Da operaio bambino a grande carrozziere - epocAuto · 2018-11-27 · dall’uno all’altro...

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8 - N. 4 - 2012 Da operaio bambino a grande carrozziere Alfredo Vignale iniziò a battere la lamiera appena undicenne. A 24 anni diventò capofficina negli Stabilimenti Farina. Nel 1946 fondò la carrozzeria che porta il suo nome. Nel 1950 vestì la prima Ferrari. Firmò centinaia di capolavori. Numerose le fuoriserie Fiat. di Elvio Deganello N ato il 15 giugno 1913 da ge- nitori liguri attirati a Torino dall’industria dell’auto, Al- fredo Vignale diventò apprendista magnin (battilastra in torinese) all’età di 11 anni presso la martelle- ria Ferrero & Morandi. A 17 anni, ormai operaio provetto, andò da Pinin Farina e completò la forma- zione con il miglior maestro possi- bile. Nel 1935 partì soldato e al ri- torno siglò un contratto da artigia- no indipendente con Giovanni Fa- rina, titolare della Stabilimenti Fa- rina. In pratica, non disponendo di locali e attrezzature proprie, lavo- rava da Farina con le attrezzature del grande carrozziere. Vi rimase anche durante la guerra, quando gli Stabilimenti diventarono opifici militari. Cessato il conflitto, Alfredo iniziò a impiegare il tempo libero sbalzan- do l’alluminio degli aerei abbattuti per farne pentole e parafanghi da bici. Con i risparmi sperava di met- tersi in proprio. Sembrava difficile, ma nel 1947 Piero Dusio, titolare della Cisitalia, lo chiamò per dar forma alla 202 aerodinamica dise- gnata dall’ing. Giovanni Savonuz- zi. Alfredo riuscì così bene, che Du- sio gli espresse la sua soddisfazio- ne con tanto denaro da incorag- giarlo a prendere in affitto un loca- le in una ex segheria e avviare l’at- tività in proprio. Inizialmente la produzione riguardò le solite pen- tole e i parafanghi, poi un’impor- tante commessa di involucri me- tallici per ghiacciaie portò le risor- se economiche sufficienti per pen- sare alle automobili. Tutto iniziò da una Topolino coupé affidata per la vendita all’autosalo- ne Morbidelli di Torino. Casual- 1949 La Fiat 6c 1500 che si è imposta nel Concorso d’Eleganza del Giardino dei Boboli a Firenze. La linea “ponton” ha trovato qui un’originale interpretazione con particolari avveniristici, come il paraurti integrato nella calandra, che solo recentemente si è affermato nelle auto moderne. 1950 Nella foto in alto: la compatta berlinetta Ferrari 340 America sull’autotelaio # 082A. Il 23 aprile vinse la XVIII Mille Miglia con Luigi Villoresi/ Piero Cassani a dispetto dell’incidente che danneggiò il parafango sinistro. Le Ferrari di Vignale vinsero anche le Mille Miglia del 1952 e del 1953.

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Da operaio bambino a grande carrozziereAlfredo Vignale iniziò a battere la lamiera appena undicenne. A 24 anni diventò capofficina negli Stabilimenti Farina. Nel 1946 fondò la carrozzeria che porta il suo nome. Nel 1950 vestì la prima Ferrari. Firmò centinaia di capolavori. Numerose le fuoriserie Fiat.

di Elvio Deganello

Nato il 15 giugno 1913 da ge-nitori liguri attirati a Torino dall’industria dell’auto, Al-

fredo Vignale diventò apprendista magnin (battilastra in torinese) all’età di 11 anni presso la martelle-ria Ferrero & Morandi. A 17 anni, ormai operaio provetto, andò da Pinin Farina e completò la forma-zione con il miglior maestro possi-bile. Nel 1935 partì soldato e al ri-torno siglò un contratto da artigia-no indipendente con Giovanni Fa-rina, titolare della Stabilimenti Fa-rina. In pratica, non disponendo di locali e attrezzature proprie, lavo-rava da Farina con le attrezzature del grande carrozziere. Vi rimase anche durante la guerra, quando gli Stabilimenti diventarono opi� ci militari. Cessato il con� itto, Alfredo iniziò a impiegare il tempo libero sbalzan-

do l’alluminio degli aerei abbattuti per farne pentole e parafanghi da bici. Con i risparmi sperava di met-tersi in proprio. Sembrava di� cile, ma nel 1947 Piero Dusio, titolare della Cisitalia, lo chiamò per dar forma alla 202 aerodinamica dise-gnata dall’ing. Giovanni Savonuz-zi. Alfredo riuscì così bene, che Du-sio gli espresse la sua soddisfazio-ne con tanto denaro da incorag-giarlo a prendere in a� tto un loca-le in una ex segheria e avviare l’at-tività in proprio. Inizialmente la produzione riguardò le solite pen-tole e i parafanghi, poi un’impor-tante commessa di involucri me-tallici per ghiacciaie portò le risor-se economiche su� cienti per pen-sare alle automobili. Tutto iniziò da una Topolino coupé a� data per la vendita all’autosalo-ne Morbidelli di Torino. Casual-

1949 La Fiat 6c 1500 che si è imposta nel Concorso d’Eleganza del Giardino dei Boboli a Firenze. La linea “ponton” ha trovato qui un’originale interpretazione con particolari avveniristici, come il paraurti integrato nella calandra, che solo recentemente si è a� ermato nelle auto moderne.

1950 Nella foto in alto:la compatta berlinetta Ferrari 340 America sull’autotelaio # 082A. Il 23 aprile vinse la XVIII Mille Miglia con Luigi Villoresi/Piero Cassani a dispetto dell’incidente che danneggiò il parafango sinistro. Le Ferrari di Vignale vinsero anche le Mille Miglia del 1952 e del 1953.

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mente, un giornalista inglese la fo-tografò e la pubblicò sulla rivista Autocar attribuendola a Pinin Fari-na. Chiarito l’equivoco, Vignale ot-tenne istantaneamente il ricono-scimento come carrozziere. Poco dopo, il magico incontro con il designer Giovanni Michelotti diede il via a una straordinaria in-tesa. Giovanni tracciava l’idea in un � gurino, Vignale la traduceva nella lamiera senza bisogno di disegni esecutivi. Il loro primo lavoro, una Fiat 1100 cabriolet, vinse il premio di categoria nel Concorso d’Ele-ganza di Torino nel 1948. L’anno dopo raddoppiarono con una Fiat 1500 cabriolet che conquistò il premio di categoria e il primo pre-mio al Concorso d’Eleganza del Giardino di Boboli, a Firenze. Da al-lora fu un susseguirsi di successi, fra questi ricordiamo la Maserati A6 2000 esposta al Salone di Parigi nel 1950 e le 160 Ferrari da corsa e da strada che accrebbero la fama del carrozziere e contribuirono a quella del costruttore di Maranel-lo. Ben presto, la fama del carroz-ziere varcò l’Atlantico e portò ric-chi committenti, come il miliarda-rio Briggs Cunningham, che fece carrozzare a Torino le sue C3 moto-rizzate Chrysler, e il costruttore di hot-rod Bill Frik, che a� dò a Vigna-le sue “special” con motori Cadillac e cambi Mercury montati su telai in lamiera scatolata di propria con-cezione. Per l’America partirono anche le Cisitalia 808 XF coupé e roadster sviluppate dalla meccanica fornita

1947 La spettacolare Cisitalia 202 berlinetta disegnata dall’ing. Giovanni Savonuzzi e magistralmente eseguita da Alfredo Vignale nel suo primo lavoro da carrozziere indipendente.

1950 La Maserati A6G 2000 esposta al Tokyo Concorso Eleganza 2009. Lo slancio della tinta bicolore rende aggressiva la ra� nata composizione del frontale. La bombatura dei parafanghi, che suggerisce la tensione delle zampe di un felino pronto al balzo, rende “nervosa” la coda..

1950 La Lancia Aurelia coupé a 4 posti che il carrozziere chiamò Erminia in onore del comico Erminio Macario, che fu il primo committente. Fra i clienti di Alfredo Vignale vi furono molti personaggi dello spettacolo, magnati della � nanza e teste coronate.

1952 La Ferrari 212 E realizzata sul telaio # 0211 per Giani Agnelli, allora giovane play-boy. Al contrario di altre Ferrari dell’Avvocato, questa è composta e tradizionale. Nemmeno la verniciatura bicolore e gli elementi decorativi presentano gli eccessi di altre creazioni Vignale.

1952 Sul medesimo impianto stilistico de� nito da Giovanni Michelotti Vignale allestì alcune Aurelia B52 sia in versione cabriolet, sia in versione coupé (nella foto), tutte caratterizzata da un identico frontale molto scolpito e molto ricco di elementi decorativi cromati.

1953 Il reparto � nitura nelle o� cine di via Cigliano 29-32. All’interno i reparti erano collegati solo da passaggi pedonali. Perciò le auto in lavorazione per passare dall’uno all’altro dovevano essere spinte a mano sulla strada da una porta carraia all’altra.

1953 La 808 XF Cabriolet che la Cisitalia propose a Henry Ford sperando di sollevarsi dalle di� coltà. L’arcaico autotelaio americano e il � acco motore a sei cilindri non aiutarono la riuscita del modello disegnato da Giovanni Michelotti e battuto sulla lamiera dalla carrozzeria Vignale.

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da Henry Ford II. Dovevano rilan-ciare la Cisitalia, ma si fermarono allo stadio di prototipi. Lo stabilimento Vignale di via Ci-gliano 29-31 accettava di lavorare su qualunque autotelaio per qua-lunque committente, così produs-se fuoriserie molto diverse, dalle coupé con la meccanica della po-polare Fiat 1100/103, all’agile e raf-� nata Osca MT4 1500 dei Fratelli

Maserati, � no all’imponente Rolls Royce Silver Wraith che raccolse le stravaganti richieste del newyor-kese Joseph Maschuch. Si lavorava a mano battendo le la-miere col martello su un ceppo di legno e riscontrando i pannelli sul “gabarit”, una specie di gabbia in tondino di ferro con la forma della carrozzeria in lavorazione. Nel 1957, Vignale acquisì dalla Lancia

1953 La Cunningham C 3 realizzata per il miliardario e pilota americano Briggs Cunningham nelle con� gurazioni coupé 2+2 (18 esemplari) e spider (9 esemplari) alcuni dei quali con allestimenti stradali (meglio ri� niti) e da corsa (più spogli e leggeri).

1953 La Bill Frick Special, veloce cabriolet con telaio in lamiera stampata e motore Cadillac forniti dallo specialista americano di hot rod Bill Frick. Nei due anni successivi lo stesso Frick fece carrozzare da Vignale altri due autotelai simili in con� gurazione coupé.

1955 Eleganza e sportività a braccetto nell’esemplare unico Osca MT4 1500 # 1153 esposto al Salone di Torino. Si notano la perfetta esecuzione dei particolari estetico-funzionali, come la calandra e il paraurti, e il de� ettore per impedire il sollevamento dei tergicristallo in velocità.

1955 La stravagante Rolls Royce Silver Wraith allestita sull’autotelaio # LCLW14 per Joseph Maschuch di New York, che chiese di disporre un televisore nel mobile bar, di verniciare di verde tutto il motore (carburatore compreso) e di cromare tutti i tubi e il coperchio delle punterie.

1958 La Fiat Abarth 750 costruita in 4 esemplari tutti impiegati nelle corse (nella foto Aldo Luino nella salita Bologna-San Luca il 4 maggio1958). La linea era aerodinamicamente molto corretta nel frontale, ma nella coda era sbagliata e diede irrisolti problemi di ra� reddamento.

1959 La Maserati 3500 Spider. L’elegante carrozzeria disegnata dell’estroso Giovanni Michelotti ha una � sionomia tendenzialmente liscia e perfettamente equilibrata, mentre alcuni stilemi, come il modellato scultoreo del frontale e le dinamicissime griglie dietro le ruote, sono evidenti riferimenti all’orgoglio della Casa del Tridente.

1959 La Triumph Italia nata per iniziativa della Società Ru� no di Napoli. Fu accolta con favore e Vignale pensava di realizzare almeno un migliaio di esemplari, ma il passaggio della Standard Triumph nella British Leyland pose � ne all’avventura dopo circa 300 esemplari.

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la commessa delle Appia Converti-bile. A questo punto introdusse il “mascherone”, una struttura di le-gno molto più costosa del gabarit, che svolgeva meglio la stessa fun-zione o� rendo maggiore stabilità dimensionale e durata nel tempo. Il secondo passo verso la moder-nizzazione produttiva avvenne nel 1960 con il trasferimento nella nuova sede in Strada del Portone 80, a Grugliasco.

Dopo l’Appia Convertibile arrivò dunque la Flavia Convertibile co-struita per la Lancia. Per la Maserati Vignale costruì invece la 3500 Spi-der e più tardi la Sebring, la Mexico e la Indy. L’impegno con i grandi costruttori non impedì le piccole serie per la vendita diretta. Fra i modelli di maggior successo ricordiamo le coupé e le spider con meccanica Fiat 600 D che ebbero buona di� u-

1962 La Fiat 600 D coupé disegnata da Giovanni Michelotti per Vignale nel 1961. Con l’omologa versione spider ottenne successo anche all’estero, perché la Fiat la distribuì in alcuni mercati del nord Europa tramite la consociata tedesca Nsu-Nekar.

1962 Lancia Flavia Convertibile ha un aspetto non privo di dinamismo anche se basato su linee semplici e tendenzialmente squadrate. È stata prodotta complessivamente in 1643 esemplari con i motori 1500 e 1800 e il passo di 2480 mm delle Flavia Coupé di Pininfarina e Sport di Zagato.

1962 Linee semplici e tendenzialmente squadrate anche per la Maserati Sebring prodotta dal 1963 al 1969 con motori 3500 e 3700 in una serie di 348 esemplari e in una seconda di 98.

1963 La graziosa Fiat 1300-1500 cabriolet, equilibrato punto d’arrivo di una ricerca formale che il designer Giovanni Michelotti e lo stesso Alfredo Vignale avevano intrapreso mostrando qualche eccesso nei primi prototipi caratterizzati da suggestioni aeronautiche.

1963 La Fiat 1500 Coupé a quattro posti prodotta e venduta in un buon numero di esemplari sia perché nella gamma Fiat mancava un modello di questo tipo, sia perché il prezzo di vendita non era troppo superiore a quello della berlina dalla quale derivava.

1964 La Fiat 850 Cabriolet sviluppata dai disegni di Giovanni Michelotti, che de� nì con identico stile anche le versioni berlina e coupé. Conobbero tutte il successo commerciale � no a quando la Fiat con le sue 850 Coupé e Spider irruppe nel mercato che prima lasciava ai carrozzieri.

1965 La Daihatsu 800 Coupé sviluppata nell’ambito della collaborazione avviata con la Casa di Osaka a partire dalla Compagno giardinetta. La meccanica della Coupé, basata sullo stesso massiccio telaio a longheroni è stata modi� cata in profondità dal carrozziere.

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sione in Italia e nel Nord Europa, dove la Fiat le distribuì attraverso la consociata tedesca NSU-Nekar. Alle 600 D seguirono le coupé e le spider sugli autotelai Fiat 1500 e 850, quindi le indovinate coupé Eveline e Samantha realizzate ri-spettivamente sull’autotelaio 124 e 125. Nel 1967, la Fiat 500 Gamine, pic-cola roadster stile retrò, incontrò i favori del pubblico soprattutto all’estero. Purtroppo, però, l’insol-venza di un grosso importatore re-se gravoso l’ammortamento della costosa linea di produzione appo-

sitamente allestita. Fu la prima av-visaglia di una crisi che culminò nel novembre 1969, quando Alejandro De Tomaso rilevò il 90% del pacchetto azionario Vignale a fronte della copertura di ogni pas-sività. Alfredo perì in un assurdo incidente automobilistico il 16 no-vembre 1969, una settimana dopo la cessione. L’azienda sopravvisse ancora lavorando per conto di De Tomaso. In� ne, nel 1974 l’impren-ditore italo-argentino la accorpò alla carrozzeria Ghia, che intanto aveva venduto alla Ford realizzan-do un buon guadagno.

1965 La Fiat 124 Eveline prodotta in 1500 esemplari, molti dei quali esportati all’estero. Era disponibile in 16 colori con dotazioni che comprendevano gli alzavetri elettrici, i sedili reclinabili, tre luci di cortesia, il vano portaoggetti e lo sportello del carburante sottochiave.

1965 La Opel Kadett Spider distinta da un aspetto sobrio ma non privo di elementi originali, come i fari rettangolari ben inseriti nel frontale accanto alla calandra divisa in due zone dal paraurti. Un leggero pro� lo con i terminali leggermente curvi da brio alla � ancata sostanzialmente piana.

1965 L’ingresso dello stabilimento in Strada del Portone 80 a Grugliasco, dove Vignale si trasferì nell’agosto del 1961 cercando nuove possibilità di espansione. La struttura, che inizialmente occupava di 40.000 metri quadrati, crebbe � no a occuparne 70.000 nel 1966.

1969 La Maserati Tipo 116 disegnata da Virginio Vairo, detto “il geometra”. La linea appare sportiva e aerodinamica a dispetto del pesante vincolo imposto dai sedili posteriori. È rimasta in produzione con il nome Indy � no al 1974, l’anno dell’esemplare ra� gurato.

1968 La proposta di Vignale per aggiornare la tormentata linea della Matra 530. Nell’insieme ben de� nito ed equilibrato spiccano l’originale fascia del roll-bar in acciaio satinato e i tre fori tondi dei quali solo il primo è passante e serve per la ventilazione dell’abitacolo.

1968 Dopo avere prodotto qualche migliaio di Jensen Interceptor coupé e cabriolet, Vignale ha proseguito la collaborazione con la Casa inglese proponendo la Nova sul telaio della Interceptor accorciato da 2670 mm a 2540 mm, con evidenti bene� ci per gli equilibri fra le masse.

1967 La Fiat 500 Gamine, simpatica spider old style. Il suo successo mise in crisi la carrozzeria Vignale perchè l’importatore monegasco GAM non pagò i numerosi esemplari ritirati, facendo svanire la remunerazione del forte investimento sostenuto per la linea di montaggio.