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Diario di Viaggio in Cina Alla scoperta delle meraviglie del Celeste Impero

Premessa:

Quante aspettative in unviaggio! La preparazionenozionistica, le speranzenell’attesa di avventurenuove, il desiderio diassaporare emozioni ecultura… tutto infondenell’animo un piacevole statodi all’erta.

Si vive per qualcosa che saràdi sicuro più bello del presentequotidiano.. non c’è timore,non ci sono incertezze: ilviaggio sarà interessante eunico, come unici sonosempre stati tutti i viaggiche ho fatto da quandoavevo 18 anni. Malata diesotismo? Certamente, ma questa malattia è l’unica asoddisfarmi sempre!

Diario di Viaggio in Cina Alla scoperta delle meraviglie del Celeste Impero - Pechino

Quando si arriva a Pechino, ogni volta, si trova sempre la città cambiata e, purtroppo, in peggio. In questo viaggio, insieme ai miei compagni di avventura, dopo una notte insonne trascorsa in aereo, nel tragitto verso l’Hotel, le prime impressioni sono state: un caos indescrivibile, auto che strombazzavano ed intasavano qualsiasi via del centro… per fare pochi metri con un pulmino, ci si trovava sempre in coda o fermi, mentre le piccole autovetture cercavano di intrufolarsi a destra e a sinistra.

Le antiche case, circondate da grigie mura che tanto mi piacevano, attorno alla città proibita, erano scomparse, sopraffatte da alti e anonimi palazzi, una serie di moderni casermoni.


I giovani cinesi, ormai occidentalizzati, passeggiavano abbigliati e acconciatinei modi più strani e pazzeschi, quasi a contestare un sistema che ormai nonesiste più!


Dopo un rapido relax in hotel che non è mai vero relax, era necessario andarea rivedere alcuni punti interessanti della città, almeno quelli si sperava nonavessero subito cambiamenti di modernismo… prima tappa il Tempio del Cielo,retaggio di un passato glorioso ancora interessante e ricco di storia.


Questo tempio è un nobile

esempio di architettura

religiosa del regno di

mezzo, cioè del periodo Ming.

È un complesso di edifici

taoisti, la cui costruzione

iniziò nel lontano 1420.


Qui il figlio del cielo,l’imperatore, trascorrevauna notte di digiuno,preghiera ed astinenza,prima di dedicarsi, ilmattino seguente, allecerimonie sacrificali, chesarebbero servite, nelsolstizio d’inverno, aringraziare per il buonraccolto e a benedirequello futuro.


Dal Tempio del Cielo, si arriva al Tempio del Buon Raccolto, sopraelevato,maestoso anche se avvolto dalla calda umidità estiva, di un clima pocoinvitante.


Abbiamo passeggiato,sbirciando nelle stanzeinterne del complesso, con lasperanza di vedereimprovvisamente comparireun mandarino, pronto adaccoglierci… abbiamo percorsoun tratto della lunga stradache in passato portaval’imperatore direttamente allaCittà Proibita…


..poi, lasciato il luogo, abbiamoscoperto una zona che ancoraha resistito alle demolizioniselvagge: è la via degli antiquari,situata un po’ nascosta, con legrigie mura che impediscono lavista all’interno, una viuzza con icaratteristici tetti decorati apagoda.

Il luogo ci ha riportato aquella che doveva essere lavecchia Pechino, raccolta,austera, ma quasi aristocraticanella sua ricercatezza eriservatezza.


Verso la fine della giornataè stato quasi un obbligoandare nella grandiosaTienanmen, ovvero nellaPiazza della Pace Celeste,guardata a vistadall’imponente ritratto diMao e circondata damonumentali costruzioni, unapiazza storica, che ha vistogli eventi principali dellarepubblica popolare cinese.


L’abbiamo rivista come un luogo di ritrovo, dove uomini, donne e bambini facevanovolare al cielo i loro aquiloni colorati, incuranti dell’effigie grigia, sinistra, un po’sorniona di Mao Zedomg, il discutibile salvatore della Cina. Chi non aveva in manogli aquiloni se ne stava seduto per terra a chiacchierare con gli amici, quasi fossein un caffè all’aperto!


Il giorno dopo, sempre sotto un cielo plumbeo che pareva non aprirsi mai,siamo andati a visitare le tombe dei Ming, che non conoscevo.Il luogo, lontano dal traffico, immerso nel verde, poco visitato dai turisti, miè piaciuto. Siamo giunti alle tombe dopo aver attraversato la grande PortaRossa.


...poi abbiamo percorso il Sentiero dell’Anima, o Via Sacra, fiancheggiata daben 24 animali (leoni, cavalli, cammelli, elefanti e creature mitiche),praticamente dei guardiani di pietra che hanno il compito di allontanare glispiriti cattivi.


Aveva l’appellativo di ViaSacra perché percorsa, inpompa magna, dal feretroimperiale.. una specie dicammino verso l’aldilà.

Questa via, avvolta nelsilenzio della natura, harisvegliato nel mio animo unsenso di pace e serenità, misono sentita rilassata epronta a gustare tutte lealtre escursioni tra la folla!


“Vedere è facile, capire è difficile” dice un vecchio adagio cinese e infatti, in Cina, spesso si corre il rischio di vedere troppe cose e di capirne poche.

Sotto molti profili la Cina è strana, lontana dalla nostra mentalità europea, spesso incomprensibile nei suoi eccessi; è una nazione che ha, per un certo tempo, rigettato il passato, eppure in cuor suo, è rimasta legata a leggende, culti di antenati, ad una religiosità che nessuna imposizione politica è riuscita a debellare, ed ora sta rispolverando tutto ciò che aveva cercato di cancellare!


Non mi vorrei dilungare sulla visita alla Città Proibita, gioiello indiscusso diPechino che, ad ogni visita, anche con il trascorrere degli anni, affascinasempre, perché ne ho già parlato in dettaglio, in questo sito, in una“Destinazione”.


...devo solo dire che di padiglione in padiglione, tra marmi bianchi e rosse murasi scoprono sempre angoli particolari e scorci di bellezza artistica che altrevolte non si erano osservati.


Tutto ci è apparso come un grande quadro impressionistico: tetti spioventi, portali elaborati, archi da cui intravedere i muri con i draghi verdi.

Ogni particolare è stato progettato in maniera sontuosa e meravigliosa per l’abitazione del figlio del cielo, l’imperatore, che qui viveva con i guardiani, i servitori, le mogli, le concubine, le favorite, gli eunuchi, i principi e i parenti tutti…

Oggi la città proibita mi è apparsa come un’oasi fiabesca ed irreale.

Diario di Viaggio in Cina Alla scoperta delle meraviglie del Celeste Impero - Badeling

Non si può venire in Cinasenza fare una tappa allaGrande Muraglia, dato che èsempre un’esperienza unica ericca di emozione.

Questa monumentale, faraonicacostruzione, può essere visitatapartendo da tronchi diversi,vicini o lontani dalla capitale.


Poi siamo andati a Badeling un punto della muraglia paesaggisticamente moltobello e qui abbiamo iniziato la camminata, o per meglio dire l’ardua salitaattraverso lo stretto sentiero delle mura, costruite migliaia e migliaia di anni fa’.


Si dice che la GrandeMuraglia Cinese sia la solaopera umana visibile dallaLuna… essa serpeggia comeun esile ed interminabiledrago, intervallata dasolitarie torri di vedetta,dal Mar Giallo, attraversocinque provincie e dueregioni autonome, fino aldeserto del Gobi.

È semplicementefantastica! I cinesichiamano questa colossalestruttura Wang Li ChangCheng ovvero il muro dei10.000 Li.


Guardare dall’alto, colpiti dal vento, quell’immensa distesa che circonda le mura.. dà il senso dell’infinito e non solo… pensare come l’uomo abbia saputo concepire, con i mezzi di allora, una simile colossale impresa risulta inimmaginabile. Si è voluto delimitare l’impero cinese per impedire ai nemici di accedere, e queste mura di difesa sono sopravvissute alla rovina del tempo!

“La forza di una muraglia dipende dal coraggio degli uomini che la difendono” disse Gengis Khan e bisogna proprio dire che oltre ad essere stata un baluardo difensivo e una grandiosa opera civile, che costrinse ad immensi spostamenti di uomini e a lotte con i popoli sottomessi, la muraglia rappresentò anche un mezzo di spostamento di merci… una strada nell’infinito!

Diario di Viaggio in Cina Alla scoperta delle meraviglie del Celeste Impero - Xian

Con un breve volo, daPechino ci siamo spostatialla città di Xian, secondatappa del nostro viaggio allascoperta delle meraviglie delCeleste Impero.

Questa città è ricca distoria e di leggende anchesimpatiche… come quellalegata alla Pagodadell’Anatra Selvatica, unacostruzione alta, slanciata,inserita in un parco vivace ...


...ed affollato dove si svolgevano varie cerimonie rituali.


Il nome della Pagoda, quasi spiritoso, è legato al monaco buddista Xinanzang, che, con devozione, continuava a pregare Buddha affinché donasse, ai suoi confratelli monaci, del cibo, dato che erano poveri ed affamati.

Dopo tanto pregare, un giorno cadde dal cielo proprio un’anatra e quell’evento miracoloso portò ad edificare nel punto esatto della caduta, una sacra Pagoda.

L’anatra venne mangiata, le sue ossa sotterrate e Buddha ringraziato a dovere!


Dalla Pagoda poi,

attraversando il centro della

città, che non è nulla

d’eccezionale, siamo arrivati

alla “Foresta degli Steli”, una

specie di museo, dove vengono

raccolti e conservati i più

antichi scritti cinesi su pietra.


Ma il luogo che mi è piaciuto di più è quello della Grande Moschea Cinese.


Essa risale al periodo Ming, ma è stata ricostruita e rinnovata più volte,ed oggi, più che una Moschea nel senso tradizionale che conosciamo, ci èapparsa un tempio cinese molto pittoresco.


Nel verde dei giardini, rigoglioso e colorato, attorno alle varie piccolepagode, abbiamo visto passeggiare, pregando, alcuni religiosi, tutti moltoausteri e riservati, avvolti in tuniche bianche.. nel loro insieme davanol’idea di un quadro religioso abbastanza mistico.


Ma Xian è famosa per la meraviglia

delle meraviglie: “L’Esercito dei

guerrieri di Terracotta!”, l’armata

del primo grande imperatore

Qin Shi Huangdi.


Si narra che alcuni contadini, scavando un pozzo, avessero trovato alcune statuette di guerrieri e dei frammenti di terracotta, tuttavia non vi prestarono attenzione, preparandosi a distruggerli.

Per fortuna un addetto alla tutela dei cimeli culturali, si trovava sul posto e dopo aver visto i pezzi, si rese conto dell’entità della grande scoperta.

La situazione è stata approfondita e ben presto sono venute alla luce più di 8000 statue, a grandezza naturale, di una bellezza e di una perfezione da mozzare il fiato.


L’esercito era il corredo funerario dell’imperatore, il quale aveva iniziato a costruire la sua tomba addirittura quando aveva solo 13 anni e per il compimento dell’impresa.

Sono stati necessari 36 anni e centinaia di migliaia di lavoratori che poi sono stati uccisi perché non svelassero il segreto della tomba, dove era ubicata.

L’impatto con questi reperti mi ha creato oltre che ammirazione, tanta emozione.


Prima abbiamo visitato la sala dei due carri in bronzo dell’imperatore che trail 246 e il 208 a. C. realizzò l’impresa di unificare la Grande Cina.


Questi carri, fantastici reperti,necessari per il viaggio deldefunto nell’aldilà, sono perfettinei particolari, nelle ruote, nelmuso dei cavalli, nel viso delguidatore…

Mi sono in particolaresoffermata ad osservare proprioi lineamenti del suo viso e mi sonoaccorta che c’era qualcosa dimisterioso, un’espressione severa,inviolabile, che caratterizza lepersone decise, che per il poterenon si fanno scrupolo dicalpestare i propri simili.


Accanto ai carri alcune statue di soldati di terracotta non rendono asufficienza la spettacolarità e la raffinatezza che si può ammirare nella salagrande della Necropoli. Lì siamo andati dopo e devo dire che quando siamoentrati in questo enorme salone, ci siamo bloccati per lo stupore nel vederequesto infinito esercito schierato, pronto per andare in battaglia...


...fanti a piedi, cavalieri, generali, uno diverso dall’altro, alti 1 metro e 80 cm,tutti impettiti e severi, in marcia, per affrontare la guerra voluta dal loroimperatore…. File e file, in formazione da battaglia, su 38 colonne, con inpugno alabarde e lance affilate. È stato uno spettacolo veramente unico eimpareggiabile!


Lo abbiamo guardato dall’alto dato che i cinesi hanno ideato dei camminamenti sopraelevati intorno alla grande sala e guardando ci siamo sentiti trasportare nel passato, in quel mondo crudele che esaltava la figura dell’imperatore, sanguinario e guerrafondaio, giudicandola una divinità.

Questo imperatore megalomane, per avere la sua tomba particolarissima con il suo esercito, non ha esitato a uccidere chiunque potesse ostacolare il suo disegno.

Ci raccontano che nessuno si poteva avvicinare al suo cospetto, se non in ginocchio, con il viso chino a terra, infatti l’imperatore, come un dio, non poteva essere guardato ed aveva potere assoluto su tutto e su tutti.


Ma la storia è tappezzata di crudeltà … pensiamo solo al sangue che sono costate le grandi costruzioni delle piramidi egizie, degli ipogei nella valle dei re, dei templi Maya, Inca… e chi più ne ha, ne metta… non ci dobbiamo stupire, l’egoismo dei potenti è stato ed è tuttora comune a tutti i popoli, ma spesso ha anche dato vita a monumenti d’arte senza confini…

Dalla Grande Sala ci siamo spostati in alcuni angoli dove si potevano ammirare gli accurati e precisi lavori di scavo, ancora in corso, dato che i cinesi pretendono di gestire tutto da soli, senza alcun aiuto esterno. Abbiamo visto con emozione parti non ancora portate alla luce e recuperate nella loro interezza, le abbiamo viste ammassate, contorte, guerrieri che si intrecciavano con i cavalli mutilati, teste e gambe confuse ancora tra la sabbia.. in quel momento ci siamo tutti sentiti vicini alla trepidazione dei primi archeologi che si sono trovati a scoprire un simile tesoro.

Diario di Viaggio in Cina Alla scoperta delle meraviglie del Celeste Impero - Chengdhu

Dopo Xian con le sue meraviglie un altro breve volo ci ha portato alla ridentecittadina di Chengdhu, dove ci aspettava la visita al monastero Baoguangsi omeglio “il Monastero della Luce Preziosa”, un complesso di templi nascosti tragli alberi, isolato, ricco di giardini pittoreschi e quasi intimi, padiglioni di bambù…


Oltrepassato l’ingresso attraverso vari portali, abbiamo visto troneggiaresulle piccole pagode...


...alta ed elegante la

Grande Pagoda Shelita..


...ma abbiamo anche ammirato, con il piacere di essere gli unici turisti delluogo, i piccoli cortili, gli angoli stupendi che invitavano non solo a curiosaredi più, ma anche a sedersi, guardare e meditare.


Devo dire che spiritualmente mi sono sentita vicino al canto dei monaci cheproveniva dalla sala del tempio, insieme ad un profumo di incenso bruciatoche penetrava nel cuore.


Devo anche confessare

che in questo luogo ho

acceso delle candele

votive insieme ad una

piccola supplica al Dio

di tutte le religioni del

mondo.


Su far della sera siamo usciti

dal “Tempio della Luce Preziosa”

con ancora nell'animo le

sensazioni provate...


Il giorno dopo ci aspettava un lungo tragitto in pullman, attraverso unacampagna piatta e anonima, poi siamo finalmente arrivati al fiume Minjiangdove, dopo un’estenuante attesa, siamo potuti salire su un barcone chesolcava quel fiume poco invitante, giallo e limaccioso, per andare a visitare ilgigantesco Buddha seduto di Lesham.


Questa statua religiosa è la

più alta della Cina e raggiunge

i 71 metri di altezza!

E' inserita tra due pareti di

roccia, poste a precipizio e

domina il paesaggio circostante

con la sua maestosa mole.


Dalla barca lo abbiamo

ammirato da lontano.. la

statua rappresenta il Buddha

Maitreya o Buddha del Futuro

e ci è apparso veramente

imponente, conficcato a lato

della collina di Lingyun...


...con la testa che si ergeva al di sopra della sommità dei pendii.


Secondo la leggenda, e la Cina è ricca di belle storie leggendarie, un mostro viveva in questo luogo ed era la causa di inondazioni e dell’affondamento di alcune imbarcazioni.

Pertanto il Maestro Haitong, un buddhista del Monastero di Lingyun, convintosi che una statua religiosa avesse protetto le barche e la cittadina, iniziò il progetto di costruzione, raccogliendo a fatica i fondi necessari.

Così durante il regno del primo imperatore della dinastia Tang, Xuanzong, nel 713 d. C. il monaco iniziò la costruzione, molto difficoltosa però, a causa di un ufficiale corrotto che cercava di ricattarlo per ottenere parte dei fondi.


Un giorno il Maestro Haytong lo affrontò dicendo: “Potrai cavarmi gli occhi dalle orbite, ma non avrai il denaro!”.

L’ufficiale corrotto incollerito, lo sfidò a mettere in pratica le parole e allora il monaco si strappò gli occhi e glieli consegnò.

Purtroppo il Maestro morì a metà dei lavori, ma i suoi discepoli continuarono la sua opera e dopo ben 90 anni, nell’803 d. C, il grande Buddha giunse a compimento.


Accanto alla statua di

Buddha abbiamo potuto

vedere, sempre scolpiti

nella roccia, anche i due

suoi discepoli, in piedi,

meno grandiosi, ma

altrettanto monumentali.


Dal barcone poi vedevamo la gente locale, che in pellegrinaggio, saliva su, su, per le ripide scalinate ai lati delle statue: parevano nel loro insieme tante formiche che assalivano giganti dai visi impassibili, ieratici, per nulla infastiditi da tutto quel traffico.

Purtroppo ora a causa dell’inquinamento, dell’erosione provocata dalle piogge, queste statue stanno rovinandosi e il governo insieme all’Unesco dovrà ben impegnarsi a salvaguardarle.


Il mio breve viaggionell’impero celeste terminaqui ma mi rendo conto chetante sono ancora lebellezze in questa nazioneda scoprire…

per ora accontentiamoci erimandiamo il resto ad altriviaggi futuri!

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