Dirigenti Scolastici - FLC CGIL Lombardia · Graduatorie di istituto docenti: pubblicato il decreto...

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Dirigenti Scolastici NOTIZIARIO NAZIONALE 021 - 2015 – 20 Maggio 2015 REDAZIONE : R. Ciuffreda - Coordinamento Nazionale STRUTTURA COMPARTO NAZIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI FLC DIRIGENTI SCOLASTICI 01. Approvato l’art 9 sulle competenze del dirigente scolastico 02. Il comma 8 dell’art 9 non risolve i problemi relativi alle sofferenze contrattuali dei dirigenti scolastici. 03. In via di soluzione i problemi relativi al contenzioso sui concorsi DS nelle regioni Toscana, Lombardia e Campania. 04. Buona scuola e dirigenti scolastici: ispettori temporanei presi dalle scuole per valutare i DS SINDACATO - POLITICA SCOLASTICA 05. Approvato il DDL sulla brutta scuola, ma la nostra mobilitazione non si fermerà 06. Scuola: quando i fatti smentiscono le parole NORME : SPAZIO FAQ E GIURISPRUDENZA 07. Ancora sulle visite specialistiche 08. Ferie non godute dei supplenti: il giudice di Torino dice sì al pagamento FINANZIAMENTI SCUOLA - PROGRAMMA ANNUALE – MOF - CONTRATTAZIONE DI SCUOLA 09. Finanziamenti alle scuole: mancano i fondi per il funzionamento. I sindacati scrivono al MIUR PERSONALE : CONTRATTUALI – SCATTI – PROFILI – POSIZIONI ECON. -INDENNITA’ 10. Sbloccate le posizioni economiche con decorrenza gennaio 2015. Inaccettabile l’esclusione di una parte degli aventi diritto . La FLC CGIL avvia i decreti ingiuntivi per il pagamento delle posizioni economiche ancora bloccate

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Dirigenti Scolastici NOTIZIARIO NAZIONALE

021 - 2015 – 20 Maggio 2015

REDAZIONE : R. Ciuffreda - Coordinamento Nazionale STRUTTURA COMPARTO NAZIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI FLC

DIRIGENTI SCOLASTICI

01. Approvato l’art 9 sulle competenze del dirigente

scolastico

02. Il comma 8 dell’art 9 non risolve i problemi relativi alle sofferenze contrattuali dei dirigenti scolastici.

03. In via di soluzione i problemi relativi al contenzioso sui

concorsi DS nelle regioni Toscana, Lombardia e Campania.

04. Buona scuola e dirigenti scolastici: ispettori temporanei

presi dalle scuole per valutare i DS

SINDACATO - POLITICA SCOLASTICA

05. Approvato il DDL sulla brutta scuola, ma la nostra

mobilitazione non si fermerà

06. Scuola: quando i fatti smentiscono le parole

NORME : SPAZIO FAQ E GIURISPRUDENZA

07. Ancora sulle visite specialistiche

08. Ferie non godute dei supplenti: il giudice di Torino dice

sì al pagamento

FINANZIAMENTI SCUOLA - PROGRAMMA ANNUALE – MOF - CONTRATTAZIONE DI SCUOLA

09. Finanziamenti alle scuole: mancano i fondi per il funzionamento. I sindacati scrivono al MIUR

PERSONALE : CONTRATTUALI – SCATTI – PROFILI – POSIZIONI ECON. -INDENNITA’

10. Sbloccate le posizioni economiche con decorrenza gennaio 2015. Inaccettabile l’esclusione di una parte degli

aventi diritto . La FLC CGIL avvia i decreti ingiuntivi per il

pagamento delle posizioni economiche ancora bloccate

PERSONALE : MOBILITA’ ED UTILIZZAZIONI

11. Utilizzazioni e assegnazioni provvisorie 2015/2016:

sottoscritta l’ipotesi di contratto integrativo

12. Utilizzazioni e assegnazioni provvisorie 2015/2016:

arriva la nota del MIUR

PRECARIATO, RECLUTAMENTO, SUPPLENZE E PROBLEMI RETRIBUTIVI

13. Graduatorie di istituto docenti: pubblicato il decreto per

l'aggiornamento periodico dei nuovi abilitati e specializzati

ORDINAMENTI - RIFORME

14. Istituti tecnici e professionali: restituite le ore tagliate!

SCUOLA : NAVIGANDO IN RETE 15. Far vincere la scuola - di Fabrizio Dacrema

16. “Ma i super-poteri a noi presidi non miglioreranno l’istruzione” - Mariapia Veladiano

ALLEGATI

2015 05 18 TESTO ART. 9 COMPETENZE DS definitivo camera

2015 05 06 prot7457 MIUR Chiarimenti DOPO SENTENZA TAR sulle visite specialistiche

sentenza tribunale di torino 584 del 12 maggio 2015 pagamento ferie non godute supplenti scuola

nota mef 43 del 18 maggio 2015 noipa interventi in applicazione della legge di stabilita per l anno 2015 per lo sblocco dell erogazione del benefico economico del personale ata del comparto scuola

ipotesi ccni scuola utilizzazioni e assegnazioni provvisorie a s 2015 2016 del 13 maggio 2015

nota 15379 del 19 maggio 2015 utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie del personale docente educativo ed ata 2015 2016 trasmissione ipotesi ccni e presentazione domande

nota 15379 del 19 maggio 2015 allegati

nota 14578 del 13 maggio 2015 trasmissione decreto ministeriale 248 del 4 maggio 2015

decreto ministeriale 248 del 4 maggio 2015 integrazione graduatorie istituto docenti con nuovi abilitati e specializzati

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DIRIGENTI SCOLASTICI

01. Approvato l’art 9 sulle competenze del dirigente scolastico

Lunedì 18 approvato l’art,.9 sulle competenze del dirigente scolastico

Approvato l’art. 9 del DDL scuola sulle competenxe del DIRIGENTE SCOLASTICO alcune variazioni ma nessuna modifica sostanziale. ALLEGATI

2015 05 18 TESTO ART. 9 COMPETENZE DS definitivo camera **********

02. Il comma 8 dell’art 9 non risolve i problemi relativi alle sofferenze

contrattuali dei dirigenti scolastici.

Se pur con complessivi 107

milioni di euro in più le problematiche relative al blocco dei CIR 2012-2015 restano irrisolte

Art.9 comma 8

“8. In ragione delle competenze attribuite ai dirigenti scolastici, a decorrere dall’anno scolastico

2015/2016 il Fondo unico nazionale per la retribuzione della posizione, fissa e variabile, e della

retribuzione di risultato dei medesimi dirigenti è incrementato in misura pari a euro 12 milioni per

l’anno 2015 e a euro 35 milioni annui a decorrere dall’anno 2016, al lordo degli oneri a carico dello

Stato. Il Fondo è altresì incrementato di ulteriori 46 milioni di euro per l’anno 2016 e di 14 milioni di

euro per l’anno 2017 da corrispondere a titolo di retribuzione di risultato una tantum.” ALLEGATI

2015 05 18 TESTO ART. 9 COMPETENZE DS definitivo camera

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03. In via di soluzione i problemi relativi al contenzioso sui concorsi DS nelle regioni Toscana, Lombardia e Campania.

Grazie anche al ns intervento ed al lavoro della struttura di comparto nazionale Ds FLC CGIL in via di soluzione il contenzioso

sui concorsi 2011.

Le votazione in assemblea camera dei deputati danno il via libera il 18 maggio 2015 ad alcuni commi dell’art.9 del ddl 2994 di ‘Riforma del sistema di istruzione e formazione’, la cosiddetta ‘Buona Scuola’, che ha

approvato che permettono di dare un esito positivo alla incredibile vicenda del concorso per dirigenti scolastici

del 2011 in Toscana, Lombardia e Campania. Vedere in merito i commi 9-14 dell’art.9 in allegato

ALLEGATI

2015 05 18 TESTO ART. 9 COMPETENZE DS definitivo camera

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04. Buona scuola e dirigenti scolastici: ispettori temporanei presi dalle

scuole per valutare i DS

Approvato alla camera il comma 16 sulla valutazione dei DS

Il comma sulla base di un emendamento C 2999 al DDL di riforma della scuola presentato dalla Relatrice Maria Coscia dispone un reclutamento straordinario e temporaneo di dirigenti tecnici "conferiti a personale della scuola in possesso dei requisiti per accedere al concorso.” I dirigenti tecnici con incarico temporaneo dovranno assicurare tra l’altro la valutazione dei dirigenti scolastici.

----------------------- IL TESTO

“16. Il nucleo per la valutazione dei dirigenti scolastici è composto secondo le disposizioni

dell’articolo 25, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e può essere articolato in

funzione delle modalità previste dal processo di valutazione.

La valutazione è coerente con l’incarico triennale e con il profilo professionale ed è connessa alla

retribuzione di risultato. Al fine di garantire le indispensabili azioni di supporto alle scuole impegnate

per l’attuazione della presente legge e in relazione all’indifferibile esigenza di assicurare la

valutazione dei dirigenti scolastici e la realizzazione del sistema nazionale di valutazione previsto dal

regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 2013, n. 80, per il triennio

2016-2018 possono essere attribuiti incarichi temporanei di livello dirigenziale non generale di

durata non superiore a tre anni per le funzioni ispettive. Tali incarichi possono essere conferiti,

nell'ambito della dotazione organica dei dirigenti tecnici in servizio presso il Ministero

dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ai sensi dell'articolo 19, comma 6, del decreto

legislativo 165 del 2001, e successive modificazioni, anche in deroga, per il periodo di durata di

detti incarichi, alle percentuali ivi previste per i dirigenti di seconda fascia. Ai fini di cui al

presente comma è autorizzata, per il triennio 2016-2018, la spesa nel limite massimo di 7 milioni

di euro per ciascun anno del triennio. La percentuale di cui all'articolo 19, comma 6, del citato

decreto legislativo n. 165 del 2001, per i dirigenti tecnici in servizio presso il Ministero

dell'istruzione, dell'università e della ricerca, è rideterminata, nell'ambito della relativa

dotazione organica, per il triennio 2016-2018 in misura corrispondente ad una maggiore spesa

non superiore a 7 milioni di euro per ciascun anno.” **********

SINDACATO - POLITICA SCOLASTICA

05. Approvato il DDL sulla brutta scuola, ma la nostra mobilitazione non si fermerà

Comunicato stampa di Domenico

Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

Il disegno di legge approvato oggi dal Parlamento disegna una scuola brutta e autoritaria che nega i diritti e la libertà a chi vive nella scuola. Gli emendamenti approvati, frutto dello

sciopero del 5 Maggio e delle mobilitazioni di questi giorni, non cambiano la sostanza di contenuti inaccettabili. Renzi e il suo Governo non hanno il consenso di docenti, personale ATA, studenti, famiglie e degli stessi dirigenti scolastici. E’ evidente la rottura con il mondo della scuola e con il Paese, da non addebitare ad un difetto di comunicazione ma a dei contenuti di un provvedimento che non affronta i problemi reali della scuola pubblica.

Anche oggi in tantissime piazze del Paese si è contestato il disegno di legge della brutta scuola ma il Governo e la maggioranza sono allergici alle contestazioni e ritengono di essere gli unici detentori della verità.

Hanno imposto la sola logica dei numeri per trasformare le scuole in luoghi simili alle aziende calpestando la Costituzione. La scuola non è dei sindacati ma nemmeno proprietà del Governo e della maggioranza che lo sostiene.

Nel passaggio al senato chiediamo radicali modifiche che partano da un piano pluriennale di stabilizzazione per tutti i precari, alla eliminazione del vincolo futuro dei 36 mesi per le supplenze, alla cancellazione e riscrittura del capitolo sui poteri e le funzioni dei dirigenti scolastici, alla ulteriore riduzione delle deleghe in bianco, al prevedere la priorità dei finanziamenti alle scuole statali a fronte dell’evidente difficoltà a garantire il loro normale funzionamento, al cancellare tutte le incursioni legislative sulla contrattazione e al definire tempi certi per il rinnovo del contratto nazionale.

La Ministra Giannini nell’incontro di lunedì dovrà chiarire quali sono le reali volontà del Governo su questi punti. La mobilitazione non si fermerà fino a quando non ci saranno cambiamenti radicali e concreti.

Scuola: dopo lo sciopero del 5 maggio continua la mobilitazione DDL scuola: i sindacati pugliesi scrivono ai parlamentari DDL scuola: nulla di fatto nell'incontro con il Governo. La mobilitazione non si ferma

DDL scuola: il 19 maggio in Lombardia assemblea/presidio davanti a tutte le prefetture DDL scuola: le "contro-slide" della FLC CGIL Livorno DDL scuola: presidio permanente al Liceo Classico Galileo Galilei di Pisa DDL scuola: il 19 maggio presidio unitario a Savona DDL scuola: flash mob permanente a Milano! DDL scuola: il 19 maggio presidio unitario a Foggia DDL scuola: il 19 maggio assemblea unitaria con presidio a Varese

DDL scuola: presidio permanente e flash mob ad Aosta DDL scuola: il 19 maggio assemblea pubblica con presidio a Campobasso DDL scuola: il 19 maggio flash mob a Vibo Valentia DDL scuola: le iniziative di mobilitazione nelle province toscane DDL scuola: i tentativi del Governo di dividere il fronte della protesta sono falliti DDL scuola: il 19 maggio presidio a Messina DDL scuola: 19 e 20 maggio, due giornate di protesta a Catania

DDL scuola: "La piazza della scuola italiana", Piazza Montecitorio 18, 19 e 20 maggio DDL scuola: 20 e 21 maggio, manifestazioni a Potenza e Matera DDL scuola: le iniziative in programma a Bologna DDL scuola: il 19 maggio a Rimini marcia in difesa della scuola pubblica DDL scuola: a Brescia presidio unitario il 20 maggio DDL scuola: 19 maggio, flash mob a Trieste DDL scuola: 19 e 20 maggio presidio a Napoli DDL scuola: il 19 maggio fiaccolata a Palermo DDL scuola: il 24 maggio marcia a Perugia DDL scuola: sindacalisti in sciopero della fame a Catania

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06. Scuola: quando i fatti smentiscono le parole

In video e in lettera il capo del governo parla con toni rassicuranti alla scuola e alle

famiglie. Ma le sue parole non ci convincono. Ne spieghiamo il perché.

Il Presidente del Consiglio armato di lavagna e gessetti ci fa sapere di tenere più alla scuola che al PIL.

Non gli crediamo. Predica bene e razzola male. Non dice la verità. Vediamo perché.

Dice basta coi tagli alla scuola e invece sottrae alla scuola circa 450 milioni. In finanziaria, infatti, ha tagliato 2.020 unità di personale ATA (alcuni plessi rischiano di non poter essere aperti). I collaboratori scolastici assenti possono essere sostituiti solo dopo 7 giorni. Sono stati tagliati gli esoneri per i vicari, la riforma degli esami di stato si fa per risparmiare sulla pelle dei commissari i quali non saranno più pagati. Si è lontani dal recuperare i tagli dei precedenti governi. Il Documento di Economia e Finanza prevede un’ulteriore riduzione delle spese in istruzione per i prossimi anni, nonostante l'Italia sia già agli ultimi posti fra i paesi OCSE come percentuale rispetto al PIL. Prima operazione di verità: anche lui come i suoi predecessori porta avanti la politica dei tagli lineari, sintomo di povertà culturale.

Si dice aperto al confronto, che non ha la verità in tasca. Ma allora perché non parla direttamente con i sindacati e con chi nella scuola vive? Negli incontri, ai quali non si presenta, fa dire che comunque l’impianto del disegno di legge sulla scuola non cambia. È questa la sua idea di confronto? Chi vuole dialogare non mantiene un comportamento sprezzante nei confronti dei lavoratori che hanno scioperato e delle organizzazioni che li rappresentano. Organizzazioni che non boicottano ma fanno proposte, che hanno il sostegno e il consenso del

mondo della scuola e chiedono di cambiare radicalmente il disegno di legge della brutta scuola e di rinnovare il contratto nazionale. Più di 400.000 docenti, Ata e dirigenti hanno firmato una petizione per rivendicare il rinnovo del contratto. Renzi dica quando intende rinnovare i contratti invece di vendere fumo!

Dice che la “buona scuola” sono i docenti, ma poi propone un modello tutto incentrato solo sulla figura del dirigente. Dice che il preside non potrà chiamare i suoi amici, ma sceglierà i docenti da un ambito territoriale ristretto. Ma in quell’ambito lo fa senza regole. Quale preside chiamerà mai una docente in maternità, un docente genitore di un bambino disabile o magari con idee diverse dalle sue. Altro che merito e competenza!

Sui precari dice che non può accontentare tutti. Ma qui non si tratta di favori, si tratta di rispettare i diritti di chi ogni giorno garantisce il funzionamento della scuola pubblica in condizioni difficili, di chi a vario titolo ha maturato il diritto a stabilizzazione. Di rispondere a una sentenza della Corte di giustizia europea che ha condannato l'Italia per un uso smisurato e non giustificato

dei contratti a tempo determinato. Prima bisogna stabilizzare tutti gli aventi diritto e poi partire con concorsi a scadenza regolare. E nulla dice sull’assurda norma secondo la quale dopo 3 anni di lavoro nella scuola si è fuori. Un modo davvero infame di aggirare la sentenza della Corte europea. Caro Renzi non si gioca con la vita e la dignità delle persone.

Dice che darà più soldi agli insegnanti. Vediamo come. I 40 milioni per la formazione sono una goccia nel deserto rispetto a quanto si spendeva per la formazione prima dei tagli. I 200 milioni da dare ai più meritevoli non solo creeranno divisioni e un clima negativo fra i

docenti, ma sono meno di un terzo di quanto già si dava con il Fondo di istituto ai docenti più impegnati (ben 700 milioni sono stati sottratti al fondo di istituto, levando risorse all’autonomia e sottraendo risorse a chi si voleva impegnare di più). E poi cosa c’entra in tutto questo il consiglio di istituto?

I 500 euro personali per comprare libri o andare al cinema andrebbero invece messi a disposizione di una formazione obbligatoria e ben fatta.

Nulla dice della mancanza di un contratto di lavoro da ben 6 anni e della perdita di oltre 6 mila euro in potere d'acquisto dei salari.

Dice che vuole sviluppare l’autonomia. Ma l’autonomia è, soprattutto, libertà di insegnamento. L’art. 2 del regolamento sull’autonomia è chiarissimo, basta applicarlo. L’autonomia non si sviluppa caricando sui DS oneri e responsabilità: si sviluppa dando soldi certi alle scuole all’inizio dell’anno, liberandole dalle molestie burocratiche (delle cento proposte per lo sblocca scuola della sua consultazione on line nel ddl non c’è traccia), rispettando il personale ATA di cui si è completamente dimenticato, restituendo il maltolto dal Fondo di istituto, pagando bene gli insegnanti, investendo in definitiva un punto di PIL in più per allinearci alla media dei Paesi OCSE. Per la prima volta, nella storia della Repubblica, alle scuole non è ancora arrivato un euro per il funzionamento e siamo quasi alla fine dell’anno. Autonomia non può significare trasformare le scuole in aziende e tantomeno piegare l'istruzione al mercato e alle imprese.

Signor Presidente, noi difendiamo la Costituzione e per questa ragione vogliamo che i finanziamenti vadano prioritariamente alle scuole statali. Le scuole cadono a pezzi, manca tutto alle scuole, si chiedono soldi alle famiglie, perché allora finanziare ulteriormente le scuole paritarie e non quelle statali?

Come pensa che possano funzionare scuole che si mantengono quasi esclusivamente con il contributo "volontario" delle famiglie? Se non riescono a pagare le bollette delle utenze, non hanno risorse e personale per fare funzionare i laboratori? Come tenere le scuole pulite e belle se cadono solai e calcinacci e si ha difficoltà anche a comprare attrezzi e detersivi?

Vuole che le diciamo bravo per i finanziamenti in edilizia scolastica. Ma francamente è il minimo che un governo possa fare affinché gli studenti e il personale vivano in scuole sicure. Anche se

servirebbero meno annunci e più concretezza.

Lei dice che l’Italia sta ripartendo, ma senza la scuola non riparte. Lei dimostra di non conoscerla. E la scuola non può seguirla su un terreno che ne stravolge i connotati di libertà fondati sulla costituzione.

********** NORME : SPAZIO FAQ E GIURISPRUDENZA

07. Ancora sulle visite specialistiche

Il Miur prende atto della sentenza TAR Lazio che annulla la circ.2 del dipartimento funzione pubblica.

Alla luce della sentenza del TAR del Lazio di annullamento della circolare della FP n. 2 del 2014,

il dipendente che si assenta dal lavoro per effettuare visite mediche, terapie ed esami diagnostici

non sarà più obbligato a richiedere il permesso per motivi personali al dirigente, ma potrà

utilizzare l'assenza per malattia (art. 17 del CCNL 2007).

In definitiva viene reintrodotta la facoltà per il dipendente della Scuola di utilizzare l'istituto

dell'assenza per malattia; stante quanto affermato nella sentenza in merito al fatto che "la

novella legislativa del 2013 non può avere un carattere immediatamente precettivo" sarà

sufficiente, a nostro avviso (e in mancanza di chiarimenti della FP che ad oggi non sono ancora

pervenuti) l'attestazione della sottoposizione a visita rilasciata dal medico o dalla struttura che

hanno svolto la visita o prestazione.

Ciò non toglie che, comunque, il dipendente ha sempre la facoltà di giustificare l'assenza per

visita specialistica ricorrendo al permesso per motivi familiari o al permesso breve ex art. 16 del

CCNL 2007.

Il Miur Il MIUR, con la Nota n. 7457 del 6 maggio 2015, ha fornito indicazioni sulla applicazione

della sentenza n. 5714 del 17/04/2015 del TAR Lazio con la quale è stata annullata la circolare

n. 2/2014 del Dipartimento Funzione Pubblica, relativa alle assenze dal servizio per visite

mediche.

La sentenza del TAR, che si ricorda avere efficacia immediatamente esecutiva, ha sottolineato la

necessità che la materia in questione sia disciplinata in atti contrattuali ed ha pertanto annullato

la menzionata circolare.

Di conseguenza, nelle more della rivisitazione della disciplina e della eventuale ricezione di nuove

istruzioni da parte del Dipartimento per la Funzione Pubblica, il MIUR ritiene che le assenze dal

servizio per visite mediche, terapie, prestazioni specialistiche ed esami diagnostici debbano

essere ricondotte esclusivamente alla disciplina normativa di cui all’art. 55 septies, comma 5 ter,

del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.

ALLEGATI

2015 05 06 prot7457 MIUR Chiarimenti DOPO SENTENZA TAR sulle visite

specialistiche **********

08. Ferie non godute dei supplenti: il giudice di Torino dice sì al

pagamento

La vertenza promossa dalla FLC CGIL continua a dare i suoi frutti: riconosciuto il diritto al pagamento a 10 precari della scuola.

Il giudice del Tribunale di Torino, a seguito dell'iniziativa legale della FLC CGIL Torino patrocinata dall’avv. Carlotta Persico, ha riconosciuto ad alcuni supplenti di scuola il diritto al pagamento delle ferie non godute per l’anno scolastico 2012-2013, così come previsto dal contratto nazionale di lavoro.

I ricorrenti avevano prestato servizio per l’intero anno scolastico con supplenza fino al termine delle attività scolastiche ma l’Amministrazione aveva negato loro il diritto al pagamento delle ferie non godute ritenendo che, sulla base della legge di stabilità 2013, i supplenti non ne potessero più beneficiare essendo obbligati a fruirne d'ufficio nei periodi di sospensione delle

lezioni (vacanze natalizie, pasquali ecc).

La vertenza è stata affrontata sotto il profilo della vigenza della legge nel tempo: il divieto di monetizzazione delle ferie, infatti, - in base al comma 56 dell’art.1 della stessa legge di stabilità - non è applicabile per i periodi precedenti al 1° settembre 2013 come invece ritiene l’Amministrazione.

Ora, a seguito del ricorso proposto dal legale della FLC CGIL Torino, il giudice ha ordinato al MIUR di pagare (10.786 euro), più il pagamento delle spese legali e il rimborso del contributo unificato, a favore di un primo gruppo di 10 ricorrenti come corrispettivo delle ferie non godute per l’a.s. 2012-2013.

La FLC CGIL continuerà nella battaglia nella difesa dei diritti negati ai lavoratori precari e invita tutti gli interessati a rivolgersi presso le nostre sedi per ricevere la tutela legale.

ALLEGATI

sentenza tribunale di torino 584 del 12 maggio 2015 pagamento ferie non godute supplenti scuola

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FINANZIAMENTI SCUOLA - PROGRAMMA ANNUALE – MOF - CONTRATTAZIONE DI SCUOLA

09. Finanziamenti alle scuole: mancano i fondi per il funzionamento. I

sindacati scrivono al MIUR

Incomprensibile grave inadempienza del Ministero dell’Istruzione. Le scuole minacciate dal gestore per mancato pagamento fatture.

I sindacati FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal e GILDA Unams scrivono al Ministero dell’Istruzione dando voce alla sofferenza delle scuole che, ad oggi, a poco più di 20 giorni dalla conclusione delle lezioni – cosa mai avvenuta in passato – non hanno ancora ricevuto neppure un euro dei fondi per il funzionamento amministrativo e didattico del 2015.

E ciò in presenza di scadenze diventate ormai ineludibili per le istituzioni scolastiche, quali pagamento dei fornitori e delle bollette a fronte di una cassa scolastica necessariamente vuota perché non alimentata dal fondo del funzionamento ministeriale.

Per di più il gestore istituzionale della piattaforma certificazione crediti ha ufficialmente ammonito tantissime scuole che risultano inadempienti rispetto alle scadenze di pagamento delle fatture, minacciando le sanzioni del caso. Già una settimana fa abbiamo denunciato come inaccettabile questa situazione.

Unitariamente ora chiediamo l’immediato trasferimento delle risorse dovute alle scuole e, in attesa, un intervento urgente presso il gestore a che cessi i suoi interventi intimidatori e una convocazione del tavolo di informativa per discutere, oltre alle questioni aperte con il tavolo tecnico (mepa, help desk, stato della sperimentazione diretta delle supplenze, monitoraggio residui) anche di questa grave situazione in cui sono lasciate le scuole.

La situazione è ancora più paradossale se si considera che mentre il Governo va sbandierando gli investimenti collegati al DDL sulla scuola dimostra un totale disinteresse per la gestione (difficile) quotidiana delle istituzioni scolastiche lasciandole senza un euro per il funzionamento.

____________________

Roma, 18 maggio 2015

Al Direttore Generale Risorse Umane e Finanziarie

Dott. Jacopo Greco

MIUR

Oggetto: richiesta accreditamento fondi per il funzionamento amministrativo e didattico 2015

Ci pervengono dalle scuole segnalazioni unanimi di mancato accreditamento dei fondi per il funzionamento amministrativo e didattico dell’Esercizio Finanziario 2015.

Facciamo notare che siamo a circa 20 giorni dalla fine delle lezioni, che un ritardo così grave mai si era registrato in passato.

Ciò sta creando un grande disagio nel rapporto con i fornitori e per il pagamento delle bollette, per non parlare del fatto, assai grave, che il gestore istituzionale della piattaforma certificazione crediti ha ufficialmente ammonito tantissime scuole che risultano inadempienti rispetto alle scadenze di pagamento delle fatture, minacciando le sanzioni del caso.

Certi della consapevolezza della serie difficoltà in cui versano le scuole, si chiede, da un lato, un tempestivo intervento presso il gestore di cui sopra, e, dall’altro, un incontro urgente di informativa sindacale, per discutere, fra le altre, anche della problematica in parola.

In attesa di riscontro inviamo distinti saluti.

FLC CGIL

Domenico Pantaleo

CISL Scuola

Francesco Scrima

UIL Scuola

Massimo Di Menna

SNALS Confsal

Marco Paolo Nigi

GILDA Unams

Rino Di Meglio

A seguito della nostra sollecitazione il 28 maggio 2015 si svolgerà un

incontro specifico presso il Ministero.

A seguito della richiesta inviata unitariamente al MIUR, il 28 maggio 2015 alle ore 11 si svolgerà un incontro fra l’Amministrazione e le Organizzazioni Sindacali sul tema del mancato trasferimento delle risorse per il funzionamento amministrativo e didattico alle Scuole.

Nella lettera inviata il 18 maggio scorso i sindacati hanno stigmatizzato il gravissimo ritardo che sta marcando il MIUR nel trasferire le risorse per il funzionamento.

Da qui la convocazione presso la Direzione Generale delle Risorse Umane e Finanziarie per il 28 maggio.

In quella sede porremo all’attenzione del MIUR anche lo stato delle questioni in corso di

svolgimento (monitoraggio residui, sperimentazione pagamento delle supplenze da parte del MIUR) e le altre tematiche in corso di definizione (Mercato elettronico, sportello nazionale di auto aiuto).

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PERSONALE : CONTRATTUALI – SCATTI – PROFILI – POSIZIONI ECON. -INDENNITA’

10. Sbloccate le posizioni economiche con decorrenza gennaio 2015.

Inaccettabile l’esclusione di una parte degli aventi diritto

Soddisfazione per un riconoscimento dovuto e finora negato dal MEF. La FLC CGIL sosterrà in ogni sede il personale che invece si continua a discriminare.

Con la nota 43 del 18 maggio 2015, che pubblichiamo in allegato, il Ministero dell’Economia e Finanze - Dipartimento dell’amministrazione generale, del personale e dei servizi - comunica che le prime e seconde posizioni economiche del personale ATA, che finora erano state bloccate dal MEF che sosteneva il diritto al pagamento solo dal settembre 2015, saranno pagate

con decorrenza gennaio 2015. La liquidazione degli arretrati relativi al periodo 1 gennaio - 31 maggio 2015 avverrà entro la fine di maggio 2015 e riguarderà i beneficiari con decorrenza dell’attribuzione dal 1 settembre 2011 al 31 agosto 2014.

È una vittoria della tenace battaglia condotta dalla FLC CGIL, unitamente alle altre Organizzazioni sindacali, che ha sempre respinto con decisione l’interpretazione restrittiva e ingiusta del Ministero di Via XX settembre.

Ma la vicenda per noi non è chiusa qui. Infatti, nella nota nulla si dice dei beneficiari delle posizioni economiche attribuite, secondo la normativa contrattuale, dopo il settembre 2011. E questo per le gravi responsabilità in capo agli Ambiti Territoriali o agli USR o al MIUR che con grave inadempienza non hanno comunicato tempestivamente i nominativi di tali beneficiari.

La FLC CGIL riprenderà a battersi per il riconoscimento dovuto a questi lavoratori che vengono inspiegabilmente penalizzati, tenuto conto che, dalla conclusione del percorso per l’acquisizione della posizione economica, essi svolgono, senza la relativa retribuzione, l’incarico corrispondente.

Ogni sede, da quella politica a quella amministrativa a quella giudiziaria, sarà agita affinché, come è accaduto già per una parte dei colleghi finora ingiustamente penalizzati, anch’essi

ricevano quanto loro spetta.

La FLC CGIL avvia i decreti ingiuntivi per il pagamento delle posizioni

economiche ancora bloccate

Stiamo continuando a fare pressione con la nostra azione sindacale, ma il MIUR non è ancora pronto a fornire i dati definitivi sui conteggi dei decreti di attribuzione.

Oggi 20 maggio 2014 abbiamo nuovamente contattato il Ministero per sollecitarlo a darci i risultati della verifica sui decreti di attribuzione delle posizioni ancora non pagate, che non risultano incluse nella liquidazione del MEF di maggio, al pari di quelle già interessate dall’una tantum del CCNL del 7 agosto all’Aran.

Questa situazione è intollerabile dato che i tempi per risolvere la questione di queste posizioni si sono dilatati a dismisura. Abbiamo chiesto al MIUR di sbloccare immediatamente i flussi e di trasmettere gli elenchi al MEF per la liquidazione del dovuto.

La FLC CGIL non intende lasciare soli questi lavoratori e sosterrà legalmente coloro che vorranno rivolgersi alle nostre strutture per presentare ricorso tramite decreto ingiuntivo; i nostri avvocati nazionali sono al lavoro per impartire le istruzioni alle sedi territoriali.

Invitiamo, quindi, i lavoratori interessati a rivolgersi presso le nostre sedi per avere la tutela legale.

Continueremo, in ogni caso a fare pressione sull’Amministrazione, al fine di verificare l’esatto numero degli aventi diritto, che stanno ancora continuando a svolgere le funzioni anche senza aver ricevuto alcun compenso.

Mettiamo nuovamente a disposizione la scheda di approfondimento aggiornata sul sito in modo da dare una giusta informazione ai lavoratori ATA discriminati.

ALLEGATI

nota mef 43 del 18 maggio 2015 noipa interventi in applicazione della legge di stabilita per l anno 2015 per lo sblocco dell erogazione del benefico economico del personale ata del comparto scuola

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PERSONALE : MOBILITA’ ED UTILIZZAZIONI

11. Utilizzazioni e assegnazioni provvisorie 2015/2016: sottoscritta

l’ipotesi di contratto integrativo

Il testo del CCNI scuola ricalca

quasi integralmente quello dello scorso anno. Le possibili date convenute per la presentazione delle domande.

A conclusione della breve trattativa avviata la settimana scorsa è stata sottoscritta il 13 maggio 2015 la pre-intesa sul rinnovo del Contratto collettivo nazionale integrativo sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie del personale docente, educativo ed Ata della scuola per il 2015/2016. Ora si dovrà attendere l’autorizzazione da parte del Dipartimento della funzione pubblica, di concerto con il Mef, per la firma definitiva.

Scarica il testo dell'ipotesi di contratto

Nei prossimi giorni l’amministrazione invierà agli uffici scolastici regionali il testo della pre-intesa al fine di poter avviare, anche a livello regionale, la trattativa per gli aspetti riguardanti le specificità territoriali. Ovviamente anche la sottoscrizione definitiva degli accordi regionali potrà avvenire solo dopo la sottoscrizione definitiva al Miur del Ccni.

Nella nota di invio del Miur verranno comunicate anche la diverse date di scadenza per la presentazione delle domande, previa verifica delle stesse con il sistema informatico del Miur (POLIS).

Indicativamente le date convenute per la presentazione delle domande sono le seguenti:

per i docenti della scuola dell’infanzia e primaria la scadenza delle domande è prevista intorno al 15 giugno;

per i docenti delle scuola secondaria sia di primo che secondo grado, docenti di

religione e personale educativo scadenza intorno al 15 luglio;

per il personale Ata scadenza intorno al 10 agosto.

Ovviamente si dovrà attendere la conferma ufficiale da parte del MIUR (compresa la data di inizio per la presentazione delle domande).

L’ipotesi di contratto sottoscritto oggi ricalca quasi integralmente quello dello scorso anno (in grassetto le poche modifiche apportate).

Su richiesta dei sindacati all’art. 1 comma 13 è stata inserita una esplicita ed importante clausola di salvaguardia in cui si prevede la possibilità, su richiesta anche di una sola delle parti, di riesaminare ed integrare parti del contratto stesso in relazione a modifiche normative che dovessero intervenire successivamente.

Il riferimento implicito è all’esito dell’iter parlamentare del DDL sulla scuola presentato dal Governo in discussione e approvazione nei prossimi giorni in Parlamento.

ALLEGATI

ipotesi ccni scuola utilizzazioni e assegnazioni provvisorie a s 2015 2016 del 13 maggio 2015

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12. Utilizzazioni e assegnazioni provvisorie 2015/2016: arriva la nota

del MIUR

Il Ministero trasmette l’ipotesi di contratto e definisce le date di presentazione delle domande.

Come da noi preannunciato all’atto della firma dell’ipotesi di contratto integrativo il MIUR, con la nota 15379 del 19 maggio 2015 che si allega, trasmette il testo dell’ipotesi di contratto (in attesa dell’autorizzazione alla sottoscrizione definitiva) e comunica le date per la presentazione della domanda.

Le scadenze sono:

dal 15 al 30 giugno personale docente della scuola dell'infanzia e della primaria (le relative domande saranno presentate esclusivamente tramite la modalità istanze online);

dal 1al 15 luglio personale docente della scuola di I e II grado (le relative domande saranno presentate esclusivamente tramite la modalità istanze online);

dal 1 al 15 luglio personale educativo e docenti di religione cattolica (domande su carta);

dalla pubblicazione dei trasferimenti (29 luglio) ed entro il 10 agosto personale A.T.A (domande su carta).

Le istanze devono essere presentate utilizzando i modelli allegati ed vanno indirizzate all'Ufficio territorialmente competente della provincia di titolarità per il tramite del dirigente scolastico dell'istituto di servizio.

Le domande di assegnazione provvisoria e di utilizzazione in altra provincia devono essere presentate direttamente all'Ufficio territorialmente competente della provincia richiesta

e, per conoscenza, all'Ufficio territorialmente competente della provincia di titolarità. Nel caso in cui le citate domande siano presentate con modalità on line andranno inviate esclusivamente all'Ufficio territoriale della provincia di destinazione. L'Ufficio territoriale della provincia di titolarità ne sarà informato per conoscenza e a cura del sistema informativo.

Il personale interessato a produrre domanda anche per diverso ordine di scuola è tenuto a rispettare la data di scadenza del proprio ordine di appartenenza come suindicato. Qualora le funzioni per la presentazione on line non fossero disponibili, la suddetta domanda è prodotta in

formato cartaceo.

La documentazione e le certificazioni da allegare alle domande devono essere prodotte in conformità a quanto riportato nell'art. 9 del CCNI relativo alla mobilità, sottoscritto in data 23 febbraio 2015 e nell' art. 4 della relativa OM 4 del 24 febbraio 2015. Occorre precisare, al riguardo, che ai fini dell' attribuzione del punteggio per le utilizzazioni dichiarato dagli interessati sulle domande non è necessario allegare alcuna documentazione in quanto la valutazione dei titoli relativi alle utilizzazioni di personale titolare di cattedra e/o posto nella scuola è formulata da ciascuna istituzione scolastica in cui il personale presta servizio, ai sensi dell' art. 1 comma 6 del CCNI, di cui in oggetto.

Relativamente, invece, alle situazioni previste per il riconoscimento delle precedenze nelle operazioni e per l'attestazione dei requisiti richiesti per le assegnazioni provvisorie è

necessario presentare le dichiarazioni personali sostitutive delle certificazioni secondo quanto stabilito dai sopra citati C.C.N.1.23 febbraio 2015 - art. 9 e OM 4 del 24 febbraio 2015 sulla mobilità, salvo i casi in cui è obbligatorio allegare una certificazione espressamente prevista dal CCNI sulla mobilità e dall'Ipotesi di CCNI sulle utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie.

I responsabili degli Uffici territorialmente competenti procederanno ai controlli prescritti dalla normativa vigente sulle dichiarazioni personali rilasciate dagli interessati.

ALLEGATI

nota 15379 del 19 maggio 2015 utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie del personale docente educativo ed ata 2015 2016 trasmissione ipotesi ccni e presentazione domande

nota 15379 del 19 maggio 2015 allegati

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PRECARIATO, RECLUTAMENTO, SUPPLENZE E PROBLEMI RETRIBUTIVI

13. Graduatorie di istituto docenti: pubblicato il decreto per

l'aggiornamento periodico dei nuovi abilitati e specializzati

Un Decreto del Direttore generale definirà le modalità per la presentazione delle domande.

Il Miur, con la nota 14578/15 ha trasmesso il Decreto Ministeriale 248 del 4 maggio 2015, con il quale si definiscono le modalità di aggiornamento periodico delle graduatorie d'istituto dei docenti che hanno acquisito l'abilitazione e/o la specializzazione di sostegno.

Il Decreto prevede che l'aggiornamento avvenga due volte all'anno per coloro che conseguono l'abilitazione o la specializzazione entro il 1° febbraio e il 1° agosto, in attuazione di quanto stabilito nel Decreto di aggiornamento per il triennio 2014-2017 (DM 353/14).

Le modalità e le procedure per l'attuazione di quanto previsto nel Decreto saranno definite con un Decreto del Direttore generale del personale scolastico.

Conseguimento abilitazione

Chi consegue l'abilitazione entro le scadenze previste, dovrà presentare una specifica domanda per l'inserimento in II fascia nella quale potrà dichiarare i titoli/servizi posseduti entro la data del 23 giugno 2014 che saranno valutati con la tabella A allegata al DM 353/14 (II fascia).

Per le graduatorie della scuola secondaria di I e II grado occorre essere già inseriti nelle graduatorie di III fascia (essendo già in possesso del prescritto titolo di studio), mentre per la

scuola primaria e dell'infanzia è previsto l'inserimento ex-novo in considerazione che la Laurea in scienze della formazione primaria oltre che abilitazione è anche titolo di accesso.

In occasione dei vari aggiornamenti periodici, saranno costituiti successivi elenchi aggiuntivi alla II fascia in attesa del regolare aggiornamento triennale.

Nei periodi che intercorrono tra una aggiornamento semestrale e l'altro chi consegue l'abilitazione avrà la priorità nel conferimento delle supplenze da III fascia: la comunicazione del conseguimento del titolo avverrà per via telematica.

Il possesso dell'abilitazione costituisce titolo prioritario nel caso si debba ricorrere ad eventuali "messe a disposizione".

Conseguimento specializzazione

Chi è incluso nelle graduatorie d'istituto e consegue la specializzazione per il sostegno potrà dichiararla ai fini dell'inserimento negli specifici elenchi. Il relativo punteggio potrà essere valutato solo in occasione dell'aggiornamento triennale delle graduatorie.

Il possesso della specializzazione costituisce titolo prioritario nel caso si debba ricorrere ad eventuali "messe a disposizione" per le supplenze su sostegno.

ALLEGATI

nota 14578 del 13 maggio 2015 trasmissione decreto ministeriale 248 del 4 maggio 2015

decreto ministeriale 248 del 4 maggio 2015 integrazione graduatorie istituto docenti con nuovi abilitati e specializzati

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ORDINAMENTI - RIFORME

14. Istituti tecnici e professionali: restituite le ore tagliate!

Il TAR dichiara illegittimi i tagli

effettuati negli scorsi anni nei percorsi di vecchio ordinamento.

Sta suscitando grande interesse la sentenza 6348/15 con la quale la terza sezione bis del TAR Lazio assegna trenta giorni al Ministero dell’Istruzione per l’esecuzione della sentenza 3527/13, che ha annullato i decreti interministeriali del 2010 che riducevano i piani orari della

classi seconde terze quarte e quinte degli istituti tecnici e seconde e terze degli istituti professionali relativi ai percorsi previgenti al riordino della Gelmini. Il TAR, inoltre, in caso di mancata esecuzione della sentenza, ha nominato come Commissario ad acta il prefetto di Roma il quale provvederà all’esecuzione della sentenza entro ulteriori novanta giorni, prorogabili a richiesta del Commissario medesimo.

Il quadro normativo

Il DPR 88/10 (Regolamento di riordino degli istituti tecnici) prevede che “A partire dall'anno scolastico 2010/2011 le classi seconde, terze e quarte proseguono secondo i piani di studio previgenti sino alla conclusione del quinquennio con un orario complessivo annuale delle lezioni di 1056 ore, corrispondente a 32 ore settimanali” (art. 1 comma 4)

Il DPR 87/10 (Regolamento di riordino degli istituti professionali) prevede che “Le classi seconde e terze degli istituti professionali continuano a funzionare, per l'anno scolastico 2010/2011, sulla base dei piani di studio previgenti con l'orario complessivo annuale delle lezioni di 1122 ore, corrispondente a 34 ore settimanali; per le classi terze funzionanti nell'anno scolastico 2011/2012 l'orario complessivo annuale delle lezioni è determinato in 1056 ore, corrispondente a 32 ore settimanali.” (art. 1 comma 3)

Occorre ricordare che né l’art. 64 della Legge 133/08, né il relativo Piano programmatico presentato al parlamento (Atto 36/2008) prevedevano riduzioni dei quadri orari delle classi successive alla prima. Anzi proprio il Piano programmatico stabiliva chiaramente che i nuovi ordinamenti sarebbero stati avviati progressivamente.

In applicazione dei Regolamenti di riordino sono stati emanati tra il 2010 e il 2013 i decreti interministeriali di riduzione dei quadri orari.

Il contenzioso

Fin da subito contro i decreti interministeriale fu attivato un ampio contenzioso che costrinse il MIUR a emanare per ben due volte i provvedimenti relativi all’a.s. 2010/11 a seguito di ordinanze sospensive della giustizia amministrativa. Nel 2013 il TAR Lazio dichiarava l’illegittimità non solo dei decreti interministeriali ma anche delle norme inserite nei Regolamenti di riordino. È di poche settimane fa l’ulteriore sentenza del TAR Lazio che ordina al MIUR di dare applicazione alla sentenza del 2013.

La nostra posizione

Come è noto la FLC CGIL è stata protagonista e promotrice di un forte movimento di contrasto al riordino Gelmini-Tremonti.

Nel caso specifico in primo luogo denunciammo, insieme alle organizzazioni degli studenti e dei genitori, che mai era avvenuto nella storia di questo Paese che venisse leso il diritto degli studenti a proseguire il percorso di studio intrapreso.

Denunciammo, altresì, che la riduzione dell’orario nelle classi successive postulava un principio assolutamente inedito sia in ambito pedagogico che giuridico: non vi sarebbe alcun nesso tra ordinamento scolastico, piano orario e risultati da conseguire in termini apprendimento. Peraltro tale nesso era ben presente persino nell’art. 64 della Legge 133/08. Infatti il comma 4 lett. b) prevedeva la “ridefinizione dei curricoli vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e dei relativi quadri orari, con particolare riferimento agli istituti tecnici e professionali“.

Che fare?

Per la FLC CGIL le decisioni della giustizia amministrativa non possono essere prive di

conseguenze. In particolare tenuto conto che l'art. 19 comma 7 della Legge 111/11 prevedeva il congelamento dell'organico del personale docente in relazione alle consistenze previste per l'a.s. 2011/12, chiediamo che l’organico stabilizzato a partire dall'a.s. 2012/13 debba essere quello risultante dalla somma dell'organico 2011/12 più tutti i posti che illegittimamente sono stati tagliati a seguito dei decreti di riduzione dei percorsi di vecchio ordinamento degli istituti tecnici e professionali. Questo comporterebbe il ripristino soprattutto di molte delle ore relative alle discipline di indirizzo e relative compresenze, pesantemente ridimensionate

dal riordino della Gelmini. Il ripristino nell’ordinamento di tali discipline dovrebbe essere un punto di riferimento ineludibile per il piano assunzionale previsto dal ddl governativo sulla scuola, piano che dovrebbe essere incrementato del numero di posti illegittimamente tagliati. Sarebbe un segnale forte e vero di inversione nelle politiche educative praticate in questi anni da governi di vario colore ma uniti nell’attacco sconsiderato alla scuola pubblica.

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SCUOLA : NAVIGANDO IN RETE

15. Far vincere la scuola - di Fabrizio Dacrema

Quale sia l'esito del conflitto in corso, la scuola rischia di uscirne comunque sconfitta. Se vince il governo sarà sottoposta a una torsione autoritaria e alla inevitabile conflittualità diffusa che ne

conseguirà. Una riforma imposta alla scuola produrrà un guadagno politico alquanto incerto per il Premier e effetti di cambiamento della scuola sicuramente nulli…tutti sanno che la scuola non si cambia contro chi ci lavora e studia.

Se invece perde, il ritiro della riforma potrebbe far cadere anche l'atteso organico funzionale e l'opportunità di una ripartenza per l'autonomia scolastica.

È ancora possibile trasformare questo conflitto in un gioco a somma positiva che faccia vincere la scuola?

I tempi sono molto stretti ma, paradossalmente, la palese incongruenza e inefficacia di diversi aspetti del disegno di legge aprono alla possibilità di poter ottenere soluzioni migliori.

Molti parlamentari della stessa maggioranza non sono convinti di diversi aspetti del disegno di legge. Questa è l'impressione che abbiamo tratto nei tre incontri avvenuti alla Camera nei giorni scorsi su richiesta delle 32 associazioni che hanno sottoscritto l'Appello “La Scuola che cambia il Paese”.

Sotto la spinta della mobilitazione l'art. 1 è stato completamente riscritto. Ora l'autonomia scolastica torna a ispirarsi ai valori costituzionali dell'innalzamento dei livelli di istruzione e del contrasto alle diseguaglianze. Non solo, il nuovo art. 1 individua nella cooperazione il metodo di governo più efficace della comunità educativa.

Precisi vincoli politici posti dal governo hanno impedito alla settima commissione della Camera di rendere coerenti tutti i punti chiave del disegno di legge con le finalità dell'art. 1.

Per questo le 32 associazioni dell'Appello "La Scuola che cambia il Paese" hanno precisato le loro proposte di modifica del disegno di legge (illustrate ai parlamentari con slide reperibili sul profilo Facebook “La scuola che cambia il paese”) e torneranno a incontrare i parlamentari in

occasione del passaggio al Senato del disegno di legge.

Un primo versante di proposte di modifica riguarda alcuni punti chiave decisivi per una riforma che contrasti le diseguaglianze: programmare il finanziamento della delega per il diritto alla studio, chiarire che l'organico dell'autonomia non è prioritariamente finalizzato alla copertura delle supplenze, fare un uso perequativo il 5 x 1000 finalizzandolo al miglioramento di tutte le scuole, impedire che attraverso le norme attuative del Jobs Act si sviluppi un canale di

formazione professionale in apprendistato, alternativo alla scuola e con caratteristiche scarsamente formative.

Le altre proposte di modifica riguardano il rilancio del metodo della cooperazione. Uno stile di governo delle scuole opposto alla concentrazione di poteri nel dirigente scolastico che decide gli indirizzi della scuola, sceglie gli insegnanti e assegna premi retributivi.

L'individuazione nel potere di comando del dirigente scolastico della leva per promuovere il

cambiamento della scuola è un errore talmente grave da indurre il sospetto che, in realtà, l'obiettivo sia rafforzare una catena di comando centralistica lungo la linea governo-amministrazione scolastica-dirigente scolastico.

Se invece il problema è come far partire il motore dell'autonomia scolastica allora altri sono gli stimoli su cui puntare: dialettica tra autovalutazione di istituito e valutazione esterna, valorizzazione delle competenze professionali degli operatori, spazi di partecipazione attiva di tutta la comunità educativa, interazione con le esigenze e la programmazione dei contesti territoriali.

Gli indirizzi del piano dell'offerta formativa triennale devono quindi essere indicati dal consiglio istituto, l'organo collegiale che rappresenta l'intera comunità educativa e non certo da un organo monocratico quale il dirigente scolastico.

Da modificare anche la chiamata nominativa e la rinnovabilità triennale degli incarichi da parte del dirigente scolastico: oltre agli evidenti rischi di arbitrii e clientele, si pone l'insegnante in una

posizione di instabilità e insicurezza rispetto alla sede di servizio (gli albi territoriali potrebbero anche coincidere con l'attuale dimensione di una provincia).

Indebolimento della posizione del docente e concentrazione dei poteri nel dirigente scolastico determinano un cambiamento qualitativo nel rapporto di lavoro degli insegnanti, fino ad oggi considerati lavoratori dipendenti ma non subordinati. Ogni forma di subalternità degli insegnanti è, infatti, incompatibile con la loro autonomia professionale e con la libertà di insegnamento,

tutelata dalla Costituzione a presidio del pluralismo culturale della scuola pubblica.

Il miglioramento dell'incontro tra le esigenze progettuali delle scuole e le specifiche competenze professionali degli insegnanti può, invece, essere realizzato senza ricorrere alla chiamata nominativa. L'incontro deve avvenire su base volontaria: le scuole esprimono quali sono le curvature professionali necessarie alla realizzazione della propria offerta formativa e i docenti

che le posseggono, a domanda, chiedono di essere assegnati alle scuole richiedenti. Le modalità di regolazione e promozione di questa forma di mobilità professionale sono di competenza della contrattazione. Per rispondere alle esigenze progettuali delle scuole occorre poi puntare anche sui processi di formazione del personale e di certificazione delle competenze professionali.

Infine appare davvero inutile scomodare un tema impegnativo come la valorizzazione del merito con un fondo di 200 milioni, circa diciottomila euro per istituzione scolastica. L'attribuzione del potere unilaterale di decisone al dirigente scolastico e l'invenzione di un improbabile comitato per la valutazione dei docenti (dirigente, colleghi, genitori, studenti) che dovrebbe individuare i criteri sottopongono i docenti a un’autorità salariale doppiamente illegittima: perché priva di passaggi negoziali e perché costituita da soggetti privi delle competenze necessarie per valutare la professionalità degli insegnanti.

Se si vuole realizzare la valutazione e la certificazione delle competenze professionali aggiuntive al profilo base dei docenti, acquisite con la formazione e l'esperienza, la strada è un'altra. Si devono definire procedure di individuazione e validazione delle competenze e costituire soggetti valutatori con competenze valutative specifiche, caratterizzati da terzietà e indipendenza. Come per la mobilità il processo di certificazione delle competenze dovrebbe essere attivato a domanda dell'interessato. In ogni processo di valorizzazione professionale il punto di partenza non può che essere la persona che lavora che aspira al riconoscimento delle competenze professionali

sviluppate e arricchite nel corso della propria esperienza lavorativa.

Si tratta solo di considerazioni sparse forse utili a rendere l'idea di come la questione sia allergica all'improvvisazione di cui Governo e Parlamento stanno dando prova.

L'esiguità delle risorse disponibili rende decisamente più credibile assegnare i 200 milioni al fondo per la contrattazione di scuola per il riconoscimento del lavoro aggiuntivo e flessibile connesso all'attuazione del piano dell'offerta formativa.

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16. “Ma i super-poteri a noi presidi non miglioreranno l’istruzione” - Mariapia Veladiano

La chiamata diretta dei docenti non è una assunzione: quei prof sono già assunti

La norma che vieta di arruolare parenti e affini è una scaltra mossa politica che non resisterà ai ricorsi eventuali

Non esistono ancora le modalità per rendere la valutazione oggettiva e imparziale

E SICCOME non è riuscita l’operazione di sparare contro i professori, allora si prova a blandire noi presidi. Col potere. E chi lo vuole mai.

Il preside padrone può forse fare buona letteratura. Dalla “santa obbedienza” pretesa dall’abate Pirard del Rosso e il Nero di Stendhal, alla sgamatissima saggezza di Marguerite Gentzbittel, leggendaria preside del liceo Fénelon di Parigi che si racconta in un libro, Madame le proviseur , diventato una serie televisiva che ha regalato ai francesi un immaginario scolastico pieno di verità.

Ma di sicuro il preside padrone non può fare una buona scuola. L’articolo 9 del disegno di legge

approvato alla Camera mette in fila: a) un compromesso necessario, b) uno scaltro ammiccamento agli elettori travestito da ingenuità, c) una scorciatoia dissennata.

Le chiamata diretta (non è assunzione, sono già assunti) riguarda per ora solo i docenti che vanno a costituire l’organico dell’autonomia di un istituto. Capita questo: una parte dei docenti precari che lo Stato deve assumere in seguito alla sentenza della Corte europea del 26 novembre 2014 non potrà entrare a far parte dell’organico delle scuole, perché le loro classi di concorso

non sono richieste, ad esempio. Questi entreranno in un albo territoriale da cui i presidi potranno chiamare direttamente quelli che rispondono al bisogno della scuola sulla base del Piano triennale dell’offerta formativa approvato dal collegio dei docenti. Solo questo spiega perché il preside può utilizzare questi docenti su chiamata anche per classi di concorso diverse da quelle per le quali sono abilitati e sulla base di titoli di studio e culturali che assicurino competenze coerenti con l’insegnamento assegnato. Per essere concreti: un insegnante di arte assunto nell’albo

territoriale ma non assegnato a una scuola, può avere una certificazione linguistica (C1) oggi ricercatissima alle superiori, per avviare percorsi CLIL (insegnamento di discipline non linguistiche in lingua straniera) obbligatori, ma per i quali le scuole ancora non hanno le competenze necessarie. Un docente di questo tipo può entrare a far parte dell’organico dell’autonomia.

Il Trentino conosce dal 2006 la chiamata diretta per una quota del 4 per cento dell’organico. Interessa gli specialisti di lingua straniera e si tratta di un’esperienza positiva, che ha richiesto saggezza e capacità organizzativa alle scuole, ha portato qualche conflitto, ma positiva. Poi, però, si tratta di capire quale sarà la direzione di questo meccanismo (transitorio?). Le graduatorie territoriali (nelle quali confluirebbero, se si capisce bene, anche i docenti che chiedono trasferimento da altre regioni) vanno a sparire man mano che i docenti sono assunti in organico oppure la direzione è inversa, e il reclutamento su chiamata, sia pure dopo concorso,

sarà la norma nel futuro? Non si sa, ma qui si gioca un’idea di scuola.

Quanto alla disposizione che vieta l’assunzione su chiamata di parenti e affini, è una scaltrissima mossa politica. È ovviamente illegittima, destinata a essere fulminata al primo ricorso, ma intanto fa passare l’idea che i presidi tutti o una bella parte di loro sono nepotisti e della scuola non si curano, e chi l’ha proposta può ben dire agli elettori io ci ho provato ma la legge ipergarantista mi ha stoppato.

Una scorciatoia dissennata è invece la norma sulla valutazione dei docenti. Valutare non è buttare dalla torre o no. È avere criteri, parametri. Conoscere in anticipo, come si fa con gli studenti, su che cosa si è valutati. Sulla formazione, sui progetti, sui titoli culturali, sulla didattica? Su tutto? Si devono trovare modalità per quanto possibile oggettive e insieme impedire che soldi e merito siano spazzolati solo da docenti che sanno organizzare eventi e costruire progetti, perché quel che un docente deve sopra ogni cosa saper fare è insegnare. Deve essere un bravo insegnante, che appassiona, che si prende cura di tutti. Impensabile che questa delicatissima operazione la faccia il preside insieme a due insegnanti, un genitore e uno studente. C’è un tale insanabile conflitto di interessi, c’è la deriva sottile di rapporti di involontaria piaggeria, c’è un trovarsi (il preside) in una posizione di inutile, in questo caso inutile, potere. I Paesi che valutano gli insegnanti hanno un serio sistema ispettivo che garantisce la terzietà della valutazione. Non esiste scorciatoia rispetto a questo. Bisogna rinunciare, per ora, a valutare tutti e semplicemente dare la possibilità al preside, attraverso procedimenti non bizantini e trasparenti, Fare il preside è un servizio alla comunità civile. Che almeno la scuola pubblica sia

un luogo in cui si rende visibile ai ragazzi che collaborare è più bello (e giusto) di obbedire.

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