel Noli me tangere di Bar-naba da Modena. Siamo nel periododei fondi oro dove il Beato Angelicositua i suoi casti personaggi e Matteoda Gualdo le sue complesse, originali,tortuose composizioni. Col Rinasci-mento la bellezza interiore si intrecciacol classicheggiante equilibrio formaleche trova una splendida espressionenella Madonna col Bimbo e San Gio-vannino del Perugino mentre Pintu-ricchio accentua la vivacità cromaticae l’eleganza dei tessuti. Dopo Raffaelloè Michelangelo che diventa punto diriferimento: lo si avverte nel musco-loso e luminoso Sapiente col libro diDosso Dossi, nel drammatico Suicidiodi Cleopatra del Brusasorci, che richia-ma il dinamismo del Laocoonte acca-rezzato da seducenti luci veneziane.Simbolo della seduzione è la bella On-fale dai capelli ramati e dai raffinatigioielli, descritta da Ludovico Carrac-ci. La pittura emiliana attraversa un

periodo di particolare vivacità al qualepartecipano pure i parmigiani Giovan-ni Lanfranco (Alessandro rifiuta l’ac -qua da bere) e Camillo Procaccini (In-coronazione di spine): mentre que-st’ultimo va a cercar gloria col fratelloa Milano, Lanfranco va a Roma (e Na-poli) dove gli artisti emiliani ricevonoimportanti commissioni: Guercinocon la sua pittura densa di fisicità e diumori (Sibilla, Cristo e la Samaritana),Reni (Lucrezia preordina il suicidio)con la ricerca di una suprema bellezza

formale. Nello stesso periodo a Romasi diffonde il realismo populisticostraordinariamente interpretato daCaravaggio, che trova numerosissimiseguaci anche stranieri come SimoneVouet (Vergine addolorata). Un par-ticolare interesse per la vigorosa forzamuscolare e l’uso significante della lu-ce desta la Flagellazione di Cristo delMaestro di Cesena. E la luce gioca unruolo di accentuazione realistica an-che nella Presentazione al tempio diRutilio Manetti. Il filone caravaggesco

si diffonde al Sud iniziando da Bat-tistello Caracciolo qui con un teneris-simo San Giuseppe che protegge conslancio paterno il figlioletto divino; lastessa tensione emotiva, ma di ben di-verso segno, si coglie nella Morte diSocrate di Giovan Battista Binaschi,tra il filosofo e il carceriere che gli por-ge la cicuta. Nel corso del Seicento siimpone la classicità monumentale quiespressa da Gian Domenico Cerrini edal padovano Pietro Liberi la cui pia-cevole Allegoria del tempo e della ve-rità ha corpi morbidi e colori leggeriche ritroviamo in Antonio Balestra eGian Antonio Pellegrini. Il Settecentoveneto sulla scia di Gaspar Van Wittelcrea limpide scenografiche vedute conBernardo Bellotto e Francesco Albotto.In quel secolo fioriscono anche le Na-ture morte: quelle ruspanti di CarloMagini e Giuseppe Artioli e quelle son-tuose e brillanti di Cristoforo Munari.Anche nella ritrattistica al realismorustico di Gaspare Traversi si contrap-pone la retorica celebrativa di PompeoBatoni e Angelica Kauffmann. L’Otto -cento è un secolo di grandi cambia-menti: prima l’accentuazione senti-mentale nel romanticismo dilagantenella morbida atmosfera di Amintache rinviene tra le braccia di Silvia delPiccio; poi il serrato contrappunto cro-matico del macchiaiolo Fattori; la pre-gnante atmosfera naturalistica che sacogliere De Nittis; il realismo crepu-scolare di Pelizza da Volpedo (La don-na dell’emigrato) e Angelo Morbellicon le ospiti del Pio Albergo Trivulzioa Milano. La chiusura è affidata alleeleganti sciabolate di Boldini, alla vi-sionaria fiammante fantasia di Scipio-ne, alle vibranti luci di De Pisis, al ma-gico realismo di Carrà, alla sommessapoeticità di Morandi, al primordialepaesaggismo onirico di Dottori e aquattro scultori che hanno lasciato unforte segno del loro tempo: MedardoRosso che ha saputo cogliere le vibra-zioni psichiche e ambientali sui sog-getti, Leonardo Bistolfi poeta del sim-bolismo negli anni del Liberty, AdolfoWildt raffinato protagonista dell’ArtDeco e Quirino Ruggeri attento inter-prete dei Valori Plastici.u

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Da Giotto a Morandinel museo dei museiSfilano cento dipinti di banche e fondazioni italianedi Pier Paolo Mendogni