DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

53
DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO “SVELIAMO I SEGRETI” di Andrea Rossetti Scritto in collaborazione con Ginevra Frassi

description

L’e-book ripercorre la storia della moneta, a partire dal baratto fino all'avvento del debito pubblico, approfondendo i vari passaggi e le curiosità che non tutti conoscono. Una lettura per riflettere sulla veridicità o meno di alcuni nostri convincimenti, su ipotesi alternative davvero interessanti e sullo scopo di decisioni assunte dai poteri forti… ma non solo, nelle sezioni troverete anche informazioni aggiornate all’ultimo periodo che rendono l’e-book assolutamente attuale.

Transcript of DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

Page 1: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

DAL BARATTO AL

DEBITO PUBBLICO

“SVELIAMO I SEGRETI”

di

Andrea Rossetti

Scritto in collaborazione con Ginevra Frassi

Page 2: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

1

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

Sommario

Introduzione di Andrea Rossetti

1. Modificare il punto di vista

2. La regola del “3”

3. Il baratto

4. La moneta

5. Il Signoraggio

6. La nascita delle banche

7. La nascita delle Banche Centrali

8. Bretton Woods e il Piano Marshall

9. La fine del Gold Standard

10. L’inizio dell’attuale crisi

11. Debito pubblico italiano

12. Il Trattato di Maastricht: entriamo in Europa

13. Perdita della sovranità monetaria

14. Il contesto attuale

Conclusioni

Page 3: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

2

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

Introduzione di Andrea Rossetti

L’obiettivo del mio lavoro è quello di rendere consapevoli i risparmiatori prima

di effettuare una scelta di investimento e io svolgo tale impegno attraverso una

costante educazione finanziaria. Questo è il motivo principale per cui ho deciso di

realizzare il seminario Dal baratto al debito pubblico - Sveliamo i segreti ed il

successivo salotto finanziario, oggetto di questo e-book. Il mio scopo era innanzitutto

portare a conoscenza del pubblico argomenti che di solito vengono trattati dai mass

media in modo un pò superficiale e spesso “di parte”, spiegando che cos’è la crisi che

stiamo vivendo e cosa ci ha portato al debito pubblico.

Nelle pagine seguenti ripercorreremo cronologicamente la storia dell’uomo

rispetto al denaro, scopriremo insieme come è nata la moneta e come gli è stato

attribuito valore; tutto ciò ripercorrendo la storia dai primi scambi, alla nascita delle

Banche Centrali, soffermandoci sui retroscena fino ad arrivare al debito pubblico, che

sta mettendo in crisi la nazione. Un viaggio per capire se questa crisi fa gioco a

qualcuno e soprattutto come ne possiamo uscire.

Vedremo le varie tappe sotto una luce diversa, proprio allo scopo di aumentare

la comune cultura finanziaria e portare in superficie gli interessanti retroscena

dell’affascinante mondo della finanza. Una maggior consapevolezza, soprattutto nel

campo degli investimenti, può aiutarci ad evitare scelte sbagliate ed irrazionali dovute

all’emotività. Come ha detto Isaac Asimov, in un suo celebre motto: “se la conoscenza

può creare problemi non è con l’ignoranza che possiamo risolverli”.

Ricordo che quando ero bambino mi capitava spesso di sentire mio padre

lamentarsi di non riuscire ad arrivare con il denaro a fine mese ed io mi chiedevo

perché non stampasse i soldi che gli serviva per comprare tutto il necessario di cui

aveva bisogno. Crescendo ho capito che solo lo Stato aveva questo diritto… oggi

invece sono qui a raccontarvi che la situazione di fatto non è così. Per capire il

meccanismo bisogna andare un pò a ritroso nel tempo e partire dai primi scambi,

ovvero il baratto. Prima, però, impariamo a guardare le cose da un altro punto di

vista.

Page 4: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

3

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

1. Modificare il punto di vista

Iniziamo questo nostro excursus da un’immagine che ritengo molto

esaustiva rispetto all’approccio che adotterò in questo e-book.

Avete notato nulla di strano???

Vediamo che, da un lato, il Corriere Adriatico riporta la notizia

“Ferragosto da tutto esaurito, pienone negli hotel”, ma accanto, sempre

nella stessa edicola sul Messaggero possiamo leggere “Ferragosto con la

crisi, posti liberi negli hotel”. Qual è la realtà???

Forse non lo sapremo mai, però una cosa è certa, i due articoli

contengono messaggi contrastanti.

In questo e-book cercherò di mostrarvi l’altra faccia della crisi, diversa

dalle notizie che vi arrivano prepotentemente dai Mass Media cambiando

proprio il punto di vista. Vogliamo fare una prova? Cosa riconoscete

nell’immagine sottostante???

Page 5: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

4

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

Siamo sicuri di vedere un maialino? Cambiamo ora il punto di vista,

ruotiamo l’immagine e il nostro maialino dove è finito?

…stessa cosa farò io in questo e-book: “capovolgerò” e vi mostrerò da

un diverso punto di vista determinate situazioni.

Page 6: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

5

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

1. La regola del “3”

Cosa è la “Regola del 3”? Una regola derivata dal Marketing utilissima

per ricordare le date, per esempio quelle legate ad eventi storici. 3 è il

numero perfetto ed è appurato che se poniamo 3 numeri in successione siamo

portati ad associare ad ogni numero un evento avvenuto in quella data.

Proviamo???

State già pensando a un evento collegato con ciascuna di esse? Cosa vi

fanno venire a mente?

A questo punto ne aggiungo altre 3, questa volta “italiane”, che ci

riguardano ancora più da vicino. Provate a fare lo stesso collegamento: a

cosa vi fanno pensare?

In seguito lo scopriremo insieme…

DDDAAATTTEEE MMMOOONNNDDDIIIAAALLLIII

111999111333 ––– 111999444444 ––– 111999777111

111999888111 ––– 111999999222 ––– 111999999888

DDDAAATTTEEE IIITTTAAALLLIIIAAANNNEEE

Page 7: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

6

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

2. Il baratto

Iniziamo il nostro “viaggio” parlando della prima forma di scambio, molto

antecedente all’uso della moneta: il baratto. Si tratta di un modello basato

sul commercio di beni tra persone. Facciamo un esempio: se io posseggo un

alimento in eccesso, rispetto alla quantità di cui ho bisogno, per evitare che

questo vada sprecato posso scambiarlo (barattarlo) con altra merce e/o

alimenti necessari alla mia sopravvivenza. E’ ovvio pensare che un pescatore

abbia quantità di pesce superiori al suo fabbisogno e cerchi di valorizzare la

merce in eccesso scambiandola con altri alimenti o con beni utili alla sua

conservazione (a quel tempo il sale, ad esempio, era molto usato per questo

scopo).

Sembrerebbe una situazione ottimale e invece che cosa succede? Può

verificarsi il mancato incontro di volontà (ovvero: quale e che quantità di

altra merce vale il pesce che vorresti barattare?) e questo nel tempo fa

nascere la necessità di creare un’unità di misura univoca e riconoscibile da

tutti.

Page 8: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

7

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

Curiosità: il salario dei soldati romani deriva

proprio dal sale, perché la loro prestazione

veniva pagata appunto in sale.

L’esperienza poi fa capire che questo nuovo mezzo universale doveva

essere duraturo nel tempo e non deperibile come gli alimenti visti in

precedenza.

Alcune fonti storiche sembra che individuino quale prima unità di misura

l’oro, la scelta ricadde su questo metallo nobile perché gli egiziani

ritenendolo somigliante al sole (Ra), una delle divinità oggetto della loro

adorazione, gli attribuivano una grande importanza.

Ne sono testimonianza i ritrovamenti all’interno delle piramidi, dei quali i

faraoni venivano omaggiati, in attesa di un’appagante e ricca vita che li

attendeva oltre la morte.

curiosità: l’oro venne scelto anche perché

resistente all’ossidazione e quindi capace di

mantenere la sua lucentezza nel tempo.

Page 9: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

8

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

4. La moneta

Facciamo un salto nel tempo e vediamo come questo oro divenne un

mezzo universale. Secondo la leggenda fu il re della Libia, Creso, nel VII

secolo a.C., a porre in essere il primo sistema di creazione monetaria; il

quale successivamente si diffuse nell’Impero Greco, Persiano ed infine

Romano. Che cos’era la moneta? Era un quantitativo d’oro unico, certificato

e riconosciuto universalmente, che veniva usato come merce di scambio per

ottenere altri beni.

L’introduzione della moneta, essendo non deperibile, permetteva ai più

parsimoniosi di accumulare e conservare ricchezza, mentre gli altri potevano

spendere direttamente, evitando il baratto, per comprare altri beni.

Nell’Impero Romano venne attribuita alla moneta anche un’altra

importante funzione: la propaganda politica. Vi siete mai chiesti perché sulle

monete antiche era impressa l’immagine dell’Imperatore? Conoscete forse

un oggetto che venga più scambiato del denaro? Bene questo era il motivo

per cui troviamo tale effige sulla moneta, circolando in moltissime mani

serviva a farlo conoscere a tutto l’Impero, dato che i mezzi di comunicazione

e trasporto dell’epoca non erano certo efficaci come quelli attuali. L’altra

funzione, invece, era quella di certificare la purezza e la quantità di oro in

essa contenuta.

Curiosità: passando di mano in mano e trattandosi di oro,

le monete venivano puntualmente limate dai più furbi, fu

così che per evitare manomissioni venne impressa la forma

ovale e successivamente (in tempi più recenti) la

zigrinatura. Verificate voi stessi prendendo l’attuale

moneta da un euro…

Page 10: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

9

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

5. Il Signoraggio

Arrivando al Medioevo, periodo storico non particolarmente fiorente,

questa moneta che fino ad allora era stata forgiata completamente in oro

subì un determinante cambiamento ed iniziò il cosiddetto “Signoraggio”.

Che cos’è il Signoraggio? Possiamo definirlo come la differenza tra il

valore intrinseco ed il valore estrinseco della moneta. Inizialmente questa

veniva fusa utilizzando diversi pezzi d’oro ed i due valori erano equivalenti.

Successivamente, la caduta dell’Impero Romano portò alla formazione di

tante piccole comunità (Feudi) autonome ed in alcuni casi prive di regole; fu

così che alcuni Signori feudatari frodarono la popolazione inserendo una

percentuale di lega oppure di rame all’interno delle monete.

Facciamo un esempio per capire meglio: se il valore nominale della

moneta era 100, perché era composta da 100 grammi d’oro, nel Medioevo i

Signori utilizzavano 90 grammi di oro e 10 di rame, eppure il valore

nominale risultava comunque 100. Quindi coloro che fondevano e

stampavano questa moneta recuperavano l’equivalente di 10 grammi di oro

(il 10% del valore totale) a scapito di chi accettava il soldo in cambio di

merce o prestazioni.

Page 11: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

10

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

Nasce così la differenza tra valore intrinseco e estrinseco, ossia la

differenza tra il valore risultante dalla purezza e quantità di oro presenti e il

valore attribuito da un fedautario (ed oggi dallo Stato) alla moneta.

Passaggio molto importante perché come vedremo più avanti ha

determinato un incremento significativo del nostro debito pubblico.

Curiosità: I famosi “Ducati” e “Fiorini”, che

abbiamo visto in diversi film, sono il classico

esempio di questa pratica. L’etimologia di

“Signoraggio”: il termine deriva da “aggio del

signore”, ossia guadagno del signore.

Fig1. Ducati

Fig2. Fiorini

Page 12: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

11

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

6. La nascita delle banche

Dove nascono le banche? Chi ha fiutato l’affare per primo? Non

potevano che essere una creazione italiana!

Grazie alle sue imponenti Repubbliche Marinare (Amalfi, Genova, Pisa e

Venezia), l’Italia aveva aperto scambi commerciali sia ad est che ad ovest.

Il periodo di crisi che si viveva nel Tardo Medioevo offrì agli italiani più

proattivi, l’opportunità di ricercare mercati sconosciuti e nuove rotte che

Page 13: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

12

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

avrebbero rappresentato interessanti occasioni di guadagno. Ricordiamo un

personaggio su tutti…

Marco Polo (sfruttando le vie di commercio verso l’Oriente) è il classico

esempio di tanti imprenditori che seguirono la cosiddetta “via della seta”, e

non solo, per uscire dal periodo buio di crisi, segnato da fame e povertà.

L’attività principale consisteva nella ricerca di nuove materie da

acquistare e rivendere in patria, ma per far ciò era necessario portare con

sé grandi quantitativi di monete d’oro. Questo, sia in termini di peso che in

termini di sicurezza rappresentava il più grande problema da superare. Dato

che le difficoltà ingegnano la mente, gli orefici, abili commercianti abituati a

scambiare monete ed esperti conoscitori dei problemi sopra elencati,

trovarono una soluzione rivoluzionaria. Essendo persone di casta,

generalmente molto stimate, decisero di spendere il proprio nome come

garanti depositari rilasciando ai commercianti, prima dei loro viaggi

d’affari, una ricevuta (chiamata “Nota di Banco”) la quale attestava

l’effettivo quantitativo d’oro depositato presso i loro caveau.

Page 14: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

13

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

La stessa poteva essere riconvertita in monete da un altro orefice, una

volta giunti a destinazione.

Curiosità: invertendo e unendo le parole “nota

di banco”, otteniamo il termine “banconota”,

quindi ora conosciamo anche l’etimologia di TALE

parola.

Questo sistema rappresentava un’idea vincente usata da noi ancora oggi,

pur se integrata con altri strumenti di pagamento. In realtà, siamo ancora

lontani dall’abbandonarne l’utilizzo.

Questa invenzione fu così funzionale che gli stessi commercianti non si

avvalsero più degli orefici per convertire le note di banco in oro, ma

iniziarono a scambiarsi tra loro quelli che poi diventeranno “titoli di

credito”. Ogni azione produce un effetto ed in questo caso la conseguenza fu

che le giacenze di quantitativi in oro depositate presso gli orefici diventarono

permanenti. A loro volta gli orefici, comunque commercianti, vedendo non

utilizzati tutti questi depositi e sapendo che difficilmente ci sarebbe stato un

ritiro simultaneo degli stessi, cominciarono ad emettere note di banco anche

senza la copertura di depositi in oro. Questo passaggio trasformò gli orefici

in banchieri, infatti, diventarono dei veri e propri finanziatori di alcuni

piccoli imprenditori che non potevano permettersi garanzie. La concessione

di microcredito veniva ripagata tramite l’applicazione di un maggiore

interesse sul corrispettivo della nota di banco emessa. Abbiamo così scoperto

Page 15: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

14

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

come nascono le prime forme di prestiti personali, che ancora oggi sono

molto diffusi nella nostra società.

In teoria lo stesso lingotto d’oro garantiva due note di banco, in pratica

la copertura era di un solo lingotto, in quanto la seconda nota “fittizia” era

sostenuta dalla statistica inerente l’improbabilità che tutti i proprietari

ritirassero insieme l’oro (nasce così l’attuale “riserva frazionaria”).

Ad un certo punto questa “doppia garanzia” insospettì i depositanti, che

iniziarono a prelevare il loro oro (qualche similitudine l’abbiamo vista

durante la crisi in Grecia, con la corsa alle banche a ritirare i propri

depositi). Fu così che i banchieri furono costretti ad incentivare i clienti che

lasciavano in giacenza il loro oro, fissando un limite percentuale per

l’emissione di note di banco pari a due volte i depositi fisici in essere.

Page 16: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

15

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

Questo è il principio su cui si basano le nostre banche anche oggi: io

lascio i miei soldi in deposito e vengo remunerato perché gli stessi siano

usati dalla banca per emettere prestiti.

Page 17: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

16

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

7. La nascita delle Banche Centrali

Attorno al 1600 l’Inghilterra era sfinita da anni di guerre con Francia e

Olanda, si trovava sull’orlo di un disastro finanziario, quando una serie di

orefici, massoni e commercianti si offrirono come finanziatori, prestando il

loro oro ad un patto: la restituzione dello stesso, entro un determinato

periodo, con un tasso di interesse molto elevato o in alternativa la facoltà

esclusiva di coniare moneta.

L’Inghilterra, grazie al finanziamento ottenuto, proseguì la guerra ma le

spese furono così cospicue che il sovrano non riuscì mai a restituire l’oro

avuto in prestito; di conseguenza i primi massoni ottennero ciò che volevano.

Nacque così la prima Banca Centrale “privata”, ovvero la Banca

d’Inghilterra (27 luglio 1694), a cui seguirono, nei successivi 2 secoli le

Banche Centrali di: Francia (1800), Olanda (1814), Austria (1817), Belgio

(1850), Germania (1875), Giappone (1882) ed infine la Banca d’Italia

(1893). La prima a nascere oltreoceano fu invece la Fed, ossia la Federal

Reserve (1913) e siccome “gli ultimi saranno i primi”, oggi questa è la prima

banca a livello mondiale.

La nascita della Fed si deve a quattro importanti famiglie: Rockfeller,

Morgan, Warburg e Rotschild che agli inizi del ‘900 fecero pressioni sul

governo americano, già sconvolto dalla Guerra di Secessione, affinché

creasse un’unica grande Banca Centrale di loro proprietà. J.P. Morgan,

proprietario di uno dei più potenti istituti bancari privati, nel suo interesse

divulgava voci sull’imminente fallimento di altri istituti bancari e la gente

Page 18: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

17

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

impaurita, iniziò a ritirare i propri soldi dalle banche, provocando una vera e

propria serie di fallimenti che condussero alla Grande Depressione del 1929.

Forse la peggiore crisi, che abbia preceduto questa che stiamo

attraversando, e “creata” la depressione bisognava trovare la maniera di

risolverla…

Page 19: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

18

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

Il 05 aprile 1933 il presidente americano Roosvelt emanò l’Ordine

Esecutivo 6102 che vietava il possesso ai cittadini americani di monete,

lingotti e certificati d’oro oltre i 100 dollari e obbligava gli stessi a

consegnarli, entro il 1 maggio 1933, alla Fed (pena la reclusione) al valore

prefissato di 20,67 dollari l’oncia. Il presidente sequestrò l’oro agli

americani perché per emettere banconote (ex note di banco) bisognava avere

depositi in oro. Per aumentare tali depositi bisognava necessariamente

trovare nuovi giacimenti, ma la ricerca avrebbe avuto tempi troppo lunghi,

quindi fu scelta come soluzione quella di sequestrare l’oro ai cittadini

americani. Pensate se una decisione del genere fosse adottata oggi, dato il

periodo in cui stiamo vivendo, cosa potrebbe accadere…

Page 20: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

19

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

Tutto ciò fece sì, che i depositi d’oro, fino al 1832 attorno ai 4 miliardi di

dollari, schizzarono letteralmente alle stelle (vedi grafico di seguito).

Le risorse aurifere degli Stati Uniti in 10 anni triplicarono ed in 20 anni

addirittura sestuplicarono. Ma cosa comportò per la nazione? L’uscita dalla

Depressione. Un maggior quantitativo di oro in riserva permetteva infatti

una maggior emissione di moneta da mettere in circolazione. Di conseguenza

il dollaro diventò la prima moneta unica nazionale, sebbene a danno degli

stessi cittadini americani, come vedremo in seguito.

Page 21: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

20

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

8. Bretton Woods e il Piano Marshall

Un altro importante passo venne compiuto nel luglio 1944 a Bretton

Woods, una piccola località in cui fu presa una grande decisione. Infatti,

nell’omonima conferenza si riunirono tutti i responsabili delle maggiori

banche centrali, per stabilire le regole delle relazioni commerciali e

finanziarie tra i principali paesi industrializzati del mondo.

La presa di posizione più eclatante fu quella di “agganciare” il dollaro

all’oro, nel rapporto di 35 dollari per ogni oncia. Questo comportò per le

banche centrali la possibilità di sostituire le ingombranti risorse aurifere con

il biglietto verde. Iniziò così l’accumulo di dollari in qualità di riserve

frazionarie.

Curiosità: con l’Ordine Esecutivo 6102, visto nel capitolo

precedente, l’oro sequestrato agli americani fu valutato 20,67

dollari l’oncia. Undici anni dopo, con l’accordo di Bretton

Woods, la stessa oncia valeva 35 dollari: ciò significa che in 10

anni i dollari (ed i cittadini americani) persero all’incirca il 69%

del loro valore a favore della Fed.

Page 22: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

21

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

In realtà quella di Bretton Woods più che una soluzione condivisa

potrebbe essere stata un’imposizione degli Stati Uniti, che stavano uscendo

vincitori dal conflitto mondiale, per aumentare nuovamente le proprie risorse

aurifere a discapito dei paesi sconfitti e bisognosi di una ricostruzione.

Un’altra di queste imposizioni potrebbe essere stato il cosiddetto “Piano

Marshall”, un piano di aiuti economici varato dall’America che prevedeva

forniture e finanziamenti in cambio di garanzie in oro.

Il condizionale è d’obbligo, ma stando ai dati sulla produzione industriale

statunitense del dopoguerra (che raddoppiò) e al crollo della disoccupazione

(da 10 a 2 milioni di unità) possiamo affermare che sia il Piano Marshall che

la guerra furono una benedizione per gli Stati Uniti.

Page 23: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

22

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

9. La fine del Gold Standard

Dopo la prima guerra mondiale, dato che col piano Marshall l’America

aveva “fatto soldi” e aumentato anche le sue risorse aurifere, ci provò una

seconda volta nel ’75 dichiarando guerra al Vietnam, però le cose non

andarono proprio come era stato previsto tant’è che la guerra ebbe un costo

notevole, sia in termini di vite, che economici. Per far fronte a queste

numerose spese, si continuò a stampare dollari senza avere risorse aurifere:

ciò significa non mantenere più la proporzione tra moneta stampata e

garanzie, creando così debito pubblico. Gli altri Stati cominciarono a capire

che ciò poteva essere un problema e cominciarono a titubare sulla validità

del dollaro come riserva in confronto all’oro. Cosa successe allora? Prima

che tutti questi paesi chiedessero indietro la convertibilità del dollaro e

quindi restituissero dollari per prendere oro, Nixon annunciò a Camp David

(nel 1971) con un altro improvviso decreto, la fine del Gold Standard, ovvero

la fine della convertibilità del dollaro, provocando una svalutazione del

dollaro ed il quadruplicarsi del prezzo del petrolio. Attorno al ‘75 ricordiamo

lo shock petrolifero e l’austerity in Italia, questo non si verificò perché salì il

prezzo del petrolio, ma perché il dollaro staccato dall’oro diventò “carta

straccia”. Il dollaro (che prima era stato “gonfiato”) sul mercato andò a

ristabilirsi come prezzo con le proporzioni della riserva frazionaria, quindi

con quest’ordine esecutivo tutti quelli che avevano incassato dollari (o che

erano stati costretti ad incassare dollari) si trovarono una moneta svalutata.

Page 24: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

23

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

La moneta aveva perso il 20%, mentre il prezzo del petrolio era stabile:

costava un 20% di più perché la moneta si era svalutata.

Per la seconda volta gli americani avevano compiuto un’ottima operazione

commerciale tant’è che da lì partì l’indebitamento pubblico.

Oggi i maggiori paesi mondiali hanno valute in dollari, hanno riserve

monetarie in dollari e non hanno riserve in oro, proprio perché hanno

seguito quella politica americana.

Vediamo, dal grafico della Fred, che il debito pubblico in bilioni di dollari fino

al 1970 era sotto controllo, mentre da quel momento in poi schizzò alle stelle,

perché ovviamente svalutando il dollaro e non avendo più riserve iniziarono i

debiti con l’estero. Quindi con la fine del Gold Standard diventò possibile

Page 25: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

24

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

stampare moneta “a volontà” senza più principi e questo capite che non è una

cosa che può stare in piedi se non abbiamo altre riserve!

Dal momento che il dollaro non è più agganciato all’oro, il debito pubblico

americano sale addirittura fino a 16.000 miliardi. Si tratta di una problematica

attuale perché ad oggi parliamo di “Tapering”, ossia a fine anno 2013 la soglia

del tetto pubblico ha superato la soglia dei 16.000 miliardi stabilita dal

parlamento statunitense; una situazione che dovrà essere affrontata nuovamente

nel 2014, per cui ogni volta invece di trovare nuovi modi per tagliare la spesa

arriva al tetto massimo di bilancio del debito pubblico stabilito e deve rinnovare

un nuovo tetto. Personalmente non penso che sia una soluzione, perché non fa

altro che rimandare il problema alla generazione successiva.

Page 26: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

25

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

10. L’inizio dell’attuale crisi

Vediamo ora come è iniziata la crisi da noi. Il periodo di spread più alto è

stato quello intorno al 2012. Nel periodo di passaggio dal Governo

Berlusconi al Governo Monti (Novembre 2011) si rischiava addirittura il

default dell’Italia con i titoli di stato che persero il 20, 30% e nel giugno

2012 la Grecia rischiò di saltare, producendo un pò di tensione sul debito

italiano, perché l’Italia aveva debito pubblico (come si era formato lo

vedremo più avanti).

Articolo de Il Sole 24 Ore (14 marzo 2012)

Nel precedente articolo, tratto da Il Sole 24 Ore possiamo leggere che uno

studio presentato dalla Wgc consiglia, oggi in un mondo moderno che non è

più fatto di orefici e riserve frazionarie in oro, “di dedicare all’oro l’8% delle

Page 27: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

26

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

riserve”. La parte restante dovrebbe essere in valute, perché non serve più il

bene fisico da tenere in cassaforte, però poi, nello stesso articolo leggiamo

anche che: “la media è tuttavia sfalsata dall’iper-esposizione all’oro di

alcuni istituti centrali”, come gli Stati Uniti (che hanno sempre seguito una

politica accondiscendente verso l’oro) e Italia, Grecia, Germania e

Portogallo in cui le riserve aurifere sono costituite per oltre il 70% di oro.

Questi quattro Stati, non hanno seguito la politica chiesta dall’America,

ma hanno continuato a mettere da parte oro.

Tre di questi quattro paesi, i cosiddetti “PIGS” (l’acronimo che si traduce

in “maiali” in inglese, ma che indica in questo caso paesi periferici

“spazzatura”, ossia Portogallo, Italia, Grecia e Spagna) sono proprio quelli

che hanno subito gli attacchi speculativi sui titoli di Stato e il conseguente

innalzamento dello spread.

Quindi, riepilogando, tre dei paesi attaccati sono quelli che hanno più

riserve d’oro. Si tratta solo di una coincidenza o forse quest’oro potrebbe

interessare a qualcuno? La riflessione la lascio a voi…

Page 28: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

27

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

In questo grafico, la cui fonte è la Banca d’Italia, vediamo che l’Italia ha

un controvalore di circa 95 milioni di euro in oro su circa 128 milioni di euro

di patrimonio totale di riserve; forse per questo l’Italia sta “sotto attacco” e

si è parlato moltissimo nel 2013 (ora un pò meno) di spread su btp-bund.

Analizziamo adesso un’altra coincidenza (parliamo sempre di coincidenze

perché non siamo di fronte a conferme ufficiali, possiamo fare solo

congetture). Come abbiamo visto, nel 1933 per ripianare la crisi della

Grande Depressione (1929) il presidente Roosvelt emanò l’Ordine Esecutivo

1602 con il quale vietava ai cittadini americani il possesso di monete, lingotti

e certificati d’oro oltre i 100$.

Page 29: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

28

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

Pensate se in un momento di crisi come questo il governo italiano

proponesse una soluzione analoga, come la prenderebbero i cittadini?

E se in realtà ce la stessero proponendo in maniera occulta?

Page 30: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

29

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

Un settore che in un commercio fortemente in crisi come quello italiano

continua ad avere una crescita a due cifre è proprio quello dei Compro Oro.

Lo potremmo definire un “esproprio inconsapevole”...

Ripercorrendo la storia del Medioevo, ci ricordiamo che se io stampo

moneta senza possedere riserve d’oro il debito pubblico va alle stelle, ma se

analizziamo il debito pubblico italiano che in questi anni ha superato

addirittura i 2.000 miliardi, vediamo che questa regola non vale. Allora

perché questo debito pubblico sale anche in Italia?

Page 31: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

30

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

11. Debito pubblico italiano

Per capire, vediamo cosa è successo nel nostro bel paese: nel 1893 (dopo

lo scandalo ed il fallimento della Banca Romana) i quattro istituti principali

dell’Italia centro-settentrionale vennero fusi, dando vita alla Banca d’Italia,

la quale nel 1926 ottenne il privilegio esclusivo di emettere moneta;

ovviamente anche in funzione delle cospicue riserve aurifere.

Ci troviamo nell’epoca fascista e Mussolini escogitò un sistema

“indiretto” per mantenere un controllo pubblico sulla Banca D’Italia

affinchè non finisse in mani private e/o straniere: con una legge datata 1936

espropriò quote private a favore di Enti Statali, Casse di Risparmio e Banche

Pubbliche a capitale statale. A dimostrazione di questo abbiamo ancora due

partecipazioni statali di enti fondati in quel periodo, ovvero l’Inps e l’Inail.

L’8 settembre del ’43 alle 19:42 dopo il proclama del Capo del Governo

Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio, le autorità tedesche pretesero la

consegna come risarcimento di 173 tonnellate di riserve auree italiane. Non

si seppe più dove questo oro andò a finire, comunque nonostante la

diminuzione delle riserve d’oro ne restava abbastanza per iniziare a

stampare moneta.

Andiamo a vedere oggi da chi è controllata la Banca d’Italia.

Page 32: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

31

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

Al momento, come possiamo vedere dallo schema pubblicato dall’Ansa, i

15 maggiori soci della Banca d’Italia sono grandi banche e assicurazioni, le

quali posseggono circa il 90% del capitale e hanno un diritto di voto del

70%.

Del 90% di capitale che è in mano a grandi banche il 30% è di Intesa

Sanpaolo, 21% Unicredit, poi abbiamo Assicurazioni Generali, Cassa di

Risparmio di Bologna, l’Inps è il primo ente pubblico al 5%, quindi vediamo

che oggi la Banca d’Italia non è più un ente statale ma un ente a capitale

privato. Questo perché è importante capirlo? Perché in realtà è la Banca

d’Italia a stampare moneta, non lo Stato italiano. Infatti lo Stato italiano per

finanziare opere pubbliche, la spesa sanitaria ecc…, chiede dei soldi in

prestito emettendo dei titoli di Stato in cambio di una restituzione di capitale

Page 33: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

32

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

maggiorato di un tasso di interesse, per cui qualsiasi investitore può

finanziare lo Stato acquistando questi titoli, di fatto prestando i propri soldi.

Inizialmente la Banca d’Italia era costretta a comprare tutti i titoli di

Stato invenduti sul mercato senza avere controllo sul tasso di remunerazione.

Dal 1948 (con D.P.R. n. 482 del 19 aprile, articolo 25, comma 4) però viene

conferito al governatore della Banca d’Italia il compito di regolare l’offerta

di moneta e di decidere il tasso di sconto; questo voleva dire che non era più

lo Stato a decidere a che tasso remunerare i soldi ricevuti in prestito e quindi

controllare gli oneri aggiuntivi (interessi pagati sui titoli di Stato) ma il

governatore della Banca d’Italia. Quest’ultima aveva tutto l’interesse ad

alzare i tassi, perchè stava diventando privata e guardava più ai propri utili

che al bene dell’Italia.

Fu così che negli anni successivi, complice il boom economico, l’elevata

inflazione e la pressione della Banca d’Italia i tassi sui titoli di Stato salirono

fino al 14, 15, 17% ed anche se qualche piccolo risparmiatore era contento,

il debito pubblico aumentava a dismisura non potendo sostenere

remunerazioni così alte. Questa politica folle mirata a salvaguardare gli

interessi di pochi potenti, rispetto a quelli del paese, fece impennare il debito

pubblico a livelli record.

Page 34: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

33

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

Vorrei adesso proporvi un interessante e curioso confronto tra due

banconote.

Si tratta delle 500 lire e delle vecchie 1000 lire, entrambe ovviamente non

più in circolazione, dall’entrata dell’euro. Osservatele, la domanda che vi

pongo è: quale differenza notate tra queste due banconote? Sicuramente

qualcuno di voi si sarà soffermato sul colore, l’aspetto, il taglio nominale

(uno 100 l’altro 1000), ma in verità la differenza sostanziale è la seguente: la

prima banconota è stata emessa dalla Repubblica italiana (lo potete leggere

in alto sulla stessa) l’altra dalla Banca d’Italia, ovvero sotto le 500 lire

leggiamo “biglietto di Stato a corso legale”, mentre sotto le 1000 lire non c’è

una scritta analoga.

Page 35: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

34

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

Quelle 500 lire, che sono passate di mano anche a me quando ero

bambino, sono state l’unico esperimento di moneta stampata dallo Stato, per

cui lo stesso si era auto-finanziato senza chiedere aiuto alla Banca d’Italia.

Le stesse ebbero una breve durata come corso legale e vennero stampate

sotto il Governo Moro. Purtroppo, sappiamo tutti che fine ha fatto Aldo

Moro…

Risulterebbe molto facile fare un collegamento tra il fatto che egli abbia

autorizzato qualcosa che va fuori dai “poteri forti” e, di conseguenza, sia

stato barbaramente ucciso.

Negli Stati Uniti un altro personaggio, firmando l’Ordine Esecutivo n.

11110 ripristinò in capo al Governo USA il potere di emettere moneta senza

passare attraverso la Federal Reserve: l’allora Presidente degli Stati Uniti

John Fitzgerald Kennedy, il quale a novembre stesso anno (proprio dopo

l’emanazione di quell’Ordine Esecutivo!) fu assassinato. Ora, se “due indizi

fanno una prova”, il resto lo lascio a voi…

Questa, magari è una curiosità in più che vi farà riflettere su come

arriviamo al debito pubblico e sull’attuale crisi.

Avviciniamoci di più ai giorni nostri. L’Italia era uscita dal dopoguerra

distrutta, ma gli italiani sono sempre stati lavoratori, creativi, e in un

ventennio riuscirono a creare un paese in crescita, quello del boom

economico degli anni ’60; quindi possiamo affermare che l’Italia, tutto

sommato, era un paese sano.

In realtà, anche se noi ricordiamo gli anni ‘80 come positivi, perché gli

effetti della crisi si sono visti solo successivamente, l’Italia già nei primi ‘80

aveva un debito pubblico pari al 60% del Pil (mentre oggi siamo al 127%)

Page 36: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

35

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

pari a 141 milioni di euro. Certamente quei 141 milioni di euro nel 1980 non

corrispondono a 141 milioni di euro oggi, basti pensare che allora il debito

pubblico era il 60% e oggi siamo al 127%: allora erano 141 milioni di euro

ed oggi stiamo oltre i 2.000 miliardi, qualcosa deve essere successo, che

cosa?

Nel 1981 sotto il Governo di Giovanni Spadolini con Ministro del Tesoro

Beniamino Andreatta (dall'ottobre 1980 al dicembre 1982 nel governo di

Arnaldo Forlani e nei governi di Spadolini I e II) avvenne il cosiddetto

“divorzio tra Stato e Banca d’Italia” (definito così dai giornali), ovvero la

fine dell’obbligo dell’acquisto dei bot invenduti da parte della Banca d’Italia,

per entrare sul mercato libero europeo. Quindi se la Banca d’italia non è più

obbligata ad acquistare titoli di stato, l’Italia è obbligata a metterli sul

mercato e se non offre un buon tasso ovviamente nessuno se li compra, allora

è costretta ad alzare i tassi di interesse fino ad arrivare a tassi a due cifre

(14,15,18%). La Banca d’Italia faceva anche pressioni affinchè i titoli di

Stato non venissero comprati ed è quello che succede un pò oggi: lo spread

tra btp e bond aumenta quando i titoli di stato vengono iper-venduti, ossia

quando si vocifera che l’Italia non sia un paese stabile (le stesse maldicenze

che ricordiamo a suo tempo diffuse la Fed), in modo che lo Stato sia

costretto, per far comprare i propri titoli, ad alzare il tasso di interesse.

Questo favorisce quegli investitori coscienti del fatto che lo Stato è stabile e

che possono avere un maggior tasso di interesse remunerato sull’acquisto di

titoli di Stato italiani.

La politica di questo periodo ha fatto sì che l’Italia sia considerata non

sicura, in modo che sia possibile emettere titoli di Stato a tassi più alti, di

Page 37: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

36

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

conseguenza possiamo affermare che la nostra crisi è iniziata nel 1981

quando (con la scusa di entrare nel mercato libero dello SME) la Banca

d’Italia è stata scollegata dallo Stato.

Probabilmente oggi ne portiamo le conseguenze. Dopo il 1980 vediamo

che i tassi schizzarono fino ad arrivare al 10 - 15%, quindi le entrate fiscali

riscosse non riuscivano a coprire tali tassi di interesse e aumentò il debito

pubblico. Vediamolo in termini grafici.

Ci rendiamo conto che nel 1992, dopo 11 anni, il debito pubblico era al

105%, pari a 850 Mln euro, ossia sestuplicato. Fino al 1980 si trovava sotto

la soglia del 60%, poi dal 1981 era salito alle stelle (fino al 1994) arrivando

al 120%, per poi scendere nuovamente e tornare a salire in questo periodo.

Non poteva non verificarsi questa situazione (si tratta della prima grande

Page 38: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

37

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

causa della crisi del debito pubblico) proprio perché a causa di questo

“divorzio” Stato/Banca d’Italia, il mancato controllo del tasso di interesse,

col quale si indebitava lo stato italiano, fece sì che le entrate fossero molto

minori delle uscite e di conseguenza il debito pubblico ebbe un picco.

Riassumendo: quando parliamo di crisi non si tratta di qualcosa che nasce

adesso, ma è stata creata ad hoc già nel 1982, ma gli effetti si iniziarono a

vedere dopo 11 anni (nel 1992) quando il paese viveva una situazione molto

simile a quella presente, sia dal punto di vista economico che sociale; di

seguito infatti potete trovare alcune notizie che ci appaiono quanto mai

attuali.

Page 39: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

38

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

Sempre nel’92 Amato diede le dimissioni ed il parlamento non riuscì a

formare un nuovo governo politico, perciò il presidente della Repubblica

Scalfaro decise di affidare la presidenza del consiglio al Governatore della

Banca D’Italia: Carlo Azeglio Ciampi, il quale costituì un Governo tecnico.

Guarda caso quello che è successo con Monti alla fine del 2011. La storia si

ripete!

Prima di lasciare la guida del Governo, Amato fece una serie di operazioni

che ci ricordano la recente manovra “lacrime e sangue”, ossia in un week-end

decise di attuare un prelievo forzoso sui risparmi degli italiani pari al 6X1000

dei saldi esistenti sul conto corrente (la cosa buffa fu che il prelievo venne fatto

senza verificare se si trattasse veramente di risparmi o di un finanziamento per

un mutuo appena ottenuto), abolì la Scala Mobile, bloccando quindi i salari, e

alzò l’età pensionabile a 65 anni (senza creare però in questo caso esodati!).

Nel passaggio Berlusconi-Monti lo spread btp/bund è arrivato a 560 punti

base, mentre nel passaggio Amato-Ciampi arrivò a 760 punti base, quindi a

giudicare dallo spread, l’Italia era considerata molto meno solida allora

rispetto ad oggi.

Come uscimmo dalla crisi? Con due importanti mosse: una che

probabilmente ripeteremo (perché nei nostri poteri), l’altra che replicheremo

solo se l’Europa ce lo permetterà.

Si tratta innanzitutto della “svendita del Patrimonio Italia”, dato che, come

si evince dalla figura sottostante, lo Stato aveva numerose partecipazioni in

aziende nazionali leader nel mondo (un caso su tutti è quello dell’Iri, al settimo

posto nella classifica delle maggiori società nel mondo per fatturato, con circa

Page 40: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

39

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

68 miliardi di dollari di vendite, trasformata in società per azioni nel 1992

cessò di esistere dopo 10 anni).

Altri esempi più piccoli li ritroviamo in privatizzazioni (e in qualche caso

“distruzione” aggiungerei!) di Telecom Italia (passata al gruppo Pirelli), Seat

Pagine Gialle (oggi sull’orlo del fallimento), Autogrill e Autostrade Italiane

(rilevate dalla famiglia Benetton… forse volevano creare una “veste nuova”…),

Alitalia (che venne condotta al fallimento dalla nuova gestione), Acciaierie Ilva

Page 41: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

40

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

finite in mano alla famiglia Riva) e vediamo oggi che sta succedendo a

Taranto…; per non parlare poi di quelle eccellenze italiane passate in mano

straniere come: Supermercati Gs ai francesi Carrefour, le acciaierie speciali

Terni (simbolo della rinascita italiana del dopo guerra) passate al gruppo

tedesco Thyssen Krupp e tanti altri esempi che potete trovare nella figura sotto.

Page 42: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

41

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

La seconda mossa che ci fece uscire dalla crisi fu la possibilità di stampare

moneta (in quanto possedevamo la sovranità monetaria di Banca Italia) e

immettere liquidità nel sistema, infatti grazie alla svalutazione della lira i beni

di produzione italiana costarono agli investitori esteri molto meno e arrivarono

molti acquisti e commesse che fecero ripartire le nostre aziende. C’è da dire

però che la forte svalutazione della lira, amplificata anche da un attacco

speculativo nei suoi confronti, comportò la nostra uscita dallo SME (Sistema

Monetario Europeo). Chissà se questo potrebbe accadere anche oggi con

l’Europa?

Page 43: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

42

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

12. Il Trattato di Maastricht: entriamo in Europa

Il 7 febbraio 1992 firmammo la nostra “condanna a morte”: il Trattato di

Maastricht (il cui nome deriva da una cittadina olandese che poi sarà la base

per la nascita dell’Unione Europea). Questo trattato prevedeva diversi punti,

noi esamineremo i 5 fondamentali.

Rapporto tra debito pubblico e Pil non superiore al 60%. Se la mia

produzione industriale lorda è pari a 100 euro io non posso indebitarmi

oltre 60 euro.

Rapporto tra deficit pubblico e Pil non superiore al 3%.

L’indebitamento di cui abbiamo parlato nel punto precedente non può

crescere a ritmi superiori del 3% annuo.

Tasso di inflazione non superiore all’1,5% rispetto a quello dei tre paesi

più virtuosi.

Tassi di interesse sui Titoli di Stato a lungo termine non superiori al 3%

rispetto al tasso medio dei tre paesi più virtuosi. Se prendiamo come

riferimento la differenza di interessi tra il bund tedesco ed il btp italiano

decennali questa non deve superare la forbice del 3%.

Permanenza negli ultimi 2 anni nello SME senza fluttuazioni della

moneta nazionale. Il periodo in questione è quello che parte dal 1990

fino alla firma del Trattato.

Page 44: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

43

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

Vogliamo verificare se attualmente l’Italia (in primis) e gli altri paesi

aderenti rispettano queste condizioni?

Grazie all’ausilio della figura sottostante (relativa a calcoli Eurostat 2011)

possiamo renderci conto che per quanto riguarda i primi due punti eravamo

fuori dai parametri già dal 2011, oggi la situazione è addirittura peggiorata

perché il rapporto tra debito pubblico e Pil è schizzato sopra il 132%.

Per quanto riguarda il tasso di inflazione non superiore all’1,5%, questa

forse è l’unica regola che stiamo rispettando del trattato di Maastricht. Di

seguito vedremo pregi e difetti…

Page 45: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

44

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

Per i tassi di interesse a lungo termine non superiori al 3% rispetto al tasso

medio dei tre paesi più virtuosi, dopo aver vissuto ampiamente sopra il 3% (con

punte vicino al 6%) oggi, grazie alle politiche di austerity e forse a governi filo-

tedeschi, siamo rientrati all’interno della condizione richiesta arrivando fino a

quota 1,6%.

Sull’ultimo punto c’era stata concessa una deroga in quanto, come visto in

precedenza, nel 1992 eravamo stati già buttati fuori dallo SME.

In conclusione, oggi la parte peggiore della crisi sembra superata perché

nel periodo in cui ho realizzato il seminario oggetto di questo e-book

risultavamo inadempienti su 4 dei 5 punti previsti dal trattato, mentre oggi il

nostro unico problema rimane l’eccessivo rapporto tra debito pubblico e Pil

(che per correttezza d’informazione non è salito a causa dell’aumento delle

spese pubbliche, ma anche per il crollo della produzione interna lorda). Quindi,

come potremmo superare quest’ultimo ostacolo?

A mio parere seguendo gli esempi di chi è uscito già dalla crisi, vedi Stati

Uniti, ovvero immettendo liquidità nel sistema, stampando moneta. Questo,

infatti, comporterebbe una svalutazione della stessa attraendo capitali e risorse

estere a favore dei paesi europei. In gergo questa manovra viene chiamata

“quantitative easing” (Q.E.). Si tratta di un’operazione che mette in atto una

Banca Centrale (nel nostro caso la BCE) per stampare moneta e immettere

liquidità nel sistema, tramite l’acquisto con denaro fresco di Titoli di Stato. Ciò

consente all’economia di uno Stato (in Europa la situazione è più complessa in

quanto ibrida) di avere due vantaggi:

Page 46: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

45

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

Ricevere denaro con bassi tassi di interesse da poter reinserire nel

mercato (ad esempio finanziando le imprese);

Svalutare la propria moneta;

Se, ad esempio, raddoppio la quantità di denaro circolante, avrò come

effetto il dimezzamento del valore della stessa e, di conseguenza, un euro più

debole potrebbe attrarre investimenti esteri per far ripartire l’economia.

Se tutto è cosi facile perché non lo si fa?

Probabilmente perché abbiamo una Banca Centrale che, in realtà, non è

altro che un insieme di tante altre banche centrali (di diversi paesi membri

aventi diverse esigenze), ma soprattutto perché nel famoso Trattato di

Maastrich del 1992, dove ufficialmente si dava inizio all’Europa, tra i punti

cardine del ruolo dell’Unione Europea c’era quello di mantenere l’inflazione

sotto la soglia del 2%.

Questa regola fu voluta proprio in virtù degli attacchi speculativi subiti in

quegli anni, dalle valute dei paesi più deboli, fra cui l’Italia, che comportò

l’uscita e il successivo fallimento dello SME (Sistema Monetario Europeo).

Ovviamente è sottinteso che l’inflazione è strettamente correlata alla

svalutazione di una moneta, in quanto perdendo valore vado ad acquistare beni

soprattutto esteri (come il petrolio) ad un prezzo maggiore, creando cosi

inflazione.

Page 47: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

46

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

Adesso però l’Europa vive un momento di stagnazione che potrebbe

trasformarsi in deflazione (l’ultimo dato si aggira intorno allo 0,4%, ben

lontano dal limite del 2%) e quindi forse sarebbe opportuno che i nostri

governanti si decidessero ad attuare questa manovra.

Page 48: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

47

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

13. Perdita della sovranità monetaria

Il 10 marzo 1998 con il Decreto legislativo n. 43 (pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale n.61 del 14 marzo 1998) la Banca d’Italia aderì al Sistema

Europeo delle Banche Centrali. Da questa data quindi la Banca d’Italia

perse la cosiddetta “sovranità monetaria”, ovvero la possibilità di stampare

moneta secondo le esigenze e le manovre economiche necessarie al paese.

Page 49: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

48

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

L’art. 2 di tale Decreto Legislativo specifica la partecipazione della

Banca d’Italia al SEBC (il Sistema Europeo delle Banche Centrali)

attribuendo alla stessa la facoltà di partecipare in qualità di azionista alle

politiche della Banca Centrale Europea, ma togliendole il privilegio di poter

decidere autonomamente sulle manovre economiche da intraprendere,

soprattutto per quanto riguardava la massa monetaria. Oggi l’Italia, quindi,

paga personalmente l’eccessiva valutazione dell’euro e non può agire sulla

moneta, se non in accordo con gli altri Stati membri.

Page 50: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

49

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

14. Il contesto attuale

Possiamo ora esaminare come diversi paesi abbiano affrontato quella che

per molti analisti risulta essere la crisi più grande del secolo, addirittura

peggiore di quella del 1929.

L’esempio più eclatante possiamo riscontrarlo nel deciso cambio di

marcia del Giappone, che con l’elezione del nuovo Governatore della Banca

Centrale giapponese ha iniziato un percorso progressivo di svalutazione

della moneta, il quale ha attratto capitali esteri e fatto ripartire l’economia

dopo più di 20 anni di stagflazione.

Page 51: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

50

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

Curiosità: in meno di un anno la Borsa nipponica

ha registrato quasi più 50% ed è stata la

migliore del 2013.

Gli Stati Uniti continuano nella loro politica di svalutazione del dollaro,

come fanno dal tempo di Bretton Woods. Se pensiamo che all’entrata

dell’euro il cambio era 0,83 (mentre oggi sta a 1,37) vediamo continuare

questo trend. Tant’è che gli USA dal 2008 sono usciti totalmente dalla crisi e

viaggiano a ritmi importanti, mentre noi dopo la recessione stiamo

rischiando la stagflazione. Anche in questo caso i mercati hanno premiato la

politica valutaria, riportando il Down Jones ai massimi del 2000.

Nella seguente immagine possiamo vedere proprio la differente politica

attuata dai diversi paesi nel rapporto con gli Stati Uniti, che hanno

tempestivamente e drasticamente tagliato i tassi fino a portarli allo zero per

favorire le imprese, mentre l’Europa, oltre a essere partita in ritardo, ha

usato una politica più accomodante che ancora non ha prodotto i suoi frutti..

Page 52: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

51

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

La fotografia realizzata dallo studio di Nomura ci mostra che, tra i paesi

presi in considerazione, solo la Germania ha un vantaggio economico da

questo cambio, molti paesi si avvicinano, ma altri (come l’Italia) sono molto

penalizzati. L’attuale studio mostra come lo 0,97 di cambio stimato per

l’Italia penalizza le esportazioni nel nostro bel paese, in quanto gli investitori

esteri pagano i prodotti acquistati con un sovrapprezzo del 30% rispetto

all’attuale cambio.

Speriamo che nei prossimi mesi i nostri governanti decidano di

intraprendere manovre monetarie le quali portino ad un deprezzamento

dell’euro nei confronti delle altre valute, per far sì che anche il nostro

vecchio continente possa finalmente ritrovare una ripresa economica.

Page 53: DAL BARATTO AL DEBITO PUBBLICO "SVELIAMO I SEGRETI"

http://www.rossettiandrea.it https://www.linkedin.com/in/andrearossettiefa

52

https://it-it.facebook.com/andrearossettiefa https://twitter.com/rossetti_efa

Conclusioni

Nel viaggio compiuto da questo mio e-book dal baratto al debito pubblico

abbiamo visto come (attraverso il cambiamento del punto di vista su

determinati eventi) si possa capire meglio la dinamica di debito pubblico

esistente in Italia, il quale è nato probabilmente per tornaconti politici di

qualche grande potere che ha tutto l’interesse affinchè la crisi non solo si

presenti, ma si ripeta nel tempo; innanzitutto, per comprare il patrimonio

italiano a poco prezzo e poi per guidare la finanza mondiale, tenendo sotto

controllo tutti i mercati.