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NOVEMBRE - DICEMBRE 2017 Da Picasso a Valdés alla Fondazione Braglia di Lugano

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NOVEMBRE - DICEMBRE 2017

Da Picasso a Valdés

alla Fondazione Braglia

di Lugano

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La Fondazione Gabriele e AnnaBraglia di Lugano ospita l’e-

sposizione “POT-POURRI. Da Picassoa Valdés” e mostra per la prima volta algrande pubblico un nutrito gruppo diopere d’arte provenienti dalla collezio-ne privata di Anna e Gabriele Braglia.Dopo le esposizioni “Nolde, Klee &der Blaue Reiter” (2015-16) e “ZoranMusic” (2016-17), la proposta cultu-rale della Fondazione Braglia per lanuova stagione autunno 2017 - pri-mavera 2018 è incentrata a introdurrequello che Gabriele Braglia indicascherzosamente “i resti” della sua col-lezione. La raccolta presentata in que-sta occasione è l’espressione di una ric-ca mescolanza di stili eterogenei rac-contata attraverso lo sguardo intimo epersonale di Anna e Gabriele Braglia,due collezionisti appassionati che con

In copertina:Mario Sironi“Figura seduta”,1950tempera grassa su carta intelatacm 37 x 30.

Igor Mitoraj“Ithaka”, 1991bronzo patinato

cm 123 x 52 x 55

LUGANOPOT-POURRI: DA PABLO PICASSOA VALDÉS ALLA COLLEZIONE BRAGLIA

NOVEMBRE - DICEMBRE 2017 - Anno 35° - Nr. 5

Rivista del tempo libero

Redazione:TM - Masco Consult SA, 6955 Capriasca-CagialloTel 091 923 28 77 - Mobile 079 620 51 [email protected] - www.ticino-magazine.ch

Editore: Masco Consult SA Editore - Grafica e impaginazione: Mascografica

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ARTE

DA PICASSO A VALDÉS ALLA FONDAZIONE BRAGLIA

generosità aprono le porte del lorouniverso offrendo un viaggio esclusivo

alla scoperta degli esponenti più signi-ficativi del secolo scorso per arrivare fi-

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no ai giorni nostri.Il percorso espositivo di questa

nuova mostra si articola su due piani esi snoda attraverso una selezione di di-pinti, disegni e sculture realizzati dauna cinquantina di artisti italiani edinternazionali. Collezionate a partiredal 1957, le opere sono suddivise indieci sezioni tematiche introdotte daun personale omaggio intitolato “I fio-ri di Anna”. Il viaggio prosegue conPicasso (del quale figura un disegnorealizzato poco più che ventenne e ap-partenente al “periodo blu”), Modi-

LA CORNICEGalleria Il RaggioFabrizio Colciaghi

via A. Giacometti 16900 Luganotel e fax 091 923 15 [email protected]

Joan Mirò,“Personnage”, 1968tecnica mista su ‘bois martelé’cm 27,5 x 37,6

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ARTE

DA PICASSO A VALDÉS ALLA FONDAZIONE BRAGLIA

gliani e Chagall che introducono la se-zione dedicata agli artisti stranieri ope-ranti a Parigi nella prima meta del’900 e conosciuta come Scuola di Pa-rigi. Segue il Novecento italiano conSironi - del quale “una piccola tempe-ra ha dato l’avvio sessant’anni fa aduna meravigliosa avventura nel mon-do dell’arte” - Boccioni, Cesetti, Ma-gnelli, Morandi, Soffici e Viani. Sispazia poi dall’informale di Fontana eBurri; alle opere di stampo futurista

incentrate sul mito della velocita, del-l’universo meccanico, della scomposi-zione di forma e colore (in particolare“Scienza contro oscurantismo”, unatempera di Giacomo Balla del 1920 dicui l’artista ha realizzato un corrispet-tivo con la tecnica dell’olio su tela eche è oggi custodito alla Galleria Na-zionale d’Arte Moderna di Roma). Siprosegue con i promulgatori della cor-rente surrealista (Magritte, Miro, MaxErnst, de Chirico e Brauner) e con gliesponenti del Nuovo Realismo (Ar-man, Cesar, Christo, Rotella, Tinguelye Niki de Saint Phalle) promotori ne-gli anni Sessanta e Settanta di un nuo-vo approccio percettivo del reale. Arappresentare la cultura pop degli an-ni Ottanta ci sono un giovanissimoAndy Warhol accostato a Keith Ha-ring, Basquiat e Adami. Il discorso le-gato al motivo del paesaggio e voluta-mente ampliato per includere, oltre al-

le vedute piu convenzionali di Utrillo,Gino Rossi o Herbert Beck, anche leopere dove il panorama funge da luo-go di rifugio, di meditazione interioree della riscoperta del se come per IdaBarbarigo, Peter Doig o GrahamSutherland. A corollario vi è una se-zione dedicata alla reinterpretazionedell’arte classica su impulso anche del-l’affermazione dell’artista spagnoloManolo Valdés: “noi costruiamo su ciòche la storia dell’arte ha messo nellenostre mani”.

L’esposizione dal titolo “POT-POURRI. Da Picasso a Valdés” rimarràallestita presso gli spazi della Fonda-zione Braglia (Lugano, Riva Caccia6a, nei pressi del LAC) dal 28 settem-bre – 16 dicembre e l’anno prossimodal 29 marzo al 30 giugno. si può li-beramente visitare nei giorni di gio-vedì, venerdì, sabato nell’orario 10.00-13.00 e 14.30-18.30.

Fernando Botero“La pique”1985tempera su cartacm 42,7 x 32,5.

LA FONDAZIONE

GABRIELE E ANNA BRAGLIA

La Fondazione Gabriele e Anna Bra-glia, sede dell’omonima collezione, èstata inaugurata a Lugano il 1. Otto-bre 2015. Situata nelle vicinanze delLAC Lugano Arte e Cultura (il Cen-tro culturale della Città di Lugano)la Fondazione si configura quale luo-go di grande interesse che si aggiun-ge alle numerose iniziative culturalidella Svizzera italiana. Essa non per-segue scopi commerciali e non hascopo di lucro; ha finalità di caratte-re culturale ed educativo per l’arte edè stata costituita allo scopo di orga-nizzare, sostenere e promuovereesposizioni d’arte, mostre, conferen-ze ed altre attività culturali ed educa-tive in relazione all’arte moderna econtemporanea in Svizzera e all’este-ro. La Fondazione Braglia dispone diuna superficie espositiva di 450m2,suddivisa su due piani, progettata erealizzata con grande rigore architet-tonico dall’architetto asconese CarloRampazzi e, dove sono allestite duevolte all’anno esposizioni, sia conopere di proprietà della stessa Fon-dazione, sia su temi specifici nell’am-bito dell’arte internazionale del ven-tesimo secolo.

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ARTE

l’espressionismo tedesco. Nei primidue decenni il suo lavoro si contraddi-stingue per la continua sperimentazio-ne, le innovative scelte compositive esoprattutto cromatiche. Amiet è anchenoto per i suoi soggetti - i suoi paesag-gi, le sue figure, le sue nature morte -sempre improntati a un forte senso diarmonia e serenità.

A Mendrisio sono esposte tra le al-tre opere magnifiche come “Ragazzabretone sotto gli alberi” (1893), le treversioni di “Paradiso” (quella, celebre,del 1894-1895, l’olio del 1900-1901 el’ultima del 1958), “Doppio ritratto”(1903), “Natura morta floreale”(1904), “Studio per le ragazze gialle”(1905), ammirato da Kirchner, “La ra-gazza gialla – Lydia” (1907), “La rac-colta delle mele” (1907), “Nudo fem-minile sdraiato con fiori” (1912), “Au-toritratto davanti a un dipinto delgiardino” (1919), “Liette” (1932).

L’esposizione al Museo d’arteMendrisio (in Piazzetta dei Serviti 1)dal titolo “Il paradiso di Cuno Amiet- da Gauguin a Hodler, da Kirchner aMatisse” rimane allestita fino al 28gennaio; si può visitare (entrata fr. 10)da martedì a venerdì nell’orario 10.00-12.00 / 14.00-17.00; sabato, domenica efestivi dalle 10.00 alle 18.00.

le tracce di Gauguin, Amiet si farà co-noscere per le sue straordinarie qualitàdi colorista. Per un ventennio, nel cor-so dei primi due decenni del Novecen-to, la sua opera rappresenta la punta didiamante dell’avanguardia artisticasvizzera. Non solo Amiet si ritrova nelcuore delle nuove tendenze francesi,tra simbolisti e neoimpressionisti, mapochi anni dopo anche tra i fondatori,con Kirchner, Heckel e alcuni altri delgruppo “Die Brücke”, all’origine del-

Il Museo d’arte di Mendrisiopresenta, per la prima volta in

Ticino e in area italiana, una mostra -composta da circa settanta dipinti euna sessantina di opere su carta - chericostruisce il lungo e ricchissimo per-corso pittorico di Cuno Amiet. Amiet(Soletta, 1868 - Oschwand, 1961) ètra le personalità più rappresentativedell’arte svizzera della prima metà delNovecento, probabilmente dopoHodler la più conosciuta. Se Hodlerimpersona l’identità artistica svizzeradello scorso secolo in area germanofo-na, Amiet può essere indicato come lafigura di riferimento in area francofo-na. Se da una parte Hodler è portato-re con il suo simbolismo di una seco-lare tradizione tedesca, Amiet può es-sere annoverato quale maggiore espo-nente svizzero di una tradizione fran-cese impressionista e postimpressioni-sta. Per un verso o per l’altro, entram-bi sono da considerare i padri dellapittura moderna svizzera.

Partito giovanissimo in compa-gnia di Giovanni Giacometti alla voltadi Parigi e poi della Bretagna, dove vi-ve l’esperienza Nabis a Pont-Aven sul-

MENDRISIOIL PARADISO DI CUNO AMIETIN ESPOSIZIONE AL MUSEO D’ARTE

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ARTE

MARTIGNY (VALLESE)LA BELLE ÉPOQUE DI TOULOUSE-LAUTRECLE GRAFICHE ALLA FONDATION GIANADDA

La Fondation Pierre Gianaddaprepara per l’inizio di dicem-

bre una rassegna dal titolo “Toulouse-Lautrec à la Belle Époque” che presen-ta per la prima volta in Europa unacollezione privata eccezionale checomprende in particolare più di centomanifesti e stampe scelti tra i fogli piùspettacolari di Henri de Toulouse-Lautrec (1864-1901).

Il visitatore potrà soprattutto rivi-vere attraverso queste opere il periodod’oro della vita notturna di Montmar-tre, la bohème bruciante ubriacatadalle canzoni impertinenti e daglischerzi licenziosi dei cabaret riservati(Le Mirliton, Le Jardin de Paris, LeMoulin de la Galette), dei caffè (LeChat noir), dei caffè-concerto (LeMoulin rouge, Le Divan japonais oLes Folies Bergère), ma anche dei tea-tri parigini (Les Ambassadeurs, dove siesibisce Aristide Bruant) o il circo e laclownesse Cha-U-Kao. Con la gestio-ne sapiente dei suoi grandi manifesti acolori, le immagini in chiaroscuromettevano in bella evidenza le figurepiù intriganti dell’epoca: Yvette Guil-bert, Jane Avril e il suo mentore Va-lentin le Désossé, La Goulue, e poi ledive del teatro Marcelle Lender, MayBelfort o Sarah Bernhardt.

Questo insieme vario, che si svi-luppa attorno all’universo molto ispi-rato delle stampe che Lautrec ha sapu-to portare a livelli eccelsi, è affiancatodalle le prove audaci della raccolta “El-les”, una serie di undici litografie a co-lori in cui l’artista traduce, con tene-rezza e umanità, l’intimità senza fin-zioni che egli condivideva con le don-ne di facili costumi delle case chiusecosì care al suo cuore e più ancora alsuo corpo.

È opportuno sottolineare che ilgiovane Lautrec ha realizzato in menodi quindici anni una produzione con-siderevole dove ha grande rilievo l’o-pera grafica: egli morì nel 1901, due

mesi prima del suo trentasettesimocompleanno, divorato dall’alcolismo edalla sifilide.

Questo personaggio di nobile stir-pe, dall’antica ascendenza aristocraticaaquitana, si impose in una decinad’anni (1890-1900), dopo l’apprendi-stato negli atelier di Léon Bonnat epoi di Fernand Cormon, come un la-voratore senza pari, un incisore, un li-tografo e un produttore di manifestidall’occhio e dall’impronta acuti - sen-za dubbio la figura più incisiva dellaBelle Époque di fine secolo.

A completamento dell’eccezionaleproposta incentrata su Toulouse-Lau-trec, viene proposto anche un insiememolto scelto di dipinti e di fogli origi-nali di suoi contemporanei e amici dicui il collezionista ha pazientementerintracciato esemplari fondamentali -fra cui un capolavoro di Louis Anque-tin “L’Intérieur de chez Bruant. LeMirliton”, tela del 1886, e opere di

Pierre Bonnard, Théophile AlexandreSteinlen, Félix Vallotton, Jacques Vil-lon e Pablo Picasso (la serie completadei “Saltimbanques”) - che raccontanobene ciò che avveniva nella Parigi del-la III repubblica segnata dalle paroledi Émile Zola e dall’affaire Dreyfus,tra modernismo e attualità.

La mostra alla Fondation PierreGianadda (Rue du Forum 59, Marti-gny, Vallese) sarà aperta da venerdì 1dicembre alla domenica 3 giugno2018 tutti i giorni dalle 10 alle 18. In-gresso intero adulti 18 franchi. Oltrealla mostra sono visitabili il Parco del-le Sculture, il Museo gallo-romano e ilMuseo dell’automobile.

Toulouse-Lautrec, “Troupe Mademoiselle Eglantine“1895, litografia a colori su carta velina, cm 61,2x80.

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ARTE

BRUSINO ARSIZIORO MILAN E PUPI PERATINEI LOCALI DELLA VECCHIA POSTA

ABrusino Arsizio, presso l’Ate-lier vecchia Posta, espongono

congiuntamente gli artisti Ro Milan ePupi Perati. La grande sala che untempo ospitava gli uffici postali benesi appresta ad accogliere i 24 dipinti adolio e tempera dell’artista ticinese e laquindicina di lavori in vetrofusionedel pavese Pupi Perati. Per tutte e duegli artisti si tratta di opere eseguite ne-gli ultimi dieci anni.

Nella pittura di Ro Milan è spessopresente la prospettava metafisica. Isuoi lavori sono imperniati soprattut-to sul paesaggio, reinterpretato e rico-struito con personali spaziature e com-posizioni reinventate. Il processo di ri-cerca artistica lo ha condotto a com-piere un passo oltre la realtà naturali-stica. Ro Milan abita e lavora a Chias-so.

Pupi Perati è nato a Bergamo maabita e lavora a Pavia, dove nel centrostorico ha un laboratorio artistico chegli permette di dedicarsi alla pittura,alla ceramica e alla fusione del vetro,conducendo una ricerca personale so-

prattutto nell’uso delle tecniche “afuoco”.

La mostra a Brusino Arsizio (sulLungolago Roncaioli, al numero 29)rimane allestita fino al 10 dicembre; si

può liberamente visitare nei giorni disabato (dalle 14.00 alle 18.00) e do-menica nell’orario 10.00-12.00 e14.00-18.00.

Ro Milan.

RAUL33 ESPONE ALLA GIPSOTECA GIUDICI PER LA PRIMA VOLTA IN SVIZZERA

La Gipsoteca Gianluigi Giudicidi Lugano propone un allesti-

mento unico nel suo genere, consi-stente in una selezione di lavori dello‘street artist’ internazionale Raul33,artista nato a Pescara (1980) e che la-vora tra Usa ed Europa. Tutte le operein mostra sono inedite realizzate appo-sitamente per questa sua prima mostrain Svizzera.

La mostra, dal titolo “Atlantis”, ri-mane allestita presso la GipsotecaGianluigi Giudici (Central Park, Pri-mo piano, in Riva Antonio Caccia 1Aa Lugano) fino al 16 dicembre; si puòliberamente visitare dal mercoledì alsabato con orario 10.00-18.00.

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ARTE

MELANONEGLI SPAZI DI ARTRUSTPROTAGONISTA LA STREET ART

L’attuale mostra presso Artrustha per protagonisti i grandi

nomi della storia dei graffiti e dellaStreet Art attuale. La mostra - intitola-ta “Street Art. Da Basquiat a Banksy, iRe della Strada” - intende raccontarela storia di questa particolare espres-sione culturale, a cavallo tra illegalità earte, che dai vagoni della metropolita-na di New York, dove è nata negli an-ni Settanta, ha raggiunto oggi la po-polarità presso il grande pubblico e ilpieno riconoscimento di forma artisti-ca, facendo il suo ingresso nelle galle-rie e nei musei di tutto il mondo. Lamostra presenta al pubblico numeroseopere all’interno di un percorso che,dai pionieri del graffitismo americano(Seen, Cope2, Blade e tantissimi altri)arriverà sino alle molteplici forme del-la Street Art attuale. Il tutto passandoda alcuni dei più grandi nomi dellastoria dell’arte contemporanea: dalmito di Basquiat, all’estro di KeithHaring, sino all’irraggiungibile e mi-sterioso Banksy.

La Street Art non entra tuttaviasolo all’interno degli spazi espositivi diArtrust. Diventa parte integrante an-che della facciata esterna dello stabileche ospita la mostra. È stata affidata

infatti al duo di street artist svizzeriNevercrew - formato da Christian Re-

becchi e Pablo Togni, attivi dal 1996 einseriti nel 2015 nella lista dei 100 ar-tisti più influenti da Graffiti Art Ma-gazine - la realizzazione di un’operamurale intitolata “Disposing Machi-ne” che ha come soggetto uno dei lorosimboli preferiti, le balene.

La mostra allestita alla Artrust (aMelano, in via Pedemonte di Sopra 1)rimane aperta al pubblico fino al 16dicembre; si può liberamente visitaredei giorni dal lunedì al sabato nell’ora-rio 10.00-18.00.

a destra “Pure Evil, Crying ObamaStars and Stars and Stripes”spray e stencil su tela 1/12016, cm 100 x 100.

Cope“NYC Legend”tecnica mistasu mappa dellametropolitanadi New Yorkcm 82,3 x 58.

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ARTE

LUGANOLE INCISIONI DI GIULIA NAPOLEONEALLA BIBLIOTECA SALITA DEI FRATI

Il Porticato delle Biblioteca Sali-ta dei Frati di Lugano ospitauna retrospettiva dell’opera grafica incartelle e libri d’artista realizzati daGiulia Napoleone (Pescara, 1936),membro dell’Accademia Nazionale diSan Luca. La mostra – dal titolo “Dalnero, la luce- Libri e incisioni 1967-2017) si tiene in occasione del cin-quantennio di lavoro di colei che èchiamata la “Grande Dame de la gra-vure italienne”. Si tratta di opere ispi-rate dalla parola di poeti e prosatori,che ha dato vita a un confronto inten-so tra testo e immagine. Grazie a que-sta esposizione è possibile ripercorrerel’intero itinerario creativo dell’artista.

Giulia Napoleone nelle sue inci-sioni predilige quelle tecniche calco-grafiche che favoriscono il segno diret-to nel metallo della lastra. Bulino,punzone, maniera nera sono le tecni-che predilette dall’artista, che per tra-durre l’ispirazione in opera d’arte ri-chiedono spiccata manualità, grandepadronanza del mestiere, precisione eaccortezza, ma soprattutto calma, co-stanza e diligenza protratte nel tempo.

Tra tutte le cartelle e i libri d’arti-sta esposti, se ne possono segnalaredue, per molti versi agli antipodi. Daun lato “Les fleurs du mal” di Beaude-laire nella traduzione di Dario Durbédel 1996, dove l’incisione originaledell’edizione di testa convive con nu-merose accurate riproduzioni di inci-sioni che dialogano armoniosamente

con i versi del ‘poète maudit’; dall’al-tro, del 2008, “Aleppo - sole fatto di

terra e pietra”, con poesie di Adonis,in cui l’artista si cimenta nella titanicaimpresa di colloquiare con il poetaarabo attraverso una serie di segni e di-segni originali a china, per ognunadelle trentacinque copie dell’edizione.

La mostra nel porticato della Bi-blioteca Salita dei Ftati (a Lugano, Sa-lita dei Frati 4) rimane allestita fino al18 novembre; si può visitare nei gior-ni da mercoledì a venerdì tra le 14.00e le 18.00; sabato dalle 9.00 alle12.00; entrata libera.

LA CORNICEFabrizio Colciaghi

via A. Giacometti 1 - 6900 Luganotel e fax 091 923 15 83

[email protected]

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ARTE

BELLINZONAA VILLA DEI CEDRI LA MOSTRAHONORÉ DAUMIER: ATTUALITÀ E VARIETÀ

Il Museo Civico Villa dei Cedripresenta la mostra “Daumier:

attualità e varietà”, che sottolinea i te-mi più cari all'artista. Pittore, ricono-sciuto e apprezzato solo negli anni ma-turi della sua carriera, era ammiratoanche da Rodin per le sue qualità discultore. Honoré Daumier (1808-1879) è stato innanzitutto un grandedisegnatore e un eccellente litografo,un divulgatore di idee, un disegnatoredella satira politica che si concentravasull'attualità. Con la sua produzioneparticolarmente cospicua che si carat-terizza per un modo distaccato e allostesso tempo empatico di descrivere larealtà, Honoré Daumier si annovera,con Gustave Courbet e Jean-FrançoisMillet, tra i pionieri del Realismo,movimento culturale erede del Positi-vismo, sviluppatosi in Francia attornoal 1840.

La mostra presenta una visionemonografica completa della produzio-ne dell'artista, dalle sue prime litogra-fie politiche dell'inizio degli anni1830 a quelle che consacra all'Europasotto Napoleone III, le prime caricatu-re sugli usi e i costumi della società deltempo, di cui la celebre serie “Uominidella giustizia” del 1840, fino ai dise-gni come per esempio i “Bozzetti dise-gnati all'esposizione” (1864-1865). Ilpercorso privilegia un approccio tema-tico, sottolineando così l'impertinenterealtà dei soggetti cari all'artista e cosìd'attualità anche oggi. In effetti l'ope-ra di Daumier non apre solo una fine-stra sul passato, ma lancia anche unosguardo crudo sulla società moderna. Itemi affrontati, siano essi politici o so-ciali - come gli inizi della democrazia,le rivendicazioni nazionaliste e la na-scita dell'Europa, i contrasti tra i nobi-li e i più sfortunati o le sue caricaturedi una società del divertimento - ri-mandano inevitabilmente al presente.L'armata dei nuovi poveri che, comeai tempi di Daumier, popolano le stra-

de di numerose capitali europee è laprova preoccupante che i problemi so-ciali di cui testimonia l'artista sonoben lontani dall'essere risolti.

La mostra documenta inoltre lanascita del giornalismo satirico. All'i-nizio degli anni Trenta, Daumier pro-duce circa novanta litografie per “LaCaricature”, primo giornale satirico almondo (che cesserà la sua attività nel1835). In seguito collabora con la rivi-sta “Le Charivari”, fondata nel 1832 eattiva per oltre un secolo. Daumierpubblica i suoi disegni per quarant'an-ni, dal 1933 al 1872. Il periodico assi-cura così alla caricatura di Daumieruna grande diffusione e l'artista con-tribuisce al suo successo popolare.

Con la stampa satirica nasce an-che la censura: nel 1832, come reazio-ne alla pressione esercitata dal governosulla stampa d'opposizione, viene fon-data la “Association pour la liberté dela presse”. Ogni mese l'associazioneproduce una litografia di grande for-mato per il simbolico costo di un fran-co. Lo scopo è quello di creare un fon-do per coprire le spese giudiziarie de-

gli autori, dei caricaturisti e degli edi-tori. Daumier usufruirà del fondo perpagare una pesante multa per una del-le sue più celebri caricature politichedi re Luigi Filippo di Orléans, “Gar-gantua”, e per la quale è condannatoanche a sei mesi di prigione. Per il vi-sitatore odierno appare inevitabile ilparagone con gli avvenimenti recentidi “Charlie Hebdo” o le caricature diMaometto in Olanda, casi dove il di-battito sulla libertà di espressione e diinformazione è sempre più attuale.

La mostra “Daumier: attualità evarietà” rimane allestita presso il Mu-seo Civico Villa dei Cedri (a Bellinzo-na-Ravecchia, Piazza S. Biagio 9) finoal 7 gennaio; si può visitare (ingressopieno fr. 10.-) nei giorni da mercoledìa venerdì nell’orario 14.00-18.00; sa-bato, domenica e festivi: 10.00-18.00,lunedì e martedì chiuso.

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FOTOGRAFIA

BRUZELLAAMERICAN DREAMLE IMMAGINI DELLA FONDAZIONE ROLLA

L’ex scuola d’infanzia di Bruzel-la, sede della Fondazione Rollaospita la mostra fotografica dal titolo“American Dream” , compilata attin-gendo alle fotografie appartenenti allacollezione privata di Rosella e PhilipRolla. La locuzione “AmericanDream” è stata utilizzata per la primavolta dallo storico americano JamesTruslow Adams nel suo libro “TheEpic of America”, pubblicato nel1931. Nel periodo in cui gli Stati Uni-ti erano nel pieno della cosiddettaGrande Depressione, Adams ha usatoquesta espressione per descrivere lecomplesse convinzioni, le promessereligiose e le aspettative politiche e so-ciali del popolo americano.

La mostra raccoglie immaginisuggestive di importanti autori inter-nazionali (Robert Adams, Lewis Baltz,Richard Benson, Margaret Bourke-White, William Eggleston, Steve Fit-ch, Lee Friedlander, Frank Gohlke,Anthony Linck, Christopher Morris,Putnam & Valentine, Robert Rau-schenberg, Ezra Stoller, Beat Streuli,Hiroshi Sugimoto, George A. Tice,Henry Wessel) che raccontano lo svi-luppo socio economico e culturaledell’America dagli anni ‘50 fino ai no-stri giorni.

L’esposizione “American Dream” aBruzella (Valle di Muggio) rimane al-lestita fino al 10 dicembre; si può libe-ramente visitare ogni seconda dome-nica del mese dalle 14.00 alle 18.00.

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ARTEPER I PIÙ PICCOLI

LUGANOARMAN AL MUSEO IN ERBA“L’AVVENTURA DEGLI OGGETTI”

Il Museo in erba propone unadelle “grandi mostre” per l’in-

fanzia: “L’avventura degli oggetti – Ar-man”, un’opportunità per il giovanepubblico. La chiave del successo diqueste mostre per l’infanzia ideate dalCentre Pompidou di Parigi è di coin-volgere i visitatori in una situazione dicreazione, invitandoli a immedesimar-si nell’artista. I bambini sono stimola-ti a scoprire, sperimentare, collabora-re, seguire la loro intuizione artisticaper comprendere (in questo caso) l’o-pera di Arman.

Arman e gli altri esponenti del“Nouveau Réalisme” (Tinguely, Nikide Saint Phalle, César, Klein, Spoerri,Rotella, Christo), corrente artistica af-fermatasi in Francia agli inizi degli an-ni Sessanta, propongono un ritorno alreale condotto mediante l’appropria-zione e la manipolazione di oggetti diconsumo e di scarto. L’“avventura del-l’oggetto” passa attraverso le azionidell’artista-creatore che taglia, smem-bra, sconquassa, dispone, accumula,ricompone.

L’oggetto e il gesto diventano il fi-lo conduttore dell’“Avventura deglioggetti” e permettono l’incontro fraArman e l’universo sensoriale del bam-bino. I visitatori si trovano immersinel cuore di un’“officina poetica” chepullula di oggetti e sono invitati a

mettersi nei panni dell’artista percomprendere la sua opera attraverso lasperimentazione, in prima persona,dell’atto creativo.

Nel percorso, i bambini sono invi-tati a manipolare frammenti di ogget-ti per riorganizzarli in modo diversonello spazio: l’oggetto abbandona lasua funzionalità e diventa una scultu-ra, come nella serie “Tagli” dell’artista.Alla fine i visitatori possono costruire,in modo collettivo, una grande istalla-zione colorata che trasformerà conti-nuamente lo spazio del museo. Unpercorso divertente che introduce ibambini alla scultura contemporaneae li stimola anche a guardare megliotutto ciò che li circonda.

Gli spazi del Museo in erba (in Ri-va Caccia 1A a Lugano) - GalleriaCentral Park, 1° piano, particolar-mente destinato ai bambini si può vi-sitare fino al 3 marzo 2018 (entrata Fr.5.-) da lunedì a venerdì nell’orario8.30–11.45/13.15–16.30; sabato, do-menica e vacanze scolastiche:14.00–17.00.

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MUSICA

LUGANO - TRA JAZZ E NUOVE MUSICHEGENERI E TENDENZE LEGATEAL CONCETTO DI IMPROVVISAZIONE

Sin dalla fine degli anni ’80 “Trajazz e nuove musiche” ha ospi-

tato nel corso della sua lunga storianumerosi tra i più acclamati nomi del-la scena musicale contemporanea ac-canto a molti giovani musicisti emer-genti. Nata nel leggendario Studio 2della RSI di Lugano-Besso, la rassegnasi propone ormai regolarmente ancheal di fuori degli spazi dell’ente radiote-levisivo, con concerti e spettacoli natiin collaborazione con altri enti, asso-ciazioni e organizzazioni attivi sul ter-ritorio della Svizzera italiana.

La prima parte della nuova stagio-ne 2017/18 ha esordito a metà ottobree proseguirà fino a dicembre; dappri-ma con l’avventurosa vocalist porto-ghese Maria João ed il grande pianista,chitarrista e compositore brasilianoEgberto Gismonti e poi con la coppiain arte e nella vita formata dagli statu-nitensi Carla Kihlstedt, suadente violi-nista e cantante, e Matthias Bossi, fan-tasioso batterista.

L’appuntamento dell’11 novem-bre, al Teatro di Locarno in collabora-zione con il Jazz Cat Club, prevede al-cuni fra i più importanti solisti del jazzstatunitense contemporaneo, raccoltiattorno al sassofonista ed arrangiatore

Vincent Herring. Sono protagonistidel progetto Jazz-The Story propostoin occasione dei 100 anni dalla primaregistrazione discografica di jazz. Lospettacolo ricorda, anche grazie allanarrazione e ad immagini proiettate,la nascita e lo straordinario sviluppo diuna musica che ha segnato profonda-mente la cultura del Novecento.

In seguito, il 23 novembre, FredHersch, uno dei grandi stilisti del pia-no jazz contemporaneo, si esibisce per

la prima volta nella Svizzera italiana(Cinema Teatro di Chiasso) con la ‘li-ne-up’ d’eccellenza che conduce datanti anni: “The Art of the Trio” nellasua quintessenza. Al Jazz in Bess diLugano (1 dicembre) sarà invece discena il pianismo originale, e atipicoper un cubano, di Aruán Ortiz, a con-fronto con lo stile di Don Byron, fra ipochi jazzisti contemporanei a tenereviva la grande tradizione del clarinet-to. Un set decisamente mozzafiatochiuderà la prima parte di rassegna, al-lo Studio 2 RSI, il 13 dicembre. Nel-l’appuntamento sarà ancora la voceprotagonista, in un quartetto doveperò nessuno è comprimario. AndreasSchaerer - lo straordinario vocalist zu-righese, grande talento del jazz elveti-co - si associa qui al campione della fi-sarmonica Luciano Biondini, all’acro-batico chitarrista Kalle Kalima e allostraripante percussionista Lucas Nig-gli.

Don Byron

Andreas Schaerer

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MUSICA

ASCONAPER I DIECI ANNI DEL JAZZCATUN PROGRAMMA DIROMPENTE

Quella che il Jazz Cat Club diAscona si appresta a vivere è

una stagione davvero importante. Na-to quasi per scommessa, il club festeg-gia infatti suoi primi 10 anni di atti-vità. E lo fa in piena salute, conscio dellavoro fin qui svolto. Ad attestare unbilancio più che positivo basterebbescorrere la lista degli artisti passati alteatro del Gatto in dieci anni e quasi80 concerti: da Ron Carter a Jon Sco-field, da Steve Gadd a Kenny Barron,da Stacey Kent a Jeff Hamilton, daJoey De Francesco al Premio GrammyCécile McLorin… Tanto per citarnealcuni.

Per la decima stagione è stato pre-parato un programma veramente in-trigante, inaugurato lo scorso lunedì23 ottobre da una serata dedicata adue giovani talenti del vocal jazz italia-no: la giovane stella del “nu soul” Se-rena Brancale in apertura e, a seguire,il quartetto di Walter Ricci, 28ennecrooner napoletano che ha oramaispiccato il volo a livello internaziona-le. Appuntamento “clou” dell’autunnosarà sabato 11 novembre lo spettacolo“Jazz - The Story”. Il concerto celebral’epopea del jazz a 100 anni dalla pri-ma incisione discografica e vedrà la

partecipazione di una all star bandcomprendente dieci fra i più impor-tanti solisti del jazz statunitense con-temporaneo. Raccolti attorno al sas-sofonista ed arrangiatore Vincent Her-ring, ci saranno fra gli altri Jon Faddis,James Carter, Wycliffe Gordon, Je-remy Pelt. L’evento è in collaborazionecon Rete Due e si svolgerà eccezional-mente al Teatro di Locarno. Lunedì 11dicembre, sarà poi la volta della ‘reu-nion’ che vedrà di nuovo assieme ilchitarrista svizzero Thomas Moeckel eRonnie Cuber, sassofonista di cultoche dagli anni ’60 ha prestato il suosax a grandi stelle dell’hard bop, del la-

tin jazz, del soul e del rock comeGeorge Benson, Eddie Palmieri,Aretha Franklin, B. B. King, EricClapton e persino Frank Zappa.

Il concerto di lunedì 22 gennaioospiterà la band del pianista, cantantee compositore francese Julien Brune-taud che con il suo nuovo album“Playground” propone standard e ori-ginali composizioni ispirate a maestridel piano di New Orleans come Pro-fessor Longhair, Dr John o HarryConnick Jr. Una voce suadente e unostile alla tromba che ricorda lo strug-gente lirismo di Chet Baker: 21 anni,la stella catalana della tromba, AndreaMotis, presenterà lunedì 27 febbraio“Emotional Dance”, album, fantasti-co, targato “Impulse!” che spazia daBillie Holiday a Tom Jobim, dal boplatino di Horace Silver a composizionioriginali e canzoni in catalano. In at-tesa di completare il cartellone, segna-liamo il concerto di lunedì 9 aprile,occasione più unica che rara per am-mirare uno dei più grandi chitarristiviventi del jazz: Pat Martino. Un au-tentico mito delle sei corde, celebratoper il suo incredibile virtuosismo mes-so al servizio di molte stelle del jazz.

Da segnalare che ccetto il concer-to di novembre, tutti gli altri appunta-menti si terranno come sempre al tea-tro del Gatto di Ascona.

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Aruan Ortiz

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TEATRO

LOCARNORICCO IL CARTELLONEDELLA STAGIONE APPENA INIZIATA

La stagione 2017-2018 del Tea-tro di Locarno prevede dieci

titoli per venti serate da ottobre adaprile. Il cartellone disegnato dal diret-tore artistico Paolo Crivellaro coniugasapientemente divertimento, tradizio-ne, innovazione e grandi nomi dellascena. Per la prima volta sarà a Locar-no Serena Autieri, che in una grandeprova d’attrice interpreterà lo spetta-colo musical “Diana & Lady D”, a di-stanza di 20 anni dall’incidente chetolse la vita alla “principessa triste”. Ilteatro di Eduardo De Filippo sarà pre-sente con l’amara e splendida “Filu-mena Marturano”, interpreti Marian-gela D’Abbraccio e Geppy Gleijeses eraccontata da Liliana Cavani, celebreregista cinematografica. Fabrizio Ben-tivoglio - il grande attore amato daipiù noti registi cinematografici, e for-te di una solida esperienza teatrale -sarà pure in scena per la prima voltasul palcoscenico di Locarno: è il prota-gonista de “L’ora di ricevimento”. Ilsuo non è il solo nome eccellente inlocandina, basti notare che la dram-maturgia è di Stefano Massini – fra gliautori europei oggi più quotati – e laregia porta l’autorevole firma di Mi-

chele Placido.Massimo De Francovich, uno de-

gli interpreti più intensi e carismaticidella scena italiana, sarà “Mr. Grenn”,uno spettacolo tradotto in venticinquelingue e rappresentato in 65 paesi delmondo. Per divertirsi ci sarà “Le prè-nom”, rappresentato a Parigi nel 2010,lo spettacolo che ottenne sei nomina-tion al Prix Molière dell’anno seguen-te con la storia di quarantenni a con-fronto tra colpi di scena, battute co-

miche, amicizia, rancori, e legamiprofondi. Sul filo dell’ironia anche“Bad and breakfast” interpretato dagliattori di “Peperoni difficili” (grandesuccesso della penultima stagione) conAnna Della Rosa. E poi “Rosalyn”,storia brillante interpretata da MarinaMassironi e Alessandra Faiella diretteda Serena Sinigaglia.

Lo sguardo alla prosa classica vede“Misura per misura “dove si evidenziala contemporaneità di William Shake-speare; lo spettacolo segna il ritorno aLocarno di Jurij Ferrini protagonistache firma anche adattamento e regia.Sullo stesso filone anche “La vedovascaltra” di Carlo Goldoni nell’inter-pretazione di Francesca Inaudi e Giu-seppe Zeno. Altro ritorno sarà quellodi Umberto Orsini in scena con Mas-simo Popolizio e Giuliana Lojodice adaffrontare le curve della più sottile esfumata riflessione filosofica in “Co-penaghen”. A fianco del cartellone diprosa, è riproposto il ciclo “Ridi connoi” con Maria Cassi, Gioele Dix.Continueranno anche gli incontri traattori e pubblico alla Biblioteca Can-tonale di Palazzo Morettini, il concor-so di “critica teatrale” per gli studentie altre iniziative collaterali.

Massimo De Francovich

Mariangela D’Abbraccio

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GIOIELLI

LA VOCE DEL GEMMOLOGO CLAUDIO MESSIIL DIAMANTE: SIMBOLODI INVINCIBILE E ETERNA BELLEZZA

Il diamante è in assoluto il mine-rale più prezioso e più duro. È lagemma che riunisce in sé le caratteri-stiche più nobili, l'unica degna di fre-giarsi del titolo «regina delle pietrepreziose». Il diamante è però anche ilprotagonista più straordinario e miste-rioso del regno minerale. È infatti l'u-nica pietra preziosa composta di unsolo elemento, ossia di carbonio purocon un reticolo cristallino cubico. Unacaratteristica che presentano peraltroanche il carbone e la grafite. Ciò chedistingue il diamante è tuttavia la di-sposizione degli atomi. Affascinati dal-le sue eccezionali caratteristiche, i gre-ci battezzarono il diamante «Adamas»,l'invincibile.

I primi diamanti furono rinvenutiattorno all’800 a.C. in India, nei de-triti fluviali. In Brasile, i giacimenti diquesta pietra preziosa furono scopertisolo nel XVIII secolo. All'epoca, i cer-catori d'oro utilizzavano i diamanticome gettoni da gioco, ignorando cheerano infinitamente più preziosi del-l'oro che estraevano con gran faticadai fiumi.

Nel 1866, il ritrovamento di unagemma da parte di un giovane conta-

dino, Erasmus Stephanus Jacobs, sca-tenò la febbre del diamante in Suda-frica. La pietra, di circa 21 carati (pres-sappoco 4 grammi), la prima del suogenere rinvenuta in Africa, venne inseguito battezzata «Eureka» all'Esposi-zione universale di Parigi del 1867.

Per scoprire l'origine del diaman-te, bisogna risalire nel tempo per cen-tinaia di milioni d’anni e addentrarsiper circa 150 km nel cuore della terra.Ai tempi dei grandi sovvertimenti geo-logici, del magma basico fu spinto conuna pressione fortissima verso la crostaterrestre. Dovettero tuttavia trascorre-re alcuni milioni d’anni prima chequesta massa di lava si solidificò eformò la kimberlite, la famosa rocciadiamantifera di colore blu. In seguito,durante circa 200 milioni d’anni, l'e-rosione liberò gradualmente i diaman-ti che finirono nei detriti fluviali, i co-siddetti “giacimenti secondari”. I gia-

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GIOIELLI

IL DIAMANTE

cimenti che si trovano nei camini divulcani spenti sono invece chiamati“giacimenti primari”.

Per estrarre da 50 a 150 carati didiamante (1 carato = 0,2 grammi) sidevono in media minare, spostare, la-vare e frantumare 10 tonnellate di roc-cia e di terra. Opaco, di forma gene-ralmente irregolare, il diamante grezzonon si distingue in sostanza da un co-mune ciottolo. Per trasformarlo in unmeraviglioso gioiello ci vogliono l'abi-lità, le conoscenze e la pazienza del ta-gliatore. Solo il taglio di innumerevolifaccette, determinato dalle leggi del-l'ottica, consente al diamante di spri-gionare tutta la sua bellezza e di esalta-re la sua trasparenza e il suo splendore.Il taglio più frequente è quello a bril-lante, che conta almeno 57 faccette. Sipraticano in ogni modo anche diversialtri tipi di taglio, come per esempioquello a goccia, a smeraldo, a navetta ea baguette. In ogni caso, bisogna sem-pre tenere presente che solo un taglioimpeccabile, rispettoso delle propor-zioni ideali, consente al diamante diriflettere verso chi lo guarda tutta lasua luce, scomposta nei colori dellospettro.

Ogni diamante è unico. Ciò signi-fica che ha un valore a sé stante, deter-minato in conformità a 4 criteri, le fa-mose «4 C» della terminologia ufficia-le in lingua inglese.

“C” come «carat» o carato: origi-nariamente, per pesare i diamanti siusavano i semi del carrubo, dal pesocostante (1/5 di grammo, ossia 0,2 g).Un brillante di un carato ha un dia-metro di circa 6,50 mm.

“C” come «colour» o colore: fra idiamanti detti bianchi o “serie Cape”,la gemma più preziosa è quella chepresenta un'assoluta assenza di colore.Una scala fissata in conformità a nor-me internazionali consente una classi-ficazione precisa che va da «bianco ex-tra eccezionale +» a «colorito».

“C” come «clarity» o in italianopurezza: il diamante presenta spessoinclusioni, ossia le tracce del lungocammino percorso dalle viscere dellaterra per giungere fino a noi. Anch'es-se sono definite da una scala, che va da«IF» o puro a «Piqué 3» e che consen-te una classificazione precisa d’ognidiamante, in base al numero e alle di-mensioni delle sue inclusioni.

“C” come «cut» o taglio: severissi-mi controlli garantiscono che il taglioe la lucidatura sono stati eseguiti a re-gola d'arte.

Perlomeno in inglese, assomman-do le «4 C» si otterrebbe la quinta “C”di «cost» o costo/valore.

Un diamante blu grezzo.

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NATURA

SVERNAMENTO ALL'INSEGNA DEL COLOREPROTEZIONI PER PIANTEIN VISTA DELLA FREDDA STAGIONE

Anche le piante da giardino du-rante la fredda stagione hanno

bisogno della giusta protezione. Solocosì possono trascorrere al meglio l'in-verno e tornare così a fiorire magnifi-camente in primavera. Presso i negozispecializzati in giardinaggio si trovauna vasta scelta di pratici e decorativiprodotti per proteggere perfettamentele piante dal freddo, dal vento, dallapioggia e dalla neve. Se fino a pocotempo fa i prodotti protettivi per losvernamento erano per lo più beige odi colore neutro, da qualche anno l'in-verno potrà trascorrere all'insegna delcolore con teli protettivi bianchi, ros-si, blu e verdi. Ovviamente per deci-dere quali prodotti si adattino meglioalle proprie esigenze è importanteprendere in considerazione, oltre alcolore, anche le varie caratteristicheche li contraddistinguono: a secondadella posizione e del grado di insoleg-giamento; è così possibile per esempiooptare per la linea di prodotti standardo per prodotti professionali (con stabi-lizzatore dei raggi UV.

Per riparare in modo efficace lafronda degli alberi dal freddo, dal ven-to, dai raggi solari e dalla pioggia èparticolarmente indicato un telo pro-

tettivo in fleece, da stendere sopra e daavvolgere o legare con una corda attor-no al tronco. Se la pianta in questionesi trova in una posizione particolar-mente esposta si consiglia inoltre di

utilizzare anche un sacco in iuta. Èinoltre possibile trovare una coperturainvernale a forma tubolare tagliabile inlunghezza oppure un involucro pro-tettivo.

In inverno anche i tronchi posso-no soffrire il freddo se non vengonoprotetti a dovere. Quando il ghiaccioformatosi sulle piante si scioglie, del-l'acqua può infatti penetrare nelle mi-nuscole cavità del tronco. Se la tempe-ratura scende di nuovo sotto zero l'ac-qua, che ha una densità maggiore,ghiacciando all'interno del troncospacca le fenditure danneggiando cosìla pianta. Con un nastro in iuta si mi-nimizza questo tipo di rischio aiutan-do così alberi e piante a sopravvivereall'inverno. Per lo scopo ci sono anchenastri in fibra di cocco, ugualmenteefficaci.

Le piante in vaso necessitano diun trattamento speciale poiché ad esse

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NATURA

COME PROTEGGERE FIORI E PIANTE DURANTE L’INVERNO

manca la protezione naturale del terre-no, in grado di evitare il congelamen-to delle radici. Chi ama balconi e ter-razze colorati può scegliere una pelli-cola isolante decorativa, dotata di unlato collante in grado di aderire perfet-tamente ad ogni vaso. In vendita sitrovano inoltre pellicole termoisolanticombinabili a piacere con una stuoiain salice, in fibra di cocco o in iuta efeltro. È inoltre possibile proteggere laterra nei vasi da gelo, vento ed evapo-razione utilizzando dischi di coperturain fibra di cocco.

Quali regole bisogna seguire se sivogliono proteggere le piante durantel'inverno?

I punti principali da prendere inconsiderazione sono due: l'ubicazionee l'equilibrio idrologico. È inoltre im-portante ridurre in tempo la concima-zione affinché la pianta possa arrestarela sua crescita e mantenersi così fortecontro freddo, gelo, pioggia e neve.

Gli alberi e i cespugli necessitanodi una particolare protezione inverna-le?

La maggior protezione va assicu-rata alle piante esotiche, molto sensi-bili, che ai primi freddi vanno portate

a svernare per esempio in cantina. Lepiante mediterranee quali ulivi o pal-me possono invece essere lasciate all'a-perto se protette nel modo corretto

con teli in fleece o sacchi in iuta. Lenostre piante indigene, infine, gene-ralmente non necessitano di cure spe-ciali.

Quali regole bisogna seguire se sivogliono proteggere gli arbusti e gli al-beri durante l'inverno?

L'inverno è la stagione ideale perla potatura degli alberi e degli arbustiindigeni poiché è proprio in questoperiodo dell'anno che le piante riposa-no arrestando il processo di crescita elo scambio di linfa. La potatura, che inprimavera favorisce la crescita e la ri-nascita dei germogli, va eseguita concesoie o una sega ben affilate e deve in-teressare soprattutto i rami troppo vi-cini fra loro, le parti malate o morte ei getti ormai troppo vecchi. Gli alberi

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NATURA

COME PROTEGGERE FIORI E PIANTE DURANTE L’INVERNO

e gli arbusti da frutta più vecchi vannopotati preferibilmente quando la tem-peratura si trova al di sopra dello zero.La potatura invernale si distingue inpotatura di produzione, di manteni-mento e di ringiovanimento. Tutti etre questi tipi di taglio migliorano lavitalità delle piante mantenendole sa-ne e stimolandole a produrre fiori efrutti.

Quando è necessario cominciare acoprire le piante e quando bisogna in-vece liberarle?

Nella Svizzera tedesca le prime ge-late di solito avvengono in settembre,mentre al sud delle Alpi le cose vannomeglio e si può prendere in conto co-me periodo critico quello che va dametà ottobre alla seconda metà di no-vembre In questo periodo le piantedelicate come le Brugmansia, le fucsie,i gerani o gli oleandri vanno portati inun luogo protetto a svernare. Le pian-te resistenti al freddo come le rose, lepalme ticinesi, le fucsie da giardino e ificus vanno invece coperti solo a parti-re da fine novembre-dicembre. Du-rante queste giornate, più corte e fred-de, le piante possono prepararsi al ri-poso invernale. Le piante resistenti algelo che si trovano in vaso devono as-solutamente venire protette sia a livel-

lo delle radici e del tronco sia a livellodella chioma. In commercio vi sonodiversi prodotti adatti ai vari tipi dipiante. Le coperture possono esseretolte con l'arrivo della bella stagione,quando non si verificano più gelatenotturne.

A che cosa bisogna prestare atten-zione durante lo svernamento?

La maggior parte dei danni nonavviene a causa del gelo, come spessosi pensa, bensì per altri fattori. Spessosi dimentica per esempio di bagnare lepiante durante le giornate in cui la

temperatura si trova sopra lo zero. Sela temperatura rimane inoltre alta peralcuni giorni è necessario liberare lechiome dalle coperture affinché pren-dano un po' d'aria. In questo modo sievita che le piante si scaldino troppo.

Le rose sono molto delicate. C'è untrucco per farle svernare al meglio?

Innanzitutto è necessario elimina-re tutte le foglie dai cespugli di roseprima di coprirli per fare in modo cheeventuali malattie e parassiti non ac-compagnino le piante durante tuttol'inverno. Nei cespugli di rose coltiva-ti in giardino o in vaso è inoltre im-portante proteggere gli innesti. Per ot-tenere una buona protezione è suffi-ciente ammucchiare la terra attorno aitronchi e utilizzare teli protettivi spe-cifici in fleece, rinforzati magari da na-stri in iuta per evitare eventuali strap-pi.

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LIBRI

TRA LETTERATURA E GASTRONOMIAIL GASTRONOMO SPUTASENTENZE:SONO SEMPRE BUONE LE ANTICHE RICETTE?

CHI RIMPIANGE LA CUCINADEGLI ANTICHI, MEDITISU QUESTE PAGINE

STORIA DI UN PRANZODEI TEMPI DI LUCILLO

I NEFASTI EFFETTI

Andare alla ricerca dei cibi per-duti sarà magari bello e forse

anche istruttivo. È però saggio nonesagerare. Si sa che sono moltissime lepersone, soprattutto uomini, che sidedicano, come hobby, all'arte culina-ria o, più pomposamente, alla gastro-nomia. Questi signori, che si credonoin cuor loro, se non dei Ritz almenodei Tognazzi, sono per lo più creatureinnocue che dedicano un poco del lo-ro tempo ai fornelli e alla esecuzionedi nuove o vecchissime ricette: un lororisotto, anche mal riuscito, non hamai mandato all'altro mondo nessu-no. I guai generalmente comincianoquando si ostinano a voler cucinarecome si faceva una volta. Il celebrepranzo dei Gonzaga, rifatto anni fa dalfamosissimo Berti, ha colpito la lorofantasia e li ha spinti verso lo studio diuna cucina dal carattere, più che altro,archeologico.

Questa è la esemplare storia di unmio amico che si era appunto ficcatoin testa di cucinare proprio come si fa-ceva una volta. Disgraziatamente lacucina che lo aveva affascinato di piùera quella degli antichi romani. Maquesta, purtroppo, è anche la mia sto-

ria: quella di un uomo che non aven-do avuto il coraggio di dire NO al mo-mento giusto ha dovuto affrontaretutta una serie di tragiche esperienzeculinarie. Raramente una cavia ha do-vuto sopportare tanto, dovendo per dipiù fingere di gustare gli intrugli spa-ventosi che di volta in volta gli eranoammaniti. In quei tristi frangenti mi ècapitato spesso di pensare che il tantocommiserato Tantalo al mio confron-to poteva ritenersi baciato dalla piùsfacciata fortuna. Eppure tutto era co-minciato nel più semplice e normaledei modi. Ce ne stavamo a casa sua ascolarci in santa pace un Glenlivet di12 anni, liscio ovviamente, quandocominciò a parlarmi della cucina degliantichi romani così sana, così genuina,così squisita. Una strana luce andavailluminando i suoi occhi. Non sapreidescriverla ma, tanto per fare un esem-pio, mi parve che essa assomigliasse aquella che rifulgeva nello sguardo fa-

natico di Maometto quando decise dipredicare la nuova fede. Forse avreidovuto sentire un campanellino di al-larme quando, trascinatomi nel suostudio mi mostrò con orgoglio la«nuova straordinaria biblioteca che misono fatto». Elencherò in breve: «Ope-re complete» di Plinio il Vecchio e delnipote Plinio il Giovane, le «Bucoli-che», gli «Annali di Tacito» (in latinocon traduzione a fronte), il «De Medi-cina et de virtute erbarum» di un nonmeglio conosciuto Gargilio Marziale(rara edizione di Teubner, Lipsia1893), le «Satire» di Orazio. Infine co-me se mi presentasse il Sacro Ostenso-rio, il famosissimo e raro «De re co-quinaria» di Gavio Apicio, addiritturain tre edizioni diverse, compresa quel-la de Les belles Lettres di Parigi.

Non dite che sono un pignolo: in-fatti avrei potuto anche parlarvi dellasua «vecchia» biblioteca gastronomica:almeno una tonnellata di Enciclopedie

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LIBRI

IL GASTRONOMO SPUTASENTENZE

Gastronomiche, di Artusi, di Fisiolo-gie del gusto, di biografie di Carème,Ritz, Parmentier, e chi più ne ha piùne metta compresi ricettari di tutti iPaesi di cui uno in giapponese.

Ritornando a casa non diedi so-verchia importanza a uno strano brivi-do che mi aveva percorso la spina dor-sale mentre ammiravo quei sacri testi.Tanto è vero che in una ventina digiorni tornai alla naturale calma e nes-sun oscuro presagio mi angosciò. Poiarrivò una tragica (me ne resi contodopo) telefonata che mi invitava aduna (così disse il marrano) «cenetta diassaggio. Ho tutto in casa. Sono riu-scito a preparare un pranzetto comesarebbe piaciuto a Lucullo. Arrosti va-ri conditi con garum, piatto specialealle albicocche, dolce di mele cotogne.Ti aspetto domani sera». Cercai di do-cumentarmi anche per essere prepara-to al peggio. Purtroppo le notizie rica-vate da alcuni libri non furono moltoconfortanti. Per cominciare appresiche i romani, per non so quale moti-vo, molto spesso prima di mettere alforno la carne la bollivano. L'arrostopoi veniva condito con il garum. Sitrattava di una salsa mille usi, piccan-te e dal forte profumo, che i romaniaggiungevano a tutto: alle minestre,alle verdure, ai secondi piatti, ai dolci.

Ecco come Gargilio Marziale neconsiglia la preparazione.«Si usino pe-sci grassi come sardine o sgombri, cuivanno aggiunti, in proporzione di unterzo, interiora di pesci vari. Bisognaavere a disposizione una vasca, benimpeciata, della capacità di circa unatrentina di litri. Sul fondo della stessafare un alto strato di erbe aromatiche edisseccate e dal sapore forte come ane-to, coriandolo, finocchio, sedano,menta, origano, pepe, zafferano. Suquesto fondo disporre le interiora e ipesci piccoli interi, mentre quelli piùgrossi vanno tagliati a pezzetti. Soprasi stenda uno strato di sale alto due di-ta. Ripetere gli strati fino all'orlo delrecipiente. Lasciare risposare al soleper sette giorni. Per altri venti giornirimescolare di sovente. Alla fine si ot-tiene un liquido piuttosto denso che èappunto il garum. Esso si conserverà alungo».

Queste notizie accrebbero le miepreoccupazioni. Però costatare che ilgarum si conserva per lungo temponon mi fece né caldo né freddo. Tantoessendo già putredine al momento diprepararlo non poteva certo peggiora-re con il tempo. Arrivando a casa delmio ospite questi mi disse, con malce-lato orgoglio, che era riuscito a trovarei vini adatti: del Falerno e del vino re-

sinoso greco (retzina). «Cosa preferi-sci? - mi fu chiesto amabilmente. «IlFalerno purtroppo ha pochi anni ed èovviamente fatto con i soliti sistemimoderni. Ha pochi anni anche il retzi-na, ma è fatto con sistemi antichissi-mi. Ulisse ne era ghiotto».

Avendo avuto la disgrazia, duran-te un soggiorno in Grecia, di assaggia-re questa infame bevanda amata ormaisoltanto dai turisti americani in shorte camicia hawaiana, optai per il Faler-no. Con sollievo notai che la bella eti-chetta portava un'indicazione confor-tante: una vendemmia abbastanza re-cente. Ma non ero in serata di fortuna:il Falerno doveva essere bevuto comeprescritto da Catone il Censore: allun-gato con acqua (una raffinatezza, sefosse stata di mare), con una forte ag-giunta di miele e, per di più, riscalda-to.

Ci mettemmo a tavola. L'arrostoaveva una bella crosta bruciacchiata(colpa dei forni moderni, pare) duris-sima e difficile da tagliare. L'internoper via della precedente bollitura eraviscido e stopposo allo stesso tempo.Ricoperto di pepe, galleggiava su unostrato di pestilenziale garum. Per via diun forte raffreddore riuscii a superarela nausea causata dall'orribile fetore.Le spezie del garum e il pepe che rico-privano la carne ne attenuavano fortu-natamente il sapore. In compenso miprocurai alcune ustioni ma piccole e diprimo grado. Esse colpirono: a) inter-no delle gengive; b) palato; c) lingua,

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LIBRI

IL GASTRONOMO SPUTASENTENZE

ma solo nella parte superiore.È dai tempi di Monsignor Della

Casa che si consiglia agli invitati dinon risputare nel piatto, specie inquello del vicino, i bocconi che nonpiacciono. Con gli occhi pieni di lacri-me riuscii a seguire i consigli di quelgrande. Con uno sforzo quasi sovru-mano ingoiai il primo boccone. Poiriuscii a finire quel maledetto arrostoingoiandolo a grossi pezzi e il più ra-pidamente possibile. «Vedo che ti èpiaciuto - mi disse quello che ormaiconsideravo solo un ex amico - hai di-vorato tutto golosamente». E si alzòper andare in cucina da cui, strana-mente, proveniva un non disgustosoprofumo di frutta.

Approfittai della sua breve assenzaper scolarmi d'un fiato una intera bot-tiglia di minerale. Le vesciche che or-navano la mia bocca cominciavano adaumentare di volume. La gola brucia-va sempre di più. Sul carrello di servi-zio troneggiava uno strano recipientecon dentro una sorta di pastella nera-stra con sfumature gialle. «È una fa-mosissima ricetta di Apicio» mi dissecon orgoglio. Prendine nota: «Albi-cocche dure snocciolate, aggiunta dispezie come pepe, zafferano, menta,ruta, e poi miele, passum, cioè vinopassito molto dolce, vino normale,aceto, ancora molto miele. Far cuoce-re a lungo e annaffiare con abbondan-te garum (e dai con questo garum) eolio di olive di Venafro. Legare con

amido e aggiungere pepe a volontà».La descrizione della pietanza non servìcerto a tener su il mio morale. Pensaicomunque ai punti che avevo a miofavore: con le ustioni che avevo inbocca non avrei potuto sentire il sapo-re, il garum nauseabondo sarebbe sta-to in parte vinto dal profumo del mie-le, dal fatto che ero raffreddato, e dalsentore di menta.

Decisi di mostrarmi se non stoicoalmeno masochista e di andare fino infondo. Cosa poteva capitarmi di peg-gio? Riuscii anche a bere qualche sor-sata di Falerno come piaceva ai roma-ni. Restava ora da affrontare l'ultimatragica stazione di questa Via Crucis: il

dessert, scusatemi, si dice «mensa se-cunda». Quel maledetto era riuscito atrovare, sia pure fuori stagione, dellemele cotogne, così mi presentò il suostupendo soufflé di mele cotogne. Sevolete rifarlo eccovi la ricetta (di Api-cio): «le mele cotogne vanno cotte conporri, cipolle, miele e abbondante ga-rum, olio di oliva, defrutum (mosto diuva bollito fino a ridurne il volume diun terzo). A parte il garum questo ma-nicaretto non peggiorò la situazione.Solo l'ultima spruzzatina di pepe mifece un poco tossire. Bevvi ancora, conaria fintamente estasiata, un poco diFalerno. Riuscii persino a simulare lamelensa espressione soddisfatta di chiha mangiato troppo e troppo bene emi accorsi che tutto era finito. Era in-vece trionfante e soddisfatto di séquello che non chiamerò mai più ami-co. Accompagnandomi alla porta midisse: «Son contento che tutto ti siapiaciuto. La prossima volta farò anco-ra meglio. Ho in preparazione dellevere squisitezze: murena in salsa, uterodi scrofetta ripieno con capezzoli discrofa allattante, cremini fritti». Sottol'incubo di questa nuova spada di da-

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LIBRI

IL GASTRONOMO SPUTASENTENZE

mocle scesi le scale a quattro gradiniper volta. A casa bevvi qualche litro dilatte con una manciata di valium. Pas-sai ugualmente una notte piuttostoagitata: le ustioni mi facevano male, lagola bruciante sembrava di carta vetra-ta, avevo spaventose fitte allo stomaco,dal ventre risuonavano terrificantibrontolii.

Il mattino dopo il medico mi dis-se che era tutta roba passeggera: «Fos-si in lei e avessi la sua età, mangereicon minor ingordigia e cibi meno spe-ziati. E berrei meno; il suo alito è pe-stilenziale». Se ne andò verso altri pa-zienti che, sottolineò, avevano vera-mente bisogno del medico. Fu unesempio di incoscienza e leggerezzaprofessionale che mi costrinse a porresullo stesso infimo piano i seguaci diEsculapio assieme ad Apicio & C.

Nei sei giorni che stetti, come sidice, tappato in casa riuscii a battere iseguenti records: divoratore di pappi-ne varie, di purea di patate, di spinacilessate. Fu notevole anche il consumodi latte, di digestivo Antonetto e di bi-carbonato, ma pare che in questocampo altri abbia fatto di meglio.

Tutto passa a questo mondo, an-che i postumi da pasto imperiale.Guarito nel fisico cominciai a tormen-tarmi nel timore del prossimo invito.Acquistai uno stramaledetto Apicioper farmi un'idea del menu proposto.L'orizzonte era dei più cupi visto chela ricetta prevedeva: «Prugne di Da-

masco (20 per persona), pepe, erbesecche, vino, mosto cotto, aceto, ga-rum quanto basta, vino al miele, mol-to olio. Cuocere sino a quando le pru-gne non saranno sfatte». In quanto al-l'utero di scrofetta ripieno e ai capez-zoli di scrofa allattante preferisco sor-volare per non cadere in pieno GrandGuignol. I cremini fritti forse non na-scondono eccessive insidie, visto che sitrattava di un miscuglio di latte di ca-pra, semolino, spezie varie con abbon-dante cospargimento di pepe al mo-mento di mettere in tavola. A questopunto due erano le soluzioni possibili:1°) Affrontare quella brutta copia diLucrezia Borgia in pantaloni e man-darlo al diavolo; 2°) Accoltellarlo da-vanti ai fornelli o soffocarlo tenendo-gli la testa nel pentolone del garum.

Poi spinto dal mio carattere pocovendicativo trovai una soluzione menodrastica: sparire dalla circolazione per

qualche giorno e rientrare a pranzo av-venuto. Scelsi questa soluzione. Saràmeno nobile o coraggiosa ma non misentivo né di offendere, né di uccidereil direttore di un giornale per il qualelavoravo. Di tanto in tanto dal mio ri-fugio in campagna telefonavo a qual-che amico per sapere se l'infaustoevento si era già verificato. Finalmentemi fu risposto che la cena, con più in-vitati, era stata consumata. Una cenaalla Trimalcione. «Non mi dilungo, tiracconterò tutto quando ritorni» midisse una voce stranamente roca. Ognitanto le parole erano interrotte da ungemito mal soffocato.

La sera stessa al mio ritorno an-dando al nostro circolo, vidi che c'erameno gente del solito. Chiesi informa-zioni. «Il suo amico direttore è in cli-nica con sospetto di ulcera, un occhioblu e tre costole incrinate. Pare che siastato assalito davanti a casa da ungruppo di teppisti che non ha potutoriconoscere». Gli altri commensali era-no ammalati. «Secondo me - aggiunsel'amabile interlocutore - gli altri sonotutti in cura dallo stesso dietologo.Devono anche aver deciso, tutti e die-ci, di iniziare contemporaneamente lastessa cura. Mi è stato detto che reste-ranno per una settimana in casa e chesi nutrono tutti allo stesso modo: lat-te, pappine varie, purea di patate, spi-naci lessati».

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LIBRI

IL GASTRONOMO SPUTASENTENZE

Io non voglio trarre da questa vi-cenda apologhi o infauste previsioni.Non ho la presunzione di essere Me-nenio Agrippa o Cassandra. Possoperò dare qualche timido consiglio: 1°)Evitare con cura chiunque vi propon-ga un pranzetto come quelli della Ro-ma Imperiale, della corte dei Gonzaga,o di quella dei Medici; 2°) Diffidare diqualsiasi persona che con fare melli-fluo abbia l'abitudine di dire: «Il miohobby è la cucina e, modestia a parte,

sono bravo»; 3°) Fidarsi solo di ricetteche abbiano meno di duecento anni.Oggi come oggi è preferibile il menudel cuoco Carletto della pensione An-gelina piuttosto di uno del celebreVattel, cuoco dei re di Francia; 4°) Perquanto riguarda gli antichi romani ri-cordatevi che le loro ricette non sonorealizzabili al giorno d'oggi. La moda ei gusti sono cambiati. Mancavano ali-menti che invece noi conosciamo, leattrezzature della cucina erano quelle

che erano. L'enorme uso di spezie eradovuto al fatto che esse nascondevanol'odore e il sapore di alimenti andati amale. È bene conoscere ciò che man-giavano e le loro ricette servono unica-mente per capire meglio usi e costumidi questo grande popolo. Per il restonon scimmiottarli.

Ed ora, in poche parole la fine diquesto ingarbugliato giallo. Il diretto-re all'ultima votazione per la rielezionealle cariche sociali fu sepolto sotto unavalanga di palline nere. Profondamen-te deluso diede le dimissioni. Pare chesi sia sprofondato ancor più nella ri-cerca e nella realizzazione di antichericette. Suo bersaglio è ora la cucinagreca, dalle Termopili all'arrivo dei ro-mani. Gli altri invitati alla famosa ce-na se la sono cavata mica male: ma oramangiano solo piatti che conosconobene.

Le tragiche vicende che seguonone "Il Gastronomo sputasentenze" -di Guglielmo Solci ed edito da MascoConsult di Lugano, da dove è trattoquesto capitolo - continueranno sulleprossime edizioni di “Ticino Magazi-ne”. (continua)

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R I S T O R A N T I T I C I N E S II TOP

DI TICINO MAGAZINE

ristorante tel (091) giorni di chiusura ambienteEcco, Hotel Giardino, Via del Segnale, Ascona 785 88 88 lunedì e martedì raffinato ��MichelinLocanda Barbarossa, Hotel Castello del Sole, Ascona 791 02 02 elegante �MichelinSeven, Piazza/via Moscia 1, Ascona 780 77 77 domenica sera raffinato �MichelinArté, Piazza Bossi, Lugano Cassarate 973 48 00 domenica e lunedì elegante �MichelinLocanda Orico, Via Orico 13, Bellinzona 825 15 18 domenica e lunedì rustico elegante �MichelinConca Bella, San Simone, Vacallo 697 50 40 domenica e lunedì elegante �MichelinDa Candida, Via Marco 4, Campione d’Italia 649 75 41 lunedì e martedì classico elegante �MichelinVilla Principe Leopoldo, Via Montalbano, Lugano 985 88 55 raffinatoAphrodite, Hotel Giardino, Via al Segnale, Ascona 785 88 88 raffinatoLa Brezza, Hotel Eden Roc, Ascona 791 01 71 da novembre a marzo eleganteAl Portone, Viale Cassarate 3, Lugano 923 55 11 lunedì e domenica eleganteRelais Villa Castagnola, Viale Castagnola 31, Lugano 973 25 55 classico eleganteLa Brasera, Via Cantonale, San Vittore - Grigioni 827 47 77 lunedì rustico raffinatoOsteria dell’Enoteca, Contrada Maggiore, Losone 791 78 17 lunedì e martedì eleganteVecchia Osteria Seseglio, Via Campora 11, Seseglio 682 72 72 rustico eleganteMarina, Via Albarelle 16, Ascona 785 71 71 semplice eleganteLachiesa, Via del Tiglio 1, Locarno-Monti 752 03 03 lunedì classicoLocanda Locarnese, Via Bossi 1-Piazza Grande, Locarno 756 87 56 moderno eleganteOsteria al Giardinetto, Muro degli Ottevi, Brissago 793 31 21 mercoledì rustico eleganteLago Swiss Diamond, Riva Lago Olivella, Vico Morcote 735 00 00 eleganteAi Giardini di Sassa, Via Tesserete 10, Lugano 911 41 11 eleganteOsteria del Centenario, Viale Verbano 17, Muralto 743 82 22 domenica classicoOsteria Boato, Viale Lungolago, Brissago 780 99 22 classicoForni, Via Stazione, Airolo 869 12 70 classicoAteneo del Vino, Via Pontico Virunio 1, Mendrisio 630 06 36 rustico eleganteDa Enzo, Ponte Brolla 796 14 75 mercoledì e giovedì a mezzogiorno eleganteEnoteca Bottega del Vino, Via Luini 13, Locarno 751 82 79 domenica stile cantinaAntica Osteria Il Malatesta, Via Pescatori 8, Muralto 735 00 00 martedì e mercoledì sempliceVicania, Alpe Vicania, Vico Morcote-Carona 980 24 14 lunedì e martedì rustico eleganteAl Ponte dei Cavalli, Cavigliano 796 27 05 sempliceRodolfo, Pablo Ratti, Vira Gambarogno 795 15 82 lunedì e martedì rustico eleganteGolf Gerre, via alle Gerre 5, Losone 785 11 90 classico eleganteDa Valentino Vicolo Torretta 7, Locarno 752 01 10 domenica, lun e sab a mezzogiorno rustico eleganteRonchetto, via Nasora 25, Comano 941 11 55 sempliceOsteria Mistral, Via Orico 2, Bellinzona 825 60 12 domenica classicoMotto del Gallo, Via Bicentenario 2, Taverne 945 28 71 domenica, lunedì a mezzogiorno rustico eleganteOsteria Centrale, Piazza della Chiesa, Intragna 796 12 84 sempliceOsteria Concordia, Muzzano 966 44 34 lunedì sempliceStazione, Strada Cantonale,Lavorgo 865 14 08 domenica sera e lunedì classicoGrotto Grillo, Via Ronchetto 6, Lugano 970 18 18 domenica rustico eleganteDella Carrà, Carrà dei Nasi, Ascona 791 44 52 domenica rustico elegante Stazione, da Agnese, Piazzale Fart, Intragna 796 12 12 classicoOsteria Sasso Corbaro, Castello di Sopra, Bellinzona 825 55 32 rustico eleganteCittadella, Via Cittadella, Locarno 751 58 85 classico eleganteOsteria Penel, Via Moncucco 35, Lugano-Besso 967 10 70 domenica rustico eleganteRistorante Stazione, Via Pietro Fontana, Tesserete 943 15 02 mercoledì classicoGroven, Pascol de la Capela 1, Lostallo- Grigioni 830 16 42 domenica sera e lunedì classico

GASTRONOMIA

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GASTRONOMIA

RICETTE PARTICOLARII DOLCI SICILIANIPREPARATI CON IL MARSALA

CANNOLI SICILIANI

Ingredienti(per le scorze)1 kg di farina, 100 g di zucchero,

100 g di strutto, 15 g di cacao in pol-vere, 1 bicchiere di caffè molto lento,1 bicchiere di Marsala secco, 10 g disale.

(per la crema)1 kg di ricotta, 600 g di zucchero,

1 g di vaniglia, 150 g di zuccata a qua-dretti, 150 g di scorzette di aranciacandida, 100 g di cioccolato a granel-li.

PreparazionePreparare la pasta con gli ingre-

dienti indicati, avendo cura di lasciar-la ben liscia e consistente. Coprirlacon telo umido per non farla asciuga-re e lasciarla riposare per due ore. Ti-rare la pasta fine, come per le tagliatel-le, e ricavare tanti dischi di 15 cm didiametro. Avvolgere cisacun disco sul-le apposite canne (o bastoncini di 4cm di diametro) incollando la giuntu-ra con un po' di uovo e farina impa-stati. Friggere in olio bollente.

Preparare la crema passando la ri-cotta a setaccio, aggiungendo lo zuc-

chero, la vaniglia, il cioccolato, la zuc-cata. Riempire le bucce con questacrema, porre all'estremità una striscet-ta di arancia candida; spolverare conzucchero a velo.

MOUSSE DI MASCARPONE

Ingredienti per 4 persone1/2 kg di mascarpone, 8 uova,

200 g di zucchero, 150 g di marsaladolce, savoiardi bagnati al marsala.

PreparazioneRompere le uova separando accu-

ratamente il rosso dall'albume; lavora-re i rossi aggiungendo lo zucchero,con uno sbattitore a frusta. Quando iltutto è bello bianco ed amalgamato,unire il marsala; montare a neve benferma gli albumi, aggiungendo un piz-zichino di sale fino e due gocce di li-mone. Incorporare il mascarpone nel-l'impasto con le uova, girando delica-tamente dal basso verso l'alto, quindiincorporare le chiare montate a neve;grattugiare un po' di cioccolato fon-dente, coprire i savoiardi in coppe bas-se e larghe individuali, oppure in unatortiera tutto assieme. Guarnire grat-tugiando ancora del cioccolato fon-dente e lasciare riposare per almeno 3ore in frigo.

LE "FICHETTE" DI CANTIANO

Ingredienti600 g di farina, 200 g di latte, 50

g di olio extra vergine di oliva, 70 g diMarsala dolce, 25 g di lievito di birra,2 uova, 200 g di zucchero a velo, scor-za di 2 limoni.

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GASTRONOMIA

I DOLCI SICILIANI PREPARATI CON IL MARSALA

PreparazioneImpastare la farina con le uova, il

latte, 50 grammi di marsala, l'oliobuono, e il lievito di birra.

Una volta ottenuto l'impasto sten-derlo col matterello fino ad ottenereuna sfoglia quadrangolare di circamezzo cm di spessore, la quale vinecosparsa con due cucchiai di marsala,con lo zucchero a velo e la scorza di li-mone grattugiata.

A questo punto arrotolare la sfo-glia ben stretta, tagliarla a fettine dicirca 1 cm di spessore e friggerle ingrasso caldissimo ed abbondante.

Scolarle in un foglio di carta gial-la e servirle con due varianti: o cospar-se di zucchero semolato o cosparse condel buon miele.

BOUNET AL MARSALA

Ingredienti per 6 persone3/4 di litro di latte, 90 g di ama-

retti, 75 g di biscotti savoiardi sbricio-lati, 40 g di cacao amaro, 150 g di zuc-chero, una tazzina di caffe, due cuc-chiai di rhum, due cucciai di marsalasecco, 4 uova.

PreparazioneBollire il latte. Bagnare i biscotti

con caffè, rhum e marsala. Battere conuna frusta le uova con 110 g di zuc-chero e il cacao. Stemperare con il lat-te freddo, filtrare e versare sui biscotti.Far caramellare lo zucchero rimastocon un cucchiaio di acqua e coprire ilfondo di una forma da budino. Riem-pire con l'impasto.

Sistemare la forma in un conteni-tore più grande pieno d'acqua fino allivello del bounet.

Cuocere in forno a 200°C per 35minuti.

Spegnere e aspettare che raffreddi,prima di spostare il dolce in frigorife-ro per due ore.

Capovolgere su un piatto di por-tata. Va servito a temperatura ambien-te.

DOLCE DI MARRONS GLACÉS

Ingredienti250 g di savoiardi, 500 g di panna

fresca montata (con poco zucchero avelo), 400 g di marron glacés (sbricio-lati), 200 g di Marsala dolce.

PreparazioneBagnare i savoiardi con il marsala;

foderare uno stampo per bavarese conpellicola trasparente, sia sul fondo cheai lati. Foderare con savoiardi bagnatinel marsala, mettere alcuni marronsglacés sbriciolati sul fondo di savoiar-di, fare uno strato di panna, ancora sa-voiardi bagnati, ancora marrons glacéssbriciolati ed ancora panna, fino adesaurimento degli ingredienti.

Mettere in frigorifero per alcuneore, sformare, togliere la pellicola tra-sparente, servire guarnendo con bri-ciole di marrons glacés.

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VINI

UMBRIAIL SAGRANTINO DI MONTEFALCOPER IL POTENTE CÒLPETRONE

L’azienda vitivinicola “Tenutedel Cerro” è stata fondata nel

1978, e conta 5 tenute di cui 4 vitivi-nicole, situate in due tra le regioni piùvocate in Italia: Toscana ed Umbria.La proprietà vanta un’estensione diquasi 5 mila ettari, dei quali circa 300vitati. Tra i vini maggiormente rappre-sentativi dell’azienda ci sono tra gli al-tri il Vino Nobile di Montepulciano di“Fattoria del Cerro”, il Brunello diMontalcino de “La Poderina”, il Sa-grantino di Montefalco di “Còlpetro-ne”. Quest’ultima, fondata nel 1995, èuna delle più importanti realtà pro-duttive del comprensorio della DOCGdi Montefalco, con 200 mila bottiglieannue.

Alla fine degli anni ’80 “Tenutedel Cerro”, già proprietaria delle Te-nute vitivinicole di “Monterufoli”,

“La Poderina” e “Fattoria del Cerro”,comprese le potenzialità del Sagranti-no e decise di investire nel territorio diMontefalco; venne individuato, all’in-terno della DOCG, il territorio diMarcellano nel comune di GualdoCattaneo per la peculiarità del suolo,esposizione dei vigneti e altitudine de-gli stessi. La superficie originaria era di5 ettari, ma la volontà dell’azienda erada subito quella di fare di “Còlpetro-ne” l’azienda leader e portabandieradella denominazione.

Il Sagrantino, vitigno autoctonodi questa area, è uno dei più antichid’Italia ed il più ricco di tannini e po-lifenoli. Per questo motivo richiedeuna lavorazione molto attenta che neesalti la potenza e l’unicità e ne garan-tisca il giusto equilibrio ed eleganza.In vigna sono adottati sistemi di alle-vamento altamente qualitativi, con re-se di 60 quintali per ettaro, ampia-mente al di sotto degli 80 quintaliconsentiti dal disciplinare.

Il Montefalco Sagrantino è pro-dotto da “Còlpetrone” in tre versioni:Montefalco Sagrantino secco, passito eMontefalco Sagrantino Sacer selezio-ne. Le prime annate di Sagrantino eMontefalco Rosso vennero prodottein quella che oggi viene chiamata

Il Sagrantinoè un vitignoautoctonodell'Umbria.Viene coltivatoprincipalmentenei territoriche circondanoil comune diMontefalcosu una superficievitata di 670 ettari.

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VINI

IL SAGRANTINO DI MONTEFALCO CÒLPETRONE

“Còlpetrone vecchia”, antico casolarea pochi chilometri dall’attuale sede.

Gli immediati e importantissimiriconoscimenti ottenuti fin dalle pri-me vendemmie di Sagrantino hannoconvinto la proprietà ad investire sem-pre di più nel territorio, con acquisi-zioni progressive sia nel comune diGualdo Cattaneo sia di Montefalco,per giungere agli attuali 63 ettari vita-ti e 140 ettari totali di superficie. Conla costruzione della nuova cantina,

inaugurata nel 2005, si realizza l’obiet-tivo di una struttura studiata in armo-nia con il territorio; la parte di vinifi-cazione e affinamento è inglobata al-l’interno del versante collinare, per ga-rantire condizioni di temperatura eumidità costanti e minimo impattoambientale.

Montefalco è una delle rarissimecittà romane nelle quali la viticolturaveniva praticata “intra moenia” (tra lemura della città). A partire dal quat-

trocento le leggi comunali iniziano atutelare in qualche modo vite e vino.L’uva “Sagrantino” sarebbe invece sta-ta portata da frati francescani dall’AsiaMinore. È proprio a questa uva, colti-vata solo e unicamente in queste colli-ne, che si deve la fortuna enologicadella città di Montefalco. Quasi scom-parso dai vigneti umbri negli anni Ses-santa, il Sagrantino è stato recuperatograzie al coraggio di alcuni vignaioli.La zona di produzione dei vini diMontefalco è al centro dell'Umbria inun'area collinare situata in ottima po-sizione e dalle particolari caratteristi-che geologiche. Il Sagrantino impian-tato su 660 ettari registra una produ-zione media annua di 1,7 milioni dibottiglie.

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Qui a fianco la cantina dell’azienda Còlpetroneche fa parte delle Tenute del Cerro;

sotto i vigneti dove si coltival’uva Sagrantino di Montefalcocon la quale si produceil vino Còlpetrone.

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VINI

ORA IN VENDITAUN EQUILIBRIO PERFETTOPER LE SERRE NUOVE DELL’ORNELLAIA 2015

Secondo Axel Heinz, direttore ewinemaker di Ornellaia «’Le

Serre Nuove dell'Ornellaia’ 2015 rap-presenta l'espressione perfetta di unanno di crescita eccezionale delle no-stre uve, con una rara combinazione dimaturità ed equilibrio perfetto. Il co-lore è intenso e giovane, all’olfatto sipresenta con un fruttato intenso e ma-turo, sottolineato da note finementespeziate e tostate; la bocca è rotonda esetosa, di grande stoffa e armonia, dalfruttato succulento che si prolunga inun finale vivo ma privo di ogni spigo-lo, raffrescato da delicate note balsa-miche».

Ottenuto prevalentemente dai vi-gneti più giovani dell'azienda e pro-dotto con la stessa passione e attenzio-ne per i dettagli riservata a ‘Ornellaia’,‘Le Serre Nuove dell'Ornellaia’ è unautentico “secondo vino”. Questoblend unico di Merlot, Cabernet Sau-vignon, Cabernet Franc e Petit Verdotsi offre al palato generoso e intenso, ri-velando al contempo una personalitàcoinvolgente e brillante.

Il 2015 si è dimostrata nell’area diBolgheri un’annata quasi da manuale,di quelle che entreranno nei libri distoria. C’è stato un inverno nella nor-ma, piovoso, mite ma con qualchegiornata con temperature sotto lo ze-ro; il germogliamento è arrivato pun-tuale nei primi giorni di aprile. La pri-mavera è stata caratterizzata da untempo asciutto e soleggiato, condizio-ni ideali per un regolare sviluppo ve-getativo che è culminato in una fiori-tura rapida e completa a fine maggio.Dal mese di giugno si è progressiva-mente manifestato lo stress idrico. Lu-glio sarà ricordato come particolar-mente torrido e asciutto, con tempera-ture massime che hanno superato i30°C ogni singolo giorno del mese. Lacalura, combinata all’assenza di piog-ge, ha fatto temere un blocco dellamaturazione e la necessità di una rac-

colta anticipata. In seguito, intorno al10 agosto, la pioggia è arrivata conprecipitazioni abbondanti che hannopermesso di sbloccare le maturazioni,portando un tempo con temperaturemolto più fresche durante la fase fina-le della maturazione, che è stata dun-que molto regolare, con tempi perfet-ti. Questo tempo fresco ma soleggiatosi è mantenuto durante tutto il perio-do della vendemmia, consentendo dilavorare con grande piacevolezza,aspettando che ogni vigneto arrivasseal suo punto perfetto della maturazio-ne, unendo una qualità aromatica fre-sca e vivace ad una perfetta maturazio-ne fenolica con tannini abbondantima setosi e morbidi. La vendemmia èiniziata il 29 agosto con il Merlot e siè conclusa il 12 ottobre con gli ultimiCabernet Sauvignon e Petit Verdot.

“Le Serre Nuove dell’Ornellaia” del-l’annata 2015 è stato messo in venditaa partire dallo scorso 1 settembre.

I VINI DELLA

TENUTA DELL’ORNELLAIA

SONO DISTRIBUITI IN TICINO DA

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SALUTE

20 REGOLE D'ORO DA SEGUIRE D'INVERNOI CONSIGLI UTILI PER AFFRONTARENEL MODO MIGLIORE I MALI PIÙ COMUNI

Èla qualità degli indumenti checrea "l'effetto caldo", bisogna

indossare quindi tessuti che permetto-no di trattenere il calore del corpo: acontatto con la pelle cotone e seta, esopra lana.

Evitare indumenti attillati o com-primenti perché in inverno il sanguecircola meno in superficie e più inprofondità. Poiché questo è alla basedella "sensazione di freddo" con indu-menti larghi il sangue circola meglio alivello cutaneo.

Quando si esce di casa protegger-si, soprattutto in giornate fredde eventose, con sciarpe di lana o di seta.

Meglio vestirsi "a stati" quando siesce, per liberarsi eventualmente diuna parte degli abiti entrando in unluogo riscaldato.

Per la dieta privilegiare carciofi,porri, cipolle e cardi, che hanno pro-prietà depurative; frutta secca, casta-gne e patate perché toniche ed energe-tiche; verze, agrumi, broccoli, cavoli,spinaci, ricchi di acqua, fibre, vitami-ne e sali minerali. Ma non assumeretroppe calorie perché d'inverno preva-le "naturalmente" la sedentarietà sulmovimento.

Per chi sa di essere "debole" dalpunto di vista respiratorio sono indi-cati aglio e cipolle per il loro eccellen-te potere disinfettante, specie sull'ap-parato polmonare e gastrico, e regola-

rizzanti il ricambio idrico. Utile anchel'uso del peperoncino perché fornisceenergia e porta calore.

La vitamina C protegge soprattut-to dal raffreddore comune, dunque èutile assumerla quotidianamente ri-cordandosi però di diminuire l'appor-to di zuccheri perché è dimostrato checompetono con il potere della vitami-na C.

L'integrazione di vitamina A hadimostrato di esercitare una notevoleazione immunostimolante e antinfe-zioni ed esercita una potente attivitàcontro i virus.

D'inverno meglio un bagno caldodi una doccia perché, oltre a scaldare erilassare di più, si possono scioglierenell'acqua piante balsamiche utili al-

l'apparato respiratorio e alla pelle co-me pino, lavanda, timo, eucalipto. Perun'azione antinfiammatoria si può ag-giungere all'acqua del bagno un estrat-to di artiglio del diavolo, ottimo per idolori artrosici.

Il cosiddetto "colpo d'aria" po-trebbe mietere meno "vittime" se tro-vasse organismi allenati a conviverecon il freddo. Per questo mantenerenell'abitazione una temperatura di 20gradi, anche aprendo ogni tanto le fi-nestre.

Umidificare gli ambienti. L'umi-dificazione migliora con essenze di ti-mo, verbena, eucalipto.

Quando si ha la febbre non usciree prendersi un giorno di riposo senzaricorrere subito alle medicine. In que-sto caso è utile l'essenza di cannella diCeylon, che stimola la circolazione edil respiro, favorisce l'abbassamentodella febbre grazie all'aumento dellasudorazione.

Durante il sonno profondo ven-gono liberate potenti sostanze immu-nostimolanti, dunque non va sottova-lutata l'importanza del sonno e del ri-poso non solo durante un raffreddoreo un'influenza, ma in tutto l'inverno.

Per il raffreddore si può bere suc-co di cipolla: è diuretico, antireumati-co e antisettico per le vie respiratorie.

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SALUTE

CONSIGLI PER L’INVERNO

Durante l'influenza occorre segui-re una dieta liquida con spremute,succhi di frutta e verdura.

Quando si sente un dolore retro-sternale le vecchie "polentine" di fari-na di riso sul petto sono ancora mira-

colose.Per un effetto antidolorifico ed

antinfiammatorio del "mal di gola" sipuò ricorrere a gargarismi quotidianicon un decotto di equiseto, fiori d'ar-nica e fieno greco.

Nelle laringiti con abbassamentodi voce, la pianta più impiegata è l'erì-simo usata in infusione come decotto.

Per prevenire e curare le malattiedella gola è consigliabile assumerequotidianamente della tintura madredi propoli. Quando la gola bruciatroppo questo rimedio è preparato an-che con glicerina per non irritare lagola con la piccola quantità di alcoolpresente nelle tinture madri.

Nella bronchite con tosse, lo sci-roppo di lumache è la più antica ricet-ta ora "riscoperta".

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SALUTE

BELLINZONAUN DOPPIO ANTICORPOPER COMBATTERE IL VIRUS ZIKA

La prestigiosa rivista scientificaCell ha pubblicato uno studio

frutto della collaborazione tra l’Istitu-to di ricerca in biomedicina (IRB), af-filiato all’Università della Svizzera ita-liana, Humabs Biomed SA e la DukeNational University di Singapore. I ri-cercatori hanno sviluppato un innova-tivo “doppio” anticorpo in grado diproteggere dall’infezione del virusZika.

Zika, presente in 84 nazioni tropi-cali e non, può facilmente cambiare lapropria struttura per sfuggire alla ri-sposta del sistema immunitario. Ilproblema è stato affrontato e risoltounendo, in una singola molecola, dueanticorpi che bloccano contempora-neamente parti diverse del virus. Test

pre-clinici hanno mostrato che il“doppio” anticorpo, in gergo definito

“bispecifico”, protegge efficacementecontro Zika e previene la mutazionedel virus. L’anticorpo ha caratteristi-che che lo rendono un ottimo candi-dato terapeutico.

Il virus Zika appartiene alla stessaclasse di Dengue e West Nile, è tra-smesso dalle zanzare e ampiamentediffuso nelle regioni tropicali e subtro-picali, nonché in parte degli USA.L’Organizzazione mondiale della sa-nità nel 2016 ha dichiarato uno statodi emergenza di sanità pubblica, sti-mando che 3-4 milioni di persone sa-rebbero state infettate annualmente,di cui 1.5 milioni in Brasile. Sebbene isintomi di Zika siano lievi o addirittu-ra assenti, il virus può invadere il siste-ma nervoso del feto, causando mi-croencefalia e altri difetti nel 13% deicasi. Il virus può anche essere trasmes-so sessualmente. Al momento non cisono cure o vaccini contro Zika.

sopra: il virus Zika nel sangue.

I ricercatori hanno sviluppatoun anticorpo (in rosso) che si legaal virus Zika (in blu) impedendoglidi sfuggire al sistema immunitarioe bloccandone l’infezione.

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Love OPI, XOXOCollection de Noël

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2020

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MOTORI

ALFA ROMEOCON LO STELVIO NASCEIL PRIMO SUV DEL MARCHIO DEL BISCIONE

Alfa Romeo ha il suo primoSUV dopo oltre un secolo di

storia. È lo Stelvio che propone uncomportamento dinamico da sportiva,come dimostrano una distribuzioneequilibrata dei pesi, lo sterzo più diret-to del segmento e le sospensioni contecnologia evoluta, oltre a un ampioimpiego di materiali ultraleggeri e tec-nologici, quali la fibra di carbonio perl’albero di trasmissione e l’alluminioper i motori, le sospensioni, il cofano,i parafanghi, le portiere ed il portello-ne. Le proporzioni di Stelvio esprimo-no compattezza e forza: 468 centime-tri di lunghezza, 167 cm di altezza e216 cm di larghezza. All’esterno, si ca-ratterizza per la linea che nasce dalperfetto equilibrio tra tradizione, desi-gn e performance. La stessa improntadi sportività elegante si ritrova nell’a-bitacolo che si conferma pulito, essen-ziale e "cucito" con cura artigianale emateriali pregiati.

Oltre al suo stile distintivo e allasua eccellente dinamica di guida, AlfaRomeo Stelvio mostra il suo caratterecon due nuovi propulsori - 2.0 Turbobenzina da 280 CV e 2.2 Diesel da210 CV. Abbinate al cambio automa-tico a 8 marce e alla trazione integraleQ4, le motorizzazioni appartengono a

una nuova generazione di propulsori aquattro cilindri interamente in allumi-nio e dotate di albero di trasmissionein fibra di carbonio. I motori di Stel-vio rappresentano il meglio della tec-nologia del Gruppo e sono prodotti inItalia negli stabilimenti di Termoli(benzina) e Pratola Serra (gasolio).

GRANDLAND XIL NUOVO SUV OPEL

La Opel Grandland X dellaOpel si presenta con linee mo-

derne e dinamiche, a cui si aggiungeun look offroad e una posizione piùalta dei sedili con una buona visibilitàa 360°. Propone numerose tecnologieinnovative a bordo, molto spazio perfino a cinque passeggeri e i relativi ba-gagli. La Grandland X, lunga 4,48 me-tri, si presenta con un'estetica sporti-va, con sbalzi corti che creano propor-zioni accattivanti. La a nuova Grand-land X diventa il terzo membro dellafamiglia X di Opel, seguendo la Cros-sland X e la Mokka X, entrambe di cir-ca 20 centimetri più corte.

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MOTORI

SUBARUANCHE LA FORESTER AWDCON IL SISTEMA EYESIGHT

Al suo debutto nel 1997 la sisarebbe potuta designare co-

me SUV o crossover della prima ora.Con un’ottima percezione degli in-gombri, un’abbondante luce libera daterra, l’abitacolo modulabile di unastation wagon e la robusta meccanicatipica della casa, si trovava infatti aproprio agio sia in fuoristrada che nelnormale traffico stradale. Da quando èstata lanciata sul mercato, oltre 39mi-la svizzeri hanno optato per l’acquistodi una Forester AWD. Costantementeaggiornata nel tempo, con l’introdu-zione del modello 2018, la ForesterAWD 2.0i Lineartronic nella versioneSwiss Plus è disponibile anche con ilrivoluzionario sistema di ausilio allaguida EyeSight. Tale sistema, già notodai modelli Outback AWD e LevorgAWD, combina diversi assistenti elet-tronici in modo tale da formare unafitta rete di sicurezza. Ne è un elemen-to centrale il sistema frenante per col-lisione imminente, in grado di rilevarele potenziali collisioni con pedoni, ci-clisti e altri utenti della strada moto-rizzati e di avviare autonomamenteuna frenata d’emergenza se il guidato-re non reagisce. In tal modo è possibi-le evitare incidenti fino a una differen-za di velocità di 50 km/h o per lo me-no ridurre al minimo la velocità del-l’impatto e le conseguenze dell’inci-dente.

Il sistema attivo di mantenimentodella corsia non si limita ad avvisare ilguidatore dell’uscita accidentale dallapropria corsia di marcia: in caso di ne-cessità riporta la vettura nella giustatraiettoria, dando un leggero impulsosul volante. Il sistema di avviso di usci-ta dalla corsia, anch’esso previsto di se-rie, riconosce inoltre le situazioni incui il guidatore avanza zigzagando perun tempo prolungato e lo allerta. Il si-stema di sicurezza EyeSight è comple-tato da un cruise control adattativoche regola automaticamente la velo-

cità e la distanza di sicurezza (sistemadi assistenza nelle code). Inoltre, la Fo-rester AWD Swiss Plus offre con l’Ad-vanced Safety Package un assistenteangolo cieco con avviso di traffico tra-sversale posteriore in retromarcia, ba-sato su sensori radar, e un monitor perla visione laterale, il che garantisce unulteriore netto aumento del livello disicurezza.

Per coprire la gamma più ampiapossibile di esigenze dei clienti, la Fo-rester AWD vanta varie combinazionidi motore e cambio. Un motore boxera gasolio di 2,0 litri abbinato alla tra-smissione automatica Subaru Linear-tronic con modalità manuale o a uncambio manuale. Il propulsore ad ac-censione spontanea, capace di erogare147 CV di potenza, mette a disposi-zione la sua coppia massima di 350Nm già a partire da 1600 giri al mi-nuto. La gamma di motorizzazioniprevede inoltre due boxer a benzina,in grado di erogare a scelta 150 CV(2.0i) o 240 CV (2.0XT turbo) di po-tenza. Anche i modelli da 150 CV so-no disponibili con la trasmissione au-tomatica Subaru con modalità manua-

le o con un cambio manuale, mentre imodelli XT turbo sono proposti esclu-sivamente con il cambio automaticocon modalità manuale.

La Forester AWD con EyeSight èdisponibile in a un prezzo a partire da37’500 franchi; altri modelli ForesterAWD già a partire da 28’900 franchi,come la 2.0i Advantage.

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Fratelli Roda SA vince il premio svizzero dell’imballaggio 2015, categoria Design, grazie alla linea di packaging prodotta peril cioccolato biologico e Fair Trade Chocolat Stella.

Dolce... ancora più dolce!

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MOTORI

OPELLA INSIGNIA COUNTRY TOURERAMMIRAGLIA CON LOOK DA FUORISTRADA

La nuova Opel Insignia Coun-try Tourer, grazie all’architet-

tura tutta nuova, è ancora più leggeradel modello precedente. È equipaggia-ta con una serie di tecnologie innova-tive e si distingue per il suo stile coun-try: i rivestimenti neri e gli elementi diprotezione sottoscocca di color argen-to sulla parte anteriore e posteriore do-nano un look da fuori strada aggressi-vo.

In termini di prestazioni la nuovaOpel Insignia Country Tourer presen-ta una vasta gamma di motorizzazioni,incluso il nuovo motore di punta sulversante dei motori diesel. Inoltre pre-senta il nuovo cambio automatico aotto rapporti e naturalmente la avan-zata tecnologia della trazione integra-le. Invece del tradizionale differenzialedell’assale posteriore aperto che ripar-tisce la coppia in eguale misura sulleruote, la Opel Insignia Country Tou-rer dispone di due frizioni lamellari acontrollo elettrico che permettonouna trasmissione della forza precisa eindividuale sulle singole ruote, indi-pendentemente dalla superficie, dallapresenza di acqua, ghiaccio o neve.

Il telaio FlexRide ulteriormentesviluppato costituisce la base per un

comportamento di guida ottimale eadatto alla situazione. Adatta ammor-tizzatori, sterzo, pedale dell’accelerato-re e punto di commutazione (per ilcambio automatico) in modo autono-mo o in base alle modalità Standard,Sport e Tour selezionabili dal condu-cente. Il nuovo software centrale “Dri-ve Mode Control” costituisce il cuoredel telaio adattivo. Esso rileva conti-nuamente tutti i sensori e le imposta-zioni per riconoscere lo stile di guidaindividuale.

Se si guarda in faccia alla nuova

Insignia Country Tourer ci si accorgeche quest’auto è più decisa dellaSports Tourer. La grande griglia distin-tiva e i fari anteriori stretti percorronoin larghezza la Country Tourer. Laprotezione sottoscocca in argento luci-do "mette a terra" l’auto e le dona unaposizione solida. Il rivestimento pro-tettivo in nero sotto tutto il veicolo eattorno agli alloggiamenti ruota sotto-linea l’aspetto robusto. Il look com-provato da avventuriera della parte an-teriore si riflette anche nella parte po-steriore: la protezione sottoscocca dicolore argento e entrambi i terminalidi scarico danno all’auto un aspettopiù profondo e più ampio.

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Direttore responsabileMauro Scopazzini

RedazioneTicino Magazine

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[email protected]

EditoreMasco Consult S.A. Editore

Lugano

StampaFratelli Roda S.A.

6807 Taverne/Lugano

PubblicitàMasco Consult S.A.

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Appare 5 volte l’anno da febbraio a novembre

Abbonamento anno 2017 Fr. 45.-Singolo esemplare Fr. 8.-

© Ticino Magazine

studio e messa in opera di metodi e strategie di comunicazioneservizi giornalistici e televisivi

sviluppo di un’informazione organica e programmatacoordinamento di altri mezzi d’informazione

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La Belle Époquedi Toulouse-Lautrecalla Fondation Gianadda

Ticino Magazine - 6955 Capriasca - www.ticino-magazine.ch

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