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Newsletter n° 33SOMMARIOScambi Italia­Med• Genova­Istanbul: cultura e storia, apripista per gli affariMed Flash• World pass: nasce la rete degli sportelli perl'internazionalizzazione• Consorzi per l'internazionalizzazione: i nuovi contributi• Nuovi vertici per la WAIPA• Halal Food Middle East• MENA e Africa Sub­Sahariana: progetti e opportunità diinvestimentoCrisi ed Economia Mediterranea• Italia/Turchia – Primo comitato imprenditori 2013• Algeria: clima di affari "stabile" e "promettente" ­ ITA/ENG• Il Marocco e il MADE in ITALY• Turchia ­ Gli effetti del nuovo programma di incentivi agliinvestimentiWindow of Opportunity• Ankara ­ i prossimi bandi di gara nel compartoinfrastrutture• Algeria: opportunità nel settore delle costruzioni in unalogica di partenariato• Marocco: MASEN lancia prima gara programma solare da2mila MWSviluppo e partenariato Euromed• UPM: nuovo progetto per imprenditoria femminileITA/ENG• Euromed: conflitti pesano sul Pil, perdite per 5mila mld in2030• Ue: entro giugno il punto su relazioni con vicini Sud Med• Employment and Territorial Development: UfM to organisefirst Mediterranean Economic Conference in TunisiaApprofondimenti• When migration policy has an influence on trade• Osservatorio Mediterraneo n. 8: mondo del lavoro esindacato in Egitto e TunisiaPalestra Mediterranea• La crisi iraniana tra speranze e timori• Guerra senza quartiere ai gruppi terroristi nel deserto delMali• Noi e la primavera arabaSegnalazioni

ParalleliIstituto Euromediterraneo delNord­Ovestwww.paralleli.orgResponsabile: Marcella RodinoRedazione Italia: Claudio TocchiRedazione Med: GiuseppeMancini, Abdellatif Taboubi,Ambasciatore Angelo Travaglini________________________tel. 011 [email protected] iscriversi alla newslettercliccare qui.

Con il sostegno di:Rete Camerale Nord Ovestper il Mediterraneo

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SCAMBIITALIA­MEDGenova­Istanbul: cultura e storia, apripista pergli affari

Istanbul ­ Giuseppe ManciniGalata, nautica e tanta cultura. A fine gennaio, il comune diGenova ha organizzato una spedizione a Istanbul per farepromozione, per tessere legami economici e istituzionali, perporre le basi di un vasto progetto di valorizzazione fondatosui rapporti storici tra le due città. Franco Aprile, ilpresidente di Liguria International – la società regionale perl'internazionalizzazione delle imprese – ha espresso aDevelop.med tutta la sua soddisfazione per i risultatiottenuti: “Abbiamo avuto incontri con un centinaio diimprenditori nell'area di Tuzla ­ il distretto cantieristico enavale più importante del paese ­ e abbiamo ricavato ottimeimpressioni sulla possibilità di future collaborazioni.Mercoledì 30 gennaio, l'assessore alla Cultura e al Turismodel Comune di Genova, Carla Sibilla, ha inaugurato unamostra fotografica dedicata al capoluogo ligure, nel centroculturale della municipalità di Beyoğlu, proprio nel cuoreeuropeo della città. Stefano Goldberg, l'autore degli scatti,ha ritratto “luoghi vivi e reali”, ha proposto “Sguardiincantati” – questo il titolo della mostra, programmata pertre settimane fino al 23 febbraio – sul porto, sull'acquario,sui cantieri navali in piena attività, sulle friggitorie, suipalazzi nobiliari, sulle viuzze, sulla verticalità del legame trail mare e le colline circostanti. La mostra ha ricevuto lasponsorizzazione dell'Ansaldo Energia e della Turkish Airlines(Thy), la compagnia di bandiera turca che ha attivato da unanno – 40.000 i passeggeri trasportati nel 2012 – il volodiretto Genova­Istanbul (da giugno sarà giornaliero). Unasponsorizzazione strategica, dunque.Del resto, la dimensione economica ha avuto uno spazio diprimo piano nella missione, con la partecipazione di dieciaziende leader del settore navale e nautico. Franco Aprile, ilpresidente di Liguria International – la società regionale perl'internazionalizzazione delle imprese – ha espresso aDevelop.med tutta la sua soddisfazione per i risultatiottenuti: “Abbiamo avuto incontri con un centinaio diimprenditori nell'area di Tuzla ­ il distretto cantieristico enavale più importante del paese ­ e abbiamo ricavato ottimeimpressioni sulla possibilità di future collaborazioni.L'interesse per gli accessori, il know­how, il design italiani èun dato costante e questa missione è in ogni caso un segnodi continuità visto che portiamo ormai da 20 anni aziende inTurchia, dove adesso stanno raccogliendo i frutti del boomeconomico”. Per il futuro, c'è l'intenzione di concentrarsisoprattutto sul settore agro­alimentare con iniziative mirate“di penetrazione sul mercato turco”. Vengono valorizzateanche le opportunità enormi del settore turistico: la Liguriaha infatti partecipato – come ulteriore elemento dellamissione – alla Emitt, la Fiera del turismo del Mediterraneoorientale annualmente presa d'assalto – vetrina

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prestigiosissima – da operatori e curiosi.Ma i legami tra Istanbul e Genova sono molto più cheventennali. L'assessore Sibilla, nel suo discorso perl'inaugurazione della mostra, ha citato come esempioScipione Cicala, l'aristocratico genovese che – nel XVI secolo– venne rapito dagli ottomani, si fece musulmano, divennegiannizzero e corsaro, poi grand'ammiraglio della flotta ebrevemente persino gran vizir (primo ministro) alla corte deisultani. E’ Sinan (di Genova), il Kapudan Paşa (da capitano)a cui Fabrizio De André ha dedicato la celebre canzone:“Equesta a l'è a memöia/ a memöia du Cigä/ ma 'nsci libbri destöia/ Sinán Capudán Pasciá”. Il nome turco di Cicala –Cağaloğlu, corruzione di Cigalaoğlu (“figlio di Cicala”) – halasciato evidenti tracce di sé nella toponomastica di Istanbul:è il nome di un quartiere conosciutissimo proprio ai piedi delpalazzo imperiale di Topkapı, diventato in tempi moderni –fino a qualche anno fa – la sede dei più importanti quotidianie case editrici; e anche di un hamam storico, oggifrequentatissimo dai turisti. Ma genovese ancor prima èstato – per popolazione e non solo per richiamo nominale –l'intero quartiere di Galata sul Corno d'oro: insediamentocommerciale e poi formalmente colonia genovese per secoli,dal 1273 fino alla conquista ottomana del 1453. Rimangonoin piedi – in precario stato di conservazione – numerosiedifici di quell'epoca, in una zona adibita a magazzini ecommerci, senza indicazione alcuna che ne ricordi le origini.Al contrario della torre­fortezza trecentesca di Galata,ovviamente, che svetta sulla silhouette di Istanbul e forniscealla municipalità di Beyoğlu – nei cui confini amministrativi sitrova – il simbolo stilizzato, per visitatori un punto diriferimento immancabile.Uno dei progetti che l'assessore Sibilla mi ha personalmenteillustrato – con visionario entusiasmo – è particolarmentesignificativo e azzeccato: la creazione di un percorso di visitanei luoghi genovesi di Istanbul, insieme operazione direcupero della memoria e di valorizzazione turistica. Unprogetto che è solo uno dei molti allo studio in un pianod'azione che vuole integrare cultura ed economia, la cuirealizzazione verrà nelle intenzioni facilitata da un formalegemellaggio da perfezionare nei prossimi mesi, al momentocon la sola municipalità di Beyoğlu e non conl'amministrazione metropolitana di Istanbul. “Esisteva già unprotocollo d'amicizia e cooperazione. Noi vogliamo fare cosegià nell'immediato”, ha spiegato a Develop.med Carla Sibilla.“Vogliamo uscire dalla retorica delle repubbliche marinare,abbiamo già pianificato per il futuro, non ci poniamo limiti”.Un futuro prossimo, perché l'assessore ha anticipato che giàsi sta lavorando a una missione in direzione opposta: contour operator e giornalisti turchi che si recheranno a breve aGenova, con attività culturali – compresa una mostrafotografica su Istanbul – e una grande festa per formalizzareil gemellaggio per l'appunto quest'estate. Verranno coinvoltinell'iniziativa gli imprenditori che operano tra l'Italia e la

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Turchia.Ma Genova guarda anche oltre, punta sulla programmazionee sulla cooperazione istituzionale per rendersi di nuovoprotagonista sul Bosforo. Al momento si tratta solo di ipotesida raffinare, ma le idee sembrano lucide e ben assortite: ilprestito a un museo di Istanbul di “un pezzo unico di risalto”,un oggetto altamente rappresentativo proveniente dallecollezioni civiche. La partecipazione all'annuale festival deljazz e a quello operistico en plein air in estate, con artisti eproduzioni genovesi. Una grande mostra sui rapporti tra laRepubblica di Genova e l'Impero bizantino prima e ottomanopoi al palazzo­museo di Topkapı. Un progetto pluriennale –“fondato sullo scambio di immagini, oggetti e documenti” –di altre mostre e conferenze sul tema delle “vie dell'arte tramedioevo ed età moderna”, per ricostruire quello che è stato“un flusso ininterrotto attraverso i secoli”: Genova e l'Islam,le ceramiche turche di Iznik a Genova, i tappeti e i tessutiturchi dei commercianti e collezionisti genovesi, gli arredi ele opere preziose dalla Turchia ottomana nelle dimoregenovesi, le ambascerie genovesi a Istanbul. La cultura e lastoria come fondazione e apripista per gli affari.

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MED FLASHWorld pass: nasce la rete degli sportelli perl'internazionalizzazioneFirmato anche accordo Mise­Unioncamere: 10 mln perpromozione Pmi. Passera: “Fare sistema per far crescere ilnumero delle Pmi esportatrici”.Sono oltre 70mila, secondo le stime di Unioncamere, leimprese italiane i cui prodotti e le strategie di businesssarebbero pronti a varcare i confini nazionali. Tuttavia,queste aziende non hanno ancora deciso di prendere lastrada dell’internazionalizzazione.È soprattutto a realtà come queste che sono destinati iservizi della nuova rete degli Sportelli perl’internazionalizzazione, presentati il 21 febbraio dalMinistro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, e dalpresidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello.Costituiti presso tutte le Camere gli Commercio, i 105sportelli rappresentano l’attuazione dell’input, giunto dallaCabina di regia costituita dal Governo e dai recentiprovvedimenti normativi, di attuare una strategia comunedi tutti i soggetti coinvolti nelle politiche di supportoall’internazionalizzazione delle imprese. Alle Camere dicommercio, quindi, spetta il compito, in sinergia con le altreistituzioni competenti, di realizzare il punto di contattoprimario sul territorio, mettendo a disposizione servizi perl’insediamento e la crescita delle Pmi all’estero, dando vitaad un servizio con caratteristiche omogenee e comuni sututti i territori.Presso gli Sportelli, le imprese potranno contare sulsupporto di oltre 300 unità di personale formato nelleCamere italiane, e su un pool di oltre 30 esperti cherisponderà in tempo reale alle domande delle imprese, daiquali ottenere:• servizi certificativi per l’estero: informazioni su normativee disposizioni attinenti i documenti necessari per esportare,convenzioni internazionali, certificati, visti e tutti gli atti perl’estero, nonché il rilascio dei certificati/documenti necessariall’impresa;• primo orientamento: su Paesi e mercati, settorieconomici, normative internazionali, analisi sullapropensione all’export, trend di mercato.• informazione a assistenza: su formalità per aprireun’impresa di import­export, fasi di un’operazionecommerciale internazionale, informazione sui principi dimarketing internazionale, analisi sull’esportabilità deiprodotti;• assistenza specializzata: su certificazione, proceduredoganali, fiscali e assicurative; normative internazionali;diffusione dei programmi e dei calendari; costituzione disocietà all’estero, contrattualistica internazionale;

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finanziamenti internazionali e comunitari, informazioni sulleopportunità offerte da Simest e Sace.Le Camere di commercio vantano una strutturata esperienzadi assistenza alle imprese all’estero. In tutte le sediprovinciali, infatti, sono già presenti Uffici estero operativinella gestione delle procedure per l’export. La differenza –ed il valore aggiunto – delle nuove strutture è rappresentatadal nuovo modello di assistenza specializzata, costruita sulleesperienze d’eccellenza, che realizzerà il collegamento tra leimprese che vogliano operare oltre confine e tutte lestrutture che si occupano di promozionedell’internazionalizzazione: Regioni, rete diplomaticaconsolare, Camere di commercio italiane all’estero, Cameremiste, uffici dell’Agenzia ICE, sistema associativo.La rete degli Sportelli si avvarrà di una serie di strumentiinformativi messi a disposizione sul sitowww.worldpass.camcom.it, di fonte camerale, Agenzia ICE eministero degli Affari esteri. A breve vi confluiranno ancheservizi specializzati di Sace e Simest.Il prossimo passo sarà la realizzazione di un’unicapiattaforma informatica che consenta la piena interazionedei diversi Sportelli della rete e l’interazione con le altreistituzioni centrali e regionali. La piattaforma metterà afattor comune i patrimoni informativi della rete nazionale edestera delle Camere, degli uffici dell’Agenzia ICE, delleambasciate e degli uffici consolari, consentendo anchel’aggiornamento in tempo reale dei report sui Paesi e lerisposte all’utenza sulle diverse aree geografiche diinteresse.“L’export e la proiezione internazionale delle nostre imprese–ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico CorradoPassera – rappresentano un’opportunità fondamentale per laripresa e la crescita del sistema produttivo italiano. Negliscorsi mesi, abbiamo completamente riformato il sistema disupporto all’internazionalizzazione, avviando la nuova Ice,varando il Piano Nazionale Export, riorganizzando il sistemadi attrazione degli investimenti esteri con il Desk Italia eponendo le basi per la creazione della nuova ExportBancaattraverso l’integrazione di Sace e Simest in Cassa Depositie Prestiti. Un ruolo essenziale in questa operazione diriforma ­ resa possibile dal coordinamento effettuato dallaCabina di Regia per l’internazionalizzazione – è svolto dalleCamere di Commercio, che rappresentano il casello d’entratadell’autostrada dell’internazionalizzazione per tantissimePmi. Gli sportelli che avviamo oggi sono proprio un ulterioree importante passo in avanti per offrire alle nostre impreseun punto di riferimento più efficiente e coordinato peraffrontare le sfide dell’export“ ha concluso Passera.“World Pass – sottolinea il presidente di Unioncamere,Ferruccio Dardanello ­ sarà la porta d’accesso alleautostrade dell’internazionalizzazione. E lo farà utilizzando

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una dovizia di strumenti nuovi e messi in comune conl’Agenzia Ice, con la quale già da tempo il sistema cameralecollabora promuovendo iniziative congiunte”."Siamo lieti di aver contribuito a questa iniziativa checonsente di rafforzare il presidio sul territorio per le aziendeche vogliono internazionalizzarsi – ha sottolineato ilPresidente dell’Agenzia ICE, Riccardo Monti ­ e saràsenz'altro di grande utilità per gli operatori potersi avvaleredella estesa piattaforma informatica dell'Agenzia ICE".Sempre oggi è stato firmato l’Accordo di Programma Mise –Unioncamere che destina 10 milioni di euro (nell’ambito delFondo di Perequazione del sistema camerale) ad azioni disupporto allo sviluppo delle Pmi che, sulla base di lineeguida concordate col ministero, riguardano l’innovazionetecnologica, la diffusione della banda larga, la costituzioni direti di impresa e lo stimolo all’autoimprenditorialità.

Consorzi per l'internazionalizzazione: i nuovicontributiIl dl Sviluppo e il Decreto dell’11 gennaio scorso hannodefinito i nuovi contributi per i consorzi perl’internazionalizzazione: fino al 50% dei progetti approvatidal MiSE per Consorzi di almeno cinque PMI con sede inalmeno tre regioni diverse. Scade il 15 marzo il termine perpresentare le domande.Il Decreto Ministeriale del 22 novembre scorso e il Decretodel Direttore Generale per le politiche diinternazionalizzazione e la promozione degli scambi dell'11gennaio 2013 hanno stabilito i criteri e le modalità per laconcessione dei contributi ai Consorzi perl’internazionalizzazione. Il Decreto Sviluppo ha introdottorilevanti novità in materia di consorzi con vocazioneall’export, abrogando i Consorzi export, quelli agro­alimentari, turistico­alberghieri e agro­ittico­turistici peristituire la nuova figura dei Consorzi perl’internazionalizzazione. Questo nuovo soggetto giuridicopresenta profonde novità rispetto alle precedenti figureconsortili, con l’obiettivo di evidenziare l’ampliato ambito dioperatività di queste nuove figure commerciali che possonoavere ad oggetto una vasta gamma di attività, dalladiffusione internazionale dei prodotti e dei servizi delle PMIal supporto della loro presenza nei mercati esteri, ancheattraverso collaborazione partenariato con impreseestere. A tutto questo vengono aggiunti l’importazione dimaterie prime e di prodotti semilavorati, la formazionespecialistica per l’internazionalizzazione, la tutela di qualità einnovazione. Altro elemento di novità è rappresentato dallapossibilità di ampliare la compagine consortileassociando al consorzio anche enti pubblici e privati,banche e imprese di grandi dimensioni, sia pur nondestinatari del contributo pubblico.

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I Consorzi per l’internazionalizzazione possono ottenere uncontributo fino al 50% delle spese sostenute eapprovate dal MiSE per lo svolgimento di attivitàpromozionali di rilievo nazionale perl’internazionalizzazione delle PMI. Le novità di maggiorerilievo sono rappresentate dall’introduzione di un limiteminimo e massimo di spesa del progetto edall’individuazione di criteri di valutazione con unpunteggio soglia minimo al di sotto del quale ilconsorzio non sarà ammesso al contributo. La scelta diintrodurre tali criteri è stata dettata dalla necessità di nonparcellizzare le risorse pubbliche con l’erogazione dicontributi di entità esigua e dalla volontà di operare inun’ottica di valorizzazione della capacità progettuale estrategica dei consorzi stessi.I requisiti necessari stabiliscono che tali Consorzi debbanoessere costituiti ai sensi degli art. 2602 e 2612 e seguentidel Codice Civile, o in forma di società consortile ocooperativa da PMI industriali, artigiane, turistiche, diservizi e agro­alimentari aventi sede in Italia. In essipossono, inoltre, partecipare imprese del settorecommerciale. E’ ammessa la partecipazione di entipubblici e privati, banche e grandi imprese, purchénon usufruiscano di contributi statali.Fondamentali sono, inoltre:• la vocazione internazionale dei prodotti e dei servizidelle PMI in questione;• il supporto alla propria presenza nei mercati esteri ancheattraverso la collaborazione e il partenariato con impreseestere;• il divieto di distribuzione degli avanzi e degli utili diesercizio di ogni genere e sotto qualsiasi forma alleimprese consorziate o socie anche in caso di scioglimentodel Consorzio o della società consortile o cooperativa; e• il possesso di un fondo consortile interamente sottoscritto,versato almeno per il 25%, formato da singole quote dipartecipazione non inferiori a € 1.250,00 e non superiori al20% del fondo stesso.

L’erogazione dei contributi del Ministero non è prevista perimprese in liquidazione o soggetti a procedure concorsuali.I progetti di internazionalizzazione finanziabili devonoprevedere specifiche attività promozionali di rilievonazionale per l’internazionalizzazione delle piccole emedie imprese, con una spesa ammissibile noninferiore a € 50.000,00 e non superiore a €400.000,00 e deve coinvolgere, in tutte le sue fasi,almeno cinque PMI consorziate provenienti da almenotre diverse regioni italiane, appartenenti allo stessosettore o alla stessa filiera. Ricordiamo infatti che dallalegge Bassanini in poi (legge 59/97) è previsto che la

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promozione dell’internazionalizzazione sia delegata alleRegioni, a meno che non si tratti di iniziative a livellomultiregionale. È possibile prevedere il coinvolgimento,attraverso un contratto di rete, di PMI non consorziatepurché in numero non prevalente rispetto a quello delleimprese consorziate coinvolte. I progetti presentati daconsorzi con sede legale in Sicilia o Valle d’Aostapossono anche avere una strutturazione mono­regionale, prevedendo il coinvolgimento di sole impresecon sede legale in una delle due regioni citate e possonoprevedere anche una durata massima di tre anni. In tal casole attività previste devono essere strutturate e collegate traloro in un’ottica di sviluppo strategico in merito agli obiettiviche si intendono raggiungere.Le iniziative sottoposte alle agevolazioni del Ministeroriguardano partecipazioni a fiere e saloni internazionali,show­room temporanei, incoming di operatori esteri, incontribilaterali fra operatori, workshop e/o seminari in Italia conoperatori esteri e all’estero, azioni di comunicazione sulmercato estero, attività di formazione specialistica perl’internazionalizzazione, la realizzazione e registrazione delmarchio consortile.Vai al sito MISE

Nuovi vertici per la WAIPALa Turchia assumerà la vicepresidenza della WAIPA,l’Agenzia Mondiale di Attrazione Investimenti, per il biennio2013­2015. WAIPA è un’organizzazione non governativafondata nel 1995 e vuole essere un foro di cooperazione escambio delle migliori prassi nella promozione e sviluppodegli investimenti.Tale ruolo sarà ricoperto dall’ISPAT, l’agenzia governativaturca per l’attrazione degli investimenti, che è stata votatadal 65% delle 164 agenzie in rappresentanza di 122 Paesi inoccasione della 18° Conferenza WAIPA 2013 tenutasi aGinevra.La Turchia succede alla Spagna mentre la presidenza diWAIPA è andata ad Hong Kong, che succede al Brasile. İlkerAvcı, Presidente di ISPAT, ha voluto così commentarel’importante risultato alla stampa: "La nostra elezione allavicepresidenza della WAIPA coincide con gli sforzi di ISPATper la promozione degli investimenti e per lo sviluppo distrategie su scala settoriale e nazionale per attrarre gliinvestitori internazionali”.

Halal Food Middle EastSi è svolta nell'emirato di Sharjah la prima iniziativafieristica nel settore alimentare certificato halal, aperta a

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operatori del settore quali enti di certificazione e aziendeagro­alimentari certificate provenienti da oltre 20 Paesi. Perl’Italia erano presenti l’Ente certificatore Halal Italia e alcuneaziende. A breve il bando per l’importazione della carnebovina italiana imposta negli Emirati in seguito allaencefalopatia spongiforme bovina.Si è svolta, a metà dicembre, nell’emirato di Sharjah(Emirati Arabi Uniti) la prima iniziativa fieristica nel settorealimentare certificato halal. La manifestazione, denominataHalal Food Middle East era aperta a operatori del settorequali enti di certificazione e aziende agro­alimentaricertificate provenienti da oltre 20 Paesi. Per l’Italia eranopresenti l’Ente certificatore Halal Italia e alcune aziende tracui un produttore di bresaole. Nel settore delle carnidovrebbero aprirsi numerose opportunità per le aziendecertificate nel momento in cui verrà sollevato il bando perl’importazione della carne bovina italiana imposta negliEmirati in seguito alla encefalopatia spongiforme bovina. Laprocedura di adeguamento alla normativa prevista dalleAutorità locali sta per concludersi. Halal Food sarà infattinuovamente presente negli Emirati in occasione della FieraGulf Food, congiuntamente a una delegazione di aziendealimentari della provincia di Modena.(Fonte: www.consdubai.esteri.it)

MENA e Africa Sub­Sahariana: progetti eopportunità di investimentoEdilizia e infrastrutture, ambiente, energia, medicale e ict:sono i comparti al centro del seminario sulle opportunità dibusiness per le imprese piemontesi in MENA (Medio Orientee Nord Africa) e Africa Sub­sahariana, che si è svolto aTorino il 18 febbraio al “Centro Congressi Torino Incontra”.L’iniziativa è stata organizzata dal Centro Estero perl’Internazionalizzazione su incarico della Regione Piemonte edella Camera di commercio di Torino nell’ambito delprogetto di filiera “Infrastrutture e logistica” del Piano perl’internazionalizzazione (di Regione Piemonte e UnioncamerePiemonte e cofinanziato dal Fondo di Sviluppo e Coesione)."L’incontro di oggi si inserisce in più ampio programma chela Camera di commercio di Torino porta avanti con il CentroEstero per l’Internazionalizzazione ­ ha spiegato AlessandroBarberis, Presidente della Camera di commercio di Torinoche ha aperto i lavori ­. Abbiamo illustrato i programmi e leopportunità d’affari generati dal gruppo Banca Mondiale,dall’International Finance Corporation (IFC) e dallaMultilateral Investment Guarantee Agency (MIGA), in unterritorio che solo di recente vede aumentare gliinvestimenti da parte delle nostre aziende e dove leopportunità di business sono numerose in molti settori,come l’edilizia, le infrastrutture il medicale. Tuttavia, quando

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si opera in aree del mondo in via di sviluppo o segnate dacondizioni di instabilità politico­economica, è fondamentalepoter mettere in sicurezza il proprio progetto imprenditorialee diventa quindi prezioso il supporto di queste importantiistituzioni”.“Nell’ambito di questo progetto di filiera – ha sottolineatol’assessore regionale allo Sviluppo economico, MassimoGiordano ­ si potranno avere opportunità pubbliche e privateche prevedano sempre di più la partecipazione congiuntadelle nostre imprese per la progettazione e realizzazione diopere infrastrutturali. Le attività si concentreranno su areegeografiche strategica, come appunto il nord Africa, dovesono previsti grossi investimenti e attività di riqualificazioneterritoriale turistico, storico, ambientale e territoriale. Ilnostro fine primario è sviluppare una pienainternazionalizzazione, che aiuti lo sviluppo delle impresetramite maggiori opportunità all’estero, realizzando unastruttura globale più solida e competitiva”.“Le opportunità di affari generati dal Gruppo Banca Mondialesono ingenti, solamente lo scorso anno sono stati approvatioltre 35 miliardi di investimenti per 253 progetti. Questifinanziamenti generano centinaia di contratti per le aziendedei paesi membri. Nel 2011, per fare un esempio, le aziendeitaliane se ne sono aggiudicati 46, per un valore di oltre 355milioni ­ ha commentato Giuseppe Donato, presidente diCeipiemonte ­. Il progetto di filiera “Infrastrutture elogistica” nasce proprio con l’obiettivo di introdurre,accompagnare e far crescere le pmi piemontesi dei settoriinteressati, creando un’aggregazione di aziende che agiscain modo sinergico e coordinato, che possa competere perpartecipare all’assegnazione di progetti pubblici e privati,attraverso un approccio pluriennale strutturato".

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CRISI ED ECONOMIAMEDITERRANEAItalia/Turchia – Primo comitato imprenditori2013

Istanbul ­ Giuseppe ManciniLo sviluppo delle relazioni economico­commerciali tra Italia eTurchia è stato al centro del “primo comitato imprenditori2013” organizzato a Istanbul dall’Ambasciata italiana con lanostra comunità imprenditoriale nel paese. Il summit è statol’occasione per fare un bilancio dell’anno appena concluso,con un interscambio (pari a circa 20 miliardi di dollari) che,seppure il lieve calo, vede la tenuta delle esportazioniitaliane.Il sistema economico italiano gode in Turchia di eccellentesalute. L'interscambio italo­turco ha sfiorato nel 2012 ilrecord dell'anno precedente: poco meno di 20 miliardi didollari contro i 22 del 2011. Quel che è più importante, acalare sono state solo le esportazioni turche in Italia, mentrequelle italiane in Turchia sono rimaste pressoché invariateattestandosi sui 13 miliardi e mezzo in valore, con un saldopositivo per circa 6 miliardi e mezzo di dollari. Gliinvestimenti italiani sono addirittura aumentati, di ben il57% (per un totale di 161 miliardi di dollari). E come spessomesso in evidenza su Develop.Med, si stima che le impreseitaliane che operano in Turchia siano circa 1000. “Pur nelledifficoltà della crisi globale, ci sono motivi che ci inducono apensare positivamente”, è il commento dell'ambasciatoreGianpaolo Scarante in apertura – a Istanbul, il 7 febbraioscorso – dell'annuale incontro col mondo degli affari italiano.Un’occasione istituzionalizzata di cordiale confronto – nellacornice di palazzo Venezia, già rappresentanza dellaSerenissima – a cui hanno preso parte circa 50 imprenditori(compresi quelli di estrazione levantina, italiani ma cittadiniturchi), le autorità diplomatiche e consolari, i rappresentantidell'ex Ice e del Sace (Istituto per i servizi assicurativi delcommercio estero).“Il rapporto tra Italia e Turchia è sano e virtuale, fondato sudi una complementarietà economica oggettiva”, hacontinuato Scarante, menzionando il ruolo pionieristico diFiat e Pirelli, a partire da 50 anni fa, nell'industrializzazione enella modernizzazione della Turchia. La presenza attualedelle grandi imprese di costruzione è di primissimo piano,come la Astaldi che ha già realizzato un'autostrada e il ramodella metropolitana sulla sponda asiatica di Istanbul, che staportando a termine il terzo ponte sul Corno d'oro su cuitransiterà la nuova metropolitana sulla sponda europea eche inizierà a maggio i lavori per il terzo ponte sul Bosforo.Novità degli ultimissimi anni è poi l'arrivo massiccio dipiccole e medie imprese che vengono incentivate dacondizioni favorevoli, “dalla gamma molto ampia diopportunità”, dalla possibilità di sfruttare il paese cometrampolino di lancio verso i mercati dell'Asia centrale e delMedio Oriente, dal fatto che in Turchia “si continua a crederenel futuro”.

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I primi contatti di queste nuove imprese con la Turchia sonofacilitati da un costante succedersi di missioni: almeno 40ogni anno sono quelle organizzate – in proprio o incollaborazione – dalla Camera di Commercio italo­turca diIstanbul. L'ambasciatore Scarante ha confessato la suasorpresa per la natura sempre più settoriale, regionale elocale di queste missioni. Ce n'è stata una a maggio diConfindustria, molte delle 170 aziende partecipanti eranoinfatti di piccole e medie dimensioni e proprio all'incontro del7 febbraio ha partecipato – su invito dell'ambasciatore – undrappello di imprenditori di Pordenone: alla ricerca diopportunità di business nei settori dell'edilizia edell'arredamento. La Turchia non è il paese di Bengodi, ma isuoi tassi di crescita invidiabili – 3% nel 2012, secondo leprevisioni 4 o 5% nel 2013 – continuano a richiamareesportatori e investitori. E come ha acutamente osservatoScarante, “in tempo di crisi il margine positivo della bilanciadei pagamenti offre una indispensabile boccata d'ossigenoall'economia italiana”.Bisogna insistere e incrementare, allora. Le istituzioniitaliane lo hanno perfettamente compreso e hanno deciso dimettersi totalmente a disposizione degli imprenditori.“Cerchiamo di migliorare l'offerta, utilizzateci”, ha invocato ildiplomatico, invitando interventi dalla platea e franchisuggerimenti. L'incontro di palazzo Venezia ha anche datomodo ai funzionari dell'Ufficio commerciale dell'Ambasciatadi Ankara – Irene Castagnoli e Francesco Varriale – dipresentare le nuove iniziative in termini di comunicazione:una versione più accessibile e più ricca di Cronacheeconomiche, il bollettino informativo settimanale che verràarricchito da focus settoriali, oltre che su interscambio,investimenti e occupazione. Nuovi strumenti sempre online,dalla pagina curata in proprio sul nuovo sito del Mae“Infomercatiesteri” (con dati e calendario degliappuntamenti) a Facebook. A questo si aggiunge una seriedi ulteriori incontri periodici di approfondimento: nel 2013ne sono previsti tre, sugli incentivi agli investimenti già ilprossimo 11 aprile, sulle energie rinnovabili, sul turismo.Questi tre appuntamenti, denominati “orizzonti economici”,fanno parte del programma particolarmente articolato evariegato Orizzonti italiani, una rassegna di italianità – 55eventi, distribuiti nell'arco dei 12 mesi – curatadall'Ambasciata di Ankara, dal Consolato generale diIstanbul, dal Consolato di Izmir, dall'Istituto italiano dicultura (quest'ultimo è però in attesa da mesi della nominadel nuovo direttore). Gli eventi dell'edizione 2013 diOrizzonti italiani – la terza della serie – spaziano dallaletteratura alla ricerca medica, dall'economia alla musica,dall'archeologia all'architettura. Sono previsti convegni,conferenze, concerti e qualche mostra. Il primoappuntamento, il 6 febbraio a palazzo Venezia, è stato unaconferenza su Giulio Mongeri; il celebre architetto italo­

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levantino – a cui si devono per esempio la chiesa diSant'Antonio sull'Istiklal caddesi e il Karaköy Palas – attivoin Turchia nella prima metà del Novecento. Per uno stranoscherzo del destino, da giovane l'ambasciatore Scarante – aVenezia – ha avuto come insegnante di francese AldaMongeri, figlia dell'architetto, che gli ha fatto conoscere,ancor prima di metterci piede, “l'Istanbul cosmopolita emisura di tutte le cose, non quella delle cartoline con lemoschee”.L'obiettivo della rassegna non è però solo culturale. Sipropone “di promuovere il Paese anche affinché voi – haaffermato l'ambasciatore, rivolgendosi agli imprenditori –possiate lavorare meglio”. E' indubbio che gli italiani godanoin Turchia di un prestigio elevatissimo, costruito su rapportisecolari. Scarante ha definito gli imprenditori italiani “ungruppo affermato e apprezzato dalla società in cui operano”.Tra le iniziative di maggior richiamo troviamo proprio quelleche traggono spunto dalla storia: la mostra al Palazzoimperiale di Topkapı e la conferenza sui mosaici a Bisanzio eRavenna, il convegno annuale all'Iic di Istanbul sullemissioni archeologiche attualmente attive in Turchia, ilconvegno internazionale a palazzo Venezia sugli architettiitaliani nella Istanbul ottomana, senza dimenticare le seratededicate alla moda e all'enogastronomia per dare risalto almade in Italy oggetto di culto sfrenato in Turchia, oltre allegiornate in cui si parlerà di rischio sismico in collaborazionecon università e grandi imprese. E in caso arrivino buoneidee – soprattutto se sostenute da sponsorizzazioni – sonosempre possibili integrazioni: nello spirito di apertura ecollaborazione che anima i rapporti tra le istituzioni e gliimprenditori. Un modello di successo.

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CRISI ED ECONOMIAMEDITERRANEAAlgeria: clima di affari "stabile" e"promettente" ­ ITA/ENGQuello algerino rappresenta un mercato “emergente”,“stabile e promettente”, che offre molte opportunità agliinvestitori stranieri. Così afferma il Rapporto 2013 dell’Ufficiodegli affari economici e commerciali del Dipartimento diStato americano.Incoraggiando gli investimenti diretti esteri in Algeria, ilRapporto 2013 dell’Ufficio degli affari economici ecommerciali del Dipartimento di Stato americano rileva comeil clima degli affari in Algeria si sia stabilizzato dopo la leggefinanziaria del 2009 che concedeva la quota maggioritaria aipartner nazionali (51/49%), e qualifica il mercato algerino“in piena crescita”.L'Algeria, con le sue ricchezze, il suo programmad’investimento quinquennale 2010/2014 di 286 miliardi didollari e i suoi bisogni in termini di infrastrutture e beni diconsumo in “espansione”, “suscita l’interesse delle impresenel mondo”.L’Ufficio degli affari economici afferma che “il clima per leimprese internazionali che prendono in considerazioneinvestimenti diretti in Algeria si è stabilizzato dopo una seriedi misure restrittive nel 2009 e 2010”.Gli ultimi dati disponibili forniti dal rapporto rivelano unacerta stabilità degli IDE in Algeria in quattro anni: 2,7miliardi di dollari nel 2008, 3,1 miliardi di dollari nel 2009,2,3 miliardi di dollari nel 2010 e 2,7 miliardi di dollari nel2011.Per il Rapporto, la regola del 51/49% resta controversa, magli investitori stranieri si sono “adattati”. In alcuni casi, leimprese straniere hanno stabilito un partenariato con diverseimprese algerine che accettano di dividere la percentualemaggioritaria, così che il partner straniero esercita uncontrollo globale.Alcuni investitori, aggiunge ancora il Rapporto, hannoespresso una preferenza per il lavoro con un partner locale,cosa che può aiutare l’impresa straniera a evitare laburocrazia locale e le seccature commerciali.A questo si aggiunge che la nuova legge sugli idrocarburi ela legge finanziaria 2013 “contiene delle misure riguardantigli investitori stranieri”. Le modifiche della legge sugliidrocarburi hanno introdotto delle disposizioni cheincoraggiano l’investimento straniero, in particolare nelleenergie non convenzionali.Quanto alla legge finanziaria 2013, essa prevede misure chealleggeriscono le procedure fiscali e doganali per le imprese,ma rimangono ancora alcuni dubbi sulle disposizioni dellalegge applicabile al trasferimento dei dividendi e delleesigenze di reinvestimento per gli investitori stranieri su

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certi vantaggi fiscali.Attraverso queste modifiche le autorità algerine puntano sultrasferimento della tecnologia e del know how, aggiunge ilRapporto, che cita le ultime chiamate di offerte cheincoraggiano gli investitori stranieri a contribuire allosviluppo della produzione locale.Il rapporto censisce delle "sfide costanti" con le quali siconfrontano questi investitori, come "l'instabilità dellaregolamentazione, i rigorosi controlli di cambio, il lassismoin materia di protezione dei diritti di proprietà intellettuale(DPI), i ritardi alla dogana, e un vasto settore informale."Tuttavia, sottolinea il Rapporto, l’Algeria ha consacrato più di286 miliardi di dollari allo sviluppo delle sue infrastrutture,“ciò che rende il mercato locale sufficientemente redditizioper le imprese adattate ai mercati emergenti per far fronte aqueste sfide ed esplorare nuove opportunità, in particolarenei settori come l'energia, l'acqua, la salute, letelecomunicazioni, i trasporti e l'agroindustria".Il Rapporto cita come esempio relativo all’interesse per ilmercato algerino il “numero di missioni americane versol’Algeria che sono passate da 30 nel 2010 a 60 nel 2012,cosa che spiega l’importanza accresciuta e la concorrenzaper questo mercato”.Per il Dipartimento di Stato “i segnali di cambiamento sonopositivi e le prospettive macro­economiche dell’Algeria sonostabili”, a dispetto di qualche “vulnerabilità” come ladipendenza verso gli idrocarburi e i rischi dell’inflazione”.Algeria: business climate "stable" and "promising"Algeria is an "emerging," "stable" and "promising" marketoffering huge opportunities for foreign investors, accordingto 2013 Investment Climate Statement of the Bureau ofEconomic and Business Affairs at the US Department ofState.Encouraging direct investment in Algeria, the reportunderlines that the business climate in Algeria "hasstabilized" following the adoption of the Finance Act 2009,which imposed the 51/49% rule, and considers Algeria "anemerging and growing market."The growing Algerian economy is attracting interest frommultinational firms around the world, the report said.Algeria with its wealth, its five­year developmentprogramme worth US$286 billion and its expandinginfrastructure needs and growing consumer product demand"is attracting interest from companies around the world."The reports notes that "the climate for international firmsconsidering direct investments in Algeria has stabilized inthe wake of a series of restrictive foreign investment rulesenacted in 2009 and 2010."The latest figures provided by the report show quasi­stability of foreign direct investments (FDI) in Algeria overfour years with US$ 2.7 billion in 2008, US$ 3.1 billion in

La regola 51/49% non èpiù un ostacolo

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2009, US$ 2.3 billion in 2010 and US$2.7 billion in 2011."The 51/49% rule remains controversial but foreigninvestors have adapted," the source said adding that "insome cases, foreign firms have partnered with multipleAlgerian companies that agree to share the majoritypercentage, so the foreign partner maintains overallcontrol."Some investors have expressed a "preference" for workingthrough a local partner, which can help them "navigatingthe challenging local bureaucracy and business norms," thesource said.In addition, the new law on hydrocarbons and the 2013Finance Act include measures "to ease tax and customsprocedures" for foreign investors, according to the report.The hydrocarbon law amendments are expected to includeprovisions to encourage foreign investment, especially innon­conventional hydrocarbons (shale gas exploration), thesource added.

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CRISI ED ECONOMIAMEDITERRANEAIl Marocco e il MADE in ITALYNel 2011 l'Italia si è collocata al 6° posto tra i principalifornitori del Marocco, con una quota di mercato del 5,3%,dietro a Francia, Spagna, Stati Uniti, Arabia Saudita e Cina.Al 6° posto anche tra i Paesi clienti, l’Italia detiene unaquota del 4,2%. Modesti sono invece gli investimentiproduttivi delle nostre imprese nel Regno.Tra i principali prodotti italiani esportati vi sono: tessuti,macchinari per impiego speciale, prodotti pe­troliferiraffinati, macchine di impiego generale, apparecchi elettrici.I principali prodotti importati ri­guardano i settoridell’abbigliamento, del pesce conservato, dei prodottichimici, prodotti petroliferi raf­finati, e prodotti agricoli.Modesti sono invece gli investimenti produttivi delle nostreimprese nel Regno. Infatti la maggioranza degli operatoriitaliani insediati sul territorio marocchino hanno per lo piùcostituito piccole e medie imprese di diritto marocchino,dedite alla fabbricazione di beni per l'industria locale, allaprestazione di servizi, oppure alla lavorazione di prodottiittici, agro­alimentari, alla produzione di abbigliamento edaccessori destinati all'esportazione.Per quanto riguarda l’interscambio commerciale tra Italia eMarocco si e’ attestato nel 2011 su un valo­re complessivodi circa 2 miliardi di euro, con esportazioni pari a 1,477miliardi e importazioni pari a 615 milioni. I dati ISTATrelativi ai primi 10 mesi del 2012 indicano le esportazioniitaliane pari a 1,120 miliardi (­8,1% rispetto allo stessoperiodo del 2011) ed importazioni pari a 500 milioni (­6,5%).L’Italia, nonostante una lieve flessione dovuta al contestoeconomico internazionale sfavorevole, man­tiene un livellodi scambi in linea con i risultati del triennio 2009­2011,conservando la medesima posi­zione tra i fornitori e clientiinternazionali dell’economia marocchina.Con riferimento agli Investimenti Esteri in Marocco (IDE), laposizione dell'Italia rimane debole rispetto agli altriinvestitori, anche se lievemente in crescita (2,4% degli IDEper un valore pari a 20,3 milioni di euro nel 2011, rispetto ai10,8 del 2010). I primi paesi investitori sono Francia (279,5mln di euro), Arabia Saudita (91 mln di euro), Spagna (72,7mln di euro), Emirati Arabi Uniti (63 mln di euro), Sviz­zera(59,8 mln di euro), Stati Uniti (53,6 mln di euro). L'Italia èall'undicesimo posto.(Fonte: Consolato generale d'Italia a Casablanca)

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CRISI ED ECONOMIAMEDITERRANEATurchia ­ Gli effetti del nuovo programma diincentivi agli investimentiIl nuovo sistema di incentivi agli investimenti, entrato invigore nell'estate 2012 in Turchia, ha portato 480 nuoveproposte di progetti di investimento per un valore di 3,2miliardi di dollari. Di questi ben 340 sono stati approvaticreando 16.000 nuovi posti di lavoro.Secondo quanto si apprende dalle informazioni raccolte dallaCamera di Commercio italiana in Turchia, la Turchia haricevuto 480 proposte di progetti di investimento per unvalore di 3,2 miliardi di dollari dall'introduzione del nuovopacchetto governativo di incentivi finalizzato alla promozionee all'attrazione di investimenti nel Paese, entrato in vigorenell'estate 2012 coprendo gli investimenti retroattivamentefin dal 1° gennaio scorso. 340 di questi progetti, chedaranno lavoro ad oltre 16mila persone, sono statiapprovati.Il 3,8% dei progetti sono collegati a investimentinell'agricoltura, il 9,1% nel settore minerario, il 56,8% nellaproduzione, il 2,9% nel settore energetico ed il 27,4%nell'industria dei servizi. Considerando i sottosettori, iltessile e l'industria dell'abbigliamento sono al primo postoper numero di investimenti, con una quota sul totale del19% e del 21% in termini di persone occupate. Seguono gliinvestimenti nell'industria alimentare e degli alcolici, neisettori minerario, turistico, dei pneumatici e della plastica,delle infrastrutture, della formazione e dei macchinari.Sistema di incentivi agli investimenti della Turchia

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WINDOW OFOPPORTUNITYAnkara ­ i prossimi bandi di gara nel compartoinfrastruttureRiportiamo una selezione di progetti e iniziative in fasidiverse di avanzamento pubblicate sulla NewsletterDiplomazia economica italiana, per i quali è attesal’imminente pubblicazione dei bandi di gara.Il Paese chiude il 2012 con una crescita del Pil pari al 3,5%.Il Ministro dell’Economia, Mehmet Simsek, prevede nel 2013un’accelerazione che porterebbe l’aumento al 4%. In questocontesto i programmi pluriennali mirati a migliorare leinfrastrutture manterranno un ruolo significativo aprendodiverse opportunità anche per le imprese italiane che già vioperano o che sono interessate a operarvi.Riportiamo una selezione di progetti e iniziative in fasidiverse di avanzamento pubblicate sulla NewsletterDiplomazia economica italiana, per le quali è attesal’imminente pubblicazione dei bandi di gara. Tali progetticoinvolgono il Ministero dei Trasporti, le Ferrovie turche(TCDD), la Municipalità di Adana, la Direzione Generale degliAeroporti (DHMİ), la Municipalità di Istanbul el’Amministrazione per le Privatizzazioni.Collegamento ferroviario con Iran e Azerbaijian. Inparallelo con il collegamento Kars­Tbilisi­Baku, che dovrebbemettere in comunicazione la Turchia Nordorientale con ilporto azero sul Caspio attraverso la Georgia, il Governo diAnkara e il Ministero dei Trasporti (Direzione Generale per gliInvestimenti nelle Infrastrutture) hanno stabilito di costruireuna seconda linea, con un percorso (223 chilometri) checollegherà Kars con Dilucu per poi proseguire fino aNakhichevan, enclave azera al confine con Iran e Armenia,in passato importante nodo ferroviario lungo la direttriceMosca­Teheran, collegata anche a Baku e Jerevan.L’investimento previsto è pari a 1,3 miliardi di lire turche.L’iniziativa rientra tra gli investimenti strategici della Turchiaper sviluppare il traffico merci e passeggeri da e verso iPaesi dell’Asia. Da Dilucu dovrebbero infatti ripartire ulterioricollegamenti con la rete iraniana in direzione di Teheran,Jerevane ancora con Baku e il Caspio, ma seguendo unadirettrice più a sud di quella che attraversa la Georgia.Piano pluriennale Alta Velocità ferroviaria. La DirezioneGenerale delle Ferrovie dello Stato (TCDD) prosegue nellacostruzione graduale della rete ad alta velocità che tra diecianni dovrebbe coprire tutto il Paese. Il piano, che prevedevainizialmente il completamento dei primi 2.600 km entro il2013 per arrivare a circa 10.000 kmnel 2023, è statoaggiornato e prevede oggi la realizzazione di ulteriori 4.700km. Anche se i tempi di realizzazione sono leggermenteslittati, le due prime tratte (Ankara­Konya e Ankara­Eskisehir), per complessivi 600km, sono operanti. Nel 2013,TCDD prevede di lanciare gli appalti relativi alla sezione

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Sapanca­Köseköy della linea tra Ankara e Istanbul e dellatratta Yenişehir­Bilecik della linea che collegherà Bandırma,sulla costa sud del Mar di Marmara, con Bursa e Osmanelida dove si congiungerà con la Ankara­Istanbul (533 km) ilcui completamento è previsto nel 2014. Tempo dipercorrenza: tre ore.Metro di Adana. Nel 2013 dovrebbero partire le gare diappalto per la seconda tranche del Sistema di mobilitàleggera della città sull’Egeo: una nuova linea di 14 km acompletamento di quella esistente. Terminal di BalıkesirDHMİ lancerà la gara d’appalto per la realizzazione di unterminal nell’aeroporto di Balıkesir. Lo scalo, entrato inservizio nel 1998, ha una capacità annua di 100.000passeggeri. Il nuovo terminal, la cui realizzazione dovrebbeavere inizio entro la prima metà del 2013, sorgerà su unasuperficie di 320 metri quadri.Porto di Haydarpaşa. La storica stazione e il porto diHaydarpaşa saranno rilanciati nel contesto di un intervento alargo raggio. Il Master Plan, sottoposto al Consiglio deiMonumenti e Antichità, prevede la costruzione un porto pernavi da crociera, un centro commerciale, un albergo e unristorante, nonché aree ricreative. Il piano terreno saràutilizzato come stazione. Il costo stimato si aggira sui 5miliardi di dollari. L’Amministrazione per le Privatizzazionisarà responsabiledella gara d’appalto.Centrale e diga di Kığı. Il Ministero della Foreste e dellaRisorse Idriche ha annunciato l’appalto per la fornituradell’equipaggiamento elettromeccanico per il complessoidroelettrico (diga e centrale) di Kığı. La data termine per lapresentazione delle offerte è il 14 marzo 2013.Campus di Tekridağ. Il Ministero della Salute prevede dipoter lanciare già nella prima metà dell’anno la gara diappalto per la realizzazione del Campus di Tekridağ, chesarà realizzato secondo il modello di Public­ PrivatePartnership (PPP) su una superficie di 100.000 m². IlDipartimento per la Cooperazione Settore Pubblico e Privato,sta realizzando gli studi di fattibilità.

Algeria: opportunità nel settore dellecostruzioni in una logica di partenariatoLe Autorità algerine hanno ribadito la volontà di riservareuno spazio privilegiato alle imprese italiane in occasionedella recente visita del Vice Ministro italiano delleInfrastrutture e dei Trasporti, Mario Ciaccia. L’Algeria infattiè impegnata in diversi programmi pluriennali che riguardanosia l’edilizia abitativa, sia il settore delle infrastrutture conparticolare riguardo ai trasporti (strade, ferrovie, porti).Nella recente missione in Algeria, il Vice Ministro delle

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Infrastrutture e Trasporti, Mario Ciaccia, ha incontrato iMinistri algerini dei Trasporti, Amar Tou, dei Lavori Pubblici,Amar Ghoul e dell’Habitat e dell’Urbanismo, Tebboune.Così come riportato dalla newsletter Diplomazia economicaitaliana, nel corso degli incontri sono state discusse lediverse forme di collaborazione che si aprono nel Paese perle imprese italiane. L’Algeria infatti è impegnata in diversiprogrammi pluriennali che riguardano sia l’edilizia abitativa,sia il settore delle infrastrutture con particolare riguardo aitrasporti (strade, ferrovie, porti).Ferrovie. La rete ferroviaria algerina, che non superava i1.300 km nel 2008, ha raggiunto 4.000 km e dovrebbetotalizzare 11.000/12.000 km nel 2016. All’estensione di5.000 km attualmente in fase di studio, si aggiungeranno,entro breve, nuovi progetti per ulteriori 2.000/3.000 km.Reti urbane. L’Algeria ha progetti molto ambiziosi in terminidi nuove linee metropolitane e reti tramviarie di grandeinteresse per le nostre imprese. Il gruppo Pizzarotti è giàimpegnato nella costruzione della rete tramviaria diCostantina ­ per la quale sono già previsti due ampliamentidi 2,9 e 8 km ­ e dovrebbe terminare i lavori nella tardaprimavera. Entro i prossimi sei mesi dovrebbero inoltreessere completati gli studi per la metropolitana di Orano, acui dovrebbe seguire una gara di appalto. Ad Algeri èprevista un’estensione di 26 km della rete esistente mentrein altre sei città dovrebbero partire prossimamente le gareper la realizzazionedi nuove linee tranviarie.Porti. Il Ministro Tou ha annunciato il progetto di un grandeporto commerciale che dovrebbe sorgere a ovest di Algeriper decongestionare l’attuale terminale marittimo dove itempi di attesa delle navi restano eccessivi anche se in fortediminuzione rispetto al recente passato. La relativa garasarà lanciata a breve. Nel frattempo Dubai Port hasottoscritto un contratto di partenariato per la gestione deiporti di Algeri e Djen Djen. I piani futuri prevedono larealizzazione di 4 nuovi porti da pesca con la fornitura diattrezzature e segnalazione (fari) e la realizzazione di lavoridi protezione delle rive e di allargamento dei bacini.Impianti a fune. Nel prossimo futuro saranno lanciate gareper la realizzazione di 10 teleferiche nel nord del Paese chesi aggiungeranno a quelle già in funzione.Trasporto aereo. Il Vice Ministro Ciaccia e il Ministro Touhanno sottoscritto un accordo per il trasporto aereo chesostituisce quello in vigore dal 1965 e incrementa il numerodi collegamenti aerei fra Italia e Algeria, portando a 18 lefrequenze settimanali per servizi misti passeggeri/merci e a7 le frequenze settimanali per il traffico merci. È statainoltre introdotta la possibilità di code sarin sulle tratte.

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Autostrade. Un consorzio italo­algerino, guidato dalla CMCdi Ravenna, si è aggiudicato una commessa del valore dicirca 300 milioni di euro per la realizzazione delle stazioni dipedaggio e delle aree di sosta sul lotto est dell’autostradache attraversa l’intero Paese in direzione Est ­Ovest. Èannunciato il prossimo lancio di gare per la gestione delsistema di pedaggio della stessa autostrada. Imminenteanche il lancio dei progetti di costruzione di 11 raccordiautostradali, per un totale di 4000 km.Edilizia abitativa. Il Ministro Tebboune ha ribadito lavolontà di portare a buon fine il programma di 100milaalloggi da realizzare con imprese italiane (dal valore totalestimabile in circa 4 miliardi di euro) previsto nelMemorandum firmato dai due Paesi. Ha precisato di volerriservare alle nostre imprese i mercati delle quattroprincipali città del nord (Algeri, Orano, Annaba e Costantina)in modo da concentrare l’impegno in zone di più facileaccesso. Gli interventi prevedono la realizzazione di interiquartieri e di aree urbane integrate sul pianoinfrastrutturale. In questo contesto, le Autorità algerinesottolineano l’importanza di una collaborazione con leimprese italiane sotto forma di partenariato. Il MinistroGhoul, ad esempio, ha sollecitato l’individuazione urgente diuna impresa italiana interessata a creare una società mistacon un partner algerino per la realizzazione delsegnalamento stradale (verticale e orizzontale) di circa200mila km di strade. È prevista inoltre la realizzazione dicase cantoniere in tutto il Paese. Le Autorità hanno ribaditol’auspicio che imprese italiane possano avviare lafabbricazione in loco di rotaie, traversine, scambi per farfronte al vasto programma di espansione in corso nelleferrovie e sottolineato l’esigenza di procedere rapidamentealla costituzione di società miste, al fine di corrispondere alduplice obiettivo di realizzare il programma abitativolanciato dal Presidente Bouteflika e di contribuire allosviluppo di una capacità industriale algerina nel settore. Inparticolare è stata sottolineata l’importanza di sviluppare intempi ristretti la produzione locale di pannelli prefabbricati inmodo da corrispondere al serrato cronogramma previsto dalpiano governativo.Il Vice Ministro Ciaccia, che si era già recato in Algeriadapprima nel mese di marzo del 2012 e successivamente inoccasione di un vertice bilaterale in novembre e di unamissione del settore delle costruzioni in dicembre, haribadito ai suoi interlocutori algerini la piena disponibilità delGoverno e delle imprese italiane ad accompagnare l’Algerianel percorso di crescita del settore abitativo e in quello delleinfrastrutture con formule di collaborazione che includano laformazione e il trasferimento di competenze e atte apromuovere la crescita del tessuto economico eimprenditorialealgerino.In particolare al Ministro Tebboune ha confermato la volontàitaliana di contribuire alla realizzazione dell’ambizioso pianodi sviluppo urbanistico algerino, promuovendo costruzioni di

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qualità, nel rispetto di adeguati standard di sicurezza, efavorendo processi di formazione che qualifichinoulteriormente l’offerta italiana.

Marocco: MASEN lancia prima garaprogramma solare da 2mila MWL'Agenzia marocchina per lo sviluppo dell'Energia SolareMASEN ha lanciato il 23 gennaio scorso il processo diprequalifica per il programma Ouarzazate CSP Next diproduzione di energia solare. La scadenza per lapresentazione dei documenti di prequalifica è fissata ilprossimo 25 marzo.L'Agenzia marocchina per lo sviluppo dell'Energia SolareMASEN ha lanciato il 23 gennaio scorso il processo diprequalifica per il programma Ouarzazate CSP Next diproduzione di energia solare. Si tratta della fase 2dell'ambizioso progetto di installazione nel desertomarocchino di circa 2.000 MW di potenza generata daenergia solare entro il 2020. Vengono messi a garaconcezione, finanziamento, costruzione, sfruttamento emanutenzione di una o più centrali di energia termo solaredi una capacità totale di circa 300 MW. Il programma,denominato ''OZZ CSP Next'', è diviso in due progettidistinti: un progetto CSP a torre di una capacità prevista percirca 100 MW e un progetto CSP parabolico per una capacitàdi circa 200 MW, entrambi provvisti di unità di stoccaggio. Lascadenza per la presentazione dei documenti di prequalificaè fissata il prossimo 25 marzo.(Fonte: www.ambrabat.esteri.it)

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SVILUPPO EPARTENARIATOEUROMEDUPM: nuovo progetto per imprenditoriafemminile ITA/ENGL'Unione per il Mediterraneo sta preparando il lancio di unnuovo progetto dedicato alle donne come creatrici dioccupazione, in particolare alle giovani donne nel Sud delMediterraneo che cominciano una propria attività. Ilsegretariato dell'Upm ha ospitato una riunione dicoordinamento per assicurare il successo del progetto,intitolato "Giovani donne come creatrici di occupazione".All'incontro hanno partecipato l'associazione delleorganizzazioni delle donne imprenditrici del Mediterraneo(AFAEMME), promotrice del progetto, insieme ad altreassociazioni nazionali rappresentanti del mondodell'imprenditoria femminile provenienti dai quattro Paesipartecipanti: Marocco, Giordania, Territori palestinesi eSpagna. Il progetto riunirà esperti delle associazioninazionali e donne imprenditrici di successo della regione, cheuseranno le loro esperienze per motivare giovanistudentesse a partire con le proprie attività dopo la fine deiloro studi. Il progetto dell'Upm sarà lanciato dal segretariatodi Barcellona con una conferenza internazionale,probabilmente ad aprile o maggio. La principale attività delprogetto, vale a dire l'organizzazione delle "Giornatedell'imprenditoria femminile", sarà realizzata durante tutto il2013 in alcune città dei quattro Paesi partecipanti insiemealle associazioni e alle università.www.enpi­info.eu

Young women as job creators: Union for the Mediterraneanprepares to launch project to promote female entrepreneursThe Union for the Mediterranean (UfM) is preparing thelaunch of a project targeting women as job creators, in aneffort to support young women in the southernMediterranean starting up their own business.The UfM Secretariat last week hosted a coordination meetingto ensure the timely and successful delivery of its ‘YoungWomen as Job Creators’ project. The meeting was attendedby representatives of the project’s promoter AFAEMME (theAssociation of Organizations of MediterraneanBusinesswomen), and national businesswomen’sassociations from the four participating countries ofMorocco, Jordan, Palestine and Spain.Participants stressed their strong commitment to implementthe project as soon as possible, with the aim of reachingyoung women studying at university and potential futurebusinesswomen, and to advise them on how to create theirprivate businesses.The project will gather experts from the participating

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national associations and from among the region’ssuccessful businesswomen, who will use their testimonialsand concrete personal experience in business creation in aneffort to motivate young female students to considerstarting up their businesses once they finish their studies.The project will be launched with an international kick­offconference, foreseen for April or May 2013, and hosted bythe UfM Secretariat in Barcelona. The project’s main activity,the organization of Women Entrepreneurship Days, will becarried out throughout 2013 in the four participatingcountries and hosted by the respective associations and/orparticipating universities in a number of selected cities.

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SVILUPPO EPARTENARIATOEUROMEDEuromed: conflitti pesano sul Pil, perdite per5mila mld in 2030L'area euro­mediterranea rischia di pagare a caro prezzo lamancanza di una reale "alleanza" fra i Paesi delle duesponde. Se non cambierà nulla si prospetta ancora unoscenario di conflitti e tensioni nei prossimi decenni, chepotrebbe costare fino a cinquemila miliardi di perdite di Pildella regione nel 2030. E' quanto emerge dalle conclusionidel progetto di ricerca MediterraneanProspects (MedPro),finanziato dalla Commissione Ue.Invece di fare progressi ''sfortunatamente stiamo tornandoindietro: oggi il Mediterraneo è una zona di conflitto, in Siria,Medio Oriente, Sahara, con il potenziale fallimento dellatransizione democratica in Tunisia, Egitto e Libia'', spiegaRym Ayadi, coordinatrice del progetto MedPro. ''Sono fattoridi tensione ­ spiega Ayadi ­ che non vanno sottovalutati. Icosti di uno scenario di conflitto sono elevati: parliamo diuna cifra fino a cinquemila miliardi di perdite di Pil nel 2030,se non ci sarà un cambio di rotta''.A giocare un ruolo chiave nel processo di cambiamento incorso nella regione è l'Unione europea: ''Riteniamo sia unpartner chiave, ma finora non è stata molto decisiva nellesue politiche, con i suoi vicini ha fatto il minimo''. L'Ue haprima di tutto bisogno di un vero coordinamento dellapolitica estera, altrimenti ciascun Paese continuerà ad avererelazioni bilaterali con i Paesi del Sud senza nessunastrategia comune.L'approccio verso i vicini inoltre è troppo ''eurocentrico'',mentre dovrebbe essere da pari a pari. ''La nostra proposta­ spiega Ayadi ­ è quella di arrivare a una transizionesostenibile, un futuro in cui sono tutti a vincere. Anche nellasponda Sud devono adattarsi al nuovo approccio, perchéfinora una partneship c'è solo nell'Unione per ilMediterraneo, ma anche questa viene ancora percepita comeuna creatura dell'Ue''.Secondo l'analisi di MedPro, Nord e Sud del Mediterraneosono complementari dal punto di vista demografico, con unboom al Sud e un invecchiamento della popolazione al Nord,per questo propone ''un'agenda dello sviluppo umano,basata su una strategia per l'istruzione, ma anche per ilriconoscimento di diplomi e qualifiche, tramite un'agenziaeuro­mediterranea'', spiega la coordinatrice del progetto.Anche sul fronte immigrazione, l'Ue dovrebbe cambiarecompletamente registro.Secondo Ayadi ''la politica Ue è più basata sulla sicurezza esul controllo dei confini: dobbiamo andare oltre,considerando l'immigrazione più come un'opportunità chenon come una minaccia''. Altri fronti comuni di interventosono quelli sull'emergenza dei cambiamenti climatici, lascarsità d'acqua, lo sfruttamento delle rinnovabili. Per unmercato comune dell'energia ''abbiamo bisogno di riforme

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locali e progetti pilota che poi possano essere estesi'',afferma Ayadi. ''Se vuoi crescere oltre il 3­4%, una cifra chenon è in grado di assorbire la disoccupazione, specie digiovani e donne, devi superare lo scenario del "business asusual", in cui non cambia nulla rispetto alle relazioniattuali''. Secondo la ricercatrice ''occorre andare oltre,perché la regione è caratterizzata da legami umani, culturali,ed economici''. I leader di questa nuova partnership delfuturo fra Nord e Sud del Mediterraneo all'orizzonte pareancora non ci siano.''Attualmente manca ancora una prospettiva diversa ­conclude Ayadi ­ è a un livello inferiore. Se l'Ue non cambiapercezione, serviranno secoli. Ma per ora non vedo questosegnale''.More info

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SVILUPPO EPARTENARIATOEUROMEDUe: entro giugno il punto su relazioni con viciniSud MedL'Unione europea farà il punto sulle relazioni con i Paesipartner del Sud del Mediterraneo entro giugno 2013. E'quanto emerge dalle conclusioni dell'ultimo vertice Ue, nelquale i leader dei 27 Stati membri hanno ribadito il loro"rafforzato impegno" della politica di vicinato nei confrontidei Paesi della Primavera araba, sia a livello di programmi dicooperazione sia a livello di sostegno economico. Di qui lanecessità di "valutare l'efficacia delle politiche e deglistrumenti dell'Ue nell'assistere la transizione politica edeconomica della regione"."Il processo di transizione verso la democrazia ­ afferma ilConsiglio Ue ­ richiederà tempo e deve prendere inconsiderazione le realtà sociali e politiche delle società localicoinvolte", ma secondo i leader dei 27 deve anche essere"chiaramente basato sulla promozione e tutela dei dirittiumani, delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto"."Diversi Paesi nella regione ­ si legge nelle conclusioni delsummit ­ stanno, allo stesso tempo, affrontandoconsiderevoli sfide socio­economiche che devono essereaffrontate urgentemente" sia per rimettere in sesto leproprie economie, sia per aiutare a consolidare la transizionedemocratica.L'Unione europea si considera al fianco dei suoi Paesi partnerdel Sud del Mediterraneo alle prese con una difficiletransizione democratica, con fondi extra e assistenza macro­finanziaria. "L'Ue compirà ogni sforzo ­ spiega il Consiglioeuropeo ­ per sostenere le riforme e rispondere ai bisogniindividuali di questi Paesi, nel breve, medio e lungoperiodo". A giocare un ruolo chiave saranno anche gli aiutidelle istituzioni finanziarie internazionali, inclusa la Bancaeuropea d'investimenti, che i 27 leader Ue invitano "adaumentare" nella regione, nel settore privato, infrastrutturee della lotta ai cambiamenti climatici.

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SVILUPPO EPARTENARIATOEUROMEDEmployment and Territorial Development: UfMto organise first Mediterranean EconomicConference in TunisiaThe Secretariat of the Union for the Mediterranean (UfM)and the Tunisian government will organise the first edition of‘The Mediterranean Economic Conference: Employment andTerritorial Development’ in Tunis later this year, aimed toaddress issues of employment, women and youth in theSouthern Mediterranean region.The Conference will also see the launch of the MediterraneanInitiative for Jobs (Med4Jobs), designed by the Secretariat ofthe UfM in response to the structural challenges in theregion.In line with the current political, economic and socialclimate, the Conference will offer a unique platform forreflection, exchange of experiences and definition ofstrategies as well as actions to address the unemploymentchallenge especially for youth and women and the promotionof local development in the Southern Mediterraneancountries. It will seek to:• Connect and bring together key regional and internationalstakeholders from private and public sectors to share ideas,experiences and best practices and to better definemeasures and strategies for employment in the region• Generate reflection on ways to address the unemploymentchallenge in the region through concrete projects, as well asthe up­scaling of successful projects that have an impact atthe local, national and regional levels• Launch the Med4Jobs regional initiative and identifypartners and potential pilot projects to be integrated into theframework of the projectThe event will bring together high level representatives fromthe European Institutions (EEAS, European Commission, andEuropean Parliament), government officials and ministersfrom the Mediterranean region, representatives fromregional and national organisations, influential practitionersin the area of local development and job creation as well asintergovernmental organisations, international financialinstitutions and business leaders from the banking sectorand SMEs.The Conference will be organised around thematic sessionsaiming to address the following questions to guide thedebates:• How to adapt national strategies to better improve youthemployability and skills?• How national strategies could be translated into localactions?• How to reduce frictional unemployment?• How could SMEs development and private sectorinvestments create local and regional champions?More info

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APPROFONDIMENTIWhen migration policy has an influence ontradeImmigration has many benefits for both the countries oforigin and the countries of destination, according to thelatest study published by Femise (FEM34­01). There ispolitical, sociological and economic capital to be madethanks to development of bilateral trade.“The Trade Creation Effect Of Immigrants: CharacterisingSocioeconomic Opportunities Arising From Linkages BetweenPeople’s And Goods’ Flows Inside The Mena Region”. TheFemise FEM34­01 study demonstrates that beyond benefitsfor the labour market, immigration has numerousadvantages, not just for employment.“Migrants can generate positive effects on bilateral tradebetween the host country and the destination country of themigrants”, says the report, which even manages to quantifythe benefits on both imports and exports.“A 10% increase in the immigrant population generateseffects of trade creation of around 2% to 5% forMediterranean countries and up to 6% for countries furtherafield, such as Asia”, says Femise. Indeed, what could bemore logical than a migrant seeking to consume productsfrom his country of origin? Researchers have focused onexploring the relationship between migration and trade forPortugal, Italy and Spain.During the last decade, these three countries have received10 million migrants from Morocco, Algeria and Tunisia.Migration has a significant impact on the financial flows tothe country of origin, foreign direct investment and trade.So, Tunisians living in France favour imports of food productsand textiles and boost remittances and FDI. Educationlevels, income and economic conditions in the destinationcountry explain, among other things, remittances to thecountry of origin.The greater the distance between the host country and thecountry of origin, the richer the trade relations are. Thedocument shows that the greater the distance between thehost country and the country of origin, the richer the traderelations are. Immigration from North African countriesgoes way back, but nevertheless presents developmentopportunities for new trade flows for manufactured productsand some primary products.The relationship between trade and migration illustrated inthe case of France and Egypt, demonstrates that an increasein the number of Egyptian immigrants of 10% generates anincrease in trade of 2% to 5%. Increased trade is stilluneven across products.These results are of paramount importance in the context of

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Mediterranean policies because they emphasise the role ofmigrants in the economy, which was not the case in thepast. In this context, Femise calls for the establishment ofreal national and European migration policies that generatetrade, and stress the fundamental role of education on theflow of migrants.download FEMISE Research FEM34­01

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APPROFONDIMENTIOsservatorio Mediterraneo n. 8: mondo dellavoro e sindacato in Egitto e TunisiaQuesto numero dell’Osservatorio approfondisce alcune dellequestioni legate al mondo del lavoro e del sindacato, inTunisia ed Egitto. In particolare, il ruolo dello storicosindacato UGTT in Tunisia, prima e dopo la Rivoluzione deiGelsomini, e la nascita in Egitto, durante e dopo larivoluzione del 25 gennaio, di formazioni sindacaliindipendenti. L'Osservatorio intervista anche Osama el­Seghir, giovane deputato di Ennahda, presso l’AssembleaCostituente a Tunisi, per cercare di comprendere le reazionidel partito di maggioranza, rispetto alla crisi di governoscatenatasi all’indomani dell’omicidio di Chokri Belaid.Scarica il pdfVai all'archivio dei numeri precedenti

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PALESTRAMEDITERRANEALa crisi iraniana tra speranze e timori

Ambasciatore Angelo TravagliniDopo un’interruzione di otto mesi, il dialogo negoziale tra ilgruppo dei P+1 (i cinque membri permanenti del Consigliodi Sicurezza dell’ONU) e l’Iran è ripreso ad Almaty inKazakhstan in un’atmosfera segnata da rinnovate speranzedi uno sbocco indolore della crisi.Il testo integrale dell'articolo si trova qui.

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PALESTRAMEDITERRANEAGuerra senza quartiere ai gruppi terroristi neldeserto del Mali

Ambasciatore Angelo TravagliniL’evoluzione del quadro di crisi in Mali non fornisce atutt’oggi indicazioni di un suo graduale inizio di soluzione. Leoperazioni militari hanno portato alla cacciata degli islamistidalle principali città del Nord del Paese (Gao, Tombuktù,Kidal, Tessalit) ma non hanno eliminato la presenza ribellenell’entroterra rurale, dove parrebbe, secondo testimonianzeraccolte, che i fondamentalisti si avvalgano dell’appoggio disettori della popolazione.Leggi l'intera analisi a questo indirizzo.

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PALESTRAMEDITERRANEANoi e la primavera araba

di Luciano Monzali ­ Rivista Lo StranieroQual è stato l’atteggiamento dell’Italia e della sua classedirigente di fronte agli sconvolgimenti mediterranei degliultimi anni? Paralleli ospita l'analisi di Luciano Monzali che siinterroga sul "silenzio delle élite italiane, che hannodimostrato di non avere niente da dire o di non avere glistrumenti culturali per interpretare la turbolenta realtà delmondo arabo mediterraneo facendosi semplici ripetitori dianalisi e tesi provenienti dalle altre capitali occidentali.Eppure in questo momento l’Italia è un attore delle vicendepolitiche mediorientali, migliaia di suoi soldati sono presentiin Libano e in Afghanistan. Ma il silenzio rimane".In vento di mutamento sta sconvolgendo il Mediterraneo dadue anni a questa parte. Rivolte popolari e guerre civilihanno distrutto un ordine politico che dominava il VicinoOriente e il Nord Africa da vari decenni. Il crollo dei regimiautoritari di Ben Ali in Tunisia, di Gheddafi in Libia e diMubarak in Egitto, nonché la crisi del regime baathista inSiria indicano che un’epoca è terminata, quella iniziata conla fine dei domini coloniali europei in Africa e Asiaall’indomani della seconda guerra mondiale e che avevavisto l’affermarsi in gran parte del Medio Oriente di regimipolitici d’ispirazione nazionalista araba laica, con un ruolodecisivo delle forze armate al loro interno. Questi regimiautoritari, fondati da personalità come Bourghiba e Nasser,di cui i vari Ben Ali, Mubarak e Gheddafi erano seguaci ederedi, erano sorti in contrapposizione con le potenze europeee il blocco occidentale guidato dagli Stati Uniti, masuccessivamente, con pragmatismo e flessibilità politica,avevano saputo costruire un rapporto di amicizia e dicollaborazione con gli ex nemici. In particolare, dopo laprima guerra contro l’Iraq di Saddam Hussein e il tracollodell’Unione Sovietica i governi autoritari nazionalisti arabi sitrasformarono nei cosiddetti Paesi arabi “moderati”, iprincipali garanti della stabilità politica della regionemediorientale sulla quale dominava incontrastata l’egemoniastatunitense, sostenuta dai suoi alleati europei e assaidebolmente contestata dall’Iran khomeinista. Pure l’Italiaaveva sostenuto l’ordine politico esistente in Medio Oriente ene aveva raccolto benefici. Intrecciando cordiali rapportipolitici e intense relazioni economiche con Tunisia, Egitto,Libia e Siria il nostro Paese era diventato un importantepartner dei regimi nazionalisti arabi. Anche a Roma, come aWashington, a Londra e a Parigi, si ritenevano Mubarak,Gheddafi, Ben Ali e la famiglia Assad fondamentali pilastri diun ordine politico mediorientale da cui si ottenevano nonindifferenti benefici economici e che garantivano un’utilestabilità nell’area mediterranea.Il crollo dei regimi autoritari nazionalisti ha sconvolto tuttociò, distruggendo un assetto politico regionale che durava daquasi cinquant’anni. Che un’epoca politica in Medio Orientesia terminata è dimostrato dal fatto che in Tunisia, Libia ed

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Egitto sono andati al potere coloro che per decenni si eranoopposti e avevano combattuto le dittature nazionaliste, imovimenti tradizionalisti e fondamentalisti islamici, dallaFratellanza musulmana agli eredi delle confraternitesenussite.Non ci interessa qui dilungarci sulle cause di questimutamenti politici nell’area mediterranea, ma vale la pena disottolineare come in fondo le stesse potenze occidentaliabbiano in parte provocato tutto ciò. Il progredire dellosviluppo tecnologico, in particolare nel campo dei mezzi dicomunicazione, con lo sviluppo di internet, delle televisionivia satellite, della comunicazione telefonica via cellulare, hareso molto più difficile a regimi autoritari statici econservatori il controllo delle masse, in particolare dellegiovani generazioni.Contemporaneamente negli ultimi quindici anni alcuneiniziative della politica estera statunitense hanno di fattoaccelerato l’indebolimento dei regimi nazionalisti arabi.L’invasione americana dell’Iraq ha creato instabilità edisordine in Medio Oriente, impoverendo una delle regionipiù prospere del mondo arabo e rafforzando l’influenzapolitica dell’Iran nella regione. La propagandadell’amministrazione Bush circa l’esigenza dellademocratizzazione del Medio Oriente, prevalentemente unesercizio di public diplomacy rivolto all’opinione pubblicainterna e internazionale, ha creato un’ambiguità nellapolitica estera americana che pure ha indebolito leader comeMubarak che avevano puntato tutto sulla creazione di unaferrea alleanza con gli occidentali.Quale è stato l’atteggiamento dell’Italia e della sua classedirigente di fronte agli sconvolgimenti mediterranei degliultimi anni? Chi scrive è rimasto colpito dall’assordantesilenzio delle élite italiane, che hanno dimostrato di nonavere niente da dire o di non avere gli strumenti culturaliper interpretare la turbolenta realtà del mondo arabomediterraneo facendosi semplici ripetitori di analisi e tesiprovenienti dalle altre capitali occidentali. Eppure in questomomento l’Italia è un attore delle vicende politichemediorientali, migliaia di suoi soldati sono presenti in Libanoe in Afghanistan. Ma il silenzio rimane.Il silenzio dei leader politici italiani, il loro mutismo su quelloche è successo e sta avvenendo nel Mediterraneo, sonosicuramente la conseguenza della crescente debolezza delsistema Paese Italia, ma anche il prodotto della crisi dellaclasse dirigente italiana e della sua involuzione. Con il crollodella Prima Repubblica e la distruzione/autodistruzione deiprincipali partiti italiani (Democrazia cristiana, Partitosocialista, liberali, socialdemocratici e repubblicani, Pci eMsi) si è progressivamente affermato un nuovo personalepolitico spesso privo d’esperienza e interesse verso iproblemi internazionali. Molti dei politici della SecondaRepubblica sono provinciali e vedono la politica esteraesclusivamente in funzione degli equilibri politici interni; vi èpoi una scarsa volontà a svolgere un ruolo internazionale: ildecadimento del personale politico che rappresenta l’Italia in

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seno al Parlamento europeo – un tempo campo d’azione dipersonalità del livello di Giorgio Amendola, Altiero Spinelli,Rosario Romeo, Enzo Bettiza – ne è una chiara riprova. Purele caratteristiche ideologiche delle forze politiche italianedella cosiddetta Seconda Repubblica spiega in parte ildisinteresse verso la politica estera. I partiti della PrimaRepubblica avevano ideologie con forti connotazioniuniversalistiche (democrazia cristiana, comunismo,socialismo democratico, liberalismo...), che li spingevano ainteressarsi dei problemi internazionali. Pensiamoall’influenza e al ruolo della Democrazia cristiana italiana inEuropa, il principale partito cattolico­cristiano insieme allaCdu­Csu nel continente, e in America Latina. Vanno ricordatianche il grande ruolo internazionale del Partito comunistaitaliano, in possesso di contatti su scala mondiale e ritenutouno dei protagonisti del movimento comunistainternazionale, e l’azione del partito socialista guidato daCraxi, capace d’intrecciare rapporti con il dissensoantisovietico, con i partiti socialisti europei e latinoamericani,con i movimenti di liberazione nazionale africani e asiatici(eritrei, palestinesi). I nuovi partiti italiani sono privi diquesta connotazione ideologica universalistica (Popolo dellaLibertà, Lega Nord, l’Italia dei Valori, Movimento CinqueStelle), o ne sono molto meno influenzati e stimolati (Partitodemocratico, Udc). Non è certo un caso che i partiti italianisvolgano in campo politico internazionale un ruolo moltominore rispetto a venti, trenta anni fa.Certo il silenzio italiano sugli eventi del mondo mediterraneoè un chiaro segnale inviato all’estero: la rinuncia dell’Italia asvolgere un ruolo attivo nella vita politica di questo spaziogeopolitico. È un segnale della nostra debolezza esubalternità, ma anche indice della nostra paura di fronte aimutamenti in atto. Su un piano più generale gli italianidell’inizio del XXI secolo hanno paura del futuro e dubitanodi se stessi. Molti italiani hanno paura del mondo checambia, che diventa più complesso, competitivo e duro, eattribuiscono all’altro, allo straniero, le proprie presunte oreali infelicità. Questo clima culturale alimenta ilprovincialismo della politica italiana, che talvoltastrumentalizza le paure degli elettori: non a caso sonopremianti sul piano elettorale discorsi di chiusura e di ostilitàverso lo straniero o semplici proclamazioni di difesad’interessi costituiti o di identità locali e particolaristiche...Continua a leggere

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SEGNALAZIONINeighbourhood South GlossaryThe EU Neighbourhood Info Centre has put together theNeighbourhood South Glossary that explains terms relatingto the relationship in a simple language, with links to whereone can find out more, mainly on EU sites. It is available inEnglish, French and Arabic.Relations between the EU and the countries on its Southernflank go back a long way, from 1995 when the Euro­MedPartnership (Barcelona Process) was launched. Since thenthese partner countries have become part of the EuropeanNeighbourhood Policy (ENP), developed after the EU’senlargement in 2004, and participate in the Union for theMediterranean, set up in 2008. The Southerncountries participating in the ENP and getting support fromits financial arm, the European Neighbourhood andPartnership Instrument (ENPI) are: Algeria, Egypt, Israel,Jordan, Libya, Lebanon, Morocco, Occupied PalestinianTerritory, Syria and Tunisia. For anyone trying to understandthe policy or to cover relations, the language and termsused in this partnership can sometimes be perplexing.The EU Neighbourhood Info Centre has put together theNeighbourhood South Glossary that explains terms relatingto this relationship in a simple language, with links to whereone can find out more, mainly on EU sites. It is available inEnglish, French and Arabic.

SIEL TUNIS 2013Tunis

14ème salon international des industries électriques etélectroniques.Organisé par la Société Horizons EXPO (GroupeSOGEFOIRES International) en collaboration avec laFédération Nationale des Industries Mécaniques (FEDELEC),ce salon biennal permettra aux industriels et auxprofessionnels du secteur de prendre connaissance destechnologies les plus récentes dans le domaine del'électricité.Il s'agit également d'un espace d'échange d'expertises etd'expériences qui favorise les contacts entre industriels surles plans national et international.http://www.sielexpo.net/

North South Forum 2013Marocco, Marrakech ­ 11/13 marzo

Ripensare al modello di cooperazione Nord­Sud per quel cheriguarda lo sviluppo e il commercio e aiutare a consolidare la

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posizione mondiale dei mercati del Sud nel contesto di unaglobalizzazione instabile. Il North South Forum si sforzerà diridurre il divario tra il Nord e il Sud coinvolgendo i governi, ilsettore privato, le agenzie multilaterli, le istituzionifinanziarie e le ONG.More info

World social forum 2013Tunis and El Manar University Campus

The 2013 World Social Forum will take place between 26 and30 March 2013 in Tunis at the El Manar University.www.fsm2013.org

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Con il sostegno di :www.paralleli.org

Rete Camerale Nord Ovest per ilMediterraneo

Le attività dell'Istituto Parallelisono sostenute da: