Diario di viaggio salisburgo

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Idea originale della copertina!

Introduzione

Natale, luci, bancarelle, neve, biscottini allo zenzero, renne e atmosfera magica, se

cercate tutto questo a Natale allora Salisburgo fa proprio al caso vostro. A dire la

verità io e Silvia abbiamo scelto Salisburgo perché notoriamente una bella città e

perché desideravamo fare un viaggetto in macchina senza necessariamente passare

una settimana in autostrada. Decidiamo di partire il 19, fare sosta a Bolzano e

ripartire la mattina seguente per Salisburgo dove abbiamo pianificato di stare fino al

22.

Prenotiamo subito le due notti di Salisburgo mentre tergiversiamo su Bolzano. Una

mattina vengo oltretutto “smontato” in quanto, dopo aver ricercato un hotel adatto

alle nostre esigenze ed averlo trovato mi sento dire: “A Bolzano possiamo anche

andare senza prenotare, si cerca un albergo al momento”!

Prima di entrare nel dettaglio del viaggio, ecco l’itinerario suggerito dalla Guida

Michelin:

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L’ “Hic sunt leones” non è ovviamente presente per una qualsivoglia discriminazione

razziale ma piuttosto perché la cartina da me disegnata ricorda, vista l’imprecisione,

la cartografia dell’antica Roma secondo cui (ma non è confermato) le zone

inesplorate come Asia ed Africa venissero etichettate con “Qui ci sono i leoni”.

19 Dicembre 2013-12-26

Prevediamo di partire intorno alle 13, quindi la mattina è a completa disposizione per

espletare gli ultimi preparativi in vista della partenza tra cui comprare il kit della

colazione di sopravvivenza, composto da:

Numero 10 plumcake mulino bianco;

Numero 3 succhi di frutta alla pesca;

Numero 3 succhi di frutta alla mela/banana.

Si definisce “colazione di sopravvivenza” quel processo per cui si tenta di placare la

fame chimica del risveglio nell’attesa di passare alla colazione ufficiale al bar o in

Hotel.

Nonostante i buoni propositi partiamo da Firenze intorno alle 15 ed arriviamo a

Bolzano approssimativamente alle ore 19.30. Da sottolineare come “qualcuno di cui

non faccio il nome” abbia passato i secondi 50 minuti di viaggio all’insegna

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unicamente dei bisogni primari di un comune essere umano: mangiare – respirare –

dormire, non necessariamente in questo ordine.

Una volta fatto il check-in al “4 Points Sheraton” di Bolzano, entriamo in camera per

prepararci ad un paio d’ore di relax nel centro benessere presente al 7° piano.

Nonostante le raccomandazioni di Silvia a tal proposito, ci presentiamo al centro

benessere vestiti e con gli accappatoi in mano, facendo la figura dei ragazzi di

campagna che per la prima volta dopo 43 anni attraversano i confini del proprio orto.

Andiamo dunque a metterci in accappatoio e riproviamo, sperando in una maggiore

fortuna. Il centro benessere ci mette a disposizione vasca idromassaggio (la cui

accensione ha richiesto più di qualche minuto di studio della zona circostante alla

ricerca di un bottone, una leva, un meccanismo gotico con candela rimovibile che

azionasse l’idromassaggio), una piscina, bagno turco, sauna finlandese ed un

gradevole infuso alla mentadai pericolosi poteri diuretici.

Terminato il tutto facciamo , per non andare a letto senza cena, un salto al McDonald

vicino all’albergo dopodiché andiamo a letto in vista della seconda tappa Bolzano-

Salisburgo.

20/12/2013

Ci alziamo alla buonora in modo da fare un giretto in centro a Bolzano prima di

risalire in macchina e partire per Salisburgo. Appena parcheggiato in Walter Platz, ci

dirigiamo al bar della Loacker, individuato da Silvia dopo 20 secondi netti di

camminata. Ordiniamo due pezzi dolci e due caffè, che ci vengono serviti in modo

molto compatto sulla vetrina delle paste. Con la mia consueta calma inizio a muovere

le tazzine, i bicchieri d’acqua ed i piattini come se stessi giocando al gioco delle tre

carte con degli ignari turisti. Alla fine di tale mescolamento ossessivo-compulsivo la

mia tazzina si trova in quarta fila e nel cercare di prenderla vedo la stessa piegarsi

minacciosamente su un lato rovesciando inesorabilmente il contenuto sulla vetrina.

La prima reazione è una bestemmia strozzata, per poi passare alla fase di vergogna e

poi a quella goliardica in cui sia io che Silvia trattenevamo a stento le risate e con lei

che mi ripeteva: “E’ la frenesia…è la frenesia”. La scena del crimine, a meno delle

mie capacità artistiche, era come in figura!

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Lasciato il bar iniziamo a battere le viuzze di Bolzano con le sue vetrine curate, gli

addobbi natalizi e il profumo di cannella e wurstel che riempie l’aria. Da buon

carnivoro non resisto al fascino del wurstel e ne prendo, per il pranzo, uno di circa 1

metro e 20 mentre Silvia ripiega su un più dietetico Bretzel. Terminato il pasto

torniamo alla macchina e partiamo alla volta di Salisburgo. Durante le circa 5 ore di

viaggio, attraversiamo paesaggi innevati, una piccola nevicata nei pressi di Innsbruck

ed un bestemmiatore bolzanese che all’autogrill ci ha venduto il tagliando

autostradale per circolare in Austria. Tale bestemmiatore è riuscito nella notevole

impressa di creare un ossimoro, nei confronti di un collega che lo disturbava,

affiancando le parole “E’ natale” a “xxx Porco” e proseguendo con “non è che mi

puoi rompere il cazzo così”.

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Arriviamo a Salisburgo intorno alle 19 a causa di una lunga coda all’ingresso della

città e di alcuni piccoli errori in autostrada che ci hanno fatto fare avanti e indietro un

paio di volte facendoci vedere lo stesso Burger King una dodicina di volte.

L’Hotel Amadia Salzburg era pulito, con camere sufficientemente grandi e distante

circa 15-20 minuti a piedi dal centro.

Passiamo la serata dando un primo sguardo alla città ed ai ricchi mercatini di Natale,

prima di andare a cena in un ristorante che dall’esterno sembrava molto caratteristico.

Per dovere di cronaca il ristorante si chiama “Zipfer Bierhaus” (www.zipfer-

bierhaus.au) ma lo sconsiglio vivamente. Il cameriere era odioso ed impaziente, il

cibo di medio-bassa qualità e, inammissibile, ci viene portato il conto senza averlo

chiesto in modo da sgombrare velocemente il tavolo. Spulciando TripAdvisor al

ritorno in Italia ho trovato questa recensione, che sottoscrivo in toto.

Terminata la cena (senza nemmeno un centesimo di mancia contravvenendo alle mie

abitudini) proseguiamo con la passeggiata in centro prima di tornare a piedi in

albergo.

21/12/2013

Sveglia intorno alle 8 e subito dritti al punto informazioni di Mozartplatz per

comprare la Salzburgcard ed i biglietti per il concerto di musica classica (Mozart e

Bach) che si terrà la sera nella sala dei marmi nel castello di Mirabell. La

Salzburgcard per un giorno (24h effettive) costa 23€ e garantisce un notevole

risparmio se si vogliono visitare un po’ di attrazioni. Tanto per dare un’idea abbiamo

pagato 23€ per vedere varie attrazioni che, se pagate singolarmente, ci sarebbero

costate 55€.

Una volta espletate queste priorità facciamo colazione al “Caffè Tommaselli” (Alter

Markt 9) ed iniziamo la visita vera e propria della città.

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Il tour (de force) parte da Residentz Platz e dall’adiacente duomo, una cattedrale con

due torri e cupola a bulbo, capolavoro dell’arte barocca.

Attraversando Domplatz ci dirigiamo verso l’abbazia di St. Peter ma la nostra

attenzione viene catturata da un mulino che si trova a pochi passi dall’abbazia. Tale

mulino è azionato dall’acqua che scorre nell’antico sistema di canali di Salisburgo e

macina il grano che poi verrà utilizzato nel sottostante panificio (Stiftsbackerei), il

più antico della città, fondato dai monaci. Non lasciate il posto senza aver acquistato

il pane dolce all’uvetta ed il pane nero.

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Lasciandosi alle spalle il forno e proseguendo in leggera salita, si giunge al

complesso dell’abbazia, arricchito dal cimitero e dalle catacombe scavate nella parete

rocciosa. A due passi da questo complesso si trova la chiesa francescana, chiesa

caratterizzata da un “collage” di stili architettonici e meritevole di una visita interna.

Dirimpetto alla chiesa si trova il museo “Rupertinum”, galleria legata all’arte

moderna e ospitante esposizioni di arte contemporanea. La galleria è molto deludente

ma se paragonata al museo di arte moderna, che visiteremo in seguito, può essere

considerato un capolavoro degno pretendente del Guggenheim di New York o

dell’Hermitage di San Pietroburgo.

Terminata la visita alla galleria abbiamo pranzato con del gulash ad un chioschetto su

una via, parallela a Getreidegasse, che fiancheggiala chiesa universitaria.

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Quest’ultima è l’unica chiesa che non ci è piaciuta nella sua bianchezza ed

essenzialità. In parole povere: “Non c’era niente”.

Mentre torniamo indietro per andare alla funicolare che porta al castello, un signore

con passo particolarmente lento va a sovrapporsi alla nostra traiettoria per una

quindicina di secondi causando lo spazientimento di Silvia che dice: “O via..ti vuoi

muovere?Mica siamo in ferie qui!”. Tale battuta allude al fatto che i nostri ritmi

fossero “un tantino” serrati permettendoci alla fine di vedere in un singolo giorno

quanto la Lonely Planet suggeriva in quattro. Ma andiamo avanti, ricordando

comunque al lettore che, nonostante le cose viste, non sto descrivendo il 12° giorno a

Salisburgo ma solo il primo!

Alzando la testa e osservando il cielo salisburghese è facile imbattersi nella fortezza

che domina da una rocca l’intera città. Per raggiungerla è possibile stimolare

polpacci, quadricipiti e legamenti vari camminando circa 15 minuti oppure servirsi

della funicolare che in pochi minuti raggiunge la vetta. Visto che per noi il tempo è

sovrano optiamo per la seconda soluzione.

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Questa fortezza fu fatta costruire a partire dal 1077 ma deve la sua struttura attuale al

principe-arcivescovo (1495-1519) Leonard Von Keutschach.

Salire al castello è sicuramente un must della visita a Salisburgo ma onestamente è un

po’ deludente rispetto alle aspettative. Forse ciò è dovuto ad una fitta nebbia che

impediva la vista oltre i cinque metri impedendo così di godere del panorama sulla

città. La guida Lonely afferma: “non è difficile trascorrere in questa fortezza

un’intera giornata” ma non sono molto d’accordo, a meno che la frase sottintenda un

qualcosa del tipo “se avete voglia di passare metà giornata a tirare sassolini in una

fontana”. Nel momento in cui ho letto a Silvia la frase incriminata, lei ha risposto in

modo piuttosto conciso, lapidario e perentorio dicendo: “Chissà che spaccamento di

maroni”.

Terminata la visita al castello facciamo i salti mortali per aggiungere anche il Museo

di Arte Moderna visto che sarebbe chiuso alle 18. Per raggiungere il museo è

necessario prendere un ascensore seguendo le indicazioni per il MdM (Museum der

Moderne). Inizialmente la mia era solo una battuta ma, una volta visitato, ho avuto la

conferma che l’acronimo MdM non significasse “Musuem Der Moderne” ma

piuttosto “Museo Di Merda”, non andateci nemmeno sotto tortura staliniana. Qui ci

fermiamo comunque nella stanza del guardaroba per fare il punto della situazione!

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A poche centinaia di metri dall’ingresso all’ascensore si trova l’Augustiner Braustubl,

un birrificio gestito dal monastero agostiniano che serve birra artigianale in boccali di

ceramica. Scendendo la scalinata d’ingresso si percorre un corridoio su cui si

affacciano banchini gastronomici che offrono prodotti quali wurstel, patate, bretzel,

stinco di maiale e così via. Ai lati del corridoio si aprono le sale con i tavoli, in cui

non è semplice trovare posto. Puntiamo un tavolo che si stava liberando e che al

momento ospitava solo una coppia di lingua germanica sulla sessantina.

Lei, una donna arcigna, severa e priva di muscoli facciali per il sorriso, ci mostra

subito un cartellino con scritto “prenotato” mentre il marito, decisamente più affabile,

ci dice che possiamo restare almeno un’oretta e ci dà il suo benvenuto.

In ogni caso dopo pochi minuti si libera un altro tavolo in cui ci spostiamo e

consumiamo la nostra cena a base di stinco, wurstel, patate e bretzel. La donna

draconiana risponde a tutto ciò mettendosi a fare la maglia la proprio tavolo.

Verso le 19.30 lasciamo la birreria e ci dirigiamo verso il castello di Mirabell in

quanto alle 20 sarebbe iniziato il concerto. La sala dei marmi è meravigliosa ed anche

il concerto non è da meno. Peccato per il violinista che, mentre esegue la Ciaccona di

Bach, si blocca e si scusa dicendo che ha bisogno di prendere lo spartito.

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Terminato il concerto, durato in tutto un paio d’ore, torniamo direttamente in albergo

a riposare i nostri poveri corpi in vista dell’ultima mezza giornata in città.

22/12/2013

Sveglia alle 7.45, check out in albergo e già alle 8.45 siamo in giro, perché il

programma della mattina prevede:

Visita della residenza di Mozart

Visita della casa natale di Mozart

Visita della residenza dei principi-arcivescovi

Acquisti vari e mercatini

Iniziamo con la visita della residenza di Mozart, interessante ed arricchita da

un’audio-guida con le opere di Mozart in sottofondo.

Dopo aver attraversato lo Straatsbrucke ci dirigiamo alla casa natale di Mozart,

museo la cui unica attrazione interessante è il piccolo violino ¼ suonato da Mozart in

giovane età.

Lasciamo la casa di Mozart e attraversiamo Judengasse che, vista l’ora appare così:

Consumata una veloce colazione in un bar sulla via, puntiamo dritti alla Residenz, il

palazzo che ospitò i principi-arcivescovi fino all’inizio del XIX secolo. Gli interni

sono meravigliosi, con molti cimeli originali dell’epoca e sale degne del Palazzo di

Schonbrunn a Vienna.

Finita la visita iniziamo la fase di shopping e ripassiamo da Judengasse dove Silvia

dice: “Non c’erano mica tutti sti negozi stamani”. “Sì Silvia, c’erano ma era l’alba ed

erano tutti chiusi!”.

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Proseguiamo in Getreidegasse, famosa per le insegne in ferro battuto, dove

pranziamo al Nordsee con panino alla aringhe, sandwich al salmone, gamberi e

patatine fritte.

Vicino al Nordsee troviamo un Despar che razziamo senza pietà di palle di Mozart e

cioccolate varie tant’è che la scena all’uscita era più o meno così:

Usciamo dal Despar carichi ma rimaniamo un po’ delusi per non essere le persone

più cariche della via in quanto c’era una ragazza che portava sottobraccio una specie

di cassa da morto di un paio di metri quadri. Finito lo shopping è il momento di

tornare in albergo e ripartire verso Firenze. Il viaggio di ritorno è tranquillo fino al

Brennero dove, prima entriamo in un posto sperduto spacciato per autogrill e poi ci

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fermiamo all’autogrill della catena “Siriogrill”, forse l’unico in tutto il vecchio

continente. La vetrina dei panini è una rappresentazione concreta dello “spazio

vuoto” visto che offre un’unica tipologia di schiaccina con cotto e fontina. Tali

schiaccine ricordavano paurosamente la “Luisona”, istituzione che i lettori di “Bar

Sport” di Stefano Benni conosceranno sicuramente. Una volta terminato lo spuntino

ripartiamo per Firenze dove arriveremo intorno alle 24, terminando così il nostro

viaggetto.

Conclusioni

Salisburgo è una città deliziosa che richiede un paio di giorni completi per essere

visitata senza troppi affanni. A parte la residenza dei principi-arcivescovi e la

residenza di Mozart, le altre attrazioni al chiuso non sono degne di nota. Tuttavia

anche una visita al castello è d’obbligo. Con Silvia è stato un viaggio fantastico,

abbiamo riso molto, corso come dei forsennati e siamo riusciti a mettere il segno di

spunta a tutto quello che volevamo fare. L’unica cosa è che ora servirebbe una

vacanza per riposarsi dalla vacanza!!

Alla prossima!

Matteo