Cristallinità dei Polimeri - DidatticaWEB
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Cristallinità dei PolimeriAnche per i polimeri esiste lo stato cristallino!
Compattazione di catene molecolari disposizione atomica ordinata
Celle unitarie sono complesse POLIETILENE
Sostanze molecolari con molecole piccole(es. H2O, CH4)Totalmente cristalline (allo stato solido) ototalmente amorfe (allo stato liquido)
Molecole dei polimeri:grandi dimensioni e complessitàParzialmente cristalline (o semicristalline)Regioni cristalline disperse nella restante massa amorfa
Torsioni, cappi, attorcigliamenti
CELLA UNITARIA
ORTOROMBICA
GRADO DI CRISTALLINITÀ (0% amorfo, > 95% totalmente cristallino)
A parità peso molecolare
Densità polimero cristallino 𝝆𝒄 > 𝝆𝒂maggiore ordine maggiore compattamento
% 𝒄r𝒊st𝒂𝒍𝒍𝒊𝒏𝒊tà =𝝆𝒄(𝝆s−𝝆𝒂) 𝒙 100𝝆s (𝝆𝒄−𝝆𝒂)
Velocità raffreddamento durante solidificazione (tempo sufficiente per ordinamento delle catene)
Composizione chimica delle catene (non favorita nei polimeri con unitàripetitive con strutture chimicamente complesse es. poliisoprene)
Configurazione delle catene
POLIMERI LINEARI poche limitazione nell’allineamento
Ramificazioni ostacolano processo ordinamento
Cristallinità dei Polimeri
quasi tutti amorfi (pochi parz. cristallini)
STEREOISOMERI: ATATTICI cristallizzano difficilmenteISOTATTICI E SINDIOTATTICI cristallizzano più facilmente
regolarità geometria dei gruppi laterali
COPOLIMERI: CASUALI E AD INNESTO : amorfiALTERNATI E A BLOCCHI : qualche tendenza alla cristallizzazione
GRADO DI CRISTALLINITÀ (0% amorfo, > 95% totalmente cristallino)
A parità peso molecolare
Densità polimero cristallino 𝝆𝒄 > 𝝆𝒂maggiore ordine maggiore compattamento
% 𝒄r𝒊st𝒂𝒍𝒍𝒊𝒏𝒊tà =𝝆𝒄(𝝆s−𝝆𝒂) 𝒙 100𝝆s (𝝆𝒄−𝝆𝒂)
Velocità raffreddamento durante solidificazione (tempo sufficiente per ordinamento delle catene)
Composizione chimica delle catene (non favorita nei polimeri con unitàripetitive con strutture chimicamente complesse es. poliisoprene)
Configurazione delle catene
POLIMERI LINEARI poche limitazione nell’allineamento
Ramificazioni ostacolano processo ordinamento
Cristallinità dei Polimeri
quasi tutti amorfi (pochi parz. cristallini)
STEREOISOMERI: ATATTICI cristallizzano difficilmenteISOTATTICI E SINDIOTATTICI cristallizzano più facilmente
regolarità geometria dei gruppi laterali
COPOLIMERI: CASUALI E AD INNESTO : amorfiALTERNATI E A BLOCCHI : qualche tendenza alla cristallizzazione
GRADO DI CRISTALLINITÀ (0% amorfo, > 95% totalmente cristallino)
A parità peso molecolare
Densità polimero cristallino 𝝆𝒄 > 𝝆𝒂maggiore ordine maggiore compattamento
% 𝒄�𝒊��𝒂𝒍𝒍𝒊𝒏𝒊�à= 𝝆𝒄(𝝆�−𝝆𝒂) 𝒙���𝝆�(𝝆𝒄−𝝆𝒂)
Velocità raffreddamento durante solidificazione (tempo sufficiente per ordinamento delle catene)
Composizione chimica delle catene (non favorita nei polimeri con unitàripetitive con strutture chimicamente complesse es. poliisopropene)
Configurazione delle catene
Cristallinità dei Polimeri
POLIMERI LINEARI poche limitazione nell’allineamento
Ramificazioni ostacolano processo ordinamento
quasi tutti amorfi (pochi parz. cristallini)
STEREOISOMERI: ATATTICI cristallizzano difficilmenteISOTATTICI E SINDIOTATTICI cristallizzano più facilmente
regolarità geometria dei gruppi laterali
COPOLIMERI: CASUALI E AD INNESTO : amorfiALTERNATI E A BLOCCHI : qualche tendenza alla cristallizzazione
GRADO DI CRISTALLINITÀ (0% amorfo, > 95% totalmente cristallino)
A parità peso molecolare
Densità polimero cristallino 𝝆𝒄 > 𝝆𝒂maggiore ordine maggiore compattamento
% 𝒄r𝒊st𝒂𝒍𝒍𝒊𝒏𝒊tà =𝝆𝒄(𝝆s−𝝆𝒂) 𝒙 100𝝆s (𝝆𝒄−𝝆𝒂)
Velocità raffreddamento durante solidificazione (tempo sufficiente per ordinamento delle catene)
Composizione chimica delle catene (non favorita nei polimeri con unitàripetitive con strutture chimicamente complesse es. poliisoprene)
Configurazione delle catene
POLIMERI LINEARI poche limitazione nell’allineamento
Ramificazioni ostacolano processo ordinamento
Cristallinità dei Polimeri
quasi tutti amorfi (pochi parz. cristallini)
STEREOISOMERI: ATATTICI cristallizzano difficilmenteISOTATTICI E SINDIOTATTICI cristallizzano più facilmente
regolarità geometria dei gruppi laterali
COPOLIMERI: CASUALI E AD INNESTO : amorfiALTERNATI E A BLOCCHI : qualche tendenza alla cristallizzazione
Cristalli polimericiCRISTALLITI : piccole regioni cristalline con preciso allineamento
Struttura misurata dall’esame di cristalli singoli fatti crescere da soluzioni diluite
MODELLO A CATENA RIPIEGATA
Forma regolare: sottili placchette spesse 10-20 nm e lunghe 10 circa m Multistrato : le catene molecolari si ripiegano su se stesse e la piegatura compare
sulla superficie esterna
POLIETILENE
Lamella costituita da un certo numero di catene
Lo spessore lamella << lunghezza media catena
Cristalli polimerici
Bordi di confine tra sferulite e sferulite piani
Bande o anelli : fenomeno di torsione dei cristallilamellari che si estendono dal punto di nucleazione
STRUTTURA SFERULITICA
(cristallizzazione dal fuso: es. Polietilene, polipropilene, cloruro di polivinile, politetrafluoroetilene, nylon) Forma approx sferica Lamelle a forma di nastro a catene ripiegate, spesse
10nm, che si irradiano da un unico sito di nucleazioneverso l’esterno
Le lamelle separate da materiale amorfo, tenute insieme da macromolecole agenti da punti di giunzione
POLIETILENE
Difetti nei polimeri
Nelle regioni cristalline
Difetti puntuali:Vacanze e Atomi/ioni di impurezza negli interstizi della struttura molecolare o inseriti nelle catene principali o come ramificazioni
Estremità delle catene: chimicamente diverse dalle altre unità, spesso sedi di vacanze
Ramificazione della catena polimerica o a segmenti di catena emergenti dal cristallo(cappi o molecole di collegamento)
Dislocazioni a spigolo e a vite
Superficie dei cristalliti sono difetti interfacciali
Diffusione nei materiali polimericiMoto diffusivo di piccole particelle (es. O2, H2O, CO2, CH4) tra le catene molecolari
Caratteristiche di permeabilità e assorbimento di un polimero
GRADO DI DIFFUSIONE DI SOSTANZE ESTRANEE ALL’INTERNO DEL MATERIALE
Rigonfiamenti e/o reazioni chimiche con le molecole del polimeroDegrado proprietà meccaniche e fisiche del materiale
VELOCITÀ DI DIFFUSIONE
maggiore nelle regioni amorfe (hanno struttura più aperta)piccoli vuoti tra catene polimeriche da una regione amorfa ad un’altra adiacente
Maggiore più sono piccole le particelle estranee maggiore per molecole inerti chimicamente
FASE DI DISSOLUZIONE DELLE SPECIE MOLECOLARI NELLA MEMBRANA POLIMERICA
Dissoluzione dipende dal tempo(influenza la velocità globale di diffusione, , se v di dissoluzione < della v di diffusione)
Coefficiente di permeabilità 𝑷𝑴𝚫𝑷
𝑱 = 𝑷𝑴 𝚫𝒙𝑷𝑴 = 𝐃𝐒
SOLUBILITÀ DELLE SPECIE
DIFFONDENTI NEL POLIMERO
Differenza di pressione del gas attraverso la
membrana
MEMBRANE COME OSTACOLO ALLA DIFFUSIONE
FILTRI
FLUSSO DI DIFFUSIONE
STAZIONARIO
Diffusione nei materiali polimericiMoto diffusivo di piccole particelle (es. O2, H2O, CO2, CH4) tra le catene molecolari
Caratteristiche di permeabilità e assorbimento di un polimero
GRADO DI DIFFUSIONE DI SOSTANZE ESTRANEE ALL’INTERNO DEL MATERIALE
Rigonfiamenti e/o reazioni chimiche con le molecole del polimeroDegrado proprietà meccaniche e fisiche del materiale
VELOCITÀ DI DIFFUSIONE
maggiore nelle regioni amorfe (hanno struttura più aperta)piccoli vuoti tra catene polimeriche da una regione amorfa ad un’altra adiacente
Maggiore più sono piccole le particelle estranee maggiore per molecole inerti chimicamente
FASE DI DISSOLUZIONE DELLE SPECIE MOLECOLARI NELLA MEMBRANA POLIMERICA
Dissoluzione dipende dal tempo(influenza la velocità globale di diffusione, se v di dissoluzione < della v di diffusione)
Coefficiente di permeabilità 𝑷𝑴𝚫𝑷
𝑱 = 𝑷𝑴 𝚫𝒙𝑷𝑴 = 𝐃𝐒
SOLUBILITÀ DELLE SPECIE
DIFFONDENTI NEL POLIMERO
Differenza di pressione del gas attraverso la
membrana
MEMBRANE COME OSTACOLO ALLA DIFFUSIONE
FILTRI
T = 25°CSTP (Standard T e P)
FLUSSO DI DIFFUSIONE
STAZIONARIO
Comportamento sforzo-deformazione dei polimeri
Proprietà meccaniche influenzate da
Velocità di deformazione Temperatura Natura chimica dell’ambiente
circostante (es. acqua, ossigeno, solventi organici,…)
Modifiche (soprattutto per le gomme e polimeri molto elastici) Metodologie di prova Forma dei provini
FRAGILE
R
PLASTICO
ELASTOMERO
ELASTOMERO: (materiali gommosi)alte deformazioni elastiche per bassi sforzi
Comportamento totalmente elastico
s
RESISTENZA
ALLA ROTTURA
(TRAZIONE)
Comportamento sforzo-deformazione dei polimeriModulo elastico7 MPa 4 GPa(metalli 50-400 GPa)
Sforzi di rotturaMax 100MPa(leghe metalliche 4100 MPa)
Allungamento max> 100% fino al 1000%(Metalli max 100%)
POLIMETILMETACRILATO
(PLEXIGLASS)All’aumentare diT Riduzione del modulo elastico Diminuzione sforzo a rottura Aumento duttilità
Effetto diminuzione della velocità di deformazionesimile all’aumento diT
materiale più tenero e duttile
Deformazione macroscopica
PUNTO DI
SNERVAMENTO
SUPERIORE
PUNTO DI
SNERVAMENTO
INFERIORE
Piccola strizione:le catene polimeriche assumono direzione dello sforzo
Aumento locale della resistenza del materiale
Deformazione continua nelle zone limitrofe
altre catene si allungano nelle zone vicine
strizione comincia ad estendersi lungo il provino
Deformazione viscoelastica
Polimero amorfo
A basseT vetroElastico : def0rmazione istantanea, indipendente dal tempo
rimossa sollecitazione recupero totale
Ad alteT liquido viscosoDeformazione non istantanea, ritardata e dipende dal temporimossa sollecitazione non è recuperabile né reversibile
AT intermedie solido gommoso
comportamento viscoelasticoDeformazione elastica istantanea + deformazione viscosarimossa sollecitazione è recuperabile solo la
deformazione elastica
Modulo di rilassamento viscoelasticoCOMPORTAMENTO VISCOELASTICO DIPENDE DA T E DAL TEMPO
Tecniche per misurare e quantificare il comportamentoProva di rilassamento dello sforzo (T costante)Rapida trazione fino a una certo livello di deformazione (bassa)Misura nel tempo la sollecitazione necessaria a mantenere la deformazione costante
Sforzo applicato diminuisce nel tempo processi di rilassamento molecolare interni
Modulo di rilassamento 𝑬r
𝑬r t =𝝈(t)
𝜺 0
Con il tempodiminuisce 𝑬r t
Forza da applicare All’aumentare diT
diminuisce 𝑬r t
t: , modulo elastico (t) per i polimeri viscoelastici
POLISTIRENE AMORFO
Deformazione da mantenere
costante
(ATATTICO); t= 10s
Modulo di rilassamento viscoelastico
POLISTIRENE AMORFO
(ATATTICO); t= 10s
Dipende daT
A basseT: vetroso, rigido e fragile, 𝑬r tcostante conT, risposta istantanea: lunghe
catene polimeriche congelate nella loro posizione
Area di transizione vetrosa, Tg : tipo cuoio deformazione dipende da t e non è totalmenterecuperabile eliminata la sollecitazione
Plateau gommoso: materiale si deforma in modogommoso: deformazione elastica + viscosa, ottenibile con poco carico
Fluido gommoso: stato gommoso morbido,liquido molto viscoso con comportamenti siaelastici che viscosi.
Fluido viscoso: 𝑬r t diminuisce fortemente con
T. Movimento catene aumenta, segmenti catene subiscono movimenti vibrazionali e rotazionali indipendenti l’uno dall’altro. Deformazioneviscosa
Incremento velocità diapplicazione del carico agisce su𝑬r t come diminuzione diT
Configurazione molecolare
Modulo di rilassamento viscoelastico
Dipende daT
Incremento velocità diapplicazione del carico agisce su𝑬r t come diminuzione diT
Configurazione molecolare
POLISTIRENE
ATATTICO
AMORFO
ATATTICO CON
POCHI LEGAMI
INCROCIATI Regione gommosa : plateau che
si estende fino alla T in cuimateriale si decompone: non c’è fusione
Aumentando la densità deilegami incrociati il plateauaumenta la sua estensione
ISOTATTICO
ALTAMENTE CRISTALLINO
Solo una piccola % è amorfa e subisce transizione vetrosa
𝑬r ( t) alti fino aT fusione
Creep viscoelastico
Deformazione nel tempo di materiali polimerici in seguito ad applicazione di carico costante
Significativa aT ambiente e per modeste sollecitazioni < 𝝈s
Misura per trazione come per i metalli (aT= cost)
𝑬𝒄 t = 𝜺𝝈0
t
Diminuisce al crescere diT
Aumenta all’aumentare della % di cristallinità
Sollecitazione costanteapplicata
Frattura dei PolimeriSforzo di frattura è basso rispetto a quello dei metalli e dei ceramici
POLIMERITERMOINDURENTI (polimeri reticolati ad alta densità di legami incrociati):Fragili: durante il processo di frattura formazioni di cricche in regioni
dove c’è concentrazione degli sforziLegami covalenti vengono rotti al momento della frattura
POLIMERITERMOPLASTICI: fratture duttili e fragili , possono avere transizione duttile-fragileFRATTURA FRAGILE
Diminuzione della T a T<Tg aumento velocità di deformazione presenza di intagli maggiore spessore del materiale modifiche struttura che fanno aumentareTg
Fenomeno che precede la frattura in alcuni polimeri termoplastici :microstrappi
Regione di deformazione plastica molto localizzata formazione di microcavità interconnesse
Tra le cavità : ponti fibrillari che se carico di trazione è elevato si rompono Le cavità ingrandiscono e coalescono formazione cricca
Microstrappo, a differenza della cricca, può sostenere un carico su sua superficie Processo di crescita dei microstrappi è processo in grado di assorbire energia di frattura
aumento tenacità alla frattura Si formano in corrispondenza di graffiature, fessure, disomogeneità molecolari Propagano normalmente alla direzione di applicazione dello sforzo Spessore 5 m
POLIMERIVETROSI : pochi microstrappi bassa tenacità alla frattura
come per i metalli si può definire KIc (tenacità alla frattura per def. piana)
dipende peso molecolare, % di cristallinità,T, velocità di deformazione, ambiente esterno
Resistenza all’impatto
• A basseT : fragili e bassa resistenza all’impatto• Transizione duttile-fragile in un intervallo diT
ristretto
• Resistenza all’impatto diminuisce gradualmente con l’aumentare diTquando comincia rammollimento del materiale
AcciaioCome per i metalli : prove di Charpy e Izod
Frattura duttile o fragileDipende da T dimensione del provino velocità di deformazione modalità del carico
Polimeri semicristallini e amorfi
POLIMERO IDEALEAlta energia d’impatto a RT
Transizione duttile-fragile aT< RT
Fatica
Comportamento a fatica per i polimeri
Sensibile a cicli ad alte frequenze e/o a sollecitazioni ampie
Surriscaldamento locale
Rottura per ammorbidimento materiale e non per fatica
Minore ampiezza della sollecitazione rispetto aimetalli a parità di cicli
L’energia necessaria per dividere in due pezzi un campione di una data geometria
Sforzo di rottura e resistenza allo strappo sono correlati
Durezza
Resistenza che offre un materiale alla graffiatura, alla penetrazione, all’ammaccatura,…
Sono più teneri dei metalli e dei ceramici
Prove di Rockwell
Resistenza allo strappo
Meccanismi di deformazione dei polimeri
MECCANISMO DI DEFORMAZIONE ELASTICA PER POLIMERI SEMICRISTALLINI
Sferuliti+ zone amorfe
Inizia dalle zone amorfe che si allungano nella direzione di applicazione della trazione
Cambiamenti anche nella zonalamellare: aumenta reversibilmente lo
spessore i legami delle catene nelle
lamelle vengono flessi e stiratiModulo elastico: composizione dei modulielastici zona cristallina e zona amorfa
MECCANISMO DI DEFORMAZIONE PLASTICA
Lamelle si frazionano inblocchi, collegati da molecole di collegamento
Sferuliti+ zone amorfe
Catene ripiegate nelle lamelle scorrono una sull’altra (ostacolate dalla debole interazione di van derWaals)
Rotazione delle lamelleOrientano nella direzione dell’asse ditrazione
Blocchi e molecole dicollegamento si orientano come direzione asse di trazione
Stiramento
Sferuliti vengono deformate
Distrutte
Ritornare a sferulite aTTf
Anche formainiziale delprovino viene recuperata:% di recupero dipende1) %Allungamentosubito2)Temperatura di ricottura
Cosa influenza le proprietà meccaniche dei polimeri semicristallini ?
Aumento diT Diminuzione velocità di deformazione
Diminuzione modulo elastico e sforzo dirottura
Aumento duttilità
RESTRIZIONE AL PROCESSO DI ALLINEAMENTO E
DIVISIONE IN BLOCCHI AUMENTO RESISTENZA
Grado significativodi aggrovigliamento delle catenedi legami intermolecolariINIBIZIONE MOTI DELLE CATENE
aumento peso molecolare
Grado di allineamento (cristallinità) Polimeri con gruppi polari
Legami di van derWaals tra le catene
Materiale piùresistente ma più
fragile
STIRAMENTO : DEFORMAZIONE PERMANENTE DEL POLIMERO MEDIANTE TRAZIONE
Cosa influenza le proprietà meccaniche dei polimeri semicristallini ?
Stiramento :deformazione permanente del polimero mediante trazione
Allineamento delle catene (ordinate e disordinate) nella direzione asse di trazione
Proprietà fortemente anisotropeModulo di trazione max direzione di trazione
min a 45° con essa
Ricottura
MATERIALI NON STIRATI: aumentoT1) Aumento modulo di trazione2) Aumento sforzo di rottura3) Diminuzione della duttilità
MATERIALI STIRATI: ricottura aT1) Diminuzione modulo di trazione2) Diminuzione sforzo di rottura3) Aumento duttilità
Nei polimeri semicristallini Aumento cristallinità Dimensione e perfezione cristalliti Modifiche struttura sferulitica
Deformazione degli elastomeriDeformazioni grandi che rientrano istantaneamente
Presenza di legami incrociati che forniscono la forza necessaria pertornare configurazione originaria
Modulo elastico non costante
Elastomero: amorfo con catene fortemente intrecciate e annodateSottoposto a trazione: srotolamento parziale, raddrizzamento,stiramento e progressivo allineamento e allungamentoFine trazione: tornano configurazione originaria
Modulo elastico aumenta all’aumentare diT
Perchè polimero sia un ELASTOMERO:1) Non deve cristallizzare facilmente (amorfo)2) Rotazioni dei legami delle catene relativamente libere x rispondere facilmente
sollecitazioni3) L’inizio deformazione plastica ritardato (per es. unendo catene con legami
incrociati: punti di ancoraggio evitano scorrimento )4) T>Tg
VulcanizzazioneProcesso con cui si realizzano i legami incrociati (in genere composti dello zolfo)
Gomma non vulcanizzata : soffice e appiccicosa con scarsa resistenza abrasione
Modulo elastico densità dei legami incrociati Relativamente pochi e molto distanziati
(1 legame ogni 10-20 unità ripetitive)
aumentando lo zolfo, si indurisce la gommama si perde estensibilità