Dicembre 2015 Le Campane Bollettino parrocchiale delle ... · Ecco perché il Natale è festa di...

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E cco di nuovo nelle vostre case il Bol- lettino Parrocchiale, dopo un periodo di sospensione di un paio d’anni. E’ il primo che vi giunge da quando sono par- roco in mezzo a voi. Arriva un po’ rinnovato nella grafica, ma con lo stesso obiettivo di sempre: far conoscere a tutti quanto avviene nelle nostre parrocchie. Il Bollettino arriva poco prima del Na- tale del Signore Gesù. Questa coincidenza di tempo ci aiuta a capire meglio qual è il vero senso del Natale. Infatti il Bollettino è la presenza della chiesa locale nelle vostre case. E’ come se il parroco e la parrocchia, bussando alla vostra porta, volessero entra- re lì dove voi abitate. Non è forse quello che ha fatto Dio a Natale? E’ venuto ad abitare in mezzo a noi. Sul Bollettino vi arriva la parola della Parrocchia, più pienamente a Natale giunge a noi Colui che è il Verbo del Padre, la Parola di Dio fattasi carne. Il Natale dunque ci dice non solo che Dio esiste, ma che è presente, è qui, accanto a noi, in mezzo a noi. Provate a pensare alla grande gioia per la presenza di una persona amata: un figlio che nasce, un familiare che si rivede dopo molto tempo. Immaginate la felicità che sente un innamorato quando tra- scorre del tempo insieme alla sua fidanzata. Il Natale è sentirsi visitati da Colui che ci ama immensamente e che anche noi ame- remmo infinitamente se potessimo vedere il vero volto del Signore. Ecco perché il Natale è festa di gioia e di consolazione: perché l’umanità in cammi- no si rende conto di non essere sola, ma di avere la presenza discreta e al tempo stesso forte di Colui che è nello stesso tempo il no- stro inizio e la nostra meta. Auguri di cuore a tutti. don Fausto Le Campane Bollettino parrocchiale delle comunità di Varallo Pombia e Pombia Nuova serie Numero 1 Dicembre 2015

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Ecco di nuovo nelle vostre case il Bol-lettino Parrocchiale, dopo un periodo di sospensione di un paio d’anni. E’

il primo che vi giunge da quando sono par-roco in mezzo a voi. Arriva un po’ rinnovato nella grafica, ma con lo stesso obiettivo di sempre: far conoscere a tutti quanto avviene nelle nostre parrocchie.

Il Bollettino arriva poco prima del Na-tale del Signore Gesù. Questa coincidenza di tempo ci aiuta a capire meglio qual è il vero senso del Natale. Infatti il Bollettino è la presenza della chiesa locale nelle vostre case. E’ come se il parroco e la parrocchia, bussando alla vostra porta, volessero entra-re lì dove voi abitate. Non è forse quello che ha fatto Dio a Natale? E’ venuto ad abitare in mezzo a noi. Sul Bollettino vi arriva la parola della Parrocchia, più pienamente a Natale giunge a noi Colui che è il Verbo del Padre, la Parola di Dio fattasi carne.

Il Natale dunque ci dice non solo che Dio esiste, ma che è presente, è qui, accanto a noi, in mezzo a noi. Provate a pensare alla grande gioia per la presenza di una persona amata: un figlio che nasce, un familiare che si rivede dopo molto tempo. Immaginate la felicità che sente un innamorato quando tra-scorre del tempo insieme alla sua fidanzata. Il Natale è sentirsi visitati da Colui che ci ama immensamente e che anche noi ame-remmo infinitamente se potessimo vedere il vero volto del Signore.

Ecco perché il Natale è festa di gioia e di consolazione: perché l’umanità in cammi-no si rende conto di non essere sola, ma di avere la presenza discreta e al tempo stesso forte di Colui che è nello stesso tempo il no-stro inizio e la nostra meta.

Auguri di cuore a tutti.

don Fausto

Le Campane Bollettino parrocchiale delle comunità di Varallo Pombia e Pombia

Nuova serie Numero 1

Dicembre 2015

2 Le Campane

di Anna Parachini

Il patrono di Pombia è San Vincenzo Martire, che è anche quello di Varallo insieme a Sant’Anastasio. Cosa sappiamo dei nostri Santi patro-ni?San Vincenzo era nativo di Huesca, in Spagna, e a Saragozza si fece notare come giovane pieno di spirito, istruito nelle scienze sacre e profane e di pron-ta e convincente parola. Per questo il Vescovo della città, Valerio, lo scelse come proprio collaboratore, o meglio, come proprio portavoce, incaricandolo

di predicare il Vangelo in suo nome. E questo perché Valerio, per quanto otti-mo e santo Pastore, non aveva il dono dell’oratoria, era un pessimo parlato-re ed a volte era persino balbuziente. Quando agli inizi del IV secolo iniziò improvvisa ed imprevista la persecu-zione dell’imperatore Diocleziano, il governatore di Valencia, Daciano, nel 304 si lanciò con inaudita ferocia con-tro i cristiani di Spagna. Per prima cosa fece trasferire, a piedi e incate-nato, il Vescovo Valerio di Saragozza a Valencia. Vincenzo, anch’egli carico di catene, seguì naturalmente il suo Vescovo, sostenendolo nella fatica del viaggio. Nell’interrogatorio il Vescovo

non si mostrò molto brillante: balbet-tava, restava muto. Allora il suo Dia-cono, umilmente gli disse: “Padre, se permetti, risponderò io in tua vece”. Il Vescovo, per nulla offeso da quella proposta, disse sommessamente: “Fi-glio mio, come ti ho affidato il compito di predicare il Vangelo, ti do volentieri anche quello di rispondere al governa-tore”. Avuto il permesso di parlare, Vincenzo ribatté una per una le accuse del governatore. Fu messo alla tortura, slogato e ferito, gettato in una stretta prigione, il cui pavimento era ricoperto da cocci taglienti. Il giovane Diacono vi

si sdraiò sopra, cantando inni di ringraziamento al Signore. Per togliergli la gloria di morire su quel letto tormentoso, il gover-natore diede allora ordine di sostituire i cocci con un soffice materasso: ma Vin-cenzo, appena disteso sul morbido, invece di riposa-re morì. Era il 22 gennaio del 304. Il corpo del Mar-tire venne gettato in mez-zo ad un campo, preda dei cani famelici, ma un corvo lo difese. Allora Daciano fece chiudere il cadavere in un sacco piombato e lo gettò in un fiume, ma il sacco galleggiò e approdò in un punto della riva dove i cristiani accorsi fece-ro sorgere una bellissima

chiesa in onore di San Vincenzo Dia-cono e Martire. In tale racconto, e in altri simili, gli elementi storici si sono mischiati con quelli fantastici e ciò gra-zie alla grande devozione che San Vin-cenzo ha riscosso ovunque. In suo onore sono sorte innumerevoli chiese in Spa-gna, Italia, Francia, Germania, Grecia, Africa. È protettore in particolare degli orfani, delle vedove e dei poveri.Sant’Anastasio, il cui nome prima del-la conversione era Magundat, nacque probabilmente alla fine del sesto se-colo in una città della Persia. Istruito nell’antica religione zoroastriana del suo popolo si unì presto all’esercito persiano come cavaliere e partecipò

alle guerre contro l’impero bizantino. Nel 614 l’imperatore persiano Cosroe, essendosi impadronito di Gerusalemme, trasportò la Croce in Persia. Magundat, incuriosito dalla reliquia, volle cono-scere i fondamenti della religione cri-stiana. Recatosi a Gerusalemme lavorò come orafo e poi si convertì scegliendo Anastasio (il risorto) come nuovo nome. Divenne monaco e visse con fervore per sette anni la propria fede. Recatosi a Cesarea venne catturato dall’esercito del suo paese di origine e condannato a morte assieme ad altri cristiani. Viste le sue origini venne condotto a Sergiopoli e gli fu offerta la possibilità di abiurare il cristianesimo, ma dopo varie torture rimase saldo nella sua fede e alla fine, il 22 gennaio 628, venne soffocato e il suo cadavere decapitato.Nel 640 alcune reliquie furono traspor-tate a Roma dove la sua venerazione si legò a quella di San Vincenzo. Li acco-muna la data del martirio: il 22 gen-naio, che è la data delle nostre feste patronali.

ALLA SCoPERtA DEI SANtI PAtRoNI

Chi erano San VinCenzo e Sant’anaStaSio Che Si feSteggiano il 22 gennaio

Approfondimento

San Vincenzo raffigurato nell’affresco absidale dell’omonima chiesa a Pombia

Sant’Anastasio raffigurato nella vetrata della parrocchiale di Varallo Pombia

3Le Campane

In primo piano

di don Fausto Giromini

Anche se i bilanci completi delle due parrocchie si avranno solo dopo il 31 dicembre, già oggi, a metà novem-bre, si dispone di alcuni dati che vor-rei brevemente commentare.

Iniziamo dalla Parrocchia di Varallo Pombia.A metà novembre il totale delle en-trate è di 110.616,35 euro mentre il totale delle uscite è di 129.313,26 euro. Ciò significa che a tutt’oggi si registra una perdita di 18.696,91 euro. Nelle uscite pesano le spese per gli immobili che, oltre alle uten-ze di luce, gas ed acqua, compren-

dono anche quanto sostenuto per far fronte a delle emergenze: è stato necessario riparare l’impianto mi-crofonico della Chiesa parrocchiale e migliorare quello del Santuario, sono state effettuate delle riparazio-ni delle caldaie in parrocchia ecc. Incidono molto i mutui parrocchia-li: il mutuo alla Banca Popolare di Milano con scadenza nel 2026, quel-lo al Banco Popolare con scadenza giugno 2016 e il Prestito Beniamino (cioè le somme concesse a prestito alcuni anni fa da diverse famiglie a tasso zero) da rimborsare entro il 2017. Insieme i tre prestiti hanno comportato un’uscita di 41.236,22 euro e alla fine dell’anno si sfiore-ranno i 50.000 euro. La perdita di esercizio farà sì che si aumenterà l’indebitamento nei con-fronti delle banche.E’ necessario ancora una volta ap-pellarsi alla generosità dei parroc-chiani perché ci aiutino a far fronte agli impegni economici che gravano sulle casse parrocchiali. Giova ricordare che il bar dell’ora-torio e le attività oratoriane non rientrano nel bilancio parrocchiale, ma in quello del Circolo Anspi, come previsto dalle norme di legge. An-

che l’acquisto molto impegnativo del grande tendone usato in oratorio è una voce che grava sul bilancio An-spi e non su quello parrocchiale. Diversa è la situazione della Parroc-chia di Pombia.A metà novembre il totale delle en-trate è di 46.543,15 euro, mentre il totale delle uscite è di 28.821,54 euro. Dunque a Pombia si registra un utile di esercizio, sebbene ancora provvisorio, pari a 17.721,61 euro. tra le voci attive nel bilancio si se-gnalano le entrate in occasione del Palio dei Rioni che ha dato un utile netto di 5.051,10 euro. Anche a Pombia è presente un mu-tuo con scadenza nel 2026 che nel corso dell’anno ha comportato fi-nora un esborso di 7.678,48 euro, anche se a metà novembre mancano ancora due rate tanto che il mutuo graverà alla fine dell’anno per oltre 9.000 euro.

All’inizio del prossimo anno verran-no resi pubblici i bilanci definitivi delle due parrocchie, ma già oggi chi volesse maggiori informazioni può rivolgersi direttamente al par-roco.

Sui bilanCi inCidono anCora i mutui. appello alla generoSità della Comunità

LA SItuAzIoNEECoNoMICADELLE NoStRE PARRoCCHIE

PARRoCCHIA DI PoMBIAsituazione al 15 novembreC/C BANCARIo - 8.613,17Mutuo B. PoP. MILANo

da rimborsare entro il 2026 122.535,83

PARRoCCHIA DI VARALLo PoMBIAsituazione al 15 novembre

C/C BANCARIo - 43.898,48

Mutuo B. PoP. MILANo

da rimborsare entro il 2026

275.417,66

Mutuo B. PoP. NoVARA

da rimborsareentro giugno 2016

11.280,54

PREStIto BENIAMINo

da rimborsareentro il 2017

25.600,00

Bollettino parrocchiale di Varallo Pombia e Pombia

Coordinamentodon Fausto Giromini

Grafica ed impaginazione in proprio

Redazione: casa parrocchialeE mail: [email protected]

Tel: 0321 956654

In copertina presepio di Santa Maria (2012)

Le Campane

4 Le Campane

Casa di Riposodon Giorgio Nobile

di don Fausto Giromini, presidente

Arriva un giorno nella vita di molte persone in cui la casa nella quale hanno vissuto sem-pre non basta più. Nascono nuove necessi-tà: bisogno di ausili, di spazi diversi, di assi-stenza continua e di un aiuto professionale che i familiari, nonostante l’amore e la buo-na volontà, non sono più in grado di dare. Questo è un momento particolarmente deli-cato. La constatazione di questa inadegua-tezza sia da parte della persona interessata che di chi le è più vicino e la conseguente necessità di individuare soluzioni alternati-ve lontane dalla propria casa e dalla propria famiglia provocano comunque crisi e soffe-renza.All’inizio degli anni ’80 conoscendo molto bene problematiche di solitudine e di fragi-lità nella nostra comunità, il parroco don Giorgio Nobile manifestò forte il desiderio di offrire alla comunità varalpombiese una struttura per le persone anziane e sole. La Casa è sorta sul territorio lasciato alla par-rocchia dalla contessa teresa Mocenigo Soranzo ed i varalpombiesi hanno sostenuto solidamente l’esecuzione dell’opera. La struttura si trova dentro al cuore della Co-munità ed è espressione di fattiva solidarie-tà verso le persone più deboli.Il primo lotto della Casa è stato inaugurato il 23 marzo 1986 con la disponibilità di 27 posti.Il secondo lotto della Casa è stato inaugura-to il 5 luglio 1998 con la disponibilità di 7 posti per un totale di 34 posti. In questi trent’anni 306 ospiti hanno usufruito dei servizi offerti quotidianamente dalla strut-tura con l’impiego di persone altamente qualificate che assistono gli ospiti nell’ese-guire le normali azioni quotidiane e ne favo-riscono l’autonomia riducendo il più possibi-le i rischi di isolamento ed emarginazione. tutto nella precisa coscienza che l’utente è una persona unica ed irripetibile, portatrice pertanto di esigenze anch’esse uniche ed irripetibili.Questa casa di riposo, opera nel pieno ri-spetto delle normative vigenti in materia assistenziale attenendosi agli standard ge-stionali emanati dalla Regione Piemonte.

Il personale del servizio alla per-sona, infermieristico, fisioterapi-co, cucina e pulizie è dipendente della cooperativa Socialnis di Cerrione (Biella) leader nel set-tore dell’assistenza socio sanita-ria nelle case di riposo.una grande risorsa della struttura sono i volontari che alternandosi durante la setti-mana offrono gratuitamente il loro servizio per espletare diverse funzioni e rendere sempre più accogliente e funzionale la per-manenza nella struttura.un gruppo di volontari coordinati da una psicologa si occupa dell’animazione e psico-motricità degli ospiti.un gruppo di volontari si occupa dello stiro della biancheria degli ospiti e del guardaro-ba.un gruppo di volontari si occupa dì attività varie come la cura del giardino, di commis-sioni presso l’ASL e quant’altro richiesto nell’attività quotidiana della struttura.un gruppo di volontari coordinati dal parro-co don Fausto Giromini si occupa della ge-stione amministrativa della struttura.Il gruppo San Vincenzo si occupa del tra-sporto degli ospiti presso le strutture sani-tarie di riferimento.La protezione Civile si occupa della sicurez-za della struttura ed interviene su chiamata in situazioni di emergenza.Purtroppo le ultime normative emanate dalla regione Piemonte rendono la struttu-ra esistente non idonea ad operare e svolge-re l’attività se non vengono eseguiti alcuni interventi di ristrutturazione che rendano la struttura agibile secondo quanto previsto dalle nuove normative vigenti.A tal proposito la casa di riposo opera con Autorizzazione transitoria sin dal 1986 e la casa di riposo a fronte di un progetto di ri-strutturazione da eseguire entro il 2016 potrà richiedere il rilascio dell’Autorizza-zione Definitiva.Il progetto era stato suddiviso in tre lotti di cui:

Primo lotto.Realizzazione dei bagni comuni al piano

terra, infermeria e locale ufficio; completa-to nel 2011.

Secondo lotto.Installazione ascensore porta lettighe e so-stituzione caldaia; completato nel 2014.

terzo lotto.Ampliamento delle aree disponibili per gli ospiti con la realizzazione di un nuovo fab-bricato addossato alla struttura esistente, la realizzazione di un nuovo locale cucina e l’adeguamento delle camere e dei bagni se-condo quanto richiesto e approvato dall’ASL per la trasformazione dell’autorizzazione transitoria in Autorizzazione Definitiva; da completare entro il 2016.

I primi due lotti già realizzati e completa-mente finanziati sono costati circa 300.000 euro.Per il terzo lotto in fase di realizzazione è stato preventivato un costo di circa 600.000 euro. Sarà finanziato per 500.000 con la permuta della vendita della cascina e dei terreni lasciati in eredità alla casa di riposo dalla signora Angelina Boggio e con la per-muta di una eredità lasciata da Favini Ing. Aldo Pio. La rimanenza di 100.000 euro sarà finanziata con fondi propri da reperire tra bandi di Fondazioni o lasciti e dai ricavi degli esercizi 2015/2016.Il progetto della struttura è stato affidato allo Studio tecnico Architetti Associati Vecchio Angiolini.I lavori edili all’impresa Mete Nicola.

Il presidente e l’intero consiglio d’ammini-strazione hanno ritenuto opportuno infor-mare la comunità di Varallo Pombia trat-tandosi di una struttura parrocchiale a scopo caritativo e di grande utilità per il pa-ese.

tERzo Lotto, INIzIAtI I LAVoRI

fra gli interVenti, un nuoVo fabbriCato, una nuoVa CuCina e l’adeguamento delle Camere

5Le Campane

di Lorenzo La Capria

Il primo sabato di settembre ha segnato l’inizio del cammino verso il nuovo anno pastorale della nostra comunità con il tra-dizionale pellegrinaggio al Sacro Monte di Varese. La preghiera del rosario, dietro alla croce, ha accompagnato l’ascesa lungo le cappelle rappresentanti i misteri Gaudiosi, Dolorosi e Gloriosi. terminata la salita uno sprazzo di sole ha allietato l’attesa prima della Celebrazio-ne Eucaristica solennizzata dalla presenza della corale. Don Fausto prendendo spunto dall’episodio della guarigione del sordomuto del Vangelo di Marco (Mc 7,31-37), ha indicato tre pro-positi da vivere nel nuovo anno pastorale. Il primo è l’invito a coltivare l’amore per la vita interiore recuperando il valore del silenzio, condizione necessaria per ascolta-re la voce del Signore che risuona dentro di noi. Questo è possibile solo se facciamo tacere tanti “rumori” che ci stordiscono e tante “voci” che ci distraggono mandandoci “fuori strada”. un secondo proposito è recuperare lo slan-cio nell’annunciare il Vangelo; coloro che avevano assistito alla guarigione del sordo-muto da parte di Gesù non riuscivano a non comunicarlo a tutti quelli che incontravano nonostante gli fosse stato chiesto di non dir-lo. E’ una grazia quella di parlare di Gesù che dobbiamo invocare per i catechisti, gli animatori, a cui sono affidati i giovani, e per i genitori che sono i primi catechisti dei propri figli. Al giorno d’oggi noi rischiamo di parlare di tutto e di tutti tranne che di Gesù e del Vangelo, non dobbiamo restare muti anche sulle questioni religiose. Il terzo proposito è quello di assumere il

modo di annunciare Gesù dei testimoni della guarigione i quali dicevano “Ha fatto bene ogni cosa”, ne parlavano bene! Hanno messo in circolo un “pettegolezzo positi-vo”, e anche noi siamo chiamati a farlo, a parlare delle cose che ci sono, che funziona-no, che sono buone, dicendo bene degli al-

tri, diffondendo voci buone che contrastino le voci cattive. Al termine della celebrazione, dopo il sa-luto del rettore del santuario, il rientro per continuare il cammino nel quotidiano grati per quanto il Signore ha donato a ciascuno in questo pellegrinaggio.

Da domenica 11 ottobre gli arredi sacri della chiesa di San Vincenzo si sono arricchiti con la statua di san Giuseppe. Con un’operazione coordinata da Feliciano Monico e pro-mossa con un passaparola fin dall’estate, un gruppo di ge-nerosi fedeli ha deciso di far dono alla parrocchia pombiese della statua dedicata allo spo-so di Maria, padre putativo di Gesù, patrono della Chiesa uni-versale, dei padri, dei falegna-mi e carpentieri, dei lavoratori, dei moribondi, degli economi e dei procuratori legali. Il manu-fatto è stato collocato nell’alta-re laterale intitolato proprio a san Giuseppe la cui pala sovra-stante ne raffigura ‘il sogno’.

«Giuseppe – così lo ha defini-to papa Bergoglio nell’Angelus del 22 dicembre 2013 - era un uomo che dava sempre ascolto alla voce di Dio, profondamen-te sensibile al suo segreto vo-lere, un uomo attento ai mes-saggi che gli giungevano dal profondo del cuore e dall’alto.

Non si è ostinato a perseguire quel suo progetto di vita, non ha permesso che il rancore gli avvelenasse l’animo, ma è stato pronto a mettersi a disposizione della novità che, in modo scon-certante, gli veniva presentata. E così è diventato ancora più libero e grande».

DoNAtA LA StAtuA DI SAN GIuSEPPEE' stata collocata nEll’omonimo altarE in san VincEnzo

APERto A VARESE L’ANNo PAStoRALE

Il pellegrinaggiodi settembre

6 Le Campane

Domenica 18 ottobre, a Varallo Pombia, don Fabrizio Poloni, cancel-liere vescovile presso la Curia di Novara, espres-samente delegato dal vescovo Franco Giulio Brambilla, ha impartito la Cresima ai ragazzi di seconda media prepara-ti nel cammino che li ha portati a ricevere lo Spi-rito Santo dai catechisti suor Elena, Anna Maria e tarcisio. Hanno rice-vuto il sacramento della Confermazione: Ema-nuele Agazzi, Lorenzo Almirante, Andrea Bal-dina, Samuele Caldera-ro, Simone Campagna, Lorenzo Caretti, Noemi Caruso, Michele Castriotta, Alessia Costa, Sara Dellacanonica, Fabrizio Dova, Paolo Fan-chini, Giada Gattico, Ilaria Lanciani, Licia Leveque, Mathias Lime, Nicolò Macrì, Samuele Maiolo, Fabio Martini, Steven Mema, Davide Montagner, Andrea Montana Lampo, Vanessa Nagliato, Christian origlio, Martina Pagliarin, Laura Petriccioli, Matteo Pettinati, Sasha Piovan, Andrea Proietti, Davide Rossi, Annachiara Sabattini, Lorenzo Silvestri, Michela Spazian, Nicole Squizzato, Chiara terazzi, Chiara tosi, Bianca Varsalona, Giada zavattari. Hanno invece ricordato la Cresima, per la quale hanno seguito tutta la preparazione insieme ai loro compagni, già ricevuta insieme al Battesimo con il rito orientale Roman Kvasnyuk e Georgiana Ileana turlea. Domenica 25, a Pombia, nella chiesa di San Vincenzo, è toccato a Francesca Affinita, Rebecca Andolina, Andrea

Silvia Colombo, Giulia Dondi Benelli, Fran-cesca Fichera, Ilaria Gnemmi, Ivan Mancin, Francesco e Gianluca Mascia, Martina Muna-ri, Alice Palmieri, Va-lerio Antonio Rimola, Dennis Russo, Alessia Scalzo e Samuele tad-deo (tredici pombiesi e due varalpombiesi) ricevere il sacramento della Cresima. La cerimonia è sta-ta presieduta da don Renzo Cozzi. Catechisti sono stati tarcisio Ce-rutti e suor Elena Pau-tasso.

ottoBRE, tEMPo DI CRESIME

Vita parrocchiale

7Le Campane

di Betty Ingignoli

Le comunità di Varallo Pombia e di Castiglione ossola si sono incontrate in quest’ultimo comune il 26 settembre scorso nell’anniversario della traslazione delle spoglie di don Giuseppe Rossi dal paese natale a quello della sua morte, traslazione fortemente voluta dai castiglionesi per il “loro” parroco. Alla presenza del vescovo monsignor Brambilla, dei parroci e delle autorità dei due Comuni, è sta-ta rievocata la figura di un ‘pretino di montagna’ che ha saputo fare della sua vita un dono tota-le alle persone a lui affidate. Dal suo diario emerge l’entusiasmo del giovane prete, il desiderio di mettersi alla prova nel cambiare il mondo, lo scoraggiamento nel vedere i propri sforzi annullati o ignorati, la coerenza e la forza d’animo nel perseguire la missione affidatagli. Quando la guer-ra raggiunse la valle, non si nascose dietro ipocrisie o schieramenti di convenienza, ma continuò ad amare il suo gregge senza distinzioni; e quando infine apparve chiaro che sarebbe stato il ca-pro espiatorio della violenza giunta in paese, non fuggì ma accettò coscientemente il suo destino.Nella bella chiesa di Castiglione ossola sono conservate le reliquie del suo martirio; ciò che impressiona maggiormen-te non sono le pietre ancora sporche del suo sangue, ma la tonaca. Così piccola, così segnata dal colpo alla schiena.Conoscere la storia di don Giuseppe Rossi, varalpombiese di nascita ma ossolano di vita e di morte, significa ricordare quei tempi difficili, anche vicini a noi, in cui il fratello uccideva il fratello: non dimenticare il suo sacrificio è un dovere per tutti noi.

La nostra storia

LA PARRoCCHIA DI PoMBIAHA CoMPIuto 80 ANNIdi Giordano Negri

Buon compleanno parrocchia! Sei nata il 14 ottobre del 1935 dopo tante dif-ficoltà e con molto scetticismo: poco importava quell’aeque principalis del decreto vescovile che voleva metter de-finitivamente pace fra la parrocchia di San Vincenzo e quella di Santa Maria. Con il passare del tempo, lentamente ma progressivamente, sono cessate le antiche rivalità e l’unione ha potuto ce-mentarsi: ma non è stato facile.Buon compleanno parrocchia! La tua storia corre parallela a quella di una comunità dal battito forte e vitale e dei sacerdoti che t’hanno curata. Ba-sta un aneddoto o un momento, triste o felice, per ricordare quegli anni e quei volti. Hai avuto don Giovanni Ferrari, come primo parroco. Che spirito di sa-crificio nell’accettare l’alternanza delle canoniche! Eroico quando un gruppo di pombiesi fu trascinato in piazza dai tedeschi, non esitò a mettere la pro-pria vita a repentaglio affinché fosse risparmiata! A lui, unico ad avere que-

sto privilegio, hanno dedicato la scuola elementare ed una via. Dopo di lui t’ha retta don Mario Cerini, quel sacerdote tanto generoso quanto ingiustamente criticato da una parte della popolazio-ne. E poi, dal giugno 1958, a guidarti è arrivato don Pacifico Scarani, parroco per oltre 40 anni ed ultimo sacerdote residente. I suoi decisivi interventi per lo sviluppo economico del paese uniti ad una carismatica e poliedrica personali-tà non gli sono bastati per meritarsi un minimo riconoscimento dopo il febbraio 2000, quando Dio lo chiamò a sè. Di lui ci si è probabilmente dimenticati troppo in fretta. Buon compleanno parrocchia! Prima che finisse il millennio, con don Pieran-gelo Cerutti (il primo parroco non re-sidente) ed i suoi collaboratori hai tra-scorso dodici anni (dal 1999 al 2011) di ristrutturazione spirituale, materiale ed organizzativa (si istituiscono anche il Consiglio pastorale ed il Caep) spe-rimentando in anticipo il significato di unità pastorale. Dopo di lui hai vissuto la breve parentesi di padre Matteo Bor-roni (ottobre 2011-marzo 2013) cui è

seguita la nomina dell’attuale don Fau-sto Giromini. Buon compleanno parrocchia! Nella memoria scorrono le immagini della fe-stosa ordinazione di don tiziano Righet-to, il sereno entusiasmo di don Piercarlo Comazzi che hai avuto come diacono dal 1999 al 2005 ed i primi passi dei co-adiutori don Paolo Cavagna, don Mas-simo Martinoli e don Sabino Decorato ora stimati parroci. E poi sei stata tea-tro degli inizi gioiosi di don Crépin Ke-gue, don Marco Masoni, don Riccardo zaninetti, don Massimiliano Maragno, don Ivan Cattaneo e don Samuele Piz-zolato. E, in occasione dei tuoi primi 80 anni, permettici di ricordare anche don Gia-como Volpato e don Giancarlo Minchiot-ti non più in mezzo a noi. Il primo era il salesiano che don Pacifico invitava in occasione delle ‘feste grandi’ e per le confessioni. Il secondo, in aiuto a don Pierangelo, è stato la dimostrazione che anche ad 80 anni si può essere ancora saggi ed apprezzati sacerdoti. E allora, pur tra tante difficoltà, buon compleanno parrocchia!

DoN GIuSEPPE RoSSI, uN ‘PREtINo DI MoNtAGNA’

8 Le Campane

Iniziazione cristiana

Il catechismo ai ragazzi dell’inizia-zione cristiana è un’attività delicata e preziosa nella vita di una parroc-chia, perché significa essere fedeli al comando di Gesù risorto: “Andate a annunciare a tutti le parole che vi ho insegnato!” In un certo senso il ca-techismo è il volto missionario della chiesa nei confronti dei più piccoli.Com’è il catechismo nelle nostre due parrocchie? Quanti gruppi ci sono? Come funzionano? Complessiva-mente i ragazzi iscritti dalla classe seconda primaria alla classe prima media sono 289, di cui 193 a Varal-lo Pombia e 96 a Pombia. I ragazzi sono suddivisi in 15 gruppi a Varallo Pombia e in 7 a Pombia. Al di là dei numeri, abbiamo provato a chiede-re ad alcune catechiste come stanno vivendo questa esperienza. Abbiamo intervistato le catechiste che l’anno scorso hanno accompagnato i ragaz-zi all’importante tappa della Prima Comunione. Si tratta di Fiorella Pa-rachini, Cristina Milazzo e Paola Co-lombo a Varallo Pombia e Carmen Angela Prelli a Pombia.

1. DA QuANtI ANNI FAI CAtECHISMo?

FiorElla: Da ormai quindici anni. I primi sei anni ho iniziato partecipan-do insieme a mio figlio agli incontri che lui faceva e questa è stata l’oc-casione per riscoprire tante cose; da nove anni faccio catechismo da sola. cristina: Ho iniziato a fare catechi-smo nel ’92… Poi ho avuto varie in-terruzioni per l’arrivo dei figli e per altri problemi famigliari. L’ho fatto per circa 15 anni.

Paola: Faccio catechismo da nove anni, ma i primi due ho aiutato un’al-tra catechista.

carmEn: Sono circa venti anni che faccio catechismo presso le parroc-chie di Pombia e Varallo Pombia.

2. CAtECHISMo È BELLo PERCHé…

FiorElla: Perchè voglio trasmettere ai bambini la felicità che io ho senti-to dopo aver incontrato il Signore a quasi 40 anni.

cristina: Perché ti obbliga a metter-ti in gioco, a non dare per scontata la tua fede. I ragazzi sono bersaglia-ti da innumerevoli messaggi e mi sembra fondamentale che qualcuno parli loro di Gesù.

Paola: Perché ti senti scelto. Scelto dal sacerdote, da una suora oppure da un’amica che ha bisogno di aiuto, ma sopratutto scelto da Gesù che ti invita a conoscerlo meglio per diven-tare testimone e farlo incontrare ai bambini che Lui ti ha affidato. carmEn: Stare con i bambini è una gioia indescrivibile, mi hanno aiutato a vivere nel momento più difficile della mia vita. 3. CAtECHISMo È FAtICoSo QuANDo…

FiorElla: Sempre, perché ti accorgi che la nostra meta sarebbe quel-la di portare i bambini in Chiesa, e non si riesce e allora ti domandi che cosa serve far catechismo se poi alla messa non ci sono e ti vien voglia di smettere. Allora ti ricordi che è importante seminare e il Signore poi ci penserà. cristina: Perché la fede interessa poco oggi. E’ uno dei tanti aspetti della vita, invece dovrebbe essere

la cosa principale. I bambini fanno fatica a partecipare alla vita della parrocchia, della chiesa. Vengono a catechismo ma pochi vengono a messa.

Paola: Quando sei nella prova. E’ sempre difficile essere testimone quando si è nelle difficoltà.

carmEn: Quando ti accorgi che non ti ascoltano e torni a casa con l’amaro in bocca.

4. CoSA AuGuRI AI tuoI BAMBINI?

FiorElla: Che un giorno, mettendo la mano in una tasca, trovino un bi-glietto immaginario lasciato dalla ca-techista e che pensino che dopotutto non era una matta e magari portan-do il loro figlio al primo incontro di catechismo facciano la mia stessa domanda di 15 anni fa: “Mi posso fermare anche io?” E da allora la tua vita cambia!

cristina: Ai miei bambini auguro di incontrare delle persone buone che facciano sentire loro la presenza di Gesù nella loro vita. E di non ac-contentarsi mai di una vita banale, basata solo sulle cose materiali, ma di cercare sempre il bene e la “ve-rità”.

Paola: Auguro di fare l’esperienza dell’incontro con Gesù nel loro cuo-re.

carmEn: Auguro loro tutto il bene del mondo e spero di essere riuscita a far amare loro Gesù come lo amo io.

PARoLA... DI CAtECHIStAper l’anno 2015-2016 Sono 289 gli iSCritti in 22 gruppi

Fiorella Parachini Paola Colombo Carmen PrelliCristina Milazzo

9Le Campane

oLtRe 250 IsCRIttIAL ‘CIRCus GRest’di Rachele Rodolfi

Il fiore all’occhiello del nostro ora-torio è, come ogni anno, il Grest, che gode di numerose partecipa-

zioni (258 i bambini iscritti e 89 gli animatori) ed è sempre molto apprezzato. Come lo scorso anno, le diverse squadre non sono più di-vise in base all’età dei componenti, ma si tratta di gruppi eterogenei, che si dividono solo al momento del gioco, in modo da poter garantire sfide equilibrate tra i piccoli gio-catori. Quest’anno l’oratorio ha

ospitato il ‘Circus Grest’: ogni mattina un personaggio del mondo del circo si presentava sotto il nuovo tendone per una breve scenet-ta, introducendo ai bambini e ragazzi presenti il tema del giorno, su cui poi si sviluppavano attività

e riflessioni. ogni settimana i parte-cipanti erano impegnati in una gita: tra le mete, il parco di divertimenti Leolandia e la piscina. Inoltre, per la prima volta, nel Salone è stato ospitato il servizio mensa, che com-prendeva un pasto caldo, e poteva essere completato dai partecipanti con i panini portati da casa. Ma la vera novità di quest’ultima edizione del Grest è stata data dal tendone acquistato dall’oratorio: una spesa che si è resa necessaria visto il nu-mero degli iscritti, per permettere ai bambini di giocare e svolgere attività all’aperto anche nelle gior-nate più calde. Il tendone era stato già utilizzato anche in occasione del pranzo hawaiano del 2 giugno, per proseguire poi con la festa dell’ora-torio, durante il concorso canoro e la serata musicale.

TanTe le iniziaTive in calendario per i giovani

oratorio sacro Cuore

L’arrivo della fiaccolata da Oropa in occasione della festa dell’Oratorio (20 settembre)

di Rachele Rodolfi

Dopo la tradizionale fiaccolata in tandem, la cena con delitto, il concorso canoro e gli altri eventi della festa dell’oratorio, è iniziato un nuovo anno pastorale, naturalmente accompagnato da tante iniziative. I gruppi giovanili, che prevedono diversi incontri per i ragazzi delle scuole medie e superiori, sono iniziati a metà ottobre: il tema portante, quest’anno, è quello delle beatitudini. tra i nuovi progetti dei gruppi, la creazione di un piccolo giornalino mensile, una sorta di approfondimento sui temi trattati durante gli incontri serali. un’importante novità è costituita dall’apertura serale dell’oratorio: grazie alla disponibilità di alcune coppie di genitori, l’oratorio è aperto tutti i sabato sera, esclusi ovviamente i periodi festivi: una grande opportunità che permette di creare un nuovo spazio di aggregazione, soprattutto per i ragazzi più piccoli. L’iniziativa è stata molto apprezzata, e ogni sabato, fino alle 23.30, il bar e la saletta adiacente sono frequentati da un numeroso gruppo di ragazzi. Infine, per inaugurare la stagione autunnale, domenica 25 ottobre l’oratorio ha ospitato una castagnata, accompagnata da un torneo di calcetto. tra castagne e salamelle, si sono affrontate in tre diversi gironi, ciascuno rappresentante una fascia d’età, una decina di squadre, tra cui una femminile e una composta da soli papà. Il torneo ha occupato l’intero pomeriggio: l’ultima partita è stata giocata quasi al buio, seguita poi dalla premiazione sotto il nuovo tendone dell’oratorio.

Il gruppo della cena con delitto dell’11 settembre

10 Le Campane

di Lorenzo La Capria

Papa Francesco con l’indizione del Giubileo Straordi-nario della Misericordia rivolge un invito personale a ciascuno di noi a vivere un tempo di preghiera, di con-versione e di grazia, “un tempo favorevole per la Chie-sa, perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti”. Questo Anno Santo andrà dalla solennità dell’Immacolata (8 dicembre 2015), a cinquant’anni esatti dalla chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II, fino alla solennità liturgica di Gesù Cristo Signore dell’universo (20 novembre 2016). Gesù, nel vangelo di Luca, indica la strada: “siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6,36). Meditare nel silenzio la Parola, contemplare in essa la miseri-cordia di Dio ed assumerla come nostro stile di vita è il percorso per essere riconosciuti davvero suoi figli, segni tangibili, nel quotidiano, di un Dio che è Padre “Pa-ziente e Misericordioso”. L’inizio solenne del Giubileo avverrà con l’apertura della Porta Santa da parte di Papa Francesco in San Pietro la mattina dell’8 dicem-bre. Perché l’abbraccio della Misericordia di Dio possa

raggiungere tutti in questo Anno Santo il Pontefice ha stabilito che nelle settimane successive vengano aperte nelle cattedrali e nei santuari di ciascuna diocesi molte Porte Sante della Misericordia, che resteranno aperte per tutto l’anno giubilare consentendo ai fedeli di vivere anche a livello locale l’esperienza del pellegrinaggio. «Il Giubileo, pertanto, - aggiunge Papa Francesco - sarà celebrato a Roma così come nelle Chiese particolari quale segno visibile della comunione di tutta la Chiesa» (MV,3). Nella diocesi di Novara saranno sei le chiese giubilari. La cattedrale vedrà l’apertura della prima Porta santa della Misericordia domenica 13 dicem-bre alle ore 18 con la solenne celebrazione del vesco-vo Monsignor Franco Giulio Brambilla; questa avver-rà in concomitanza con l’apertura della Porta santa della Basilica di san Giovanni in Laterano a Roma da parte del Papa. Nel periodo natalizio ci sarà l’apertu-ra delle Porte della Misericordia in cinque santuari diocesani: venerdì 25 dicembre alle ore 11, al sacro Monte di orta; domenica 27 dicembre alle ore 15,30, al santuario del santissimo Crocifisso di Boca; ve-nerdì 1° gennaio alle ore 16, al santuario Madonna del sangue di Re; mercoledì 6 gennaio alle ore 16, al

sacro Monte di Varallo sesia; giovedì 7 gennaio ore 19,30 (circa), al santuario della santissima Pietà di Cannobio. «Il pellegrinaggio – scrive Papa Francesco - è un segno peculiare nell’Anno Santo, per-ché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza» (MV, 14). La diocesi di Novara insieme al vescovo si recherà a Roma in pellegrinaggio alla Porta santa di san Pietro dal 25 al 27 aprile 2016 avendo anche l’opportunità di assistere all’udienza papale di mer-coledì 27 aprile. sarà possibile aderire prenotandosi entro il 31 gennaio 2016 in parrocchia. A livello locale, sarà pos-sibile vivere il pellegrinaggio tra il 3 e 4 giugno al sacro Monte di orta con il giubileo dei giovani, aperto a tutti; partendo da diverse parti della diocesi, a piedi, si giungerà al Sacro Monte di orta dove il Vescovo darà il mandato per la Giornata Mondiale della Gioventù di

IL LoGo DEL GIuBILEo: L’uoMo SMARRIto

SuLLE SPALLE DEL BuoN PAStoRE

Il logo del Giubileo, accompagnato dal motto “Misericordiosi come il Pa-dre”, reinterpreta l’immagine del Buon Pastore che si carica sulle spalle l’uomo smarrito. Il disegno è realizzato in modo tale da far emergere

che Cristo tocca in profondità la carne dell’uomo e lo fa con amore tale da cambiargli la vita. Infatti i suoi

occhi si confondono con quelli dell’uomo. Gesù vede con l’occhio di Adamo e questi con l’occhio di Gesù.

ogni uomo quindi scopre in Cristo la propria uma-nità e il futuro che lo attende. La scena si colloca all’interno della mandorla, anch’essa figura cara all’iconografia antica e medioevale che richiama le due nature, divina e umana, in Cristo. I tre ovali concentrici, di colore progressivamente più

chiaro verso l’esterno, suggeriscono il movimen-to di Cristo che porta l’uomo fuori dalla notte del

peccato e della morte. Infine la profondità del colo-re più scuro suggerisce l’imperscrutabilità dell’amore

del Padre che tutto perdona.

speciale Giubileo

LASCIAMoCI SoRPRENDEREDALLA MISERICoRDIA DI DIo

e' iniziato l’8 diCembre, a 50 anni dalla ChiuSura del ConCilio eCumeniCo VatiCano ii

11Le Campane

Celebrata la festa della Madonna del rosario

Domenica 5, dopo oltre 60 anni, la festa della Madonna del Rosario a Pombia è tornata nel mese di ottobre, come da liturgia (l’ultima volta fu nel 1953; nel 2011 fu spostata al 1° ottobre ‘eccezionalmen-te’ per farla coincidere con l’ingresso di padre Matteo). Nel pome-riggio, sotto un bel sole dopo giorni di pioggia, si è svolta la proces-sione da San Vincenzo a Santa Maria dove la Madonna ha sostato per tutto il mese. Domenica 12 ottobre, a Varallo Pombia, presso il Santuario della Madonna della Cintura, sempre nel pomeriggio si è radunato un gruppo di fedeli per la recita dei Vespri, accompagnata dal coro parrocchiale. È seguita la processione con la statua della Beata Vergine. Al termine, la celebrazione della Messa.

Cracovia. “un Anno Santo straordinario, dunque, per vivere nella vita di ogni gior-no la misericordia che da sempre il Pa-dre estende verso di noi. In questo Giu-bileo lasciamoci sorprendere da Dio. Lui non si stanca mai di spalancare la porta del suo cuore per ripetere che ci ama e vuole condividere con noi la sua vita. La Chiesa sente in maniera forte l’urgenza di annunciare la misericordia di Dio. La sua vita è autentica e credibile quan-do fa della misericordia il suo annuncio convinto. Essa sa che il suo primo com-pito, soprattutto in un momento come il nostro colmo di grandi speranze e forti contraddizioni, è quello di introdurre tut-ti nel grande mistero della misericordia di Dio, contemplando il volto di Cristo. La Chiesa è chiamata per prima ad essere testimone veritiera della misericordia professandola e vivendola come il centro della Rivelazione di Gesù Cristo”. Questo il pensiero di Papa Francesco che ci invi-ta a vivere bene questo irripetibile anno giubilare per dare corpo, ciascuno e tutti insieme, a quanto ha auspicato verso la fine del testo di indizione dell’anno del-la Misericordia: “Come desidero che gli anni a venire siano intrisi di misericordia per andare incontro ad ogni persona por-tando la bontà e la tenerezza di Dio! A tutti, credenti e lontani, possa giungere il balsamo della misericordia come segno del Regno di Dio già presente in mezzo a noi”. Il Signore in questo tempo si av-vicina ad ognuno di noi personalmente, in modo speciale, chiedendoci ancora una volta la disponibilità ad accoglierlo, a noi la scelta di lasciare che il Signore possa plasmarci sempre più a Sua immagine in questo anno giubilare. tutte le informazioni per il giubileo sono reperibili al sito vaticano www.iubila-eummisericordiae.va e al sito diocesano www.diocesinovara.it/

Le tradizioni

Il 13 dicembre nella Cattedrale di Novara l’aper-tura della prima Porta della Misericordia

12 Le Campane

CONFESSIONILunedì 21 dicembre

dalle 9.30 alle 11 a Varallo Pombiadalle 15 alle 16 a cascinetta

mArTedi’ 22 dicembredalle 9 alle 11 a Pombia

dalle 16 alle 17.30 a Pombiadalle 20.45 a Varallo Pombia

confessioni comunitarie

mercOLedi’ 23 dicembredalle 15.30 alle 18 a Varallo Pombia

GiOVedi’ 24 dicembredalle 10 alle 12 a Pombia

dalle 15.30 alle 18 a Varallo Pombia

mESSE dElla NOttEore 21 Pombia San Vincenzo

ore 22.30 cascinettaore 24 Varallo Pombia Parrocchia

VENERdI' 25 dICEmBREmesse orario festivo

SaBatO 26 dICEmBREore 9.45 e ore 17 Pombia Santa maria

ore 11 e ore 18 Varallo Parrocchiale

GIOVEdI' 31 dICEmBREore 16 Adorazione eucaristica a Santa maria

ore 17 messa a Pombia Santa maria ore 18 messa a Varallo Pombia Parrocchia

VENERdI' 1° GENNaIOmesse orario festivo a partire

dalle 9.45 a Pombia Santa maria

6 GENNaIO - EPIFaNIamesse orario festivo al mattino.

Ore 15 Varallo P. Parrocchia messa con raccolta delle offerte per

l’infanzia missionaria; a seguire, nel salone dell’Oratorio,

spettacolo per tutti i ragazzi

BAttesIMI

Varallo Pombia

Camilla Cappelli Ivan PoidimaniEnrico LaiNicholas LaiEmma La tellaViola La tellaChristian zennaroSofia LamestaChristian PiconeFrancesca BruciottiAurora ChiumentoRebecca CoglioSole Maddalena DuròGiacomo MorettiEdoardo VanzanBeatrice CavalieriNoemi Di PriscoGinevra DestitoLorenzo AlmiranteLeonardo ChitiKevin FalvoPietro MilaneseIlaria origoni

Pombia

Giulia testaMatilde BaruffaldiEnea ArcolinLeonardo CapuanoGabriele Farfan ApazaViola MaiorcaEmma VanzanAlice BorgatoBianca BovioGiancarlo Di ChiaraAngelica VigliaroloGiorgia Butera

Bianca GagliardiGiulia CianoAlice Fato

MAtRIMoNI

Varallo Pombia

Luca Lampertie Claudia MondinoMarco Pettinaroli e Arianna Panzuti BisantiDavide Pavane Simona ManfrediLuca toffanelloe Monica CarettiCarlo Ravellie Federica Manuela MusettaPasquale Amorusoe Valentina NastriLuca tangredie Patrizia PiniLuigino toniolie Assunta Moira ScolavinoChristian Miglioe Stefania NavazioMatteo Clericie Mariangela EspositoMassimiliano Cristinae Stefania RossiAlberto Lanfranconie Vanessa Demo

Pombia

Gianfranco Lizzerie Rachele CariniAlessandro Pizzie Serena GhisiMirco Debernardi

e Stefania PlancaElia Macarioe Alice GueriniDaniele Crespie Ilaria DidòFabrizio Scirlie Sara zemeMauro Marangone Miguelina AcquaroliAlessandro Vezzolie Romina Bartolomeo

FuNeRALI CeLeBRAtI

(al 20 novembre)

Varallo Pombia

Esterina FaviniCaterina CastellettaEnrico Panzuti BisantiPaola PittoniAlfrida zanellaAnita Maria ViscontiFranco Giorgio SudiroMaria Vittoria CaloneAntonino zolfoRiccardo PetrovichMaria FragaleMaria Pia AlemanniAdriano zagoErmenegildo LunardiElda FumagalliArmandina FregugliaGiuliano Severigotersilla PistochiniDina GambatoMaria VaccaroAngelina LorenziniFiorenzo terazziLuciano Parachini

Giampiero ChierichettiNico NardelloEnrico GherlinzoniMaria CeruttiCarmelina Montagna Pietro LionelloMiria MontinBruno BelossiFranco Di Netto tempestaGiovanna CortiMarisa CarboniglioCarlo MazzellaAdele SitziaLuigi PallaveraEugenia MinellaFelice BaùGiuseppe FrancoGiampiero VescoErsilia FanchiniAngelo Renolfi

Pombia

teresio PellaVilda BorachiniSoccorsa ConsolazioRenato SilvestriGiorgio CombiAdriano GrazioliRoberto ColomboGiovanna ModianoAugusta GhiraldiGiuseppina BordinDaniele VigliaroloPietro CasertaDavide FranceschiClelia MeloneRosa FerazzaAngelo GuerriniMaria Rosa Cardani

Anagrafe parrocchiale (dal 1° gennaio 2015)

Il Natale IN parrocchIa