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Direttore ARTURO DIACONALE Martedì 6 Febbraio 2018Fondato nel 1847 - Anno XXIII N. 25 - Euro 0,50

DL353/2003 (conv. in L 27/02/04 n. 46) art.1 comma 1

DCB - Roma / Tariffa ROC Poste Italiane Spa Spedizione in Abb. postale QUOTIDIANO LIbERALE PER LE gARANzIE, LE RIFORME ED I DIRITTI CIvILI

delle Libertà

di ARTURO DIACONALE

Il fallimento del modello italiano

di integrazione

Èdecisamente inquietante lo scambiostrumentale tra i diversi soggetti poli-

tici sulle presunte responsabilità della spa-ratoria di Macerata. Dire, come ha fattoRoberto Saviano, che la colpa è di MatteoSalvini è da irresponsabili. Ed è preoccu-pante che sulla scia dello scrittore si siaposta immediatamente la Presidente dellaCamera dei deputati, Laura Boldrini, cheha intimato al segretario della Lega di scu-sarsi della sua campagna per il controllodell’immigrazione.

Nessuno, ovviamente, si stupisce delleforzature e dei toni sopra le righe dellacampagna elettorale. Ma queste esaspera-zioni non vanno denunciate in nome di ungenerico perbenismo che non ha alcun ef-fetto concreto. Vanno contestate, al con-trario, perché l’eccesso di clamorepolemico impedisce di comprendere ilvero e più profondo significato della vi-cenda di Macerata. La sparatoria avve-nuta nella cittadina marchigiana dimostrain maniera inequivocabile il fallimento delmodello di accoglienza e di integrazionesperimentato nel nostro Paese in alterna-tiva a quello inglese della società multiet-nica e multirazziale dei grandi centriurbani e a quello francese dell’assimila-zione in nome dei valori laici...

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I timori per l’immigrazione incontrollata che scatena gli irresponsabilipremia la linea dura del centrodestra sul rimpatrio dei clandestini

Macerata rilancia il centrodestra

Ciò che ha fatto Luca Traini a Mace-rata non è giustificabile. Sparare al-

l’impazzata su persone di colorefortuitamente incontrate sulla strada delproprio istinto omicida non ha alcunsenso. C’è chi dice che la sua sia sta la rea-zione al massacro per mano di un immi-grato clandestino della povera PamelaMastropietro, trucidata e fatta a pezzi, lascorsa settimana, nella tranquilla cittadina

marchigiana. Ma non può essere un’atte-nuante. Non c’è rappresaglia che possasostituirsi allo Stato di diritto nella difesadell’interesse generale della comunità. Echi si fa autore di una presunta vendettanon è un eroe, ma un criminale e cometale va giudicato e punito. Qualcuno so-stiene che si sia trattato del gesto di unfolle. Se è così provvederà il suo difensorea invocare lo stato di temporanea...

Nel corso della puntata di“Otto e Mezzo”, andata

in onda sabato scorso, ab-biamo assistito a un esilarantedibattito tra l’ottima VeronicaDe Romanis e Lorenzo Fiora-monti, nuovo Messia econo-mico del Movimento 5 Stelle.

Non soltanto politicamente, elettoral-mente e numericamente, bensì strut-

turalmente non sarà possibile un governopresieduto dall’ineffabile Luigi Di Maio,ancorché giovandosi di liste di proscri-zione. Bella roba.

Eppure non pochi pentastellati e la loromacchina pensante casaleggiana - più que-sta che i primi - continuano a battere sultasto del governo: il loro. Naturalmentepossono andare avanti così, ci manche-

rebbe altro, e non bastano ovviamente isuggerimenti in senso contrario per unmovimento che è tale nella misura in cui sifronteggiano con tutti gli altri con una solaparola d’ordine: noi gli onesti, i puri, gliimmacolati, gli intonsi dal potere mentrePartito Democratico, Forza Italia, Legaecc. dal potere hanno avuto prebende eguai giudiziari. Noi no. E vabbè.

A parte che diversi sindaci grillini, dicittà che sono di tutto rispetto, fra cui laCapitale, hanno a che fare con incrimina-zioni giudiziarie, resta tuttavia il fatto ine-

ludibile che l’incarico per formare un go-verno postelettorale il Presidente della Re-pubblica non potrà non seguire “la prassirepubblicana per la quale il capo delloStato conferisce l’incarico dopo aver ap-purato l’ipotesi di una concreta maggio-ranza attorno ad un progetto politicoistituzionale per cui dire che senza unamaggioranza elettorale una qualsiasi forzapolitica possa garantire un governo consemplici richieste di convergenza...

di CRISTOFARO SOLA

di PAOLO PILLITTERI

Governo dei grillini? Impossibile

Sul caso “Macerata” la sinistra fa terrorismo psicologico

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Fioramonti, il Messia economico dei 5 Stelle

di CLAUDIO ROMITI

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grillini ha rimediato una ben magra figura, facendosiletteralmente triturare dalla tranquilla esposizionedella sua seria interlocutrice. Una esposizione che, inaperto contrasto con le farneticanti teorie in salsa key-nesiana espresse dal Fioramonti, si è semplicementebasata sulla insuperabile e antipaticissima realtà deinumeri.

Numeri, come per l’appunto sottolineato nel corsodella stessa trasmissione, che all’interno del ponde-roso programma economico e finanziario dei penta-stellati sembrano cozzare l’un contro l’altro armati,tanto essi appaiono in contrasto con le più elemen-tari leggi della matematica. Ma tant’è, messo allestrette dalle stringenti considerazioni della signora DeRomanis, la quale attualmente collabora con l’Osser-vatorio sui Conti Pubblici di Carlo Cottarelli, il magoeconomico al servizio di Luigi Di Maio ha pronun-ciato la parola magica che spazza via ogni argomento:il reddito di cittadinanza.

Proprio come il magico Alverman, un celebre fol-letto di una serie televisiva belga trasmessa in Italianegli anni ’70, a cui per sparire inseguito da un cattivobastava dire Fafifurni, allo stesso modo al nostro,onde sfuggire a chi gli ricorda l’insanabile dicotomiache esiste tra l’idea di tagliare con l’accetta la spesadello Stato, il debito pubblico e la fiscalità generale,introducendo nel contempo una massa imponente diulteriori sussidi alla cittadinanza, è sufficiente dire“reddito di cittadinanza”.

Solo che al contrario del magico Alverman, il qualespariva solo in virtù di un trucco cinematografico, inostri colossali problemi sistemici continuano a pe-sare drammaticamente sul nostro futuro come maci-gni e, per soprammercato, introducendo realmente ilreddito di cittadinanza medesimo, che a conti fatti co-sterebbe circa 5 volte rispetto a quanto sostenuto daigrillini, sarebbero destinati inesorabilmente ad ag-gravare la disastrosa condizione del Paese. Gli elettorisono avvertiti.

CLAUDIO ROMITI

2 L’OPINIONE delle Libertà martedì 6 febbraio 2018Politica

Quanto poi ad ottenere nell’Aula parlamentare unasituazione per cui qualcuno è disposto ad uscire daquest’Aula per consentire il varo di un governo di mi-noranza, anche questo “disegno” appartiene alla nonfattualità; è irreale non fosse altro che per ragioni nu-meriche giacché ci vorrebbe una percentuale fra il 40e il 50 per cento dei parlamentari che faccia questogesto, dall’inequivoco sapore di complicità, di uscire.E chi s’è visto s’è visto. Ma in che film, verrebbe vogliadi commentare!

Non solo, ma se seguiamo quello che ben può de-finirsi un percorso obbligato, i nostri grillini e compa-gnia cantante sanno altresì che i primissimi passi delnuovo Parlamento del dopo 4 marzo prevedono (dasempre) l’elezione da parte di deputati e senatori dei ri-spettivi presidenti e uffici di presidenza; posti di estremarilevanza e squisitamente istituzionali che, senza un ac-cordo sostanziale e politico qualsiasi proposta, anchela più importante, persino la più autorevole, ha un de-stino segnato: il naufragio. E ci fermiamo qui.

Figuriamoci, allora, se davvero il M5S potrà assi-curare al nostro Paese un governo senza maggioranzaelettorale e, soprattutto, senza accordi politici. Inten-diamoci, tutto può accadere, come si sente da qualcheparte, in genere per liquidare un o il problema. Ma noine dubitiamo. Fortemente.

PAOLO PILLITTERI

...infermità mentale al momento della sparatoria e inquelli precedenti durante i quali Traini ha progettato eposto in essere il suo piano. Un tribunale valuterà e de-ciderà della sua sorte. Non tocca ai giornalisti, ai mas-smediologi, agli opinionisti, alle soubrette dellospettacolo e, ancor meno, ai politici fare il processosommario all’indagato fermato dalle Forze dell’ordinenei momenti immediatamente successivi al raid, quasiin flagranza di reato. Lo diciamo perché stiamo assi-stendo in queste ore a un’ignobile messinscena della si-nistra che spera di lucrare consensi speculandosull’accaduto.

Il solito Roberto Saviano strologa via Twitter suMatteo Salvini etichettandolo come “mandante mo-rale” della tentata strage di Macerata. Ma questa rico-struzione va respinta con il massimo dell’indignazione.Lo diciamo perché la canea del “politicamente corretto”ha preso di mira il “nemico” Matteo Salvini di cui temela salita nel gradimento degli italiani. È la solita sinistradello sciacallaggio e del doppiopesismo. Li ricordatequei “bravi ragazzi” dei Centri sociali che accolsero, aBologna, proprio Salvini e alcuni suoi collaboratori asuon di sprangate sull’auto che li trasportava per una vi-sita a un campo rom? Non finì in tragedia solo perchéfu bravo il conducente del veicolo a portare al sicuro ipasseggeri. Ma se quell’auto si fosse fermata per un gua-sto al momento dell’assalto la vita del capo leghista e deisuoi colleghi sarebbe stata messa in grave pericolo.

Vi ricordate cosa sostenne la sinistra benpensante?Che Salvini se l’era cercata, aveva lui provocato i vio-lenti con l’“incursione indesiderata” al campo dei no-madi. E il nome Massimo Tartaglia vi ricordaqualcosa? È stato colui che, nel 2009, a Piazza Duomoa Milano ha raggiunto e colpito al volto Silvio Berlu-sconi con un corpo contundente, ferendolo grave-

segue dalla prima

...della Repubblica oggi guidata da Emmanuel Ma-cron.

In Italia i governi di centrosinistra che si sono suc-ceduti negli ultimi anni, in piena e totale sintonia conla Chiesa di Papa Bergoglio, hanno elaborato un mo-dello di accoglienza e integrazione diverso da quelli ri-sultati tragicamente falliti in Gran Bretagna e inFrancia. Il modello prevede di non concentrare l’ac-coglienza dei migranti nelle grandi città. Ma, per evi-tare i fenomeni delle banlieue francesi dei modernighetti inglesi diventati terreno di coltura del fonda-mentalismo islamico, di distribuire quote ridotte dimigranti in ognuno degli ottomila comuni italianinella convinzione che inserimenti limitati in piccolecomunità locali avrebbe dovuto ridurre le tensionidell’accoglienza e dare vita a una più facile e rapidaintegrazione.

A Macerata, dove sono stati accolti settecento ni-geriani, il modello si è rivelato totalmente sbagliato.Perché quote ridotte di migranti in piccole realtà pos-sono essere accolte e integrate senza contrasti solo seesiste la possibilità di assicurare loro una casa digni-tosa e un lavoro stabile. In caso contrario, cioè nelcaso di un territorio segnato dalla crisi economica eferito da alti tassi di disoccupazione (cioè della stra-grande maggioranza del territorio nazionale), i mi-granti diventano per ragioni di sopravvivenza ilserbatoio dello spaccio di ogni tipo di droga e di ognigenere di illegalità.

In periodo di crisi, in sostanza, il modello italianorisulta fallimentare come quello inglese e quello fran-cese. Sinistra e Chiesa se ne facciano una ragione!

ARTURO DIACONALE

...programmatica o, a maggior ragione di appelli post-voto e senza accordi politici reali e chiari è una notiziadestituita di qualsiasi fondamento. È, per dirla conun’espressione secca: una fake news”.

Una notizia falsa, insomma, che tra l’altro non puònon essere offensiva per il Colle più alto cui la nostraCostituzione affida, anche nella scelta del Presidentedel Consiglio dei ministri, dignità di discernimento infavore di una finalità nobile e alta, ovvero del bene co-mune. A parte il fatto, altrettanto ineludibile, che oc-corre una maggioranza in Parlamento che, insieme adaltri obblighi, rappresenta ed è “un percorso istituzio-nale ferreo” che, peraltro, gli stessi pentastellati cono-scono molto bene ma che sempre o quasi dimenticanodi ricordare ai propri elettori. Il punto, anch’esso in-sormontabile, almeno per ora, è che gli elettori attuali,futuri, potenziali grillini sono bensì numerosi, sonobensì vicini al trenta per cento della totalità, sono e sa-ranno quasi certamente più numerosi degli altri, maappartengono a una categoria speciale: sono di oppo-sizione contro tutti e tutti, opposizione in base allaquale lo stesso parlare di alleanze, accordi di maggio-ranza, inviti a convergere, sarà pure un bel parlare an-corché seducente, ma, come si dice, passare dalle paroleai fatti è non solo difficile ma, nel caso, pressoché im-possibile.

mente. Il leader di Forza Italia aveva appena terminatoun comizio e Tartaglia, confuso tra la folla, gli si avvi-cinò abbastanza per fargli del male. Se al posto di unastatuetta avesse avuto una pistola quel giorno a Mi-lano si sarebbe scritta un’altra storia d’Italia. E la sini-stra? Anche in quel caso la solidarietà a Berlusconi fu,per così dire, tiepida. Dietro le parole di circostanzaserpeggiava il non detto di un’inconfessabile giustifi-cazione del fatto perché il capo del centrodestra, in-carnando il male agli occhi dell’esercito del “Bene”, inqualche modo meritava l’attentato. Non leggemmo imedesimi “articoloni” vergati con le lacrime dai mam-masantissima del pensiero politicamente corretto cheinquinano il clima politico di questi giorni. Allora nonvi era alcuna deriva fascista da fronteggiare, a sentireloro oggi sì. Se la cosa non fosse seria sarebbe penosa-mente ridicola. C’è chi scrive che dopo il gesto crimi-nale di Macerata si ha la certezza che in Italia stianotornando il razzismo e il fascismo, gioiosamente ca-valcati dalla macchina della propaganda leghista. Ep-pure nulla viene detto a caso. I veri seminatori d’odionon aspettavano altro che si creasse l’incidente perpoter criminalizzare le giustificate paure degli italianisulla propria sicurezza messa a rischio dalla marea diimmigrati che gira indisturbata per il nostro Paese. Eche sovente delinque in forme e modalità particolar-mente odiose. Se c’è in giro chi semina terrore non è ladestra quando denuncia l’angoscia che pervade lamaggioranza degli italiani ma la sinistra che attribuiscea quella legittima preoccupazione una matrice razzistae fascista. Un modo banalmente autoritario e liberti-cida di mettere il bavaglio a chi non s’incanala nelmainstream del politicamente corretto sulle politichedell’accoglienza.

Il caso di Traini rinvia comunque a quello della po-vera Pamela Mastropietro. Per il suo omicidio è statoarrestato un nigeriano, tale Innocent Oseghale. Spac-ciatore, delinquente con precedenti penali, clandestino,Oseghale sul nostro territorio non ci doveva stare. Ora,non sappiamo se sia lui il killer di Pamela. Vale per In-nocent Oseghale il medesimo criterio garantista di pre-sunta innocenza fino a sentenza definitiva. Tuttavia,nessuno che abbia senso dell’onore potrebbe abbas-sarsi a esclamare che la mano che ha armato l’assassinodi Pamela sia quella della sinistra multiculturalista eterzomondista che vuole a tutti i costi inondare d’im-migrati il nostro Paese.

È questa l’incolmabile differenza antropologica cherende impossibile, a dispetto di tutte le dietrologie e i re-troscena che si rincorrono in questi giorni di campagnaelettorale, l’eventualità che la destra possa brigare conla sinistra per ritrovarsi a governare insieme il Paesenella fase post-elettorale. Lo hanno detto di Silvio Ber-lusconi da sinistra per venticinque anni, adesso toccaalla destra prendersi la rivincita. Sì, è vero: i due schie-ramenti contrapposti non sono la stessa cosa. E per ilpopolo della destra oggi è un sollievo rivendicare la dif-ferenza.

CRISTOFARO SOLA

...Di fronte a una piuttosto interdetta Lilli Gruber, laquale ha invano tentato di conferire alla discussioneun minimo di decenza intellettuale, il campione dei

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