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Eureka!

B E N V E N U T O

Un caloroso benvenuto!

Ti ringraziamo per l’interesse che hai dimostrato scaricando questo e-book.

Nelle pagine che stai per leggere, oltre all’indice completo, troverai alcuni estratti signifi cativi del libro, che contengono intuizioni utili da mettere subito in pratica. Potrai da un lato farti un’idea di massima del contenuto, e dall’altro testare immediatamente alcuni strumenti di crescita messi a tua disposizione dal testo.

Siamo convinti che i libri siano come amici fi dati: da loro possiamo imparare modi per mettere a frutto il nostro talento e la nostra intelligenza.

Se vuoi, aiutaci a diffonderli. Con un semplice “click”, condividi questo e-book con le persone che ti stanno a cuore. Promuovere la cultura è un atto di grande rispetto verso noi stessi e chi ci circonda.

Buona lettura!

Il team di NLP ITALY e Alessio Roberti Editore

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Tecniche per

sviluppare la creatività

e avere grandi idee

CHIC THOMPSON

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© 2007 by Sterling Publishing Co., Inc.The book has been published

by arrangement withSterling Publishing Co., Inc.,

a division of Barnes & Noble, Inc.,387 Park Ave. S., New York, NY 10016

Titolo dell’opera originale in lingua ingleseWhat a Great Idea! 2.0

Sottotitolo dell’opera originale in lingua ingleseUnlocking Your Creativity

in Business and in Life

Titolo della versione italiana dell’operaEureka!

SottotitoloTecniche per sviluppare la creatività

e avere grandi idee

Alessio Roberti Editore SrlVia Conti Albani, 342 – Urgnano (BG) – Italy

Copyright © 2008 Alessio Roberti Editore Srl

Prima edizione: dicembre 2008

ISBN978-88-88612-73-7

Traduzione dall’inglese Fabio Rizzoli

Giuliana Salerno

Revisione testiAnna Albano

Coordinamento di redazioneFabio Rizzoli

Impaginazione e progetto grafi co della copertinazeronove di Andrea Mattei

Fabio Rizzoli

Immagine di copertinaAndres Rodriguez © Fotolia

Proprietà letteraria riservata.

È vietata la riproduzione con qualsiasi mezzo.

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D E D I C A

Al mio primo datore di lavoro, Bill Gore, che mi spingeva ogni set-timana a trovare un nuovo uso per il Gore-Tex®.

Al mio amico d’infanzia Rube Goldberg, i cui fumetti mi hanno aiutato a vedere le soluzioni da un altro punto di vista.

Al mio fratello minore, Larry Thompson, che di solito veniva incol-pato quando, da bambino, le mie idee andavano storte.

E, soprattutto, ai miei genitori, Larry ed Eleanor Thompson, che hanno sostenuto ogni mia azione, creativa o meno, con amore in-condizionato.

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S O M M A R I O

P R E F A Z I O N EL’Edison del Giappone Yoshiro Nakamatsu 13

I N T R O D U Z I O N EUscire dal guscio I passi chiave che compiono le persone creative 23

I L P R I M O P A S S O

L I B E RT À

C A P I T O L O 1La seconda risposta giusta Disimparare le regole della scuola 33 C A P I T O L O 2Un cucchiaino di bicarbonato La natura della creatività 45

C A P I T O L O 3Pronti, Fuoco… Mirare! L’origine delle idee 57

C A P I T O L O 4Frasi-killer I nemici delle idee 83

C A P I T O L O 5Contrattaccare La tua strategia vincente 97

Il primo passo Conclusioni 123

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I L S E C O N D O P A S S O

E S P R E S S I O N E

C A P I T O L O 6Pensare oltre i limiti Mappare l’idea del problema 127

C A P I T O L O 7Domande intelligenti Precursori dell’innovazione 153

Il secondo passo Conclusioni 167

I L T E R Z O P A S S O

C R E A Z I O N E

C A P I T O L O 8Profezie che si autoavverano Immaginarsi il futuro 171

C A P I T O L O 9Yin e Yang Pensare per opposti 181

C A P I T O L O 1 0Un tiro a effetto Il pensiero metaforico 211

C A P I T O L O 1 1Passare gli appunti Prendere idee in prestito 233

C A P I T O L O 1 2La palestra del cervello Superare i blocchi mentali 243

Il terzo passo Conclusioni 262

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I L Q U A R T O P A S S O

A Z I O N E

C A P I T O L O 1 3Il capitale del pensiero Valutare nuove idee 267

C A P I T O L O 1 4Idee visibili Vendere le tue idee 291

C A P I T O L O 1 5Idee invisibili Gestire le tue idee 311

C A P I T O L O 1 6Lo Show Business Incontri di idee che funzionano 325

Il quarto passo Conclusioni 347

C A P I T O L O 1 7Idee per la vita La casa della creatività 349

P O S T F A Z I O N EDiventare immortali 357

A P P E N D I C EIl tuo piano d’azione creativo 361

Ulteriori letture consigliate 365

Indice analitico 371

Linea diretta con l’Editore 375

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R I N G R A Z I A M E N T I

La mia passione è aiutare i clienti, le società e le nazioni a trovare soluzioni creative ed effi caci per imprese davvero diffi cili. Desidero quindi ringraziare il nostro nuovo team di ideazione virtuale, www.impossibleproblems.com, che consentirà alle tecniche creative di Eureka! di raggiungere nuove vette e nuove platee, e con nuove voci: Anna Belyaev, Type A Learning Agency; Kevin Carroll, Katalyst Counsultancy; Rob Cross, The Network Roundtable all’UVA; Rob Frohwein, Lava Group; Allison Hart, Bank of America; Jim Gilmore, Strategic Horizons; Carol Ann Kobza, Hallmark Cards; Kurt Ling; Craig McAndrews, Innovative Retail Group; Gary Muszynski, One World Music; Susan Patrick, North American Council for Online Learning; Aris Persidis, BioVista; Anil Rathi, IdeaCrossing; Becky Shambaugh, Shambaugh Leadership Group; il dottor Barry Silbaugh, American College of Psysician Executives; Philippe Sommers, UVA Darden Business School; Steve Van Valin, QVC.Scrivere questo libro ha favorito una collaborazione creativa che spero si allarghi a molti nuovi progetti. L’editor, Meredith Peters Hale, è stata il perfetto catalizzatore per uno scrittore dislessico come me. Ha dato forma ai miei pensieri con grande attenzione. Mi sarebbe solo piaciuto averla incontrata quando faticavo al college: purtroppo, non era ancora nata. La copyeditor Diana Drew ha apportato molti miglioramenti editoriali e le sono grato per il suo ruolo in questo progetto.Inoltre, un grazie speciale a Ron Leishman e Steve Burgess per le loro bellissime vignette, che in ogni capitolo suscitano sorrisi affettuosi e qualche sana risata.

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Yoshiro Nakamatsu

P R E F A Z I O N E

L’Edison del Giappone

tando al Guinness dei Primati, Yoshiro Nakamatsu detiene il record di invenzioni, con oltre 3.200 al suo attivo (tre volte

quelle del suo più vicino rivale, Thomas Edison). Le invenzioni del dottor NakaMats, come viene anche chiamato, comprendo-no il fl oppy disk, il cd, il dvd, l’orologio digitale, il Cinemascope e il tassametro; tutti questi risultati mi hanno indotto a prendere in considerazione l’ipotesi di intervistarlo. Però, quando mi sono reso conto che egli ha avuto quasi tutte quelle idee geniali mentre nuotava sott’acqua, ho capito che dovevo incontrare personalmente quell’uomo e condividere i nostri segreti creativi.Il metodo di invenzione NakaMats prevede l’immersione subac-quea, senza bombola d’ossigeno né boccaglio, cercando di rimanere sotto quanto più tempo possibile fi nché non viene a galla un’idea. Quindi, dopo essere riemerso, annotarsi l’idea su una tavoletta di Plexiglas completamente ba-gnata. A quanti gli chiedono se tutta quella respirazione subacquea non sia perico-losa per la sua salute, lui risponde che lo è, ma che il morire non fa parte della sua ricerca.

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Al dottor NakaMats non importa di essere considerato un eccentri-co. Si è laureato all’università di Tokyo e ha conseguito un dottorato in ingegneria. Adesso, a settantotto anni, il dottor NakaMats parla di se stesso non come di un vecchio ma, grazie alla sua teoria della longevità, come di un uomo di mezza età che attribuisce un’uguale importanza ai cinque elementi base: spiritualità, mangiare e bere, allenamento muscolare, sonno e sesso.Il suo momento più creativo è quello compreso tra la mezzanotte e le quattro del mattino, dopodiché dorme per quattro ore. Il dottor NakaMats è convinto che, se si dorme più di sei ore nell’arco della giornata, la propria capacità mentale diminuisce. Fa un unico pasto al giorno, la cena, di settecento calorie al massimo e fotografa tutti i piatti che mangia per ricordarsi quelli più gustosi. Il dottor NakaMats non beve, non fuma e ogni giorno fa sollevamen-to pesi e nuoto. È un grande sostenitore del “pisolino ristoratore” di venti minuti sopra la speciale sedia Cerebrex che, ovviamente, ha inventato lui.Ha partecipato a spettacoli della televisione americana, come Lifesty-les of the Rich e Late Night with David Letterman, e gli è stato concesso l’onore, tipicamente americano, di eseguire il primo lancio a una partita di baseball della major league (a Pittsburgh).La carriera creativa del dottor NakaMats cominciò a cinque anni, quando gli venne l’idea di uno stabilizzatore di atterraggio per il suo modellino di aereo. Qualche anno più tardi, vedendo sua madre versare con diffi coltà del cherosene da un grosso recipiente, ideò una pompa automatica. Sua madre, un’insegnante, incoraggiò il fi glio a costruire modellini delle sue invenzioni aiutandolo in seguito a effettuare le procedure per brevettarle.Il maggior successo del dottor NakaMats giunse nel 1950 quando, ancora studente all’università di Tokyo, realizzò il fl oppy disk. Dopo che sei tra le maggiori società giapponesi ebbero rifi utato di aiutarlo a produrre il fl oppy disk, ne cedette i diritti di produzione all’IBM, che fi nora detiene i brevetti di sedici sue invenzioni.Quando studiava o lavorava alle sue invenzioni, il dottor NakaMats era solito ascoltare la Quinta Sinfonia di Beethoven su dischi a 78 giri. Continuamente distratto dai rumori sibilanti della polvere e dai suoni sfrigolanti dei graffi sui dischi, si rese conto che doveva creare un congegno di registrazione di qualità migliore. E nacque il cd.

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L’ultimo progetto del dottor NakaMats è un’abitazione rivoluzio-naria, autosuffi ciente di energia, con stanze a tema che rilassano o stimolano la mente. Nella sua casa utilizza tre aree per “accendere” la propria creatività. Nella prima è situata una “stanza statica”, con un giardino roccioso e acqua corrente, che offre un ambiente sereno per pensare liberamente. Poi c’è una “stanza dinamica”, con uno speciale equipaggiamento audiovisivo che diffonde musica e lo aiu-ta ad affi nare le idee. Nell’ultima c’è la piscina, dove trascorre ogni giorno molte ore in immersione, annotando spunti brillanti sulla sua tavoletta di Plexiglas.Nella nuova casa del dottor NakaMats sono ospitate trecento delle sue invenzioni, un imponente sistema di home-theater e uno schermo di duecento pollici (508 centimetri). La casa è pavimentata con speciali mattonelle bianche, ideate dallo stesso dottor NakaMats, che hanno la proprietà di regolare l’energia per mantenere al minimo sia il riscal-damento sia il raffreddamento delle stanze.Il dottor NakaMats è anche un abile venditore di idee. Lo si può vede-re alla televisione giapponese mentre fa una dimostrazione delle sue “Scarpe che rimbalzano”, utili per migliorare le prestazioni atletiche, o della sua “Mazza perfetta”, che praticamente garantisce di mandare in buca ogni pallina da golf.Un detto da “tecno-maniaci” in Asia dice che da loro il chiodo che spunta fuori viene preso a martellate, mentre il chiodo che spun-ta fuori alla Silicon Valley guida una Ferrari e ha delle stock options. Avendo sviluppato un processo di ideazione completo, fatto di libertà, espressione, creazione e azione, il dottor NakaMats è un chiodo che continua a spuntare sempre più fuori per ogni nuova invenzione.Qui di seguito pubblico la mia intervista al dottor NakaMats, in cui descrive le sue singolari teorie su creatività e libertà.

IntervistaNakaMats: Nel mio Paese, la strada verso il successo e la competi-zione è incredibilmente dura. I bambini giapponesi subiscono fi n da subito un’enorme pressione scolastica. È stata una fortuna che i miei genitori abbiano incoraggiato dall’infanzia la mia naturale curiosità, assieme al mio apprendimento accademico. Mi hanno la-sciato libertà di creare e inventare: cosa che ho sempre fatto fi n da quando posso ricordare.

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Chic: Quali sono i metodi di insegnamento utilizzati per preparare i bambini giapponesi alla forte competizione che devono affrontare? E come infl uiscono sulla creatività?

NakaMats: Un metodo è la memorizzazione. Insegniamo ai no-stri bambini a memorizzare fi no a vent’anni, perché abbiamo sco-perto che il cervello umano ha bisogno di memorizzazione fi no a quell’età. Poi i giovani possono cominciare a fare libere associazioni, mettendo tutto insieme. Ecco come vengono formati i geni. Se un bambino non impara a memorizzare effi cacemente, non raggiunge il suo pieno potenziale.

Chic: Quindi credi che la creatività nasca da un equilibrio tra libertà e disciplina?

NakaMats: Sì, e la libertà è la cosa più importante di tutte. Il genio è riposto nello sviluppo di una completa e perfetta libertà all’inter-no dell’essere umano. Solo così una persona può arrivare alle idee migliori.

Chic: Nel nostro Paese stiamo passando un periodo diffi cile perché non ci permettiamo questo genere di libertà. Abbiamo quella che chiamiamo etica protestante del lavoro, secondo la quale “Se in un primo momento non hai successo, prova, e prova ancora”. Secondo me, provare troppo duramente soffoca la creatività.

NakaMats: È una cosa brutta. È fondamentale essere in grado di trovare il tempo e la libertà per sviluppare le migliori idee.

Chic: Allora, raccontami le tue abitudini per stimolare la creatività. Ho sentito che ti vengono idee sott’acqua!

NakaMats: Sì, questa è una parte del mio procedimento in tre fasi. Quando si sviluppano le idee, la prima regola è che bisogna essere tranquilli. Così ho creato quella che chiamo la mia stanza “statica”. È un posto di pace e quiete. In questa stanza ho solo cose naturali: un giardino di rocce, una sorgente d’acqua, piante, un masso tondo di cinque tonnellate che viene da Kyoto. Le pareti sono bianche.

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Posso guardare lo skyline di Tokyo, ma nella stanza non ci sono me-tallo o cemento: solo cose naturali come acqua, roccia e legno.

Chic: Allora vai nella tua stanza “statica” per meditare?

NakaMats: No, esattamente il contrario! Entro nella stanza per fare libere associazioni. È quel che bisogna fare prima di meditare, pri-ma di concentrarsi su un’unica cosa. Semplicemente tiro fuori delle idee, lascio che la mia mente vaghi dove vuole.

Chic: È quel che io chiamo incubazione ingenua.

NakaMats: Sì, è il momento in cui lascio libera la mia mente. Poi, vado nella stanza “dinamica”, che è esattamente l’opposto di quella “statica”. La stanza “dinamica” è scura, con le pareti a strisce bianche e nere, mobili in pelle e uno speciale impianto audio-video. Ho crea-to degli altoparlanti con frequenze tra i 12.000 e i 40.000 hertz, che, come puoi immaginare, sono piuttosto potenti. Comincio ascoltan-do del jazz, quindi passo a quel che si defi nisce “musica leggera”, e fi nisco sempre con la Quinta Sinfonia di Beethoven. Secondo me, la Quinta di Beethoven è una musica perfetta per concludere.

Chic: E alla fi ne vai in piscina…

NakaMats: Esattamente, la fase fi nale. Ho un modo speciale di trat-tenere il respiro e nuotare sott’acqua: lì mi vengono le idee migliori. Ho creato una tavoletta in Plexiglas per scrivere, in modo da poter restare sott’acqua e annotarmi queste idee.

Chic: Questo sembra adattarsi molto bene alla strategia che insegno nei miei corsi di creatività: scopri e usa i tuoi “momenti amici-delle-idee.”

NakaMats: Sì, ma nel far questo devi preparare il corpo. Puoi man-giare solo i cibi migliori. Non puoi bere alcol.

Chic: Ho sentito che hai creato il tuo “cibo per il cervello”.

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NakaMats: Sì, ho inventato degli snack che mangio durante il gior-no. Li ho commercializzati come Yummy Nutri Brain Food. Sono molto utili al processo del pensiero. Sono una miscela speciale di gamberetti essiccati, alghe, formaggio, yogurt, anguilla, uova, man-zo e fegato di pollo. Il tutto arricchito con vitamine.

Chic: Con quante persone collabori, fra tecnici, ricercatori e assi-stenti, per aiutarti con le tue invenzioni?

NakaMats: In tutto, ho centodieci impiegati.

Chic: E cosa fanno esattamente?

NakaMats: Lavorano con le mie idee, costruiscono prototipi e for-niscono assistenza per i dettagli.

Chic: Le idee ti vengono di notte?

NakaMats: Le idee mi vengono sempre! Dormo solo quattro ore per notte.

Chic: Questo è interessante, molto simile a quello che faceva Tho-mas Edison. Fai dei sonnellini come lui?

NakaMats: Sì. Mi faccio un sonnellino di venti minuti due volte al giorno in una sedia speciale di mia progettazione, la Cerebrex. Miglio-ra la memoria, le abilità matematiche e la creatività; e può abbassare la pressione sanguigna, migliorare la vista e curare altri disturbi.

Chic: Come funziona la Cerebrex?

NakaMats: Speciali frequenze sonore vibrano dal poggiapiedi al poggiatesta, stimolando la circolazione sanguigna e aumentando l’attività sinaptica nel cervello. Venti minuti sulla mia sedia ristora-no il cervello come otto ore di sonno.

Chic: Quindi, come Edison, sei sveglio la maggior parte del tempo. Sei d’accordo con l’affermazione di Edison secondo la quale le idee sono 1% ispirazione e 99% traspirazione?

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NakaMats: No, adesso è esattamente il contrario! Adesso è 1% tra-spirazione e 99% ikispirazione. Ora più che mai, dobbiamo avere ikispirazione. Ciò signifi ca che mi spingo a passare attraverso i miei tre elementi della creazione: suji, la teoria della conoscenza; pika, ispirazione; e iki, concretezza, fattibilità e commerciabilità. Per ave-re successo, bisogna passare attraverso tutti e tre gli stadi ed essere sicuri che le idee resistano a tutti quanti: ecco cos’è la ikispirazione. Inoltre, oggigiorno il computer fa risparmiare tempo e taglia fuori il 99% di traspirazione.

Chic: Pensi che la maggior parte delle aziende di ricerca e innova-zione passino attraverso i tuoi tre stadi?

NakaMats: La maggior parte sono molto accurate nel suji, la teoria, ma non si concentrano sull’iki, la vendibilità. Ovviamente, il più diffi cile di tutti è il pika, l’ispirazione creativa. Spesso i ricercatori incontrano problemi con il pika perché sono troppo focalizzati su un particolare elemento. Un genio deve essere una persona ecletti-ca, che abbia dimestichezza con molte cose, come l’arte, la musica, la scienza, gli sport. Non ci si può limitare a un solo ambito di com-petenza.

Chic: Be’, sembra proprio che tu faccia quello che dici. Sai davvero tante cose sulla musica, sull’arte, sugli sport.

NakaMats: Questo è il genio, quando sei in grado di discutere e di essere bravo in molte cose. Così come mi piace sentir parlare delle cose che tu [Chic] hai inventato durante la tua carriera da chimico, dei tuoi insegnamenti, dei tuoi programmi televisivi, sono allo stesso modo molto affascinato dal fatto che una persona che sa essere un chimico, un insegnante e un oratore possa anche essere un fumetti-sta. E così giovane!

Chic: Be’, le persone mi prendono in giro rispetto al fatto di sem-brare giovane, ma io potrei dire la stessa cosa di te.

NakaMats: Questo deriva dal mangiare i cibi giusti e dal praticare l’attività atletica adeguata. Credo che certe attività non siano adatte

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alla creatività. Per essere creativo, bisogna avere una completa liber-tà. Non credo che sport come il jogging, il tennis e il golf sviluppino onde cerebrali utili alla creatività. Nuotare è lo sport che esprime perfettamente la libertà.

Chic: Mmm. Conosco molte persone che sentono di trovare le idee quando sono fuori a fare jogging. Forse noi americani, visto che non ci permettiamo di avere una perfetta libertà al lavoro, possiamo prendercene una parte facendo jogging o giocando a golf: è l’unico momento in cui ci diamo il permesso di essere abbastanza liberi da farci venire in mente idee nuove.

NakaMats: Forse è così, ma non saranno le vostre idee migliori. Non si raggiunge la massima prestazione creativa se bisogna usare l’atletica o la tecnica per farsi venire le idee. È solo quando si ha la libertà perfetta che le idee migliori vengono alla luce.

Chic: Sono molto colpito dalla tua apertura a discutere di queste cose e dalla tua disponibilità a passare tante ore con me. Ci sono molte persone che hanno un paio di buone idee ma non le condivi-dono con nessuno. Hanno paura che gli altri vogliano rubargliele.

NakaMats: La mia logica è molto semplice: abbiamo bisogno di aprirci al mondo. Abbiamo bisogno di condividere e interagire. Io dico sempre ai giovani inventori di dimenticarsi dei soldi e di creare idee che nascano dall’amore per favorire l’umanità. L’amore aguzza l’ingegno e crea invenzioni. E, con invenzioni, non intendo solo quelle visibili. Esistono anche invenzioni invisibili.

Chic: Invenzioni invisibili???

NakaMats: Un’invenzione invisibile è qualcosa che non si può ve-dere ma si può usare. È un nuovo modo di insegnare qualcosa, un nuovo modo di stimolare la creatività degli altri. Le invenzioni in-visibili sono altrettanto potenti e di vasta portata (se non di più) di quelle visibili.

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L’origine delle idee

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Pronti, Fuoco… Mirare!

na delle domande che vengono poste più frequentemente ai miei seminari è: “Da dove vengono le idee?”. In un testo

universitario, sarei tentato di dire che le idee vengono dal “pensiero divergente” ma, visto che non sto scrivendo un testo universitario, preferisco dire che le grandi idee vengono dal:

pensiero “Pronti, Fuoco… Mirare!”

Tradizionalmente, molte persone direbbero che le idee vengono dal brainstorming. Un brainstorming ben riuscito, però, spesso implica molto più di quel che la nostra classica immagine del processo ipotizza. Un brainstorming “Pronti, Fuoco… Mirare!” segue un processo in tre fasi, e può seguire queste fasi su almeno tre livelli differenti. Le fasi:

1. defi nisci il tuo problema [PRONTI];

2. trova quante più idee puoi e il più velocemente possibile, senza giudicarle o rivederle [FUOCO];

3. esamina, sintetizza e scegli [MIRARE].

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La creatività consiste nel trovare molte idee, non solo una grande idea. Normalmente queste idee non sono messe bene a fuoco nel momento in cui vengono concepite. Non sono attese. In una pa-rola, non sono “mirate”. Non vengono grazie a una estrema con-centrazione. Non richiedono “sforzo” per la loro creazione. Trovare idee, quindi, richiede che tu, la Persona delle Idee, sia pronto, conti-nui a far fuoco, aspetti che il fumo scompaia e poi ti guardi intorno per vedere se hai colpito qualcosa di interessante. Dai un’occhiata a tutte le idee che giacciono intorno e guarda se qualcuna sembra promettente oppure no. Se nessuna è buona, preparati, fai ancora fuoco, spara a raffi ca, e poi… mira. Forse questa volta colpirai qual-cosa.Questo approccio è un ibrido tra il pensiero “divergente” e quello “convergente”. Un pensatore convergente si concentra sul proble-ma dato e cerca di sintetizza-re informazione e conoscen-za per escogitare un’idea. Al contrario, invece di concen-trarsi interiormente su un problema o un obiettivo, il pensatore divergente cerca soluzioni dappertutto: su, giù, sotto, sopra, lontano, dentro e fuori, avanti e in-dietro, nelle nuvole, nei miti, nei sogni. Il pensatore divergente cerca di imma-ginare il problema risolto. Il pensatore divergente fa degli strani giochi mentali e può immaginare un fri-gorifero che ha un bisogno tremendo di due scatole di bicarbonato: una per frutta e verdura e l’altra per il con-gelatore!

Il problema del brainstorming è che tutti pensano di saperlo già fare. Ma il brainstorming è come suonare il piano: richiede pratica, e più migliori, più soddisfazioni può darti.Tom Kelley, The Art of Innovation

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Tre livelli di brainstormingHo notato che il brainstorming spesso si presenta su tre livelli, uno più sofi sticato dell’altro, e che questi livelli tendono a spostarsi dal pensiero convergente al divergente.Il brainstorming di Livello 1 sembra una compartecipazione di fatti ed esperienze. Qui, “Pronti, Fuoco… Mirare!” non implica ancora il buttar fuori delle idee che colpiscano le persone presentandosi loro come grandi scoperte “A-ha!” [che lasciano a bocca aperta]. Credo che questo livello sia ciò che la maggior parte delle persone intende per brainstorming. Potrebbe essere chiamato “fuoco convergente”, mirato da vicino, come il colpo di un fucile calibro 22.Al Livello 2, ci guardiamo intorno e ci rendiamo conto che, anche se abbiamo buttato fuori tutto quel che sapevamo, abbiamo biso-gno di trovare qualcosa di nuovo e diverso. È quando siamo indot-ti a sparare a raffi ca nell’imprevedibile metodo divergente che ho descritto, come il colpo di una doppietta. Il primo livello si basa su quel che sappiamo e che non è veramente originale, ma al secondo livello non sappiamo dove sta andando il processo o cosa potrebbe produrre. Per riuscire, il processo deve creare un “A-ha!” universale; la risposta tipica sarà nuova, originale e inattesa, persino per la per-sona che l’ha trovata.Il Livello 3 è quello sregolato; non solo non sappiamo dove sta andan-do il processo, ma nemmeno da dove viene l’idea principale o la corni-ce da cui è scaturita. Questi sono quei lampi che si presentano mentre si è sui mezzi pubblici o ci si sta facendo una doccia: è quel che chiamo auto-brainstorming di livello superiore. In gruppo non capita molto spesso: è ciò che artisti, scrittori e musicisti tendono a sperimentare durante uno stato di acuta consapevolezza e concentrazione.La tabella che segue riassume come funzionano i tre livelli di brain-storming:

Tempo

IntensitàSoluzioneRischioRicompensa

LIVELLO 1Veloce

ConosciutaAttesaNessunoPoca

LIVELLO 2Ci vuole un po’ di tempoSconosciutaInattesaPocoPoca

LIVELLO 3Ha bisogno di germogliare

Sorprende te stessoSfi da l’organizzazioneMoltoMolta

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Molte persone che usano solo il brainstorming di Livello 1 si limita-no a guardare che cosa non va nella loro situazione, nell’ambiente, in azienda, nel capo, nella struttura o nel consorte. Concentran-dosi sullo stato delle cose contingente, tendono a limitare il loro ventaglio di possibilità. Sforzandosi in modo tanto ostinato a tro-vare un’unica soluzione, spesso sono attivamente d’intralcio alle soluzioni multiple che avrebbero bisogno di immaginarsi. Usando esclusivamente il ragionamento analitico e deduttivo, esplorano solo la rigida traiettoria del pensiero lineare. I pericoli di questa tra-iettoria sono riassunti dal fi losofo Emile Chartier:

“Niente è più pericoloso di un’idea, quando è l’unica che si ha.”

Tutti abbiamo conosciuto dei monomaniaci, persone che si ostina-no a fare qualcosa soltanto in un modo. Probabilmente i monoma-niaci assomigliano a quelli che conoscono un unico grande sistema (il loro) che considerano talmente buono da non parlarne a nessu-no, a meno che non si giuri di mantenere il segreto. Al contrario, ripensate al dottor NakaMats, alla sua apertura alle nuove idee e alla sua disponibilità a condividere le proprie.Quando Hanley Norins, un tempo direttore creativo all’agenzia pubblicitaria Young & Rubicam, chiedeva ad altri pubblicitari di successo come trovassero le idee, la maggior parte di loro risponde-va: “Attraverso la libera associazione”. Questo è il brainstorming di Livello 2 e 3, e l’importanza della libera associazione risiede nella parola libera. Nel libro di Norins The Young & Rubicam Traveling Crea-tive Workshop [Il laboratorio creativo portatile Young & Rubicam] un direttore creativo ha paragonato il processo creativo a una spugna che assorbe le informazioni, a cui segue “la fase di strizzata: quando si spreme la spugna e si scribacchiano gli spruzzi e le goccioline più promettenti”.Lo psicologo motivazionale e conferenziere Anthony Robbins in-segna nel suo RPM (Rapid Planning Method, Metodo di Pianifi ca-zione Veloce) un approccio simile al “Pronti, Fuoco… Mirare!” per la risoluzione dei problemi personali chiamato “Cosa… Perché… Come”. Robbins chiede:

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Eureka!

1. “Qual è il risultato che vuoi ottenere (e sii specifi co nelle tue aspettative)?” [Pronti]

2. “Perché vuoi ottenerlo (e sii appassionato nelle tuemotivazio-ni)?” [Fuoco]

3. “Come hai intenzione di ottenere questo risultato (e sii coraggio-so nelle tue azioni)?” [Mirare]

“Pronti, Fuoco… Mirare!” ti consente di essere aperto a molte idee mentre defi nisci contemporaneamente il tuo traguardo e successi-vamente metti le tue azioni in ordine di priorità. E aiuta a fare del processo di creazione delle idee uno stile di vita. Mette in risalto la gioia della produzione di idee, piuttosto che la frustrazione derivan-te dal cercare di concepire quell’unica idea che in qualche modo cambierà tutto. I creatori traggono le loro soddisfazioni dal tuffarsi nel fi ume della creatività e nuotare; in pratica dalla vita creativa stessa.

Creare un ambiente amico-delle-ideeLe persone altamente creative si sentono in armonia con quei mo-menti e quegli spazi in cui trovano le loro idee migliori. Il dottor NakaMats, ad esempio, si sposta dalla sua stanza “statica” a quella “dinamica” e infi ne a quella “umida”, nella sua ricerca quotidiana di un’altra invenzione brevettabile.Altri grandi pensatori, scrittori e inventori hanno avuto i propri momenti e spazi per le loro migliori creazioni. Hemingway scriveva nei caffè alla mattina presto. Duke Ellington scriveva la sua musica sui treni. Cartesio lavorava a letto. Thomas Edison dormiva nel suo laboratorio in modo da poter annotarsi le idee quando gli venivano, persino nel cuore della notte. Beethoven portava con sé un taccuino per appuntarsi le idee per le composizioni.Ad altri le idee vengono all’improvviso e semplicemente sono pron-ti a riconoscere il momento in cui si presenta una grande idea. Pre-parano il terreno per l’innovazione; creano un ambiente favorevole alle idee. Nel 1890 Friedrich von Kekule, un professore di chimica, stava tentando di determinare la struttura della molecola del benze-ne. Si addormentò su una sedia e sognò un serpente che si mangia-

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Eureka!

va la coda. Quel sogno gli rivelò la struttura che stava cercando: la struttura ad anello chiuso del carbonio, che rivoluzionò la chimica organica.Gli artisti normalmente riconoscono il valore degli “incidenti” nel loro lavoro e, manco a dirlo, moltissime invenzioni si sono verifi -cate “per caso”, mentre l’inventore stava cercando di creare qual-cos’altro. Il professor Robert Austin, in un articolo sulla “Harvard Business Review”, The Accidental Innovator [L’innovatore accidenta-le] (5 luglio 2006), racconta come Jacques Mandé Daguerre inventò la fotografi a. Daguerre mise una lastra fotografi ca impressionata in un armadietto con un termometro a mercurio che si era rotto. Per caso, i vapori del mercurio provenienti dal termometro rotto svilup-parono l’immagine fotografi ca. Austin cita altri esempi di incidenti creativi, compresi l’anestesia, il cellophane, i farmaci per abbassare il colesterolo, i cornfl akes, la dinamite, la ice cream soda, il sapone Ivory, il dolcifi cante NutraSweet, il nylon, la penicillina, il rayon, il PVC, il vaccino contro il vaiolo, l’acciaio inossidabile e il Tefl on.Anche coloro che non sono all’altezza dei grandi pensatori della civiltà occidentale sanno che determinati momenti e determinati luoghi contribuiscono più di altri alla creatività. Mentre state gui-dando per la strada, improvvisamente qualcosa vi colpisce e, in una frazione di secondo, risolvete il problema che vi stava tormentando da tutto il giorno. O magari vi state facendo una doccia e, quasi senza accorgervene, vi viene in mente un brillante progetto. La cre-atività sembra proprio fi orire in particolari momenti o luoghi.E anche se potremmo non avere la stessa creatività dei grandi pen-satori mondiali, possiamo comunque trarre profi tto dal seguire il loro esempio e determinare momenti e luoghi “amici-delle-idee”.

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Eureka!

Dove TI vengono le idee?Nei miei seminari sulla creatività ho condotto delle indagini infor-mali sui momenti più favorevoli alle idee. Contando alla rovescia, i primi dieci sono:

10. mentre si sta facendo un lavoro manuale;

9. mentre si sta ascoltando una predica;

8. dopo essersi svegliati nel cuore della notte;

7. mentre si fa esercizio fi sico;

6. mentre si legge per piacere;

5. durante una riunione noiosa;

4. poco prima di dormire e poco prima del risveglio;

3. mentre si sta seduti sul gabinetto(!);

2. mentre ci si sposta per andare al lavoro;

1. mentre si fa la doccia o si fa il bagno.

Scoprire che il bagno è un posto fertile per le idee non mi ha sorpreso. Secondo un recente sondaggio di “USA Today”, nel corso della no-stra vita passiamo tre anni in bagno. Mentre siamo in bagno:il 53% di noi legge;il 47% pensa;il 33% è al telefono.Forse l’acqua è il segreto della stimolazione di nuove idee. Scommetto che tutti coloro che tra noi si fanno abitualmente la doccia o il bagno caldo, qualche volta nella loro vita hanno avu-to un’idea proprio lì. Ades-so, però, rifl etti un attimo: quante volte hai detto che

Le mie considerazioni migliori sul futuro dell’economia mi vengono mentre sono nella vasca da bagno.Alan Greenspan, ex presidente della Federal Reserve

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ti saresti annotato l’idea avuta nella doccia non appena arrivato alla scrivania? Nel frattempo, però, l’idea era scomparsa e non l’hai mai più ritrovata.

Le idee provengono dagli stimoli del tuo ambiente. La perdita di idee può avvenire perché, quando cominci ad asciugarti, stai cambiando questi stimoli. Questo effet-to è simile all’aprire gli oc-chi dopo un sogno. I sogni svaniscono in un’istantanea esplosione di luce, o si ricor-dano solo vagamente. Quin-di, ecco le mie tre soluzioni per acchiappare le tue idee della doccia: 1. Investi in matite da vasca, 2. tieni un blocchetto per appuntarti le idee vicino al lavandino, o 3. trasforma le idee da doccia in una canzone o poesia da cantare a pieni polmoni. Come disse una volta Albert Einstein:

Fate amicizia con la vostra doccia. Se vi viene da cantare, forse nella canzone si nasconde un’idea per voi.

Ovviamente, dovresti indagare fra le tue abitudini per scoprire i momenti in cui sei incline a trovare le idee migliori. Le probabilità dicono che il tuo momento più amico-delle-idee non sia mentre sei seduto alla scrivania sforzandoti di escogitare qualcosa di intel-ligente. Quindi, quando hai bisogno di qualche grande idea, mas-simizza le tue possibilità cercando attentamente questi momenti amici-delle-idee.

Passo così tanto tempo a pensare nella doccia che i miei dipendenti misurano scherzosamente la complessità delle mie idee in ‘unità doccia’.Ray Ozzie,creatore di Lotus Notes

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Sognare a occhi apertiIl software nel tuo “cervello da un chilo” passa ventiquattro ore al giorno a produrre ed elaborare idee. Secondo una ricerca, le nostre idee migliori giungono ai seguenti orari:6.00-12.00: 30%12.00-18.00: 14%18.00-0.00: 33%0.00-6.00: 23%Quando il cervello è in mo-dalità sonno, chiamiamo so-gnare la produzione di idee in corso. Quando siamo svegli e guardiamo fuori dalla fi ne-stra, lo chiamiamo sognare a occhi aperti. Quando siamo svegli e concentrati su un compito, lo chiamiamo pen-sare.A scuola ci veniva detto: “Non guardare fi sso nel vuoto: stai attento!”. Così, abbiamo im-parato a non sognare a occhi aperti ma solo a stare seduti, pensare e ripetere a memoria. Eppure, sognare a occhi aper-ti è di vitale importanza per il nostro successo, in quanto il futuro è l’unico luogo in cui possiamo fare qualsiasi cosa. Il passato è fi nito ed è troppo tardi per cambiare il presente. Come diceva Walt Disney:

I sogni impossibili non sanno di essere impossibili.

Sognare creativamente a occhi aperti richiede che si parta dal pre-supposto che il futuro esiste già all’interno del presente. Semplice-

Tutti gli uomini sognano, ma non allo stesso modo. Quelli che sognano di notte nei recessi polverosi della loro mente si svegliano di giorno per scoprire che era vanità, ma quelli che sognano di giorno sono uomini pericolosi, perché possono agire sui loro sogni con gli occhi aperti per renderli possibili.Thomas E. Lawrence,I sette pilastri della saggezza

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Eureka!

mente, non si è ancora sviluppato del tutto. Il tuo compito è quello di trovare e coltivare i semi del futuro, perché il nocciolo di ogni seme è un’idea in attesa di crescere.

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Eureka!

– E S E R C I Z I O –

A C C H I A P P A I L C I N Q U E !

In Leader della rivoluzione Gary Hamel dice che, per essere un leader effi cace, hai bisogno di passare il 20% della giornata pensando al futuro. La sua indagine sui leader aziendali ha mostrato che la maggioranza passa solo dall’1 al 2% del suo tempo a sognare a occhi aperti.

Calcola quanto tempo passi a sognare a occhi aperti per crearti il futuro:

1. che percentuale della giornata trascorri sognando a occhi aperti?

2. che percentuale dei tuoi sogni a occhi aperti riguardano il futuro?

3. che percentuale dei tuoi sogni a occhi aperti condividi con gli altri?

Per me, la domanda più importante è quanti dei tuoi sogni a occhi aperti condividi davvero con i tuoi colleghi. Perciò, io consiglio la ricetta “Acchiappa il cinque!” per stimolare un pensiero orientato al futuro:

1. sogna a occhi aperti cinque minuti ogni giorno;

2. concentra i tuoi sogni a occhi aperti sulle cose da uno a cinque anni nel futuro;

3. condividi i tuoi pensieri con cinque amici.

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Creare un momento amico-delle-ideeCrearsi un momento amico-del-le-idee può signifi care semplice-mente fare una pausa: alzarsi dal-la scrivania, bersi un caffè, andare in un al-tro uffi cio o stare alla scrivania e fare qual-cosa di semplice nella tua lista di cose da fare, tipo dare un’occhiata a una rivista, o guardare fuori dalla fi nestra. “Io comincio semplicemente a digitare pensieri casuali”, racconta un direttore creativo di un’agenzia pub-blicitaria in The Young & Rubicam Traveling Creative Workshop [Il la-boratorio creativo portatile Young & Rubicam]. “L’atto di battere sui tasti … mi aiuta a rilassarmi, come un corridore si riscalda prima di una gara”.Nancy Badore, ex direttrice del Ford Motor Company’s Executive Development Center, utilizza il tempo degli spostamenti per rica-ricare le proprie batterie creative. Come raccontato in The Female Advantage: Women’s Ways of Leadership [Il vantaggio femminile: gli stili di leadership delle donne] di Sally Helgesen, Badore dice di es-sere “completamente conscia di lasciar vagare e fl uttuare il cervello durante la guida. Non accendo la radio, non mi concentro sui com-piti che devo svolgere. La giornata procede così velocemente che è diffi cile trovare del tempo per distrarsi completamente; io lo faccio in macchina, e mi accorgo di avere alcuni dei miei momenti più creativi mentre sto guidando in autostrada”.Paul MacCready, creatore del Gossamer Condor, la celebrata mac-china-volante, attribuisce la sua ispirazione al sognare a occhi aper-ti. Come fattori primari che hanno condotto al suo progetto del Gossamer Condor, ora esposto allo Smithsonian vicino al primo aeroplano dei fratelli Wright, cita una vacanza di un mese, con set-temila miglia di guida, e infi nite ore di osservazione dei falchi con la coda rossa.

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Creare un uffi cio amico-delle-ideeOvviamente, quando è il tempo di ideare qualcosa, non si può sempre fare una doccia, corre-re al gabinetto o fare il pendo-lare. Almeno non senza creare un certo scompiglio in uffi cio. Quindi devi prestare molta at-tenzione a ciò che ti circonda, al posto in cui passi la maggior parte del giorno o della notte, e capire se favorisce o inibisce il processo creativo. Il posto su cui eserciti un considerevole controllo, e quindi di più immediato interesse, è molto probabilmente il tuo uffi cio.Guardati intorno. Il tuo uffi cio è un amico o un nemico del proces-so creativo?Pensa a tutti gli stimoli che in classe ti stavano intorno e suscita-vano la tua curiosità e che ti facevano venire voglia di imparare. C’erano delle cartine, dei mappamondi, dei quadri, delle fotografi e e tutto l’alfabeto, appesi lungo il perimetro della stanza.Adesso pensa alla tua sala conferenze. Probabilmente i suoi muri sono grigiastri o beige, senza neanche una foto dei tuoi clienti o delle attività che hanno contribuito al successo della tua organizza-zione. La IBM aveva la regola che solo due cartelli potevano rima-nere appesi ai muri di quella sala. Uno diceva,”Pensa!”, che a quel tempo era il mantra della compagnia; l’altro diceva “Quando hai fi nito, pulisci tutto!”. È diffi cile immaginare slogan più effi caci nel mortifi care e asfi ssiare il pensiero. Il luogo più improbabile dove trovare nuove idee è la scrivania del tuo posto di lavoro. Guarda intorno al tavolo. Dove sono gli stimoli per generare nuove idee? Le sedie per gli ospiti sono forse piene di vecchie riviste, scoraggiano la gente a entrare, a sedersi e fare due chiacchiere (spesso terreno fertile per grandi idee)? Il tuo uffi -cio è un contenitore di trofei, addobbato di premi, diplomi e altre testimonianze dei tuoi successi passati? C’è qualche monumento a tua futura memoria? Sei sicuro che tutto ciò faccia una buona

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impressione ai tuoi visitatori? Probabilmente sono delle esibizioni necessarie per rassicurare i clienti sulla tua formazione ed esperien-za professionale; ma, se non ci sono clienti che debbono entrare, è come se tutti i tuoi diplomi intimidissero e ostacolassero quelli che si fermano davanti al tuo uffi cio. La maggior parte di essi probabil-mente inibisce la tua stessa capacità di scoprire le potenzialità che il presente e il futuro possono offrire.Se concordi sul tuo bisogno di essere più innovativo nel modo di pensare, è tempo di cambiare le regole e rimettere un po’ di stimoli creativi all’interno della tua vita. Einstein aveva sul comodino una foto di Isaac Newton. Che foto potresti tenere a casa o in uffi cio?Passa in rassegna il tuo uffi cio. Metti in fi la gli oggetti che ti ispira-no, quelli che ti fanno sudare e quelli neutrali.

ISPIRAZIONE1. 2. 3.4.5.

TRASPIRAZIONE1. 2. 3.4.5.

NEUTRALI1. 2. 3.4.5.

Per far sì che il tuo uffi cio diventi un posto che favorisce il processo creativo, ecco alcuni suggerimenti che ho preso in prestito dai par-tecipanti ai miei seminari sulla creatività:

1. metti una tua foto da bambino sulla scrivania. Non la foto di tuo fi glio, ma una tua da piccolo. Questo sì che va bene. Una tua foto di quando eri giovane, innocente, e tanto creativo! Questo tocco amichevole ti aprirà agli altri e al tuo staff e qualcuno capirà per la prima volta che quando sei nato non avevi certo quarantacin-que anni!;

2. nel tuo uffi cio metti una lavagnetta o appendi un foglio, così da poter iniziare facilmente una seduta “Pronti, Fuoco… Mirare!” nel caso un collega o collaboratore si presentassero con un pro-blema;

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3. spendi 25 euro per qualcosa da mettere sul tavolo che rappresenti la tua “visione.” Io ho usato questo espediente nei miei seminari di creatività. Ecco alcuni oggetti acquistati dai partecipanti: un estintore-giocattolo (“Tengo lontano gli incendi!”); un vaso pie-no di biglie occhi-di-gatto (“Sto tenendo d’occhio il futuro!”); una foto di Topolino (“Per ricordarmi l’incredibile servizio-clien-ti di Disney World!”);

4. trova e appendi una foto della tua “visione” sulla parete. La NASA ha parecchie foto di stazioni spaziali e della luna. Bob Stripling, city manager di Staunton, Virginia, che aveva in mente di realiz-zare un nuovo parcheggio in centro, attaccò nel suo uffi cio foto di edifi ci-parcheggio che avevano vinto premi di eccellenza, così che gli ricordassero il suo obiettivo e gli ispirassero nuove idee su come raggiungerlo;

5. metti sul tuo tavolo alcuni giocattoli: costruzioni Lego, scatole di pennarelli colorati e altri oggetti tipici da bambini che ti ricordi-no l’innocenza e la semplicità della creatività. Ti sorprenderai di quanti fra i tuoi visitatori li prenderanno in mano e cominceran-no a giocarci;

6. nessun uffi cio è completo senza un giornalino di fumetti accan-to all’ultimo numero della “Harvard Business Review”. Non si sa mai: potrebbe essere una vignetta, oppure un articolo, a ispirare la prossima grande idea a te o al tuo ospite.

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Considerare i volti dell’innovazioneCome società leader nel design, IDEO ha creato prodotti innovati-vi, servizi ed esperienze per aziende della classifi ca Fortune 1000 e impiega designer, ingegneri, esperti di comportamenti umani e stra-teghi di business. Per alimentare una cultura dell’innovazione nei suoi uffi ci, Tom Kelley, il general manager di IDEO, ha identifi cato le dieci tipologie umane, i “volti,” che stimolano l’innovazione del-la compagnia stessa. La lista che segue è il riassunto del suo nuovo libro I dieci volti dell’innovazione:

1. l’Antropologo produce nuove idee osservando la gente intera-gire con i vari prodotti e servizi;

2. lo Sperimentatore continua a testare scenari possibili per con-

cretizzare nuove idee;

3. l’Impollinatore trova connessioni inedite tra idee differenti così da crearne di nuove;

4. il Saltatore ama scavalcare ciò che ostacola l’innovazione per creare qualcosa di nuovo;

5. il Collaboratore produce idee attraverso la generalizzazione del-le dinamiche multidisciplinari di gruppo che partono da input individuali;

6. il Regista vede il quadro generale mentre sente il polso della situazione corrente;

7. l’Architetto Esperienziale trasforma un’esperienza normale in un qualcosa di notevole;

8. lo Scenografo promuove una cultura amica-delle-idee creando un ambiente di lavoro che stimola la creatività;

9. l’Affabulatore ci ispira con racconti di come l’innovazione por-terà l’organizzazione nel futuro;

10. lo Zelante capisce e simpatizza con la clientela creando una rela-zione dinamica basata sulla partecipazione e sulla fi ducia.

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Ti riconosci in questa lista della IDEO? Pensa ai vari “volti” di inno-vatori nella tua organizzazione: quali mancano, quali sono i domi-nanti? Attribuire un volto ai nostri ruoli nel processo dell’innova-zione, differenziati ma nello stesso tempo sinergici, è un meraviglio-so sistema per condurre visivamente la nostra gente verso il futuro.

Eliminare il lavoro inutileL’esperto di management Peter Dru-cker ha detto, poco prima di morire all’età di novantacinque anni, che “la chiave dell’innovazione è ab-bandonare le cose obsolete, quelle irrilevanti o i programmi che non hanno mantenuto le promesse.”Se sei sommerso da documenti senza senso, riunioni senza fi ne e da troppe approvazioni, non sei l’unico. Un’indagine ha rilevato che il 74% dei dirigenti hanno detto di essere impantanati in metodi di lavoro superati e controproducenti; di essere intrappolati in riunio-ni inutili e soffocati da documenti che spesso fi niscono diritti nel cestino dell’immondizia.L’amministratore delegato della Ford, Bill Ford Jr., ha recentemente affermato che bisogna eliminare “le riunioni organizzate dal fami-gerato ‘protagonismo manageriale’ cui si partecipa soltanto per la paura di non essere notati o programmate semplicemente perché ‘questo è ciò che si è sempre fatto’”. Ha poi aggiunto: “le riunioni che ripagano il nostro tempo sono quelle che ci aiutano a procedere più spediti, a eliminare la burocrazia e a portare ogni livello dell’or-ganizzazione a decisioni appropriate”.Secondo Jack Welch, ex direttore generale della General Electric, “affi nché una grande società possa essere competitiva, occorrono Velocità, Semplicità e Fiducia nei propri mezzi”. Oggi una multina-zionale deve essere capace di offrire qualunque servizio, ovunque, comunque e a chiunque. Questo signifi ca soddisfare i clienti. In ogni caso, velocità non signifi ca “schiacciare il piede sull’accelerato-re” e fare le stesse cose allo stesso modo in maniera più veloce.A volte, per essere più veloci occorre rallentare, guardare più in pro-fondità cercando di capire come vengono fatte le cose e chiedersi “come possiamo fare questo in metà tempo?”.

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La velocità deriva dall’ottimizzazione dell’intera organizzazione e del lavoro di ogni singolo lavoratore. Jack Welch ha chiesto ai di-rigenti di compilare una lista delle venti cose che stavano facendo e che li costringevano a lavorare settanta ore la settimana. “Scom-metto che almeno cinque di queste sono ‘lavoro inutile’ e possono essere eliminate,” ha detto. Questo conferma la battuta del grande vignettista Rube Goldberg:

L’uomo cercherà sempre modi complicati per eseguire lavori semplici.

Vero o falso: la pressione aumenta la creatività

In un’intervista a “Fast Company”, intitolata I sei miti della crea-tività, Teresa Amabile, che guida il Dipartimento di Management Imprenditoriale alla Harvard Business School, ha descritto la sua re-cente ricerca sulla creatività. Amabile ha raccolto circa 12.000 diari quotidiani di duecentotrentotto persone “che lavorano in progetti creativi presso sette compagnie che si occupano di largo consumo, di hi-tech e di prodotti chimici”, spazzando via il mito che i tempi stretti aiutano la creatività.

Considerate giornalmente, le persone spesso hanno pensato di essere molto più creative lavorando sotto la pressione di una scadenza ravvicinata. I 12.000 gior-ni che abbiamo studiato a seguire, tuttavia, hanno dimostrato proprio il contrario: la gente era meno cre-ativa quando doveva combattere contro il tempo. In-fatti abbiamo rilevato una sorta di nausea da fretta: quando le persone lavoravano sotto una forte pressio-ne, la loro creatività non diminuiva soltanto in quel giorno ma anche nei due giorni successivi. La man-canza di tempo soffoca la creatività perché non si può affrontare il problema in profondità. La creatività ha bisogno di un periodo di incubazione; si ha bisogno di tempo per immergersi nel problema e lasciare che le idee vengano a galla.

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Amabile ha anche scoperto che, a fronte di una scadenza imminen-te, la disattenzione prende il posto della creatività:

In realtà il problema non è tanto la scadenza: è la di-sattenzione a sottrarre il tempo di arrivare alla svolta creativa. La gente può senz’altro essere creativa di fron-te a un’arma puntata, ma lo può fare solo se è capace di concentrarsi sul lavoro. Essa deve rimanere al riparo dalla distrazione, e deve sapere che il lavoro è impor-tante e che tutti sono impegnati a compierlo. In trop-pe organizzazioni la gente non comprende le ragioni di tanta fretta, tranne il fatto che da qualche parte c’è qualcuno che desidera le cose fatte ‘per ieri’”.

La ricerca di Amabile si integra perfettamente con il pensiero di Peter Drucker: l’innovazione ci richiede di buttare a mare ogni pro-getto irrilevante e obsoleto. Perciò guardati intorno. Confronta ogni cosa che fai, ogni rapporto che scrivi (o leggi) e tutti i logori modi di affrontare le cose quotidianamente. Che cosa può aiutare il proces-so creativo nella tua routine? O meglio, che cosa impedisce alle idee di scaturire liberamente? Che cos’è che durante il giorno ti rallenta? Quali cose si mettono di traverso? Numeri telefonici persi? Messaggi dimenticati? Rapporti archiviati male? Lavori fasulli?Che ne diresti se la prossima volta che chiedi a un dipartimento di valutare la possibilità di tagliare il loro budget del 10%, proponi anche che venga ridotto del 10% il numero di documenti, riunioni e approvazioni? Rimuovere gli ostacoli e il lavoro inutile facilita il processo creativo.Questi passaggi indicano che la priorità di un’organizzazione è l’in-novazione, non l’immobilismo.Creare un uffi cio amico-delle-idee può essere il primo passo per ri-muovere ostacoli all’effi cienza e togliere barriere alle grandi idee.

Creare una sala riunioni amica-delle-ideeNon sarai certamente sorpreso se dico che i meeting, meno che mai quelli noiosi, non sono nella lista dei dieci migliori momenti amici-delle-idee. E se anche ci fosse una possibilità di trovare una grande idea in una riunione noiosa, probabilmente tu la terresti per te. Ci

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vuole coraggio per interrompere la tipica monotonia di una riunio-ne e sostenere con passione una nuova svolta. Il rischio di uscire dalla linea politica aziendale, per alcuni, o il considerare la schiet-tezza troppo ardita, per altri, può scoraggiare questa scelta.Tu, però, puoi rendere le tue ri-unioni energiche, coinvolgenti, divertenti, produttive, creative e collaborative; insomma, puoi portare una ventata d’aria fresca. Credimi, non esiste molta concor-renza in questo settore, e tu puoi costruirti velocemente un’ottima reputazione di leader organizzando delle riunioni fantastiche. Que-sta è una verità importante da ricordare: se tu sei un leader, la gente seguirà le tue emozioni. Raramente essa sarà più vitale, ottimista, trasparente e aperta di quanto tu non possa essere. Sei tu a stabilire l’umore e la gente lo seguirà, nel bene e nel male.Inizia le tue riunioni stabilendo immediatamente un rapporto. En-tra in contatto con le persone offrendo apprezzamenti con calore e sincerità. Qui ci sono alcune cose su cui soffermarsi all’inizio di una riunione:

1. su che cosa le persone si sono recentemente impegnate dura-mente?

2. che cosa puoi dire per “catturare” la loro attenzione, inducendoli a fare le cose per bene?

3. che cosa sta succedendo di positivo che riguarda la gente in sala?

4. chi si è appena sposato, o ha avuto un fi glio o ha raggiunto un qualche traguardo sul lavoro?

Se sei ancora in imbarazzo, cerca qualcosa di positivo accaduto in azienda, nella cronaca o nello sport. Svolgi i tuoi compiti a casa e co-nosci il gruppo. In cambio, il gruppo avrà fi ducia in te e ti seguirà.

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Mai sottovalutare il vantaggio di stabilire un rapporto come mezzo per stimolare la collaborazione; non farti tentare dall’idea di sacri-fi care queste cose perché l’agenda è troppo lunga e il tempo troppo breve. Fai ridere e parlare la gente, e le grandi idee seguiranno; che tu sia in brainstorming o meno.Impegnati a demolire uno dei capisaldi di tutte le riunioni. Ovve-ro, passa dal “raccontare” al “chiedere.” Lascia che siano gli altri a stabilire l’agenda. Così scoprirai cosa pensano veramente. Non farti prendere dal panico: hai sempre la possibilità di inserire i tuoi argomenti nella lista. Invece che dominare la scena, inserisci i tuoi argomenti nel corso del dibattito così da creare una dinamica di inclusione.Chiarisci le aspettative del team attraverso l’atmosfera dell’incon-tro. Troppe riunioni fi niscono per impantanarsi nel rimpallo del-le responsabilità: persone che incolpano altri reparti, o i dirigenti dell’azienda, o i venditori, o persino i clienti, per tutta una serie di disfunzioni. Le vittime amano sfogarsi e così risucchiano nel gorgo tutta la vitalità e l’energia creativa dei partecipanti. In questi casi devi agire in fretta e con risolutezza. Ritorna nuovamente alla mo-dalità del “chiedere” ponendo domande importanti:

1. “Cosa possiamo fare per risolvere questo problema?”

2. “Cosa possiamo fare per portare avanti la questione?”

3. “Cosa posso fare per aiutarvi a farlo?”

Tutte queste tattiche rafforzano le persone rendendole responsabili e accendendo la loro creatività.

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Annota le tue ideeQuando pensi ai tempi, ai luoghi e alle riunioni “amiche-delle-idee” stai pronto ad annotare tutto. Altrimenti, sarai come molte altre persone creative: dimenticherai le tue idee prima ancora di aver l’occasione di metterle in pratica.Ecco alcuni metodi che io ho usato per annotarle:

1. metti un blocco di carta e una penna vicino al letto o in cucina;

2. metti una matita grassa nella doccia: si puli-sce con qualunque detergente liquido;

3. metti un registratore nel cruscotto dell’auto;

4. tieni in tasca dei cartoncini o un taccuino;

5. chiama la tua segreteria telefonica e lascia un messaggio;

6. scrivi sul palmo della mano;

7. se non hai una matita o una penna, sii creativo e scrivi sulla pol-vere della credenza, sul vapore dello specchio del bagno o sulla sabbia della spiaggia.

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Creare una banca delle ideeLa Banconota Idea rappresentata qui sotto è grande quanto un dol-laro: conservare le idee è come avere denaro in banca. Esse accu-muleranno interessi, i tuoi interessi, non appena le consulterai e ti faranno accendere altre nuove idee. Stampa un blocco di Banconote Idea e distribuiscile ai tuoi collaboratori o dipendenti. Portane alcu-ne nel portafoglio per le illuminazioni o le intuizioni improvvise e archiviale in una cartella con scritto”Banca delle Idee”.

Un clima per la creativitàLa creatività, dunque, deriva da un processo, da un modo di pen-sare e di guardare il mondo, da un modo di affrontare i problemi. La creatività sgorga dall’inaspettato: da un confl itto tra opposti, da metafore, da sogni sul futuro. Un ambiente creativo riconosce le modalità del pensiero creativo e tenta di incoraggiarle attraver-so l’arredamento e le decorazioni. Se i tuoi “dirigenti indaffarati” dicono che non possono permettersi di lasciare la loro scrivania, tu puoi ricordare loro che esistono i momenti “amici-delle-idee” o puoi controbattere dicendo che “i dirigenti indaffarati non possono permettersi di non lasciare la loro scrivania.” Potresti anche tentare di studiare un ambiente che spinga la gente a lasciare le scrivanie per trovarsi nei tipici momenti e luoghi “amici-delle-idee”.I dirigenti della Steelcase, Inc., una grande azienda di mobili da uffi cio, si resero conto che in qualità di produttori di “ambienti d’uffi cio” dovevano trovare all’interno delle soluzioni creative per il nuovo centro di sviluppo di Grand Rapids, in Michigan. La com-pagnia ha coinvolto grossi esperti di psicologia organizzativa inca-

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ricandoli di realizzare fi sicamente un prototipo in grado di favorire l’interazione formale e informale tra le persone, così da stimolare idee e incoraggiare la comunicazione, sia pianifi cata sia spontanea, e la formazione di gruppi.L’innovativa architettura d’interni dell’edifi cio piramidale da 111 milioni di dollari del Corporate Developement Center della Steelca-se prevede aree di pausa, forme di “quartieri” e zone di aggregazione per dirigenti.Le aree di pausa, zone di assembramento spontaneo che incoraggia-no riunioni informali, sono strategicamente collocate tra i diversi “quartieri” dell’edifi cio. Ogni area è fornita di lavagne, pennarelli, macchine per il caffè e distributori di bevande. L’azienda ha pure coniato una defi nizione, inconveniente funzionale, per descrivere l’ef-fetto dell’inevitabile mescolamento tra persone di diversi reparti e diverse specializzazioni.

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IDEE BRILLANTI: AZIONE! 1. Eleva il tuo brainstorming dal Livello 1 al Livello 2 e goditi la libera asso-

ciazione, l’incognito, l’inaspettato, le grandi idee.

2. Immagina i tuoi momenti e i tuoi luoghi “amici-delle-idee,” e impara a prenderti una pausa quando la mente è “inceppata” ma il tuo cervello vuole continuare a fi ssare il computer.

3. Cambia gli ambienti, crea spazi dove le persone si possono ritrovare e permetti loro di interagire. Cambia nome alle tue riunioni o alle aree di pausa per adattarle alla tua vision. La Apple ha nominato la sala riunioni Dorothy e Toto per far sapere a tutti che in ogni persona si nasconde un mago.

4. Questa settimana elimina un pezzo di “lavoro inutile” per sperimentare la soddisfazione della Velocità, della Semplicità e dell’Autostima.