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Marco Marco Chistolini Chistolini - - m. m. chistolini chistolini @alice. @alice. it it 1 1 DISAGIO E PROCESSI D’AIUTO Prevenzione e sostegno nell’adolescenza Firenze, 13 gennaio 2010 Il disagio nell’adolescenza adottiva: crisi d’identità, ricerca delle origini e ruolo della famiglia Marco Chistolini

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DISAGIOE PROCESSI D’AIUTOPrevenzione e sostegno

nell’adolescenzaFirenze, 13 gennaio 2010

Il disagio nell’adolescenza adottiva: crisi d’identità, ricerca delle origini e

ruolo della famiglia

Marco Chistolini

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Alcune caratteristiche specifiche dell’adolescenza adottiva

I figli adottivi sono interessati dalle variabili adolescenziali come tutti i loro coetanei.Devono, però, affrontare anche alcuni effetti specifici dell’essere stati adottati. Questi effetti sono di due tipi:

Quello di potenziamento/complessificazionedi condizioni “normali” dell’adolescenza;Quello di confrontarsi con variabili adozione/specifiche.

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Amplificazione variabili adolescenziali

1. Bilancio storia pregressa più complesso.2. Disarmonie evolutive.3. Confronto con i genitori e regolazione dei

rapporti con loro.4. Cambiamenti somatici.5. Rapporti con i coetanei.

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Variabili adozione/specificheEtà al momento dell’adozioneEsperienza dell’abbandonoStoria pregressa mediamente più difficileAssenza di informazioniMaggiori incertezze nel rapporto con i genitori adottiviCaratteristiche etniche Possibile ricerca delle origini

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Età al momento dell’adozione

Diversi studi (Sharma & alt. 1996; Barth & alt. 2001; Howe e alt. 2001) hanno dimostrato che durante l’adolescenza i bambini adottati più grandi possono presentare maggiori difficoltà, mentre in età adulta questa differenza si riduce significativamente (Decker e Omori, 2009).

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Effetti delle esperienze precedenti

L’influenza delle esperienze precedenti sul funzionamento in adolescenza èampiamente documentato, va però detto che i risultati delle ricerche variano notevolmente se indaganoretrospettivamente o prospetticamente.

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Identità etnica

Provenire da un altro Paese e/o esseresomaticamente diversi acquista un grande valore in adolescenza perché:

Contribuisce a definire il senso di identitàpersonaleInfluisce nelle relazioni con gli altriPuò diventare un fattore esplicativo della propria situazione

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Come stanno gli adolescenti adottati?La letteratura (Verhulst & Versluis-den Bieman, 1989; Brodzinsky, 1992) è concorde nell’indicare una maggiore presenza di problematiche (difficoltà scolastiche, comportamenti devianti, problemi emotivi e relazionali) negli adolescenti adottati, confrontati con i loro coetanei non adottati, soprattutto nelle problematiche esternalizzanti(ragazzi), internalizzanti (ragazze), meno convergenti i risultati relativamente ai e isturbidell’attaccamento.

Come stanno gli adolescenti adottati (2)

La presenza di maggiori difficoltà non deve, però, impedirci di vedere che la maggioranza degli adolescenti adottivi sta bene. Questo dato emerge in molte ricerche (Benson, Sharma, &Roehlkepartain, 1994; Fava Vizziello & Simonelli, 2004). In uno studio fatto in Canada da (Westhues &.Cohen,1997), nel quale èstato valutato l’adattamento di un gruppo di figli adottivi, divisi in due sottogruppi uno composto da soggetti di età compresa tra i 12 e i 17 anni e l’altro tra i 18 e i 25, confrontati con i loro fratelli figli biologici, i risultati indicano che questi ultimi hanno punteggi migliori su tutte le 6 aree considerate: integrazione familiare, auto-stima, relazioni con i pari, benessere nella relazione con le origini etniche e razziali, e le prestazioni scolastiche. Queste differenze, però, non sono particolarmente significative e il quadro complessivo che emergedalla ricerca è quello di un buon adattamento dei soggetti adottivi,

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Confronto con le originiNel bilancio personale dell’adolescente adottivo e nel suo proiettarsi nel futuro il tema della separazione dalla famiglia di origine torna ad assumere rilevanza, influenzato da:

Cambiamenti fisiciMaggiori capacità cognitiveRelazioni con l’altro sessoPossibile attivazione nella raccolta di informazioni

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I fattori che influenzano il rapporto con le origini

L’età al momento dell’adozione.Le esperienze precedenti l’adozione e la presenza di figure significative.Le caratteristiche somatiche.Il livello di comunicazione sull’adozione in famiglia.Il timore di ferire i genitori adottivi.L’atteggiamento del contesto sociale nei confronti dell’adozione e della etnia di origine.Il livello di benessere complessivo (il bisogno di immaginarsi un’altra vita).

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Esplorazione interna ed esternaLa risoluzione della vicenda adottiva si snoda lungo due distinti, ma connessi, livelli: quello interno (comprendere) e quello esterno (conoscere). Ritengo che sia prioritario il primo, in quanto l’obiettivo di tale esplorazione è quello di dare senso alla propria storia personale e ai significati che ha sulla propria identità attuale e futura.Ciò detto non si può nascondere la rilevanza del “piano di realtà” rappresentato dal confronto con informazioni sul passato e/o dalla ricerca dei propri familiari biologici.

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Coerenza e completezza della narrazione di sé

L’obiettivo auspicabile è che il soggetto arrivi ad una “narrazione” di sé il più possibile completa (sul piano dei fatti), coerente e plausibile (sul piano dei significati). Consapevoli che tale obiettivo è raggiungibile nel tempo e con livelli diversi.Nei fatti assistiamo a posizioni che vanno dall’idealizzazione, al rifiuto della propria storia personale, dalla marcata sofferenza all’accettazione serena.

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Tre stili di rapporto con la vicenda adottivaNel loro studio “openness in adoption: outcomes for adolescents within they adoptive kinship networks”, Grotevant & alt., identificano tre stili narrativi nel raccontare la propria situazione adottiva negli adolescenti:Identità adottiva non-esplorata.

L’adozione è poco considerata e c’è bassa espressione di affetti connessi.

Identità limitata.C’è un interesse altalenante per la tematica adottiva con espressione di sentimenti prevalentemente negativi.

Identità integrata e coerente.Il tema adottivo è considerato importante, la narrazione è coerente con espressione di sentimenti positivi

Gli stili riportati non sono connessi con il grado di apertura dell’adozione.

Il lavoro di Penny & alt. 1. Prevale il senso di gratitudine verso i genitori. Non vi è

consapevolezza delle tematiche adottive e l’adozione é considerata un’esperienza positiva.

2. L’adozione viene vista positivamente ma compare un certo interesse per le tematiche adottive (curiositàverso la famiglia biologica, senso di non appartenenza, ecc.) con una certa esitazione nell’esplorare questi temi.

3. Prevalgono sentimenti di rabbia e tristezza verso l’adozione, i genitori adottivi e quelli biologici. L’attenzione è sulla perdita.

Dr. MarcoDr. Marco ChistoliniChistolini 1515

Modalità 4 e 5

Il soggetto riconosce gli aspetti di perdita, ma anche i benefici dell’adozione. Vi é lo sforzo di accettare ed integrare le tematiche adottive.Il soggetto ha lavorato sulle tematiche adottive e si sente in pace o in cammino verso la pace.

Dr. MarcoDr. Marco ChistoliniChistolini 1616

Dr. MarcoDr. Marco ChistoliniChistolini 1717

Quanti cercano?Le organizzazioni che si occupano di aiutare i “searchers”parlano di 30/40%.Brodzinsky (1992) stima credibile una percentuale del 15%.Altri studiosi indicano tra il 30 e il 40% (Iwanek, 1991;Selman, 1999).Si stima che tra coloro che cercano una percentuale che oscilla notevolmente tra studio e studio (dal 20 al 60%) desidera incontrare i genitori biologici. La ricerca della famiglia biologica può avere una motivazione “evolutiva” quale acquisizione di informazioni che integrano la propria autobiografia in un disegno sufficientemente coerente della stessa o può avere una motivazione involutiva, quando nasce dalla confusione tra la dimensione del sapere e quella del capire.

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Sentirsi appartenenti

alla famiglia adottiva

Sentirsi diversi dalla famiglia adottivaNO SI

SIEsperienza integrata (Sentimenti di integrazione)

Esperienza di differenziazione

(Sentimenti di diversità)

NO/INCERTOConfigurazione non rappresentata e teoricamente improbabile

Esperienza alienata(sentimenti di alienazione)

Classificazione dell’esperienza adottivaAdoption search and reunion D. Howe – J. Feast

MarcoMarco ChistoliniChistolinim.m.chistolinichistolini@[email protected] 1919

Cercatori Non cercatori

Esperienza integrata

46 71

Esperienza differenziata

24 14

Esperienza alienata

30 15

MarcoMarco ChistoliniChistolinim.m.chistolinichistolini@[email protected] 2020

Valutazione dell’essere adottati

Cercatori Non cercatori

Positiva/molto positiva

53 74

Sentimenti contrastanti

39 22

Negativa o molto negativa

9 4

LA CRISI ADOTTIVAIN ADOLESCENZA

MarcoMarco ChistoliniChistolini -- m.m.chistolinichistolini@[email protected] 2121

Fattori di rischio relativi all’adolescente

• Presenza di E.S.I. particolarmente gravi.• Storia personale non accettata/elaborata.• Danni neurologici.• Adozione tardiva.• Scarso senso di appartenenza alla

famiglia adottiva.

2222Marco Chistolini - [email protected]

Fattori di rischio relativi ai genitori adottivi

Discontinuità familiare.Esperienze traumatiche non elaborate.Sterilità non elaborata.Aspettative irrealistiche.Età avanzata.Presenza di figli biologici.Mancato riconoscimento del ruolo dei genitori. biologici.Isolamento sociale.

2323MarcoMarco ChistoliniChistolini -- m.m.chistolinichistolini@[email protected]

MarcoMarco ChistoliniChistolinim.m.chistolinichistolini@[email protected] 2424

Il lavoro preventivo

È utile costruire occasioni in cui l’adolescente adottivo ed i suoi genitori possano trovare opportunità di confronto e approfondimento sulle tematiche tipiche dell’adozione (storia pregressa, conseguenze delle ESI, differenza etnica, ricerca delle origini, ecc.).

L’intervento di curaLe difficoltà che possono insorgere durante l’adolescenza sono molto varie, spaziando da condizioni di ritiro depressivo, a condotte devianti, a quadri di dipendenza da alcol e/o sostanze, disturbi alimentari, sintomi psicotici, ecc.Il lavoro con l’adolescente in crisi deve sempre coinvolgere la famiglia e coniugare competenze specifiche sull’adozione e sulla problematica prevalente manifestatasi.

2525MarcoMarco ChistoliniChistolini -- m.m.chistolinichistolini@[email protected]

Il lavoro sulla condizione adottivaContenuti sempre significativi dell’intervento saranno:

L’abbandono e la relazione con i genitori biologici.La storia pregressa all’adozione.Le caratteristiche etniche e il rapporto con il contesto di vita.La relazione con i genitori adottivi.La relazione con i coetanei.

2626MarcoMarco ChistoliniChistolini -- m.m.chistolinichistolini@[email protected]

L’intervento sulle originiLa disponibilità dei genitori adottivi e dell’adolescente ad esplorare la “vicenda adottiva” .La costruzione di significati coerenti e plausibili

Abbandono come evento doloroso, ma non stigmatizzante (buco nero, ferita non emendabile, ecc.)Chiave interpretativa della incapacità genitorialeVisione compassionevole dei genitori biologici

La conoscenza dei dati di realtàRi-trasmissione di informazioniViaggio nel Paese di origineRicerca della famiglia biologica (?)

2727MarcoMarco ChistoliniChistolini -- m.m.chistolinichistolini@[email protected]

MarcoMarco ChistoliniChistolinim.m.chistolinichistolini@[email protected] 2828

Riassumendo…

Alla luce di quanto esposto fin qui possiamo affermare che il rapporto con le proprie origini biologiche va inteso come un “viaggio” non lineare, principalmente interno, che ha inizio prima di questa fase e continua successivamente. La tappa adolescenziale è importante perché fornisce degli input significativi che rimandano alla vicenda adottiva. L’adolescenza favorisce e complessifica questo percorso di conoscenza di sé (ricerca di identità e vulnerabilità).Se, quindi, può essere preferibile non sollecitare, dall’altra parte va evitata la costruzione di identità personale escludente la storia adottiva

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Riassumendo (2)…Genitori e ragazzi possono essere aiutati ad essere consapevoli di questo e a trovare strategie che consentano l’esplorazione interna e, eventualmente, esterna (trasmissione delle informazioni, viaggio di ritorno nel Paese, contatti con l’istituto, ecc.).In particolare l’adolescente, da solo o in gruppo, può essere sostenuto nel processo di esplorazione autonoma delle tematiche adottive e nella significazione delle stesse all’interno del percorso di costruzione della propria identità personale. Agli operatori il compito di valutare a che punto del proprio percorso “narrativo” la persona si situa, utilizzando mappe concettuali non rigide.

Marco [email protected] 30

Risultati del re-incontroLa maggioranza degli studi indica che gli effetti dell’incontrare i parenti biologici sono positivi. I soggetti dichiarano un maggior senso di completezza, miglior senso di identità e di autostima, di sentirsi piùcoesi ed integrati.Cowell (1996) riporta che il 74% è soddisfatto o molto soddisfatto e il 99% non è pentito di aver ritrovato i parenti.Campbell (1991) sostiene che il 100% lo farebbe ancora.Bertocci e Schecter (1987), Slaytor (1986) e Sorosky (1978) riferiscono alti livelli di soddisfazione Molti soggetti, però, pur dichiarandosi soddisfatti del ritrovamento, non mantengono relazioni con i “parenti” biologici. Sachdev mostra il 97% di soddisfatti e il 51% che mantiene relazioni. Inoltre, riferisce che su 157 soggetti che hanno incontrato la madre naturale solo il 19,8% afferma che si è trattato di una relazione madre-figlio; il 73,2% parla di rapporto amichevole o di essersi sentiti come dei conoscenti.

Adozione e AdolescenzaFirenze 13 Gennaio 2011Dott.ssa Daria Vettori

L’adolescenza e’ senza dubbio un

periodo molto difficile..

Non solo per i ragazzi, ma anche per i

genitori

Ma chi sono questi?Chi e’ questo ragazzo, chi e’ questa ragazza?

Che cosa abbiamoin comune ?

Che cosa ci lega??

I figli, anche quelli adottati, diventano grandi…e i

genitori ?

Che cosa succede a loro?

Il tempo e’ passato…sta passando.

Crisi negli adulti

fine della ricerca della fine della ricerca della genitorialitàgenitorialità, , il corpo cambia…il corpo cambia…dall’onnipotenza dall’onnipotenza all’impotenzaall’impotenza

Simbolo della “trasformazione”periodo Neolitico

…mentre i ragazzi entrano in una inquietudine senza nome, nella ricerca di loro stessi…

Riflessione importante:* per comprendere come mai

fanno stare così male* per aiutarli a condividere con

loro un sentimento di perdita che probabilmente appartiene, in

questo momento ad entrambi.

“gioco” di proiezioni

ansia, confusione, caos

Esperienza adottivaEsperienza adottivaAl senso di estraneità tipico dell’adolescenza

corrisponde di fatto l’attivarsi di fantasie e pensieri correlati, nel caso dell’adozione, al fatto che nella realtà vi e’ un “altrove” non

condiviso.

Di fatto un processo, fisiologico, che trova nella realta’ di una storia altrove,

e nelle paure reciproche un rinforzo…una sorta di conferma

Innesca nei grandi e nei ragazzi:

* la possibilità di pensare di poter trovare in un luogo lontano e sconosciuto, un

senso di familiarità andato perduto

* la sensazione che queste emozioni mai provate così intensamente forse sono la conferma di una difficoltà a costruire un

legame genitoriale con chi non e’ “sangue del proprio sangue”.

Allora ecco le fantasie sulle origini che invadono i pensieri di tutti, come se queste potessero risolvere quel senso di estraneita’, dare risposte, chiarire sensazioni…

Le domande sulla propria storia, sul senso del legame sono

sentite come un attacco da parte degli adulti e come una conferma di

estraneità da parte dei ragazzi

I “problemi” vengono spostati sui I “problemi” vengono spostati sui ragazzi:ragazzi:

E’ necessario riconoscere invece che parte di questo caos, paure appartiene

anche a tutti gli attori coinvolti:

adottare un bambino non e’ come averlo “fatto ?

la genitorialita’ costruita a posteriori non e’ realmente cosi’ Profonda ?

il “sangue non e’ acqua” ?

Manuela…

“Non ho nulla in comune con mia figlia…forse davvero il fatto di non

averla fatta me la rende estranea”

“ Io e mia madre non abbiamo niente in

comune…si vede che non sono sua figlia, quella <vera> intendo…”

Bisogno di differenziarsi da un rapporto intenso, fortemente e reciprocamente dipendente, ha

innescato un violento processo di ricerca della propria identita’.

E’ necessario ridefinire una relazione, riconfermare le appartenenze nella

differenziazione…Questo, a volte, fa emergere

effettivamente l’irrisolto, ma può essere una buona occasione per chi li sta accompagnando (psic, ins, ecc)

La transizione apre un senso di

incertezza che rende molto

difficile comprendere quali sono i reali bisogni

di ciascuno…

Una confusione data anche dalla disarmonia con cui avvengono questi passaggi.

piccoli ed indifesi, bisognosi di cure e dipendenti,

chiedono di essere lasciati soli, di fare cose, che fino a poco tempoprima non avevano fatto

(ricerca delle origini).

….ATTACCAMENTO

…disarmonie evolutive correlate anche alla loro storia e a ciò che gli e’ mancato o

cio’ che hanno avuto…

Disarmonia affrontata attraverso un lavoro sul mondo interno

di questi bimbi feriti per fare spazio al pensiero,

alle relazioni, agli affetti, ai progetti

- aiutare i ragazzi a superare l’angoscia del crescere e della differenziazione per vedere le loro risorse

- aiutarli a scoprire chi sono nella realtà, facendo i conti anche con i limiti (paura della diversita’)

La sfida:

ugualmente le domande/ansie/ le paure dette e non dette, Recupero di una storia gia’ narrata e condivisa.

Mai/Poco affrontato

Tempi molto duri…

Affrontato

…il lavoro sulla trasparenza non puo’iniziare con l’adolescenza

Rainbow family

PassaggiPassaggi fondamentalifondamentali ancheanchecome come aperturaapertura al al mondomondo

esternoesterno, al , al rapportorapporto con i con i paripari……

Non possono capire…

SomiglianzaSangue del loro sangue

Hanno qualcuno che racconta loro la loro storia fin dall’inizio

Non hanno genitori che non possono capire…perche’ condividono la stessa storia di genitorialita’

Non sentono cio’ che sento io, non stanno cosi’ male

Vergogna delle origini…

Quali interventi ?

Il Il gruppogruppo deidei genitorigenitoriIl Il gruppogruppo deidei ragazziragazziInterventiInterventi didi consulenzaconsulenza allaallafamigliafamigliaConsulenza psicoterapia Consulenza psicoterapia

L’esperienza del gruppo ragazzi

MotivazioneMotivazioneQualeQuale organizzazioneorganizzazione??ConfrontoConfronto verbaleverbale e e tecnichetecniche attiveattiveLe Le regoleregole del del gruppogruppo ((condivisecondivise): ): chiusochiuso//apertoaperto, eta’, , eta’, metodometodo didi lavorolavoro, , contrattocontratto, , eccecc

I ragazzi sembrano vivere i loro genitori come fortissimi, una base sicura, ma anche

fragilissimi, da proteggere, come se il loro essere “base sicura” possa essere minacciato da

rivelazioni che riguardano il dolore dei loro figli, le paure, le

domande…i ragazzi vorrebbero lasciare tutto come e’

rispetto ai grandi!

Dei supereroi, per i quali il pensieri dei figli rispetto all’abbandono, alle origini, al sentirsi diversi sono come una sorta di “criptonite”…

Quali tematiche…Quali tematiche….Quali tematiche….

* cosa pensano i genitori adottivi prima e dopo * cosa pensano i genitori adottivi prima e dopo l’adozione, l’adozione,

* la scelta e la possibilità di accogliere qualunque * la scelta e la possibilità di accogliere qualunque bambino nella propria famiglia, bambino nella propria famiglia,

* l’ansia di non * l’ansia di non deluderli o deluderli o

spaventarli con spaventarli con domande o domande o

curiosità sulle curiosità sulle origini, origini,

* la possibilità reale di costruire una relazione * la possibilità reale di costruire una relazione genitorialegenitoriale al di la dei legami di sangueal di la dei legami di sangue

* cosa sarebbe potuto essere? * cosa sarebbe potuto essere?

famiglia d’origine

“vittima” (mass media)…

genitori adottivi

responsabili anche dell’abbandono(sogno di genitorialità a tutti i costi)

* il senso di diversità vissuto sia in relazione alla * il senso di diversità vissuto sia in relazione alla differenza etnica che per il solo fatto di essere differenza etnica che per il solo fatto di essere

adottatiadottati* il senso di * il senso di estraneita’estraneita’ da genitori da genitori cosi’cosi’ diversi…diversi…

DOMANDE

coppia

genitorialitàrapporto tra la generativita’ biologica e quelle mentale

la sessualita’,la differenza fra i genitori adottivi e loro. …non riconoscere piu’ il proprio corpo…

sessualità fertile/non fertile

Angoscia di non avere dei ricordi del Angoscia di non avere dei ricordi del passato … e nessuno che può passato … e nessuno che può

raccontarli …raccontarli …

Lavoro sulla funzione di “rispecchiamento”

Sorprende il bisogno/desiderio di Sorprende il bisogno/desiderio di questi ragazzi di riempire i vuoti questi ragazzi di riempire i vuoti

lasciati dal non sapere, da quello che lasciati dal non sapere, da quello che non conoscono, non ricordano, ciò non conoscono, non ricordano, ciò che nessuno gli ha mai raccontato che nessuno gli ha mai raccontato

perché nessuno sa come sono andate perché nessuno sa come sono andate le cose. le cose.

Pare essere stato molto difficile per Pare essere stato molto difficile per questi ragazzi avere qualcuno che questi ragazzi avere qualcuno che

potesse prendere coraggio ed entrare potesse prendere coraggio ed entrare con loro nella sfera del “possibile”, con loro nella sfera del “possibile”,

per poter insieme costruire una per poter insieme costruire una storia…storia…

I genitori sembrano essere stati molto I genitori sembrano essere stati molto “bravi” nel dire la “bravi” nel dire la verita’verita’, nel raccontare , nel raccontare tutto il noto, mentre paiono non essere tutto il noto, mentre paiono non essere

riusciti a riempire anche l’ignoto, quello riusciti a riempire anche l’ignoto, quello su cui e’ necessario costruire partendo su cui e’ necessario costruire partendo dalle certezze, ma passando anche da dalle certezze, ma passando anche da

cio’cio’ che e’ incerto, probabile, le che e’ incerto, probabile, le fantasie… fantasie…

CosaCosa possiamopossiamo raccontareraccontare aiaivostrivostri genitorigenitori??

Scriviamo una lettera….