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di Lino Zanichelli Assessore all’Ambiente e Sviluppo Sostenibile, Regione Emilia-Romagna Surriscaldamento del pianeta e crisi energe- tica sono i principali problemi che i Paesi industrializzati si trovano ad affrontare. Il nostro futuro dipende dall’incisività e dalla portata delle politiche che i governi realizzeranno nei prossimi anni per ridurre le emissioni e scegliere fonti pulite, dalla capacità di superare gli indugi che hanno fino ad ora frenato un’ampia e condivisa strategia di sviluppo sostenibile. I costi dell’inerzia, in termini economici, sociali ed ambientali, sono calcolabili e drammatici, come lo sono gli effetti del climate change. Le analisi ed evidenze scientifiche ci sono, ora è il tempo del cambiamento culturale e dell’azione. È certo infatti che nessuna misura regolativa e strutturale può essere efficace nel lungo periodo se non modifica al contempo com- portamenti, orientamenti e convinzioni, se accanto ai vincoli non presenta un’offerta alternativa di sviluppo, su cui un’intera comunità può riorientare le proprie idee e investire per le future generazioni. Ecco perché occorre alimentare una nuova cultura della sostenibilità, capace di formare i cittadini alle scelte consapevoli nei consumi e nella mobilità, al risparmio energetico e allo sviluppo di imprese innovative che fondano la loro competitività sulla qualità ambientale di prodotti e servizi. La Regione Emilia-Romagna ha puntato concretamente sull’Informazione ed Educa- zione Ambientale, in quanto veicolo di questo cambiamento culturale, sin dal 1996 quando, prima in Italia, ha approvato una legge regionale dedicata. Grazie alla legge 15 abbiamo finanziato e realizzato tre Pro- grammi INFEA, con un circuito di soggetti istituzionali e sociali che è cresciuto negli anni in quantità e qualità. Fino al Programma regionale INFEA 2008/2010, approvato di recente dalla As- semblea Legislativa Regionale a conclusione di un percorso che si è avvalso del contributo di esperti e docenti, degli operatori dei Centri di Educazione Ambientale (CEA), degli enti locali; molto interessanti al proposito sono i contributi al Forum on-line all’indirizzo www.ermesambiente.it/infea. Tra risorse regionali e statali il programma investirà nel triennio circa 3 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno i co-finanziamenti degli enti locali e, per la prima volta, i contributi delle imprese private e pubbliche che hanno scelto la via della sostenibilità. La principale novità è che il programma, in sintonia con gli ultimi documenti interna- zionali e nazionali (DESS Unesco, decennio 2005-2014), sancisce il passaggio dalla educazione ambientale alla educazione alla sostenibilità. In sintesi, una educazione che si pone al centro delle trasformazioni, diffusa nel ter- ritorio (“distretto formante”), creatrice di nuova cittadinanza, anticipatrice e sperimen- tatrice di futuri sostenibili possibili. Maggiore integrazione tra le educazioni coerenti con i principi della sostenibilità, maggiore trasversalità e nuove tematiche affrontate, attenzione all'utenza adulta oltre che ai giovani, stretto legame con le politiche e i programmi di sostenibilità locale, nuove partnership con il mondo delle imprese che hanno scelto di investire nell'ambiente, sono altrettante direttrici di marcia che il nuovo programma propone a tutti i protagonisti del sistema INFEA e dell'educazione alla sostenibilità. Da questo processo di consapevolezza che nasce dal basso, dall’incontro e confronto con le responsabilità di governo, viene la speranza di un utilizzo più saggio e razionale delle risorse naturali. Non resta che augurarsi, al termine di un decennio importante per l'educazione am- bientale nella nostra regione ed in avvio di una nuova programmazione a cui è dedicato questo numero della rivista, di continuare a elevare le nostre capacità di elaborare idee, progetti e iniziative. Il nostro ambiente e la nostra società ne hanno bisogno. • Programmi internazionali e nazionali per l'educazione alla sostenibilità • Nuovo programma di informazione ed educazione ambientale per il triennio 2008-2010 della Regione Emilia-Romagna •Contributi di: Gianni Mattioli, Milena Bertacci, Giancarlo Sacchi, Ireneo Ferrari

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di Lino ZanichelliAssessore all’Ambiente e SviluppoSostenibile, Regione Emilia-Romagna

Surriscaldamento del pianeta e crisi energe-tica sono i principali problemi che i Paesiindustrializzati si trovano ad affrontare.Il nostro futuro dipende dall’incisività edalla portata delle politiche che i governirealizzeranno nei prossimi anni per ridurrele emissioni e scegliere fonti pulite, dallacapacità di superare gli indugi che hannofino ad ora frenato un’ampia e condivisastrategia di sviluppo sostenibile.I costi dell’inerzia, in termini economici,sociali ed ambientali, sono calcolabili edrammatici, come lo sono gli effetti delclimate change.

Le analisi ed evidenze scientifiche ci sono,ora è il tempo del cambiamento culturale edell’azione.È certo infatti che nessuna misura regolativae strutturale può essere efficace nel lungoperiodo se non modifica al contempo com-portamenti, orientamenti e convinzioni, seaccanto ai vincoli non presenta un’offertaalternativa di sviluppo, su cui un’interacomunità può riorientare le proprie idee einvestire per le future generazioni.Ecco perché occorre alimentare una nuovacultura della sostenibilità, capace di formarei cittadini alle scelte consapevoli nei consumie nella mobilità, al risparmio energetico eallo sviluppo di imprese innovative chefondano la loro competitività sulla qualitàambientale di prodotti e servizi.

La Regione Emilia-Romagna ha puntatoconcretamente sull’Informazione ed Educa-zione Ambientale, in quanto veicolo diquesto cambiamento culturale, sin dal 1996quando, prima in Italia, ha approvato unalegge regionale dedicata. Grazie alla legge15 abbiamo finanziato e realizzato tre Pro-grammi INFEA, con un circuito di soggettiistituzionali e sociali che è cresciuto neglianni in quantità e qualità.Fino al Programma regionale INFEA2008/2010, approvato di recente dalla As-semblea Legislativa Regionale a conclusionedi un percorso che si è avvalso del contributodi esperti e docenti, degli operatori dei Centridi Educazione Ambientale (CEA), deglienti locali; molto interessanti al propositosono i contributi al Forum on-lineall’indirizzo www.ermesambiente.it/infea.

Tra risorse regionali e statali il programmainvestirà nel triennio circa 3 milioni di euro,ai quali si aggiungeranno i co-finanziamentidegli enti locali e, per la prima volta, icontributi delle imprese private e pubblicheche hanno scelto la via della sostenibilità.La principale novità è che il programma, insintonia con gli ultimi documenti interna-zionali e nazionali (DESS Unesco, decennio

2005-2014), sancisce il passaggio dallaeducazione ambientale alla educazione allasostenibilità.In sintesi, una educazione che si pone alcentro delle trasformazioni, diffusa nel ter-ritorio (“distretto formante”), creatrice dinuova cittadinanza, anticipatrice e sperimen-tatrice di futuri sostenibili possibili.Maggiore integrazione tra le educazionicoerenti con i principi della sostenibilità,maggiore trasversalità e nuove tematicheaffrontate, attenzione all'utenza adulta oltreche ai giovani, stretto legame con le politichee i programmi di sostenibilità locale, nuovepartnership con il mondo delle imprese chehanno scelto di investire nell'ambiente, sonoaltrettante direttrici di marcia che il nuovoprogramma propone a tutti i protagonistidel sistema INFEA e dell'educazione allasostenibilità.

Da questo processo di consapevolezza chenasce dal basso, dall’incontro e confrontocon le responsabilità di governo, viene lasperanza di un utilizzo più saggio e razionaledelle risorse naturali.Non resta che augurarsi, al termine di undecennio importante per l'educazione am-bientale nella nostra regione ed in avvio diuna nuova programmazione a cui è dedicatoquesto numero della rivista, di continuare aelevare le nostre capacità di elaborare idee,progetti e iniziative.Il nostro ambiente e la nostra società nehanno bisogno.

• Programmi internazionali e nazionaliper l'educazione alla sostenibilità

• Nuovo programma di informazioneed educazione ambientaleper il triennio 2008-2010

della Regione Emilia-Romagna

•Contributi di:Gianni Mattioli, Milena Bertacci,Giancarlo Sacchi, Ireneo Ferrari

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Gli obiettivi, le strategie, le azioni

CENTOCIELI - numero 1 - anno 10 - settembre 2008

Nel dicembre del 2002 l’Assemblea Ge-nerale delle Nazioni Unite ha proclamatoil Decennio dell’Educazione allo Svilup-po Sostenibile (DESS) per il periodo 2005-2014 con l’obiettivo di favorirel’integrazione dei principi, dei valori edelle pratiche dello sviluppo sostenibilein tutti gli aspetti dell’educazione edell’apprendimento. Questo sforzo educa-tivo dovrà stimolare cambiamenti nei com-portamenti tali da rendere il futuro piùsostenibile in termini di salvaguardia am-bientale, progresso economico e equitàdella società per le generazioni presenti efuture.

Lo scopo principale del DESS è incorag-giare i Governi a introdurre l’Educazioneallo Sviluppo Sostenibile (ESS) all’internodei rispettivi sistemi e strategie in campoeducativo e nei piani nazionali di sviluppo.Introduzione che non può che passareattraverso una maggiore sensibilizzazionee partecipazione della società civile e deglistakeholder interessati.

Il DESS intende quindi rappresentareun’occasione importante per promuoverelo sviluppo sostenibile, affinarne il concettoe facilitare la transizione verso lo stessoattraverso ogni forma di educazione, con-sapevolezza pubblica e formazione.Gli obiettivi più immediati per il DESS intale quadro sono dunque:• Facilitare il networking, i collegamenti,lo scambio e l’interazione tra gli stakehol-der che operano nel campo dell’ESS.• Migliorare la qualità dell’insegnamentoe dell’apprendimento relativo all’ESS.• Aiutare i paesi che ne hanno bisogno acompiere i dovuti progressi e a realizzarei “Millennium Development Goals” attra-verso l’ESS.• Fornire opportunità nuove per integrarel’ESS nelle riforme educative nazionali.

All’UNESCO è stato chiesto di assumerela leadership del Decennio e di predisporreuna bozza di “Schema Internazionale

Italiano per il Decennio dell’educazioneallo sviluppo sostenibile (DESS UNESCOItalia), al quale la Regione Emilia-Romagna ha aderito e contribuisce parte-cipando al Comitato Scientifico.Il Comitato UNESCO Italia sviluppa unprogramma annuale di attività, anche incollaborazione con le Regioni e i Sistemiregionali INFEA riconosciuti come inter-locutore per l’attuazione del decennio suirispettivi territori, per la cui attuazioneverrà prossimamente sottoscritto un“Protocollo d’intesa per lo sviluppo delleattività per il Decennio ONU perl'educazione allo sviluppo sostenibile, trala C.N.I. UNESCO e le singole Regioni",secondo lo schema approvato dalla Con-ferenza dei Presidenti delle Regioni il 28febbraio 2008.

La strategia UNECELa Strategia ha lo scopo di promuovere il“Decennio delle Nazioni Unite per loSviluppo Sostenibile” nella regione UNE-CE (United Nations Economic Commis-sion for Europe), di cui fanno partel’Europa, intesa nel senso più ampio deltermine, l’Asia Centrale e il Nord America.Facendo proprie le basi e l’impostazionedel documento elaborato dall’UNESCOper il DESS, questa Strategia, rivolta aigoverni degli stati membri UNECE, è statasviluppata attraverso un processo parteci-pativo che ha coinvolto i governi stessi,istituzioni educative, ONG e altri portatorid’interesse, con lo scopo di incoraggiare

e supportare l’introduzione della Educa-zione allo Sviluppo Sostenibile (ESS) neidiversi sistemi educativi (formale, infor-male e non formale).

Ogni Paese è responsabile dell’applica-zione di questa Strategia, che necessitadi un forte supporto politico e di adeguatimezzi finanziari. Si prevede innanzituttola elaborazione partecipata di un Pianonazionale di attuazione articolato in 5 areedi azione finalizzate a: fare in modo chei quadri di riferimento politici, regolatoried operativi sostengano la promozionedell’ESS; promuovere lo Sviluppo Soste-nibile attraverso l’erudizione formale,non-formale ed informale; sviluppare lacompetenza all’interno del settore educa-tivo per impegnarsi nell’ESS; assicurarsiche siano accessibili adeguati materiali estrumenti per l’ESS; promuovere la ricercae lo sviluppo dell’ESS.Per garantire una governance efficiente alivello regionale, l’indicazione è di indi-viduare in tutti gli stati membri UNECEe nelle organizzazioni internazionali deifocal point per l’ESS. Inoltre dovrebbeessere costituito un comitato direttivoformato dai rappresentanti dei settoridell’educazione e dell’ambiente per se-guire l’attuazione della Strategia.In Italia la Strategia UNECE, viene pro-mossa e a t tuata dal Minis terodell’Ambiente e della tutela del territorio.www.unescodess.itwww.unece.org

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rchivio Fondazione V

illa Ghigi

Il Decennio ONU dell’Educazioneallo Sviluppo Sostenibile

Costruzione di scenarie creazioned’aggregazione

La popolazione deve prima essere portata a immaginare cosa significa vivere nelrispetto dei limiti ambientali, interagire secondo criteri pacifici ed equi e lavorareper la sostenibilità. La costruzione di scenari e prospettive di un mondo piùsostenibile è una condizione essenziale affinché l’ESS possa attecchire nelle comunitàlocali.

AZIONI:• Far pressione affinché l’ESS sia inserita nelle politiche governative e nei pianidi sviluppo• Far comprendere l’importanza dell’ESS diffondendo i benefici che ne derivano

Il senso d’appartenenza da parte degli attori interessati dipende dal processo diconsultazione e di partecipazione messo in atto nelle varie fasi di costruzione discenari, così come nella fase della formulazione di politiche, della pianificazionee dell’implementazione. La partecipazione pubblica non solo migliora la qualitàdelle decisioni dei governi, ma risolve anche in maniera effettiva e preventiva iconflitti tra i vari interessi in gioco, accresce la fiducia nelle istituzioni, educa edinforma il pubblico.

AZIONI:• Promuovere trasparenza e coinvolgimento attraverso l’organizzazione di eventi

di partecipazione pubblica• Avviare processi di consultazione connessi al DESS coinvolgendo tutte le

organizzazioni e le persone interessate• Identificare ruoli e responsabilità degli stakeholders

Il decennio porterà a esiti più ragguardevoli se i partner opereranno basandosi inprimo luogo sui network e i progetti che già esistono, promuovendo sinergie ecollaborazione.

AZIONI:• Coinvolgere attivamente un’ampia gamma di stakeholder• Identificare i processi esistenti e lavorare all’unisono• Identificare i partner e le reti nell’ambito delle 4 direttrici dell’ESS

I partner e le reti coinvolte sono già dotati delle competenze e conoscenze necessarieper fare del Decennio un successo; si tratta solo di combinarle nella maniera piùadeguata.

AZIONI:• Far fronte alle necessità di sviluppo professionale a tutti i livelli, anche a quello

direttivo• Basarsi sugli attori e le esperienze già esistenti, ad es. ONG, settore privato e

società civile• Creare raccordi tra le varie iniziative di sviluppo sostenibile in corso a livello

nazionale e internazionale

Il DESS dovrebbe fornire agli educatori un maggiore incentivo a introdurre laricerca e le informazioni più recenti nei programmi. Per quanto riguarda l’innovazioneil DESS ha la scopo di far sì che l’ESS vada a permeare una gran quantità di contestilocali, il che comporta l’integrazione dell’ESS nei processi di apprendimento piùvari. Un programma standardizzato non esiste, e non deve esistere.

AZIONI:• Elaborare materiali per l’ESS per colmare i gap curricolari e sviluppare connessi

strumenti di valutazione• Avviare attività di ricerca e sviluppo per tutte le 4 direttrici dell’ESS.Diffondere

presso gli operatori gli esiti della ricerca e dello sviluppo e pratiche innovative

Il DESS farà un uso ottimale delle ICT per mettere in rete partner tra loro distanti.Le ICT hanno inoltre delle specifiche connessioni e implicazioni con riferimentoall’ESS:1 Usano una minore quantità di risorse naturali2 Offrono nuove metodologie di apprendimento come l’insegnamento a distanza3 Possono fornire lo spazio per avviare un dialogo di dimensioni globali4 Facilitano l’apprendimento permanente5 Le ICT tuttavia non sono accessibili a tutti. L’uso diffuso delle vecchie tecnologieprocederà quindi di pari passo con la ricerca di metodi innovativi per rendere leICT progressivamente sempre più fruibili nel corso del DecennioAZIONI:

• Esplorare modi per diffondere messaggi relativi allo sviluppo sostenibile attraversogiochi e canali di cultura popolare utilizzando le ICT

• Usare le ICT nella formazione e nelle attività di training professionale interno• Usare le ICT per comunicare anche con popolazioni lontane e isolate

Il monitoraggio e la valutazione saranno essenziali e strategici per verificare icambiamenti e gli impatti prodotti dal Decennio. Un aspetto fondamentale èrappresentato dall’individuazione di appropriati indicatori a tutti i livelli – locale,nazionale, regionale e internazionale – e per tutte le iniziative o programmi

AZIONI:• Sviluppare indicatori per valutare l’impatto del DESS• Raccogliere dati di base e avviare studi trasversali• Usare dati provenienti dall’EFA e altre iniziative per verificare lo stato di

avanzamento

Consultazione degliinteressati eispirazione del sensod'appartenenza

Uso delle tecnologiedell’informazione edella comunicazione(ICT)

Ricerca, sviluppo einnovazione

Costruzione dicapacità (capacity-building) e formazione

Partenariati e reti

Monitoraggio evalutazione

Le sette strategie d’azione del DESS Unesco

d’Implementazione” (SII). Il documentoè il risultato di ampie consultazioni chehanno coinvolto Agenzie delle NazioniUnite, governi, organizzazioni della societàcivile, ONG, esperti e specialisti. Indicasette strategie fondamentali per procederenel campo dell’ESS e descrive comel’ampia gamma dei partner possa apportareun contributo, ognuno operando nel proprioambito specifico. Il ruolo “di guida”dell’UNESCO, e i conseguenti compitidegli Stati Membri, sono definiti anchesulla base delle 4 direttrici principalidell’educazione allo sviluppo sostenibile:• iil miglioramento dell’accesso a

un’educazione di base di qualità;• il ri-orientamento dei programmi educa-

tivi esistenti;• lo sviluppo di consapevolezza e di co-

noscenze;• la promozione della formazione.

Fin dall’annuncio del decennio, molti sog-getti del settore educativo hanno mostratoentusiasmo ed ottimismo offrendosi dicollaborare volontariamente. In effetti visono partner potenziali a tutti i livelli – dallocale, al nazionale, dal transanzionaleall’internazionale – e in tutti gli ambiti –governo, società civile e ONG, privati.Davanti a un gruppo così ampio e diversi-ficato di potenziali partner, emerge la ne-cessità di concentrarsi sulla formazione direti e alleanze che permetteranno ai soggettie alle iniziative attive a livello locale di farsentire la propria voce, secondo un approc-cio “bottom-up”.

Mettendo in atto in modo congiunto eintegrato le strategie definite, a partire dallaconsultazione pubblica, ci si renderà contoche già esistono molti programmi educativiche possono trovare inquadramento nelDESS. Il Decennio è infatti volto per buonaparte a integrare e coordinare i numerosisforzi attualmente già in atto.

In Italia, per attuare le strategie del Decen-nio, è stato costituito il Comitato Nazionale

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Testo integrale

CENTOCIELI - numero 1 - anno 10 - settembre 2008

PremessaNel marzo 2007 è stato approvato dallaConferenza Stato-Regioni e Province au-tonome il documento "Orientamenti eobiettivi per il nuovo quadro programma-tico per l'Educazione all'ambiente e allosviluppo sostenibile" con il quale lo Stato,le Regioni e le Province autonome di Tren-to e Bolzano si sono impegnate a rilanciareil processo di concertazione in materia diinformazione, formazione ed educazioneambientale (INFEA).In considerazione di una realtà in costanteevoluzione rispetto ai processi della soste-nibilità, la crescita ed il rafforzamento direti territoriali in grado di elaborare rispostecoerenti con le complesse realtà locali doves'intrecciano aspetti ambientali, economici,sociali e culturali sono un presuppostonecessario per riaffermare la centralità deiprocessi educativi, formativi e informativiquali elementi fondanti di una cultura dellasostenibilità, intesa come capacità di favo-rire condizioni di stabilità, democrazia,partecipazione reale, informazione traspa-rente, legalità, giustizia sociale ed econo-mica, pace, cooperazione, tolleranza, paritàtra i generi, attenzione per i diritti dell'uomodelle generazioni presenti e future, rispettoe cura per la vita in tutte le sue diversità,incluse la protezione e il ripristino degliecosistemi.Nell'ambito di questo nuovo contesto, ilNuovo Quadro Programmatico rappresentalo strumento di attuazione degli "Orienta-menti e obiettivi per il nuovo quadro pro-grammatico per l'educazione all'ambientee allo sviluppo sostenibile" adottati a marzo2007 dalla Conferenza Stato-Regioni, sullabase del quale lo Stato, le Regioni e leProvince autonome, ciascuno con le propriecompetenze e specificità, svolgeranno ilruolo d'integrazione tra le politiche disettore e le proposte/progettualità che pro-vengono dal territorio, e il coordinamentoe l'integrazione delle stesse in un quadrodi riferimento orientato alla qualità,all'innovazione e alla cooperazione.

La modifica del titolo V della parte secondadella Costituzione (Legge costituzionale18 ottobre 2001, n.3), che all'art. 117,lettera s, attribuisce potestà esclusiva alloStato in materia di "tutela dell'ambiente,

dell'ecosistema e dei beni culturali" e defi-nisce materia concorrente la valorizzazionedei beni culturali e ambientali e la promo-zione di attività culturali. Il legislatoreafferma altresì che "nelle materie di legi-slazione concorrente spetta alle Regioni lapotestà legislativa, salvo che per la deter-minazione dei principi fondamentali, riser-vata alla legislazione dello Stato" (art. 117).Infine, la riforma del titolo V richiama forteattenzione al rispetto del principio di sus-sidiarietà - da intendersi sia nella sua acce-zione "verticale" (pluralità di autonomieterritoriali), che "orizzontale" (relazioni trail potere pubblico e i cittadini) e di lealecollaborazione (art. 120).

Il Sistema Nazionale INFEA: adegua-mento degli strumentiAlla luce di quanto sopra richiamato econsiderando i documenti sopraccitati qualiindirizzi fondanti del Nuovo Quadro Pro-grammatico, il Sistema Nazionale INFEAsi configura come uno strumento di promo-zione, orientamento, potenziamento e at-tuazione di politiche nazionali e territorialinel contesto dei processi educativi, forma-tivi e informativi coerenti con gli indirizzidella sostenibilità e dei modelli di sviluppoad essa collegati. Lo Stato, le Regioni e leProvince Autonome di Trento e Bolzanoper il perseguimento di tale obiettivo sonochiamati a strutturare, secondo le propriecompetenze ed autonomie istituzionali, unSistema Nazionale INFEA come integra-zione di Sistemi a scala regionale che sianoin grado di articolarsi come organizzazioniaperte e dinamiche, dove l'Amministrazioneregionale svolge un ruolo di regia e dicoordinamento sia nei confronti degli EntiLocali, sia dei numerosi soggetti che, avario titolo e con molteplici competenze,si occupano delle problematiche complesseche legano la sostenibilità all'educazione,alla formazione e all'informazione.L'Amministrazione regionale, così comel'Amministrazione centrale dello Stato,riconoscendo la forte interconnessione tradiversi settori d'interesse della sostenibilitàsi impegnano a favorire l'integrazione dellepolitiche quale indispensabile strumentoin grado di affrontare le sfide che lo svilup-po sostenibile richiede.Il Sistema Nazionale INFEA, vede, dunque,lo Stato e le Regioni impegnate a realizzareun sistema dinamico e attento alle istanzeterritoriali, interpretando nel modo più

coerente ed attuale il principio di sussidia-rietà, sia in senso verticale che orizzontale,quale garanzia di una democrazia parteci-pata e responsabile, capace di raccoglieree di integrare le diverse espressioni culturali,le competenze, le proposte, le iniziative,etc. che dal territorio emergono, qualepatrimonio da valorizzare e da cui attingere.In questo senso il Tavolo Tecnico INFEA,istituito presso la Conferenza permanenteper i rapporti tra lo Stato, le Regioni e leProvince autonome di Trento e Bolzano,rappresenta il luogo istituzionale principaledove lo Stato, le Regioni e le Provinceautonome di Trento e Bolzano concorronoa costruire il concerto sui lineamenti dipolitica nazionale nella materia, orientandoa tal fine le loro rispettive azioni, si con-frontano e propongono orientamenti edindirizzi per potenziare e migliorare inmodo significativo il processo di integra-zione delle politiche di settore, di inclusionedelle esperienze/proposte dei numerosisoggetti, istituzionali e non (CoordinamentoAree Protette, Sistema APAT -ARPA, Uni-versità ed Enti di ricerca, CoordinamentoCittà sane, Coordinamento Agende 21 Lo-cali, Reti di associazioni ambientaliste, etc)che operano a diverso titolo sui temi dellasostenibilità, dell'educazione, della forma-zione e dell'informazione, di incrementarele sinergie con le istituzioni e gli altrisoggetti internazionali e con i proget-

ti/proposte da questi avanzati, di ampliarei momenti di partecipazione, ponendosi inrelazione con le diverse organizzazioniterritoriali.Le Amministrazioni Regionali sono chia-mate a rafforzare, fornendo opportuni stru-menti e competenze, le Strutture Regionalidi Coordinamento che devono acquisire ladimensione di "cabina di regia" volta, comegià ampiamente espresso, ad integrare lepolitiche regionali con la proposta territo-riale, svolgendo, in ultima analisi, il compitodi facilitatore dei processi, prestando parti-colare attenzione a creare occasioni e mo-menti di partecipazione rivolti ai cittadinie alle organizzazioni di varia natura.Acquisendo, pertanto, il ruolo d'interfacciatra gli indirizzi e le linee guida di politicheintegrate orientate alla sostenibilità e iprocessi/progettualità del territorio.Le Amministrazioni Regionali, impegnatead organizzare e sviluppare i Sistemi Re-gionali, ciascuno strutturato secondo lespecificità territoriali e l'orientamento rite-nuto più aderente ai propri indirizzi inerentii processi di sostenibilità, proseguirannonel realizzare progettualità congiunte, non-ché favorendo occasioni di formazio-ne/ricerca/riflessione comuni, quali partiintegranti dello sviluppo del Sistema Na-zionale INFEA. In tale direzione le Regionie le Province autonome di Trento e Bolzanosi impegnano a realizzare, congiuntamente

Il 21 febbraio 2007, su proposta del Mi-nistero dell’Ambiente, venne convocata,presso la Conferenza Stato-Regioni, unariunione ad alto livello del Tavolo tecniconazionale INFEA.Finalità dell’incontro era discutere delrilancio del Sistema Nazionale INFEA edella importanza di riavviare un processodi lungo termine teso a favorire la crescitaculturale e sociale del Paese e a dare uncontributo al rinnovamento dell’inno-vazione e della competitività, attraversola promozione dei temi della sostenibilitàambientale nell’ambito della formazionedi alto livello.

All’incontro erano presenti il Ministrodell’Ambiente, i sottosegretari della Pub-blica Istruzione e dell’Università e della

Ricerca scientifica, rappresentanti politicidelle Regioni e delle Province autonomeche al termine dell’incontro espresseroil loro accordo sul documento politicodenominato “Orientamenti e obiettivi peril nuovo quadro programmatico Stato-Regioni per l’Educazione all’ambientee allo sviluppo sostenibile” (poi approvatodalla Conferenza Stato-Regioni il 15marzo 2007).In attuazione di quell’accordo, in tempimolto rapidi e grazie al forte impegno econtributo delle Regioni, venne raggiuntal’intesa su altri due importanti documenti(approvati entrambi dalla ConferenzaStato-Regioni il 1° agosto 2007): il“Nuovo quadro programmatico Stato-Regioni e Province autonome di Trentoe Bolzano per l’educazione all’ambiente

e alla sostenibilità”, di cui si riporta diseguito il testo integrale, e l’Accordo chedefinisce l’articolazione delle responsabi-lità e competenze attuative di Stato eRegioni e gli strumenti tecnici e finanziarida attivare.

In particolare si prevede che il Ministerodell'ambiente e della tutela del territorioe del mare promuova, attraverso lo stru-mento dell'accordo di programma,l'interconnessione istituzionale e funzio-nale con il Ministero della pubblica istru-zione e con il Ministero dell'Università edella Ricerca scientifica per favorire ladiffusione della cultura della sostenibilitànegli ambiti d'intervento di rispettivacompetenza.Il Ministero dell'ambiente e della tutela

del territorio e del mare deve anche pro-muovere analoghe azioni nei confronti dialtre amministrazioni centrali dello Statoal fine di garantire le necessarie collabora-zioni e sinergie.Si prevede inoltre l'integrazione del Sistemanazionale INFEA. nei processi attuativi deldecennio per l'educazione per lo svilupposostenibile 2005-2014 promosso dall'ONU.

L’approvazione di questi documenti dovevaessere la premessa per la rapida sottoscri-zione di specifici “Accordi di programma”tra Stato e Regioni per il cofinanziamentostatale di programmi triennali regionali lacui firma tuttavia, già slittata al 2008 eprevista per lo scorso mese di ottobre, nonè ancora stata fissata.

L’Italia per l’educazione alla sostenibilità

Il nuovo quadro programmatico Stato-Regioniper l’educazione all’ambiente e alla sostenibilità

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con lo Stato, azioni di sviluppo e applica-zione della ricerca sulla qualità dei Sistemi,operando per la qualificazione degli ope-ratori, delle strutture e delle progettualità,nonché creando azioni tese a favorire unprocesso di innovazione delle iniziative diinformazione, formazione ed educazionealla sostenibilità e dei soggetti che in taleambito operano, per migliorare le compe-tenze, diversificare e ampliare i serviziofferti, creare nuove professionalità.In particolare le Regioni e le Provinceautonome di Trento e Bolzano si impegna-no a sviluppare di concerto con lo Stato,secondo quanto già sperimentato con iprogrammi ed i progetti attuati in questianni dai Sistemi Regionali INFEA, azionie progetti di consolidamento delle RetiINFEA e di cooperazione interregionale,cui dedicare spazi e risorse specifiche,all'interno del nuovo Documento di Pro-grammazione 2007-2009, che favoriscanol'attuazione di progetti mirati alla realizza-zione di percorsi che pongano alla base diessi la figura dell'operatore professionaleper l'educazione alla sostenibilità, nel qua-dro di una filiera di sistema riguardantestrutture, operatori, formazione degli ope-ratori, sistemi di valutazione e accredita-mento di soggetti, strutture, personale eprodotti, nonché la costruzione di "RetiInterregionali" tra Strutture Regionali diCoordinamento, tra i nodi territoriali deisistemi regionali INFEA (in modo da po-tenziarne e valorizzarne la funzione diagenzie territoriali che operano per la so-

stenibilità) e tutti i soggetti che a vario titolooperano sul territorio, in accordo e continu-ità con i principi e le strategie contenutenella programmazione nazionale ed in quel-le regionali.Le Regioni, le Province autonome di Trentoe Bolzano e lo Stato si impegnano altresìalla formazione di un sistema informativoin materia di educazione alla sostenibilitàambientale allo scopo di favorirel'affermazione della rete all'interno deipropri territori e avviare le condizioni discambio di dati ed esperienze con le strutturecorrispondenti delle altre Regioni e con lealtre realtà nazionali e internazionali.Lo Stato si impegna a favorirel'interconnessione istituzionale e funzionaletra i diversi Ministeri, in primis il Ministerodell’Ambiente e della Tutela del Territorioe del Mare si farà promotore, insieme allealtre amministrazioni centrali e con il Mi-nistero della Pubblica Istruzione e con ilMinistero dell’Università e della Ricerca,di un'azione volta a costruire, attraverso lostrumento dell’Accordo di Programma, ilprocesso per una cultura della sostenibilitànegli ambiti d'intervento di diversa compe-tenza.Il Ministero dell'Ambiente e della Tuteladel Territorio e del Mare intende promuo-vere analoghe azioni nei confronti di altreamministrazioni centrali (Ministero dellaSalute, Ministero del Lavoro e della Previ-denza Sociale, Dipartimento Riforme eInnovazioni nella pubblica amministrazione,Dipartimento per le Politiche Giovanili eAttività Sportive, Dipartimento perl'Informazione e l'Editoria) al fine di garan-tire le necessarie collaborazioni e integra-zioni.Lo Stato, e in specie il Ministerodell'Ambiente e della Tutela del Territorioe del Mare, nel quadro delle proprie attivitàinternazionali, avrà cura di promuoverel'integrazione del Sistema INFEA nei pro-cessi che possono concorrere alla pienaattuazione del decennio DESS 2005-14promosso dall'ONU, compresa la coopera-zione e gli scambi nei confronti dei PVS.L'esperienza del Gruppo di AlimentazioneCulturale va rilanciata anche attraverso lacreazione di un "Forum Nazionale Perma-

nente sull'Educazione Ambientale per laSostenibilità" che, con modalità da concor-dare e verificare con gli stessi "attori"interessati, potrà proseguire l'esperienzadel Gruppo di Alimentazione Culturale,assumendo un ruolo e una funzione fonda-mentale di stimolo/suggerimento/propostaal Tavolo Tecnico INFEA, al fine di mi-gliorare e facilitare a qualsiasi scala terri-toriale la partecipazione e lo sviluppo distrumenti orientati ad integrare le politichedi sostenibilità con le dinamiche sociali eculturali del territorio.Lo Stato, le Regioni e le Province autonomedi Trento e Bolzano si impegnano in ma-niera concorrente a prevedere nelle rispet-tive Leggi Finanziarie i finanziamenti ne-cessari per l'attuazione di quanto contenutonel presente documento e per il consegui-mento degli obiettivi già definiti nel docu-mento del 15 marzo 2007.Le Regioni e le Province autonome diTrento e di Bolzano in particolare si impe-gnano a mantenere e rafforzare le funzionidelle Strutture Regionali di Coordinamento,ritenute strategiche per lo sviluppo deicomplessi processi e degli obiettivi delSistema Nazionale INFEA come integra-zione di sistemi a scala regionale.Nell'ambito delle strategie generali previstenel presente documento lo Stato, le Regionie le Province autonome di Trento e Bolzanoprovvederanno alla stipula di Accordi diprogramma, nei quali, sulla base di specificiprogrammi regionali, in sinergia con idocumenti di programmazione regionale,verranno previste le linee e l'entità finan-ziarie nazionali e regionali e comunitarienecessarie per il raggiungimento degliobiettivi che dovranno essere tesi a favorireed incentivare il consolidamento di sistemiregionali aperti alla collaborazione tra isoggetti istituzionali e non che operano nelterritorio.Lo Stato, le Regioni e le Province autonomedi Trento e Bolzano costruiranno le rispet-tive programmazioni oggetto degli accordidi programma prevedendo iniziative, ser-vizi e attività, secondo tale articolazione:

Azioni di livello nazionale

• Sviluppo e attuazione della StrategiaUNECE e contributo al Decennio ONUper l’educazione per lo sviluppo sostenibile;• Realizzazione di un portale websull'educazione ambientale e alla sosteni-bilità;• Azioni di sviluppo e applicazione dellaricerca sulla Qualità dei Sistemi e per ladefinizione di professioni, in particolaredella figura dell'operatore professionaleper l'educazione ambientale e alla sosteni-bilità, in continuità a quanto finora prodottoe anche alla luce delle innovazioni in attonell'ambito dell'istruzione;• Azioni congiunte di formazione sui temidella sostenibilità rivolte a rafforzare ilSistema Nazionale INFEA, in particolareindirizzate a tutto il personale della scuola(docenti, dirigenti scolastici, personaleATA) a partire dagli Uffici Scolastici Re-gionali e Provinciali, coordinate ed armo-nizzate con le "Nuove Indicazioni Nazio-nali" per la scuola dell'infanzia e del primociclo, con il nuovo obbligo d'istruzione,con la revisione dei curriculi degli istitutitecnici e professionali e con i piani nazio-nali di formazione del MPI rivolti al per-sonale scolastico;• Sviluppo della ricerca e dell'innovazionenel campo INFEA. e dell'Educazione alloSviluppo Sostenibile (ESS);• Coordinamento e promozione di eventinazionali e internazionali inerentil'educazione all'ambiente e alla sostenibi-lità;• Partecipazione a programmi e progettiall'interno nuova programmazione comu-nitaria 2007-2013 (partenariato tra Mini-steri - Regioni - altre reti nazionali edinternazionali).

Azioni di livello interregionale

• Percorsi formativi per gli operatoridell'educazione ambientale e definizionedelle loro competenze e qualificazioni pro-fessionali;• Progetti di cooperazione interregionalesu qualità, metodologie, servizi, temi, ban-che dati e sistemi di archiviazione interattividelle esperienze, ecc:a) Progetti, su tematiche/problematichecomuni o diversificate per territori, checreino reti locali da parte dei CEA o deisoggetti che lavorano in EA ed attività dicondivisione e collaborazione dei sistemie reti INFEA regionali, con momenti pro-gettuali comuni e scambi di esperienze:l'obiettivo è quello dì creare reti con CEA,enti locali, scuole, organizzazioni di regionidiverse;b) progetti interregionali tra Strutture Re-gionali dì Coordinamento (anche di ricerca,formazione, scambio di esperienze, etc.);c) programmi e progetti comunitari. Lanuova programmazione dei fondi comuni-tari prevede, all'interno dell'Obiettivo 3"Cooperazione territoriale", la possibilitàdi presentare progetti relativi alla sosteni-bilità ambientale, all'educazione ambientaleed alla sostenibilità e ad altre tematichecorrelate;• Progetti di cooperazione interregionaleper lo svolgimento di specifici progetti sutemi inerenti l'ESS;• Sviluppo e sostegno alle attività dellaRete delle Regioni Europee perl'Educazione alla Sostenibilità.

Azioni di livello regionale

• Sviluppo dei Sistemi Regionali INFEA edei Centri di Coordinamento regionale,sistematizzando e integrando strutture ecompetenze delle Amministrazioni regio-nali, compresi gli enti strumentali, secondoil principio dell’efficienza e dell'efficaciadella spesa;• Sostegno ai CEA, alle Scuole, alle Strut-ture operanti nei sistemi di EA nell'ambitodell'educazione formale e non formale;• Formazione mirata per gli operatori deiCEA, degli insegnanti e degli operatoridelle Scuole e delle Strutture perl'educazione formale e non formale dellaRegione (percorsi formativi ai diversi sog-getti operanti nei Sistemi di EA);• Azioni di sistema con enti pubblici, im-prese, università, agenzie scientifiche etecnologiche, processi di sviluppo sosteni-bile sul territorio (Agenda 21 Locale, acqui-sti verdi, risparmio energetico, ecc.), favo-rendo altresì la creazione di micro-retiterritoriali orientate a realizzare azioni disostenibilità nella gestione del territorio;• Sviluppo e valorizzazione dei rapporticon il Sistema delle Aree Naturali Protettee con la Rete Natura 2000;• Educazione ambientale per gli adulti epromozione di modelli di produzione econsumo sostenibili;• Cittadinanza attiva: elaborazione di pro-grammi e progetti che promuovano processipartecipativi di trasformazione territorialesostenibile;• Azioni di innovazione r ivolteall'introduzione dei temi della sostenibilitànel settore della Formazione Professionaleiniziale e nei percorsi di Istruzione e For-mazione Tecnica Superiore;• Realizzazione di progetti di educazionealla sostenibilità ambientale integrati ecorrelati con le azioni di pianificazioneregionale (piani dì settore, piani strategici,piani territoriali ecc);• Programmi regionali di comunicazione esviluppo di progetti sulla sostenibilità inte-grati con altre reti e realtà che operano alivello regionale, anche per promuovere eaffiancare programmi di cooperazione inter-nazionale sui temi dello sviluppo sostenibile,creando proficue sinergie territoriali con tuttii soggetti che operano in tale settore.

CENTOCIELI - numero 1 - anno 10 - settembre 2008

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Programma di informazione ed educazione ambientale (INFEA) della RegioneEmilia-Romagna per il triennio 2008-2010, ai sensi della L.R. n. 15/1996 e inattuazione del “Nuovo Quadro Programmatico Stato-Regioni e Province autonomeper l’educazione all’ambiente e alla sostenibilità” (1 agosto 2007) e del “Decenniop e r l ’ E d u c a z i o n e a l l o S v i l u p p o S o s t e n i b i l e ” ( D E S S U N E S C O I t a l i a )

Si dà conto di seguito dei principali risultati dellaricerca, presentati anche nel numero di dicembre2007 della rivista Centocieli:(www.ermesambiente.it/infea/centocieli).

a) 1996-2006: la programmazione INFEA in Emilia-Romagna

Negli anni ’90, grazie alla Legge Regionale n. 15/1996“Promozione, organizzazione e sviluppo delle attivitàdi Informazione ed Educazione Ambientale”, le pree-sistenti attività di educazione ambientale, spessoepisodiche e isolate, hanno trovato un impulso e unacornice organizzativa che ha loro consentito di evolversie consolidarsi.Richiamando le programmazioni triennali realizzate(si veda il numero monografico dicembre 2007 dellarivista Centocieli) è possibile suddividere le azionirealizzate in tre tipologie principali:- “azioni di sistema”, attivate dai servizi centrali a

supporto e sviluppo della rete del sistema regionaleINFEA;

- “azioni per il potenziamento dell’attività dei CEA”,sviluppate attraverso i Bandi regionali annuali asostegno di progetti e iniziative dei CEA;

- “azioni per il potenziamento dell’attività delle ScuoleLaboratorio di EA”, sviluppate in particolare attraversoi Bandi regionali annuali a sostegno di progetti einiziative dei CEA;

Nell’insieme, nell’arco del decennio sono stati finanziatie realizzati oltre 500 progetti di CEA e Scuole e oltre100 azioni per lo sviluppo del Sistema INFEA. Perqueste attività Regione ed EELL hanno investito circadieci milioni di Euro.Scorrendo cronologicamente il susseguirsi delle iniziativesi può ricordare come le prime azioni promosse conil PTTA 1994-96 abbiano consentito di creare econsolidare nuovi CEA, di avviare la costituzione diuna struttura regionale di riferimento, così come diavviare quella produzione di materiali didattici diqualità che proseguirà per tutto il decennio.E’ stato però in particolare con il Programma 1999-2001 che è stata avviata in modo sistematico econtinuativo una programmazione regionale. In quelprimo triennale sono presenti tutti i capisaldi delleprogrammazioni che saranno in seguito sviluppate:azioni di sistema quali il Master in esperto di EA pergli operatori, il lavoro con le scuole dell’autonomia,il legame tra A21L e INFEA, le campagne di sensibi-lizzazione, così come i contributi a Scuole e CEA chevengono sempre più finalizzati e orientati da indicatoridi qualità.Con il Programma regionale INFEA 2002-2004, l’azionesistematica precedentemente impostata ha potutoconsolidarsi e svilupparsi ulteriormente anche grazieall’Accordo di Programma con il Ministero Ambiente,che ha consentito di sostenere dieci progetti partico-larmente significativi. E’ in questa fase che, anche conil lavoro concomitante dei progetti interregionali INFEAsviluppati con le altre regioni, vengono accreditati iCEA sulla base di indicatori sperimentali e quindi attivatoun sistema di monitoraggio e documentazione delleazioni intraprese. Sempre in questa fase, particolareattenzione viene posta alla divulgazione dei servizi ealle attività realizzate da CEA e Scuole, così come alla“manutenzione della rete” (i seminari residenzialiINFEA) e alla necessità di sperimentare nuove meto-dologie, tematismi, utenze (i “Laboratori di innovazione”).Il Programma INFEA 2005-2007 ha dato seguito aquanto in precedenza impostato anche se non potevapiù contare sulle risorse economiche statali resedisponibili in via straordinaria ed utilizzate nellaprecedente programmazione. Un forte stimolo vienein questa fase a CEA e Scuole a lavorare in partnershipper affinità tematica, metodologica o territoriale,un indirizzo che consentirà sia di produrre economiedi scala che di elevare complessivamente la qualitàdei progetti. Si è avviato nel contempo un percorsoriflessivo (l’articolata ricerca EA 10+) utile ad impostarele azioni future.

costituito il Comitato Nazionale Italiano per il Decenniodell’educazione allo sviluppo sostenibile (DESS UNESCOItalia) (http://www.unescodess.it/), al quale la RegioneEmilia-Romagna ha aderito e contribuisce partecipandoal Comitato Scientifico.Il Comitato UNESCO Italia sviluppa un programmaannuale di attività, anche in collaborazione con leRegioni e i Sistemi regionali INFEA riconosciuti comeinterlocutore per l’attuazione del decennio sui rispettiviterritori, per la cui attuazione verrà prossimamentesottoscritto un “Protocollo d’intesa per lo sviluppodelle attività per il Decennio ONU per l'educazioneallo sviluppo sostenibile, tra la C.N.I. UNESCO e lesingole Regioni", secondo lo schema approvato dallaConferenza dei Presidenti delle Regioni il 28 febbraio2008.In Italia, dove a partire dal 2000 una intensa attivitàpromossa dalle Regioni ha consentito di mantenereed evolvere programmi coordinati di attività sulterritorio, si è registrato nell’ultimo biennio un rinnovatointeresse per le politiche ambientali ed educative cheha portato le istituzioni centrali (Ministeri Ambiente,Istruzione, Ricerca scientifica), regionali e locali acondividere nuove strategie.Il 15 marzo 2007, la Conferenza Stato-Regioni eProvince autonome ha approvato il documento politico“Orientamenti e obiettivi per il nuovo quadro program-matico per l’educazione all’ambiente e allo svilupposostenibile”, che riafferma la validità del SistemaINFEA nazionale come integrazione di Sistemi a scalaregionale, impegna i sottoscrittori a sviluppare lapropria azione congiunta per la crescita di una culturadella sostenibilità da attuarsi anche favorendo unaforte integrazione delle politiche di settore, necessariaper rendere i processi della formazione, dell’educazionee della sensibilizzazione per lo sviluppo sostenibileorganici alle politiche del territorio.Sulla base degli orientamenti ed obiettivi soprarichiamati è stato redatto, e approvato dalla ConferenzaStato-Regioni in data 1° agosto 2007, il “NuovoQuadro Programmatico Stato-Regioni e Provinceautonome per l’educazione all’ambiente e allasostenibilità”, che rappresenta il principale strumentodi attuazione ed indirizzo per l’attività delle Ammini-strazioni centrale e regionali. Contestualmente è statosancito un Accordo che impegna i sottoscrittori arilanciare il processo di concertazione in materia diINFEA e di ESS, mediante la sottoscrizione di specificiAccordi di Programma sostenuti finanziariamente daentrambe le istituzioni e riferibili alle annualità 2007-2009. Il “Nuovo Quadro Programmatico” prevedediversi livelli di azione, servizi e attività secondol’articolazione che distingue:- azioni di livello nazionale, tra cui: sviluppo e

attuazione della strategia UNECE e contributo aldecennio ONU per l’educazione allo sviluppo soste-nibile; azioni volte a favorire l’interconnessioneistituzionale e funzionale tra diversi Ministeri; azionitese al riconoscimento della figura dell’operatoreprofessionale per l’educazione ambientale e allasostenibilità; azioni congiunte di formazione suitemi della sostenibilità rivolte a rafforzare il SistemaINFEA; sviluppo della ricerca e dell’innovazione incampo INFEA e della ESS; partecipazione a pro-grammi e progetti comunitari, ecc.

- azioni di livello interregionale, tra cui, in particolare:progetti di cooperazione interregionale su qualità,metodologie, servizi, temi, banche dati e sistemidi archiviazione interattivi delle esperienze, ecc.(su progetti/tematiche comuni, di ricerca, formazione,scambio di esperienze, su programmi e progetticomunitari, per lo sviluppo e il sostegno alle attivitàdella RES - Rete delle Regioni Europee perl'Educazione alla sostenibilità). Sta già operandoun gruppo di lavoro interregionale sul tema dellafigura professionale dell’operatore di ESS, delladefinizione delle necessarie competenze e qualifi-cazioni professionali e dei percorsi formativi piùidonei da sviluppare.

- azioni di livello regionale (i programmi redatti da

ciascuna regione), articolate in:- sviluppo dei Sistemi Regionali INFEA e dei Centri

di Coordinamento regionale, sistematizzando eintegrando strutture e competenze delle Ammini-strazioni regionali, compresi gli enti strumentali,secondo il principio dell'efficienza e dell'efficaciadella spesa;

- sostegno ai CEA, alle Scuole, alle Strutture operantinei sistemi di EA nell'ambito dell'educazione formalee non formale;

- formazione mirata per gli operatori dei CEA, degliinsegnanti e degli operatori delle Scuole e delleStrutture per l'educazione formale e non formaledella Regione (percorsi formativi ai diversi soggettioperanti nei Sistemi di EA);

- azioni di sistema con enti pubblici, imprese, università,agenzie scientifiche e tecnologiche, processi disviluppo sostenibile sul territorio (Agenda 21 Locale,acquisti verdi, risparmio energetico, ecc.), favorendoaltresì la creazione di micro-reti territoriali orientatea realizzare azioni di sostenibilità nella gestionedel territorio;

- sviluppo e valorizzazione dei rapporti con il Sistemadelle Aree Naturali Protette e con la Rete Natura2000;

- educazione ambientale per gli adulti e promozionedi modelli di produzione e consumo sostenibili;

- cittadinanza attiva: elaborazione di programmi eprogetti che promuovano processi partecipativi ditrasformazione territoriale sostenibile;

- azioni di innovazione rivolte all'introduzione deitemi della sostenibilità nel settore della FormazioneProfessionale iniziale e nei percorsi di Istruzionee Formazione Tecnica Superiore;

- realizzazione di progetti di educazione alla sostenibilitàambientale integrati e correlati con le azioni dipianificazione regionale (piani di settore, pianistrategici, piani territoriali, ecc.);

- programmi regionali di comunicazione e sviluppodi progetti sulla sostenibilità integrati con altre retie realtà che operano a livello regionale, anche perpromuovere e affiancare programmi di cooperazioneinternazionale sui temi dello sviluppo sostenibile,creando proficue sinergie territoriali con tutti isoggetti che operano in tale settore.

C) Bilancio di dieci anni di Educazione ambientalein Emilia-RomagnaNel 2006, per fare un bilancio delle attività e orientarela futura programmazione, la Commissione regionaleL.R. 15/1996 ha promosso e contribuito a realizzarela Ricerca EA 10+, una complessa indagine su diecianni di esperienze di educazione ambientale in Emilia-Romagna, che fornisce anche interessanti spunti perdare attuazione a importanti obiettivi relativi all’assettoorganizzativo del sistema regionale INFEA.Sono quindi oggi disponibili informazioni utili percompiere scelte motivate sulla base dei dati raccoltinegli elaborati prodotti:- Report 1: “I numeri dell’Educazione Ambientale:

le risorse investite e le attività realizzate negli ultimidieci anni in Emilia-Romagna”;

- Report 2: “Conoscenze, consapevolezza e compor-tamenti ambientali di bambini, ragazzi e adolescentidell’Emilia-Romagna” (presentati in un Convegnotenuto a Bologna il 15 settembre 2007 – fieraSANA);

- Report 3: “I Centri di Educazione Ambientaledell’Emilia-Romagna: evoluzione, tipologie, attività,problemi, linee di sviluppo” (presentato a EcomondoEducation il 9 novembre 2007);

- Report 4: “Le attività di Educazione Ambientale neiparchi e nelle riserve naturali dell’Emilia-Romagnanon dotati di strutture accreditate”;

- Report 5: “I focus group sul sistema INFEA: untour di ascolto e riflessioni a più voci nelle noveprovince dell’Emilia-Romagna”;

- Report 6: “Voci dell’Educazione Ambientale in Emilia-Romagna: docenti, operatori e giovani raccontanole loro esperienze”.

A) PremessaLa Regione Emilia-Romagna, in attuazione della propriaL.R. n. 15/1996 e dei documenti di indirizzo nazionalie internazionali, ha realizzato nell’ultimo decenniotre programmi triennali regionali dell’Informazioneed Educazione Ambientale (INFEA), 1999-2001, 2002-2004 e 2005-2007. Le citate programmazioni hannoconsentito di sviluppare il “Sistema regionale INFEA”,che si compone di decine di Centri di EducazioneAmbientale sul territorio, Scuole Laboratorio, Agenziescientifiche e formative a supporto, e rappresentaun originale laboratorio di cooperazione tra istituzionipolitiche e formative, ricerca e associazionismo. Adieci anni dalla emanazione della L.R. 15/1996 ilmutato contesto di riferimento per le problematichedell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, così comel’evoluzione delle strategie informative ed educativea livello internazionale, nazionale e regionale, rap-presentano i presupposti per la nuova programmazioneINFEA 2008/2010.

B) Il contesto di riferimento internazionale e nazionaleIl contesto orientativo e la strategia in cui si muovonole politiche di Educazione Ambientale sono cambiatie in rapida evoluzione.La conferenza di Johannesburg 2002 nel fare unbilancio dell’attuazione della strategia di Agenda 21attivata dieci anni prima a Rio De Janeiro ha tra lealtre cose, prendendo atto delle difficoltà che incontrala concreta attuazione delle politiche di sostenibilità,ribadito l’importanza del supporto culturale ed educativoa tali strategie.Nel redigere il Piano di Attuazione, Johannesburg2002 ha raccomandato in tal senso alle Nazioni Unitee ai paesi membri di rilanciare specifiche strategieeducative integrate con le politiche di sostenibilità.E’ così che la 78° Assemblea Generale delle NazioniUnite ha successivamente proclamato con propriaDichiarazione (n. 57/257 del 20 dicembre 2002) ilDecennio dell’Educazione per lo Sviluppo Sostenibile2005-2014. L’ONU individua nell’UNESCO l’organismoresponsabile della promozione del decennio edell’elaborazione di un programma internazionale inlinea con il Quadro d’azione di Dakar adottato alForum mondiale sull’educazione. Il programma, definitodopo aver consultato le Nazioni Unite, ma anche iGoverni dei diversi Paesi, le Organizzazioni NonGovernative e tutte le parti interessate, si pone lafinalità di contribuire a rafforzare l’integrazionedell’educazione per lo sviluppo sostenibile nellestrategie e nei piani di azione di tutti i governi e,pertanto, invita tutti i Paesi a rendere effettive econcrete le misure che consentono di attuare ildecennio, nel quadro del programma stesso elaboratodall’UNESCO.Nel contesto sopra richiamato si inserisce la StrategiaUNECE (United Nation Economic Commission forEurope) per l’educazione allo sviluppo sostenibile(ESS), che si pone come quadro di riferimento e diorientamento per le politiche dei vari paesi aderenti,volto a supportare l’introduzione del concetto disviluppo sostenibile nei vari sistemi educativi (formale,informale e non formale) e a sviluppare metodologie,strumenti e competenze adeguate. A livello italianotale strategia viene promossa dal Ministero dell’ambientee della tutela del territorio.La Strategia definisce l’ESS come «un processopermanente che interessa l’individuo lungo l’interoarco della vita». Essa precisa inoltre che l’ESS è unconcetto ampio che trae origine dall’educazioneambientale, ma che non si limita ad essa e, ingloban-dola, rafforza quell’approccio integrato che mette inrelazione diverse tematiche da affrontare sia a livellolocale che globale, come la cittadinanza attiva, lapace, la democrazia, i diritti umani, lo sviluppo equoe solidale, la tutela della salute, quella delle pariopportunità e quella culturale, la protezionedell’ambiente e la gestione sostenibile delle risorsenaturali.In attuazione delle strategie sopra richiamate è stato

Approvato dall'Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna con atto n. 190 del 21 ottobre 2008

CENTOCIELI - numero 1 - anno 10 - settembre 2008

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CENTOCIELI - numero 1 - anno 10 - settembre 2008

I “punti forti” del decennio 1996/2006 possono essereidentificati: nella continuità degli investimenti, garantitain particolare dalla Regione; nella definizione di criteriper l’evoluzione e qualificazione del sistema; nellecompetenze e nell’articolazione degli attori e strutturesul territorio; nella costituzione di una strutturaregionale di riferimento per la promozione e il man-tenimento del sistema INFEA.I “punti deboli” sono invece rappresentati da: unsistema - quello INFEA - a legame debole, volontario,che ha difficoltà, a fronte di tante istituzioni promotricidell’EA, a mantenere la necessaria omogeneità ecoerenza nel perseguire gli obiettivi dati; il valoredei CEA e delle rispettive attività non sempre piena-mente riconosciuto dagli stessi EELL che li hannopromossi; la crisi finanziaria e il patto di stabilità cheha coinvolto gli EELL e la Regione che si sono riverberatispesso sui settori meno forti e strutturati (e tra questil’INFEA).

b) La ricerca sui saperi ambientali delle giovanigenerazioni

La ricerca ”Conoscenze, consapevolezza, comportamentiambientali di bambini, ragazzi e adolescenti dell’Emilia-Romagna” è stata realizzata in collaborazione con leUniversità degli Studi di Bologna e Parma, l’ex-IRREe l’Ufficio Scolastico Regionale. L’indagine si è svoltaattraverso la somministrazione, il 29 settembre 2006,di tre questionari tra loro coordinati agli studenti ditutte le classi quarte delle scuole primarie, le classiseconde delle scuole secondarie di primo grado e leclassi terze delle scuole secondarie di secondo grado.La rilevazione, strutturata in quesiti che spaziavanodall’ambito sociologico a quello naturalistico-ambientale,antropologico, economico e culturale, si proponevadi registrare non solo l’acquisizione di saperi squisi-tamente scolastici, ma anche il grado di sensibilitàe attenzione degli studenti per le tematiche dellasostenibilità ambientale, considerando i messaggiveicolati negli anni non solo attraverso le attività diEducazione ambientale nelle scuole, ma anche tramitecanali differenti (TV, campagne informative, giornali,ecc.), senza tralasciare l’influenza del contesto familiaree sociale.L’adesione all’iniziativa di studenti (e insegnanti) èstata massiccia: 70.000 su un campione totale di95.000 pari all’80% degli studenti interpellati, perun totale di 4.517 classi, dato che testimonia l’attenzioneai problemi ambientali da parte degli studenti e laloro disponibilità a prendere seriamente l’iniziativa.Pur con alcuni punti di debolezza, le risposte deglistudenti evidenziano nell’insieme un risultato positivoe incoraggiante, al di sopra delle aspettative.Relativamente al gruppo di domande in cui prevalevanogli aspetti “cognitivi”, si registra in generale un livellodi risposte esatte medio alto, generalmente più altonei licei della secondaria superiore e, tra questi, daparte delle ragazze. Un dato che si può considerareanche una conferma della qualità della scuola edell’offerta extrascolastica regionale. Evidente anchel’apporto dei media per quanto riguarda la conoscenzadi molti termini (cambiamento climatico, svilupposostenibile, fonti rinnovabili) di recente trattazione.Preoccupa al contempo un certo distacco dal territorio,inteso sia come paesaggio, sia come realtà produttiva.Anche il gruppo di risposte ai quesiti più incentratisulla consapevolezza mostra un livello medio alto.I principali problemi ambientali regionali sono individuatiin: “inquinamento fiumi e mare”, “qualità dell’arianei centri urbani”, “cementificazione del territorio”.In generale, i risultati sembrano testimoniare cheunitamente all’impatto esercitato dai media, nellasocietà regionale, nelle famiglie, nelle imprese, nellecomunità locali i valori e la sensibilità ai problemidell’ambiente hanno una certa rilevanza, non sonoun corpo estraneo, anche se devono ancora compiu-tamente affermarsi. Relativamente ai comportamenti,se pure valgono alcune considerazioni generali sopraespresse, si accentuano differenze dovute all’età osi palesano contraddizioni. Interessi quali quelli relativiagli aspetti naturali variano molto a seconda dellaetà. In generale, la disponibilità ad attivarsi diretta-mente, che pure si manifesta positivamente, apparecondizionata dalle occasioni e dal contesto più o menocoerente che la società degli adulti propone ai ragazzi.In definitiva, i risultati della ricerca sono stimolantirispetto all’impegno di ripensare orizzonti e percorsidelle azioni di educazione ambientale per il nuovodecennio. Gli studenti emiliano-romagnoli mostranodiscrete conoscenze: sarebbe erroneo però ritenereche queste siano un dato acquisito per sempre. Meglioconsiderarlo un buon punto di partenza per affermarepiù compiutamente la cultura e la pratica dellasostenibilità.Le conoscenze richiedono di essere continuamentealimentate e rivitalizzate, poiché possono sempredeclinare.Se non ci si aspettano schematici allineamenti tra ilsapere e il volere, occorre altresì coltivare le coerenzetra conoscenze, sensibilità e comportamenti.Per fare questo il processo educativo deve semprepiù aver luogo in ambienti e contesti sociali, culturali,economici coerenti con i contenuti e i valoridell’educazione alla sostenibilità.Ciò implica la necessità di ancorare l’educazione allasostenibilità ai processi reali di cambiamento in atto,perseguire una alleanza tra mondo educativo e mondodelle imprese e organizzazioni orientate concretamenteall’innovazione e alla qualità. Occorre quindi collocarele azioni educative alla scala dei processi globali(clima, conflitti, povertà), ma anche a quella delledinamiche economiche e sociali del nostro territorio.Il rapporto completo della Ricerca è disponibile su:www.ermesambiente.it/wcm/ermesambiente/primo_piano/2007/17_educazambient/rapporto10+.pdf

c) L’evoluzione dei Centri di Educazione ambientale

Nella primavera del 2006 i CEA dell’Emilia-Romagnahanno ricevuto un articolato questionario che è statol’occasione per raccontarsi e riflettere sulla propriaesperienza. Ne è emerso un interessante autoritratto.Dei 64 CEA considerati, distribuiti in diverso numeroin tutte le Province, 18 sono nati nel decennio1980/1990, 38 in quello 1991/2000 e 8 negli ultimianni. Nel complesso è evidente, al di là dell’effettivatitolarità, che in questo sviluppo il ruolo delle ammi-nistrazioni comunali è stato ed è tuttora determinante. Ben 45 CEA sono strutture istituite da enti pubblici,che si configurano in genere come Servizi, Uffici oparticolari sezioni e progetti dei medesimi. Gli stessi19 CEA di natura privata sono in più casi strutturepromosse e partecipate da enti pubblici o legate adessi in forma indiretta. Solo una piccola minoranzadi CEA è fondata sul volontariato. Osservando ilpanorama regionale si comprende tuttavia come unvero modello di CEA ancora non esista e ci siano,piuttosto, una molteplicità di esperienze riconducibiliin linea di massima ad un ristretto numero di tipologie.Ne sono state individuate 5, che hanno consentito diricondurre 28 CEA a Comuni e Province, 15 CEA adAree protette, 3 CEA a Scuole, 12 CEA ad Associazioni,5 CEA a Università, Enti di ricerca e Fondazioni. Percompletare il quadro è da segnalare come l’effettivagestione di almeno un terzo dei CEA sia oggi affidata,in parte o del tutto, a soggetti esterni (cooperative,associazioni, ecc.).Come noto nessun CEA ha per fondatore o ente titolarela Regione, che nel sistema INFEA ha scelto di svolgereun ruolo di coordinamento, promozione e monitoraggiodei diversi attori della rete.I dati di bilancio forniti dai diversi CEA lascianointendere che una parte di queste strutture nonpossiede requisiti economici sufficienti a garantirnela continuità operativa e l’attività futura. Ancheguardando alle strutture più consolidate risulta chiaroche l’EA è un’attività che non si può considerare aregime quasi in nessun contesto. Problemi emergonoanche riguardo alle sedi: 24 CEA considerano l’attualesistemazione inadeguata e molti altri ritengonoindispensabili miglioramenti di rilievo. I problemi piùgravi, tuttavia, hanno a che fare con la situazione delpersonale, palesemente sottodimensionata rispettoalle esigenze reali e potenziali, con una media didipendenti, tra i quali prevalgono i laureati conformazione scientifica, all’incirca di una sola unità perstruttura. Quasi tutti i CEA, del resto, sottolineanocome problema più assillante proprio la precarietà dibuona parte del personale, dovuta alla cronica limi-tatezza delle risorse e, in parte, alla stagionalità dialcune attività.Il mondo della scuola rimane l’interlocutore privilegiatodi quasi tutti i CEA, che in buona parte svolgono, perquanto in misura molto diversa, anche attività pergli adulti. Ben 27 CEA privilegiano il lavoro sul campoe una trentina, a integrazione o in alternativa, utilizzanomodalità di tipo laboratoriale e lezioni. Per quantoriguarda la dimensione dell’attività si intuisce unaforte disomogeneità tra i CEA, con realtà più strutturatee altre estremamente fragili. Molto evidente è lo sforzoche molti stanno compiendo per ampliare il raggiod’azione dalle tematiche più naturalistiche a quelleche affrontano le principali questioni ambientali(processi di Agenda 21 locale, azioni di sensibilizzazione,informazione e comunicazione ambientale, ecc.). Solopochi CEA, tuttavia, considerano sufficientementedefinito il proprio ruolo e soddisfacenti i rapporti coni propri enti titolari.Per quanto riguarda le prospettive future, infine, iCEA ritengono di aver ormai consolidato il loro ruolonei confronti della scuola e mirano ad estendere lapropria influenza nella comunità locale, diventandoun punto di riferimento stabile nei rispettivi territori.Ma si tratta di un obiettivo che, oltre a richiederequalche aggiornato criterio ordinatore sul complessodel sistema, presuppone soprattutto un decisivomiglioramento delle relazioni con gli enti locali, chevengono sollecitati a utilizzare maggiormente i CEA,a responsabilizzarli e a trasformarli in agenzie e partnerautorevoli rispetto alle politiche ambientali.L’evoluzione delle strutture, così come evidenziatadalla ricerca, sollecita un necessario processo dirazionalizzazione della distribuzione dei CEA sulterritorio, superando le sovrapposizioni, creandoaggregazioni o riorganizzazioni unitamente ad unaloro interconnessione con altre reti e strutture coerenticon l’educazione alla sostenibilità.La necessaria riorganizzazione e il rafforzamento dellestrutture è la premessa per garantire anche la continuitàdel lavoro degli operatori e il giusto riconoscimentodi competenze e professionalità maturate, così comeuna accresciuta consapevolezza e assunzione diresponsabilità da parte dei decisori politici sul ruoloe sulle potenzialità dei CEA allo scopo di integrarlipienamente nelle politiche di sviluppo locale sostenibile.Altrettanto importante è il riconoscimento e la valo-rizzazione, anche da parte dell’intera comunità educanteregionale, delle diverse vocazioni e specializzazioni.Dai CEA a supporto della scuola dell’autonomia, chepossono anche collaborare con le altre struttureeducative del territorio per un maggior sostegno allascuola nei diversi aspetti che caratterizzano la suaautonomia (documentazione, formazione, comunica-zione, metodologia didattica, ecc.); ai CEA a supportodei processi di sviluppo locale e per la promozionedi stili di vita sostenibili; a quelli con spiccate competenzesugli aspetti naturalistici e sulla gestione delle risorsenaturali.

d) Le Scuole Laboratorio di educazione ambientale

Il termine Scuola Laboratorio si è andato ben definendonegli ultimi anni, anche con la sperimentazione

dell’autonomia, e sono emerse in questo sensoesperienze che hanno delineato attitudini e profili diuna scuola che si relaziona in modo nuovo con ilproprio territorio, facendosi carico con gli altri attorisociali dei suoi problemi e nello stesso tempo è ingrado di accogliere le competenze e le risorse esterneche possono utilmente integrarsi con il suo pianodell’offerta formativa. La Ricerca EA 10+ e il Progetto“Supporti e strumenti di diffusione delle buone prassiper promuovere e consolidare i processi di educazioneambientale nel sistema educativo emiliano romagnolo- Reti di scuole per lo sviluppo sostenibile”, finanziatoattraverso il Fondo sociale europeo nel 2007, hannopermesso molte riflessioni. Prima fra tutte quella chevede il curricolo rappresentare il terreno strategicosu cui si costruiscono l’intenzionalità e la progettualitàeducativa. Dalla ricerca è emerso un grande bisognodi lavorare sulla sostenibilità curricolare perché, seè vero che la scuola usa da tempo il territorio come“alfabetiere culturale”, la possibilità delle scuole diintervenire direttamente nei processi di sviluppoterritoriale non può più essere lasciata all’iniziativadi un singolo docente, o alla passione che alcunioperatori nutrono per le questioni ambientali. IlProgetto sopracitato ha parallelamente consentito diproseguire il lavoro comune intrapreso nell’ambitodel sistema INFEA dal 2000 e di realizzare percorsidi “ricerca insieme” per progettare itinerari sostenibilidal punto di vista ambientale e curricolare, perverificare cioè quale sia il posto che occupa realmentel’educazione ambientale nell’impianto formativointenzionale di un determinato territorio e attraversoquali modelli didattici esso venga realizzato.

e) Gli esiti dei Focus group provinciali

Le proposte di riassetto del sistema INFEA, oggettotra l’altro del presente Programma, sono state oggettodi discussione e proposta nei 9 focus group provincialirealizzati nei mesi di giugno e luglio 2007, a cuihanno partecipato complessivamente 100 personein rappresentanza di tutte le principali categorie diprotagonisti del sistema INFEA: Centri di EducazioneAmbientale (tra i 69 CEA accreditati), Decisori politici(assessori, dirigenti delle Province o dei Comunititolari di CEA), Referenti del mondo della scuola (retiScuole Laboratorio), Risorse per l’EA (cooperative,professionisti, GEV, associazioni di volontariatoambientale e sociale, dei consumatori, ecc.), Agenziescientifiche e formative (Università, ARPA, Istituzioniscientifiche). L’obiettivo era realizzare una fase “diascolto” in cui i tanti attori che concorrono a promuoverel’EA potessero confrontare i rispettivi punti di vistasul lavoro svolto complessivamente nella nostraregione e sulle strategie di sviluppo da imprimere alsistema INFEA per renderlo adeguato ad affrontarele sfide dei prossimi anni.La discussione si è sviluppata attorno a 5 domandechiave, inviate anticipatamente ai partecipanti insiemea relazioni introduttive di sintesi, strutturate secondoun filo conduttore utile per raggiungere gli obiettividi:- rilevare il punto di vista dei diversi attori del sistema

INFEA sui punti di forza e di debolezza delleesperienze realizzate e dei ruoli ricoperti, e suibisogni educativi di giovani e adulti del proprioterritorio;

- verificare le disponibilità verso un’ipotesi di maggioredefinizione delle responsabilità e delle funzioni diciascuno nel quadro di un complessivo riassettoorganizzativo del sistema;

- raccogliere proposte finalizzate a garantire i processidi integrazione di tutte le risorse presenti sulterritorio (scientifiche, formative ed economiche)in grado di contribuire alla crescita dell’educazioneallo sviluppo sostenibile.

Dal confronto sul “bilancio” delle attività svolte èemerso che, pur in presenza di problemi specifici trale diverse realtà provinciali e tra strutture e “attori”della medesima provincia, c’è una sostanziale uniformitàdi valutazione sia dei principali punti di forza (quantitàdei CEA e delle strutture e loro radicamento nelterritorio; consolidati rapporti con le scuole; qualitàe distribuzione delle iniziative; forte rete di contatti),sia di quelli di debolezza del sistema (personale scarsoe precario con forte turn over; mancanza a livellopolitico della percezione dell’importanza dell’EA,dell’esistenza, ruolo e utilità dei CEA; scarse risorseeconomiche che non consentono di dare continuitàal lavoro e costringono a “inseguire i progetti”).La discussione ha evidenziato un quadro moltoarticolato di bisogni educativi su cui si riscontra lamaggiore convergenza di opinioni: c’è una grandenecessità (e richiesta) di conoscenza del proprioterritorio, di recupero del sentimento di appartenenzae di cura, ma soprattutto bisogno di concretezza edi coerenza di metodo e di comportamento di operatori,famiglie, amministrazioni e di vera partecipazione.C’è bisogno di sviluppare nuove forme di comunicazione,fornire strumenti di interpretazione della realtà,informare sulle grandi questioni declinate però alivello locale, accompagnare i processi di integrazionedei cittadini extra comunitari, ecc.Dal mondo della scuola, che raccomanda una maggiorecoerenza educativa tra i vari ordini scolastici, vienel’invito a non trasmettere ansia, specialmente aibambini più piccoli e a mettere invece in relazionepiù positiva l’aspettativa di futuro e l’importanza degliapporti individuali. Le risorse del mondo privato ocooperativo sembrano più critiche verso le propostecorrenti di EA e affermano l’esigenza di rivolgersi piùdecisamente agli adulti.Questo complesso quadro di bisogni educativi richiedesempre più articolate e complesse competenze eabilità da parte degli operatori e adeguata offerta diaggiornamento professionale permanente.

Programma di informazione ed educazione ambientale (INFEA)della Regione Emilia-Romagna per il triennio 2008-2010

Sulle linee di sviluppo del ruolo dei CEA all’internodel sistema INFEA e nelle politiche di sviluppo locale,la discussione è stata più vivace e complessa. Moltele proposte: partire da una iniziativa regionale parte-cipata, per attualizzare e fare chiarezza sui ruoli, leresponsabilità e le relazioni tra soggetti all’internodel sistema INFEA (che dovrebbero anche trovareuna formalizzazione legislativa). Tutti i soggettiriconoscono anche la necessità di razionalizzare ladistribuzione dei Centri a livello territoriale eliminandosovrapposizioni, creando aggregazioni o riorganizzazioni(la ricerca delle scelte più adeguate alle diverse realtàdevono avere come protagonisti principali gli entilocali e i coordinamenti provinciali). Questo rafforza-mento delle strutture dovrebbe garantire anche lacontinuità del lavoro degli operatori e il giusto rico-noscimento alla professionalità maturata (va valorizzatoanche il titolo di Master di esperto in EA). Per le“risorse di EA” il ruolo delle agenzie economiche edelle aziende a supporto degli enti locali è importante,dovrebbero entrare più fortemente nel sistema INFEAcon un ruolo preciso.Molte le proposte di estendere, adeguandole allediverse realtà, buone pratiche già sperimentatelocalmente con risultati positivi, e tra queste sono daapprofondire: la sottoscrizione di Accordi volontariformalizzati e non; la creazione di comitati di gestionein cui siano presenti i diversi referenti della PA e delleassociazioni locali; le modalità organizzative per poterdiffondere, e anche vendere, materiali di pregio prodottidai CEA; la realizzazione di “cataloghi” dell’offertaintegrata di EA e di “albi delle competenze diffuse”,ecc. Sul tema della ottimizzazione dei finanziamential sistema della EA, i “decisori” riconoscono innanzituttoche le molteplici esigenze di educazione sociale nonpossono essere tutte a carico della EA, ma occorrecoordinare le risorse economiche già presenti neibilanci delle amministrazioni in tema di educazionealla sostenibilità, ricercare altri canali di finanziamento(pubblici e privati), responsabilizzare maggiormentegli enti titolari dei CEA.Quello che occorre è una attenta ricognizione dellediverse fonti e modalità di finanziamento (finanziamentidiretti ai CEA da parte di fonti diverse, da multiutilityai Comuni, Bandi di Regione e Province, ecc. ), laverifica della possibilità di far convergere sull’EA, adesempio, percentuali di risparmi ottenuti anche graziealle attività di EA, eliminare le sovrapposizioni, dareai CEA la tranquillità di programmare potendo contaresu una garanzia di fondi per il funzionamento dellestrutture.

D) Gli obiettivi strategici e di sistema per ilProgramma INFEA 2008-2010Il Programma regionale dell'informazione ed educazioneambientale (INFEA) per il triennio 2008-2010, si basasull’assunzione degli obiettivi generali definiti daidocumenti internazionali e nazionali dedicati all’ESS(DESS UNESCO, Strategia UNECE, indirizzo nazionaleper l’ESS Stato-Regioni) in precedenza richiamati esi coordina con le programmazioni regionali in materiadi sostenibilità e in particolare con il Piano d’azioneambientale “Per un futuro sostenibile”, nonché conaltri strumenti di programmazione regionale in materiadi istruzione, cultura e sviluppo sostenibile.Il Programma ha a fondamento la consapevolezzache il problema del surriscaldamento del pianetarappresenta la principale emergenza attuale e deiprossimi decenni, che i trend e i fenomeni globalihanno ripercussioni a scala locale e regionale, cheaffrontare tali problematiche richiede un impegnocoerente di lunga durata da parte di tutti gli attorisociali, economici e istituzionali e che sono necessariemisure strutturali, così come un investimento educativoe culturale, continuamente rinnovati.Il passaggio dalla Educazione ambientale (EA) allaEducazione alla sostenibilità (ES), sollecitato dalleCarte internazionali delle Nazioni Unite e recepitonegli atti di indirizzo programmatico nazionale, comportache questo processo (come pure i metodi educativie gli strumenti di attuazione adottati):- sia orientato alla costruzione di una società sostenibile,

e non riguardi quindi conoscenze disciplinari ospecialistiche avulse dai contesti locali e dalle azioniconcretamente possibili;

- affronti le tensioni tra globale e locale, contribuendoa costruire il senso di identità e di appartenenzae a radicare una pratica della cura e della manu-tenzione - del pianeta, del territorio e delle relazionisociali - fondamentale per la formazione di unacittadinanza attiva;

- si fondi su processi di partecipazione e di mediazione,riconoscendo come prioritari i processi di costruzionedi relazioni e rappresentazioni comuni come premessaalla soluzione dei problemi, affronta e gestisce iconflitti;

- tenga presente in ogni fase (programmazione,realizzazione e monitoraggio) la opportunità dirilevare le differenze di genere valorizzandonepresenza e specificità, dando visibilità ai diversipunti di vista ed esigenze (es. progetti formativi,azioni di sistema, A21L e sviluppo sostenibile,educazione al consumo, gestione rifiuti, ecc.);

- proponga contesti e metodologie coerenti con unamodalità di costruzione delle conoscenze che rispettinon solo la complessità e l'incertezza dei fenomenisociali e naturali, ma anche la complessitàdell'individuo e l'incertezza del suo apprendimento;

- riconosca la ricerca e la riflessione come strumentoper la propria evoluzione, accetti i vincoli e lepossibilità di errore come parte intrinseca dei propriprocessi evolutivi, e utilizzi i processi di valutazioneed auto-valutazione per procedere nell'incertezza;

- sia diffuso sul territorio, integrato ad altre ‘educazioni’con obiettivi simili, esteso a tutte le età e ruoli(long life learning).

Page 7: di Lino Zanichelli · 2020. 11. 27. · dell’educazione e dell’ambiente per se-guire l’attuazione della Strategia. In Italia la Strategia UNECE, viene pro-mossa e attuata dal

Programma di informazione ed educazione ambientale (INFEA)della Regione Emilia-Romagna per il triennio 2008-2010CENTOCIELI - numero 1 - anno 10 - settembre 2008

individuate. A seconda delle specifiche esigenzepotranno essere costituiti gruppi di lavoro e di progettotra i componenti della Commissione regionale L.R.15/1996, allo scopo di perfezionare e definire in modopiù puntuale specifiche azioni e progetti, nonché permonitorare l’andamento del programma stesso. IlServizio regionale Comunicazione; Educazione allasostenibilità opererà inoltre attraverso la cooperazionecon altre strutture della Regione che hanno sviluppatocompetenze e attività nel campo delle educazioni incoerenza con i principi del DESS UNESCO.Il sistema regionale INFEA/ES opererà altresì incollaborazione con altre reti, associazioni, istituzionidi livello nazionale o interregionale o regionale quali:DESS UNESCO Italia, sistema nazionale INFEA comeintegrazione di sistemi a scala regionale, Associazionecoordinamento A21 locali, Associazione comunicazionepubblica ed altre associazioni dei consumatori e delvolontariato.

1. Evoluzione del Sistema regionale INFEACon il Programma INFEA 2008/2010 si attueranno leazioni utili a dare piena realizzazione agli obiettivi diriassetto organizzativo del Sistema regionale a reteINFEA, inteso come organizzazione di una pluralitàdi soggetti che concorrono, in un’ottica di sussidiarietà,ciascuno secondo uno specifico ruolo e competenze,a realizzare un programma comune di servizi e attività.Un sistema che dialoga, collabora e si integra conaltri sistemi volti a promuovere lo sviluppo sostenibileed in primo luogo con le altre reti educative.E’ specificamente necessario orientare il sistema versouna maggiore integrazione delle sue componenti edesplicitazione delle responsabilità che ne derivano,secondo i principi della sussidiarietà, della coerenza,della efficacia ed efficienza. In tal senso è necessarioprovvedere:- alla definizione del ruolo delle Province (coordinamenti

provinciali), dei Comuni e loro associazioni (ruolodegli enti titolari dei CEA);

- al riconoscimento, sulla base della legislazioneregionale di riferimento (aggiornamento della L.R.15/1996, L.R. 12/2003, ecc.) del ruolo dei CEAquali agenzie educative sul territorio per la promozionedella sostenibilità, e delle loro competenze specifichecome individuate nel contesto della riorganizzazione;

- alle modalità di relazione che dovranno essere agitefra il sistema dei centri e le agenzie scientifiche peril supporto e l’alimentazione permanente alle attivitàdel sistema e allo svolgimento del programmatriennale INFEA;

- al razionale sviluppo dei CEA (aggregazioni territorialidei CEA, ma anche raccordo con tutti i centri chesupportano la scuola nella sua mission educativa,integrazione con le politiche locali, ecc.), attuatoattraverso la costituzione di unioni non solo traEELL, ma anche tra questi e la scuola e/o altrestrutture;

- a forme di riconoscimento, per gli operatori, delruolo di educatore all’ambiente e alla sostenibilità;

- a forme di riconoscimento del valore delle esperienzedi qualità del mondo della scuola;

- alla costruzione di un albo delle competenze perl’ES diffuse a livello regionale;

- alla adozione di un sistema di valutazione di qualitàdelle strutture.

In particolare per quanto riguarda le agenzie scientifichecome ARPA, ex IRRE, Università, ASL, ecc. e in generaletutte le altre agenzie del territorio impegnate nelsupporto al sistema INFEA, si dovrà provvedere adefinire atti formali (protocolli di intesa, convenzioni,accordi di programma, ecc.) che le impegnino in modoesplicito a collaborare al presente programma.L’evoluzione organizzativa dei CEA dovrà risponderea obiettivi che tendano a definire in modo più precisoidentità, funzioni e mandato dei CEA; favorire unriordino delle medesime strutture che superi fragilitàcroniche, contraddizioni e sovrapposizioni poco razionali;superare l’attuale stato di precarietà e incertezza delleprospettive, quindi non disperdere la concentrazionedi energie positive, competenze, creatività, complessitàdi approccio. Questo attraverso:- la costituzione di centri unificati, multicentri o poli

comprensivi per l’educazione alla sostenibilità neiprincipali centri urbani, che “federano” i diversi CEAe altre risorse di EA presenti, e questi con altrisistemi (autonomia scolastica, EELL, associazioniimpresa, consumatori, ecc.);

- nascita di nuove gestioni associate dei servizi diEA/ES tra più Comuni e/o altri enti pubblici o privaticoinvolti nella gestione dei Centri (CEA gestiti daAssociazioni di Comuni in aree territoriali omogenee,ivi incluse le aree protette);

- individuazione di strutture specializzate trasversalidi livello regionale e/o interprovinciale con specifichefunzioni/vocazioni/competenze particolarmenterilevanti per l’intero sistema INFEA regionale;

- diversificazione delle strutture accreditate in basealle caratteristiche e funzioni svolte (nodi di rete,specializzazioni, CEA “di base”, ecc.);

- riconoscimento delle “Risorse dell’EA” rappresentateanche da strutture private, cooperative o associativeche operano con qualità nel campo dell’EA.

Gli istituti scolastici. Analogamente a quanto descrittoper i CEA, occorre riconoscere che da tempo gli istitutiscolastici, anche grazie alle azioni di sistema condottein collaborazione con l’ex-IRRE e i CEA, e ai Bandiregionali realizzati negli ultimi anni, si sono organizzatiin reti di lavoro comune.L’esigenza ora è quella di riconoscere pubblicamenteil valore di queste esperienze del mondo della scuola,affinché si consolidino, attraverso protocolli permanentidi collaborazione tra Regione, Ufficio ScolasticoRegionale, Enti Locali, CEA, Agenzie scientifiche,Università. Si può pensare a diverse modalità diriconoscimento complementari tra loro:

- gli istituti scolastici che hanno assunto o stannoassumendo il paradigma ambientale e la prospettivadella sostenibilità quale possibile asse del curricoloe del Piano dell’Offerta Formativa (POF), che fungonoda reti di scuole pilota a dimensione locale-regionale;

- le reti di Scuole che in questi anni, in collaborazionecon il sistema INFEA e con l’azione di promozionesviluppata dai Bandi regionali, hanno costruito alproprio interno laboratori permanenti di ricerca edidattica ambientale, con esperienze e realizzazionedi buone pratiche consolidate:(www.ermesambiente.it/scuolesostenibili);

- insegnanti e studenti come soggetti attivinell’attuazione di impegni e politiche per lo svilupposostenibile a livello locale/globale, per promuoverepresso la comunità circostante, attraverso l’agirenella scuola, un sapere, una consapevolezza, unaresponsabilità, una competenza ambientale e unacittadinanza attiva.

La riorganizzazione del sistema INFEA (in termini diriconoscimento delle strutture, ruoli e relazioni) troverànecessaria formalizzazione in una proposta di aggior-namento della L.R. 15/1996, da proporre alla GiuntaRegionale entro il 31/12/2008 e per la quale opererà,assieme al Servizio regionale competente, un gruppodi lavoro della Commissione regionale L.R. 15/1996.Sulla base delle disposizioni di legge si effettuerannoi nuovi accreditamenti delle strutture.

2. Documentazione e monitoraggio permanentedel sistema di Educazione ambientaleLe funzioni di documentazione e monitoraggio delleattività sviluppate dal sistema, necessitano di essereaggiornate con continuità e sviluppate ampliando ilmonitoraggio delle attività di un maggior numero di“attori” del sistema.A partire dagli esiti della ricerca regionale sugli effettidi dieci anni di educazione ambientale (EA 10+)promossa sui territori e nella scuola, si svolgerannoazioni di monitoraggio permanente delle attività dieducazione ambientale e alla sostenibilità (coordinatocon le scelte adottate a livello di sistema interregionaleINFEA) e della spesa sostenuta a livello regionale ea livello degli enti locali.Si prevedono quindi:- aggiornamento, sviluppo e gestione del Sistema

Informativo INFEA alla luce del nuovo riassetto delSistema regionale della rete, in modo da renderlouno strumento che, attraverso una documentazionecondivisa nei linguaggi e coordinata a livello locale,possa seguire il lavoro di tutta la rete INFEA;

- aggiornamento e sviluppo delle banche dati costruitecon i progetti Scuole sostenibili, L’ambiente si laurea,Vetrina della sostenibilità, ecc. per arrivare a unaeffettiva integrazione degli strumenti di monitoraggiodi tutto il Sistema;

- analisi dei sistemi informativi di altre proposteeducative coerenti con i principi del DESS UNESCO,progettazione e realizzazione di sinergie e integrazioni.

3. Sviluppo di forme permanenti di coordina-mento tra le educazioni alla sostenibilità di tuttii settori regionaliPer individuare e sviluppare azioni educative coordinatein grado di massimizzare l’efficacia delle politichedella sostenibilità, si prevede innanzitutto di rafforzarel’integrazione e la cooperazione tra le diverse strutturecentrali e periferiche interne alla Regione al fine digarantire il necessario raccordo tra settori regionaliattivi in materia di educazione alla sostenibilità(ambiente, salute, agricoltura, mobilità, scuola,sicurezza, cittadinanza, ecc.) valorizzando nel contempole specifiche competenze ed esperienze.Tra le iniziative che saranno promosse:- adozione di un metodo di lavoro che preveda una

costante informazione reciproca tra le singole

programmazioni e aree di integrazione e attivitàcomuni alle quali ciascun interessato possa associarsi;

- percorso di condivisione di una base comune teoricae metodologica tra i referenti delle educazioni allasostenibilità interni alle diverse strutture dellaRegione, al fine di promuovere una progettualitàintegrata e di settore con matrici comuni e coerentecon il DESS UNESCO (un possibile specifico moduloper il management di reti per l’ES);

- realizzazione di un piano di comunicazione e distrumenti integrati di promozione delle Educazionialla Sostenibilità (brochure per l’utenza che pre-sentano l’insieme delle opportunità, servizi estrutture, interconnessione dei siti web nella direzionedi un possibile portale delle educazioni DESS, libro-agenda, ecc.);

- condivisione e sviluppo di specifiche azioni di sistemagià avviate da diverse Direzioni Generali regionali(es. Progetti Ambiente e salute, Ambiente si laurea,Vetrina della sostenibilità, ConsumAbile, Politichegiovanili, infanzia adolescenza, ecc.);

- studio di nuove strategie di contributo allo svilupposostenibile e di compensazione delle emissioni diCO2 a livello globale, attraverso l’integrazione diazioni di Educazione alla sostenibilità in progettidi cooperazione internazionale promossi o partecipatidalla Regione Emilia-Romagna;

- sviluppo, sulla base delle esperienze già attivatein precedenza, di particolari progetti integrati erealizzazione di nuove iniziative di educazione chepossono essere ricomprese sotto la definizioneUNESCO di Educazione alla sostenibilità, quali:

“Educazione alla impresa sostenibile”- Sviluppo di una progettualità incentrata sull’impresa

e organizzazione come luogo in cui si impara,sull’imparare facendo nei luoghi in cui si innovaverso la sostenibilità;

- attività di informazione e sensibilizzazione, diffusionedella cultura dell'impresa sostenibile e diffusionedella cultura della sostenibilità all’interno dell’impresa(come si progetta e gestisce, con quali criteri estrumenti, ecc.);

- lavoro con scuole secondarie di secondo grado incollaborazione con imprese e organizzazioni soste-nibili (possibili stage e visite guidate a imprese).

Attività da realizzare attraverso:- iniziative di raccordo tra i progetti Vetrina della

sostenibilità e Ambiente si laurea (relazioni uni-versità/imprese per tirocini, tesi di laurea, ecc.).

- raccordo e continuità con il progetto Vetrina dellasostenibilità e suoi partner imprenditoriali e non;

- collaborazione con il Tavolo dell’imprenditoria ERe con gli Assessorati e Direzioni Generali Attivitàproduttive, Agricoltura, Turismo della Regione;

- collaborazione con CEA, Università e enti locali.“Educazione ambientale nelle aree protette”- Messa a sistema del patrimonio di esperienze e

professionalità maturate dalle aree protette inquesto campo;

- sviluppo e specializzazione del ruolo delle areeprotette nel sistema INFEA;

- messa a punto di progetti condivisi e coordinatitra diverse aree protette;

- qualificazione dell’offerta educativa delle areeprotette, anche attraverso la formazione el’aggiornamento degli operatori;

- progettazione e gestione di azioni trasversali eintegrate tra aree protette, CEA, Scuole, ecc.;

- integrazione della progettualità e delle risorsefinanziarie per le azioni di sostegno all’attivitàcomplessiva delle aree protette rispetto all’EA.

Attività da realizzare attraverso:- collaborazione tra strutture, Servizi e Direzioni

Generali Ambiente, Organizzazione, Agricoltura,Turismo della Regione;

- collaborazione tra Enti di gestione dei Parchi

Quanto sopra richiamato registra i nuovi significati efunzioni dell’educazione all’ambiente e alla sostenibilità,il come si è modificata in funzione degli scenari globalie locali a livello ambientale, economico, sociale,culturale, nonché delle nuove prospettive professionali,dello sviluppo delle tecnologie informative, di unamaggiore e più diffusa consapevolezza in merito alleresponsabilità collettive e personali circa la qualitàdell’ambiente, della riconosciuta necessità ed opportunitàdi coinvolgere i cittadini nelle politiche di governo delterritorio.Seguendo la definizione del DESS UNESCO e dellealtre Carte europee e nazionali di riferimento citate,l’educazione alla sostenibilità si attua in tre ambitidistinti con diverse metodologie e strumenti, ma traloro interconnessi:- l’educazione formale comprende il ruolo e la respon-

sabilità delle istituzioni deputate alla formazione adogni ordine e grado e i relativi piani dell’offertaformativa da orientare verso curricoli fondati suiprincipi della sostenibilità;

- l’educazione non formale comprende le agenzieformative del territorio quali i Sistemi INFEA e ESSe le specifiche strutture: CEA, Agenzie, Associazioni,ecc;

- l’educazione informale comprende i vecchi e nuovimedia, il cui ruolo dovrebbe e potrebbe orientarsimaggiormente verso la responsabilità, l’aperturae la partecipazione (come sembrano indicare il socialnetwork e il web 2.0) e si può esplicitare in processipartecipati di sviluppo locale, nella adozione disistemi di gestione sostenibile, ecc.

In sintesi si può affermare che obiettivo strategicogenerale della educazione alla sostenibilità è porsi alcentro dei processi di cambiamento, diffondersi nelterritorio (distretto formante), creare nuova cittadinanza,essere anticipatrice, sperimentatrice, palestra perpraticare futuri sostenibili possibili, piuttosto cheriparatrice o nostalgica.Obiettivi organizzativi e operativi per il sistema regionaleINFEA/ES sono:- assicurare una nuova e maggiore efficacia, diffusione,

trasversalità degli strumenti educativi e informativiattraverso:- il loro collegamento e affiancamento ai principali

strumenti di programmazione di livello regionalee locale;

- l’ampliamento dell’utenza dei percorsi educativiverso la popolazione adulta, le professioni,l’associazionismo, le imprese e le comunità locali,andando oltre una dimensione incentrata sullascuola in favore di una educazione permanente;

- l’attivazione di percorsi di innovazione metodologicae tematica;

- l’adozione di sistemi di qualità e di gestione, e distrumenti di verifica;

- lo sviluppo di logiche di cooperazione applicativa,di riuso e interoperabilità;

- andare oltre i monotematismi (non solo l’ambientema anche gli aspetti sociali ed economici), lebuone pratiche (farle divenire ‘nuovi standard’),le nicchie (non solo assessorati ambiente), laframmentazione e dispersione di attività neiterritori, le barriere (consolidare i legami tra leReti, le strutture e gli attori per l’INFEA e l’ES);

- assicurare un efficace e coerente indirizzo del governodel sistema, attraverso:- impegni formali da parte di tutti nel promuovere

l’ES; definire in modo puntuale il Perché, il Checosa, il Chi, il Come del Sistema dell’ES, coinvol-gendo i diversi attori e registrando gli impegnidi ciascuno per il sistema; verificare periodicamentee sistematicamente la salute e la funzionalità delsistema e delle sue componenti;

- un Patto istituzionale per lo sviluppo del sistemaINFEA e dell’ES (e il coordinamento delle risorse);

- una alleanza degli innovatori dentro e fuori la PAper consolidare i processi di cambiamento nell’otticadella sostenibilità, della coesione sociale, ecc.;

- promuovere una nuova organizzazione del sistemaregionale per l’INFEA/ES, adeguato a risponderealle necessità e richieste dei prossimi anni. Per fareciò occorre favorire:- l’integrazione e il coordinamento delle diverse

esperienze di attività educative e di sensibilizzazionepromosse nell’ultimo decennio da diversi settoridella Regione e delle Province: educazione am-bientale, fattorie didattiche ed educazione alimen-tare, educazione alla sicurezza stradale, educazionealla salute, educazione alla partecipazione, ecc.nel l ’ambito del la cornice comprensivadell’educazione alla sostenibilità (DESS UNESCO);

- il riconoscimento, rafforzamento, valorizzazionedei CEA (punto di riferimento territoriale stabile,competente ed autorevole per l’EA/ES in tutte lesue declinazioni) e delle Scuole Laboratorio di EAche con particolare qualità e continuità hannoattivato iniziative e ridefinito la propria missioneeducativa avendo come priorità la sostenibilità;

- l’evoluzione delle strutture (CEA, Scuole Laboratoriodi EA, agenzie) che promuovono l’ES verso nuoveintegrazioni e funzionalità;

- la sistematizzazione del supporto del SistemaINFEA da parte delle Agenzie scientifiche e formative(ARPA, ex-IRRE, Università, ecc.).

E) Aree di azione/obiettivi operativi del Program-ma regionale INFEA 2008-2010Il Programma regionale dell'informazione ed educazioneambientale (INFEA) è articolato in 10 “Aree di azione/obiettivi operativi”.Nell’ambito del triennio 2008/2010 saranno sviluppati,attraverso il Servizio regionale Comunicazione; Edu-cazione alla sostenibilità e le strutture del sistemaINFEA Emilia-Romagna, i seguenti obiettivi e azionicon specifiche modalità attuative di volta in volta

Page 8: di Lino Zanichelli · 2020. 11. 27. · dell’educazione e dell’ambiente per se-guire l’attuazione della Strategia. In Italia la Strategia UNECE, viene pro-mossa e attuata dal

costruiranno iniziative di livello regionale coinvolgentipiù strutture (CEA, Agenzie scientifiche, cooperative,associazioni, ecc.) e che saranno di riferimento perl’intero sistema regionale. Questi Team si darannomodalità di scambio, condivisione, lavoro collaborativoanche utilizzando piattaforme tecnologiche per lamanutenzione e la cura di comunità di pratica (progettoExtranet). Le suddette iniziative vedranno il concorsosinergico, anche a livello economico, dei partner chevi contribuiranno.

4. Aggiornamento e formazione permanentedi operatoriLa formazione permanente e l’aggiornamento profes-sionale degli operatori del sistema INFEA sono unostrumento indispensabile per la qualificazione delleattività e dei servizi offerti e per il riconoscimentodelle competenze. Nel prossimo triennio sarannoattuate e favorite specifiche attività formative rivolteagli operatori dei CEA e agli insegnanti. Inoltre:- proseguirà la collaborazione con l’Università di

Bologna, verranno studiate le opportunità di svi-luppare moduli di formazione e-learning (in coor-dinamento con il gruppo di lavoro interregionaleINFEA già attivo per la presentazione di uno specificoprogetto da realizzarsi all’interno dell’Accordo Stato-Regioni) incentrate sull’acquisizione di competenzeintegrate, sul modello dei crediti riconosciuti alivello europeo, che vedranno la collaborazioneanche di CEA, Università e Strutture di altre regioni,anche attraverso specifici momenti residenziali edi autoformazione; il tutto nell’ottica di creare unostrumento (sotto forma di Master, di Alta formazioneo di Specializzazione a seconda delle diverseesigenze) permanente e dinamico al tempo stessoche garantisca qualità formativa per gli operatoridei CEA e delle Risorse;

- saranno individuati percorsi professionalizzanti divario livello (per personale diplomato o laureato,per amministrativi o tecnici operanti sia presso iCEA che presso le amministrazioni locali);

- sarà favorita e attuata una specifica formazionelegata alle nuove competenze richieste agli operatoridei CEA: facilitazione di processi, gestione relazionisociali, metodologie di sviluppo di attività didatticheed educative nei confronti degli adulti, di particolariambienti e gruppi di cittadini (diversamente abili,stranieri, condomini, carceri, ecc.), di particolaritematiche (cittadinanza attiva, ambiente lavorativo,ecc.), valorizzando al massimo livello le esperienzesvolte negli scorsi anni a livello regionale edesperienze di eccellenza sviluppate a livello nazionaleo internazionale;

- sarà favorito lo sviluppo di competenze specifichein campo gestionale, organizzativo e manageriale,anche con approfondimenti relativi al tema delleorganizzazioni a rete;

- saranno organizzati, in analogia alle programmazioniprecedenti, seminari periodici tra gli operatori deiCEA dedicati a specifici temi di aggiornamentoprofessionale, riflessioni e scambi di esperienze;

- sarà approfondita la possibilità di realizzare percorsiformativi indirizzati agli amministratori e ai tecnicidegli Enti locali, al fine di riconoscere maggiormenteil valore aggiunto che gli strumenti educativi possonoapportare, se integrati alle politiche e agli strumentidi programmazione, e di creare la consapevolezzadelle potenzialità costituite dall’esistenza e dalpossibile ruolo dei CEA in questa direzione.

Per il mondo della scuola si intende ridefinire il progettoeducativo sviluppato in questi anni in un’ottica dicontinuità del processo formativo e nella prospettivadell’integrazione curricolare assumendo temi e strategiecorrelati all’educazione ambientale e all’educazionealla sostenibilità.L’obiettivo è quello di costruire un “prodotto” in cuisiano esplicitati gli elementi di un curricolo verticaledi educazione alla sostenibilità, la trama dei saperie delle competenze e i nessi con il versante dell’agire,nell’ottica della responsabilità e di un impegnosoggettivo alla costruzione di contesti di vita sostenibili.In particolare si perseguiranno:- il miglioramento delle competenze progettuali

nell’ottica della costruzione di curricoli “sostenibili”(progettazione e attivazione di curricoli ambientaliverticali; ricerca di modelli curricolari coordinatie integrati per l’attivazione di “saperi di cittadinanza”con specifico riferimento all’educazione all’ambientee alla sostenibilità);

- la partecipazione del sistema formativo allo sviluppolocale (costruzione di una pratica co-evolutiva nelrapporto tra scuola e territorio in cui prenda semprepiù consistenza la dimensione della “responsabilità”,sotto le forme della gestione e della cittadinanzaattiva; qualificazione dell’azione formativa scolasticaattraverso il collegamento con il territorio e con iCEA in esso operanti).

5. Potenziamento attività dei Centri di EducazioneAmbientaleIl potenziamento delle attività dei CEA e il loroconsolidamento, nel contesto degli indirizzi preceden-temente richiamati nel punto 1, sarà promossoattraverso l’utilizzo di una serie di strumenti (finanziari,patti territoriali, ecc.) che sarà definito compiutamentenell’ambito della prevista revisione legislativa e delcontestuale adeguamento normativo e finanziario(nella prospettiva di superare la forma del Bandoregionale annuale come principale forma di sostegnodella attività dei CEA).Fino alla esecutività della nuova Legge si proseguiràcon la indizione dei Bandi annuali finalizzati allarealizzazione di progetti e iniziative correlate aitematismi e alle problematiche ambientali contenutenel “Piano regionale di azione ambientale 2008/2010”e agli obiettivi generali del presente programma.

Ai CEA si chiederà di programmare le proprieazioni educative in modo coerente con le lineedi indirizzo regionale, attivando la più ampiapartecipazione dei soggetti presenti a livello delterritorio di riferimento, nonché tutte le possibilisinergie con altri CEA e con agenzie scientifiche.Ai CEA si chiede inoltre di collaborare strettamentecon gli Enti locali per portare a compimentoprogetti di educazione ambientale e alla soste-nibilità, che concretamente si possano inserirenel contesto territoriale cui fanno riferimento.In un contesto coerente con gli obiettivi diriorganizzazione del sistema secondo le lineeindicate nel precedente punto 1, si tenderà aduna ottimizzazione della offerta educativa sulterritorio in grado di valorizzare le specificità edeccellenze delle rispettive peculiarità territoriali.In progetti particolari del settore EA e ES verrannoprioritariamente coinvolti i diversi CEA sulla basedelle specifiche competenze e professionalitàmaturate.Saranno inoltre messe a disposizione dei CEApiattaforme tecnologiche per la manutenzionee la cura di comunità di pratica permanenti e/otemporanee tra CEA e/o altri soggetti di collabo-razione territoriale (progetto Extranet).Tra le azioni da intraprendere per il potenziamentodei CEA:- progetti speciali a favore degli enti locali per

favorire l’adeguamento delle strutture dei CEAper una maggiore sostenibilità;

- azioni atte a favorire l’accesso ai finanziamentiper l’acquisto di arredi sostenibili (“acquistiverdi”);

- azioni volte a favorire il consolidamento delpersonale dei CEA;

- aumentare le possibilità e occasioni di scambiotra i CEA e sviluppare la logica del “riuso” edella disseminazione delle esperienze e deiprodotti educativi.

6. Potenziamento attività Scuole Laboratoriodi EALa promozione di progetti e di specifici laboratoridi educazione ambientale nelle scuole verràattuata attraverso la promozione di azioni disistema in continuità con quanto avviato nelleprecedenti programmazioni, appositi Bandi perprogetti e iniziative correlate ai tematismi e alleproblematiche ambientali definite dal “Pianoregionale di azione ambientale 2008/2010”, ecc.Si prevede di dare continuità al lavoro sviluppatonegli ultimi anni (in particolare con il Progetto“Reti di scuole per lo sviluppo sostenibile” svi-luppato con ex-IRRE-ER e finanziato sia attraversofondi FSE sia con risorse della L.R. 15/1996),favorendo:- la costruzione e il consolidamento di reti di

scuole pilota a dimensione locale-regionale(attivazione di reti di scuole pilota per laprogettazione e la sperimentazione di uncurricolo ambientale integrato - vertica-le/orizzontale; potenziamento della metodologiadi lavoro in rete tra scuole che realizzanoesperienze curricolari integrate sui temidell’educazione all’ambiente e alla sostenibilità);

- il potenziamento e la disseminazione dei modellielaborati;

- partecipazione alle “vetrine” della scuola, cheespongono le migliori pratiche didattiche; - azioni atte a favorire l’accesso ai finanziamentiper l’acquisto di arredi sostenibili (“acquistiverdi”);

- l’utilizzo di piattaforme tecnologiche per lamanutenzione e la cura della comunità dipratica delle scuole sostenibili (progetto Ex-tranet) (creazione di un portale di lavorodedicato alle molteplici “comunità di pratica”costituite sul territorio regionale; manutenzionee consolidamento del sito Scuole sostenibiligià realizzato per la socializzazione e la docu-mentazione di buone pratiche).

7. Partnership, progetti e reti nazionali edeuropeeNell’ambito della cooperazione interregionale inambito INFEA con le altre Regioni e con i principaliattori del sistema nazionale (Comitato DESSUNESCO, associazioni ambientaliste, Università,enti di ricerca e formazione, ecc.) si svilupperannoattività di elaborazione e partecipazione a:- progetti interregionali dedicati (ad es. sviluppo

della progettazione relativa allo studio e allagestione di aree territoriali omogenee quali ilbacino padano, ecc.);

- progetti interregionali su formazione e figuraprofessionale operatori di educazione ambientalee alla sostenibilità;

- progetti e Bandi UE favorendo il coinvolgimentodegli attori del sistema INFEA (es. comunica-zione ambientale e raccordo tra URP, CEA,ecosportelli, ecc.);

- progetti in partnership con altre regioni europee(sviluppo rete RES costituita nel 2007);

- iniziative in collaborazione e per conto delComitato Nazionale Italiano UNESCO Italiaper il DESS.

In tutte le iniziative che saranno realizzate verràfavorito il coinvolgimento della rete dei CEA e/ovalorizzate le competenze ed esperienze di CEAspecifici, sia nella fase di progettazione che direalizzazione.

8. Informazione e ComunicazioneLe attività di comunicazione promosse dal Pro-gramma INFEA:

CENTOCIELI - numero 1 - anno 10 - settembre 2008 Programma di informazione ed educazione ambientale (INFEA)della Regione Emilia-Romagna per il triennio 2008-2010

regionali, Province che gestiscono Riserve regionalie CEA già operanti nei territori delle aree protette.

“Educazione, ambiente e salute”- Promozione di progettualità e iniziative volte a

collegare i temi ambientali e della salute (le pro-blematiche connesse con la qualità della vita neicentri urbani, i danni alla salute imputabili ai fattoridi rischio presenti nell’ambiente, l’assunzione dicomportamenti individuali e collettivi sostenibili);

- sviluppo progetto Ambiente e Salute (Laboratoriodi innovazione tra CEA).

Attività da realizzare attraverso:- collaborazione con il Gruppo di lavoro nazionale

“Marketing sociale” (Associazione comunicazionepubblica e ASL di Modena, Agenzia Sanitaria Re-gionale);

- collaborazione con ARPA – Settore Epidemiologiaambientale, Assessorato Sanità, Direzione GeneraleSanità e politiche sociali, Agenzia Sanitaria Regionalee ASL che hanno maturato specifica esperienza nelsettore, come quelle di Modena.

“Educazione all'energia sostenibile”- Sviluppo di progettualità e iniziative volti a collegare

i temi dell’energia, del cambiamento climatico, deicomportamenti ecosostenibili e della gestioneecoefficiente.

Attività da realizzare attraverso:- raccordo con campagna ConsumAbile (Direzione

Generale Ambiente), progetto Edures (ServizioEnergia Direzione Attività produttive), Laboratoridi innovazione INFEA sul tema dell’energia (retedei CEA), iniziativa DESS UNESCO per le Scuole;

- collaborazione con gli Enti promotori delle campagnee progetti sopracitati;

- collaborazione con CEA e altri soggetti del sistemaINFEA regionale con specifiche competenze edesperienze sviluppate sul tema.

“Educazione ai consumi sostenibili”- Sviluppo di progettualità e iniziative volti a collegare

i temi del consumo responsabile e consapevole coni temi dell’ambiente;

- sviluppo delle proposte emerse dal Seminario“Educazione ai consumi sostenibili” con CEA eAssociazioni consumatori dell’ER, a cui hannopartecipato esperti della Spagna (Monteveglio,dicembre 2007).

Attività da realizzare attraverso:- raccordo con la campagna ConsumAbile e altre

progettualità attivate dalla Regione nell’ambito del“Programma Consumatori”, Assessorato Attivitàproduttive, ERVET;

- collegamento con il programma Acquisti verdipromosso dalla DG Ambiente con il supporto diIntercenter;

- collegamento con progetto “Last minute market”;- collegamento con la Task force nazionale sui Consumi

sostenibili;- collaborazione con gli Enti promotori delle campagne

e progetti sopracitati;- collaborazione con CEA e altri soggetti del sistema

INFEA regionale con specifiche competenze edesperienze sviluppate sul tema.

“Educazione agro-ambientale”- Sviluppo di progettualità e iniziative volti a collegare

i temi dell’ambiente, dell’agricoltura, delle produzioniecosostenibili e della corretta alimentazione.

Attività da realizzare attraverso:- iniziative in raccordo con la programmazione della

Direzione Generale Agricoltura della Regione, gliAssessorati provinciali agricoltura, associazioniagricoltori e del biologico, associazione e campagnaslow food, rete fattorie didattiche, rete dei CEA,rete delle aree protette regionali, ecc.

“Educazione alla mobilità sostenibile”- Sviluppo di progettualità e iniziative volti a collegare

i temi della mobilità sostenibile, dell’ambiente, dellaprogettazione partecipata.

Attività da realizzare attraverso:- iniziative in raccordo con la programmazione della

Direzione Generale Reti infrastrutturali, Osservatoriosicurezza stradale, Servizio Mobilità Urbana eTrasporto locale, Agenzie ed Aziende del trasportopubblico locale; - iniziative in raccordo con laprogrammazione della Direzione Generale Culturae il Servizio Politiche giovanili (progetto Bike&Go);

- raccordo con progetti Pedibus (DG Reti e infrastrut-ture), Conta i tuoi ecochilometri (DG Ambiente);

- collaborazione con CEA e altri soggetti del sistemaINFEA regionale con specifiche competenze edesperienze sviluppate sul tema.

“Educazione alla cittadinanza”- Sviluppo di progettualità e iniziative volti a collegare

i temi dell’ambiente, della sostenibilità, dellapartecipazione attiva di giovani e cittadini alle sceltedelle comunità locali e regionale.

Attività da realizzare attraverso:- iniziative in raccordo con la programmazione della

Direzione Generale Politiche sociali e Servizio infanziae adolescenza, Associazione nazionale italianaCAMINA;

- iniziative in raccordo con sviluppi progetto e-democracy “Partecipa.Net” (DG Organizzazione,sistemi informatici e telematica);

- iniziative in raccordo con Associazione Cittadinanzaattiva e Associazione nazionale Agende 21 localie con esperienze di A21L attivate da Enti locali,CEA, e altri soggetti del sistema INFEA regionale(Scuole, associazioni, ecc.) con specifiche competenzeed esperienze sviluppate sul tema.

Per ciascuna delle possibili progettualità sopra richiamatesaranno costituiti team interdisciplinari che coinvolganole competenze e le migliori risorse disponibili nellestrutture regionali e sul territorio regionale, pubblichee private. Tali Team di progetto e realizzazione, inanalogia con i “Laboratori di innovazione” sviluppaticon le precedenti programmazioni, elaboreranno e

- si raccorderanno con gli orientamenti e gli indirizzidel Piano di comunicazione della Regione Emilia-Romagna che sarà definito dalla Cabina di Regiadella comunicazione;

- troveranno specifici collegamenti con Piano di azioneambientale per un futuro sostenibile 2008/2010 ein generale con tutte le attività di comunicazioneper lo sviluppo sostenibile (raccordo con le campagne“Liberiamo l’aria”, “Acqua risparmio vitale”,“ConsumAbile”; il progetto “Vetrina della sostenibilità”;il portale Ermesambiente, ecc.) pervenendoall’ulteriore poten-ziamento e qualificazione deglistrumenti attivati nell’ottica della interattività edella partecipazione, della convergenza multimedialee della multicanalità;

- prevederanno la partecipazione a fiere ed eventi(Ecomondo, SANA, Festa dell’aria, concorso “Contai tuoi ecochilometri”, ecc.);

- svilupperanno specifici strumenti per il lavorocollaborativo, la documentazione e la progettazionecomune tra la comunità professionale degli operatoridel sistema INFEA (utilizzo della piattaforma Extranetper i servizi di groupware per comunità tematiche,sviluppo di servizi in logica web 2.0, ecc.);

- vedranno l’elaborazione di un nuovo progetto(editoriale, grafico, periodicità) della rivista Centocielisia in formato cartaceo che on line, da definirsianche sulla base delle proposte dei CEA;

- individueranno forme di collaborazione e di sinergiadi funzioni tra i CEA e le strutture di comunicazionedegli EELL dedicate alla comunicazione e alle relazionicon il pubblico (URP, ecosportelli, ecc.);

- realizzeranno all’interno dell’URP regionale un puntoinformativo specialistico sulle tematiche dell’ambientee della sostenibilità;

- progetteranno nuove modalità di diffusione deimigliori prodotti ed elaborazioni di CEA e Scuole,in una logica di convergenza multimediale e multi-canale;

- progetteranno nuove modalità di fruizione deipercorsi educativi (possibile realizzazione di un CEAin “Second life”);

- incentiveranno (anche attraverso bandi e concorsi)la produzione autonoma di ragazzi e cittadini, aventeper tema la sostenibilità, di materiali video efotografici, l’espressione artistica, musicale e teatrale;

- utilizzeranno il canale digitale Lepida TV per proporree diffondere servizi educativi e informativi e lapiattaforma “Partecipa.Net” per la promozione dicanali di cittadinanza attiva;

- promuoveranno la diffusione sul territorio regionaledi una mostra/allestimento di esperienze itinerantiche si prestino a diffondere i temi della sostenibilitàe a promuovere occasioni di riflessione ed incontrocon le comunità locali, da organizzare anche conil contributo dei CEA.

9. Produzione e diffusione di materiali didatticiper insegnanti ed educatoriVerranno selezionati i migliori materiali didatticirealizzati da CEA, Scuole o altri soggetti privati eassociativi nell’ambito dell’autonoma programmazionedelle proprie attività e messi a disposizione dell’interosistema.Proseguirà la pubblicazione, nelle tre direttrici editorialiavviate, dei Quaderni INFEA Emilia-Romagna cheraccolgono e diffondono le migliori elaborazioni delsistema.Sarà approfondita la possibilità di organizzare per ilsistema INFEA/ES un servizio integrato per la produzionee riproduzione e diffusione di materiali didattici edivulgativi prodotti dalle strutture e progetti a livelloterritoriale (eventuale specializzazione di un CEA ostruttura dedicata), al fine di elevare la qualità deiprodotti e di realizzare economie di scala e di diffonderein modo adeguato gli stessi prodotti.Sarà valutata anche la possibilità, sempre nell’otticadi superare i limiti e le sovrapposizioni che a voltecaratterizzano i materiali abitualmente realizzati daiCEA, di individuare questioni strategiche (metodologiche,tematiche, ecc.) sulle quali può essere utile produrremateriali didattici da diffondere a livello regionale ecoinvolgere per la loro realizzazione diversi CEA (“Callfor papers”) che in forma di team lavorino coopera-tivamente e sinergicamente.Utilizzo del Centro stampa della Giunta regionale peri prodotti e servizi offerti a catalogo dalla strutturae per i materiali informativi di valenza regionaleprodotti dal sistema INFEA.

10. Promozione di una cultura della sostenibilitàTutte le iniziative che il presente Programma realizzeràsono tese alla costruzione e diffusione di una culturadella sostenibilità.Ciò non toglie che sul significato della sostenibilità,sull’importanza dell’affermazione di una maturazionee cambiamento del pensiero culturale della società,sia importante e necessaria una riflessione, unaelaborazione e un confronto continuo.Sarà pertanto progettata una iniziativa culturale acadenza biennale, secondo modalità da definire(rassegna/festival/evento), che affronti i temi dellasostenibilità in tutti gli aspetti culturali, educativi,sociali, economici, istituzionali anche con il concorsodi esperti di livello internazionale. Tale iniziativa, chesarà realizzata con il concorso delle Università dellaregione, delle fondazioni scientifiche e culturali, delleprincipali rassegne culturali regionali, ecc., non saràuna iniziativa convegnistica statica, in sé conclusa,ma un laboratorio di idee permanente che si svilupperàprima durante e dopo gli eventi previsti.Tale iniziativa, che prenderà inoltre spunto dai casidi successo dei Festival di filosofia, di letteratura ecc.sarà tesa a coniugare l’alto livello di elaborazione conla divulgazione alla cittadinanza.

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CENTOCIELI - numero 1 - anno 10 - settembre 2008

INFEA: un programma partecipatosostegno sia a livello tecnico che politico,di avviare una più incisiva integrazionedelle attività e delle risorse economichesu progetti di interconnessione.Nei prossimi mesi si avvieranno le primefasi attuative del Programma con:• l’assegnazione dei finanziamenti per idue Bandi INFEA rivolti rispettivamentealle Scuole e ai Centri di EducazioneAmbientale;• le attività di proposta di una nuovaorganizzazione del sistema INFEA (èprevista la prosecuzione degli incontricon le Province e l’apertura di un’ulteriorediscussione on-line con tutti i soggettidel Sistema);• attività di integrazione delle educazionialla sostenibilità a livello regionale.

Come detto il Programma è il frutto diuna grande fase di ascolto delle voci ditutti i soggetti che a diverso titolo sioccupano di educazione ambientale efanno quindi parte del Sistema regionaleINFEA.Per rafforzare gli intenti e l’operativitàverrà proposta a tutti questi soggetti (pub-blici, privati e associativi) la sottoscrizionedi un patto teso a far convergere le diverseazioni educative che saranno sviluppatedai diversi soggetti, ciascuno secondo leproprie specificità e competenze, versol’attuazione complessiva degli obiettivicondivisi individuati dal programma.

Il Programma INFEA 2008-2010 dellaRegione Emilia-Romagna nasce conl’obiettivo di dare attuazione ai program-mi internazionali, europei e nazionali sultema dello sviluppo sostenibile, tradurrequindi in pratica una nuova idea di futuroche parta dalla consapevolezza che ilproblema del surriscaldamento del pianetarappresenta la principale emergenza at-tuale e dei prossimi decenni.Il Programma sancisce la necessità dipassare dalla Educazione Ambientale allapiù complessa Educazione alla Sosteni-bilità, come sollecitato dalla Carte inter-nazionali e come recepito dagli indirizziprogrammatici nazionali. Un’educazioneper orientarci verso un sistema di vitapiù sostenibile in ogni ambito e non soloin quelli più facilmente riconducibiliall’ambiente.Il Programma, proprio per dare concre-tezza a questo nuovo approccio sosteni-bile per il futuro, è stato costruito inmaniera partecipata attraverso un percorsoche ha registrato il contributo di unapluralità di soggetti che a vario titolo sisono occupati e si occupano di educazioneambientale.

Un primo contributo fondamentale è statofornito dalla Ricerca EA 10+, una com-plessa indagine su dieci anni di esperienzedi educazione ambientale in Emilia-Romagna promossa, nel 2006, dalla Com-missione regionale L.R. 15/1996.La Ricerca, che ha visto la partecipazionedi centinaia di operatori e diverse decinedi migliaia di studenti di tutta la regione,ha fornito interessanti spunti rispetto alleesigenze di evoluzione dei bisogni cuideve rispondere il sistema regionale IN-FEA, oltre ad utili indicazioni per dareattuazione a importanti obiettivi relativiall’assetto organizzativo del sistema re-gionale INFEA.

Altro contributo fondamentale è statofornito dalle consultazioni che sono statepromosse con tutti i soggetti del sistemaed in particolare con gli enti rappresentatinella Commissione regionale L.R.15/1996 (Province, Università, altri settoriregionali, esperti, ecc…), i Centri di Edu-cazione Ambientale, i Centri di Ricerca,le Agenzie scientifiche, ecc.È stata inoltre promossa una discussioneallargata attraverso nuovi strumenti diriflessione (forum on-line a partecipazionelibera che ha registrato 32 interventi)nonché strumenti tradizionali (alcuniincontri specifici e un incontro generaleche ha visto la partecipazione di 52 per-sone in rappresentanza di 37 soggetti delsistema).Gli interventi hanno sollevato importantiquestioni e formulato proposte non solorispetto agli obiettivi specifici del nuovoprogramma triennale ma soprattutto sullariorganizzazione del sistema. È stata sot-tolineata la necessità di sviluppare unapproccio multisettoriale che veda il coin-volgimento reale di vari settori delle

pubbliche amministrazioni, e non solo,per la promozione di attività trasversali.Un’altra sollecitazione per il passaggiodall'educazione ambientale all'educazionealla sostenibilità, è quella di uscire dauna dimensione molto legata alla scuolae di andare verso l'educazione permanentelungo tutto l’arco della vita.Sono stati infine promossi, anche per dareconcretezza a quanto segnalato nei forumrelativamente alla promozione di un ap-proccio multisettoriale, approfondimentispecifici sviluppati con le strutture ditutte le Direzioni generali della Regioneper definire le linee di attivazione di nuoveattività trasversali di coordinamento trale diverse educazioni alla sostenibilità.Il Programma si muove nell’ottica diattrezzare il sistema INFEA perché siapiù solidale, unisca le forze e faccia con-vergere sempre più le risorse organizza-tive ed economiche verso l’obiettivo co-mune di rafforzare interventi attivicondivisi e integrati di educazione allasostenibilità.Per questi motivi nel Programma, che èarticolato in 10 aree di azione, accantoagli obiettivi tesi a garantire corretteattività di informazione e comunicazione,supporto a CEA e Scuole, formazionepermanente degli operatori e valorizzazio-ne delle loro competenze, documentazionee monitoraggio delle attività del sistema,emergono alcuni punti qualificanti.

L’impegno per una evoluzione orga-nizzativa del sistema INFEA che devevedere:• una maggiore integrazione delle suecomponenti e coordinamento delle espe-rienze• l’esplicitazione delle responsabilità deidiversi soggetti e quindi: un più forte edefinito ruolo di coordinamento a livelloprovinciale; un rapporto stabile di sup-porto delle agenzie scientifiche e forma-tive; un nuovo assetto organizzativo deiCentri di Educazione Ambientale chedevono essere riconosciuti come punti diriferimento territoriale stabile, competenteed autorevole per l’Educazione Ambien-tale e l’Educazione alla Sostenibilità intutte le sue declinazioni.

Questa riorganizzazione troverà necessa-ria formalizzazione in una proposta diaggiornamento della L.R. 15/1996 che siprevede di presentare entro la fine diquest’anno.Da questo punto di vista diverse interes-santi indicazioni sono giunte dalle con-sultazioni già svolte per la predisposizionedel Programma. Allo stesso tempo rite-niamo interessante dare uno sguardo alleesperienze in corso in altre regioni doveci si è orientati verso soluzioni che vedonola promozione di una forte partecipazionea livello provinciale, o di altre realtà dovela gestione dell’intero sistema è stataaffidata ad un unico soggetto che prov-vede poi al coordinamento delle singolerealtà territoriali. Ogni realtà presenta

caratteristiche differenziate e quindi ognimodello risulta difficilmente esportabilesoprattutto tenendo conto della comples-sità e strutturazione del sistema INFEAdell’Emilia-Romagna.

Il Programma prevede lo sviluppo diforme permanenti di coordinamen-to/integrazione tra tutte le educazionialla sostenibilità promosse dai diversisettori regionali e incentivi perché questoavvenga anche a livello territoriale. Inquest’ottica diverse esperienze sono giàstate avviate con successo in questi ultimianni (vedi “Vetrina della Sostenibilità”),ma l’obiettivo è quello di incrementareulteriormente queste iniziative conl’intenzione di farle diventare una praticapermanente di lavoro e programmazione.

La promozione di una cultura dellasostenibilità è specificamente inclusa tragli obiettivi del Programma che dovràtrovare le forme idonee a promuovereconoscenza, attivare relazioni costruttivetra soggetti e interlocutori qualificati.Appare evidente che per una sua pienaattuazione questo Programma ha bisognodella partecipazione, del coinvolgimentoe del contributo di tutti i soggetti disponi-bili e attivi sul territorio regionale, dellepersone, delle professionalità, delle ideedi una molteplicità di persone ed enti chesi riconoscono nei suoi obiettivi. Del

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Torna anche quest’anno la Settimana na-zionale di iniziative per il Decennio perl’Educazione allo Sviluppo Sostenibile(DESS) promossa dall’UNESCO. È il mo-mento in cui convergono azioni nate un po’ovunque in tutto il Paese, sotto la spinta diuna pluralità di organismi – scuole e uni-versità, amministrazioni locali e regionali,associazioni di volontariato, ambientaliste,culturali e di solidarietà, parchi ed areeprotette, ma anche sindacato e imprese –che si sono resi disponibili a coordinarsiper un’azione più efficace di educazioneambientale.Certo, i fatti mostrano oggi che siamo difronte ad una vera e propria soglia storicache richiede decisivi cambiamenti nel nostromodo di vita.Ormai da qualche anno, la lettura di uncambiamento climatico graduale legatoall’aumento dell’effetto serra cede il postoalla ben più grave valutazione che la varia-zione enorme della concentrazione di CO2

in atmosfera abbia indotto una rottura dellastabilità dei cicli climatici aprendo la stradaad eventi imprevedibili e distruttivi. Da qui

la necessità di una riduzione massicciadell’uso dei combustibili fossili – conside-rati responsabili del fenomeno – nella spe-ranza di ripristinare quella stabilità.Ma il cambiamento del bilancio energeticomondiale è suggerito, con eguale perento-rietà, anche dalla evidenza che ormai assu-me il limite di disponibilità degli stessicombustibili fossili, innanzi tutto petrolioe gas, evidenza che si traduce in modosempre più sanguinoso nella geopoliticadelle risorse energetiche. Anche da qui,dunque, una spinta ad accelerare l’adozione,nel sistema energetico, di tecnologie dirisparmio e per l’uso delle fonti rinnovabili.Ma anche una spinta a riconsiderare proprioil nostro modello di vita, sempre più basatosulla quantità piuttosto che sulla qualità,poiché neppure il ricorso alle fonti rinno-vabili è compatibile con l’irrazionalità dellaspoliazione degli spazi nel territorio e dellerisorse fisiche disponibili. E soprattuttoperché passare da un bilancio energeticobasato sui combustibili fossili ad uno basatopiuttosto sulle fonti alternative richiede unaenorme trasformazione ingegneristica e

organizzativa che richiede tempi forse in-compatibili con l’urgenza del cambiamento.Da qui, appunto, la necessità di un’analisilucida della cultura della quantità che im-pronta le nostre società.Ma già alla svolta della fine del secolo cisi è resi conto che protocolli e accordiinternazionali hanno vita grama se nonvivono della partecipazione convinta deicittadini: nasce così la campagna che leNazioni Unite hanno affidato nel 2005 alloro braccio culturale, l’Unesco, con ilDecennio per l’Educazione allo SviluppoSostenibile (DESS 2005-2015). Non bastal’evidenza degli eventi drammatici dellosconvolgimento climatico o delle guerreper l’energia – è questa la valutazionecondivisibile – ad innescare politiche vir-tuose, se poi queste politiche non si realiz-zano quotidianamente nella società.In ogni caso, queste prospettive richiedonosì politiche economiche fortemente inno-vative, supportate da molta ricerca scienti-fica e tecnologica, ma soprattutto richiedonola scelta consapevole, da parte dei cittadini,di comprare qualità della vita piuttosto che

quantità di cose.Così il discorso si concentra su questostraordinario processo culturale collettivoche rappresenta in definitiva la nostra chan-ce più efficace nel tempo difficile che si èaperto dinanzi a noi.Fin dall’inizio del DESS, sono venute cre-scendo le iniziative promosse in tutta Italia,in particolare nell’autunno con la Settimananazionale, dedicata all’energia (2006), aicambiamenti climatici (2007) e quest’annoalla questione Rifiuti, con tutte le implica-zioni che essa ha con la questione Energia.Le strutture, i centri, gli organismi promossidalle Regioni sono stati protagonisti diquesto sforzo e ciò è stato alla basedell’accordo recentemente stretto tra laCommissione Nazionale Italiana UNESCOe le Regioni con l’idea che proprio questestrutture possano, d’ora in avanti, rappre-sentare una sorta di appoggio permanentee decentrato per il DESS UNESCO.

Regioni e cittadini al fianco dell’UNESCOper una nuova cultura della sostenibilità

CENTOCIELI - numero 1 - anno 10 - settembre 2008

Gianni MattioliPresidente del Comitato Scientificodel Decennio per l’Educazioneallo Sviluppo Sostenibile

Negli ultimi due anni (2007/08), e in con-tinuità con precedenti esperienze che hannovisto protagoniste le scuole della regioneEmilia-Romagna, è stata sviluppata unaricerca sulla costruzione del curricolo se-condo una prospettiva ecologica. Si è trat-tato di un’ampia riflessione sulla progetta-zione curricolare a partire dai percorsicondotti sul territorio regionale da retiscolastiche con il coordinamento scientificodell’Agenzia scuola.La trasversalità del paradigma ambientenella società contemporanea sollecita unimpegno congiunto dei diversi soggettiistituzionali e decisori nell’elaborazione dirisposte e strategie adeguate a delineare unsistema di governo integrato in cui ciascunopossa svolgere un’azione efficace.Per questo la Regione Emilia-Romagna hasvolto un ruolo di supporto e finanziamentoriconoscendo al progetto un’importanzastrategica.La ricerca realizzata mostra che è possibileguardare al curricolo da una prospettivaanalitica che ne rivisita i modelli costitutivi,con l’obiettivo di produrre un gradualemiglioramento qualitativo nella progetta-zione e una maggiore consapevolezza dellemetodiche utilizzate.Diversi istituti scolastici, a partire dallascuola dell’infanzia, sono stati sollecitatia leggere le prassi attivate in chiave ecolo-gica, “smontando” progetti, esperienze epercorsi, ambiti disciplinari coinvolti estruttura curricolare.Si è visto che il paradigma ecologico puòcontribuire a modificare le interazioni trale parti del “sistema curricolo”, spesso inpositivo, soprattutto quando fa emergere lepriorità, i meccanismi e le forme che con-figurano un sistema di scelte e di relazionidinamiche all’interno del “prodottocurricolo”, nonché quale idea di competenzae di persona si voglia privilegiare, qualistrumenti adottare e quale senso riconoscere

all’esperienza formativa che viene elaboratanella nostra scuola.I docenti protagonisti di questa ricerca sulcurricolo ecologico si sono messi in giocodivenendo ricercatori sul versante dellaprogettazione curricolare e ponendo in di-scussione gli obiettivi, i modelli e gli stru-menti dell’agire educativo. È stata adottatauna metodologia narrativa che si è avvalsaanche di strumenti di rilevamento descrittivoin cui ciascuna scuola ha riportato la propriaesperienza e le linee di sviluppo possibili.Viene così a prendere forma un’idea dicurricolo che si apre a raggiera ben oltre ilcerchio delle discipline (il tradizionalecurricolo a canne d’organo) per innestarsisull’esperienza dell’allievo comprendendo-ne le dimensioni fondative: l’esperenzialitàe la capacità espressiva, la socialità e lecompetenze relazionali e comunicative, ivalori, la progettualità… un curricolo che,oltre a metabolizzare le necessarie compe-tenze culturali, vorrebbe consolidare quellecompetenze esistenziali che accompagnanonel tempo le persone.Un’idea innovativa di curricolo, e quindidi scuola, che sa misurarsi con il quadro diriferimento nazionale (nuove Indicazioni,nuovo obbligo formativo…) per riformularein modo autonomo e creativo, ma anchesaggio e rigoroso, progettazione e azionenei diversi contesti territoriali, nonché perdeclinare significati condivisi rispetto aglistandard essenziali che ciascun sistemadovrebbe essere in grado di garantire.Le scuole dell’Emilia Romagna testimonia-no un diffuso impegno nell’E.A. (nel sitosono raccolte le esperienze di 140 Istituti).Sempre più l’ambiente diventa per la scuolaun grande laboratorio di ricerca e azioneconsapevole, asse unificante del curricoloche consente una più efficace costruzionedei saperi, delle identità e dei comporta-menti. L’assunzione in un contesto didatticodel “paradigma ambiente” sollecita il ripen-

samento del curricolo, il rinnovamentodella didattica in senso laboratoriale, losviluppo di competenze di cittadinanza, lacostruzione di una scuola “ecosistemica”.

Il Percorso di ricerca ha assunto e fattoproprie alcune visioni culturali sul temadel curricolo:• Curricolo come “sistema di scelte”.• Docente come professionista riflessivo.• Una nuova concezione del curricolo che

comprende esperienze, elaborazione disignificati, protagonismo del soggetto; co-struzione di competenze di vita…• Dal curricolo a canne d’organo (paradig-ma oggettivo-analitico) al curricolo orien-tato all’esperienza (paradigma ecologico-sistemico).• Un curricolo integrato, non cumulativoche ha al centro la persona (inseritaall’interno di una comunità).• Un curricolo che lega saldamente la di-mensione disciplinare con la dimensioneformativa (valori della cittadinanza).• Un curricolo pluridimensionale, doveaccanto e dentro le discipline (che restanofondamentali) trovano spazio “dimensionialtre” che hanno uguale importanza (vedila valorialità, la relazionalità, la progettualitàdei ragazzi…).

Le strategie e i criteri posti a fondamentodella ricerca sono rappresentati da unaconcezione ermeneutica del progettare,dalla prospettiva del miglioramento incre-mentale, da una visione delle reti scolastichecome comunità di pratica, dall’adozione diprecisi descrittori per la rappresentazionedella “fenomenologia del curricolo”. Questoimplica assumere in modo autoriflessivotutta la situazione scolastica (esperienzaalunno/scuola-progetto/curricolo) e consi-derare l’Educazione Ambientale come fi-nalità trasversale di tutto il curricolo.

La ricerca ha dimostrato che un similelavoro implica un impegno per il migliora-mento che non possiamo dare scontato: lescuole non possono essere lasciate sole inquesto percorso. Contiamo di proseguirela ricerca e di allargarla a quelli che paionoessere segmenti strategici del sistema cur-ricolo. Si tratta di individuare i modellididattici più significativi, di esplicitare glielementi, gli approcci e i paradigmi fondantidi un curricolo ecologico, di svilupparecompetenze strategiche collegando la co-struzione dell’identità culturale (saperiformali) alla formazione di una cittadinanzaattiva (saperi sociali).

Verso un’ecologia del curricoloper una scuola della sostenibilità

Milena BertacciEx IRRE Emilia-RomagnaCommissione regionale L.R. 15/1996

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CENTOCIELI - numero 1 - anno 10 - settembre 2008

il come costruire apprendimento sul terri-torio attraverso una rete di soggetti, formalie non, chiamati a collaborare fra di loroperché hanno in comune la vocazione for-mativa. Tali soggetti potrebbero dar vitaad un patto per l’educazione alla sostenibi-lità avente come nodo di rete una strutturaaffidabile (accreditabile) quanto a compe-tenza e attività. Detta struttura può vederegli attuali CEA, ma anche le scuole, leassociazioni, insomma una pluralità di attoriche potrebbero vestire i panni di centri, sein grado di assumere un tale ruolo, indivi-duato da linee guida regionali e inseriti inpiani provinciali. Si deve aprire al plurali-smo e all’interdisciplinarità, il centro inpiù deve saper svolgere una funzione dipresidio.La terza questione riguarda il governo diquesto sistema, che parte da un programmapluriennale della Regione, che stanzia lerisorse, ma a loro volta le realtà territorialiarricchiranno il loro carnet partecipandoad iniziative ad ampio raggio, in collabora-zione con imprese, organizzazioni italianee straniere. Un fondamentale livello diprogrammazione e di coordinamento dovràavvenire in ambito provinciale. Il program-ma delle varie province non servirà soltantoad applicare le indicazioni regionali, ma aporre in relazione le attività che il territoriostesso mette in atto, individuando ancheforme di cofinanziamento.

Sarà necessario costruire un centro di co-ordinamento per tutte le azioni dedicatealla sostenibilità, messe in atto dai varisettori della stessa Regione, al fine di fornireanche qui indirizzi unitari e incentivareforme di collaborazione tra centri locali didiversa emanazione: di supportoall’autonomia scolastica, scuole laboratorioper l’ES, ARPA, fattorie didattiche, ecc.,perdare maggiore efficacia all’integrazione trasaperi e progetti formativi.I centri non dipenderanno dunque da unsolo assessorato, ma dovranno essere disupporto ad una politica ambientale e so-ciale dell’intero territorio.

La modalità d’azione è quella della ricerca– intervento, con la capacità di approfondi-mento e di progettazione, attraverso processipartecipativi e l’aspirazione a voler incideresulle politiche come esito della formazione.Una esperienza in atto con le scuole e leprovince del Po, anche di regioni diverse,e l’Autorità di Bacino, ha messo in evidenzacome sia possibile costruire reti che orga-nizzino un progetto, articolato, che possa

Un primato nel campo dell’educazioneambientale la nostra Regione lo può certa-mente vantare: la legge regionale n. 15 del1996 è stata la prima in Italia ad impegnarsiin tale settore con la forza di un provvedi-mento legislativo, ed ha costituito di annoin anno un centro di interesse, sia per iconsistenti investimenti finanziari, ma so-prattutto per aver offerto alle politicheambientali, anche negli accordi a livellointerregionale, nazionale e oltre,l’attenzione della dimensione formativa,che, oggi è acclarato, ma allora si trattavadi una sensibilità molto innovativa, devecostituire l’anima della progettazione ter-ritoriale, per migliorarne la qualità e faracquisire maggiore consapevolezza.

Questo importante lavoro politico e cultu-rale è stato recentemente oggetto di unamonumentale ricerca, a dieci annidall’emanazione della legge stessa, ancoraun volta unica nel suo genere, dalla qualesi possono trarre molti stimoli di riflessioneutili non solo a migliorare il governo diquesto sistema, ma anche a mettere manoad una nuova elaborazione legislativa, perstare al passo con i tempi.Il primo nucleo di discussione è il passaggiodall’educazione ambientale, come oggettodi sapere, soprattutto di carattere naturali-stico, ad una cultura dello sviluppo soste-nibile, come processo permanentedell’individuo, lungo tutto l’arco della vita.Questo comporta un duplice mutamentodi prospett iva: dal l’essere benenell’ambiente al farsi concretamente caricodella sua conservazione, da una visionepuramente scolastica dei saperi, ad unascuola che diventa “presidio” nel proprioterritorio, nella prospettiva dell’educazionepermanente.La sostenibilità non deve aumentare solola conoscenza, deve cambiare la vita, nonsolo in una visione ecologica da aree pro-tette, ma in un mutamento antropologicodei comportamenti sociali e nei vari settoridella produzione. Lavorare in tale direzione,anche nella scuola, significa interessarsidei reali processi di cambiamento e inter-venire nello sviluppo del proprio territorio,tutto questo non può essere lasciatoall’iniziativa di alcuni operatori, ma devepreoccupare la strategia dell’intero istitutoo sistema locale rispetto alle azioni possi-bili. Ciò potrà contribuire a motivare igiovani, ma anche gli adulti, ad assumerele necessarie conoscenze perché finalizzatealla formazione della cittadinanza attiva.Il secondo aspetto della questione riguarda

far leva sui saperi ambientali, sulle politichee sulle strategie formative. Occorre quindiche in queste reti venga garantito, ed è ilquarto momento, un costante processo diapprendimento: non si tratta soltanto dierogazione di servizi e ancor meno di com-piti prevalentemente di tipo amministrativo.Il modello di governo sarà sempre più qua-lificato se all’interno i vari soggetti potrannocondividere un percorso di confronto eapprofondimento continui. Si tratta di co-municazione, di documentazione, di condi-visione, di ricerca comune, un circolo vir-tuoso al quale dovrà partecipare anche lapolitica, non solo per monitorare la qualitàdegli interventi, ma da essi attingere pernuove indicazioni programmatiche, ancheper far maturare lo stesso concetto di soste-nibilità, che, com’è noto, è costantementesoggetto al cambiamento dei comportamentie dei contesti.

La partecipazione, riscoperta molto oppor-tunamente da Agenda 21 locale, serve nonsolo a costruire la decisione, ma ad incre-mentare le relazioni; le reti locali oltreall’aspetto conoscitivo devono far vivereproficuamente l’esserci e questo contribuiràal rafforzamento del senso di appartenenzae di condivisione di un’etica pubblica eambientale con tanti nuovi arrivi dai piùsvariati paesi del mondo. Ma questo valeanche per i nostri giovani che dimostrano,dalla sopraccitata ricerca, di conoscerepochissimo le aree protette del nostro terri-torio regionale, un sforzo enorme per cu-stodire e valorizzare il paesaggio.

Qualche indicazione per la riforma della legge n. 15 del 1996

Metti la formazione tra ambiente e politica

Giancarlo SacchiUfficio Scolastico provinciale di PiacenzaCommissione regionale L.R. 15/1996

Quello che conta di più è il sostegno allaqualificazione permanente dei centri edelle realtà territoriali in una rete provin-ciale e regionale, ed alla motivazione deglioperatori; l’ente pubblico deve concentrarsisu questi obiettivi e valorizzare le espe-rienze virtuose per incoraggiare il miglio-ramento, ponendo l’accreditamento solo,come si è detto, quale garanzia di affida-bilità dei nodi locali. I CEA oggi sono ingrande trasformazione culturale, bisognaaccompagnarla aiutando le professionalità,che sono il vero propellente per continuarenell’impresa, ma che spesso vivono un po’ai margini, per far in modo che vi siadavvero un contributo da parte di tutti alcomune sviluppo.

Si dice che l’educazione alla sostenibilitàsia una strategia a legame debole e dunquenon possiamo applicare su di essa principiorganizzativi che rischierebbero di abbat-terla definitivamente, la sociologia ci in-segna che per mantenere questo legame ènecessario ricondividerne continuamentele finalità e i progressi, per crescere insie-me. Un sistema di questo genere non avràmolta visibilità mediatica, ma di sicuro hapiù efficacia pedagogica.

Foto: Archivio F

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Le prospettive di una scienza per la sostenibilità:nuovi spazi e ruoli per l’educazione ambientale

da ricondurre anzitutto alla storia diun’errata gestione idraulica praticatada secoli e basata sulla canalizzazionedell’asta del fiume e sul ricorso al conti-nuo rialzo degli argini per la difesa dallericorrenti esondazioni.Ma sono state aggravate negli ultimicinquant’anni dai processi di sviluppodisordinato, che hanno interessatol’intera area padana, sostenendo la proli-ferazione di fitte reti infrastrutturali, ac-celerando dinamiche urbanistiche e inse-diative incontrollate e inducendo ladiffusione di comportamenti individualie collettivi di aggressione all’integritàdegli ambienti di vita. Gli effetti di de-grado ambientale causati da tali processisono evidenti su una parte consistentedell’asta fluviale: abbassamento impres-sionante dell’alveo dovuto alle esorbitantiattività estrattive, con conseguente alte-razione delle relazioni, di rilievo ecologicoessenziale, che connettono l’alveo allefasce riparie; perdita di qualità dell’acquaper gli elevati carichi di inquinanti dellepiù svariate tipologie e per il persisteredi un uso scriteriato di questa risorsafondamentale; perdita di diversità dispecie e habitat di valore naturalistico ebanalizzazione dei paesaggi.

Comincia ad essere percepita anche ladimensione degli enormi danni econo-mici associata al decadere delle funzioninaturali dell’ecosistema fluviale e al venirmeno dei servizi essenziali, valutabilianche in termini monetari, che sono resicon continuità dal capitale naturale inclusonei sistemi ambientali in buona salute.La ricostruzione ecologica attraverso ilripristino di stati di equilibrio dinamicodei caratteri morfologici, idrologici edambientali del sistema fiume - golenadiventa un’opzione strategica per ridurreil rischio idraulico, conservare la quantitàe migliorare la qualità delle acque. E perrecuperare funzioni, servizi e risorse pre-ziose per lo sviluppo.Ma l’efficacia di queste azioni (guardandoanche ai processi di scala globale associatiai cambiamenti climatici) sarà ancorainadeguata se non ci si affiderà, dal livellonazionale a quello locale, a politicheurbanistiche e territoriali integrate e cen-trate su un’idea dello sviluppo che tendaa migliorare, contestualmente, il gradodi coesione economica, sociale ed am-bientale.È il messaggio lanciato dal congressonazionale di Piacenza: riportare il fiumeal centro delle politiche e riscoprirne ilruolo ecologico e, insieme, il ruolo dimotore dello sviluppo economico; ripar-tire dal fiume per ripensare il territorio;fondare le prospettive di uno svilupposostenibile sulla tutela e valorizzazionedei beni della natura e dell’ambiente.È un messaggio carico di speranza, dibuona capacità di futuro. Fa leva sullostimolo di normative europee fortemen-te innovative, dalla Direttiva Habitat del1992 alla Direttiva Acque del 2000.E si collega, nell’ispirazione e nelle fina-lità, ai presupposti e ai contenuti di unascienza (e di un’etica) della sostenibilità,da costruire facendo convergere disciplinestoricamente separate nell’analisi e nellagestione di sistemi complessi e inerente-mente imprevedibili: il cui funzionamentoregge sulla molteplicità di interazioni chelegano i processi evolutivi della natura edella vita alle dinamiche della società edelle culture.

Ma quel messaggio, che accoglie la sfidadella sostenibilità, sappiamo che non èpienamente condiviso; la mia sensazione

Parto da una riflessione su mie esperienzerecenti di coinvolgimento a vario titolosu temi padani: il lungo anno di prepara-zione del congresso nazionale del Po chesi è tenuto a Piacenza nel novembre 2007;la giornata di lavori del congresso dellaSocietà Italiana di Ecologia (Parma, set-tembre 2008) dedicata all’aggiornamentodelle conoscenze ecologiche sul bacinoidrografico padano; la laboriosa costru-zione del progetto CIDIEP “Partecipareil Po” con le scuole delle province rivie-rasche del fiume. Il quadro interpretativodello stato presente del fiume e delleforzanti che lo hanno determinato cosìcome delle auspicabili e possibili azionidi recupero e ripristino si sta delineandoabbastanza chiaramente. Le principalicriticità del presente assetto del Po sono

è che sia scarsamente condiviso. Vi sioppongono interessi solidissimi e tenaciresistenze: tra queste, l’arroccamentodelle discipline nei fortini dell’accademia,la loro riluttanza a rinnovarsi e a comple-mentarsi. Si sa, d’altra parte, quanto gran-de e diffuso sia il deficit di “democraziacognitiva”, quanto sia faticosa una“riforma del pensiero” che aiuti a supe-rare le frammentazioni, quanto sia difficilediffondere una cultura critica che assumala dimensione dell’incertezza (nelle dina-miche della natura e della società enell’evoluzione dei saperi) come riferi-mento capace di generare responsabilitàe comportamenti cautelativi.La ricostruzione ecologica del nostroterritorio attraverso l’adozione di nuovimodelli di sviluppo è anzituttoun’operazione culturale ambiziosa che sisnoderà su percorsi complessi, su tempilunghi (coi quali dovranno sincronizzarsigli sguardi dei decisori) e con forme ine-dite e impegnative di partecipazione.Non è immaginabile che possa avere suc-cesso se non è sorretta, già da ora,dall’impulso di un sistema formativo ca-pace di rinnovarsi e di proiettare sul futurole sue risorse professionali e le sue poten-zialità di ideazione e sperimentazione.La scuola come luogo fondativo di unnuovo possibile approccio al futuro tornaal centro della nostra attenzione. Ancheperché lo sviluppo sostenibile non puòessere compreso ed attuato, in una pro-spettiva interculturale che alimenti il dia-logo e la solidarietà, che come processodi apprendimento sociale, come integra-zione dell’ambiente formativo edell’ambiente sociale.

Ma esistono anche difficoltà non trascu-rabili di ordine teorico e metodologico,che rimandano al cuore di un progetto discienza della sostenibilità.Manchiamo intanto di conoscenze essen-ziali di ambito naturalistico che ci con-sentano di rappresentare e capire i nessitra organizzazione e funzionamento degli

CENTOCIELI, quadrimestrale promosso dall’Assessorato Ambiente e Sviluppo sostenibile

– Servizio Comunicazione, Educazione alla Sostenibilità, Regione Emilia-Romagna. Numero

1 - anno 10 - settembre 2008 - Aut. Tribunale Bologna n. 6934 del 3/8/99 – Sped.

Abb. Post. Art. 2, comma 20/c Legge 662/96 D.C.I., E-R (Bo). Direttore Responsabile:

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Pier Francesco Campi, Paolo Tamburini, Giuliana Venturi. Collaborazione redazionale

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ecosistemi e la loro evoluzione in rispostaad eventi di disturbo. E i metodi, purpromettenti, di cui disponiamo – per lavalutazione degli assetti ecologici, per lastima economica delle risorse ambientali,per la definizione di scenari gestionalialternativi, per l’analisi di performancedei percorsi di partecipazione – sonoancora in una fase embrionale, di speri-mentazione preliminare.Serve promuovere conoscenza, far fio-rire nuove idee, dedicarsi all’elaborazionedi una cultura e di una teoria della soste-nibilità (il Programma Regionale INFEAinclude questi obiettivi nel decalogo delle“aree di azione”): è una scelta che vacontrocorrente e vuole contrastare il do-minio di una pervasiva “cultura dei fatti”,che da tempo, in realtà, è responsabiledi non pochi misfatti ai danni della qualitàdei nostri ambienti di vita.In questo orizzonte (di promesse, di op-portunità, ma anche di prevedibili asprez-ze e conflitti) l’educazione ambientalepuò occupare spazi amplissimi e funzioniinedite ed esprimere un ruolo determi-nante nella promozione di qualificateattività di ricerca e formazione e di azioniincisive sul territorio. Dovrà dotarsi diuna capacità di progettazione costruitasu conoscenze aggiornate e rapporti diinterlocuzione attiva e paritaria con inuclei più consistenti e significativi deisaperi espressi dalla ricerca e dalle pro-fessioni.E potrà assumersi il ruolo di motore diuna nuova cultura d’ambiente, contri-buendo ad attivare relazioni costruttivetra innovazione scientifica e tecnologicae processi di effettiva partecipazione alledecisioni che riguardano la tutela ambien-tale e, contestualmente, lo sviluppo eco-nomico e la qualità della vita sociale.

Ireneo FerrariUniversità di Parma - CIDIEP (Colorno)Commissione regionale L.R. 15/1996

CENTOCIELI - numero 1 - anno 10 - settembre 2008

Foto: Archivio F

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