De Falco è uno di noi

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Il capo della sala operativa della Capitaneria di porto di Livorno è cresciuto a San Donato U n carisma di ferro nel tagliente mare di tragedia dell’iso- la del Giglio. Questo ha caratterizzato la voce e il tono autoritario che sono entrati nel cuore di tutti gli italiani. Gregorio De Falco, capo della sezione operativa della guardia costiera di Livorno, è colui che ha affrontato con grande fer- mezza e coraggio l’emergenza della Concordia naufragata a poca distanza dalle coste toscane, ordinando al comandante della nave di salire a bordo per coordinare le manovre di soc- corso e di salvataggio. In molti lo hanno definito un eroe, eti- chetta da lui rimandata più vol- te al mittente. Dopo la sua a- zione si è chiuso in uno stretto riserbo, nell’irremovibile con- vinzione di non aver fatto nulla di straordinario. Quella voce, quel nome e quel- lo sguardo intenso che il tem- po non ha saputo scalfire, a San Donato sono stati accolti con una particolare attenzione. Perché il comandante De Falco ha vissuto per più di un decennio nella nostra città. Quando giun- se tra noi, a metà degli anni Settanta, era un adolescente. Una foto su Bammet, il sito dei primi bambini di Metanopoli libro virtuale della memoria cittadina, lo ritrae giovane liceale igna- ro, probabilmente, delle scelte che lo avrebbero condotto alla fatidica notte in cui ha contribuito a salvare molte vite. Mese dopo mese, SanDonatoM.ese ha raccolto la voce di molti concittadini che hanno portato in alto il nome della città. De Falco rientra senza dubbio in quell’elenco. Quando l’abbiamo contattato per farci raccontare le sue emozioni ha rotto il silen- di Matteo Castelnuovo [ 25 ] Dai cittadini VITE FUORI DAL COMUNE De Falco è uno di noi CAPITANI CORAGGIOSI zio stampa solo per rivolgere un saluto ai ragazzi con cui è cre- sciuto e che in quelle tremende ore di metà gennaio si sono sentiti orgogliosi di aver percorso un pezzo di strada accanto all’uomo che afferma senza falsa modestia di aver fatto solo il suo dovere non volendo aggiungere altro. Giunto a metà degli anni Settanta, ha vissuto qui più di un decennio ADOLESCENZA BAMMET Gregorio De Falco

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Articolo pubblicato sul numero di Febbraio 2012 del mensile edito dal Comune della città di San Donato Milanese a pagina 25 a firma di Matteo Castelnuovo

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Il capo della sala operativa della Capitaneriadi porto di Livorno è cresciuto a San Donato

Un carisma di ferro nel tagliente mare di tragedia dell’iso-la del Giglio. Questo ha caratterizzato la voce e il tonoautoritario che sono entrati nel cuore di tutti gli italiani.

Gregorio De Falco, capo della sezione operativa della guardiacostiera di Livorno, è colui che ha affrontato con grande fer-mezza e coraggio l’emergenza della Concordia naufragata apoca distanza dalle coste toscane, ordinando al comandantedella nave di salire a bordo per coordinare le manovre di soc-corso e di salvataggio. In molti lo hanno definito un eroe, eti-chetta da lui rimandata più vol -te al mittente. Dopo la sua a -zio ne si è chiuso in uno strettoriserbo, nell’irremovibile con-vinzione di non aver fatto nulladi straordinario.Quella voce, quel nome e quel-lo sguardo intenso che il tem -po non ha saputo scalfire, a San Donato sono stati accolti conuna particolare attenzione. Perché il comandante De Falco havissuto per più di un decennio nella nostra città. Quando giun-se tra noi, a metà degli anni Settanta, era un adolescente. Unafoto su Bammet, il sito dei primi bambini di Metanopoli librovirtuale della memoria cittadina, lo ritrae giovane liceale igna-ro, probabilmente, delle scelte che lo avrebbero condotto allafatidica notte in cui ha contribuito a salvare molte vite.Mese dopo mese, SanDonatoM.ese ha raccolto la voce di molticoncittadini che hanno portato in alto il nome della città. DeFalco rientra senza dubbio in quell’elenco. Quando l’abbiamocontattato per farci raccontare le sue emozioni ha rotto il silen-

di Matteo Castelnuovo

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Dai cittadini

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De Falco è uno di noiCAPITANI CORAGGIOSI

zio stampa solo per rivolgere un saluto ai ragazzi con cui è cre-sciuto e che in quelle tremende ore di metà gennaio si sonosentiti orgogliosi di aver percorso un pezzo di strada accantoall’uomo che afferma senza falsa modestia di aver fatto solo ilsuo dovere non volendo aggiungere altro.

Giunto a metà degli anni Settanta, ha vissuto quipiù di un decennio

ADOLESCENZA BAMMET

Gregorio De Falco