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Collegio Regionale dei Costruttori Edili Siciliani 90133 Palermo, Via A. Volta, 44 Tel.: 091/333114/324724 Fax: 091/6193528 C.F. 8029280825 - [email protected]www.ancesicilia.it La Rassegna Stampa è consultabile nel sito: www.ancesicilia.it Dell’

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Collegio Regionale dei Costruttori Edili Siciliani 90133 Palermo, Via A. Volta, 44 Tel.: 091/333114/324724 Fax: 091/6193528 C.F. 8029280825 - [email protected] – www.ancesicilia.it

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https://qds.it/la-palermo-del-futuro-sui-binari-dello-sviluppo-priorita-a-tram-anello-e-passante-

ferroviario/

La Palermo del futuro sui binari dello sviluppo.

Priorità a tram, anello e passante ferroviario

L’obiettivo principale è alleggerire il traffico veicolare e la circolazione dei mezzi privati, ma

PALERMO – Intelligente, ecologica e sicura. La mobilità urbana post-Covid punterà ancora di

più sulla tutela dell’ambiente e sulla riduzione dell’inquinamento. Anche se l’automobile

privata rimane il mezzo di trasporto più a prova di contagio, osservatori e addetti ai lavori

“spingono” perché le amministrazioni locali puntino le loro fiches sulla mobilità dolce e

condivisa e riorganizzino da cima a fondo il trasporto pubblico puntando su isole pedonali, piste

ciclabili, bike e car sharing, corsie preferenziali, segnaletica ad hoc e capienza ridotta su bus,

tram e metropolitane per rispettare il distanziamento sociale, compensata da un aumento dei

mezzi in circolazione e delle corse.

A Palermo però questa visione della mobilità futura si scontra fatalmente con gli atavici

problemi economici e organizzativi dell’azienda di trasporto pubblico, l’Amat (è di una

settimana fa l’ennesimo, preoccupato allarme dei sindacati sugli stipendi ancora una volta in

ritardo) e con i cantieri eterni che intrappolano la città da anni.

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La pandemia ha ulteriormente aggravato i già pesanti ritardi delle grandi opere: il bando

dell’anello ferroviario risale al 2006, i primi “vagiti” del passante ferroviario addirittura al 2004.

Senza dimenticare gli altri grandi progetti, dal collettore fognario alla Metropolitana automatica

leggera, dal tram al centro direzionale della Regione Siciliana. Ma vediamo di fare il punto sui

cantieri presenti e futuri di Palermo.

ANELLO FERROVIARIO

È il 2003, 17 anni fa, quando il Comune firma con le Ferrovie dello Stato la convezione per

“chiudere” l’anello ferroviario, ossia il prolungamento circolare fino al Politeama della tratta

da Notarbatolo a Giachery. Meno di 2 km (1,7 per la precisione) che non sono stati ancora

ultimati. Tre le nuove fermate: Libertà, Porto e Politeama. La stazione appaltante è Rfi, che

assegna la progettazione e la direzione dei lavori al suo “braccio” tecnico, l’Italferr, che nel

2006 pubblica la gara d’appalto. I lavori, dopo una serie di ricorsi e controricorsi a Tar e

Consiglio di Stato, vengono aggiudicati alla Tecnis soltanto nel 2009. Stando a una relazione

del 2015 dell’Anac (all’epoca presieduta da Raffaele Cantone), nel progetto esecutivo della

Tecnis i costi dell’opera lievitano, a causa dell’introduzione di numerose varianti, dai 75,9

milioni stimati inizialmente a 172, i giorni di cantiere da 855 a 1.402. Italferr ne approva solo

alcune (con un sovraccosto di “appena” 28 milioni, per un importo finale di 104) e nel luglio

del 2014 consegna i lavori, che si rivelano da subito un’odissea: i malumori degli ambientalisti

per il taglio degli alberi al Politeama, il braccio di ferro con il Comune per l’assegnazione delle

aree di cantiere, le proteste di commercianti e residenti “ingabbiati” dalle trincee e degli operai

per i ritardi cronici dei salari ma soprattutto l’inchiesta giudiziaria “Dama Nera” che nel 2015

investe il colosso etneo e ne decapita i vertici.

La Tecnis viene prima commissariata e poi messa in amministrazione straordinaria. Nel 2019

l’opera risulta ancora ferma al 20-30% ma a luglio l’impresa D’Agostino acquista il ramo

d’azienda dalla Tecnis, mette in campo uomini e mezzi e imprime subito una decisa

accelerazione. La fine dei lavori adesso è prevista per il 2022, l’apertura al pubblico per l’anno

successivo. Intanto, nel Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums), un mastodontico

programma decennale da due miliardi di euro, l’Amministrazione comunale ha incluso (con

vista sul 2030) la progettazione del secondo stralcio, ovvero la chiusura dell’anello dal

Politeama alla Stazione Notarbartolo con la realizzazione della fermata Malaspina.

A gennaio di quest’anno, infine, un altro pezzo della Tecnis è passato di mano: l’Amec di

Catania è subentrata nei lavori di realizzazione del collettore fognario, un’opera da 19 milioni

che servirà a convogliare le acque nere che oggi confluiscono nell’area dei Cantieri Navali fino

al depuratore di Acqua dei Corsari. Lo stesso depuratore in futuro sarà oggetto di un intervento

di potenziamento.

PASSANTE FERROVIARIO

Il raddoppio di 30 km di linea ferroviaria tra il quartiere Roccella e l’aeroporto “Falcone &

Borsellino”, 25 fermate metropolitane incluse dieci nuove stazioni, più di un miliardo di euro

di costi, un migliaio di operai impiegati, 73 treni al giorno. Sono le cifre di una maxi opera in

costruzione da dodici anni che non verrà terminata prima del 2025 con l’ultimo tassello, la

stazione Lazio. I lavori delle tratte A (Stazione Centrale-Notarbartolo) e C (La Malfa-Carini)

sono cominciati nel 2008, quelli della tratta B (Notarbartolo-La Malfa) a ottobre 2013. Anche

il passante, come l’anello, ne ha viste di tutti i colori. Un episodio su tutti, il parziale cedimento

di alcune palazzine in vicolo Bernava a causa di un imprevisto geologico che ha impedito il

completamento della galleria Imera per soli 60 metri e ha fatto sfollare decine di famiglie. Alla

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fine, dopo un lungo iter tecnico e burocratico, la più drastica delle soluzioni: l’acquisto e la

successiva demolizione delle palazzine, assegnata lo scorso febbraio alla Impresit Lavori Srl

(per un milione di euro).

A complicare tutto, un anno fa, l’addio della Sis, che in precedenza aveva realizzato anche le

prime quattro linee del tram (altro appalto complesso e travagliato): il colosso ispano-

piemontese ha sbattuto la porta perché i costi si sono rivelati superiori al previsto. Rfi dovrà

indire una nuova gara d’appalto per l’ultima tranche del progetto: il doppio binario è ormai

ultimato dalla Stazione Centrale a Orleans e da San Lorenzo all’aeroporto ma due tratti

(Orleans-Notarbartolo e Notarbartolo-San Lorenzo, poco meno di 3 km) per il momento restano

a singolo binario. A ottobre 2018 la riapertura della navetta per l’aeroporto (circa un’ora di

tragitto) dopo tre anni di chiusura. L’opera è ormai completa al 95%.

TRAM

I cantieri di anello e passante rappresentano solo una faccia dei problemi del trasporto pubblico

palermitano. Il risvolto della medaglia è l’Amat: una partecipata in crisi che gestisce il trasporto

tranviario e su gomma. La mancata intesa con Trenitalia sul biglietto unico integrato (“Si farà

entro il 2020”, ha promesso l’assessore regionale ai Trasporti Marco Falcone) e l’arretratezza

dei sistemi di bigliettazione sono tra i fattori che favoriscono l’alta evasione tariffaria su bus e

tram. Lo scorso dicembre il Comune ha finalmente presentato PalerMobilità, un’app per

acquistare online i biglietti e le schede per le strisce blu. Al momento nel capoluogo circolano

quattro linee del tram ma altre tre sono in fase di progettazione e quattro in attesa di

finanziamento. Alcune carenze nella documentazione per accedere al finanziamento (cui in

verità l’Amministrazione ha posto rimedio) hanno fatto esplodere nei giorni scorsi la bagarre

politica con il Consiglio comunale.

Intanto l’Amat fatica a mantenere le linee attualmente esistenti: nel 2018 sono costate 9,2

milioni, tutti a carico della partecipata, sia perché la Regione finora non ha erogato alcun

contributo chilometrico sia perché il contratto di servizio del 2015, che non è mai stato

aggiornato, non contemplava il tram. (gi)

IL WATERFRONT AUTORITÀ PORTUALE E FRONTE MARE TRA

DEMOLIZIONI E RIQUALIFICAZIONI

PALERMO – Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia

occidentale, nell’ambito del piano di sviluppo del porto, ha lanciato una chiara politica di

valorizzazione del waterfront, puntando sulle azioni di riqualificazione e restyling finalizzate a

integrare lo scalo cittadino con la fascia urbana retrostante. In cantiere, dunque, ci sono opere

che puntano a rendere quanto più godibile il paesaggio sul fronte mare e offrire servizi e spazi

di relax a cittadini e ai turisti.

“Abbiamo demolito gru, silos e strutture degradate e inutili – spiega Monti – e adesso stiamo

costruendo il terminal aliscafi al Sammuzzo, con grande attenzione al verde. Abbiamo il

progetto esecutivo del Molo Trapezoidale e a breve andranno a gara i lavori. A gara stiamo

mandando anche le opere del varco Amari, anche qui abbiamo il progetto esecutivo, dove

stiamo demolendo sette edifici per aprire visivamente su via Crispi, fondamentale per

l’interfaccia città-porto”.

L’anno scorso è stato riaperto alla città il porticciolo di Sant’Erasmo. Il recupero è servito a

dare continuità al “mare verde” del Foro Italico, come l’ha definito Monti, integrando i pescatori

in un’area adeguata e riqualificando l’angolo che si allunga fino a Villa Giulia.

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“A Sant’Erasmo – aggiunge Monti – una volta inaugurato il primo intervento, con i massi del

salpamento del molo Sud si sta per realizzare una protezione per evitare i danneggiamenti

provocati dal mare che, nei mesi invernali, si sono aggiunti a quelli dei vandali”.

“In dirittura d’arrivo – conclude il presidente dell’Autorità portuale – c’è anche la sistemazione

dell’Acquasanta, dove è da ultimare la riqualificazione dell’omonima piazza con relativo arredo

urbano. Per quanto riguarda l’Arenella, invece, stiamo lavorando alla stesura del progetto”. (gn)

PARLA IL SINDACO LEOLUCA ORLANDO ANDARE OLTRE LA

DISTINZIONE TRA CENTRO URBANO E PERIFERIE

PALERMO – Per il sindaco Leoluca Orlando mobilità è comunità, avvicinando le periferie alla

città, creando una rete di identità e mettendole in collegamento.

Il primo cittadino fa una panoramica sulle decisioni prese per il futuro urbano: “L’adottato

schema di Piano esecutivo di gestione, le oltre 140 aree pedonali, le attuali quattro linee di tram

in esercizio, altre sette di cui quattro progettate e finanziate e tre progettate e in via di

finanziamento, le piste ciclabili”.

E continua citando “l’accoglienza della mobilità umana al trasporto pubblico gommato e ferrato

ferroviario; l’aeroporto e grande porto, i sette porti di borgate marinare, l’imminente avvio di

ristrutturazione della Stazione ferroviaria centrale, il bike, taxi e car sharing, anche con auto

elettriche e per persone con disabilità in ormai dieci città e aeroporti della Sicilia occidentale,

un servizio pronto a partire anche a Catania a cura dell’Amat, partecipata al 100% del Comune

di Palermo”.

“Grazie alla mobilità sostenibile – sottolinea il sindaco – si sta superando la distinzione tra

centro e periferie in una città destinata a essere comunità di quartieri, ognuno con la propria

identità e tutti tra loro collegati”. Per Orlando questa visione “è diventata realtà per alcuni

progetti già realizzati e lo diventerà per quelli in cantiere”.

Cosa vorrebbe lasciare il sindaco in eredità alle giovani generazioni? “Vorrei lasciare –

conclude – l’esempio che visione, progetto e azione sono il modus operandi più efficace per

raggiungere i risultati”. (gn)

DA RETE FERROVIARIA ITALIANA UN PUNTO SUI CANTIERI ATTIVI

PALERMO – Negli ultimi giorni sono stati fatti passi avanti significativi per i lavori dell’anello

ferroviario, tanto che il 15 giugno sarà restituita alla città la porzione di piazza Castelnuovo più

vicina a via Ruggero Settimo, così come annunciato da Rete ferroviaria italiana. I lavori sono

ripresi il 14 aprile scorso secondo le procedure previste per il post emergenza epidemiologica.

“Il forzoso fermo delle attività di cantiere per un periodo di circa un mese – spiegano

dall’Ufficio stampa di Rfi – e tutti i provvedimenti legati al lockdown, che hanno rallentato la

ripresa delle attività produttive fino alla fine di maggio a causa delle difficoltà di spostamento

del personale e delle merci, sia intra-regionali che interregionali, hanno determinato lo

slittamento di tutti i programmi lavorativi. A esse vanno aggiunte le difficoltà operative, non

dipendenti dalla Impresa D’Agostino, esecutrice dei lavori dell’anello ferroviario, che hanno

investito anche gli Enti gestori dei sottoservizi che, nonostante la disponibilità dimostrata,

hanno comunque richiesto maggiori tempi per risolvere le interferenze. Lo stesso problema si

presenta per le attività del Genio militare che riguardano la bonifica da eventuali ordigni

esplosivi, che hanno maturato ritardi sia per l’esecuzione che per il rilascio delle

autorizzazioni”.

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I prossimi lavori sono influenzati dal cantiere in via Roma relativo al collettore fognario La

Cala, che sta realizzando un’altra impresa per conto del Comune. “Per tale motivo –

sottolineano dall’Ufficio stampa di Rfi – si stanno verificando con il Comune i provvedimenti

da adottare per il proseguimento dei vari cantieri in modo da riconsegnare entro l’anno alla

cittadinanza tutte le aree occupate”.

“Dopo questa fase – aggiungono – si scaverà la galleria dall’interno e si realizzeranno durante

il prossimo anno gli impianti tecnologici e di sicurezza per il completamento dell’opera”.

Operativo, nel frattempo, anche il cantiere di realizzazione della fermata Libertà, che comporta

la sospensione dell’esercizio ferroviario fra Notarbartolo e Giachery fino a metà settembre.

Il passante ferroviario tra la stazione di Palermo centrale e l’aeroporto di Punta Raisi è operativo

da ottobre 2018. “Sono già completati al 96% – dicono dall’Ufficio stampa di Rfi – e

attualmente sono in corso interventi per oltre 20 milioni di euro”.

Questi i sette cantieri attivi: prolungamento viale Francia e sistemazione a verde della copertura

della galleria di via Monti Iblei; realizzazione della nuova Sottostazione elettrica di Tommaso

Natale; opere civili nella galleria fra Notarbartolo e Francia; nuova fermata di Capaci (via

Kennedy); impianti per la sicurezza dei tunnel ferroviari e per l’integrazione degli impianti

tecnologici della fermata Tommaso Natale. (gn)

PARCHEGGI E OTTO NUOVE PISTE CICLABILI SONO NEI PIANI

DELL’AMMINISTRAZIONE

PALERMO – Nel 2030 l’intera rete tranviaria potrebbe trasportare fino a 78 milioni di

passeggeri l’anno e il 55% della popolazione potrebbe muoversi con i mezzi pubblici o in

modalità “dolce”, cioè a piedi, in bici o con altri mezzi. Sono le ottimistiche previsioni dello

studio trasportistico che il Comune ha presentato di recente al ministero delle Infrastrutture e

dei Trasporti per ottenere il finanziamento per altre quattro linee del tram. Tra queste, un

tracciato dallo stadio Renzo Barbera a Mondello di ben 23 km (50 minuti di tragitto).

Fino a qualche anno fa la località balneare avrebbe dovuto essere, nei sogni nel cassetto di

Palazzo delle Aquile, il capolinea della Metropolitana automatica leggera (Mal), con partenza

dallo svincolo Oreto. Costo 3,5 miliardi per 17 km, un miliardo tondo per il primo stralcio

Oreto-Notarbartolo (del quale esisteva un progetto preliminare). Le nuove linee del tram

porteranno in dote nuovi parcheggi: i primi quattro sono stati cofinanziati a fine maggio dalla

Regione con 50 milioni (su una spesa complessiva di 121).

Tra gli obiettivi della Giunta Orlando anche la manutenzione e la creazione di otto piste ciclabili

nell’ambito del progetto “Palermo Si-Cura” pensato per la Fase 2.

E mentre l’Amministrazione sta ancora definendo il nuovo Piano regolatore, anche la Regione

si avvia a incidere sul tessuto connettivo della città con un centro congressi alla Fiera del

Mediterraneo, un centro direzionale per uffici e assessorati in via Ugo La Malfa, nell’area

dell’ex Ente minerario siciliano (è di pochi giorni fa la firma di un apposito accordo con la

Cassa depositi e prestiti) e due mega poli ospedalieri che accorperanno rispettivamente il

Cervello e Villa Sofia a Nord e il Civico e il Policlinico a Sud. Per quest’ultimo c’è già un

nome: il Policivico. (gi)

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Ristrutturazioni, niente bonus del 50% dopo la cessione dell'unità immobiliare Luca De Stefani

Agenzia delle Entrate: nei casi di cessione dei crediti del sisma-bonus, la detrazione può

essere ceduta alla società che fornisce i beni e servizi necessari alla realizzazione degli

interventi agevolabili

Se dopo la cessione dell’unità immobiliare, il cedente sostiene la spesa detraibile al 50% per il recupero del patrimonio edilizio, questo bonus non potrà né essere ceduto al cessionario, né, tantomeno, essere utilizzato direttamente dal venditore medesimo. Il chiarimento è contenuto nella, condivisibile, risposta dell’agenzia delle Entrate del 10 giugno 2020, n. 174.

Sempre ieri, l’agenzia, con la risposta n. 175, in sintonia con quella del 22 maggio 2020, n. 137, ha chiarito che, relativamente ai casi di cessione dei crediti del sisma-bonus, la detrazione può essere ceduta alla società che fornisce i beni e servizi necessari alla realizzazione degli interventi agevolabili, «a nulla rilevando la circostanza che l’istante ne sia socio e amministratore delegato».

L’articolo 16-bis, comma 8, del Tuir prevede che «in caso di vendita dell'unità immobiliare sulla quale sono stati realizzati gli interventi» agevolati, «la detrazione non utilizzata in tutto o in parte» sia «trasferita per i rimanenti periodi di imposta, salvo diverso accordo delle parti, all’acquirente persona fisica dell'unità immobiliare».

Se, però, la spesa agevolata viene sostenuta (cioè pagata con bonifico parlante) successivamente alla sottoscrizione del rogito notarile di cessione, non solo non è possibile cedere il bonus all’acquirente, ma in capo al cedente manca anche il titolo per usufruire della detrazione in esame, non essendo più proprietario dell’unità immobiliare in cui i lavori sono stati eseguiti. Considerando che è possibile trasferire solo detrazioni per le quali il relativo diritto sia sorto, nel caso descritto questa circostanza non sussiste.

Con la risposta 16 luglio 2019, n. 249, le Entrate hanno invece chiarito che una persona fisica, beneficiaria della detrazione fiscale per gli interventi di riqualificazione energetica e antisismici, ai sensi dell’articolo 14 del Dl 63/213, non può cedere il credito maturato alla «ditta individuale, subappaltatrice di alcuni impianti tecnologici», di cui la stessa è titolare, in quanto con questa cessione, astrattamente ammissibile, si realizzerebbe, in capo allo stesso soggetto, la trasformazione della detrazione (utilizzabile solo con l'Irpef), in un credito d’imposta utilizzabile, invece, in compensazione anche di altre imposte e somme. Questa operazione, peraltro, oggi è possibile con la nuova «trasformazione» della detrazione in «credito d’imposta» compensabile orizzontalmente (o cedibile a terzi), introdotta dall'articolo 121, comma 1, del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 (Dl Rilancio).

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Nelle risposte del 10 giugno 2020, n. 175 e 22 maggio 2020, n. 137, però, le Entrate, sempre con riferimento alle cessioni previste dall’articolo 14 del Dl 63/13, chiariscono che la detrazione può essere ceduta alla società che fornisce i beni e servizi necessari alla realizzazione degli interventi (nell’istanza gli avvolgibili, gli infissi e le schermature solari), «a nulla rilevando la circostanza che l’istante ne sia socio e amministratore delegato».

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Intervento. Le opportunità della digitalizzazione dei processi per far tornare competitivo il Paese Pierluigi Piselli* e Stefano De Marinis*

La valorizzazione delle blockchain: la caratteristica è quella di garantire data, provenienza

e soprattutto immodificabilità e riservatezza dei documenti immessi nel sistema condiviso

Costituisce affermazione ormai largamente condivisa quella secondo la quale gli effetti legati alla pandemia da Covid 19 hanno accelerato la transizione del nostro vivere quotidiano verso la digitalizzazione, rendendo in pochi mesi attuali standard comportamentali e di pensiero che, pur già nella disponibilità delle necessarie tecnologie, per tanti anni non era stato possibile né correttamente intendere né, tantomeno, radicare. Basti pensare alle videochiamate, accessibili su rete mobile e con dispositivi ordinariamente in commercio fin dalla fine degli anni 90 - in alcuni quartieri di Roma e Milano attivabili addirittura su rete fissa - oggi divenute strumento ordinario di relazione per tutte le necessità, per non parlare della possibilità di lavorare totalmente da remoto, attività che in Italia abbiamo battezzato come smart working, che anche dopo il lock down continuerà ad essere largamente utilizzata sia dalla pubblica amministrazione che dai privati. Per venire ai temi che per tradizione più ci riguardano, pensiamo ai problemi ed alle argomentazioni che usavano appasionarci non molti mesi orsono, quando, ancora in occasione del termine del 18 ottobre 2018 fissato in modo ultimativo dalle Direttive comunitarie in materia di contratti pubblici e concessioni per spingere gli Stati membri ad implementare le gare elettroniche, si poneva il tema della gestione delle stesse da remoto, o della conduzione delle relative sedute in streaming, senza pensare, ad esempio, che anche i sopralluoghi potevano essere effettuati in modo rapido, economico e sicuro attraverso webcam. In questo senso, i passi che tutti hanno dovuto compiere in questi mesi hanno natura irreversibile e gli scenari che si aprono anche, e forse soprattutto, nel campo dell'attività amministrativa possono risultare decisivi per consentire, soprattutto al nostro Paese, di riprendere quella strada di sviluppo che da troppo tempo manca e che sarebbe più che legittimo attendersi dalla settima economia mondiale. In questo senso, con piacere qui rileviamo che le opportunità offerte dalla digitalizzazione dei processi e le relative specifiche implicazioni di cui più avanti parleremo, appaiono oggi condivise anche da autorevole parte del dibattito avviato sul come far ripartire l'Italia (Iniziative per il rilancio "Italia 2020-2022" Giugno 2020). Nelle allegate Schede di Lavoro, infatti, vi ritroviamo (pag.36 e 73) ragionamenti e soluzioni operative che, non a caso in coincidenza del completamento del mercato elettronico degli appalti di cui si è già fatto cenno, avevamo avuto modo di descrivere (P. Piselli, "Public Procurement 4.0" in Rivista Trimestrale Appalti 2019, III, p.861 e ss. Specie 918; intervento tenuto in occasione del Primo Congresso dei Magistrati Amministrativi Italiani svoltosi a Roma nei giorni 7 e 8 giugno 2019) ed applicare nel quadro di operazioni per così dire antesignane, in linea con il prevedibile, oltre che auspicabile sviluppo che il tema dovrà necessariamente avere nell'imminente futuro.

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La stessa Unione Europa pone il tema della digitalizzazione tra gli obiettivi primari della propria azione di breve/medio periodo, destinandovi particolare attenzione e cospicue risorse, e lo sviluppo dei processi digitali, a maggior ragione in Italia, potrebbe in effetti rivelarsi decisivi per risolvere problemi di contesto noti da tempo, che ostacolano quella crescita. Laddove pienamente perseguita, la digitalizzazione costituirebbe una delle auspicate riforme di cui il Paese necessita per tornare competitivo, innovando e generando un contesto favorevole agli investimenti pubblici e privati attraverso l'efficacia della sua azione e l'abbattimento degli oneri di sistema, allo stesso modo di come, ad esempio, qualsiasi impresa deve innovare le proprie linee produttive per essere competitiva sul mercato, riducendo i costi e migliorando la performance. Di questo vorremmo in questa sede parlare soffermandoci su due distinti profili, non sempre posti con sufficiente evidenza nel dibattito ormai in corso sulla digitalizzazione dei processi e l'Inovation thecnology nella pubblica amministrazione, senza sacrificare ruolo e capacità del patrimonio umano che la contraddistingue mettendo le macchine al servizio dell'uomo e non viceversa. Trattasi della notarizzazione informatica dei processi mediante utilizzo di blockchain, per garantire tempestività ed efficacia all'azione amministrativa senza sacrificare i controlli, da svolgere in fase successiva, anzi rafforzandoli, e del procedimento amministrativo assistito, volto a risolvere il problema di ciò che usa definirsi come amministrazione difensiva o blocco della firma, in ragione delle responsabilità che il pubblico funzionario è chiamato ad assumersi in presenza di un quadro normativo non sempre chiaro ed univoco, difficile da ridefinire o aggiornare utilmente in tempi compatibili con le necessità della ripresa. Per quel che riguarda la valorizzazione delle blockchain, definite dall'art. 8 ter della legge n.135 del 2018 (di conversione del decreto semplificazioni 2018) che le ha introdotte nell'ordinamento come "tecnologie basate su registri distribuiti", va detto che la loro caratteristica è quella di garantire data, provenienza e soprattutto immodificabilità e riservatezza dei documenti immessi nel "sistema condiviso" (cioè caricato in blockchain), cosa che conferisce non solo certezza ai rapporti giuridici che su di essi si basano, ma anche la possibilità di conservarli e utilmente gestire i provvedimenti o gli atti che ne derivano, anche ai fini delle prescritte quanto necessarie verifiche di legittimità. Queste potranno essere svolte successivamente all'adozione del provvedimento che nel frattempo avrà il suo corso (esempio erogazione di un sussidio, approvazione di una conferenza di servizi o di un progetto, aggiudicazione e stipula di contratti d'appalto) senza sacrificare la certezza (in quanto inserito in blockchain) del dato sul quale il provvedimento, financo l'attività ad esso propedeutica, è stata svolta, con la speditezza di esame tipica delle procedure informatiche che superano a piè pari il problema delle comunicazioni cartecee che nessuno riesce utilmente a leggere e gestire, anche e soprattutto per la loro copiosità. In questo senso possiamo parlare di "notarizzazione informatica" dell'attività svolta, secondo un processo totalmente digitalizzato, che di per sé non richiede il ricorso o la gestione di forme di intelligenza artificiale, valido sia in campo amministrativo che nelle normali transazioni tra privati, la cui caratteristica è quella di garantire certezza giuridica a tutte le relazioni poste in essere, consentendo, come già detto, specie nel caso in cui sia implicata attività amministrativa, la celere adozione del provvedimento, con possibilità di successivo reale ed efficace controllo sulla legittimità dello stesso e

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sulla meritevolezza del destinatario. Un esempio pratico legato all'attualità di alcuni contenuti del decreto "rilancio" (n.34/2020) può essere d'aiuto per chiarire il punto. L'articolo 121, finalizzato ad innescare un ciclo economicamente virtuoso mediante concessione di crediti d'imposta cedibili a terzi, in alcuni casi per importi addirittura superiori all'entità della spesa effettuata dall'interessato, per interventi di ristrutturazione dell'esistente patrimonio immobiliare costituisce scelta coerente rispetto ad un'idea di evoluzione del Paese verso politiche ambientali di riduzione delle emissioni e lotta al CO2 in linea con gli obiettivi europei, che utilizza la leva fiscale per ottenere tale risultato. Tale disegno, che attende attuazione con apposito provvedimento ministeriale, potrebbe includere modalità di controllo efficaci, ancorche non invasive ne d'ostacolo alla rapida implementazione del l'effetto moltiplicatore in grado di generare sul ciclo economico, evitando che l'operazione possa tradursi ad esempio nella creazione di fatturazioni non rispondenti ai reali processi attivati, intestate ad operatori economici di dubbia capacità, reputazione e finanche esistenza; che questo sia un rischio più che concreto lo testimonia il forte apparato sanzionatorio previsto dal decreto (art.119, c.14), peraltro a rischio di rimanere sulla carta come già accaduto in circostanze simili. Subordinare il tempestivo rilascio del bonus fiscale, da incorporare in un titolo con cui l'acquirente dell'intervento di ristrutturazione edilizia potrà pagare l'impresa esecutrice dei lavori, che a sua volta potrà cederlo a terzi, ad un rapido quanto efficace procedimento di notarizzazione informatica del l'emissione e della successiva circolazione del titolo stesso mediante utilizzo di blockchain potrebbe risultare decisivo per assicurare efficienza, certezza e correttezza all'intero processo. Il sistema, che dovrebbe poter contare su una rete di operatori qualificati a svolgere l'operazione notarizzante, peraltro non di particolare difficoltà (controllo formale della documentazione richiesta e suo caricamento informatico in blockchain), garantirebbe, infatti, la pronta attivazione del l'operazione tramite rilascio del titolo (di pagamento) a vista e la possibilità di costituire unità dedicate ai successivi controlli, più facilmente eseguibili grazie all'intera digitalizzazione dei processi ed applicazione delle sanzioni con modalità efficaci conseguenti alla non contestabilità degli elementi certificati dalla blockchain (inclusi, ad esempio, documenti fotografici dell'intervento effettuato). Passando al tema dell'amministrazione difensiva rilevante soprattutto per il fatto di interferire sullo svolgimento dei procedimenti che presiedono all'attivazione della spesa pubblica, come è noto la leva più importante per dare impulso ed indirizzo allo sviluppo produttivo, il cui svolgimento risulta spesso assai lungo e complesso, quando non bloccato, per il rischio di contestazione sul piano della responsabilità per danno erariale del funzionario pubblico che agisce, il processo amministrativo assistito può rappresentare la soluzione più efficace, anche in considerazione dei tempi necessari e delle difficoltà applicative che soluzioni diverse sarebbero in grado in astratto di produrre. Anche laddove si optasse per un accentuato intervento di semplificazione delle regole poste a monte dei procedimenti, infatti, non potrebbe mai giungersi all'eliminazione completa di tutti i presidi che garantiscono la legittimità dell'operato pubblico; di più, l'azzeramento di ogni parametro comportamentale creerebbe, per lo meno nell'immediato, ulteriore incertezza nell'operato di chi è chiamato ad agire, accentuando il problema della cosiddetta amministrazione difensiva, noto anche come "blocco della firma".

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Dato questo scenario, il ricorso a meccanismi che utilizzino le opportunità offerte dall'Intelligenza Artificiale, dando luogo ad un procedimento amministrativo per così dire "assistito", che in virtù di tale caratteristica sia in grado di risultare più celere nel suo svolgimento, qualunque sia il grado di relativa complessità, escludendo per legge, ed in virtù della fonte qualificata di provenienza, ogni responsabilità per colpa grave di chi abbia agito applicando la procedura ivi indicata, potrebbe rivelarsi realmente risolutivo; anche il connesso aspetto dell'abuso d'ufficio, infatti, verrebbe sostanzialmente azzerato dall'utilizzo di tale software, la cui messa a punto implica beninteso la contemporanea partecipazione di expertise giuridici e tecnici. Ulteriore vantaggio di tale opzione sarebbe quello di favorire l'uniformazione dei comportamenti, riducendo il contenzioso ed assicurando, per altra via, l'obiettivo che il Codice dei contratti, non senza fatica, tendeva a perseguire con l'istituto della qualificazione delle stazioni appaltanti. Un esempio può essere utile per chiarire il tema: immaginiamo una linea guida (bando tipo?) la cui osservanza, per il fatto di esser stata predisposta ad esempio da Anac o dal Mit, garantisca circa la legittimità, in principio, del provvedimento adottato in applicazione della stessa; laddove la linea guida venga associata ad un software basato su un algoritmo che ne traduca in pratica i contenuti indirizzando in modo conforme l'attività del pubblico funzionario, semmai accompagnandola con specifiche tempistiche ed opportuni meccanismi di alert in caso di ritardo, l'attività procedimentale della Pa diverrebbe senz'altro più fluida ed uniforme, con ampio beneficio su tempi, costi ed efficacia dell'azione della mano pubblica. La linea guida, infatti, nel tracciare l'attività da svolgersi in sequenza funzionerebbe come la mappa stradale, mentre l'algoritmo che individua e segue passo passo l'attività ad essa conforme, come il sistema di navigazione che sulla stessa mappa si basa, oggi generalmente disponibile su automobili e terminali telefonici. In questo senso il software individua e consiglia il percorso legittimamente percorribile, ferma restando la possibilità da parte del pubblico funzionario di derogarvi (come quando si cambia strada rispetto a quella che il navigatore stradale consiglia) salvo motivarne la ragione ma perdendo, in questa ipotesi, il beneficio della presunzione di legittimità del relativo operato. Utilizzando ancora l'esempio su richiamato, il processo evolutivo che saremmo in grado di generare con l'implementazione e l'applicazione del procedimento amministrativo assistito è analogo a quello registrato con le mappe stradali e/o gli stradari cittadini, dove la loro lettura, ed il relativo utilizzo, veniva in passato lasciato per intero al singolo, laddove oggi tali attività vengono compiute, nel modo migliore, in base all'algoritmo utilizzato, dallo strumento di guida assistita del navigatore. Vale appena il caso di sottolineare, infine, come il meccanismo descritto, a differenza della notarizzazione informatica, utilizza meccanismi di intelligenza artificiale governandone l'attività, non già restando dalla stessa governata, escludendo l'ipotesi del c.d. machine learning, posto che il provvedimento finale sarà riferibile comunque all'attività del pubblico funzionario, la cui responsabilità, peraltro, potrà essere esclusa ex lege nella misura in cui non vi sia stata deroga (sempre possibile ma non addebitabile a contrario) rispetto al percorso indicato dal software. Sia nel caso di notarizzazione informatica che di procedimento amministrativo assistito è, come sempre sostenuto ed auspicato, la tecnologia ad essere messa a disposizione e governata dall'uomo e non l'inverso. * Studio Legale Piselli and Partners

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AbitareIn, a Milano venduto il 90% delle unità immobiliari del progetto Palazzo Naviglio Radiocor Plus

Il progetto vedrà la realizzazione di un edificio dall'architettura contemporanea composto

di 76 appartamenti che saranno pronti entro il 2022

AbitareIn, Pmi Innovativa dello sviluppo immobiliare residenziale a Milano quotata su Aim Italia, ha messo a segno vendite superiori alle attese per il progetto Palazzo Naviglio, nonostante il lockdown per l'emergenza Covid-19. La società ha fatto sapere che è stato venduto il 90% delle unità immobiliari disponibili (proposte vincolanti e preliminari), per un controvalore complessivo di 28,1 milioni di euro e sono stati contrattualizzati anticipi per 8,6 milioni. I ricavi complessivi previsti sono pari a 31 milioni, il 12,7% in più rispetto ai 27,5 milioni inizialmente comunicati. I risultati di vendita «confermano che l'attuale situazione non ha comportato un calo dell'interesse delle famiglie per l'acquisto della casa», ha detto Luigi Gozzini, presidente di AbitareIn. Il progetto di Palazzo Naviglio, che sorgerà a Milano nella zona del Naviglio Grande, vedrà la realizzazione di un edificio dall'architettura contemporanea composto di 76 appartamenti che saranno pronti entro il 2022.

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Cepav Due, Anas e Autostrade calano il tris di opere: sul mercato arrivano 170 milioni di lavori Alessandro Lerbini

Nuovi bandi per l'Alta velocità Lonato Est e Sirmione (78,5 milioni), ponti e viadotti nel

Lazio (75 miioni), segnaletica e tinteggiatura gallerie a Milano (15,5 milioni)

Cepav Due, Anas e Autostrade calano un tris di bandi per un importo complessivo di 169,1 milioni che vanno a risollevare un mercato sofferente a causa dell'emergenza sanitaria. Per l'Alta velocità Milano-Verona va in gara il lotto Lonato Est e Sirmione, nel territorio del Comune di Desenzano sul Garda. Cepav due ha pubblicato il bando per i lavori relativi alle opere civili per la realizzazione della tratta Brescia est-Verona, comprese tra il km 121+401 ed il km 126+963. L'importo delle opere è di 78.553.355 euro. Il valore è comprensivo di 4.915 372 euro per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso. I lavori sono complessivamente così ripartiti: categoria OG3, classifica VIII: 54.363.063 euro categoria prevalente, a qualificazione obbligatoria, subappaltabile nel limite del 40%; categoria OS21, classifica VIII: 24.190.292 euro categoria scorporabile, a qualificazione obbligatoria, subappaltabile nel limite del 30 per cento. L'appalto prevede la realizzazione di opere quali: 5 rilevati ferroviari, 3 trincee ferroviarie realizzate in parte in terra e in parte tra muri ad U, una galleria artificiale ferroviaria con sezione scatolare monocanna su entrambe i binari in un primo tratto e sezione scatolare a doppia canna con setto centrale nel secondo e relative opere di completamento connesse o interferenti (opere e sistemazioni idrauliche, sifoni, opere stradali, fondazioni per barriere antirumore, strade di accesso, stradelli e piazzali di servizio). Il cantiere avrà una durata di 1.040 giorni. Le offerte dovranno pervenire entro il 6 agosto. Anas Al via la gara di accordo quadro quadriennale per l'esecuzione di lavori di manutenzione programmata, compresa la parziale demolizione e ricostruzione, di ponti e viadotti ricadenti lungo le strade in gestione Anas nella regione Lazio, diviso in 3 lotti e dal valore complessivo di 75 milioni. Il primo lotto riguarda l'esecuzione dei lavori lungo la Ss 148 Pontina e nell'area dell'aereoporto di Fiumicino (35 milioni), il lotto 2 la Ss 4 Salaria (25 milioni) e il lotto 3 il Grande raccordo anulare e l'autostrada Roma-Fiumicino (15 milioni). Il bando scade il 20 luglio. Autostrade Lavori di manutenzione ordinaria della segnaletica orizzontale e della tinteggiatura dei piedritti delle gallerie per le tratte autostradali di competenza della direzione 2° tronco di Milano. L'appalto ha un importo di 15.551.596 euro. La categoria prevalete è la Os10 per la totalità dell'appalto che avrà ua durata di 36 mesi. Il termine per le offerte è fissato al 17 luglio.

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https://www.lavoripubblici.it/news/2020/06/EDILIZIA/23840/Sisma-Bonus-dall-Agenzia-delle-Entrate-

chiarimenti-sulla-cessione-del-credito

Sisma Bonus: dall'Agenzia delle Entrate chiarimenti sulla cessione del credito

È possibile optare per la cessione del credito d'imposta maturato a seguito di interventi di

riduzione del rischio sismico (c.d. sisma bonus) alla società che li esegue nel caso il contribuente

che matura il credito sia anche socio e amministratore unico della stessa società?

Sisma Bonus: in quesito all'Agenzia delle Entrate Lo ha chiesto un contribuente all'Agenzia delle Entrate che con risposta n. 175 del 10 giugno

2020 recante "Detrazione per interventi di riduzione del rischio sismico - cessione del credito

Articolo 16 del decreto legge 4 giugno 2013, n. 63" ha fornito nuovi chiarimenti sulla cessione del

credito per il sisma bonus.

Nel dettaglio, il contribuente ha dichiarato di volere realizzare lavori consistenti in demolizione e

ricostruzione di un edificio con la stessa volumetria di quella preesistente, rientranti nella categoria

di interventi beneficiabili delle detrazioni previste dall'art. 16 del D.L. n. 63/2013 (sisma bonus)

e che avrebbe intenzione di cedere la detrazione spettante sotto forma di credito derivante dalle

spese sostenute per l'intervento antisismico alla società che ha realizzato i lavori e di cui il

contribuente è socio al 50% ed amministratore unico.

È una soluzione possibile?

Sisma Bonus: le condizioni di accesso alla detrazione fiscale L'Agenzia delle Entrate ha ricordato che per le spese sostenute dall'1 gennaio 2017 spetta una

detrazione per la messa in sicurezza statica delle parti strutturali di edifici o di complessi di edifici

collegati strutturalmente a condizione che le procedure autorizzatorie siano iniziate dopo l'1

gennaio 2017 e che:

gli edifici siano ubicati nelle zone sismiche 1, 2 e 3;

le costruzioni siano adibite ad abitazione, anche diversa da quella principale, e ad attività

produttive.

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Sisma Bonus: a quanto ammonta e tetti di spesa La detrazione spetta nella misura del 50%, nel limite di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare

per ciascun anno ed è ripartita in cinque quote annuali di pari importo.

Se gli interventi antisismici sono realizzati sulle parti comuni di edifici, la detrazione spetta nelle

seguenti misure:

75%, nel caso di passaggio a una classe di rischio inferiore;

85%, quando si passa a due classi di rischio inferiori.

Al riguardo, è stato, altresì confermato che qualora un intero edificio sia posseduto da un unico

proprietario e siano comunque in esso rinvenibili parti comuni a due o più unità immobiliari

distintamente accatastate, detto soggetto ha diritto alla detrazione per le spese relative agli

interventi realizzati sulle suddette parti comuni.

La locuzione "parti comuni", quindi, pur non presupponendo l'esistenza di una pluralità di

proprietari, richiede, comunque, la presenza di più unità immobiliari funzionalmente autonome.

Nel caso, ad esempio di un edificio costituito esclusivamente da un'unità abitativa e dalle relative

pertinenze non sono, dunque, ravvisabili elementi dell'edificio qualificabili come "parti comuni".

Sisma Bonus e cessione del credito I beneficiari della detrazione del 75 o dell'85%, possono scegliere di cedere il credito

corrispondente alla detrazione ai fornitori che hanno effettuato gli interventi o ad altri soggetti

privati (persone fisiche, anche se esercitano attività di lavoro autonomo o d'impresa, società ed

enti) collegati al rapporto che ha dato origine alla detrazione. Non è possibile, invece, cedere la

detrazione a istituti di credito, intermediari finanziari e amministrazioni pubbliche.

La possibilità di cedere il credito riguarda tutti i potenziali beneficiari della detrazione, compresi

coloro che, in concreto, non potrebbero fruirne in quanto non sono tenuti al versamento

dell'imposta.

Sisma Bonus: a chi si può cedere il credito In riferimento ai soggetti a cui è possibile cedere il credito spettante per gli interventi di riduzione

del rischio sismico, l'Agenzia ha elencato i seguenti soggetti:

fornitori dei beni e servizi necessari alla realizzazione degli interventi agevolabili;

altri soggetti privati, per tali intendendosi, oltre alle persone fisiche, anche i soggetti che

esercitano attività di lavoro autonomo o d'impresa, anche in forma associata (società ed

enti).

Sisma Bonus e cessione del credito: la risposta dell'Agenzia delle Entrate Ne consegue che nel caso di specie, il contribuente può cedere l'intero credito corrispondente

alla detrazione spettante per le spese relative ad interventi di riduzione del rischio sismico (sisma

bonus) alla società, considerato che la stessa è il fornitore dei beni e servizi necessari alla

realizzazione degli interventi agevolabili, a nulla rilevando la circostanza che il contribuente ne

sia socio e amministratore delegato.