Le scuole reggimentali di scrittura e lettura tra Regno di Sardegna e Regno d'Italia, 1847-1883

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Le scuole reggimentali di scrittura e lettura tra Regno di Sardegna e Regno d'Italia, 1847-18831 di Giuseppe Della Torre Dipartimento di Politica economica, Finanza e Sviluppo - DEPFID, Università degli Studi di Siena, [email protected] e Biblioteca Militare Italiana, Varallo Sesia (Vercelli), http://www.bibliomil.com.Edizione definitiva pubblicata in "Le carte e la storia", n. 2, 2011.

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[29.09.2011]

Le scuole reggimentali di scrittura e lettura tra Regno di Sardegna e Regno d'Italia, 1847-18831

di Giuseppe Della Torre

Dipartimento di Politica economica, Finanza e Sviluppo - DEPFID, Università degli Studi di Siena, [email protected] e Biblioteca Militare Italiana, Varallo Sesia (Vercelli), http://www.bibliomil.com

1. Le scuole reggimentali: un'omissione nell'istruzione primaria pubblica nell'800

Negli anni recenti mi sono occupato della ricostruzione statistica della spesa pubblica per l'istruzione elementare da parte del ministero della Pubblica Istruzione, dei comuni e delle province, dall'Unificazione alla prima guerra mondiale. Le statistiche disponibili consentono di evidenziare gli “esiti” fisici del processo educativo: tassi di frequenza e di assolvimento dell'obbligo scolastico, grado di alfabetismo per classi di età alla data dei censimenti, nei momenti della visita di leva, dell'incorporazione delle reclute nei ranghi dell'esercito e del congedo, degli sposi al momento del matrimonio e degli archivi notarili per i trasferimenti immobiliari tra vivi o a causa di morte. L'idea che mi muoveva era quella di affiancare agli esiti delle politiche intraprese una valutazione delle risorse finanziarie impegnate dalle istituzioni pubbliche nel processo educativo2. Per quel periodo non si disponeva, infatti, di una serie statistica soddisfacente delle erogazioni monetarie per i comuni e le province, in particolare per gli anni a cavallo dell’Ottocento e Novecento3, in cui intervennero profonde modificazioni (potenziamento delle scuole serali e domenicali per adulti, miglioramenti del trattamento economico dei maestri, passaggio dell’onere delle spese dai comuni al ministero della Pubblica istruzione, ecc.)4. Ho presentato il lavoro di ricostruzione della serie statistica della spesa pubblica per l’istruzione, 1861-1913, in una relazione nel workshop su “Education supply and demand in Italy”, presso la Fondazione Luigi Einaudi di Torino, nel maggio 20075.

Così facendo stavo trascurando le erogazioni del ministero della Guerra per le scuole reggimentali (d'ora in avanti, SR) per la truppa “illetterata”. Ho cercato di ovviare all’inesistenza di dati statistici nei bilanci di previsione del ministero della Guerra e negli atti parlamentari facendo ricorso ad altre informazioni quantitative e qualitative.

Il saggio è così organizzato. Nel § 2 espongo i principali contenuti delle norme sulle SR tra la fondazione di Emanuele Pes di Villamarina (1835-1845), i regolamenti di Alfonso La Marmora (1849-1858) e di Cesare Ricotti Magnani (1870-1872), sino al ridimensionamento delle scuole del 1882 e alla loro sostanziale abolizione del 1892.

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Nel § 3 delineo i dati fisici costruiti dal gen. Federico Torre, direttore generale delle leve del ministero della Guerra, sulla tenuta e sulla efficacia delle SR dai coscritti del 1843 sino all’abolizione delle scuole nel 1892.

Nel § 4 individuo, per gli anni 1872-1883, le spese dell'Esercito per le SR sfruttando le tabelle delle masse di economia, pubblicate per i singoli reggimenti sul “Giornale militare”. Le indicazioni desumibili da tali tabelle danno, tuttavia, un'informazione solo sul plafond delle spese perché i dati includono anche le erogazioni per le scuole più propriamente militari: ginnastica, scherma e bastone, tiro al bersaglio, nuoto, topografia, ecc.

Nel § 5 costruisco dati quantitativi più precisi, sfruttando le Risultanze della contabilità dei corpi e nello specifico lo Specchio delle spese della massa di economia per gli anni 1847-1862. A tal fine espongo la struttura dell'informazione statistica utilizzando il format relativo alle spese per le scuole: onorario dei maestri, gratificazioni dei monitori, spese di cancelleria, stampati, compra e legatura libri, ecc. Svolgo qualche considerazione sull’ampiezza e sulla composizione delle spese per le SR per i reggimenti di fanteria compresi tra il 1° Savoia e il 18° Acqui, relativamente all’anno 1862.

Nel § 6 tratto dell’evoluzione delle spese per le SR sulla base delle stesse fonti informative riferendomi alle brigate Savoia e Piemonte, per gli anni 1847-1862. Tali anni sono caratterizzati dal lato normativo dal passaggio dal regolamento Pes di Villamarina al regolamento La Marmora, e dal notevole impegno dell’Esercito nelle prime due guerre d’indipendenza, nella spedizione in Crimea, nell’Unificazione nazionale e nel contrasto al brigantaggio.

Nel § 7 espongo alcuni dati sulla dotazione di mobili e arredi, ausili didattici e testi di studio delle scuole tratti dagli Inventari degli oggetti della finanza in natura, sempre dalle Risultanze della contabilità dei corpi.

Nel § 8 svolgo un primo confronto tra il volume delle spese delle SR e le erogazioni sostenute dai comuni per le scuole elementari per adulti, serali, domenicali e autunnali.

2. I regolamenti delle scuole reggimentali di Pes di Villamarina (1835-1845), La Marmora (1849-1858) e Ricotti Magnani (1870-1873)

Dopo l'esperienza del Regno Italico (1803-1815)6, l'istituzione delle scuole reggimentali nel Regno di Sardegna si lega al nome del segretario di Guerra e Marina, gen. Emanuele Pes di Villamarina, e trova i primordi nella circolare del 1835 di approvazione della proposta del comandante la brigata di fanteria Cuneo di istituire una scuola di calligrafia, aritmetica, e principi di contabilità presso il “deposito” del 1° reggimento della brigata. A questa norma fecero seguito la circolare istitutiva di analoghe scuole presso il corpo dei bersaglieri (1839) e i regolamenti di disciplina per

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le armi di fanteria, cavalleria e artiglieria (1840), la scuola d’equitazione (1842) e la marina militare (1845).

Le norme di Pes di Villamarina non furono particolarmente incisive7, non imponendo l'istituzione delle scuole ai comandanti dei corpi militari e l’obbligo di frequenza alla truppa “illetterata”. Inoltre, le somme stanziatrano piuttosto contenute: ad es. la norma per le scuole della marina prevedeva un supplemento di lire 180 annue per il cappellano e di lire 120 per il “pilotto”, mentre il dispaccio istitutivo delle scuole elementari dei bersaglieri fissava una somma massima di lire 300 annue per l'intero corpo.

La sconfitta nella prima guerra d'indipendenza porta all'abdicazione di Carlo Alberto e all'incoronazione di Vittorio Emanuele II. Nel corso del 1849 il segretariato della Guerra passa da Emanuele Pes di Villamarina ad Alfonso Ferrero della Marmora. La normativa delle scuole reggimentali viene innovata profondamente, dieci giorni dopo l'insediamento di La Marmora, con l'istruzione provvisoria del 12 novembre 1849, n. 490, coeva con la legge Boncompagni di cui al R.D. 4 ottobre 1848, n. 818:

Appena chiamato da Sua Maestà a reggere le cose della milizia, rivolsi immediatamente il pensiero ad attuare nei corpi dell’Esercito l’istruzione primaria, gli esercizi di ginnastica e l’insegnamento dell’arte militare ... [Nelle scuole primarie] le materie da insegnarsi sono la lettura, la calligrafia, la composizione e il conteggiare ... La durata giornaliera della scuola per tutti di un'ora e mezza almeno. I maestri saranno fissi e verranno scelti tra ufficiali o sott'ufficiali del Corpo ... Le spese relative a queste scuole graviteranno sulla massa di economia [dei singoli corpi]8, e se ne terrà un conto a parte.

Negli anni 1849-1855 seguono numerose circolari che danno il senso dell'impegno profuso da La Marmora9: la provvista degli arredi e dei mobili tramite il casermaggio o il ricorso al nolo; il metodo didattico da seguire, la formazione dei maestri e i libri di testo da adottare; le modalità di passaggio dei mobili, degli arredi e dei testi nei frequenti cambi di guarnigione; e la predisposizione di specchi statistici per la misurazione dell'efficacia dell'istruzione erogata. Di particolare interesse è la circolare del novembre 1850, che specificava metodi e testi da adottare:

[Il capitano preposto alla direzione della scuola] dovrà essere quello che ha assistito alle lezioni della Scuola normale di Torino ... Nei reggimenti in cui questo non potrà avvenire, il colonnello potrà avvalersi dell'opera di un professore di metodo .... [Addetti alla didattica] sono alcuni ufficiali come maestri e alcuni sott'uffiziali come monitori ... L'istruzione primaria dovrà essere fatta secondo i principi di metodica e si dovrà far uso dei libri seguenti: 1. pei direttori e maestri: i Primi principi di metodica [esposti alla Scuola normale di fanteria, Paravia, 18502] di Giovanni Rayneri; il Libro di nomenclatura per i maestri delle scuole reggimentali [Paravia, 1850] di Giambattista Peyretti; la Grammatica [Guida pratica ossia dialoghi ed esercizi pedagogici per insegnare con frutto gli elementi di grammatica generale italiana, Stamperia reale, 1842] di Vincenzo Troya; il Compendio d'aritmetica [Stamperia sociale degli artisti tipografi,

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18504] dei Fratelli delle scuole cristiane [V. Theoger]; le Lezioni metodiche di disegno lineare [Stamperia sociale degli artisti tipografi, 1849]; 2. per gli allievi: il Sillabario approvato per le scuole primarie [probabilmente V. Troya, Nuovo sillabario graduato per la sezione inferiore della prima classe elementare, approvato dal Consiglio Superiore dell'Istruzione Pubblica, Paravia, s.d.]; e Il primo e il secondo libro di lettura [ad uso del soldato, Paravia, 1850] di Vittorio Sacchi.

Col 1858 abbiamo il secondo regolamento La Marmora, coevo con la legge Casati di cui al R.D. 13 novembre 1859, n. 3725. In tale ambito non sono previsti emolumenti, ma gratificazioni per i monitori ed eventuali esenzioni da alcuni servizi di quartiere e di piazza per gli ufficiali. L'elenco delle spese include quelle dirette “all'acquisto degli oggetti di cancelleria, dei libri di testo e degli arredi occorrenti all'insegnamento e agli esercizi degli allievi (ardesie, colori, astucci di matematica, gomma elastica, tavolette di disegno, canne metriche, bussola, squadre e tavolette di campagna, carte murali, modelli in rilievo, pallottolieri, lampade a riverbero, e altre cose simili), alla legna per l'inverno, alla illuminazione per le scuole e ai premi per gli allievi”. Sono inoltre previsti assegnamenti in natura di oggetti da parte del casermaggio: tavole, panche, sgabelli, sedie, armadi, ecc.

Da menzionare ancora il decreto del 23 marzo 1852, abolito nel 1865, che prevedeva nel bilancio della Guerra uno specifico assegno “per supplire alle spese delle scuole diverse e per l'istruzione, la somma di annue lire 2000 per ogni reggimento di granatieri, di fanteria di linea e di cavalleria, pel reggimento zappatori del genio, ecc.”.

Le attività dell'Esercito durante il processo di Unificazione e il contrasto del brigantaggio incidono negativamente sulla tenuta delle SR. Già con circolare del febbraio 1860, il successore di La Marmora, gen. Manfredo Fanti, determinava “che si soprassedesse senz'altro dalle scuole di lettura e scrittura, a vantaggio dell'istruzione propriamente militare: tiro al bersaglio, scuola di cacciatori, scherma alla baionetta e scuola di bastone”. La circolare dell’ottobre 1862, del ministro gen. Agostino Petitti-Bagliani di Roreto, prevedeva che nelle Province napoletane e in Sicilia “si [facesse] soltanto quel poco che si [poteva] conciliabilmente al grave servizio cui sono addette le truppe ivi stanziate”. Per arrivare con la circolare 23 maggio 1865 al regolamento per le scuole dei corpi di Petitti-Bagliani, che consacrò il primato dell'istruzione propriamente militare su tutte le altre10: “l'istituzione delle scuole reggimentali per quanto importantissima ... [ha] un'importanza minore di molte altre che formano le basi fondamentali dell'esercito stesso. [I soldati] frequenteranno le scuole reggimentali solo quando il comandante del corpo trovi il modo di conciliare tale disposizione colle esigenze della loro istruzione militare che deve avere la precedenza su tutto”. Da ricordare che con RD del dicembre 1865 Petitti-Bagliani abolisce l'annua indennità prevista dal 1852 nel bilancio della Guerra per le spese delle SR, rinviandone il finanziamento alle masse di economia dei corpi e quindi alle risorse assegnate ai reggimenti (sulla base della truppa presente) per il perseguimento congiunto di più

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finalità.Le scuole reggimentali diventano un’istituzione efficace solo dopo che il

regolamento del 1872 del ministro gen. Cesare Ricotti Magnani ne fece un obbligo disciplinare11. In particolare, tale provvedimento normativo prevedeva che qualunque soldato che non avesse imparato a leggere e scrivere sarebbe stato trattenuto sotto le bandiere sino al compimento legale della ferma ancorché la sua classe fosse stata mandata in congedo prima del limite fissato dalla legge12.

[Il ministro della Guerra, gen. Ricotti Magnani,] ha reso obbligatoria la scuola del leggere e scrivere per gli analfabeti, e così i giovani che entrano nelle file dell'Esercito

1 Devo molto ai suggerimenti di Saverio Carpinelli, Fabio Degli Esposti, Virgilio Ilari, Nicola Labanca, Daniela Manetti, Gianfranco Mastrangelo, Giorgio Rochat e Rosanna Scatamacchia. Grande aiuto nella consultazione della Contabilità dei corpi militari ho ricevuto da Paola Briante delle Sezioni Riunite dell’Archivio di Stato di Torino. Il personale delle Sezioni Riunite ha soddisfatto con molta cortesia le mie richieste sempre eccedenti la regola dei “tre pezzi”. Un grazie particolare a Giorgio Di Nunzio. Nella trascrizione delle carte contabili di molti corpi dell’Esercito ho fruito dell’aiuto generoso di Paola Cerri. Ringrazio Alessandro Gionfrida dell’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito e il personale della sala lettura della biblioteca dell'ISTAT. Nella scrittura del saggio ho beneficiato delle referenze bibliografiche della Biblioteca Militare Italiana presso la biblioteca civica Farinone-Centa di Varallo Sesia, Vercelli. Ringrazio il presidente della Biblioteca Militare Italiana Virgilio Ilari e il direttore della biblioteca civica Piera Mazzone.

2 E.A. Hanusek, Measuring Investment in Education, in “Journal of Economic Perspective”, 10, 1996, n. 4.

3 G. Vigo, Il contributo della spesa pubblica all'investimento in capitale umano in Italia (1870-1914), in “Annales Cisalpines d'Histoire Sociale”, 1971, n. 2.

4 G. Cives, La scuola elementare e popolare, in La scuola italiana dall’Unità ai nostri giorni, a cura di G. Cives, Firenze, Nuova Italia, 1990.

5 La ricostruzione dei consumi pubblici nel campo dell'istruzione nell’Italia liberale: 1861-1913, con M. Coccìa, in “DEPFID Working Papers”, Università degli Studi di Siena, 2007, n. 9, http://www.depfid.unisi.it/images/pdf/text9.pdf.

6 A. Viello, Le Scuole Reggimentali nell’Esercito del Regno Italico (1803-1814), in Stato Maggiore dell’Esercito. Ufficio Storico, Studi storico-militari 2004, Roma, 2007, pp. 97 ss.

7 G.B. Prunetti, Dei difetti principali dell'attuale organizzazione dell'armata e del suo miglioramento, Torino, Gianini e Fiore, 1849, pp. 135 ss.

8 Sino alla riforma della contabilità militare del 1910, la gestione economica di ogni reggimento verteva sulle masse di economia. Queste avevano come base l’assegno giornaliero per soldato, con cui si provvedeva al rancio, al corredo, ai cavalli, al letto, al bucato, alla pulizia, alla cancelleria, ecc. (Enciclopedia militare. Arte, biografia, geografia, storia, tecnica militare, diretta da A. Malatesta, Milano, Istituto Editoriale Scientifico, 1933, IV, pp. 898-99; G. Rochat e G. Massobrio, Breve storia dell’esercito italiano dal 1861 al 1914, Torino, Einaudi, 1978, pp. 76-77). A titolo indicativo, la circolare 15 novembre 1883 prevedeva un assegno giornaliero per soldato dei reggimenti di fanteria di linea di centesimi

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non potranno più sottrarsi all'azione rigeneratrice dell'istruzione; ma giova ripeterlo ... che questa azione rigeneratrice dell'istruzione preceda l'età della militare coscrizione, occorre che i nostri popoli ricevano prima una certa cultura che permetta loro d'apprendere con più sollecitudine e maggiore chiarezza l'istruzione militare che loro si impartisce. Affrettiamo il momento in cui sia reso obbligatorio nella nostra penisola l'insegnamento primario. Si disse e si ripeté più volte che, non i generali e i soldati, ma i maestri di scuola tedeschi avevano battuto l'esercito francese. Spogliate pure quanto vi aggrada delle esagerazioni codesta sentenza, vi troverete sempre un gran fondo di verità13.

Per ragioni di bilancio, a partire dal 1880, si iniziò a disattendere la sanzione per gli analfabeti del rinvio del congedo al compimento legale della ferma. Le SR furono poi “abolite” con i regolamenti 1892-1893 per le diverse armi dell’Esercito. Con gli atti menzionati, in verità, non ci fu l'abolizione delle scuole, ma delle norme che imponevano ai comandanti dei corpi la costituzione delle scuole in rapporto a taluni parametri e ai militari analfabeti la frequenza dei corsi d'istruzione14.

3. Una valutazione dell'efficacia delle scuole reggimentali di lettura e scrittura: le stime della direzione delle Leve del ministero della Guerra per le classi 1843- 1877

96, di cui 10 come soldo, 12 di manutenzione vestiario, e 74 di indennità comuni. Le indennità comuni erano distribuite tra 60 di vitto, 2.7 di legna, 3.5 di letto, e 7.8 di spese varie (conservazione dei materiali, scuole e infermerie-uomini, bucato, cancelleria, illuminazione e pulizia delle caserme e spese per le quali non era stabilito uno specifico assegno).

9 Ministero della Guerra, Indice generale alfabeto-analitico della raccolta delle leggi, regolamenti e disposizioni relativi al servizio e all’amministrazione militare di terra e di mare e del successivo giornale militare ufficiale dall’anno 1831 a tutto il 1856, Torino, Fodratti, 1857.

10 G. Mastrangelo, Le “scuole reggimentali”, 1848-1913: cronaca di una forma di istruzione degli adulti nell'Italia liberale, Roma, Ediesse, 2008, pp. 55-56.

11 Ministero della Guerra, Della leva sui giovani nati nell'anno 1849 cit., p. 61; T. Mariotti, Dei più recenti provvedimenti sull’educazione e l’istruzione militare in Italia , in “Nuova antologia”, I, 1887, 15 marzo, p. 100.

12 Tale sanzione era molto onerosa dato che il congedo anticipato era la regola rispetto a quello legale (M. Frascarelli, La vita quotidiana del soldato italiano nel periodo umbertino, 1878-1900, Cortona, Calosci, 1987, p. 156).

13 Ministero della Guerra, Della leva sui giovani nati nell'anno 1849 e delle vicende dell'Esercito dal I ottobre 1970 al 30 settembre 1871, Roma-Firenze, Bencini, 1872, pp. 61-62.

14 Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, Annuario Statistico Italiano. 1895, Roma, Bertero, 1896, p. 130; G. Oliva, Esercito, paese e movimento operaio: l'antimilitarismo dal 1861 all'età giolittiana, Milano, F. Angeli, 1986, p. 66.

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Dalla relazione di Alfonso La Marmora a Sua Maestà per il regolamento delle scuole reggimentali dell'ottobre 1858 si evince l'esistenza di un embrione di statistiche compilate dal ministero sul grado di efficacia delle scuole: “sebbene oltre la metà delle nuove leve giunte sotto le armi sia affatto illetterata, il numero degli illetterati nell'Esercito si riduce in breve, mercè le scuole, ad un quinto appena della forza totale, giacché sopra circa 45 mila uomini se ne contano meno di 9 mila i quali non sappiano né leggere né scrivere”.

Alla normativa La Marmora seguono le statistiche del gen. Federico Torre, direttore generale delle leve del ministero della Guerra per più di un trentennio15, la cui attività solo di recente ha avuto un inizio di valorizzazione16. A partire dalla relazione sulle leve condotte tra il 1860 e il 1863, è riportata la tabella su professioni e grado d’istruzione al momento della visita per la 1a e la 2a categoria, estesa a livello di circondario. In altra parte della relazione, viene inoltre valutata l'efficacia delle SR17. Le informazioni danno, per corpo, il progresso della truppa, come rapporto tra le persone iscritte alla classe e le idonee alla classe superiore. I dati per l'anno scolastico 1863-64 indicano un grado di efficacia molto basso: “i risultati ottenuti potrebbero certamente essere migliori, ma giova far riflettere che molti corpi … non poterono attuare le scuole, e tra questi vanno noverati tutti quelli che tennero guarnigione nelle province meridionali [per il contrasto del brigantaggio]”18.

Le statistiche del gen. Torre per l'anno scolastico 1863-1864 furono soltanto uno sprazzo. I successivi volumi della direzione delle leve sulle classi 1844-1847 non riportano, infatti, informazioni sul funzionamento e sul grado di efficacia delle scuole di lettura e scrittura. Su questo agì più che la sospensione delle scuole durante la terza guerra d'indipendenza, l'introduzione nel 1865 del regolamento di Petitti-Bagliani, che

15 Enciclopedia militare. Arte, biografia, geografia, storia, tecnica militare cit., vol. 6, p. 1246; e C. Pariset, Per il generale beneventano Federico Torre, Benevento, Tipografia del Sannio, 1940.

16 Le visite dei medici militari fornivano indicazioni sull’altezza sulle condizioni di salute e sulla alfabetizzazione dei coscritti. Vedi B. A'Hearn, F. Peracchi e G. Vecchi, Height and the Normal Distribution: Evidence from Italian Military Data, in “Demography”, 46, 2009, n. 1; B. A’Hearn, C. Auria e G. Vecchi, Istruzione, in In ricchezza e in povertà. Il benessere degli italiani dall’Unità a oggi, a cura di G. Vecchi, Bologna, Il Mulino, 2011; B. A’Hearn e G. Vecchi, Statura, in In ricchezza e in povertà cit.; G. Della Torre, La “macchina dello Stato” nella statistica, in La Macchina dello Stato. Leggi, uomini e strutture che hanno fatto l’Italia, a cura di A. Attanasio, Roma, Electa, 2011.

17 Ministero della Guerra, Della leva sui giovani nati nell'anno 1843 e delle vicende dell’Esercito cit., pp. IX, 134-40, e doc. XXIII, pp. 329 ss.

18 Id., p. 140 e doc. XXIII, dove vengono censiti, reggimento per reggimento, i battaglioni rimasti nella sede stanziale (con il “deposito”) dove furono attivate le scuole.

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consacrò il primato dell'istruzione militare su tutte le altre istruzioni. Come ho anticipato, le circolari 1870-1871 del gen. Cesare Ricotti Magnani

ripristinarono le scuole reggimentali, imponendo l'obbligo per i militari analfabeti di procurarsi l'istruzione primaria a iniziare dalla classe 1848: “allorquando una classe debba essere mandata in congedo prima del termine fissato dalla legge, coloro che non sapranno leggere e scrivere saranno trattenuti sotto le armi sino al compimento della ferma legale”. Come diretta conseguenza di tali norme abbiamo da parte del gen. Torre la pubblicazione del Prospetto numerico indicante il grado d'istruzione letteraria che gli uomini appartenenti alla I categoria della classe … possedevano il giorno della loro venuta sotto le armi in confronto a quello che invece avevano al momento del loro invio in congedo illimitato:

Fu sempre mio desiderio far seguire ai dati statistici [sul grado di istruzione] che ci somministra la leva annuale, altri dati dai quali venisse dimostrato come questo forte numero di coscritti analfabeti dopo alcuni anni di permanenza nelle file dell’esercito vengano restituiti alle famiglie con un qualche grado di istruzione. In questa relazione posso finalmente soddisfare a questo desiderio. Il ministro della Guerra [Ricotti Magnani] ... invitò tutti i comandanti dei corpi … a volergli trasmettere, dopo che avessero … mandato in congedo illimitato gli uomini della prima categoria della classe 1845 un prospetto dal quale si potesse rilevare quale era il grado di istruzione letteraria che gli uomini della classe stessa possedevano quando intrapresero il servizio militare e quali progressi fecero nell’istruzione medesima durante il periodo della ferma19.

Per la classe 1845 (congedata nel 1868), la percentuale di “redenzione che avviene nell'esercito”20 è pari al 43% (rapporto tra la riduzione degli analfabeti durante il servizio di leva e il valore al momento dell’incorporazione). L’obbligo posto a carico dei militari analfabeti di “procurarsi l'istruzione” produce il deciso aumento del tasso di redenzione: 55% della classe 1846 (congedata nel 1869), 67% della classe 1847 (1870), 69% della classe 1848 (1871), 81% della classe 1849 (1872). Sino all'anno di congedo 1882, il tasso di redenzione si mantiene su livelli molto elevati (tra l’85 e il 90%) 21. La

19 Ministero della Guerra, Della leva sui giovani nati nell'anno 1848 cit., 1871, pp. 62-63, e doc. VII, pp. 223 ss.

20 Ministero della Guerra, Della leva sui giovani nati nell'anno 1854 cit., 1876, p. 67.21 Il gen. Torre, dalla relazione sulla classe 1853, riporta una tabella di confronto tra le

percentuali di redenzione per le classi 1845-1847 in cui vi era “libertà” e gli anni 1848 e successivi, in cui vi era “l'obbligo di procurarsi l'istruzione” (Ministero della Guerra, Della leva sui giovani nati nell'anno 1853 cit., 1875, pp. 63-64). Sul punto anche C. Corradini, Il compito dell’esercito nella lotta contro l’analfabetismo, in “Nuova antologia”, 1907, 16 marzo, pp. 310-11; F. Corridore, L’istruzione in Italia dal 1871 in poi. Parte I: l'analfabetismo, Torino, Paravia, 1908, p. 66; A. Stoppoloni, Le scuole reggimentali in Francia e in Italia, in “Rivista d’Italia”, 1907, ottobre, pp. 630-32; Ministero della Pubblica Istruzione, L’istruzione primaria e popolare in Italia, Torino, Paravia, 1911, pp. 117-19.

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percentuale degli analfabeti al momento del congedo riprende a salire dopo il 1882, con l’abolizione della sanzione del rinvio del congedo al termine della ferma legale. Il tasso di “redenzione” scende al 25% del 190022.

Tali risultati di indubbio rilievo avevano i limiti della coincidenza tra l'ente preposto all’erogazione del servizio educativo e quello di valutazione della sua efficacia, e dei criteri semplicistici utilizzati per testare la capacità di leggere e scrivere all’inizio e alla fine della ferma. Per queste ragioni seguirono valutazioni difformi sull’effettivo grado di “redenzione” prodotto dalle scuole reggimentali. Tra le valutazioni positive dell'epoca, ricordo l’Annuario Statistico Italiano sul 1864 curato da Cesare Correnti e Pietro Maestri, la relazione dell’inchiesta Jacini sulle condizioni dell’agricoltura, i lavori di Camillo Corradini, direttore generale della istruzione primaria del ministero della Pubblica Istruzione, e lo studio del geografo e storico Amato Amati23. A fronte stavano le valutazioni decisamente critiche dei redattori del censimento del 1881 della direzione di Statistica del ministero di Agricoltura, Industria e Commercio24.

I lavori quantitativi sulla spesa per l’istruzione pubblica non menzionano tali scuole25. Neppure i lavori di tipo normativo dedicano spazio all’argomento, risultando centrati sulle norme relative al ministero della Pubblica Istruzione e agli enti locali26.

Dopo gli anni del gen. Torre, gli stessi ambienti militari hanno dedicato scarso spazio a questo punto27. In tempi recenti si è avuta la valutazione stizzita del gen. Giambartolomei per l'assenza di riconoscimenti all'azione dell'Esercito nel processo di 22 M. Coccìa e G. Della Torre, La ricostruzione dei consumi pubblici nel campo dell'istruzione

nell’Italia liberale cit., pp. 19-20.23 Annuario Statistico Italiano. Anno II – 1864, a cura di C. Correnti e P. Maestri, Torino, Tip.

Letteraria, 1864; Relazione finale sui risultati dell’inchiesta agraria e sulle condizioni della classe agricola, di S. Jacini, Roma, Forzani, 18842; C. Corradini, Il compito dell’esercito nella lotta contro l’analfabetismo cit., e Ministero della Pubblica Istruzione, L’istruzione primaria e popolare in Italia cit.; A. Amati, L’analfabetismo in Italia: studio statistico, Novara, Miglio, 1888, pp. 60-67, 187.

24 P. Del Negro, La leva militare dall’Unità alla grande guerra, in Stato Maggiore dell’Esercito. Ufficio Storico, L’esercito italiano dall’Unità alla grande guerra (1861-1918), Roma, 1980. Per inciso, ricordo che più tardi la direzione di Statistica del MAIC si pronuncerà positivamente (Annuario Statistico Italiano. 1889-1890, Roma, Bertero, 1891, pp. 140-41).

25 E. Luzzati, Introduzione allo studio delle spese pubbliche per l’istruzione in Italia (1862–1965), in “Annali della Fondazione Einaudi”, IV, Torino, 1970; V. Negri Zamagni, Istruzione e sviluppo economico in Italia, 1861-1913, in Lo sviluppo economico italiano, 1861-1940, a cura di G. Toniolo, Roma-Bari, Laterza, 1973; E. De Fort, La scuola elementare dall’Unità alla caduta del fascismo, Bologna, Il Mulino, 1996.

26 La scuola italiana dall’Unità ai giorni nostri, a cura di G. Cives, cit.; N. Capaldo e L. Rondanini, La scuola primaria. Memoria, identità, prospettive, Brescia, Editrice La Scuola, 2000; R.S. Di Pol, Scuola e popolo nel riformismo liberale d’inizio secolo, Torino, Marco Valerio, 1996.

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alfabetizzazione nell'Ottocento28. Sempre di recente, alle note positive di Carlo Cipolla, Piero Del Negro, Virgilio Ilari, Nicola Labanca, Claudio Marazzini, Paola Magnarelli, Gianfranco Mastrangelo, Gianni Oliva, Domenico Quirico, e Brian A’Hearn, Claudio Auria e Giovanni Vecchi29, vi sono le valutazioni decisamente negative di Giovanni Vigo, Giorgio Rochat, Giulio Massobrio, e Massimo Frascarelli30.

Peraltro, tanto le posizioni positive che quelle negative non si fondano, salvo alcuni casi, su lavori specifici sull'argomento e, in nessun caso, sulla quantificazione delle spese per l'“istruzione della caserma”: “occorrerebbe indagare a fondo per appurare il ruolo giocato dalle scuole [reggimentali] nel processo di alfabetizzazione. Nei confronti di queste si è quasi sempre usato un tono ironico e liquidatorio, come scuole ininfluenti nelle battaglie contro l'analfabetismo …”31.

Ritengo che agli esiti del gen. Torre sia necessario affiancare la valutazione delle risorse finanziarie impiegate nella predisposizione del servizio educativo, perché

27 N. Labanca, I programmi dell’educazione morale del soldato. Per uno studio sulla pedagogia militare nell’Italia liberale, in Esercito e città dall’Unità agli anni trenta, Perugia, Panetto e Petrelli, 1989.

28 A. Giambartolomei, L’opera dell’esercito a favore della pubblica istruzione, in “Rivista militare”, 1986, n. 4, e 1987, n. 1; Id., La storiografia militare italiana: esperienze e proposte, in Società di storia militare, L'insegnamento della storia militare in Italia, a cura di M. Nones, Genova, Compagnia dei librai, 1989.

29 C.M. Cipolla, Literacy and Development in the West, Baltimore, Penguin, 1969; Id., Intervento su L. De Rosa, Incidenza delle Forze Armate sull'economia del Paese, in Ministero della Difesa, Atti del primo convegno nazionale di storia militare, Roma, Spinosi, 1969; P. Del Negro, La leva militare dall’Unità alla grande guerra cit.; T. De Mauro, Storia linguistica dell'Italia unita, Bari, Laterza, 1972; V. Ilari, Storia del servizio militare in Italia. 2: Nazione armata, 1871-1918, Roma, Centro militare di studi strategici, 1990; N. Labanca, I programmi dell’educazione morale del soldato cit.; Id., L’esercito italiano, in La prima guerra mondiale, a cura di S. Audoin-Rouzeau e J.J. Becker, Torino, Einaudi, 2007, vol. I; P. Magnarelli, I giovani e la guerra: una relazione intima e complessa , in Il secolo dei giovani: le nuove generazioni e la storia del Novecento, a cura di P. Sorcinelli e A. Varni, Roma, Donzelli, 2004; G. Mastrangelo, Le scuole reggimentali, 1848-1913: cronaca di una forma di istruzione degli adulti nell'Italia liberale cit.; C. Marazzini, Firenze capitale: questioni linguistiche, in Firenze e la lingua italiana fra nazione ed Europa, a cura di N. Marasco, Firenze, Firenze University Press, 2007; G. Oliva, Esercito, paese e movimento operaio. L’antimilitarismo dal 1861 all’età giolittiana, Milano, F. Angeli, 1986; D. Quirico, Naja: storia del servizio di leva in Italia, Milano, Mondadori, 2008; B. A’Hearn, C. Auria e G. Vecchi, Istruzione, in In ricchezza e in povertà cit.

30 G. Vigo, Gli italiani alla conquista dell’alfabeto, in Fare gli Italiani. Scuola e cultura nell'Italia contemporanea, a cura di S. Soldani e G. Turi, Bologna, Il Mulino, 1993; G. Rochat e G. Massobrio, Breve storia dell’esercito italiano dal 1861 al 1914 cit.; M. Frascarelli, La vita quotidiana del soldato italiano nel periodo umbertino, 1878-1900 , Cortona, Calosci, 1987.

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nell'Ottocento il numero degli scolari coinvolti e delle scuole attivate è la conseguenza dell'entità della spesa, non della domanda d'istruzione che promana dalla società32. Senza con questo ipotizzare, ovviamente, che le risorse finanziarie impegnate dall'Esercito siano rigidamente connesse con l'accumulazione di conoscenze e di competenze nella truppa33. Così facendo, è possibile avere indicazioni sull'impegno profuso nell'educazione primaria delle reclute e confrontare tali risorse con quelle impiegate dai comuni nelle scuole serali e domenicali per adulti.

4. Le spese delle scuole reggimentali di lettura e scrittura e delle scuole propriamente militari: i dati statistici delle masse dei corpi, 1873-1883

La valutazione degli oneri monetari sostenuti dall'Esercito per la predisposizione del servizio educativo erogato dalle scuole reggimentali non è cosa semplice, non esistendo una valutazione della spesa nei bilanci di previsione e nei rendiconti del ministero della Guerra. Negli Atti Parlamentari ho trovato un minimo di discussione sull’utilità delle scuole, ma nulla sui costi di gestione. Pertanto, ho proceduto partendo da altre informazioni disponibili.

Come ho mostrato nel § 2 sulla normativa, per alcuni periodi vi sono prescrizioni sui tetti delle erogazioni per le scuole di scrittura e lettura o per le scuole dei corpi, a livello di singolo reggimento, per il totale della spesa. Ricordo che il regolamento di Pes di Villamarina del 1840 prevedeva un plafond di 350 lire annue per la scuola di scrittura e lettura per ogni singolo reggimento, mentre le istruzioni di La Marmora 1849-1952 fissavano nel bilancio della Guerra una indennità per il complesso delle scuole dei corpi (incluse quelle di bastone, ginnastica, tiro al bersaglio ecc.) di lire 2000 annue per reggimento o corpo.

Ai fini della stima delle spese per le scuole di lettura e scrittura, la soluzione di moltiplicare il valore unitario dello stanziamento (lire 350, poi lire 2000) per il numero dei corpi in esistenza è insoddisfacente per il cumularsi di una serie di ragioni: lo stanziamento era riferito, dal regolamento La Marmora del 1849, al complesso delle

31 G. Conti, L'esercito scuola della nazione per “fare” gli italiani, in Commissione italiana di storia militare, Le forze armate e la nazione italiana, 1861-1914, a cura di R.H. Rainero e P. Arbeni, Roma, s.n., 2004, p. 98. Su posizioni analoghe, P. Del Negro, Risorgimento e Italia liberale, in Centro interuniversitario di studi e ricerche storico-militari, La storiografia militare italiana negli ultimi venti anni, Milano, F. Angeli, 1985.

32 In un mondo sviluppato, con tutta probabilità il nesso di causazione va invece dall'entità degli studenti e delle classi alla dimensione della spesa per l'istruzione (P. Cipollone e P. Sestito, Il capitale umano, Bologna, Il Mulino, 2010).

33 S. Fadda, Human Capital. Definitions and Measures, in Human Capital: Definition and Measurement, Istat e Isfol, Roma, 18 novembre 2010.

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scuole dei corpi, costituite dalla scuola di scrittura e lettura e da quelle più propriamente militari; le scuole propriamente militari avevano un peso rilevante e temporalmente variabile rispetto alle scuole elementari; le concrete erogazioni per le scuole di lettura e scrittura dei singoli corpi eccedevano spesso e di molto lo stanziamento previsto dai regolamenti (soprattutto al momento dell’acquisto dei beni capitali: mobili, lavagne, ausili didattici, libri, ecc.); le scuole di lettura e scrittura non venivano attivate quando i reggimenti erano impegnati in attività belliche (guerre d'indipendenza, spedizione in Crimea, Unificazione nazionale) o di ordine pubblico (contrasto del brigantaggio nel Mezzogiorno)34; l'indennità di lire 2000 per le scuole fu abolita nel 1865, rinviando il finanziamento alle risorse disponibili presso le masse dei corpi: con ciò venne meno anche il riferimento alle lire 2000 come plafond delle spese per le scuole.

Per tali ragioni, ho abbandonato l'idea di usare i valori plafond per stimare le erogazioni dell'amministrazione militare. Ho, invece, fatto riferimento ai Dati statistici sulle masse dei corpi, pubblicati per i singoli reggimenti35 tra il 1872 e il 1883 nel “Giornale Militare”, che riportano le spese a carico delle masse interne dei corpi. All’interno delle diverse masse, le spese per le SR sono comprese nella massa generale uomini tra le spese per scuole e varie istruzioni (spese per acquisto e conservazione del materiale, riparazioni e conservazione delle armi, magazzino, bucato, barbiere, illuminazione riscaldamento e pulizia delle caserme, cancelleria alle compagnie, retribuzioni a scrivani civili, scuole e varie istruzioni, e manutenzione delle caserme).

A titolo indicativo, per l'anno 1883, le spese per le scuole e le varie istruzioni assommano, per il complesso dei corpi dell'Esercito, a lire 521 mila circa. Cifra di rilievo rispetto alle altre voci della massa generale uomini: ad es. lire 860 mila per acquisto e conservazione del materiale, lire 425 mila per riparazione e conservazione delle armi, lire 728 mila per il bucato, lire 101 mila per il barbiere, lire 554 mila per illuminazione, riscaldamento e pulizia della caserma, ecc. Per gli anni in cui l’informazione è disponibile, 1872-1883, ho valutato le spese per le scuole e le varie istruzioni per i reggimenti di fanteria dal 1° al 18°. Per il 1872, i dati oscillano notevolmente (da lire 1618 del 1° rgt a lire 4376 dell'8°), con una media per i 18 rgt di lire 2704. La dispersione permane elevata anche negli anni successivi, da cui l'impossibilità di identificare un reggimento “tipo”. Negli anni sino al 1874 si assiste a una netta progressione per la gran parte dei rgt: la media dei valori sale da lire 2700 circa del 1872, a 3500 del 1873, a 4040 del 1874. L’intensificazione di questo capitolo di spesa è con tutta probabilità dovuta alla normativa innovativa di Ricotti Magnani dei primi anni '70. Sino al 1881 le erogazioni permangono sui livelli del 1874, tra le 3800 e le 4000 lire. Nel biennio 1882-1883 abbiamo il drastico ridimensionamento delle spese,

34 Ad es. Rendiconti del Parlamento Italiano. Discussioni del Senato del Regno. Sessione del 1867, Firenze, Cotta e C., 1867, p. 270.

35 Circolare 26 agosto 1873, n. 101, Quadro A, in “Giornale militare”, 1873, II, pp. 211-33, e numeri seguenti.

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con una media di lire 2900-3100. Ciò sembra la conseguenza delle istruzioni del ministero della Guerra per frenare le erogazioni tramite le masse di economia36 e della mancata applicazione del rinvio del congedo al termine legale della ferma per gli analfabeti.

I Dati statistici sulle masse dei corpi mostrano che l'evoluzione delle spese per le scuole e altre istruzioni è coerente con le prescrizioni normative sulle SR. Trattandosi di dati riferiti al totale delle scuole dei corpi, tali informazioni danno un'informazione solo sul plafond delle spese per le SR, perché, come vedremo nel § che segue, il peso relativo delle scuole più propriamente militari è significativo e variabile nel tempo (rispetto a quello delle scuole di lettura e scrittura).

5. Le spese per le scuole reggimentali di lettura e scrittura: le risultanze della contabilità dei reggimenti di fanteria dal 1° al 18° per il 1862

A fronte dei limiti della voce scuole e altre istruzioni delle masse dei corpi del paragrafo che precede, ho fatto ricorso alle informazioni dettagliate dello Specchio delle spese della massa d’economia delle Risultanze della contabilità dei corpi dei singoli reggimenti, per gli anni compresi tra il 1847 e il 1862, materiali depositati presso le Sezioni Riunite dell'Archivio di Stato di Torino37. Purtroppo, non sono riuscito a rintracciare le risultanze contabili per gli anni che seguirono il trasferimento del ministero della Guerra da Torino a Firenze, poi a Roma. Nulla ho trovato presso l'Archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito di Roma, l'Archivio Centrale dello Stato di Roma e quello di Firenze.

Lo Specchio delle spese della massa d'economia riepiloga le erogazioni in moneta sostenute dal singolo corpo suddividendole in una serie di capitoli: illuminazione (delle camerate e del quartiere, dei distaccamenti); cancelleria (uffici del comandante, amministrazione e maggiorità, ...); magazzino (imballaggio, trasporti, ...); spese d'ordinario dei caporali e soldati (bucato, barbiere, utensili della cucina e riparazioni, manutenzione pentole e padelle, provvista e affitto di marmitte, ...); spese d'infermeria (medicinali, illuminazione, utensili e oggetti di chirurgia, onorario dei medici

36 Ad es. la circolare 13 giugno 1881, n. 87, “Economie nelle spese per l'amministrazione interna dei corpi” così recitava: “Il ministero, preoccupato delle condizioni in cui trovansi le masse interne dei corpi, ... sente il bisogno di richiamare sull'amministrazione delle medesime tutta l'attenzione e tutta la vigilanza dei comandanti di corpo e dei consigli amministrativi, e nello stesso tempo prescrive in via transitoria alcune disposizioni intese a migliorare la situazione finanziaria ...”.

37 Archivio di Stato di Torino, Sezioni riunite, Divisione della contabilità dei corpi, anni 1847-1862, ad es. 3° rgt. ftr. Piemonte, voll. 85-105; 4° rgt. ftr. Piemonte, voll. 106-121; 5° rgt. ftr. Aosta, voll. 122-137.

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borghesi, ...); ecc. Di particolare interesse per il nostro obiettivo è la voce accesa all'istruzione, suddivisa tra due comparti: le scuole di lettura e scrittura e le istruzioni più propriamente militari. Le spese per le scuole di lettura e scrittura sono ripartite tra onorario dei maestri, gratificazioni ai monitori, cancelleria, stampati, compra e legatura di libri, illuminazione delle aule, compra, riparazioni, fitto di mobili, e fitto locali, mentre le spese per le scuole più propriamente militari sono articolate tra il nuoto, la ginnastica, la scherma e il bastone, la compra di bersagli e le riparazioni di essi, le gratificazioni agli istruttori, le minute spese, e i premi ai più abili tiratori al bersaglio.

Le categorie di spese degli specchi riepilogativi di cui sopra sono l'aggregazione delle minute erogazioni rilevate nella tabella Applicazione delle spese alla massa economia riportata nel Giornale generale categorico di cassa (del singolo reggimento). Queste scritture consentono di valutare la composizione della spesa e di inferire elementi per valutare la qualità dell'istruzione impartita. Mi riferisco agli autori dei testi di grammatica, di lettura e di matematica, per gli allievi e per i docenti, alla presenza di maestri civili rispetto ai monitori, ecc.

A fronte delle informazioni sui flussi di spesa per l’istruzione elementare a livello di singolo corpo, ho cercato di trovare presso le Sezioni Riunite dell'Archivio di Stato di Torino la presenza di riepiloghi elaborati dalla divisione della Contabilità dei Corpi del ministero della Guerra sulla base delle segnalazioni pervenute dai reggimenti. Ho controllato il carteggio minuzioso delle verifiche svolte dalla divisione sulle risultanze contabili dei singoli reggimenti e corpi, ma al momento non sono stato in grado di rintracciare l'esistenza di fogli riepilogativi dei flussi di spesa suddetti.

Pertanto, non essendo disponibili dati aggregati per il complesso dei reggimenti, avevo pensato di tentare la via del riferimento alle erogazioni per la scuola elementare di un reggimento “tipo”, da estendere al complesso dei reggimenti. Tuttavia, questa strada non mi è sembrata soddisfacente perché non è facile rifarsi a una tipologia valida nel tempo in quanto i reggimenti (di fanteria, cavalleria e bersaglieri) cambiavano sede stanziale ogni tre-quattro anni, mutando distretti di alimentazione e con reclute a diverso grado di analfabetismo38. Perciò ho fatto riferimento ai valori medi di un numero relativamente ampio di reggimenti di antica formazione (con numeri ordinativi bassi, sino al 18° rgt. ftr.) e quindi più strutturati rispetto a quelli costituiti dopo l'Unificazione, quando l'Esercito passa “da uno a quattro volte quello del Regno di Sardegna”.

38 P. Bertinaria, Lo stanziamento dell’esercito italiano in età liberale, 1869-1910; e G. Rochat, Strutture dell’esercito dell’Italia liberale: i reggimenti di fanteria e bersaglieri, in Deputazione di storia patria per l'Umbria, Esercito e città dall’Unità agli anni trenta, Spoleto, Panetto & Petrelli, 1989, pp. 15 ss. e 31 ss. I distretti che alimentavano i reggimenti sono riportati nel “Giornale Militare”: ad es. per il 1883 vedi “Giornale Militare”, 1883, II, “Tabella di assegnazione ai reggimenti degli inscritti della classe 1863 - specchio n. 1”, pp. 900-43.

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Ricordo in via preliminare che nel periodo 1847-1862 l’istruzione resa dalle scuole reggimentali non era obbligatoria né dal lato della predisposizione del servizio, né da parte del soldato potenziale fruitore. Inoltre, nella lettura dei dati statistici bisogna tenere conto delle prime due guerre d'indipendenza, dell'Unificazione nazionale e delle operazioni di contrasto del brigantaggio nel Mezzogiorno39. Quindi i dati sino al 1862 non sono un buon indicatore di quello che accadrà negli anni successivi con l'obbligo dell'istruzione presso le scuole (a partire dal regolamento Ricotti Magnani dei primi anni '70) e con l'affievolirsi del fenomeno del brigantaggio.

Per il 1862, ho confrontato le spese per le scuole primarie e per quelle propriamente militari dei rgt. ftr. di linea dal 1° Savoia al 18° Acqui dell'ordinamento Pes di Villamarina40. I dati consentono di notare alcune uniformità nella composizione della spesa: a) le spese totali per le istruzioni (di lettura e scrittura e per quelle propriamente militari) eccedono l’indennità annuale di lire 2000 prevista nel bilancio della Guerra (sino al 1865): nella media dei 18 rgt., la spesa è di circa 2470 lire; b) le spese per l’istruzione elementare mostrano una notevole dispersione intorno al valore medio di lire 755, con erogazioni elevate (intorno alle 1500-1700 lire) per tre reggimenti e prossime allo zero per due. In tale ambito, ho isolato i rgt. impegnati nel contrasto al brigantaggio da quelli che non furono attivati: come prevedibile, le somme erogate per le scuole primarie sono decisamente più consistenti nei rgt. rimasti nelle sedi stanziali; c) tra le spese per l’istruzione elementare, le voci rilevanti sono quelle per l’acquisto di cancelleria, lire 369, olio per illuminazione, lire 110, compra e rilegatura dei libri, lire 110, e compra di mobili, lire 71. Molto contenuti gli onorari dei maestri e le gratifiche ai monitori, lire 24 e 21, e i fitti di mobili e locali, lire 11.

6. Segue: le risultanze della contabilità per le brigate di fanteria Savoia e Piemonte per gli anni 1847-1862

39 P. Bertinaria, Lo stanziamento dell’esercito italiano in età liberale cit., pp. 6-9, V. Gallinari, I primi quindici anni, in Stato maggiore dell’Esercito. Ufficio storico, L’Esercito italiano dall’Unità alla grande guerra (1861-1918), Roma, 1980, pp. 52-55; A. Banti e M. Mondini, Da Novara a Custoza: culture militari e discorso nazionale tra Risorgimento e Unità , in Storia d’Italia, Annali 18: Guerra e pace, a cura di W. Barberis, Torino, Einaudi, 2002, p. 437. Per il biennio 1863-64, lo Specchio dei risultati delle SR durante l’anno 1863-1864 mostra che due rgt. dei granatieri su otto non attuarono le scuole; dei 72 rgt. di fanteria 11 non le costituirono e 18 solo presso i “depositi”; dei sei rgt. bersaglieri uno non le costituì e cinque solo presso i depositi (Ministero della Guerra, Della leva sui giovani nati nell'anno 1843 cit., doc. XXIII, pp. 329 ss.).

40 N. Brancaccio, L'esercito del vecchio Piemonte. Gli ordinamenti. Parte II: dal 1814 al 1859, Roma, Libreria dello Stato, 1925, p. 464.

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Al dato 1862 ho affiancato alcune informazioni tratte dalle Risultanze della contabilità dei corpi per i reggimenti di fanteria 1° Savoia, 3° e 4° Piemonte, per gli anni 1847-62, a cavallo tra i regolamenti Pes di Villamarina e La Marmora.

Il regolamento Villamarina non lascia tracce consistenti nella contabilità dei corpi. I dati per l'anno 1847 delle brigate Savoia e Piemonte (1°, 3° e 4° rgt.) sono relativamente contenuti rispetto a quelli che caratterizzeranno la fase La Marmora. Scontato il forte ridimensionamento del 1848 e 1849, perché la prima guerra d'indipendenza impedì l'apertura delle scuole in quanto pro quota tutti i reggimenti dell'epoca parteciparono alla costituzione dei reggimenti “provvisori”, vi è da dire che le norme Villamarina non erano particolarmente incisive e, come visto in precedenza, i tetti previsti per le erogazioni erano piuttosto contenuti.

Questa valutazione va presa con cautela in quanto l’assenza di obblighi di una puntuale registrazione contabile delle spese sostenute per le scuole reggimentali implica l'inserimento delle relative erogazioni in voci più generali riferite all’amministrazione complessiva dei corpi. Di questo è possibile rendersene conto consultando le scritture accese alle spese di cancelleria (illuminazione, riscaldamento, compra e fitto di mobili) per le furerie, gli uffici, i magazzini e le scuole, non altrimenti separabili. Non risultano, ad esempio, per l'anno 1847 applicazioni di spese alle scuole tra le uscite della massa di economia, tuttavia a fine anno dall'Inventario degli oggetti della finanza in natura risulta un minimo di dotazioni di mobili, di testi e di ausili didattici per le SR. Ne segue la sicura sottostima delle spese per le scuole sino al regolamento La Marmora del 1849 (che imponeva la tenuta di specifiche e autonome registrazioni contabili per le scuole reggimentali).

Come abbiamo visto in apertura (§ 2), con l'istruzione provvisoria del 12 novembre 1849 La Marmora prevede l'istituzione delle SR e con numerose circolari negli anni 1849-1855 si impegna molto su quel terreno. Di particolare importanza per la costruzione statistica delle spese per le scuole sono due circolari del 1850 e 185241, che prevedono nel bilancio della Guerra una specifica voce di entrata della massa di economia dei corpi per sostenerne le attività delle scuole “di lettura, scrittura, ginnastica, cavallerizza, ecc.” e che impongono la tenuta di un conto specifico per le spese delle scuole reggimentali.

I dati relativi alla brigata Piemonte mostrano già nel terzo trimestre 1849 una certa progressione delle spese per le scuole. Il 3° e il 4° rgt. acquistano libri presso la casa editrice Paravia “su ordine del comando di armata”. Tra il 1850 e il 1854, in uno dei pochi periodi di gestione ordinaria, le brigate Savoia e Piemonte hanno livelli elevati di spesa, prossimi al plafond di lire 2000 di stanziamento per il totale delle scuole (in un 41 Circolare 12 novembre 1850, n. 182, “Assegnamenti ai corpi onde supplire alle spese delle

scuole reggimentali. Conto di tali spese. Incetta di libri per l'insegnamento”; e circolare 23 marzo 1852, “Regio decreto che determina in ordine ai vari assegnamenti da corrispondersi ai corpi”, in “Giornale Militare”, 1852, I, pp. 169-76.

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anno superiore). Ovviamente, è scontato richiamare il rilievo delle spese di prima implementazione delle scuole: libri e rilegature, mobili e ausili didattici.

Il biennio della guerra di Crimea (1855-1856) sembra influire negativamente sul 1° Savoia e sul 3° Piemonte, meno sul 4° Piemonte. La seconda guerra d'Indipendenza sembra incidere meno sul 3° Piemonte, mentre il processo di Unificazione nazionale (1859-1961) riduce le spese per le SR dei tre rgt. presi in esame. Il 1862 vede un netto recupero delle erogazioni dei tre rgt. nonostante le attività dirette a contrastare il brigantaggio nel Meridione.

7. Gli inventari degli oggetti delle scuole reggimentali: un’esemplificazione per l’8° reggimento fanteria Cuneo per il 1851

Sempre dalle Risultanze della contabilità dei corpi, ulteriori dettagli sulla conduzione delle SR sono desumibili dagli Inventari degli oggetti della finanza in natura, dove sono rilevati gli stock degli oggetti custoditi nei servizi delle caserme (armerie, camerate, cucine, ecc.), tra cui le aule delle scuole reggimentali. A titolo di esempio, dall’inventario dell'8° rgt. ftr. Cuneo a fine 1851 si evince una dotazione piuttosto varia e vasta di mobili e arredi, strumenti didattici e libri di testo rispetto al numero dei soldati “illetterati” al momento dell'incorporazione. Dagli inventari di questo reggimento (e degli altri) si evince un rapido innalzamento negli acquisti di mobili, ausili didattici e testi di studio nel corso del 1850, in concomitanza con l’introduzione delle norme La Marmora.

Nelle dotazioni dell’8° rgt., a fine 185142, tra la mobilia ricordo 40 panche, decine di tavoli, e 25 lanterne per l'illuminazione. Tra gli strumenti didattici, 300 calamai di piombo e di vetro, un certo numero di lavagne grandi per i docenti e di lavagnette di piccole dimensioni per gli studenti, 50 esemplari di calligrafia, 50 righe di legno. Tra i libri per i maestri e i monitori: undici esemplari della Grammatica Italiana di V. Troya, undici esemplari dei Primi principi di metodica di G.A. Rayneri, cinque esemplari delle Lezioni metodiche di disegno lineare, diciassette Compendi di aritmetica, due volumi della Pedagogia del calcolo mentale. Tra i libri di testo per i soldati: 200 copie degli Abecedari sillabari del Troya, 320 copie del Primo libro di lettura di V. Sacchi, 320 copie del Secondo libro di lettura del Sacchi, 600 copie dei Nuovi sillabari del Troya, 200 copie della Grammatica Italiana del Troya43.

42 Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Risultati della contabilità dei corpi, brigata Cuneo, 8° rgt. ftr., anni 1851-1852, vol. 172.

43 Per indicazioni sui libri predisposti per le SR vedi Regio museo industriale italiano, Illustrazioni delle Collezioni. Didattica, Parte prima, a cura di G. Jervis, Torino, UTET, 1869, pp. 163 ss.

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Page 18: Le scuole reggimentali di scrittura e lettura tra Regno di Sardegna e Regno d'Italia, 1847-1883

8. Spese per le scuole reggimentali vs. spese comunali per le scuole serali e domenicali: qualche considerazione e un rinvio

Lo stato dell'informazione statistica sulle spese per le scuole di lettura e scrittura non consente di valutare con precisione l'entità di queste spese rispetto a quelle sostenute dai comuni per l'attivazione delle scuole elementari serali e festive per gli adulti. In particolare, lo ricordo, ciò segue al fatto che i dati disponibili sulle spese delle masse di economia per le scuole e le altre istruzioni (1872-1883) includono anche le spese per le scuole propriamente militari. Questa seconda categoria di scuole è certamente rilevante, ma i dati disponibili (1847-1862) non consentono di trarre indicazioni plausibili sull'importanza relativa delle due tipologie di scuole da estendere a un'epoca successiva radicalmente diversa.

Già da ora, posso, tuttavia, affermare che le entità della truppa coinvolta e delle risorse finanziarie impegnate per le scuole di lettura e di scrittura sembrano in linea, nei valori assoluti, con quelle delle scuole elementari serali e festive per adulti gestite dai comuni. Intorno al 1867, la spesa totale per le scuole serali e domenicali dei comuni è di lire 548 mila circa con 164 mila allievi (quindi, con una spesa di 3,3 lire pro capite)44. I dati delle masse di economia per le scuole e le altre istruzioni danno cifre intorno a 400-500 mila tra il 1872 e il 1883, con 90 mila soldati analfabeti (quindi, tra 4,5 e le 5,5 lire pro capite). Ovviamente, si tratta di cifre da correggere al ribasso per tenere conto delle spese delle scuole propriamente militari. Da menzionare, inoltre, che le carte contabili escludono sistematicamente il valore dei servizi educativi resi in natura dagli ufficiali (che hanno beneficiato quale corrispettivo di “eventuali esenzioni dai servizi di corpo o di piazza”). Viceversa, le spese sostenute dai comuni sono centrate sugli stipendi di maestri e bidelli e, per somme trascurabili, sull'acquisto dei testi per gli studenti e degli ausili didattici45. Per rendere confrontabili le spese delle SR con quelle delle scuole serali e festive per gli adulti bisognerebbe aggiungere alle prime il valore imputato dei servizi educativi resi dal personale militare non remunerato in moneta. Per quanto attiene all'imputazione del valore delle attività didattiche svolte dagli ufficiali e sotto ufficiali preposti in parte o in tutto alle scuole posso ricordare che

44 Annuario scientifico ed industriale, a cura di F. Grispigni e L. Trevellini, Milano, Editori della biblioteca utile, 1866, pp. 674-76; L. Bodio, Sui documenti statistici del Regno d'Italia. Cenni bibliografici presentati al VI congresso internazionale di statistica , Firenze, Barbera, 1867, p. 80

45 F. Volpi, Le finanze dei Comuni e delle Province del Regno d’Italia, 1860-1890, Torino, Ilte, 1962; P. Frascani, Finanza locale e sviluppo economico: appunti sulla dinamica della spesa pubblica in età liberale, in Finanza, economia ed intervento pubblico dall’Unificazione agli anni Trenta, a cura di P. Frascani, Napoli, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, 1988.

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Camillo Corradini, direttore generale dell’Istruzione Primaria, parlava all’inizio del Novecento di 600 scuole reggimentali da costituire, con 600 maestri, da pagare come un ufficiale subalterno, per un totale di 400-500 mila lire di stipendi46.,

9. Uno spunto: ci sono spazi per una storia militare dal basso tramite le risultanze della contabilità dei corpi?

Partendo dall’argomento scuole reggimentali, le risultanze della contabilità dei corpi che ho rintracciato costituiscono un complesso organico di carte dell’amministrazione militare che andrebbe valorizzato per disegnare la spesa militare, per gli anni 1847-1862, nei comparti in cui rilevante era la delega assegnata ai singoli corpi dell'Esercito. Per alcune spese è evidente che è il dato aggregato e la decisione centrale (ministero della Guerra, legislazione, normativa, discussioni parlamentari e circolari sul Giornale Militare) ad assumere rilievo. Mi riferisco, ad esempio, alle spese per le fortificazioni, la costruzione delle nuove caserme e delle basi marittime, i piani di costruzione delle navi da battaglia, l'adozione di nuove armi portatili e bocche da fuoco, per scendere sino alle esercitazioni a fuoco dei gruppi di artiglieria, alle manovre periodiche delle grandi unità, e alla sanità degli ospedali militari. Per altre categorie, non so quanto minori, mi sembrano invece importanti le erogazioni che la normativa dell'epoca assegnava ai corpi in forma decentrata, tramite i fondi pro capite alla massa di economia.

In questa seconda categoria di spese rientrano erogazioni di particolare interesse. Accanto al caso delle scuole di lettura e scrittura, vi è il dettaglio delle erogazioni attribuite alla massa generale uomini. Tra queste rammento le erogazioni per le altre scuole militari, che danno indicazioni importanti sullo stato di preparazione dell'Esercito: il tiro al bersaglio, la ginnastica, il nuoto, il bastone, la scherma e la baionetta, la topografia, ecc. Sempre in rapporto all'efficienza bellica, rammento altre voci della massa generale uomini: acquisto e conservazione del materiale, e spese per le riparazioni e conservazione delle armi. Da menzionare ancora i dati relativi al benessere della truppa: le spese per il riscaldamento e l'illuminazione degli spazi comuni, delle camerate e delle latrine; per la sanità prestata nelle infermerie dei corpi (medicinali, oggetti di chirurgia, bendaggi e sospensori) e per gli onorari dei medici “borghesi”; e per il vitto della truppa (rancio, pane e vino supplementare, aceto e acquavite, ecc.).

46 C. Corradini, Il compito dell'esercito nella lotta contro l'analfabetismo cit.

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