Domorenok politiche ue aree urbane 07feb2014

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Master di I livello in Governo delle reti di sviluppo locale A.A. 2013/14 - Padova www.polisdoc.cab.unipd.it/masterGSS

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Master di I livello in

Governo delle reti di sviluppo locale

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Politiche dell’UE per le aree urbane

Dott.ssa Ekaterina DOMORENOK

Dipartimento SPGI

Università degli Studi di Padova

[email protected]

Padova, 18 gennaio 2014

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Quale ruolo per le città nello scenario di sviluppo

sostenibile dell’UE?

L'Europa è tra i continenti più urbanizzati al mondo. Più di due terzi della popolazione europea vive oggi nelle aree urbane e questa percentuale continua a crescere

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Opportunità e minacce

un ruolo fondamentale come motore dell'economia, luoghi di connettività, creatività e innovazione e centri servizi per le zone circostanti

un potenziale enorme di risparmio energetico e di spinta verso un'economia a zero emissioni di carbonio

numerosi fonti di inquinamento

disoccupazione e immigrazione

discriminazione e povertà

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I loro confini amministrativi non corrispondono più alla realtà fisica, sociale,

economica, culturale o ambientale dello sviluppo urbano;

Sono necessari nuovi modelli di governance più flessibili

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Emergono forti criticità

• I cambiamenti demografici - l'invecchiamento della popolazione, la riduzione del numero di abitanti, intensi fenomeni di suburbanizzazione;

• Crisi economica – diffusa minaccia di stagnazione o declino economico.

• Rischio di una maggiore esclusione dal mercato o l’impiego nei settori poco qualificati e mal retribuiti.

• Una crescente disparità di reddito e gravi diseguaglianze in termini di alloggi, di qualità dell'istruzione, di occupazione e di difficoltà o incapacità ad accedere ad alcuni servizi (sanità, trasporti, TIC).

• La polarizzazione sociale e la segregazione sociale a seguito della crisi dello Stato sociale nella maggior parte dei paesi europei.

• L'espansione urbana incontrollata e la diffusione di insediamenti a bassa densità costituiscono le principali minacce allo sviluppo territoriale sostenibile, poiché i servizi pubblici sono più costosi e difficili da garantire, le risorse naturali vengono sottoposte a uno sfruttamento eccessivo, le reti di trasporti pubblici sono insufficienti e la dipendenza dai mezzi privati e il traffico all'interno e intorno alle città sono pesanti.

• Gli ecosistemi urbani sono sotto pressione – l'impermeabilizzazione del terreno minacciano la biodiversità e aumentano il rischio di inondazioni e di carenza idrica

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• La competitività nell'economia globale deve essere supportata da economie locali sostenibili radicate nel tessuto economico locale e sostenuta dalle competenze, risorse, partecipazione e innovazione.

• Creare un'economia reattiva e inclusiva

• Il potenziale che scaturisce dalle diversità socioeconomiche, culturali, etniche e generazionali va maggiormente sfruttato come fonte d'innovazione.

• Per le questioni riguardanti l'ambiente e l'energia occorre adottare un approccio globale, in quanto le diverse componenti dell'ecosistema naturale sono strettamente legate alle componenti del sistema sociale, economico, culturale e politico della città.

• Le città medio-piccole prospere e dinamiche possono svolgere un ruolo importante non solo per il benessere degli abitanti, ma anche delle popolazioni rurali circostanti. Servono a evitare lo spopolamento delle zone rurali e l'esodo verso le città nonché a promuovere uno sviluppo equilibrato del territorio.

• Una città sostenibile deve disporre di spazi pubblici all'aperto che siano attrattivi e promuovere una mobilità sostenibile, inclusiva e sana.

• La mobilità, utilizzando mezzi di trasporto diversi dall'automobile, va resa più attrattiva e occorre incentivare i sistemi di trasporto pubblico multimodale.

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Quali cambiamenti occorrono?

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I nuovi sistemi di governance devono:

• essere adeguati all'evolversi della situazione e tener conto delle diverse scale territoriali (ad es. sovraurbana e infraurbana) e temporali.

• operare in modo intersettoriale

• basarsi su un coordinamento orizzontale e verticale: la collaborazione tra i diversi livelli amministrativi e la cooperazione con le altre città al fine di condividere gli investimenti e i servizi richiesti su una più ampia scala territoriale.

• garantire la partecipazione dei cittadini e di tutte le parti interessate, nonché e su un uso innovativo del capitale sociale: questo offre la possibilità di ampliare lo spazio pubblico per l'impegno civico, la creatività, l'innovazione e la coesione.

• creare strumenti per la gestione delle transizioni, per il superamento dei conflitti e delle contraddizioni tra i vari obiettivi e per sviluppare una migliore comprensione della realtà, delle capacità e degli obiettivi.

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Per rispondere alle sfide urbane servono nuovi modelli di

governance

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milioni di

euro ai prezzi

1999

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La strategia per le aree urbane nell’ambito della politica di

coesione

• Progetti Pilota Urbani 1989-1999)

• URBAN I (1993-1999)

• URBAN II (2000-2006)

• Strategia per lo sviluppo urbano sostenibile come tema trasversale delle politiche regionali cofinanziate dai FS (2007-2013) fino al 10% dei POR

• Iniziativa JESSICA

• URBACT I e II (2000-2013)

• European Urban Knowledge Exchange (EUKN)

• Urban Audit

• l'Agenda territoriale e della Carta di Lipsia: Verso un programma d'azione europeo

per lo sviluppo spaziale e la coesione territoriale (2009)

• Agenda Urbana Europea e Programmazione 2014-2020

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Verso lo sviluppo urbano integrato e sostenibile

PPU(1988-1999) Urban I (1994-1999) Urban II (2000-2006)

1) riurbanizzazione plurifunzionale ed ecocompatibile di spazi del territorio urbano

2) aumento della sicurezza e miglioramento delle condizioni di vita nelle città

3) sostegno all’imprenditorialità e all’occupazione

4) integrazione degli emarginati e possibilità di accesso ai servizi pubblici

5) sviluppo di sistemi di trasporto pubblico più ecocompatibili e integrati

6) riduzione all’origine della quantità di rifiuti e loro smaltimento, riduzione dell’inquinamento acustico e promozione dell’efficienza energetica;

7) sviluppo delle potenzialità tecnologiche della società dell’informazione nei settori economico, sociale e ambientale

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Beneficiari

Programmi URBAN II in

Italia con il contributo

del FESR (mln €)

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Il “metodo Urban”

caratterizzato da azioni innovative, propone di trattare i problemi che

affliggono le aree urbane in maniera integrata, vale a dire tenendo conto di

varie dimensioni della vita urbana, ossia di quella fisica, economica, sociale

e ambientale

per raggiungere soddisfacenti livelli di efficacia delle politiche è necessaria

sia l’integrazione verticale tra vari livelli di governo, sia quella orizzontale,

intesa come coordinamento tra azioni e politiche pubbliche in diversi settori

da una parte e cooperazione tra attori pubblici e privati dall’altra

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La governance dei programmi URBAN

Autorità di gestione (amministrazione comunale)

responsabile dell’attuazione del

programma

Comitato di sorveglianza Composizione: amministrazione

comunale, Ministero delle

infrastrutture, altri Ministeri

interessati, la Regione e diversi

rappresentanti della realtà

economica e sociale cittadina.

Funzioni: controllo

dell’esecuzione del Programma;

analisi e valutazione delle

informazioni relative allo stato di

attuazione per assicurare un

efficiente, efficace e completo

utilizzo delle risorse anche

attraverso opportune

riprogrammazioni

Forum locale Organo consultivo che

include tutte le forze sociali

ed economiche che hanno

aderito al Programma nella

fase della sua elaborazione.

È aperto alla partecipazione

di quanti, individualmente o

in qualità di imprese

pubbliche, privati, no-profit,

comitati di quartiere, gruppi

spontanei, siano interessati

a seguirne l’evoluzione

Segreteria tecnica

costituita da personale del Comune e

collaboratori esterni a cui è affidata la

gestione quotidiana del programma

Commissione europea definisce le linee guida e i tassi di cofinanziamento,

approva ei programmi, controlla l’implementazione,

effettua la valutazione

ex-post

Comitato operativo locale

Composizione: agenzie locali capaci di

contribuire alla riqualificazione

socio-ambientale e alla rivitalizzazione

socio-economica dell’area interessata.

Funzione: attività di progettazione,

implementazione, gestione e controllo del

programma

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URBACT

L’obiettivo: creare una piattaforma attraverso cui sia possibile condividere

esperienze nell’ambito della pianificazione e della governance urbana e

disseminare buone pratiche relative allo sviluppo urbano sostenibile

• fornire un canale di scambio e di acquisizione di conoscenze specifiche per policy-makers, operatori e altri attori coinvolti nella formulazione e nell’implementazione delle politiche per lo sviluppo urbano

• condividere, accumulare e diffondere buone pratiche ed esperienze per elaborare, sulla base di esse, un approccio tematico ed esperto alla formulazione delle politiche

• incoraggiare la cooperazione transnazionale tra le città europee

• assistere policy-makers, operatori locali e responsabili dell’implementazione dei programmi operativi nella definizione dei piani d’azione

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Tre Poli tematici (2007-2013)

Le città come motori di sviluppo e di creazione dell’occupazione

Le città, l’inclusione sociale e la governance

Le città e lo sviluppo integrato e sostenibile

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Il Polo “Le Città come motori di sviluppo e di creazione

dell’occupazione”

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Si concentra sul ruolo di leva che le città potrebbero giocare nello sviluppo di intere regioni, aiutando a superare sia le disparità interne, sia i gap che sovente esistono tra città della stessa regione.

Le attività proposte all’interno di questo Polo mirano a rafforzare il potenziale delle città e dei governi locali nel raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile e nella costruzione dell’economica basata sulla conoscenza.

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Il Polo “Le Città, l’inclusione sociale e la governance”

Le città coinvolte nei progetti del Polo collaborano alla soluzione dei

problemi relativi all’esclusione sociale, alla povertà e alla

discriminazione.

I principali temi di cooperazione di questo Polo sono i seguenti:

inclusione; sprawl (rapida e disordinata crescita di un’area

metropolitana); segregazione; aree peri-urbane; edilizia abitativa;

coesione; sostenibilità del coinvolgimento della comunità locale;

migrazione; salute; qualità della vita; inclusione e occupazione dei

giovani; invecchiamento; imprenditoria e occupazione.

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Il Polo “Le Città e lo sviluppo integrato e sostenibile”

Obiettivi:

trovare un equilibrio tra le componenti fisica, economica, sociale, ambientale

e culturale nella costruzione di un modello di sviluppo urbano integrato e

sostenibile

coniugare gli obiettivi di competitività e di convergenza all’interno dello

stesso sistema locale

Principali temi: mobilità e accessibilità, patrimonio culturale, sviluppo socio-

economico, costi e benefici della crescita del settore del turismo, politica

regionale di urbanizzazione, qualità della vita, polarizzazione sociale.

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Jessica

JESSICA (Joint European Support for Sustainable Investment in City Areas -

Sostegno europeo congiunto per investimenti sostenibili nelle aree urbane)

mira ad agevolare il finanziamento degli interventi di riqualificazione e di

sviluppo delle aree urbane nel periodo di programmazione 2007-2013

Sostenuta dalla BEI e dalla BCE (Banca del Consiglio d’Europa)

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Banca europea per gli investimenti

• Gli articoli 266 e 267 del trattato che istituisce la Comunità costituiscono la base giuridica dell'istituzione finanziaria

• la BEI (dotata di personalità giuridica), ha il compito di contribuire all'integrazione, allo sviluppo equilibrato del mercato comune e alla coesione economica e sociale facendo appello ai mercati dei capitali e alle proprie risorse

• la BEI non persegue scopi di lucro, bensì ha lo scopo di facilitare, con il suo intervento, la realizzazione di investimenti pubblici e/o privati e di attrarre altri finanziamenti a sostegno dei progetti da essa promossi

• Tali progetti possono essere di natura diversa ma devono perseguire uno dei seguenti obiettivi:

– lo sviluppo delle regioni svantaggiate dell'Unione europea

– l'ammodernamento delle imprese e la creazione di nuove attività che non possono essere interamente finanziate con risorse nazionali

– l'aiuto agli investimenti in infrastrutture di interesse comunitario che, per la loro ampiezza o natura, non possono essere finanziati unicamente da uno Stato membro

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Condizioni generali d’intervento

La BEI sostiene gli investimenti diretti all'estero (IDE) realizzati da società europee e concede prestiti globali a banche commerciali locali che assistono le imprese nel loro sviluppo

la BEI finanzia fino al 50% del costo totale dei progetti

Il finanziame nto può essere completato dai contributi non rimborsabili previsti nell'ambito dei programmi comunitari

La BEI integra l'azione della Commissione nella realizzazione della coesione economica e sociale attraverso la creazione di ricchezza e di occupazione

Partecipa alla programmazione degli interventi dei Fondi strutturali, la BEI co-finanzia inoltre programmi prioritari di sviluppo regionale

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Obiettivi dell’Iniziativa JESSICA

Nell’ambito di JESSICA, le autorità di gestione possono:

finanziare un ampio ventaglio di partenariati pubblico - privato, progetti e altri dispositivi di sviluppo urbano suscettibili di assicurare a termine un rientro dell’investimento integrale o parziale;

garantire una gestione più snella e flessibile dei fondi destinati allo sviluppo urbano;

incrementare l’effetto leva delle esigue risorse stanziate a favore dello sviluppo urbano, suscitando la partecipazione delle istituzioni finanziarie internazionali, degli istituti bancari, del settore privato, ecc.

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Gestione

Utilizzando JESSICA, SM e AGs possono mettere una parte delle risorse del PO in:

Urban Development Funds (UDF) – Fondi di sviluppo urbano (FSU),

Holding Funds (HF) – Fondi di partecipazione

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Come funziona?

FSU possono investire in:

- PPPs

- altri progetti urbani, che sono inclusi nei Piani dello Sviluppo Urbano Integrati (IUDP)

Holding Funds possono sostenere diversi FSU

AG pubblica “bandi per manifestazione di interesse”, valuta e seleziona FSU

SM o AG possono delegare alla BEI la funzione del Holding Fund

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Funding Agreements (accordi di finanziamento)

AG negoziano e firmano gli accordi di finanziamento (FA) con i HF

FA devono essere flessibili e aperti alle eventuali modifiche

FA stabiliscono:

− condizioni dei versamenti dai PO

− procedure di pianificazione, implementazione dei progetti, sorveglianza e il reso-conto

− modalità di censimento dell’accordo per i PO

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Il valore aggiunto di JESSICA

Sostenibilità dell’investimento: riutilizzo delle risorse del FESR investiti ai UDFs o HFs

Leverage (effetto leva): prestiti predisposti dalla BEI, CEB e altre banche

Assistenza tecnica e finanziaria delle istituzioni finanziarie internazionali e dal settore privato

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Meccanismo di attuazione

Commissione europea

(Fondi strutturali)

Stato membro/Regione

(Programma operativo)

Fondo di partecipazione (Hf)

Altri investitori

Fondo di sviluppo urbano

Progetti di sviluppo urbano

sostenibile

Banche

Città

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Quali indicazioni per la programmazione 2014-2020

• Affrontare le sfide con un approccio integrato e globale.

• Combinare approcci basati sul territorio e sulle persone.

• Affiancare alle strutture formali di governance , altre strutture più flessibili ed informali che rispecchino il livello al quale le varie sfide da affrontare si presentano.

• Sviluppare sistemi di governance capaci di creare visioni condivise e conciliare obiettivi contrastanti fra loro e modelli di sviluppo divergenti.

• Collaborare al fine di garantire uno sviluppo territoriale coerente e un uso efficiente delle risorse.

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Obiettivi tematici dei FS per attuare Europa 2020

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1) Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione.

2) Migliorare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione,

nonché l'impiego e la qualità delle medesime.

3) Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore agricolo

e il settore della pesca e dell’acquacoltura.

4) Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in

tutti i settori.

5) Promuovere l'adattamento al cambiamento climatico, prevenzione e la

gestione dei rischi.

6) Tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse

7) Promuovere sistemi di trasporto sostenibili e eliminare le strozzature nelle

principali infrastrutture di rete.

8) Promuovere l’occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori.

9) Promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà.

10) Investire nelle competenze, nell'istruzione e nell'apprendimento permanente

11) Potenziare la capacità istituzionale e amministrazioni pubbliche efficienti

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L’Agenda urbana europea

• Problemi di definizione: a causa delle sostanziali differenze a livello nazionale, non esiste alcun accordo internazionale su una definizione comune del concetto di “urbano” che sia applicabile a tutti i paesi o a tutti i centri all'interno di una regione

• Scarsa attuazione delle azioni per lo sviluppo urbano nella programmazione 2007-2013 in assenza di misure specifiche previste dall’UE

• l'Agenda urbana europea comprende, da un lato, la dimensione urbana delle politiche dell'UE, segnatamente della politica di coesione e, dall'altro, l'elemento intergovernativo degli interventi a livello europeo volti a coordinare le politiche urbane degli Stati membri, che viene attuato tramite riunioni informali dei ministri coordinate dalle successive Presidenze del Consiglio con il contributo attivo della Commissione

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Priorità tematiche

• Rafforzare un impegno comune nelle zone urbane dell'UE, al fine di ridurre gli effetti trasversali negativi della crescita affrontando nel contempo tematiche connesse alla sostenibilità ambientale e alla coesione sociale;

• Aiutare le zone urbane a sviluppare le proprie infrastrutture materiali di base quale presupposto per la crescita diversificazione del tessuto economico e la sostenibilità energetica e ambientale, soprattutto nella prospettiva di preservare e migliorare la qualità dell'aria nei centri urbani;

• Modernizzare le specificità economiche, sociali e ambientali delle aree urbane con investimenti intelligenti in infrastrutture e servizi basati sui progressi tecnologici e strettamente correlati alle esigenze nazionali, regionali e locali specifiche;

• Riqualificare le zone urbane recuperando siti industriali e terreni contaminati, tenendo comunque presente l'esigenza di sviluppare legami tra le zone urbane e quelle rurali, al fine di promuovere uno sviluppo inclusivo, in linea con la strategia Europa 2020

• L'approccio "sviluppo urbano intelligente“: investimenti nelle infrastrutture delle TIC sono considerati propulsori della crescita economica e di attività economiche basate sull'innovazione in quanto riuniscono investimenti pubblici e privati in grado di generare nuove iniziative imprenditoriali, posti di lavoro sostenibili e una crescita intelligente

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Aspetti di governance

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• gli Stati membri dovrebbero coinvolgere formalmente gli esponenti politici delle principali zone urbane e delle associazioni degli enti locali e regionali a tutti i livelli nel processo decisionale inerente alla politica di coesione (pianificazione strategica, definizione e negoziazione dei contratti di partenariato proposti in materia di sviluppo e investimenti);

• rafforzare il collegamento tra i piani d'azione a livello locale e i programmi generali a livello regionale/nazionale;

• promuovere lo sviluppo urbano in un contesto regionale più ampio (aree suburbane o rurali circostanti);

• fare chiarezza su situazioni specifiche: e.s. le aree metropolitane, delle regioni urbane e degli agglomerati, in cui le funzioni sono strettamente interconnesse;

• la governance multilivello, la pianificazione territoriale e il principio di cooperazione sono gli strumenti più efficaci per prevenire la settorializzazione e la frammentazione delle politiche di sviluppo;

• potenziare la pianificazione strategica integrata allo scopo di integrare singoli progetti in un'impostazione intersettoriale con maggiore spessore strategico al fine di valorizzare il potenziale di sviluppo endogeno locale.

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Agenda urbana italiana

Comitato Interministeriale per le Politiche Urbane (CIPU)

Metodi e Contenuti in tema di Agenda Urbana

coordinamento centrale delle politiche urbane con l’obiettivo di ricollocare le città e la questione urbana al centro delle strategie di sviluppo;

integrazione tra le politiche ordinarie nazionali e l’Agenda urbana europea, con particolare riferimento ai seguenti temi:

1. Limitazione del consumo di suolo e riqualificazione urbana

2. Infrastrutture dei trasporti e mobilità sostenibile.

3. Strategia europea in materia di clima ed energia (meno 20% delle emissioni di gas

a effetto serra, più 20% di efficienza energetica, almeno il 20% dei consumi di

energia da fonti rinnovabili entro il 2020).

4. Cultura, Università e smart cities.

5. Lavoro e welfare.

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FESR (art.19, Reg.(UE)1301/2013)

Nel quadro dello sviluppo urbano sostenibile, si considera necessario sostenere azioni

integrate per affrontare le sfide economiche, ambientali, climatiche, demografiche e

sociali delle aree urbane, comprese le aree urbane funzionali, tenendo in considerazione

la necessità di promuovere i collegamenti tra aree urbane e rurali. Nell’accordo di

partenariato si dovrebbero definire i principi di selezione delle aree urbane in cui attuare

le azioni integrate per lo sviluppo urbano sostenibile e gli importi indicativi per dette

azioni, assegnando a tale scopo almeno il 5 % delle risorse del FESR disponibili a livello

nazionale. La portata di qualunque delega di compiti alle autorità urbane dovrebbe

essere decisa dall'autorità di gestione in consultazione con l'autorità urbana.

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Disposizioni specifiche per il trattamento di particolari aspetti

territoriali

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• Il FESR sostiene, nell'ambito dei PO, lo sviluppo urbano sostenibile per mezzo di strategie che prevedono azioni integrate per far fronte alle sfide economiche, ambientali, climatiche, demografiche e sociali che si pongono nelle aree urbane, tenendo anche conto dell'esigenza di promuovere i collegamenti tra aree urbane e rurali.

• Lo sviluppo urbano sostenibile è intrapreso per mezzo degli investimenti territoriali integrati di cui all'art.36 Reg (UE) n. 1303/2013 o per mezzo di un PO specifico, o di un asse prioritario specifico conformemente all'art.96, Reg.(UE) n. 1303/2013.

• Tenendo conto della propria specifica situazione territoriale, ciascuno SM stabilisce nel proprio AP i principi per la selezione delle aree urbane in cui devono essere realizzate le azioni integrate per lo SUS e la dotazione indicativa destinata a tali azioni a livello nazionale

• Almeno il 5 % delle risorse del FESR assegnate a livello nazionale nell'ambito dell'obiettivo "Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione" è destinato ad azioni integrate per lo SUS laddove le città e gli organismi subregionali o locali responsabili dell'attuazione delle strategie di sviluppo urbano sostenibile ("autorità urbane") sono responsabili dei compiti relativi

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Grazie per l’attenzione

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