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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo SICUREZZA e SALUTE negli ISTITUTI SCOLASTICI della Provincia di Bergamo Settimana Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro Bergamo 2006

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

SICUREZZA e SALUTE negli ISTITUTI SCOLASTICIdella Provincia di Bergamo

Settimana Europea per la Sicurezza e la Salute sul LavoroBergamo 2006

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Settimana Europea per la Sicurezza e la Salute sul LavoroBergamo 2006

Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

SICUREZZA e SALUTE negli ISTITUTI SCOLASTICIdella Provincia di Bergamo

• LA FORMAZIONE DELLE FIGURE SENSIBILI

• LA SICUREZZA DEI LAVORATORI E L’IGIENEDELLE STRUTTURE

• INFORTUNI SUL LAVORO: ASSICURAZIONEE TUTELA

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Questi ultimi anni hanno visto tutte le istitu-

zioni pubbliche alle prese con profondi cam-

biamenti che, pur conservando a ciascun

soggetto la funzione tradizionale ad esso

assegnata, ne hanno modificato ed ampliato

la mission: ASL, INAIL e Pubblica Istruzione

non sono estranei a questo processo.

• La prevenzione e la sicurezza negli ambien-

ti di vita e di lavoro, obiettivo fondamentale

degli interventi di salute pubblica, vede le

Aziende Sanitarie Locali evolvere da sem-

plici enti di controllo a organi tecnici di vigi-

lanza, assistenza e formazione.

• La scuola, culla della cultura, sede primaria

e strategica per la crescita dei giovani, ha

esteso il proprio campo di azione passando

dalla competenza all’istruzione nozionisti-

co/storico/tecnica/umanistica alla formazio-

ne di futuri cittadini che siano depositari dei

valori sociali garantiti dalla Costituzione,

rispetto ai quali prevenzione e sicurezza

costituisco presupposto necessario per una

società rispettosa dei diritti fondamentali.

• L’INAIL è ancora chiamato a svolgere il

ruolo di Ente assicuratore, ma non più nella

connotazione storica originale del risarci-

mento, di soggetto erogatore in esclusiva

delle prestazioni indennitarie e protesiche,

ma di garante di una tutela “privilegiata” dei

lavoratori assicurati che si sostanzia, in con-

corso con altri soggetti istituzionali in una

“filiera” comprensiva anche di interventi di

prevenzione, cura, riabilitazione e reinseri-

mento, da realizzarsi anche attraverso la

diffusione dei prodotti realizzati per iniziati-

va propria od in collaborazione con altri

Istituti, che operano nella specifica materia.

Il quadro epidemiologico ed il mandato prove-

niente dalle parti istituzionali e sociali richie-

dono di tenere sempre alta l’attenzione e l’o-

peratività delle attività di prevenzione, anche

attraverso lo sviluppo di sempre più efficaci

sinergie tra Enti, istituzioni e cittadini, a qua-

lunque titolo impegnati nelle prevenzione

stessa, ciascuno secondo il proprio ruolo,

livello di responsabilità e capacità professio-

nale, con la finalità di porre in essere azioni di

sistema.

La Pubblica amministrazione, nel campo

della salute e sicurezza dei luoghi di lavoro,

gioca un doppio ruolo:

• nella qualificazione di Datore di Lavoro, è

chiamata ad adeguare la propria organizza-

zione in coerenza con il dettato normativo

contenuto nel D. L.vso 626/94: qui i vincoli

burocratici e di bilancio spesso rendono dif-

ficile l’operatività, registrando carenze non

meno importanti rispetto all’omologa realtà

privata;

• come veicolo etico di valori primari garantiti

dalla nostra Costituzione, deve “dare il buon

esempio” e ha la responsabilità di garantire

l’integrazione fra tutti gli attori.

La Scuola, in particolare, va vista non solo

come luogo di lavoro dove ogni attività è tute-

lata ai sensi del D.Lgs. 626, ma anche come

luogo in cui si fa e si trasmette cultura, si tra-

smettono valori e si forma il cittadino che - in

un futuro non lontano - accederà al mondo

del lavoro. La Scuola quindi diviene la sede

primaria e strategica per la formazione della

cultura della prevenzione e della sicurezza.

Presentazione

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In tale ottica le risposte degli studenti al que-

stionario proposto hanno dato una prima,

seppur parziale, chiave di lettura sulla loro

percezione del rischio.

Questa consapevolezza, più forte dei vincoli

burocratici ed economici, ha fatto da stimolo

al Provveditore agli Studi di Bergamo per la

realizzazione del “Progetto prevenzione e

sicurezza nelle scuole” con l’intento di soddi-

sfare le primarie esigenze delle Istituzioni

Scolastiche per l’assolvimento degli obblighi

introdotti dal D.Lgs. 626/94 e con l’obiettivo di

diffondere la cultura della prevenzione, della

sicurezza e, più in generale, dell’educazione

alla salute tra gli operatori scolastici, gli stu-

denti e le famiglie.

La condivisione delle esperienze maturate e

la diffusione delle “buone pratiche”, conferma

la necessità di un sistema di rete, per la cui

realizzazione occorre innanzitutto comunica-

re in modo chiaro e comprensibile con le isti-

tuzioni, le associazioni, le società scientifi-

che, gli utenti.

Con questo intento è stata realizzata la pre-

sente pubblicazione che offre:

1. agli operatori scolastici

• metodologie e strumenti per la corretta

gestione della prevenzione e della sicurez-

za nelle attività didattiche, nell’ambito del-

l’autonomia delle scuole stesse;

• una guida semplice per la conoscenza

della normativa assicurativa (obblighi e

tutela)

2. ai proprietari delle strutture scolastiche

(pubblici e privati) ed ai Dirigenti Scolastici,

nella loro veste di Datori di Lavoro, una

serie di riscontri e di suggerimenti derivati

dall’esperienza di tre anni di ispezioni e

sopralluoghi nelle scuole della provincia di

Bergamo, per condividere quanto emerso

da un triennio di lavoro (“socializzare i

risultati di un progetto obiettivo”, come si

direbbe oggi) e permettere ai destinatari di

trarre spunti di miglioramento.

Gli esiti di questo progetto sulla verifica e pro-

mozione della sicurezza delle scuole dovreb-

bero anche rappresentare un significativo

esempio della moderna interpretazione del

ruolo delle Pubbliche istituzioni, che ascolta-

no, verificano, coinvolgono, richiamano, si

confrontano attorno ad un tavolo, promuovo-

no i miglioramenti e la crescita dei vari attori

della prevenzione.

Siamo certi che anche questa pubblicazione,

sintesi di un’esperienza forse unica per ora in

Italia, troverà interesse tra i destinatari, ma

soprattutto che le indicazioni in essa riporta-

te troveranno il giusto stimolo per la corretta

e concreta realizzazione.

Presentazione

U.S.P. Bergamo A.S.L. Bergamo I.N.A.I.L. Bergamo

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La formazione delle figure sensibili pag. 11

Corso per Dirigenti Scolastici pag. 14

Questionario di soddisfazione corsi per Dirigenti Scolastici pag. 18

Corso per R.L.S. pag 19

Questionario di soddisfazione corsi per R.L.S. pag. 23

Corso per addetti al Primo Soccorso pag. 24

Corso per addetti Antincendio pag. 26

La cultura della sicurezza degli studenti pag. 28

Elenco delle scuole che hanno partecipato al test pag. 31

Elenco dei Licei pag. 36

Elenco degli Istituti Tecnici pag. 38

Elenco degli Istituti Professionali pag. 40

Test pag. 42

Report complessivo pag. 45

Report complessivo (grafici) pag. 48

Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

Indice

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Introduzione pag. 59

I compiti del proprietario e del datore di lavoro pag. 67

Attività di vigilanza - Report del triennio pag. 68

- Commento alle carenze emerse pag. 86

Sicurezza del lavoro - La valutazione dei rischi pag. 90

- Le figure della prevenzione pag. 93

- Il registro infortuni pag.101

- La gestione dell’emergenza pag.103Igiene e Sanità pubblica pag.106

- Sicurezza alimentare pag.107

- Caratteristiche urbanistiche pag.109

- Caratteristiche strutturali igienico sanitarie pag.111

Impianti e apparecchiature elettriche - Documentazioni pag.117

- Apparecchi utilizzatori pag.119

- Impianti in ambienti particolari pag.123

- Ascensori pag.128Prevenzione incendi pag.132

Centrale Termica pag.134

Allegati pag.136

Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Bergamo

Note introduttive pag.147

Assicurati pag.148

Prestazioni economiche pag.149

Casi particolari pag.150

La denuncia di infortunio pag.155

L’INAIL e la comunicazione pag.157

Sede Provinciale di Bergamo

Indice

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

LA FORMAZIONE DELLE FIGURE SENSIBILI

Direttore: Prof. Luigi Roffia

A cura di:Prof. Enea Bove e Prof. Andrea Moioli

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

Il D.Lgs 626/94 e successive modifiche ed inte-grazioni, agli art. 21 e 22, obbliga il datore di lavo-ro (Dirigente Scolastico) a fornire a tutti i lavorato-ri una adeguata informazione e formazione inmateria di sicurezza e di salute.

Per far fronte alle esigenze formative l’UfficioScolastico Provinciale (USP) ha da anni attivatoun apposito ufficio con il compito di supportare leistituzioni scolastiche e di fornire i servizi richiesti.

Degli aspetti tecnici e della formazione attual-mente si occupano:

Prof. Enea Bove

Prof. Andrea Moioli

Dott. Pierino Danesi

Dott.ssa Patrizia Masante

Dott. Gaetano Magenta

Art. 21. - Informazione dei lavoratori.

1. Il datore di lavoro provvede affinché ciascunlavoratore riceva un'adeguata informazione su:

a) i rischi per la sicurezza e la salute connessiall'attività dell'impresa in generale;

b) le misure e le attività di protezione e preven-zione adottate;

c) i rischi specifici cui è esposto in relazione all'at-tività svolta, le normative di sicurezza e le dis-posizioni aziendali in materia;

d) i pericoli connessi all'uso delle sostanze e deipreparati pericolosi sulla base delle schede deidati di sicurezza previste dalla normativavigente e dalle norme di buona tecnica;

e) le procedure che riguardano il pronto soccor-so, la lotta antincendio, l'evacuazione dei lavo-ratori;

f) il responsabile del servizio di prevenzione eprotezione ed il medico competente;

g) i nominativi dei lavoratori incaricati di applicarele misure di cui agli articoli 12 e 15.

2. Il datore di lavoro fornisce le informazioni di cuial comma 1, lettere a), b), c), anche ai lavora-tori di cui all'art. 1, comma 3.

Art. 22. - Formazione dei lavoratori.

1. Il datore di lavoro [....]assicura che ciascunlavoratore, ivi compresi i lavoratori di cui all'art.1, comma 3, riceva una formazione sufficienteed adeguata in materia di sicurezza e di salu-te, con particolare riferimento al proprio postodi lavoro e alle proprie mansioni.

2. La formazione deve avvenire in occasione:

a) dell'assunzione;

b) del trasferimento o cambiamento di mansioni;

c) dell'introduzione di nuove attrezzature di lavo-ro o di nuove tecnologie, di nuove sostanze epreparati pericolosi.

3. La formazione deve essere periodicamenteripetuta in relazione all'evoluzione dei rischiovvero all'insorgenza di nuovi rischi.

4. Il rappresentante per la sicurezza ha diritto aduna formazione particolare in materia di salutee sicurezza, concernente la normativa in mate-ria di sicurezza e salute e i rischi specifici esi-stenti nel proprio ambito di rappresentanza,tale da assicurargli adeguate nozioni sulle prin-cipali tecniche di controllo e prevenzione deirischi stessi.

5. I lavoratori incaricati dell'attività di prevenzioneincendi e lotta antincendio, di evacuazione deilavoratori in caso di pericolo grave e immedia-to, di salvataggio, di pronto soccorso e,comunque di gestione dell'emergenza devonoessere adeguatamente formati.

6. La formazione dei lavoratori e quella dei lororappresentanti di cui al comma 4 deve avveni-re, in collaborazione con gli organismi pariteti-ci di cui all'art. 20, durante l'orario di lavoro enon può comportare oneri economici a caricodei lavoratori.

7. I Ministri del lavoro e della previdenza socialee della sanità, sentita la commissione consulti-va permanente, possono stabilire i contenutiminimi della formazione dei lavoratori, dei rap-presentanti per la sicurezza e dei datori dilavoro di cui all'art. 10, comma 3, tenendoanche conto delle dimensioni e della tipologiadelle imprese.

LA FORMAZIONE DELLE FIGURE SENSIBILI

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

Mentre l’informazione e la formazione del perso-nale docente e non docente è direttamente gesti-ta dalle singole Istituzioni Scolastiche, l’USP hada anni attivato, con specifiche convenzioni stipu-late con l’ASL di Bergamo e il ComandoProvinciale dei Vigili del Fuoco, la formazione perle figure sensibili (Dirigenti Scolastici,Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza,addetti al primo soccorso, addetti alla prevenzio-ne incendi e gestione dell’emergenza).

Inoltre entro l’anno scolastico 2006/2007 ecomunque non oltre il mese di febbraio 2007,dovranno essere attivati corsi di formazione perResponsabili del Servizio di Prevenzione eProtezione e ASPP, così come previsto dall’ac-

cordo tra il governo e le Regioni e Province auto-nome attuativo dell’articolo 3, commi 2, 3, 4 e 5del decreto legislativo 23 giugno, n. 195, che inte-gra il decreto legislativo 19 settembre 1994, n.626, in materia di prevenzione e protezione deilavoratori sui luoghi di lavoro.

In tale accordo, tra gli ulteriori soggetti formatori,sono individuati gli istituti tecnici industriali, aero-nautici, agrari, nautici, professionali per l’industriae l’artigianato, professionali per le attività minera-rie. Tali istituzioni sono idonee per le attività di for-mazione, valutazione e certificazione della forma-zione stessa nei confronti del proprio personale edi quello delle Istituzioni Scolastiche, avvalendosidi personale docente interno.

FORMAZIONE 2004Corsi per addetti al primo soccorso (Attivati con convenzione ASL)Numero corsi: 45Giornate impegnate: 90Ore di corso: 360Partecipanti: 878

Corsi per addetti alla prevenzione incendi(Attivati con convenzione Vigili del Fuoco)Numero corsi: 43Giornate impegnate: 86Ore di corso: 344Partecipanti: 1056

Corsi per Rappresentanti dei Lavoratori per laSicurezza(Attivati con convenzione ASL e con la collabora-zione delle OO.SS.)Numero corsi: 8Giornate impegnate: 64Ore di corso: 256Partecipanti: 125

FORMAZIONE 2005Corsi per addetti al primo soccorso(Attivati con convenzione ASL)Numero corsi: 36Giornate impegnate: 108Ore di corso: 432Partecipanti: 780

Riepilogo formazione 626/94 (dati aggiornati al luglio 2006)

Addetti primo soccorsoAddetti antincendio

R.L.S.

Dirigenti scolastici

TOTALE

Numero

Corsi

81

78

13

3

175

Giornate

impegnate

198

156

104

12

470

Ore

di corso

792

624

416

48

1.880

Partecipanti

1.658

1.829

174

69

3.730

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

Corsi per addetti alla prevenzione incendi (Attivati con convenzione Vigili del Fuoco)Numero corsi: 35Giornate impegnate: 70Ore di corso: 280Partecipanti: 773

Corsi per Rappresentanti dei Lavoratori per laSicurezza(Attivati con convenzione ASL e con la collabora-zione delle OO.SS.)Numero corsi: 2Giornate impegnate: 16Ore di corso: 64Partecipanti: 19

Corsi per Dirigenti Scolastici (Attivati con convenzione ASL e con la collabora-zione delle OO.SS.)Numero corsi: 2Giornate impegnate: 8Ore di corso: 32Partecipanti: 47

FORMAZIONE 2006Corsi per Dirigenti ScolasticiNumero corsi: 1Giornate impegnate: 4Ore di corso: 16Partecipanti: 22

Corsi per Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Numero corsi: 3Giornate impegnate: 24Ore di corso: 96Partecipanti: 30

MONITORAGGIO DELLE ATTIVITÀ SVOLTE

Tutte le attività svolte sono state oggetto di moni-toraggio e valutazione tramite la somministrazio-ne di appositi questionari.

Il riassuntivo dei monitoraggi relativi ai corsi di for-mazione per Dirigenti Scolastici e perRappresentanti dei lavoratori per la Sicurezzavengono riportati più oltre.

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

Il contenuto del corso è formulato sulla base delleindicazioni contenute:

1. nel decreto 16 gennaio 1997: Individuazione deicontenuti minimi della formazione dei lavoratori,dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezzae dei datori di lavoro che possono svolgeredirettamente i compiti propri del responsabiledel servizio di prevenzione e protezione;

2. nelle linee guida per l’applicazione del D.Lgs626/94 elaborate dalla Conferenza deiPresidenti delle regioni e delle ProvincieAutonome;

3. nella circolare del 23 aprile 1997 della RegioneLombardia, allegato a, circa gli standard for-mativi relativi alle attività corsali ex D. Lgs626/94 e D. Lgs 242/96.

ANALISI DEL RUOLO PROFESSIONALE

Il D.M. 21 giugno 1996 n. 292, emanato ai sensidell’art. 30 comma 1 del D. Lgs 242/96, identificail Dirigente Scolastico come datore di lavoro.

I Capi di istituto devono adottare le misure previ-ste dalla legge per assicurare che le attività sco-lastiche avvengano in condizioni di sicurezza.

OBIETTIVI GENERALI

La formazione dovrà innanzitutto promuovere losviluppo e il consolidamento di un atteggiamentomentale e di un approccio al proprio ruolo educa-tivo e professionale permeati dai fondamenti dellacultura della prevenzione, oltre che favorire neisoggetti l’acquisizione di modelli cognitivi forti,soprattutto sul piano logico e metodologico, cherendono più sicuri e duraturi gli strumenti e leconoscenze tecniche, cui comunque va riservatouno spazio adeguato.

In particolare i soggetti destinatari dell’iniziativa diformazione dovranno:

1. conoscere il contenuto e il significato generaledelle normative in materia di igiene e sicurez-za con specifico riferimento agli obblighi e alleprerogative afferenti ai diversi livelli gerarchicie alle figure di sistema dell’organizzazionescolastica;

2. saper giungere alla formulazione del docu-mento di valutazione dei rischi che contengaanche gli interventi programmabili a migliorgestione dei rischi e le attività che permettanoil mantenimento nel tempo dei livelli di sicurez-za raggiunti.

BISOGNI FORMATIVI

Dall’analisi di quanto indicato si individuano leseguenti aree di attività:

1. analisi/valutazione dei rischi

2. scelta e mantenimento in essere delle misuredi prevenzione

3. informazione/formazione dei lavoratori

che richiedono lo sviluppo di competenze:1. progettuali2. diagnostiche3. decisionali4. comunicative

nonché l’acquisizione di competenze specifiche,di sapere applicativo, che devono necessaria-mente riferirsi almeno a:

1. norme di legge e di buona tecnica sulle mate-rie di sicurezza ed igiene del lavoro

2. analisi dei rischi (di qualunque natura)

3. sistemi di prevenzione

4. costruzioni di piani e di programmi (di analisi,di intervento, di verifica di risultato)

5. progettazione di programmi di informazione edi formazione

6. costruzione di strumenti propri di analisi e diverifica (schede ed altro materiale).

CARATTERISTICHE DEI DESTINATARI DELL’INIZIATIVA FORMATIVA

La scolarità di queste figure è di tipo alto (laurea).

Dal punto di vista motivazionale, la spinta più rile-vante alla formazione potrebbe essere il timore diresponsabilità non sufficientemente conosciutepiù che l’interesse ad apprendere una nuova pro-

CORSO PER DIRIGENTI SCOLASTICI

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

fessione, considerata sovente come aggiunta aquella preesistente, che permane.

Obblighi del Dirigente Scolastico (datore di lavo-ro) (art. 4 D.Lgs 626/94)

1. Identificare e valutare i rischi per la sicurezzae la salute dei lavoratori (art. 4, comma 1).

2. Elaborare il documento con le modalità indi-cate al comma 2.

3. Designare il responsabile del servizio di pre-venzione e protezione (RSPP), secondo leregole di cui all’art. 8. Questi verrà designatoin applicazione dei D.Lgs 626/94 e 242/96,per le istituzioni scolastiche, a norma dell’art.1, comma 2.

4. Nominare, nei casi previsti, il medico competente.

5. Designare il gruppo antincendio, il gruppo dievacuazione e il gruppo di primo pronto soc-corso (art. 4 comma 5/a).

6. Aggiornare le misure di prevenzione, quandosi determinano variazioni nelle strutture e/onella gestione (art. 4, comma 5/b).

7. Fornire dispositivi di protezione individuale alpersonale, quando e se necessario (art. 4,comma 5/d).

8. Richiedere l’osservanza da parte dei lavora-tori delle norme vigenti e dell’uso dei disposi-tivi di protezione (art. 4, comma 5/f).

9. Istruire il personale e gli allievi sulle misure dievacuazione, da attuare in caso di emergen-za (art. 4, comma 5/h).

10. Permettere al rappresentante dei lavoratori perla sicurezza di verificare l’applicazione dellemisure di sicurezza e di protezione della salu-te attuate nella scuola (art. 5, comma 5/m).

11. Prendere appropriati provvedimenti per evita-re che le misure tecniche adottate possanocausare rischi per la salute della popolazioneo deteriorare l’ambiente (art. 4, comma 5/n).

12. Impiantare e aggiornare il registro degli infor-tuni (art. 4, comma 5/o).

13. Consultare il rappresentante dei lavoratori perla sicurezza, nei casi previsti dall’art. 19comma 1 lettera b,c,d (art. 4, comma 5/p).

14. Predisporre un piano di emergenza, da attua-re in caso di incendio e pericolo grave eimmediato (art. 4, comma 5/q).

15. Informare e formare i lavoratori (art. 21, art.22, e art. 37, 38, 49, 56, 66, 85).

16. Il datore di lavoro effettua la valutazione edelabora il documento … (art. 4, comma 6).

17. La valutazione di cui al comma 1 e il docu-mento sono rielaborati in occasione di modifi-che … (art. 4, comma 7).

Altri obblighi relativi all’igiene del lavoro e alla pre-venzione infortuni gravano sul DirigenteScolastico (datore di lavoro).

Sono previsti:

a. all’art. 32 del titolo II (luoghi di lavoro);

b. all’art. 35 del titolo III (uso delle attrezzature dilavoro);

c. all’art. 43 del titolo IV (uso dei dispositivi di pro-tezione individuale);

d. all’art. 48 del titolo V (movimentazione manua-le dei carichi);

e. all’art. 52 del titolo VI (uso di attrezzature muni-te di videoterminale);

f. al capo II del titolo VII (protezione da agenticancerogeni);

g. al capo II del titolo VIII (protezione da agentibiologici).

Tali attività e compiti, per essere veramente effica-ci, dovranno integrarsi con quelli propri del RSPP edel RLS, nonché del medico competente.

PROGETTO FORMATIVO

Durata: i corsi sono formulati su una durata di 16ore e si articolano in 4 moduli di 4 ore ciascuno.Ogni modulo contiene una o più relazioni.

Modalità organizzative: i corsi dovranno esserepreferibilmente indirizzati a soggetti provenientidallo stesso comparto (Istituti Comprensivi, Istitutidi scuole secondarie di II grado, Scuole non sta-tali), per un numero non superiore a 30 discenti esaranno supportati, per tutta la durata, da un tutorche garantisca il raccordo tra i docenti.

I docenti saranno scelti tra esperti delle disciplinea cui afferiscono gli argomenti trattati (igieneindustriale, medicina del lavoro, antinfortunistica,giurisprudenza, ecc.).

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

Per le materie con evidenti ricadute tecnicheapplicative (es.:igiene industriale per gli aspettiimpiantistici e antinfortunistica per gli aspetti disicurezza delle macchine e degli impianti) èrichiesta una buona conoscenza del comparto diprovenienza dei discenti.

I tutor dovranno essere scelti tra personale conbuone conoscenze generali della normativa inmateria di sicurezza e con buone conoscenze delmondo della scuola.

Modalità didattiche: la sequenza degli incontridovrebbe prevedere un buon equilibrio tra lezionifrontali ed esercitazioni in aula.

Occorre infatti trasmettere una serie di nozionitecniche di base, selezionate ma rigorose, indi-spensabili per governare con qualche destrezzal’applicazione pratica a problemi specifici (lezionefrontale). La risoluzione di questi ultimi, di tipovalutativo, prevenzionistico, comunicativo devecostituire la parte preponderante del corso, chedeve fornire al discente, attraverso una fittaesemplificazione, modelli di approccio e, in alcunicasi, di risposta alle numerosi questioni che que-sta figura dovrà affrontare.

Nella sequenza degli argomenti da trattare, saràopportuno affrontare in prima istanza le questionigiuridiche inerenti al ruolo e alla responsabilità delDirigente Scolastico per fornire da subito risposteai timori verosimilmente presenti.

Nel prosieguo del corso dovranno invece compa-rire con assai maggior risalto le valenze tecniche,organizzative e relazionali che caratterizzanoquesta figura affinché, accanto alle categorie“conformità-disconformità della legge” e “respon-sabilità penale-amministrativa” si rafforzino quellelegate al concetto di “qualità del lavoro” e di “pro-fessionalità”.

Valutazione di apprendimento: è opportunovalutare l’efficacia dell’insegnamento impartitoattraverso la somministrazione di prove, singole odi gruppo, nominative o anonime, al termine diogni modulo, ovvero blocco di argomenti.

La scelta delle modalità di somministrazione deltest sarà in larga parte motivata dalle specifichecaratteristiche dei discenti, che dovranno avverti-re la prova come uno stimolo e non come un’oc-casione di discriminazione.

MODULO ARGOMENTI

1 A Apertura del corso Questionario d’ingressoAnalizzare i bisogni informativi e formativi dei partecipanti.Definire il ruolo del Dirigente Scolastico.Far acquisire competenze , ruoli e principali riferimenti legislativi delle figure di sistema nella Scuola e negli Enti Pubblici proprietari/gestori degli edifici scolastici: • RSPP• RLS • Medico Competente• Preposti • Lavoratori• I responsabili della manutenzione negli Enti PubbliciIndividuare il mandato legislativo(Come Datori di Lavoro e come RSPP)

1 B Aspetti normativi in materia di sicurezza (con particolare riferimento al D.Lgs 242/96)D.M. n. 292 del 21.6.1996 (Individuazione del Dirigente Scolastico come datore di lavoro)Sentenze significative

1 C Aspetti amministrativi• D.M. 382 del 29.12.1998• Circolare 119 del 29.04.1999Giro di tavolo

ARGOMENTI:

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17

Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

MODULO ARGOMENTI

2 A • L’igiene edilizia scolastica : il D.M. 18.12.1975 • Rapporti tra gli Enti Pubblici (Comuni, Province, ASL) e Scuole.• Le Schede di Sicurezza dei prodotti• Il fumo• I Dispositivi di protezione individuale (DPI)• La tutela della salute e la sorveglianza sanitaria.• La cassetta di Pronto Soccorso

2 B La gestione delle emergenze :» Nomina e formazione degli addetti» Il piano di emergenza e le prove di evacuazione» Il registro delle prove di evacuazione

Commento di esperienze concrete di esercitazioni di evacuazioneGiro di tavolo

MODULO ARGOMENTI

4 A Sopralluogo nella Scuola: criteri di conduzione, rapporti segnalazioniIl Documento di Valutazione dei Rischi (D.V.R.)

4 B • Il registro delle manutenzioni e dei controlli periodici• La griglia di controllo del D.V.R.Giro di tavolo

MODULO ARGOMENTI

3 A Lavoro di Gruppo :Sanzioni e responsabilità.”Ci sono responsabilità? Chi verrà sanzionato?”Disagio in SegreteriaIl quadro svedese in palestraL’analisi degli infortuni accaduti nelle scuole (dipendenti e alunni)La campagna di vigilanza nelle Scuole promossa dall’ASL : riferimenti ed esiti

3 B La Riunione Periodica (art. 11 D.Lgs 626/1994) : riferimenti legislativi.Giro di tavolo

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

I contenuti del corso sono formulati sulla basedelle indicazioni contenute:

❑ nel decreto 16 gennaio 1997 : Individuazionedei contenuti minimi della formazione dei lavo-ratori, dei rappresentanti per la sicurezza e deidatori di lavoro che possono svolgere diretta-mente i compiti propri del responsabile del ser-vizio di prevenzione e protezione;

❑ nelle Linee guida per l’applicazione del D.lgs626/94 elaborate dalla Conferenza deiPresidenti delle Regioni e delle ProvincieAutonome ;

❑ nella circolare del 23 aprile 1997 della RegioneLombardia, allegato A, circa gli standard for-mativi relativi alle attività corsuali ex D.lgs626/94 e D.lgs 242/96.

Si ricorda anche che l’art.22 comma 6 del D.lgs626/94 indica che “La formazione dei lavoratori equella dei loro rappresentanti di cui al comma 4deve avvenire, in collaborazione con gli organismiparitetici di cui all’art. 20, durante l’orario di lavoroe non può comportare oneri economici a caricodei lavoratori.

A tal fine occorre prevedere incontri conl’Organismo Paritetico territorialmente competente.

ANALISI DEL RUOLO PROFESSIONALE

Il mandato organizzativo di questa figura professio-nale come si evince dalle attribuzioni conferite dal-l'art.19 e si deduce dalla sua qualifica ("rappresen-ta" i lavoratori) comprende i seguenti compiti:

❑ raccogliere dai lavoratori le indicazioni di pro-blemi concernenti la salute e la sicurezza, dis-cutendone possibili soluzioni (diventare anima-tori di sicurezza);

❑ promuovere l'elaborazione, l'individuazione el'attuazione delle misure di prevenzione idoneea tutelare la salute e l'integrità fisica dei lavo-ratori;

❑ fare proposte in merito all’attività di prevenzione;

❑ essere consultato sulla valutazione dei rischi,

l'individuazione, la programmazione, la realiz-zazione e verifica delle misure di prevenzione;

❑ essere consultato in merito all'organizzazionedella formazione;

❑ ricevere (e interpretare correttamente) le infor-mazioni e la documentazione aziendale sullavalutazione dei rischi e le misure di prevenzio-ne, sulle sostanze pericolose, le macchine, gliimpianti, l'organizzazione e gli ambienti di lavo-ro, gli infortuni e le malattie professionali;

❑ ricevere (e interpretare correttamente) le infor-mazioni dai servizi di vigilanza;

❑ ricorrere alle autorità quando ritiene che lemisure adottate non siano idonee a garantire lasicurezza e la salute.

Pertanto deve ricevere una formazione particola-re in materia di normativa di sicurezza e di salute,nonchè sui rischi specifici esistenti nel proprioambito di rappresentanza e sulle principali tecni-che di controllo e prevenzione.

BISOGNI FORMATIVI

Dall'analisi sopra indicata, si individuano leseguenti aree di attività:

❑ analisi/valutazione dei rischi;

❑ verifica costante delle misure di prevenzione edi sicurezza;

❑ animazione di sicurezza;

❑ informazione dei lavoratori;

che richiedono lo sviluppo di competenze:

❑ diagnostiche;

❑ decisionali;

❑ relazionali;

nonché l'acquisizione di conoscenze specifiche,di sapere applicativo, che devono necessaria-mente riferirsi almeno a:

❑ normativa sulle materie di sicurezza ed igienedel lavoro;

CORSO PER R.L.S.(Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza)

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

❑ rischi presenti sul posto di lavoro e riferitiall'ambito di rappresentanza;

❑ danni legati a quei rischi;

❑ limiti di esposizione a fattori inquinanti;

❑ analisi degli infortuni;

❑ analisi delle situazioni critiche (anomalie diprocesso);

❑ modalità di prevenzione;

❑ strumenti informativi presenti sul luogo di lavo-ro: registro infortuni, schede di sicurezza,documento di valutazione ecc.;

❑ valutazione di programmi di informazione;

❑ costruzione di strumenti propri di analisi e diverifica (schede ed altro materiale).

PROGETTO DI FORMAZIONE

a) Durata:

Il decreto 16 gennaio 1997 fissa in trantadue orela durata dei corsi, fatte salve diverse determina-zioni della contrattazione collettiva.

b) Modalità organizzative:

il corso dovrà essere indirizzato a rappresentanti

dei lavoratori in numero non superiore a 30-35,per consentire la massima efficacia didattica.

Dovrà essere individuato un coordinatore o tutordel corso, presente a tutti gli incontri, in grado difare un'opera di raccordo intelligente tra i diversidocenti.

I tutor dovranno essere scelti tra personale conbuone conoscenze generali della normativa inmateria di sicurezza e con buone conoscenze delmondo della scuola.

I docenti dovranno avere un'ottima conoscenzadel comparto da cui provengono i rappresentantidei lavoratori. Saranno da privilegiare i tecniciaziendali, i funzionari sindacali, gli operatori deiServizi di prevenzione e gli operatori della scuola.

c) Valutazione di apprendimento:

è opportuno valutare l'efficacia dell'insegnamentoimpartito attraverso la somministrazione di prove,singole o di gruppo, nominative o anonime, al ter-mine di ogni modulo, ovvero blocco di argomenti.

La scelta delle modalità di somministrazione deltest sarà in larga parte motivata dalle specifichecaratteristiche dei discenti, che dovranno avverti-re la prova come uno stimolo e non come un'oc-casione di discriminazione.

MODULO ARGOMENTI

1 Apertura del corso Questionario d’ingressoPercepire e definire le caratteristiche dell’RLSBrain-storming: “un RLS è bravo quando...”. Individuare il mandato legislativoAnalizzare i bisogni informativi e formativi.Cenni di storia dell’evoluzione della normativa in tema di sicurezzaLavori di gruppo

PROGRAMMA:

MODULO ARGOMENTI

2 Aspetti normativi in materia di sicurezza (con particolare riferimento al D.Lgs 242/96)Aspetti amministrativi• D.M. 382 del 29.12.1998• Circolare 119 del 29.04.1999Lavori di gruppo e giro di tavolo

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MODULO ARGOMENTI

4 Acquisire la terminologia.Rappresentare un percorso logico: diagramma di flusso per il “caffè”Operare per fasi procedurali logiche collegate. “ Viaggio a Capo Nord”Controllo delle fasi di un processo.La check-list.Organizzare per fasi logiche un intervento dell’RLS.Rispondere ad una richiesta di intervento specifico.”Disagio in Segreteria”Lavori di gruppo

MODULO ARGOMENTI

6 • La tutela della salute e la sorveglianza sanitaria.• L’igiene edilizia scolastica : il D.M. 18.12.1975 • Rapporti tra gli Enti Pubblici (Comuni, Province, ASL) e Scuole.• Le Schede di Sicurezza dei prodotti• I Dispositivi di protezione individuale (DPI)• La Riunione Periodica (art. 11 DLgs 626/1994) : riferimenti legislativi.Cenni.Responsabilità in caso di infortunio.Lavori di gruppo

21

Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

MODULO ARGOMENTI

3 A Far acquisire competenze e ruoli delle figure di sistema: • Datore di lavoro – Dirigente• RSPP• RLS (cenni)• Medico Competente• Preposti • LavoratoriSanzioni e responsabilità.”Ci sono responsabilità? Chi verrà sanzionato?”

3 B Il ruolo del Sindacato e delle RSU scolastiche nella gestione della sicurezza.Lavori di gruppo

MODULO ARGOMENTI

5 Il Documento di Valutazione dei Rischi (D.V.R.)Il sopralluogo conoscitivo per la stesura del D.V.R.La griglia di controllo del D.V.R.Lavori di gruppo ed esercitazione

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

MODULO ARGOMENTI

7 La gestione delle emergenze:• Nomina e formazione degli addetti• Il piano di emergenza e le prove di evacuazione• Il registro dei controlli periodici• Le procedure di primo soccorso e la cassetta di pronto soccorsoLa gestione delle emergenze:• Sopralluogo in IstitutoCommento di esperienze concrete di esercitazioni di evacuazioneLavori di gruppo ed esercitazione

MODULO ARGOMENTI

8 A La comunicazione.8 B La Riunione Periodica (art. 11 D.Lgs 626/1994)

Lavori di gruppo ed esercitazione

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

Ai sensi dell’art. 15 del D.Lgs. 626/94 il datore dilavoro, tenendo conto della natura dell’attività edelle dimensioni dell’azienda ovvero dell’unitàproduttiva prende i provvedimenti necessari inmateria di pronto soccorso e di assistenza medi-ca di emergenza. Qualora non vi provveda diret-tamente è obbligato a designare uno o più lavo-ratori incaricati dell’attuazione dei provvedimentied a provvedere alla loro formazione.

Come attuazione dell’art 15 è stato emanato ilDecreto Ministeriale n°388/2003 che indica lecaratteristiche minime delle attrezzature, i requisi-ti del personale addetto ed i contenuti e duratadella sua formazione in funzione della natura del-l’attività, dei rischi e del numero dei dipendenti.

Il D.M. 388/2003 gradua l’organizzazione delpronto soccorso (art. 2) ed i requisiti di formazio-ne degli addetti del pronto soccorso (art. 3) in fun-zione della categoria di appartenenza delle azien-de, che classifica in 3 gruppi (denominati A, B eC) (art. 1).

Per il gruppo A i corsi di formazione devono esse-re di 16 ore, mentre per i gruppi B e C di 12 ore.

Gli istituti scolastici rientrano nel Gruppo B.

Le aziende di gruppo B devono avere la casset-ta di pronto soccorso.

Gli argomenti trattati nei corsi di formazione ed ilcontenuto della cassetta e del pacchetto di medi-cazione sono specificati in altrettanti allegati deldecreto.

La formazione degli incaricati del pronto soccorsoaziendale, attuata secondo i moduli previsti daldecreto, deve essere svolta da personale medicoin collaborazione, ove possibile, con il sistema diemergenza del S.S.N.. Per lo svolgimento dellaparte pratica il medico può avvalersi della colla-borazione di personale infermieristico o di altropersonale specializzato.

La formazione va ripetuta con cadenza triennalealmeno per quanto attiene alla capacità di inter-vento pratico.

PROGRAMMA DEL CORSO

DI PRIMO SOCCORSO

Il programma, pur attenendosi fedelmente ai con-tenuti del Decreto Ministeriale n. 388 del 15-7-2003, privilegia l’esecuzione delle esercitazionipratiche (7 ore del Medico, 6 ore del I.P.) con l’ag-giunta di questionario di valutazione dell’appren-dimento e di idonea informazione sul contenuto egestione della “Cassetta di pronto soccorso.

Modulo 1

4 ore – Docente: Medico

INTRODUZIONE AL CORSO (Allertare il sistema

di soccorso, conoscere i rischi specifici dell’attivi-

tà svolta).

Somministrazione del questionario di entrata

RICONOSCERE UN’EMERGENZA SANITARIA:

Scena dell’infortunio

Accertamento delle condizioni psico-fisiche del

lavoratore infortunato

Nozioni elementari di anatomia e fisiologia del

sistema cardiorespiratorio

TECNICHE DI AUTOPROTEZIONE DEL PER-

SONALE ADDETTO AL SOCCORSO:

cenni sulle malattie trasmissibili attraverso il san-

gue e le modalità di prevenzione (AIDS, epatiti).

ATTUARE GLI INTERVENTI DI PRIMO SOC-

CORSO:

stato del paziente; funzioni vitali; sostenimento

delle funzioni vitali; disostruzione delle vie aeree;

respirazione artificiale; massaggio cardiaco ester-

no; posizione laterale di sicurezza; ferite ed emor-

ragie; shock, svenimento, crisi asmatica, crisi

convulsive, ecc.

CORSO PER ADDETTI AL PRIMO SOCCORSO

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

Modulo 2

4 ore complessive - Prime 2 ore Docente: Medico;poi 1 ora di compresenza Medico e I.P., 4 oreDocente: I. P.

ACQUISIRE CONOSCENZE GENERALI SUITRAUMI:

anatomia e fisiologia apparato scheletrico; frattu-re, distorsioni, lussazioni; traumatismi della colonnavertebrale, cranio-encefalici, toraco-addominali.

ACQUISIRE CONOSCENZE GENERALI SULLEPATOLOGIE SPECIFICHE IN AMBIENTE DILAVORO (SCUOLA):

Ustioni; lesioni da freddo, da corrente elettrica, daagenti chimici, intossicazioni.

Correzione collettiva questionario di entrata

ACQUISIRE CAPACITA’ DI INTERVENTO PRA-TICO:

esercitazione di rianimazione cardiopolmonare;posizione laterale di sicurezza;

Modulo 3

4 ore – Docente: I. P.

ACQUISIRE CAPACITA’ DI INTERVENTOPRATICO:

concetti di asepsi e di disinfezioni, contenuto egestione della “Cassetta di pronto soccorso, dis-infezione delle ferite, tamponamento delle emor-ragie; intervento in caso di fratture, distorsioni,lussazioni, sollevamento e trasporto del trauma-tizzato, ustioni, folgorazione da corrente elettrica;primo soccorso nelle sindromi cerebrali acute;ripetizione dei concetti pratici di rianimazione CP.SOMMINISTRAZIONE DEL QUESTIONARIO DIVALUTAZIONE DELL’APPRENDIMENTO

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

Il Decreto Ministeriale 10 marzo 1998 (Criterigenerali di sicurezza antincendio e per la gestio-ne dell'emergenza nei luoghi di lavoro) obbliga ildatore di lavoro a fornire ai lavoratori una ade-guata informazione e formazione sui princìpi dibase della prevenzione incendi e sulle azioni daattuare in presenza di un incendio.

Il datore di lavoro deve provvedere affinchè ognilavoratore riceva una adeguata informazione su:

a) rischi di incendio legati all'attività svolta;

b) rischi di incendio legati alle specifiche mansio-ni svolte;

c) misure di prevenzione e di protezione incendiadottate nel luogo di lavoro con particolare rife-rimento a:

- osservanza delle misure di prevenzione degliincendi e relativo corretto comportamento negliambienti di lavoro;

- divieto di utilizzo degli ascensori per l'evacua-zione in caso di incendio;

- importanza di tenere chiuse le porte resistenti alfuoco;

- modalità di apertura delle porte delle uscite;

d) ubicazione delle vie di uscita;

e) procedure da adottare in caso di incendio, edin particolare:

- azioni da attuare in caso di incendio;

- azionamento dell'allarme;

- procedure da attuare all'attivazione dell'allarmee di evacuazione fino al punto di raccolta inluogo sicuro;

- modalità di chiamata dei vigili del fuoco;

f) i nominativi dei lavoratori incaricati di applicarele misure di prevenzione incendi, lotta antin-cendio e gestione delle emergenze e prontosoccorso;

g) il nominativo del responsabile del servizio diprevenzione e protezione dell'azienda.

L'informazione deve essere basata sulla valuta-

zione dei rischi, essere fornita al lavoratoreall'atto dell'assunzione ed essere aggiornatanel caso in cui si verifichi un mutamento dellasituazione del luogo di lavoro che comporti unavariazione della valutazione stessa.

L'informazione deve essere fornita in maniera taleche il personale possa apprendere facilmente.

Adeguate informazioni devono essere fornite agliaddetti alla manutenzione e agli appaltatori pergarantire che essi siano a conoscenza delle misu-re generali di sicurezza antincendio nel luogo dilavoro, delle azioni da adottare in caso di incendioe delle procedure di evacuazione.

Nei piccoli luoghi di lavoro l'informazione può limi-tarsi ad avvertimenti antincendio riportati tramiteapposita cartellonistica.

Tutti i lavoratori esposti a particolari rischi diincendio correlati al posto di lavoro, quali peresempio gli addetti all'utilizzo di sostanze infiam-mabili o di attrezzature a fiamma libera, devonoricevere una specifica formazione antincendio.

Tutti i lavoratori che svolgono incarichi relativi allaprevenzione incendi, lotta antincendio o gestionedelle emergenze, devono ricevere una specificaformazione antincendio i cui contenuti minimisono riportati in allegato IX.

Nei luoghi di lavoro ove, ai sensi dell'art. 5 del pre-sente decreto, ricorre l'obbligo della redazione delpiano di emergenza connesso con la valutazionedei rischi, i lavoratori devono partecipare ad eser-citazioni antincendio, effettuate almeno una voltal'anno, per mettere in pratica le procedure diesodo e di primo intervento.

Nei luoghi di lavoro di piccole dimensioni, taleesercitazione deve semplicemente coinvolgere ilpersonale nell'attuare quanto segue:

- percorrere le vie di uscita;

- identificare le porte resistenti al fuoco, ove esi-stenti;

- identificare la posizione dei dispositivi di allarme;

- identificare l'ubicazione delle attrezzature dispegnimento.

CORSO PER ADDETTI ANTINCENDIO

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

L'allarme dato per esercitazione non deve esseresegnalato ai vigili del fuoco.

I lavoratori devono partecipare all'esercitazione equalora ritenuto opportuno, anche il pubblico. Taliesercitazioni non devono essere svolte quandosiano presenti notevoli affollamenti o personeanziane od inferme.

Devono essere esclusi dalle esercitazioni i lavo-ratori la cui presenza è essenziale alla sicurezzadel luogo di lavoro.

Nei luoghi di lavoro di grandi dimensioni, in gene-re, non dovrà essere messa in atto un'evacuazio-ne simultanea dell'intero luogo di lavoro. In talisituazioni l'evacuazione da ogni specifica area delluogo di lavoro deve procedere fino ad un puntoche possa garantire a tutto il personale di indivi-duare il percorso fino ad un luogo sicuro.

Nei luoghi di lavoro di grandi dimensioni, occorreincaricare degli addetti, opportunamente informa-ti, per controllare l'andamento dell'esercitazione eriferire al datore di lavoro su eventuali carenze.

Una successiva esercitazione deve esseremessa in atto non appena:

- una esercitazione abbia rivelato serie carenze edopo che sono stati presi i necessari provvedi-menti;

- si sia verificato un incremento del numero deilavoratori;

- siano stati effettuati lavori che abbiano compor-tato modifiche alle vie di esodo.

Quando nello stesso edificio esistono più datori dilavoro l'amministratore promuove la collaborazio-ne tra di essi per la realizzazione delle esercita-zioni antincendio.

L'informazione e le istruzioni antincendio possonoessere fornite ai lavoratori predisponendo avvisiscritti che riportino le azioni essenziali che devo-no essere attuate in caso di allarme o di incendio.Tali istruzioni, cui possono essere aggiunte dellesemplici planimetrie indicanti le vie di uscita,devono essere installate in punti opportuni edessere chiaramente visibili. Qualora ritenutonecessario, gli avvisi debbono essere riportatianche in lingue straniere.

L’accordo stipulato tra il Ministero dell’Istruzione eil Ministero dell’Interno prevede che gli addettiantincendio ricevano una formazione di 16 ore, di

cui 8 ore tramite CD-ROM fornito a tutte le scuo-le, e 8 ore di intervento in aula.

I contenuti del corso sono inseriti all’interno delDecreto Ministeriale 10 marzo 1998

Programma del corso per addetti antincendio

1) L'incendio e la prevenzione incendi (4 ore)

- Princìpi sulla combustione;

- le principali cause di incendio in relazione allospecifico ambiente di lavoro;

- le sostanze estinguenti;

- i rischi alle persone ed all'ambiente;

- specifiche misure di prevenzione incendi;

- accorgimenti comportamentali per prevenire gliincendi;

- l'importanza del controllo degli ambienti di lavoro;

- l'importanza delle verifiche e delle manutenzionisui presidi antincendio.

2) La protezione antincendio (4 ore)

- Misure di protezione passiva;

- vie di esodo, compartimentazioni, distanziamenti;

- attrezzature ed impianti di estinzione;

- sistemi di allarme;

- segnaletica di sicurezza;

- impianti elettrici di sicurezza;

- illuminazione di sicurezza.

3) Procedure da adottare in caso di incendio (4 ore)

- Procedure da adottare quando si scopre unincendio;

- procedure da adottare in caso di allarme;

- modalità di evacuazione;

- modalità di chiamata dei servizi di soccorso;

- collaborazione con i vigili del fuoco in caso diintervento;

- esemplificazione di una situazione di emergen-za e modalità procedurali-operative.

4) Esercitazioni pratiche (4 ore)

- Presa visione e chiarimenti sulle principali attrez-zature ed impianti di spegnimento;

- presa visione sulle attrezzature di protezione indi-viduale (maschere, autoprotettore, tute, etc.);

- esercitazioni sull'uso delle attrezzature di spegni-mento e di protezione individuale.

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

Con il D.Lgs. 626/94 si è passati da un sistema ditutela della salute fondato sulla tradizionale meto-dologia che si limitava all’applicazione dellenorme specifiche “prevenzione oggettiva” ad unsistema globale in cui il datore di lavoro è tenutoad individuare e valutare i rischi, programmare lemisure di prevenzione da adottare e ad esigere ilrispetto delle norme da parte dei soggetti cheoperano nella propria impresa “prevenzione sog-gettiva”.

In questo quadro tra gli adempimenti imposti, vi èl’obbligo del datore di lavoro di formare e informa-re i lavoratori sui rischi presenti in azienda e sullemisure di prevenzione e protezione adottate.Ciascun lavoratore riceve quindi una formazioneadeguata in materia di sicurezza.

Nella ricerca dell’efficacia della formazione ènecessario considerare in primo luogo la culturadella sicurezza.

In primo luogo lavoratori e studenti che utilizzanoattrezzature e laboratori devono essere informatisecondo il dettato del D.Lgs. 626/94; in secondoluogo la scuola rimane la prima tappa del percor-so di formazione della cultura della sicurezza delfuturo cittadino.

Perché la Sicurezza nella Scuola?

Nella Scuola si verifica un aumento costante degliinfortuni, a partire dal 1994 al 1999 (ad esempio ledenuncie di infortunio all’Inail sono raddoppiate).

Circa 50.000 studenti ogni anno subiscono uninfortunio a scuola e ciò resta un fenomeno gravee preoccupante.

Se analizziamo le cause, il 30 % degli infortuni èlegato alle strutture (stato conservativo/manuten-tivo degli immobili ed in particolare di pavimenti,pareti, solai, scale, ecc.).

Gli studenti maggiormente colpiti sono quelli inetà dai 12 ai 14 anni e nell’uso di palestre e campisportivi.

Lo sport causa il 30 % degli infortuni.

Negli ultimi anni le Amministrazioni pubbliche eprivate hanno dedicato una attenzione sempre

più diffusa alla programmazione degli interventistrutturali che hanno portato un netto migliora-mento della Sicurezza nelle strutture.

Questo dato incoraggiante ci sostiene nella pro-posta di una cultura della Sicurezza che vogliamoelaborare e proporre, inizialmente a livello speri-mentale, con il fine ultimo di inserire la culturadella Sicurezza in ogni Curriculum scolastico.

Confrontiamo i dati sugli infortuni con Paesi chehanno adottato uno specifico intervento in meritocultura della Sicurezza.

Pensiamo innanzitutto al Giappone il quale ha unnumero di infortuni pari al 20 % degli infortuni chesi verificano in Italia.

I Responsabili giapponesi che si occupano diSicurezza attribuiscono importanza primaria per ilraggiungimento di questo risultato alla formazionein merito alla Sicurezza che avviene dal primoanno della scuola elementare.

La cultura della Sicurezza in Giappone significalezioni, filmati, conferenze, incontri, esercitazionisull’emergenza.

In Italia non esiste un progetto organico naziona-le in merito alla Sicurezza nella Scuola ed ancorapeggio non esiste un progetto organico nazionalein merito alla formazione in materia di Sicurezzadei futuri cittadini che saranno dirigenti, quadri,operai, professionisti, ecc.

Nei casi più fortunati il compito è lasciato allabuona volontà dei docenti e del personale ausilia-rio che, in mancanza di incentivi e supporti speci-fici, finiscono per produrre interventi isolati e dis-continui.

Ciò è legato, in particolare, alla mancata forma-zione in alcuni casi ed alla poco efficace forma-zione in altri casi.

Per colmare queste carenze già nel 2000 la“Carta 2000” conteneva un preciso impegno adintrodurre nelle attività scolastiche una serie diinformazioni relative alla Sicurezza ed alla Saluteed una rilettura dei programmi di studio al fine dimigliorare la cultura della prevenzione attraversouna significativa partecipazione dell’Osservatoriopermanente per la Sicurezza nella Scuola dalMinistro della Pubblica Istruzione.

LA CULTURA DELLA SICUREZZA DEGLI STUDENTI

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

Si riportano, a titolo di esempio, alcune indicazio-ni operative:

1) Introdurre nei P.O.F. dei percorsi che sviluppa-no opportunamente il tema della Sicurezza;

2) Predisporre attività consequenziali a seguitodella eventuale previsione normativa di nuovefigure professionali;

3) Percorsi formativi preliminari all’introduzionenel mondo del lavoro

Nella massima certezza della necessità di unintervento organico formativo sulla Sicurezzanella Scuola e nella consapevolezza che solo effi-caci interventi formativi possano colmare il deficitdi attenzione e impegno verso la Sicurezza,abbiamo predisposto vari interventi formativi nelpresente anno scolastico, a partire da corsi dibase per Responsabili di Primo Soccorso e diPrevenzione Incendi, ai Dirigenti Scolastici, allefigure fondamentali della Sicurezza come iR.S.P.P. ed i R.L.S.

Conoscendo bene la Scuola nei diversi ordini egradi ed avendo vissuto una esperienza, ormaitrentennale, ci si rende conto che, spesso, nuovefigure difficilmente vengono accettate ed i nuoviimpegni vengono vissuti, per i più, come unaggravio di altri impegni con conseguente demo-tivazione, anche a causa di mancanza di incenti-vo ai diversi livelli.

E’ per questo che il successo delle iniziative for-mative nella Scuola devono tenere sempre contodella necessaria adesione di tutti i soggetti.

Quante volte si assiste ad iniziative, anche vali-dissime, di alcuni docenti ed a prove di evacua-zione con entusiastica partecipazione di alcunefigure sensibili (responsabili di Primo Soccorso edi Prevenzione Incendi) ma con ricaduta formati-va insufficiente per la superficiale adesione dialcuni operatori.

In conseguenza di ciò, così come indicato nelD.Lgs. n. 626/94, ogni lavoratore deve ricevereuna informazione e formazione adeguata masoprattutto una formazione efficace, verificabileperiodicamente e periodicamente ripetuta.

Solo la comprensione di questi passaggi fonda-mentali può generare negli studenti la chiara con-sapevolezza che la Sicurezza è uno degli ambitifondamentali della formazione globale del futurocittadino.

Negli ultimi anni molto è stato fatto per cercaresussidi formativi sia per i formatori (docenti, inse-gnanti) e sussidi didattici per gli alunni delle scuo-le di primo grado, mentre rimane ancora scopertotutto il campo delle scuole secondarie.

Per conoscere lo stato della cultura della sicurez-za nella scuola abbiamo programmato a livello diUSP di Bergamo un’indagine conoscitiva consomministrazione di test a tutti gli studenti del 4°anno delle scuole superiori per un campionesignificativo originario di 1000 alunni della realtàBergamasca. Il test è stato redatto e presentato aidirigenti scolastici e agli RSPP con possibilità dicopia cartacea e via e-mail a tutte le scuole. Icapitoli che compongono il test vanno dal modo diconsiderare la sicurezza, alla definizione dirischio, alla sicurezza nei vari campi della vitaquotidiana, al lavoro, alla scuola.

Le domande sono chiuse con possibilità di piùrisposte ai quesiti. Nei mesi di aprile e maggiosono stati raccolti i risultati e eseguite le primeanalisi. In primo luogo i test raccolti sono staticirca 2800 e ciò ha evidenziato la presenza di unarete di responsabili dei servizi di prevenzionemolto attiva e disponibile. Hanno risposto com-plessivamente le classi 4° di 30 istituti superiori diogni indirizzo, dai licei scientifici agli istituti tecni-ci, agli istituti professionali, agli istituti magistrali,ai licei classici.

In relazione alle risposte catalogate si riporta ildato finale e l’elaborazione grafica con diagrammia torta.

L’analisi delle risposte verrà svolta in modo appro-fondito dal gruppo di lavoro del CSA di Bergamonei prossimi mesi.

Di seguito vengono indicate alcune prime consi-derazioni sui dati finali:

1) nella domanda “ 1” la sicurezza stradale è rite-nuta la più importante per gli studenti, e ciò èevidenziato anche nelle risposte alla domanda“4” che indicano la strada come il luogo dove sicorrono rischi maggiori.

2) La domanda “5” indica la scuola come princi-pale luogo dove si è affrontato l’argomento deirischi

3) Gli studenti si dichiarano in grado di riconosce-re il rischio che si presenta per la secondavolta e di affrontarlo nel modo migliore e danno

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

un giudizio più che sufficiente alla sicurezzasul lavoro in Italia.

4) Più della metà conosce le norme di sicurezzanella scuola, ma non si sente sicuro a scuola.Ciò indica l’esistenza di percorsi informativi mail permanere di lacune organizzative e struttu-rali.

5) Gli studenti ritengono inadeguata la prepara-zione ad affrontare i rischi nel mondo del lavo-ro e nella società.

Questi sono solo alcuni spunti per una successi-va riflessione che abbia come obbiettivo la indivi-duazione di nuovi percorsi didattici per gli studen-ti accompagnati da percorsi per i formatori.

I percorsi dovranno avere una base comune maanche specifici capitoli che considerino gli indiriz-

zi dei vari percorsi scolastici ( licei, istituti tecnici,istituti professionali, ecc.).

Allo scopo i test verranno anche catalogatisecondo le diverse appartenenze degli studenti.

Nei prossimi mesi verrà svolta un’analisi a curadel gruppo di lavoro del USP di Bergamo e i suc-cessivi risultati verranno presentati al convegnosulla sicurezza nelle scuole dl prossimo ottobre.

❏ Allegato 1: elenco delle Scuole che hannopartecipato al test

❏ Allegato 2: elenco dei Licei;

❏ Allegato 3: elenco degli Istituti Tecnici

❏ Allegato 4: elenco delle Istituti Professionali

❏ Allegato 5: Test

❏ Allegato 6: Report complessivo

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

1

2

3

4

5

6

Istituto di Istruzione

Superiore

“David Maria Turoldo”

Istituto Statale di Istruzione

Secondaria Superiore

“Tarcisio Pacati”

Istituto Professionale di Stato

per i Servizi Commerciali

Turistici e della Pubblicità

“Zenale e Butinone”

Istituto Statale

di Istruzione Superiore

“Luigi Einaudi”

Istituto Magistrale

“Suardo”

Liceo Scientifico “Lorenzo

Mascheroni”

Via Ronco n. 11

24019 Zogno (BG)

Tel. 0345/92210

Via S. Lucio n. 25

24025 Clusone (BG)

Tel. 0346/22024

Via Galvani n. 7

24047 Treviglio (BG)

Tel. 0363/303046

Via Verdi n. 48

24044 Dalmine (BG)

Tel. 035/561129

Bergamo

Via A da Rosicate 21/a

24124 Bergamo

Tel 035/237076

4 A liceo 26

4°B liceo 27

4° A ITC 19

4°B ITC 23

4°C ITC 21

4°G ITC 20

4°M IPIA 23

4°M IPIA 11

4°O IPIA

Totale 170

4 A ITIS 18

4 B ITIS 15

4 A EN/AET 19

4 A MD – moda 17

4 A M MECCA - meccanica 23

Totale 92

4 BG - grafico 21

4 AT - turistico 11

4 CA - aziendale 18

Totale 50

4 I.P. aziendale 18

4 I.P. turistico 19

4 I.T. ERICA 8

4 I.P. servizi sociali sez. D 15

4 I.P. servizi sociali sez. E 16

4 IT igea 19

4 A liceo scientifico 22

Totale 117

4 Ap 25

4 Cp 24

4 As 22

4 Bs 23

Totale 94

4°B 22

4° C 25

4°D 20

4°E 26

4°F 24

Totale 117

Allegato n° 1ELENCO DELLE SCUOLE CHE HANNO PARTECIPATO AL TEST

N° SCUOLA INDIRIZZOELENCO DELLE CLASSI CHE HANNO ESEGUITO

IL TEST

TOTALE DEGLI ALUNNICHE HANNO ESEGUITO

IL TEST

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

7

8

9

10

11

12

13

Liceo ling. europeo paritario

“opera S. Alessandro”

“scuola S.B. Capitanio”

Istituto di istruzione

superiore statale

“Simone Weil”

Istituto Superiore di

Trescore Balneario

“Lorenzo Lotto”

Istituto d’Istruzione

Superiore “A. Fantoni”

Istituto di Istruzione

Secondaria Superiore

“Ambiveri”

Liceo “Falcone”

Liceo classico

“Giovanni XXIII”

Via S. Alessandro 49

24124 Bergamo

Tel 035/3886077

Via Galvani n. 7

24047 Treviglio (BG)

Tel. 0363/43096

Via dell’Albarotto

24069 Trescore

Balneario (BG)

Tel. 035/944782

Via Barbarico n. 27

Clusone (BG)

Tel. 0346/21033

Via C. Berizzi n. 1 -

24030 Presezzo (BG)

Tel. 035/610251

Bergamo

Via Arena n. 11

24129 Bergamo

Tel. 035/286402

4° linguistico moderno 8

4° giuridico economico 12

Totale 20

2° A Liceo Classico 19

2° B Liceo Classico 18

4° L Liceo Linguistico 13

4° M Liceo Linguistico 17

4° N Liceo Linguistico 17

4° D Liceo Artistico 10

4° E Liceo Artistico 13

Totale 107

4° A ITC 21

4° H ITC 15

4° I ITC 22

4° A IPC 23

4° D IPC 14

4° H IPC 20

Totale 115

4° A Geometri 19

4° A CT 20

Totale 39

4° A – M 19

4° A – AZ 18

4° B – AZ 21

4° A – TU 13

4° B - TU 15

Totale 86

4° A linguistico 20

4° X scienze sociali 26

4° C linguistico 17

Totale 63

4° 18

Totale 18

N° SCUOLA INDIRIZZOELENCO DELLE CLASSI CHE HANNO ESEGUITO

IL TEST

TOTALE DEGLI ALUNNICHE HANNO ESEGUITO

IL TEST

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

14

15

16

17

18

19

20

Scuola d’Arte “A. Fantoni”

Istituto di IstruzioneSecondaria Superiore di

Stato “Don Lorenzo Milani”

ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE

“B. BELOTTI”

ITAS “G. Cantoni”

Liceo Scientifico Statale“Edoardo Amaldi”

Ist. comprensivo e superiorestatale di Scuola dell’Infanzia,Primaria e Secondaria di I e II

grado della Valle di ScalveIstituto Tecnico

Commerciale Statale “G. Oberdan”

Via Angelo Maj n. 35Bergamo

Via Belvedere – 24058Romano di Lombardia

Tel. 0363/910639

Via Azzano, 5 24126 Bergamo tel 035/313035

Viale Merisio n. 17/C24047 Treviglio (BG)

Via Locatelli n. 1624022 Alzano

Lombardo (BG)

Via A. Locatelli n. 8/A24020 Vilminore di

Scalve (BG)Tel. 034651066

Viale Merisio n. 1424047 Treviglio (BG)

Tel. 0363/49861

4° Istituto d’arte 24

Totale 244° A 204° B 184° C 22Totale 60Classi 4 88

Totale 884° A CERERE 134° B TRADIZIONALE 144° C TRADIZIONALE 134° D TRADIZIONALE 144° E CERERE 17Totale 714° A 204° B 214° C 194° D 234° E 204° F 174° G 184° H 18Totale 156II B ITCG (Geometri – Ragionieri) 9II A ITIS – IPSIA 10III A ITIS - IPSIA 8Totale 274° A IGEA 284° B ERICA 194° C MERCURIO 214° D IGEA 284° E IGEA 28Totale 124

N° SCUOLA INDIRIZZOELENCO DELLE CLASSI CHE HANNO ESEGUITO

IL TEST

TOTALE DEGLI ALUNNICHE HANNO ESEGUITO

IL TEST

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

21

22

23

24

25

26

Istituto Professionale diStato per i ServiziAlberghieri e della

RistorazionePolo Tecnico

Professionale Industriale“Oreste Mozzali”

ITIS “G. MARCONI”

CENTRO STUDI LEONARDO DA VINCI

ISIS ROMERO

I.P.S.S.A.R.

Via Bellini n. 5424027 Nembro (BG)

Tel. 035/521285

Treviglio (BG)

Dalmine (BG)

Bergamo

Viale A. MoroTel. 035/751389

Albino (BG)

Viale della Vittoria n. 6Tel. 0345/21096

S. Pellegrino Terme(BG)

4° A RISTORATIVO 264° B RISTORATIVO 274° D TURISTICO 18Totale 714 AIE 164Be 214ASE 134Ae 194Am 154TMS 144 Ai 14Totale 1124 AEN 254 AET 19A AIN 214 BEN 234 BET 214 BIN 134 DIN 184 CIN 23Totale 1634° ITI 164° A GEOMETRI 124° A LICEO SCIENTIFICO 184° A OTTICA 74° A ODONTOTECNICI 134° LICEO LINGUISTICO 84° B LICEO SCIENTIF. 144° B RAGIONERIA 24Totale 1124 A 184 B 244 P 194 G 234 M 224 L 224 E 164 F 19Totale 1634 A 184 E 134 C 164 B 164 F 174 D 17Totale 97

N° SCUOLA INDIRIZZOELENCO DELLE CLASSI CHE HANNO ESEGUITO

IL TEST

TOTALE DEGLI ALUNNICHE HANNO ESEGUITO

IL TEST

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

27

28

29

30

I.I.S. “C. PESENTI”

Istituto Statale di Istruzione

Superiore

“Guido Galli”

Istituto professionale

per i servizi commerciali

e turistici

ITIS P. Paleocapa

Liceo Classico Sarpi

Via Ozanam, 27

24126 Bergamo

tel/fax 035/319416

Via Gavazzeni, 3

24125 Bergamo

tel 035/319338

fax 035/315547

Bergamo

Bergamo

4 A.L. 17

4 B.L. 17

4 A.N. 14

4 B.N. 16

4 A.Q. 11

4 A.V. 18

4 A.P. 18

4 A.X.(L) 6

4 A.X.(N) 11

4 C.N. 19

Totale 147

4 A 24

4 B 25

4 D 15

4 L 11

4 H 17

4 I 21

Totale 113

4 TSA 12

4 TMA 15

4 EB 11

4 ID 17

4 MC 17

4 MA 20

4 EA 18

4 ENA 19

4 MB 19

Totale 148

2A 25

2B 21

Totale 46

N° SCUOLA INDIRIZZOELENCO DELLE CLASSI CHE HANNO ESEGUITO

IL TEST

TOTALE DEGLI ALUNNICHE HANNO ESEGUITO

IL TEST

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

1

2

3

4

5

6

7

Istituto di Istruzione

Superiore

“David Maria Turoldo”

Istituto Statale

di Istruzione Superiore

“Luigi Einaudi”

Liceo Scientifico

“Lorenzo Mascheroni”

Liceo ling. europeo paritario

“opera S. Alessandro”

“scuola S.B. Capitanio”

Istituto di istruzione

superiore statale

“Simone Weil”

Liceo “Falcone”

Liceo classico

“Giovanni XXIII”

Via Ronco n. 11

24019 Zogno (BG)

Tel. 0345/92210

Via Verdi n. 48

24044 Dalmine (BG)

Tel. 035/561129

Via A da Rosicate 21/a

24124 Bergamo

Tel 035/237076

via S. Alessandro 49

24124 Bergamo

Tel 035/3886077

Via Galvani n. 7

24047 Treviglio (BG)

Tel. 0363/43096

Bergamo

Via Arena n. 11

24129 Bergamo

Tel. 035/286402

4 A liceo 26

4°B liceo 27

Totale 53

4 A liceo scientifico 22

Totale 22

4°B 22

4°C 25

4°D 20

4°E 26

4°F 24

Totale 117

4° linguistico moderno 8

4° giuridico economico 12

Totale 20

2° A Liceo Classico 19

2° B Liceo Classico 18

4° L Liceo Linguistico 13

4° M Liceo Linguistico 17

4° N Liceo Linguistico 17

4° D Liceo Artistico 10

4° E Liceo Artistico 13

Totale 107

4° A linguistico 20

4° X scienze sociali 26

4° C linguistico 17

Totale 63

4° 18

Totale 18

Allegato n° 2ELENCO DEI LICEI – TOTALI ALUNNI N° 796

N° SCUOLA INDIRIZZOELENCO DELLE CLASSI CHE HANNO ESEGUITO

IL TEST

TOTALE DEGLI ALUNNICHE HANNO ESEGUITO

IL TEST

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37

Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

8

9

10

11

12

Liceo Scientifico Statale

“Edoardo Amaldi”

CENTRO STUDI

LEONARDO DA VINCI

Liceo Classico Sarpi

Istituto Magistrale

“Suardo”

Istituto di Istruzione

Secondaria Superiore di

Stato “Don Lorenzo Milani”

Via Locatelli n. 16

24022 Alzano

Lombardo (BG

Bergamo

Bergamo

Bergamo

Via Belvedere

24058 Romano di

Lombardia (BG)

Tel. 0363/910639

4° A 20

4° B 21

4° C 19

4° D 23

4° E 20

4° F 17

4° G 18

4° H 18

Totale 156

4° A LICEO SCIENTIFICO 18

4° LICEO LINGUISTICO 8

4° B LICEO SCIENTIFICO 14

Totale 40

2A 25

2B 21

Totale 46

4 Ap 25

4 Cp 24

4 As 22

4 Bs 23

Totale 94

4 A 20

4 B 18

4 C 22

Totale 60

N° SCUOLA INDIRIZZOELENCO DELLE CLASSI CHE HANNO ESEGUITO

IL TEST

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38

Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

Allegato n° 3ELENCO DEGLI ISTITUTI TECNICI – TOT. ALUNNI N° 1011

1

2

3

4

5

6

7

8

9

Istituto di Istruzione

Superiore

“David Maria Turoldo”

Istituto Statale di Istruzione

Secondaria Superiore

“Tarcisio Pacati”

Istituto Superiore di

Trescore Balneario

“Lorenzo Lotto”

Istituto d’Istruzione

Superiore “A. Fantoni”

Istituto di Istruzione

Secondaria Superiore

“Ambiveri”

ISTITUTO TECNICO

COMMERCIALE

“B. BELOTTI”

ITAS “G. Cantoni”

Ist. comprensivo e sup. stat.

di Scuola dell’Infa. Primaria

e Secondaria di I e II grado

della Valle di Scalve

Istituto Tecnico

Commerciale Statale “G.

Oberdan”

Via Ronco n. 11

24019 Zogno (BG)

Tel. 0345/92210

Via S. Lucio n. 25

24025 Clusone (BG)

Tel. 0346/22024

Via dell’Albarotto 24069

Trescore Balneario

(BG)

Tel. 035/944782

Via Barbarico n. 27

Clusone (BG)

Tel. 0346/21033

Via C. Berizzi n. 1

24030 Presezzo (BG)

Tel. 035/610251

Via Azzano, 5

24126 Bergamo

tel 035/313035

Viale Merisio n. 17/C

24047 Treviglio (BG)

Via A. Locatelli n. 8/A

24020 Vilminore di

Scalve (BG)

Tel. 034651066

Viale Merisio n. 14

24047 Treviglio (BG)

Tel. 0363/49861

4° A ITC 19

4°B ITC 23

4°C ITC 21

4°G ITC 20

Totale 83

4 A ITIS 18

4 B ITIS 15

4 A EN/AET 19

Totale 52

4° A ITC 21

4° H ITC 15

4° I ITC 22

Totale 58

4° A Geometri 19

4° A CT 20

Totale 39

4° A – M 19

4° A – AZ 18

4° B – AZ 21

4° A – TU 13

4° B - TU 15

Totale 86

Classi 4 88

Totale 88

4° A CERERE 13

4° B TRADIZIONALE 14

4° C TRADIZIONALE 13

4° D TRADIZIONALE 14

4° E CERERE 17

Totale 71

II B ITCG (Geometri – Ragionieri) 9

II A ITIS – IPSIA 10

III A ITIS - IPSIA 8

Totale 27

4° A IGEA 28

4° B ERICA 19

4° C MERCURIO 21

4° D IGEA 28

4° E IGEA 28

Totale 124

N° SCUOLA INDIRIZZOELENCO DELLE CLASSI CHE HANNO ESEGUITO

IL TEST

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39

Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

10

11

12

ITIS “G. MARCONI”

CENTRO STUDI

LEONARDO DA VINCI

ITIS P. Paleocapa

Dalmine (BG)

Bergamo

Bergamo

4 AEN 25

4 AET 19

A AIN 21

4 BEN 23

4 BET 21

4 BIN 13

4 DIN 18

4 CIN 23

Totale 163

4° ITI 16

4° A GEOMETRI 12

4° A OTTICA 7

4° A ODONTOTECNICI 13

4° B RAGIONERIA 24

Totale 72

4 TSA 12

4 TMA 15

4 EB 11

4 ID 17

4 MC 17

4 MA 20

4 EA 18

4 ENA 19

4 MB 19

Totale 148

N° SCUOLA INDIRIZZOELENCO DELLE CLASSI CHE HANNO ESEGUITO

IL TEST

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40

Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

Allegato n° 4ELENCO DEGLI IST. PROFESSIONALI – TOT. ALUNNI N° 1003

1

2

3

4

5

6

7

8

Istituto di Istruzione

Superiore

“David Maria Turoldo”

Istituto Statale di Istruzione

Secondaria Superiore

“Tarcisio Pacati”

Istituto Prof. di Stato per i

Servizi Commerciali

Turistici e della Pubblicità

“Zenale e Butinone”

Istituto Statale di Istruzione

Superiore “Luigi Einaudi”

Istituto Superiore di

Trescore Balneario

“Lorenzo Lotto”

Scuola d’Arte “A. Fantoni”

Istituto Professionale di

Stato per i Servizi

Alberghieri e della

Ristorazione

Polo Tecnico

Professionale Industriale

“Oreste Mozzali”

Via Ronco n. 11

24019 Zogno (BG)

Tel. 0345/92210

Via S. Lucio n. 25

24025 Clusone (BG)

Tel. 0346/22024

Via Galvani n. 7

24047 Treviglio (BG)

Tel. 0363/303046

Via Verdi n. 48

24044 Dalmine (BG)

Tel. 035/561129

Via dell’Albarotto 24069

Trescore Balneario (BG)

Tel. 035/944782

Via Angelo Maj n. 35

Bergamo

Via Bellini n. 54

24027 Nembro (BG)

Tel. 035/521285

Treviglio (BG)

4°M IPIA 23

4°M IPIA 11

4°O IPIA

Totale 34

4 A MD – moda 17

4 A M MECCA - meccanica 23

Totale 40

4 BG - grafico 21

4 AT - turistico 11

4 CA - aziendale 18

Totale 50

4 I.P. aziendale 18

4 I.P. turistico 19

4 I.T. ERICA 8

4 I.P. servizi sociali sez. D 15

4 I.P. servizi sociali sez. E 16

4 IT igea 19

Totale 95

4° A IPC 23

4° D IPC 14

4° H IPC 20

Totale 57

4° Istituto d’arte 24

Totale 24

4° A RISTORATIVO 26

4° B RISTORATIVO 27

4° D TURISTICO 18

Totale 71

4 AIE 16

4Be 21

4ASE 13

4Ae 19

4Am 15

4TMS 14

4 Ai 14

Totale 112

N° SCUOLA INDIRIZZOELENCO DELLE CLASSI CHE HANNO ESEGUITO

IL TEST

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41

Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

9

10

11

12

ISIS ROMERO

I.P.S.S.A.R.

I.I.S. “C. PESENTI”

Istituto Statale

di Istruzione Superiore

“Guido Galli”

Istituto professionale

per i servizi commerciali

e turistici

Viale A. Moro

Tel. 035/751389

Albino (BG)

Viale della Vittoria n. 6

Tel. 0345/21096

S. Pellegrino Terme

(BG)

Via Ozanam, 27

24126 Bergamo

tel/fax 035/319416

Via Gavazzeni, 3

24125 Bergamo

tel 035/319338

fax 035/315547

4 A 18

4 B 24

4 P 19

4 G 23

4 M 22

4 L 22

4 E 16

4 F 19

Totale 163

4 A 18

4 E 13

4 C 16

4 B 16

4 F 17

4 D 17

Totale 97

4 A.L. 17

4 B.L. 17

4 A.N. 14

4 B.N. 16

4 A.Q. 11

4 A.V. 18

4 A.P. 18

4 A.X.(L) 6

4 A.X.(N) 11

4 C.N. 19

Totale 147

4 A 24

4 B 25

4 D 15

4 L 11

4 H 17

4 I 21

Totale 113

N° SCUOLA INDIRIZZOELENCO DELLE CLASSI CHE HANNO ESEGUITO

IL TEST

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42

Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

Allegato n° 5

TEST

LA CULTURA DELLA SICUREZZA NEGLI STUDENTI

ENTE Data

In relazione alla necessità di introdurre percorsi didattici relativi alla diffusione della cultura dellaSicurezza, viene presentato un questionario che è stato elaborato da studenti delle Scuole Superiori neglianni precedenti e integrato attualmente con nuovi quesiti da operatori del USP.

La Sicurezza è:1) Per te è importante: ❑ La sicurezza in casa

❑ La sicurezza nelle relazioni sociali❑ La sicurezza nel lavoro❑ La sicurezza stradale

2) Quanto è importante per te sentirsi al sicuro? ❑ Moltissimo❑ Molto❑ Abbastanza❑ Poco❑ Per niente

Il Rischio è:3) Il Rischio si affronta quotidianamente? ❑ SI

❑ NO

4) Secondo te dove si corrono i rischi maggiori? ❑ A scuola❑ Nello sport❑ Nel lavoro❑ In strada❑ Altro

5) Con chi ti è capitato di affrontare ❑ A scuolal’argomento dei rischi? ❑ In famiglia

❑ Con gli amici❑ Al lavoro

6) Quanto è utile secondo te affrontare ❑ Moltissimoquesto argomento a scuola? ❑ Molto

❑ Abbastanza❑ Poco❑ Per niente

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43

Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

La sicurezza nella vita quotidiana:7) Quotidianamente, in quali di questi ❑ Il rischio alla guida

rischi ti senti coinvolto? ❑ Il rischio del fumo❑ Il rischio nei rapporti sessuali❑ Il rischio a tavola

8) Quando vai in motorino ti è capitato di rischiare: ❑ Non indossando il casco❑ Passando al semaforo rosso❑ Sorpassando a destra❑ Impennando❑ Guidando come se stessi facendo

un gran premio❑ Altro

Io e il rischio:9) Sei sempre cosciente dei rischi ❑ SI

che in una situazione possono coinvolgerti? ❑ NO

10) Pensi che valga la pena di correre alcuni rischi? ❑ SI❑ NO

11) Se un rischio ti si presenta una seconda volta, sei in ❑ SIgrado di riconoscerlo e di affrontarlo nel modo migliore? ❑ NO

La sicurezza nel lavoro:12) Giudichi il mondo del lavoro un ambiente rischioso? ❑ SI

❑ NO

13) Quali sono i rischi che corre un lavoratore? Scrivi i più importanti per te: ❑ SI

❑ NO

14) Quale giudizio dai alla sicurezza sul lavoro in Italia: ❑ Insufficiente❑ Sufficiente❑ Buono❑ Discreto❑ Ottimo

La sicurezza a Scuola:15) Ti senti a rischio nella tua scuola: ❑ SI

❑ NO

16) Conosci le norme di sicurezza a scuola? ❑ SI❑ NO

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44

Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

17) Ritieni adeguate le norme di sicurezza ❑ Moltissimonell’ambito scolastico che frequenti? ❑ Molto

❑ Abbastanza❑ Poco❑ Per niente

18 )A scuola durante le attività di laboratorio, ❑ Moltissimoquanto ti senti sicuro? ❑ Molto

❑ Abbastanza❑ Poco❑ Per niente

19) Si affronta l’argomento della sicurezza con gli insegnanti? ❑ SI❑ NO

20) Pensi che la scuola ti sta preparando in modo adeguato ❑ SIad affrontare i rischi che ti si potrebbero presentare ❑ NOnel mondo del lavoro e nella società?

21) Conosci come è organizzata la sicurezza a scuola? ❑ SI❑ NO

In relazione alle definizioni di pericolo e rischio barra le frasi esatte:A L’uso non corretto di una attrezzatura ❑ VERO ❑ FALSO

è un PERICOLO per il lavoratore

B Usare un coltello affilato senza guanti rappresenta ❑ VERO ❑ FALSOun RISCHIO per il taglio delle dita

C Guidare il motorino è un RISCHIO per il conducente ❑ VERO ❑ FALSO

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45

Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

Allegato n° 6REPORT COMPLESSIVO (Aggiornamento 28.06.2006)

La Sicurezza è: N° RISPOSTE TOT. ALUNNI

1) Per te è importante: La sicurezza in casa 1006 2810

La sicurezza nelle relazioni sociali 754 2810

La sicurezza nel lavoro 1237 2810

La sicurezza stradale 1541 2810

2) Quanto è importante Moltissimo 1139 2810

per te sentirsi al sicuro? Molto 1143 2810

Abbastanza 333 2810

Poco 38 2810

Per niente 20 2810

Il Rischio è:

3) Il Rischio si affronta quotidianamente? SI 2528 2810

NO 175 2810

4) Secondo te dove si corrono A scuola 172 2810

i rischi maggiori? Nello sport 212 2810

Nel lavoro 617 2810

In strada 2166 2810

Altro 130 2810

5) Con chi ti è capitato di affrontare A scuola 2108 2810

l’argomento dei rischi? In famiglia 1258 2810

Con gli amici 662 2810

Al lavoro 179 2810

6) Quanto è utile secondo te affrontare Moltissimo 330 2810

questo argomento a scuola? Molto 983 2810

Abbastanza 1078 2810

Poco 225 2810

Per niente 77 2810

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46

Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

La sicurezza nella vita quotidiana:

7) Quotidianamente, in quali di questi Il rischio alla guida 1545 2810

rischi ti senti coinvolto ? Il rischio del fumo 661 2810

Il rischio nei rapporti sessuali 510 2810

Il rischio a tavola 403 2810

8) Quando vai in motorino Non indossando il casco 747 2810

ti è capitato di rischiare: Passando al semaforo rosso 474 2810

Sorpassando a destra 472 2810

Impennando 246 2810

Guidando come se stessi

Facendo un gran premio 590 2810

Altro 728 2810

Io e il rischio:

9) Sei sempre cosciente dei rischi che in SI 1361 2810

una situazione possono coinvolgerti? NO 1348 2810

10) Pensi che valga la pena SI 2033 2810

di correre alcuni rischi? NO 632 2810

11) Se un rischio ti si presenta una seconda volta SI 2397 2810

sei in grado di riconoscerlo e di affrontarlo NO 303 2810

nel modo migliore?

La sicurezza nel lavoro:

12) Giudichi il mondo del lavoro un SI 2036 2810

ambiente rischioso? NO 616 2810

13) Esistono ambienti di lavoro senza rischi? SI 332 (*1) 2772(*1)

(*1 VEDI NOTA IN CALCE) NO 917 (*1) 2772 (*1)

14) Quale giudizio dai alla sicurezza Insufficiente 409 2810

sul lavoro in Italia: Sufficiente 1249 2810

Buono 820 2810

Discreto 207 2810

Ottimo 22 2810

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47

Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

La sicurezza a Scuola:

15) Ti senti a rischio nella tua scuola: SI 965 2810

NO 1734 2810

16) Conosci le norme di sicurezza a scuola ? SI 1894 2810

NO 694 2810

17) Ritieni adeguate le norme di sicurezza Moltissimo 63 2810

nell’ambito scolastico che frequenti? Molto 459 2810

Abbastanza 1079 2810

Poco 431 2810

Per niente 180 2810

18) A scuola durante le attività di laboratorio, Moltissimo 135 2810

quanto ti senti sicuro? Molto 718 2810

Abbastanza 1396 2810

Poco 319 2810

Per niente 125 2810

19) Si affronta l’argomento della sicurezza SI 1229 2810

con gli insegnanti? NO 1482 2810

20) Pensi che la scuola ti sta preparando SI 1043 2810

in modo adeguato ad affrontare i rischi che NO 1638 2810

ti si potrebbero presentare nel mondo

del lavoro e nella società?

21) Conosci come è organizzata SI 1577 2810

la sicurezza a scuola? NO 1089 2810

Definizioni di pericolo e rischio:

A) L’uso non corretto di una attrezzatura VERO 2501 2810

è un PERICOLO per il lavoratore FALSO 182 2810

B) Usare un coltello affilato senza guanti VERO 1457 2810

rappresenta un RISCHIO per il taglio delle dita FALSO 1257 2810

C) Guidare il motorino è un RISCHIO VERO 1276 2810

per il conducente FALSO 1426 2810(*1) Per questo quesito sono state date due differenti versioni del questionario.

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DOMANDA N° 1: Per te è importante

a) La sicurezza in casa: 1006 risposte

b) La sicurezza nelle relazioni sociali: 754 risposte

c) La sicurezza nel lavoro: 1237 risposte

d) La sicurezza stradale: 1541 risposte

DOMANDA N° 2: Quanto è importante per te sentirsi al sicuro?

a) Moltissimo: 1139 risposte

b) Molto: 1143 risposte

c) Abbastanza: 333 risposte

d) Poco: 38 risposte

e) Per niente: 20 risposte

DOMANDA N° 3: il rischio si affronta quotidianamente?

SI = 2582 risposte

NO = 175 risposte

NON RIPONDE = 282 risposte

48

Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

TEST: REPORT COMPLESSIVO

Analisi delle risposte al questionarioData di elaborazione: 28.06.2006

NOTA PRELIMINARE = nelle domande a risposta multipla la percentuale totale delle risposte supera il 100 % degli alunni inquanto per alcune domande sono state date più risposte

d) 55%

c) 44%

b) 41%

NO 4%

SI 90%

N.R. 6%

c) 12%

d) 1%

e) 1%

a) 41%

a) 36%

b) 27%

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49

Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

DOMANDA N° 4: Secondo te dove si corrono i rischi maggiori?

a) A scuola: 172 risposte

b) Nello sport: 212 risposte

c) Nel lavoro: 617 risposte

d) In strada: 2166 risposte

e) Altro: 130 risposte

DOMANDA N° 5: Con chi ti è capitato di affrontare l'argomento dei rischi?

a) A scuola: 2108 risposte

b) In famiglia: 1258 risposte

c) Con gli amici: 662 risposte

d) Al lavoro: 179 risposte

DOMANDA N° 6: Quanto è utile secondo te affrontare questo argomento a scuola?

a) Moltissimo: 330 risposte

b) Molto: 983 risposte

c) Abbastanza: 1078 risposte

d) Poco: 225 risposte

e) Per niente: 77 risposte

d) 77%

e) 5% a) 6% b) 8%

c) 22%

d) 6%

a) 75%

b) 45%

c) 24%

d) 8% e) 3% a) 12%

b) 35%c) 38%

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50

Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

DOMANDA N° 7: Quotidianamente in quali di questi rischi ti senti coinvolto?

a) Il rischio alla guida: 1545 risposte

b) Il rischio del fumo: 661 risposte

c) Il rischio nei rapporti sessuali: 510 risposte

d) Il rischio a tavola: 403 risposte

DOMANDA N° 8: Quando vai in motorino ti è capitato di rischiare:

a) Non indossando il casco: 747 risposte

b) Passando al semaforo rosso: 474 risposte

c) Sorpassando a destra: 472 risposte

d) Impennando: 246 risposte

e) Guidando come se stessi facendo

un gran premio: 590 risposte

f) Altro: 728 risposte

DOMANDA N° 9: Sei sempre cosciente dei rischi che in una situazione

possono coinvolgerti?

SI = 1361 risposte

NO = 1348 risposte

NON RISPONDE = 101 risposte

d) 9%

e) 21%

a) 27%f) 26%

b) 17%

c) 17%

d) 14%

a) 55%

b) 24%

c) 18%

NO 48%

N.R. 4%

SI 48%

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51

Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

DOMANDA N° 10: Pensi che valga la pena di correre alcuni rischi?

SI = 2033 risposte

NO = 632 risposte

NON RISONDE = 145 risposte

DOMANDA N° 11: Se un rischio ti si presenta una seconda volta,

sei in grado di riconoscerlo e di affrontarlo nel modo migliore?

SI = 2397 risposte

NO = 303 risposte

NON RISPONDE = 110 risposte

DOMANDA N° 12: Giudichi il mondo del lavoro un ambiente rischioso?

SI = 2036 risposte

NO = 616 risposte

NON RISPONDE = 158 risposte

NO 22%N.R. 5%

SI 72%

NO 11%N.R. 4%

SI 85%

NO 22%N.R. 6%

SI 72%

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

DOMANDA N° 14: Quale giudizio dai alla sicurezza sul lavoro in Italia?

a) Insufficiente: 409 risposte

b) Sufficiente: 1249 risposte

c) Buono: 820 risposte

d) Discreto: 207 risposte

e) Ottimo: 22 risposte

DOMANDA N° 15: Ti senti a rischio nella scuola?

SI = 965 risposte

NO =1734 risposte

N.R. = 111 risposte

DOMANDA N° 16: Conosci le norme di Sicurezza a scuola?

SI = 1894 risposte

NO = 694 risposte

NON RISPONDE = 222 risposte

SI 34%

NO 62%

NO 25%

N.R. 4%

N.R. 8%

SI 67%

d) 7% a) 15%

b) 44%

e) 1%

c) 29%

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

DOMANDA N° 17: Ritieni adeguate le norme di Sicurezza nell'ambito

scolastico che frequenti?

a) Moltissimo: 63 risposte

b) Molto: 459 risposte

c) Abbastanza: 1079 risposte

d) Poco: 431 risposte

e) Per niente: 180 risposte

DOMANDA N° 18: A scuola durante le attività di laboratorio, quando ti senti sicuro?

a) Moltissimo: 135 risposte

b) Molto: 718 risposte

c) Abbastanza: 1396 risposte

d) Poco: 319 risposte

e) Per niente: 125 risposte

DOMANDA N° 19: Si affronta l'argomento della Sicurezza con gli insegnanti?

SI = 1229 risposte

NO = 1482 risposte

NON RISPONDE = 99 risposte SI 44%

NO 53%

N.R. 4%

d) 15%

a) 2%b) 16%

e) 6%

c) 38%

d) 11% a) 5%

b) 26%

e) 4%

c) 50%

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

DOMANDA N° 20: Pensi che la Scuola ti sta preparando in modo adeguato ad affrontare irischi che ti si potrebbero presentare nel mondo del lavoro e nella società?

SI = 1043 risposte

NO = 1638 risposte

NON RISPONDE = 129 risposte

DOMANDA N° 21: Conosci come è organizzata la Sicurezza a Scuola?

SI = 1577 risposte

NO = 1089 risposte

NON RISPONDE = 144 risposte

SI 56%

NO 39%

N.R. 5%

SI 37%

NO 58%

N.R. 5%

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Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo

DEFINIZIONI DI PERICOLO E RISCHIO

A) L'uso non corretto di una attrezzatura è un PERICOLO per il lavoratore

VERO = 2501 risposte

FALSO = 182 risposte

NON RISPONDE = 127 risposte

B) Usare un coltello affilato senza guanti rappresenta un RISCHIO per il taglio delle dita

VERO = 1457 risposte

FALSO = 1257 risposte

NON RISPONDE = 96 risposte

C) Guidare un motorino è un RISCHIO per il conducente

VERO = 1276 risposte

FALSO = 1426 risposte

NON RISPONDE = 108 risposte

N.R. 5%FALSO 6%

VERO 89%

N.R. 3%

FALSO 45% VERO 52%

N.R. 4%

FALSO 51%

VERO 45%

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Direttore Generale: Dr. Silvio RocchiDirettore Sanitario: Dr. Claudio Sileo

Dipartimento di prevenzione MedicaDirettore: Dr. Bruno Pesenti

Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Bergamo

A cura di: Dott. Sergio Piazzolla e Per. Ind. Pierluigi Forchini

SICUREZZA e SALUTE negli ISTITUTI SCOLASTICI

della Provincia di Bergamo

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IL GRUPPO DEGLI AUTORI

Introduzione

La presente pubblicazione è stata realizzata da operatori tecnici e medici del Dipartimento di PrevenzioneMedica dell’ Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Bergamo, appartenenti ai seguenti Servizi:- SPSAL Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro- SISL Servizio Impiantistica e Sicurezza del Lavoro- SISP Servizio Igiene e Sanità Pubblica- SIAN Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione

Il materiale di base per l’elaborazione dei dati sul triennio è costituito dalle relazioni dei sopralluoghi negliistituti scolastici eseguiti dal personale dei servizi SPSAL, SISL e SISP, che ringraziamo sentitamente, assie-me al personale amministrativo che lo ha coadiuvato.Si riportano di seguito gli autori che hanno realizzato la pubblicazione:

Piazzolla dott. Sergio SPSAL - Medico del Lavoro Coordinamento generale; schede sicurezza del lavoro; raccolta, statistica e commento dati;

Forchini p.i. Pierluigi SISP - Tecnico della Prevenzione Schede impianto elettrico; grafici; impaginazione;

Sarnataro p.i. Francesco SPSAL - Tecnico della Prevenzione Schede sicurezza del lavoro;

Trapletti p.i. Giuseppe SISL - Tecnico della Prevenzione Schede impianto elettrico;

Zonca p.i. Renzo SPSAL - Tecnico della Prevenzione Schede sicurezza del lavoro, impiantistica, CPI;

Mele p.i. Sandro SISL - Tecnico della Prevenzione Schede impiantistica, CPI, in collaborazione con: Coordinatore raccolta ed analisi dati;De Musso p.i. FrancescoStrappa p.i. Francesco Tecnici della Prevenzione

Pezzotta Fabio SISP Responsabile Area Tecnica Schede igiene e struttura;In collaborazione con:Poiatti dott. Giambattista Medico IgienistaMolinari p.i. Mirka Tecnici della PrevenzioneMotterlini geom. Marilena

Azzolari p.i. Elio SIAN - Tecnico della Prevenzione Scheda sicurezza alimentare;Coordinatore

Sertori ing. Basilio SISL - Dirigenti Tecnici; Scheda ascensori;Pinto ing. Vito

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DESCRIZIONE DEL PROGETTO

Introduzione

Dalla primavera del 2002 il Dipartimento diPrevenzione Medica dell’ASL di Bergamo staattuando un progetto di monitoraggio e verificasull’applicazione delle normative di sicurezza negliIstituti Scolastici del territorio provinciale. Le verifi-che hanno riguardato gli aspetti di:- Sicurezza del Lavoro, - Igiene degli ambienti scolastici - Sicurezza dell’impianto elettrico- Sicurezza dell’impianto termico.La procedura prevede che per i singoli plessi sco-lastici scelti a caso (sia statali che paritari) venganoeffettuati 2 sopralluoghi da operatori delDipartimento di Prevenzione: il primo per la verifi-ca degli aspetti di Sicurezza del Lavoro e di Igiene,il secondo per la verifica degli impianti termico edelettrico. Ai sopralluoghi presenziano il DirigenteScolastico, il Responsabile del Servizio diPrevenzione e Protezione ed il Rappresentante deiLavoratori per la Sicurezza dell’ Istituto, nonchè irappresentanti dell’ ente proprietario dell’ edificio,accompagnati dai tecnici che si occupano diretta-mente della manutenzione/gestione degli impiantitecnologici. Alla conclusione viene inviata una relazione allascuola ed alla proprietà con le eventuali prescrizio-ni e si formula un giudizio di sintesi rispetto adognuno dei 4 aspetti verificati.Dopo una sperimentazione su circa una ventina discuole nel 2002, nel periodo 2003 – 2005 si sonoattuate 238 ispezioni/sopralluoghi in scuole diogni ordine e grado, sia statali che private, in tuttoil territorio provinciale. Pur avendo evidenziatodiverse carenze specifiche, la valutazione comples-siva sulla sicurezza delle scuole bergamasche èdefinibile “abbastanza soddisfacente”: solamen-te 6 scuole hanno ricevuto un giudizio “grave-mente inadeguate”, ancorché riferito solo ad unodegli aspetti verificati.Comparando la percentuale di giudizi positivi(58%) formulati nel 2003 con quella del 2005(68%) emerge che la situazione degli IstitutiScolastici è in via di miglioramento Relativamente alle verifiche del 2004 si è provve-duto a redigere un dettagliato riepilogo delle

carenze riscontate ed a inviarlo agli Enti interessa-ti (Comune di Bergamo, Provincia di Bergamo,Prefettura, Ufficio Scolastico Regionale). E’ da evidenziare che molte scuole hanno provve-duto in tempi brevi a sistemare le carenze tecnicheed organizzative riscontrate, seguendo le “prescri-zioni” dell’ASL.Più lenta appare invece la sistemazione delle caren-ze strutturali degli edifici, che essendo un compitoin carico al proprietario coinvolge spesso Enti pub-blici, notoriamente gravati da una certa difficoltàoperativa/decisionale legata agli iter amministrativied alla ricerca dei fondi. Anche per questi motivi siè provveduto a convocare ai sopralluoghi i rappre-sentanti dei Comuni o della Provincia proprietaridell’edificio: il loro coinvolgimento diretto ha sen-z’altro facilitato la presa in carico del problema, purcon le criticità di cui sopra. Dal punto di vista operativo si è scelta la strategiadi ispezionare un plesso scolastico per ogni IstitutoComprensivo pubblico, in modo da indicare alDirigente Scolastico un metodo di lavoro sistema-tico che egli è stato invitato ad applicare in segui-to (“effetto domino”) agli altri plessi del suoIstituto.Ciò anche grazie alla guida di 4 semplici check-listpreparate appositamente dai nostri Servizi e diffu-se a tutte le scuole.Diversi fattori hanno contribuito all’opera di sensi-bilizzazione presso i Dirigenti Scolastici: la risonan-za data all’iniziativa attraverso gli organi di stampalocali, la preventiva informazione e coinvolgimentodel Centro Servizi Amministrativi di Bergamo (exProvveditorato agli Studi), lo stimolo dellaPrefettura che sta seguendo con attenzione il pro-getto.La collaborazione tra istituzioni, Enti Pubblici edassociazioni (Provincia, Comuni, Sindacati,Associazioni delle Scuole Paritarie sia religiose chelaiche, ) è sfociata anche in due partecipatiConvegni Provinciali, nel maggio 2004 e nelnovembre 2005 (“La Sicurezza nelle Scuole nellaprovincia di Bergamo”) nei quali si sono resi pub-blici e condivisi i risultati (gli Atti dei Convegnisono disponibili e consultabili sul sito Internet dell’ASL di Bergamo) .

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DESCRIZIONE DEL PROGETTO

Introduzione

COMMENTO SUI RISULTATINel anno 2003 si è raggiunto il 58% di giudizi posi-tivi: non è un dato altissimo, ma comunque èapprezzabile.Nel 2004 si è raggiunto il 68% di giudizi positivi: sitratta di un buon incremento. Probabilmente l'ef-fetto "pubblicizzazione" e informazione sul nostrointervento ha contribuito all’attivazione spontaneadi qualche Dirigente scolastico o (alcuni) Comuni,quelli più recettivi. In particolare possiamo dire chegli adempimenti tecnici-organizzativi (cioè a caricodel Dirigente Scolastico) sono stati quelli più realiz-zati ed hanno contribuito al miglioramento rispettoall'anno precedente, mentre in proporzione piùridotta si sono mossi gli enti proprietari.Nel 2005 si è raggiunto nuovamente il 68% di giu-dizi positivi, segno di una stabilità della situazione.Rispetto al punto zero del 2003, quando il nostrointervento è stata un po' una sorpresa, il dato è daleggere come positivo.Il fatto invece che non ci sia stato un ulterioremiglioramento nel 2005 rispetto al 2004 è in partedovuto a:- lunghi tempi di latenza delle amministrazioni

pubbliche, che se hanno deciso interventi struttu-rali, hanno bisogno di almeno 24 - 30 mesiprima di vederli realizzati e concretizzati definiti-vamente.;

- il fatto che i tecnici ispettori, più o meno incon-sciamente, essendo al terzo anno, hanno richie-sto di trovare a norma qualche adempimento inpiù per dare il voto di sufficiente (cioè nel 2005,forti delle esperienze precedenti, hanno "preteso"qualche cosa in più; un po' come i professori congli studenti andando avanti nelle classi: per rag-giungere la sufficienza si richiede un maggior livel-lo di apprendimento ed impegno).

A nostro parere trovare ancora nel 2005 il 68 % deigiudizi positivo è comunque un dato migliorabile,ma certamente buono.E’ importante segnalare che i Dirigenti Scolastici (edin genere il mondo della scuola) sono in generemolto soddisfatti del nostro intervento (salvo qual-che eccezione): se da una parte viene contestataloro qualche carenza, dall'altra ci hanno spessissimo

ringraziati, anche pubblicamente.I voti che riportiamo riflettono la situazione almomento del nostro sopralluogo, così come la tro-viamo: è importante segnalare che dopo il nostrointervento la situazione migliora, quasi sempre. La vera criticità è il tempo: mentre i Dirigenti Scolasticisono in genere più veloci a sistemare le carenze, iComuni e la Provincia sono più lenti, per i noti pro-blemi economici /amministrativi / burocratici.L'effetto vero di questo progetto si misurerà traqualche anno, facendo i debiti confronti tra gli indi-ci di incidenza e di gravità degli infortuni nelle scuo-le bergamasche accaduti per esempio nel 2006 o2007 rispetto al 2000 o 2001, oppure accaduti inuna singola scuola nell' anno prima dell’interventoASL rispetto agli anni dopo gli interventi (o megliodopo la sistemazione definitiva delle carenze).Da una osservazione / ricerca personale si è notatoche nell' ultimo anno e mezzo non passa settimanache sulla stampa quotidiana locale non sia riportatala notizia del varo di qualche progetto o dell’avve-nuta conclusione dei lavori di ristrutturazione o dinuova costruzione o comunque di sistemazione discuole: negli anni passati non era così. Si ha davve-ro la sensazione che qualcosa cominci a muoversi: itempi fisiologicamente lunghi delle amministrazionicomunali certamente richiedono pazienza.Il programma di lavoro del 2006 porterà alla finedell'anno ad aver ispezionato nel quadriennio lescuole di 190 comuni sui 244, cioè il 78% deicomuni della provincia. Dei restanti 54 comuni, tra l'altro, almeno una deci-na non risulta possedere scuole sul suo territorio:pertanto l' ipotesi è di ispezionare nel 2007 le scuo-le dei circa 45 comuni non ancora raggiunti, al finedi completare il giro e coinvolgere tutti i comunidella provincia di Bergamo, per non fare differenze. Inoltre nel 2006 verrà completata la copertura ditutti gli Istituti Comprensivi e Direzioni Didattichedella provincia: cioè nel quadriennio l’ASL avrà con-tattato ed "istruito" tutte le Dirigenze scolastiche delnostro territorio: da allora in poi ci si potrà aspetta-re un piccolo passo in avanti col famoso "effettodomino" tra i vari plessi dello stesso Istituto ( anchese ciò viene parzialmente annullato dalla mobilità eturnover dei Dirigenti Scolastici).

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DESCRIZIONE DEL PROGETTO

Introduzione

In conclusione:- l’intervento ASL è stato (discretamente) effica-

ce e molto apprezzato. - la situazione continua a essere "abbastanza sod-

disfacente" (68% di giudizi positivi anche nel2005, al primo accesso nelle scuole), ancorchèmigliorabile.

- si è innescato un discreto "movimento" di siste-mazione degli edifici ed impianti, che comportatempi lunghi per i costi economici e le rediniburocratiche.

- c'è un costante incremento dell’ attenzione delmondo scolastico alla sicurezza.

- si è creata una rete di rapporti istituzionali chepermette più facilmente di confrontarsi e colla-borare tra Azienda Sanitaria Locale, CentroServizi Amministrativi, Istituti Scolastici,Associazioni delle Scuole Paritarie, Sindacati.

EPPUR SI MUOVE…

A conferma di quanto sopra, riportiamo una

tabella dalla quale emerge che, esaminando la

stampa quotidiana locale per 3 mesi (da marzo a

maggio 2006) diversi enti proprietari hanno uffi-

cializzato la progettazione o concluso i lavori di

costruzione /ristrutturazione/sistemazione in sicu-

rezza degli edifici scolastici. Si riportano gli inter-

venti ed i progetti così come riportati dalla stam-

pa locale evidenziando che i comuni citati non

sono necessariamente quelli le cui scuole erano

maggiormente carenti. L’elenco non è esaustivo,

ma solamente indicativo dell’interesse e delle

risorse che tutte le parti stanno dedicando all’

aspetto della sicurezza.

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DESCRIZIONE DEL PROGETTO

Introduzione

Elenco interventi:

Comune Scuola InterventoBergamo N° 15 scuole Stanziamento sistemazioneBoltiere Elementare Stanziamento sistemazioneBonate Sopra Elementare Nuova: progettoBonate Sopra Media Progetto SistemazioneCasirate Media Nuova: progettoCasirate Elementare Progetto sistemazioneCenate Sopra Elementare Nuova: progettoCisano Bergamasco Materna Nuova: realizzazioneEntratico Elementare Nuova: consegnaEntratico Materna Stanziamento sistemazioneGandino Medie Stanziamento sistemazioneLallio Elementare Nuova: consegnaLevate Elementare e Media Inizio lavori sistemazioneLurano Materna Stanziamento sistemazioneMapello Materna Nuova: realizzazionePalosco Elementare Stanziamento sistemazionePeia Elementare Palestra nuovaPognano Elementare Stanziamento sistemazioneRovetta Elementare Stanziamento sistemazioneRovetta Materna Stanziamento sistemazioneSedrina Materna Stanziamento sistemazioneSedrina Materna Paritaria Progetto ampliamentoSeriate Elementare Palestra NuovaSotto il Monte Elementare Stanziamento sistemazione

Ente Provincia di BG:comune di Bergamo Superiore Stanziamento sistemazione comune di Romano L. Superiore Stanziamento sistemazione

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I NUMERI DELLA SCUOLA BERGAMASCA

Introduzione

Il numero degli alunni delle scuole bergamasche è un dato in costante crescita, e riflette l’andamentoregionale. L’anno scolastico 2005/2006 conta oltre 2 mila alunni in più rispetto all’anno precedente, dallematerne alle elementari (dati C.S.A. Bergamo e M.I.U.R.)

NUMERO TOTALE DEGLI ALUNNI IN PROVINCIA DI BERGAMO

ANNO SCOLASTICO2004/52005/6

SCUOLE STATALI118.468120.791

SCUOLE PARITARIE34.00034.000

TOTALE152.468154.791

ALUNNI NELLE SCUOLE STATALI

ANNO SCOLASTICO

2004/052005/06

SCUOLA INFANZIA

8.8029.187

SCUOLA PRIMARIA

45.377 46.288

SCUOLASECONDARIA

1° GRADO26.965 27.025

SCUOLASECONDARIA

2° GRADO 37.324 38.291

PERSONALE NELLE SCUOLE STATALI

2005/2006 INSEGNANTI14.000

NON DOCENTI4.500

NUMERO TOTALE DELLE SCUOLE (STATALI E PARITARIE, 2005/06)

SCUOLA INFANZIA

366

SCUOLA PRIMARIA

331

SCUOLASECONDARIA

1° GRADO180

SCUOLASECONDARIA

2° GRADO 112

TOTALE

989

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IL FENOMENO INFORTUNISTICO A SCUOLA IN ITALIA

Introduzione

Quanti sono gli studenti ed i lavoratori della scuola che ogni anno si infortunano in Italia?Presentiamo qui sotto una tabella riepilogativa (fonte: Banca Dati INAIL) dell’entità del fenomeno a livel-lo nazionale:

Per quanto riguarda la provincia di Bergamo, è disponibile il dato disaggregato relativo agli studenti dellescuole statali:

I numeri assoluti riportati in queste tabelle evidenziano che il fenomeno infortunistico ha una certa con-sistenza. Non deve trarre in inganno il numero crescente nel tempo degli infortuni, che è dovuto alcostante aumento annuale degli alunni: è doveroso dare atto al sistema bergamasco degli sforzi continuie dell’attenzione esercitata per riuscire a contenere il numero e la gravità degli infortuni.

ITALIA – INFORTUNI DENUNCIATI ALL’INAIL (Studenti)

SCUOLAPARITARIASTATALETOTALE

20021.87488.68290.556

20031.970

88.58190.551

20042.019

90.57092.589

ITALIA – INFORTUNI E MALATTIE PROFESS. DENUNCIATI ALL’INAIL (Personale)

INFORTUNI

INFORTUNI MORTALI

INFORTUNI IN ITINERE

MALATTIE PROFESSIONALI

20024.944

344126

20035.209

351622

20045.290

351427

BERGAMO – INFORTUNI DENUNCIATI ALL’INAIL (Studenti scuole statali)

20001.514

20011.595

20021.658

20031.551

20041.758

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66

PREFAZIONE

Introduzione

Infatti se si considera il grandissimo numero di alun-ni (e personale) che ogni giorno frequenta gli istitu-ti scolastici, e la loro vivacità, imprudenza, inespe-rienza dovute all’età, risulta evidente la grossa diffi-coltà quotidiana di chi deve gestire, sorvegliare ededucare all’interno delle scuole.

Tuttavia gli sforzi organizzativi, economici, formati-vi, educativi devono essere continuamente rinnova-ti ed alimentati da idee e contributi: questo volu-metto vuole essere un contributo di proposte, pro-cedure, adempimenti ai quali attingere per miglio-rare la sicurezza nelle nostre scuole bergamasche.

IL FENOMENO INFORTUNISTICO A SCUOLA IN ITALIA

Scuola su un piano. L’ingresso di una scuola ad un piano, realizzata negli anni Ottanta del secolo prece-dente, in modo oculato e razionale: la struttura al solo piano terra, unita agli ampi spazi, ha permesso diottimizzare i corridoi, le aule le uscite di sicurezza, che danno sull’ampio giardino senza necessità di scale.Una struttura ottimale dal punto di vista della sicurezza.

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67

I COMPITI DEL PROPRIETARIO E DEL DATORE DI LAVORO

Introduzione

La normativa attribuisce compiti diversi ai duesoggetti responsabili delle condizioni di sicurezza(proprietario e dirigente scolastico).Se ne riporta di seguito una suddivisione indica-tiva:

Compiti del Proprietario (Ente o Privato):• manutenzione ordinaria e straordinaria dell’edi-

ficio;

• adeguamento degli impianti esistenti (elettrico,riscaldamento, idraulico, antincendio…) e loromanutenzione – (vedere le schede specificheper il dettaglio);

• abbattimento barriere architettoniche;

• fornitura dotazioni antincendio ed adeguamen-to della struttura al CPI (Certificato PrevenzioneIncendi);

• adeguamento dei locali al Titolo II del DecretoLgs 626/948 (luoghi di lavoro, uscite di emer-genza, porte, finestre, serramenti, scale, aerazio-ne, altezza, superfici, pavimenti, spogliatoi, ser-vizi igienici, posti di passaggio);

• ottenimento della certificazione di Agibilità, delCollaudo statico, del Certificato PrevenzioneIncendi, dell’Omologazione della CentraleTermica;

• cura delle attrezzature di proprietà.

Compiti del Datore di Lavoro/Dirigente Scolastico◗ valutazione dei Rischi e stesura ed aggiorna-

mento del relativo Documento;

◗ organizzazione del lavoro e delle attività;

◗ sicurezza delle attrezzature ed arredi di proprie-tà della scuola;

◗ sicurezza delle sostanze utilizzate e conservazio-ne delle relative schede di sicurezza;

◗ fornitura e gestione dei Dispositivi di ProtezioneIndividuale (DPI);

◗ fornitura e gestione della Cassetta di ProntoSoccorso;

◗ gestione delle emergenze;

◗ nomina del Responsabile del Servizio diPrevenzione e Protezione (RSPP);

◗ nomina degli addetti al Primo Soccorso e all’Antincendio;

◗ nomina del Medico Competente, se valutatoessere necessario dalle norme;

◗ informazione e Formazione dei lavoratori;

◗consultazione del Rappresentante dei Lavoratoriper la Sicurezza (RLS);

◗ effettuazione di almeno 1 riunione periodica diprevenzione all’ anno;

◗ effettuazione delle prove di evacuazione.

Compiti del Datore/Dirigente

all’inizio di ogni anno scolastico

❚ programmare ed effettuare l’Informazione eFormazione del personale neoassunto;

❚ verifica ed acquisizione degli attestati di forma-zione già in possesso dei neoassunti ed even-tuale immissione di questi ultimi nelle squadredi Primo Soccorso ed Antincendio;

❚ programmazione dei turni di presenza degliaddetti al Primo Soccorso e all’ Antincendio;

❚ effettuazione della prima prova di evacuazione;

❚ programmazione, sentito il RLS, della formazio-ne da effettuare ai lavoratori;

❚ effettuazione della riunione periodica di preven-zione;

❚ aggiornamento del Documento di Valutazionedei Rischi;

❚ aggiornamento del Piano di Emergenza edEvacuazione;

❚ rinnovare gli incarichi agli addetti ai controlliperiodici interni ( per es. delle uscite di emer-genza, del contenuto delle cassette di ProntoSoccorso…);

❚ richiedere ai fornitori delle sostanze chimicheschede di sicurezza aggiornate;

❚ revisione e richiesta di integrazione della segna-letica di sicurezza;

❚ revisione critica del registro infortuni dell’annoprecedente, e relativi provvedimenti.

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L’attività di vigilanza negli istituti scolastici è statasvolta dal personale del Dipartimento diPrevenzione Medica dell’ ASL di Bergamo appar-tenente ai seguenti servizi:• Servizio Impiantistica e Sicurezza sul Lavoro

(SISL);• Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti

di Lavoro (SPSAL);• Servizio Igiene e Sanità Pubblica (SISP);

coordinati dal Direttore del Dipartimento dott.Bruno Pesenti e dal Responsabile del NucleoOperativo dott. Raffaele Paganoni.

Il report si compone di 14 tabelle, integrate dagrafici, che evidenziano le situazioni più significa-tive.

La realizzazione è a cura del dott Sergio Piazzolla(Servizio P.S.A.L.) e del p. i. Mele Sandro(Servizio S.I.S.L).

Le scuole verificate nel triennio sono state: 82 (2003); 78 (2004); 78 (2005);. per un totale di 238.

Seguono i risultati d’attività suddivisi in sezioni.

SEZIONE CERTIFICAZIONI / DOCUMENTAZIONI 1- 2CARENZE EMERSE Anno Anno Anno Totali

2003 2004 2005MANCANZA CERTIFICATO DI AGIBILITÀ 17 46 41 104MANCANZA COLLAUDO STATICO / 17 22 39INCOMPLETA VALUTAZIONE DI ADEMPIMENTI DI VERIFICA DI IMPIANTO DI MESSA A TERRA 4 19 26 49MANCANZA DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO 626/1994 1 3 0 4INCOMPLETEZZA DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO (626/1994) 10 28 22 60

68

ATTIVITÀ DI VIGILANZA IN ISTITUTI SCOLASTICI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Report del triennio

Scuola moderna primi anni 2000.Modernissimo edificio di una scuola mediadall’aspetto piacevole ed avveniristico.Tuttavia anch’esso presenta alcune criticità:la scala a chiocciola racchiusa nell’elegantecilindro vetrato - ovviamente di tipo antisfon-damento – non è l’ideale per la sicurezza poi-ché presenta maggiore rischio d’inciampo ecaduta.

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ATTIVITÀ DI VIGILANZA IN ISTITUTI SCOLASTICI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Report del triennio

1

2

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SEZIONE EMERGENZA - ANTINCENDIO - 3A - 3BCARENZE EMERSE Anno Anno Anno Totali

2003 2004 2005MANCA IL CERTIFICATO PREVENZIONE INCENDI (CON RICHIESTA AI VVFF GIÀ IN CORSO) 59 56 57 172STOCCAGGIO INFIAMMABILI IN POSIZIONE PERICOLOSA 1 1 0 2DOTAZIONE ANTINCENDIO CARENTE 2 3 2 7MANCANZA/CARENZA ADDETTI ANTINCENDIO 9 11 6 26VIE DI FUGA MANCANTI/OSTRUITE/CHIUSE/INADEG. 9 17 17 43MANCANZA SCALA DI EMERGENZA 1 1 2 4MANCANZA ALLARME SONORO 1 5 5 11INADEGUATEZZA ALLARME SONORO --- --- 13 13MANCANZA ALIMENTAZIONE DI EMERGENZA PER L’ ALLARME SONORO 26 20 20 66MANCANZA/INADEGUATEZZA LUCI DI EMERGENZA 11 13 11 35INADEGUATEZZA PULSANTE DI EMERGENZA PER L’INTERRUZIONE ELETTRICITÀ 8 4 5 17MANCANZA/CARENZA DEL PIANO DI EVACUAZIONE 7 22 16 45NON ESEGUITE PROVE DI EVACUAZIONE 5 13 7 25INADEGUATA SEGNALETICA PER L’ EMERGENZA 10 29 22 61

70

ATTIVITÀ DI VIGILANZA IN ISTITUTI SCOLASTICI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Report del triennio

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71

ATTIVITÀ DI VIGILANZA IN ISTITUTI SCOLASTICI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Report del triennio

3A

3B

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ATTIVITÀ DI VIGILANZA IN ISTITUTI SCOLASTICI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Report del triennio

4

SEZIONE IMPIANTI TERMICI - 4CARENZE EMERSE Anno Anno Anno Totali

2003 2004 2005ASSENZA DI OMOLOGAZIONE ISPESL 67 55 45 167CENTRALE TERMICA IN CONDIZIONI INADEGUATE 1 2 2 5IMPIANTO NON RISPONDENTE AL PROGETTO 5 8 5 18

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73

ATTIVITÀ DI VIGILANZA IN ISTITUTI SCOLASTICI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Report del triennio

5

SEZIONE IMPIANTI ELETTRICI - 5CARENZE EMERSE Anno Anno Anno Totali

2003 2004 2005ANOMALIE IMPIANTO ELETTRICO GENERALE 8 7 16 31INADEGUATO IMPIANTO IN LABORATORIO/TEATRO 0 3 2 5MANCATA VALUTAZIONE RISCHIO FULMINAZIONE __ 24 15 39INCOMPLETA VALUTAZIONE DI ADEMPIMENTI PER IMPIANTI DI MESSA A TERRA 4 19 26 49

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ATTIVITÀ DI VIGILANZA IN ISTITUTI SCOLASTICI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Report del triennio

6

SEZIONE SERVIZI IGIENICI - 6CARENZE EMERSE Anno Anno Anno Totali

2003 2004 2005NECESSITÀ DI RISTRUTTURAZIONE/SISTEMAZIONE 8 7 3 18NECESSITÀ DI TINTEGGIATURA 4 7 6 17MANCANZA ACQUA CALDA 3 2 1 6MANCANZA AERAZIONE 3 4 1 8INSUFFICIENZA NUMERO 4 5 5 14ASSENZA CARTA + SAPONE + SALVIETTINE DI CARTA 6 3 6 15ASSENZA SERVIZI PER DISABILI 5 2 7 14

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75

ATTIVITÀ DI VIGILANZA IN ISTITUTI SCOLASTICI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Report del triennio

AULE E LOCALI - 7ACARENZE EMERSE Anno Anno Anno Totali

2003 2004 2005SERRAMENTI: CON RILEVANTI NECESSITÀ DI RIPARAZIONE 4 3 6 13SERRAMENTI CON APERTURA PERICOLOSA/ASSENTE --- 10 13 23INADEGUATEZZA SCALE PER DIMENSIONI / STRUTTURA 8 1 2 11INADEGUATEZZA PARAPETTI / RINGHIERE / CORRIMANO 15 21 16 52ARREDI CON ELEMENTI SPORGENTI NON PROTETTI 18 23 30 71NECESSITÀ DI TINTEGGIATURA 15 14 14 43MANCANZA DI VETRI ANTISFONDAMENTO (O PELLICOLA) QUANDO NECESSARI 19 33 34 86LAVABO REFETTORIO SENZA COMANDO NON MANUALE 1 2 0 3INADEGUATEZZA SCHERMATURA FINESTRE 7 4 4 15LOCALE DIDATTICO CARENTE DI ALTEZZA/ AERAZIONE /ILLUMINAZ. NATURALE ( = NON IDONEO) 9 5 6 20MANCANZA PRESA D’ARIA ESTERNA IN CUCINA 2 1 1 4PRESENZA BARRIERE ARCHITETTONICHE 3 7 7 17PRESENZA DI LOCALI CON MICROCLIMA SFAVOREVOLE 0 1 2 3LABORATORIO CHIMICO DA ADEGUARE 1 1 0 2PAVIMENTO SCONNESSO O PERICOLOSO --- 1 4 5

DOTAZIONI ED ARREDI - 7BCARENZE EMERSE Anno Anno Anno Totali

2003 2004 2005GIARDINO CON GIOCHI O STRUTTURE PERICOLOSE 1 6 5 12APPENDIABITI PERICOLOSI 1 9 9 19SCAFFALI NON FISSATI ALLE PARETI 2 2 1 5MOQUETTE DA RIMUOVERE 1 1 0 2POSTAZIONE DEL VIDEOTERMINALE INADEGUATA 0 2 3 5RECINZIONE ESTERNA INADEGUATA/PERICOLOSA 2 1 6 9CARENZE ARMADIETTI/SPOGLIATOI DEL PERSONALE 0 3 0 3ARREDI VETUSTI/USURATI/PERICOLOSI 3 6 3 12AGGIORNARE CONTENUTO CASSETTA P.S. --- --- 2 2SCALE SENZA STRISCE ANTISDRUCCIOLO 4 4 8 16LETTINI NON ERGONOMICI 0 0 2 2MACCHINARI DI LABORATORIO O ARMADI CHIMICI SENZA ASPIRAZIONE O CHIUSURA 4 0 2 6

SEZIONE AMBIENTI DIDATTICI E DI SERVIZIO:

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ATTIVITÀ DI VIGILANZA IN ISTITUTI SCOLASTICI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Report del triennio

7A

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ATTIVITÀ DI VIGILANZA IN ISTITUTI SCOLASTICI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Report del triennio

7B

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ATTIVITÀ DI VIGILANZA IN ISTITUTI SCOLASTICI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Report del triennio

8

SEZIONE PALESTRA - 8CARENZE EMERSE Anno Anno Anno Totali

2003 2004 2005MANCATA PROTEZIONE MECCANICA, DA URTI, DI PRESE A SPINA 5 4 3 12INADEGUATA VENTILAZIONE O RISCALDAMENTO 3 1 1 5VETRATE PERICOLOSE DA SOSTITUIRE 2 3 2 7MANCANZA PROTEZIONE SPIGOLI ARREDI/GRADINATE 3 4 2 9MANCANZA DI ALLARME ACUSTICO PER EMERGENZE 0 3 5 8VIE DI FUGA INADEGUATE 2 2 3 7RIVERBERO ECCESSIVO DEL RUMORE 1 2 1 4ATTREZZATURE PERICOLOSE O DA FISSARE 0 1 6 7LAMPADE SENZA PROTEZIONE MECCANICA 3 8 10 21INFILTRAZIONI DI UMIDITÀ 4 3 7 14FINESTRE SPOGLIATOI/PALEST. NON APRIBILI DAL BASSO 1 4 2 7POSIZIONARE ESTINTORE 0 0 1 1INADEGUATA DOTAZIONE SPOGLIATOI E/O BAGNI 0 1 2 3

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ATTIVITÀ DI VIGILANZA IN ISTITUTI SCOLASTICI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Report del triennio

9

SEZIONE ORGANIZZAZIONE - 9CARENZE EMERSE Anno Anno Anno Totali

2003 2004 2005NOMINARE IL RESPONSABILE SERVIZIODI PREVENZIONE E PROTEZIONE 0 2 0 2NOMINARE IL MEDICO COMPETENTE 4 0 0 4AULE SOVRAFFOLLATE 2 1 3 6CARENZA DI IGIENE E PULIZIA 8 4 0 12COMPLETARE LA FORMAZIONE DEGLI ADDETTI AL PRONTO SOCCORSO, ANTINCENDIO, EMERGENZA 18 17 12 47MANCANZA DEL PIANO DI MANUTENZIONE PROGRAMMATA tutte molte molteESEGUIRE MISURAZIONI O INTERVENTI PER PRESENZA DI GAS RADON 1 6 8 15EFFETTUARE LA RIUNIONE PERIODICA 1 0 1 2ANOMALIE REGOLAZIONE TEMPERATURE 2 0 2 4FAR OSSERVARE IL DIVIETO DI FUMO 1 0 0 1

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ATTIVITÀ DI VIGILANZA IN ISTITUTI SCOLASTICI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Report del triennio

10

SUDDIVISIONE SCUOLE VERIFICATE - 10ORDINE E GRADO DELLE SCUOLE Anno Anno Anno Totali

2003 2004 2005MATERNE 17 13 19 49ELEMENTARI 17 21 24 62MEDIE 22 21 16 59SUPERIORI 20 13 8 41CENTRI FORMAZIONE PROFESSIONALE 2 2 1 5ISTITUTI MISTI (esempio: elementari + medie) 4 8 10 22PUBBLICHE 65 58 61 184PARITARIE 17 20 17 54TOTALI 82 78 78 238

RIEPILOGO GENERALE DELL’ATTIVITA’:

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ATTIVITÀ DI VIGILANZA IN ISTITUTI SCOLASTICI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Report del triennio

11

“STATO DI SALUTE” GENERALE DELLE SCUOLE INDAGATE - 11GIUDIZI AREE INDAGATE

IGIENE IMPIANTO IMPIANTO SICUREZZA

STRUTTURA ELETTRICO TERMICO LAVORO

GRAVEMENTE INADEGUATO 3 1 0 2PARZIALMENTE ADEGUATO 59 73 145 47SUFFICIENTE 113 129 50 119SODDISFACENTE 60 21 11 66

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ATTIVITÀ DI VIGILANZA IN ISTITUTI SCOLASTICI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Report del triennio

12

RIEPILOGO DEI GIUDIZI - 12GIUDIZI N° %GRAVEMENTE INADEGUATO 6 0,66 %PARZIALMENTE INADEGUATO 324 36,1 %SUFFICIENTE 411 45,7 %SODDISFACENTE 158 17,6 %TOTALI 899 100 %

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ATTIVITÀ DI VIGILANZA IN ISTITUTI SCOLASTICI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Report del triennio

13

COMPLESSIVO DEI GIUDIZI POSITIVI – NEGATIVI - 13GIUDIZI Anno Anno Anno Totali

2003 2004 2005NEGATIVI 42 % 32 % 32 % 36,7%

(330)POSITIVI 58 % 68 % 68 % 63,3 %

(569)

RIEPILOGO PERCENTUALE DEI GIUDIZI POSITIVI PER ANNO (4 AREE)

ANNI AREE INDAGATE

IGIENE IMPIANTO IMPIANTO SICUREZZA STRUTTURA ELETTRICO TERMICO LAVORO

Anno 2003 69,6 % 69 % 23,3 % 66,6 %

Anno 2004 80 % 70,2 % 34,3 % 84,6 %

Anno 2005 74,3 % 65,3 % 44,2 % 86 %

Globale Triennio 73,6 % 68 % 34 % 79 %

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ATTIVITÀ DI VIGILANZA IN ISTITUTI SCOLASTICI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Report del triennio

CONFRONTO SULLE PERCENTUALI DI ALCUNE CARENZE - 14

DocumentoValutazione deiRischi carente

Nomina/Formazione

Addetti P.S. eantincendio car.

Prove di evacuazione da

eseguire

Pulizia edIgiene carenti

Piano di emergenza

carente

Segnaleticainsufficiente

Parapetti e corrimano da adeguare

Carenze nell’impianto

elettrico generale

Scale: strisceantisdrucciolo

assenti

60

47

25

12

45

61

52

31

16

6(12,3 %)

4 (8,1%)

11(22,5%)

0

10 (20,4%)

9(18,4%)

2(4,1%)

6(12,3%)

2 (4,1%)

18(39,2%)

12(26%)

6(13%)

8(17,4%)

9(19,6%)

8(17,4%)

10 (21,7%)

8 (17,4%)

4 (8,7%)

36(25,2%)

31 (21,7%)

8 (5,6%)

4 (2,8%)

26 (18,2%)

44 (30,8%)

40(28%)

17 (11,9%)

10 (7%)

Le carenze del Documento di Valutazione (di competenza

del Datore diLavoro/Dirigente Scolastico)hanno più elevata frequenza

nelle Scuole SuperioriDi competenza del Datore

di Lavoro/DirigenteScolastico; ha più elevata

frequenza nelle Scuole Superiori

Le prove di evacuazione sono di competenza del

Datore di Lavoro/DirigenteScolastico; questa carenza hapiù elevata frequenza nelle

Scuole MaterneLe carenze nell’igiene e pulizia(competenza del Datore diLavoro/Dirigente Scolastico)hanno più elevata frequenza

nelle Scuole SuperioriLe carenze nel Piano di

Emergenza (competenza del Datore di

Lavoro/Dirigente Scolastico)sono equamente presenti nei

vari ordini di scuoleLa segnaletica (competenza

della Proprietà) è carente conpiù alta frequenza nelle

Elementari/MedieLe carenze nei parapetti

(altezza e conformazione), di competenza della

Proprietà, hanno più alta frequenza

nelle scuoleElementari/Medie

Le carenze nell’impiantoelettrico generale

(competenza della Proprietà)hanno più alta frequenza nelle Scuole Superiori

Le carenze antisdrucciolodelle scale (competenza della Proprietà) hanno più alta frequenza nelle

Superiori

CARENZEN°

SCUOLE CONLA CARENZA

MATERNE ELEMENTARI eMEDIE

SUPERIORINOTE sul

confronto tra ordinidi scuole

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ATTIVITÀ DI VIGILANZA IN ISTITUTI SCOLASTICI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Report del triennio

14

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COMMENTO ALLE CARENZE EMERSE

Report del triennio

INCOMPLETEZZA DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIOIl Documento, obbligatorio - previsto dall’artico-lo 4 del decreto 626/1994 -, è la vera chiave dilettura, programmazione e verifica della sicurezzanella scuola.Esso è risultato assente in 4 scuole (comunque innessuna nel 2005), pochissime quindi numerica-mente: segno che la conoscenza della sua obbli-gatorietà è molto diffusa.Tuttavia in ben 60 scuole il Documento è statogiudicato incompleto. L’incompletezza consisteva:- nell’aver dimenticato o trascurato alcune attivi-

tà o situazioni didattiche nelle quali sono pre-senti teorici rischi per la salute e la sicurezza;

- nella mancanza della descrizione dei provvedi-menti tecnici, organizzativi e procedurali intra-presi per limitare quanto più possibile i rischiriscontrati;

- nella mancanza di un programma degli inter-venti di prevenzione da attuare nel tempo;

- nel mancato aggiornamento del Documentorispetto alla reale situazione della struttura edelle attività scolastiche che sono evolute ecambiate dalla data della prima stesura;

- nella mancata consultazione del Rappresentantedei Lavoratori per la Sicurezza;

- nella mancata indicazione del programma diinformazione e formazione dei lavoratori.

CARENZA DEGLI ADDETTI ALL’ ANTINCENDIO/EMERGENZA ED AL PRIMO SOCCORSOLa carenza di un adeguato numero di addettiall’antincendio,emergenza ed evacuazione e diaddetti al Primo Soccorso riguardava 47 scuole: sitratta di un numero che nei prossimi anni si ridur-rà ancora, in quanto il Centro ServiziAmministrativi di Bergamo (ex Provveditorato) inquesti anni ha provveduto ad organizzare e gesti-re numerosi corsi di formazione specifici per que-ste figure, formando centinaia di addetti. Oltre alla adeguata consistenza numerica delgruppo degli addetti, un fattore critico è la gestio-

ne della presenza di questo personale nei variplessi dell’ Istituto Comprensivo e la copertura ditutto l’orario di funzionamento giornaliero dellascuola.Non deve capitare che al mattino siano presentiin servizio 3 o 4 addetti formati all’antincendio edaltrettanti per il Primo Soccorso, ed al pomeriggionessuno! E neanche che, a seguito dei vari trasfe-rimenti interni, in un plesso siano presenti alcuniaddetti ed in un altro plesso non ce ne siano più.

VIE DI FUGAMANCANTI/OSTRUITE/CHIUSE/INADEGUATELe uscite di emergenza ed i percorsi di fuga sonorisultati inadeguati in 43 scuole. In pochi casi sitrattava di realizzare ex novo qualche uscita diemergenza per locali capienti o per ali di edificioche ne erano sprovviste, oppure di adeguare ledimensioni di qualche uscita già esistente.La maggior parte delle carenze è consistita nellainadeguata possibilità di usufruire delle uscite epercorsi di fuga perché le porte erano chiuse achiave o comunque non immediatamente apribi-li, i passaggi erano ingombri di arredamenti cheostruivano l’esodo o sboccavano in luoghi nondel tutto sicuri e quindi inadatti a contenere uncongruo numero di persone in situazione di emer-genza.Si tratta quindi di un problema gestionale - orga-nizzativo più che strutturale.E’ pertanto necessario che all’interno della scuolaqualcuno del personale sia formalmente incarica-to di verificare periodicamente l’agibilità delleuscite di emergenza e di vigilare sul loro manteni-mento in condizioni ottime. Basta un rapido girodi ispezione visiva tutti i giorni e, laddove sianopresenti, l’immediata rimozione degli eventualiostacoli.

DOTAZIONI ELETTRICHE DI EMERGENZA:ALLARME EVACUAZIONE/ILLUMINAZIONE/INTERRUZIONE ENERGIA ELETTRICA ESEGNALETICAIl sistema di allarme sonoro per l’emergenza èrisultato assente in 11 scuole; in molte di più (79)tuttavia tale sistema è risultato inadeguato:

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COMMENTO ALLE CARENZE EMERSE

Report del triennio

- perché privo di dispositivo di alimentazione disicurezza o per malfunzionamento dello stesso(per cui in caso di mancanza della corrente elet-trica non era possibile attivarlo!);

- perché inadeguato al tipo di scuola (dove adesempio per elevato affollamento deve essereprevisto obbligatoriamente un sistema di alto-parlanti);

- perché non chiaramente udibile in tutta la strut-tura scolastica (comprese le palestre);

In 61 casi era inadeguata la segnaletica per l’e-mergenza (cartelli inadeguati per numero o man-canti: occorre ricontrollare ogni anno la loro pre-senza, visibilità e congruenza nella posizione).L’illuminazione di emergenza in 35 casi era ina-deguata: in alcune situazioni tutto l’edificio scola-stico ne era privo, in altre scuole solo qualche cor-ridoio o ala. Molti i casi di apparecchi non funzionanti peresaurimento batterie; spesso il livello di illumina-mento fornito dall’impianto di sicurezza è inferio-re ai limiti previsti.Il comando di emergenza per l’interruzione del-l’alimentazione elettrica generale era inadeguatoin 17 casi: non funzionante o del tutto inesisten-te, privo di spia di integrità del circuito, colloca-to in luogo inadeguato, non metteva fuori servi-zio l’intero impianto (cioè agiva su un interrutto-re che non era il generale) con conseguenterischio per chi interviene in emergenza (in parti-colare i Vigili del Fuoco);Sia i comandi dell’impianto di allarme che quellidi interruzione dell’energia elettrica in molti casinon sono correttamente indicati (privi di cartelloo targhetta che ne indichino la funzione ).Della sistemazione di questi aspetti strutturali ètitolare il proprietario dell’edificio: naturalmentechi “vive” nella scuola deve farsi carico di segna-larli e sollecitarli.La tenuta di registri dei controlli periodici: vasottolineato come questi dispositivi di emergenzae sicurezza una volta installati non vengano ade-guatamente e periodicamente provati (mancatatenuta registro da parte di molte scuole ) per cuimanifestano malfunzionamenti mai rilevati.

IMPIANTO ELETTRICO GENERALE- 49 casi di mancata effettuazione della verifica

periodica obbligatoria dell’impianto di terra(imputabile in parte alla non conoscenza dellanuova normativa in vigore dal 2002);

- molte carenze nella documentazione tecnica(progetti, schemi elettrici, ecc.) a volte incom-pleti o irreperibili;

- 39 casi di mancata valutazione del rischio dovu-to ai fulmini: questa prescrizione è da leggersi inrelazione a quanto previsto dal DM 18.12.75che prescrive la protezione contro i fulmini ditutti gli edifici scolastici; le attuali norme tecni-che del CEI consentono infatti di valutare ilrischio legato alla probabilità di fulminazione(diretta ed indiretta) di un edificio e quindi lanecessità e le caratteristiche di un eventualeimpianto di protezione;

- generalmente però (salvo casi particolari), nonserve alcun impianto di protezione esterno (siparla in questo caso di struttura autoprotetta).Diverso il discorso delle sovratensioni da fulmi-nazione indiretta per cui si rimanda alla schedeillustrative.

- 36 anomalie all’impianto elettrico generale tracui le più ricorrenti sono: modalità di installazio-ne inadeguata (condutture provvisorie, manca-ta separazione dei circuiti a tensione diversa,componenti collocati in pannelli di legno,ecc…); uso eccessivo di adattatori, prese multi-ple, prolunghe; quadri accessibili non chiusi achiave e con indicazioni inadeguate; stato diconservazione e manutenzione carente; man-canza di collegamenti equipotenziali.

Laboratori ed altri ambienti particolari : attrezza-ture elettriche non conformi, mancata valutazio-ne del rischio di esplosione per presenza di gas(cucine, centrali termiche, laboratori) .Le carenze citate in questo paragrafo (salvo pochicasi eclatanti) hanno però una valenza minorerispetto alle carenze sulle dotazioni di emergenza.

PIANO DI EMERGENZAIl piano di emergenza ed evacuazione è risultatocarente ( in alcuni casi pressoché assente) in 45

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COMMENTO ALLE CARENZE EMERSE

Report del triennio

scuole. Naturalmente il Piano è un documentoben dettagliato e preciso, del quale le piantineappese ai muri della scuola con le indicazionidelle vie di fuga sono solo una piccola parte. IlPiano deve essere dettagliato, aggiornato, con-testualizzato: deve dire “chi fa e che cosa” connomi e cognomi, i rispettivi sostituti, i modi perreperirli e chiamarli, le gerarchie interne di aller-tamento e gestione dell’emergenza. E soprattut-to va conosciuto da parte di tutto il personaledell’Istituto.Relativamente poche scuole (25) non avevanoeseguito le prove di evacuazione: queste provesono indispensabili, anche se non obbligatorie pertutte le situazioni, per fare acquisire e sperimen-tare agli scolari e studenti la minima conoscenzadei principi basilari del comportamento in emer-genza.A volte il piano è incoerente o non prevede il cor-retto utilizzo dei dispositivi elettrici di emergenzaeffettivamente installati.Nei casi in cui le palestre non fanno parte dell’e-dificio scolastico, a volte nel piano non è previstala procedura di evacuazione di questo locale e ilcoordinamento con il resto della scuola.L’implementazione del piano e l’ effettuazionedelle prove di evacuazione sono a carico delDirigente Scolastico.

SERVIZI IGIENICIIn 18 casi si è rilevata la necessità di ristrutturaredal punto di vista edilizio ed impiantistico i servi-zi, ed in 8 casi la necessità di implementare un’a-deguata ventilazione. L’acqua calda deve esseredisponibile almeno in qualcuno dei servizi a dis-posizione: questi sono adempimenti del proprie-tario dell’edificio.In 15 casi è stata riscontrata assenza della dota-zione di carta igienica, sapone ed asciugamani dicarta: questa dotazione minima è indispensabileper l’igiene e la tutela della salute del singolo edella collettività che vive in quella scuola. E’necessario far gestire/presidiare da qualcuno delpersonale anche questo aspetto che sembrerebbescontato.

AULE, LOCALI E DOTAZIONIDiscretamente numerose sono state le situazioni nellequali i serramenti erano rischiosi perché rotti, i para-petti e le ringhiere troppo bassi o facilmente arram-picabili, e gli arredi presentavano spigoli sporgentinon protetti che costituivano un concreto pericolo diinfortunio per gli studenti. In particolare in 71 scuole si è rilevata la presenza dispigoli ( di arredi, caloriferi, attaccapanni, mensole..)sporgenti a livello della testa del bambino. Per 86scuole si evidenziava la mancanza di vetri antisfonda-mento o quanto meno forniti di pellicola adesiva disicurezza. Naturalmente non si tratta di rendere anti-sfondamento tutti i vetri dell’edificio (con spese rile-vanti e dubbia utilità concreta) ma di valutare, in basealla disposizione dei vetri ed alla tipologia di transitodegli studenti, quali sono gli specifici vetri a rischioelevato di urto da rendere antisfondamento.In 16 scuole i gradini delle scale non presentavano lestrisce antisdrucciolo: dotarli di questo dispositivo èun provvedimento tanto efficace quanto economico,ed evita sicuramente l’accadere di banali scivolamen-ti che possono causare lesioni anche rilevanti. La presenza di arredi usurati pericolosi ( banchi, sedie,lavagne…), pur essendo non numericamente rile-vante ( 12 scuole), è da evitarsi in un contesto comela scuola in cui gli utenti, a causa dell’età non sonoancora consapevoli del rischio presente anche neglioggetti od operazioni più comuni.Anche l’esterno dell’edificio è da tenere sotto osser-vazione e controllo: in 12 scuole, generalmentematerne o elementari, il giardino esterno presentavaattrezzature di gioco ( scivoli, altalene…) o strutture (scale per locali sotterranei, recinzione, vegetazio-ne…) pericolose per l’incolumità degli scolari.

PALESTRASi tratta del luogo nel quale avviene il maggior nume-ro di infortuni nelle scuole, e non potrebbe esserealtrimenti vista la natura dell’attività che vi si svolge.Nel complesso la situazione delle palestre ispezionateappare soddisfacente: la numerosità delle carenzeriscontrate è piuttosto bassa.Tra le anomalie si segnala la mancata protezione dilampade (21 scuole) e prese elettriche (12 scuole),

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COMMENTO ALLE CARENZE EMERSE

Report del triennio

da eventuali urti con palloni o attrezzi, la presenzadi vetrate pericolose per la loro stessa posizione cri-tica in 7 palestre. In 9 casi c’era la presenza di spi-goli non protetti, che durante il gioco ed il movi-mento moltiplicherebbero l’eventuale danno daimpatto.Ha destato un po’ sorpresa il rilievo di 8 palestrenelle quali non era installato o comunque udibilel’allarme acustico di emergenza (in alcuni casi per-ché la palestra è collocata in una struttura indipen-dente utilizzata non solo dalla scuola): è chiaro cheil segnale d’allarme, per essere strumento efficace esicuro, deve invece essere avvertibile in ogni loca-le della scuola, (comprese le palestre, i laboratori, leaule musicali), considerato il “rumore di fondo” pre-sente nelle normali condizioni di esercizio.

ADEMPIMENTI ORGANIZZATIVI PREVISTI DAL DECRETO 626Solamente 2 scuole non avevano provveduto allanomina del Responsabile del Servizio di Prevenzionee Protezione (RSPP), una figura obbligatoria previstadel Decreto legislativo 626/1994. E’ importantericordare che la funzione del RSPP deve essere sem-pre ricoperta da qualcuno: in caso di dimissioni otrasferimento del RSPP è necessario provvederesubito alla nomina di un’altra persona (può essereanche lo stesso Dirigente Scolastico/ Datore diLavoro qualora abbia partecipato al corso di forma-zione di 16 ore previsto dalla normativa).Analogamente solo 4 scuole non avevano provve-duto a nominare il Medico Competente, pur rien-trando nei casi per i quali scatta l’obbligo previstodalla normativa ( la nomina del MedicoCompetente infatti non è obbligatoria per tutti,come invece lo è quella del RSPP).Solamente 2 scuole non avevano effettuato laRiunione Annuale Periodica di Prevenzione, che èobbligatoria per le scuole con più di 15 dipendenti.A questa riunione devono partecipare il Datore diLavoro, il RSPP, il Rappresentante dei Lavoratori perla Sicurezza (RLS) ed il Medico Competente qualo-ra sia stato nominato.Nel complesso gli adempimenti organizzativi previ-sti dal Decreto Legislativo 626/1994 appaionoottemperati in maniera diffusa.

CONFRONTO, PER ORDINE DI SCUOLE, SU ALCUNE CARENZE Per valutare se ci sia una significativa diversitàdella frequenza di alcune carenze rispetto all’or-dine e grado di scuola, abbiamo provveduto avalutarne 9 tipologie di carenze tra le più diffuse,mettendole in relazione al tipo di scuola (vederetabella 14).L’analisi ha riguardato 5 carenze negli adempi-menti a carico del datore di Lavoro e 4 carenzenegli adempimenti a carico della Proprietà dellastruttura. Le scuole sono state suddivise in trecategorie: Materne, Elementari + Medie,Superiori.L’unica carenza equamente diffusa nelle tre tipolo-gie di scuole riguarda i Piani diEmergenza/Evacuazione (presente circa nel 20 %di ogni ordine di scuola).Ben 5 tipologie di carenze (3 delle quali relativead adempimenti del datore di lavoro e 2 adadempimenti della proprietà) risultano con la fre-quenza più elevata nelle scuole Superiori, e preci-samente: incompletezza del Documento diValutazione dei Rischi, nomina e formazione degliaddetti al Primo Soccorso e all’ antincendio, ina-deguata pulizia ed igiene, carenze nell’impiantoelettrico generale, assenza di strisce antisdruccio-lo sui gradini delle scale.Per altre 2 tipologie di carenze invece la frequen-za più elevata era nelle scuole elementari + medie:si tratta dell’inadeguata segnaletica di sicurezza edell’inadeguatezza dei parapetti e corrimano(entrambe di competenza della proprietà), pre-senti in circa il 30 % delle scuole di questo grado.Per 1 sola tipologia di carenze, cioè la mancanza oinadeguatezza dello svolgimento delle prove dievacuazione (adempimento del datore di lavoro),la frequenza più elevata si riscontrava nelle scuolematerne.In riferimento a questa statistica, è interessante rile-vare i 2 estremi: relativamente a questi 9 tipi dicarenze, l’inadeguatezza del Documento diValutazione dei Rischi ha la percentuale “interna”più elevata (39,2 % delle scuole Superiori), mentrel’inadeguata pulizia ha la percentuale “interna”più bassa (cioè “zero”, nelle scuole materne).

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LA VALUTAZIONE DEI RISCHI

Sicurezza del lavoro

In ogni azienda, e quindi anche in ogni singolo ples-so scolastico, il datore di lavoro, ovvero il dirigentescolastico o i funzionari delegati, devono provvederea valutare tutti i rischi per la sicurezza e la salute deilavoratori (tra cui rientrano, a tutti gli effetti, anche glistudenti). Conosciuti e valutati i rischi, sarà quindipossibile evitarli, adottando le necessarie misure disicurezza.

INFORMAZIONI GENERALILa valutazione dei rischi è il “cuore” di tutto il sistemadi prevenzione e di sicurezza attuato dal DecretoLegislativo 626 del 1994: per poter proteggersi dadeterminati rischi, infatti, occorre prima di tutto sape-re che essi esistono, e in quale misura.Ecco quindi che il datore di lavoro è tenuto a esegui-re un’accurata valutazione di tutti i rischi presentinella sua azienda, ovvero nella sua scuola: una valu-tazione il più dettagliata e puntuale possibile, repartoper reparto, mansione per mansione, macchina permacchina, locale per locale. Cercando di “immagina-re” e prevedere non solo i rischi più evidenti, maanche quelli “potenziali”, e quelli derivanti da com-portamenti “non corretti ma ragionevolmente possi-bili”. Una buona valutazione dovrebbe quindi potergarantire una sicurezza “a prova di errore umano”.Si tratta di prendere in considerazione tutti i rischi: fisi-ci, chimici, biologici, organizzativi, in riferimento siaalla sicurezza (prevenzione degli infortuni) che all’igie-ne ( prevenzione di malattie e disturbi di salute).Come si può intuire, si tratta di un impegno gravosoe non semplice, che il datore di lavoro deve assolve-re non da solo, ma con la fattiva collaborazione dialtre figure professionali: Responsabile del Servizio diPrevenzione Protezione, Rappresentante deiLavoratori per la Sicurezza, il Medico Competente seprevisto, i Preposti e gli stessi lavoratori.Sulla base dei risultati della valutazione dei rischi,dovrà essere redatto il “Documento di valutazionedei rischi”, che dovrà “fotografare” la realtà dell’a-zienda, ovvero della scuola: attività svolte, rischi pre-senti, dispositivi di protezione e misure di sicurezzaattuate, eventuali criticità e carenze di sicurezza rile-vate, programma temporale degli eventuali interven-ti di miglioramento e di messa in sicurezza previsti.

Naturalmente, il “Documento di valutazione deirischi” deve essere un documento “vivo”, nel sensoche deve essere aggiornato ogniqualvolta la “realtà”della scuola viene a mutare: aumento del numerodelle classi, variazione del numero del personale ausi-liario, ampliamenti o modifiche edilizie o impiantisti-che, aggiornamenti normativi, nuove apparecchiatu-re installate nei laboratori e molto altro ancora.

ELEMENTI CRITICITroppo spesso, il “Documento di valutazione deirischi” appare generico, superficiale, con una serie diconsiderazioni e valutazioni certamente di buonsenso, ma quanto mai generali, scarsamente rispon-denti all’effettiva realtà della scuola. Di fatto, moltevolte, il “Documento di valutazione dei rischi” non ècontestualizzato e potrebbe tranquillamente essereutilizzato per qualsiasi scuola: grande o piccola, a unpiano o a più piani, con o senza laboratori.Un’altra criticità riguarda l’aggiornamento. In lineagenerale, non esiste una periodicità rigida per la revi-sione di un “Documento di valutazione dei rischi”.Esso dovrebbe essere revisionato in occasione dimutamenti della realtà della scuola, e quindi dei suoirischi, come già evidenziato. In assenza di tali varia-zioni, si può consigliare comunque una verifica alme-no biennale.

INDICAZIONIIn ogni scuola dovrebbe già esistere un “Documentodi valutazione dei rischi”: sarà quindi necessario veri-ficare il suo grado di aggiornamento e la sua effettivarispondenza alla realtà specifica del plesso scolastico. Questa “verifica” del “Documento” dovrebbe esserecompiuta congiuntamente dalle varie figure profes-sionali operanti nella scuola: Responsabile del Serviziodi Prevenzione Protezione, Rappresentanti deiLavoratori per la Sicurezza, il Medico Competente seprevisto, i Preposti e gli stessi lavoratori.Sulla base di questa verifica (adeguatamente docu-mentata in apposito verbale di riunione) potrebbeessere sufficiente una semplice revisione del“Documento”, o viceversa, potrebbe rendersi neces-sario, come non di rado si è verificato nel corso deisopralluoghi ASL, un totale rifacimento. In questo

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• notizie generali della scuola

• organigramma relativo alla sicurezza

• criteri adottati per la valutazione

• documentazione obbligatoria: verifica degliadempimenti di legge

• analisi del fenomeno infortunistico

• identificazione dei luoghi di lavoro

• ricostruzione del ciclo lavorativo, layout dellascuola e mansioni svolte dagli operatori

• identificazione dei pericoli e rischi presenti

• programma di prevenzione e protezione (crono

- programma)

• programma di mantenimento nel tempo dei

livelli di sicurezza

• dispositivi di protezione individuale (DPI)

• programma di informazione e formazione

• squadre di emergenza ed antincendio - piano

di emergenza

• organizzazione e gestione del primo soccorso

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LA VALUTAZIONE DEI RISCHI

Sicurezza del lavoro

secondo caso, qualora all’interno della scuola non esi-stano le risorse umane necessarie, potrebbe esserenecessario rivolgersi a società esterne, le quali dovran-no naturalmente operare in stretto contatto con ladirigenza scolastica e con le altre figure professionaligià presenti nella scuola.Con una raccomandazione: non prendere “a scatolachiusa” il “Documento” presentato dalla societàesterna, ma esaminarlo criticamente e non esitare a

chiedere modifiche o integrazioni. Ricordando che labontà di un “Documento di valutazione dei rischi” è,spesso, inversamente proporzionale al numero dipagine: diffidare, quindi, di documenti di centinaia dipagine, difficili da leggere, dove sono inutilmenteelencati tutti i rischi possibili e immaginabili di questomondo, dimenticando magari di evidenziare corret-tamente i pochi rischi “reali” presenti nella specificascuola.

Normativa di riferimento• Decreto Legislativo 19 settembre 1994 n. 626, art. 4

ISPESL: “Profili di rischio” nel comparto edifici scolastici - (su www.ispesl.it/profilidi rischio/)

SCHEMA INDICATIVO PER LA REDAZIONE DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO:

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LA VALUTAZIONE DEI RISCHI

Sicurezza del lavoro

Lista di controllo per l’identificazione dei rischi(indicativa)

RISCHI PER LA SICUREZZA DEI LAVORATORIAree di transito ( cortili, giardino, atrio, corri-

doi…)Spazi di studio e lavoro ( Aule, palestre, laborato-

ri, biblioteche, uffici, aula magna…)Spazi di servizio ( Servizi igienici, spogliatoi, refet-

torio, depositi…)

Macchine - Attrezzi manuali - ScaleUso manuale ed Immagazzinamento di oggettiImpianti elettrici Apparecchi a pressioneReti / apparecchi distribuzione .gasApparecchi di sollevamentoMezzi di trasportoRischi incendio - esplosioneRischi chimici

RISCHI PER LA SALUTE

Esposizione ad agenti chimiciEsposizione agenti cancerogeniEsposizione ad agenti biologiciAerazione naturale dei localiClimatizzazione locali di lavoroEsposizione a rumoreEsposizione a vibrazioniMicroclima termicoEsposizione a radiazioni ionizzantiEsposizione a radiazioni non ionizzantiIlluminazioneCarico di lavoro fisicoCarico di lavoro mentaleLavoro a Videoterminale

ASPETTI ORGANIZZATIVI GESTIONALI

Organizzazione del lavoroCompiti,funzioni,responsabilitàAnalisi,pianificazione,controlloFormazioneInformazionePartecipazioneNorme - procedure di lavoroManutenzione e collaudiD. P. I. ( Dispositivi di Protezione Individuale)Emergenza, pronto soccorsoSorveglianza sanitaria (Medico Competente)

Atrio d’ingresso e porta a vetri; l’ingresso diuna scuola elementare con un’ampia porta avetri: una soluzione tipica che presenta tutta-via una criticità: il possibile urto con la vetratain caso di transito in corsa – specie nell’emer-genza. Onde evitare ciò è bene applicare sullevetrate le apposite pellicole adesive di sicurez-za o dotare le porte di vetri antisfondamento.

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IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

Sicurezza del lavoro

Il Datore di Lavoro/Dirigente Scolastico ha l’obbli-go di designare un Responsabile del Servizio diPrevenzione e Protezione ( RSPP) che si occupi disupportarlo per quanto riguarda la gestione dellaprevenzione. I compiti del RSPP sono previsti dalDecreto Legislativo 626/1994.

INFORMAZIONI GENERALICompiti del RSPP:- Individuare e valutare i fattori di rischio;- Individuare ed elaborare le misure di prevenzio-

ne e di sicurezza;- Informare i lavoratori sui rischi per la loro salute,

sulle misure di prevenzione intraprese, sui com-portamenti da tenere in caso di emergenza,sulla organizzazione della sicurezza;

- Partecipare alla riunione periodica di prevenzione;- Proporre i programmi di informazione e forma-

zione dei lavoratori.Il Responsabile del SPP può essere supportato daaltre persone che collaborano con lui per identifi-care i rischi e per predisporre le adeguate misure.La decisione circa la composizione del Servizio diPrevenzione e Protezione è sempre del DirigenteScolastico.

ELEMENTI CRITICILa nomina del RSPP risulta avvenuta, ad oggi, incirca il 98 % degli Istituti Scolastici. Deve avveni-re previa consultazione del Rappresentante deiLavoratori per la Sicurezza, ed essere formalizzatacon una comunicazione ufficiale agli Organi diVigilanza competenti per territorio (ASL eDirezione Provinciale del Lavoro).Il Dirigente scolastico, per la nomina del RSPP,può attingere a competenze interne alla propriascuola ( personale provvisto di idonea capacitàattestata da titoli professionali o dalla partecipa-zione agli appositi corsi di formazione) oppurerivolgersi a consulenti esterni. Può anche decide-re di svolgere direttamente, in prima persona, lefunzioni di RSPP, previo specifico corso di forma-zione della durata di almeno 16 ore.Quando per dimissioni o trasferimento il RSPP

cessa il suo incarico presso un determinato istitu-to scolastico, il Dirigente deve provvedere imme-diatamente a nominare un altro RSPP e darnecomunicazione ai lavoratori ed agli Organi di vigi-lanza.

INDICAZIONI

Il RSPP è il “braccio destro” del Dirigente perquanto riguarda la gestione della prevenzionenella scuola. E’ colui che tiene le fila, si occupa epre-occupa di tenere sotto costante osservazionela sicurezza, si interfaccia con il personale, ilRappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza(RLS), il Medico Competente, gli addetti ai com-piti antincendio e primo soccorso, gli organi divigilanza.

Il RSPP è pertanto una persona di fiducia delDirigente, che agisce in sintonia con le indicazio-ni che quest’ultimo dà per concretizzare gliadempimenti e l’organizzazione della prevenzio-ne. La responsabilità finale di decidere e provve-dere è sempre comunque del Datore di lavoro.

E’ importante che il nominativo ed il recapito tele-fonico o di ricevimento del RSPP sia adeguata-mente pubblicizzato tra i lavoratori, perché pos-sano rivolgersi a lui per segnalazioni, richieste,interventi, informazioni, in alternativa alDirigente Scolastico.

Una buona organizzazione della prevenzione,anche se non è obbligatorio, dovrebbe prevede-re che in ogni plesso scolastico ci sia un lavorato-re che sia il referente del RSPP ed a lui riferiscacirca le problematiche specifiche del plesso.

Il 15/2/2006 è entrato in vigore il Decreto chefissa i nuovi requisiti e capacità professionali degliRSPP: il termine per l’attivazione dei nuovi per-corsi formativi per RSPP è di un anno.

Nel frattempo vale la disciplina transitoria dell’art. 3 Decreto 195/2003.

Normativa di riferimento per RSPP:

• Decreto Legislativo 626/1994, art. 8 -11;

• Decreto Legislativo 195/2003.

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IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

Sicurezza del lavoro

Scala di sicurezza esterna in acciaio. La scala è stata realizzata a servizio di un edificio scolastico degli anni’60 che era privo di adeguate vie di fuga ed uscite di emergenza. Un intervento semplice, per garantire un per-corso di evacuazione non troppo lungo. Notare il vano ascensore realizzato all’esterno dell’edificio.

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IL MEDICO COMPETENTE

Sicurezza del lavoro

Il Datore di Lavoro / Dirigente Scolastico nominaun Medico Competente che si occupi dellaSorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti airischi elencati dalla normativa ( cioè effettui levisite mediche ai dipendenti con una periodicitàprestabilita ed esprima per ciascuno un giudizio diidoneità lavorativa).Il compito del Medico Competente è di verificarelo stato di salute dei lavoratori in relazione ai rischipresenti sul lavoro.

INFORMAZIONI GENERALIIl Medico Competente è scelto e nominato conatto formale dal Datore di Lavoro nelle realtà lavo-rative che espongono gli addetti a taluni rischi perla salute. Nel mondo scolastico possono esserepresenti alcuni rischi per la salute dei lavoratori,che ogni Dirigente deve valutare per decidere seè necessario nominare il Medico Competente cheeffettui la Sorveglianza Sanitaria. Esempi di rischisono:- L’utilizzo di videoterminali ( per il quale scatta

l’obbligo di Sorveglianza sanitaria dei lavoratoriche superano le 20 ore settimanali di utilizzoindividuale);

- L’esposizione ad agenti chimici utilizzati in labo-ratori, o per la manutenzione/pulizia ( per i qualiscatta l’obbligo di sorveglianza sanitaria deilavoratori che sono esposti ad un rischio con-creto e continuo, comunque al di sopra di unlivello accettabile definito come “moderato”);

- L’esposizione a rumore elevato, come in alcunilaboratori ( l’obbligo di Sorveglianza sanitariascatta per i lavoratori che sono esposti ad unlivello espositivo giornaliero medio di almeno85 Decibel);

- L’esposizione ad agenti biologici come batteri,virus e funghi presenti nei liquidi biologici di pro-venienza animale o umana ( la Sorveglianza sani-taria potrebbe essere richiesta per il personale cheha contatto con liquidi biologici, come chi èaddetto ad aiutare i bambini più piccoli nell’igie-ne personale o negli assistenti di disabili);

I compiti del Medico, oltre alle visite medicheperiodiche ed agli eventuali esami integrativi,

contemplano anche almeno 2 sopralluoghi all’an-no presso la struttura, la presenza alla riunioneperiodica annuale di prevenzione, la collaborazio-ne alla informazione e formazione dei lavoratori,la valutazione dei rischi per la salute, la tenutadella documentazione sanitaria personale, lacomunicazione dei risultati anonimi collettivi dellasorveglianza sanitaria, la collaborazione alla predi-sposizione del servizio di pronto soccorso.Il Medico Competente conclude ogni visita medi-ca con il giudizio di idoneità lavorativa specificaalla mansione relativo al dipendente. Copia delgiudizio viene consegnata al Datore di Lavoro edal lavoratore.

ELEMENTI CRITICILa nomina del Medico Competente risulta adoggi avvenuta in circa il 10 % degli IstitutiScolastici. E’ verosimile che sia effettivamentequesta la percentuale di scuole che ha l’obbligo dilegge di nominare il Medico Competente edeffettuare la Sorveglianza sanitaria: la maggiorparte delle scuole non sembra tenuta a questoobbligo.La decisione è comunque in carico al DirigenteScolastico, in base alle risultanze della Valutazionedei Rischi. Qualora il Dirigente lo ritenga puòchiedere ad un Medico Competente una consu-lenza libero professionale una tantum per valuta-re se nell’Istituto Scolastico scatta l’obbligo dieffettuare la sorveglianza sanitaria: se la risposta ènegativa, non serve procedere, altrimenti occor-rerà procedere alla nomina del MedicoCompetente ( lo stesso che ha collaborato oppu-re un altro sanitario).Il Medico Competente deve essere in possesso diuna specifica specializzazione ( Medicina delLavoro, Tossicologia, Igiene, Medicina Legale) oaltre affini. Date l’elevata richiesta sul mercato,potrebbe pertanto risultare difficoltoso il reperi-mento della disponibilità di un sanitario liberoprofessionista con le corrette caratteristiche.Le cartelle personali sanitarie sono custodite dalmedico in un archivio chiuso a chiave ed a lui soloaccessibile, con l’assoluta salvaguardia del segretoprofessionale.

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IL MEDICO COMPETENTE

Sicurezza del lavoro

Avverso il giudizio di idoneità lavorativa espressodal Medico Competente è possibile presentarericorso all’ Organo di Vigilanza ( ASL, ServizioPrevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro)entro 30 giorni dalla data della sua comunicazio-ne all’interessato.L’ ASL provvederà a convocare il lavoratore e riva-lutarne l’idoneità lavorativa specifica emettendoun giudizio conclusivo definitivo.

IndicazioniQualora necessiti la nomina del MedicoCompetente, è possibile ottenere l’elenco deisanitari abilitati a tale incarico rivolgendosi all’Ordine dei Medici provinciale. Le spese dell’attivi-

tà del Medico sono a carico dell’ IstitutoScolastico, che può anche associarsi ad altri istitu-ti per concordare le prestazioni di uno stessomedico ad una tariffa più conveniente.

E’ importante richiedere al Medico Competentedi formalizzare una breve relazione scritta annua-le circa i risultati collettivi anonimi dellaSorveglianza Sanitaria, così come di formalizzaredi volta in volta in un breve verbale l’espletamen-to e le risultanze dei sopralluoghi previsti.

Normativa di riferimento

• Medico Competente: articolo 17 del DecretoLegislativo 626/1994

Esempio di scuola ubicata in località aperta, con buon soleggiamento e bassa densità di traffico.

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GLI ADDETTI AL PRONTO SOCCORSO

Sicurezza del lavoro

In ogni azienda il Datore di Lavoro designa uno opiù lavoratori incaricati degli interventi di primosoccorso. Tale personale deve essere specificata-mente formato, cioè frequentare un corso di for-mazione in materia di primo soccorso (delladurata di almeno 12 ore) prima di essere addettoa tale compito.

INFORMAZIONI GENERALI

Gli addetti al Primo Soccorso sono scelti e nomi-nati dal Datore di Lavoro previa consultazione conil Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza. Ilnumero degli addetti deve essere tale da garanti-re la copertura/presenza in servizio di almeno 1 diquesti per ogni momento della settimana in cuila scuola funziona.

Il loro compito è di intervenire in occasione dimalesseri o infortuni a qualunque frequentatoredella scuola, interrompendo le mansioni ordinarieche stavano svolgendo ed assicurando una primaassistenza di soccorso all’infortunato in attesa,dell’arrivo dei soccorritori del Servizio sanitarioNazionale (Ambulanza del 118).

Ad essi è richiesto pertanto di intervenire sull’in-fortunato solo con semplici provvedimenti emanovre appresi al corso di formazione (nonessendo personale sanitario non possono sommi-nistrare farmaci…), evitare interventi di altre per-sone non esperte, gestire la comunicazione coni soccorritori in arrivo se il caso lo richiede, coor-dinare le iniziative da intraprendere nel tempo diattesa.

L’elenco degli addetti al primo soccorso e lemodalità per la loro chiamata ed attivazionedevono essere conosciuti da tutto il personale edesposti nei luoghi di riferimento o presidiati(segreteria, infermeria, postazione ATA).

In ogni luogo di lavoro, e quindi in ogni scuola,va tenuta una cassetta di Pronto soccorso inluogo facilmente accessibile ed individuato conapposita segnaletica. Il contenuto della Cassettaè indicato dalla normativa vigente (vederesotto).

ELEMENTI CRITICIIn ogni plesso/edificio scolastico deve essere garan-tita in ogni momento di funzionamento la presen-za di almeno 1 addetto al primo soccorso: il loronumero quindi deve essere sufficiente a coprire l’ar-co della giornata ( per esempio un addetto coprela mattinata ed un altro il pomeriggio), tenendoanche conto che in caso di assenza dal lavoro di unaddetto, deve essere prevista la sua sostituzionecon altro addetto. Perciò è necessario che sia for-mato e quindi nominato un numero congruo dipersone.La documentazione che certifica l’avvenuta fre-quentazione dell’apposito corso ( Attestato) deveessere conservata in copia agli atti dalla segreteriadella scuola. L’Attestato è comunque personale, e“segue” la persona nel caso di trasferimento adaltra sede.Ai sensi del Decreto Ministeriale 388/2003 è pre-visto l’obbligo ogni tre anni di ripetere la forma-zione agli addetti, almeno relativamente alla partepratica del corso (circa 4 ore ).

INDICAZIONIAd ogni inizio di anno scolastico è utile verificare seil gruppo degli addetti al pronto soccorso è inva-riato, o se ci sono stati trasferimenti che richiedonola sua integrazione.Analogamente è bene verificare se tra il personale(sia insegnante che non insegnante) di nuova asse-gnazione presso la scuola ci sia qualcuno che è giàin possesso dell’attestato di formazione per addet-to al primo soccorso. In caso affermativo tale lavo-ratore sarà da inserire nel gruppo degli addetti.Il Dirigente deve provvedere in prima persona odelegando un collaboratore a verificare periodica-mente che nei turni di orario/servizio del personalesia assicurata la presenza a rotazione degli addettial primo soccorso in modo da coprire tutto l’orariodi funzionamento giornaliero e settimanale dellascuola.Qualcuno degli addetti al primo Soccorso deveessere incaricato di tenere adeguatamente fornitala Cassetta di Pronto Soccorso, il cui contenuto èprevisto dal Decreto 388 del 2003.

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GLI ADDETTI AL PRONTO SOCCORSO

Sicurezza del lavoro

Normativa di riferimento• Pronto Soccorso: articolo 15 del Decreto

Legislativo 626/1994• Formazione degli Addetti al Pronto Soccorso e

contenuto della Cassetta: • Decreto Ministeriale 388 del 15 luglio 2003.

CONTENUTO MINIMO DELLA CASSETTA DI PRIMO SOCCORSO(Allegato n° 1 DM 388/03)

❖ GUANTI STERILI MONOUSO (5 paia)

❖ VISIERA PARASCHIZZI

❖ FLACONE DI SOLUZIONE CUTANEA DI IODOPOVIDONE AL 10% DI IODIO 1 Litro

❖ FLACONE DI SOLUZIONE FISIOLOGICA (SODIO CLORURO –0,9% DA 500 ml (3)

❖ COMPRESSE DI GARZA STERILE 10X10 IN BUSTE SINGOLE (10)

❖ COMPRESSE DI GARZA STERILE 18X40 IN BUSTE SINGOLE (2)

❖ TELI STERILI MONOUSO (2)

❖ PINZETTE DA MEDICAZIONE STERILI MONOUSO (2)

❖ CONFEZIONE DI RETE ELASTICA DI MISURA MEDIA (1)

❖ CONFEZIONE DI COTONE IDROFILO (1)

❖ CONFEZIONI DI CEROTTI DI VARIE MISURE PRONTI ALL’USO (2)

❖ ROTOLI DI CEROTTO ALTO cm.2,5 (2)

❖ UN PAIO DI FORBICI

❖ LACCI EMOSTATICI (3)

❖ GHIACCIO PRONTO USO (due confezioni)

❖ SACCHETTI MONOUSO PER LA RACCOLTA DI RIFIUTI SANITARI (2)

❖ TERMOMETRO

❖ APPARECCHIO PER LA MISURAZIONE DELLA PRESSIONE ARTERIOSA

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IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI, PER LA SICUREZZA

Sicurezza del lavoro

Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza– d’ora in avanti RLS – è una persona eletta odesignata per rappresentare i lavoratori perquanto riguarda gli aspetti della salute e dellasicurezza durante il lavoro.Il numero minimo di RLS varia in base al numerodei dipendenti.Il RLS deve essere specificatamente formato - cioèfrequentare un corso di formazione della duratadi almeno 32 ore - per svolgere nel migliore deimodi il compito affidatogli.

INFORMAZIONI GENERALIIl/gli RLS è/sono eletti direttamente dai lavorato-ri al proprio interno, secondo modalità di elezio-ne definite dalla Contrattazione CollettivaNazionale di Lavoro (CCNL).Tra i compiti attribuiti al RLS - dettagliatamenteelencati nell’art. 19 del D.Lgs 626/1994 – siricordano solo i principali quali:• Accedere ai luoghi di lavoro• Essere consultato preventivamente e tempesti-

vamente sulla Valutazione dei Rischi e sull’indi-viduazione, programmazione, realizzazione everifica della prevenzione nella Scuola e/o negliAmbienti di Lavoro

• Essere consultato sulla designazione degliaddetti al Servizio di Prevenzione (SPP) , all’at-tività di Prevenzione Incendi, al ProntoSoccorso, all’evacuazione dei lavoratori

• Essere consultato sull’organizzazione dellaFormazione

• Ricevere le Informazioni e la Documentazioneinerente la Valutazione dei Rischi

• Ricevere le informazioni provenienti dai servizidi vigilanza

• Promuovere l’elaborazione, l’individuazione el’attuazione delle misure di prevenzione miratea tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori

• Formulare osservazioni durante le visite e leverifiche attuate dalle autorità competenti

• Partecipare alla Riunione Periodica • Avvertire il Responsabile (Dirigente Scolastico)

dei rischi individuati durante la sua attività• Fare ricorso alle autorità competenti qualora

ritenga che le misure di prevenzione e prote-zione dai rischi ed i mezzi impiegati per attuar-le non siano idonei a garantire la sicurezza

Per lo svolgimento del proprio ruolo deve riceve-re una “adeguata” formazione della durata mini-ma di 32 ore e rispondente ai contenuti detta-gliatamente elencati nell’art. 2 del Decreto 16gennaio 1997.

ELEMENTI CRITICISebbene previsto dalla normativa , il RLS deveessere promosso ed eletto dai lavoratori: pertan-to solo l’interesse e l’azione di questi ultimi pos-sono attivare la presenza di questa figura rappre-sentativa.In mancanza del RLS , gli altri attori della preven-zione (Datore di Lavoro-Dirigente Scolastico ;RSPP ; Medico competente) devono comunquesvolgere i ruoli ed i compiti loro assegnati dallanormativa , cercando di sensibilizzare e stimolarela partecipazione dei lavoratori anche attraversol’elezione delle rappresentanze a loro attribuite .Il RLS deve avere tempo a disposizione per svol-gere efficacemente le proprie azioni di osserva-zione, studio, promozione, stimolo e soprattuttodi comunicazione - relazione fra le varie figurecoinvolte nella gestione della sicurezza : i lavora-tori che rappresenta, il RSPP, il DirigenteScolastico, il Medico competente, gli Organi/Entidi assistenza, vigilanza e controllo.E’ pertanto opportuno prevedere - all’internodell’orario di lavoro e nel rispetto degli accordisindacali che regolamentano la materia - tempi ,spazi e modalità nei quali il RLS possa prepararsie aggiornarsi per svolgere al meglio le azionisopra descritte.

INDICAZIONIE’ utile sviluppare un’osserva - azione costante -anche aldilà delle scadenze previste dalla norma-tiva: quali ad esempio la Riunione Periodicaannuale di cui all’art. 11 del D.Lgs 626/1994 –

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IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI, PER LA SICUREZZA

Sicurezza del lavoro

sullo stato della sicurezza partendo da eventi sen-tinella (infortuni, incidenti, incidenti mancati) oda altre attività calendarizzate (esercitazioni dievacuazione; visite periodiche degli Organi/Enti diassistenza, vigilanza e controllo).

La sensibilizzazione ed il coinvolgimento dellealtre figure della prevenzione in questa osserva -azione focalizzata ed allargata – nello stessotempo – rappresenta oltre che lo spirito della nor-mativa anche uno dei punti di forza per la valoriz-zazione lo sviluppo delle attività in capo al RLS.

Normativa di riferimento per R.L.S.:

• D.Lgs 626/1994: art. 2, lettera “f“ -Definizione; art. 18 – 19 - Elezione ed attribu-ti; art. 22 , comma 4 -Formazione del RLS;

• Decreto 16 gennaio 1997, art. 2 - Formazionedel RLS;

• Circolare 16.06.2000 , n. 40 del Ministero delLavoro e della Previdenza Sociale;

• Circolare 03.10.2000 , n. 68 del Ministero delLavoro e della Previdenza Sociale.

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IL REGISTO DEGLI INFORTUNI

Sicurezza del lavoro

In ogni Scuola / Plesso Scolastico deve esseretenuto un Registro nel quale siano annotati cro-nologicamente tutti gli infortuni occorsi a lavora-tori dipendenti, utenti ed allievi della Scuola.

INFORMAZIONI GENERALIIl Registro Infortuni – istituito dal 1955 con leprima normativa italiana riguardante la preven-zione degli infortuni sul lavoro (DPR 547/1955) esuccessivamente “aggiornato” anche con la piùrecente normativa comunitaria (D.Lgs 626/1994)- ha lo scopo di registrare – per successivamenteanalizzare e monitorare nel tempo - l’andamentodegli infortuni sul lavoro A tale scopo è prevista la compilazione di un“modello” di Registro Infortuni – modello stabili-to dal Ministero del Lavoro e della PrevidenzaSociale – nel quale sono annotati cronologica-mente tutti gli infortuni sul lavoro che comporta-no un’assenza dal lavoro di almeno 1 giorno (ècomunque consigliabile la registrazione anchedegli infortuni che non comportano giorni diassenza dal lavoro – per esempio : la puntura diago potenzialmente infetto o il contatto consostanze infette, situazioni che possono verificarsianche in ambiente scolastico – ma che possonocomportare una successiva insorgenza di Malattiacorrelata al lavoro).Prima dell’utilizzo, il Registro Infortuni deve esse-re vidimato dall’ ASL territorialmente competente[presso le sedi degli Uffici S.P.S.A.L. (ServizioPrevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro)riportate nel sito dell’ASL www.asl.bergamo.it conil riferimento di ogni Comune che afferisce a quel-la sede] che , “constatata la conformità del regi-stro al modello stabilito, lo contrassegna in ognisua pagina, dichiarando nell’ultima pagina ilnumero dei fogli che lo compongono e la data delrilascio”.Il Registro Infortuni deve essere compilato in ognisua parte (“senza alcuno spazio in bianco”) coninchiostro indelebile ed eventuali rettifiche o cor-rezioni devono essere eseguite in modo che iltesto sostituito sia tuttavia leggibile.

Nel Registro vanno riportati gli infortuni acca-duti a:• Lavoratori (docenti , personale amministrativo,

personale non docente, ..) ;• Allievi degli istituti di istruzione ed universitari e

i partecipanti a corsi di formazione professiona-le nei quali si faccia uso di laboratori, macchine,apparecchi ed attrezzature di lavoro in genere,agenti chimici, fisici, biologici;

• Utenti dei servizi di orientamento o di formazio-ne scolastica, universitaria e professionale avvia-ti presso datori di lavoro per agevolare o perperfezionare le loro scelte professionali, secondoquanto previsto dalla definizione di lavoratore dicui all’art. 2 del DLgs 626/1994.

Il Registro deve essere conservato almeno perquattro anni dall’ultima registrazione.

ELEMENTI CRITICILa compilazione del Registro Infortuni – comun-que obbligatoria per ogni sua parte, secondoquanto già sopra citato - deve curare in partico-lare :❑ il luogo di accadimento [Sede scolastica,

soprattutto nel caso di un Registro Unico perpiù Sedi dello stesso Plesso ; Ambiente specifi-co (Palestra - Aula – Corridoio – Spazi esterni dipertinenza della Scuola , etc.) ]

❑ i giorni definitivi di assenza

❑ l’inserimento delle percentuali di invalidità per-manente, eventualmente riconosciutedall’INAIL a seguito dell’infortunio.

Quanto sopra per migliorare la qualità delle ela-borazioni ricavabili dall’analisi del Registro e , con-seguentemente, individuare priorità di intervento(per esempio: maggiore Frequenza o Gravitàdegli infortuni accaduti in quell’Ambiente definitoe/o secondo le Modalità più ricorrenti) sulle qualiindirizzare prioritariamente le attività di “migliora-mento nel tempo dei livelli di sicurezza”.

INDICAZIONINel caso di più Sedi scolastiche situate in differen-ti Edifici ma comunque afferenti allo stesso Plesso

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IL REGISTO DEGLI INFORTUNI

Sicurezza del lavoro

è da valutare l’opportunità (sulla base principal-mente del “Numero degli Infortuni” e del“Numero dei Lavoratori, Alunni” presenti nel sin-golo edificio) di tenere un solo Registro Infortuniche permetta di unificare e verificare l’andamentoinfortunistico globale - ed , indirettamente, l’effi-cacia delle azioni preventive messe in campodalla Direzione - ma nel contempo di estrapolareeventuali situazioni specifiche meritevoli di priori-tà di intervento.E’ comunque consigliabile la registrazione anchedegli infortuni che non comportano giorni diassenza dal lavoro per i motivi già elencati nelparagrafo “Informazioni generali”.E’ utile verificare periodicamente (cadenza mensi-le) la corretta compilazione del Registro Infortuni,individuando una persona dedicata a questocompito ed ai rapporti con gli Enti di assistenza econtrollo (CSA, INAIL, ASL, Assicurazioni) sul temaspecifico.

• Normativa di riferimento per il RegistroInfortuni:

• D.Lgs. 626/1994: Art. 4 , lettera “o”

Art. 2

Art. 29

• D.P.R. 547/1955 Art. 403

• Decreto Ministeriale 12 settembre 1958“Istituzione del Registro degli Infortuni”

• Circolare 03.02.1959 , n. 537 del Ministero delLavoro e della Previdenza Sociale

• Decreto 05 dicembre 1996 “Modificazioni alregistro degli infortuni ….”

• Circolare 05.03.1997, n. 28 del Ministero delLavoro e della Previdenza Sociale

• Circolare 30.05.1997, n. 73 del Ministero delLavoro e della Previdenza Sociale

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LA GESTIONE DELL’EMERGENZA

Sicurezza del lavoro

PIANO EMERGENZA ed EVACUAZIONE In ogni Scuola/Plesso Scolastico il Datore diLavoro-Dirigente Scolastico deve occuparsi dellaGestione delle Emergenze (incendi, calamitànaturali , ecc…) attuando:❑ la Valutazione dei Rischi con uno specifico rife-

rimento al rischio Incendio (vedi Schede suDVR e CPI);

❑ la pianificazione delle procedure da attuare incaso di incendio che devono essere formalizza-te in un apposito “Piano di Emergenza edEvacuazione”;

❑ la predisposizione della Segnaletica diSicurezza;

❑ la designazione e formazione dei lavoratoriincaricati dell’attuazione delle misure di pre-venzione incendi, lotta antincendio e gestionedelle emergenze.

INFORMAZIONI GENERALILa Gestione delle Emergenze sui luoghi di lavoroè un aspetto complesso da affrontare, valutare egestire per la pluralità delle conoscenze interessa-te, la molteplicità degli interventi necessari ed ilcoinvolgimento - coordinamento della rete di Enti(Vigili del Fuoco, 118, Amministrazioni Comunali,Protezione Civile) che hanno a che fare con il pro-blema.L’argomento deve essere affrontato prioritaria-mente con un’analisi ed una Valutazione deiRischi che devono essere predisposte e formaliz-zate in appositi documenti : a partire dal C.P.I.(Certificato Prevenzione Incendi) - che costituisceparte integrante del più completo D.V.R.(Documento di Valutazione Rischi) - per arrivarealla fine del percorso – anche logicamente conse-quenziale - con la predisposizione del “Piano diEmergenza ed Evacuazione”.Nella fase di richiesta ed ottenimento del C.P.I.devono essere coinvolti l’Ente proprietario dellastruttura (Comune, Provincia, altri Enti pubblicie/o privati) ed i professionisti incaricati(Funzionari degli Uffici Tecnici Comunali o delSettore Edilizia della Provincia di Bergamo ;Ingegneri e /o Architetti ) per le pratiche tecniche

di loro competenza ed i contatti istituzionali conil Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, Enteal quale spetta il rilascio finale del C.P.I.Durante la stesura del D.V.R. – soprattutto nell’in-dispensabile paragrafo “Programma delle misureritenute opportune per garantire il miglioramentonel tempo dei livelli di sicurezza” – andranno diconseguenza individuati gli adeguamenti (riferitialle strutture , alle apparecchiature , ai depositi disostanze , ecc…) da predisporre, le priorità degliinterventi ed i relativi “tempi” di realizzazione.Per ultimo, andrà predisposto il “Piano diEmergenza ed Evacuazione” , verificata la com-pletezza della Segnaletica di Sicurezza e designatie formati i lavoratori incaricati dell’attuazionedelle misure di prevenzione incendi, lotta antin-cendio e gestione delle emergenze.Sulla base di quanto contenuto nel “Piano diEmergenza ed Evacuazione” andranno quindieffettuate la/le esercitazioni annuali antincendioper la messa in pratica delle procedure.

ELEMENTI CRITICIAlcune strutture storiche - anche molto pregevolida punto di vista strutturale e presenti anche aBergamo e provincia – non sono ancora in pos-sesso del C.P.I. , nonostante la normativa che loistituisce risalga a 50 anni or sono.La mancanza di questo Certificato dovrebberichiedere un ancora maggior attenzione da partedegli Utilizzatori per la cura degli aspetti di pro-pria competenza che devono comunque gestirele carenze a monte.Pertanto è importante curare il coinvolgimento ditutte le figure coinvolte – aspetto già più voltecitato ma mai sufficientemente sottolineato edattuato, sulla base dell’esperienza degli scriventi –in tutte le fasi ma soprattutto nell’effettuazionedella esercitazioni annuali o prove di evacuazio-ne.La buona riuscita della prova di evacuazione rap-presenta la dimostrazione di un’organizzazionecomplessa che concretizza in modo tangibile ilraggiungimento degli obiettivi che si era prefissa-ta.

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LA GESTIONE DELL’EMERGENZA

Sicurezza del lavoro

Eventuali carenze o ritardi evidenziati dalla provadi evacuazione potrebbero essere oggetto diriflessione critica per ridefinire e sistemare i pro-blemi evidenziati.

INDICAZIONII contenuti del “Piano di Emergenza edEvacuazione” e dei “Corsi di Formazione perAddetti alla prevenzione incendi, lotta antincen-dio e gestione delle emergenze” sono dettagliata-mente indicati nel Decreto Ministeriale10.03.1998 “Criteri generali di sicurezza antin-cendio…”Ad ogni inizio di anno scolastico è utile verificarese il “Piano di Emergenza ed Evacuazione” siaancora valido ed applicabile alla situazione esi-stente: a seguito di ristrutturazioni degli stabili e/oridefinizione degli spazi e del loro utilizzo potreb-be rendersi necessario un adeguamento del“Piano”.Sempre all’ inizio di anno scolastico è anche utileverificare se il gruppo degli “Addetti alla preven-zione incendi, …” sia invariato, o se ci siano statitrasferimenti che richiedano una sua integrazione. Analogamente è bene verificare se tra il persona-le - sia insegnante che non insegnante - di nuovaassegnazione presso la scuola ci sia qualcuno cheè già in possesso dell’attestato di formazione per“Addetto alla prevenzione incendi, …”. In casoaffermativo tale lavoratore sarà da inserire nelgruppo degli addetti.Il Dirigente deve provvedere in prima persona odelegando un collaboratore a verificare periodica-mente che nei turni di orario/servizio del perso-nale sia assicurata la presenza a rotazione degli“Addetti alla prevenzione incendi, …” in mododa coprire tutto l’orario di funzionamento gior-naliero e settimanale della scuola.Andranno quindi programmate le prove di eva-cuazione da eseguirsi nel corso dell’anno scolasti-co, preferibilmente con differenti modalità – unaprima “programmata“ e la successiva “non pro-grammata ” o a sorpresa - ed a distanza di tempo,per porre rimedio ad eventuali carenze rilevate -vedere il paragrafo precedente ELEMENTI CRITICI.

Una maggior attenzione ed una periodicità piùristretta andrà dedicata alla verifica delle “Vie diuscita in caso d’incendio” : partendo dalla ade-guata segnalazione delle stesse e soprattutto allaloro continua e concreta accessibilità e disponibi-lità (non ingombrate , con apertura rapida versol’esterno , ecc…).Anche la verifica dell’efficienza degli “Estintoriportatili e carrellati” e degli “Impianti fissi di spe-gnimento” rientra , ovviamente, fra le misurecontenute nel “Piano di Emergenza edEvacuazione” ; in questo l’affidamento delle veri-fiche a Ditte-Imprese esterne non deve esimerel’Utilizzatore dalla verifica dell’idoneità tecnico-professionale delle Ditte e del loro operato, ancheper evitare sprechi (il numero degli estintori por-tatili è frequentemente ed inutilmente sovradi-mensionato, nonostante le precise indicazioniriportate nel C.P.I.)E’ bene tenere a portata di mano un Kit per l’e-mergenza contenente l’occorrente, tra cui sugge-riamo uno o più megafoni e torce elettriche conrelative batterie, un pacchetto di Pronto Soccorso,guanti da lavoro, copia del Piano di Emergenza,set per scrivere, nastro adesivo, ecc….

NORMATIVA DI RIFERIMENTOGestione emergenze: • D.Lgs. 626/1994: Art. 4 , comma 2

Art. 4 , comma 5, lett. a) Art. 13Art. 22 , comma 5

• Decreto Ministeriale 10.03.1998 “Criteri gene-rali di sicurezza antincendio…”

Indicazione luminosa della via di fuga.

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LA GESTIONE DELL’EMERGENZA

Sicurezza del lavoro

ESEMPIO: CONTENUTI DEL PIANO DI EMERGENZAA) GENERALITA’

1) Identificazione e riferimenti della Scuola;2) Caratteristiche generali dell’ edificio scolastico, con planimetrie;3) Distribuzione e localizzazione della popolazione scolastica;4) Classificazione della scuola.

B) ORGANIZZAZIONE DELL’EMERGENZA1) Obiettivi del Piano;2) Informazione ed addestramento dei lavoratori; 3) Classificazione emergenze;4) Coordinamento dell’emergenza e gerarchia interna; 5) Composizione squadre di emergenza (Antincendio, Evacuazione, Pronto Soccorso).

C) PROCEDURE DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE1) Compiti specifici di:- Coordinatore dell’ emergenza;- Responsabile Area di raccolta;- Responsabile chiamata di soccorso;- Responsabili evacuazione classi;- Altri referenti/incaricati;- Studenti: apri fila, chiudi fila, supporto disabili…;- Squadra Prevenzione Incendi (diversificazione interventi).

D) SISTEMA COMUNICAZIONE EMERGENZE1) Avvisi con campanella;2) Comunicazioni con altoparlante;3) Comunicazioni telefoniche;4) Enti esterni di Pronto Soccorso e Intervento;5) Chiamate di soccorso.

E) VIE DI FUGA, AREE DI RACCOLTA, ESODO CONTROLLATOF) NORME DI COMPORTAMENTO IN BASE AL TIPO DI EMERGENZA

1) Norme per l’evacuazione;2) Norme per l’incendio;3) Norme per l’emergenza sismica;4) Norme per l’emergenza elettrica;5) Norme per la segnalazione di presenza di ordigno;6) Norme per l’emergenza tossica;7) Norme per l’allagamento;8) Norme per …………….

G) PRESIDI ANTINCENDIO1) Ubicazione, utilizzo e controlli;2) Sostanze estinguenti per tipo di incendio;3) Segnaletica di emergenza.

H) REGISTRO DELL’EMERGENZA1) Registro delle esercitazioni periodiche;2) Registro della formazione ed addestramento;3) Registro dei controlli e delle manutenzioni.

I) ALLEGATI1) Modulistica;2) Foglio informativo sul Piano di Emergenza;3) Programma di revisione periodica ed aggiornamento del Piano di Emergenza;4) Ubicazione e descrizione del Kit per l’emergenza.

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INTRODUZIONE ALLE SCHEDE URBANISTICA (A) E STRUTTURALE (B)

Igiene e Sanità pubblica

Nelle schede (A) e (B) vengono rispettivamentetrattati i temi delle caratteristiche urbanisticheriferibili all’area di insediamento e delle caratte-ristiche strutturali interne ed esterne degli edi-fici delle realtà scolastiche. I temi sono svoltielencando di volta in volta i requisiti principali,dandone i riferimenti normativi generali o spe-cifici e suggerendo le condizioni ritenute ade-guate, con la precisazione di cui al punto elen-co (˛).

All’inizio di ogni scheda è riportata una legendache identifica la categoria di appartenenza dellevoci in elenco e a seguire le voci specifiche .

Le categorie sono:

❖ requisito standard: argomento la cui valuta-zione è obbligatoria ai sensi della vigentenormativa;

❖ riferimenti normativi: principali riferimentinormativi inerenti l’argomento/punto elen-co;

❖ condizioni adeguate e/o suggerite:

il presente lavoro costituisce una raccolta deiprincipali elementi da tenere in considera-zione al fine di rendere il più possibile ade-renti alle prescrizioni normative e/o alle con-dizioni / caratteristiche di idoneità igienica(strutturale e gestionale) le scuole.

I riferimenti alle condizioni / caratteristiche diidoneità urbanistica dell’area e ai requisitistrutturali e gestionali sono generalmentecostituiti dalla legislazione riportata nei varipunti elenco delle schede (A) e (B).

Alcuni requisiti indicati e/o suggeriti, posso-no non corrispondere completamente aglispecifici requisiti normativi ma sono derivatida considerazioni ed esperienze tecnico -scientifiche sulla “valenza” del requisito, infunzione della salubrità degli ambienti e deglispazi e dei mezzi/sistemi atti a garantirne ilconseguimento.

Possono pertanto essere suggerite o accetta-te soluzioni tecniche alternative che permet-tano il raggiungimento del medesimo risul-tato ai fini dell’igienicità e salubrità degliambienti.

Resta comunque inteso che le norme vigentirimangono il principale riferimento cui atte-nersi, in special modo per le strutture scola-stiche di nuova realizzazione.

nota: integrazioni o esemplificazioni riferibili aisingoli argomenti trattati.

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LA SICUREZZA ALIMENTARE NELLA RISTORAZIONE PUBBLICA

Igiene e Sanità pubblica

La ristorazione scolastica rappresenta un settoredella ristorazione collettiva dove l’obiettivo delpasto sicuro sotto l’aspetto igienico sanitario devearmonizzarsi e trovare sinergia con altre iniziative(non meno importanti) di carattere preventivo,educativo e nutrizionale capaci di accrescere e faracquisire ai piccoli consumatori comportamentialimentari corretti.

INFORMAZIONI GENERALIDue sono le modalità di espletamento della risto-razione scolastica a livello provinciale:• tradizionale - con preparazione e somministra-

zione dei pasti presso le strutture del plesso sco-lastico;

➼ la sola somministrazione – con preparazionedei pasti presso un centro di cottura, confezio-nati in contenitori multiporzione o in vassoi per-sonalizzati, trasportati in legame caldo e/o fred-do nel rispetto delle temperature di legge pres-so il refettorio scolastico.

La ristorazione tradizionale implica a caricodell’Operatore del settore alimentare (in genere ilLegale Rappresentante dell’istituzione pubblica oprivata che ha predisposto locali ed attrezzatureindipendentemente dal fatto che la loro gestionepossa essere effettuata in proprio o affidata aterzi) i seguenti adempimenti ad obblighi dilegge:• acquisizione dell’Autorizzazione Sanitaria all’e-

sercizio dell’attività di preparazione pasti - exart. 2 legge 283/62;

• Mantenimento dei locali ed attrezzature in con-dizioni di igiene e funzionalità come al momen-to del rilascio dell’autorizzazione sanitaria;

• predisposizione del Documento diAutocontrollo Aziendale contenente una o piùprocedure di sicurezza igienica basate sui princi-pi del sistema HACCP e rintracciabilità dellemerci, garantendo che le stesse siano applicatee costantemente aggiornate - ex D. L.vo155/97; Regolamento CE 178/2002 e Reg. CE852/2004;

• Garantire e coniugare la sicurezza igienica e l’e-quilibrio nutrizionale del pasto attraverso lo stu-

dio o l’adozione di tabelle dietetiche flessibili edadeguate agli obiettivi di salute dei fruitori;

• Assicurare percorsi di addestramento e/o forma-zione in materia di igiene e sicurezza alimentareper tutti gli addetti alla manipolazione degli ali-menti, in relazione alla loro mansione.

• Garantire verifiche di II° livello al fine di assicu-rare che il piano di autocontrollo aziendale nonperda efficacia nel tempo e che le procedure dimonitoraggio dei limiti critici siano congrui alsistema e che le azioni correttive siano effettiva-mente state applicate in caso di bisogno.

• Istituzione della Commissione Mensa comerisorsa aggiuntiva nel processo relazionale tratitolare e fruitore del servizio, nonché con com-piti di sorveglianza (nel rispetto di un regola-mento) del servizio e della qualità/accettabilitàdel pasto percepita.

La sola somministrazione pone a caricodell’Operatore del settore alimentare meno obbli-ghi di legge ma maggiori attenzioni nelle fasi diaggiudicazione e sorveglianza sul rispetto delleclausole del capitolato :➼ La predisposizione del locale refettorio e dell’a-

rea di ricevimento e servizio dei pasti;➼ La predisposizione del Documento di

Autocontrollo Aziendale limitato all’attivitàeffettivamente svolta (potrà riguardare essen-zialmente le procedure di ricevimento pasti,modalità di conservazione e distribuzione, puli-zia locali e stoviglie) garantendo che le stessesiano applicate e costantemente aggiornate - exD. L.vo 155/97 ; Regolamento CE 852/2004;

➼ La selezione dell’impresa fornitrice dei pastiponderata in funzione di requisiti qualitativiquali; il possesso dell’Autorizzazione Sanitariaper la produzione di pasti trasportati, il sistemadi controllo ed autocontrollo messo in atto dalfornitore, la sua dimensione produttiva e l’ade-guatezza delle strutture logistiche ed impianti-stiche , le capacità organizzative e dotazione dipersonale qualificato;

➼ Attenta analisi dei costi (rapporto qualità e sicu-rezza igienica), il capitolato d’appalto comestrumento di disciplina del servizio anche per

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LA SICUREZZA ALIMENTARE NELLA RISTORAZIONE PUBBLICA

Igiene e Sanità pubblica

standard merceologici, quantitativi e qualitativiriconducibili alle indicazioni nutrizionali propo-ste dal Servizio Nutrizione dell’ASL;

➼ Verifiche periodiche sul rispetto dei contenuti ilcapitolato d’appalto;

➼ Istituzione della Commissione Mensa comerisorsa aggiuntiva nel processo relazionale tratitolare, fornitore e fruitore del servizio, nonchécon compiti di sorveglianza (nel rispetto di unregolamento) del servizio e della qualità/accet-tabilità del pasto percepita.

ELEMENTI DI CRITICITÀGli esiti della vigilanza istituzionale, nell’ultimobiennio, presso la ristorazione scolastica eviden-ziano dati confortanti circa il possesso da parte ditutte le strutture adibite alla ristorazione tradizio-nale dell’Autorizzazione Sanitaria così come delmanuale di autocontrollo aziendale.Elementi di criticità si evidenziano per quantoriguarda:• La costante e corretta applicazione delle proce-

dure di autocontrollo;• La mancata effettuazione di verifiche di II° livel-

lo circa la congruità del piano di autocontrollo;• Mancata raccolta e valutazione della

qualità/accettabilità dei pasti.

Relativamente alla ristorazione come sola sommi-nistrazione costituiscono elementi di criticità:

➼ La mancanza di periodiche verifiche (da partedell’Operatore del settore alimentare) del rispet-to dei contenuti merceologici, qualitativi equantitativi dei pasti come da capitolato d’ap-palto;

➼ Il monitoraggio delle temperature di arrivo deipasti (rispetto del legame caldo da + 60 a +65°C. e/o freddo non > a 10 ° C);

➼ Modalità di conservazione dei pasti sino allasomministrazione;

➼ Mancata raccolta e valutazione dellaqualità/accettabilità dei pasti.

QUADRO LEGISLATIVO DI RIFERIMENTO I riferimenti normativi sotto riportati con asteriscosaranno oggetto (nel breve) di radicali modifichee/o abrogazioni.• Autorizzazione Sanitaria ex art. 2 legge

283/62*;• Requisiti igienici dei locali ed attrezzature ex

DPR 327/80 * ed allegati al D.L.vo 155/97 *;• Documento di autocontrollo secondo i principi

dell’HACCP ex D. L.vo 155/97 *;• Decreto n. 14833 del 1 agosto 2002 - Linee

guida della Regione Lombardia per la ristorazio-ne scolastica;

• Rintracciabilità degli alimenti e materie prime exart. 18 e 19 del Regolamento CE 178/2002;

• Igiene dei prodotti alimentari Regolamento CE852/2004.

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SCHEDA A - CARATTERISTICHE URBANISTICHE

Igiene e Sanità pubblica

A.1 IDONEITA’ DELL’AREA:D.M.18/12/1975; L.R.41/97; O.P.C.M. 327403;DGR14964/2003; DM14/09/2005; D.M.471/99 ; L'area deve essere correttamente individuata neglistrumenti di pianificazione urbanistica.L’individuazione richiede studio ambientale, convalutazione di:■ idoneità in relazione al clima acustico:

■ assenza di fonti inquinanti comportanti esala-zioni o fumi nocivi o sgradevoli;

■ compatibilità in merito al rischio geologico esismico;

■ degli effetti e delle conseguenze determinabilidalla scuola nel contesto in cui viene inserita(eventuali limitazioni d’uso delle aree conter-mini; sistema della mobilità; ecc.)

La scuola deve insistere su terreni non umidi, senzaristagni, che non siano stati utilizzati per attivitàinsalubri, depositi di rifiuti o comunque siti inquina-ti, se non previa caratterizzazione” ed eventualebonifica.

A.2 LOCALIZZAZIONESA DELL’AREA:D.M.18/12/1975; Art.216 TULLSS 1265/34;D.Lgs 334/99; D.M.09/05/2001; D. Lgs21/09/2005 n° 238 – Direttiva Seveso ter - l'area deve essere:■ compatibile con la zonizzazione acustica;

■ ubicata lontana da:

• zone industriali: particolare attenzione nellavalutazione deve essere posta in presenza diindustrie insalubri che possano rilasciaresostanze dannose o moleste o di stabilimenti arischio di incidente rilevante, così come defini-ti dal D.Lgs 334/99; • strade ad alto traffico;• ferrovia;• elettrodotti;• stazioni radio base;• aeroporto;

• strutture urbane ed extraurbane che posso-no creare problemi di impatto ambientale(aree per deposito rifiuti urbani, allevamenti,impianti di compostaggio ecc...).

A.3 AMPIEZZA DELL'AREA:D.M.18/12/1975; - l’ampiezza dell’area deve garantire, in relazio-

ne all’edificio, le possibilità di eventuali amplia-menti o trasformazioni di realizzare spazi all’a-perto;

A.4 SOLEGGIAMENTO DELL'AREA:D.M.18/12/1975;■ ubicazione in località aperta, con massimo

soleggiamento in rapporto al luogo.

A.5 VALUTAZIONE D'INSALUBRITÀ PER:a - radiazioni ionizzanti (radon):DLgs 241/2001 raccomandazione. CEE 3/1990;■ misurazione di concentrazione di gas radon nel

suolo o verifica di appartenenza alle pronasradon areas (mappatura radon) con eventualiapplicazioni di tecniche edilizie particolari, agliedifici, in presenza di forti concentrazioni;

b - radiazioni non ionizzanti:Legge 36/01; D.P.C.M.08/07/2003 (elettrodotti);D.P.C.M.08/07/2003 (stazioni radio base);■ osservanza delle distanze da elettrodotti e da

stazioni radio base, e comunque fatto salvo ilraggiungimento degli obiettivi di qualità per icampi elettromagnetici previsti dalla vigentenormativa.

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SCHEDA A - CARATTERISTICHE URBANISTICHE

Igiene e Sanità pubblica

A.6 TRAFFICO E COLLEGAMENTI:

D.M.18/12/1975;

■ vanno attentamente valutati i tempi e i modi dipercorrenza tra la residenza degli alunni e lascuola (a piedi, con veicoli, motoveicoli, auto-veicoli pubblici e privati, servizi di trasportoscolastico), in relazione al tipo di scuola e all’e-tà degli alunni.

nota: porre attenzione ai modi con cui la scuolafavorisce lo scambio di relazioni sociali interagendocon le altre componenti della struttura urbana; l'ac-cesso alla scuola deve avvenire da strade di bassotraffico di tipo locale e per le strutture di prima infan-zia valutare l'opportunità di limitare il traffico nellazona circostante in orari regolamentati. Vanno inogni caso favoriti i percorsi ciclo pedonali, anchemediante la realizzazione di idonee opere infrastrut-turali che ne garantiscano fruibilità e sicurezza.

A.7 ZONIZZAZIONE ACUSTICA:

art.8 L.447/95;

■ valutazione previsionale di clima acustico; e’ritenuta idonea la classe I – II.

A.8 FUNZIONALITA ACCESSI:

D.M.18/12/1975;

■ arretrati rispetto alle strade provinciali e statali.

A.9 PARCHEGGI !:

D.M.18/12/ 1975;

■ area parcheggi / volume edificio = 1 m2/ 20

m2 di costruzione.

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SCHEDA B - CARATTERISTICHE STRUTTURALI IGIENICO SANITARIE

Igiene e Sanità pubblica

B.1 CERTIFICATO DI AGIBILITÀ: DPR 380/01 art. 24 e 25;

attiene ai seguenti argomenti:

■ igiene e salubrità:

• al termine dei lavori di costruzione /ristruttu-razione dei locali, si ritiene opportuno lasciaretrascorrere almeno un trimestre prima del loroutilizzo, per permettere il prosciugamento deimuri, eliminando l’umidità e l’evaporazione /abbattimento degli eventuali VOC (CompostiOrganici Volatili – idrocarburi alifatici). Questoperiodo può essere accorciato (comunque nona meno di 60 giorni), mantenendo temperatu-re elevate nei locali (tecnica del Bake out);

■ collaudo statico – conformità antisismica:

DPR 380/01 art. 67; O.P.C.M. 3274/03;D.G.R.14964 07/11/03; DPR 380/01 art. 104;DM 14/09/05; Circolare Regione Lombardia05/12/05:

• oltre a quanto previsto nel DPR 380/01 (alle-gato H) le nuove scuole o gli ampliamenti diquelle esistenti andranno valutate e progettateanche nel rispetto della nuova normativa anti-sismica;

■ sicurezza;

■ barriere architettoniche;

Legge 104/92;

■ risparmio energetico;

B.2 CONDIZIONI AMBIENTALI ESTERNE:punto 1.1.4 del DM 18.12.75 e DPCM 05/12/97;

■ si rimanda alla scheda urbanistica (A);

B.3 CONDIZIONI AMBIENTALI INTERNE:a - CARATTERISTICHE DEGLI SPAZI DELLA SCUOLA!:

(dotazione e numero, altezze, superfici, volumi, ecc…)

punto 3 del DM 18/12/75 e relative tabelle;

■ Le scuole materne devono essere collocateobbligatoriamente al piano terra;

b - CONDIZIONI DI ILLUMINAZIONE:punto 5.2 DM 18/12/75;

c - CONDIZIONI TERMOIGROMETRICHE EPUREZZA DELL’ARIA:punto 5.3 DM 18/12/75;■ temperatura 20 °C +/- 2 °C ; umidità 45/55%;

Di seguito sono richiamati, per ambiente, i princi-pali requisiti a), b):B.3.1 aule:- altezza media 2.70 m;- superficie ( vedi punto 3 D.M.);- vietata la collocazione al piano interrato e semin-

terrato;- rapporto aero-illuminante: Fattore Medio di

Luce Diurno F.M.L.D.=0,03;- superficie illuminante SF/SP=1/5 (ritenuta ido-

nea per soddisfare il requisito FMLD);- valutare attentamente la scelta del colore per le

pareti è molto importante per le condizioniambientali e di benessere psicologico;

- preferibilmente installare finestrature scorrevolianziché a battente e finestrature apribili a vasi-stas in alto per garantire un idoneo ricambiod’aria senza creare correnti d’aria per gli alunnied evitare rischi d’urto con spigoli vivi a serra-mento aperto; le finestre a ribalta - vasistasdovranno essere certificate ai fini della sicurezza;

- acustica: idonea insonorizzazione, atta a ridurreentro limiti accettabili la rumorosità interna alfine di garantire un adeguato comfort acustico eprevenire danni da rumore a carico dell’appara-to uditivo ed extra uditivo; &: DM 18/12/75 art.5; DPCM 05/12/97;

B.3.2 laboratori e officine:- altezza media 2.70 m;- RAI : Fattore Medio di Luce Diurno

F.M.L.D.=0,02;- superficie illuminante SF/SP=1/7 (ritenuta suffi-

ciente per soddisfare il requisito FMLD);- sicurezza attrezzature;

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- idoneo collocamento dei prodotti chimici peri-colosi (vernici o simili) in locale / armadio aera-to, non accessibile agli studenti (chiuso a chia-ve);

- idonei pavimenti antisdrucciolo;

- è consentita la collocazione nei piani interrati/seminterrati: in questo caso dovrà essere chie-sta la deroga al Servizio PSAL dell’ASL, ai sensidel D.P.R. 303/56 art.8, deroga che verrà con-cessa soltanto dopo la valutazione dei requisitiigienico edilizi (aero illuminazione naturalediretta o in alternativa illuminazione artificiale eimpianto di condizionamento, vespaio aerato,intercapedini per i muri contro terra ecc);

- concentrazioni del gas radon;

- se i locali sono interrati/seminterrati, rispetto algiardino esterno, verificare che le finestre postea quota giardino siano dotate di sistemi atti adimpedire la caduta verso l’interno;

- le pitture, le vernici ecc. devono essere collocatedopo l’uso in apposito armadio non accessibile(chiuso a chiave);

B.3.3 biblioteca/auditorio:

- verificare che gli armadi ed altri arredi similisiano ben ancorati al muro per evitare il perico-lo di ribaltamento (particolare attenzione nellescuole materne ed elementari);

B.3.4 palestra:

- RAI : Fattore Medio di Luce Diurno(F.M.L.D.)=0,02;

- superficie illuminante SF/SP=1/7 ritenuta suffi-ciente per soddisfare il requisito FMLD;

- idoneo ricambio d’aria con finestre apribili concomando ad altezza d’uomo - In alternativa ido-neo impianto di condizionamento realizzatosecondo le Norme UNI EN di riferimento;

- evitare la presenza di pilastri interni, in caso con-trario prevederne l’imbottitura contro gli urti ela protezione di tutti gli spigoli vivi;

- prevedere la protezione da urti delle lampade;

- vetri antisfondamento;

- acustica: idonea insonorizzazione, atta a ridurreentro limiti accettabili la rumorosità interna alfine di garantire un adeguato confort acustico eprevenire danni da rumore a carico dell’appara-to uditivo ed extra uditivo;

B.3.5 aree per il gioco all’aperto:

Norme Uni En 11123/04; Norme Uni En 1176 eUni En 1177 ;

- allo stato dell’arte non esiste una specifica nor-mativa giuridica italiana vigente in materia digiochi all’aperto (parco pubblico ecc.), tuttaviaal fine di portare avanti la filosofia del “giocaresenza farsi male” riducendo gli incidenti a cari-co soprattutto dei bambini, si ritiene opportunauna puntuale applicazione della Normativa tec-nica quali le Norme Uni En 11123/04 “Guidaalla progettazione dei parchi e delle aree dagioco all’aperto” e le Norme Uni En 1176 e UniEn 1177 che stabiliscono in modo chiaro e uni-voco i criteri di sicurezza che devono possederele attrezzature per aree da gioco.

B.3.6 Mensa / cucina / refettorio:

L.283/62; D.M.12/04/1996 e successive modifi-cazioni; Regolamento CE 852/2004;

- per la preparazione dei pasti è obbligatorioacquisire l’autorizzazione sanitaria ex L.283/62;

- altezza media 2.70 m;

- idoneo percorso sporco / pulito degli alimenti;

- RAI pari a 1/8 della superficie di pavimento;

- finestre dotate di retine anti mosche;

- pavimento facilmente lavabile, ben connessocon piletta di scarico;

- pareti piastrellate di colore chiaro per un’altezzadi mt.2.00 dal pavimento;

- caratteristiche strutturali rispondenti alD.M.12/04/1996 e successive modificazioni perimpianti a gas > 35kcal (esempio: idoneo disim-pegno tra cucina e sala pranzo, idonea presa diventilazione non obliterabile, muri REI 60, ido-neo impianto elettrico, ecc.);

- dispensa aerata per le derrate alimentari;

SCHEDA B - CARATTERISTICHE STRUTTURALI IGIENICO SANITARIE

Igiene e Sanità pubblica

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- deposito rifiuti solidi urbani aerato, piastrellatocon piletta di scarico o, in alternativa cassonettisu platea impermeabilizzata, collocati ad alme-no mt.10 dalle finestre dei locali scolastici;

- cappa di aspirazione fumi e vapori collegata acanna fumaria sfociante oltre il tetto;

- lavelli con comando di apertura dell’acqua apedale o fotocellula;

- arredo idoneo in materiale lavabile e disinfetta-bile (acciaio inox ecc.) preferibilmente sollevatodal pavimento, ad eccezione di frigoriferi o simi-li per consentire la migliore disinfezione dellocale.

- Il refettorio deve avere una superficie in funzio-ne del numero degli alunni che se ne servono,considerando che si può distribuire la refezionein due turni, dimezzando così l’area del refetto-rio. (tabelle indici standard di superficie nettaD.M.18/12/1975)

B.3.7 eventuale dormitorio (scuola materna):- altezza media 2.70 m;- preferibile la separazione da altri locali;- insonorizzazione;- sistemi di oscuramento;- sono preferibili lettini amovibili per garantire una

migliore igienizzazione del locale.

B.3.8 uffici/amministrazione/sala per insegnanti:- altezza media 2.70 m;- RAI: Fattore Medio di Luce Diurno

F.M.L.D.=0,015- superficie illuminante SF/SP=1/10 ritenuta ido-

nea per soddisfare il requisito FMLD- le fotocopiatrici, le stampanti, i fax devono esse-

re posizionati in locale aerato senza permanen-za di persone, considerato l’elevata concentra-zione di VOC – idrocarburi aromatici clorurati.

B.3.9 scale/corridoi/disimpegni/depositi:- RAI: Fattore Medio di Luce Diurno

F.M.L.D.=0,01;- le scale devono avere idonea pedata ed alzata,

rivestite di materiale antisdrucciolo e dotate dicorrimano;

- sono consigliate due altezze diverse per i corri-mano di bambini e adulti nel caso di scuolematerne ed elementari;

Punto 3.6.9-3.6.10-3.6.11 del R. L. I.;- nelle scuole materne le scale vanno protette

anche con arredi / cancellini onde prevenirecadute dall’alto dei bambini;

- sono inammissibili scale circolari o a chiocciolacon gradini trapezoidali o triangolari o conrampe di eccessivo numero di gradini, per l’evi-dente pericolosità (ideali 12 – 14); assolutamen-te sconsigliabili i vuoti tra le rampe (vedere*)

- Le porte che si aprono verso corridoi interni dideflusso devono essere realizzate in modo danon ridurre la larghezza utile dei corridoi stessi esenza costituire rischio d’urto; (vedere *)

- I depositi si devono attentamente valutare inrapporto al materiale stoccato per il caricod’incendio. (vedere*)

* &: D.M. 26/8/1992 Norme di prevenzioneincendi per l'edilizia scolastica.

B.3.10 servizi igienici e spogliatoi:D.P.R.503/96; D.M.236/89; L.13/89; DM18/12/75;- il blocco servizi igienici deve essere dotato di

almeno un servizio igienico per piano, accessibi-le e fruibile ai disabili, con:

- porta di accesso scorrevole o che si apre versol’esterno, per motivi di sicurezza;

- campanello d’allarme e relativo dispositivo lumi-noso ubicati in luogo sempre presidiato (preferi-bilmente collegati ad alimentazione di sicurezza).

B.3.11 vetri antisfondamento – parapetti – pre-senza di elementi di rischio causa di infortuni (spi-goli vivi, appendiabiti, ecc…):Punto 3.2.8 Regolamento Locale Igiene;- parapetti antiscavalco; - idonea protezione da urti con spigoli vivi, calori-

feri ecc.

SCHEDA B - CARATTERISTICHE STRUTTURALI IGIENICO SANITARIE

Igiene e Sanità pubblica

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B.3.12 Disinfezione dei locali:

- prima della disinfezione vera e propria i pavi-menti devono essere sottoposti ad accuratapulizia primaria con detergenti per rimuovere losporco (esempio: tensioattivi organici); soltantodopo un’accurata detersione si può procederealla disinfezione con idonei disinfettanti (si con-siglia di non utilizzare prodotti potenzialmentedannosi per la salute degli operatori addetti allapulizia, come i disinfettanti a base di cloro, diammoniaca ecc., bensì prodotti a trascurabiletossicità come ad esempio i composti dei sali diammonio quaternario).

B.4 CARATTERISTICHE DEI MATERIALI:Norme UNI EN 1729-1; 1729-2;

a – ARREDI:

■ consultare le relative schede di sicurezza perverificare l’assenza di sostanze pericolose/tossi-che;

■ assicurare il confort in termini di correttapostura a scuola con la valutazione delledimensioni funzionali e dei requisiti di sicurez-za per sedie e tavoli;

b - MATERIALI DA COSTRUZIONE:

■ consultare le relative schede di sicurezza per

verificare l’assenza di sostanzepericolose/tossiche;

■ I materiali impiegati per la realizzazione dellecostruzioni, oltre ai requisiti di resistenza mec-canica e stabilità, devono soddisfare i requisitiessenziali di:

a) sicurezza in caso di incendio;b) igiene, salute e ambiente tali da non procuraresviluppi di gas tossici,presenza nell'aria di particelle o gas pericolosi,emissioni di radiazioni pericolose.Nelle costruzioni di fabbricati è vietato il riuso dimateriali deteriorati, inquinati, malsani o comun-que non idonei dal punto di vista igienico – sani-tario.

B.5 BARRIERE ARCHITETTONICHE:D.P.R.503/96; D.M.236/89; L.13/89; DM10/03/98; Dlgs 626/94;■ oltre ai requisiti previsti in materia di abbatti-

mento delle barriere architettoniche si suggeri-sce anche di valutare nel piano di emergenzale modalità di evacuazione per alunni portato-ri di handicap, tenendo presente che le vie difuga (scale, divieto di uso di ascensore ecc.)potrebbero non essere compatibili con i requi-siti delle norme vigenti in materia di supera-mento delle barriere architettoniche.

SCHEDA B - CARATTERISTICHE STRUTTURALI IGIENICO SANITARIE

Igiene e Sanità pubblica

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INTRODUZIONE

Impianti e apparecchiature elettriche

L’IMPIANTO ELETTRICO UTILIZZATORE IERI E OGGINella realtà quotidiana il sistema che va general-mente sotto il nome “impianto elettrico” è unentità oscura, quasi misteriosa. E’ tanto scontatoche lo si nota solo se manca, ad esempio perblack – out, suoi o della rete elettrica che lo ali-menta. L’impianto elettrico è divenuto, nel tempo, sem-pre più complesso.Sino agli anni sessanta, settanta del ‘900 alimen-tava poco più che illuminazione e forza motriceed i livelli di sicurezza erano quel che erano.

IMPIANTO ELETTRICO IERI…

… OGGI

L’accrescimento, quasi esponenziale, della legisla-zione europea, nazionale, regionale, in materia disicurezza e prevenzione incendi sia in ambito sco-lastico che generale, agendo da motore, hamigliorato modalità di realizzazione e gestionedegli impianti in genere.Parimenti realizzazione, gestione, necessità for-mative del personale addetto agli impianti sonodivenute più complesse. Conseguenza ultima, ma non meno importante,di questo processo è il fatto che anche le personecomuni vanno “avvertite” dei rischi connessi all’u-so di impianti e apparecchiature elettriche ingenere.

GLI ASPETTI GENERALI DELL’IMPIANTO ELETTRICO “UTILIZZATORE”Utile ai fini della trattazione è esporre una descri-zione semplificata del sistema impianto elettricoutilizzatore.L’impianto elettrico utilizzatore inizia immediata-mente dopo il contatore di energia di proprietàdell’ente distributore – generalmente Enel. Prosegue con: condutture – cavi comunque cana-lizzati -; cassette di derivazione e simili; dispositividi protezione, sezionamento, comando, segnala-zione installati in quadri elettici – degno di nota ilfatto che i quadri non coincidono con l’impiantoperché hanno norme costruttive specifiche - CEI17-13/… e altre. Termina, infine, alle prese a spina di distribuzionee ai punti di connessione con altre installazionielettriche.L’impianto elettrico utilizzatore va quindi distintodagli apparecchi utilizzatori - computer, fotoco-piatrici, lavatrici, ecc… - o da altre installazionielettriche - impianti antintrusione, rete dati,impianti di rilevazione incendi, impianti ascensorie di condizionamento e via dicendo. L’impianto elettrico utilizzatore, inteso come assie-me di componenti deputati all’alimentazione sicu-ra e affidabile di altri “sistemi elettrici e installazio-ni” è il loro comune denominatore.Nel seguito quindi ci si riferirà all’impianto elettri-co utilizzatore, abbreviato in impianto elettrico,tenendo conto di questa distinzione. Verranno anche evidenziati aspetti, apparente-mente banali, per i quali è comunque opportunoprestare attenzione in sede di progetto, realizza-zione e gestione. L’uso del linguaggio tecnico è inevitabile ma lolimiteremo ai casi di necessità.Giova infine rammentare che gli argomenti tratta-ti, sono oggetto di ampia e approfondita tratta-zione normativa, anche tecnica, in sede europea enazionale (Direttive Europee, DPR 547/55, DM18/12/1975, Legge 46/90, DM 12/08/1992,Norme CEI, Norme UNI, Guida CEI 64- 52, ecc…). Il seguito non intende quindi sostituirsi, in alcunmodo, al corpo normativo vigente che rimane, il

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INTRODUZIONE

Impianti e apparecchiature elettriche

riferimento primo e ultimo, a cui si rimanda perapprofondimenti e integrazioni.La simbologia adottata nello svolgimento è laseguente:

! requisiti standard; ❑ definizioni; � riferimentinormativi; ⌧ condizioni adeguate e/o suggerite;nota: note;

I RISCHI I principali rischi associabili all’impianto elettricosono:• folgorazione• incendio, ustione• esplosione

LE ATTRIBUZIONI GENERALILe attribuzioni generali dell’impianto elettrico diedifici scolastici sono le seguenti:• accomuna i sistemi elettrici di sicurezza e fun-

zionali delle strutture scolastiche;• normalmente richiede la progettazione eseguita

da soggetti iscritti ad albi o ordini;• richiede l’esecuzione da parte di installatori abi-

litati;

• necessita di manutenzione periodica, ancheprogrammata e di verifica periodica per sistemidi protezione (esempio: impianto di messa aterra).

LE AREE DI SUDDIVISIONE DELL’IMPIANTO ELETTRICONel prosieguo si utilizza la seguente suddivisionedell’impianto elettrico per aree:1. Area Documentale2. Area degli elementi fondamentali e Apparecchi

utilizzatori 3. Area Ambienti Particolari - laboratori, palestre,

ecc … 4. Area Dotazioni Elettriche Prevenzione Incendi 5. Area Verifiche Periodiche Dispositivi Sicurezza –

trasversale alle precedenti

A cui si aggiungono le aree6. Impianti ascensori7. Impianto di Protezione da Scariche

Atmosferiche

AREE DI SUDDIVISIONE DELL’IMPIANTO ELETTRICO

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DOCUMENTAZIONI E CERTIFICAZIONI

Impianti e apparecchiature elettriche

Già nel 1968 la legge n. 186 prevedeva che gliimpianti elettrici fossero realizzati a regola d’artenel rispetto della normativa tecnica vigente, inparticolare le norme CEI.Dal 13 marzo 1990, con l’entrata in vigore dellalegge n° 46, l’installazione degli impianti elettri-ci va effettuata da imprese abilitate che, al ter-mine dei lavori, sono tenute a rilasciare al com-mittente la Dichiarazione di Conformità atte-stante la realizzazione a regola d’arte dell’im-pianto.

LA DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀTutte le attività di installazione, trasformazione,ampliamento e manutenzione (esclusa la manu-tenzione ordinaria) degli impianti elettrici, sonosoggette al rilascio della dichiarazione di confor-mità da parte dell’installatore. La dichiarazionedeve essere corredata da alcuni allegati obbliga-tori tra cui: progetto (se obbligatorio), relazionecon tipologie dei materiali utilizzati, schema diimpianto realizzato, riferimento a dichiarazionidi conformità precedenti o parziali, copia delcertificato di riconoscimento dei requisiti tecni-co-professionali (attesta l’abilitazione dell’instal-latore per il tipo di impianto per il quale rilasciala dichiarazione di conformità).

IL PROGETTOIl progetto è il documento indispensabile cheprecede la realizzazione dell’impianto elettrico(installazione, trasformazione o ampliamento,esclusi gli interventi di manutenzione) e varedatto da un professionista iscritto nel relativoalbo o ordine (generalmente periti o ingegnerielettrotecnici).Il progetto degli impianti elettrici è obbligatoriooltre certi limiti dimensionali o per particolaritipologie di attività (DPR 447/91) , nel caso dellescuole però, salvo casi eccezionali (luogo ordina-rio con superficie utile < 200 m2 ) viste le carat-teristiche degli edifici e la destinazione d’usopossiamo ragionevolmente ritenere che sia sem-pre obbligatorio.

Particolare attenzione va posta sulla completez-za della documentazione progettuale che devecomprendere principalmente: una relazione tec-nica con la precisa descrizione dell’intervento daeffettuare, la classificazione degli ambienti, pla-nimetrie con la corretta individuazione dei loca-li, schemi elettrici, calcoli e dimensionamenti deicomponenti installati.

LA DENUNCIA DELL’IMPIANTO DI MESSA ATERRA E LE VERIFICHEFin dagli anni 50 nei luoghi di lavoro era previ-sto l’obbligo della denuncia dell’impianto dimessa a terra, l’omologazione dell’impianto(prima verifica) e l’effettuazione di verificheperiodiche da parte dell’ente pubblico preposto,(ENPI, ISPESL, USL/ASL ) nell’intento di garantirela sicurezza dei lavoratori contro i pericoli deri-vanti dall’utilizzo dell’energia elettrica.A tutt’oggi permangono tali obblighi, anche secon l’entrata in vigore del DPR 462/2001 sonocambiate le procedure e gli adempimenti daparte del datore di lavoro.Le denunce effettuate all’ISPESL e alla USL/ASLcon la precedente normativa sono tutt’ora vali-de, (modello B di cui al DM 12/9/1959) e vannoesibite su richiesta degli organi di vigilanza.Per gli impianti installati successivamente al 23gennaio 2002, non è più necessario compilare ilmodello di cui sopra (abrogato) ma è obbligato-rio inoltrare sia all’ASL che all’ISPESL copia delladichiarazione di conformità rilasciata dall’instal-latore, utilizzando i modelli di accompagnamen-to opportunamente predisposti (vedi allegatopag. 143) entro 30 giorni dalla messa in eserci-zio dell’impianto.La dichiarazione di conformità va inoltrataall’ASL e all’ISPESL anche nel caso di trasforma-zioni radicali dell’impianto esistente.Per gli impianti preesistenti alla data di entrata invigore del DPR 462/01, qualora non fosse repe-ribile la documentazione precedente, è utilizza-bile la procedura sopra illustrata, inoltrandocopia della dichiarazione di conformità anchedel solo impianto di messa a terra.

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DOCUMENTAZIONI E CERTIFICAZIONI

Impianti e apparecchiature elettriche

L’OMOLOGAZIONE La prima verifica dell’impianto veniva effettuatadall’ASL (fino al giugno 1994) o dall’ISPESL (trail 06/1994 e 12/2001) che a seguito di sopral-luogo e relative verifiche strumentali, rilasciava-no apposito verbale che andava conservato daldatore di lavoro, unitamente al modello didenuncia.Con l’entrata in vigore del DPR 462/01, gliimpianti realizzati dopo tale data sono omologa-ti dalla stessa impresa installatrice con la conse-gna al committente della dichiarazione di con-formità, non è più necessaria quindi l’omologa-zione da parte dell’ente pubblico.

LE VERIFICHE PERIODICHE OBBLIGATORIEAllo scopo di accertare il mantenimento neltempo dei requisiti di sicurezza, successivamen-te all’omologazione, la precedente normativaprevedeva delle verifiche periodiche biennali,attribuendone la competenza esclusiva all’ASLche procedeva con verifiche sistematiche pro-grammate.Dal gennaio 2002 in poi invece, Il DPR 462 haesteso la competenza per l’effettuazione delleverifiche periodiche anche a soggetti privati indi-viduati dal Ministero per la Attività Produttive,denominati “Organismi abilitati” .Oggi quindi non è più l’ASL a dover procedere inmodo automatico alle suddette verifiche ma è ildatore di lavoro che ha l’onere di affidare l’in-carico, ad uno dei soggetti citati (ASL o organi-smi abilitati), secondo le periodicità previstedalla Norma.Nelle scuole con più di 100 persone, soggettequindi al rilascio del certificato di PrevenzioneIncendi da parte dei Vigili del Fuoco, la periodi-cità delle verifiche sarà biennale, negli altri casisarà quinquennale, in ogni caso il soggetto cheha effettuato la verifica rilascerà all’utente unverbale indicante gli accertamenti effettuati el’esito della verifica.

Le verifiche hanno un costo in base a tariffe sta-bilite dai singoli soggetti erogatori del servizio ilcui onere è a carico del committente.

LE VERIFICHE A CAMPIONELa Norma di cui sopra, attribuisce inoltreall’ISPESL il compito di effettuare delle verifichea campione sugli impianti denunciati, secondoun programma stabilito d’intesa con la Regionein relazione alle attività ed agli ambienti ritenutipiù critici.Queste, anch’esse a carico del soggetto verifica-to, non sostituiscono le verifiche periodiche cita-te nel precedente paragrafo.

ELEMENTI CRITICINel recente passato, a causa della carenza di per-sonale della pubblica amministrazione in rappor-to alle pratiche da evadere, alcuni impianti rea-lizzati prima del gennaio 2002 e regolarmentedenunciati, non sono mai stati omologati e diconseguenza mai sottoposti alle verifiche perio-diche di legge ; in altri casi invece le verificheperiodiche non sono state effettuate secondo leperiodicità previste dalla normativa.Queste mancanze, non erano ovviamente impu-tabili al datore di lavoro e quindi non comporta-vano alcun addebito a suo carico, diversamenteda oggi per cui diventa egli stesso inadempientequalora non ottemperi a quanto prescritto dalDPR 462/01.E’ importante sottolineare come le verificheperiodiche obbligatorie sopra menzionate possa-no essere effettuate esclusivamente dai soggetticitati (ASL e Organismi abilitati) e non siano inogni caso sostituibili da altre verifiche tecnicheeffettuate da installatori o professionisti, ancor-ché eseguite con analoghe modalità.Queste ultime rientrano nell’ambito della regola-re manutenzione di impianti e attrezzature. Gli impianti di protezione da scariche atmosferi-che sono trattati nella scheda 6.

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ELEMENTI FONDAMENTALI E APPARECCHI UTILIZZATORI

Impianti e apparecchiature elettriche

Questa parte raggruppa i principali requisiti chedeve possedere la struttura di base dell’impiantoelettrico di un edificio scolastico per far si che nesiano garantite la sicurezza e un funzionamentoadatto all’uso previsto.

� Il principale riferimento normativo tecnico perl’impianto elettrico (utilizzatore) è la normaCEI 64 – 8. Apparecchi utilizzatori e compo-nenti hanno generalmente norme CEI - EN aloro specificamente dedicate.Disporre di un impianto elettrico sicuro signi-fica rispettare i principi fondamentali di pro-tezione contenuti nella norma citata. Nelseguito li richiamiamo assieme ai loro aspettipiù significativi:

! PROTEZIONE DA CONTATTI DIRETTI❑ le persone vanno protette dai pericoli che pos-

sono derivare dal contatto con parti attive del-l’impianto (generalmente parti metallichenude, in tensione).Ciò significa non essere esposti al contatto,anche involontario, con elementi in tensionecome conduttori privi di isolamento, morsettiscoperti o simili.

La protezione da contatti diretti si può attuare condiverse misure di protezione:

⌧ isolamento delle parti attive - richiede l’uso diadeguati rivestimenti isolanti, generalmente

applicati in fabbrica.nota: misura di protezione adottata per cavi edelementi interni di componenti.

⌧ uso di involucri o barriere - richiede l’impiegodi elementi tali da assicurare:

• robustezza, stabilità e durata nel tempo;• la rimozione esclusivamente con l’uso di chiavi,attrezzi, interblocchi con l’alimentazione elettrica.nota: misura di protezione adottata per compo-nenti dell’impianto come quadri elettrici, prese aspina, spine, giunzioni, ecc… e apparecchi utiliz-zatori.Mantenere intatta l’integrità strutturale di involu-cri o barriere è fondamentale.Ostacoli e distanziamento sono misure che nonassicurano protezione completa da contatto diret-to e perciò non utilizzabili in ambienti scolastici.ELEMENTI CRITICI: il contatto diretto è la primacausa di morte negli infortuni elettrici. Le fonti di rischio sono le apparecchiature elettri-che in genere, i cavi e altri componenti elettriciprivi di parti di involucro o con isolamenti esternilesionati.

nota: l’interruttore differenziale con taratura IOn

minore o uguale a 30 mA, (detto impropriamen-te “salvavita”), benché riconosciuto come prote-zione addizionale contro i contatti diretti non puòsostituire le altre misure;Si raccomanda che le prese a spina di tipo “civile”siano con alveoli protetti.

! PROTEZIONE DA CONTATTI INDIRETTI❑ Le persone devono essere protette dai pericoli

che possono derivare dal contatto con particonduttrici dell’impianto e degli apparecchiutilizzatori, accidentalmente in tensione perguasti d’isolamento, le così dette masse.

La protezione da contatti indiretti si può ottenerecon varie misure di protezione:

⌧ interruzione automatica dell’alimentazione: richiede l’installazione di conduttori e dispositi-vi di protezione coordinati tra loro e con ilmodo di messa a terra del sistema elettrico didistribuzione.

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ELEMENTI FONDAMENTALI E APPARECCHI UTILIZZATORI

Impianti e apparecchiature elettriche

Prevede principalmente i seguenti elementi:• dispositivi di protezione automatici differenziali

in grado d’interrompere, in caso di guasto amassa, l’alimentazione dei circuiti protetti, intempi stabiliti (brevissimi): sono generalmentecostituiti dai cosiddetti “salvavita” con varietarature, tra cui quella di 30 mA citata al puntoprecedente;

• conduttori di protezione, di terra ed equipoten-ziali, collettori di terra, tramite cui collegareall’impianto di terra e tra loro le masse (vedere1) ele masse estranee (generalmente tubi dell’acqua edel gas): sono costituiti da conduttori di colore gial-lo verde con caratteristiche stabilite dalla norma;

• impianto di (messa a) terra, costituito da elementidispersori interrati, con caratteristiche stabilite dallanorma.

nota: nelle scuole l’alimentazione elettrica è in gene-re in bassa tensione (400/230 V), con sistema di dis-tribuzione TT. Tale contesto rende imprescindibili le protezioniautomatiche differenziali.Solo per edifici scolastici di notevoli dimensioni ocon destinazioni d’uso particolari, ad esempiouniversità o istituti superiori, l’alimentazione elet-trica è eventualmente in alta tensione (15000/20000 V), con sistema TN, e anche qui è beneadottate protezioni differenziali. Comunquequanto sopra, come l’eventuale uso di sistemi IT odi protezione per separazione elettrica, ad esem-pio nei laboratori di elettrotecnica, elettronica,linguistica deve essere frutto di scelte progettuali.

⌧ uso di componenti elettrici di Classe II o equi-valenti:

richiede l’impiego di componenti, ad esempioquadri elettrici, con involucro di materiale isolan-te, sottoposti a prove di tipo e contrassegnati dalsimbolo grafico . nota: tali componenti sono particolarmente indicatiladdove sia difficoltoso o non sivoglia adottare laprotezione per interruzione automatica dell’alimenta-zione, ad esempio in caso di interventi di adegua-mento d’impianti esistenti, per gliapparecchi d’illu-minazione o i quadri. Importante il controllo costante sull’integrità

strutturale degli involucri - vedere la protezioneda contatti diretti.ELEMENTI CRITICI: il contatto indiretto è perico-loso quanto il contatto diretto ma più insidiosoperché si manifesta generalmente per guasti elet-trici interni, non immediatamente rilevabili avista.Le fonti di rischio sono generalmente costitui-te da apparecchiature o componenti elettricicon involucro in metallo.nota: sono fondamentali i seguenti provvedi-menti:• controllo strumentale su nuove installazioni,

manutenzioni e quello relativo alle verificheperiodiche dell’impianto di messa a terra - vede-re l’area documentale;

• controllo visivo delle spine elettriche di appa-recchi utilizzatori, circa la presenza del polo diterra, centrale per spine italiane o laterale perschuko, e del CORRETTO inserimento in prese distandard corrispondenti.

Vedere illustrazione:

! PROTEZIONE DA EFFETTI TERMICI❑ non devono esservi pericoli d’innesco di mate-

riali infiammabili per sovra temperature o archielettrici e le persone non devono correre rischid’ustione.

⌧ ciò si traduce nell’uso di adeguati componentie apparecchi, correttamente installati e usati.

nota: attenzione, ad esempio, all’impiego del“classico” fornello da caffè portatile, tanto caroa bidelli ed insegnanti.

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ELEMENTI FONDAMENTALI E APPARECCHI UTILIZZATORI

Impianti e apparecchiature elettriche

! PROTEZIONE DA SOVRACORRENTI❑ le persone e i beni devono essere protetti da

temperature dannose o sollecitazioni meccani-che indebite dovute a correnti anomale neiconduttori elettrici attivi.

⌧ ciò si traduce generalmente nell’adozione dimetodi di protezione per interruzione automa-tica con uso di dispositivi d’interruzione, tipointerruttori automatici e fusibili, opportuna-mente coordinati con le caratteristiche dellecondutture elettriche e tra loro.

nota: l’esame dettagliato di questi metodi di pro-tezione esula dai limiti della trattazione in quan-to afferente alla progettazione, principio fonda-mentale, il cui rispetto garantisce per definizionela sicurezza.ELEMENTI CRITICI: la protezione da sovracorrentiinteressa aspetti di sicurezza intimamente legatialla prevenzione incendi, alla protezione da esplo-sioni e da contatto diretto e indiretto.Sovracorrenti non adeguatamente controllatepossono essere ad esempio causa d’innesco d’in-cendi, esplosioni o causa di possibili contatti indi-retti per danni d’isolamento a cavi. Fondamentale quindi l’importanza della progetta-zione, seguita da corretta installazione e manu-tenzione, anche programmata.

! PROTEZIONE DA SOVRATENSIONI❑ le persone e i beni devono essere protetti da

sovra tensioni dovute agli impianti o prove-nienti dall’esterno (fulmini).

⌧ previa valutazione analitica, ciò può consisterenell’adozione di metodi di protezione suimpianti elettrici o apparecchi utilizzatori - sca-ricatori di tensione - o su edifici – impianti amaglia o d’altro tipo.

ELEMENTI CRITICI: come al punto precedente.Quindi fondamentali la valutazione progettuale ela cura nell’eventuale installazione di dispositivi oimpianti. Rimangono ora da trattare la progettazione, lascelta dei componenti elettrici e la realizzazione e

verifica degli impianti. Aggiungeremo infine alcunicenni utili su manutenzione e apparecchi utilizzatori.

! PROGETTAZIONE❑ gli impianti elettrici vanno progettati, sia per la

Legge 46/90 che per buon senso.

⌧ qui i componenti di un impianto devono tro-vare integrazione al meglio possibile. Qui iprincipi fondamentali sopra espressi nonchéquelli relativi alla scelta dei componenti ven-gono tradotti in un sistema coerente capace disoddisfare le esigenze di sicurezza e funzionali-tà d’uso dell’impianto elettrico reale.

ELEMENTI CRITICI: sulla progettazione non dire-mo altro se non che le criticità consistono nel noneseguire la progettazione e nel non scegliere unprofessionista abilitato.

! SCELTA DEI COMPONENTI❑ tutti i componenti devono rispondere alle

norme CEI loro applicabili e devono essereadatti al luogo d’installazione.

⌧ la scelta delle caratteristiche generali dei com-ponenti avviene perlopiù in sede di progetta-zione, in sede d’installazione può esservi lascelta dei prodotti commerciali corrispondenti.Comunque avvenga e qualunque sia la sceltadeve rispettare le indicazioni progettuali rela-tive a condutture, dispositivi di protezione,quadri, impianto d’illuminazione, gradi di pro-tezione relativi alle classificazioni progettualidegli ambienti, ecc.

ELEMENTI CRITICI: scelta di componenti o appa-recchiature non adatti, come: quadri elettrici consportelli esterni apribili senza chiave o attrezzo;condutture non adeguate per tipo o modalitàd’installazione – consigliabili condutture sottotraccia, almeno per la parte a portata di mano -;impianti d’illuminazione interni ed esterni inadat-ti ad assicurare adeguato comfort visivo per tipo oinstallazione.

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ELEMENTI FONDAMENTALI E APPARECCHI UTILIZZATORI

Impianti e apparecchiature elettriche

! REALIZZAZIONE E VERIFICA:❑ tutti i componenti vanno installati come da

istruzioni dei loro produttori e in modo confor-me al progetto. La realizzazione va verificataprima della messa in servizio.

⌧ fondamentale la scelta di installatori abilitati edesperti.

ELEMENTI CRITICI: realizzazioni non accurate oincomplete per motivi economici, liti contrattualio peggio per incuria; verifiche iniziali non esegui-te o parziali; dispositivi di protezione e di coman-do non riportanti le indicazioni dei circuiti a cui siriferiscono; apparecchi d’illuminazione non salda-mente fissati a robusti supporti o con schermi ediffusori pericolanti o privi di adeguata protezionemeccanica; giunzioni tra conduttori eseguitesenza l’uso di adeguati connettori; uso di compo-nenti di non marcati CE. nota: consigliati ma non obbligatori componentia marchio di qualità, come IMQ o simili.

! MANUTENZIONE:❑ va eseguita una manutenzione regolare atta a

mantenere integre le condizioni di sicurezza efunzionalità iniziali degli impianti.

⌧ fondamentale la scelta di installatori abilitati edesperti.

ELEMENTI CRITICI: come la realizzazione, con inpiù il frequente turn over dei manutentori.

! APPARECCHI UTILIZZATORI:❑ gli apparecchi utilizzatori vanno connessi all’im-

pianto. Le loro norme di prodotto ne garanti-scono la sicurezza entro i limiti di un usoresponsabile.

ELEMENTI CRITICI: scelta di apparecchi di scarsaqualità; dislocazione inadeguata, anche di com-ponenti accessori come i connettori mobili multipresa, le così dette “ciabatte”, frequentementeposate sui pavimenti o in posizioni tali da esporlia indebiti danneggiamenti meccanici.

NO A PAVIMENTO

SI A PARETE,

SI SU ARREDI, in posizioni comun-que protette da urti ecalpestio o simili.NB: vale anche per icavi delle apparec-chiature elettriche daesse derivate.

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IMPIANTI IN AMBIENTI PARTICOLARI

Impianti e apparecchiature elettriche

Questa parte riguarda gli impianti elettrici del-l’ambito scolastico, installati in ambienti classifica-bili come “particolari” sotto il profilo elettrico. ❑ Sono gli ambienti dove il rischio elettrico di fol-

gorazione è aumentato dalle specifiche condi-zioni presenti – laboratori elettrici - o può, asua volta, aumentare altri rischi, come quellod’incendio o d’esplosione - laboratori di chimi-ca, cucine, ecc….

Comprendono di massima: laboratori scolastici divario tipo - come quelli d’istituti tecnici superiori;sale d’informatica o multimediali, ormai presentiin quasi tutti gli istituti scolastici; cucine o comun-que luoghi con presenza di sostanze originantipericolo d’esplosione; centrali termiche; palestrecon e senza pubblico; aule magne o sale polifun-zionali, se assimilabili a locali di pubblico spetta-colo; servizi igienici con bagni o docce, compresiquelli per diversamente abili; biblioteche o archivicon classe del compartimento antincendio ugua-le o superiore a 30.Giova rammentare che le scuole medesime sonoin genere luoghi a Maggior Rischio in Casod’Incendio e perciò già si devono rispettare parti-colari prescrizioni nell’esecuzione degli impiantielettrici. Basti per tutti l’esempio dei dispositivi dimanovra, controllo e protezione che negliambienti con presenza di pubblico devono essereposti in luoghi a disposizione esclusiva del perso-nale addetto o raggiungibili solo con l’uso di chia-ve o attrezzo, fatta eccezione per quelli destinati afacilitare l’evacuazione.

�Il principale riferimento normativo tecnico perl’impianto elettrico utilizzatore è la norma CEI64 – 8. Essa contiene, nella parte 7, anche irequisiti specifici per gli ambienti e le applica-zioni particolari; si segnala inoltre la Guida CEI64 – 52 dedicata agli impianti elettrici in edifi-ci scolastici.

Gli ambienti definibili come particolari sono vari.La loro trattazione articolata non rientra tra lefinalità del presente lavoro. Approfondimenti edintegrazioni si rimandano alle fonti citate e a quel-le disponibili in letteratura.Gli impianti tecnologici come condizionamenti oaltro hanno rilevo anche in termini di prevenzio-

ne incendi e vanno valutati in sede di richiesta delCertificato di Prevenzione Incendi – CPI - o quan-tomeno in ambito progettuale generale dell’edi-ficio scolastico.Nel seguito verranno richiamati i principaliambienti speciali, le condizioni ritenute per essiadeguate dalle norme – se del caso anche quellesuggerite dalla letteratura e dall’esperienza le lorocriticità significative.Considerazioni generali e simbologia adottata neltesto sono riportate nell’introduzione.

! LABORATORI:❑ Sono locali o gruppi di locali dove viene attua-

ta l’attività scolastica, volta all’istruzione prati-ca degli studenti.

La tipologia dei laboratori è variegata ma possia-mo distinguerli in due grandi classi: laboratori d’istituti d’istruzione superiori, sedi diattività complesse, dotati di impianti e attrezzatu-re dedicate all’insegnamento di discipline chimi-che, fisiche, meccaniche, elettrotecniche, elettro-niche. Qui gli elementi importanti da presidiaresono principalmente:

⌧ la progettazione che tenga conto delle speci-fiche finalità del laboratorio in termini di: clas-sificazione degli ambienti per i rischi d’esplo-sione nei laboratori di chimica e fisica e simili;di folgorazione da contatto diretto ed indiretto– laboratori di elettrotecnica, elettronica e simi-li; di danneggiamento di componenti elettriciper urti o simili - laboratori di meccanica osimili ma non solo; di ustione - laboratori diartistica o comunque laboratori dove ad esem-pio si fa uso di apparecchi d’illuminazione por-tatili o mobili.

Questa è ancora una volta la sede nella qualevanno ben valutati tutti quei provvedimenti diprotezione, che possono riguardare sia l’impiantoche le altre attrezzature elettriche, come ad esem-pio i sistemi di protezione per separazione elettri-ca, a bassissima tensione di sicurezza (SELV, PELV),con protezioni differenziali di tipo A o B - per cir-cuiti dedicati ad apparecchiature elettronichequali computer o simili;

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IMPIANTI IN AMBIENTI PARTICOLARI

Impianti e apparecchiature elettriche

⌧ l’adozione, se appena possibile, di protezione-differenziale con taratura IDn minore o ugualea 30 mA, perché riconosciuta come protezioneaddizionale contro i contatti diretti, benchénon sostitutiva delle altre misure;

⌧ la cura d’installazione e gestione di compo-nenti quali: prese a spina; banchi di misura osimili; cavi; connettori mobili multi presa a“ciabatta” – che si rammenta non devonointralciare passaggi o comunque essere sotto-posti a indebite sollecitazioni da urti o adusura; la cura deve riguardare anche i sistemidi protezione di apparecchiature da laborato-rio;

⌧ l’acquisto o l’uso di dotazioni quali laboratoridi linguistica o simili muniti di marcatura CE,dal 1996/97 in poi, o comunque costruiti daprimarie case produttrici in grado di garantireassistenza tecnica specialistica in caso di neces-sità;

⌧ la scrupolosa e costante manutenzione delleattrezzature;

⌧ la costante supervisione tecnico scientificadelle lezioni, sia in termini procedurali che disorveglianza diretta da parte di personaledocente addestrato;

⌧ il reperimento di manuali d’istruzione d’appa-recchiature in servizio, qualora gli stessi nonfossero disponibili;

⌧ l’indagine sulle reali condizioni di sicurezzad’attrezzature / impianti vetusti o poco cono-sciuti, con al limite la dismissione per quelli disu cui non si abbiano sufficienti garanzie disicurezza;

⌧ la presenza di dispositivi di comando d’emer-genza posti in luogo presidiato e segnalati chesiano o a lancio di corrente con dispositivoluminoso di segnalazione d’integrità circuitaleo a sicurezza positiva o costituiti da interrutto-ri onnipolari;

! vale la pena rammentare, soprattutto in questiambienti, il controllo visivo teso a individuaretempestivamente la comparsa di lesioni d’involucri di componenti, preludio a possibilicontatti diretti potenzialmente mortali.

ELEMENTI CRITICI: consistono nel mancatorispetto delle voci sopra elencate, con in più l’an-notazione dell’importanza di una manutenzionecon basso turn over di installatori.La seconda classe di “laboratori” che forse è piùcorretto definire “sale”, è costituita da locali sitinelle scuole primarie e secondarie di primo gradoe comprende: le cosi dette sale multimediali od’informatica, le sale di educazione artistica, lesale audiovisivi e simili. Tutte queste sale devonovedere il rispetto dei punti sopra elencati, natural-mente se applicabili, con il dovuto riguardo pergli specifici contesti quasi sempre diversi da quel-li degli istituti superiori.

! LOCALI CUCINA E D’INSTALLAZIONE DI CAL-DAIETTE A METANO O SIMILI:❑ Sono in genere i locali d’ installazione d’appa-recchi termici, alimentati a gas metano, destinatia produzione di calore per la cottura dei cibi oper riscaldamento e acqua calda sino a 100.000kcal/h (116 kW) che quindi sono luoghi conpotenziale rischio d’esplosione. Elementi principali da presidiare accuratamente:

⌧ progettazione e realizzazione dell’impiantoelettrico che in particolare tenga conto di clas-sificazioni eseguite secondo le prescrizionidelle Norme CEI del Gruppo31;

⌧ valutazione dei gradi di protezione di compo-nenti, anche per rischi diversi da quello d’e-splosione, ad esempio quello di folgorazionedovuto alla presenza d’umidità o acqua;

⌧ presenza di adeguate aperture di ventilazionein relazione alla potenzialità termica installata -se apparecchi di tipo C valutare comunquequanto al primo punto elenco degli elementida presidiare;

⌧ presenza di dispositivi di comando d’emergen-za posti in luogo presidiato e segnalati;

ELEMENTI CRITICI: consistono nel mancatorispetto:• delle voci sopra riportate, ad esempio assenza di

aperture di ventilazione – se richieste – o nellaloro più o meno involontaria ostruzione;

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IMPIANTI IN AMBIENTI PARTICOLARI

Impianti e apparecchiature elettriche

• delle prescrizioni di prevenzione incendi impar-tite in sede di progettazione, anche per la richie-sta di CPI, o dal Comando Provinciale dei Vigilidel Fuoco in sede di sopralluogo.

! CENTRALI TERMICHE:❑ sono in genere i locali d’ installazione d’appa-

recchi termici, alimentati a combustibile liqui-do o gassoso destinati a produzione di caloreper la cottura dei cibi o per riscaldamento eacqua calda da 100.000 kcal/h (116 kW) in suche quindi sono luoghi con potenziale rischiod’esplosione se alimentate a metano o a mag-gior rischio in caso d’incendio se a gasolio osimili;

⌧ gli elementi principali da presidiare accurata-mente coincidono sostanzialmente con quellidi cui agli ambienti precedenti.

ELEMENTI CRITICI: coincidono sostanzialmentecon quelle di cui agli ambienti precedenti.

! PALESTRE:❑ Sono quegli ambienti dove si svolgono attività

sportive con o senza la presenza di pubblico.- nel caso, di presenza di più di 100 persone,

l’ambiente assume connotazioni di locale dipubblico spettacolo e ad esso si applicano le dis-posizioni di cui al DM 18/03/96 che sono pra-ticamente le stesse dei locali o sale multiuso concapienza come sopra;

⌧ qui ci basti dire che questi sono comunqueambienti valutati o da valutare in ambito dirichiesta del certificato di prevenzione incendie di Commissione di Vigilanza sui Locali diPubblico Spettacolo e quindi gli impianti devo-no godere per definizione di progettazioni erealizzazioni accurate che tengano conto ditutti gli elementi previsti dal DM citato

- nel secondo caso, cioè senza pubblico o se <100persone, è comunque necessario che gli impian-ti elettrici siano a regola d’arte e sia presenteun’illuminazione di sicurezza per vie di esodo euscite che assicuri 5 lux a 1 metro di altezza dalpiano di calpestio

ELEMENTI CRITICI: in palestre con oltre 100 per-sone gli elementi critici sono generalmente mino-ri e si riassumono perlopiù in carenze di manuten-zione. In palestre sino a 100 persone sono gene-ralmente rappresentati da: carenze di manutenzio-ni; assenza di griglie di protezione meccanica suapparecchi d’illuminazione ordinaria e di sicurez-za; presenza, a volte, di impianti vetusti con, adesempio prese a spina senza alveoli protetti. Porreattenzione alle procedure di verifica periodicadegli impianti di messa a terra delle palestre site inedifici separati dalle scuole.

! AULE MAGNE O SALE POLIFUNZIONALI.❑ Sono quegli ambienti della scuola con capien-

za superiore a 100 persone, non destinate uni-camente ad ospitare collegi docenti o similiche assumono caratteristiche di locali di pub-blico spettacolo, richiedendo il rispetto delleprescrizioni di cui al DM 19/08/96;

⌧ vale quanto riportato per le palestre con pub-blico (ambienti precedenti) per capienze supe-riori a 100 persone che in sintesi richiede accu-rate valutazioni e realizzazioni per impianti d’il-luminazione ordinari e di sicurezza, disposizio-ni di quadri e condutture, comandi d’emer-genza, alimentazioni di sicurezza - per ulterioriapprofondimenti vedere la Norma CEI 64-8/7Sezione 752.

! SERVIZI IGIENICI CON BAGNI O DOCCE:❑ I servizi igienici sono ambienti particolari se vi

è la presenza di docce o vasche da bagno.Inoltre meritano particolare attenzione quandosono destinati anche all’uso di persone diversa-mente abili;

⌧ con docce o vasche da bagno si definisconozone convenzionali entro cui l’impianto elettri-co o non deve esservi o se c’è può avere con-notati particolari. In linea di massima più si èvicini al piatto doccia e alla vasca meno deveesservi (distanza critica 60 cm in orizzontale e2,25 m in verticale). La specifica valutazionedel contesto deve essere ancora una voltaoggetto di interesse progettuale;

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IMPIANTI IN AMBIENTI PARTICOLARI

Impianti e apparecchiature elettriche

⌧ anche dove non presenti docce o vasche porreattenzione ai gradi di protezione dei compo-nenti elettrici sotto il profilo della penetrazionedei liquidi, specialmente dove per la pulizia siusano getti d’acqua (richiesto IP X5);

⌧ nei servizi igienici destinati all’uso anche daparte di persone diversamente abili è richiestala presenza di un campanello d’allarme postoin prossimità della tazza e dell’eventuale vascao doccia. Qui vale la pena dire che è orienta-mento comune in ambito progettuale preve-dere l’installazione di un sistema di chiamatacon auto ritenuta – una volta azionato conti-nua a suonare sino a che viene tacitato e ripri-stinato manualmente-generalmente posto inprossimità o all’interno del locale del servizioigienico. Soluzioni diverse non parrebbero vie-tate dalle varie norme ma è parere dello scri-vente che vadano adottate o comunque valu-tate nell’ambito di una più generale valutazio-ne del rischio (Dlgs 626/94) che tenga contodegli aspetti organizzativi e procedurali dellasingola scuola, anche legati alla sorveglianzainterna, e le disposizioni degli spazi d’azione.

ELEMENTI CRITICI: stato di conservazione deicomponenti elettrici sotto il profilo dei gradi diprotezione IP; funzionalità dei sistemi di chiama-ta sia con che senza auto ritenuta.

! BIBLIOTECHE E ARCHIVI:❑ Rilevano qui i locali, con le destinazioni d’uso

in oggetto, che abbiano una classe del com-partimento antincendio pari o superiore a 30;

⌧ sono comunque ambienti da valutare nel-l’ambito di richiesta del Certificato diPrevenzione Incendi; in assenza di altri dati èopportuno mantenere i materiali, in catasta,distanti il più possibile da parti dell’impiantoin grado di costituire fonte d’innesco perincendi;

⌧ in alcuni casi è richiesta la realizzazione diimpianti di rilevazione fumi o di estinzioneautomatici.

ELEMENTI CRITICI: carenze di valutazione, avolte conseguenti ad approcci progettuali noncomplessivi.

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DISPOSITIVI ELETTRICI DI EMERGENZA E PREVENZIONE INCENDI

Impianti e apparecchiature elettriche

Le scuole con più di 100 persone, sono soggetteall’applicazione del D.M. 26/08/92 che prevede pre-scrizioni specifiche anche per gli impianti elettrici.

L’INTERRUTTORE GENERALE E IL RELATIVOCOMANDO D’EMERGENZAQuesto dispositivo dell’im-pianto della scuola deveessere posto in posizionesegnalata (è opportunocollocarlo all’esterno dell’e-dificio in prossimità deicontatori di energia inmodo da consentire lamessa fuori tensione di tuttigli impianti posti all’interno) e va munito di uncomando di sgancio a distanza, - fig. 1 - posto nellevicinanze dell’ingresso principale o in posizione presi-diata (ad es. locale bidelli / segreteria).

L’ALIMENTAZIONE DEI SERVIZI DI SICUREZZADeve essere prevista un’alimentazione di sicurezzafornita da apposita sorgente distinta da quella ordi-naria, (ad es. un gruppo di continuità), con autono-mia di almeno 30 minuti e ricarica entro 12 ore, alfine di alimentare esclusivamente quanto indicato aiseguenti punti A) e B):

A) IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA:Deve garantire unlivello di illumina-mento minimo(pari a 5 lux) dellevie di fuga e delle uscite, - fig. 2 - in caso di mancatofunzionamento dell’impianto di illuminazione ordina-ria (ad es. per guasto o black-out);

B) SISTEMA DI ALLARMEDeve essere previsto un sistemadi allarme in grado di avvertiretutti gli occupanti in caso dipericolo; il comando di aziona-mento dell’allarme – fig. 3 - vacorrettamente segnalato e col-locato in un locale costante-mente presidiato durante il fun-zionamento della scuola.Nelle scuole fino a 500 persone per il segnale d’allar-

me può essere utilizzato l’impianto a campanelli dellascuola, avendo convenuto un particolare suono.Nelle scuole con più di 500 occupanti, deve essereinstallato anche un impianto ad altoparlanti per lagestione dell’emergenza.

LE PROVE PERIODICHEI dispositivi di emergenza vanno provati periodica-mente in modo da accertarne il corretto funziona-mento e deve essere disponibile una documentazio-ne delle verifiche effettuate (registro dei controlli).

IL PIANO DI EMERGENZANel piano di emergenza vanno previste corrette edettagliate modalità di utilizzo dei dispositivi di sicu-rezza citati, in relazione alle procedure di emergenzastabilite (ad es. come e quando è necessario aziona-re l’interruttore generale) al fine di evitare manovreinopportune o addirittura controproducenti per lagestione dell’emergenza.

ELEMENTI CRITICI:I sistemi di alimentazione di sicurezza costituiti gene-ralmente da dispositivi elettronici dotati di batterie,(come ad esempio negli apparecchi di illuminazione)sono soggetti a rapido decadimento e quindi ne vaprovata periodicamente l’efficienza;A volte il segnale di allarme può essere confuso conaltre segnalazioni acustiche (ad es. segnale orariolezioni) oppure non è chiaramente udibile in tutti ilocali della scuola, ove possibile quindi è consigliabilepredisporre un impianto dedicato.L’impianto di allarme, deve poter funzionare anche inassenza dell’energia elettrica di rete e quindi deveessere dotato di sorgente di alimentazione autonomacome sopra specificato. La funzione dei comandi elet-trici di emergenza spesso non è correttamente indica-ta, causando possibili azionamenti intempestivi insituazioni di panico. Tali comandi inoltre, sono a voltecollocati in posizione inadeguata o comunque nonfacilmente accessibili. I piani di emergenza delle scuo-le, non sempre prevedono un utilizzo adeguato deidispositivi di emergenza installati, a causa anche diuna conoscenza insufficiente da parte del personalescolastico circa le corrette modalità di funzionamen-to, che andrebbero perciò sempre illustrate - anchefornendo i manuali d’uso - da parte di chi ha provve-duto alla loro progettazione o installazione.

fig 2

fig. 1

fig. 3

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IMPIANTI ASCENSORI

Impianti e apparecchiature elettriche

NORMATIVA E ADEMPIMENTI BUROCRATICI

Il 10/6/1999 è stato pubblicato il D.P.R. 30 aprile1999 n. 162 regolamento attuativo del recepimentoitaliano della Direttiva 95/16 CE per il ravvicinamen-to delle legislazioni degli Stati membri relative agliascensori (“Regolamento recante norme per l’attua-zione della direttiva 95/16/CE sugli ascensori e disemplificazione dei procedimenti per la concessionedel nulla osta per ascensori e montacarichi nonchédella relativa licenza d’esercizio”).L’applicazione del decreto riguarda gli ascensorinuovi. Per la messa in esercizio degli ascensori e mon-tacarichi in servizio privato, il proprietario od un suolegale rappresentante deve comunicare al comune,competente per territorio, la messa in esercizio deimontacarichi e degli ascensori non destinati al servi-zio pubblico di trasporto. Questa comunicazionedeve essere effettuata entro dieci giorni dalla datadella dichiarazione di conformità dell’impianto rila-sciata dall’installatore.

DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ DELL’IMPIANTOE’ costituita dalla dichiarazione di conformità CE deicomponenti di sicurezza, elencati nell’allegato IVdella Direttiva 95/16 CE, e della dichiarazione CE diconformità dell’impianto.La comunicazione del proprietario al comune devecontenere: a) l’indirizzo dello stabile ove è installato l’impianto;b) la velocità, la portata, la corsa, il numero delle fer-

mate e il tipo di azionamento; c) il nominativo o la ragione sociale dell’installatore o

del costruttore del montacarichi, ai sensi dell’arti-colo 2, comma 2, del D.P.R. 24 luglio 1996, n.459;

d) la copia della dichiarazione di conformità di cuiall’articolo 6, comma 5 della Direttiva 95/16 CE;

e) l’indicazione del soggetto incaricato di effettuare leverifiche periodiche sull’impianto, ai sensi dell’arti-colo 13, comma 1, che abbia accettato l’incarico.

- L’ufficio competente del comune assegna entro30 giorni, un numero di matricola e lo comunicaal proprietario od al suo legale rappresentantedandone contestualmente notizia al soggettocompetente per l’effettuazione delle verifiche.

- Quando si apportano modifiche costruttive il pro-prietario, previo adeguamento dell’impianto, perla parte modificata o sostituita nonché per le altreparti interessate alle disposizioni del presenteregolamento, invia la comunicazione al comunecompetente per territorio nonché al soggettocompetente per l’effettuazione delle verificheperiodiche.

- È fatto divieto di porre o mantenere in esercizioimpianti per i quali non siano state effettuate,ovvero aggiornate a seguito di eventuali modifi-che, le comunicazioni all’Autorità competente.

VERIFICHE PERIODICHEIl D.P.R. in oggetto prescrive l’obbligo di verificabiennale per tutti gli ascensori e montacarichi pree-sistenti e/od installati dopo il 30/06/1999.Il proprietario o il suo legale rappresentante può affi-dare l’incarico di tale verifica a: 1) Azienda Sanitaria Locale competente per territorio 2) Organismi di certificazione notificatiLe verifiche devono essere effettuate da tecnici forni-ti di laurea in ingegneria iscritti all’albo professionale.Il soggetto verificatore rilascia al proprietario e alladitta incaricata di manutenzione copia del verbalerelativo che nel caso abbia avuto esito negativo,dovrà, sempre a cura del soggetto verificatore, esse-re inoltrata al comune competente per i provvedi-menti del caso.

VERIFICHE STRAORDINARIEGli impianti la cui verifica periodica abbia avuto esitonegativo, sono assoggettati a verifica straordinariache va eseguita dallo stesso soggetto incaricato delleverifiche. Anche in caso di incidenti di notevole importanza ilproprietario o chi per esso dà comunicazione dell’ac-caduto al comune che dispone il fermo dell’impian-to. Per la rimessa in servizio necessita una verificastraordinaria da parte dell’organo di controllo. Sia per le verifiche periodiche che per quelle straordi-narie il proprietario deve fornire i mezzi (carichi) e gliaiuti (manutentori) indispensabili perché siano ese-guite le verifiche dell’impianto.

MANUTENZIONELa manutenzione deve essere affidata a Ditta o per-

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IMPIANTI ASCENSORI

Impianti e apparecchiature elettriche

sona qualificata: in ogni caso gli interventi devonoessere effettuati da personale abilitato. Il manutentore provvede periodicamente secondo leesigenze dell’impianto: - a verificare il regolare funzionamento dei dispositivi

meccanici, idraulici ed elettrici e, in particolare delleporte dei piani e delle serrature;

- a verificare lo stato di conservazione delle funi edelle catene;

- alle operazioni normali di pulizia e di lubrificazionedelle parti.

Il manutentore provvede, almeno una volta ogni seimesi per gli ascensori e almeno una volta all’anno peri montacarichi: - a verificare l’integrità e l’efficienza del paracadute,

del limitatore di velocità e degli altri dispositivi disicurezza;

- a verificare minutamente le funi, le catene e i loroattacchi;

- a verificare l’isolamento dell’impianto elettrico el’efficienza dei collegamenti con la terra;

- ad annotare i risultati di queste verifiche sul librettodi cui deve essere dotato l’impianto.

LIBRETTO E TARGAGli impianti preesistenti sono già provvisti di libretti(ex ENPI od ISPESL) dove possono venire allegati iverbali delle verifiche ed i documenti che via via ven-gono agli atti per modificazioni a seguito di ristruttu-razione degli impianti. Per i nuovi impianti si può fare ricorso ad un model-lo analogo a quello utilizzato da ISPESL, che in ognicaso può essere reso più snello e funzionale dal sog-getto incaricato delle verifiche. Ogni cabina deve essere provvista di cartelli con leavvertenze per l’uso (fornita dal costruttore) e ditarga recante le seguenti indicazioni: soggetto incari-cato di effettuare le verifiche periodiche, installatore enumero di fabbricazione, numero di matricola, por-tata complessiva in chilogrammi, numero massimodi persone che possono accedere nella cabina.

NOTE PER L’UTILIZZATORE(Come usarlo correttamente)La portata: possono essere trasportate persone e glioggetti a loro seguito, rispettando i limiti di caricoimposte dalle caratteristiche costruttive dell’impianto

e dichiarati dal costruttore nella targa esposta incabina e seguendo alcune regole d’uso. La portataindicata nella targa esposta in cabina rappresenta ilpeso massimo complessivo, persone più oggetti chepuò essere caricato e trasportato. La capienza: per capienza s’intende il numero mas-simo di persone che possono accedere nella cabina.Viene calcolata dividendo la portata per un peso stan-dard di 75 kg.La superficie della cabina ed il limitatore di carico:la superficie della cabina è realizzata in funzione dellaportata e capienza; le sue dimensioni sono determi-nate da queste grandezze.Nei nuovi ascensori, collaudati dopo il 26/06/1999 èobbligatorio un dispositivo di sovraccarico che qua-lora venga superata la portata ammissibile, deveimpedire la partenza dell’ascensore.Le persone: negli ascensori può viaggiare chiunquetranne i minori di 12 anni se non accompagnati dapersone di età più elevata. In alcuni casi relativi adascensori risalenti a scorsi decenni ed ancora in eser-cizio, a causa delle dimensioni della cabina e delleporte non adeguate rimangono esclusi dall’uso del-l’ascensore i disabili trasportati su sedia a ruote.La Direttiva Ascensori prevede che i nuovi impiantidebbano essere realizzati in modo da rendere possi-bile e facilitare l’uso da parte dei disabili. Per i vecchiimpianti installati prima dell’entrata in vigore dellaDirettiva Ascensori ma successivi al 1989, esiste unalegislazione di riferimento (legge 13/89 e D.M. 236 )per l’abbattimento delle barriere architettoniche cheincentiva, giuridicamente ed economicamente, l’a-deguamento degli ascensori alle esigenze dei disabi-li.Gli oggetti trasportati. Possono essere trasportatianche oggetti diversi da quelli personali purché:1) la portata dell’ascensore non venga superata;2) il numero delle persone in cabina venga ridotto

adeguatamente;3) la natura degli oggetti trasportati, la loro forma,

dimensione, peso, collocazione in cabina noncostituiscano un rischio per le persone trasportate;

Cosa fare durante l’attesa della cabina:1) sostare a dovuta distanza dalle porte di piano; 2) vietato appoggiarsi alle porte di piano o spingere

qualcuno contro di esse; 3) non gettare oggetti nel vano corsa;

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IMPIANTI ASCENSORI

Impianti e apparecchiature elettriche

Prima di entrare in cabina è necessario:1) verificare l’effettiva presenza della cabina;2) verificare il livello della cabina rispetto al piano,

facendo attenzione al gradino, cioè il dislivello chepuò formarsi tra soglia di piano e porta di cabina,soprattutto negli impianti ad una velocità, cioèsenza graduale rallentamento. Avvisare la ditta dimanutenzione se il gradino supera i 150 mm.

3) nel caso impianti semiautomatici e manuali, aprirecon cautela le porte di piano e di cabina;

4) lasciare uscire le persone che devono scendere,prima di entrare in cabina.

Quando si è entrati in cabina e durante il traspor-to è vietato:1) fumare (Legge 3/2003);2) tenere aperte e bloccate le porte di piano impe-

dendo la marcia dell’impianto,3) cercare di ridurre il tempo di apertura delle porte

automatiche forzando le antine con le mani;4) fare movimenti che possono dar luogo ad urti con-

tro le pareti della cabina, evitare di saltare, perchél’ascensore potrebbe bloccarsi;

5) aprire le porte della cabina fino a quando non èferma al piano;

6) utilizzare il pulsante di “alt” di cabina quando nonè necessario;

7) utilizzare il pulsante di “allarme” inutilmente- se l’ascensore si blocca, rimanere calmi ed aziona-

re il pulsante di “allarme”, o utilizzare il telefonoposto in cabina, se esiste. Rimanere calmi in atte-sa della riattivazione.

- se l’ascensore non si ferma al piano o se le portenon si aprono quando l’ascensore è al piano, nontentare mai di forzare le porte per aprirle e nontentare di uscire, esiste il pericolo di scivolamentoin fossa; rimanere calmi, azionare il pulsante di“allarme” ed attendere.

Uscendo dalla cabina1) Verificare l’effettivo livello di arrivo al piano; facen-

do attenzione al gradino, cioè il dislivello che puòformarsi tra soglia di piano e porta di cabina.Avvisare la ditta di manutenzione se il gradinosupera i 150 mm.

2) nel caso impianti semiautomatici e manuali, apri-re con cautela le porte di piano e di cabina e poidopo l’uscita, accertarsi di averle richiuse;

3) Se le porte non si aprono quando l’ascensore è al

piano, non farsi prendere dal panico, azionare ilpulsante di “allarme” ed attendere;

4) nell’allontanarsi dalle porte durante la chiusura,fare attenzione agli abiti con strascichi, alle sciarpeed agli oggetti sporgenti che potrebbero rimane-re intrappolati tra le porte.

5) è vietato lasciare in cabina dei carichi fissi;6) nel caso di trasporto di animali, fare attenzione al

guinzaglio.Saper affrontare l’emergenzaNon usare l'ascensore: 1)in caso d'incendio; 2)in caso di terremoto;E’ sconsigliato usare l'ascensore:1) in caso di temporali, potrebbe mancare corrente

elettrica;2) quando c’è la possibilità che nell’edificio non ci sia

nessuna persona.Come facilitare il pronto intervento di emergenza-Locale macchina (locale ascensore)

- Garantire la facile e rapida accessibilità al localemacchina.

- La porta del locale macchina deve essere semprechiusa, la chiave deve essere ben custodita, imme-diatamente identificabile e disponibile all’occor-renza.

- Nel locale macchina può accedere solo il personaledella ditta di manutenzione od eventualmente per-sonale addestrato per la manovra di emergenza.

- Il locale macchina deve sempre essere sgombrodal materiale estraneo al funzionamento dell’a-scensore

- Il locale macchina non deve essere utilizzato comedeposito di oggetti vari.

- Nel locale ascensore devono essere presenti e benvisibili:

a) cartelli con le istruzioni per la manovra di emer-genza;

b) chiave o attrezzo di emergenza per l’apertura delleporte.

La manovra di emergenza deve essere eseguita dapersonale della ditta di manutenzione o da persona-le addestrato per tale manovra.

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L’IMPIANTO DI PROTEZIONE DA SCARICHE ATMOSFERICHE

Impianti e apparecchiature elettriche

LA PROTEZIONE DELLE SCUOLE DAI RISCHIDOVUTI AI FULMINIL’obbligo di proteggere tutti gli edifici scolasticidi ogni ordine e grado è espressamente previstodal DM 18.12.75, alla luce del quale moltescuole sono state dotate negli anni di impiantiparafulmine, generalmente del tipo a gabbia(una maglia metallica che sovrasta l’edificio alloscopo di captare gli eventuali fulmini e convo-gliarli a terra) nell’intento di evitare danni a per-sone e cose. Le attuali norme tecniche CEI - EN consentonodi valutare l’effettiva probabilità di fulminazionedell’edificio ed i possibili fattori di rischio in rela-zione alle caratteristiche della struttura, alla suaubicazione e a quanto in essa contenuto, sta-bilendo a priori quindi se il rischio è da ritenersiaccettabile o meno. Spesso si è visto come molti dei danni dovuti aifulmini non siano causati dalla scarica che col-pisce direttamente l’edificio (fulminazionediretta) bensì da sovratensioni che vengonotrasmesse all’interno dello stesso da linee elet-triche, linee telefoniche, tubazioni metalliche,ecc... anche per fulmini caduti ad elevatadistanza dall’edificio interessato (si parla di ful-minazione indiretta).Una volta valutati i fattori di rischio, le stessenorme tecniche indicano i provvedimenti even-tualmente necessari e le corrette modalità diprotezione da adottare .Statisticamente si è visto però come la maggio-ranza delle scuole ma più in generale molti altriedifici non necessitino di un impianto paraful-mine contro le scariche dirette, ma piuttosto dialtri sistemi atti a limitare l’effetto delle sovra-tensioni dovute a fulminazioni indirette come,

tensioni elettriche pericolose per le persone,danni ad apparecchiature elettriche sensibili,incendi, ecc....L’obbligo di protezione degli edifici scolastici,va inteso oggi quindi come necessità di valuta-re il rischio dovuto al fulmine e non più comenecessità di realizzare a priori un impianto para-fulmine che, come detto, deve essere semprepreventivamente valutata.

LA DENUNCIA DELL’IMPIANTO DI PROTEZIONE CONTRO I FULMINIAnalogamente a quanto indicato per l’impiantodi messa a terra, vanno denunciati anche gliimpianti parafulmine mediante l’invio delladichiarazione di conformità all’ASL e all’ISPESL .Gli stessi impianti devono essere sottoposti averifiche periodiche da parte dell’ASL o degliOrganismi Abilitati, sempre su richiesta dell’en-te proprietario dell’edificio, secondo quantoindicato nel DPR 462/01. A differenza degli impianti di terra però, taliobblighi riguardano solo le scuole realizzate supiù piani e occupate da più di 500 persone, percui in tutti gli altri casi, nulla va inviato all’ASL eall’ISPESL e non sono richieste verifiche obbliga-torie.

ELEMENTI CRITICIanche per gli edifici dotati di impianti “paraful-mine” preesistenti, va effettuata la valutazionedel rischio di fulminazione.Quando la valutazione evidenzia che la struttu-ra è “autoprotetta” (non necessità cioè diimpianto di protezione), non sono richiesti ulte-riori adempimenti.

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IL CERTIFICATO DI PREVENZIONE INCENDI GENERALE

Certificato di prevenzione incendi

Ogni edificio scolastico, deve essere costruito inmodo tale da ridurre al minimo i rischi di incen-dio, e da minimizzare i danni e i rischi alle per-sone nel caso dell’effettivo verificarsi di un incen-dio. Una materia di grande importanza, sogget-ta al controllo primario dei Vigili del Fuoco.

INFORMAZIONI GENERALIOgni edificio scolastico con una presenza “pre-vedibile” di oltre 100 persone (considerando siagli studenti che il personale docente e nondocente) deve essere in possesso del Certificatodi Prevenzione Incendi (CPI), rilasciato dal com-petente Comando provinciale dei Vigili delFuoco. Anche le scuole più piccole, con meno di100 persone, sono comunque soggette a preci-se norme di legge in materia, dettate dalDecreto Ministeriale 26 agosto 1992.

In relazione al limite delle 100 persone, è benesottolineare che esso si riferisce alla presenza“prevedibile e potenziale” di persone, a non aquella effettiva.Il CPI è costituito, in pratica, da un progetto incui sono descritti e dettagliati tutti i sistemiantincendio passivi e attivi presenti nella scuola– strutture murarie, compartimentazioni, portetagliafuoco REI, scale di sicurezza, vie di fuga euscite di emergenza, tipo e posizione degli estin-tori e degli idranti, sistemi di allarme etc - conl’obiettivo di evitare lo svilupparsi di un incen-dio, impedire o limitare la sua diffusione, per-mettere una veloce e sicura evacuazione dell’e-dificio. Tale progetto, redatto da professionistiabilitati, deve quindi essere presentato per l’ap-provazione al Comando Provinciale dei Vigili delFuoco, il quale potrà approvarlo con o senzaprescrizioni, rilasciando quindi il CPI vero e pro-prio. Il CPI ha una scadenza di sei anni: anche inassenza di variazioni è necessario richiedere for-malmente il rinnovo ai Vigili del Fuoco.E’ inoltre bene precisare che il CPI dell’ edificioscolastico non comprende la centrale termica(vedere scheda specifica), soggetta ad una sepa-rata procedura autorizzativa, con un proprio CPI.

ELEMENTI CRITICIPer le scuole di nuova o recente costruzione, inparticolare quelle progettate dopo il 1992, nondovrebbero esserci particolari problemi: larichiesta del CPI dovrebbe essere stata inviata aiVigili del Fuoco contestualmente al progetto, equindi dovrebbe essere presente agli atti del-l’ente proprietario anche la relativa risposta. Viceversa, i problemi possono sussistere per gliedifici più vecchi, per i quali possono rendersinecessari onerosi interventi di ristrutturazione. Inquesti casi, potrebbe non esistere nessun CPI eaddirittura nessun progetto specifico finalizzatoalla sicurezza antincendio, con parallele carenzedi sicurezza strutturali più o meno gravi: assenzadi scale di sicurezza esterne, numero insufficien-te di vie di fuga e uscite di emergenza, insuffi-ciente numero di estintori etc.In alcuni casi, pur in presenza di un progetto diadeguamento antincendio dell’edificio scolasti-co, i lavori potrebbero non essere stati eseguiti,in genere per problemi finanziari degli enti pro-prietari.In altre situazioni potrebbe invece essere presen-te il cosiddetto Nulla Osta Provvisorio (NOP),definibile come un CPI semplificato: in pratica,una autorizzazione rilasciata dai Vigili del Fuocosulla base dell’esistenza “delle misure più urgen-ti ed essenziali di prevenzione incendi”.Occorre sottolineare che il recente DecretoMinisteriale 29.12.2005 ha previsto, in un arcotemporale di tre anni a partire dal primo giugno2006, il superamento del regime transitorio deiNOP, peraltro in vigore dal 1984.

INDICAZIONIPrima di tutto, occorre verificare se il progettoantincendio è stato presentato ai Vigili delFuoco, e se esiste la relativa risposta favorevole,ovvero il CPI. Occorre poi verificare se, successi-vamente al rilascio del CPI, sono stati eseguitilavori tali da mutare la realtà dell’edificio, ren-dendo quindi necessaria la presentazione di unnuovo progetto antincendio ai Vigili del Fuoco,per il rilascio di un nuovo CPI.

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IL CERTIFICATO DI PREVENZIONE INCENDI GENERALE

Certificato di prevenzione incendi

Per gli edifici progettati dopo il 1992, nondovrebbero esserci problemi, mentre viceversa lasituazione si complica per gli edifici via via piùvecchi. In questi casi, è necessario esaminaretutta la documentazione progettuale, per verifi-care l’esistenza di uno specifico progetto antin-cendio, e il suo eventuale invio ai Vigili delFuoco.

In assenza di uno specifico progetto antincendio(e quindi del CPI), si è presumibilmente in pre-senza di carenze di sicurezza strutturali più omeno gravi: è necessario attivarsi immediata-mente, realizzando un progetto di adeguamen-to antincendio dell’edificio, con indicati gli inter-venti strutturali da mettere in atto. Tale proget-to dovrà quindi essere inviato per approvazioneai Vigili del Fuoco.

Anche in presenza di NOP, occorre attivarsi perl’ottenimento del definitivo CPI (entro il primogiugno 2009).

A questo punto, inevitabilmente, occorre fare iconti con i problemi economici degli enti pro-

prietari delle scuole (ad esempio i Comuni): nondi rado, nelle scuole sono presenti ottimi pro-getti antincendio, già approvati da molti annidai Vigili del Fuoco, ma non ancora realizzati permancanza di finanziamenti.

Nella procedura di richiesta del CPI, si ricordache il dirigente scolastico ha la re-sponsabilità di“avanzare la richiesta”, in quanto soggetto“responsabile dell’attività”. Una volta avanzataformalmente tale richiesta, la responsabilitàpassa all’ente pro-prietario dell’edificio (adesempio i Comuni), per l’effettiva e concreta rea-lizzazione degli interventi strutturali e di messain sicurezza previsti nella richiesta di CPI.

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Decreto Legislativo 19 settembre 1994 n. 626

ISPESL: “Profili di rischio” nel comparto edificiscolastici (su www.ispesl.it/profilidirischio/)

Decreto Ministeriale 26 agosto 1992

Decreto Ministeriale 29 dicembre 2005

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CENTRALE TERMICA PER RISCALDAMENTO AMBIENTI

Prevenzione incendi

Una centrale termica è composta, per definizione,da un impianto tecnologico per la produzione diacqua calda sotto pressione, con temperaturanon superiore a quella d’ebollizione a pressioneatmosferica e da un locale di adeguate caratteri-stiche ove è installato l’impianto tecnologico.

IMPIANTO TECNOLOGICONel merito il DM 01/12/1975 stabilisce che tuttigli impianti di potenzialità globale dei focolarisuperiori a 30.000 kcal/h debbano essere sotto-posti alla seguente procedura:❑ progettazione eseguita da professionista abili-

tato (ingegnere o altro tecnico abilitato);❑ realizzazione dell’impianto da parte d’impresa

installatrice abilitata, che deve:◆ attenersi al progetto di cui sopra;

◆ utilizzare materiali e componenti realizzatisecondo le norme tecniche di sicurezza;

◆ inoltrare all’ISPESL, competente per territoriod’installazione, la denuncia d’impianto corre-data del relativo progetto;

◆ rilasciare la dichiarazione di conformità, di cuiall’art. 9 Legge 46/90;

❑ esame della conformità del progetto allenorme tecniche di cui al DM 01/12/1975 daparte dell’ ISPESL, che provvede a comunicar-ne le risultanze al richiedente;

❑ previo buon esito dell’esame del progetto,accertamento da parte dell’ISPESL competentedella rispondenza dell’impianto al progettoprecedentemente approvato;

❑ previo esito positivo dell’accertamento di cuisopra, rilascio da parte dell’ISPESL di unLibretto Matricolare.

Note importanti: la denuncia dell’impianto deve essere ripresenta-ta all’ISPESL nei casi di: - modifiche interessanti i dispositivi di sicurezza

e di protezione;- aumento della potenzialità nominale dei gene-

ratori;- variazione in aumento della pressione di targa

dei generatori;- incidenti o gravi avarie devono essere denun-

ciati dall’utilizzatore, all’ISPESL ed all’ASL,entro 24 ore dall’evento.

Inoltre a cura del titolare dell’attività dovrà esserepredisposto un registro dei controlli periodici, ovesiano annotati tutti gli interventi atti a garantirel’efficienza e la sicurezza dell’impianto; tale regi-stro va mantenuto costantemente aggiornato edisponibile per i controlli delle Autorità compe-tenti.L’attività di controllo e manutenzione va svolta dapersona qualificata, previo incarico da parte delproprietario dell’impianto ad in accordo allaLegge 46/90.LOCALE D’INSTALLAZIONE - aspetti afferenti alCertificato di Prevenzione Incendi (CPI)Il DM 16/02/1982 stabilisce che le centrali termi-che con potenzialità globale dei focolari superiorea 30.000 kcal/h (35 kW) e sino a 100.000 kcal/h(116 kW) non necessitano di CPI (è sufficiente unattestazione di avvenuto deposito del progettopresso l’ufficio tecnico comunale).Il CPI è invece obbligatorio per le centrali termi-che con potenzialità globale dei focolari superiorea 100.000 kcal/h (116 kW).Ai fini dell’ottenimento del CPI, i locali d’installa-zione debbono rispondere a determinati requisitiriguardanti:• ubicazione e caratteristiche costruttive del locale;• aperture d’aerazione;• accesso;• porte;• disposizione degli impianti all’interno dei locali;• tubazioni d’adduzione del combustibile;• serbatoio di stoccaggio combustibile liquido. Si segnala che:❑ il DM 12/04/1996 detta regole tecniche per gli

impianti termici alimentati da combustibili gas-sosi;

❑ il DM 28/04/2005 detta regole tecniche per gliimpianti termici alimentati da combustibileliquido.

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CENTRALE TERMICA PER RISCALDAMENTO AMBIENTI

Prevenzione incendi

Appare utile rammentare che i locali d’installazio-ne d’impianti per la produzione centralizzata diacqua calda devono essere destinati esclusiva-mente agli impianti tecnologici.Il rilascio del CPI, su richiesta dei soggetti obbli-gati, è subordinato all’espletamento dell’attivitàdi controllo dei Comandi Provinciali dei Vigili delFuoco sul rispetto delle condizioni di sicurezza perla prevenzione incendi.La relativa procedura, di cui al DPR n° 37 del12/01/98 e alla Circolare Ministeriale n° 9/98,può essere, di massima, riassunta come segue:• il titolare deve presentare un progetto ai VV. FF.;• i VV. FF esaminano il progetto e ove ne ricorra il

caso richiedono ulteriori chiarimenti o docu-mentazioni aggiuntive;

• in caso d’approvazione del progetto appongo-no un timbro ufficiale, controfirmato e datato;

• il titolare esegue quanto a progetto ivi compre-se le modifiche eventualmente richieste dai VV.FF;

• al termine delle opere e prima dell’inizio dell’at-tività deve richiedere il sopralluogo ai VV. FF.;

• se l’esito del sopralluogo è positivo viene rila-sciato il CPI.

N.B. : dopo il 1998 può essere presentata daparte dell’utente, una dichiarazione di inzio attivi-tà, la quale con richiamo alla rispondenza delleopere eseguite al progetto approvato, consentel’inizio dell’attività anche nelle more del sopral-luogo dei VV. FF., che va comunque richiesto.

Si richiamano di seguito i principali obblighi con-nessi con l’esercizio dell’attività – art. 5 del DRP37/98:

❑ mantenimento in efficienza delle misure di sicu-rezza antincendio;

❑ effettuazione di verifiche di controllo ed inter-venti di manutenzione secondo le cadenzeindicate dal Comando Provinciale dei Vigili delFuoco;

❑ adeguata formazione e informazione del perso-nale dipendente;

❑ istituzione di apposito registro su cui annotaregli interventi relativi ai punti predenti;

❑ riavvio di nuova procedura presso il ComandoProvinciale dei Vigili del Fuoco nel caso di modi-fiche che comportino un alterazione delle preesi-stenti condizioni di sicurezza antincendio.

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ALLEGATI

Igiene e sicurezza sul lavoro

VERIFICA ADEMPIMENTI IN TEMA DI IGIENE E SICUREZZA SUL LAVORO Servizio preposto : SISL - Servizio Impiantistica e Sicurezza Lavoro -

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ALLEGATI

Igiene e sicurezza sul lavoro

VERIFICA ADEMPIMENTI IN TEMA DI IGIENE E SICUREZZA SUL LAVORO Servizio preposto : SISL - Servizio Impiantistica e Sicurezza Lavoro –

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ALLEGATI

Sicurezza igienico sanitaria

VERIFICA ADEMPIMENTI IN TEMA DI SICUREZZA IGIENICO SANITARIA Servizio preposto : Servizio Igiene e Sanità Pubblica (SISP)

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ALLEGATI

Igiene e sicurezza sul lavoro

VERIFICA ADEMPIMENTI IN TEMA DI IGIENE E SICUREZZA SUL LAVORO Servizio preposto : Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro SPSAL

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ALLEGATI

Comuni visitati

ELENCO DEI COMUNI SUL CUI TERRITORIO È SITUATA ALMENO 1 SCUOLA VERIFICATA(suddivisi nei 5 Ambiti Territoriali geografici del Dipartimento di Prevenzione ASL)

Ambito 1 - BergamoAzzano San Paolo - Bergamo - Ciserano - Comun Nuovo - Curno - Dalmine - Gorle - Levate - Mozzo Osio Sotto- Ponteranica - Sorisole - Stezzano - Torre Boldone - Treviolo - Urgnano - Verdellino - Verdello Zanica

Ambito 2 - Bonate SottoAlme’- Almenno San Bartolomeo - Almenno San Salvatore - Ambivere - Barzana - Berbenno - Bonate Sopra -Bonate Sotto - Bottanuco - Brembate - Brembate Di Sopra - Calusco d’Adda - Capizzone - Capriate San Gervasio- Caprino Bergamasco - Carvico - Chignolo d’Isola - Cisano Bergamasco - Filago - Madone Mapello - Medolago- Paladina - Palazzago - Ponte San Pietro - Pontida - Presezzo - Rota Imagna - Sant’Omobono Terme - Solza -Sotto Il Monte Giovanni XXIII - Suisio - Terno d’Isola - Valbrembo – Villa d’Adda - Villa d’Alme’

Sede di ZognoBranzi - Brembilla - Camerata Cornello - Carona - Dossena - Gerosa - Olmo al Brembo - Oltre Il Colle -Piazzatorre - San Giovanni Bianco - San Pellegrino Terme - Santa Brigida - Sedrina - Serina - Taleggio - UbialeClanezzo - Valnegra - Vedeseta – Zogno

Ambito 3 – Trescore BalnearioAdrara San Martino - Adrara San Rocco - Albano San Alessandro - Bagnatica - Bolgare - Borgo di Terzo -Brusaporto - Calcinate – Casazza - Castelli Calepio - Cavernago - Cenate Sopra - Cenate Sotto - ChiudunoCredaro - Endine Gaiano - Entratico - Foresto Sparso - Gaverina Terme - Gorlago - Grassobbio - Grone - Grumellodel Monte - Montello - Mornico al Serio - Palosco - Parzanica - Pedrengo - Predore - San Paolo d’Argon - Sarnico- Scanzorosciate - Seriate - Spinone al Lago - Tavernola Bergamasca - Telgate - Trescore Balneario - Viadanica -Vigano San Martino – Vigolo-Villongo - Zandobbio

Sede di LovereCastro - Costa Volpino - Lovere - Solto Collina - Sovere

Ambito 4 - AlbinoAlbino - Alzano Lombardo - Casnigo - Cazzano Sant’Andrea - Cene - Colzate - Fiorano Al Serio - Gandino -Gazzaniga - Leffe - Nembro - Peia - Pradalunga - Ranica - Selvino - Vertova - Villa di Serio

Sede di ClusoneArdesio - Castione della Presolana - Cerete - Clusone - Colere - Gandellino - Gromo - Gorno - Oneta - Onore -Parre - Ponte Nossa - Premolo - Rovetta - Schilpario - Valbondione - Villa d’Ogna - Vilminore di Scalve

Ambito 5 - Treviglio -Arcene - Arzago d’Adda - Brignano Gera d’Adda - Calvenzano - Canonica d’Adda - Caravaggio - Casirate d’Adda- Castel Rozzone -Fara Gera d’Adda - Fornovo San Giovanni - Lurano - Misano Di Gera d’Adda - Mozzanica –Pagazzano- Pognano - Pontirolo Nuovo - Spirano - Treviglio

Sede di Romano di LombardiaAntegnate - Barbata - Bariano - Calcio - Cividate al Piano - Cologno al Serio - Cortenuova - Covo - Fara Olivanacon Sola - Fontanella - Ghisalba - Martinengo - Morengo - Pumenengo - Romano di Lombardia Torre Pallavicina

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ALLEGATI

Circolare Giunta Regione Lombardia

Il presente allegato riguarda sia i Dirigenti Scolastici che inviano i propri studenti presso imprese e scuoleper tirocini di formazione, sia Dirigenti Scolastici ed insegnanti (tutor/preposti) che ricevono presso le pro-prie strutture i tirocinanti o gli allievi in formazione provenienti da altri istituti.

Testo della Circolare della Giunta Regionale Lombarda – Direzione Generale Sanità

Data: 5/8/2004Protocollo H1.2004.0043793

Ai Direttori GeneraliAi Direttori Dipartimento di PrevenzioneAi Responsabili SPSALdelle ASL della Regione Lombardia

Al Direttore GeneraleFormazione, Istruzione e Lavoro

Loro sedi

Oggetto: Applicazione del D. Lgs 626/94 nelle strutture di formazione e situazioni di tirocinio

A seguito di richiesta di chiarimenti, da parte della Direzione Generale Formazione della RegioneLombardia, in merito all’oggetto, si ritiene opportuno fornire le seguenti indicazioni.

Ai sensi dell’art.2, comma 1, lettera a) del D. Lgs. 626/94, sono considerati lavoratori:• Gli utenti dei servizi di orientamento o di formazione scolastica, universitaria e professionale avviati pres-

so datori di lavoro per agevolare o per perfezionare le loro scelte professionali;• Gli allievi degli istituti di istruzione ed universitari e partecipanti a corsi di formazione professionale nei

quali si faccia uso di laboratori, macchine, apparecchi ed attrezzature di lavoro in genere, agenti chimi-ci, fisici e biologici.

A queste categorie, pertanto, si applicano tutte le tutele previste dalla normativa vigente in materia disicurezza ed igiene del lavoro.Il rappresentante legale, o figura altrimenti identificata in rapporto alla struttura dell’ente ( es. Preside oDirettore didattico nelle scuole pubbliche), è il datore di lavoro degli studenti della specifica struttura sco-lastica e, in base alla normativa vigente, deve provvedere ad assicurare la tutela della salute e della sicu-rezza degli studenti per le attività da loro svolte.

Il datore di lavoro dell’ente di formazione dovrà, quindi, come gli altri datori di lavoro, attuare quantoprevisto dalla normativa vigente, come ad esempio:• Effettuare la valutazione dei rischi;• Istituire il servizio di Prevenzione e Protezione e nominarne il responsabile;• Effettuare l’informazione e la formazione di tutti i lavoratori;• Attuare le necessarie misure di prevenzione dei rischi;• Attuare la sorveglianza sanitaria se necessaria.

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ALLEGATI

Circolare Giunta Regione Lombardia

Nel caso che il corso di studio preveda dei tirocini pratici si possono prevedere due casi:

1) Tirocinio interno alla struttura scolasticaIn questo caso tutte le misure di prevenzione, organizzative, tecniche e procedurali, saranno attuatedirettamente dal datore di lavoro dell’ente di formazione.

2) Tirocinio svolto presso strutture esterneIn questo secondo caso il datore di lavoro dell’ente di formazione, in analogia a quanto previsto per icontratti di appalto o contratti d’opera ( art. 7 del D. Lgs. 626/94), dovrà preventivamente verificarel’idoneità tecnico-professionale delle imprese individuate per il tirocinio in relazione ai compiti ad esseaffidati e cooperare con i datori di lavoro delle suddette imprese per coordinare le misure di preven-zione e protezione dai rischi sul lavoro.

Il datore di lavoro della struttura individuata per il tirocinio deve, invece, provvedere ad assicurare la tute-la della salute e della sicurezza dei propri dipendenti e di tutti coloro che, a titolo diverso ( appalti, tiroci-ni, formazione-lavoro ecc.) operano presso la struttura stessa in relazione ai rischi in essa presenti. Pertantospetta al datore di lavoro:• La valutazione dei rischi attinenti le lavorazioni svolte all’interno della propria impresa, comprese quel-

le svolte da operatori tirocinanti;• L’attuazione delle misure di prevenzione e protezione individuate come necessarie in rapporto ai rischi

evidenziati ed alla normativa vigente;• L’informazione e la formazione in relazione ai rischi evidenziati.

Per quanto attiene l’informazione agli allievi sui rischi:- al datore di lavoro dell’ente di formazione compete trattare gli aspetti di carattere generale;- al datore di lavoro della struttura individuata per il tirocinio compete trattare gli aspetti specifici inerenti

le lavorazioni svolte presso la struttura medesima dal tirocinante.

Analogamente per la formazione si può ragionevolmente affermare che l’ente di formazione deve prov-vedere alla formazione di base, mentre l’impresa presso la quale viene svolto il tirocinio deve svolgere laformazione specifica on the job.

Cordiali saluti.Il Direttore Generale(Dr. Carlo Lucchina)

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ALLEGATI

Modello di trasmissione di dichiarazione

di conformità per nuovo impianto

A.S.L. di Bergamo Dipartimento di PrevenzioneServizio Impiantistico e della Sicurezza del LavoroVia B.go Palazzo 130 Bergamo

Modello di trasmissione di dichiarazione di conformità per nuovo impianto, a cura del datore di lavoro sottopostoagli obblighi del DPR 547/55 in presenza di lavoratori subordinati (art. 2 comma 2 DPR 462 del 22.10.2001)

II sottoscritto.............................................................................. in qualità di..........................................................

della azienda................................................................... Sede Sociale in ...........……………………..........................

Via................................................. n ............. Cap.....................Tel........................……… e-mail ..........................

Invia dichiarazione di conformità della Ditta Installatrice ................................................................ …………..

relativa a :❑ Impianto di messa a terra

❑ Impianto di protezione contro le scariche atmosferiche (Art. 38-39 DPR 547/55 - DPR 89/59)

❑ Impianto elettrico installato nei luoghi con pericolo di esplosione ( DM 22.12.58 )

Ubicazione dell'impianto e caratteristiche:Comune ................................... Via ...................................................... Cap. ............... Tel. ...…………..................

N° degli addetti : ……………………. Potenza impegnata kW ………… Alimentato a: ❑ 400 V ❑ 15.000V

Tipologia del luogo ove è installato l’impianto soggetto a verifica:

❑ cantiere

❑ ospedale e case di cura o ambulatorio medico

❑ ambulatorio veterinario o centro estetico

❑ edificio scolastico

❑ locale di pubblico spettacolo

❑ stabilimento industriale - tipo attività ..................................………..

❑ attività agricola..................................................................…………...

❑ attività commerciale............................................................

❑ terziario .......……………… tipo di attività ...........................................................................

❑ altro: specificare tipo di attività .............................................................................

❑ Barrare se il luogo è classificato come “a maggior rischio in caso di incendio “ (Norma CEI 64-8 )

Firma e timbro del datore di lavoro

MCisl 02/0 Facsimile mod accomp Dich Conf sisl.doc Pagina 1 di 1

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Sede provinciale di Bergamo

Direttrice: Dott.ssa Carmela Sidotti

GLI INFORTUNI A SCUOLA

(normativa)

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147

Nota introduttivaCon queste brevi note si vogliono dare alcuneinformazioni di base tali da permettere unacorretta applicazione della normativa assicu-rativa INAIL in ambito scolastico.Non vuole pertanto essere un opuscolo esau-stivo ma un semplice strumento di consulta-zione.

Soggetti assicuratiSono assicurati all’INAIL i seguenti soggetti:•Gli studenti e gli insegnanti delle scuole sta-

tali di ogni ordine e grado;•Gli studenti e gli insegnanti delle scuole pri-

vate;•Gli allievi e gli istruttori dei corsi professio-

nali, anche aziendali, o dei cantieri scuola,comunque istituiti o gestiti;

•Gli insegnanti di “sostegno” (legge 104/92 –art. 13 c. 5 e 6) agli alunni portatori di han-dicap fisico-psichico (nota della DirezioneCentrale Prestazioni – 04/4/2000) la cui atti-vità si configura come teorico-pratica, diassistenza, comprendente esercitazionipedagogiche e pratiche nei diversi momentidella giornata;

• I preparatori, gli inservienti e gli addetti alleesperienze ed esercitazioni tecnico-praticheo di lavoro;

• I titolari di borse di studio finalizzate all’ad-destramento tecnico-scientifico;

• I detenuti ed i minori sottoposti a misurerieducative durante i corsi di istruzione edaddestramento all’interno di istituti.

Aspetti generaliPremessa Nella Scuola Pubblica nessun premio è dovu-to per gli insegnanti e gli alunni, trattandosi di“gestione per conto dello stato”: leAmministrazioni dello Stato non corrispondo-no alcun premio di assicurazione, ma rimbor-sano all’INAIL gli importi delle prestazionierogate, nonché un’aliquota per le spese gene-rali di amministrazione, per le spese peraccertamenti medico-legali e per le prestazio-ni integrative.

Pertanto non si istituisce la polizza assicurati-va come per la generalità dei datori di lavoro;non è pertanto prevista l’erogazione dell’in-dennità per inabilità temporanea di astensio-ne al lavoro (ai sensi dell’art. 2 del D.M. 10ottobre 1985) in quanto lo Stato vi provvededirettamente erogando il normale stipendio.

La stessa forma di “gestione per conto” deveessere attuata per l’assicurazione degli stu-denti delle Università e degli istituti universi-tari statali.

Nelle Scuole Private, di ogni ordine e grado(compresa la scuola materna), l’assicurazioneè attuata con premio speciale unitario annuotramite l’apertura di una polizza assicurativa.

GLI INSEGNANTI

(circolare n° 28 del 23 aprile 2003)

Gli insegnanti, al pari degli altri lavoratori,sono assicurati all’INAIL se rientrano nelcampo di applicazione della tutela così comeindividuato dagli articoli 1 e 4 del Testo Unicodel 1965.

In particolare:

•Se per lo svolgimento della loro attivitàfanno uso di macchine elettriche (videoter-minali, computer, fotocopiatrici, videoregi-stratori, proiettori, …), ovvero se frequenta-no un ambiente organizzato ove sono pre-senti le suddette macchine;

•Se, come indicato dalle ipotesi particolaripreviste dagli articoli 1 punto 28 e 4 punto5 del T.U., sono direttamente adibiti alleseguenti attività:

- esperienza tecnico-scientifiche

- esercitazioni pratiche

- esercitazioni di lavoro.

Si precisa che con l’espressione “esercitazionepratica”, nella quale è insito il concetto ripeti-tivo di esercizio, si intende l’applicazionediretta all’apprendimento.

All’esercitazione pratica sono state assimilatel’attività di educazione fisica, svolta nellescuole medie superiori ed inferiori e quellaludico-motoria praticata nelle scuole elemen-tari e materne.

Gli infortuni a scuola

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148

L’esercitazione di lavoro deve considerarsicome il risvolto concreto, a mezzo di aiutostrumentale, di un insegnamento teorico pre-viamente impartito. I viaggi di istruzione o diintegrazione della preparazione di indirizzodebbano essere assimilati alle esercitazioni dilavoro e, quindi, rientrare nel novero delleattività protette.Tra queste ultime rientra, come sopra accen-nato, anche l’attività di sostegno, che si confi-gura come teorico-pratica, di assistenza, com-prendente esercitazioni pedagogiche e prati-che nei diversi momenti della giornata.Quanto sopra riportato vale per l’interaattività formativa offerta dai piani scola-stici, senza distinzioni fra attività curricularied extra-curriculari, purchè svolte nel quadrodelle iniziative complementari ed integrativedel percorso formativo offerto agli studenti.E’ requisito imprescindibile che tutte le

sopraelencate attività protette siano svolte dallavoratore in via non occasionale, ossia inmodo abituale e sistematico, anche se non viacontinuativa.

GLI STUDENTI

Gli studenti sono assicurati soltanto se svol-gono le attività indicate al punto 28 dell’art. 1del T.U..

A differenza degli insegnanti, gli studentisono una particolare categoria di soggetti chenon hanno un rapporto di lavoro e che sonoassicurati in via eccezionale, solo per gli infor-tuni che accadano nel corso delle esperienzetecnico-scientifiche e delle esercitazioni prati-che e di lavoro di cui alla specifica disposizio-ne del Testo Unico, la tutela opera solo per ilrischio specifico.

Gli infortuni a scuola

ASSICURATISchema riassuntivo

Materna (solo per scuole private con cui

vige apposita convenzione)

Elementare

Media inf. e sup.

Materna

Elementare

Media inf. e superiore

Attività di laboratorio

STUDENTI

SI

SI

SI

DOCENTI

SI

SI

SI

Attività di ed. fisica

SI

SI

SI

SI

SI

SI

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149

PRESTAZIONI ECONOMICHE

Non è prevista l’erogazione dell’indennità di temporanea per gli insegnanti delle ScuolePubbliche; mentre per gli insegnanti della Scuola Privata è prevista l’indennità per inabilitàtemporanea nella misura del 60% della retribuzione media giornaliera fino al 90° giorno;75% della retribuzione media giornaliera dal 91° giorno fino alla guarigione clinica.Non essendoci, a seguito dell’infortunio, una perdita di guadagno gli studenti non hannodiritto all’erogazione dell’indennità di temporanea dovuta per l’astensione da scuola adeccezione degli studenti lavoratori.Per quanto attiene l’indennizzo per inabilità permanente o danno biologico e/o patrimo-niale occorre distinguere tra:

Oltre alle prestazioni economiche l’INAIL interviene in favore degli infortunati anche conprestazioni sanitarie ed integrative aventi come scopo il raggiungimento della guari-gione o il recupero della capacità lavorativa.Nell’ambito delle prestazioni sanitarie sono erogati, ad esempio, i seguenti servizi:- rilascio di certificazione medico-legale;- concessione di protesi o ausìli;- cure idrofangotermali e soggiorni climatici.

Per le prestazioni integrative si ricordano le seguenti:- assegno di incollocabilità;- erogazione integrativa di fine anno;- brevetto e distintivo d’onore;- interventi economici a carattere continuativo.

Gli infortuni a scuola

Se il grado di inabilità accertato è superiore al 10% siha diritto alla rendita INAIL

•Se il grado di menomazione dell’integrità psico-fisi-ca è inferiore al 6% non si ha diritto a nessun inden-nizzo;

•Se il grado è superiore al 6% ed inferiore al 16%, si hadiritto ad un indennizzo in capitale del solo dannobiologico;

•Se il grado è pari o superiore al 16% si ha diritto aduna rendita di cui una quota per danno biologico eduna quota aggiuntiva per le conseguenze patrimo-niali della menomazione, calcolata in base ad unaretribuzione convenzionale.

EVENTI ANTECEDENTIIL 25 LUGLIO 2000

EVENTI DAL 25 LUGLIO 2000

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Gli infortuni a scuola

Gli istruttori e gli allievi professionali sono assi-

curati per lo svolgimento di corsi di qualificazione o

riqualificazione o di addestramento professionale,

anche aziendali, o dei cantieri scuola, comunque isti-

tuiti o gestiti (art. 4 n° 5 T.U.).

Nella tutela sono compresi anche i momenti di inse-

gnamento o apprendimento teorico, ove questi non

siano scindibili dalla complessiva attività di carattere

essenzialmente pratico. Qualora si tratti invece di

corsi teorico-pratici di addestramento professionale

nei quali sussista netta separazione tra fase di inse-

gnamento teorico e fase di esercitazioni pratiche, l’ob-

bligo assicurativo sarà imposto limitatamente a que-

st’ultima fase.

Per gli istruttori è prevista la copertura del rischio in

itinere – come estensione del rischio tutelato- al pari

di qualsiasi altro lavoratore; non è invece prevista tale

copertura per gli allievi di corsi professionali non

essendo titolari di un vero rapporto di lavoro.

L’obbligo assicurativo è escluso nei confronti di quei

soggetti per i quali l’insegnamento rivesta carattere

del tutto occasionale, tale da realizzare non il conte-

nuto di un rapporto di lavoro subordinato, ma una

libera prestazione di natura professionale.

L’obbligo assicurativo è a carico dell’Ente gestore dei

corsi ed è attuato in forma ordinaria: per gli allievi si

fa riferimento alla retribuzione convenzionale pari al

“minimale giornaliero” in vigore per la costituzione

delle rendite; per gli istruttori sulla retribuzione

effettiva.

ISTRUTTORI E ALLIEVIPROFESSIONALI

Il Decreto Legislativo 19 febbraio 2004, n° 59

“Definizione delle norme generali relative alla scuola

dell’infanzia e al primo ciclo dell’istruzione, a norma

dell’articolo 1 della legge 28 marzo 2003, n° 53”, ha

ampliato l’ambito di applicazione della tutela.

SCIENZE MOTORIE ESPORTIVE

Casi particolari

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Gli infortuni a scuola

Infatti in materia di istruzione e formazione profes-

sionale la distinzione tra “scuola elementare” e “scuo-

la media inferiore” è stata abolita con l’introduzione

del “primo ciclo di istruzione”, inteso come percorso

formativo unico.

Questo nuovo ciclo comprende due fasi.

- La scuola primaria (ex scuola elementare)

- La scuola secondaria di primo grado (ex scuola

media inferiore).

Tra gli obiettivi dell’intero ciclo rientrano anche le

“scienze motorie e sportive”, che comportano sin

dal primo anno della scuola primaria lo svolgimento

di attività che, in quanto caratterizzate dai requisiti

della manualità e della gestualità, sono pienamente

assimilabili alle “esercitazioni pratiche” previste dal

DPR 1124 del 1965, articoli1, n° 28, e 4 n° 5.

Considerato pertanto che:

• Il rischio di infortunio che lo svolgimento delle eser-

citazioni di scienze motorie e sportive comporta è lo

stesso nella scuola primaria e in quella secondaria di

primo grado.

•Sotto il profilo della tutela assicurativa non si può

quindi distinguere tra scuola primaria (ex elementa-

re) e scuola secondaria di primo grado (ex scuola

media inferiore).

•Vige il principio della “parità di tutela a parità di

rischio”.

ne deriva che gli alunni delle scuola primaria pubbli-

ca e privata, sono assicurati anche per gli infortuni

che si verificano durante lo svolgimento delle eserci-

tazioni di “scienze motorie e sportive”.

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152

Gli infortuni a scuola

Gli studenti sono tutelati anche durante i viaggi di

integrazione della preparazione di indirizzo che sono

quelli “essenzialmente finalizzati all’acquisizione di

esperienze tecnico-scientifiche, come i viaggi pro-

grammati dagli Istituti di istruzione tecnica e profes-

sionale e dagli istituti d’arte…. Che si prefiggono le

visite…..in aziende, unità di produzione o mostre,

nonché la partecipazione a manifestazioni nelle quali

gli studenti possano entrare in contatto con le realtà

economiche e produttive attinenti ai rispettivi indiriz-

zi di studio” (circolare del Ministero della Pubblica

Istruzione n° 36 del 27 gennaio 1995).

Gli infortuni occorsi durante i viaggi di integrazione

della preparazione di indirizzo devono essere ammes-

si a tutela in quanto tali viaggi costituiscono un vero

e proprio prolungamento dell’esercitazione pratica.

Per il docente accompagnatore la tutela assicurati-

va opera a condizione che il viaggio rientri fra quelli

programmati nel piano di offerta formativa.

GLI INFORTUNI OCCORSI DURANTE LE VISITE GUIDATE

E GITE DI ISTRUZIONE(viaggi di integrazione

della preparazione di indirizzo)

Vale il criterio che la tutela di legge ricomprende, oltre

ai rischi specifici della “attività protetta” per la quale

sono assicurati, anche i rischi generici aggravati dalle

finalità e dalle condizioni di lavoro.

Detta copertura è prevista solo per gli insegnanti che

svolgono una delle attività protette; non vale per gli

studenti.

L’INFORTUNIO IN ITINERE

Le lezioni di alfabetizzazione informatica e di lingua

straniera sono diventate obbligatorie per gli alunni

della scuola primaria e della scuola media (decreto

legislativo 19 febbraio 2004, n° 59, artt. 5 e 9).

Questi momenti formativi, attuati con l’ausilio di mac-

chine elettriche (videoterminali, computer, strumenti

di laboratorio, ecc) rientrano nelle esercitazioni prati-

che intese come applicazione sistematica costante e

cioè non occasionale diretta all’apprendimento.

Ne consegue che gli studenti saranno assicurati:

LEZIONI DI ALFABETIZZAZIONE

INFORMATICA E LINGUA STRANIERA

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153

Gli infortuni a scuola

- per gli infortuni che accadano nel corso delle espe-

rienze tecnico-scientifiche

- per gli infortuni che accadano nel corso delle espe-

rienze di lavoro

- per gli infortuni che accadano nel corso delle eserci-

tazioni pratiche che ricomprendono anche le lezioni

di alfabetizzazione informatica e di lingua straniera,

svolte con l’ausilio di macchine elettriche.

Resta fermo che gli studenti sono assicurati solo per

gli infortuni che accadano nel corso delle sopra elen-

cate attività con esclusione degli infortuni non con-

nessi alla specifica attività per la quale ricorre l’obbli-

go di legge, come ad esempio gli infortuni in itinere.

Valgono le stesse regole indicate nel paragrafo dedica-

to agli istruttori con la sola eccezione relativa all’infor-

tunio in itinere per il quale non è prevista copertura.

ALLIEVI DI CORSI PROFESSIONALI

Viene erogata l’indennità di temporanea allo studente

lavoratore sulla base della retribuzione percepita nei

15 giorni precedenti l’evento. (L’obbligo di denuncia di

infortunio è a carico dell’azienda).

STUDENTI LAVORATORI

Al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio

e lavoro nell’ambito dei processi formativi e di agevo-

lare le scelte professionali mediante la conoscenza

diretta del mondo del lavoro, alcuni Enti (Università,

scuole pubbliche e non, provveditorati, …) promuovo-

no tirocini formativi e di orientamento a favore di

soggetti che abbiano già assolto l’obbligo scolastico ai

sensi della legge 31/12/1962, n 1859 (art. 1 – Decreto

n° 142 del 25/3/1998).

Con il decreto di attuazione della legge 196/1997 è

stato definitivamente posto a carico dei soggetti pro-

motori l’obbligo assicurativo per l’assicurazione di

tutti i soggetti avviati ai tirocini, sia presso l’INAIL per

la copertura infortunistica, sia presso compagnie assi-

curative per la responsabilità civile verso terzi.

TIROCINI FORMATIVI EDI ORIENTAMENTO –

STAGE AZIENDALI

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154

Gli infortuni a scuola

L’art. 15 della legge n° 1103 del 04/8/1965 ha esteso

la copertura assicurativa prevista per i medici radio-

logi esposti all’azione dei raggi X, anche ai tecnici di

radiologia medica e agli allievi dei relativi corsi .

ALLIEVI DI CORSI DIRADIOLOGIA

I bidelli sono persone assicurate qualora abbiano tra

le proprie mansioni quella di eseguire lavori comple-

mentari o sussidiari alle esperienze ed esercitazioni

pratiche oppure in quanto addetti alla pulizia dei loca-

li scolastici (con utilizzo di sostanze tossiche, corro-

sive, caustiche, …) o in quanto adibiti a macchine o ad

altri lavori previsti dal 3° comma dell’art. 1 Testo

Unico.

ALTRO PERSONALE

L’assicurazione, per gli studenti di scuole statali, è

attuata secondo la forma di gestione per conto dello

Stato (DPR 156 del 9 aprile 1999).

Le coperture assicurative devono riguardare anche le

attività eventualmente svolte dal tirocinante al di

fuori dell’azienda e rientranti nel progetto formativo e

di orientamento.

In caso di infortunio durante lo svolgimento del tiro-

cinio, l’azienda ospitante si impegna a segnalare l’e-

vento, entro i tempi previsti dalla normativa vigente,

agli istituti assicurativi e al soggetto promotore, sul

quale incombe l’obbligo di denunciare all’INAIL gli

infortuni occorsi ai tirocinanti.

L’eventuale azione di rivalsa dell’INAIL si ritiene debba

essere espletata nei confronti del datore di lavoro

ospitante.

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155

Gli infortuni a scuola

OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO

COSA FARE

Invio della denunciaall’ufficio INAIL

Telegramma o fax +denuncia per infortunio

mortale

QUANDO

Entro due giorni dalladata di ricezione del 1°

certificato medico (per prognosi › di 3 gg)

Entro due giorni dalladata di ricezione del certificato medico

continuativo (se emesso successiva-

mente al primo certifica-to in franchigia)

Entro 24 ore dall’evento

CONSEGUENZEDELL’OMISSIONE

Sanzione amministrativada 516,46 euro a

1.549,38 euro

LA DENUNCIA DI INFORTUNIO

Ogni evento infortunistico occorso o malattia professionale manifestatasi deve essere tem-pestivamente denunciato utilizzando l’apposito modulo predisposto dall’INAIL e scaricabi-le anche dal sito internet (www.inail.it).La denuncia di infortunio è composto da quattro copie così destinate:- copia A e B: da inviare all’INAIL- copia C: da inviare all’autorità di Pubblica Sicurezza - copia D: da trattenere presso il datore di lavoro

Qualora il giorno di scadenza sia giorno festivo, il termine finale viene protratto al primogiorno successivo non festivo; il sabato è considerato giorno feriale anche se il lavoro set-timanale è articolato su cinque giorni (INAIL, circ. 22/1998). Si ricorda che anche la denuncia deve essere inoltrata all’Autorità di Pubblica sicurezza delluogo dove è avvenuto l’infortunio sempre entro due giorni dalla data di ricezione del cer-tificato medico.Nei comuni ove non esiste un Commissariato di Pubblica Sicurezza o Questura, l’autoritàlocale di Pubblica Sicurezza è il Sindaco.

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L’INAIL è entrato a pieno titolo nel campodella sicurezza e della prevenzione met-tendo in relazione la propria esperienza ela propria informazione con gli altri sog-getti che agiscono sul territorio.

Le funzioni dell’Istituto in materia di pre-venzione si possono ricondurre al concettodi “promozione della sicurezza” intesocome un processo che mira a fornire aidestinatari interessati i mezzi per perse-guire condizioni e livelli ottimali di sicu-rezza.

Compito specifico dell’INAIL è quello difornire informazione, formazione, assi-stenza e consulenza a sostegno della pienaattuazione della normativa in materia disicurezza e salute nei luoghi di lavoro.

L’INAIL infatti produce e distribuisce pub-blicazioni, audiovisivi e software finaliz-zati alla migliore attuazione delle norme inmateria di prevenzione e sicurezza sullavoro; compie studi e ricerche sulle dina-miche del fenomeno infortunistico, (anchesu specifiche aree di rischio) utilizzandol’enorme quantità di informazioni statisti-che in suo possesso grazie alla Banca DatiStatistica a disposizione anche sul sitowww.inail.it.

Organizza convegni, seminari e incontri sutematiche generali e specifiche per favorirela divulgazione della conoscenza nelcampo della sicurezza.

L’INAIL, infine, ha promosso e promuoveinterventi di sostegno alla prevenzioneanche attraverso forme di incentivazionealle imprese rappresentate da:

- riduzione dei tassi;

- finanziamenti di programmi di adegua-mento delle strutture e dell’organizzazio-ne alle normative di sicurezza e igienedelle piccole e medie imprese e dei setto-re agricolo e artigianale;

- progetti per favorire l’applicazione degliart. 21 e 22 D.lgs 626/94, e successivemodificazioni, anche tramite la produzio-ne di strumenti e prodotto informatici,multimediali, … ;

- finanziamento progetti per il superamen-to/abbattimento delle barriere architetto-niche rivolto alle piccole e medie impre-se, agricole e artigiane che sono tenute amantenere in servizio o che devono assu-mere invalidi del lavoro.

Per quanto attiene la “formazione” l’INAIL,per opera del D.Lgs 195/2003 rientra tra gliEnti preposti ad organizzare ed erogare iCorsi di Formazione per i Responsabilidel Servizio di Prevenzione eProtezione e Addetti al servizio diPrevenzione e Protezione, a confermadella professionalità già espressa e del suoruolo istituzionale in materia di sicurezzae salute nei luoghi di lavoro.

Gli infortuni a scuola

IL NUOVO RUOLO DELL’INAIL

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Gli infortuni a scuola

L’INAIL E LA COMUNICAZIONE

Sportello telefonico dalle ore 10.30 alle ore 12.30

035-352111

Sede provinciale INAILdi Bergamo

Sportello telefonico dalle ore 10.30 alle ore 12.30

0363-313611

Sede territoriale diTreviglio

(ufficio infortuni)

Sede: [email protected]

Per infortuni: [email protected]

Per aziende: [email protected]

Accesso tramite e-mailSede di Bergamo

Sede: [email protected]

Per infortuni:[email protected]

Per aziende: [email protected]

Accesso tramite e-mailSede di Treviglio

803-164dalle ore 08.00 alle ore 18.00

Numero verde

www.inail.it(sito nazionale)

www.inail.it/lombardia(sito regionale)

Via internet

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Progetto grafico e stampa:“La Solidarietà”

Via IV Novembre, 4 - 24044 Dalmine (BG)Tel. 035 564193