Didascalie Informa - n. 5 maggio 2011

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I n. 5 maggio 2011 PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Rivista della scuola in Trentino 08/02/2006 AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006 n.5 maggio 2011 n. 5 maggio 2011 Inserto a cura di: Mario Caroli Interventi di: Carlo Andreatta, Norma Borgogno, Roberto Brugnara, Mario Caroli, Marcella Cellu- rale, Rosaria Dell’Eva, Barbara De Marco, Mariangela Giolito, Anna Goio, Idanella Larcher, Roberto Pennazzato, Franca Ravagni, Stefania Ravanelli, Anna Maria Tononi studenti: Andrea, Angela, Gabriele, Giacomo, Giulia, Francesca, Karin (Martini), Francesca Nicolini, Caterina Aparo, Manuel Pallaoro, Elena Valgoi, Pietro Fabbro, Alessio D’Aniello (Arcivescovile) Esperienze di apertura delle scuole trentine in Europa e nel mondo OLTRE CONFINE il doier DENTRO L’ESPERIENZA il doier Ist. Martini Mezzolombardo I.T.I. Buonai Trento Ist. Sacro Cuore Trento Liceo linguistico Rosmini Trento Ist. don Milani Rover?o Licei Arcivcovile Trento Ist. Tnico Pozzo Trento Fondazione Caritro to

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DOSSIER: "OLTRE CONFINE Esperienze di apertura delle scuole trentine in Europa e nel mondo"

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In. 5 maggio 2011

PROVINCIA AUTONOMADI TRENTO

Rivista del la scuola in Trentino

08/02/2006

AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006

n. 5maggio 2011

n. 5 maggio 2011

Inserto a cura di: Mario Caroli

Interventi di: Carlo Andreatta, Norma Borgogno, Roberto Brugnara, Mario Caroli, Marcella Cellu-

rale, Rosaria Dell’Eva, Barbara De Marco, Mariangela Giolito, Anna Goio, Idanella Larcher, Roberto

Pennazzato, Franca Ravagni, Stefania Ravanelli, Anna Maria Tononi

studenti: Andrea, Angela, Gabriele, Giacomo, Giulia, Francesca, Karin (Martini), Francesca Nicolini,

Caterina Aparo, Manuel Pallaoro, Elena Valgoi, Pietro Fabbro, Alessio D’Aniello (Arcivescovile)

Esperienze di apertura delle scuole trentine in Europa e nel mondoOLTRE CONFINE

il doss ier

DENTRO L’ESPERIENZA

il doss ier

Ist. Martini Mezzolombardo

I.T.I. Buonarr ot i Trento

Ist. Sacro Cuore Trento

Liceo linguist ico Rosmini Trento

Ist. don Milani Roveret o

Licei Arcives covile Trento

Ist. Tec nico Pozzo Trento

Fondazione Caritro

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II n. 5 maggio 2011

DIDASCALIE Rivista della scuola in TrentinoPeriodico mensileAnno XX, numero 5 maggio 2011

Rivista promossa dallaProvincia Autonoma di Trento(L. P. 3 maggio 1990, n.15, art. 22)Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 745dell’11.1.1992

Direttore responsabile:Giampaolo Pedrotti

Coordinatore:Mario CaroliE-mail: [email protected]

In redazione:Norma BorgognoAdriana GiacomoniManuela Saltori (segreteria)

In questo numero:Carlo Andreatta, Antonio Bari, Norma Borgogno, Roberto Brugnara, Mauro Calzà, Mario Caroli, Marcella Cellurale, Husni Darwiche, Rosaria Dell’Eva, Roberta De Marco, Marco Galvagni, Adriana Giacomoni, Mariangela Giolito, Anna Goio, Giuditta Gottardi, Giovanni Kral, Idanella Larcher, Fabiano Lorandi, Paola Pedergnana, Roberto Pennazzato, Franca Ravagni, Stefania Ravanelli, Anna Maria Tononi, Costantino Tomasi, Claudio Tugnoli,

Studenti: Andrea, Angela, Gabriele, Giacomo, Giulia, Francesca, Karin (Martini), Francesca Nicolini, Caterina Aparo, Manuel Pallaoro, Elena Valgoi, Pietro Fabbro, Alessio D’Aniello (Arcivescovile)

Redazione: Via Gilli 3,38121 Trentotel. 0461/497268 - 69fax 0461/497267

Realizzazione e StampaLitografi a Effe e Erre - Trento

Per richiedere la rivista Didascalietelefonare o mandare un fax o scrivere a:Redazione Didascalie,Palazzo Istruzione via Gilli, 3 – 38121 TrentoE-mail: [email protected]

Le foto di questo numero sono di:archivio Didascalie e fornite dai diretti interessati, archivio Uffi cio stampa Pat

In copertina in alto: scolari alla manifestazione “Trento città della pace” del 18 maggio 2011 (vedi servizio alle pagine 38-39); sempre in alto, a destra, la coper-tina del libro di Stefano Oss presentato nello spazio del Segnaliamo (vedi pagine 44-45); in basso, la copertina e un’immagine del dossier interno dedicato alle espe-rienze di apertura delle scuole trentine in Europa e nel mondo (vedi pp. 13-36)

SOMMARIO

LA NOTIZIA: Il nuovo dipartimento diretto da Marco Tomasi 1VERSO EDUCA 2011: Novità: Educa diventa biennale 2-3CENTRO FORMAZIONE INSEGNANTI/Orientamento: Il punto con i referenti 4-5IPRASE-UNIVERSITÀ/Liceo Galilei e Da Vinci Trento: Gara a suon di parole 6IPRASE/L’INCONTRO: Comunità di pratica 7-9CENTRO ROVERETO/DIRIGENTI/OCSE: Dirigenti scolastici a Comano 10-12

IL DOSSIERDENTRO L’ESPERIENZA

il dossierIst. Martini MezzolombardoI.T.I. Buonarroti Trento Ist. Sacro Cuore TrentoLiceo Linguistico Rosmini TrentoIst. don Milani RoveretoLicei Arcivescovile TrentoIst. Tecnico Pozzo TrentoFondazione Caritro

OLTRE CONFINEEsperienze di apertura delle scuole trentine in Europa e nel mondo

Inserto a cura di: Mario Caroli Interventi: Carlo Andreatta, Norma Borgogno, Roberto Brugnara, Mario Caroli, Marcella Cellurale, Rosaria Dell’Eva, Barbara De Marco, Mariangela Giolito, Anna Goio, Idanella Larcher, Roberto Pennazzato, Franca Ravagni, Stefania Ravanelli, Anna Maria TononiStudenti: Andrea, Angela, Gabriele, Giacomo, Giulia, Francesca, Karin (Martini), Francesca Nicolini, Caterina Aparo, Manuel Pallaoro, Elena Valgoi, Pietro Fabbro, Alessio D’Aniello (Arcivescovile)

Inserto 13-36

DALLE SCUOLE /Religion Today: Il premio agli studenti 37 /Città di Trento: Pace 2011 38-39 /I.T.I. Buonarroti: Robocup Jr 40 /Istituto delle Arti Trento: Olimpiadi di danza 41 /I.C.Riva 1: Scuola primaria Nago 42-43SEGNALIAMO /il libro: Cose da non credere 44-45 /la recensione: La matematica con Demattè 46 /la recensione: Parole di Colangelo 47DENTRO LA SCUOLA PARITARIA /l’evento: Maratona 2011 48 /scuola primaria: Campionesse di scacchi

terza di copertina OFFERTA VARIA /incontro autori e scuola: Trentino Book Festival

quarta di copertina

In. 5 maggio 2011

PROVINCIA AUTONOMADI TRENTO

Rivista del la scuola in Trentino

08/02/2006AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006

n. 5maggio 2011

n. 5 maggio 2011

Inserto a cura di: Mario Caroli

Interventi di: Carlo Andreatta, Norma Borgogno, Roberto Brugnara, Mario Caroli, Marcella Cellu-

rale, Rosaria Dell’Eva, Barbara De Marco, Mariangela Giolito, Anna Goio, Idanella Larcher, Roberto

Pennazzato, Franca Ravagni, Stefania Ravanelli, Anna Maria Tononi

studenti: Andrea, Angela, Gabriele, Giacomo, Giulia, Francesca, Karin (Martini), Francesca Nicolini,

Caterina Aparo, Manuel Pallaoro, Elena Valgoi, Pietro Fabbro, Alessio D’Aniello (Arcivescovile)

Esperienze di apertura delle scuole trentine in Europa e nel mondoOLTRE CONFINE

il doss ier

DENTRO L’ESPERIENZA

il doss ier

Ist. Martini Mezzolombardo

I.T.I. Buonarr ot i Trento

Ist. Sacro Cuore Trento

Liceo linguist ico Rosmini Trento

Ist. don Milani Roveret o

Licei Arcives covile Trento

Ist. Tec nico Pozzo Trento

Fondazione Caritro

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LA NOTIZIA

DIPARTIMENTOIstruzione, Università e Ricerca

Marco Tomasi: sede in via Gilli

Concluso il suo incarico a Roma al Ministero Uni-versità e ricerca (Miur), con il quale peraltro è ri-masto in stretto contatto anche per chiudere alcuni compiti importanti sull’università, Marco Tomasi, ha ormai uffi cialmente la sua sede e il suo uffi cio al quinto piano del Palazzo dell’Istruzione di via Gil-li, per dirigere quello che d’ora in poi anche il mon-do della scuola dovrà abituarsi a chiamre “Diparti-mento Istruzione, Università e Ricerca”. Una nuova denominazione che presto sarà anche una nuova organizzazione unitaria “di fi liera della conoscenza”, come già anticipato nella prima delibera di nomina della Giunta provinciale e poi ripreso in occasio-ne dell’insediamento uffi ciale.Un breve incontro per presentarlo a dirigenti e direttori dei diversi servizi che faranno ora riferimento ad un unico Dipartimento.“Nei pochi anni che ha prestato servizio presso il Ministero Università e Ricerca (MIUR) – ha detto Dellai - s’è fatto stimare ed apprezzare, così come era già avvenuto presso l’Università di Torino e pri-ma ancora nell’ateneo trentino. Abbiamo ritenuto opportuno ‘richiamare in patria’ Marco Tomasi per-ché anche noi siamo in un momento particolare di scelte politiche che riguardano la formazione, l’u-niversità e la ricerca e, quindi, volevamo capitalizzare le competenze che il dottor Tomasi ha messo in campo in questi anni. Negli ultimi decenni è cambiata la natura della nostra autonomia rispetto alla domanda di istruzione e formazione da parte della comunità trentina; oggi siamo al compimento giu-ridico di questo percorso, con l’approvazione della norma d’attuazione per l’università: un salto di qua-lità, non più un’autonomia speciale che conquista una competenza alla volta e la gestisce, ma un’au-tonomia che deve avere un pensiero ed un progetto unico su istruzione, formazione, alta formazione, università e ricerca, e deve saperlo poi gestire.”. Da queste premesse nasce l’idea della riorganizzazione del Dipartimento ricomposto come fi liera della conoscenza.Soddisfazione espressa dall’assessore Dalmaso, “contenta che si avvii questa nuova fase di lavoro nell’i-struzione con l’arricchimento del Dipartimento della fi liera della conoscenza, all’interno del quale non dobbiamo sentirci come un segmento separato. Non conosco da moltissimi anni Tomasi, ma la fi ducia di cui gode è già un ottimo dato di partenza.”Marco Tomasi ha ringraziato per le parole di presentazione, ricordando che “l’unico modo per uscire da momenti di diffi coltà è quello di andare avanti sui temi dell’innovazione, della scuola, della ricerca e dell’università: temi che fanno crescere il Paese. Sappiate, però – ha detto rivolto ai dirigenti del suo nuovo Dipartimento – che a Roma si guarda all’esperienza del Trentino con grande attenzione, come ad un laboratorio che gode di grande rispetto, anche per l’università, nella quale la Provincia autono-ma ha peraltro sempre creduto e investito risorse garantendo piena autonomia.”Ha ribadito che in questa fase vuole innanzitutto ascoltare e conoscere da vicino persone, servizi e uf-fi ci che è chiamato a dirigere, prima di proporre riorganizzazione e strategia elaborata assieme a tutti i collaboratori. (m.c.)

Da lunedì 2 maggio 2011 Marco Tomasi è, a tutti gli eff etti, il nuovo dirigente generale del “Di-partimento Istruzione, università e ricerca” e in quella stessa mattina ha ricevuto, davanti ai diret-tori d’uffi cio ed ai dirigenti di Servizio dei tre settori, il benvenuto dal presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, e dall’assessore all’istruzione e allo sport, Marta Dalmaso. Una presentazione uffi -ciale nell’aula magna del Palazzo dell’Istruzione di via Gilli 3, a Trento.

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VERSO EDUCA 2011

l’evento

Chiusa l’edizione 2010 con un grande successo sia di pubblico – più di 20.000 le presenze registrate – che di consensi per la portata dei temi trattati, il Comitato Promotore di Educa si è messo subito al lavoro e ha formalizzato l’esigenza di cambiamento emersa dalle organizzazioni amiche di Educa, dan-do un orizzonte temporale più ampio – da annuale a biennale – alla rifl essione sul tema proposto. Un cambiamento strutturale fi nalizzato ad un’adesio-ne più intensa e diff usa nonché un coinvolgimen-to attivo e partecipato di tutti gli attori della mani-festazione: scuole, associazioni, genitori, educatori, insegnanti, studenti e giovani. Così Educa si pro-pone di crescere passando da evento aggregatore di esperienze già realizzate, a stimolatore di un pro-cesso di rifl essione estesa e condivisa.

NOVITÀEduca diventa biennale

Educa e la Scuola

L’appuntamento di Rovereto vedrà confermata l’iden-tità di Educa come occasione per i partecipanti di ar-ricchire le proprie conoscenze e di rifl ettere su tema-tiche educative, sia grazie al contributo di esperti, sia per mezzo del confronto con altre realtà ed esperien-ze maturate in contesti territoriali diversi: Settembre 2011 sarà però solo l’inizio di un percorso che avrà uno sviluppo nei dodici mesi successivi e che culmine-rà con l’edizione 2012. Un punto di partenza dove il programma della manifestazione sarà motore di rifl es-sioni e suggestioni ma dove fondamentale sarà il con-tributo di insegnanti, educatori, ragazzi che porteran-no pensieri ed idee per la nascita di concrete piste di lavoro da percorrere durante tutto l’anno. Il mutamento strutturale di Educa è legato in modo particolare alle valutazioni delle Scuole e alle loro ri-chieste di essere messe in condizione di partecipare in modo proattivo, diventando artefi ci di proposte e protagoniste di cambiamenti che, nel lavoro dell’an-no scolastico 2011/12, generino possibilità concrete di lavoro. Perché il confronto tra le istituzioni (a par-tire da quelle scolastiche) e le varie voci della società civile sia occasione di approfondimento critico e co-struttivo ma produca anche azioni concrete e percorsi di sviluppo di processi educativi.

Percorsi specifici per insegnanti

Lavori sul lungo periodo per dare quindi un respiro più ampio allo sviluppo del tema, ma anche per avere l’occasione – nell’edizione 2012 che chiuderà il bien-nio – di confrontarsi su risultati raggiunti, su buone pratiche messe in atto e per condividere metodologie e strumenti sperimentati. Il comitato di Educa sta lavorando inoltre, con la pre-ziosa collaborazione dell’IPRASE e del Centro per la formazione continua del personale insegnante, alla stesura del programma defi nitivo dei percorsi forma-tivi specifi ci per gli insegnanti (programma che verrà reso noto sul prossimo numero di Didascalie), vere e proprie sessioni formative, importanti occasioni per discutere sulla professionalità docente sia in termini di rinnovamento di contenuti che di metodologie uti-li ad aff rontare le diffi cile sfi de educative del presente.

Educa in viaggio

L’estensione temporale si coniuga con l’altra novità che caratterizzerà Educa dalle prossime edizioni: quel-la di carattere territoriale. È partito infatti da Palermo lo scorso 15 maggio il viaggio di Educa, itinerante su tut-to il territorio nazionale allo scopo di creare nuove oc-casioni di rifl essione e di confronto. Un cammino che attraverserà tutto lo stivale toccando diverse città italia-ne come Bari, Roma, Torino per poi tornare a Rovereto, che rimane comunque il luogo principale dell’incontro. Incontri, conferenze, dibattiti, sessioni di Teatro-Forum ma soprattutto la condivisione e l’intreccio di diverse esperienze – da diversi contesti – su un unico tema.

Il tema 2011/2012

“Educare nell’incertezza” il tema scelto per questa prima edizione biennale. Un tema che trasversalmen-te sono in molti a sentire come urgente, un interrogati-vo che nasce dalla considerazione di come la parola crisi non possa più essere considerata un’eccezione, ma re-gola dell’oggi. Figli di un tempo che ha illuso con l’idea

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che fosse felice solo l’uomo forte, l’uomo molto infor-mato, istruito, economicamente agiato, relazionalmen-te non troppo vincolato agli altri, si assiste oggi attoniti al crollo di certezze, riferimenti e valori; allo sgretola-mento del senso d’appartenenza. L’incertezza sembra ormai diventata la cifra di una grande ansia individua-le e collettiva, comune denominatore di un’angoscia contemporanea, spesso generatrice di paure e di egoi-smi che chiedono alla scuola, alla famiglia, alla società di cercare, trovare ed off rire strumenti o soluzioni edu-cative buone per tutti. Per questo Educa si interroga as-sieme ai protagonisti dell’educazione, su come contesti e soggetti educativi possano essere guida nella ricerca di una “bussola interiore” utile ad orientarsi dentro la real-tà. Su come la scuola possa trovare e sperimentare rispo-ste che sostengano i ragazzi in un contesto così mobile; su quale signifi cato abbia lavorare non solo sul fare, ave-re e conoscere, ma anche sull’essere; su quali siano i le-gami possibili tra fragilità umana e capacità personali.

Parole, azioni, emozioni

Domande necessarie affi nché l’educazione – che è re-sponsabilità di tutti e proprietà di nessuno – si riappro-pri del compito di favorire e sostenere percorsi ed espe-rienze che consentano a ciascuno di scoprire le proprie caratteristiche, di valorizzare l’unicità personale facen-do della capacità creativa la propria guida interiore. Per-ché l’incertezza, unica certezza rimasta, si possa rivela-re in tutta la sua complessità e ambivalenza e manifesti aspetti e sfumature inattese: una condizione struttura-le dell’esistere, insita nella percezione umana del pro-prio limite, un’espressione di questo complesso periodo storico; ma anche e soprattutto un’opportunità di tro-vare nuove strategie e di fare scelte innovative, un mo-tore di cambiamento e di nuove costruzioni del Sé. Tut-to questo affi nché sia possibile vivere nel contesto dato, senza per questo rinunciare a migliorarlo, per potenzia-re le relazioni a partire da una maggiore sicurezza inte-riore individuale da scoprire e da raff orzare, per far na-

scere nuovi legami e un rinnovato senso di vita comune. Come nelle precedenti edizioni il tema verrà tratta-to con i tre linguaggi di Educa: PAROLE, AZIONI, EMOZIONI. Quindi seminari con esperti, incontri con autori e laboratori formativi, ma anche momen-ti di spettacolo e laboratori creativi per i più piccoli.Il programma uffi ciale sarà presentato a fi ne agosto, ma già dal prossimo mese sarà possibile conoscere i percorsi formativi specifi ci per insegnanti.

Paola Pedergnana

EDUCA 2011 è promosso da Con.Solida. il consorzio della cooperazione sociale trentina; la Provincia autonoma di Trento, il consorzio nazio-nale Cgm e la società Luoghi per Crescere; Edi-zioni Erickson, Università degli studi di Trento, il Comune di Rovereto e i media Vita non profi t e Animazione sociale, con il sostegno delle Banche di Credito Cooperativo e Cooperazione Trentina.Tutte le informazioni sulle tappe e sul programma sul sito www.educaonline.it.Per richieste e segnalazioni: [email protected]

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4 n. 5 maggio 2011

ORIENTAMENTO l’incontro

REFERENTIIl punto presso il Centro di Rovereto

Il nuovo orientamento

L’incontro, che ha visto la presen-za di un centinaio di partecipanti, tra insegnanti e dirigenti scolastici, è iniziato con una relazione intro-duttiva di Renato Di Nubila, docen-te di Didattica e Pedagogia Speciale nella Facoltà di scienze della forma-zione dell’Università degli Studi di Padova, che ha approfondito l’argo-mento “I nuovi confi ni dell’orienta-mento”. La relazione ha off erto un quadro teorico aggiornato dentro il quale collocare e da cui far derivare la rifl essione sulla dimensione prati-co-operativa da parte dei docenti. Di Nubila ha confermato che l’orienta-mento “non è più solo azione/evento funzionale all’uscita, non è più solo un fatto psico-attitudinale o psico-diagnostico, non è più solo azione informativa o azione di aiuto nei riti di passaggio”, bensì “processo con-tinuo e multifattoriale, un proces-so formativo e permanente, strategia multiforme e multivalente”.

Azioni in rete

Nella seconda parte del pomeriggio gli attori sono stati i referenti degli istituti scolastici e dei centri di for-mazione professionale che hanno

Il 4 aprile 2011 a Palazzo Todeschi a Rovereto si è tenuto un seminario sul tema “Buone pratiche e prospettive dell’orientamento”organizzato dal Centro Formazione Insegnanti e dal Servizio per lo Sviluppo e l’Innovazione del Sistema Scolastico e Formativo. La riunione è stata l’occasione per far rincontrare e far dialogare per la prima volta, dopo la formazione di sistema dell’anno sabbatico, tutti i responsabi-li dell’orientamento delle scuole trentine con l’obiettivo di avviare un confronto sulle buone pratiche prodotte in questo ambito nelle varie aree territoriali. L’idea è di far emergere le istanze e le aspettative de-gli istituti scolastici per quanto concerne la formazione e l’aggiorna-mento di chi svolge questa importante funzione dentro le scuole e per quanto riguarda la progettazione e l’organizzazione di iniziative inno-vative per promuovere l’orientamento degli studenti.

comunicato le iniziative orientati-ve attivate nei territori. Sono state di particolare interesse le comuni-cazioni dei rappresentanti delle reti di orientamento che, a seguito del-la formazione di sistema del sabba-tico, si sono sviluppate in Vallagari-na, nelle Giudicarie, nella Valli del Noce, in Primiero, nell’Alto Garda e Ledro, in Valsugana. Il ventaglio delle azioni emerse è risultato molto ampio, articolato sull’intero ciclo di studi e quasi sempre in grado di co-prire le dimensioni dell’orientamen-to così come è stato concettualmente

precisato durante il periodo forma-tivo sabbatico e cioè: orientamento formativo, orientamento informa-tivo, orientamento rivolto verso l’e-sterno ( ricerca d’ambiente; cono-scenza degli sbocchi occupazionali).

Le tipologie praticate

Le tipologie maggiormente prati-cate dalle reti, con ovvie accentua-zioni e sottolineature in relazione alle specifi cità territoriali e all’età degli studenti, sono le seguenti:• orientamento verso il segmento

di scuole successive • orientamento all’interno del-

lo stesso istituto (ad esempio tra biennio e triennio scuola superio-re; tra qualifi ca e post-qualifi ca);

• orientamento tra scuole seconda-rie di secondo grado e università;

• visite alle scuole e alle facoltà universitarie

• giornate di scuola aperta• accoglienza• passaggio di informazioni sugli

alunni in transizione attraverso strumenti condivisi

• stage di alternanza scuola-mon-do del lavoro

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5n. 5 maggio 2011

• colloqui e incontri informativi con e per i genitori

• progetti di conoscenza del terri-torio e del mondo del lavoro

• corsi cofi nanziati dal FSE

Attori e modalità

Gli attori e le modalità con le quali vengono coinvolti nei progetti sono: gli studenti in termini di consape-volezza e capacità decisionali, i do-centi in termini di collaborazione (ad es. istituzione di commissioni e di gruppi di lavoro), le famiglie in termini di informazione e partecipa-zione oltre che di condivisione delle scelte dei fi gli, il territorio in termi-ni di sostegno alle azioni orientative (ad es. utilizzo di esperti di orienta-mento, di fi gure professionali prove-nienti dal mondo del lavoro).La panoramica sulle progettuali-tà in atto può costituire una pri-ma opportunità di rifl essione sulla cultura orientativa promossa e svi-luppata dalle scuole, allo scopo di cogliere analogie, diff erenze, speci-fi cità e trasversalità a livello di pre-supposti teorici, scelte autonome di politica scolastica dei singoli istitu-ti, ruoli e funzioni dei soggetti col-lettivi e/o individuali, strumenti metodologici e didattici, situazioni di apprendimento, esiti attesi e ri-

sultati ottenuti sul piano delle com-petenze orientative, accanto a quel-le di base e a quelle specialistiche.

La didattica orientativa

Il seminario ha inoltre rappresen-tato un’occasione per socializzare elementi di condivisione e di con-vergenza relativi ai fattori culturali, metodologici, relazionali, operati-vi. Lo sforzo comunque rilevato, in tutte le realtà scolastiche e formative rappresentate, è quello di migliorare sensibilmente la cultura orientativa nel Trentino e di accrescere in modo altrettanto signifi cativo la capaci-tà di ciascun studente, come perso-na, cittadino e lavoratore, di decide-re in modo autonomo nei momenti critici delle scelte che la vita inevi-tabilmente pone. È emersa con evi-denza una sorta di compresenza nel-le pratiche illustrate del considerare l’orientamento altro rispetto alle at-tività educative e didattiche previ-ste dagli ordinamenti specifi ci dei vari indirizzi di studio, e considerar-lo interno all’ordinarietà, cioè nelle classi durante le lezioni quotidiane in cui le diverse aree disciplinari per loro natura svolgono di per sé una funzione orientativa. Aff rontare il tema della didattica orientativa è tra l’altro una sollecitazione che viene

dall’ultimo rapporto del Comitato Provinciale di Valutazione del Siste-ma Educativo in quanto i dati con-fermano che “il vero passaggio selet-tivo avviene nella prima classe della scuola secondaria di II grado, che costituisce lo scoglio maggiore nel percorso scolastico dello studente”.

Un’azione di sistema dedicata

Dal dibattito che è seguito sono emerse in particolare alcune attese che si possono così riassumere: l’e-sigenza di un forte impegno nel-la formazione dei referenti per l’o-rientamento anche al fi ne di creare nuove leve che sostituiscano i do-centi che nel frattempo sono usci-ti dalla scuola o hanno lasciato l’incarico, la necessità di dare rico-noscimento ai docenti orientato-ri, non tanto in termini monetari, quanto di distacchi o di riduzione di ore di insegnamento, l’opportu-nità di sensibilizzare i dirigenti sul tema orientamento in modo che si-ano supportati e facilitati i proget-ti portati avanti dagli insegnanti, la realizzazione di una raccolta di do-cumentazione che faccia circolare le buone pratiche ed un’azione di formazione diff usa dei docenti sul-la didattica orientativa. I vari inter-venti hanno inoltre ravvisato nella costituzione di un gruppo di lavoro per la progettazione di un’azione di sistema dedicata all’orientamento, la migliore modalità di potenzia-mento di questa dimensione e per-tanto la riunione si è conclusa con l’impegno da parte nostra di avvia-re a breve i contatti con i dirigenti scolastici per arrivare al più presto alla nascita di tale team progettuale.

Mauro CalzàCentro per la formazione continua

del personale insegnanteFabiano Lorandi

Servizio per lo Sviluppo e l’Innovazione del Sistema Scolastico e Formativo

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IPRASE - UNIVERSITÀ - COMUNE TN

Liceo “G. Galilei” - Liceo “L. da Vinci” Trento

Liceo Scientifico“G. Galilei” Comune di Trento

La gara

Nel corso dell’anno scolastico 2010/2011 è stato realiz zato un torneo del tutto particolare tra al-cune classi terze e quarte del Liceo scientifi co “G. Galilei” e del Li-ceo scientifi co e linguistico “L. da Vinci” di Trento. Gli studenti si sono aff rontati, cercando di vincere, delle gare basate non su una disci-plina sportiva di carattere fi sico, ma sulla capacità di argomentare e con-tro argomentare attorno a tematiche di carattere civico e sociale. Si sono sfi dati, dunque, “a suon di parole”.

Il progetto

Il progetto nasce da molteplici con-siderazioni, ma la prin cipale fa ri-ferimento alla constatazione di una debolezza og gettiva del dibat-tito pubblico nella nostra società e all’inva denza dei mezzi di comuni-cazione di massa. Da questo dato di fatto nasce, per converso, l’esigen-za di educare i giovani a formulare ragionamenti in maniera autonoma e sorvegliata. Lo sviluppo di com-petenze chiave sociali e civiche e di spirito di iniziativa e intraprenden-za, da perseguire in tutti gli ambi ti disciplinari, è richiamato, peraltro, dai documenti europei (Raccoman-

TORNEOA suon di parole…

Tra gli interventi dell’IPRASE legati al Progetto del Fondo Sociale Eu-ropeo dedicato all’“attivazione di un sistema organico e strutturato di azioni destinate alla formazione permanente dei formatori”, uno in particolare riguarda “la competenza argomentativa degli studen-ti della scuola superiore di Trento”, coordinato da Chiara Tamani-ni dell’IPRASE, con il coinvolgimento del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Trento ed al Liceo scientifi -co e linguistico “L. da Vinci” di Trento. Un momento particolarmen-te signifi cativo giunge ora con il gran fi nale di un torneo speciale “A suon di parole”, promosso, oltre che dall’ IPRASE, e dal Dipartimen-to di Scienze Giuridiche dell’Università di Trento, dai due Licei “Da Vinci” e “Galilei” e dal Comune di Trento.

dazione del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa a competen-ze chiave, 2006), dai Regolamen-ti nazio nali per il riordino del se-condo ciclo di istruzione e dai Piani Provinciali di Studio del Trentino.L’attività è stata realizzata all’inter-no di un percorso spe rimentale pro-mosso dall’IPRASE assieme al Di-partimento di Scienze Giuridiche, alla Facoltà di Giurisprudenza e ai due Li cei sopra citati, con l’inten-zione di realizzare e mettere a pun to un prototipo di gara dibattimenta-le che possa in seguito coinvolgere un numero maggiore di studenti e Istituti scola stici del ciclo seconda-rio di secondo grado. (m.c.)

Facoltà di GiurisprudenzaAula BVia Verdi n. 53Trento

torneo di dibattito argomentativo

Venerdì 10 giugno 2011ore 15.30 - 19.00

15.30|16.30

Saluti di benvenuto

Gianni Santucci, direttore del Dipartimento di Scienze

Giuridiche, Università di Trento

Arduino Salatin, direttore dell’IPRASE

Intervento di apertura

Lucia Maestri, assessore per la Cultura, il turismo e i

giovani, Comune di Trento

Coordina l’incontro Paolo Sommaggio, docente di filosofia del diritto,

Dipartimento di Scienze Giuridiche, Università di Trento

Presentazione del progetto A suon di parole

Chiara Tamanini, coordinatrice del progetto per

l’IPRASE

Struttura e articolazione del progetto A suon di paroleLetizia Mingardo, borsista presso il Dipartimento di

Scienze Giuridiche, Università di Trento

16.30|18.30

Gara finale del torneo di dibattito A suon di parole Le classi quarta H del Liceo “G. Galilei” e quarta A

del Liceo “L. da Vinci” si sfideranno sul tema “Riservare quote di genere favorisce o non favorisce le pari opportunità”

18.30|19.00

Premiazioni e conclusione Marta Dalmaso, assessore all’istruzione e sport,

Provincia Autonoma di Trento

Iscrizioni entro giovedì 9 giugno 2011collegandosi al sito www.iprase.tn.it

InformazioniAntonella Fambri, IPRASE del Trentino

tel. 0461. 494379 | e-mail: [email protected]

n. 5 maggio 2011

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l’incontro

COMUNITÀ DI PRATICAIl punto su quella dei dirigenti scolastici

Gli incontri che quasi sempre si rivelano più stimolanti, per varie ra-gioni, sono di solito quelli in cui i protagonisti della formazione fan-no il punto sul percorso fatto, riferiscono, anche se in forma molto stringata a causa dei tempi stretti a disposizione, sul dibattito circola-re nel gruppo di appartenenza e pongono questioni di sviluppo e pro-spettiva dell’esperienza, con il supporto degli esperti e/o coordinato-ri. E’ quanto è avvenuto nella giornata del tre maggio 2011 a Levico, presso la sede dell’Istituto professionale provinciale alberghiero, dove l’IPRASE ha riunito i dirigenti scolastici per un incontro conclusivo sulle comunità di pratica. Presenti, oltre al direttore dell’Istituto, Ar-duino Salatin, l’assessore Marta Dalmaso e il dirigente generale del Dipartimento, Marco Tomasi, al suo primo incontro dopo l’insedia-mento uffi ciale avvenuto il giorno prima.

La motivazione, i gruppi, gli esperti

L’incontro conclusivo dell’attività delle “Comunità di pratica” rientra-va nei Progetti fi nanziati dal Fondo Sociale Europeo, gestiti dall’IPRA-SE fi nalizzati a percorsi di aggior-namento e di accrescimento pro-fessionale per i dirigenti scolastici, attività che è passata progressiva-mente al Centro per la formazione continua e l’aggiornamento del per-sonale insegnante di Rovereto. Il co-ordinamento di tutto il percorso af-fi dato a Carlo Favaretto dell’Iprase.Un appuntamento conclusivo dell’attività delle Comunità di pra-tica, nel corso del quale i dirigen-ti scolastici che hanno partecipato all’esperienza hanno comunicato i risultati raggiunti, facendo anche una breve valutazione del lavoro svolto e indicando possibili vie di sviluppo di una simile modalità di autoformazione, qual è la Comu-nità di pratica, ritenuta, a quanto pare molto effi cace e produttiva.Dopo l’avvio dei lavori da parte del coordinatore del progetto, la pre-sentazione dei risultati delle Co-munità di pratica su cinque temi precisi e sicuramente molto legati

alla vita quotidiana della gestione di una scuola, al ruolo ed alla fun-zione di un dirigente scolastico:1. confl itti tra docenti2. confl itti con personale non docente3. confl itti docenti-allievi4. gestione e management delle Ri-

sorse umane5. procedure delle ispezioni scolasticheLe comunicazioni a nome delle cin-que Comunità di pratica sono sta-te supportate dagli interventi da parte degli esperti su come si era-no svolti gli incontri, sulle proble-matiche emerse e sulle proposte di prosecuzione: Maria Renata Zan-chin, Giorgio Pasolli, Lauro Matta-lucci, Ferruccio Cavallin, Mario Ci-velli e Renato Anoè.Il direttore dell’Iprase, Arduino Sa-latin ha coordinato il dibattito e lanciato imput di rifl essione.Brevi indirizzi di saluto e conclu-sioni da parte del dirigente gene-rale Marco Tomasi e dell’assessore Marta Dalmaso.Il direttore Salatin ha ricordato che su questo percorso di formazione per i dirigenti scolastici “il testi-mone ora passa al Centro per la for-mazione continua e l’aggiornamento del personale insegnante di Rovere-to”, ma dalle relazioni delle Co-

munità di pratica e dai contributi degli esperti che le hanno affi an-cate emergono molti spunti di in-teresse per uscire anche dall’encla-ve trentina. Verso la fi ne dell’anno 2011 l’Iprase farà una pubblicazio-ne completa su questa esperienza.

Le sintesi dai gruppi

Tempi ristretti per la presentazione dei risultati delle Comunità di pra-tica, anche perché il contenuto era su cinque temi molto “vissuti” in prima persona dai dirigenti scola-stici nella gestione quotidiana della propria scuola e quindi sulle rispo-ste da dare continuamente a proble-mi specifi ci che emergono, a stru-menti ed azioni da mettere in atto per prevenirli, su percezione e pra-tica di ruoli e funzione del dirigen-te scolastico, ma anche delle altre fi gure coinvolte, a cominciare dal FAS (Funzionario Amministrativo Scolastico). Perciò, estrema sintesi e qualche approfondimento poi nei contributi fi nali degli esperti, di cui riportiamo una breve cronaca.

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Le sintesi dei lavori di gruppo sono state presentate ognuna da un diri-gente scolastico:Confl itti tra docenti:Paolo Pendenza (Istituto istruzio-ne A. Degasperi – Borgo Valsugana)Confl itti con personale non docente:Paola Bortolotti (Istituto Com-prensivo Dro)Francesco De Pascale (Istituto Comprensivo Riva 2)Sandra Sandri (Istituto Com-prensivo Rovereto Nord)Antonella Zanon (Istituto Com-prensivo Civezzano)Confl itti docenti-studenti:Lidio Miato (istituto Comprensi-vo Altipiano di Pinè)Gestione e management delle Risor-se umane: Elina Massimo (Istituto com-prensivo Trento 6)Procedure delle ispezioni scolastiche:Beatrice de Gerloni (Dipartimen-to Istruzione)Davvero tante le sollecitazioni ar-rivate dalle comunicazioni a nome delle cinque Comunità di pratica, ed altre ancora se ne sono aggiun-te con gli interventi degli esperti che hanno affi ancato i gruppi. La documentazione si può consultare sul sito dell’Iprase.Riprendiamo in estrema sintesi uno dei temi, sicuramente “nuovo”, a che s’intreccia con i temi della valu-tazione e più in generale del “con-trollo” nella scuola: la fi gura dell’i-

spettore scolastico. Il percorso fatto dal gruppo è stato presentato da Beatrice de Gerloni, dirigente sco-lastico con incarico speciale pres-so il Dipartimento Istruzione; il tema è stato ripreso e puntualizza-to dall’ispettore Renato Anoè, che in Trentino opera da molti anni.

Ispettori: verso una nuova figura

Renato Anoè, nel suo contribu-to fi nale sull’esperienza degli ispet-tori, ha dapprima richiamato pro-prio la fi gura dell’ispettore nel fi lm di Roberto Benigni La vita è bel-la. “L’obiettivo, ha detto, rimane quello di puntare a costruire un modello di comportamento pro-fessionale diverso dal quello of-ferto dal solito retroterra storico.” Insomma: va bene la fi gura dell’i-spettore col compito di controllo organizzativo storico, amministra-tivo, giuridico… però va concepi-to come strumento capace di far evolvere una situazione verso il miglioramento. Certo che serve la cultura giuridica, l’analisi organiz-zativa, eccetera; ma quella dell’i-spettore resta una fi gura comples-sa, che viene utilizzata peraltro per fi gure professionali fragili.Del resto, manca oggi un pensie-ro diverso dalla sanzione, dalla pu-nizione, mentre l’ispettore deve fare un’accurata analisi di tutti gli

elementi che entrano in gioco nel momento dell’ispezione, che è il “grido” fi nale, forse proprio perché non si è sentito il “sussurro”.Bisogna ripensare questo proces-so in un contesto di cambiamen-ti profondi avvenuti nella scuola, in una struttura come la scuola “ad altissima densità di relazioni uma-ne”, come l’ha defi nita Rogers. “Dobbiamo defi nire un modello leggero di ispettore e proprio per questo dobbiamo approfondire la centratura sulle fi gure fragili”.In conclusione, tornando sull’e-sperienza di Comunità di pratica fatta coi dirigenti scolastici trenti-ni e con l’Iprase, Anoè ha confer-mato “un grande clima collaborati-vo ed un arricchimento reciproco.”

Richieste dai presidi…

E sulle “fi gure fragili” nella scuo-la è giunta ad Anoè una sollecita-zione nel dibattito su “come deve comportarsi il dirigente scolasti-co di fronte a casi di docenti pro-blematici ed ai vincoli sindacali a tutela del personale docente: pos-siamo pensare a insegnanti di so-stegno per i docenti in diffi coltà?”.“Serve un reclutamento effi cace”, ha replicato l’ispettore Anoè: serve un accompagnamento nelle fasi iniziali (ci sono sempre meno per-sone che oggi si orientano a fare gli insegnanti, fra dieci anni potrem-

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mo essere costretti ad importare an-che docenti come oggi le badanti);ci vuole una funzione ispettiva come s’è detto prima (il dirigente scolastico è troppo “vicino” agli in-segnanti);all’estero, i supporti messi in atto per i casi problematici sono di ac-compagnamento mirato e non di tipo punitivo.Sempre negli interventi fi nali dei dirigenti scolastici, è stata posta anche chiaramente la questione di come proseguire queste Comu-nità di pratica che “hanno avu-to anche ricadute concrete per ri-solvere qualche caso; nel percorso l’obiettivo iniziale si è modifi cato in itinere e l’Iprase ci ha garanti-to una libertà anche formale. Nel Centro di Rovereto c’è un percor-so molto strutturato, sarebbe bel-lo continuare ad avere spazi liberi”.Infi ne, una rifl essione sui confl itti, che sono spesso legati a “cause di sistema”. Proprio per questo, s’è fatto intendere, non basta la for-mazione – sia pur valida – per i di-rigenti scolastici, ma serve e con una certa urgenza:• una rivisitazione dei rapporti

sindacali;• un ripensamento complessivo e

anche normativo degli Organi Collegiali;

• una ridefi nizione dei parametri per l’assegnazione del persona-le ATA (Amministrativo Tecnico Ausiliario) agli istituti scolastici.

La conclusione da parte di un diri-gente scolastico rivolto ai massimi responsabili della scuola trentina, che non ha bisogno di commenti: “Noi, dirigenti scolastici, ci sentia-

mo parte del sistema e vogliamo con-tribuire per migliorare il sistema.”

Marco Tomasi: nella scuola uomini e donne in carne ed ossa

Questo modo di lavorare nelle or-ganizzazioni è l’unico serio, quello di mettere in relazione le persone interessate. I piccoli grandi passi che si fanno nelle organizzazioni li abbiamo fatti con questo metodo, a condizione, però, che ci siano ac-canto persone che credono su que-sta possibilità. Rivalutare la dignità della profes-sione docente, ma bisogna guada-gnarsela, questa rivalutazione. La scuola è viva, per cui le potenzia-lità ci sono.È un’organizzazione che vive e cre-sce giorno per giorno, ma che è an-che “cattiva” , che sa essere cattiva perché è fatta di uomini e donne in carne ed ossa.Ho l’impressione che spesso si mette l’accento solo sull’insegna-mento e meno su come si appren-

de (a Rovereto abbiamo una Fa-coltà – scienze cognitive – che ha enormi potenzialità da questo punto di vista).In questa fase – ha concluso il diri-gente Tomasi – preferisco ascolta-re e conoscere bene la realtà della scuola trentina, “poi ci ritroveremo assieme per disegnare la strategia”.

Marta Dalmaso: un per-corso che ha arricchito tutti

“Trovo molto bello il fatto che, con questa nostra presenza qui, ab-biamo colto un momento di lavo-ro informale dei dirigenti scolastici della scuola trentina, programma-to dall’Iprase. E mi fa piacere senti-re che quello che state concluden-do con l’Iprase è stato un percorso che ha arricchito tutti. Un’espe-rienza che ha senso, però, se prepa-ra poi a interventi “a regime” diff u-si. Sia io che il nuovo dirigente del Dipartimento abbiamo una visio-ne di scuola condivisa.”(a cura di m.c.)

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CENTRO FORMAZIONE INSEGNANTI leadership

OCSE PER NOII dirigenti scolastici a Comano

Due giornate di formazione

Un Seminario di due giorni su “Le Frontiere dell’apprendimento” per tutti i dirigenti scolastici del Tren-tino a Comano Terme, su iniziativa del Centro Formazione Insegnan-ti di Rovereto, a confronto diretto con David Istance dell’Ocse (Se-nior Analyst, rappresentante istitu-zionale del Dipartimento Educazio-ne dell’OCSE, che si occupa inoltre degli indicatori di valutazione della scuola) sui vari Rapporti, non solo quelli sull’istruzione. “Una scelta utile per uscire con la testa fuori dal-la sola realtà della propria scuola e della sola nostra provincia”. In mat-tinata, presente anche l’assessore Marta Dalmaso, insieme a Mario Dutto, responsabile della forma-zione dirigenti scolastici, e Lucia-no Covi, direttore del Centro, che ha rivolto il saluto iniziale ai parte-cipanti al Seminario, rimarcando il valore della collaborazione con i re-ferenti della sede OCSE (Organiz-zazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) di Trento ed il legame tra questo Seminario e tut-to il percorso per i dirigenti scolasti-ci, che ha l’obiettivo di costituire un patrimonio di strumenti di lavoro e di misure di intervento in grado di rinnovare a fondo le culture dell’ap-prendimento che ispirano il mana-

Il Centro per la formazione continua e l’aggiornamento del per-sonale insegnante di Rovereto, in collaborazione con i referenti del-la sede OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Svilup-po Economico) di Trento ha organizzato il seminario “Le frontiere dell’apprendimento”, alle Terme di Comano, il 14 e 15 aprile 2011 per un centinaio circa di dirigenti scolastici degli istituti del Tren-tino. Un confronto ravvicinato con l’Ocse, ma anche lavori di gruppo e il primo Report sull’avvio del Centro di Rovereto.

gement e la leadership delle scuole.

Dutto: leadership anche didattica

I lavori sono stati introdotti da Ma-rio G. Dutto, referente scientifi -co del progetto, già direttore gene-rale del Ministero (MIUR) per gli ordinamenti scolastici e per l’au-tonomia scolastica, che ha sempre collegato gli input provenienti dal rappresentante dell’OCSE al ruo-lo ed alla responsabilità dei dirigen-ti scolastici partecipanti, che nel-la scuola devono sempre più avere una leadership didattica, oltre a quella organizzativa ed amministra-tiva. In Trentino, ha ribadito Dut-to, “partiamo da una realtà di siste-

ma educativo ben solido e proprio per questo è necessario il confron-to con lo scenario globale, accan-to a qualche rifl essione domestica. Lo scenario non ha limiti per noi in Trentino, abituati da sempre al dia-logo con le frontiere della ricerca”.Questo seminario residenziale “fon-dativo”, – ha ricordato Dutto – “vuole essere un percorso nuovo, moderno che si propone di off rire ai partecipanti una rifl essione sul tema dell’apprendimento alla luce delle ultime frontiere di ricerca, attraver-so il confronto dialettico. Si tratta di un seminario residenziale inaugura-le, focalizzato sulle Frontiere dell’ap-prendimento, che vuole porre le basi teoriche, culturali e organizzative di un futuro percorso di formazione.”

David Istance dell’Ocse

Per l’intera mattinata, il Semina-rio è stato occupato da relazioni e domande per un confronto serrato con David Istance, Senior Analyst, rappresentante istituzionale del Di-partimento Educazione dell’OCSE, che si occupa inoltre degli indica-tori di valutazione della scuola, ma che ha voluto off rire ai responsabili

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degli istituti scolastici del Trentino una panoramica molto dettaglia-ta su cos’è l’OCSE, sull’organiz-zazione in sezioni e dipartimenti, sulle ricerche e sui vari Rapporti che, anche se non proprio specifi ci sull’istruzione, incidono comun-que sull’organizzazione e sul con-testo dell’insegnamento/apprendi-mento e, quindi, sulla qualità dei risultati degli studenti. Insomma - ha fatto capire più vol-te il responsabile del Dipartimen-to Educazione-, “OCSE non vuol dire solo Indagini PISA, che ormai tutti conoscono e richiedono, ma è ricerca e confronto a tutto cam-po anche con la realtà dei paesi che non rientrano nell’OCSE, sui risul-tati dell’apprendimento degli stu-denti, ma anche sui fattori che sono a monte, sull’incidenza della spe-sa per istruzione e formazione nel PIL dei vari paesi, sulla governance e sulle decisioni politiche e ammi-nistrative dei diversi governi, sull’e-ducazione permanente, sull’orga-nizzazione scolastica complessiva, ma anche sul contesto e sull’am-biente d’apprendimento che c’è dietro a quella porta che ogni inse-gnante chiude alle sue spalle dopo il suono della campanella”.

Lavori di gruppo

Nel pomeriggio i dirigenti scolasti-ci si sono riuniti nei diversi grup-pi di lavoro, prima del confronto in plenaria fi nale (la mattina del 1° aprile) e della Relazione del diret-tore Luciano Covi sull’attività del Centro di Rovereto nel primo anno di avvio e funzionamento concreto.David Istance ha seguito nel pome-riggio i lavori di alcuni dei cinque

Gruppi di discussione (dalle 15.00 alle 17.00) che hanno lavorato su-gli input derivati dalla sua relazio-ne del mattino. È intervenuto negli stessi gruppi aggiungendo spunti e rifl essioni alla discussione e al lavo-ro in corso, ma riprendendo, prin-cipalmente, il nucleo centrale della sua relazione sulla necessità di so-stenere le ragioni che rendono oggi necessario riportare in vista di chi è coinvolto nel mondo didattico e pe-dagogico, l’apprendimento e la cre-azione di ambienti di apprendimen-to dinamici ed effi caci, proponendo un’ulteriore rifl essione sull’indivi-duazione di possibili strade da per-correre in questa direzione. In questa ottica – ha precisato il rappresentante dell’Ocse - la lea-dership per l’apprendimento vie-ne considerata come una strategia per passare dalle nuove visioni de-gli ambienti di apprendimento alla pratica nelle scuole e nelle classi (non a caso, i titoli delle sue relazio-ni sono stati: La natura dell’appren-dimento e la leadership, L’impatto dei cambiamentiincorso sull’educazione: la prospettiva OCSE). Gli stimoli off erti dal rapporto ravvicinato con le modalità di lavoro ed i risultati dei vari Rapporti dell’Organizza-zione internazionale hanno, di fat-to, aperto ai workshops tematici del pomeriggio una interessante corni-ce di sfondo per tutta la discussio-ne ed il confronto tra i partecipanti.Nella sessione plenaria, sono stati ri-portati diversi punti chiave emersi nei gruppi di discussione. Le risposte di Istance hanno consentito di poter approfondire alcuni degli spunti più interessanti, che erano emersi nella sua esposizione del mattino.La sintesti dei lavori dei cinque-

gruppi previsti nel Progetto Lea-dership per l’Apprendimento, co-ordinati dai rispettivi referenti, sono state presentate ed introdotte dal referente scientifi co del proget-to, Mario Dutto. È intervenuto, nella sessione plenaria anche Italo Fiorin, presidente del Centro For-mazione Insegnanti di Rovereto.

Report 2010 del Centro

Luciano Covi, dirigente del Cen-tro Formazione Insegnanti di Ro-vereto, ha presentato il Report 2010 del Centro, cioè il primo Rapporto sull’attività del Centro di Rovereto dal suo avvio, e le nuove procedu-re per la presentazione delle propo-ste formative al Centro, queste ulti-me illustrate nel dettaglio da Giulia Habib, della Perfomer S.p.A, incari-cata per l’implementazione del re-lativo format on-line. Nella pagina successiva riportiamo alcune slides del Report 2010 sul Centro.

Saluto conclusivo dell’assessore

A conclusione del Seminario è in-tervenuta anche l’assessore Marta Dalmaso, che si è intrattenuta con i dirigenti scolastici ed ha espresso ap-prezzamento anche con i responsa-bili del Progetto di formazione e con il direttore del Centro per la qualità della proposta, ma anche per la nu-merosa presenza di dirigenti scola-stici al Seminario. (a cura di m.c.)

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Ambiti di attività formativa del centro nel 2010 valori percentuali

ISCRIZIONI ALLE ATTIVITA’ 2010

A. Numero di iscrizioni alle attività: 5.070 B. Numero di insegnanti coinvolti: 2185

Distribuzione degli iscritti per provenienza

Valori percentuali

Quadro sinottico dell’offerta formativa a.s. 2011/2012

Figure professionali specifiche

1.Esperti nei processi valutativi 2.Formatori formatori aree mat-scien e lingua italiana 3.Master per innovatori della formazione 4.Master Docente CLIL - 2° Ciclo 5.Coordinatori dei consigli di classe 6.Esperti della documentazione 7.Referenti Bes/Orientamento 8.Docenti EDA

Dirigenti e Direttori

1.Percorso LpA (Leadership per l’Apprendimento) 2.Dirigenti esploratori in contesti multiculturali

Trasversale 1.Eventi 2.Servizio multimediale di documentazione

TAVOLO DI CONSULTAZIONE PERMANENTE

1) Finalità: coordinamento delle iniziative formative proposte dal Centro

2) Composizione: presenza di sette membri, in rappresentanza del territorio (Valli del Noce, dell’Avisio, Vallagarina, Giudicarie, Alto Garda/Ledro, Valle dell’Adige, Valsugana e Primiero)

3) Modalità operativa: incontri a cadenza bimestrale

4) Avvio: Nomina dei rappresentanti entro metà maggio Primo incontro previsto per venerdì 27 maggio Tema: l’offerta formativa 2011/2012 e analisi delle proposte delle scuole

Procedura per la presentazione di progetti di formazione a.s. 2011/12 1) Soggetti proponenti

- istituzioni scolastiche in rete

2) Modalità di presentazione - on line dal 18 aprile fino al 31 maggio

3) Criteri di orientamento - coerenza con priorità del PdA annuale/pluriennale e gli indirizzi della GP e CS - espressione di istanze ampie e non proprie di una sola Istituzione - non sovrapposizione con attività programmate dal Centro - con caratteristiche di innovazione/sperimentazione disciplinare o metodologico-didattica

- con caratteristiche di documentazione, diffusione, trasferibilità

Procedura per la presentazione di progetti di formazione a.s. 2011/12 4) Criteri di valutazione

- coerenza progettuale esterna - coerenza progettuale interna - grado di compartecipazione al progetto da parte del proponente

5) Riconoscimento - compartecipazione finanziaria fino ad un massimo di 5.000 Euro - collaborazione nelle fasi di attivazione, realizzazione, diffusione

6) Finanziamento a disposizione per l’a.s. 2011/2012 - Euro 50.000 coerenza con il PdA annuale/pluriennale 7) Trasparenza - Pubblicazione dei progetti sostenuti entro 20 gg dal termine di presentazione

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n. 5 maggio 2011

Inserto a cura di: Mario Caroli

Interventi di: Carlo Andreatta, Norma Borgogno, Roberto Brugnara, Mario Caroli, Marcella Cellu-rale, Rosaria Dell’Eva, Barbara De Marco, Mariangela Giolito, Anna Goio, Idanella Larcher, Roberto Pennazzato, Franca Ravagni, Stefania Ravanelli, Anna Maria Tononi

studenti: Andrea, Angela, Gabriele, Giacomo, Giulia, Francesca, Karin (Martini), Francesca Nicolini, Caterina Aparo, Manuel Pallaoro, Elena Valgoi, Pietro Fabbro, Alessio D’Aniello (Arcivescovile)

Esperienze di apertura delle scuole trentine in Europa e nel mondo

OLTRE CONFINE

il doss ier

DENTRO L’ESPERIENZAil doss ierIst. Martini MezzolombardoI.T.I. Buonarr ot i TrentoIst. Sacro Cuore TrentoLiceo linguist ico Rosmini Trento Ist. don Milani Roveret oLicei Arcives covile TrentoIst. Tec nico Pozzo TrentoFondazione Caritro

to

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14 n. 5 maggio 2011

In questo dossier interno di didascalie non c’è un tema monografi co unico, come succede di soli-to, perché pubblichiamo servizi su esperienze ap-parentemente slegate tra loro, fatte da studenti e docenti di scuole diverse e, forse, per qualcuno riuscirà un po’ incomprensibile un simile accosta-mento. Forse. Apparentemente, abbiamo detto, non c’è un legame diretta tra il viaggio a Gerusa-lemme degli studenti del “Martini” di Mezzolom-bardo e, magari, l’incontro sulla donna nel mon-do arabo, al Centro Territoriale Permanente presso il “don Milani” di Rovereto. Eppure non è così e proviamo a spiegarlo.

APERTUREUn fi lo rosso “oltre confi ne”

Voglia di confronto, d’incontro, di dialogo…

Come sempre, prima di compilare l’indice del nume-ro mensile, partiamo dalle pagine dedicate all’inser-to sul tema scelto per il mese. Poi, costruiamo la par-te “dalle scuole” con le esperienze che abbiamo visto e descritto o sulle quali abbiamo richiesto resoconti guidati ai docenti interessati. Poi, ci dedichiamo alla parte – diciamo così istituzionale e defi niamo le deli-bere da riprendere o gli incontri di formazione e ricer-ca presso il centro per la formazione degli insegnan-ti di Rovereto, dell’Iprase o, quando occorre, di altri organismi trasversali per la scuola, come il Comitato di valutazione, il Consiglio delle autonomie scolasti-che ecc. ecc. Infi ne, lo spazio dedicato al “segnaliamo” con qualche libro letto a due mani o le recensioni o qualche scheda breve e così via, fi no alla chiusura del-le quarantotto pagine, copertina compresa.

Un “dalle scuole” molto speciale

Stavolta, nel riordinare le esperienze raccolte dalle scuole, ci siamo accorti di avere molti servizi (alcuni fatti direttamente da noi, altri richiesti e “confeziona-ti” su nostra indicazione dagli insegnanti che aveva-no fatto direttamente l’esperienza) attraversati da una sorta di fi lo rosso: la voglia di apertura della scuola ver-so l’altro, verso coetanei dei vicini paesi dell’area tede-sca, ma anche verso quelli di paesi dell’est e via via fi no al mondo ebraico, col viaggio molto signifi cativo de-gli studenti del “Martini” di Mezzolombardo a Geru-salemme. E, ancora, gli studenti del “Pozzo” di Trento

il doss ier

gemellati con i coetanei moldavi, quelli del “Buonar-roti” di Trento a Bruxelles, le ragazze del “Rosmini” di Trento con quelli della Germania, un’insegnante del Sacro Cuore che ha fatto una singolare esperienza di formazione assieme a diverse decine di colleghi euro-pei, il viaggio da speciali “pellegrini” degli studenti dei licei dell’Arcivescovile, l’incontro di qualche mese fa degli studenti delle superiori con Kerry Kennedy ed i più recenti “giovedì di maggio” del don Milani di Ro-vereto sulla fi gura femminile nel mondo arabo.

Non solo “viaggi”, non solo “gemel-laggi”

Il fi lo rosso che abbiamo individuato in queste, come in moltissime altre esperienze tanto diff use nelle scuo-le trentine, non è lo scambio o il viaggio d’istruzione o la cosiddetta generica “internazionalizzazione” del-la scuola trentina. Quello che più ci ha colpiti e ci ha fatto decidere di unire tutti questi “racconti” in un unico dossier monografi co è la “fi nalizzazione mira-ta” che hanno dietro, il valore aggiunto che i progetti inseriscono al semplice “viaggio”, dall’unione all’inse-gna del valore educativo dello sport (fra Pozzo e Mol-davia), dalla ricerca di una speciale convivenza interre-ligiosa ch trova a Gerusalemme il suo luogo simbolo, dai diritti umani al ruolo della donna, dal pellegri-naggio come modalità di conoscere e conoscersi anche chi, da studente, si dichiara ateo convinto, la ricer-ca delle radici dell’Europa in un seminario che parte da Pestalozzi e arriva alla scuola oggi, ecc. ecc.. Tanti modi per dire che anche tra i banchi di scuola è ma-turata la convinzione che chiudersi non è un valore in sé, neanche in nome dell’identità delle radici, mentre aprirsi col viaggio e con la mente aiuta studenti, do-centi, famiglie e comunità attorno.

Mario Caroli

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“Chi fa una simile esperienza non può permettersi di dimenticarla troppo presto, va raccontata e dif-fusa a scuola e in famiglia”. Così, l’assessore pro-vinciale all’istruzione e allo sport, Marta Dalma-so, ha commentato il racconto fatto il 31 marzo scorso dagli studenti dell’Istituto “Martini” di Mezzolombardo del viaggio in Israele all’inter-no del “Progetto Gerusalemme”. Gli studenti del “Martini” sono stati a Gerusalemme insieme al preside (Roberto Pennazzato) ed agli insegnan-ti di religione (Idanella Larcher e Roberto Bru-gnara), accompagnati da Marilena Gadler, re-sponsabile scuole dell’Associazione Bianconero.

ISRAELEGli studenti in Terrasanta

Istituto “M. Martini” - Mezzolombardo

Il senso del viaggio

Vivere insieme un percorso di formazione, di cono-scenza, di confronto con l’altro fra spiritualità, culture ed esperienze di dialogo, questo il signifi cato del viag-gio in Israele. I ragazzi protagonisti di questo percorso hanno fatto vedere all’assessore Marta Dalmaso il vi-deo prodotto sul viaggio e raccontato alcune emozioni

particolari vissute nei giorni di permanenza in Israele: non un semplice viaggio, ma una palestra di incontri fi nalizzati a incrinare stereotipi, pregiudizi e false co-noscenze; un’esperienza straordinaria che ha portato i ragazzi trentini a contatto con il vissuto, il dramma, ma anche con le grandi prove di dialogo e di convi-venza di due comunità, quella araba e quella ebraica, che quotidianamente si confrontano con la realtà del confl itto e con la necessità della pace.

Un video per “dialogare”

Alcuni studenti hanno riferito come il viaggio abbia loro consentito di vedere e conoscere il signifi cato più profondo dei luoghi più sacri della città “tre volte san-ta”, come la Spianata delle Moschee, il Muro del Pian-to e il Santo Sepolcro. Ma è stato anche un’occasione di scoperta delle comunità che vivono questi territori, delle persone che ogni giorno, con impegno ed entu-siasmo, contribuiscono a costruire la pace e il dialogo fra i popoli. Katia Malatesta, direttrice di Religion To-day, ha apprezzato “questa restituzione fatta dagli stu-denti, anche perché ‘dialoganti non si nasce’, ma si può diventare, com’è successo a questi ragazzi che potranno portare dei semi di pace nelle famiglie e nella scuola”. Un’esperienza, che sarebbe bello riprendere all’interno del Film Festival di Religion Today, magari proiettan-do proprio questo video in apertura del Festival. (m.c.)

“PROGETTO GERUSALEMME”

Il “Progetto Gerusalemme” è nato da quello che all’inizio ci sembrava un sogno diffi cile da realizzare: portare degli studenti delle quinte in uno dei luoghi più signifi cativi del mondo: Gerusalemme, città simbolo nella storia dell’umanità e ancora oggi ago della bilancia della geopolitica mondiale, città sacra per le tre religioni monoteiste, crocevia di culture e popoli, dove però si possono cogliere segni di speranza, di dialogo, semi di pace. Un viaggio che poteva essere un’occasione per valorizzare la dimensione spirituale e religiosa e per ap-profondire il programma di religione. A partire dal maggio dello scorso anno abbiamo iniziato a dare con-cretezza a questo sogno. Le nostre aspettative sono state più che soddisfatte. I partecipanti hanno saputo ap-prezzare ciò che veniva loro off erto e hanno vissuto a pieno questa forte esperienza che, crediamo, rimarrà fra i ricordi più signifi cativi e belli degli anni di scuola. Fondamentale è stato il contributo dell’associazione Bianconero di Trento che organizza il Religion Today Film Festival ed anche il contatto con Alberto Conci, che si occupa di progetti di educazione alla pace e alla cittadinanza. Ad inizio anno scolastico abbiamo presentato il progetto al nuovo Dirigente scolastico, che lo ha valutato in modo positivo e poi lo abbiamo proposto agli studenti. È venuto così a formarsi un gruppo di tredici interessati che sono stati preparati attraverso un ciclo di tre incontri, due dei quali con la presenza dei genitori, che hanno dato fi ducia a questa iniziativa e che ringraziamo. Finalmente il 4 marzo siamo partiti ac-compagnati dal dirigente scolastico e da Marilena Gadler di Religion Today che ha curato il programma e te-nuto i contatti con le guide e le persone che abbiamo incontrato durante i sei giorni di permanenza in Israele.

Brugnara Roberto e Larcher Idanellainsegnanti di religione presso l’Istituto “M.Martini” - Mezzolombardo

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16 n. 5 maggio 2011

gli studenti

Andrea, Angela, Gabriele, Giacomo, Giulia, Fran-cesca e Karin, alunni dell’istituto Martini di Mezzo-lombardo, hanno raccontato, ciascuno nel proprio diario, il viaggio fatto a Gerusalemme nell’ambito di un progetto di dialogo interreligioso e interculturale che hanno vissuto dal 4 al 9 marzo 2011.

DIARIOIl nostro racconto del viaggio

4 marzo 2011

Un risveglio traumatico. Arrivo all’aeroporto e acquisto della colazione. Check-in, controllo e volo fi no a Roma. Volo da Roma a Tel-Aviv (preside con lo zaino nuovo). Arrivo a Tel-Aviv. La città dall’alto sembra come una delle nostre città. L’unica cosa è che non ci sono gratta-celi. Campi da calcio individuati: almeno 10! All’aero-porto controllo a campione (c’ero dentro) e ritiro baga-gli. Raggiunto il pullman arrivo a Gerusalemme, dove tutti gli ebrei hanno il cappello (o a tuba o alla polacca). Si nota la diff erenza tra ebrei, cristiani e musulmani. Le case sono tutte di mattoni bianchi. Ricorda un po’ la co-stiera amalfi tana. Arrivo alla Maison d’Abram. Arrivo in camera (odore di lacrimogeni sparati poco dopo il no-stro arrivo). Cena a base di zuppa, verdure, pesce, cuscus e mele cotte. Prima della cena incontro con Daniel, mo-naco protestante con la lunga barba, che ci ha spiegato le diverse etnie in Israele. Vi è una incredibile varietà di religioni, che cercano di coesistere in pochi metri quadri.

Andrea F.

5 marzo 2011

È ora di pranzo e andiamo a mangiare un piatto tipico falafel e humos (crema di ceci). Finito pranzo siamo corsi alla ricerca del pullman, destinazione Betlemme. Notia-mo già da subito il muro che separa Israele dalla Palestina, fa un certo eff etto. In questo muro si può vedere l’odio, la separazione di due culture e due modi di pensare diversi. Superiamo il check in e arriviamo. Scesi dal pullman, un po’ scossi, ci imbattiamo nella vita palestinese. Un sacco di persone che ci guardano, anche in modo strano. Arriviamo dai salesiani dove ci accoglie don Mario, sacerdote sardo, molto orgoglioso di parlarci del loro istituto. Ci ha spiega-to come funziona la loro scuola e ci ha portato a vederla. Vi si insegna meccanica, informatica, elettronica, televi-sione e radio; entriamo in alcune classi e vediamo alcu-ni ragazzi che lavorano in un laboratorio di meccanica le cui attrezzature sono piuttosto arretrate. I ragazzi ci salu-tano, ci sorridono e ci chiedono di giocare a calcio con loro

ma, per questioni di tempo non possiamo accettare la sfi -da. Andiamo poi a vedere il forno, molto vecchio che ha ri-schiato anche di chiudere anni fa. Ci viene spiegato che in questo forno vengono prodotti 4000 pani al giorno, di cui 1000 vengono dati in benefi cenza alle persone molto po-vere, mentre il resto viene venduto. Don Mario ci porta su una terrazza dove possiamo godere il fantastico panorama di Betlemme: stupendo. Dopo una foto di gruppo andiamo a vedere dei presepi provenienti da tutte le parti del mondo (due dal Trentino). Erano tutti veramente belli. Insieme a Daniel siamo andati a visitare la basilica della Natività e siamo riusciti ad entrare schivandoci tutta la coda. Den-tro abbiamo visto il luogo dove si fa memoria della nasci-ta di Gesù. Abbiamo cenato a Betlemme e poi siamo parti-ti destinazione Gerusalemme. Arrivati al confi ne veniamo fermati ma ci chiedono solo i passaporti. A Gerusalemme salutiamo e ringraziamo Padre Daniel per il suo grandis-simo contributo in questi due giorni.

Francesca

6 marzo 2011

Partiamo destinazione Masada, una rocca a 400 m sopra il livello del mar Morto. Il luogo fu destinato alla costruzio-ne di un palazzo - fortezza da re Erode il quale vi si rifu-giava in caso di pericolo e di instabilità politica a Gerusa-lemme. Il vero motivo per cui questo luogo è così famoso va ricercato molti anni dopo la morte di Erode. Nel 72 d.C. infatti il luogo fu scelto da circa 1000 dissidenti ebrei che vi si rifugiarono a causa dell’insoff erenza alla dominazio-ne romana dopo la distruzione del tempio. Dopo un lungo assedio da parte dell’esercito romano, gli ebrei che si erano rifugiati lì, prima di cadere in mano ai nemici, prendo-no una tragica decisione, un suicidio di massa. Questo fat-to è rimasto impresso nella memoria degli ebrei che infatti utilizzano ancora (soprattutto in ambito militare) il detto “Non ci sarà un’altra Masada”. Da bravi trentini monta-nari il ritorno lo abbiamo fatto a piedi lungo il sentiero del serpente. Non è stato troppo faticoso nonostante il caldo. A ritemprarci ci aspettava il bagno nel mar Morto. Un’espe-rienza unica sentirsi sostenuti dall’acqua senza alcuna fati-ca e spalmarsi la pelle con fanghi dalle molteplici proprietà benefi che. Dopo aver fatto i conti con le ferite procurate dai cristalli di sale sulle piante dei piedi, si riparte in direzione di Gerico alle porte del quale ci siamo fermati in un cen-tro chiamato “Eco me”. Un luogo di dialogo e accoglienza tra persone israeliane e palestinesi. Come scopo del centro, i giovani che lo hanno creato si sono proposti non solo l’inte-

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17n. 5 maggio 2011

grazione dei due popoli ma anche uno stile di vita in pace con la natura. Dopo un giro dell’accampamento ci siamo seduti attorno al fuoco e abbiamo preso parte ad una cena alternativa e particolare. Nel deserto, attorno ad un falò, il suono dei tamburi e i canti tutti insieme ci hanno aiutato a comprendere lo spirito di questo gruppo.

Giacomo, Gabriele, Angela, Giulia e Karin

7 marzo 2011

Alle 8.15 siamo già in cammino, arriviamo al Muro del Pianto e sembra di essere in aeroporto: ancora prima di entrare dobbiamo passare sotto al metal detector mentre un uomo controlla e fruga dentro le nostre borse. Appena ho visto il muro mi ha fatto un certo eff etto, c’era tantis-sima gente che pregava. Ci siamo divisi in maschi e fem-mine e siamo entrati ognuno nella nostra parte. La parte delle donne era molto piccola, c’erano donne di ogni età: ragazze come me che pregavano leggendo con molta en-fasi i testi sacri, altre donne davanti al muro che prega-vano e turiste che mettevano i bigliettini nel muro. Chi fi niva di pregare non dava le spalle al muro, ma per usci-re camminava all’indietro fi nché non arrivava all’entra-ta. Una cosa che mi ha fatto eff etto è il silenzio: le don-ne durante la preghiera non possono parlare e cantare ma devono stare in assoluto silenzio. La parte degli uomini è tutt’altro. Noi donne non possiamo entrare ma si può spiare dalla transenna che separa lo spazio della preghie-ra dal resto della piazza e la parte delle donne da quella

degli uomini. Là dentro è tutta un’altra cosa: ci sono tan-tissimi uomini anziani, giovani, tutti che pregano can-tando, ballando, parlando. La loro preghiera è molto più allegra rispetto a quella delle donne. Proprio in quel mo-mento assistiamo a un Bar mizwah, cerimonia che ricor-da un po’ la nostra cresima: il bambino di 13 anni con questo rito diventa grande, da adesso in poi di tutto ciò che farà la responsabilità sarà sua.

Francesca

Visitiamo poi la spianata della moschea di Al-Aqsa e della Cupola della roccia. Il luogo è sorprendentemente spazioso e occupato da grandi alberi. Una fontana fun-ge da luogo della purifi cazione dei fedeli che si accingono alla preghiera. Questo luogo è il secondo luogo più sacro per i musulmani dopo la Mecca. Questa area è visitabile dai turisti solo poche ore durante la mattinata. La spia-nata per i musulmani è luogo di preghiera ma è anche punto di incontro importante nella vita sociale. Nel po-meriggio partecipiamo a due incontri particolari ed in un certo senso complementari. Prima il console italiano a Gerusalemme, che ci spiega la posizione dell’Italia e di altri stati nei confronti della questione israeliano-palesti-nese, della costruzione del muro e della cooperazione del-lo stato italiano con le due parti. Poi un incontro con dei ragazzi e degli adulti partecipanti al Shula Project, un progetto di incontro tra israeliani e palestinesi. Attraver-so una serie di giochi, canti e scambio di esperienze per-sonali di dialogo e di disagio abbiamo capito come que-ste persone lavorano per cambiare la mentalità individuo per individuo. Abbiamo capito come la politica, con i suoi cavilli burocratici, non riesca a risolvere un proble-ma che invece va aff rontato partendo dalle persone. Ab-biamo visto che il dialogo è possibile, nonostante le diff e-renze, soprattutto tra i giovani.

Giacomo, Gabriele, Angela, Giulia e Karin

Interessantissimo il terzo incontro, svoltosi dopo cena, con il nostro connazionale Padre Kaswalder (un francesca-no di Roveré della Luna da più di trent’anni a Gerusa-lemme). Lui ci ha parlato molto bene della situazione israeliano-palestinese (bene nel senso che è stato preciso, perché lui la vede molto negativamente), raccontando-ci della paura ebraica di essere delegittimizzati dall’oc-cidente. Inoltre si è parlato delle varie guerre che hanno portato a questa situazione, dove i cristiani aiutano tutti pur essendo divisi in tante confessioni.

Andrea F.

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18 n. 5 maggio 2011

8 marzo 2011

Dopo la visita alla tomba di Maria, saliamo sul pulmi-no destinazione Yad Vashem, il museo dell’olocausto. Ar-rivati siamo entrati e abbiamo incontrato la nostra guida made in Italy. Il museo è molto grande, non si possono fare foto. Abbiamo potuto vedere ricordi, video, foto… È sta-to un colpo al cuore vedere le scarpe delle persone uccise da una persona malata che al suo fi anco ha avuto molti soste-nitori. Il museo era molto lungo, infatti alcuni, me com-presa, hanno avuto dei cedimenti e appena si vedeva una sedia si faceva a gara per sedersi. Usciti dal museo abbiamo fatto un giro molto veloce nel Giardino dei Giusti e siamo arrivati a una “grotta”, siamo entrati. Tutto era buio, solo il passaggio illuminato, sulle pareti attorno a noi miglia-ia di luci accese e una voce che ricordava i nomi di tutti i bambini vittime dell’olocausto. Dentro di me passando ho sentito un vuoto, non riuscivo a pensare niente, l’emozione e la consapevolezza di tutto questo era molto forte.

Francesca

Nel pomeriggio un altro incontro particolare, sempre a Gerusalemme, nel quartiere ultraortodosso di Mea She-arim (dei 100 cancelli). In questo quartiere vivono gli ebrei che si defi niscono più osservanti delle sacre scritture dedicando la loro intera esistenza allo studio della Bibbia e costruendosi all’interno delle mura di questo quartie-re una vita che il più possibile non si distacchi da quella dei loro antenati. Non usano TV, computer, non leggo-no giornali, parlano yiddish e vestono secondo un rigo-roso codice di abbigliamento che, anche noi, visitatori indesiderati, come dice il minaccioso cartello all’ingres-so del quartiere, siamo caldamente invitati a seguire alla lettera. Le ragazze fasciate da lunghe gonne scure e i ra-gazzi armati di kippah, ci immergiamo nel dedalo di vie del quartiere dove non ci perdiamo solo grazie alla nostra guida, un regista ebreo che ha dedicato più di un fi lm alla particolare vita nel quartiere ultraortodosso. Più tar-di nel pomeriggio abbiamo avuto addirittura la possibi-lità di un incontro con un ultraortodosso che con molta semplicità e disponibilità ci ha spiegato la storia e la vita del quartiere e ha risposto alle nostre domande. La cosa che forse ci ha più colpiti è l’impressione di poca possibili-tà di scelta per i giovani su molte decisioni che noi ormai diamo per scontate; i matrimoni sono combinati e si cele-brano in giovane età con la fi nalità di procreare un gran numero di fi gli. Nonostante tutto non sono poche le per-sone che, dopo anni di vita da ebrei laici si uniscono alla fi losofi a degli ultraortodossi. La loro profonda conoscenza delle scritture e la loro perpetua ricerca di studio attrag-gono ancora persone in cerca del signifi cato di Dio nelle loro esistenze svuotate di spiritualità.

Giacomo, Gabriele, Angela, Giulia e Karin

9 marzo 2011

Purtroppo eccoci all’ultimo giorno... La pioggia e un for-te vento ci accompagnano durante la visita all’orto degli ulivi dove Gesù pregò la notte prima di essere crocifi sso e il luogo denominato “Dominus fl evit”, cioè il luogo dove Gesù pianse per la sorte di Gerusalemme, dilaniata nei se-coli dalle guerre. In questi luoghi abbiamo potuto rifl ette-re, anche con l’aiuto della lettura di alcuni passi del van-gelo, sull’origine della nostra religione, sul suo signifi cato ultimo di sacrifi cio e rinascita. Infreddoliti e a malincuore lasciamo Gerusalemme salutando con lo sguardo dai fi ne-strini bagnati la cupola della moschea, le maestose mura, gli antichi ulivi, i superbi campanili e le generose palme da dattero. Poche ore dopo eravamo già in Italia. Le imma-gini, i sapori, le musiche (in particolare del muezzin alle 4 del mattino) e le esperienze di questo viaggio sono state molte e intense ma grazie all’aiuto di molte foto, appun-ti e un po’ di memoria riusciranno sicuramente ad accom-pagnarci per tutta la nostra vita. Questo viaggio è stato la conclusione di un percorso di presa di coscienza delle diver-sità e della bellezza del dialogo fra le culture.

Giacomo, Gabriele, Angela, Giulia e Karin

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19n. 5 maggio 2011

Un inizio problematico

Roberto Brugnara e Idanella Larcher, docenti di re-ligione, uno dei primi giorni di scuola del settembre 2010 mi hanno presentato il progetto che avevano ela-borato per un viaggio a Gerusalemme. Li ho ascolta-ti con molta attenzione, e tra me ho pensato “iniziati-va molto interessante ma tremendamente complicata nella sua attuazione”. L’entusiasmo dei docenti mi ha convinto che, pur esplicitando immediatamente tutte le perplessità del caso, dovevo fare tutto il possibile per percorrere questa strada… anche se sembrava in salita!

Le collaborazioni

Il cammino intrapreso è arrivato a un compimento positivo anche grazie alle collaborazioni che abbiamo incrociato – Alberto Conci che ha messo a nostra di-sposizione l’esperienza e i contatti maturati nella sua esperienza; Katia Malatesta che ha dato un contribu-to sostanziale nella defi nizione del programma; Ma-rilena Gadler che ci ha aiutato ad implementare il programma, permettendoci di adattarlo alle esigenze del nostro gruppo e ai vincoli che un viaggio in un’a-rea dall’equilibrio delicato impongono. Anche le ri-sorse interne dell’istituto si sono mobilitate – Carmen Zanotelli e Fernanda Tapparelli hanno gestito con competenza tutte le fasi organizzative e attuative.

L’entusiasmo dei genitori

Questi passaggi sono stati preceduti da una presenta-zione del progetto all’Assessore Marta Dalmaso che ha dato forza alla mia propensione positiva, manifestan-do apprezzamento ed esprimendo un sostegno convin-to alla nostra iniziativa, anche attraverso un contribu-to di carattere concreto che ha integrato la raccolta di fondi destinati all’attuazione del progetto: le quote di partecipazione richieste alle famiglie degli studenti e la

Un’esperienza di enorme valore quella fatta dagli studenti e dai docenti dell’Istituto “Martino Mar-tini” di Mezzolombardo. Io stesso ho voluto coin-volgermi direttamente perché fi n dall’inizio di questa vicenda ho percepito che i presupposti, e la dimensione della realizzazione del progetto, erano di spessore insolito.

EMOZIONIUn progetto di insolito spessore

il dirigente

sponsorizzazione della ditta “F.A.L: di Brugnara e Chisté Srl” di Lavis. Tra i più convinti sostenitori dell’iniziativa vanno annoverati i genitori degli studenti partecipanti che hanno partecipato sempre, e con grande convinzio-ne, alle riunione informative e preparatorie.

Una realtà prismatica

I giorni trascorsi, dal 4 al 9 marzo 2011, sono sta-ti un susseguirsi di esperienze gratifi canti e scoper-te importanti. I luoghi, incredibilmente aff ascinanti, ci hanno rivelato la loro realtà con note inaspettata-mente coinvolgenti; le attività ci hanno proiettato in un clima locale di stridente contraddizione tra il livel-lo formale del dichiarato – l’aspetto istituzionale – e quello più autentico del vissuto – il quotidiano; le per-sone, il vero valore aggiunto, così diverse tra loro ma così inestricabilmente vincolate da legami vissuti con un’incredibile tensione verso lo sviluppo di contatti che possano trovare dei risvolti positivi; la prospettiva delle istituzioni italiane - l’Ambasciata di Tel Aviv e il Consolato Generale di Gerusalemme - ci hanno per-messo di ricomporre una realtà prismatica di diffi cile decifrazione per la nostra sensibilità di europei poco abituati a vivere una situazione di confl itto.

La qualità umana dei compagni di viaggio

I miei compagni di viaggio si sono subito sintonizzati sull’onda giusta per fare di questa esperienza un mo-mento signifi cativo. La buona riuscita dell’esperien-za è stata certamente determinata dalla qualità umana delle persone che hanno partecipato al viaggio, non-ché dalla cura profusa a livello organizzativo, dalla di-sponibilità costante manifestata a livello gestionale, ma anche, e forse soprattutto, dalla volontà di rendere armonico ogni momento vissuto. Questa esperienza ha senz’altro avuto il merito di toccare le corde emo-tive più profonde che si possono rintracciare nelle no-stre anime. Dal mio punto di vista, quello di dirigen-te, l’esperienza è stata un successo per il quale voglio ringraziare tutti e ogni singolo partecipante: Fran-cesca, Linda, Chiara, Dolores, Andrea, Karin, An-gela, Giulia, Gabriele, Giacomo, Andrea, Daniel, Alessandro, Roberto, Idanella, Luca e Marilena.

Roberto Pennazzato

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20 n. 5 maggio 2011

ITI “Buonarr ot i” Trento

Viaggio all’Europarlamento di Bruxelles per clas-se seconda B del Liceo tecnologico dell’Istituto I.T.I. “M. Buonarroti” di Trento, accoglienza ed ospitalità in Trentino per una classe tedesca del Liceo di Eutin: tutto nel mese di marzo 2011, con un’immersione nella “cultura europea”, musi-ca e tecnologia, ma anche il “conio” dell’aquila di S. Venceslao in metallo, come dono degli studenti trentini per i coetanei tedeschi.

CULTURA EUROPEATra Bruxelles, Eutin e il Trentino

La preparazione in classe

Tutto ha avuto inizio nella primavera 2010 con la pro-posta del Centro di Formazione di Rovereto per l’ag-giornamento ed educazione alla Cittadinanza europea. Dell’ Istituto I.T.I. “M. Buonarroti” hanno aderito tre insegnanti: Ravagni Franca, Imparato Irene, Gioli-to Mariangela, che hanno subito coinvolto la classe II Liceo Tecnologico sez. B. Dopo alcuni pomeriggi di formazione per gli insegnanti, la classe ha iniziato a la-vorare sull’importanza del concetto di Europa e di cit-tadinanza, realizzando come prodotto fi nale anche due cdrom. Gli alunni hanno sviscerato la questione sot-to tutti i punti possibili dal mito alla storia, dal dirit-to all’arte e dal disegno tecnico alla religione. Sono stati coinvolti tutti gli insegnanti disposti a collaborare.

Bandiera europea a punto croce e aquila di S. Venceslao in metallo

Un’alunna, Federica Anderle, si è dedicata alla realiz-zazione della bandiera europea a punto croce, manufat-to presentato all’Europarlamento.Gli ultimi apporti sono stati:l’incontro a Trento con una classe tedesca del Li-ceo di Eutin in viaggio di scambio con un’altra clas-se dell’Istituto “Buonarro-ti” il 14 marzo 2011;un viaggio da parte della classe 2B liceo tecnologi-co di quattro giorni a Bru-xelles dal 28 al 31 marzo 2011.Per l’accoglienza, la visi-ta guidata in inglese dell’I-

ti Buonarroti (14 marzo 2011) da parte dell’alunno Jacopo Dellai, preceduta da un breve concerto con buff et off erto ed eseguito dagli studenti, in partico-lar modo da Cristina Basso al fl auto traverso ed En-rico Coffl er alla chitarra classica, hanno concretizzato ciò che per molti mesi era stato teorizzato e analizza-to a lezione. Con l’aiuto dei docenti di disegno e tec-nologia (Loredana Banal e Claudio Casotti) l’intero gruppo-classe ha off erto ad ogni insegnante e studen-te ospiti un piccolo manufatto di laboratorio raffi gu-rante l’aquila di San Venceslao, simbolo provinciale, realizzato dagli studenti in metallo e prima progetta-to al computer.

A Bruxelles

Durante il periodo a Bruxelles il progetto ha ricevuto un ulteriore approfondimento con visite e incontri di-dattici all’Europarlamento, all’Euregio (PAT), al Co-mitato delle Regioni e la conoscenza di un funziona-rio delle ONG accreditate e della scrittrice italiana che presentava il suo ultimo libro nonchè premio Cam-piello: Michela Murgia. Prima di lasciare il Belgio il gruppo ha potuto visita-re a Bruxelles l’Atomium e il centro storico e, con una breve trasferta, la città di Bruges. Gli studenti sono ri-masti entusiasti e in molti hanno defi nito questa espe-rienza di viaggio “un assaggio di cultura europea”.

Mariangela Giolito e Franca Ravagnidocenti presso I.T.I. “M. Buonarroti” di Trento

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21n. 5 maggio 2011

Il Programma di formazione “Pestalozzi”, che prende il nome dal famoso pedagogo svizzero Jo-hann Heinrich Pestalozzi (1746-1827), è stato concepito nel 2005 dal Consiglio d’Europa per rispondere alle sfi de lanciate dal Terzo Vertice dei Capi di Stato e di Governo tenutosi a Varsavia nel maggio di quell’anno. Durante quell’incontro, i vari capi di Stato concordarono sulla necessità di compiere uno sforzo comune per far sì che i valori fondanti del Consiglio d’Europa, ovvero tutela dei diritti umani, della democrazia parlamentare e ga-ranzia del primato del diritto, fossero posti al cen-tro dei programmi di educazione di ogni singolo Stato Membro. Essi riconobbero quindi un ruo-lo chiave agli insegnanti e a tutti i professionisti che operano nel campo dell’educazione (presidi di scuole, formatori, ispettori scolastici, ecc.)

“PESTALOZZI”Sfi de didattiche in Europa

Il programma e i progetti

Questo programma si basa sull’approccio didattico sviluppato da J.H. Pestalozzi, che si focalizza sulla col-laborazione, lo scambio di esperienze e lo sviluppo di nuove iniziative nell’ambito dei programmi educativi. E’ stato pensato come mezzo per riconoscere l’impor-tanza dell’educazione di ogni individuo e soprattut-to per dare supporto alla formazione di quegli “attori dell’educazione” che ogni giorno si trovano ad opera-re in una società sempre più eterogenea e multicultu-rale, nel rispetto dei principi del Consiglio d’Europa.Tre sono le principali aree di attività del progetto:• Seminari europei organizzati presso l’Accademia

di Bad Wildbad in Germania o presso il European Wergeland Centre di Oslo, Norvegia;

• Moduli europei per formatori di insegnanti;• Workshops europei organizzati negli stati Membri.Nell’ambito del Programma Pestalozzi vengono pro-posti ogni anno complessivamente da 30 a 40 eventi nelle tre tipologie indicate sopra, rivolti a professioni-sti dell’educazione che appartengono a uno dei 49 sta-ti che hanno fi rmato la Convenzione Culturale Euro-pea. I seminari e gli workshops che durano dai tre ai cinque giorni, danno ai partecipanti l’opportunità di lavorare insieme e sviluppare le proprie conoscenze e competenze su un tema di interesse comune.I Moduli europei sono invece progetti a lungo termi-ne che permettono ai formatori di lavorare con i loro

colleghi di altri paesi per un periodo di 18-24 mesi, durante il quale sono previsti un certo numero di in-contri volti a confrontare le proprie esperienze, scam-biare materiali e lavorare a un progetto comune.

Moduli per insegnanti

Ciascun seminario o workshop verte su un argomento specifi co connesso con i temi di interesse del Consiglio d’Europa. Ogni anno sono molti i titoli proposti, che spaziano dall’educazione alla cittadinanza democra-tica e ai diritti umani, all’insegnamento della storia, al plurilinguismo, ai diritti dei bambini e alla pre-venzione della violenza e dei crimini contro l’umani-tà. Il corso o seminario si tiene nella lingua parlata nel paese che ospita e organizza l’evento, oppure in Inglese. Di conseguenza, il candidato dovrà possedere una buo-na competenza linguistica che gli permetta di seguire le sessioni e lavorare con colleghi provenienti da diver-si paesi europei ed extra-europei. Alla fi ne del corso fre-quentato, ciascun partecipante è tenuto a redigere una relazione, nella lingua di lavoro utilizzata, che sarà poi pubblicata sul sito dedicato al Programma; dovrà anche fare da multiplier per la propria scuola e, se possibile, per la propria regione, cioè illustrare ai propri colleghi i contenuti del corso frequentato, studiare strategie per mettere in pratica e diff ondere, per quanto possibile, le metologie didattiche acquisite e inoltre fornire a chi è interessato tutte le informazioni per candidarsi a parte-cipare a una delle iniziative proposte.Per avere una panoramica completa su questo vasto pro-gramma e vedere nel dettaglio quali sono i corsi proposti, quando e dove si svolgono, e avere tutte le informazioni pratiche inerenti anche alle spese di vitto e alloggio, che sono quasi completamente a carico del paese ospitante, si può consultare il sito: www.coe.int/Pestalozzi (ingle-se e francese) dove si trova anche il nominativo del refe-rente del Programma Pestalozzi per ciascun paese fi rma-tario, a cui andrà rivolta la domanda di partecipazione.web: www.coe.int/pestalozzi

Training programme for education professionals

Programme de formation pour les professionnels de l’éducation

http://www.coe.int/pestalozzi

PESTALOZZI

EUROPA

Istituto Sacro Cuore Trento

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22 n. 5 maggio 2011

Perché l’ho scelto

Non sono un’insegnante di storia, ma di lingua in-glese all’Istituto per Periti Aziendali e Corrispon-denti in Lingue Estere S. Cuore a Trento. Il mio programma prevede comunque per il IV e V anno che io aff ronti un certo numero di autori di letteratura in-glese dell’epoca vittoriana e del ‘900, che vanno ovvia-mente contestualizzati e inseriti in un periodo storico europeo, di cui bisogna dare precise coordinateHo deciso quindi di candidarmi alla partecipazione a questo corso, per diversi motivi. In primo luogo, ero curiosa di vedere come i relato-ri avrebbero “riempito” quel titolo, cioè di cosa avreb-bero parlato eff ettivamente, anche se me ne ero potu-ta già fare un’idea leggendo il programma di massima. In secondo luogo, mi attraeva molto l’idea di potermi trovare a tu per tu con insegnanti provenienti da di-versi paesi e confrontarmi sul “come si fa scuola”. Last but not least, mi piaceva la destinazione, Londra, città sempre interessante da vivere anche se solo per qual-che giorno. Avevo quindi delle aspettative piuttosto alte, che ritengo siano state pienamente soddisfatte.

Trenta insegnanti, 19 nazioni…

Il workshop era sostanzialmente organizzato a livel-lo locale dal British Council di Londra, che aveva già provveduto a prenotare per ognuno di noi un alber-go in zona centrale. Il programma comprendeva una cena di benvenuto la prima sera, con il direttore del corso, Andrew Wren, storico molto appassionato ed entusiasta, che ha introdotto i lavori con qualche gio-co di conoscenza per spingerci a rompere il ghiaccio rapidamente. Eravamo poco più di 30 persone, mol-ti insegnanti di storia, alcuni di lingue, impegnati nei diversi ordini di scuola, dalle elementari agli adulti. C’erano alcuni presidi, qualche ispettore scolastico e

qualcuno che proveniva anche dal mondo universi-tario. Le varie nazioni erano abbastanza ben rappre-sentate: Austria, Bosnia Herzegovina, Bulgaria, Cipro, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slo-venia, Spagna, Turchia e Regno Unito.

Diversità etnica e razziale e la storia in classe

Il giorno seguente ci è stata off erta una panoramica piuttosto dettagliata sul sistema scolastico inglese e sui programmi ministeriali di storia per le scuole superiori in Gran Bretagna e ancora su come il concetto di “iden-tità” sia concepito e sviluppato all’interno di questi pro-grammi. Sono stati mostrati diversi esempi concreti di didattica della storia attraverso temi quali ad esempio la diversità etnica e razziale. In una società fortemen-te multiculturale, qual è quella britannica e soprattutto in grosse capitali come Londra (ma si potrebbe dire lo stesso per Roma, Berlino, ecc), dove camminando per la strada o entrando nelle scuole salta all’occhio il fatto che spesso la minoranza sia in realtà quella dei bianchi e non il contrario, insegnare storia facendolo dal pun-to di vista dei neri o degli Indiani, incorporando la loro storia nel programma, può avere molto senso.

Dentro la Lampton School…

Tutto questo lo abbiamo potuto subito confronta-re con la realtà, dal momento che, a piccoli gruppi, abbiamo eff ettuato una visita presso una scuola su-periore nei dintorni di Londra. Io ho scelto la Lam-pton School, una scuola frequentata per lo più da fi -gli di immigrati di origine africana o indo-pachistana che vivono e lavorano a Londra, quindi estremamen-te diversa da quello a cui siamo abituati a Trento, so-

History and cultural heritage: Understanding Identity and the Modern World”“Storia e patrimonio culturale: Comprendere l’Identità e il Mondo Moderno”: è questo il titolo del breve cor-so (o workshop) a cui ho avuto la fortuna di parteci-pare nell’ambito del Programma Pestalozzi e che si è svolto a Londra dal 28 febbraio al 4 marzo 2011.

IL “MIO” CORSO Identità culturale in era globale

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23n. 5 maggio 2011

prattutto nella scuola paritaria. Abbiamo visitato gli edifi ci scolastici, parlato con gli insegnanti, abbiamo potuto rivolgere domande ad alcuni studenti e a grup-pi di due o tre persone assistere ad una lezione di sto-ria. Devo dire che vedere concretamente queste cose è stata un’esperienza davvero interessante ed unica, che vale più della teoria: learning through skills – Impara-re facendo, acquisire delle competenze e non solo dei contenuti, è uno dei principi guida dell’ispiratore del Programma, J.H. Pestalozzi e uno dei fi li conduttori di tutti i corsi e seminari organizzati fi nora.

La storia nelle… famiglie di zingari Rom

Un altro esempio di didattica della storia alternativa a quella tradizionale, sicuramente preferita in Italia, ci è stato presentato il giorno dopo. Jamie Byrom, altro storico proveniente dalla contea rurale del Devon, ci ha raccontato di come ha utilizzato la storia di alcune famiglie di zingari Rom che vivono nel Devon, non-chè la storia della sua stessa famiglia, quindi l’espe-rienza concreta di persone comuni, per aff rontare con i ragazzi importanti eventi storici del ‘900, quali la II Guerra Mondiale o i problemi di tipo socio-economi-co dell’Inghilterra del dopoguerra. Il corso si è concluso con la visita al Museo storico Docklands di Londra, che ha un ricco programma di attività pratiche e visite guidate per le scuole britanni-che di ogni ordine e grado e off re inoltre rappresenta-zioni teatrali su diversi argomenti di carattere storico, aff rontati nelle sale del Museo.

Le “mie” valutazioni

Oltre agli interventi tenuti dai relatori del corso, duran-te le diverse sessioni è stato dato ampio spazio al con-

fronto e alla discussione tra i partecipanti, sia sui siste-mi scolastici dei vari paesi (che ho scoperto essere non molto dissimili dal nostro) sia sulle possibili metodolo-gie per l’insegnamento della storia, sia sui diversi temi introdotti di volta in volta dai relatori. La possibilità di confrontarci tra colleghi di paesi così numerosi e diversi non solo sui temi del corso, ma anche, in generale, sul patrimonio culturale di ciascuno, è stato probabilmente tra gli aspetti più apprezzati da tutti e ha senz’altro con-ferito a questi pochi giorni un valore aggiunto, quel-lo di averci fatto sentire che oltre che italiani, tedeschi, olandesi o lettoni, siamo anche europei. L’altro aspetto che vorrei sottolineare è che, per quan-to mi riguarda, ho in parte rivisitato il mio modo di insegnare argomenti di tipo storico-letterario: mi sono resa conto che non ci si può basare esclusivamente sui contenuti, utilizzando solo il libro di testo e saltua-riamente spezzoni di fi lm come strumenti didattici, ma si può rendere più interessante e memorabile an-che la propria lezione di storia con un po’ di ricerca, utilizzando materiali autentici (fotografi e, storie vere, schede audio e video da Internet, documentari, quoti-diani d’epoca) alcuni dei quali si possono reperire fa-cilmente presso librerie o musei, in modo da “appren-dere facendo” anche nella scuola secondaria; è inoltre sempre necessario, a mio avviso, un confronto e uno scambio puntuale tra docenti che insegnano storia in lingua straniera e il docente di italiano e storia, per mostrare ai ragazzi come uno stesso argomento si può aff rontare da punti di vista ed angolazioni diverse e sviluppare così le loro capacità critiche.

Barbara De Marcodocente di lingua inglese – Istituto per Periti Aziendali

e Corrispondenti in Lingue Estere“Sacro Cuore” di Trento

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24 n. 5 maggio 2011

Liceo linguist ico “A. Rosmini” Trento

9 maggio 2011: in occasione della giornata della memoria delle vittime del terrorismo, presso il liceo linguistico “A. Rosmini” di Trento si è svolta una Literaturkonferenz sul tema Der Baader Meinhof Komplex – La prima linea Terrorismus in Deutschland und in Italien. La conferenza letteraria fa parte del-la preparazione ad un esame importante il “DSD li-vello C1/B2”, esame previsto dalla Repubblica Fe-derale di Germania per alunni stranieri al termine della scuola superiore. L’esame DSD conferma la padronanza della lingua al livello C1/B2, che con-sente di accedere direttamente ad un’università tede-sca. In quest’occasione è stato riproposto lo spetta-colo teatrale in tedesco con cui le ragazze della 4LD hanno vinto il concorso indetto dal Goethe Institut di Torino “Mit Deutsch auf der Bühne”.

TEDESCOLiteraturkonferenz e teatro

Che cos’è il DSD

Il DSD è un esame della Conferenza Permanente dei Ministri della Pubblica Istruzione della Repubblica Federale di Germania (KMK) che consente di conse-guire, al termine della scuola secondaria di II grado, il livello C1/B2 della certifi cazione europea nello studio della lingua tedesca. Il DSD non si fa in ogni scuo-la ma si è accreditati dopo attento esame della KMK (Kultusministerkonferenz): il “Rosmini” è stato il pri-mo istituto a Trento e in regione. Sono previste dal-le 800 alle 1200 ore di lezioni di tedesco sui 5 anni di studio. Le competenze richieste e valutate all’esa-me sono: l’ascolto, la comprensione del testo scritto, la composizione scritta, la comunicazione orale. Gli ambiti sono circa 20: su cultura e civiltà tedesca o su attualità. I materiali per le prove scritte e per le prove orali arrivano direttamente da Bonn e nella giorna-ta prevista l’esame scritto viene svolto in tutte le scuo-le DSD dell’emisfero Nord del mondo mentre il ca-lendario degli esami orali viene concordato a livello nazionale con la referente Zfa (Zentralstelle für das Auslandschulwesen), nel nostro caso Petra Köhler.

La Literaturkonferenz

Quest’anno si è pensato di anticipare la Literaturkon-ferenz coinvolgendo le quattro classi quarte. Gli alun-ni si sono suddivisi in gruppi per preparare ed esporre

il lavoro svolto alla presenza di Petra Köhler, respon-sabile in Italia della ZfA. La tematica della conferen-za quest’anno era incentrata sul terrorismo in Germa-nia e in Italia, argomento che era stato già introdotto in classe dagli insegnanti. Le tematiche aff rontate in preparazione alla Literaturkonferenz possono costitu-ire la base su cui impostare il proprio approfondimen-to personale, come in qualche caso di fatto avviene. Una parte dell’esame orale consiste infatti nella pre-sentazione di un lavoro personale, che deve riguarda-re uno dei numerosi ambiti, previsti dalla normativa d’esame, sulla civiltà, la cultura e/o la realtà tedesca. Prima della sessione uffi ciale d’esame è previsto an-che un esame pilota, durante il quale i volontari delle singole classi si off rono per simulare l’esame orale. La commissione d’esame è costituita dal docente di tede-sco della classe, dal docente di conversazione e da Pe-tra Köhler, quale rappresentante della KMK. Gli ap-profondimenti ed i testi che vengono utilizzati nella simulazione non possono più essere riutilizzati in oc-casione della sessione uffi ciale d’esame.

La consegna dei diplomi

Il giorno 2 dicembre 2010 ha avuto luogo la prova scritta, molto simile alla seconda prova dell’esame di stato italiano, ed il 13 dicembre 2010 quella ora-le. A diff erenza degli anni precedenti, in cui le classi si recavano a Roma per ricevere il diploma dalle mani dell’Ambasciatore tedesco, o da un suo sostituto, pres-so il Goethe Institut di via Savoia, quest’anno Petra Köhler è venuta a Trento il 9 maggio. Nel pomeriggio nell’aula Magna è iniziata la cerimonia della consegna dei diplomi ai ragazzi delle quinte.

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25n. 5 maggio 2011

Per l’occasione è stato preparato un saggio dell’orche-stra della scuola diretta da Nadia Carli e dal gruppo te-atrale della classe 4LD con la regia di Anna Goio e la consulenza tecnica di Marco Alotto. Sette alunne della classe 4LD hanno recitato un testo, tratto da Cassandra di Christa Wolf, con il quale hanno vinto la selezione al concorso indetto dal Goethe Institut di Torino “Mit Deutsch auf der Bühne” ed hanno poi partecipato al fe-stival della Lingua organizzato dal Comune di Torino.

Il concorso 2011

Il 29 e 30 marzo 2011 per tre mattine 16 classi di tede-sco, per un numero complessivo di 350 studenti prove-nienti da tutta Italia si sono alternate sul famoso palco del teatro Vittoria di Torino e si sono esibiti per il con-corso del Goethe-Institut: Mit Deutsch auf die Bühne!. Undici classi delle secondarie di secondo grado hanno fatto le loro esibizioni, che dovevano essere della dura-ta massima di trenta minuti. Per la prima volta il con-corso era aperto anche alle scuole medie. Al concorso “In scena con il tedesco” organizzato dal Goethe Insti-tut di Torino, in particolare da Maria-Antonia de Libe-ro, hanno partecipato le 7 ragazze della classe quarta D indirizzo linguistico (Astrid Dalprà, Beatrice Devigili, Nicole Melis, Martina Pattanaro, Laura Poian, Monica Sadler = il coro greco, Benedetta Russo = Cassandra), che hanno messo in scena, recitando in lingua tedesca, lo spettacolo “Cassandra” dal romanzo della scrittrice tedesca (ex DDR) Christa Wolf.

La vittoria con Cassandra

I tre vincitori di questo concorso 2011 sono stati:• il Liceo A. Rosmini di Trento che ha presentato

Cassandra di Christa Wolf,• Liceo R. Casimiri, di Gualdo Tadino (PG) con Je-

dermann di Hugo von Hofmannsthal,• la scuola media F. Petrarca di Pontenure (PC) con la

rappresentazione Ich war, ich bin, ich werde sein, trat-ta liberamente da Die Verwandlung di Franz Kafka.

I criteri applicati per la valutazione degli spettacoli sono stati: la creatività, l’originalità dell’idea, la quali-tà della recitazione e della messa in scena, qualità lin-guistica del testo e qualità di pronuncia della lingua tedesca, l’originalità e la qualità di regia e scenografi a.

Le ragazze del Rosmini hanno messo in scena una mini-riduzione del testo di Christa Wolf, “Cassandra”. Si trat-ta di una sintesi che mette al centro una fi gura di don-na forte pur nella prigionia, pienamente consapevole del ruolo che le ha affi dato la storia: annunciare l’assurdità di ogni guerra, di ogni violenza. La sua fl ebile voce si eleva e si contrappone alle canzoni delle gesta degli eroi, ripre-se in scena con gli incipit in lingua originale dell’Iliade, dell’Odissea e dell’Eneide e con in sottofondo il wagne-riano “Morte di Siegfrido”. Il mito classico e il mito ger-manico si perdono nell’antieroico grido inascoltato di Cassandra: “Non fate partire la nave”. La danza inizia-le e la recitazione ritmica del coro fanno di questa pièce una moderna tragedia greca drammaticamente attuale.

Lingue in scena

L’obiettivo del concorso sul teatro in lingua tedesca Mit Deutsch auf die Bühne! è di sviluppare la conoscen-za della lingua tedesca, promuovere le tecniche teatra-li come supporto alla didattica disciplinare, stimolare la creatività teatrale nell’ambito scolastico come fatto-re dello sviluppo della propria personalità dei giovani. Al gruppo vincitore è spettato rappresentare l’Italia al Festival Lingue in scena! rassegna scolastica europea di teatro in lingue straniere che si è svolto a Torino dal 2 al 6 maggio 2011. Lingue in scena! è un festival di teatro studentesco plurilingue rivolto a gruppi scolastici/ama-toriali costituiti da giovani di età compresa tra i 15 e i 20 anni che accoglie gruppi teatrali di vari paesi euro-pei e valorizza la grande ricchezza linguistica e culturale dei Paesi d’Europa, favorendo l’approfondimento del-le lingue europee moderne e inserendosi a pieno titolo nell’attuale contesto di un’Europa destinata ad entrare nella nostra vita con peso sempre maggiore.

Rosaria Dell’Eva e Anna GoioInsegnanti di tedesco presso il Liceo Rosmini

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26 n. 5 maggio 2011

Istituto “don Milani” Roveret o

Per concludere adeguatamente un anno scolastico ricco di soddisfazioni, il Centro Territoriale Per-manente di Rovereto ha inaugurato, a partire dal 5 maggio 2011, “Donne… voci, presenze, parole”, rassegna di approfondimenti letterari dedicata alla fi gura della donna nella letteratura (araba, ispani-ca, italiana) e nella storia contemporanea.

DONNE…… voci, presenze, parole

Uno sguardo al femminile

Quattro gli incontri: il 5/5: “Palabras de mujeres”, a cura dell’associazione “Mi Gente”; 12/5: “Il seco-lo delle donne”, a cura del professor Francesco Ma-ria Feltri; 19/5: “Kalimat – Il ricamo di Shahrazad”, a cura del professor Adel Jabbar; 31/5: “Le diverse età della donna” – letture interpretate dalla classe 4a E e dal gruppo “Teatrodiscuola” del “Don Milani”. La proiezione di ritratti al femminile e la mostra fotogra-fi ca (a cura del giornalista e fotografo Davide Pivetti) hanno arricchito le serate.

I giovedì di maggio

Questo progetto è l’esito di un intenso lavoro di grup-po (hanno attivamente collaborato insegnanti, tecni-ci e personale non docente), ed è stato sostenuto con determinazione dalla Dirigente scolastica del “Don Milani”, professoressa Daniela Simoncelli. Essendo il CTP un laboratorio di convivenza, il progetto è nato dalla convinzione che individualità ed esperienze deb-bano venire valorizzate anche fuori dalle aule scolasti-che. Così il CTP ha pensato di aprire al territorio le sue iniziative.

Palabras de mujeres: voci e immagini per la libertà

In “Palabras de mujeres” (il primo dei quattro incon-tri) il mondo femminile ha preso forma, ha rivelato la sua anima. E’ un mondo che non ha frontiere, né età, né un tempo preciso.In lingua spagnola sono state lette struggenti poesie, nelle quali le donne rifl ettono sulla vita, sull’amore, sulla morte. Dall’Argentina all’Uruguay, dal Mes-sico al Nicaragua, dal Costa Rica al Guatemala alla Colombia, i componimenti poetici hanno dato

voce a donne che, sfi dando antichi pregiudizi e atavi-che convinzioni, hanno lottato per la libertà, hanno combattuto per difendere un punto di vista diverso, il loro, appunto.

“Mi Gente”: musica e ballo

Suggestive le note musicali del duo Jorge-Roberto: i musicisti sono riusciti a creare magiche atmosfere per meglio far recepire i versi declamati da alcuni compo-nenti dell’associazione latino-americana “Mi Gente”. Caterina e Sandro - sempre della stessa associazione - si sono esibiti in un tango argentino e poi in un valzer uruguayano. Intanto le immagini di Davide Pivetti scorrevano sul video: ci hanno raccontato un universo declinato al femminile, donne che l’autore ha incon-trato nei suoi innumerevoli viaggi.

Carlo Andreatta

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27n. 5 maggio 2011

L’offerta formativa

Il C.T.P. organizza l’insieme dei servizi e delle attività di istruzione e di formazione degli adulti presenti sul territorio. Le attività e i servizi per gli adulti si svol-gono su più sedi e sono coordinati dal Centro che ha come riferimento amministrativo e didattico l’Istituto di Istruzione “Don Milani”.In sintesi, questa l’off erta formativa del Centro Ter-ritoriale Permanente, che si articola in diversi corsi: • di Italiano per stranieri,• per la certifi cazione CILS (convenzione stipulata,

nel 1999, con l’Università di Siena),• per il conseguimento della Licenza media;• corsi in lingua inglese, tedesca, spagnola, araba, cor-

si in informatica.

Chi lo frequenta

È frequentato per il 60% da donne: da molti anni è stato istituito il servizio di baby sitting, proprio per cu-stodire i fi gli, piccolissimi, delle donne straniere. Un altro progetto attivato dal CTP è “Un dottore per amico”, utilissimo per agevolare le informazioni circa i

Il Centro Territoriale Permanente, è attivo a Rove-reto, sempre presso l’Istituto “don Milani” dall’an-no scolastico 1996/1997.Accoglie 993 iscritti, i quali provengono da 71 Paesi. Ci lavorano nove insegnanti. Coordinatri-ce del Centro è la prof.ssa Irene Gritti.

C.T.P.Il Centro presso il “don Milani”

servizi sanitari presenti sul territorio.Il Centro, nel suo radicamento territoriale, da tempo è referente di convenzioni con la Casa Circondariale di Rovereto e con gli Istituti comprensivi di Ala ed di Avio. Il CTP di Rovereto collabora pure con l’Agen-zia del Lavoro.Un altro progetto attivato dal CTP è “Viaggio ai luo-ghi della città”: vengono off erte visite guidate ai luo-ghi più importanti della città della Quercia. Come ci sottolinea la professoressa Irene Gritti – coordinatrice del CTP – “la scuola deve diventare un’occasione di stimolo, di conoscenza reciproca, la scuola deve off rire spazi per relazioni signifi cative”. In quest’ottica, due volte all’anno, il CTP organizza un piacevole momen-to conviviale, “Regalati una festa”: il “Don Milani” si trasforma, in giugno e in dicembre, in un colorato, rumoroso, profumato ambiente da scoprire. Chiun-que è un ospite gradito. (C. A.)

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28 n. 5 maggio 2011

Licei Arcives covile Trento

I gemellaggi che l’Arcivescovile ha realizzato in questo anno scolastico 2010/2011 hanno tocca-to una tematica particolare: il pellegrinaggio e il viaggio, come emerge dal titolo “Pellegrinando. Percorsi antichi per pellegrini moderni”. Il pro-getto si è realizzato con lo scambio di studenti e docenti tra le scuole partner con lo scopo di con-durre uno studio europeo sugli antichi percorsi, ma nell’ottica di pellegrini moderni. L’iniziativa, fi nanziata dalla Provincia Autonoma di Trento, è stata proposta dalle docenti del Dipartimento di Lingue e supportata dai docenti dei diversi Con-sigli di Classe.

PELLEGRINANDO… in Germania, Malta,Spagna, Ungheria

Gemellaggi e pellegrini moderni

La fi nalità principale del progetto è stata quella di condurre uno studio europeo sugli antichi percorsi che hanno unito durante i secoli i nostri popoli. Co-erentemente alla mission dell’Arcivescovile, che punta ad una crescita umana, cristiana e nella scienza dell’a-lunno, il progetto ha puntato a realizzare un’esperien-za innovativa a favore della multiculturalità, della spi-ritualità e dell’incontro tra tradizioni diverse.Negli intenti dei docenti il percorso proposto avrebbe dovuto e dovrebbe aiutare gli studenti a rifl ettere sulla tematica del pellegrinaggio secondo varie declinazio-ni: come viaggio, nell’ottica dell’ospitalità, come cam-mino spirituale, come incontro tra diverse spiritualità e culture, come crescita personale, come simbolo per la religione, come elemento di evoluzione economica e sociale, come incontro tra popoli, culture e lingue per la scoperta del diverso da sé.

Uso e sviluppo delle lingue straniere

L’obiettivo del progetto, dunque, è stato quello di svi-luppare la presa di coscienza del valore dello scambio tra popoli, ma anche migliorare le conoscenze lingui-stiche in inglese, tedesco, spagnolo e italiano. Trattando-si di un gemellaggio tra scuole europee anche l’aspetto linguistico ha assunto un ruolo importante, dal mo-mento che la lingua, le lingue sono state lo strumento per comunicare, entrare in contatto, scambiarsi infor-

mazioni ed esperienze non solo in relazione al Paese di provenienza, ma anche in riferimento all’ambito spe-cifi co del pellegrinaggio e un’opportunità per scam-biare metodologie didattiche tra docenti e metodolo-gie di studio tra studenti.

Le fasi del progetto

Entrando nel merito, il progetto è stato realizzato in diverse fasi.In un primo tempo sono stati presi i contatti tra refe-renti di progetto ed insegnanti delle scuole coinvolte, che sono avvenuti online tramite scambio di mail e, in certi casi, con una visita di conoscenza preliminare alle strutture partner con la defi nizione delle modali-tà operative di realizzazione del progetto ed in partico-lare la scelta della “declinazione” di Pellegrinando che ogni partner aveva scelto. Si è poi passati allo scambio mail tra alunni per una conoscenza reciproca e scam-bio di informazioni sulla realtà locale (geografi a, eco-nomia, arte, storia, religione), infi ne la predisposizio-

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29n. 5 maggio 2011

ne della piattaforma web/blog per ospitare i materiali di lavoro per lo scambio e l’archiviazione delle infor-mazioni. Nella seconda fase sono stati fatti degli studi secondo la “declinazione” di Pellegrinando ed è stato scelto il progetto condiviso dal partenariato con la de-fi nizione dei ruoli e delle attività, sempre condividen-do le informazioni, gli obiettivi e l’operatività, utiliz-zando il web.

Le classi e le discipline coinvolte

Sono stati coinvolti 73 alunni dei licei dell’ Arcive-scovile di Trento e 12 docenti: di tedesco, di inglese, di spagnolo, di fi losofi a, di religione, di storia, di informati-ca, di scienze e di economia e diritto.I gemellaggi sono stati:• la classe II LGEA/LLE con Malta;• III LGEA, III LLE con Augsburg;• gruppi di tutte le classi (trasversale) con Ungheria;• V LLE con la Spagna.A livello multidisciplinare la valenza è stata trasversale, dalla storia con gli aspetti economici e sociali del pel-legrinaggio nel medioevo e la contestualizzazione sto-rica in dimensione europea; la religione che ha pro-posto il pellegrinaggio come contributo alla crescita spirituale; la letteratura straniera che ha aff rontato il tema del pellegrinaggio/viaggio nella letteratura ingle-se, tedesca e spagnola; l’arte con il percorso iconogra-fi co sulla fi gura di S. Giacomo in Alto Adige (Cammi-no Europeo) e la fi losofi a con fede, manifestazioni di culto e spiritualità. C’è stato comunque anche il coin-volgimento di nuove discipline come ad esempio l’e-conomia, le scienze, il diritto.

Studenti protagonisti

Il progetto ha coinvolto, oltre a studenti dell’Arcive-scovile, i coetanei di Augsburg (Germania), di Bur-gos (Spagna), di Malta e di Miskolc (Ungheria). Dopo la prima fase di conoscenza e di scambio di in-formazioni tramite web, è seguita la prima parte del ge-mellaggio vero e proprio: in ottobre 2010, 25 alunni del nostro Istituto si sono recati ad Augsburg accom-pagnati dalla docente di tedesco e dall’animatore pa-storale, hanno conosciuto gli studenti coinvolti nel ge-mellaggio ed hanno avuto la possibilità di frequentare alla mattina le lezioni presso la scuola partner ed al po-meriggio non solo di conoscere le bellezze culturali del-la città e dei dintorni, ma anche di fare un’esperienza di pellegrinaggio. Un percorso analogo è stato seguito in novembre 2010 da 13 studenti e membri del coro dell’Arcivescovile che hanno fatto visita ai loro corri-spondenti ungheresi a Miskolc accompagnati dal capo

coro e da un docente; da 11 alunni che a Burgos nel mese di dicembre 2010 hanno percorso parte del Ca-mino de Santiago e da 23 studenti che in marzo 2011 si sono recati a Malta sulle orme di S. Paolo. Durante i soggiorni all’estero gli allievi hanno realiz-zato numerose attività. Al mattino, immersion nella vita scolastica con momenti di lavoro comune; nel po-meriggio i ragazzi partecipavano alle fasi ideative ed operative dei materiali e realizzavano i percorsi di pel-legrinaggio. Nella fase di scambio e di permanenza a Trento delle scuole coinvolte, le mattinate sono sta-te dedicate all’attività scolastica, mentre nel pomerig-gio attività varie specifi camente collegate ai percorsi di pellegrinaggio europei con visite studio e pellegrinaggi ad alcuni santuari del Trentino Alto Adige.

La fase finale del progetto e i materiali nel sito

La fase fi nale del progetto, vale a dire l’incontro tra le scuole coinvolte, è stata realizzata in due diversi mo-menti. Dal 9 al 15 aprile 2011 i partner tedeschi e spa-gnoli sono stati ospitati a Trento per continuare il la-voro sulla tematica del pellegrinaggio e del viaggio, mentre gli alunni delle scuole di Malta ed Ungheria hanno visitato il nostro Istituto dal 11 al 17 maggio 2011, in occasione della 25^ Maratona di Primavera. Quest’ultimo periodo è stato un’ulteriore occasione di scambio di esperienze, di incontro, di ospitalità e di impegno concreto.Per gli alunni dell’Arcivescovile il progetto si conclu-derà con la partecipazione al pellegrinaggio diocesano in notturna (28 maggio 2011) da Trento a Montagna-ga di Pinè.In quest’ultima fase si sta completando il website in-ternet con tutti i materiali della ricerca sul progetto e con le istruzioni di attuazione. Il sito, caratterizza-to da un’area istituzionale, prevista per raccogliere le informazioni “uffi ciali” del progetto, con schede dei partner e informazioni sulle aree del gemellaggio e con le descrizioni delle attività svolte per la sua realizzazio-ne, sarà presto consultabile sul sito dell’Arcivescovile: www.arcivescoviletrento.it

Stefania Ravanelli e Anna Maria Tononidocenti del Liceo Arcivescovile

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30 n. 5 maggio 2011

studenti tes timoni

Noi verso Augsburg…

16 ottobre 2010 - Venticinque baldi giovani hanno dato inizio alla loro spedizione: meta Augsburg. La partenza della terza linguistico portava con sé mille preoccupazio-ni per la paura di non essere all’altezza di questa esperienza ma anche mille aspettative, la voglia di stare insieme, im-parare nuove tradizioni, incontrare una nuova cultura, ap-profondire una lingua già amata e nota, ma di sicuro non abbastanza. Appena arrivati abbiamo incontrato le nostre famiglie ospitanti che ci hanno accolto con gioia. La missio-ne “Pellegrinando” è iniziata il lunedì percorrendo un breve tratto della “Jacobs Weg”. Abbiamo camminato in silenzio (si dai… il Nostro silenzio!) sotto la pioggia, immedesiman-doci al massimo nella fi gura del pellegrino fi no alla “Sant Uldrichs Basilika”. Nei giorni successivi abbiamo visitato, zainetti in spalla, Regensburg ammirandone le bellezze che essa aveva da of-frirci tra storia, arte e gastronomia, infatti abbiamo sfrut-tato la pausa pranzo in riva al Regen mangiando dei deli-ziosi crauti con salsicce. Abbiamo visitato anche Augsburg e Ulm e nel ritorno, prima di arrivare a Trento, abbiamo fatto una sosta nella abbazia di Ettal che abbiamo molto apprezzato per le sue preziose decorazioni. Ma non abbia-mo perso l’occasione per sfi darci ad una battaglia di neve, portando ancora una volta i professori alla disperazione. Arrivati a Trento però il senso di vuoto per la fi ne della nostra avventura ci ha lasciato un po’ di tristezza: poteva-mo solo contare i giorni che mancavano ad un nuovo in-contro ad aprile, quando le nostre amiche sarebbero venu-te da noi.

… e loro verso Trento

8 maggio 2011 - È giunto il grande giorno, la classe è in fermento: le nostre “Freundinnen” stanno per arriva-re. Tra saluti e risate ci siamo fi nalmente ritrovati e sem-brano passati solo pochi giorni: la confi denza è rimasta, il nostro legame è ormai più forte delle distanze. Nei giorni di permanenza il divertimento non è mancato e le abbia-mo portate a vedere il castello del Buonconsiglio, a Riva del Garda; a Verona, dove Romeo e Giulietta hanno suscitato il maggior interesse nelle romanticone e l’arena ha stupito per la sua storia ed imponenza; ma anche a sfi darsi sui go-kart di Ala in competizioni da brivido. C’è stato soprattutto l’intenso pellegrinare verso la Madonna del Senale. Abbia-mo condiviso questa esperienza anche con i ragazzi di Bur-gos, ospitati dalle classi quinte: è stato un importante giorno di incontro per tutti, dove abbiamo aperto i nostri cuori e le nostre menti alle rifl essioni di don Lamberto sul cammino come metafora dell’uomo che cammina verso Dio. Ci siamo tuff ati a fondo nei nostri pensieri ed abbiamo rifl ettuto sulle toccanti parole, traducendo in tutte le lingue questo discorso per far sì che tutti potessero aff rontare questa esperienza con maggior consapevolezza. Così siamo già alla fi ne della loro permanenza: non ci siamo neanche accorti di quante cose avremmo voluto fare insieme e non siamo riusciti a fare. La musica, i balli e la compagnia hanno fatto sì che la serata fi nale rimanesse im-pressa nei nostri ricordi. Troppa voglia di stare ancora in-

sieme, troppa vicina la loro partenza: se ci fosse stato un modo per riavvolgere il nastro e ricomin-ciare da quel lontano ottobre del 2010 lo avrem-mo fatto subito, ma purtroppo il tempo corre e bisogna assaporare ogni sua sfumatura al meglio. Purtroppo la partenza immaginata così tante vol-te era diventata realtà: non si poteva rimandare. Questa legione tedesca ha abbassato le nostre dife-se facendo breccia nei nostri cuori: un’amicizia a distanza, legami incorruttibili che non potranno sciogliersi. Per fortuna il terzo millennio ci rega-la tanta tecnologia per rimanere in contatto no-nostante tutto. Ecco il vero signifi cato di amicizia e gemellaggio.

Francesca Nicolini, Caterina AparoStudentesse terza liceo linguistico

Arcivescovile

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31n. 5 maggio 2011

Stare con se stessi

L’esperienza del pellegrinaggio a Malta, è stata molto po-sitiva per me: perché fra i numerosi momenti di diverti-mento con i miei amici ce ne sono stati altri di rifl essione personale. In particolare mi è piaciuto visitare la Millen-nium Chapel perché è un luogo molto bello e tranquillo dove si può stare in pace con sé stessi, lo stesso vale per la cattedrale di S. John. Per fare questa esperienza ho lascia-to la mia famiglia, che per me è la cosa più cara e sono andato alla ricerca della mia meta, che non posso anco-ra dire di aver trovato, perché il mio pellegrinaggio è ap-pena iniziato.

Manuel Pallaoro

Diventare grandi

Credo che questa esperienza a Malta sia stata molto si-gnifi cativa per me ed anche per tutti i miei compagni. Mi ha dato l’opportunità di pensare alla mia vita e di fare il punto della situazione. Mi ha fatto capire mol-te cose, ho capito per esempio che il pellegrinaggio non è soltanto un viaggio verso un luogo religioso ma è qualco-sa di più, la vera meta del pellegrino non è un luogo spe-cifi co, bensì Cristo, che ci chiede di abbandonare le cose materiali e anche le persone per esempio gli amici e di fi -darci di lui. Questa esperienza ci ricorderà chi siamo e ci cambierà e ci darà l’opportunità di lasciare qualcosa. Il pellegrinaggio ci fa crescere e diventare adulti. Non ho idea di che cosa lascio né di cosa voglio lasciare realmen-te per ora credo di lasciare degli atteggiamenti. Comun-

IN RICERCAStudenti pellegrini a Malta

que sono contenta perché so qual è la mia meta e come raggiungerla.

Elena Valgoi

In viaggio, metafora della vita

Siamo partiti il 9 marzo, per andare in pellegrinaggio. Ab-biamo visitato diversi luoghi come le isole di san Paolo la “Millennium Chapel”, e altri importanti chiese. Ci siamo confrontati con don Robert, un sacerdote del luogo che ci ha spiegato che cos’è il pellegrinaggio e chi è il pellegrino per i cristiani. Ho capito che l’uomo va in pellegrinaggio perché è in cerca di qualcosa e questo qualcosa è Dio. Ogni uomo ha un desiderio nel cuore che solo Dio può riempire. Ma anda-re in pellegrinaggio non signifi ca soltanto partire e andare da qualche parte, devi lasciare qualcosa, come ha fatto an-che Abramo, e fare esperienza di un cambiamento. Bisogna prendere le distanze dalla vita quotidiana e andare in cer-ca del mistero. Tutta la nostra vita può essere considerata un pellegrinaggio e penso che il pellegrinaggio sia un modo per migliorare se stessi. Don Robert ci ha fatto molte domande a cui ho provato a rispondere ma alcune sono davvero mol-to diffi cili e temo di non farcela. Faccio un esempio: dove sto andando? io non lo so e non credo di avere al momento una meta spirituale anche se la sto cercando.

Fabbro Pietro

Io, studente ateo, pellegrino…

Quando la mia insegnante mi ha chiesto di scrivere qualco-sa riguardo alle emozioni che ho provato durante il pellegri-naggio a Malta ero molto perplesso, perché mi considero ateo ed è molto diffi cile per me relazionarmi con ciò che ha a che fare con chiesa e religione. Il dizionario defi nisce la parola pellegrinaggio come un viaggio verso un luogo sacro per mo-

tivi religiosi. Credo che sia la giusta spiegazione di ciò che è questo viaggio per un credente. Per un ateo come me è un luogo dove puoi concen-trarti su ciò che c’è dentro di te, i tuoi sentimen-ti e la tua vita. Quando sono andato in pellegri-naggio mi sono sentito parte di qualcosa anche se non sono un credente. Può essere utile anche per un ateo andare in pellegrinaggio per trovare pace in questo mondo frenetico. Questo è ciò che ho provato durante il mio pellegrinaggio.

Alessio D’Aniello

Questi testi sono stati tradotti dall’insegnante per la pubblicazione su Didascalie.

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Istituto tec nico “A. Pozzo” Trento

Studenti dell’Istituto per geometri “Andrea Poz-zo” di Trento assieme ai coetanei del Liceo Teore-tico sportivo e Collegio Tecnico di Costruzione ed edilizia” di Chisnau – Moldavia.Dal 28 marzo al 2 aprile 2011, una delegazione di due classi assieme ad alcuni docenti ha ricambia-to la visita a Trento che i ragazzi del “Pozzo” aveva-no fatto lì un mese prima. La mattina di martedì 29 marzo, un momento conviviale di accoglienza e scambio di emozioni e piccoli doni nell’aula magna dell’Istituto di via Barbacovi, con gli ospiti assieme all’assessore provinciale all’istruzione e allo sport, Marta Dalmaso, la dirigente scolastica, Donatella Rauzi, la referente del Progetto, Marcella Cellu-rale ed altri docenti dell’Istituto.

GEMELLAGGIOTrentini, Moldavi e… sport!

L’accoglienza in Trentino

L’Aula magna dell’Istituto per geometri di Trento era praticamente al completo la mattina del 29 marzo scorso: mancavano soltanto alcuni studenti molda-vi che si esercitavano assieme ai colleghi trentini nel-le attività sportive all’aperto e in palestra. Un grup-po di loro però ha potuto incontrare l’assessore Marta Dalmaso alla quale hanno raccontato gli sviluppi del gemellaggio fra i due istituti, assieme alla piacevole sorpresa di aver trovato nuovi amici, grazie anche al rapporto via web ed all’uso della lingua inglese. Apprezzamenti e riconoscimenti sono venuti dal-le due “presidi” e dai rispettivi docenti referenti del progetto (Donatella Rauzi e Marcella Cellurale per Trento, Maria Jarmenco ed Elena Gabben per Chi-sinau), da Francesco Pancheri – dirigente referente in Dipartimento Istruzione per i rapporti internazio-nali – e, infi ne, dall’assessore Marta Dalmaso.

Il saluto dell’assessore

“È bello ed emozionante sentire che voi studenti siete qui a raccontare come i valori dello sport e dello studio siano punti importanti per intrecciare relazioni con co-etanei che mai avreste pensato di incontrare senza que-sta opportunità, che ci conferma che stiamo facendo la nostra parte per costruire un mondo migliore”, ha detto l’assessore. Non so cosa resterà nel profondo di questa vostra esperienza, ma so che questa che voi state facendo è una sorta di mattone, un’esperienza, che cer-tamente lascerà il segno in chi la sta facendo”.Gli studenti sono stati in Trentino per la settimana dal 28 marzo al 2 aprile 2011 sono 17 con 5 accom-pagnatori. Nella settimana in Trentino, incontri veri nelle classi con i coetanei e i docenti trentini, ma an-che iniziative sportive, anche perché sia tra i moldavi che tra gli studenti trentini ci sono alcuni campioni dello sport veri, ma anche “bravi studenti”.

Lo sport unisce studenti coetanei

Il progetto “Giocando si imparano i valori” promosso dall’Istituto Pozzo di Trento e fi nanziato dalla Provin-cia Autonoma di Trento nell’ambito dei gemellaggi, coin-volge direttamente la classe Terza dello stesso Istituto e gli Istituti “Liceo Teoretico Sportivo e Collegio Tecni-co di Costruzione ed Edilizia di Chisinau – Moldavia.Chiaro l’obiettivo principale del Progetto (esplicita-to dalla referente): portare a conoscenza degli studenti quanto la pratica sportiva sia utile per imparare il rispet-to delle regole, la competizione leale, lo spirito di squa-dra, la solidarietà, i diritti umani e la cooperazione.Gli studenti durante l’anno scolastico hanno aff ron-tato gli argomenti in classe con i docenti delle singo-le materie curriculari, raccolto informazione tramite ricerche, sondaggi, approfondimenti in classe. Inol-tre hanno potuto entrare nello specifi co delle varie te-matiche attraverso incontri con psicopedagogisti dello sport, medici dello sport e docenti di diritto sportivo.

Lo spot antiviolenza

Studenti e docenti dei diversi Istituti sono stati chia-mati a realizzare uno spot anti-violenza, utilizzando il materiale che si è raccolto e le conoscenze che si sono acquisite durante tutto l’anno scolastico sia in Italia che in Moldavia. Uno spot realizzato, sotto la guida del regista Andrea Andreotti, in lingue diverse con sottotitoli anche per studenti di altre nazionalità (spa-gnolo, portoghese, e albanese). Il progetto ha già dato, inoltre, l’opportunità agli studenti e ai docenti di co-noscere e vivere in prima persona realtà e tradizioni completamente diverse l’una dall’altra. (m.c.)

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Le finalità

• Rendere consapevoli e promuovere negli studenti una più ampia dimensione europea attraverso il confronto con i coetanei su argomenti di attualità, quali i diritti umani, le scienze, l’economia, lo sport, le lingue, l’in-formatica ecc..

• Conoscere la complessità dei sistemi educativi di altri paesi ed off rire l’opportunità del confronto con culture e tradizioni diverse al fi ne di sensibilizzare i giovani alla convivenza ed all’ integrazione.

• Confrontarsi con studenti stranieri al fi ne di potenziare l’utilizzo dell’inglese come lingua veicolare attraverso l’u-tilizzo delle tecnologie informatiche e sviluppare compe-tenze utili sia nel contesto scolastico che sociale-lavorativo.

• Condividere con i coetanei le problematiche proprie del-la fase evolutiva adolescenziale al fi ne di prevenire si-tuazioni di rischio sociale e diff ondere la cultura del dialogo democratico e pacifi co e del rispetto delle regole.

• Porre l’accento sul valore dello sport per promuovere un regime di vita salutare e per diff ondere i valori del-la condivisione di obiettivi comuni nel rispetto dei sog-getti deboli e/o diversamente abili.

• Consolidare la consapevolezza di essere cittadini euro-

pei e sviluppare nei ragazzi una coscienza civica basa-ta sui principi di legalità, anti-violenza utilizzando le regole sportive quale utile supporto all’applicazione di quelle giuridico-sociali.

• Imparare a discutere e lavorare in un clima di collabora-zione e convivenza civile nel rispetto delle diff erenze, delle caratteristiche irrinunciabili dei singoli valorizzando una sana competizione ed il protagonismo di ciascuno.

• Sviluppare i contatti e le convenzioni per organizza-re soggiorni di studio, stage lavorativi e missioni di vo-lontariato sociale al fi ne di consolidare il senso di esse-re cittadini del mondo.

• Diff ondere il valore dell’ospitalità e dell’essere ospitati, sperimentando le regole che sono alla base delle relazio-ni tra i popoli e accettando i modelli sociali e di compor-tamento diff erenti come ricchezza e non come limite.

L’articolazione

Lo sport e l’educazione fi sica sono mezzi eccellenti per promuovere il rispetto delle regole, la tutela dell’am-biente, lo sviluppo, la pace nonché valori sociali quali la competizione leale, lo spirito di squadra, la solidarie-tà, i diritti umani e la cooperazione. Le iniziative spor-tive possono essere validi strumenti per combattere l’e-sclusione sociale, il razzismo, la xenofobia e la violenza.Il progetto ha inteso coinvolgere i ragazzi del Liceo tecnologico per studenti che praticano attività sporti-va dell’Istituto per Geometri A. Pozzo.L’argomento principale del progetto è lo sviluppo del-lo studio delle implicazioni che si riscontrano nella pratica sportiva in un ottica comparatistica, ponen-do cioè l’accento sul confronto off erto dallo scam-

IL PROGETTOLe motivazioni dello scambio

L’Istituto A. Pozzo per l’anno scolastico 2010/2011 ha promosso un gemellaggio con due Istituti della Moldova, dal titolo Giocando si imparano i va-lori con lo scopo di sensibilizzare gli studenti che praticano attività sportiva ai valori veicolati dal-lo sport. Di seguito si riporta sinteticamente un estratto della matrice progettuale.

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bio interculturale tra gli Istituti coinvolti. Questo ha favorito un coinvolgimento relazionale tra docenti ed allievi delle scuole aderenti al progetto in un ottica di complementarietà e permetterà di aff rontare un appro-fondimento dei valori che lo sport veicola.

L’attuazione

Il progetto si è realizzato attraverso diverse fasi nel-le quali inizialmente sono stati coinvolti i singoli do-centi in ambito curricolare con le singole discipline e il gruppo classe o sottogruppi e poi un coinvolgimen-to a livello interdisciplinare, nelle fasi conclusive del lavoro, (sia nel nostro Istituto che in quelli gemellati).Nella fase successiva i ragazzi hanno realizzato uno spot anti-violenza, da presentare ai genitori e agli studenti di tutto il Liceo sportivo a fi ne anno scola-stico nell’ambito di una Conferenza che avrà come obiettivo la promozione dei valori dello sport. Nella realizzazione di tale prodotto multimediale gli studenti hanno utilizzato i materiali raccolti sia in Ita-lia che in Moldova presentando il risultato fi nale in lingue diverse.

L’utilizzo delle lingue straniere

In merito all’utilizzo di lingue diverse, uno degli obiet-tivi di questo progetto è stato la formazione linguistica; per tutta la durata del progetto l’insegnamento e le tecni-che di apprendimento della lingua inglese hanno avuto un ruolo di primaria importanza. Per il prodotto multi-mediale, il progetto aveva anche previsto che venisse sot-totitolato anche nelle lingue parlate dagli studenti pre-senti in classe (spagnolo, portoghese e albanese).Lo studio delle lingue, ed in particolare quella ingle-se, hanno infatti assunto negli ultimi anni una gran-de importanza e le autorità scolastiche locali ne hanno promosso la certifi cazione.Tale apprendimento risulta peraltro imprescindibile an-che sul piano dell’accesso al futuro mercato del lavoro. Se nelle indagini europee sull’occupazione giovanile questa Provincia appare con continuità ai primi posti, onore al

merito è dato all’investimento di risorse in formazione, sviluppo ed accesso alla certifi cazione linguistica.La tipicità di questa Provincia connotata da forti con-trasti naturali, culturali e sociali ha infl uito positi-vamente sullo sviluppo economico e anche sulle sue risorse umane e questo rappresenta un metodo sicu-ramente interessante per il giovane studente europeo.Sotto questa ottica, questa Provincia è un laborato-rio naturale di dimensioni ottimali per un’inesauri-bile ricerca di grande contributo e confronto sia per giovane studente europeo che per lo studente stranie-ro presente sul territorio.

Lo sviluppo del progetto in due fasi

Il Progetto è stato realizzato nell’anno scolastico 2010/2011 e sviluppato in queste due fasi:1. programma nel primo quadrimestre:

ricerca/sondaggio sui valori dello sport in Italia e in Moldova, stesura di statistiche, approfondimento del-le tematiche connesse, realizzazione della sceneggiatu-ra del video;

2. programma nel secondo quadrimestre:incontro con esperti psicopedagogisti dello sport, medi-co dello sport e docente di diritto sportivo, approfondi-mento delle tematiche proposte, riprese video a Trento e in Moldova, montaggio e traduzione in lingua dei te-sti, preparazione dell’incontro coi genitori, studenti, al-lenatori ecc. da realizzarsi a fi ne anno scolastico.

Lo scambio

Febbraio 2011: visita degli studenti italiani a Chisinau;Marzo 2011: visita degli studenti moldavi a Trento.Docenti e discipline coinvolte: diritto, educazione fi -sica, inglese, scienze, matematica, ECDLPartner esterno: APSIM – Associazione di promozione sociale Italo-Moldava “Arcobaleno” Trento

Marcella CelluraleDocente referente Progetto Istituto “A. Pozzo” Trento

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La storia parte da noi

Nella mattina di martedì 14 febbraio moltissimi stu-denti hanno avuto una grande opportunità: quella di potersi confrontare direttamente con Kerry Kennedy. L’incontro è stato introdotto da Monti, vicepresidente della Caritro ed è stato coordinato da Donata Borgono-vo Re. Kerry Kennedy ha subito rotto gli schemi dell’ incontro convenzionale, prendendo il microfono e, in piedi sul palco, si è relazionata con gli studenti con i quali ha colloquiato portandoli a rifl ettere su temi quali “ingiustizia”, “diritti umani” e sul valore dell’azione af-fi nché essi siano aff ermati in tutto il mondo. “Fin da piccola – ha raccontato Kerry ai ragazzi- mi sono chiesto perché Dio mi ha messo qui. Domanda fondamentale che prima o poi tutti si fanno: forse per

La Fondazione CaRiTRo, in collaborazione con la Robert Kennedy Foundation e con il patroci-nio della Provincia Autonoma di Trento ha orga-nizzato per il 14 febbraio 2011 presso l’Auditorium Santa Chiara di Trento l’incontro sui diritti umani rivolta in particolare agli studenti delle scuole su-periori. Anche quest’anno c’è stata la partecipazio-ne di Kerry Kennedy, fi glia del senatore Robert F. Kennedy, e Stephen Bradberry, “difensore” dei di-ritti umani all’interno del Robert F. Kennedy Memo-rial, il quale si occupa in modo particolare del rap-porto fra questione ambientale e diritti umani. Ha moderato l’incontro Donata Borgonovo Re, pre-sente l’assessore Marta Dalmaso.

DIRITTI UMANIGli studenti incontranoKerry Kennedy

l’incontro

diventare un grande artista o un bravissimo genitore o il difensore di qualche grande comunità? Tutte le per-sone di cui parliamo oggi si sono fatti la stessa doman-da e avevano una cosa in comune: avevano capito per-ché erano sulla terra e avevano scelto di fare qualcosa per una causa più grande di loro stessi”. Durante la mattinata si sono alternati i racconti personali di Ker-ry Kennedy sugli incontri con “defender” e vittime di ingiustizie e letture degli studenti che hanno interpre-tato, dal palco, alcuni passi tratti dalla versione didat-tica di “Speak truth to power”.

Stephen Bradberry

Accanto a Kerry Kennedy si è presentato Stephen Bradberry, biologo di New Orleans, che ha ricevuto il Robert F. Kennedy Human Rights Award nel 2005 per il lavoro in favore delle popolazioni colpite dall’u-ragano Katrina e impegnato sin dalle prime battute nella raccolta fondi a loro sostegno e che ora si occupa del disastro petrolifero della British Petroleum (BP) nel Golfo del Messico che ha devastato la Louisiana. Come cittadino responsabile ha deciso di intervenire personalmente, anche se al momento della tragedia di New Orleans era lontano, e in quel momento avrebbe potuto fare ritorno a Chicago dai suoi genitori perché - ha spiegato ai ragazzi – la difesa dei diritti umani ini-zia sempre dal piccolo. Se ciascuno si impegna consa-pevolmente per i diritti umani con rispetto non solo verso di sé ma anche verso gli altri, di cui considera la dignità, sicuramente ne uscirà qualcosa di grande.

Le domande dei ragazzi

Molte le domande che gli studenti hanno posto a Ker-ry Kennedy e a Stephen Bradberry sull’immigrazione e la discriminazione a cui queste persone sono costret-te, sulla violazione dei diritti del Messicani che muoio-no sul confi ne, a proposito della fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma BP nel Golfo, alla situazione dei de-tenuti. Ciò che è emerso dalle risposte è stato princi-palmente un invito alla giustizia e al rispetto della di-gnità umana, che va oltre gli interessi dei paesi e degli stati. L’importante, in qualsiasi situazione, è superare i pregiudizi ed esprimersi con dignità anche quando non approvi chi è al potere come è successo in Egitto. Quando il mondo vede che qualcuno protesta in ma-

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niera civile per difendere i propri diritti spesso lo sup-porta e a volte ci vuole poco, altre volte più tempo, ma questi cambiamenti avvengono. Fondamentali sono quindi i diritti umani per dare vita a cambiamenti so-ciali che portino alla libertà e alla giustizia dei popoli, perché quotidianamente ancora oggi i governi violano i diritti dei loro cittadini e ogni giorno moltissime perso-ne si mobilitano contro violenze e ingiustizie.

Il senso

Le attività svolte nel corso di questi anni dalla Fonda-zione e dai suoi “defenders” sono la viva testimonianza delle parole, delle idee e dei valori che hanno ispirato l’azione politica di Robert Kennedy a difesa della giu-stizia sociale e dei diritti umani. Oltre ai grandi eventi del panorama internazionale la Fondazione Kennedy ha continuato la sua battaglia per la diff usione del-la cultura della conoscenza dei diritti umani anche in Italia, a cominciare dai giovani e dalle scuole. Sapere, conoscere ed essere consapevoli ci aiuta a capire non solo in che modo i nostri diritti vengono tutelati a li-vello internazionale, ma anche cosa signifi chi, oggi, essere cittadino italiano, europeo e del mondo.

La Fondazione RFKennedy

Il 2011 è l’occasione per ricordare la fi gura e le paro-le di Robert Francis Kennedy, che proprio 50 anni fa prestava giuramento in qualità di Ministro della Giu-stizia, contestualmente all’insediamento del fratel-lo John F. Kennedy come Presidente degli Stati Uni-ti d’America. Robert Kennedy ha sempre sostenuto la lotta contro la delinquenza e quella contro le povertà ed è proprio a questi ideali che si ispira la Fondazio-ne intitolata a suo nome e voluta nel 1988 da Kerry, la settima dei suoi undici fi gli. Il lavoro ventennale di

Kerry in difesa dei diritti umani ha trovato una sintesi effi cace nel volume “Speak truth to power”, che rac-coglie le sue interviste ai molteplici “difensori” (defen-der) che, nelle rispettive terre d’origine, hanno saputo dimostrare che si può porre un freno alle ingiustizie e aff ermare i diritti negati, attraverso il coraggio o addi-rittura la soff erenza e il sacrifi cio personale.

Il libro

Grazie al progetto “Speak Truth to Power” sono mol-tissimi gli studenti italiani che hanno potuto incon-trare Kerry Kennedy e confrontarsi con lei a proposito dell’importanza dell’azione individuale per l’aff erma-zione e la difesa dei diritti umani. Il manuale educati-vo contiene le coraggiose storie dei defender dei diritti umani e una preziosa introduzione che spiega con pa-role semplici la posizione dell’Italia a questo proposi-to, ma anche che cosa sono i diritti umani seguita da una breve storia degli stessi. “Speak Truth to Power – Coraggio senza Confi ni” contiene molte interviste a defender provenienti da ogni continente, affi anca-te dalle foto di Eddie Adams, vicitore del Premio Pu-litzer. Da queste interviste scaturisce il coraggio delle persone che hanno scelto di aff rontare i problemi più gravi del mondo attuale e “hanno avuto la volontà di alzare la testa, farsi sentire e fare la diff erenza”. Il ma-nuale è stato distribuito gratuitamente ai ragazzi e agli insegnanti che hanno partecipato all’incontro di martedì, ma è scaricabile anche dal sito www.rfken-nedyeurope.org/. Questi ultimi tre anni sono sta-ti dedicati allo sviluppo, all’implementazione ed alla distribuzione del manuale, che solo in Italia è stato utilizzato da circa 200.000 tra studenti e docenti del-le nostre scuole superiori.

Il concorso per le scuole

Il Robert F. Kennedy Journalism Award negli Stati Uniti ha oltre 40 anni di storia ed è defi nito il “Poor People’s Pulitzer”. È stato istituito dopo la morte di Robert F. Kennedy dai giornalisti che lo avevano se-guito durante le Primarie della Campagna Presiden-ziale del 1968. Il premio viene assegnato a reportage su tematiche che sono state parte fondamentale della vita e il lavoro di Robert Francis Kennedy come di-ritti umani, giustizia e il potere dell’azione individuale negli Stati Uniti e nel mondo. Ha l’obiettivo di sensi-bilizzare sulla questione dei diritti umani nel mondo e in Italia è giunto alla seconda edizione ed è rivolto agli studenti delle scuole superiori.

Norma Borgogno

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DALLE SCUOLE

religion today

Martedì 10 maggio 2011, presso il Centro Ecumenico Culturale Ber-nardo Clesio, Katia Malatesta, direttrice di Religion Today, e Marilena Gadler dell’Associazione Bianconero, hanno coordinato la cerimonia di premiazione della quarta edizione del concorso, bandito da Bianconero, che premia la produzione degli studenti sulle questioni delle religioni, del dialogo e dell’intercultura interpretando “religioni e povertà”, tema scelto per la XIV edizione del Filmfestival Religion Today.

IL PREMIO Creatività dialogante dei ragazzi

Disegni, poesie, spot e il Filmfestival

I temi del Religion Today Filmfe-stival sono stati i presupposti per il concorso di creatività giovani-le che aveva come fi ne quello di realizzare 3 itinerari: miglior poe-sia, miglior disegno, miglior spot, in relazione ai contenuti della XIV edizione di Religion Today Film-festival che si terrà dal 14 al 25 ottobre 2011 a Trento e provin-cia, Roma, Milano, Bolzano, Bassa-no, Nomadelfi a . Il Tema dell’anno: Povertà. Problema o occasione? Il Festival ha l’obiettivo di indagare la povertà che si presta a molte in-terpretazioni e può essere letta da diversi punti di vista, quello mate-riale e quello spirituale ma anche etico e teologico e che può diven-tare occasione per il confronto e il dialogo tra religioni diverse. Per le scuole

Il Festival è organizzato ogni anno dall’Associazione senza scopo di lu-cro Bianconero che si pone come

obiettivo di utilizzare uno stru-mento prezioso come il fi lm per promuovere la cultura dell’incon-tro tra popoli e religioni, appro-fondendo il dialogo interreligioso. Da questo punto di vista grande importanza acquista la collabo-razione con le scuole che prepa-ra gli adulti di domani e che vive già la multiculturalità. Bianconero ha organizzato anche quest’anno il concorso di idee, di creatività sul tema della povertà e per la premia-zione degli studenti e delle classi ha preparato per i vincitori libri e oggetti del commercio equo e soli-dale, per tutti il “kit scuole” con di 60 schede fi lm e materiali didatti-ci, per bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni, adatti alle proiezioni nelle classi, che possono essere eff ettua-te in autonomia dai singoli docen-ti o anche con l’intervento degli esperti direttamente nelle scuole. Tutte le classi riceveranno inoltre il calendario interreligioso realizza-to nel 25° anniversario dello stori-co incontro di Assisi dalla sezione italiana della Conferenza Mondia-le delle Religioni per la Pace.

La premiazione

Dopo il benvenuto di Alessandro Martinelli, direttore del Centro Bernardo Clesio, che ha sottolinea-to, tramite un racconto dei chassi-dim, come la vera povertà non sia quella materiale ma sia l’ignoranza:

da qui l’invito a uscirne e a vivere la conoscenza. È intervenuto anche l’Imam Sabri Gharbi che ha pro-posto una rifl essione su chi è il po-vero dal punto di vista spirituale che si può contrastare raff orzando l’a-more reciproco tra le persone. Anna Eccher, buddhista, ha mandato un messaggio da cui emerge che la po-vertà è distacco dal materiale e ri-cerca di ascesi. Quindi Katia Mala-testa, davanti ai ragazzi ha puntato sull’importanza di essere aperti e di confrontarsi con le altre culture e re-ligioni, e poi assieme a Marilena Gadler hanno premiato i vincito-ri del miglior disegno, della miglior poesia, del miglior spot.

I vincitori

Miglior DISEGNO scuola primaria: ex aequo Alberto Tomasi, Serravalle; Chiara Muli-nelli, Serravalle e Elisa Carloni, Ist. Compr. Riva 1 “Nino Pernici”. Segnalazione: Sebastiano Spagnoli, Ist. Compr. Riva 1 “Nino Pernici”;scuola secondaria di I grado: Elena Odorizzi e Manuela Filippi, Ci-vezzano;scuola secondaria di II grado: Be-atrice Barbei, Istituto Sacro Cuo-re di Trento.Miglior POESIA scuole primaria: Federico Fedriz-zi, Segonzano Scuola secondaria di II grado: ex ae-quo Debora Lancia, Liceo Scien-tifi co Torricelli di Bolzano; Ilaria Mattevi, Istituto Rosmini di TrentoMiglior SPOT Scuole secondaria di I grado: Clas-se III B, Aldeno e Classe III E, Bronzetti Segantini (ICA TN3)Segnalazione: Classe Istituto Ro-smini di Trento. (N. B.)

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Citt à di Trento

Il 18 maggio 2011, al mattino, si è svolta la giornata della Pace in piazza Fiera, a Trento. Il programma è ormai consolidato, un pro-gramma soprattutto di festa dove la protagonista è la Pace. Musica, esperienze e balli organizzati dagli studenti delle scuole elementa-ri, medie e superiori della Città di Trento, a cui tutti sono invita-ti, e curata dal Tavolo Tuttopace, in collaborazione con in Comu-ne di Trento e con il settore Pace e Solidarietà del Dipartimento Istruzione.

PACE 2011“Il positivo comincia da me”

La festa, il giornalino, il dado

Trento, nella stessa giornata del 18 maggio è stata la cornice a due importanti eventi: Trento città della Nonviolenza con semina-ri e laboratori destinati ai ragaz-zi degli Istituti superiori e Trento città della Pace che ha coinvolto soprattutto gli alunni degli Isti-tuti Comprensivi.Le scuole primarie della città, in collaborazione con il con il Ta-volo Tuttopace e il Comune di Trento, il Centro interculturale Millevoci, e l’area per l’Educa-zione alla Pace e alla Solidarie-tà operante presso il Servizio per lo Sviluppo e l’Innovazione del Sistema Scolastico e Formativo del Dipartimento istruzione del-la Provincia autonoma di Trento aderiscono da anni alle iniziative per la pace. Ogni due mesi alcune scuole collaborano con il giornali-no “Tutto Pace”, allegato al perio-dico “Trento Informa”, pubblica-to e diff uso in tutto il comune di Trento: è un inserto periodico cu-rato esclusivamente dai bambini, che si propone di diff ondere tutte le iniziative e le idee di pace del-la città.C’è inoltre il “Dado della Pace”: su ogni faccia c’è un motto da ri-spettare: amo l’altro, perdono l’al-

tro, amo per primo, ci amiamo a vicenda, ascolto l’altro, amo tut-ti, che viene spesso utilizzato nelle scuole e nelle classi.Ogni anno in maggio c’è Gior-nata della Pace insieme che quest’anno ha come tema “Il po-sitivo comincia da me”. È un mo-mento gioioso, di festa e condi-visione con tanti altri bambini e bambine. Ci sono anche ospi-ti: sono state accolte classi di altre città italiane ed estere.

Il senso dell’iniziativa

Il Progetto si pone l’obiettivo di sviluppare programmi di educazio-ne alla pace e ai diritti umani nelle scuole, attraverso la partecipazio-ne attiva e responsabile dei giova-ni, coinvolgendoli e stimolandoli nel proporre nelle varie manifesta-zioni pubbliche le loro rifl essioni e soluzioni. Ne sono un esempio i numerosissimi disegni che anche quest’anno sono stati realizzati dai bambini e appesi lungo la via Be-lenzani. È una concreta esperien-za educativa per promuovere pro-grammi di educazione alla pace, all’amicizia ma in in un clima di festa, come hanno accennato il sindaco Alessandro Andreatta, l’assessore provinciale all’istruzio-ne e sport Marta Dalmaso e Pa-olo Castelli, assessore comunale.

Tanti cappellini colorati dunque, tanti palloncini, tante facce sorri-denti sotto lo striscione “Trento, città della pace.”

A Trento il Forum della nonviolenza

Per gli studenti delle secondarie superiori quest’anno sono stati organizzati sei “Forum dei Va-lori” promossi dal Tavolo della pace e dal Coordinamento Na-zionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani per rea-gire alla grave crisi culturale che sta soff ocando il nostro paese e costruire una nuova cultura: a Matera, Riccione, Senigallia, Pa-dova, quello della Nonviolenza a Trento, a Bari. Torneremo con un articolo proprio sul Forum a Trento.I Forum si sono svolti a conclu-sione di un anno scolastico in cui 42.000 studenti di 260 scuole di tutta Italia si sono impegna-ti a riscoprire il signifi cato auten-tico di alcuni dei principali valo-ri che sono al centro della nostra Costituzione e della Dichiarazio-ne Universale dei Diritti umani. Sono i valori della nonviolenza, della giustizia, della libertà, della pace, dei diritti umani, della re-sponsabilità e della speranza. At-torno ad ogni valore sono nati 471 laboratori che hanno impe-gnato gli studenti e gli insegnan-ti a smontare e ricostruire il signi-fi cato di parole che spesso sono state svuotate di senso e di signi-fi cato. Tutti gli studenti che han-no partecipato ai laboratori con-tribuiranno a scrivere “Il grande libro dei valori”, una grande rac-colta di idee, rifl essioni e propo-ste utili a costruire un’Italia e un mondo migliore. Meta fi nale… progettare insieme la partecipa-zione alla Marcia Perugia-Assi-si per la pace e la fratellanza dei popoli del 25 settembre 2011.

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ITI “M. Buonarr ot i” - Trento

Quest’anno l’ITI “Buonarroti” ha partecipato alla competizione di Ro-bocup jr (Catania 14-16 aprile 2011) con studenti delle classi se-conde del biennio, con un progetto sulla robotica; con la realizzazione del robot Ulisse, ha vinto il 3° posto nella Classifi ca Nazionale del-la categoria Rescue e il 1° in quella provinciale. Inoltre ha presenta-to alla Commissione Nazionale della Robocup jr un Report sul lavoro svolto, elogiato dalla Commissione e verrà presentato nella Mostra del libro di Torino 2011 dal Ministero della Pubblica Istruzione.

Robocup JR3° nazionale e 1° provinciale

Il gruppo di lavoro

Costantino Tomasi, insegnante re-sponsabile del progetto Robocup jr 2011, insieme a Federico Bertolli e Mario Terilli, insegnanti collabo-ratori, e agli alunni: Basso Cristina (2LTB), Rigos Stephan (2LTB), Brugnara Michele (2LTA), Car-lin Luca (2LTA), Berghi Davide (2LTA) hanno lavorato da febbraio ad aprile 2011.I 5 studenti del gruppo sono stati selezionati per meriti dopo un pre-corso sulla robotica aperto alle clas-si seconde del biennio, e hanno ini-ziato a lavorare agli inizi di febbraio per la realizzazione del robot “Ulis-se” destinato alla competizione na-zionale I ragazzi sono stati notevol-mente impegnati nella realizzazione del robot, eff ettuando per alcune settimane anche 3 rientri pomeri-diani di 3 ore ciascuno, durante i quali si sono cimentati nello studio di problemi riguardanti aree di più discipline, come meccanica, fi sica,

matematica, informatica, elettronica, edilizia, fonti di energie rinnovabile. Straordinarie e notevoli sono state le risposte da parte degli studenti.

La novità didattica

Tutto ha avuto inizio da una inno-vativa attività didattica sperimenta-le modulare sullo studio applicato alle nuove tecnologie svolta da Co-stantino Tomasi in una classe se-conda. Il dirigente Paolo Dalvit ha proposto, come parte conclusi-va dell’attività didattica, la realiz-zazione di un robot, in modo da coinvolgere le tematiche aff rontate e studiate nei vari moduli. Successi-vamente ci si è attivati per organiz-zare un progetto sulla robotica che avesse come traguardo fi nale la rea-lizzazione di un robot con il quale partecipare alla gara nazionale.Dopo aver pianifi cato la fase ini-ziale del lavoro con la collaborazio-ne di Federico Bertolli, ingegnere con esperienza universitaria, e Ma-rio Terilli, insegnante, i 5 studen-ti selezionati tra quelli partecipanti ad un corso di robotica introdut-tivo, rivolto alle classi 2E, 2LTA E 2LTB dell’Istituto, sono stati premiati quale forma alternativa di “borsa di studio”, esonerandoli dalla spesa per il viaggio e la par-tecipazione alla gara di Catania, dispensando così le famiglie da qualsiasi onere. Tale iniziativa, ha

ancora di più motivato ed entusia-smato i ragazzi che si sono impe-gnati nello studio e lavoro al mas-simo delle loro potenzialità.

La collaborazione studenti-insegnanti

Si è rilevato e constatato, in senso positivo, che durante lo svolgimento del progetto il rapporto tra studen-ti ed insegnanti è stato ben diverso da quello che solitamente si instaura nell’ambito scolastico. Gli insegnan-ti, da parte loro, hanno potuto con-dividere direttamente tutte le diffi -coltà degli alunni, cercando di capire quali fossero gli ostacoli per la com-prensione, l’elaborazione e l’applica-zione degli argomenti studiati. Gli studenti, a loro volta, hanno iden-tifi cato negli insegnanti una nuova fi gura di “educatori”, vedendoli an-che come fonte da cui apprendere nell’immediato e, senza alcuna refe-renza, nozioni utili ed essenziali sen-tendosi ogni momento vivi e parte-cipi per ciò che stavano realizzando. Senza ansie di valutazione, senza in-dugi nel suggerire idee che poteva-no poi anche rivelarsi futili o fallaci, e soprattutto carichi di una smania-ta voglia di apprendere sfruttando al massimo le conoscenze e la disponi-bilità dei loro insegnanti.

Costantino Tomasi,docente responsabile progetto

ITI “M.Buonarroti” TRENTO

Classi 2LTA – 2LTB

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41n. 5 maggio 2011

Liceo artist ico Vitt oria – Liceo musicale e coreutico Bonporti Trento

La novità

Il cambiamento di rotta è avvenuto quando Cristopher Bernardini si è iscritto all’Istituto. Appassionato di Hip-hop, ha chiesto all’insegnan-te di poter organizzare il gruppo di danza in maniera autogestita senza ricorso ad alcuna consulenza ester-na. L’idea ha subito entusiasmato gli studenti che, per tutto quell’an-no, si sono ritrovati una volta alla settimana per provare musiche, passi, movimenti, coreografi e. L’an-no successivo, quando al gruppo si è unito Patrick Ang Dadula, si è avuto il salto di qualità. La fantasia e la tecnica di Cristopher sono en-trati subito in sintonia con l’armo-nia e la spontaneità della gestuali-tà di Patrick e da quel momento i due studenti hanno catalizzato at-torno a loro un gruppo affi atato e

motivato che negli anni ha costitui-to il “nocciolo duro” (Uarda Rehxa, Valentina Biasioli, Valentina Postal, Deris Altieri, Lorenzo Dalbon) a cui si sono aggiunti di volta in vol-ta altri studenti, anche del Liceo Coreutico Bonporti, fi no ad avere quasi 30 ragazzi presenti alle prove.

Terzi posti e tutto da soli

È iniziata così la partecipazione alle varie manifestazioni provincia-li aperte alla danza, e cioè le Olim-piadi della Danza e la Gymno-estrada, inizialmente con scarso successo, ma via via, con la mag-gior strutturazione delle coreografi e e la maggior maturità degli studen-ti, sono arrivati i primi riconosci-menti, come i due terzi posti alle fasi provinciali delle Olimpiadi del-la Danza nel 2009 e nel 2010 e le menzioni alle ultime edizioni del-la Gymnoestrada (manifestazione nella quale non esistono classifi che, ma solo riconoscimenti di eccellen-za). Il tutto, è giusto precisarlo ad onore degli studenti, senza alcun aiuto esterno, né per le coreografi e né per la preparazione tecnica dei ballerini, come invece concesso dal regolamento della manifestazione.

La scuola “ballata”

Quest’anno il salto di qualità: ab-bandonando la tradizionale impo-stazione di interpretazione delle co-

lonne sonore un po’ spontanea e un po’ studiata, il gruppo ha costrui-to tutto il pezzo attorno ad un ar-gomento ben defi nito, la scuola e i vari momenti che ne compongono la giornata. Ne è scaturito un bal-letto estremamente originale, spon-taneo e con un chiaro fi lo condut-tore che ha suscitato l’entusiasmo non solo della giuria delle Olim-piadi della Danza, che ha assegna-to al gruppo del Vittoria-Bonporti il primo posto alla manifestazione provinciale, ma anche degli avver-sari che, prima ancora del verdetto, hanno dimostrato la loro ammira-zione per la presentazione.

La finale nazionale

La validità della coreografi a e delle musiche è stata riconosciuta anche alla fi nale nazionale di Brescia, a cui hanno partecipato 16 Istituti su-periori selezionati in oltre 50 città, in cui è stato conquistato il secondo posto. Quasi a fi ne anno scolastico, la ciliegina sulla torta: alla fi nale del-la Gymnoestrada gli studenti gui-dati da Cristopher e Patrick hanno ottenuto una menzione “per essersi presentati con originalità e autoiro-nia, per la scelta la varietà della mu-sica e per le ottime qualità tecniche”.Ed ecco i nomi degli altri com-ponenti del gruppo: Carola Pe-drinolla, Luciana Smaron, Veroni-ca Devigili, Stefania Pino, Beatrice Nicolau, Julian Gutu, Samantha Micheli, Samantha Buff a, Michelle Qela. (A.B.)

DANZAOlimpiadi e Gymnoestrada

L’avventura dell’Istituto d’Arte Vittoria è iniziata alcuni anni fa quando l’insegnante di Educazione Fisica, Manuela Dorigatti, ha pensato di avviare una attività di ballo nell’intervallo tra le lezioni del mattino e quelle del pomeriggio per coinvolgere un gruppo di stu-denti che da tempo ne facevano richiesta. Durante i primi due anni sono intervenuti a supporto dell’attività anche due esperti esterni alla scuola che hanno impostato gli studenti con solide basi tecniche. Poi il cambiamento con l’entusiasmo e la voglia di fare dei ragazzi.

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42 n. 5 maggio 2011

scuola primaria di Nago I.C. Riva 1

“La scuola elementare nel Basso Sarca”; questo il tema della retro-spettiva che il Forte Superiore di Nago ha ospitato fi no a metà del febbraio scorso. Tema interpretato con passione nell’allestimento cu-rato dal Gruppo Culturale di Nago-Torbole presieduto da Giovan-ni Mazzocchi, per una rassegna che ha goduto di collaborazione e di larga partecipazione della comunità. I contributi di Ferdinando Mar-tinelli, di Tullio Pasquali e di Tullio Rigotti l’hanno resa ricca ed emo-zionante. Il risultato dell’esposizione di documentazioni d’archivio e pezzi da collezione si è rivelato preziosa testimonianza del tradiziona-le interesse locale per l’istruzione dei suoi abitanti.

NAGOAl Forte, scuola e memoria

Alle origini dell’età moderna

“Le Scuole di Nago e Torbo-le - dalle origini al 1945”; gra-zie all’esito di fruttuose ricognizio-ni di ideatori e collaboratori che ne hanno garantito realizzazione e successo, la mostra ha permes-so di ripercorrere tappe signifi cati-ve di una storica evoluzione. Rico-struzione molto particolare quella di Tullio Pasquali che ha operato scelte espositive capaci di eff etti il-luminanti: la rassegna si è off er-ta in qualche caso come occasio-ne d’oro per ricordare, per rivivere, ma soprattutto per imparare. Il catalogo la ripropone a chi voglia assecondare la propria curiosità. Se ne può fare richiesta al Grup-po Culturale, presso la Bibliote-ca Comunale di Nago e Torbole.

Da vedere e rivedere

A penne d’oca, pennini e calamai, quaderni e pagelle, libri e pallot-tolieri, a registri redatti con gran-dissima cura, come diari di bordo, molti giovani visitatori sono torna-ti in veste di accompagnatori, in-sieme ai genitori. Tra oggetti ap-partenuti al passato; dall’Età della Scienza al Secolo breve, nel Forte che fu avamposto militare austria-co costruito tra il 1860 e il 1861, tra banchi di legno, antiche mone-te e francobolli, fi onde, cartelle di cuoio e altri “attrezzi del mestiere”, molti i documenti d’archivio. Insie-me, come versi di lucide composi-zioni hanno trasformato spazi espo-sitivi in altrettanti spazi concettuali.

Una “mancha per tenersi la scuola”

Nel novembre del 1601: dodici scudi, “una mancha” annuale veni-va destinata al precettore della scuo-la per “provvederla del necessario”, da una convenzione fi rmata nella ca-nonica della pieve di Nago. Capita-va in quel periodo che i bambini del Basso Sarca ricevessero istruzione da precettori laici, una rara eccezione in terra tanto prossima a quella del Concilio di Trento dove numerose scuole venivano aperte nel frattem-po e guidate con rigore da religiosi.

Era il tempo della Controriforma; dolorose rinunce toccarono allora alla libera docenza, a molti studiosi, a moltissimi studenti. Tra non mol-ti mesi saranno trascorsi da allora, quattrocento anni.

Nel secolo dei Lumi

È del 1788 la prima notizia relati-va all’istruzione gratuita per i fi gli di famiglie povere; di loro si sarebbe fatto carico il comune di Nago-Tor-bole che avrebbe provveduto inol-tre a dotare di un edifi cio scolastico ogni paese e ad aggiornare lo sti-pendio dei maestri: 100 fi orini al maestro di Nago e 61,40 alla ma-estra; 60 fi orini al maestro di Tor-bole e 43,38 alla maestra. Diverso il numero di scolari di cui ciascu-no rispondeva, diversi gli stipendi! Controversie in merito a questio-ni discriminatorie saranno supera-te grazie a nuovi criteri e si procede-rà “opportunamente, secondo equità e giustizia”: 80 fi orini ai maestri di Nago dunque, come a quelli di Tor-bole; 57,89 fi orini alle maestre, di questa e quella frazione!L’equiparazione del servizio delle maestre a quello dei colleghi dovrà attendere altri tempi.

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43n. 5 maggio 2011

Tempi difficili

Rivoluzione francese e guerre na-poleoniche, Restaurazione e con-trasti tra Austria e Francia che nes-suna diplomazia sarà in grado di sanare per lunghissimo tempo an-cora; requisizioni di vettovaglie, di alloggi e di tutto l’utile per approv-vigionare eserciti acquartierati an-che nel Basso Sarca; anni di pover-tà e rinunce. L’istruzione subirà gli eff etti che le guerre producono. Storia locale osservata da un’an-golatura speciale quella che ha vi-sto protagonista l’istruzione di una porzione di popolazione ora italia-na; anche le illustrazioni che ac-compagnavano pubblicazioni per

l’infanzia e l’adolescenza hanno documentato le ineludibili con-nessioni con la storia sociale d’I-talia e d’Europa, aperti squarci su verità che la letteratura per adulti denunciava a piena voce come in-sostenibile trionfo di iniquità.

Prima il dovere

Ancora documenti, in mostra e nel catalogo; a metà Ottocento il go-verno di Vienna dichiarava doversi dedicare le domeniche al “recupe-ro didattico”, si direbbe oggi. Per chi non avesse raggiunto un buon grado di istruzione durante gli anni dell’obbligo dunque, obbligo di frequenza nei dì festivi. Per ma-estri e maestre obbligo di servizio! E ancora obblighi. Lasciare tutto! I campi, le case, le scuole. La ripre-sa fotografi a non risparmiava oc-chiate impietose su sguardi gonfi di nostalgia accanto ad altri cari-

chi di fi erezza: dalla Boemia, dalla Moravia, cartoline di profughi tor-bolesi nel 1917; foto di gruppo: i piccoli di Nago con la maestra, a Datschiz. E poi l’arroganza, il delirio di on-nipotenza; nei titoli, negli slogans che galvanizzavano folle e l’icono-grafi a di regime diff ondeva anche nelle scuole. Fino alla liberazione. Nell’aprile del 1945. (a.g.)

Il dirigente

Grazie al meritevole lavoro di raccolta del materiale storico e di allestimento da parte del Gruppo Cultu-rale di Nago, la mostra dedicata alla scuola elementa-re di Nago-Torbole, inaugurata il 15 gennaio scorso e corredata di un catalogo ricco di documentazione, vi-sitata da grandi e bambini, ha costituito un momento di viva emozione per molti che hanno vissuto gli ulti-mi anni di quell’universo scolastico o quelli immedia-tamente successivi, ma soprattutto è stata l’occasione per gli attuali alunni non solo della scuola di Nago, tuttora ospitati nello stesso edifi cio negli ultimi cento anni, ma anche degli istituti limitrofi di venire a cono-scenza e propriamente a contatto con un mondo che appartiene ormai ai racconti e ai ricordi dei loro non-ni, contraddistinto da asticciole e pennini, calamai e macchie di inchiostro, banchi di legno un po’ scomo-di e lavagne ricoperte di nuvole di gesso, ma anche da momenti di gioco con le fi onde e le biglie.Se è comprensibile in chi ha vissuto quel mondo una nota di nostalgia e di rimpianto per la propria lonta-na infanzia nel riguardare, volgendosi indietro, la pro-pria esperienza scolastica fi ltrata dal ricordo, non ap-pare comunque riproponibile oggi quel modello sia

organizzativo sia pedagogico-educativo. Infatti, nella ricostruzione storica alla memoria deve in ogni caso seguire la rifl essione critica.Nella maggior parte dei casi la scuola di oggi non ha nulla da invidiare al passato in ambito di strutture e di sussidi didattici, ma nella scuola odierna, aperta alle nuove tecnologie, dove la tradizionale lavagna vie-ne sostituita da quel prezioso strumento ricco di po-tenzialità che è la LIM, e rivolta verso il futuro ormai prossimo degli e-reader e degli I-pad, non si dovrà perdere di vista per la sua importanza il ruolo del do-cente, fi gura centrale nel processo educativo, aperto al dialogo e al confronto, che ha sempre fatto la diff eren-za negli apprendimenti signifi cativi di molti alunni.Se una lezione può venire dalle testimonianze del pas-sato, senza cadere nell’infruttuosa “laudatio temporis acti”, è pertanto quella di non allentare l’intensa rela-zione umana che legava e deve continuare a unire do-cente e discenti, fatta di piccole attenzioni e quotidia-ni suggerimenti, cementata da un rapporto che non si limitava all’ambito strettamente disciplinare e non sostituibile da alcun supporto tecnologico.

Giovanni KralDirigente scolastico I.C. Riva 1

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44 n. 5 maggio 2011

SEGNALIAMO

il libro

DA NON CREDEREStudenti e docenti tra scienza e magia

L’AUTORE

La scienza salva tutto? Non sempre!

“Non è vero che la scienza risolve tutti i problemi di questo mondo. Anzi, qualcuno lo crea anche. Però qualcosa di utile lo fa. Il punto è quello di riuscire a chiarire almeno un po’ cosa sia la scienza e come operano gli scienziati e, magari, accorger-si che a questo mondo è facile dire “scientifi co”, ma è molto più diffi cile fare scienza. C’è chi se ne approfi tta e fa passare sotto questo nome molti fatti certamente interessanti, ma spesso ri-conducibili a superstizioni, leggende, innocenti giochi, quan-do tutto va bene. Quando le cose vanno peggio, e più spesso di quanto non si immagini, si è al cospetto di veri e propri ingan-ni, mistifi cazioni, truff e e raggiri.Se ne parla da sempre, di queste cose. Forse è giunta ora di par-larne chiaramente anche a scuola, laddove i cittadini-studen-ti crescono e si formano esposti alla cultura dell’informazione, della tecnologia, dei saperi, della vita insomma.”

CAPITOLO VI

Avanti così

Dove si cerca di tirare le somme, come qualcuno ancora dice. E dove si cerca di non perdere la speranza, anzi: siamo sempre in tem-po per migliorare e migliorarci.

Finita la giornata scolastica (molto leggera, davvero: e farne più spesso di queste assemblee di istituto?), fi nito il tempo oggi. A dire la verità un po’ di tempo per parlare c’è sempre. Anche se

Scheda

Cose da non credere – Medium, extra-terrestri. Oroscopi, medicine alterna-tive e altri argomenti discutibili. In questo libro, un gruppo di ragazzi discu-te, si confronta, ragiona e rifl ette su scien-za e pseudoscienza, su misteri, fantasmi, sui modi propri e impropri di aff rontare pro-blemi di salute, di fortuna, di ciò che è rea-le e invece ciò che è immaginato o immagi-nario. Le conclusioni le traggono loro stessi, aiutati nel loro interrogarsi dalla guida della ragione e del buon senso.

Stefano Oss: Nato nel 1959 a Trento, è professore associato di fi sica della mate-ria e docente di fi sica presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università degli Studi di Trento. Co-ordina il Laboratorio di Comunicazione delle Scienze Fisiche del Dipartimento di Fisica. E’ autore di circa 70 pubbli-cazioni nel settore della fi sica molecola-re, atomica, didattica e coautore di due libri (“Scoprire la Fisica Quotidiana” – Erickson, 2006 – e un testo specialisti-co su metodi computazionali algebrici in meccanica quantistica edito da Springer, 1996). E’ presidente della sezione regio-nale Trentino Alto Adige del Comitato Italiano per il Controllo delle Aff erma-zioni sul Paranormale (CICAP).

Laboratorio di storia di Rovereto (a cura del), Cose da non credere – Me-dium, extraterrestri. Oroscopi, medicine alternative e altri argomenti discutibili, Curcu & Genovese, Trento 2011, pagi-ne 175, € 12,00

Stefano Oss, professore associato di fi sica della materia e do-cente di fi sica presso la Facoltà di Scienze Matematiche e non solo, è molto noto nel mondo della scuola trentina per la sua attività didattica con i docenti e gli studenti. L’ultima volta che l’abbiamo incontrato (vedi didascalie gennaio/febbraio 2011) era intento, assieme ad un suo collega di Fisica, a strabiliare gli studenti dell’Istituto “M. Curie” di Pergine Valsugana sui prin-cipi della fi sica mentre facciamo andare le gambe sulla biciclet-ta. In questo suo libro, ci sono ancora gli studenti protagoni-sti (anche se la parte del leone la fa la scineza o, meglio, le false “allucinazioni” psudoscienticihe). Si legge bene, crediamo che possa servire anche in classe e abbiamo scelto di far parlare di-rettamente lui (l’autore) e loro (gli studenti) che nell’ultimo ca-pitolo sintetizzano bene i contenuti del libro, che si chiude con un Glossario chiaro e utile sui temi toccati.

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al bar, con un po’ di patatine e una bibita per insaporire la discussio-ne. Non occorre molto di più. E, in ogni caso, c’è sempre tempo per pensare, meditare, rifl ettere.Sono tante le cose che i nostri amici si sono detti in questi giorni. Que-sta sera provano a fare una specie di panoramica degli argomenti più in-teressanti, inquietanti, aff ascinanti, diffi cili, ridicoli, spassosi.Antonio, ancora una volta, è il pri-mo a cercare di mettere in ordine le idee.“Allora, ragazzi, in questi giorni ci siamo davvero scatenati. Vi ricor-date il primo argomento? Come si fa a discutere di un qualcosa in modo scientifi co…”“Già, il sistema “democratico” dell’esperimento aperto a tut-ti, riproducibile, controllabile da chiunque…” concorda Barbara.“…E la curiosità degli scienziati. Il motore della ricerca!” aggiunge Carlo.“Sì. Detta così sembra semplice ma la scienza e il suo metodo sono molto esigenti. Ed è giusto così, do-pottutto” è la rifl essione di Diego.“Poi a cosa siamo passati?” si inter-roga Antonio. “Ah, sì, certo. il pa-ranormale e le sue meraviglie.”“Insomma, mica tanto meravi-glie. Abbiamo parlato più di im-brogli che di altro. Ricordate? Pa-ranormale, “al di là del normale”. Ma più spesso giochi con la men-te umana. E non sempre giochi di-vertenti”, ricorda Elena.“Già, abbiamo parlato dei poveri malati terminali “operati” da fara-butti, fi nti guaritori che estirpavano frattaglie di pollo a mani nude… e di chiavi e forchette che si piegano da sole. Anzi, con la forza del pen-siero. Anzi, con le mani di qualcu-no nascosto” interviene Lorenzo.“Sì, e ricordate anche l’esperienza del “paragnosta” capace di indovi-nare che Federico doveva cambia-re la marmitta della sua moto?”, ri-prende Antonio.“Certo, altro che paragnosta! Un abile, esperto “psicologo”, insom-ma, uno capace di leggere non nel-la mente, ma negli sguardi delle sue vittime” conclude Barbara.“Io mi sono divertito parecchio

quando abbiamo discusso di ma-ghi, streghe, magie, spiriti, astri…” ricorda Carlo.“… Come no, te la facevi sotto dal-la paura. Non riesco a dimenticare la seduta spiritica con il fantasma di Michael Faraday che aleggiava fra di noi” è il commento di Diego.“Esatto. Per me però è stato parti-colarmente istruttivo capire che, nonostante tutto, il trucco c’era. E c’è sempre. Come c’è negli orosco-pi, nella confusione fra astrologia e astronomia. E negli inesistenti eff et-ti delle fasi lunari nell’agricoltura e in altre situazioni” aggiunge Elena. Lorenzo interviene nuovamente.“Poi ci siamo messi a discutere per un intero lungo pomeriggio di evoluzione, di fede e scienza, di fi -losofi a. Forse argomenti più gran-di di noi. Non li abbiamo proba-bilmente studiati abbastanza per capirli fi no in fondo.”“Noi no, hai ragione, ma al mon-do ci sono molti adulti studiosi da decenni di queste faccende. E la si-tuazione è spesso chiara. Si trat-terebbe solo, in molti casi, di ri-spettarsi reciprocamente e di non invadere campi che non ci riguar-dano. Che lo scienziato si occupi di scienza, il fi losofo di fi losofi a, il religioso di fede. E non si mesco-lino queste discipline quando non è possibile (e questo accade spesso – oppure che si collabori in modo costruttivo, quando invece è possi-bile)”, è il commento di Antonio.“La discussione più lunga e impe-gnativa, però, è stata quella relati-va alla salute e alle cure del corpo umano” interviene Barbara, e con-tinua “il che mi torna, visto che tut-to sommato abbiamo solo una vita da goderci e ci conviene trattarci bene e vivere il più a lungo possibi-le e nel modo migliore. Ecco perché tanto interesse, giusto?”“Sicuramente. Peccato però che la discussione sia stata molto diffi ci-le a causa dello strano modo che ha il nostro corpo di rispondere a cure “fi nte”, ricordate, il placebo?” è Carlo ora a rinfrescare la memo-ria del gruppo.“Certo, il placebo, la “non-medici-na” che cura vere malattie di origine però psico-somatica. Non immagi-

narie, certo. Ma diverse da quel-le del tipo “si è rotta una valvola”, per dirla in modo un po’ scherzoso. La valvola non è guasta, a pezzi, ma non riusciamo a comandarla come vorremmo” osserva Diego.“Sì, e per tentare di fare un po’ di chiarezza ci si è inventati il con-trollo del “doppio cieco” quando si tratta di stabilire se una cura fun-ziona in modo “attivo” (specifi co, come anche si dice) oppure secon-do il placebo (in modo “aspecifi -co”). Un argomento davvero inte-ressante e mica ancora capito del tutto…” dice Elena.“Vero. Ci siamo messi infatti a di-scutere poi di qualcuna fra le più famose cure “alternative e com-plementari” che, dal punto di vi-sta del metodo scientifi co, non lasciano praticamente nessun dubbio: o funzionano solamen-te grazie al placebo, oppure gli scienziati devono darsi da fare e riscrivere i libri di fi sica, chimica, biologia, geologia, medicina. Un po’ un problema” aggiunge infi ne Lorenzo.È proprio vero. Un lungo viag-gio attraverso tantissimi momen-ti di rifl essione, scoperta, curiosità, dubbio. Il modo giusto di cammi-nare in questo mondo. Se oggi è così, se è diverso da come era non moltissimi anni fa, se riusciamo a trovarci qualcosa di meglio di ieri, se ci viene voglia di andare a dor-mire con la curiosità di scoprire come questo mondo sarà cambia-to domani, probabilmente anche leggere questa avventura (inventa-ta ma per nulla immaginaria) non è stato tempo gettato via. E’ stato un modo per sapere che c’è qual-cosa di complesso ma aff ascinan-te, di esigente ma vicino a tutti, di sofi sticato ma utile, che c’è un’im-presa eccezionale del genio umano che si chiama scienza.È possibile aggiungere qualcosa a questo racconto? Sì. La storia è solo iniziata. C’è moltissimo che ancora attende chi vuole avvicinar-si alla scienza. Non c’è limite alla conoscenza e alle scoperte dell’u-niverso fi sico in cui viviamo. Basta volerlo esplorare, è un libro aperto, davanti agli occhi di tutti.”

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la rec ensione

Adriano Demattè, docente di matematica e fi sica ed autore anche di diverse altre pubblicazioni sulla disciplina, con questo testo pun-ta ad avere un feed-back da parte di chi lo legge: desidera raccoglie-re gli orientamenti personali di insegnanti, studenti, semplici letto-ri e chiede di inviare la scheda via e-mail oppure, compilata in forma anonima, per posta:. E-mail: [email protected]; oppure: prof.ssa Fulvia Furinghetti, Dipartimento di Matematica dell’Università Via Dodecaneso, 35 - 16146 Genova.

MATEMATICAVederla col gli occhi di Demattè

Numeri immersi nel con-testo socio-culturale

Il volume ha lo scopo di presentare la matematica immersa nel conte-sto socio-culturale, per rifl ettere sui luoghi comuni e per sfatare alcu-ni miti. L’ambiente scelto è quello della storia, per mettere a fuoco al-cune grandi idee della matematica. Sono utilizzate immagini storiche, per una più immediata comunica-zione e per la suggestione che un documento originale riesce a creare. Non sono tanto, e non solo, quel-le che ci aspettiamo in un libro che tratta di matematica, ovvero grafi ci o disegni geometrici, bensì imma-gini di veri e propri manufatti arti-stici che ornavano nel passato i libri di matematica, o riproduzioni di strumenti ed anche opere d’arte che hanno connessioni con la matema-tica.Il volume è proposto agli in-segnanti di varie discipline (anche di storia, fi losofi a, arte) per i riferi-menti culturali che contiene e per-ché la rifl essione sul proprio modo di considerare la matematica possa coinvolgere anche chi non la inse-gna. È rivolto agli studenti, per at-tività complementari in classe, per la realizzazione di approfondimenti personali e tesine, per la lettura du-rante i periodi di vacanza. È pensa-to per un cittadino interessato ad una visione “umanistica” della ma-tematica. La lettura non richiede particolari conoscenze disciplinari.

Ripensare la propria imma-gine della matematica

Attraverso il libro, gli insegnanti possono suggerire agli studenti de-gli ultimi anni della secondaria del-le attività complementari in classe oppure la realizzazione di appro-fondimenti personali e “tesine” o la lettura durante i periodi di vacanza. Come ricorda Fulvia Furinghet-ti nella Presentazione, il particola-re approccio del libro (alla mate-matica e alla storia) permette varie dimensioni di lettura. La più im-mediata è quella informativa, sulla matematica o sulla storia in gene-rale. Un’altra dimensione consiste, dopo aver letto la prima parte dei vari capitoli, nel fi ssare l’attenzione sulla seconda denominata La storia per noi e fare della lettura del libro un’occasione per ripensare la pro-pria immagine della matematica.Dopo la lettura, è chiesto di ri-spondere a un questionario, di-sponibile in tre versioni scaricabi-li dalla rete (http://www.uni-service.it/vedere-la-matematica.html). Quello per gli studenti si confi gura essen-zialmente come un test di profi tto e in esso le domande, benché riguar-danti anche pareri ed orientamenti personali, richiedono di argomen-tare con riferimento ai contenu-ti del volume. Dopo la lettura, lo studente può presentare all’inse-gnante le proprie risposte ed otte-nere una valutazione in merito alla

completezza e alla pertinenza dei riferimenti. Nel questionario per l’insegnante, vengono chiesti pa-reri personali riguardo all’immagi-ne della matematica che, attraver-so la storia, può venir ricavata in ottica interdisciplinare. Al citta-dino vengono proposte rifl essio-ni che richiamano la sua esperien-za scolastica: nel libro ci si occupa molto della matematica a scuola e si suppone che il lettore abbia avu-to proprio lì il suo più signifi cativo contatto con la disciplina.L’idea di sottoporre al lettore un questionario a risposte aperte vuo-le essere un modo per ricondurre la sua rifl essione a punti specifi ci, off rendogli contemporaneamente l’opportunità di allargare il discor-so. Per come è impostato, non può avere lo scopo di raccogliere dati di risposta con un valore statisti-co: l’obiettivo è quello di solleva-re il problema dell’immagine della disciplina e di suggerire che la sto-ria può essere un ambito in cui la-vorare per agire su di essa.Il questionario è uno strumento per il progetto di ricerca didattica La storia per discutere l’immagine della matematica, nell’ambito delle attività del Gruppo Ricerca Edu-cazione Matematica Genova.

Husni DarwicheInsegnante Istituto “Rosmini” Trento

Adriano Demattè, Vedere la Matematica – Noi, con la storia, Editrice | UNI Service - http://www.uni-service.it. € 13,50

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La poesia che parla all’intelletto e al cuore

La teoria linguistica di Roman Jakobson, imperante nel Novecento, secondo la quale la funzione poetica si concentra sul messaggio, scindendo l’evidenza dei se-gni dalla dimensione semantica, è stata il punto di par-tenza di una ricerca poetica tesa alla creazione di una lingua totalmente distinta dalla lingua comune e priva di funzionalità comunicativa. E Alfonso Berardinel-li vede nell’assunzione dogmatica della teoria linguisti-ca di Jakobson l’origine del divieto di dire qualcosa os-servato dalla maggioranza dei giovani poeti dagli anni settanta in poi, che hanno praticato «l’idea di Scrittura letteraria come infaticabile e infl essibile distruzione di valori semantici». La lingua poetica in tutti i suoi mec-canismi (rima, allitterazione, onomatopea, ecc.) esalta e promuove l’atto linguistico di ciascun parlante, dove forma e contenuto, materia sonora e referenti empirici si combinano e si rendono comunicabili ad altri esseri umani, come una partitura musicale può essere letta ed eseguita da diversi strumentisti. La poesia dunque non è una funzione della lingua, separabile artifi cialmente, al contrario essa convoca in sé tutte le funzioni, rivol-gendosi insieme all’intelletto e al cuore, ai sensi e all’a-nima, allo spirito e all’inconscio.

“… sorprende e rassicura come un classico”

La prova poetica di Giuseppe Colangelo, insegnante e critico di riconosciuta sensibilità e spessore, sorprende e rassicura come un classico. Nulla concede alla sono-

Se, come scrive Alberto Bertoni in un saggio famo-so, «la poesia è azione verbale chiamata a dar misu-ra all’informe e a introdurre uno sguardo, un punto di vista, da cui nascono una visione e una fi gura del mondo, in un intreccio di tempo-spazio musical-mente ritmato», il migliore commento che si possa fare di una poesia è la sua recitazione diretta e parte-cipe. Infatti l’approfondimento critico, per quanto acuto e pertinente, rimane sempre in condizione di minorità rispetto al testo poetico nella sua arditezza di cima svettante, che tenta l’incauto critico all’im-presa e insieme lo invita a desistere.

PAROLEQuelle d’occasione di Colangelo

Giuseppe Colangelo, Parole d’occasione, Egon edizioni, Rovereto 2010, pp. 96, € 10,00

rità fi ne a se stessa o all’i-solamento della funzione poetica: il lettore qui non si sente orfano di valori se-mantici, al contrario rivive con nostalgia luminescen-ze simili a quelle dell’au-tore. Il lirismo composto della sua poesia trattiene, misura e scandisce l’emo-zione dei ritorni, il fl uire del tempo: «Il mio paese è antico: / fu bello di pietra bianca / sospeso incontro al sole. / Il mio paese è nuo-vo: / si aff olla di grigio cemento / armato contro il ven-to. /Il mio paese è nuovo / e antico insieme: / le sue stra-de portano / a un paese senza nome.» (Strade del mio paese). Giuseppe Colangelo condensa in pochi versi cri-stallini la sintesi di passato e presente, memoria e so-gno, esplorando esperienze fondamentali, che la densità espressiva promuove alla dignità di archetipi e a sugge-stioni universali: «Mare mare e tempo sospeso / del so-gno: acqua regina di lusinghe: / cullato da liquide tra-sparenze / in te cerco antiche innocenze» (Mare).

Restituisce alla parola il vigore perduto

L’ingegno poetico di Giuseppe Colangelo disciplina la lingua comune, restituendo alla parola il vigore perdu-to: in questo autore la lingua, resa astratta dall’indiff e-renza mercantile degli scambi d’ogni sorta, ritorna viva e pregnante, nella sua piena totalità espressiva, in tran-sito diretto alle cose stesse. Ma se la lingua più comple-ta e insieme più concreta è quella poetica, nell’accezio-ne di cui Colangelo dà prova esemplare, stupisce che i programmi ministeriali non diano spazio a esercitazio-ni di poesia e che la prima prova dell’esame di stato non comprenda la tipologia del componimento poetico. È davvero paradossale che la lingua poetica, la più alta e insieme la più viva e consonante rispetto alla realtà del mondo e dell’anima, sia tutt’al più letta nei classici da manuale, praticata con pudica ritrosia da alcuni, ma co-munemente emarginata e guardata con sospetto. Per-ché allora la scuola – spinta dalla vocazione educativa a superare il conformismo pedagogico – allora la scuola - non dovrebbe restituire alla poesia la dignità e il valo-re di una pratica costante? Una sfi da da raccogliere, una provocazione molto seria.

Claudio Tugnoli

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48 n. 5 maggio 2011

Qualche dato sull’edizione 2011 “nozze d’argento” - 25 anni :

Partecipanti:oltre 2000 malgrado il tempo non proprio favorevole;

Iscritti:15000; Solidarietà:raccolti circa 50 mila euro per il progetto Uganda

I nomi dei vincitori:Zandonella Marco (vincitore in assoluto), Seeber Kerstin (prima donna), Elisabeth Salvetta (concorrente più giovane); Maria Can-dida Gadotti (concorrente meno giovane)La prima volta con messa in duomo (l’Arvivescovo Mons. Bressan con un discorso centrato sull’attualità del Vangelo attraverso l’azione delle scuole cattoliche paritarie e sul valore del sistema integrato tren-tino), cartellini e isrizioni in piazza duomo, partenza e saluti augura-li da via Belenzani (Claudio Eccher per il Consiglio e Marta Dalma-so per la Giunta provinciale). La prima volta con la diretta mondiale attraverso Telepace ed Alessandro Cagol regista, la prima senza don Umberto Giacometti (che, però, ha seguito dalla Georgia) e col retto-re don Bruno Tomasi.Presentata 4 giorni prima con scolari ed allievi da don Sergio Borsato, Giampiero Guerra, l’autrice del disegno sulla solidarietà usato in co-pertina (Marianna Failoni di prima media dell’Istituto salesiano), la presidente dell sponsor principale (Cassa rurale pinetana), dall’infati-cabile prof. Mauro Caldara.

MARATONA Nel centro, d’argento e bagnata!

DENTRO LE SCUOLE PARITARIE

l’evento

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n. 5 maggio 2011

Scuola primaria arcives covile Trento

Un sogno diventato realtà

Un progetto, quello degli scacchi, che è stato avviato nell’anno scola-stico 2009-2010 nelle classi quar-te della scuola Primaria Collegio Arcivescovile di Trento. Dopo un inizio abbastanza buono (secon-do posto ai provinciali), i sogni di gloria si sono infranti ai Naziona-li di Caorle nel maggio del 2010. Le giovani scacchiste tuttavia non si sono arrese, e con l’aiuto degli insegnanti Giuditta Gottardi e Marco Galvagni ma soprattutto dell’allenatore Claudio Battiston, inviato dal Comitato Trentino del-la Federazione Scacchistica Italia-na, ci hanno riprovato in quinta.Dopo aver conquistato il titolo di campionesse provinciali lo scor-so aprile, sono partite per i Cam-pionati giovanili studenteschi di scacchi che si sono tenuti a Spole-to dal 12 al 15 maggio 2011.

La partenza per Spoleto…

Alla partenza del torneo il Palaten-da della cittadina umbra si presen-tava gremito di gente, infatti l’e-vento ha richiamato più di 1500 ragazzi. Alla Fase Nazionale sono state ammesse le rappresentative degli Istituti Scolastici che sono riusciti a qualifi carsi nelle diverse fasi regionali.È qui, che dopo una partenza ac-cidentata, Camilla Gislimberti, Arianna Fiocco, Giulia Baccil-lieri, Federica Chizzola, Chiara

SCACCHICampionesse nel torneo

Sei studentesse della scuola primaria dell’Arcivescovile di Trento sono diventate le “campionesse” italiane di scacchi nell’ambito del Campionato giovanile studnetesco di scacchi, che si sono tenuti a Spoleto dal 12 al 15 maggio 2011. Due loro insegnanti raccontano qui l’avventura.

Battocletti e Sofi a Muck hanno messo in campo tutte le loro for-ze dando vita a una rimonta incre-dibile che le ha portate a vincere il torneo nell’incontro defi nitivo dell’ultimo turno. Grandi sono state la commozione e la sorpresa delle campionesse che lo avevano sperato tanto ma che mai lo avreb-bero creduto possibile.

Il benvenuto coi fiocchi a Trento

A concludere in maniera perfetta la giornata la grande partecipazio-ne dei genitori e dei compagni che hanno organizzato un comitato di benvenuto con i fi occhi all’ex area Zuff o con l’aiuto della coordina-trice Lucia Adamo e del vicepre-side Gianpiero Guerra.Il giorno dopo tutta la scuola ha festeggiato le compagne vittoriose,

che hanno ricevuto le congratula-zioni dal Preside Udalrico Fantelli e dal Rettore don Bruno Tomasi.Con l’umiltà, la sportività e la se-rietà che le ha contraddistinte du-rante tutto il torneo le bambine, al rientro, hanno spiegato che senza l’aiuto dei loro compagni, che le hanno sostenute e aiutate ad alle-narsi, non ce l’avrebbero mai fatta.

Giuditta Gottardi e Marco GalvagniInsegnanti scuola primaria Collegio

Arcivescovile Trento

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n. 5 maggio 2011

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Maura Pettorruso & Trento Spettacoli

Maddalena Bertolini

Matteo Scoz

Yaku & Francesca Caprini

Coro La Tor

Corpo Bandistico di Caldonazzo

Le Scritture Inquinate

Sillabaria - Scritture di Donne

Stefano Bellumat

Achille Dallabona

Alberto Faustini

Giuseppe Ferrandi

Denis Fontanari

Paolo Ghezzi

Luciana Grillo

Renzo Maria Grosselli

Carlo Martinelli

Nadia Martinelli

Seba Martinelli

Valentina Moser

Alberto Pacher

Federica Ricci Garotti

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SABATO 18 GIUGNO 201116.45 Sala Marchesoni, Casa Boghi

LA MUSICA DELLE STORIE

Letture animate per bambini di 3 - 7 anni,

a cura di Paola Farinati e Adriano Vianini

DOMENICA 19 GIUGNO 2011

10.45 Sala Marchesoni, Casa Boghi

LABORATORIO DI ILLUSTRAZIONI

I piccoli potranno sperimentare la gioia di creare i propri libri in

compagnia dell’illustratore Gek Tessaro.

DAL 16 AL 23 GIUGNOSala Marchesoni, Casa Boghi

NATI PER LEGGERE

Nati per leggere è un importante progetto

nazionale che vuole diffondere tra i genitori

l’abitudine di leggere ad alta voce ai propri fi-

gli fin dai primi anni di vita. La mostra allestita

nell’affascinante cornice delle scenografie create da Nora Veneri riunisce

235 libri per l’infanzia organizzati in 16 percorsi.

Junior