Dai gruppi funzionali ai polimeri (Materiale per la LIM)
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Dai gruppi funzionali a polimeri
Lezioni d'Autoredi Giorgio Benedetti
DAI GRUPPI FUNZIONALI A POLIMERI
Lo studio dei composti macromolecolari è unodegli indirizzi più importanti della chimicamoderna per l’impatto enorme che essi hannonella società grazie alla loro grande versatilitàche ne permette l’uso nei campi più diversi
“Io sono incline a pensare che lo sviluppo della
polimerizzazione è, forse, la più grande cosa che
la chimica ha fatto, dove ha avuto il più grande
impatto sulla vita di tutti i giorni. Il mondo
sarebbe un posto totalmente differente senza le
fibre artificiali, la plastica, gli elastomeri etc.”
Lord Todd, Presidente Royal Society of London (1980)
I POLIMERI
Polimero (deriva del greco polùs = molte e méros= parti)
Molecola di grandi dimensioni (macromolecola)
104<PM<107 Dalton
Un polimero contiene molte unità più piccole uguali o diverseunite da legami covalenti che si ripetono un numeroelevatissimo di volte
Unità strutturale di base: monomero (deriva del greco Monos = singolo e méros = parte
molecola organica con almeno due gruppi funzionali
UN PO’ DI STORIA DEI POLIMERI
La parola polimero fu introdotta nel 1833 dal chimicoJöns Jacob Berzelius
Thomas Graham nel 1861 coniò, per indicare i polimerinaturali, il termine colloide (cioè simile alla colla, dalgreco kolla) a causa dell’alta viscosità delle lorosoluzioni
Si riteneva che le grandimolecole fosserocostituite da aggregatifisici stabilizzati da forzesuperficiali. Per lagomma naturale (A) e lacellulosa (B) furonoproposte strutturecicliche
L’INIZIO DELL’ERA DELLE MATERIE PLASTICHE
Nel 1839 Charles Goodyear mescolando dello zolfo conla gomma naturale fusa ricavata dal lattice dellaHevea brasiliensis, ottenne un materiale che risultavamolto più elastico e più resistente ai solventi. Questoprocesso prese il nome di vulcanizzazione dellagomma.
La prima materiaplastica sinteticaottenuta da soliprodotti chimici la cuiproduzione ebbe unnotevole sviluppoindustriale fu labakelite, ottenuta daLeo Hendrik Baekelandnel 1907.
Smithsonian Institution, National Museum of American History
LA NASCITA DEL CONCETTO DI MACROMOLECOLA
Nel 1922 il chimico tedesco Hermann Staudinger proposela sua Ipotesi Macromolecolare, ipotizzando l’esistenza dilunghe catene molecolari tenute insieme da normalilegami covalenti e propose le formule per ilpoliossimetilene, il polistirene e la gomma naturale nellaforma di catena aperta
Premio Nobel per la chimica 1953
LA CONFERMA DELLA STRUTTURA DELLE MACROMOLECOLE
Nel 1928 i chimici tedeschi Kurt Heinrich Meyer eHerman Francis Mark, confermarono l’esistenza dellemacromolecole attraverso studi cristallografici ai raggi-x,risolvendo la struttura della gomma naturale (caucciù) equella della guttaperca
Modello schematico proposto nel1928 per la cellulosa da KurtMeyer e da Mark
IL PROCESSO DI POLIMERIZZAZIONE
Dal punto di vista chimico la polimerizzazione puòavvenire in due modi, a seconda dei gruppi funzionalipresenti nei monomeri: a catena (poliaddizione) o astadi (policondensazione) .
POLIADDIZIONE: schematicamente consiste in unareazione a catena molto rapida che avviene senza laformazione di sottoprodotti, il che rende la conduzionedella reazione di sintesi relativamente semplice ed
economica.
POLICONDENSAZIONE: più simile ad una reazionechimica di tipo classico con formazione di sottoprodotti(di solito piccole molecole come l’acqua, da cui traeorigine il nome di reazione di “condensazione”). Inquesto caso, la conduzione del processo può richiederetempi e costi molto più elevati rispetto al primo.
ESEMPI DI POLIMERIZZAZIONI
Policondensazioni
Poliaddizioni
Nylon
PET
STRUTTURA DEI POLIMERI
Il numero di legami che una molecola di monomero puòformare con altri monomeri (dello stesso tipo o diversi)ne definisce la funzionalità, la quale influenza lastruttura finale del polimero.
I monomeri bifunzionali
danno origine ad unità
strutturali bifunzionali e
le macromolecole
corrispondenti sono
lineari. Macromolecole
ramificate e reticolate si
formano invece da
monomeri con
funzionalità superiore a
due, le cui unità
strutturali sono in grado
di formare più legami
TIPOLOGIA DI POLIMERI
I polimeri formati da unità monomeriche dello stesso tipo omonomeri di tipo diverso contenenti ciascuno un sol tipo digruppo funzionale sono detti omopolimeri.
I polimeri ottenuti dalla combinazione da due o più unitàcostituzionalmente diverse sono detti copolimeri.
Nel caso di sintesi con due monomeri diversi, vi sono 4 modi di concatenamento delle unità ripetitive A e B che derivano da tali monomeri
PROPRIETÀ DEI POLIMERI
Oltre alla lunghezza media delle catene i fattori chedeterminano le proprietà di un polimero sonol’intensità delle forze di legame fra le catenepolimeriche, la regolarità e la rigidità delle singolecatene.
Le forze intermolecolari si manifestano con lamassima intensità quando si stabiliscono legamitrasversali come nel processo di vulcanizzazione.
In (A) struttura dellagomma naturale condoppi legami alternatilungo la catena. (B)formazione di legamiincrociati tra le cateneper addizione dello zolfoai doppi legami C-C
A B
POLIMERI TERMOPLASTICI E TERMOINDURENTI
La reticolazione che si ottiene spesso riscaldando ilpolimero durante la fase finale della lavorazione,blocca le catene e pertanto una volta raffreddatiquesti polimeri non possono più essere resi plastici perriscaldamento. Questi polimeri sono dettitermoindurenti.
Al contrario i polimeri termoplastici rammollisconoquando vengono riscaldati perché le catene rimangonochimicamente distinte anche se tra esse si stabilisconoforze intermolecolari la cui intensità dipende dal tipodi monomero.
Le interazioni deboli (legami idrogeno, forze di van derWaals) possono aver luogo fra parti diverse dellastessa molecola o fra molecole diverse e sonoimportanti nel determinare la conformazione dellemacromolecole.
STEREOCHIMICA DEI POLIMERI
La tatticità è il modo in cui i gruppi sostituenti sonodisposti rispetto alla catena principale in un polimero.
A seconda della reazione di sintesi si possono ottenerediverse configurazioni:
Isotattica
Sindiotattica
Atattica
I primi due tipi di polimeri sono stereoregolari e lapolimerizzazione che li ha prodotti viene chiamata stereospecifica
POLIMERIZZAZIONE STEREOSPECIFICA
Nel 1956 I chimici Karl Ziegler e Giulio Natta
svilupparono catalizzatori in grado di controllare la
polimerizzazione ottenendo polimeri stereoregolari e
permettendo la produzione su larga scala di polietilene
e polipropilene. Nel 1963 ottennero entrambi il Premio
Nobel per la chimica
polimeri atattici
non cristallini, soffici, elastici e gommosi
polimeri isotattici e sindiotattici
altamente cristallini, alte temperature di fusione,maggiori densità e resistenza meccanica
STRUTTURA DEI POLIMERI ALLO STATO SOLIDO
I polimeri possono presentare nello stato solido unastruttura cristallina, semicristallina o amorfa
Presenza di strutture cristalline all’interno di unmateriale polimerico dipende da diversi fattori
Intrinseci:
disposizione regolare dei sostituenti, assenza disostituenti flessibili e/o di grosse dimensioni,mancanza di ramificazioni
presenza di pesi molecolari relativamente bassi condistribuzioni il più possibile monodisperse
Ambientali:
velocità di raffreddamento del polimero fuso
STRUTTURA DEI POLIMERI
Polimeri amorfi (A)
La disposizione delle catene nellospazio è casuale, priva di un ordinetridimensionale a lungo raggio. Lecatene delle macromolecole conramificazioni o gruppi lateraliingombranti e dispostiirregolarmente non sono in grado diimpacchettarsi con ordine performare una struttura cristallina.
Polimeri cristallini (B)
Polimeri regolari possono formarecristalli lamellari di 10-20 nm dispessore in cui le catene parallelesono perpendicolari alla faccia delcristallo.
I DENDRIMERI
Negli ultimi dieci anni sono stati sintetizzati unparticolare tipo di polimeri chiamati dendrimeri, (dalgreco déndron, albero e méros, parte), costituiti dacatene di monomeri legati covalentemente che siespandono radialmente e simmetricamente da una zonacentrale
Questi polimeri rendono
possibili numerose
applicazioni, come ad
esempio la formazione
di sistemi per il rilascio
in condizioni controllate
di farmaci o per mimare
le funzioni di alcune
molecole biologiche
FINE