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 MUROMACHI (1336 – 1573 d.C.) Zen: rielaborazione da parte cinese della dottrina buddhista e taoista. La meditazione è l’unico modo per ottenere verità assoluta e illuminazione ( Satori). Di particolare importanza è la concezione della vacuità, intesa come stato dinamico condizione di ogni possibilità, e rappresentata dall’ Ensō (ideogramma dalla forma circolare). Satori e Ensō sono concetti complementari. Il Satori, inoltre, si distingue dal Nirvana della tradizione poiché non è una fuga dal mondo ma una partecipazione attiva e consapevole a esso. Le scuole del buddhismo Zen  derivano da quelle del buddhismo Chán , fondato in Cina dal leggendario monaco indiano Bodhidharma , e trasferite nell’arcipelago giapponese da monaci Tendai  di ritorno dai loro viaggi in Cina (e, successivamente, da monaci cinesi missionari in Giappone). Templi Zen : al centro sono aperti al pubblico, le parti laterali sono invece solo per monaci. All’interno del recinto circostante nascono minitempli. Hokuendō (1384-1425) Higashiyama-ku, Kyōto. Tempio Zen. Il portale d’entrata è ispirato all’architettura cinese. Due piani, il secondo dei quali pieno di statue. Tetto di legno, 5 campate, due tetti.

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MUROMACHI (1336 – 1573 d.C.)

Zen: rielaborazione da parte cinese della dottrina buddhista e taoista. La meditazione èl’unico modo per ottenere verità assoluta e illuminazione (Satori).Di particolare importanza è la concezione della vacuità, intesa come stato dinamicocondizione di ogni possibilità, e rappresentata dall’Ensō (ideogramma dalla forma

circolare).Satori e Ensō sono concetti complementari.Il Satori, inoltre, si distingue dal Nirvana della tradizione poiché non è una fuga dalmondo ma una partecipazione attiva e consapevole a esso.

Le scuole del buddhismo Zen derivano da quelle del buddhismo Chán , fondato in Cinadal leggendario monaco indiano Bodhidharma , e trasferite nell’arcipelago giapponese damonaci Tendai di ritorno dai loro viaggi in Cina (e, successivamente, da monaci cinesimissionari in Giappone).

Templi Zen : al centro sono aperti al pubblico, le parti laterali sono invece solo per

monaci. All’interno del recinto circostante nascono minitempli.

Hokuendō (1384-1425) Higashiyama-ku, Kyōto.

Tempio Zen.Il portale d’entrata è ispirato

all’architettura cinese.

Due piani, il secondo deiquali pieno di statue.Tetto di legno, 5 campate,due tetti.

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 Giardino di Ryōanji (1500) Tempio Ryōanji, Kyōto.

Giardino interno, piccolo condisegni e materiali semplici maprivo di acqua.Rocce e sassolini rastrellati.

Diverse interpretazioni:• acqua con isole in mezzo;• tigre che porta tigrotti in

acqua.

La semplicità del luogo è invecemolto studiata. Il giardinoappare come estensione deltempio.

Daisenin (1513) Daitokuji, Kyōto.

Tempio minore, casa dell’abate.

Nel giardino, i sassolinirappresentano l’acqua e lepietre sono fatte a ponte.

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 Kinkakuji (1390) Noto anche come Rokuonji

(Kyōto).

Voluto da AshikagaYoshimitsu come residenzaestiva, successivamente

convertito in tempio Zen.

Tre piani, il secondo dei qualiin stile cinese.Piano terra adibito al relax,con porte scorrevoli. Primopiano a forma di “L”, copertoma mutabile in simil-veranda.Finestre rettangolari concampata (a mezzaluna), instile architettonico cinese.

L’ultimo piano raccoglienumerose statue.

È ricoperto di foglie d’oro.

Ginkakuji (1489) Noto anche come Jishō ji(Kyōto).

Voluto da AshikagaYoshimasa come residenzaestiva, successivamenteconvertito in tempio Zen.

Due piani.Piano terra con portescorrevoli, usato anche comeluogo di meditazione.Primo piano: finestre acampana, con cappella

dedicata a Kannon.

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 Tōgudō (1486) Edificio semplice adibito alla

cerimonia del tè.

Vi è un unico piano, conall’interno mensola, portescorrevoli, pavimento in tatami,

scrivania a mensola.

Morte del Buddha (1408) Tempio Tōfukuji (Kyōto).

Autore: Kichizen Minchō.Kakemono (rotolo verticale),colore su seta.

Funzione didattica.Al centro vi è la piattaforma conil corpo del Buddha, circondato

da alberi e personaggi con inprimo piano animali disperati.

Prevale il colore, la linea sottilee mossa; i contorni sono piùnervosi rispetto al dipinto del1086.La profondità è sfalsata,l’orizzonte è molto più alto elontano.

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 Kannon vestito di bianco (1421) Autore: Kichizen Minchō.

Kakemono (rotolo verticale), inchiostrosu carta.Genere: dōshakuga (dipinti che cercanodi comunicare l’esperienza soggettiva dipercezione spirituale).

Kannon indossa un manto bianco checopre la testa e le parti principali delcorpo. È seduto in cima a una collinettacon acqua nelle vicinanze; l’albero allesue spalle è coperto dall’aureola. Ilpaesaggio è ridotto all’essenziale.

Uso di pennellate larghe con inchiostroscuro, molto diluito per la figura diKannon.

Rifugio nei pressi di un ruscello dimontagna (1413)

Autore: Kichizen Minchō.Kakemono (rotolo verticale), inchiostrosu carta.Genere: shigajiku (rotoli di poesia epittura).

Al centro vi è un tipico rifugio dimontagna per monaci, immerso tra alberie rocce. A sinistra, un ruscello d’acqua.Sullo sfondo, montagne appenaaccennate e poi ancora montagne, chesembrano quasi appartenere a un dipintodifferente. Il problema di Minchō è la resadi piani separati.

La parte scritta è degli amici dell’eremita,

ed è legato a una storia vera: mentreMinchō disegna, i suoi amici scrivono ecostruiscono il rifugio. 

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 Kanzan (prima del 1345) Autore: Kaō.

Kakemono (rotolo verticale), inchiostroe colore su carta.Genere: dōshakuga (dipinti checercano di comunicare l’esperienzasoggettiva di percezione spirituale).

Ritratto del famoso poeta Kanzan, inpiedi, che dà quasi le spalle e ha lebraccia incrociate di dietro. La veste èdefinita con pennellate scure e spesse.La parte inferiore è anch’essa moltoscura, resa con un’unica grandepennellata, in contrasto con i tratti finiusati per testa e piedi.Lo stile è il trionfo della semplicità, macattura la personalità del poeta. 

Come catturare un pesce gatto conuna zucca (1415)

Autore: Josetsu.Kakemono (rotolo verticale), inchiostroe colore su carta.Genere: dōshakuga di Kōan(domande su quesiti irrisolvibili).

Al centro vi è un uomo in piedi piegatoin avanti e con le gambe divaricate cheguarda perplesso la zucca. Nel ruscellodi fronte vi è un pesce gatto paralleloalla riva. A sinistra, due piante: una èrivolta verso l’alto, l’altra verso lemontagne che fanno da sfondo.

Viene data l’impressione di profondità edistanza. C’è contrasto tra le parti scure

solide e le parti chiare non solide.

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 Leggendo nello studio di bambù 

(1446) [dettaglio]

Autore: Shūbun (allievo di Josetsu).Kakemono (rotolo verticale), inchiostroe colore tenue su carta.Genere: shigajiku (rotoli di poesia epittura).

Il dipinto costituisce solo una piccolaparte del rotolo rispetto all’ingentequantità di testo.Tra gli alberi vi è un rifugio di montagna.L’acqua in basso a sinistra scorre versodestra formando una diagonale.La montagna sulla destra ha picchiscoscesi e su uno di essi vi sono duealberi, uno dei quali guarda verso lamontagna e l’altro verso l’acqua.A sinistra, in alto, compare una costa

con barchette in lontananza.Le rocce hanno contorni neri e spessi.Risolto il problema dell’esprimereprofondità. 

Paesaggio invernale (1470) Autore: Sesshū.Kakemono (rotolo verticale), inchiostrosu carta.Paesaggio 1 di 4.

Dagli alberi nei pressi del corsod’acqua, in basso a destra, inizia unsentiero di gradini che, tra le rocce,conduce al tempio. Sullo sfondo, dueparti separate: una, quella a sinistra, èchiara e liscia; l’altra, a destra, è scura efrastagliata. Il messaggio trasmesso è che tutto cambia e muta .

Le rocce in primo piano sono angolate efrastagliate, come è tipico nella pitturacinese.

Le opere di Sesshū si distinguono persolidità della struttura e semplicità echiarezza della forma. 

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 Haboku (1495)

Paesaggio in stile “a inchiostrospezzato” [dettaglio]

Autore: Sesshū.Kakemono (rotolo verticale),inchiostro su carta.

Confuso ed estremamenteessenziale, questo paesaggio

riesce comunque a trasmetterel’immagine completa formata daacqua, rocce, un albero contortoe, in notevole lontananza,montagne.

Paesaggio nelle quattro stagioni Autore: Sōami.Coppia di byōbu (paravento a 6pannelli), inchiostro su carta.

Il primo rappresenta primavera edestate, il secondo autunno einverno.

Combina colpi morbidi di pennellocon tenui sfumature di colore ingrado di suggerire la serenitàdella natura.

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 Scatola con scene di Shio no yama  

(XV sec.)

Tecnica: maki-e.Lacca e oro su legno.

Giara Shigaraki(XIV – XV sec.)

Giara in gres (ceramicacolorata ad alto grado dicottura e a pasta dura,

compatta).Superficie vetrosa data dallacottura in cenere.

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 Ōhiroma (1625) Castello di Nijō, Kyōto.

La sala udienze del castelloè decorata con un dipintogigante a tutta parete di unpino; a fianco compaiono

mensole e a sinistra portescorrevoli.

Villa imperiale di Katsura(1620 – 1624)

Grande attenzione per idettagli.La costruzione si è ispirataalla villa descritta nel GenjiMonogatari.

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 Shoin di Katsura Villa imperiale di Katsura.

Si apre sul lago.Stile classico di Shoin con interniin tatami, porte scorrevoli egradino rialzato.

Rekihaku byōbu (1520) Colore su carta.

Si sviluppa in questo periodol’usanza di fare paraventi il cuisoggetto fosse la capitale.

Era come una veduta aereaparagonabile a una guidaturistica.Le nuvole sono appiattite e sonousate per nascondere ciò chenon si voleva far vedere.

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 Funaki byōbu (1615) Colore e oro su carta.

Si vede il cambiamento dicittà.La densità degli edifici èmaggiore, e le strade sono

gremite di persone.Sulla destra compare untempio rosso, oggiscomparso a causa di unterremoto.

Nanban byōbu (XVII sec.) Colore su carta dorata.

Coppia di paraventi a seipannelli.

Viene illustrato l’arrivo deiportoghesi sulle costegiapponesi.Grande realismo e

precisione anche nellebarche e nei vestitiportoghesi. 

Byōbu con nave su mare agitato(immagine non disponibile)

Colore e oro su carta.

Il mare è agitato.L’oro è usato per indicareil cielo, le nuvole o le ondedel mare. 

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 Hikone byōbu (1624 – 1644) Colore e foglia d’oro su carta.

È un dipinto che ritrae gentecomune durante le attivitàquotidiane.Divide in 3 gruppi di persone:

• 3 suonatori e unascoltatore;

• 3 giocatori di fronte alparavento rappresentanteuna montagna;

• 3 lettori.

Lo sfondo è neutro, e nonsempre permette di capire illuogo in cui ci si trova.

Scuola Kanō 

Fondata da Kanō Masanobu nel 1481 che, da pittore sottovalutato, acquistò famagrazie alla nomina di pittore ufficiale dello shogunato Ashikaga.I lavori della scuola Kanō costituirono il canone del periodo Momoyama, e alcunitra i più famosi risiedono nel castello di Nijō a Kyōto.Lo stile della scuola prediligeva le opere di dimensioni generose, ritraendo lanatura con uccelli, piante, acqua e uno sfondo in foglie d’oro. Era rinomata anche

per i paesaggi monocromatici con inchiostro su seta. Le immagini erano moltopiatte ma controbilanciate da un sapiente e armonioso uso del vuoto (datradizione cinese) e degli elementi sullo sfondo.

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 Patriarca Zen di Kyogen

che spazza con una scopa (1513)

Autore: Kanō Motonobu.Kakemono (rotolo verticale),inchiostro e colore su seta.

6 pannelli con 6 patriarchi Zen.Il monaco Kyogen si ritira in un

eremo e un giorno raggiungel’illuminazione spazzando le tegolerotte cadute dal tetto.

A destra in basso vi è unaformazione rocciosa, poi sopra deicespugli e quindi l’eremo protetto dalboschetto di bambù.Nel resto del dipinto una grandenuvola copre l’ambiente, dal quale siintravedono rocce e pini.

La diagonalità degli elementi e il velodella nuvola permettono una grandeprofondità.

L’autore ha usato vari tipi di pennello,più o meno spessi o diluiti.

La scuola Kanō è stata rinnovata da Kanō Eitoku con:•  stile blu e oro; •  paesaggi e figure molto grandi; •  colori brillanti su sfondo oro; •  pittura monocroma del Muromachi con uno stile più decorativo e una

composizione più marcata. 

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 Sala centrale del Jukōin (1566) Daitokuji, Kyōto.

Autore: Kanō Eitoku.Fusuma (rettangoli opachiverticali scorrevoli), inchiostro sucarta.

16 pannelli su 3 pareti.Prima di Eitoku nei dipinti aparete si usava disegnare glialberi negli angoli come fosserocolonne portanti; Eitokurappresenta invece alberi enormiche occupano anche un’interaparete.C’è un’intensa dinamicità conradici enormi e rami ovunque.

Molti elementi sono inprospettiva per conferireprofondità. Vi sono inoltreelementi di continuità tra lepareti, usate come fossero ununico rotolo.

Kyakuden di Onjōji (1600) Autore: Kanō Mitsunobu.Fusuma (rettangoli opachi

verticali scorrevoli), colore e orosu carta.

Mitsunobu non ha la tempra delpadre e non continua con le sueidee innovative. Egli torna a unsoggetto centrale su una singolaparete, e non tratta le pareticome fossero un unico rotolo madivide il dipinto.

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 Cedri e ciliegi (1600)

(porta destra) 

Particolare nel Kyakuden.

Rinuncio alla dinamicità,appiattimento. La foglia d’oro,utilizzata sia per il terreno cheper le nuvole, crea disordine.

Dagli squarci nelle nuvole“escono” gli alberi, ma si notauna minore vitalità.

Battaglia delle carrozze (inizio XVII sec.)(img. diff.) 

Autore: Sanraku (eredita l’abilitàdi Eitoku).Inchiostro su carta.

Le sue composizioni sono più

naturali. L’episodio, raffiguranteun gruppo di carrozze inpartenza per una festivitàreligiosa, è tratto da un capitolodel Genji Monogatari.

La parte visibile in bianco è inrealtà composta con nuvoled’oro. C’è una particolareattenzione nel distinguere ilrango delle persone: quelle inalto, ben vestite, sono di rangosuperiore; quelle in basso,raffigurate in movimento, dirango inferiore.

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 Scimmia tesa verso la luna (fine XVI sec.) Autore: Hasegawa Tōhaku

(scuola Kanō).Fusuma (rettangoli opachiverticali scorrevoli), inchiostro eoro su carta.

A destra vi è una scimmiaappesa ad un albero appenavisibile che tende il braccio pertoccare la luna riflessasull’acqua.C’è un uso non pesante masoffuso dell’oro.

Messaggio del dipinto: l’uomo(cfr. scimmia) non può ottenerela conoscenza assoluta, e gli

sforzi che compie sonoparagonabili al tentativo diafferrare il riflesso della lunasull’acqua. Ulteriore illusione: laluce della luna non è altro che ilriflesso della luce solare.

Acero (fine XVI sec.) Autore: Hasegawa Tōhaku(scuola Kanō).Fusuma (rettangoli opachiverticali scorrevoli), colore e orosu carta.

4 pannelli, ordinati da Hideyoshi.

Simile agli alberi di Eitoku, conforza, vigore e tronco gigantesco.Vi sono fiori autunnali sull’ombra

dell’albero. Lo sfondo è dorato,interrotto solo da uno squarcioblu (specchio d’acqua) e, in alto,le nuvole.

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 Bosco di pini (fine XVI sec.) Autore: Hasegawa Tōhaku

(scuola Kanō).Byōbu (paravento), inchiostro sucarta.

I pini sono avvolti dalla nebbia,

densa e vivida.I tronchi sono sottili e semplici.Il paesaggio, non descritto, èlasciato all’intuizione dellospettatore.

Susino (inizio XVII sec.) Autore: Kaihō Yūshō (scuolaKanō, influenza Zen). 

Pochi elementi, molto lasciatoall’intuizione personale.Il tronco si sviluppa ad arco edalla base ne cresce unsecondo.

Campiture chiare e scure conlinee di contorno rese da

un’unica pennellata. I rami sonopiccoli e con pochi fiori, siintuisce il prossimo arrivo dellaprimavera. 

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 Reti da pesca al sole (XVII sec.) Autore: Kaihō Yūshō (scuola

Kanō, influenza Zen).Colore e oro su carta.

La base di appoggio delle retinon è visibile.

Le reti sono dorate e lo sfondo èuno specchio d’acqua doratointerrotto da lembi di terra scurae piante paludosi.

Frontespizio Heike Nōkyō (1602) Autore: Sōtatsu (riporta in vita lapittura Yamato-e). Colore, oro e argento su carta.

Si tratta del fontespizio del sutradei Taira restaurato da Sōtatsu.Mantiene lo stile del resto delsutra precedente e ne viene

influenzato. 

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 Rotolo dei cervi (1615) Autore: Sōtatsu (riporta in vita la

pittura Yamato-e). Colore, oro e argento su carta.

L’autore si è basato sull’influenzache aveva avuto su di lui il lavoro

di resturazione del sutra deiTaira.

Poema di Kamo no Chōmei

(inizio XVII sec.)

Autore: Sōtatsu (riporta in vita lapittura Yamato-e). 

Inchiostro, oro e argento sucarta.Tratto dal Kokinwakashū.

Nella parte superiore compareuna risaia le cui spighe sonopiegate dal vento e dal peso deichicchi.In basso vi è il riso tagliato, e asinistra una zona acquitrinosacon acqua nera mossa dal ventoautunnale.Sovrapposta al disegno è lacalligrafia di Sōtatsu. 

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 Paravento decorato da ventagli (1630) Autore: Sōtatsu (riporta in vita la

pittura Yamato-e). Colore su carta.Ispirato all’Ise Monogatari.

Il legame tra l’Ise e quest’opera

consiste nel fatto che i ventaglisono decorati con disegniraffiguranti l’episodio delracconto “del rapimento e dellamorte”.

Paraventi di Matsushima (XVII sec.) Autore: Sōtatsu (riporta in vita lapittura Yamato-e). Inchiostro, colore e oro su carta.

2 paraventi a 6 pannelli.166x370 cm.

A destra vi è una strana roccia,poi flutti e altre rocce. I pinihanno difficoltà a crescere, icolori sono particolari con ondedorate e flutti bianchi.In alto a sinistra compare unasagoma gialla che potrebbeessere sia una spiaggia che unanuvola piatta. 

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Ceramiche

Kogan – cercamica Shino (XVI sec.) Provenienza: Mino (nella quale sisono spostati i ceramisti Seto)

Altezza: 18 cm.Decorazioni in e-shino.

Recipiente per l’acqua nellacerimonia del tè. L’utilizzo dimateriale rozzo dona semplicità egenuinità alla cerimonia.

Piatto – ceramica Oribe (inizio XVII sec.) Argilla e gres.

Provenienza: Mino.

Autore: Oribe.

Argilla cotta a 1200°C con corpo ingres. Dipinta con pigmento ricco diferro su sfondo bianco coperto daun’invetratura in rame verde.Successivamente, è cottanuovamente a 700°C.

In basso un motivo naturalistico, inalto il riempimento verde rame.

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 Tazza da tè – ceramica Raku

(inizio XVII sec.)

Autore: Kōetsu.

Ceramica coperta da invetratura nerao bianco avorio.Cottura a bassa temperatura, e

ceramica tolta dal forno quando ancoracalda.Il ceramista a questo punto poteva:

•  metterla in un forno in assenzadi ossigeno; 

•  metterla in acqua; •  metterla in materiale organico

(es. segatura). 

Piatto con pini – ceramica Karatsu(XVI – XVII sec.)

Argilla e gres con metodo di ingobbio.

Corpo di gres grezzo ricoperto diargilla in acqua usata per “incollare” idue materiali.Il prodotto risultante era bianco, eveniva quindi dipinto (ma non sempre). 

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PorcellanaImportata dalla Cina e fatta con caolino, argilla bianchissima cotta a 1300°C.

La produzione di porcellana giapponese serve solo all’esportazione nel mercatoeuropeo. 

Piatto – porcellana Imari(XVII sec.)

Provenienza: Arita.

Decorata con pigmenti color cobalto.I disegni sembrano schizzi non curati.

Vaso – porcellana Kakiemon

(XVII sec.)

Provenienza: Arita.

Il vaso è invetrato, cotto, dipinto e quindicotto nuovamente.

Gli smalti colorati e i motivi di decorazionesono semplici ma raffinati e curati.Il motivo floreale è il più usato.

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Piatto – porcellana Nabeshima(dopo 1625)

Provenienza: Arita.

Inizialmente costituiva la porcellanadel daimyō locale, poi la clientela siallarga pur rimanendo nelle alteclassi.

Decorato con blu sottocoperta,invetriatura trasparente e smalto(rosso, giallo o verde).

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 Piattini sagomati –porcellana Kenzan

(XVIII sec.)

Autore: Ōgata Kenzan.

Decorazioni interna ed esternacontinuative.

Scatola per scrittoio(XVIII sec.)

Lacca ed intarsio in piombo con effettoargentato.

Decorazione con cervi.

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 Scatole Inro (1820) Lacca nera e lacca dorata.

Sono divise in scompartimenti, conuna corda che le avvolge da legarealla cintura per il trasporto.

Sono laccate con molti motividecorativi. Lo strato inferiore è di laccanera, quello superiore di lacca doratache viene incisa e rimossa per crearela decorazione.

EDO (1615 – 1868 d.C.)

Woodblock printing (moku hanga木版画): stampa a matrice, v. libro.

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 Moji-e (scrittura dipinta)

(XVII sec.)

Inchiostro su carta.

Autore: Iwasa Matabei (a cui èattribuita la paternità dell’ukiyo-e).

Questo metodo è detto scrittura

dipinta in quanto parte del disegnoè costituita da hiragana o interefrasi.

Bijinga (rappresentazione di bellezzafemminile) (XVII sec.)

Kakemono (rotolo verticale), coloresu carta.

Rappresentazione di donna susfondo neutro. Queste opere eranospesso anonime poiché vendutecome souvenir ai frequentatori dei

quartieri di piacere.Le gambe sono (solitamente) girateda una parte, la testa e il busto daun’altra.

Il lusso dei vestiti delle classiinferiori era limitato da appositeleggi, e si cercava di ottenere ilmiglior risultato possibile nel lororispetto.

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 Yoshiwara no tei (1678) Autore: Hishikawa Moronobu.

Stampa monocroma su carta.

L’autore creava illustrazioniche occupavano una paginaintera e senza testo nei libri per

i quali erano pensate.

Compaiono suonatori,danzatrici e altre persone.I paraventi delimitano lospazio.Buona impressione diprofondità.

Stampe a matriceScuola Torii: si concentrava sulla rappresentazione delle figure drammatiche di attorikabuki prestando poca attenzione ai dettagli dell’ambiente. Esagera i contorni ainchiostro per esaltare la drammaticità.

Attore Ichikawa (1697) Autore: Torii Kiyomasu.Nishiki-e (stampa policroma con

immagine di broccato), inchiostro ecolore su carta.

L’attore rappresentato impersonaGorō mentre sradica un albero dibambù. È una scena furiosa.I muscoli sono accentuati da lineenere e spesse. 

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 I 7 episodi della poetessa Ono

Komachi (XVIII sec.)(img. diff.) 

Autore: Suzuki Harunobu.Nishiki-e (stampa policroma conimmagine di broccato), inchiostro e coloresu carta.

L’autore rimane quasi sempre anonimo

poiché, essendo solo un “dipendente”statale, produceva calendari camuffati neldisegno non essendo autorizzato a farlilegalmente.In questa serie di stampe racconta la vitadella poetessa Ono Komachi. Nella scenaa fianco la poetessa è rappresentata inpiedi, e l’inserviente seduta conta le nottidi un amante che ha deciso di aspettare100 notti prima di conquistare la suapadrona, ma che morirà al 99° giorno.

Ono è rappresentata in maniera elegante,vestita con abiti Edo nonostante avessevissuto durante lo Heian.In alto a destra, una poesia scritta da leisull’uomo che non l’ha raggiunta.

Donne sul ponte di Nihonbashi(1786)

Autore: Torii Kiyonaga (Torii acquisito,pupillo di Torii Kiyomitsu).Nishiki-e (stampa policroma conimmagine di broccato).

È in realtà un calendario camuffato, ritraedue gruppi di donne che si incontrano lanotte di capodanno.A sinistra: donne di ritorno dalpellegrinaggio; a destra: loro inservienti.Disposizione a due triangoli, come leimbarcazioni nel fiume.Buona rappresentazione prospettica(pilastri) con un paesaggio di Edo sullosfondo.Sovrapposizione di colore negli abiti.

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 Bagno pubblico (1780)  Autore: Torii Kiyonaga.

Nishiki-e (stampa policroma conimmagine di broccato).

Il bagno pubblico è parte della vita deigiapponesi nel periodo Edo.

Le donne sono rappresentate connaturalezza; la loro disposizioneasimmetrica e le linee oblique creanola spazialità della stanza.Il proprietario del locale “sbircia” lascena.

Attore Segawa Tomisaburō (1794)

Autore: Tōshūsai Sharaku.Nishiki-e (stampa policroma conimmagine di broccato).

Riguardo l’autore, del quale abbiamocirca 150 stampe prodotte nell’arco diun anno, non si hanno informazioni. Isuoi soggetti sono gli attori kabuki.

Segawa Tomisaburō era un famosoattore kabuki qui rappresentato nellevesti della moglie di un chōnin, maSharaku esalta la personalitàdell’attore anziché quella delpersonaggio Egli era infattisoprannominato “Tomi il cattivo” pervia degli occhi piccoli, le orecchie apunta, la mascella triangolare el’assenza di sorriso.

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 Geigi (1790)  Autore: Kitagawa Utamaro.

Nishiki-e (stampa policroma con immaginedi broccato).Serie di stampe: Cinque tipi di inchiostrodelle province settentrionali.

Il titolo della serie di stampe si riferisce aicinque tipi di cortigiane, dal livello più alto(Geigi) al più basso (Teppō).Qui la cortigiana intrattiene il cliente duranteuna conversazione.Ha linee morbide, la mano è paffuta e ilcollo lungo. L’atteggiamento è lezioso.

Teppō (1790) Autore: Kitagawa Utamaro.Nishiki-e (stampa policroma con immaginedi broccato).Serie di stampe: Cinque tipi di inchiostrodelle province settentrionali.

In questa rappresentazione di cortigiana dibasso livello la presenza del cliente, anchese non esplicitata, è resa evidente dallaposa scomposta di lei: capelli in disordine,seno scoperto e fazzoletto in bocca, cosìcome è tipico nelle stampe erotiche. 

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 Amore pensieroso: donna

(1790) 

Autore: Kitagawa Utamaro.Nishiki-e (stampa policroma conimmagine di broccato).Serie di stampe: Amore pensieroso.

È una serie di stampe collegate

all’amore. Anche qui è rappresentataunicamente la parte superiore del corpo,con il busto rivolto in avanti e la testavoltata in diagonale opposta e sorrettadalla mano.Il pensiero è rivolto all’amato.La pelle è bianchissima. 

Yamauba e Kintarō (1790)(img.1 diff.) 

Autore: Kitagawa Utamaro.Nishiki-e (stampa policroma conimmagine di broccato).Serie di stampe: Yamauba e Kintarō.

Storia di una madre nobildonna e delfiglio col quale vive una vita in condizioniquasi selvagge.La donna è il simbolo dell’amorematerno; il padre era un guerrieroingiustamente bandito; Kintarō diventeràun grande combattente e vendicheràl’onore del padre.

1: Lei è chinata sul figlio e ha in manoun ramo con due ricci e castagne; ilbambino non arriva a prenderlo e cercadi arrampicarsi sulla madre.

2: Pelle di lei bianchissima, simbolo dinobiltà; pelle del bambino scura, quasiarancione. 

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Scuola Utagawa:

• Toyokuni: stile personale, rappresenta i singoli attori in pose drammatiche.•  Kuniyoshi: famoso per il genere moshi-e (dipinti di guerrieri); compone una serie

di 108 eroi cinesi, tratti da un racconto nel quale un gruppo di banditi si sacrificaper l’imperatore. 

La strega Takiyasha e lo spettroscheletro (1845) 

Autore: Utagawa Kuniyoshi.Nishiki-e (stampa policroma conimmagine di broccato).Trittico.

Storia di una ribellione che vedeprotagonisti un Taira e due suoifigli.La scena illustrata rappresental’arrivo di uno spettro scheletro acasa dei due figli.

È realistico e convincente. 

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 Il bottaio di Fujimihara

(1823 – 1831) 

Autore: Katsushika Hokusai.Nishiki-e (stampa policroma conimmagine di broccato).Serie di stampe: 36 vedute del monteFuji.

Raffigura un piccolo bottaio(costruttore di barili) intento nelpiallare le giunture.Le tavole diagonali del barileindirizzano lo sguardo verso il monteFuji, con davanti una distesa di campiprosciugati.È molto realistico.

Il monte Fuji dalla costa di Kanagawa(1823 – 1831) 

Autore: Katsushika Hokusai.Nishiki-e (stampa policroma conimmagine di broccato).Serie di stampe: 36 vedute del monteFuji.

In primo piano, una barca viene fattasobbalzare dal mare mosso.Le onde formano una conca chemostra in lontananza il monte Fuji,circondato da uno sfondo nero incontrasto con la limpidezza del restodel cielo. 

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 Dimora dei piatti (Sarayashiki)

(1830) 

Autore: Katsushika Hokusai.Nishiki-e (stampa policroma conimmagine di broccato).Serie di stampe: Hyaku Monogatari(racconti sui fantasmi).

L’opera narra di una donna gettata in unpozzo colpevole di aver rotto un piattopregiato, e del suo ritorno sotto forma difantasma.Nella scena, la protagonista “emerge”dal pozzo con una lunga capigliaturache si fonde con i nove piatti checompongono il collo.Il soffio che esce dalla bocca conta dauno a nove.

Il monte Fuji e l’isola di Enoshimadalla spiaggia di Shichiri (1821) 

Autore: Toyota Hokkei.Nishiki-e (stampa policroma conimmagine di broccato).Serie di stampe: Isola di Enoshima.

Su questa spiaggia un drago malvagiovenne trasformato in serpente dalla deaBenten (anno del serpente).

In basso, sulla spiaggia, compaiono duepersone e, al centro, l’isola di Enoshima.L’acqua occupa molto spazio.Sullo sfondo si vede il monte Fuji, esopra ancora due poesie. 

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 Monte Fuji

(1834) 

Autore: Toyota Hokkei.Nishiki-e (stampa policroma conimmagine di broccato).

Viene mostrato il cratere con unanuvola marrone che ne interrompe

le pendici.I colori sono ben modulati.

Kuwana (1834) Autore: Utagawa Hiroshige.Nishiki-e (stampa policroma conimmagine di broccato).Serie di stampe: 53 stazioni diTokaidō.

Questa serie combina una visionelirica delle quattro stagioni dellacampagna a rappresentazioniumoristiche delle persone e deicostumi locali delle varie tappe.

In Kuwana vediamo una cittàportuale e, in primo piano, due navicon le vele abbassate e alla lorosinistra il mare aperto con altre navi

all’orizzonte.Vi è un misto di elementi classici emoderni. 

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 Hakone(1834) 

Autore: Utagawa Hiroshige.Nishiki-e (stampa policroma conimmagine di broccato).Serie di stampe: 53 stazioni diTokaidō.

I colori avvolgono la montagnain primo piano formando prati,campi coltivati e zone rocciose.Dietro, una catena montuosa.

Pittura nel periodo EdoScuola Kanō: è direttamente legata allo Stato, e gli artisti sono così oberati dagliobblighi di lavoro che non riescono a rinnovarsi. Nel 1621 il ruolo di caposcuola èricoperto da Tanyū, nipote di Eitoku, che recupera le commissioni passate e diventa ilnuovo modello degli artisti successivi. 

Lo specchiodegli imperatori(1634) 

Autore: Kanō Tanyū.Fusuma (rettangoli opachi verticali scorrevoli).

Il soggetto del dipinto è un cinese confuciano cheracconta di un imperatore che rinunciò allacostruzione di una torre per il suo palazzo perchésarebbe risultata troppo onerosa per il popolo. Èun esempio di governante saggio.

In basso alberi e rocce chiudono la composizionedel dipinto mentre la casa dell’imperatore sbuccadalla nebbia al centro. 

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 Pini (1626)  Autore: Kanō Tanyū.

Fusuma (rettangoli opachi verticaliscorrevoli), colore e oro su carta.

Gli elementi qui dipinti da Tanyū siispirano ai paraventi Momoyama

ma mancano di cruda energia e ladimensione dei soggetti è quinotevolmente superiore.

Scuola Rinpa: è stata fondata da Ōgata Kōrin che rielaborò i concetti di Sōtatsu eKōetsu. Non avrà discepoli, il suo stile verrà ripreso da artisti indipendenti. Condivisacon Sōtatsu è la rappresentazione di fiori e uccelli: il fiore viene astratto dal suoambiente naturale e posto su sfondo dorato. Usa poche tonalità di colore ma donaprofondità col raggruppamento dei fiori. 

Scatola(fine XVII sec.) 

Autore: Ōgata Kōrin.Scatola decorata condipinti.

È una creazione del periodoformativo trascorso a Edo. 

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 Iris (1701)  Autore: Ōgata Kōrin.

Byōbu (paravento a 6 pannelli).

Fiore studiato dal vivo, ma posto susfondo dorato senzarappresentazione dell’ambiente

naturale.

Susino con fiori bianchi e rossi(1710 – 1716) 

Autore: Ōgata Kōrin.Byōbu (paravento a 6 pannelli),colore e oro su carta.

Lo sfondo dorato è attraversato da

un corso d’acqua scurissimo le cuionde sono un motivo ornamentale.L’albero e i rami non sono delimitatida linee di contorno ma creatimediante pennellate via via piùscure.

Sui rami a sinistra compaiono deipiccoli fiori bianchi che sono invecerossi sui rami a destra.

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 Nono mese (1823)  Autore: Sakai Hōitsu.

Kakemono (rotolo verticale), coloresu carta.

L’autore dipinge fiori su rotoliverticali per 12 mesi.

Le sue composizioni sono raffinate,i fiori raggruppati e le piante più altepiegate verso destra danno unasensazione di leggera brezza.

Sullo sfondo, la luna piena.

Erbe e fiori(XIX sec.) 

Autore: Sakai Hōitsu.Byōbu (paravento a 6 pannelli),colore su carta.

Anche in questo caso l’inclinazionedelle piante, qui più notevole e conpetali svolazzanti, esprime l’idea dibrezza

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 Camelie bianche(II metà XIX sec.) 

Autore: Suzuki Kiitsu (allievo di Hōitsu).Byōbu (paravento a 6 pannelli), coloresu carta.

Vi è una contrapposizione tra la formaastratta della collinetta e il realismo delle

camelie bianche.

I contorni grigi “gonfiano” i petali dandol’impressione che ve ne siano molti.

Arbusti autunnali(II metà XIX sec.)

(img. diff.?) 

Autore: Suzuki Kiitsu (allievo di Hōitsu).Byōbu (paravento a 6 pannelli), argentosu carta.

La foglia d’argento sul paravento serve a

dipingere l’erba.

In mezzo, la foschia simile a un corsod’acqua interrompe e illumina il campo.

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Realismo: scuola di Edo fondata da Maruyama Ōkyo. 

Pini nella neve(fine XVIII sec.) 

Autore: Maruyama Ōkyo.Coppia di byōbu (paravento a 6pannelli), oro e inchiostro su carta.

L’orizzonte è abbassato perrenderlo visibile.L’autore utilizza la tecnica dellascuola Rinpa di sovrapporrepennellate prima chiare e poi,gradualmente, scure.La neve appoggiata sul tronco èrealizzata con estremo realismo edà l’idea degli aghi di pino.

Gli eccentrici: gruppo di artisti non collocabile nelle scuole esistenti, e con un propriostile di difficile imitazione. Sono definiti “eccentrici” sia per i loro dipinti che per il loro stiledi vita. 

Gallo, chioccia e ortensia (1757) Autore: Jakuchū Colore e inchiostro su carta.

Studia presso la scuola Kanō e lascuola di pittura cinese ma èinsoddisfatto e decide di dedicarsi

alla scuola del “vero”: osserva pergiorni galli e chiocce.

Il suo dipinto unisce lo stile delrealismo con quello della scuolaRinpa.

Nonostante il realismo del gallo edella chioccia c’è un appiattimentodato dall’ortensia e dalle rocce che“bloccano” lo sfondo.

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 Insetti nello stagno(II metà XVIII sec.)

(colorato in origine) 

Autore: Jakuchū.Colore su seta.

Anche qui i soggetti sono molto realistici,ma il dipinto è poi appiattito dallo sfondod’acqua.

Nirvana delle verdure(II metà XVIII sec.) 

Autore: Jakuchū.Inchiostro su carta.

Al centro, un rapano giapponeserappresenta il Buddha disteso su una

stuoia e le verdure circostantisimboleggiano i discepoli.

Vi sono poi elementi verticali come ibambù che scendono dall’alto.

Anche in un dipinto di questo tipo c’è unmessaggio buddhista, e cioè che lanatura del Buddha insiste su tutte lecose.

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 Paesaggi (1770)  Autore: Sōga Shōhaku.

Inchiostro su carta.

Uso di pennellate forti, potenti e molto liberein composizioni drammatiche ottenutegiustapponendo motivi differenti. Si rifà alla

pittura del periodo Muromachi.

Gli elementi impossibili danno l’idea divedere dipinti differenti: le rocce tagliano ilpaesaggio e la roccia a sinistra è fuori scala. 

Quattro saggi del monte Shan Autore: Sōga Shōhaku.Coppia di byōbu (paravento a 6 pannelli),inchiostro su carta

Ironizza sui cinesi saggi del III sec. che

avevano una grande rettitudine morale.Shōhaku li trasforma in eccentrici cambiandoi loro vestiti, le loro posizioni e le loroespressioni.

Il dipinto è fatto con una linea spessa, quasicalligrafica.

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Scuola Nanga e Bujinga: classificano i dipinti non in base alla bravura dell’artista mabensì alla sua istruzione poiché solo chi era in grado di capire tutte le arti (pittura,letteratura, musica e poesia) era ritenuto in grado di esprimere i veri concetti delle sueopere. I termini “Nanga” e “Bujinga” derivano comunque dal fatto che i suoi membrierano uomini letterati o appartenenti alla scuola del sud. 

Fiori di susino (1740)  Autore: Gion Nankai (primo Nanga).Inchiostro su carta.

È una delle quattro piante nobili.I suoi fiori venivano usati per insegnare lacalligrafia.I fiori sono un soggetto frequente degliartisti e la loro grande varietà richiede alpittore grande perizia e originalità.

L’originalità di Nankai si concretizza nella

composizione dei rami.L’albero spunta dal basso a sinistra insenso verticale, poi i rami piccoliproseguono verso l’alto: l’autore utilizza unatecnica in cui si divide la punta del pennelloin due in modo da formare due linee scurequasi parallele con in mezzo il bianco delfoglio.Il ramo a sinistra è perfettamente verticale. 

Bambù (metà XVIII sec.)  Autore: Yanagisawa Kien (secondo Nanga).Colore verde su carta blu indaco.

Non si vedono né l’inizio né la fine dellapianta di bambù ma solo il ramo cheattraversa la parte superiore del dipinto.

È il simbolo del gentiluomo perché si piegama non si spezza.

L’autore utilizza la firma e il sigillo per

riempire lo spazio in modo da non lasciarespazi blu vuoti e dare equilibrio al dipinto.

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 Prima e seconda visitaai dirupi rossi (1746)

(img. diff.) 

Autore: Sakaki Hyakusen (terzo Nanga).Coppia di byōbu (paravento a 6pannelli), inchiostro su carta

Inscena la storia di due gite in barca aidirupi. I protagonisti, sulla loro

imbarcazione, sono seguiti da una gru(simbolo dei saggi taoisti).Il primo dipinto è ambientato all’iniziodell’autunno mentre il secondo alla fine.

La bravura del pittore risiede nel suomodo di rappresentare la storia duranteil suo svolgimento e nel modo in cui apree chiude il dipinto.

Prima visita ai dirupi rossi (1749) Autore: Ike Taiga (allievo di Kien,esponente Nanga).Byōbu (paravento a 6 pannelli),inchiostro su carta.

A sinistra vi è un grande specchiod’acqua avvolto dalla nebbia e dal qualespuntano delle rocce. L’orizzonte èdelimitato con contorni dolci.

La nebbia e il tratto tenue conferisconol’idea di “non solidità”. Pochi accenniscuri sono presenti in primo piano.

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 Cascate di Nachi (anni 1770)  Autore: Ike Taiga (allievo di Kien, esponente

Nanga).Inchiostro su carta.

Taiga assume qui uno stile più personale edistinto da quello del maestro Kien.

Dal basso emergono formazioni roccioseparticolari con pennellate larghe e arrotondate.L’area bianca tra le varie formazioni rocciosedà l’idea della profondità; anche la cascata èresa non colorando una parte della montagna.Il colore scuro di quest’ultima, inoltre, è incontrasto col chiarore dello sfondo.

Monte Fuji(anni 1770) 

Autore: Ike Taiga (allievo di Kien, esponenteNanga).Inchiostro e colore su seta.

Utilizzo dello stile cinese di tratti molto piccoli.Le montagne sono delimitate da pennellateforti, mentre la campitura da pennellate ampiee tenui.

Paesaggio con padiglioni(anni 1770) 

Autore: Ike Taiga (allievo di Kien, esponenteNanga).Coppia di byōbu (paravento a 6 pannelli),

colore su carta dorata.

Taiga, utilizzando in quest’opera colori forti e losfondo in oro, supera le regole dello stileNanga. Ma la fusione di elementi cinesi egiapponesi incontra comunque i gusti dellostile della scuola.

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 Oku no hosomichi

(La stretta strada versoil profondo nord)

(1778) 

Autore: Yosa Buson (grande esponenteNanga).Rotolo orizzontale, colore e inchiostro su carta.

A sinistra Bashō e Sora si incamminano versonord, salutati da tre persone a destra. L’idea di

profondità è conferita dalla diagonale tra ilbraccio dell’uomo che saluta e i dueprotagonisti in partenza, oltre che dalledimensioni dei vari personaggi.

Yosa Buson è specializzato nellacomposizione di rotoli orizzontali.Unisce stili e temi cinesi.

Vette spoglie del monte Gabi(1780 circa) 

Autore: Yosa Buson (grande esponenteNanga).Rotolo orizzontale, colore e inchiostro su carta.

L’autore si ispira a una poesia cinese chetratta del riflesso della luna sulle montagne.Nel titolo, però, egli non accenna mai alla lunama ne mostra uno spicchio solo a fondo rotolo.

Il rotolo, da destra a sinistra, è compostoprincipalmente da montagne rese con pochitratti d’inchiostro.

Il riflesso lunare è gestito con un ottimo giocodi luce e ombra.

Costruire una casa sulle

montagne (XIX sec.) 

Autore: Gyokudō (esponente Nanga vicino aicinesi).

Inchiostro su carta dorata.

L’autore utilizza qui la tecnica di Ike Taiga checonsiste nel rappresentare le piante mediantela sovrapposizione di pennellate e laripetizione dei tratti.

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 Nuvole orientali

(XIX sec.)(img. diff.?) 

Autore: Gyokudō (esponenteNanga vicino ai cinesi).Inchiostro su carta.

L’opera, composta sotto l’effetto delsaké, ha uno stile maturo.

Racchiude temi Bunjinga uniti allatecnica di sovrapposizione dipennellate sempre più scure.

Compaiono forme strane edincongruenti che, assieme a nuvolee neve, danno l’idea di pocavisibilità.

Navigando sull’Inagawa(XIX sec.)

(img. diff.?) 

Autore: Chikuden (ispirato daGyokudō).Inchiostro e colore tenue su carta.

In basso due pescatori parlano e,più in alto, compare la casa di unricco mercante.

I colori tenui usati con la tecnicadella sovrapposizione dellepennellate danno un tono pacato atutto il dipinto.

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 Paesaggio(XIX sec.)

(img. diff.) 

Autore: Bunchō.Inchiostro su carta.

In primo piano, il padiglione coperto daglialberi dà un grande effetto ditridimensionalità.

Le cime degli alberi sono coperte dalla neve.Il maltempo è mostrato dal cielo scuro versoil quale si innalza la montagna.

Ritratto di Kimura Kenkadō (XIX sec.) 

Autore: Bunchō.Inchiostro e colore su seta.

Il dipinto è stato composto in base allamemoria dell’autore, tempo dopo il decessodel soggetto.

Kimura Kenkadō era un venditore di saké.Dall’espressione del volto è possibilecomprendere la personalità dell’uomo.

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 Ritratto di Ichikawa Bei’an

(XIX sec.)

Autore: Kazan (pupillo di Bunchō).Inchiostro e colore su seta.

Kazan è un grande sperimentatore,studia prima alla scuola Kanō e applicapoi le tecniche occidentali a materiali

giapponesi.

Questo ritratto vede il soggetto vestitocon abiti informali, casalinghi.

Le ombreggiature che danno volume alsoggetto sono state realizzate contecniche occidentali.

Ritratto di Takami Senseki(XIX sec.) 

Autore: Kazan (pupillo di Bunchō).Inchiostro e colore su seta.

Ritratto di uno studioso dell’Occidente,visto negativamente dal bakufu inquanto in contrasto con l’idealeisolazionista del periodo.

Anche Kazan, fruitore di tecnicheoccidentali di pittura, venne incarceratoper eccessive affinità extra-nazionali.

Questo dipinto è il ritratto che meglioriesce nell’applicazione del realismooccidentale.