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DIRITTO DI STAMPA

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DIRITTO DI STAMPA

Il diritto di stampa era quello che, nell’università di un tempo, veniva a meritarel’elaborato scritto di uno studente, anzitutto la tesi di laurea, di cui fosse statadichiarata la dignità di stampa. Le spese di edizione erano, budget permettendo, acarico dell’istituzione accademica coinvolta. Conseguenze immediate: a parte lasoddisfazione personale dello studente, del relatore e del correlatore, un vantaggioper il curricolo professionale dell’autore, eventuali opportunità di carriera accade-mica e possibili ricadute positive d’immagine per tutti gli interessati. Universitàcompresa.

La dignità di stampa e, se possibile, il diritto di stampa erano quindi determi-nati dalla cura formale della trattazione, dalla relativa novità del tema di studio,dall’originalità del punto di vista e magari dai risultati “scientifici” della tesi: ecioè quel “vuoto” che, in via di ipotesi, si veniva a riempire in un determinato“stato dell’arte”, e dunque dal valore metodologico, anche in termini applicativi,della materia di studio e dei suoi risultati tra didattica e ricerca. Caratteristica deldiritto di stampa, in tale logica, la discrezionalità e l’eccezionalità. La prospettiva dicontribuire, così facendo, alla formazione di élites intellettuali. Sulla scia di questatradizione, e sul presupposto che anche l’università di oggi, per quanto variamenteriformata e aperta ad un’utenza di massa, sia pur sempre un luogo di ricerca,nasce questa collana Diritto di stampa. Sul presupposto, cioè, che la pubblicitàdei risultati migliori della didattica universitaria sia essa stessa parte organica emomento procedurale dello studio, dell’indagine: e che pertanto, ferme restandola responsabilità della scelta e la garanzia della qualità del prodotto editoriale, ildiritto di stampa debba essere esteso piuttosto che ridotto. Esteso, nel segno di unelevamento del potenziale euristico e della capacità critica del maggior numeropossibile di studenti. Un diritto di stampa, che però comporta precisi doveri per lastampa: il dovere di una selezione “mirata” del materiale didattico e scientifico adisposizione; il dovere di una cura redazionale e di un aggiornamento bibliograficoulteriori; il dovere della collegialità ed insieme dell’individuazione dei limiti e dellepossibilità dell’indagine: limiti e possibilità di contenuto, di ipotesi, di strumenti,di obiettivi scientifici e didattici, di interdisciplinarità. Un diritto di stampa, checioè collabori francamente, in qualche modo, ad una riflessione sulle peculiaritàistituzionali odierne del lavoro accademico e dei suoi esiti.

Questa Collana, dunque, prova a restituire l’immagine in movimento di unlaboratorio universitario di studenti e docenti. E l’idea che alcuni dei risultati piùapprezzabili, come le tesi di laurea prescelte, possano mettersi nuovamente indiscussione mediante i giudizi e gli stimoli di studiosi competenti.

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Premio Luca Coscioni I edizione

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Davide Pistorio

Social Media ed eHealth

The Bright and the Dark Sides of the Social Moon

Presentazione diEnrica Amaturo, Emilia D’Antuono

Prefazione diMaria Antonietta Farina Coscioni

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Aracne editrice

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via Sotto le mura, Canterano (RM)

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Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: settembre

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Indice

Presentazionedi Enrica Amaturo, Emilia D’Antuono

Prefazionedi Maria Antonietta Farina Coscioni

Introduzione

Metodi

Capitolo IeHealth

.. Cos’è l’eHealth?, – ... Le tecnologie dell’eHealth, – ... L’im-portanza dell’uso sociale, – ... Web . ed eHealth, – .. Empower-ment del paziente ed e–pazienti, – .. La reazione dei medici, deiprofessionisti sanitari e dei ricercatori, .

Capitolo IISocial media ed eHealth

.. Definizioni di social media, – .. Classificazioni dei social me-dia, – .. Social media ed eHealth, – ... Gli usi e i benefici deisocial media nel campo della salute, – ... La centralità del paziente e laqualità dell’assistenza sanitaria, – ... Supporto sociale peer–to–peer ePDR, – ... Il web . e i social media per la promozione della salute, – ... L’uso dei social media da parte degli ospedali, – .. Tipologiedi social media ed eHealth, – ... Siti di Social Networking (generici,professionali e tematici), – ... Blog e Microblog, – ... Wiki, – ... Siti di social filtering (social bookmarking, aggregatori sociali e sitidi social rating), – ... Siti per la condivisione dei media (photo sha-ring e video sharing), – ... Altri (Multi–User Virtual Environments eMashup), .

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Indice

Capitolo IIIThe Dark Side of the Social Moon

.. Nuove dipendenze e nuove norme sociali, – .. Nuovi divide enuove literacy, – ... Nuovi divide, – ... I limiti dei social mediaper la health communication, – ... La qualità delle informazioni, – ... eHealth literacy, – ... eHealth literacy e pazienti, –... eHealth literacy e professionisti della salute, – ... Considerazionifinali, – .. Tendenze future, .

Conclusioni

Bibliografia

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Presentazione

E A, E D’A∗

È con particolare interesse e convinta partecipazione che abbiamocollaborato con l’Istituto Luca Coscioni per la prima edizione delpremio destinato a giovani studiosi, che si sono confrontati con letematiche complesse e attualissime della comunicazione pubblicadella scienza.

L’occasione è stata sicuramente di grande rilievo per moltepliciragioni.

Innanzitutto questo importante evento nasce in nome di una perso-na che ha reso la malattia, che ha attraversato la sua vita, una tragediaa scena aperta popolata di figure sublimi e di comparse, un luogo divisibilità della vulnerabilità come tratto identificante la comune condi-zione umana. Luca ha avuto in proprio, e ha attivato in altri, il coraggiodi far coincidere il suo privato con un pubblico punto di partenza perl’affermazione della libertà di ricerca scientifica e di cura. L’impegnodi Luca, così carico di sensi e valori, prosegue oggi grazie all’Istitutopresieduto da Maria Antonietta Farina Coscioni, coprotagonista di unavicenda che continua a incidere sul nostro presente, convocando tuttia un’attenzione partecipe verso questioni che chiamano in causa, sulpiano etico, bioetico e di cittadinanza, fragilità e giustizia insieme.

In secondo luogo siamo state liete di prestare attenzione e aggiudi-care riconoscimento ai lavori di giovani studiosi che attraversano, confiducia nello studio e nell’impegno, questo tempo di insicurezza che

∗ Componenti della Commissione scientifica esaminatrice del Premio Luca Coscioni:Prof.ssa Enrica Amaturo (Direttrice Dipartimento di Scienze sociali, Ordinario di Sociolo-gia, Università di Napoli “Federico II”), Prof. Roberto Caminiti (Ordinario di Fisiologia,Sapienza—Università di Roma), Prof.ssa Emilia D’Antuono (Ordinario di Filosofia morale,Università di Napoli “Federico II”), Prof.ssa Carla Rossi (Consiglio Italiano delle ScienzeSociali, Ordinario di Statistica medica, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”), Dott.Marco Cerrone (Sociologo della Comunicazione), Dott. Valter Vecellio (Vice–caporedattoredel Tg), Gianni Betto (Centro di Ascolto dell’Informazione Radiotelevisiva).

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Presentazione

spesso li vede costretti a fughe verso un altrove con meno incognite emaggiori prospettive di realizzazione del diritto all’esistenza.

Il tema della comunicazione pubblica della scienza, a cui l’Istitu-to Coscioni ha rivolto quest’anno la sua attenzione con la creazionedel premio, è un aspetto imprescindibile del dibattito nazionale einternazionale, che vede un serrato confronto tra i modelli di parte-cipazione alla società della conoscenza e le forme di coinvolgimentoattivo della comunità scientifica, dei pazienti, dei cittadini tutti, oltreche dei decisori politici. La finalità di accrescere a livello mondialela consapevolezza della libertà di ricerca come valore irrinunciabileresta obiettivo prioritario al quale dedicare ancora, e instancabilmente,energie intellettuali e impegno civile.

Il nostro auspicio è che la bioetica, nel suo essere punto di in-tersezione di discipline vigili intorno alle questioni della vita, dellavulnerabilità e della giustizia, in un orizzonte sgombro da ipotecheideologiche, agisca in tutta la sua ampiezza per consolidare dialo-go, riflessione e studio sui rapporti tra scienza e politica, mondodell’informazione e opinione pubblica.

Per entrare nel merito dei lavori qui pubblicati, osserviamo che,pur nelle loro peculiarità, tutti e tre accolgono l’eredità lasciata daLuca Coscioni, che vogliamo evocare sinteticamente con le sue stesseparole: «Le nostre esistenze hanno bisogno di libertà e di ricercascientifica».

Simona Ricca ha approfondito la relazione tra politica, comunica-zione e democrazia nell’era digitale in un testo che si muove tra storia,letteratura e modelli di comunicazione della scienza, guardando speci-ficamente all’informazione medico–scientifica in ambito televisivo eall’eco suscitata da tre clamorosi casi italiani: il caso Bonifacio, quelloDi Bella e la recente e sconcertante vicenda Stamina. Proprio quest’ul-tima è oggetto della riflessione di Virginia Fattori, che, soffermandosisui problemi etici e sulle tecniche di comunicazione, mette a fuocoil ruolo del mediatore scientifico e della modalità progettuale dellacomunicazione scientifica, presentando alcune linee prospettiche peril rinnovarsi di strategie e azioni comunicative.

Il lavoro di Davide Pistorio, infine, osserva il cambiamento delpaesaggio della pratica clinica, delle informazioni e dell’assistenzasanitaria attraverso le nuove opportunità create da internet e dal web,ponendo attenzione al fenomeno dell’e–Health, la pratica della salute

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Presentazione

attraverso il supporto di strumenti informatici che delinea nuovi divari,nuove dipendenze, nuove competenze richieste agli e–pazienti.

Da tutti e tre i lavori emerge con forza l’esigenza di riservare mag-giore attenzione e cura al delicato rapporto tra scienza, tecnologiae opinione pubblica in Italia, nella convinzione che non possano es-servi vera democrazia e vera cittadinanza senza il coinvolgimentodei cittadini in un dibattito aperto e consapevolmente informato conricercatori e policy makers.

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Prefazione

M A F C∗

Due storie. La prima, Francesco Marchetti: è uno studioso, un ri-cercatore che si occupa di tossicologia genetica. Detiene un primatoMarchetti: nel ha anni, è negli Stati Uniti per fare ricerca dopola laurea in biologia. Il primato è di essere il primo italiano a fare unacquisto su un sito italiano di e–commerce. La racconta così: «Venni asapere che IBS stava per aprire. Mi segnai il giorno, e a mezzanotte eun minuto, per me erano le quattro del pomeriggio, comprai un paiodi libri».

Dopo il periodo californiano, Marchetti nel si trasferisce in Canada, adOttawa: «Mi ha chiamato il ministero della Sanità canadese». Mai pensato ditornare in Italia, e fare ricerca nel nostro paese? Feci un concorso all’ENEA,attorno al ; arrivai terzo. Assunsero i primi due. . . Non ne ho mai fattoun dramma. Sono stato bene in California e mi trovo bene a Ottawa. Nonho in programma di rientrare. Dal punto di vista professionale qui ho avutoi miei riconoscimenti. E poi, se mi serve qualcosa dall’Italia, qualsiasi essasia, la posso ordinare online.

La seconda storia: Roberta D’Alessandro, abruzzese di anni,laureata all’Aquila, dottorato in Germania, direttrice del Dipartimentodi Lingua e Cultura Italiana di Leiden in Olanda è tra i trenta ricercatori(su ) che vince i fondi messi a disposizione dal bando europeoErc Consolidator. Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e dellaRicerca Stefania Giannini si affretta in congratulazioni e complimenti,e scoppia la polemica. Puntualizza a muso duro D’Alessandro: «Nonfaccio parte della ricerca italiana, e non per mia volontà. Dall’Italiasono stata cacciata, ai concorsi non vincevo mai, e mi arrivavano soloper interposta persona i complimenti della commissione; e io, che mene faccio?».

∗ Presidente dell’Istituto Luca Coscioni.

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Prefazione

Ecco il perché di quel perentorio post: «Ministra, la prego di nonvantarsi dei miei risultati», che in poche ore viene condiviso migliaiadi volte e raccoglie solo commenti positivi.

«Un’altra ottima notizia per la ricerca italiana. Siamo al terzo po-sto in Europa, insieme alla Francia, primi per numero di ricercatricidonne», aveva postato Giannini.

Scrivere questo è maleducato e arrogante nei confronti dei paesi che cihanno davvero dato la possibilità di fare ricerca. Paesi in cui ci trattanobene, ci hanno dato i posti migliori, hanno riconosciuto i nostri meriti e lihanno valorizzati. Quanto siamo bravi, dice il ministro? No, quanto è braval’Olanda.

Sempre D’Alessandro: «Mi hanno scritto in migliaia, tra colleghi inItalia e all’estero, dicendo che è ora di fare qualcosa. C’è tanto mal-contento». In Olanda da nove anni, manca dall’Italia da sedici. Provaa rientrare, dopo il dottorato; tenta vari concorsi, ma alla fine quelloche porta a casa sono sempre e solo i complimenti della commis-sione. All’inizio va negli Stati Uniti, per mantenersi lavora di giornoper Microsoft, di notte per Google. Vince un grant per Cambridge,dove rimane dal al . Un’esperienza in Canada, poi l’appro-do in Olanda: diventa professore ordinario a anni. Ora dirige ilDipartimento di Italianistica. Nostalgie, rimpianti?

Qui sto benissimo, ho studenti capaci e colleghi seri, sono stata moltofortunata. Certo, non sono a casa. Quando ho fatto alcuni concorsi in Italianon hanno neanche preso in considerazione il mio lavoro all’estero perchéper loro non era quantificabile. Oltre al danno la beffa. Cara Italia, vorreivivere a casa, ma mi hai cacciata tu.

Se ne possono citare tantissime, di storie analoghe: di Italia “matri-gna” che non sa (e forse non vuole) valorizzare i suoi figli migliori,li “caccia”, rinuncia al loro sapere, che in altri Paesi invece ha modo,compiutamente, si esprimersi e valorizzarsi. Non c’è nulla di male,come qualcuno obietta, che i nostri giovani vadano all’estero, le loroesperienze si ibridino con quelle di altri loro colleghi. Il problemanon è che si vada a fare ricerca negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, inCanada, in altri paesi; il problema è che al contrario di Stati Uniti, GranBretagna, Canada, in altri paesi, la ricerca in Italia viene ostacolata, non

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si “attrae”. Il ricercatore non torna e non arricchisce il nostro Paese ela nostra comunità con il “sapere” che ha acquisito.

Storia antica. Storia che sembra non insegnare granché. La storiaitaliana si intreccia con quelle di scienziati, di ricercatori, di intellet-tuali cui dobbiamo molto: personalità che hanno coniugato “sapere”,coraggio della conoscenza, della ricerca e della sperimentazione, conimpegno laico e civile. Qui si possono fare due nomi: Adriano BuzzatiTraverso e Felice Ippolito.

Ippolito: tra il e il è segretario del Comitato Nazionaleper l’Energia Nucleare (CNEN), ma anche, nel , tra i fondatoridel Partito Radicale. Ippolito frequenta attivamente i convegni degli“Amici del Mondo”, ne parla Marco Pannella nel corso di un interventodel agosto , in occasione del dibattito per la fiducia del IIIgoverno Andreotti:

Quale avvenire ha un Paese nel quale i due volani necessari per lo sviluppodell’economia sono ormai inesistenti, se non a livelli di piani astratti? Èaccaduto per caso che nel Ippolito fosse fatto fuori nel momento incui, a livello di politica energetica, si tentava di dare all’Italia un minimo diautonomia? Senza di questo un Paese, un mercato, non ha autonomia.

È un caso, si domanda Pannella, che Ippolito «sia stato fatto fuoricon i finanziamenti dell’ENI di Eugenio Cefis, che la sinistra, invece,riteneva progressista?».

Ippolito, viene arrestato e condannato in seguito alle accuse mossedal settimanale di destra «Lo Specchio»; che beneficiava di abbondantifinanziamenti da parte dell’AGIP (gruppo ENI). Gli studi, le ricerchein campo atomico davano fastidio ai petrolieri; dunque, Ippolito lo sitoglie di mezzo; e con lui il professor Domenico Marotta, personag-gio su cui conviene spendere qualche parola: considerato l’inventoredell’Istituto Superiore di Sanità, lo dirige e guida per anni; a giu-dizio unanime una gestione eccellente: in breve tempo risolleva ilprestigio dell’istituto, e ne garantisce la modernizzazione. Dà unostraordinario impulso alla ricerca, anche grazie a lui viene lanciato ilcosiddetto “piano Missiroli” col quale si sconfigge la malaria; a lui sideve la creazione del Centro Internazionale di Chimica e di Biologia.Un “fare” che per forza di cose crea malumori e invidie. Nel , perpresunte irregolarità di gestione amministrativa, si trova al centro didue inchieste: amministrativa prima; della magistratura poi. Nell’a-

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prile del un ottantenne Marotta, ormai in pensione, è arrestato;il processo si svolge in parallelo a quello che vede imputato Ippolito.In primo grado la condanna è a sei anni, in appello assoluzione piena.“Nature” definisce l’“affaire” «una incomprensibile vendetta politica».

In questo Pantheon, non può mancare Adriano Buzzati Traverso,una delle glorie della nostra scienza e ricerca, una delle personalitàscientifiche più rilevanti del Novecento. Con Cavalli Sforza elaborauna teoria fisico-biologica della radiogenetica, di cui è uno dei padrifondatori. Nel fonda il Laboratorio Internazionale di Geneticae Biofisica a Napoli. Trasferitosi a Parigi, all’Unesco, come direttorescientifico, si dedica al problema demografico e alla questione nuclea-re. Negli anni Cinquanta è attivo nell’Associazione per la Libertà dellaCultura di Ignazio Silone e Nicola Chiaromonte; relatore, assieme aDaniele Bovet, Giancarlo Arnao, Luigi Cancrini, nei primi convegniorganizzati con Stampa Alternativa per la depenalizzazione e la lega-lizzazione delle droghe; nel è candidato nelle liste radicali. Nelmotivare la candidatura sottolinea la necessità di un rientro “dolce”,per porre un limite e un freno al “crescete e moltiplicatevi”, una del-le priorità cui si sarebbe dovuta dedicare una politica riformatrice edi “governo” degli eventi; ed esorta a «utilizzare le nostre fantasie ecercare di immaginare un’Italia più pulita sul piano fisico e su quellomorale, nella quale tutti potremo vivere meglio di oggi».

Ecco il filo, le “radici” che portano a Luca Coscioni. Il cui percorsoautonomo, di consapevolezza e impegno, di conoscenza e determina-zione non poteva che confluire e sfociare là, dove è confluito e sfociato.Inevitabilmente, “naturalmente”.

Quando, dieci anni fa, Marco Pannella singhiozzando comunicaattraverso “Radio Radicale” che Luca è morto, dice: «Luca fu censu-rato, ci ha lasciato la forza di combattere. Luca era un leader perchéera in prima linea. Era in prima linea ed è caduto. Direi che è statoammazzato anche dalla qualità di questo paese, della sua oligarchia,che lo corrompe e lo distrugge».

La domanda: che cosa ha fatto, e soprattutto: che cosa non ha fattoquesto paese per Luca Coscioni? Non è inutile ricordare che Luca èstato continuamente censurato, non gli è stato permesso di intervenirenella vita politica italiana. . . Continui rifiuti che sembravano renderlopiù forte. . . Occorre ricordare che aveva deciso di fare da cavia, aTorino sperimenta l’autotrapianto di cellule staminali mesenchimali;

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e mette tutto se stesso per la lotta di libertà di cura attiva e passiva eper la ricerca scientifica.

C’è tutto questo patrimonio nella decisione di dare vita all’IstitutoLuca Coscioni. Si tratta di persone che credono nei valori e negli obiet-tivi che erano di Luca; abbiamo voluto creare un “luogo” che consentadi approfondire la ricerca, la riflessione, l’impegno culturale, civile epolitico incarnati emblematicamente dalla vita di Luca, per allargare lesue visioni e i suoi orizzonti. Riteniamo che ci sia necessità urgente diriflettere e dibattere sui reali rapporti tra scienza e potere, democrazia,partecipazione pubblica e mondo dell’informazione. Tra gli obiettiviche ci poniamo, favorire la semplificazione nell’accesso alle informa-zioni di carattere scientifico, al fine di accrescere la consapevolezza delcittadino sui risvolti sociali della ricerca scientifica.

A partire da questo, ho voluto lanciare per la prima volta, nel ,il “Premio Luca Coscioni”, in occasione del nono anniversario dellamorte di Luca; l’Istituto Luca Coscioni ha bandito il concorso perl’assegnazione di tre premi, del valore di C . ciascuno, ad unatesi di Laurea o di Dottorato inerente al tema «La comunicazionepubblica della scienza: come assicurare una corretta informazione econoscenza scientifica».

In sintonia con le finalità statutarie dell’Istituto, l’obiettivo è favorirela riflessione, lo studio e il dibattito sui reali rapporti tra scienza,politica, mondo dell’informazione e opinione pubblica.

Non è stato facile assegnare i tre premi, che tanti sono i lavorigiunti alla giuria selezionatrice, e di qualità. Motivo di conforto, laquestione è sentita, si avverte una consapevolezza di quanto sianoquestioni importanti e urgenti; un contravveleno ai tanti ostacoli eboicottaggi chevengono frapposti alla ricerca scientifica e alla sualibertà, che ci sprona a proseguire su questa strada e intensificare glisforzi. La dimostrazione che non siamo soli, e anzi, più numerosi,probabilmente, di quanto si possa credere.

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Introduzione

L’eHealth sta cambiando il paesaggio della pratica clinica e dell’assi-stenza sanitaria, ma il modo migliore per sfruttare i numerosi vantaggipromessi dalle tecnologie emergenti dell’eHealth non è ancora chiaro(Wicks, Stamford, Grootenhuis, Haverman, Ahmed, ).

Il termine “eHealth” è stato coniato perché Internet e il web hannocreato nuove opportunità e nuove sfide per la tradizionale industriatecnologica dell’informazione sanitaria. Le “nuove” sfide per il settoreerano principalmente:

a) la possibilità per i consumatori di interagire online con i lorosistemi (CB = consumer to business);

b) il miglioramento delle possibilità di trasmissione dei dati daistituzione a istituzione (BB = business to business);

c) le nuove possibilità per i consumatori di comunicare peer-to-peer(CC = consumer to consumer) (Eysenbach, ).

La comunicazione riveste un ruolo sempre più importante all’inter-no delle amministrazioni pubbliche (Levi, ), delle imprese (Fabris,) e delle (moderne) organizzazioni in generale (Invernizzi, )ed è un ingrediente cruciale in ogni aspetto della vita. Le ICT sonodiventate indispensabili e il mondo sta producendo una quantità di datie informazioni impensabile solo venti anni fa.

I sistemi dell’eHealth sono un modo per tenere il passo con lacrescita esponenziale delle informazioni sanitarie, per applicare mag-giormente le conoscenze (individuali e collettive) e per colmare ilponte know–do, fornendo informazioni just–in–time, di alta qualità erilevanti agli operatori sanitari e, sempre più, alle persone comuni(Kwankam, ). L’eHealth può facilitare il fare la cosa giusta, nelposto giusto, al momento giusto, nel modo giusto.

. Il defunto James Grant (–), per anni Direttore Esecutivo dell’UNICEF,dichiarò che l’% dei bambini morti in Africa durante il suo mandato si sarebbe potuto

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Introduzione

In effetti, vi è un notevole interesse internazionale verso lo sfrutta-mento del potenziale delle soluzioni di sanità digitale (riassunte sottoil termine “eHealth”) per migliorare la qualità e la sicurezza dell’assi-stenza sanitaria. Nel , la World Health Assembly (WHA) approvòuna resolution (WHA .) — che riconobbe che l’eHealth consistenell’uso efficiente e sicuro delle ICT a sostegno della sanità e in ambitiad essa connessi (compresi i servizi sanitari, la sorveglianza della salu-te, la letteratura sulla salute, l’educazione alla salute, la conoscenza ela ricerca) — ed esortò gli Stati membri a sviluppare e implementarele tecnologie dell’eHealth. Come risultato, in questi anni le tecnologiedell’eHealth sono state implementate a livello mondiale, spesso concosti notevoli. Valutando l’impatto dell’eHealth sulla qualità e sulla si-curezza della fornitura di assistenza sanitaria, Black et al. () hannoevidenziato, però, che c’è una grande differenza tra i benefici postulatie quelli empiricamente dimostrati delle tecnologie di eHealth e chec’è una mancanza di ricerche sui rischi nell’implementazione di questetecnologie e sul loro rapporto costo–efficacia.

L’eHealth ha un impatto locale, regionale e globale e incide sia lo-calmente sia a distanza (ovunque i partecipanti si trovino) (Oh, Rizo,Enkin, Jadad, ). Una delle promesse dell’eHealth è un’assistenzasanitaria di maggiore qualità e più equa (Eysenbach, ). In modoottimale, l’assistenza sanitaria dovrebbe essere continua e l’eHealthsta emergendo come un veicolo promettente per migliorarla: la ca-pacità della tecnologia di fare da ponte nel tempo e nello spazio larende adatta ad un approccio longitudinale alle cure (Ahern et al.,).

Lober e Flowers () hanno evidenziato l’emergere di due granditendenze che si manifestano per tutto lo spettro delle cure sanitarie:

a) l’assistenza sanitaria è sempre più incentrata su e guidata dalpaziente;

salvare perché la conoscenza per farlo esisteva; semplicemente, questa conoscenza non eradisponibile quando e dove era necessario (K, ).

. Da allora, l’implementazione delle tecnologie di eHealth è diventata una prioritàper molti Paesi: ad esempio, B et al. () riportano che l’Inghilterra investì almeno, miliardi di £ in un programma per l’Information Technology per il Servizio Sanita-rio Nazionale e che l’amministrazione Obama, negli USA, assegnò miliardi di $ adinvestimenti di eHealth nella sanità.