Disabilità - icsavignano.edu.it · Le funzioni cognitive che si definiscono con l’espressione...
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Il funzionamento umano può essere valutato prendendo in considerazione 5 dimensioni
• Abilità intellettive• Comportamento adattivo• Salute• Partecipazione: coinvolgimento nelle
esperienze quotidiane• Contesto: fattori ambientali e personali
Le funzioni cognitive che si definiscono con l’espressione
abilità intellettive sono
• Ragionamento• Pianificazione• Soluzione dei problemi• Astrazione• Comprensione di idee complesse • Apprendimento dall’esperienza
Criteri per effettuare una diagnosi di disabilità
intellettiva• Funzionamento intellettivo sotto la media
(Q.I. < 70)• Deficit o compromissione del funzionamento
adattivo (legato allo standard di età, ambiente e cultura).• Esordio prima dei 18 anni
Gradi per classificare il Q.I. nel R.M.
• Lieve (Q.I. compreso tra i 50-55 fino a 70): sviluppa nel periodo prescolare soddisfacenti capacità sociali e comunicative con lieve compromissione nelle aree psicomotorie. Pensiero aderente al concreto.
• Moderato (Q.I. compreso tra i 35-40 a 50-55): la maggior parte acquisisce capacità comunicative durante la fanciullezza e traggono giovamento da trattamenti riabilitativi. Sviluppano capacità di autonomia nella cura della propria persona con moderata supervisione.
• Grave (Q.I. compreso tra i 20-25 a 35-40): linguaggio gravemente compromesso e limitato a richieste di soddisfacimento di bisogni primari. Attraverso addestramento possono apprendere le elementari attività di cura della propria persona.
• Gravissimo (Q.I. inferiore ai 20-25): è presente una marcata compromissione funzionale che richiede continua assistenza, non oltrepassa un’ età mentale di 2 o 3 anni e può avere alterazioni relazionali importanti.
Per effettuare una diagnosi è necessario valutare inoltre le capacità di adattamento e il ruolo dell’ambiente che può
mitigare o accentuare le difficoltà dell’individuo. Altra situazione da non
sottovalutare sono le problematiche affettive e sociali
Causa del ritardo mentale• Genetico (5%)• Alterazioni prenatali (tossiche/infettive),
perinatali (emorragie/ischemie), postnatali(infiammatorie/tossiche/traumatiche)• Influenze ambientali (mancanza di accudimento
e stimolazioni verbali/sociali)• Altri disturbi mentali (disturbi generalizzati
dello sviluppo)• Per il 30/40% dei casi non è possibile
identificare una causa precisa
Strumenti di valutazione•WISC-IV (6-16 anni) – WAIS-IV (16-90 anni)•Scala Laiter (in assenza di linguaggio)•Raven, matrici progressive•Vineland, per la valutazione delle capacità di adattamento
LA FASE DIAGNOSTICA RAPPRESENTA ANCHE UN PRE-REQUISITO
INDISPENSABILE PER LA PROGRAMMAZIONE E LA REALIZZAZIONE
DI INTERVENTI ABILITATIVI MIRATI
La scuola e gli insegnantiIl bambino/ragazzo che presenti un R.M. necessita di una scuola che nella pratica dell’insegnamento si avvalga anche di attività quali: educazione musicale, drammatizzazione, psicomotricità relazionale, laboratori con attività creative che, oltre ad arricchire il patrimonio esperienziale ed intellettuale, permettano di lavorare anche con un bambino che NON impara a leggere e a scrivere.
Sono da tenere ben presenti in ogni caso i seguenti punti:•L’insegnante deve conoscere bene il proprio alunno;•In riabilitazione e nell’educazione in generale non esiste un tetto oltre al quale non si può andare, perciò non è possibile stabilire a priori se un bambino con ritardo medio scriverà parole o meno, se leggerà o riconoscerà le insegne dei negozi.
•Inclusione come “integrazione reciproca”, accomodamento fra individuo con disabilità e contesto•Processo che prevede modificazioni sia nelle persone
con disabilità che nel contesto
Inclusione
Il concetto di inclusione deve nascere dal sostanziale passaggio dal focus sullo stereotipo che riguarda la disabilità allo sguardo capace di incontrare l’altro nella sua complessità, nella rete di possibilità e limiti che gli è propria, per identificare piste utili a ideare e realizzare un itinerario formativo significativo.
Spesso i genitori dei soggetti con R.M. sembrano avere lo sguardo annebbiato dalla malattia ed è come se non vedessero il loro figlio come un bambino con “bisogni di bambini”; non hanno fiducia e la loro preoccupazione principale riguarda il futuro.
Proprio per questo bisogna pensare ad un piano di lavoro e ad un trattamento riabilitativo/educativo che deve essere condiviso con la famiglia e vissuto anche all’interno della realtà domestica.
Occorre perciò riconoscere, valorizzare, rinforzare le risorse della famiglia e puntare sulla ricostruzione di un accettabile livello di fiducia in quello che il bambino potrà fare.
I genitori
• Il bambino con disabilità intellettiva richiede un efficiente lavoro di gruppo per la sua integrazione nel contesto sociale vale a dire a casa, a scuola e nell’ambiente ludico
•Spesso è necessario un sostegno psicoeducativo per il nucleo familiare
•Integrazione scolastica