DSA E STILE ATTRIBUTIVO. I bambini con DSA hanno spesso: 1. Un concetto di sé più negativo...
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RIBUTI
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I bambini con DSA hanno spesso:
1. Un concetto di sé più negativo (Tabassam e
Grainger, 2002)
2. Provano più ansia e hanno poca autostima
(Hall, Spruill e Webster, 2002) 3- Tendono a sentirsi meno responsabili del
proprio apprendimento (Anderson-Inman, 1999) 4. Tendono a persistere poco ovvero ad abbandonare il compito alle prime difficoltà
(Bouffard e Couture, 2003)
L’IMPOTENZA APPRESA
1. Fallimenti attribuiti alla mancanza di abilità (“Non sono
bravo..)
2. Percezione di non potere fare nulla per cambiare
Talvolta è associata a una continua ricerca di conferme da
parte dell’adulto (‘sono stato bravo ?’che voto mi dai ?’) o a
rabbia verso genitori o insegnanti Accusati di non aiutare (‘ce
l’hanno con me!)
3. MANCANZA DI CONTROLLO = io non posso fare
niente per sottrarmi al fallimento o per migliorare sbaglierò
sempre, quindi è meglio non applicarsi e rinunciare
L’INTERVENTO DELLA SCUOLA
INTERVENIRE COMPENSARE DISPENSARE
STRUMENTI
ASPETTI EMOTIVI
RELAZIONALI
IL PRIMO INTERVENTO DELL’ INSEGNANTE
1- Andare a modificare lo stile
attributivo del bambino
2. Puntare a promuovere la sua motivazione
3. Accogliere la sua difficoltà
CHE COSA SONO LE ATTRIBUZIONI?
Definizione: Processi attraverso i quali ogni individuo
analizza i suoi successi o insuccessi per capire chi o che
cosa è responsabile della riuscita o meno di compiti di
diverso tipo
• Ricercare cause di quello che ci succede
quotidianamente nella vita
• Sono riflessioni che ognuno di noi fa inconsapevolmente
PRINCIPALI FORME ATTRIBUTIVE
Presenza o assenza di:
1. IMPEGNO (interna – instabile – controllabile)
2. CAPACITA’ (interna – stabile – incontrollabile)
3. AIUTO (esterna – instabile – controllabile)
4. FACILITA’ (esterna – stabile – incontrollabile)
5. FORTUNA (esterna – instabile – incontrollabile)
LO STILE ATTRIBUTIVO
E’ lo schema personale e tendenzialmente stabile di
attribuzioni con il quale ciascun individuo spiega i propri
successi o insuccessi
• Ciascuno stile attributivo si caratterizza per la scelta di
una causa per spiegare gli eventi
• Alcuni stili sono più funzionali all’apprendimento e altri
meno
DA CHE COSA DERIVA LO STILE ATTRIBUTIVO?
1. Esperienze passate
(ripetuti fallimenti possono far imparare che non esiste
alcuna relazione tra impegno e risultato)
2. Dallo stile attributivo di insegnanti e genitori
COME INSEGNANTI E GENITORI INFLUENZANO LO STILE ATTRIBUTIVO DEL BAMBINO
Il rapporto tra attribuzioni dei bambini e degli adulti di
riferimento dipende :
1. dalla tendenza dei bambini a inferire le attribuzioni
degli adulti partendo dalle loro risposte di tipo
emotivo in caso di successo o insuccesso
COLLERA: indicherebbe che l’adulto pensa che il bambino non si è impegnato ma che potrebbe farcela
COMPASSIONE: rivela la credenza di mancanza di abilità e la preclusione diogni possibilità di miglioramento
2. dalla teoria dell’intelligenza degli adulti di riferimento
STILI ATTRIBUTIVI PRINCIPALI - DE BENI E MOE’ 2006
1. Stile Impegno Strategico
2. Stile Abile
3. Stile Depresso
4. Stile Negatore
5. Stile Pedina
STILE IMPEGNO STRATEGICO
• Quello stile attributivo che riconosce l’importanza dell’impegno inteso come capacità di usare strategie adatte affinchè il compito possa essere risolto con successo
• “strategico” in quanto porta alla ricerca e all’uso
di strategie efficaci per riuscire in un compito
• Tendenza ad attribuire il successo all’impegno
e l’insuccesso alla mancanza di impegno
STILE IMPEGNO STRATEGICO
IN CASO DI SUCCESSO:Conferma dell’efficacia dellestrategie scelte eapplicate
IN CASO DI FALLIMENTO:Pensare di non aver fattoabbastanza per riuscireOvvero di non aver usato lestrategie più adatte al tipodi compito
Consente di mantenere un buon livello di fiducianelle proprie possibilitàe la percezione di potercontrollare personalmente la situazione
STILE DEPRESSO ( TIPICO NEI DSA)
1. Attribuzione causale:
Insuccesso > Mancanza di abilità (vergogna)
Successo > Cause esterne (gratitudine, sorpresa)
2. Aspettative di riuscita: basse
Rinunciatario; non fa niente per riuscire
3. Motivazione a evitare il fallimento
4. Persistenza nel compito: bassa
5.Evitamento compiti e situazioni valutative
6. Evitamento di compiti difficili in cui potrebbe emergere la propria incapacità
STILE NEGATORE1. Attribuzione causale:
Successo > Abilità (superbia)
Insuccesso > Cause esterne (sorpresa)
2. Abilità = dote innata
Chi ce l’ha, ha successo, chi non ce l’ha fallisce
3. Disfunzionale all’apprendimento:
4.Poca importanza all’impegno
5. Di fronte agli insuccessi non cerca strategie più adatte
6. Motivazione a evitare il fallimento
STILE PEDINA
1. Attribuzione causale fatalistica:
Successo > Cause esterne (gratitudine, sorpresa)
Insuccesso > Cause esterne (rabbia, sorpresa)
2.Disfunzionale all’apprendimento:
3.Poca importanza all’impegno
4.Coinvolgimento insufficiente, poco interesse
5- Motivazione a evitare il fallimento
STILE ABILE
1. Attribuzione causale fatalistica:
Successo > Cause esterne (gratitudine,
sorpresa)
Insuccesso > Cause esterne (rabbia, sorpresa)
2.Poca importanza all’impegno
3. Coinvolgimento insufficiente, poco interesse
4. Motivazione a evitare il fallimento
STILE ABILE
1. Motivazione a evitare il fallimento
2. Disfunzionale all’apprendimento
3. In caso di insuccesso può sviluppare senso di
impotenza
4. Non persiste di fronte alle difficoltà
5. Non vengono affrontate le situazioni difficili e i compiti in cui non si è bravi
6. Mancanza di impegno e ricerca di strategie
IMPOTENZA APPRESA (LEARNED HELPLESSNESS)
(SELIGMAN, 1975; ABRAMSON; TEASDALE,1978)
Un senso di incapacità appreso attraverso
esperienze fallimentari vissute come il riflesso
della propria mancanza di abilità
Accompagnata da aspettative di:
• INEVITABILE FALLIMENTO
• SENSAZIONE CHE NON SIA POSSIBILE FARE
NIENTE PER AFFRONTARE POSITIVAMENTE LA
SITUAZIONE
ATTRIBUZIONI ED APPRENDIMENTO SCOLASTICO La scelta della causa per spiegare i propri
successi/insuccessi influenza l’apprendimento scolastico
perché influenza la probabilità di usare strategie adeguate
per risolvere un compito.
La spiegazione del perché si riesce o si fallisce rappresenta
un aspetto importante della vita di uno studente: dalla
risposta data, si costruiscono e dipendono i comportamenti
successivi
(Weiner,
1979)
CHI RICONOSCE L’IMPORTANZA DELL’IMPEGNO…
1. Tende a lavorare per migliorare le proprie competenze piuttosto che per dimostrare le proprie abilità
2. Persiste nel cercare di portare a termine le attività proposte
3. Anche di fronte a difficoltà che si possono presentare nell’esecuzione
Dweck, 2000
COLORO CHE ATTRIBUISCONO A CAUSE ESTERNE I PROPRI
RISULTATI…
1. Possono mostrare disinteresse
2. Possono presentare scarso impegno verso le attività proposte
3. Tendono a non sforzarsi in situazioni che richiedono un alto carico cognitivo
4. Abbandonano facilmente il compito
5. Rischiano di non sviluppare abilità anche se le
possiedono
De Beni e Moè, 1995
Stipek, 1996
PROMUOVERE UN CORRETTO STILE ATTRIBUTIVO
SCOPO:
Portare il bambino, già a partire dalla scuola
dell’infanzia, a riconoscere l’impegno come causa
principale dei propri successi o insuccessi abituandolo ad
essere responsabile in prima persona
In QUALI CASI?
1. Bambini che attribuiscono successi e insuccessi
principalmente a cause esterne
2. Bambini che valutano in scarsa misura il ruolo del loro
impegno personale nel portare a termine compiti
scolastici e non
PROMUOVERE UN CORRETTO STILE ATTRIBUTIVO
A QUALE ETA’?
Importanza di un intervento precoce
Lo stile individuale che riconosce l’importanza dell’impegno tende a
stabilizzarsi e a mantenersi tale per tutta la vita a partire dagli 8-10
anni
(Frieze e Snyder, 1980; De Beni, Moè e Ravazzolo, 1998; Skinner, 1990)
con giovani adulti (De Beni e Moè, 1997) e con anziani (De Beni, 1993;
Cornoldi e De Beni, 1995) si possono fare interventi efficaci
COME INTERVENIRE SULLO STILE ATTRIBUTIVOsituazione reali
1. Interventi strutturati:
Da proporre nel caso in cui il bambino attribuisca i proprisuccessi/insuccessiprincipalmente a causeesterne
2.Più strutturato: Svolto mediante schede chegli insegnanti proponganoprima, durante e dopo losvolgimento di un compito
3.Interventi meno strutturati:
Più legato a situazioniparticolariDa utilizzare nel caso in cui ilbambino non riconosca il ruolodell’impegno in determinate
INTERVENTI STRUTTURATI PROPOSTI ALL’INTERA CLASSECOME ORGANIZARLI?
4 fasi da attuare in periodi successivi dell’anno scolastico:
1. Somministrazione della Prova di attribuzione.
2. Incontro con i genitori sull’importanza delle attribuzioni
e richiesta di collaborazione alla famiglia
3. Uso della Prova delle motivazioni e delle attribuzioni
in situazioni concrete (PMA-SC) quotidianamente o 2
volte a settimana minimo per far riflettere i bambini a
riflettere sul perché un compito è riuscito/non è riuscito
bene e sulle strategie adottate per risolverlo
4. Confronto prima e dopo: Somministrazione della Prova
di attribuzione.
INTERVENTI IN SITUAZIONI SPECIFICHE
Nel caso in cui l’insegnate si accorga che il bambino in situazioni reali presenti talvolta modalità attributive che riconoscono poco il ruolo dell’impegno
Fornire subito al bambino un
feedback ad hoc, legato a quella
particolare situazione specifica
CARATTERISTICHE DI UN BUON RINFORZO
1. CONTINGENTE2. SPECIFICO3. CREDIBILE
CARATTERISTICHE DI UN RINFORZO DEMOTIVANTE
1. Erogato a tutti in maniera indipendente dal risultato
2. A parità di risultati alcuni premiati altri no
3. Si riferisce alla prestazione in sé piuttosto che al miglioramento rispetto ai risultati precedenti
4. Sostiene la competitività e il confronto con i compagni piuttosto che focalizzarsi sul lavoro del singolo
5. Sottolinea il compiacimento dell’adulto piuttosto che l’impegno del ragazzo
COSA SIGNIFICA DARE UN CORRETTO FEEDBACK
Francesca, 9 anni, stile attributivo pedina
Francesca riesce a raccontare molto chiaramente una storia che ha sentito e la maestra glielo dice.
“Ci sono riuscita bene perché la storia di questa mattina era facile”
Quali affermazioni potrebbero essere dei feedback corretti a modificare lo stile attributivo disfunzionale?
INTERVENTI IN SITUAZIONI SPECIFICHE:ESEMPI DI RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA
“Tu hai detto che sei riuscita bene perché la storia letta
era facile…”
“A me sembra di aver visto che ti impegnavi, eri attenta,
concentrata, interessata sia mentre la ascoltavi sia
mentre lo raccontavi..”
1. Ripetere la risposta del bambino
2. Invitare alla riflessione sul lavoro svolto, sulla strategie usate e guidare il bambino alla consapevolezza che il successo dipende da lui
COSA SIGNIFICA DARE UN CORRETTO FEEDBACK
Matteo, 10 anni, stile attributivo depresso (crede di non essere capace e di non poter migliorare)
Matteo non riesce a rispondere correttamente a delle domande su un brano:
“Non sono bravo a rispondere alle domande”
Quali affermazioni potrebbero essere dei
feedback corretti a modificare lo stile attributivo disfunzionale?
INTERVENTI IN SITUAZIONI SPECIFICHE:ESEMPI DI RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA
“A me non sembra che tu non sia bravo. Ti ho visto altre volte riuscire in compiti simili, ricordi? Che cosa potevi fare per riuscire meglio?”
1. Riflettere con il bambino su che cosa non è andato bene
2. Eventualmente fargli continuare il compito facendogli notare che con un maggiore impegno strategico il compito riesce meglio
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INTERVENTI IN SITUAZIONI SPECIFICHE:RINFORZI POSITIVI ALLA CLASSE
Sottolineare l’importanza dell’impegno strategico dicendo ad esempio:
“Oggi vi ho visto lavorare con molto impegno. Ho visto che prima di iniziare a scrivere avete letto la consegna senza distrarvi. Ho visto che alla fine, prima di consegnare, avete controllato il compito. Bene, continuate così, a lavorare con molto impegno”