Progetto Eureka “Io scelgo”

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Progetto Eureka “Io scelgo” Istituto Comprensivo Statale “N. D’Apolito” CAGNANO VARANO ( FG) "Io scelgo", Progetto Eureka, Presentazione 24/05/2012 ore 18.00, "N. D'Apolito", Prof. L. Crisetti

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Progetto Eureka “Io scelgo”. Istituto Comprensivo Statale “N. D’Apolito” CAGNANO VARANO ( FG) a. s. 2011/2012. Feedback: CRONOPROGRAMMA. Docenti Seminari di formazione con l’esperto pedagogista (3 incontri di due ore ciascuno per ciascuna annualità). Genitori - PowerPoint PPT Presentation

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Progetto Eureka

“Io scelgo”

Istituto Comprensivo Statale

“N. D’Apolito” CAGNANO VARANO

( FG)

a. s. 2011/2012

"Io scelgo", Progetto Eureka, Presentazione 24/05/2012 ore 18.00, "N. D'Apolito", Prof. L. Crisetti

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Feedback: CRONOPROGRAMMA

Docenti • Seminari di formazione con l’esperto pedagogista (3

incontri di due ore ciascuno per ciascuna annualità).Genitori• Formazione con il consulente pedagogista (3

incontri di 2 ore ciascuno: prima, a metà e a termine attività).

Alunni • Attività di ricerca - azione

− Classi seconde: maggio-giugno (20 ore da distribuire flessibilmente nelle due mensilità)

− Classi terze: settembre-gennaio (30 ore da distribuire flessibilmente in base alle esigenze individuate)."Io scelgo", Progetto Eureka, Presentazione 24/05/2012 ore

18.00, "N. D'Apolito", Prof. L. Crisetti

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 Alunni classe seconda−Partecipazione motivata e congrua alle attività

di Orientamento−Presa di coscienza della propria identità e

trasformazione psicofisica−Conoscenza mestieri e punti di forza del proprio

territorio.

Feedback: RISULTATI ATTESI 1/2

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RISULTATI ATTESI 2/2

Genitori −Agevolazione processo di conoscenza di sé

del figlio, ponendosi come alleati della scuola, partecipando agli incontri e attivandosi collateralmente, per chiarire dubbi, senza avere la pretesa di sostituirsi a lui nella scelta, magari per vedere realizzato quel sogno che non sono riusciti a vedere concretizzato

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SINTESI ATTIVITÀ Genitori Incontri con il pedagogista esperto per

condividere spazi di formazione incentrati •sull’adolescenza, fase difficile e lunga .. a ricostruire la propria identità e a progettare il proprio futuro•sulle dinamiche di gruppo •sulle scuole superiori• sul ruolo dei genitori nella scelta e nella costruzione della fiducia di base

Incontri con i docenti

• per condividere esperienze e Consiglio Orientativo.

 

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• Più colf e addetti alle pulizie

• Addetti Commercio e servizi alberghieri e ristorazione

• Servizi personali

• Servizi sanitari

• Più figure professionali tecniche e specialistiche

• Alti profili− in scienze gestionali,

commerciali e giuridiche• specialisti in contabilità, gestione

del personale, scienze economiche, esperti legali delle imprese

− Ingegneri, architetti, esperti informatica

− Figure tecniche (scienze fisiche, chimiche, paramedici)

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PROFESSIONI DI ALTO PROFILO

Esperto legale

Esperto contabileEsperto in gestione del personale

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TECNICI

Tecnici informatici Tecnico di laboratorio

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PROFESSIONISTI

Ingegnere architettoEsperto informatica

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COMMERCIO RISTORAZIONE TURISMO

Addetti alla ristorazioneAddetti al turismo

Addetti al commercio

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SERVIZIPersonale paramedico Assistenti agli anziani

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SERVIZI

colf badante

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SERVIZI

parrucchiera estetista

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SERVIZIPersonale medico ricercatore

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• Meno impiegati

• Artigiani

• Operai specializzati tessile e abbigliamento

• Agricoltori

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IMPIEGATI

Lavori d’ufficio

docenti

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ARTIGIANIOperai del vetro e

ceramistiSarti, operai del legno, carpentieri

Intagliatori, produttori bambole

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ARTIGIANI

Ciabattino/calzolaio tessitrici

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AGRICOLTORI

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Mercato del lavoro

Tendono a crescere• Professioni ad alto

livello di competenza

• professioni non rimpiazzabili dalle tecnologie

Tendono a scomparire• lavori rutinari

− affidati alle macchine

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Alto livello di professionalizzazione

Basso livello di professionalizzazi

one

polarizzazione tra professioni ad alto valore aggiunto da un lato e di basso livello dall’altro.

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COMPETENZE ISFOL 2012• ampliamento patrimonio saperi e

abilità cognitive, individuali e collettivi

• aggiornamento costante delle conoscenze e competenze−ICT−problem solving−lavoro in team−comunicazione in più lingue, ecc.

• Spazio all’apprendimento e all’apprendistato

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previsioni dell’ISFOL in ItaliaLo scenario nel nostro Paese si

allontana dalla media comunitaria:

• stagnazione della crescita delle professioni ad elevata specializzazione ed un incremento delle professioni elementari.

• flessione pari all’1,8% delle professioni qualificate, • un aumento dell’1,1% delle professioni elementari • una stabilità delle professioni intermedie• le professioni tecniche hanno subito una diminuzione

di 22 punti percentuali, a fronte di un aumento del 13% della Francia e della sostanziale stabilità del dato tedesco.

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le skills richieste dalle imprese

Nei lavori di alti profilo• capacità di problem solving

• competenze di tipo cognitivo e alfanumerico− capacità di acquisire e controllare

le informazioni per far fronte ai cambiamenti e alle innovazioni

• competenze relazionali e di comunicazione con gli altri.

Nelle occupazioni elementari

• Capacità di relazionare − … prendersi cura degli altri

• capacità di problem solving

• competenze di tipo cognitivo e alfanumerico

Ecco perché preferiscono assumere persone con livello intermedio d’istruzione

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ISFLOL- Italia: serie di criticitàl’Italia ha disinvestito nei lavori ad alta

specializzazione e tecnici incrementando invece l’occupazione nelle professioni

elementari.

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ISFOL- L’ITALIA E L’EUROPA• DANNI A LIVELLI DI PORDUTTIVITà E DI INNOVAZIONE

• DI CAPITALE UMANO (DISINCENTIVATO)− Dal 1998 la produttività del lavoro è cresciuta infatti di poco più di 4

punti percentuali, a fronte di un incremento medio comunitario pari al 15,7%.

- disallineamento tra domanda e offerta di competenze più elevato rispetto ad altri Paesi

- Il sottoinquadramento caratterizza i livelli più istruiti della forza lavoro, specialmente la componente giovanile nella fase di Ingresso nell’occupazione.

• il livello delle competenze della forza lavoro qualificata risulta strutturalmente inferiore rispetto ai maggiori Paesi europei

• la base occupazionale con i livelli professionali più elevati è composta per poco più della metà, 53,6%, da lavoratori con istruzione terziaria, a fronte del 70,6% della media comunitaria, del 72% della Germania e del 71% della

Francia.

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In conclusione emerge come, trasversalmente alle professionidel terzo millennio in Italia

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L’istruzione si dimostra un fattore decisivo sia nella fase di ricerca di un’occupazioneche in quella del mantenimento del posto di lavoro. Il possesso di un titolo di studioelevato è un elemento premiante nel mercato del lavoro in termini di maggioreoccupabilità e di più elevati rendimenti retributivi. Anche una lettura congiunturaleevidenzia come la recente crisi economica abbia colpito in misura differente individuicon diversi livelli di scolarizzazione, mostrando un rischio di perdita del posto dilavoro più basso per il segmento più istruito della forza lavoro.Tra il 2007 ed il 2010 il numero di occupati è diminuito di circa 350

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Tra il 2007 ed il 2010 il numero di occupati è diminuito di circa 350 mila unità, conuna corrispondente flessione del tasso di occupazione della popolazione in etàlavorativa (15-64 anni) pari a 1,8 punti percentuali, dal 58,7% del 2007 al 56,8%del 2010, valore sostanzialmente confermato nel 2011 (56,9%). Il saldo negativo ètuttavia frutto di una dinamica variamente articolata rispetto al livello di istruzione:nel periodo considerato si registra un aumento pari a 500 mila unità del numero dioccupati con un titolo di studio medio-alto (diploma di scuola secondaria superiore otitolo universitario), a fronte di una diminuzione di 850 mila unità per le persone chehanno conseguito al massimo la licenza media o un diploma triennale. Il vantaggiorelativo del livello di scolarizzazione si registra, seppure con diversa intensità, pertutte le fasce di età, a conferma che l’impatto dell’istruzione sui livelli di occupabilitàha un carattere sistematico.

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Ciononostante, il livello di istruzione nel nostro Paese ha agito in misura inferiorerispetto alla media comunitaria nel mantenere i livelli di occupabilità: tra il 2007 e il2011 gli occupati con istruzione terziaria sono aumentati in ragione del 10% inItalia, a fronte del 14% nella media dei 27 Paesi comunitari, del 17,8% in Germaniae del 13,4% in Francia.L’analisi della disoccupazione conferma il vantaggio relativo dato dall’investimento inistruzione nell’attenuare il rischio di inoccupazione e disoccupazione.

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La penalizzazionenelle quote di disoccupazione ha colpito maggiormente le persone con titoli di studiopiù bassi, licenza elementare e media, non solo in termini assoluti, ma soprattuttoper l’incremento dei differenziali rispetto ai diplomati e ai laureati, che hanno vistosalire il livello della disoccupazione, ma con incrementi meno significativi rispetto aquelli registrati dalle persone meno istruite. Nel 2011 il tasso di disoccupazione degliindividui poco scolarizzati si attesta su livelli doppi rispetto a quelli registrati percoloro che possiedono un titolo universitario: l’indicatore riferito ai laureati è pari al5,4%, mentre per i diplomati è superiore di 2,5 punti percentuali e raggiunge unvalore del 10,4% per chi possiede la licenza media.

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L’investimento in formazione rappresenta inoltre un fattore determinante del profilodella mobilità nel mercato del lavoro e garantisce un’elevata probabilità di ingressonell’occupazione. Tra i disoccupati in possesso della sola licenza media meno di unquarto ha trovato lavoro nell’arco di 12 mesi; per i diplomati la quota di successocresce al 28% e per i laureati al 34,4%. Il vantaggio relativo del titolo terziarioaumenta considerando la fascia di età più giovane, dove i laureati in cerca dioccupazione mostrano una probabilità di ingresso al lavoro (40,1%) nettamente piùfavorevole rispetto a quella dei disoccupati in età più matura (30,2%). La capacitàdell’investimento in istruzione nell’aumentare le opportunità di ingressonell’occupazione è più marcata sulle fasce di età più basse e perde di efficacia colprogressivo permanere nel mondo del lavoro. Tale fenomeno conferma un profiloparticolare del sistema di istruzione e formazione professionale del nostro Paese,secondo cui alla scarsa propensione di una quota significativa di persone e impreseall’aggiornamento delle competenze, corrisponde un processo compensativo diapprendimento sul lavoro.

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Oltre al titolo di studio è il possesso di competenze chiave, quali quelle informatichee di conoscenza della lingua inglese, spendibili in modo trasversale sul mercato dellavoro, a determinare un vantaggio relativo sia nel favorire l’ingressonell’occupazione che nel transitare verso il lavoro stabile. Tale elemento suggerisceche strumenti di flessibilità in entrata possano rappresentare un ponte verso unabuona occupazione se accompagnati da skills di carattere trasversale. I dati ricavatidall’indagine PLUS dell’ISFOL mostrano che i tassi di transizione dal lavoro atipicoverso il lavoro standard sono più alti per chi è in possesso di competenze chiave piùelevate. Parallelamente la probabilità di transitare dal lavoro atipico verso ladisoccupazione è più elevata per i lavoratori con basso livello di competenze.

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La pur debole dinamica dei premi salariali degli occupati con titolo di studio terziariosi riscontra mediamente per i laureati in tutte le discipline. I dati relativi ai redditi del2010 confermano tuttavia il maggiore rendimento delle discipline scientifiche:limitatamente al solo lavoro dipendente, i laureati in ingegneria e in medicinapercepiscono un reddito superiore al 10% rispetto alla media, mentre le lauree indiscipline umanistiche e sociali e i laureati in lingue rendono oltre il 10% in menorispetto alla media. Tra i diplomi di scuola secondaria superiore il rendimento piùelevato si riscontra per gli istituti tecnici, che garantiscono un reddito mediamentesuperiore rispetto ai licei e agli istituti professionali. Un’articolazione molto simile trale discipline si riscontra anche per il rendimento misurato in termini di occupabilità.La carenza di discipline tecniche e scientifiche caratterizza ancora il nostro Paese inmodo strutturale.La classe compresa tra 25 e 34

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In Italia, la famiglia è un luogo fondamentaledi creazione e allocazione di capitale umano. Quindi una fonte di variabilità delrendimento dell’istruzione è riconducibile al profilo della famiglia di origine. Tra glioccupati in posizioni apicali (legislatori, dirigenti e imprenditori) il minore rendimentodella mobilità ascendente è particolarmente evidente: chi proviene da una famigliacon almeno un genitore al vertice della tassonomia professionale guadagna circa il30% in più rispetto a chi, al contrario, aveva un background familiare più modesto

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Il nostro Paese partecipa a questo percorso, ma presenta ancorarilevanti ritardi nella formazione delle competenze di giovani e adulti. I tassi didispersione scolastica nelle fasce giovanili, il basso tasso di partecipazione degliadulti alle attività formative e il divario con l’Europa riguardo il livello dellecompetenze funzionali dei giovani in uscita dall’obbligo formativo, presentanoancora forti criticità che espongono le persone, soprattutto i giovani, a rischio diesclusione.Infatti, seppure in costante diminuzione

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Infatti, seppure in costante diminuzione nell’ultimo decennio, quasi un giovaneitaliano su cinque, nella classe di età compresa tra 18 e 24 anni, abbandonaprecocemente il percorso di istruzione e formazione: con un valore pari al 18,2% nel2011 il nostro Paese presenta un tasso di dispersione superiore di quasi 5 puntipercentuali alla media comunitaria, pari al 13,3%. Il divario di genere prevede unmarcato vantaggio per la componente femminile, il cui tasso di dispersione è di pocosuperiore al 15%, mentre per i maschi raggiunge il 21%. Il benchmark comunitarioal 2020 è del 10%, quello nazionale del 15%.

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Per rispondere ai fabbisogni della domanda di lavoro e fornire ai giovani miglioriprobabilità di occupazione, in tutti i Paesi europei si stanno rilanciando percorsi diformazione tecnico-professionale e forme di apprendistato o comunque diapprendimento che includano una consistente parte in impresa.Anche in Italia, la domanda di formazione tecnico-professionale iniziale registra nel2012/2013 un lieve incremento rispetto all’anno precedente, in controtendenza con ifenomeni di licealizzazione che avevano caratterizzato l’ultimo decennio: i dati sulle

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iscrizioni al primo anno delle scuole statali riportano un aumento dell’1,5% degliiscritti agli istituti professionali. Anche gli istituti tecnici mostrano un lieve aumentodello 0,4% nelle preferenze degli studenti, mentre i licei, pur mantenendo un gradoelevato di attrattività, presentano una diminuzione dell’1,9%. Per l’anno scolastico2012/2013 il 46,6% degli studenti ha scelto di frequentare un liceo, il 32,0% unistituto tecnico e il 21,4% un istituto professionale. Negli istituti tecnici il settoretecnologico presenta un aumento delle domande di iscrizione (+1,0%), mentrediminuisce dello 0,8% la domanda di iscrizioni all’indirizzo “amministrazione, finanzae marketing”, che tuttavia ricopre il 9,9% della domanda di iscrizioni. Negli istitutiprofessionali l’indirizzo “enogastronomia e ospitalità alberghiera” è quello cheraccoglie un maggiore interesse da parte degli studenti (8,5%). Le scelte deglistudenti riguardanti i licei si indirizzano maggiormente verso il liceo scientifico(17,5%), a seguire il liceo linguistico (7,3%) e, infine, il liceo classico (6,8%).

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L’ISFOL ha portato a termine nel 2011 la prima indagine nazionale sugli esitiformativi e occupazionali dei giovani qualificati nel 2007 nei percorsi triennali diistruzione e formazione professionale, sia a titolarità delle agenzie formative che atitolarità delle istituzioni scolastiche. I dati mostrano che a tre anni dalconseguimento del titolo poco meno del 60% dei giovani qualificati è occupato, il27% si trovava al momento dell’indagine in cerca di occupazione (di cui circa unterzo risultava non aver mai svolto un lavoro nei tre anni successivi alconseguimento del titolo) e il 13% si trovava in condizione di inattività (di questidue terzi circa erano al momento dell’indagine inseriti in un percorso formativo).L’indagine rivela che i percorsi di IFP garantiscono un buon matching tra domanda eofferta di competenze: il 60% dei giovani ritiene di svolgere un lavoro coerente con

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la qualifica ottenuta (una maggior coerenza si rileva nei qualificati dei settoriindustria ed elettronica). Tra coloro che hanno dichiarato di svolgere un impiegonon totalmente coerente con la qualifica, oltre l’80% indica che il lavoro svoltoimplica mansioni comunque in linea (40%) o superiori (41%) rispetto alleaspettative. L’87% dei qualificati svolge un lavoro come dipendente, l’8% sonolavoratori autonomi in senso stretto e il 5% ha un contratto di collaborazione. Tra ilavoratori dipendenti, il contratto più diffuso è quello di apprendistato (36%), segueil contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato (33%), o a termine (25%);il 4% dichiara di non avere alcun contratto di lavoro

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Dall’indagine condotta dall’ISFOL si può affermare dunque che la valutazionepositiva espressa nei confronti dei percorsi triennali trova il suo fondamento nonsolo nell’importante funzione di professionalizzare i giovani, formando competenzeutili ad un inserimento lavorativo, ma anche nella fondamentale funzione dirimotivazione verso l’apprendimento, dichiarata espressamente dagli intervistati,soprattutto per quei giovani con carriere scolastiche non lineari, demotivati e arischio di esclusione sociale.

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La complessa riorganizzazione del sistema dell’offerta è collegata agliapprofondimenti relativi alla specificità di ciascuna filiera, IFTS e ITS, sia in relazioneal riordino degli istituti tecnici e professionali, sia in relazione al sistema accademico,anche rispetto ai temi della ricerca applicata e del trasferimento di competenze da everso il sistema delle imprese. Al momento non è ancora concluso l’iter normativoche regolerà la filiera, ma rimane chiaro che il segmento dell’istruzione e formazionetecnica superiore mira alla declinazione verso l’alto delle competenze di tipo tecnicoe tecnologico, alla formazione di figure capaci di applicare le nuove tecnologie neiprocessi produttivi, alla responsabilità condivisa della rete dei partner chiamati aprogettare e gestire gli interventi sul territorio e alla necessaria integrazione conaltre politiche di sviluppo locale. La rimodulazione dell’offerta ha mirato infattiall’individuazione di figure professionali di livello nazionale, raccordate con il mondodelle professioni e con gli ambiti di sviluppo più innovativi.

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I settori di interventoSINTESI RAPPORTO ISFOL 2012Le competenze per l’occupazione e la crescita16degli ITS, che consentono il conseguimento del diploma di tecnico superiore valido alivello nazionale, sono stati individuati in stretta connessione con le sei areetecnologiche definite come strategiche per lo sviluppo del Paese: Efficienzaenergetica, Mobilità sostenibile, Nuove tecnologie della vita, Nuove tecnologie per ilmade in Italy, Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali, Tecnologiedell’informazione e della comunicazione.Ad oggi sono attivi 59 istituti tecnici superiori sul territorio nazionale che, trasettembre e dicembre 2011, hanno avviato un totale di 77 corsi. Al contrario, i corsidi istruzione e formazione tecnica superiore attivi nel 2011-2012 sono 45, con unaprogressiva diminuzione rispetto agli anni precedenti: 200 corsi nel 2009-2010, 120nel 2010-2011. Da simili evidenze nasce l’urgenza di valorizzare le capacità diprogrammazione dei territori: si tratta di mettere a sistema le risultanze di quantogià sperimentato, incentivando quei network che si sono dimostrati in grado diintegrare risorse pubbliche e private e mettendo a punto un sistema di valutazioneche possa avvalersi di indicatori concertati e funzionali a misurare l’efficacia degliinvestimenti sostenuti.

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RIFERIMENTI NORMATIVI• (Decreto Dipartimentale n. 40 del 31.07.2008, Gruppo Tecnico Scientifico Nazionale

• C. M. n. 43 del 15 aprile 2009.−“attività istituzionale delle scuole di ogni ordine e grado….

parte integrante dei curricoli di studio di tutte le discipline, che deve essere presente nel processo educativo e formativo sin dalla scuola dell’infanzia. Esso si esplica come un insieme di attività che mirano a formare e a potenziare le capacità delle studentesse e degli studenti di conoscere se stessi, l’ambiente in cui vivono, i mutamenti culturali e socio-economici, le offerte formative, affinché possano essere protagonisti di un personale progetto di vita e partecipare allo studio e alla vita familiare e sociale in modo attivo, paritario e responsabile” ( Direttiva n. 487/1997).

− Circ. n. 29 del 12/04/2012.

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Orientamento e Dispersione • .funzionamento del sistema scolastico

−patologico

• sistema economico-produttivo−dispendio

• storie individuali (formative, lavorative, sociali)−Problematiche

• Ruolo strategico (Maria Luisa Pombeni, 2007)• Difattica orientativa e reimpostazione curricolo

(2012)

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• ruolo nella prevenzione della dispersione scolastica e della necessità, oggi più pressante, di dover intervenire a tutti i livelli scolastici e formativi per sostenere i giovani nell’assunzione coerente di processi di scelta e di decisione in una società sempre più caratterizzata da incertezza e complessità.

• LEGAME con il curricolo

• Diritto al successo scol.

• Capacità di assumere decisioni sul proprio futiro coerenti con propri bisogni e aspettative

• Collande pedagogico antidispersione

• Comepetenze chiave di cittadinanza

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Competenze chiave di cittadinanza D.M. 22 agosto 2007 n. 139 sono:

• - Imparare ad imparare,

• - Progettare,

• - Comunicare,

• - Collaborare e partecipare,

• - Agire in modo autonomo e responsabile,

• - Risolvere problemi,

• - Individuare collegamenti e relazioni,

• - Acquisire ed interpretare l’informazione.

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COMPETENZE• analizzare le proprie risorse in termini di interessi, attitudini, saperi

e competenze

• esaminare con realismo le opportunità e le risorse a disposizione ma anche vincoli e condizionamenti che regolano la società e il mondo del lavoro

• Mettere in relazione opportunità e vincoli in modo da trarne indicazioni per scegliere

• Assumere decisioni e perseguire gli obiettivi

• Progettare il proprio futuro e declinarne lo sviluppo

• Attuare i progetti delineati e decisi

• Monitorare e valutare le azioni realizzate e lo sviluppo del progetto in termini di criticità e forza e di aggiustamenti necessari.

• Autorientamento flessibile mercato lavoro e richieste società

• Pof orientantecompetenze chiave-territorio (no autoreferenza scuola)

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Linee guida … orientamento lungo tutto l’arco della vita. Indicazioni nazionali. C.M. 15/4/2009

• team regionali, designati da Uffici Scolastici Regionali … “rete territoriale” di Soggetti e di rapporti, indispensabile presupposto

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ORIENTAMENTO COME STRATEGIA GLOBALE (Decreto Dipartimentale n. 40 del 31.07.2008, Gruppo Tecnico Scientifico Nazionale

• INVESTE TUTTA LA PERSONA

• DURA TUTTA LA VITA

• È TRASVERSALE ALLE DISCIPLINE

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STRATEGIE• CRESCITA DOCENTI

• DIDATTICA COINVOLGENTE STUDENTE

• DIALOGO CON IMPRESE, SCUOLE, ALTRI SOGGETTI ISTITUZIONALI

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Settembre 2012il ministro profumo e l’Orientamento come strategia• Corretta scelta di vita

• Anticipato

• scandire il passaggi salienti scuole -lavoro

• Compagni più grandi

• Lavoratori

• Imprenditori

• sindacati

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Ministro profumo• INVESTIMENTI SULLA SCUOLA. Quanto alla

dispersione scolastica, il professore e ingegnere elettronico ha poi spiegato di esser lontani dall'obiettivo del 10%, "anche perché c'è una grande disomogeneità nel Paese, ci sono Regioni in cui la dispersione è molto elevata". Ecco perché, spiega il ministro, "abbiamo individuato cento microaree in cui ci sono azioni speciali per questo. Sono stati investiti oltre 100 milioni di euro, anche col ministro dell'Interno". Questa, oltre al "tema dell'edilizia scolastica", è una "delle priorità del Paese". Per "avere una scuola più sicura".

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Ministro prifumo 8 giugno 2012• FORMAZIONE E MERCATO DEL

LAVORO. Profumo ha ricordato come nel Paese ci sia una forte domanda, nel mercato del lavoro, di competenze tecniche, "alle quali non siamo in grado di dare risposta". Per questo è stata data importanza "all'orientamento", in tutti i gradi di istruzione, anche se in tal senso "occorre impegnare più risorse".

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Competenze richieste dall’Ue • Dal comunicare in lingua madre, al

comunicare in lingua straniera, dalle competenze di base matematiche scientifiche e tecnologiche alle competenze digitali, interpersonali, interculturali e sociali fino all'imprenditorialità e all'espressione culturale".

• Valorizzazione antichi mestieri

• Accordo regioni -.ministeri-enti locali-parti interessate