Diariodiscuola

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C C o o r r s s o o P P O O N N D D i i a a r r i i o o d d i i s s c c u u o o l l a a - a.s.2011-12 WALTER TOBAGI “VEGGENTE” DEL NOSTRO FUTURO Michele Mantuano Serena Notarangelo (IV C) ll prossimo 28 maggio si ricorda il trentaduesimo anniversario della morte di Walter Tobagi, noto giornalista del Corriere della Sera ucciso in un agguato terroristico rivendicato dalla Brigata XXVIII marzo. Tobagi muore a Milano, città dove il soffocante assedio del terrorismo sembrava essersi trasformato in un cupo fenomeno atmosferico. Sono passati tanti anni, tuttavia le parole di questo grande giornalista conservano una straordinaria attualità. Molte cose sono cambiate nella società italiana, ma gli articoli di Tobagi dimostrano la sua capacità di vedere oltre i semplici fatti della cronaca. Tobagi ha pagato con la vita il suo coraggio per la verità e questo nostro omaggio vuole essere un modo per ricordare un giornalista che rappresenta un modello di autonomia e libertà. “Quella tragica mattina, prima di sapere che era stato ucciso, una voce parlava di un portavalori ammazzato. E dopotutto l’informazione non era errata, Walter è stato ed è il nostro portavalori. E che valori!”, afferma il giornalista Ferruccio de Bortoli, “a noi il compito arduo di custodirli senza retorica e amnesie”. Continua a pag.10 INTERVISTA AL PROFESSOR MICHELE GRAVINA Olga Giordano, Mirko Lopriore con la collaborazione di Giuseppe Di Bari (IV C) In giovinezza cosa vi ha spinto allo studio delle materie umanistiche e cosa poi ad insegnarle? Sicuramente ciò che mi ha spinto allo studio delle materie umanistiche è stato l’amore per il mondo classico, per insegnarle invece ci ha pensato il caso. Continua a pag.10 All'interno: Dante, poeta dell'infinito 2 di Vittoria Pistacchi La donna, tra sottomissione ed emancipazione 2 di Simona Falcone e Michele Balsamo Coldplay, una macchina fortissima generatrice di successi!!! 3 di Federica Di Candia, Ludovica Prencipe, Miriana Venturelli e Chiara Scarano I giovani e le parrocchie 4 di Angelo Di Tullo e Paolo Prencipe Cellularmania 5 di Rossana Coccia La notte più pazza della settimana 5 di Giada Damiano Non lasciarmi sola 6 di Marica Fortunato Tutto nasce inaspettatamente di Chiara Triventi 7 Lo scandalo del calcioscommesse 8 di Michele Giordano e Davide Triventi Il fascino del karate 9 di Antonella Gentile Breve storia della Juventus di Nicola Trotta 9 LATINO SÌ O NO? Antonia Coletto, Maria Rita Perrino (IV C) Dall’anno 201213 in tutti i licei ad indirizzo scientifico verrà applicata una nuova riforma che prevede un aumento delle materie scientifiche e una diminuzione delle materie letterarie. La nuova riforma prevede meno ore di latino, storia e lingue straniere e più ore di matematica, fisica e scienze. Continua a pag.3 Docente esperta: Prof.ssa Maria Mondelli Tutor: Prof.ssa Barbara Salice

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CCoorrssoo PPOONN DDiiaarriioo ddii ssccuuoollaa - a.s.2011-12

WALTER TOBAGI“VEGGENTE”DEL NOSTRO FUTUROMichele Mantuano

Serena Notarangelo (IV C)ll prossimo 28 maggio si

ricorda il trentaduesimoanniversario della morte di WalterTobagi, noto giornalista delCorriere della Sera ucciso in unagguato terroristico rivendicatodalla Brigata XXVIII marzo.

Tobagi muore a Milano,città dove il soffocante assedio delterrorismo sembrava essersitrasformato in un cupo fenomenoatmosferico. Sono passati tantianni, tuttavia le parole di questogrande giornalista conservano unastraordinaria attualità. Molte cosesono cambiate nella societàitaliana, ma gli articoli di Tobagidimostrano la sua capacità divedere oltre i semplici fatti della

cronaca. Tobagi ha pagato con lavita il suo coraggio per la verità equesto nostro omaggio vuoleessere un modo per ricordare ungiornalista che rappresenta unmodello di autonomia e libertà.“Quella tragica mattina, prima disapere che era stato ucciso, unavoce parlava di un portavaloriammazzato. E dopotuttol’informazione non era errata,Walter è stato ed è il nostroportavalori. E che valori!”, affermail giornalista Ferruccio de Bortoli,“a noi il compito arduo di custodirlisenza retorica e amnesie”.Continua a pag.10

INTERVISTAAL PROFESSORMICHELE GRAVINAOlga Giordano, Mirko

Lopriore con lacollaborazione di Giuseppe

Di Bari (IV C)In giovinezza cosa vi ha spintoallo studio delle materieumanistiche e cosa poi adinsegnarle?

Sicuramente ciò che mi haspinto allo studio delle materieumanistiche è stato l’amore per ilmondo classico, per insegnarleinvece ci ha pensato il caso.Continua a pag.10

All'interno:Dante, poeta dell'infinito 2di Vittoria PistacchiLa donna, tra sottomissione edemancipazione 2di Simona Falcone e MicheleBalsamoColdplay, una macchinafortissima generatrice disuccessi!!! 3di Federica Di Candia, LudovicaPrencipe, Miriana Venturelli eChiara ScaranoI giovani e le parrocchie 4di Angelo Di Tullo e Paolo PrencipeCellularmania 5di Rossana CocciaLa notte più pazza dellasettimana 5di Giada DamianoNon lasciarmi sola 6di Marica FortunatoTutto nasce inaspettatamentedi Chiara Triventi 7Lo scandalo delcalcioscommesse 8di Michele Giordano e DavideTriventiIl fascino del karate 9di Antonella GentileBreve storia della Juventusdi Nicola Trotta 9

LATINO SÌ O NO?Antonia Coletto, Maria RitaPerrino (IV C)

Dall’anno 2012­13 in tutti ilicei ad indirizzo scientifico verràapplicata una nuova riforma cheprevede un aumento dellematerie scientifiche e unadiminuzione delle materieletterarie. La nuova riformaprevede meno ore di latino,storia e lingue straniere e più oredi matematica, fisica e scienze.Continua a pag.3

Docente esperta:Prof.ssa Maria MondelliTutor:Prof.ssa Barbara Salice

DANTE, POETA DELL'INFINITOVittoria Pistacchi (IV C)

Oh vana gloria de l'umane posse!com'poco verde in su la cima dura,se non è giunta da l'etati grosse!Credette Cimabue ne la pitturatener lo campo, e ora ha Giotto il grido,sì che la fama di colui è scura.Così ha tolto l'uno a l'altro Guidola gloria de la lingua; e forse è natochi l'uno e l'altro caccerà del nido.Non è il mondan romore altro ch'un fiatodi vento, ch'or vien quinci e or vien quindi,e muta nome perché muta lato.

Spesso noi studenti cichiediamo perché èimportante studiare Dante:non si fa solo per finiscolastici o culturali, masoprattutto perché la DivinaCommedia può essereconsiderata un’opera“infinita”. Infinita perché,sebbene sia ambientata in untempo lontano, tuttavia èpossibile ritrovarvi molti

riferimenti al presente.È come se, in un certo senso, Dante abbia voluto dire al

mondo qualcosa che sarebbe durata in eterno!Questi versi, qui riportati, ne sono un esempio. Sono

tratti dall’XI canto del Purgatorio, il canto dei superbi, e, piùprecisamente, esprimono la condanna da parte di Dantedella gloria terrena. Non è un argomento a noi del tuttoestraneo, poiché la fama e con essa il successo sonoqualcosa cui tutti, bene o male, aspiriamo. Talvolta questodesiderio diventa eccessivo, viene perseguito come unobiettivo totalmente personale o privato; il più delle volte sitrasforma, purtroppo, in un’ossessione.

Dante condanna la gloria giudicandola inutile edannosa. Però fa una distinzione tra arte e artista: vana èla gloria cui aspira l’artista, pensando che possa durare ineterno, ma valida è l’arte, che è frutto dell’ispirazionedivina. Con questo si spiega il fatto che di alcuni artisti lamemoria si spenga subito, di altri resti a lungo.

Esempi illustrissimi nel presente sono numerosi, bastipensare ad una cantante recentemente morta, AmyWinehouse. Il suo desiderio di successo è stato cosìgrande che alla fine ha travolto persino lei. Se, da un lato,la sua musica è stata molto venduta, dall’altro, il guadagnoaccumulato ha fatto sprofondare la cantante in un abissodal quale è quasi impossibile uscire: la droga. Purtroppo èuna realtà quotidiana di cui molti artisti ne sono partecipi el’influenza sulle masse popolari non è positiva.

Tuttavia, c’è chi è stato in grado di lasciare una grandeimpronta nella storia, diventando famoso non perchédesideroso di ricchezze, ma solo perché ha saputoutilizzare al meglio le proprie capacità ed ha seguito unsogno. Gli esempi più indicativi possono essere Gandhi,Madre Teresa, Martin Luter King, ecc… Non erano degliartisti, ma semplici uomini, con l’ unica differenza di avercreduto nella realizzazione di qualcosa di più grande enuovo. Sono loro che hanno lasciato il segno e, comediceva un grande poeta italiano, Ugo Foscolo, pochiuomini scelti vivono per sempre nel ricordo della gente!

LA DONNATRA EMANCIPAZIONE E SOTTOMISSIONE

Simona Falcone, Michele Balsamo (III D)Questi sono alcuni versi tratti da una poesia di un anonimo, forse

donna, in cui cerca di spiegare il proprio punto di vista rispetto aquella che è la condizione della donna, uno dei problemi cheaffliggono il mondo ancora oggi.

Nell’antichità la donna era vista come oggetto, debole, inutile, unpeso per l’uomo e per la società. Le donne hanno lottato duramentenel tempo per ottenere dei diritti, diritti pari a quelli degli uomini.Eclatante è l’esempio della lotta nel ’68, nella quale molte donnepersero la vita per dare a noi questi diritti, per farci vivere una realtàdiversa da quella che hanno vissuto loro.

Le donne possono essere considerate delle vere e proprie eroinedi un mondo troppo ignorante e incapace di capire che le persone,indipendentemente dal sesso, sono tutte uguali.Continua a pag.4

“Identità di donna…dimenticata, soffocatada un universo cieco e insensibile.Forse è questo il prezzo dapagare…… per essere nata donna”

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COLDPLAY, UNA MACCHINA FORTISSIMAGENERATRICE DI SUCCESSI!!!Federica Di Candia, Ludovica Prencipe, MirianaVenturelli (III D), Chiara Scarano (III C)

Dopo la comparsa di poco più di 10 minuti alprogramma di Fiorello, “Il più grande spettacolo dopo ilweekend”, i Coldplay ritornano nuovamente in Italia il 24maggio. I biglietti per l’evento, che si terrà a Torino, sonopassati al “tutto esaurito” dopo pochi minuti dall’aperturadella vendita.

Ma perché il “tutto esaurito” in pochi minuti?I Coldplay sono uno tra i gruppi più conosciuti daigiovani di oggi! Le loro canzoni, sia per quanto riguarda itesti che la musica, sono molto complesse e numerosevolte vanno lette “tra le righe” poiché possono avere varisignificati e possono essere interpretate in base allostato d’animo della persona. ‘Yellow’ probabilmente è ilsingolo più conosciuto, anche se non è il primo estrattodel loro primo album, “Parachutes”: sarà capitato a tuttidi sentire quel famoso ritornello tanto melodico, quantodenso di emozioni:

“Look at the stars, look how they shine for you…”!!!Confrontandoci con ragazzi e ragazze della mia età,

scopriamo però che non è un genere molto amato quellodei Coldplay, in quanto le loro canzoni sono moltoriflessive e spesso fanno pensare a tematiche importantiche non si limitano solo all’amore razionale o all’amiciziastretta, ma toccano anche tematiche sociali. Adesempio, raccontano quanto è bello il mondo in cuiviviamo, anche se molto spesso è da noi “calpestato”.I Coldplay hanno toccato i gradini più alti delleclassifiche mondiali sia con gli album che con i singoli.Dopo “Parachutes” ci sono stati “A Rush of Blood to theHead”, “X&Y”, “Viva la Vida” e, l’ultimo uscito, cioè “MyloXyloto”. Insomma la loro musica è un’esplosione dimagica armonia che produce grandissimi successiinternazionali!

E’ un gran peccato per noi non poter essere presential concerto a causa della scuola, delle ultimeinterrogazioni e degli ultimi compiti, ma speriamo neiprossimi concerti!

Continua da pag.1Le ore di matematica saranno complessivamente

sette alla settimana, mentre le ore di latino diventerannoappena tre, come quelle di inglese. Due saranno le ore discienze, storia dell’ arte e scienze motorie e una direligione. Ci sarà anche un’opzione ‘’scienze applicate’’,in cui salta completamente il latino, entra l’ informatica ediventa scienze la materia più studiata.Molti studenti di scuole ad indirizzo scientifico ritengonogiusta questa riforma e inutile l’insegnamento del latinoalle superiori, considerandolo una lingua morta, superfluae priva di applicazioni per chi è costretto a studiarla.Pensano che sia più utile soffermare il loro studio sullematerie scientifiche, giudicate più utili per l’inserimentonel mondo del lavoro e garanti di maggiori opportunità.

Effettivamente il latino trova poco spazio nella societàodierna, in attività come l’economia, l’informatica, in unmondo dove contano il business e il profitto. Ma il latino èsenza dubbio legato a doppio filo alla lingua italiana;infatti per riuscire bene nello studio del latino, bisognaavere un’ottima padronanza della grammatica italiana. D’altra parte il latino riversa poi i suoi frutti nell’italiano ditutti i giorni, sia parlato che scritto, aiuta a identificarel’etimologia e il significato delle parole, amplia ilvocabolario personale e consente esposizioni più fluide ecomprensibili.

La traduzione di testi latini necessita di un adeguatoragionamento e concentrazione; quindi un giustoallenamento ci permette di avere sempre la mentesveglia. Oltre a questi vantaggi, il latino ci permette diriscoprire le origini della nostra lingua, figlia del latinostesso.

Inoltre non è irrilevante rimuovere una parteimportante della nostra storia, abbandonando lo studiodel latino, patrimonio linguistico e culturale di tutti gliitaliani. Qualora ciò si verificasse, sarebbe una sconfittaper tutti. Un famoso aforisma di Indro Montanelli dice:“un popolo che ignora il proprio passato non saprà mainulla del proprio presente”. Se poi si vogliono trascurarele basi della nostra società, si è padroni di farlo, macertamente ciò non ci arricchisce interiormente.

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Continua da pag.2Prima del ’68, prima della seconda

Guerra Mondiale, la donna eradestinata ad una vita disubordinazione, sottomissione,trattata come oggetto dal propriopadre e dal futuro marito; come diceEdgard Lee Masters in una suapoesia: “una donna non può inseguirele proprie passioni se vuole ancheavere una famiglia”.

E’ proprio questa convinzioneradicata della donna utile in casa eusata come “macchina sforna figli”che ha accresciuto l’idea dellasuperiorità dell’uomo rispetto alladonna. Dati ISTAT di qualche anno fahanno rivelato che le donne italianefra lavoro a casa e in ufficio inizianoprima, finiscono dopo, dormono menodegli uomini, hanno meno tempolibero, non staccano mai nemmeno alweekend e, quando tornano a casa,non si sbattono in poltrona, come fainvece un italiano maschio ogni tre.Nonostante la voglia che la donna hadi lavorare, anche perché se ha deifigli è difficile mantenerli con una solabusta paga, ella non riesce a reggere

un tale stress fisico oltre che mentale.In Italia solo il 46,3% delle donne,concentrato maggiormente nellegrandi città del Centro Nord, riesce alavorare. Siamo penultimi in Europacome tasso d’occupazione delladonna. In altri paesi europei, comeFrancia, Belgio, Portogallo, le donnevengono sovvenzionate e aiutate, peresempio offrendo ai loro figli postigratis negli asili pubblici; in Italiaquesto privilegio è concessosolamente alle donne in politica. Nonè infatti una coincidenza che oggimolte di esse preferiscanointraprendere la carriera politicapiuttosto che lavorare in altri settori.Purtroppo oggi, nonostante le donnesiano una parte fondamentale dellanostra società, svolgano lavori pari aquelli degli uomini, siano istruite,dirigano grandi aziende grazie allenumerose lotte passate, essevengono rappresentate ovunque, daimanifesti alle pubblicità, alle riviste,alla vita quotidiana come dei veri epropri oggetti sessuali. C’è da direperò che la donna odierna non fanulla per smentire questa idea, anzi la

utilizza per ottenere notorietà, posti dilavoro e denaro! Validi esempi di ciòsono le veline, ma, ahimè, anche leparlamentari, addirittura ministre, cheutilizzano la propria bellezza, ilproprio corpo per ottenere un posto dilavoro influente. Ci sono tante donne,come quelle asiatiche, che lottanoancora oggi per riuscire ad ottenerediritti come la stupida possibilità dipotersi truccare, il diritto all’istruzione,insomma cercano di raggiungere unapropria identità. Noi italiane invece,avendo belli e pronti questi diritti enon sapendo cosa significhi ilsacrificio, abbiamo pensato bene dinon difenderli come qualcosa di raroe prezioso. Bisognerebbe rifletteresemplicemente sull’origine della festadelle Donne che ricorre ogni 8 Marzo,donne soffocate e bruciate in unafabbrica da un incendio perchécercavano di migliorare le condizionidisumane di lavoro.Io allora mi chiedo, ma è cambiataeffettivamente “oggi” la condizionedella donna?

I GIOVANI E LEPARROCCHIEDi Tullo Angelo, Prencipe Paolo

(III B)

Quandosi parladiparrocchie sipensaallapreghie

ra, alla messa o ai riti religiosi ingenere; invece la parrocchia deveessere considerata come un“baule” pieno di insegnamenti acui si può attingere; inoltre essa èuno dei pochi luoghi dove si puòimparare divertendosi, grazie alconfronto con i nostri coetanei. Noigiovani abbiamo tanti dubbi eincertezze: riuscirà la comunità achiarirceli? Certamente non èpossibile dare una risposta a tutti

questi dubbi, ma il confronto conaltri giovani potrebbe aiutarci.Tra i giovani è presente una crisispirituale perché non si hanno piùsogni o speranze a cui aspirare; diconseguenza giovani e comunitàcristiana si incontrano concrescente difficoltà, determinandola crisi anche di proposteeducative consolidate; un passoavanti da parte delle comunitàpotrebbe essere una maggioreattenzione ai ritmi di vita deigiovani (convergenza di piùinteressi; spostamento del tempodedicato alle relazioni ed allecelebrazioni dal giorno alla sera e,sempre più, alla notte…) e unacquisizione di una maggiorecompetenza nell’utilizzare lemodalità di comunicazione chesono patrimonio comune deigiovani (ad es. multimedialità,linguaggio dell’arte e della musica,ecc.). Un insegnamento può esseredato solo da persone che sappianocomunicare con i

giovani, per apprendere ad entrarein relazione con il loro mondo econ la loro vita. Un altro aspetto daanalizzare è l’amore come valoreche difficilmente è compreso nelsuo vero significato. Oggi noigiovani crediamo che l’amore siasolo fatto di momenti belli; inveceesso è fatto anche di difficoltà chevanno superate senza indugio.Noi conosciamo l’ambiente perchéfin da piccoli siamo cresciutiall’interno di una comunità eabbiamo seguito un cammino checi ha fatti crescere. Nelle nostreparrocchie ci incontriamosettimanalmente, parliamo deinostri problemi e cerchiamo dirisolverli, cerchiamo di dare dellerisposte alle domande che semprepiù spesso si pongono i giovani.Per fortuna abbiamo delle “guide”,gli educatori, che, essendo adulti,ci danno consigli per affrontare lavita di tutti i giorni poter diventareanche noi degli adulti.

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CELLULARMANIARossana Coccia (IV F)

Oggi viviamo in un‛eracaratterizzata da tantissimistrumenti tecnologici: computer,cellulari, iphone, ipad, tablet, ect…Sembra quasi che non ne possiamopiù fare a meno.

Parliamo del cellulare: guai adimenticarlo a casa, non ci sentiamopiù sicuri. Quella che era la funzioneprimaria del cellulare, cioètelefonare e rintracciare in temporeale una persona, oggi è diventatasolo una delle tante funzioni offertedalle nuove tecnologie.

Il cellulare è uno strumento cheaccompagna noi giovani, e non solo, inogni momento della giornata e che ciaiuta ad organizzare ed a gestireogni momento della vita: dagliimpegni presi (con l‛ agenda, lasveglia, la rubrica, l‛orologio) ai

momenti di svago (con i giochi, lefotocamere, la musica, ecc.). Esso èdiventato uno strumento che ci puòfar avvicinare, o allontanare, daaltre persone: ci si può proteggeredai rischi dell‛impatto emotivodiretto, trovando una risposta alleproprie insicurezze relazionali, allapaura del rifiuto; ma ci può anchemantenere vicini e presenticostantemente alle persone a cui siè legati affettivamente.

Tutti noi adolescenti, grazie aglisms, abbiamo sviluppato unlinguaggio sintetico (tropposintetico!), fatto di abbreviazioni ecodici e che rappresenta il verorischio di dipendenza.

Con lo stesso telefonino ci si puòcollegare alla rete Internet, cherappresenta per noi una risorsaindispensabile sotto tutti i punti divista: didattico, di svago, di libertà;chiunque può intervenire su forum osocial network (come facebook,twitter,...), oppure costruirsi un sito

o un blog personale; a ciascuno,quindi, è data la possibilità diesprimersi, dialogare, diffondere leproprie idee, mettersi in gioco.

Adesso i cellulari sono i nostripadroni! Siamo diventati tutti dei“cellulari dipendenti”. A volte latanta tecnologia fa male!!!

LA NOTTE PIÙ PAZZADELLA SETTIMANAGiada Damiano (III B)

Il sabato sera svela la partenascosta di ognuno di noi: citrasformiamo in “uomini e donneprotagonisti della notte”.

Prima di uscire, lo specchio è ilnostro unico spettatore: ci assiste inun set fotografico dove posiamo millevolte cambiandoci l’abito,modificandoci l’acconciatura, fino aquando non troviamo il look perfettoper l’ennesimo sabato da sballo!!!

Finalmente pronti, si esce perandare in piazzetta, passerella di“sfilate di alta moda”: ragazze contacchi chilometrici che sembrano delleacrobate, ragazzi con cocktail in unamano e sigaretta nell’altra, sono tuttipronti a dominare la serata.

Arrivati in piazzetta, i pub sonocolmi e la musica urla alla città che ilsabato sera nessuno dormirà.

Cocktail e sigarette sono l’armavincente per iniziare con una certagrinta la serata. Dopo averconquistato la piazzetta, arriva ilmomento di dominare il locali piùcool…; una fila lunghissima ci tienefuori dalla pazza festa dalla quale,una volta entrati, non si esce più nellostesso modo!

Nel locale fa caldo, la musicaassordante è dentro di noi e comandai nostri movimenti, si sorseggiano idrink, continuando a ballare finoall’estremo… fino all’ultima goccia!Le ore passano e la gente è sempre

più viva, in una notte magica eadrenalinica.

Ormai è mattina. Dopo la folle nottesi va con gli amici nei bar per lacolazione. Mentre si assaporano ilcornetto e il cappuccino, il solesorge… è domenica! Il nostro sabatoci ha lasciati da poco, ma già cimanca!

Tornati a casa, con la musicaancora nelle orecchie, tentiamo didormire, ma la nostra mente rivive leemozioni provate nella folle notte.

Dopo esserci goduti alcune ore difuga e di divertimento, ritorniamo allarealtà e alla settimana che ci attende,con i professori pronti sottoporci averifiche e lezioni. Il sabato ognuno dinoi manifesta la sua reale identità,lasciando a casa pensieri epreoccupazioni.

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NON LASCIARMI SOLAMarica Fortunato (IV C)

Jessica era una ragazza didiciotto anni e veniva considerata datutti come la ragazza più bella dellascuola. Effettivamente lo era: avevagli occhi verdi, capelli castani, unviso molto dolce e un fisico damodella. Certo lei non se ne vantava,nonostante i bei complimenti chericeveva ogni giorno dai suoi amici.Una mattina, mentre stavamangiando alla mensa della scuola, unragazzo si sedette accanto a lei e lechiese il numero di telefono.Jessica, imbarazzata, glielo diede eda quel giorno i due si fidanzarono.Dopo qualche mese, però, Jessicascoprì di essere incinta. Così,spaventata, lo disse al suo ragazzo,ma lui la lasciò. Jessica allora si reseconto di essere stata illusa. Lo disseai suoi genitori che presero subito ladecisione di darlo in adozione dopo ilparto. Nel frattempo a scuola, percolpa del suo ex ragazzo che avevaraccontato ad un suo amico lanotizia, girò la voce che lei eraincinta. Molti compagni di scuolainiziarono a prenderla in girochiamandola ‘sgualdrina‛.Passavano i giorni e la sua panciacresceva sempre di più. Jessicaaveva perduto tutte le amiche e

veniva ogni giorno insultata. Leinviavano e-mail molto volgari eoffensive. Si era chiusa in se stessatanto da non parlare nemmeno con isuoi genitori. Così un giorno, stancadi essere continuamentemaltrattata da tutti, fece le valigie,si mise in macchina e se andò via dacasa. Dopo circa cinque ore diviaggiò, trovò una piccola cittadina eaffittò una stanza in un albergo.La mattina seguente iniziò acercare casa e lavoro.Fortunatamente, trovò un lavorocome cameriera e una piccola casaper sé e il suo bambino. Si trovòbene in quella cittadina esoprattutto non si sentì osservata.Conobbe anche una ragazza chelavorava insieme a lei che avevaavuto una situazione simile alla sua.Arrivata all‛ultimo mese digravidanza, mentre stava lavorando,fu portata in ospedale per partorire.Nacque una splendida bambina conocchi azzurri e capelli castani comequelli della sua mamma. Uscitadall‛ospedale, la sua cara amical‛aiutò a prendersi cura dellabambina e anche a cercare unadonna che se ne occupasse durantele sue ore di lavoro.Dopo un anno Jessica si sentìdavvero felice della sua vita, anchese i suoi genitori, da quando eraandata via da casa, non l‛avevano maicercata. Nel giorno del primocompleanno della sua bambina,mentre era a fare acquisti per lafesta, Jessica si scontrò con ungiovane che era appena uscito da unbar. I loro sguardi si incrociarono eil giovane si presentò. Il giovane sichiamava Stefan e volle offrirle uncaffè, ma lei freddamente rifiutò.Così lui le chiese dove potevarincontrarla e Jessica gli disse dovelavorava. Il giovane, felice, laringraziò e la salutò sorridendo. Ilgiorno seguente Jessica stavalavorando, quando improvvisamentevide Stefan entrare dalla porta. Nonpensava che potesse presentarsisubito il giorno dopo. Appena la vide,le andò vicino e la invitò a pranzo.Jessica accettò e, dopo aver finito ilsuo turno di lavoro, la portò in un

ristorante. Certo lei non siaspettava tutto ciò, pensava solo dimangiare un semplice panino con lui.Tuttavia non si fece notare freddanei suoi confronti, anzi lo ringraziòper questa ospitalità. Mentrepranzavano lui iniziò a farle delledomande sulla sua vita e Jessica gliraccontò solo di essere andata viada casa per avere una vita tutta sua,senza riferirgli il vero motivo. Dopoaver finito di pranzare, Stefan lechiese se voleva uscire di nuovo conlui la sera e Jessica trovò una scusaper non dirgli di dover stare con labambina. Lui dispiaciuto le disse chesicuramente ci sarebbe stataun‛altra sera per stare insieme.Jessica aveva paura di innamorarsidopo la delusione che aveva avuto,però iniziava a provare unsentimento per Stefan.Quasi tutti i giorni lui si facevatrovare al bar e in ogni modo lacorteggiava fino a quando una serauscirono insieme. Passarono unabella serata e quando l‛accompagnò acasa, lui le diede un bacio. Da quelmomento entrambi si innamoraronoe si fidanzarono. Jessica avevapaura di raccontargli la sua verastoria a causa della reazione cheavrebbe potuto avere Stefan.Nonostante ciò, si fece coraggio euna sera, mentre stavano tornando acasa, gli raccontò di avere unabambina. Lui fu molto stupito e sene andò. Per Jessica fu un‛altradelusione e i giorni dopo quella serali passò solo con la sua bambina nonandando nemmeno al lavoro.Una mattina Jessica uscì con suafiglia. Mentre stava andando alparco, vide da lontano Stefan che lasalutò, ma lei abbassò lo sguardo. Luisi avvicinò e disse che in quei giorniaveva capito quanto l‛amasse e nongli importava se avesse una bambina,perché ormai lei gli aveva preso ilcuore.

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TUTTO NASCEINASPETTATAMENTEChiara Triventi (IV C)

Joshua era un ragazzo alto con icapelli biondi e gli occhi scuri, edera solito correre al tramonto sullungomare. Lo fece anche quelgiorno, ma successe qualcosa checambiò la sua vita. Mentre stavacorrendo udì la voce di una ragazzache gridava “aiuto aiuto!”. Joshuacorse sulla spiaggia per aiutarequesta povera ragazza. Si gettò inacqua, nuotò, la raggiunse e la portòsulla spiaggia.Quando arrivò a riva si accorseche la ragazza non respirava e iniziòa farle la respirazione bocca abocca. La ragazza si riprese, ma erasotto shock. Joshua le chiese cosaera successo e lei impaurita gli disseche delle sue compagne di scuolal‛avevano gettata in acqua per unoscherzo e che lei non sapevanuotare. Joshua l‛aiutò a rialzarsi epreoccupato si offrì diaccompagnarla a casa. Arrivatidavanti alla casa, Joshua si presentòe la giovane ragazza disse dichiamarsi Eloise.I ragazzi scoprirono di andarealla stessa scuola e, vedendosi ormaitutti i giorni, diventarono ottimiamici. Naturalmente Joshua la feceentrare nel suo gruppo di amici.Arrivò il ballo scolastico e Joshua edEloise decisero di andarci insieme.Eloise indossava un vestito lungo e diun blu notte intenso e sembravavestita dal cielo e Joshua indossavalo smoking. Arrivati al ballo, Eloiseincantò tutti, tra cui il ragazzo piùpopolare della scuola Emmet. Ilragazzo le si avvicinò e iniziò a farlela corte. Joshua all‛inizio eracontento per la sua amica, ma,mentre lui stava con gli amici edEloise con Emmet, si accorse diessere geloso.Eloise trascorreva giorni felicicon Emmet e si confidava semprecon Joshua e lui si accorse che nonpoteva parlarle dei suoi sentimentiper paura di rovinare la loroamicizia. Gli anni passarono e i

giovani amici si diplomarono. Perfesteggiare il diploma Eloise edEmmet andarono in un ristorante.Emmet d‛un tratto si avvicinò aEloise, si mise in ginocchio, preseuna scatolina, l‛aprì e disse:”CaraEloise abbiamo trascorso molti anniinsieme e il mio amore verso di tecresce in ogni istante, a ogni tuosorriso il mio cuore si riempie digioia e non riesco a vedere la miavita senza di te, perciò io oradavanti a tutti loro come testimonidel mio amore verso di te ti chiedoEloise, amore mio, mi vuoi sposare?”Eloise lo guardò stupefatta e dicolpo si gettò su di lui tuttacontenta lo baciò e gli disse:”Sì, lovoglio. Voglio trascorrere la mia vitainsieme a te per sempre.” La follaapplaudì e terminata la cena i giovanipromessi sposi tornarono a casa.Elise il giorno dopo andò araccontare tutto a Joshua e glichiese se volesse essere il suotestimone e lui perplesso perché lasua migliore amica che lui amava sisposava disse lo stesso di sì. I giornipassavano frenetici per organizzareil matrimonio così Joshua decise diorganizzare una serata per lui ed

Eloise per farla rilassare. Andarononella casa di campagna e mangiaronoe bevvero così tanto che iniziarono aessere ubriachi. E in questo stato diubriachezza Joshua baciò Eloise,questo bacio innocente suscitòqualcosa dentro la bella Eloise. Ilgiorno dopo Eloise pensava ancora albacio nella casa e si accorse chequel bacio non era un semplice bacio,ma qualcosa di intenso e forte, piùforte di ciò che provava neiconfronti di Emmet. Così capì diamare Joshua e quel giorno lasciòEmmet e andò da Joshua che appenala vide provò a giustificarsi per quelbacio, ma lei si avvicinò lentamente elo baciò. Eloise disse a Joshua:“ Tiho sempre amato ma non lo sapevo egrazie al tuo bacio l‛ho capito, ora tichiedo solo di non lasciarmi mai e dinon farmi soffrire.” E Joshua leaccarezzò la guancia e lesussurrò:“Non ti lascerò mai, ora eper sempre vivremo insieme e nientee nessuno ci separerà te lo giuro.”E da quel momento Joshua edEloise vissero per sempre felici econtenti.

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LO SCANDALODEL CALCIO SCOMMESSEMichele Giordano (III B)

Davide Triventi (III D)Lo scandalo del calcio

scommesse italiano è sempre piùdiffuso. Da decenni sono molte lepartite truccate per scopi economicida giocatori che si vendono perfavorire i risultati giocatiprecedentemente al totocalcio.

Il primo grande scandalo di illecitisportivi e partite truccate nella storiadel calcio italiano avvenne nel 1980.Sono ancora famose le immaginidegli arresti durante le partite dicalcio trasmesse in onda dalprogramma “90° minuto”.

Tra le tante partite si ricordaBologna­Juventus; la squadra diTorino, guidata dal tecnico GiovanniTrapattoni, era in una situazionedisastrosa: veniva da tre sconfitteconsecutive e occupava una delleultime sei posizioni in classifica delcampionato, quasi in zonaretrocessione. Fu concordato ilrisultato della partita tra le duesquadre, tanto che gli stessigiocatori e dirigenti, soprattuttobolognesi, scommisero circa 50milioni di lire sull’esito finale. Lesocietà coinvolte furono Milan,Avellino, Bologna, Juventus, Lazio,Perugia e Pescara (in serie A);Genoa, Lecce, Palermo, Pistoiese eTaranto (in serie B). Tra le societàelencate solo Pescara, Juventus,Genoa, Lecce e Pistoiese furonoassolte; Lazio, Perugia e Tarantovennero multate, mentre il Milanvenne retrocesso nella serie minore.

La storia non si concluse, però,negli anni ’80. Recentemente sisono verificate situazioni simili, pernon dire peggiori, tanto che ilfenomeno del calcio scommesse èstato battezzato “Calciopoli” perassonanza con “Tangentopoli”. Con“Calciopoli” indichiamo gliavvenimenti sportivi avvenuti nel2006.

Tutto iniziò per mezzo delleindagini condotte dal procuratorefederale della Federcalcio italiana,Stefano Palazzi. Individuò diverse

intercettazioni telefoniche tra variesquadre con arbitri di serie A. Lesocietà coinvolte furono Juventus,Milan, Fiorentina e Lazio.

La Juventus fu maggiormentecolpita dalla giustizia sportiva:riconosciuta colpevole di illecitosportivo, le fu revocato il titolo di“Campione d’Italia” 2004­2005 enon le fu nemmeno assegnato loscudetto 2005­2006 in quanto fufatta retrocedere in ultima posizionenella classifica di quell’anno e per ilcampionato successivo fu fattascendere in serie B.

Inoltre fu istituito un processo aNapoli contro gli imputati AntonioGiraudo, Luciano Moggi, InnocenzoMazzini e altri dirigenti juventini. Lesentenze furono molto pesanti neiconfronti di Moggi: cinque anni direclusione e successivamenteradiazione dal calcio; per Giraudoinvece tre anni di reclusione. Per lealtre società invece furono decisesentenze più leggere, ovvero perMilan e Lazio trenta punti dipenalizzazione nel campionato diserie A 2006­2007.

Un altro scandalo calcisticocoinvolse società della serie B comeRavenna, Portogruaro, Piacenza,Atalanta, Ascoli e Sassuolonell’anno 2011.

Tutto è emerso dalle indaginicondotte dalla procura di Cremona,che ha messo alla luce nomi noticome il capitano dell’Atalanta,Cristiano Doni, e gli ex calciatoriStefano Bettarini e Giuseppe

Signori. Durante il processo, ci sonostati gli arresti degli indagati dopoun’inchiesta partita fuori dall’Europa,da Singapore, dopo la dichiarazionedi un cittadino dello stato asiatico.Tutto lo scandalo partì propriodall’Asia attraverso una potenteorganizzazione chiamata Eng SeeTan, detto “DAN”. Questa società dicalcio scommesse aveva dellediramazioni in tutto il mondo e inparticolare in Italia, tramite ilBologna e l’Atalanta.

Ma la situazione non è stataancora risolta; infatti tutt’oggi moltiinteressati vengono interrogati perportare alla luce nuove informazioni.La situazione è migliorata negli annigrazie all’aumento dei controlli sulleintercettazioni. Si sta lavorandosoprattutto per far sì che non siverifichino più situazioni del genere.

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IL FASCINO DEL KARATEAntonella Gentile (III D)

Il karate nacque ad Okinawanel XV secolo. In Giappone,durante i periodi di dominazionecinese furono vietate tutte learmi; così il karate, essendol’unica “arma accettabile”, siperfezionò con tecniche dicombattimento migliori.L’addestramento era compiuto dinascosto, a piccoli gruppi. Nelcorso del XIX secolo, si scoprì ilvero valore di quest’arte e siprese la decisione di insegnarlanelle scuole. Il maestroFunakoshi con alcunedimostrazioni suscitò la curiositàdei praticanti di arti marzialigiapponesi e in seguito il karatevenne insegnato anche nelleuniversità locali. Nel corso delXX secolo il karate (cosìbattezzato dal grande maestroFunakoshi) superò i confinigiapponesi per giungere inEuropa occidentale e in Americae proseguire il suo sviluppo finoad arrivare ai giorni nostri.

Diversi anni fa ho scoperto diavere la passione per quest’arte.Quando ne parlo con alcunepersone, sembra quasi chequeste si allontanino da me:reazione normale sotto alcunipunti di vista. Forse questoaccade anche a causa dei film edella televisione cherappresentano il karate come unmodo quasi “misterioso” dicombattere, capace di causareferite gravi o addirittura la mortedell’avversario con un singolocolpo.

Innanzitutto si deve sapere

che nel karate vi sono duetipologie di lavoro: Kata eKumite. Il Kata è uncombattimento immaginario,eseguito singolarmente o asquadre, in cui sonofondamentali la tecnica, lapotenza, l’espressività e il ritmo;il Kumite è invece uncombattimento eseguito incoppia. Niente paura! Durantequesti ultimi combattimenti, ikarateka indossanoobbligatoriamente protezionipreventive (conchiglia, paradenti,corpetto, paratibia, guantini).

Inoltre, sempre per la tutela deipraticanti, ci sono norme darispettare.

Perché praticare questosport? Il karate insegna adiventare forti, ad essere piùconsapevoli e più determinati ead affrontare le avversità invecedi fermarsi.

Ma un motivo ancora piùimportante è l’autodifesa: algiorno d’oggi sono davvero tantele aggressioni e la difesapersonale mi sembra l’unica viaper “sopravvivere”. Inoltre ilkarate è molto divertente,soprattutto per gli agonisti, chehanno anche la possibilità diconoscere nuove città.

BREVE STORIA DELLAJUVENTUSNicola Trotta (II C)

Nel 1897 alcuni giovani chefrequentavano il Liceo classico diTorino “Massimo d’Azeglio”, cheogni pomeriggio dopo gli studi sirecavano in Piazza d’Armi pergiocare a pallone, decisero difondare una squadra e lachiamarono “Juventus”.

Il termine “Juventus “ deriva dauna parola latina che significa“Gioventù” e questo nome erariferito a loro. Ora la Juventus è unodei club più importanti e il più titolatod’Italia, ancor più dopo aver vintol’ultimo campionato. La società siidentifica nella famiglia “Agnelli”,nota famiglia imprenditorialetorinese fondatrice della FIAT.

La Juventus è la società cheannovera il maggior numero di tifosiin Italia ed è conosciuta ancheall’estero. La Juventus è famosaanche come “La Vecchia Signora”.Nel suo ricco palmares sonopresenti molti trofei sia italiani siainternazionali che evidenziano lospirito vincente della società che ècomunicato a chi indossa la magliabianconera. I colori della magliaricordano i colori di un animale, lazebra, che è raffigurata anche nellostemma.

La Juventus è una societàtipicamente moderna perché èl’unica squadra ad avere uno stadiodi proprietà, chiamato “JuventusStadium”.

Questa società ha avuto moltebandiere calcistiche comeGiampiero Boniperti, Omar Sivori,Carlo Parola, John Charles,Gaetano Scirea, Roberto Bettega,Dino Zoff, Antonio Cabrini, ClaudioGentile, Marco Tardelli, Paolo Rossi,Michel Platini, Stefano Tacconi,Gianluca Vialli, Fabrizio Ravanelli,Roberto Baggio, Zidedine Zidane ,Antonio Conte, Filippo Inzaghi,David Trezeguet, Pavel Nedved,Ciro Ferrara, Mauro Camoranesi,Gianluigi Buffon e infine AlessandroDel Piero.

Continua da pag.1Tra tutti gli articoli da Tobagi, ci viene

spontaneo prendere in considerazione unoche interessa direttamente noi giovani, “AMilano liceali senza sogni” del 31 luglio1978. Proprio intervistando alcuni giovanidi un liceo milanese, Walter percepisce lascarsa fiducia di questi ragazzi nella lorocapacità di cambiare il futuro del mondo.

Come trent’anni fa anche oggi èdifficile farlo poiché è inevitabilmentecambiata la condizione presente: lasocietà, la politica, la scuola, la famiglia.Sono cambiati i rapporti tra le personecompresa l’amicizia: si dicono amici quelliche comunicano nei social network, adistanza, senza essersi mai guardati negliocchi. E i giovani a volte giustamente, avolte per grande insicurezza, danno lacolpa della loro situazione precaria agliadulti che giudicano continuamente le loroazioni facendoli convivere con il timore difare un passo falso ed essere etichettatiper quelli che in realtà non sono. Succedeperò che i più fragili intraprendonoscorciatoie autodistruttive come la droga,che già faceva vittime ai tempi di Tobagi,oppure si illudono di fare successo conuna comparsata da velina, da miss o nelGrande Fratello.

I giovani osservati da Tobagi sono ipadri e le madri di oggi, immersi inun’epoca priva di ideali forti. E sembra chemolti di loro vivano un’adolescenzaprolungata simile quasi a quella dei proprifigli. Sono genitori in una piena crisi diidentità dovuta alla separazione o alledifficoltà economiche e quindi al desideriodi crearsi una vita migliore proprio quandoi figli hanno più bisogno di loro. E invecetrovano delle figure deboli, incerte, oppure,nei casi migliori, complici compagni distrada. Così, inevitabilmente, i confinibiologico­anagrafici vengono distrutti e iruoli si confondono o, addirittura, sicapovolgono. Vivere e sognare con tuttequeste difficoltà è arduo, certamente piùche in passato. Non a caso sonoaumentati vertiginosamente i tentativi disuicidio degli adolescenti dovuti aincomprensione, incapacità di innamorarsi,paura dell’abbandono e della solitudine.Paure che il mondo adulto dovrebberiuscire a stemperare e che invece finisceper amplificare. Sognare è difficile, nonimpossibile. Ma anche il sogno richiedeequilibrio, orgoglio e consapevolezza dicui sicuramente i ragazzi di Tobagipotevano tranquillamente fare a meno.

Continua da pag.1Da quale autore classico siete stato sempre affascinato? Virispecchiate in lui sotto qualche punto di vista?

Sono affascinato principalmente da Orazio, ma anche dai tragicigreci, da Omero e da Virgilio. Magari io potessi rispecchiarmi in tuttiquesti illustri poeti!Il metodo di insegnamento dei vostri professori al Liceo risultadiverso da quello attuale? In cosa differisce?

Sì, molto: i miei professori davano all’insegnamento un taglioeminentemente filologico e difficilmente consentivano dicomprendere pienamente l’”umanità” degli antichi. La scoperta perme è avvenuta dopo, all’università, ma è stata soprattutto frutto diriflessione personale.Nel corso degli anni in cui avete insegnato in questi Liceoavete notato cambiamenti? Quali? Cosa pensate del Liceo dioggi?

Ho notato molti cambiamenti: gli alunni di una trentina di anni faerano più attenti alle connessioni tra ciò che studiavano e la vitacivile, però devo riconoscere che i bravi alunni e gli alunni menoattenti c’erano allora come oggi. Allora però la preparazione di baseera più certa, così come la voglia di leggere sia i classici che imoderni.Ritenete giusto che nel nuovo ordinamento del LiceoScientifico sia dedicato alle materie scientifiche un numeromaggiore di ore rispetto a quelle letterarie?

Sicuramente no. Perché così si è tradito lo spirito, la natura delLiceo Scientifico voluto così da Gentile e da Croce che intendevanosuperare la dicotomia tra discipline umanistiche e disciplinescientifiche puntando in tal modo alla formazione globale dei giovaniche frequentavano tale tipo di Liceo. Inoltre non si dimentichi che ilcosì detto UMANESIMO DELLE SCIENZE non è un’invenzione atavolino di quei due grandi filosofi e uomini di scuola.

Durante i vostri anni d’insegnamento avete sempre seguitoun unico metodo didattico o lo avete mutato in base al livello eal profitto degli alunni?Va da sé che alcuni cambiamenti ho dovuto apportarli soprattuttoper la parte normativa del latino e la metrica classica. (Ricordo diaver avuto due ottime metriciste che, ahimè, sono diventate poimedici…).

Ora parliamo di altro… fonti certe ci hanno riferito che voitifate per il Genoa! Attualmente riteniamo opportuno stabilireun paragone tra la vostra squadra del cuore con i peggiorialunni! Si può affermare che il Genoa giochi a KampalaUganda. Quale potrebbe essere la vostra reazione ad unapossibile retrocessione della vostra beniamina?

Preciso che sono un simpatizzante più che tifoso del Genoa epreciso che una retrocessione della più antica squadra d’Italia, cheritengo tuttavia improbabile, mi dispiacerebbe.Vi poniamo un’ultima domanda. Siete felice della paginafacebook che vi hanno dedicato?Non sapevo di tanto onore, immagino quante “fesserie” mi avrannofatto dire i numerosi allievi che hanno inteso così rendermi omaggio.Nell’eventualità, comunque sia, esclamo come quel personaggioVergiliano “In me convertite ferrum” (Volgete il ferro contro di me ).