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Assemblea Regionale Siciliana CXCI. SEDUTA L U N E D I 2 7 G I UG N O 194 9 Presidenza del Presidente CIPOLLA indi del V. Presidente d ’FSNTONI I N DI CE Disegni di legge : (Deferimento a commissioni legislative) . IVesemazione) . , . Interpellanze: (Annunzio) . (Svolgimento) : P residente ................................... B eneventano . . I)'A ntoni . I D rago, A spessore al turismo ed spettacolo . ' . Restivo, Presidente della Bigione Montalbano . Pag. 1202 . 1202. 1203 ( 1220 1223, 1232 1224 allo 1223 1230 1233 Pag. Interrogazioni : (Annunzio) .' . . 1202 (Annunzio di risposta scritta) . . 1203 (Svolgimento) : P residente . . 1206, 1207, 120,8, 1209, 1211, 1212, 1213, 1218, 1219, 1220, 1233 Napoli . . . . 1200, 1207, 1208 Milazzo, Assessore all’agricoltura ed alle foreste . 1206, 1213, 1218 V erducci P aola, Assessore delegato ai trasporti ed alle comunicazioni 1206, 1208 P ellegrino, Assessore al lavoro, alla previdenza ed all’assistenza sociale 1207, 1209 P etrotta, Assessore all’igiène ed alla sanità . . . . 1207, 1210, A rdizzone . . . 1208 F ranco, Assessore ai lavori pubblici 1208, 1 ' 1209, 1212, 1213, 1219 S apienza Giuseppe . . 1208,1211, Cupe aro . . . v A 1209,1210, B orsellino Castellana, Assessore al- ' l’industria ed al commercio .. . 1209, Monastero '. . . C olaJanni P ompeo R omano G iuseppe, Assessore alla pub- blica istruzione . . 1211, B arbera Nic astro . . . . Russo . . . . . Giganti I nes S tarrabba di G iardinelli . C altabiano . P. AMI REZ . . . ; Bosco . . S em inara . A damo D omenico 1212 1217 1218 1209 1209 1212 1212 1213 1216 1216 1217 1217 1218 , 1219 1219 1220 1203, 1204, 1205, 1206 1204 ! , . 1204 1204, 1205 1205 Siuli’ord’ine dei lavori : P residente Adamo D omenico . S eminara Montalbano . B eneventano R omano G iuseppe, Assessore alla pub- blica istruzione . A less . . : : . 1205’ ^ Restivo, Presidente della Regione 1200 ALLEGATO Risposta scritta ad interrogazione ; Risposta dell’A&sessore delegato ai trasporti ed alle comunicazioni ad una interrogar zioné dell’onorevole Sapienza Giuseppe. . 1234 Discussioni, f. 158. (500)

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Assemblea Regionale Siciliana

CXCI. SEDUTA

L U N E D I 2 7 G I U G N O 1 9 4 9

Presidenza del Presidente CIPOLLAindi

del V. Presidente d ’FSNTONI

I N D I C E

Disegni di legge :(D eferim ento a com m issioni legislative). IV esem azione) . , .

Interpellanze:(Annunzio) .

(Svolgim ento) :

P residente • ...................................Beneventano . • . •I)'A ntoni . I • •D rago, A spessore al turismo ed

spettacolo . ' .Restivo, Presidente della Bigione Montalbano .

Pag.

1202 . 1202.

1203(

1220 1223, 1232

1224allo

1223 1230 1233

Pag.

Interrogazioni :(Annunzio) .' . . ■ • 1202(Annunzio di r isp o sta scritta ) . • . 1203(Svolgim ento) :

P residente . . 1206, 1207, 120,8, 1209, 1211,1212, 1213, 1218, 1219, 1220, 1233

Napoli . . . . 1200, 1207, 1208Milazzo, Assessore all’agricoltura ed

alle foreste . ■ • 1206, 1213, 1218V erducci P aola, Assessore delegato ai

trasporti ed alle comunicazioni 1206, 1208 Pellegrino, Assessore al lavoro, alla

previdenza ed all’assistenza sociale 1207, 1209 P etrotta, Assessore all’igiène ed alla

sanità . • . . . 1207, 1210,Ardizzone . . . • • • 1208F ranco, Assessore ai lavori pubblici ■ 1208,

1 ' 1209, 1212, 1213, 1219

Sapienza Giuseppe . . 1208,1211,Cupe aro . . . v A 1209,1210,Borsellino Castellana, Assessore al- ' l’industria ed al commercio .. . 1209,

Monastero '. . .Cola Janni P ompeo Romano Giuseppe, Assessore alla pub­

blica istruzione . • . 1211,B arbera ’Nic astro . . . .Russo . . . . .Giganti I nesStarrabba di Giardinelli .Caltabiano .P. AMI REZ . . . ;

Bosco . .S em i n ara .Adamo Domenico •

12121217

1218 1209 1209

121212121213 1216 1216 121712171218 , 121912191220

1203, 1204, 1205, 12061204

! , . 12041204, 1205

1205

Siuli’ord’ine dei lavori :

P residenteAdamo Domenico .SeminaraMontalbano .Beneventano • • • •Romano Giuseppe, Assessore alla pub­

blica istruzione . • • • •A less. . : • : • . • 1205’ ^Restivo, Presidente della Regione ■ 1200

ALLEGATO

Risposta scritta ad interrogazione ;

R isposta dell’A&sessore delegato a i tra sp o rti ed alle com unicazioni ad u n a in terrogar zioné dell’onorevole Sapienza Giuseppe. . 1234

Discussioni, f. 158.(500)

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA 27 giugno 1949— 1202 S S

La seduta è aperta alle ore 19,20.

. D’AGATA, segretario, dà lettura del verba­le della seduta precedente, che è approvato.

Deferimento di disegni di legge a Commis­sioni legislative.

PRESIDENTE. Comunico all' Assemblea elie sono stati inviati alla Commissione per la agricoltura e l'alimentazione, a norma dello articolo 55 dal regolamento interno, i seguenti disegni di legge di iniziativa parlamentare,, presi in considerazione dall’Assemblea: « Nor­me di contratto di mezzadria impropria, colo­ni:) parziaria e compartecipazione » (241) ; « Istituzione del Centro regionale per la- mec­canizzazione dell’agricoltura siciliana» (243).

Presentazione di disegni di legge.

PRESIDENTE. Comunico all’ Assemblea clic sono stati presentati dal Governo i seguen­ti disegni di legge, che sono stati trasmessi1 al­la Commissione legislativa per la finanza e il patrimonio : « Variazioni di bilancio per lo anno finanziario 1948-49 » (251); «Bilancio di previsione pei l ’anno finanziario 1949-50 » (253). . .

Annunzio di interrogazioni.

PRESIDENTE. Prego il deputato segreta­rio di dar lettura delle interrogazioni perve­nute alla Presidenza.

D’AGATA, segretario :«All'Assessore ai lavori pubblici ed all'As­

sessore alla sanità, per conoscere se non riten­gano opportuno di intervenire con la massima urgenza presso il Genio civile e la Prefettura di Messina, onde disporre la immediata ripa­razione della sorgente e della tubatura dello acquedotto del villaggio Serro sito nella circo­scrizione del Comune di Villafranca Tirrena. Faccio presente che detta tubatura, in alcuni tratti completamente scoperta per deteriora­mento. ed in più punti rotta o-riparata con mezzi rudimentali e di fortuna da quei natu­rali. oltre a far disperdere la maggior parte dell’acqua, rendendo insostenibile l ’approvvi­gionamento idrico di quell’abbandonata popo­lazione, inette a repentaglio la salute pubbli­ca per gli inevitabili inquinamenti che produ­ce. per cui, mentre riesce inspiegabile il com­pleto disinteressamento dell’Autorità comuna­

le di Villa-franca Tirrena, si rende assoluta- niente necessario l’intervento del Governo re­gionale per porre fine e riparo alla neghittosi­tà di quell’Amministrazione comunale ». (Lo interrogante chiede, lo svolgimento d’urgenza)

- Cacci olà.

« Al Presidente della Regione ed a II’Asses­sore al lavoro, alla previdenza ed all’assisten­za sociale, per conoscere i motivi che hanno indotto -l’Assessore al lavoro a proporre alla Giunta regionale la modifica del decreto pre­sidenziale 2 aprile 1948, n. 11, col quale veni­va istituita la Commissione regionale in ma­teria di contributi agricoli unificati, soppri­mendo la rappresentanza della Confederazio­ne nazionale coltivatori diretti in detta Com­missione.

La soppressione della rappresentanza sud­detta non trova giustificazione, giacché i col­tivatori diretti sono tassati di contributi uni­ficati per la mano d’opera da essi assunta in eccedenza alla, prestazione di lavoro proprio e dei propri familiari e, pertanto, la rappre­sentanza di cui sopra è indispensabile per la tutela degli interessi della categoria.

In relazione, poi., al sistema di accertamen­to presuntivo dell’impiego di mano d’opera sa­lariata, la rappresentanza dei coltivatori di­retti nella Commissione suddetta è anche ne­cessaria per assicurare la giusta applicazione della legge ai fini del riconoscimento delle esenzioni ed agevolazioni concesse ai coltiva­tori dirotti medesimi. »

. Monastero.

« All’Assessore all’industria ed. al commer­cio, per conoscere se ritiene di dover interve­nire presso il Ministro del commercio estero, affinchè non sia dato corso al ventilato pro­getto di sospensione della concessione di licen­ze di importazione di acidi grassi di soia da­gli U. S, A.

L’effettuazione di tale sospensione danneg- gerebbe fortemente l’industria locale per la fabbricazione del sapone molle potassico, a tutto vantaggio di quella per i saponi duri. »

A LESSI. ■

« All’Assessore ai trasporti, all’Assessore al turismo, per sapere quale azione intendano svolgere per eliminare il grave inconveniente della limitata disponibilità del servizio ferro-

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA — ,120.'» — 27 g iu g n o 1949

viario da Palermo per Agrigento e viceversa, che, in atto, malgrado la richiesta del Capo Compartimento delle FE. SS. per la Sicilia al Ministero, competente, è limitato ad una corsa giornaliera di.una automotrice, con solo servi­zio di prima classe da Agrigento, che natural­mente non è s nifi vi ente per le esigenze della cittadinanza agrigentina e del movimento tu­ristico di questo importante centro. »

Ctjpfako -, Gallo Lrroi - Bosco.

« Al Presidente della Regione, per sapere se non ritenga opportuno accertare :

a) quali motivi o intrighi indussero il Sin­daco di Villa,franca Tirrena ad autorizzare lo impianto di una lontanimi in località di cam­pagna ove esiste solo una casa di villeggiatu­ra che resta deserta quasi tutto l’anno, auto­rizzando. per tale scopo, le deviazioni di ac­qua destinate al vii3aggio Serro, ed aggravan­do, in tal modo, il già critico approvvigiona­mento idrico di detto villaggio;

b) se è vero che, a seguito di ima pacifica manifestazione di protesta fatta 'dalla popo­lazione interessata, un funzionario della post­bellica di Messina, non meglio identificato, si sia recato sul luogo su automezzo targato «Mi­nistero dell’interno)) assumendo di essere stato delegato dal Prefetto di Messina per far con­tinuare il lavoro di costruzione, della fontani­l i , che era stato sospeso dal maresciallo dei carabinieri del luogo :

c) se, effettivamente, il Prefetto di Messi­na. come pare, non aveva delegato alcun fun­zionario, e, in tal caso, quali provvedimenti intende adottare. » (U interro gante chiede la risposta scritta con urgenzai)

C a c c i o l a .

PRESIDENTE. Le interrogazioni testé an­nunziate saranno iscritte all’ordine del giorno per essere svolte al loro turno. Quella per la quale è stata chiesta la risposta scritta, sarà inviata al Presidente della Regione.‘ ( - ̂ , .

Annunzio di risposta scritta ad interroga­zione.

PRESIDENTE. Comunico che è pervenuta alla Presidenza, da parte del Governo, la ri­sposta scritta ad una interrogazione dell’ono­revole Sapienza Giuseppe, e che essa sarà pub­blicata in allegato al resoconto della seduta odierna.

Presidenza del vice Presidente D’ ANTONI.

Annunzio di interpellanze.

PRESIDENTE. Prego il deputato segreta­rio di dare lettura delle interpellanze perve­nute alla Presidenza.

D’AGATA, segretario :« Al Presidente della Regione, per sapere.se

non ritenga, per ragioni di opportunità, esclu­dere i membri dell’Assemblea regionale dalla nomina a componenti del Consiglio dell’Ente siciliano per le case ai lavoratori, in conside­razione anche del voto espresso dalle Commis­sioni riunite seconda e quinta, nella seduta del 16. dicembre 1948, contro la nomina a Pre­sidente dell’Ente stesso di un membro della Assemblea regionale. E poiché tale nomina è stata fatta, se non ritenga revocarla, prima che il decreto presidenziale venga registrato dalla Corte dei conti. » (Gli inter penarti chie­dono lo svolgimento dJurgenza)

B onfiglio - Cristaldi - Sapienza Giuseppe Colosi - Semeraro -CUFFARO - COLAJANNI POM PEO - Mare Gina - Mondello - Taormi­na - D ì Gara - Nicastro.

« All’Assessore ai trasporti, per sapere se non ritenga che sia ormai tempo che si prov­veda alla. liquidazione del personale-ex dipen­dente dall’Istituto nazionale trasporti, licen­ziato da molti mesi ; e per conoscere quali azio­ni intenda svolgere perchè al più presto siano pagate le indennità varie conseguenti alla ces­sazione del rapporto di lavoro, trattandosi di operai c impiegati, per la .maggior parte anco­ra disoccupati. »

B onfiglio - Cristaldi - Sapienza Giuseppe.

PRESIDENTE. Le interpellanze testé an­nunziate saranno iscritte all’ordine del gior­no per essere svolte al loro turno.

Sull’ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Onorevoli deputati, si ren­de necessaria una modifica dell’ordine del gior­no- Prima di iniziare Io svolgimento delle in­terpellanze dell’onorevole Beneventano e degli onorevoli D’Antoni e Gentile, sarà opportuno trattare alcune interrogazioni ed interpellan-

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA 1201 27 giugno 1949

Presidenza, per ima breve sostituzione. Il Pre-ze- Questo per una necessità sorta all’ultimo momento.

ADAMO DOMENICO. Chiedo di parlare.PRESIDENTE'. Ne ha facoltà.ADAMO DOMENICO. Signor Presidente,

nell’aprile del 1949 ho presentato una mozio­ne relativa alla sofisticazione dei vini. I l Go­verno ha accettato di discutere quella mozio­ne prima che si chiudesse quella sessione. La sessione si è; chiusa e la mozione non è stata discussa. Tengo a ricordarvi che si tra tta di un problema gravissimo che investe l ’econo­mia della Sicilia ; per questa ragione chiedo che Vostra Eccellenza interpelli l ’Assemblea perchè questa mozione venga discussa come primo palilo dell’ordine del giorno della sedu­ta di oggi.

SAPIENZA GIUSEPPE. In primo luogo vi è la proposta delia Presidenza.

ADAMO DOMENICO. Anch’io ho fatto una proposta.

SEMINARA, Chiedo di parlare.PRESIDENTE. Ne ha facoltà.SEMINARA. Signor Presidente ed onore­

voli colleghi, desidero conoscere il motivo per il quale si chiede l’inversione dell’ordine dei lavori ; io mi riferisco al motivo reale.....

MONTA UBANO. Esatto, il motivo reale, come dice. Seminar a....

SEMINARA........poiché non ritengo che leragioni addotte poc’anzi siano sufficienti ; fac­cio présente all’onorevole Presidente che sin dalle ore 18 una ventina di deputati attendo­no l’inizio dei lavori. Ritengo che tutto que­sto non sia serio nè confacente al tono di ele­vatezza ed al prestigio della nostra Assemblea.

DANTE. Lo domandi al suo capo gruppo, se ne ha uno.

SEMINARA. Lo domando a lei che viene dal]'America. (Applausi dalla sinistra e da al­cuni settori del centro)

PRESIDENTE. Oli onorevoli deputati san­no che i diversi gruppi eli questa Assemblea sono stati impegnati in riunioni particolari.

MONTALBANO. Le discussioni non si fan­no di notte, ma di giorno.

OUFFÀRO. Noi dobbiamo sapere.PRESIDENTE. Devo fare una precisazio­

ne : sono stato invitato pochi, minuti fa alla

Bidente mi ha incaricato di chiedere all’Assem­blea se ritenesse opportuno, dico opportuno, che la discussione abbia inizio con l’interpel­lanza dell’onorevole Beneventano ovvero con le altre interrogazioni all’ordine del giorno. (Ani­mati commenti - Vivace discussione nell’Aula - Richiami del Presidente)

NICASTEO. Il motivo qual’è?PRESIDENTE. Io ho posto, un quesito al­

l ’Assemblea ; che l’Assemblea si pronunzi.MONTALBANO. Chiedo di parlare.

Presidenza del Presidente CIPÒLLA.

PRESIDENTE. Invito gli onorevoli depu­tati alla calma ecl assicuro.che tutto sarà fat­to secondo i dettami del regolamento. Saran­no rispettati i diritti di ciascuno. Ciascuno stia al proprio posto. (Animata discussione nell’Aula - Ripetuti richiami del Presidente)

Prego, signori deputati, stiano tranquilli. L’onorevole Montalhauo ha facoltà di parlare.

MONTALBANO. Ho chiesto la parola per due ragioni ; anzitutto desidero chiarire che la affermazione, fatta dalla Presidenza — e pre­cisamente dall’onorevole D’Antoini che svol­geva le funzioni eli Presidente — secondo la quale v’è in corso una riunione dei Capi Grup­po, non è esatta.

Se non mi sbaglio, con questa espressione si intende dire che è in corso una riunione alla quale partecipano tutti i capi gruppo dei di­versi settori dell’Assemblea; invece come si può agevolmente constatare questo non è.

D’ANTONI. Io non ho detto questo, onore­vole Montalhauo.

MONTALBANO. E’ bene che questo sia chiarito. Il Blocco del popolo non partecipa alla riunione che è in atto perchè non è stato invitato. Inoltre, per quanto riguarda l’inver­sione dell’ordine del giorno, noi, in linea di principio, saremmo contrari ; ma, poiché evi­dentemente non c’è altra maniera per risolve­re la questione, in. quanto esiste un dato di fatto — quello che i capi gruppo sono riuniti per prendere un determinato accordo — noi non vogliamo influire su un accordo che even­tualmente possa essere raggiunto. Quindi, poi’ essendo contrari in linea di. principio, soltan­to per questa ragione noi non ci opponiamo.

BENEVENTANO. Chiedo di parlare.

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA — 1205 27 giugno 1949

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. 1BENEVENTANO. Mi dichiaro contrario

all’inversione dell’ordine del giorno ed insisto perchè l’ordine dei lavori venga, rispettato.

MONTALI!ANO. Dopo questa affermazio­ne. anche noi insistiamo.

PRESIDENTE. Io debbo interpellare l’As­semblea se si debba accogliere o meno la pro­posta dell’onorevole Adamo Domenico. (Dis­sensi - Vivace discussione).

O- -NIC ASTRO. Non c’entra-. Vi è stata una

comunicazione della Presidenza,ADAMO DOMENICO. Io ho formulato una

proposta precisa. .ROMANO GIUSEPPE. Assessore alla pub­

blico, istruzione. Chiedo di parlare.PRESIDENTE; Ne ha facoltà.ROMANO GIUSEPPE, Assessore alla pub­

blica istruzione. Onorévole Presidente, credo che non sia necessario parlare- di inversione dell’ordine del giorno, perchè è stato’ distri­buito agli onorevoli deputati un -ordine del giorno stampato che reca, al primo punto, lo svolgimento- di interrrogazioni....

MINEO. Vi è stato-un supplemento.ROMANO GIUSEPPE, Assessore alla pub-

7dica istruzione .....e con della interpellanzacompresa nell’ordine del giorno aggiuntivo, che è stato distribuito poc’anzi. Domando agli onorevoli cólleghi quale dei due ordini del giorno deve avere la precedenza, se cioè l’or­dine del giorno, chiamiamolo così, principale, ovvero l’ordine del. giorno aggiunto. A me pa­re che debba avere la precedenza l’ordine del giorno principale e che si debba discutere in un secondo tempo quello aggiuntivo.

CUSUMANO 'GELOSO. Era stato stabili­to diversamente.

NICASTRO. C’è stata una deliberazione dell’Assemblea al riguardo.

ROMANO GIUSEPPE,. Assessore alla pub­blica istruzione. Che cosa era stato stabilito divèrsamente? Comunque, formalmente, ci tro­viamo in questa situazione. L’ordine del gior­no principale è quello stampato, ed esso reca al primo punto lo svolgimento di interrogazio­ni. (Vivissime proteste a sinistra)

SEMERARO. L'ordine dei lavori era stato dèci so nella seduta di sabato.

AUSIELLO. Per questo vi è un ordine del giorno aggiuntivo.

Voce: Questa non è democrazia!MONTALBANO. Noi aspettiamo da ben

due ore,ROMANO GIUSEPPE, Assessore alla pub­

blica. istruzione. Mi lasci dire, onorevole Mon- talbano ! Prima di discutere l’argomento com­preso nell'ordine del giorno aggiuntivo biso­gna, comunque, procedere ad una votazione per invertire l’ordine dei lavori.

ALESSI. Chiedo di parlare.PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

_ALESSI. Signor Presidente, io non entro nel merito-della questione formale; vado, in­vece,'alla sostanza delle cose ed a quello che è sempre stato il nostro costume e la- buona cordialità parlamentare. Io non credo che si prospetti, in questo momento, la questione di discutere o di 'rinviare l’interpellanza presen­tata dall’onorevole Beneventano. La questio­ne, se non erro, è un’altra : se.cioè il Governo richiede o meno — perchè è opportuno che esso precisi in merito — che l’interpellanza-, la qua­le dovrà, venir e trattata in questa seduta, ven­ga svolta, immediatamente ovvero fra qualche ora. Io ricordo agli onorevoli colleghi che noi non abbiamo mai chiesto ad un membro del Governo o dell’Assemblea di rispondere un pò prima o un pò dopo ; il diritto individuale del­l ’onorevole Beneventano è che l’interpellanza, da lui presentata, venga svolta entro la sedu­ta in corso, perchè di questo il Governo prese formalmente impegno nella- seduta antimeri­diana di sabato scorso. Altra cosa è, però, che il Governo debba rispondere come punto pri­mo dell’ordine del giorno, ovvero coinè punto secondo, terzo o quarto. Non credo che l’ono­revole Beneventano vorrà venire meno, in que­sta occasione, alla nostra tradizione di mu­tua scambievole cortesia,

BENEVENTANO. Chiedo di parlare.PRESIDENTE. Ne ha' facoltà-BENEVENTANO. Se questo dibattito, si

protrae con l’intento di fare trascorrere un quarto d’ora o venti minuti, affinchè venga raggiunto un accordo, io propongo, allora, una sospesione di venti-minuti.

PRESIDENTE. Non’ posso acconsentire ; la- seduta è già cominciata con un ritardo note­volissimo e non possiamo perdere ancora del tempo.

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA — 1206 —. 27 giugno 1049

LENA. Proseguiamo.MONASTERO; Vi sono tante interrogazio­

ni che debbono essere svolte.PRESIDENTE. Per la verità, era stato sta­

bilito, nella seduta di sabato scorso, che avrem­mo trattato come primo argomento l’interpel- ìanza dell’onorevole Beneventano. Se l’Assem­blea è d'accordo nel discutere un altro argo­mento si farà in questo modo ; in caso contra­rio, bisognerà seguire l’ordine dei lavori già stabilito. In altri termini, se si raggiunge un accordo ed ha luogo una votazione che stabili­sca di invertire l’ordine del giorno, io non ho nulla da obiettare; viceversa, se ciò non av­viene. è necessario che venga svolta l’inter­pellanza.

BENEVENTANO. Desidero conoscere il pa­rere del Governo sull'argomento.

ALEA RI. Il Governo non ha ancora detto se chiede o meno qualche minuto di ritardo per la trattazione dell’interpellanza. Iu caso negati­vo, nessuna questione sorge; in caso affermati­vo. ricordo ai colleghi che è stata sempre tra­dizione dell’Assemblea l’accordare mezz’ora o un’ora di tempo a chi deve rispondere.

PRESIDENTE. Invito il Governo ad espri­mere il suo pensiero. Il Presidente della Regio­ne ha facoltà di parlare.

RESTINO, Presidente della. Regione. Io ri­tengo che bisogna seguire la normalè procedura dell'Assemblea. Non comprendo perchè, fin dal­l'inizio, si sia voluto dare un carattere ecce­zionale a questa seduta. La seduta deve ini­ziare coli lo svolgimento delle interrogazioni. L'interpellanza presentata dall’onorevole Be­neventano sarà la prima delle interpellanze da trattarsi. (Animati commenti)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni,, resta così stabilito.

Svolgimento di interrogazioni.

PRESIDENTE. La prima interrogazione — dell'onorevole Bosco al Presidente della Re­gione — si intende ritirata, poiché l’onorevole interrogante non è presente.

Segue un’interrogazione dell’onorevole Na­poli al Presidente della Regione ed all’Asses­sore all’agricoltura, sulla eventuale recezione da parte della Regione, della legge dello Stato 1.8 agosto 1918. ri. 114-0, sulla riduzione degli estagli.

NAPOLI. Chiedo di parlare.PRESIDENTE. Ne ha facoltà.NAPOLI. Signor Presidente, propongo che

lo svolgimento di questa interrogazione sia rinviato onde abbinarlo ai quello di un’inter­pellanza dell’onorevole Alessi sullo stesso as- setto. ;1:;VVaVì:- . ;!;V - ìiVilt lV

PRESIDENTE. Avverto che, per regola­mento, non è possibile abbinare lo svolgimen­to di interrogazioni ed interpellanze. Prego, comunque, l’onorevole Assessore all’agricol­tura di pronunziarsi al riguardo.

MILAZZO, Assessore all’agricoltura ed al­le foreste. Credo |he sia l’interrogazione del­l’onorevole Napoli che l’interpellanza dell’o­norevole Aléssi possano considerarsi superate èssendo già all’ordine del giorno della seduta di domani la discussione del disegno di legge di ratifica del provvedimento di recezione in esse richiamato. L’argomento potrà essere, pertanto, discusso in quella sede più oppor­tunamente. ; -A j

PRESIDENTE. Se non si fanno osservazio­ni, rimane allora così stabilito.

Segue uu’interrogazione dell’onorevole Na­poli all’Assessore dei trasporti ed.all’Assesso­re al lavoro. ••Questa interrogazione, per accor-

. do fra l ’onorevole interrogante ed-il Governo, si intende ritirata.

Segue un’interrogazione dell’onorevole Na­poli al Presidente della Regione ed all’Asses­sore ai trasporti, per conoscere se non inten­dano compiere gli opportuni passi presso il competente Ministero dei trasporti, al fine di far beneficiare tutti gli impiegati, comunque in servizio presso gli uffici della Regione, del­la riduzione ferroviaria di cui alla concessio­ne « C ».

L’onorevole Assessore ai trasporti ha facol­tà di parlare per rispondere a questa interro­gazione.

VERDEGGI PAOLA, Assessore delegato ai trasporti ed alle comunicazioni. L’articolo 131 del regio decreto legge 4 ottobre 1935, nu­mero 1827, citato dall’onorevole interrogante, che estendeva la concessione « C- » al persona­le della Previdenza sociale, non è più in vi­gore, come risulta dalle comunicazioni avute dal Ministero dei trasporti.

L’Assessorato per i trasporti, fin dal settem­bre del 1947. si è interessato per ottenere la- estensione della concessione ferroviario « C » degli statali al personale della Regione sulla

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a s s e m b l e a r e g io n a l e s ic il ia n a 1207 27 giugno 1919

rete regionale, adduccndo considerazioni di analogia.

Il Ministero dei trasporti ha osservato che la concessione invocata riguarda i dipendenti statali che abbiano 1 seguenti requisiti :

a) - rivestano la qualità di impiegati del­lo Stato;

5) - prestino . servizio esclusivamente per lo Stato: ■■■'

c). - siano retribuiti con stipendio o sala­rio ./sai bilancio delh>Stato.

Il Ministero dei trasporti si è, però, dichia­rato' disposto. ad estendere al personale della Regione il trattamento previsto dalla conces­sione « D », Tale concessione prevede il paga­mento del 50 per cento dell’ammontare del bi­glietto a tariffa ordinaria, a carico dell’uten­te, limitatamente ad un certo'numero di viag­gi ed il pagamento del rimanente 50 per cen­to a carico dell’Amministrazione dalla quale l’utente dipende. Tale è il trattamento che at­tualmente viene praticato nei riguardi del per­sonale dell’Istituto nazionale della previden­za sociale, per i segretari comunali e provin­ciali:, per i maestri elementari provvisori, etcì onde occorrerebbe perchè i dipendenti possa­no godere della facilitazione in parola, che la Regione assumesse l’onere finanziario relativo.

distilla clic i provvedimenti in merito sono già iti corso di studio presso i competenti orga­ni della Presidenza regionale e dell’Assessora­to per le finanze,

PRESIDENTE. Ha facoltà eli parlare l’ono­revole Napoli per dichiarare se è soddisfatto.

NAPOLI. Io mi dichiaro soddisfatto. Desi­dero rilevare che bisognerebbe esaminare ul­teriormente questo problema. Gli impiegati del­lo Stato godono di un diritto preciso; ebbene, gli impiegati della. Regione non sono impiega­ti di enti locali, ma sono anch’essi impiegati dello Stato, tanto è vero che essi provengono dà quelle amministrazioni dello Stato che og­gi sono passate alle dipendenze della Regione. Prego, quindi, l ’onorevole Assessore di volere seguire la pratica, facendo presente questa si­tuazione ; gli impiegati della Regione devono cioè essere parificati agli impiegati dello Sta­to, in quanto essi di' fatto lo sono, sia pure sotto altra forma : quella regionale.

VERDEGGI PAOLA, Assessore delegato ai trasporti ed alle egmunwazioni. Allora biso­gnerebbe risolvere, anzitutto, il problema del­la parificazione.

PRESIDENTE. Segue un’altra interroga­zione dell’onorevole Napoli al Presidente del­la Regione ed all’Assessore al lavoro, per co­noscere se non intendano provvedere alle as­sicurazioni sociali in favore degli impiegati a qualsiasi titolo in servizio presso gli uffici del­la Regione:, i quali, contrariamente a quanto stabilito dall’articolo 38 delia Costituzione, non usufiuiscono di alcun trattamento di pre­videnza e di quiescenza.

L’onorevole Assessore al lavoro ha facoltà di rispondere a questa interrogazione.

PELLEGRINO, Assessore al lavoro, alla previdenza ed all’assistenza sociale. Signor Piesidente, onorevoli colleghi questa interro­gazione è connessa con la precedente, che si riferisce proprio agli impiegati della Regione.

NAPOLI, Gbe cosa è stato deciso in ordine a questo problema?

PELLEGRINO, Assessore al lavoro, alla previdenza ed all’assistenza sociale. E ’ stato ordinato il rimborso delle quote che sono state pagate.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’o­norevole Napoli per dichiarare se è soddisfatto.

NAPOLI. Mi dichiaro soddisfatto. Se non sono soddisfatto io dell’Assessore Pellegrino, non lo sarà nessuno. (Ilarità) .

PRESIDENTE. Segue un’interrogazione . dell’onoretole Ardizzone all’Assessore all’igie­ne ed alla sanità per conoscere se sono state sospese le operazioni relative ai concorsi pub­blici dei sanitari, dato che il Presidente della Regione. ha promesso eli estendere i benefici provvedimenti del decreto 1 febbraio 1948, nu­mero 61, a. favore dei sanitari non di ruolo di­pendenti dagli enti locali.

L’onorevole Assessore all’igiene ed alla sa­nità ha facoltà di rispondere a questa inter­rogazione.

PETROTTA, Assessore all’igiene ed alia sanità. L’interrogazione cieli’onorevole Ardiz­zone, che risale al- dicembre dell’anno scorso, si riferisce alle disposizione sospensive, dira­mate in merito alla questione dal Presidente onorevole Restivo attraverso i prefetti della Sicilia. La sospensione vige ancora; ma,, suc­cessivamente alla data di presentazione della interrogazione, vi è stato un ulteriore inter­vento legislativo da parte dello Stato in ma­teria di concorsi di tal genere, ed è in corso di esame, da parte della Giunta regionale, un

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA 1208 27 giugno 1949

provvedimento, di recezione. Comunque là so­spensiva, cui si fa riferimento, è ancora in vigore.

PRESIDENTE. L’onorevole -Ardizzone ha facoltà di parlare, per dichiarare se si ritiene soddisfatto.

ARDIZZONE. Dopo le assicurazioni dello onorevole Assessore mi dichiaro soddisfatto.

PRESIDENTE. Segue un’interrogazione dell'onorevole Sapienza Giuseppe all’Assesso­re ai lavori pubblici, per sapere se intende se­parare gli appalti di lavori in muratura, in legno, di ebanisteria, di opere di coloritura, di impianti idraulico-sanitari, elettrici, etc--..

Ha facoltà di parlare l’onorevole Assessore ai lavori pubblici per rispondere a questa- in­terrogazione.

FRANCO, Assessore ai Impri pubblici Lo argomento della suddivisione dei lavori, in tanti piccoli appalti, quante sono le categorie di opere, è stato esaminato con particolare at­tenzione dagli organi .competenti, che si sono pronunciati in senso sfavorevole.

A parte l’aggravio degli Uffici, che. sarebbe­ro costretti a fare tante separate perizie, tan­ti capitolati e tante contabilità, quante sono, le categorie di opere, la suddivisione stessa determinerebbe la sovrapposizione eli cantieri e la indipendenza dei lavori, con diminuzione di responsabilità da parte dell’impresa princi­pale : provocherebbe ritardi nel compimento dell'opera e minore organizzazione nell’anda= mento dei cantieri, con svantaggio dell’opera e dell’economia della medesima.

Solo quando si è trattato di. impianti spe­ciali o di forniture notevoli., di arredamenti, si

- è consentito un appalto a sè stante, in modo eia ridurre al minimo le interferenze dei di­ve; si assuntori nella stessa opera; ma il vole­re estendere alle singole categorie di lavori murari, in legno, in ferro, di* decorazione e coloritura, in marmo, di impianti sanitari, di vetraio, di stagnino, etc., altrettanti con­tratti e tante interferenze '.tecniche ed ammi­nistrative, senza dubbio pregiudicherebbe la realizzazione dell’opera.

Ci atteniamo, quindi,, a questa prassi; per i piccoli lavori, piccole opere, è impossibile procedere ad una suddivisione. Faccio presen­te. però, che ogni qualvolta un lavoro di gran­de rilevanza — ad esempio, la costruzione di un grandissimo edificio — lo ha consentito, senza determinare inconvenienti d’indole am­ministrativa e tecnica, l’Assessore ha auto­

rizzato la suddivisione, come ha avuto occasio­ne di fare per il palazzo della Prefettura di Ca­tania ed in altre occasioni.

PRESIDENTE. L’onorevole Sapienza Giu­seppe ha facoltà eli parlare per dichiarare se è soddisfatto.

SAPIENZA GIUSEPPE. Io non mi dichia­ro soddisfatto della risposta data dall’onorevo­le Assessore ai lavori pubblici.. Egli ha portato l’esempio della Prefettura di Catania; egli sa che quei lavori meritano veramente l’ammira­zione di tutti i cittadini ; essi furono suddivi­si, ed ogni artigiano, ogni artista potè com­piere, sotto la propria responsabilità, i lavori stessi. Anche il Ministero dei lavori pubblici di Roma ha diramato all’Amministrazione delle ferrovie dello Stato una -circolare sulla- suddivisione dei lavori. Convengo con l’Asses- sessore che. non è possibile" adoperare tale si­stema nelle piccole. opere ; però; in relazione alle opere di grande mole, bisognerebbe che esso venga attuate sempre. In . questo senso e per quest'ultima parte io mi dichiaro soddi­sfatto. ‘ -> ' ff.'Al V

PRESIDENTE. Segue un’interrogazione dell'onorevole Napoli al Presidente della Re­gione ed all’Assessore'ai trasporti, perché in­formino l’Assemblea- se intendano intervenire presso l'Amministrazione delle ferrovie, pé.r fare finalmente cessare il sistema di destinare alle linee della Sicilia le vetture più luride che si trovano in servizio.

L'onorevole Assessore ai trasporti ha facol­tà di rispondere a questa interrogazione.

VEKDUCCI PAOLA, Assessore delegalo ai trasporti ed alle oomunioazioni. Ritengo che' l’interrogazione sia superata; se, però, lo onorevole interrogante vi insiste, sono in gra­do di fornire dati precisi.

NAPOLI. Anch’io sono ■'dell’opinione- che l’interrogazione debba ritenersi superata. Es­sa, però, resta come raccomandazione.

VEIÌDCCOI PAOLA, Assessore delegato ■ ai trasporti ed alle Gomjmicazioni. Bisogna,

inoltre, che venga realizzato quello che l’As­sessorato ha proposto: che vi sia, cioè, una maggior cara da parte del personale viaggian­te, affinchè le vetture non vengano danneg­giate.

NAPOLI. Ed una maggior cura, soprattut­to, da parte, dei cittadini viaggiatori.

PRESIDENTE. L’interrogazione s’inten-

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ASSKMBLKA iilXUOXAi.K SICILIANA 7- — 1209 — 27 g iU "HO 1919

tende dunque, ritirata; Segue un’interrogazio­ne degli or orevoli' Cuffaro e Nicast.ro. all’As­sessore al lavoro, per sapere se è a conoscenza del licenziamento di numerosi operai, addetti ai lavori di armamento nelle Ferrovie dello Stato, nei tronchi 56 e 57, nella linea Castel- vetrano-Magazzolo, in seguito alla revoca di appalti alle ditte da cui essi -dipendono.

L’onorevole Assessore al lavoro ha facoltà di rispondere a questa interrogazione.

PELLEGRINO, Assessore al lavoro, alla prevedermi ed ulV'assistmm sociale. Prego lo onorevole Cuffaro di voler consentire il rin­vio dello svolgimento di questa interrogazio­ne, poiché l’Assessorato per il lavoro ne ha trasmesso il testo all’Assessorato per i tra­sporti, onde avere le necessarie notizie dal Compartimento delle ferrovie, dal quale an­cora non s’è avuta risposta. Chiede, quindi, che questa interrogazione venga svolta nella, prossima seduta.

CUFFARO. Sono d’accordo per il rinvio.PRESIDENTE. L’interrogazione si inten­

de, dunque, rinviata. Seguono, le interroga^ ziom degli onorevoli Colajanni Pompeo, Mare Gina e Nicastro, al Presidente della Regione, e degli onorevoli Colajanni Pompeo, Bosco, ed altri al Presidente della Regione; esse non possono venire trattate, perchè l’onorevole Presidente della Regione non è presente.

Seguono le interrogazione dell’onorevole Monastero all’Assessore all’indùstria ed al commercio, per conoscere se intende interveni­re prontamente per fornire alcuni comuni del­le Madonie (Gangi, Petralia, Alimena, Geràci, Bompietro, Castellana, etc.) di adeguata ener­gia elettrica per illuminazione.

BORSELLINO CASTELLANA, Assessore ulV industria ed al commercio. Chiedo di par­ia re,

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.BORSELLINO CASTELLANA, Assessore

all’industria ed al commercio. Prego l’onore­vole Monastero di voler consentire un rinvio delio svolgimento di questa interrogazione, poiché sono convinto che la settimana ventura sarà in grado di ritirarla, dato che essa potrà ritenersi superata per la soluzione definitiva dei problema.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare lo onorevole Monastero per dichiarare se aderi­sce alla richiesta dell’onorevole Assessore.

| MONASTERO. Prendo atto delle assicura­zioni dell’onorevole Assessore e consento al rin­vio richiesto.

PRESIDENTE. L’interrogazione si inten­de dunque rinviata. Segue aH’ordine del giorno un’interrogazione degli onorevoli Colajanni Pompeo, Bosco,.Cuffaro ed altri, al Presiden­te-delia Regione ed all’Assessore ai lavori pub.

' blici, per conoscere quale azione intendono svolgere perchè le , manutenzioni ordinarie e straordinarie nonché l’abbellimento delle stra­de di accesso ai gruppi monumentali Classici di Segesta, Selinunte, Agrigento e Siracusa — in atto in deplorevole condizioni — siano affi­dati aTI’A.N.A.S- ed abbiano almeno lo stesso trattamento delle strade nazionali dalle quali si dipartono,

FRANCO, Assessore ai lavori pubblici. Chie­do di parlare,

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.FRANCO, Assessore ai lavori pubbHcÀ-

Prego gli onorevoli interroganti di volere con­sentire un rinvio dello svolgimento di questa interrogazione, non avendo portati gli elemen­ti per la risposta, che avevo già preparati.

PRESIDENTE, Ha facoltà di parlare lo onorevole Colajanni Pompeo per dichiarare se aderisce alla richiesta dell’onorevole Asses­sore, g

COLAJANNI POMPEO. Aderiamo ; del re­sto i templi sono millennari ! (Ilarità)

PRESIDENTE. L’interrogazione si intende, dunque, rinviata. Segue 3'interrogazione degli onorevoli Cuffaro, Bosco, Gallo Luigi ed altri, all’Assessore ai lavori.pubblici ed all-Assesso­re alla sanità, per sapere se sono a conoscenza che il Consorzio, costituitosi 32 anni, or sono fra i comuni di Licata, Campobello di Licata, Palma Montechiaro, Grotte, Reealmuto, Cani- catti e Ravanusa, è affidato da due anni ad un commissario prefettizio — che è al tempo stes­so Sindaco di Ravanusa — il quale non rende edotte del proprio operato nè le popolazioni dei detti comuni, nè i loro rappresentanti, lascian­do assolutamente privi di acqua potabile i co­muni di Licata e di Campohello e in condizione di insufficiente approvvigionamento gli altri, con grave pregiudizio per l ’igiene e la salute pubblica e vivo risentimento tra quelle popo­lazioni ; e se. in considerazione di tale stato di fatto, intendono intervenire.

Ha facoltà di parlare l’onorevole Assessore

Discussioni, f. 159. (500)

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ASSEMBLA KELION'ALÉ SICILIANA — 1210 -

all’igiene ed alla sanità, per rispondere a que­sta interrogazione.

PETROTTA. Assessore all’igiene ed alla sanità. L'interrogazione è interessante, e dalle notizie assunte posso informare l’Assemblea elle sono stati compiuti dei lavori. Ma la parte più importante delPinterrogazione è quella che si riferisce all’operato del Commissario. Ren­do noto che quest’ultimo si è molto occupato presso la Società I.L.V.A. e presso la società « Daini ine » per la questione della fornitura dei tubi- Il Commissario prefettizio, di intesa con le autorità regionali e provinciali, ha po­tuto ottenere una nuova assegnazione di lire 200 milioni occorrenti per il finanziamento dei progetti di revisione generale e sistemazione dell’acquedotto:, per il tratto dalla sorgente al partitore di Grotte, e di revisione generale dei giunti ed apparecchi, opere di presidio nella condotta installata dal tronco partitore di Grotte-partitore di Palma-Licata, e per la. co­struzione di una casa cantoniera, con annesso magazzino a-1 partitore di Palma-Licata.. Le perizie relative ai progetti in parola sono sta­te già approvate e si attende l’inizio dei lavori relativi.

Riassumendo, giova precisare che durante la gestione commissariale sono stati già ultimati i lavori relativi alla costruzione delle gallerie per l’attraversamento della frana Sinapa, al completamento di alcune opere d’arte lungo la conduttura dal partitore di Grotte a quello di Palma Montechiaro ; sono stati ripresi ed ulti­mati i lavori di ricostruzione del ponte Canale, sul Platani : si è quasi ultimata la condotta partitore Palma Licata-Licata ; si è iniziata la condotta partitore Campobello-Ravanusa e sono in corso di esecuzione gli allacciamenti provvisori per i centri abitati di Grotte, Recal- muto. Cani ratti. Campobello di Licata, Rava- nusa e Licata, onde potere alimentare alcune fontanelle da costruirsi ed immettere acqua nei serbatori, love esistono), allo scopo di alle­viare l’attuale disagio della popolazione.

Pertanto si può presumere che, ultimate le opere strettamente indispensabili — già in corso di, attuazione o regolarmente progettate e finanziate — entro la fine del corrente anno il problema ■dell’approvvigionamento idrico dei comuni costituenti il Consorzio delle tre sor­genti dovrebbe considerarsi potenzialmente ri­solto.

Da. quanto ho esposto, quindi, nulla vi è da rilevare a carico del Commissario prefettizio,

27 giugno 1949

che ha. svolto l’opera sua con impegno; e -senso di responsabilità.

Inoltre comunico agli onorevoli interrogan­ti che è in corso la pratica per la nomina dei normali organi amministrativi del Consorzio : a questo scopo i comuni interessati hanno già nominato i propri rappresentanti, che saranno prossimamente convocati dal Commissario, on­de procedere alla elezione delle cariche.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare lo onorevole Cuffaro per dichiarare se- si ritiene. soddisfatto.

CUFFARO. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, prendo atto delle comunicazioni del­l’Assessore : non posso, però, dire che i pro­blemi, posti nella interrogazione, siano stati portati alla soluzione. Io leggerò quello che l’Alto Commissario per l’igiene ha scritto: « I l Consorzio pei l’aquedotto promiscuo delle « tre sorgenti, istituito nel 1916, è formato da « sette comuni consorziati con le FF, SS.. (Ca- « moatlì. Campobello di Licata, Grotte, Lica- « ta l Palma Monte-chiaro, Recalmuto, Rava- « nusa) con complessivi 150 mila abitanti «circa.

« Detti comuni attualmente sono privi di do. « tazione idrica che possa soddisfare le mini- « me esigenze delle popolazioni ed in generale « sono provvisti di acque selitinose, perchè pro- « venienti da bacini imbriferi di zone solfifere « e gessose, mentre le poche sorgenti di acque « potabili relativamente prossime hanno por- « tata di trascurabile entità e con manifesta- « zioni di superficialità ed inquinabilità.

« Per tale situazione venne deciso a suo tem. « po di ricorrere alle abbondanti sorgive del « bacino del Voltano, la cui portata può assi- « curare un quantitativo di acque necessarie « all’opprovvigionamento dei: comuni consor- « ziati. Difatti dallo stesso bacino sono attual- « mente condottate, cpme si è detto, le acque « necessarie per il rifornimento idrico di 14 co- « muni della provincia, compreso il capoluogo « (acquedotto del Voltano e altri locali), ed è « anche alimentata la centrale idroelettrica « del Molina,zzo.

« Infine, tenuta presente la lunghezza com- « plessi va delle condotte, diramazioni cornpre- « se, che è di circa 100 chilometri, si presume « che per il completamento delle- opere (dira- « inazioni, serbatoi e altre opere accessorie) il « Consorzio necessita di un ulteriore finan- « zi amento di L. 550 milioni circa.

« Per quanto riguarda i comuni consorziati,

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ASSEMBLEA BEUIONALE SICILIANA — 1211 27 giugno 1949

« si segnala anzitutto che Campobello- di Licata « adopera attualmente per il proprio àpprov- « Yigionamento idrico (non più di litri 5 prò « capite giornalieri) le acque provenienti dalle « sorgenti Garcitella e Gessi, le cui opere di « presa e di adduzione non posseggono i dovu- « ti requisiti idraulici e igienici. Non esiste re- « te interna di distribuzione, essendo il servizio « espletato per mezzo di carri-botte, che non « offrono garanzia di regolare esercizio. In ona­ie Ioga situazione trovasi il popoloso centro

(( prevede una spesa di circa 450 milioni e di « circa altrettanti' per i restanti comuni. »

Comesi, vede, è l’Alto Commissario stesso chùprpspetta la gravità della situazione. Qua­le era lo scopo dell’interrogazione? Quello di prospettare la necessità di sistemare l’animi- nistrazidne dèi Consorzio. Si afferma che il Commissario è bene intenzionato ; intanto egli continua ad agire senza nulla riferire. Occor­re che, mediante l’interessamento e l’interven­to energico da parie dell’Assessore, venga no­

ci abitato di Licata che è scarsamente approc­ci vigionato dalle sorgenti Catena-Fucile e Pi- « .sedotto, i Comuni di Grotte, scarsamente ali­ce ni eli tato dalla sorgente S. Rocco (10 litri « giornalieri, per abitante), Reca limito, mala­te mente rifornito dalle sorgenti Baffo. Fico e ee Madonnetta, e di Palma Montechiaro che at­ee dualmente usufruisce di una dotazione- infe- ee riore a 10 litri capitari provenienti dalle sor_ ee genti Casserino e Ninfa. Nei predetti cornu­te ni il livello igienico generale è comprensihil- ee mente scadente con conseguente notevole di­ce sagio della popolazione.

<e Sebbene in condizioni migliori dei comuni ee ànzicennati, Papprovvigionamento idrico di ee Canicattì è Ravanusa è anch’esso fraziona­te le e deficiente. Rifatti l’abitato di Canicattì te dispone solo di una ventina di litri d’acqua ee per abitante, forniti dalle sorgenti di Gulfi e ce di Savudo, che fanno capo ad impianti di ee distribuzione e di sollevamento vetusti e di­te fettosi. Così pure accade a Ravanusa per la (( adduzione e la distribuzione delle acque pro- ee venienti dalla sorgente insufficientemente ee protetta di Grott a Rossa, bastanti appena (( per una dotazione capitaria non superiore ai ee 15 litri giornalieri.

ee In relazione allo stato di fatto esistente ((.occorre studiare i mezzi migliori perchè i ((comuni sopracitati siano posti io eondizio- ee ni, da un lato, di garantire prontamente un ((minimo di potabilità alle acquo in uso. e, « dall’abro di usufruire, non appena possi- « bile, delle acque dell’Acqu edotto delle tre et sorgenti quando potrà entrare in esercizio- et Intanto per sopperire alle pini urgenti neces­s i t à un dosatore diretto di gas cloro nel Co- « ninne di Canicattì e un dosatore a gravità « nel Comune di Ravanusa sono stati recen- « temente impiantati, anche essi a spese di « questo Alto Commissariato.

« E’ necessario però tener presente che per «gli impianti interni di Licata e Canicattì si

minata regolarmente, su basi democratiche, un’amministrazione, di modo che possa esser­vi un interessamento ed un intervento diretto ielle popolazioni interessate.,

PRESIDENTE. Segue l’interrogazione del­l’onorevole Sapienza Giuseppe all’Assessore alla, pubblica, istruzione, per sapere se intende subito istituire i ruoli transitori per gli inse­gnanti elementari.

L’onorevole Assessore alla pubblica isteuzio_ ne ha facoltà di rispondere a.. questa interro- fazione.

ROMANO GIUSEPPE, Assessore alla, pub­blica istruzione. E’ motorio che sono stati esple­tati dalla Commissione regionale i lavori per il concorso IL IL, B. 2, B. 3, B. 4, B. 5, B. 6. Le graduatorie sono già in pubblicazione pres­so i vari provveditorati ; si attende ora che de­corra- il termine di un mese, dal giorno delia pubblicazione, perchè siano definitive, salvo gli eventuali ricorsi che potranno avanzare gli interessati e perchè venga emanato il decreto e, quindi, assegnato il posto ai vincitori. E’ ne­cessario, prima di passare alla compilazione dei ruoli transitori, coprire i posti messi a. concorso. Dopo che saranno coperti i posti mes­si a concorso, si potrà conoscere il numero dei posti che rimarranno vuoti e si provvederli alla compilazione dei moli transitori. E’ evidente che non si può parlare di ruòli transitori se non’ ci sono posti liberi da coprire.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare lo onorevole Sapienza per dichiarare se è soddi­sfatto. -

SAPIENZA GIUSEPPE. Veramente io non ho compreso la relazione tra i concorsi e i ruo­li transitori. E’ stata emanata in campo nazio­nale una legge-per la sistemazione di tutti i maestri che avevano determinati requisiti per coprire-i ruoli transitori. Un maestro ebbe a dirmi di avere la disgrazia dì essere in Sicilia, in quanto, se invece si fosse trovato a Reggio

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a s s e m b l e a r e g io n a l e s ic il ia n a 1212 27 giugno 1949

Calabria, già la sua posizione sarebbe stata sistemata. Non possiamo negare un beneficio già concesso in campo nazionale a tutti gli in­segnanti. perché, così facendo — e credo di non ingannarmi — la Regione non sarebbe a vantaggio, ma a danno degli interessi sici­liani, I I ./ ■

BORSELLINO CASTELLANA, Assessore all’nula stria ed al commercio. Gli insegnanti di Reggio Calabria affermano la stessa cosa nei riguardi della Sicilia.

SAPIENZA GIUSEPPE. Comunque, io credo che si tolga ai siciliani un beneficio che già hanno avuto quelli del Continente. Confi­do che 3'Assessore alla pubblica' istruzione provveda ad agevolare questi siciliani che sono nelle condizioni di potere avere sistemata Ha propria posizione senza attendere che i posti restino vuoti.

ROMANO GIUSEPPE, Assessore alla pub­blica istruzione. Chiedo di parlare per aggiun­gere un chiarimento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.ROMANO GIUSEPPE, Assessore alla, pub­

blica istruzione. I posti messi a ruolo dal Mi­nistero non erano tutti liberi, poiché alcuni di essi erano stati coperti con i concorsi ; doven­dosi ricoprire i posti che erano rimasti scoper­ti, il Ministero ha provveduto ad istituire i ruoli transitori. Ciò è stato fatto successiva­mente : ecco perché fino ad oggi, in sede regio­nale. non è stato possibile recepire la legge o provvedere ad emanare un nostro provvedi­li opto- E’ necessario conoscere prima i posti che resteranno scoperti.

E’ evidente che non si può fare un ruolo se non ci sono i posti liberi, perchè altrimenti fa­remmo un ruolo di insegnanti che non avreb­bero la possibilità di trovare un posto. Questo, è chiaro. Comunque l’Assessorato sta provve­dendo a fare il computo dei posti che non sa­ranno coperti dai vincitori del concorso, per elaborare la legge sui ruoli transitori.

SAPIENZA GIUSEPPE. Dopo questi ulti­mi chiarimenti, mi. dichiaro soddisfatto.

PRESIDENTE, Segue un’interrogazione dell’onorevole Barbera al Presidente della Re­gione ed all’Assessore ai lavori pubblici, per conoscere se credano opportuno intervenire sull’operato dell’Amministrazione comunale di Palermo circa il progetto di trasformazione in porticati dei due lati di via Ruggero Set­timo.

L'ouorefoh] Assessore ai lavori pubblici ha facoltà di rispondere a questa interrogazione.

FRANCO. Assessore ai lavori pubblici. Lo oggetto della interrogazione non riguarda di­lettamente gli organi tecnici regionali, i quali potranno essere chiamati a dare il loro parere nei casi previsti dalle leggi vigenti, in sede di esame di piano regolatore o di varianti da apportare al piano parziale della città di Palermo.

Gli intendimenti dell’attuale Amministra­zione cima...‘in merito alla porticatura della via Ruggero - Settimo, non possono essere a priori indirizzati in un senso o nell’altro per­chè è indubbio che, allo stato attuale delle co­se. ciò avrebbe l’aspetto di una indebita in­gerenza da parte dell’Assemblea o del Gover­no. Bisogna lasciare ai comuni la. propria au­tonomia della quale fanno bene ad essere ge­losi come noi siamo gelosi della nostra.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare lo onorevole Barbera per richiarare se è soddi­sfatto.

BARBERA. Mi dichiaro soddisfatto.PRESIDENTE. Segue l’interrogazione del-

l ’onorevole Nicastro all’Assessore ai lavori pubblici, per sapere i motivi che hanno portato all’esclusione del comune di Riesi dalla pro­grammazione dei lavori pubblici regionali e statali per l ’anno in corsoi

L’onorevole Assessore ai lavori pubblici ha facoltà di rispondere a questa interrogazione.

FRANCO, Assessore ai lavori pubblici. Nel- * l’esercizio in corso, al quale si riferiscono gli interroganti, il Comune di Riesi non è stato deliberatamente escluso dalla programmazio­ne, come sembra che si asserisca nel testo del-, la interrogazione,

I recenti programmi E.R.P. « disoccupazio­ne », per i quali alla Provincia di Caltanisset- ta. sono stati assegnati, rispettivamente, 271 e 160 milioni, riguardano esclusivamente lavori di completamento già iniziati e dovuti sospen­dere per mancanza di fondi.

Siccome nel Comune di Riesi non si avevano opere iniziate, il Provveditorato alle opere pub­bliche non fece nessuno stanziamento a com­pletamento. Ho disposto di ovviare; infatti, nel 1948-49, il detto Comune ha avuto finanzia­ta la strada di circonvallazione.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare lo onorevole Nicastro per dichiarare se è soddi­sfatto.

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA 1213 27 giugno 1949

NICASTRO. Non posso dichiararmi soddi­sfatto e- non sto qui a ripetere i motivi che ho ampliamente svolto in sede di bilancio. Il Co­mune di Riesi è un grosso comune della pro­vincia di Caltanissetta, con una popolazione di' circa 30 mila abitanti. Se si fosse fatta una equa ripartizione dei fondi regionali e statali, questo Comune avrebbe dovuto avere assegnati sessanta milioni.

Nell’esercizio scorso fu fatta promessa che si sarebbe provveduto con l’esercizio futuro.

FRANCO, Assessore, ai lavori pubblici. E’ stato provveduto.. NICASTRO. Nessuna notizia l ’Assessore ha

fornito su quanto sarà fatto per l’edificio sco­lastico di Riesi, sebbene sia ai nostra conoscen­za che c’è uno stanziamento di un miliardo e mezzo per tali costruzioni.

Mi auguro che. nella programmazione che sarà fatta, noi potremo vedere l’edificio scola­stico di Riesi compreso nel bilancio di questo anno, e che, inoltre, venga tenuto-conto di quello che Riesi non ha avuto. Mi auguro che si proceda alla ripartizione dei lavori pubbli­ci con maggiore senso di giustizia e secondo le esigenze dei comuni, senza che ci siano in­teressi particolari di determinate persone che, talvolta, apportano degli squilibri nell’esecu­zione dei lavori nelle provincie, e che l’asse­gnazione dei lavori pubblici non sia fatta da­gli organi burocratici, ma dai poteri esecutivi di questa Assemblea, i quali possono essere richiamati quando non hanno bene proceduto.

FRANCO, Assessore ai lavori pubblici. Chiedo di parlare per aggiungere un chiari- menlo.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.FRANCO, Assessore ai .lavori pubblici. Per

quarto riguarda la programmazione relativa agii edifici scolastici, essa, non, è stata fatta per nessun centro della Sicilia. Posso assicu­rare che, d’ora in poi, l ’Assessorato curerà, per quanto è possibile, la diretta ingerenza nelle programmazioni. Inoltre òsso si preoc­cuperà di eseguire opere per finanziamenti completi, sperando, che le commissioni dei va­ri centri provinciali e periferici comprendano che, spesso, è necessario trascurare qualche cosa o qualche settore per poi provvedere nel­l’anno successivo. Quindi, anche per Riesi, posso assicurare che è stato provveduto per delle realizzazione, anche integrative, con ci­

fre maggiori di quelle che. l ’onorevole inter­pellante ha indicato.

NICASTRO. Mi auguro che sia una realtà.PRESIDENTE. Segue l’interrogazione de­

gli onorevoli Mqntemagno e Russo al Presi­dènte della Regione, all’Assessore alle finan­ze ed all’Assessore all’agricoltura ed alle fo­reste, per sapere quali provvedimenti intenda­no, urgentemente adottare per alleviare i dan­ni subiti dagli agricoltori a causa del recente maltempo. Interrogazione per lo stesso ogget­to è stata presentata all’Assessore alle finanze ed all’Assessore alPagricoltura ed alle foreste dall’onorevole. Giganti Ines. Se non si fanno osservazioni, possiamo . abbinarne lo svolgi­mento. Sullo stesso oggetto, è stato presenta-

hm inoltre,; un disegno di-legge.RUSSO. Non è stato ancora presola con-

1 siderazione.PRESIDENTE. L’Assessore all’agricoltura

ed alle foreste ha facoltà eli rispondere a queste interrogazioni.

MILAZZO, Assessore all’agricoltura ed al­le foreste.- L’interrogazione ci riporta alle ge­late dei giorni'3, 4 e 5 marzo' del corrente an­no,. le più tremende verificatesi in Sicilia, che hanno causato danni per miliardi di lire. Per questa materia sono state rivolte a questo As­sessorato' le seguenti interrogazioni ed inter­pellanze : interpellanza n. 193 da parte dello onorevole Starrabba di Giardinelli ; interro­gazione n. 547 da. parte degli onorevoli (luffa- ro, Bosco ed altri ; interrogazione n. 549 da parte degli onorevoli ‘Montemagno. Russo ed altriinterrogazione n. 552 da parte dell’ono- revole Giganti Ines; luteirogazione n. 554 da parte degli onorevoli . Bonfiglio e Sapienza; interpellanza n. 192 da parte dell’onorevole

. Càltabiano. Nel rispondere, ritengo opportu­no riferirmi a tutte.

Gli eventi meteorici, della prima decade di marzo del corrente anno, hanno avuto un cor­so dì eccezionale gravità particolarmente nel­le zone del litorale orientale e meridionale del- !'Isola.

Gli abbassamenti di temperatura, l’intensi­tà e la frequenza dei venti freddi, che hanno avuto il loro periodo culminante nei giorni 3, 4 e 5 marzo 194.8, non trovano riscontro in nes­sun altro jieriodo dell’ultimo cinquantennio.

Le nevicate verificatesi e, maggiormente, le intense gelate hanno compromesso principal­mente la produzione del settore ortofrutticolo siciliano.

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA — 12 i l

Tra le piante legnose colpite dal razione elei gelo sono da comprendere : mandorli, soprat­tutto di varietà e fioritura precoce, agrumi, carrubi e nespoli.

Danni di poca entità e addirittura trascu- rabi hanno riportato le altre' colture legnose, quali l’olivo, la vite e fruttifera in genere, per­chè ancora instato di riposo invernale.

Danni in misura varia hanno subito le gra­minacee e le leguminose da granella e da fo­raggio. quali le fave, lenticchie, foraggere, etc., che. comunque, hanno avuto la possibili­tà di ripresa vegetativa.

Danni più rilevanti risultano quelli provo­cati alle colture orticole precoci, il cui pro­dotto era destinato all’esportazione. Le pata­te, i pomodori ed i piselli sono stati quasi in­teramente distrutti per un ammontare di dan­ni abbastanza rilevanti.

Sono stati maggiormente colpiti i condutto­ri di aziende agricole' (proprietari ed affittua­ri) ed i coltivatori veri e propri (coloni o com­partecipanti alla impresa agricola). (Segni di impazienza) Non posso fare a meno di leggere i valori, in quanto soltanto dall’importo del valore dei danni si può ricavare il perchè non si sia potuto fare quanto era nel desiderio- del Governo regionale. Si tratta dei danni più gravi che si siano mai verificati in Sicilia.

Procedendo ad una valutazione di massima i danni subiti dalle colture, in base a dati segnalati dai competenti ispettorati provin­ciali, si riassumono nel seguente specchio, riepilogati per coltura :

COLTIVAZIONIQuantità

perduta in quintali

Prezzo per quintale

Danno complessivo

in lire

Pomodoro 1.131.782 - 3.168 3.162.258.000Patate 252.239 3.523 888.638.000Piselli 141.821 4.600 575.793.260

Totale 4.626.689.260

Mandorlo 2 .0 0 0 .0 0 0 .0 0 0Agrumi 2.500.000.000

Totale danni 9.126.689.260

In considerazione dei danni rilevanti subiti dalle categorie agricole, l’Assessorato ha fat­to tutto il possibile per venire incontro ai di­sastrati.

E’ ovvio che non si poteva intervenire con

27 giugno 1949

adeguati mezzi; comunque, non si è trascura­to di svolgere vivo interessamento, per agevo­lazioni di ordine fiscale e di concorso finan­ziario per un maggior impiego di nume d’ope­ra disoccupata nel settore agricolo.

L'Assessorato richiese al Ministero- esenzio­ni fiscali, erogazione di contributi straordina­ri per le colture maggiormente danneggiate, diminuzione degli oneri sulle anticipazioni creditizie ed interventi per la mano d'opera disoccupata attraverso nuovi stanziamenti in virtù del decreto 7 luglio 1946, n. 31.

Il Ministro dell’agricoltura, secondo noti­zie riportate sulla stampa, comunicò a 'S . E. Aldisio che aveva già impartito disposizioni alle autorità provinciali, onde rivedére, il ca­rico del contingente del grano per il raccolto 1948-49. Promise, inoltre, che si sarebbe inte­ressato per l’esame dei vàri provvedimenti da prendere nel settore fiscale, del credito e dei contributi unificati. Sono allo studio dei com­petenti ministeri i su accennati provvedi­menti, onde apportare sollievo ai danneggiati.

Prego l’onorevole Russo di tener presente che queste segnalazioni andavano fatte, prima che ad altri, al Governo centrale, perchè solo dal Governo centrale simili provvidenze pote­vano attendersi. Da parte del Governo regio­nale potevano attendersi provvedimenti di por­tata molto più limitata, da potere, in un certo qual modo, lenire — soltanto lenire — certi casi veramente pietosi.

L’Assessorato, a suo tempo, studiò di veni­re incontro agli agricoltori colpiti dai danni con un sussidio a carattere straordinario ed, a tal fine, predispose uno schema di decreto legislativo presidenziale, che non potò essere attuato per ragioni esclusivamente finanziarie, stante le scarse disponibilità di bilancio. Là

. opportunità di intervenire fu suggerita dagli onorevoli Russo, Caltabiano ed altri, ma il pro­blema si presentava di difficile soluzione. Tro­vai soltanto possibile riferirmi ad una legge che considerasse la possibilità di accertamen­to dei danni, nei riguardi degli agricoltori, e di intervento da parte dello Stato e di attri­buzione di questo intervento secondo la ripar­tizione e la spettanza. In effetti il provvedi­mento presentava un lato debole, cioè ammet­teva una ripartizione al centro.

L’Assessore all’agricoltura prestabilì che alcune provincie restassero fuori da questo provvedimento di intervento governativo, in modo che si beneficiassero le provincie piò duramente colpite : Ragusa, Siracusa, Gaia»

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ASSEAilJLEA U1ÌGI0NALE SICILIANA — 1215 — giugno 1949

ni.i Agrigento e Caltanissetta. Ha, quindi, disposto che le quote attribuite a ciascuna deL le provincie più duramente.colpite, venissero ripartite in sede,, .cioè nelle provincie stesse, in conseguenza di un riparto proposto dal Cor mitato provinciale dell’agricoltura e poi fissa­to dal Prefetto.

Ma. inoltre, l ’Assessorato ha provveduto a. che, attraverso un indiscutibilmente ingiusto trattamento, venisse ad essere beneficiato al­meno qualcuno dei colpiti. Si ammetteva, in­fatti, che se a una determinata provincia, per esempio . quella di Catania, venivano asse­gnati quaranta o cinquanta milioni, ilLGomi­tato provinciale o il Prefetto dovevano scar­tare a priori molte zone della stessa provincia, cosicché,, dei cinquanta tre comuni della pro­vincia, soltanto undici, quelli che ricadevano nella zona costiera, dove c’era la coltura delle patate, venivano ad essere beneficiati. Era implicito che il provvedimento non potesse che essere ingiusto, in quanto che molte col­ture venivano ad essere scartate;

Questo., chiarimento deve togliere ogni dub­bio che da parte del Governo regionale sia sta­to espresso parere contrario per l ’ingiustizia die si andava ad attuare. All’inizio era me­glio commettere un’ingiustizia, in quanto essa permetteva di andare incontro almeno a qual­cuno dei più duramente colpiti.

Per le ragioni sopra esposte, il decreto non è stato inoltrato alla Commissione legislativa competente ed ho invitato alcuni deputati a proporre essi stessi un disegno di legge, che è frutto di studi miei e dei miei collaboratori ed è il solo possibile, ai fini di potere effica­cemente intervenire; invito che oggi rinnovo, perchè ritengo che soltanto per iniziativa par­lamentare si possa approvare un provvedimen­to che escluda a prióri alcune provincie.

Allo scopo di aumentare i fondi assegnati dal Ministero dell’agricoltura e delle foreste, essi stessi insufficienti a soddisfare l’entità delle richieste di contributi, avanzate dagli in­teressati, si predispose pure un altro schema di decreto legislativo presidenziale, col quale si autorizzava una spesa di 200 milioni per la applicazione del decreto 7 luglio 1946, n. 31. Ciò per estendere la possibilità di assorbimen­to di mano d’opera disoccupata attraverso la effettuazione di miglioramenti agrari di na­tura varia da intraprendere da parte dei con­duttori delle aziende danneggiate.

Passai quindi, al secondo provvedimento, cioè quello tendente ad usufruire dei duecento

milioni impiegandoli con la regolamentazione della legge 1931, che ritenevo la più adatta, la più' conducente, la sola che potesse sollecita- mente e speditamente fare usufruire gli agri­coltoriscolpiti di provvidènze che andavano, comunque, a reintegrare la fertilità del terre­no delle aziende e ad assorbire la mano d’ope­ra in zone disastrate. Tale provvedimento non potè trovare pratica attuazione. Prego di ascol­tare queste sincere dichiarazioni. La Commis­sione per l’agricoltura, Infatti, ebbe ad ecce­pire che lo Statò, nel regolare l’estimo cata­stale, prevede un’alea del tipo normale, la quale, pertanto, risulta tenuta presente nella formazione degli estimi per la determinazione dei redditi.

La legislazione statale, inoltre, per gli even­ti, eccezionali, prevede particolari provvidenze, sotto forma di sgravi fiscali — ascolti la di­chiarazione della Commissione, onorevole Rus­so, perchè si possa convincere del mio inter­vento — ; oltre a tali provvidenze, non esi­stono altre norme in favore dei danneggiati da eventi o avversità atmosferiche e, pertanto, la Commissione per la finanza, in proposito, si è espressa nel senso di raccomandare la massima cautèla, giacché, una volta creato il precedente, la Regione dovrebbe, naturalmen­te, intervenire per tutti i casi analoghi, con grave onere.

La Commissione, inoltre, rilevò che lo sche­ma mira ad attuare delle provvidenze a favore delle gestioni che hanno subito dei danni e non a favore dei fondi danneggiati; detto cri­terio' appare inopportuno, in quanto esso por­terebbe all’assurdo di avvantaggiare i proprie­tari dei fondi a danno dei coltivatori, per cui i primi si arricchirebbero indebitamente a spe­se dei secondi. Peraltro il decreto legislativo 7 luglio 1946,- n. 3, è in via di liquidazione e “quindi, anche per tale motivo, c’è da presu­mere che la Corte dei conti non registrerebbe il testo proposto.

Comunque, nonostante quanto sopra detto, e nonostante che la legislazione statale e, quindi, quella regionale, per gli eventi ecce­zionali non prevedono che particolari provvi­denze sotto forma di sgravi fiscali, questo As­sessorato intende studiare un provvedimento dì carattere generale in favore di quanti pos­sano essere danneggiati da ogni avvenimento di rilievo e spera che tale provvedimento pos­sa essere approvato dagli organi competenti.

Debbo conclùdere, facendo presente che ci troviamo con una legislazione carente, con

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA — 1210

1111,1 legislazione che non ci consentirà mai di poter intervenire, perlomeno nel campo della agricoltura, tempestivamente a favore di disa­strati. Di questo non posso che convenire. Deb­bo far presente, però, che l ’Assessorato ha pre­disposto prontamente due provvedimenti, quei due provvedimenti che non sono stati appro­vati appunto perchè sì è perseguito il sistema di raggiungere l’ottimo, il giusto e, per rag­giungere l’ottimo, non si raggiunge neppure il buono. In effetti auspico che venga emessa una legge che prontamente possa consentire di intervenire a favore degli agricoltori disar strati. Ciò non potrà essere realizzato se non con una legge fiscale, concepita e modellata come testo unico fiscale, come quella che ab­biamo per gli accertamenti catastali, in conse­guenza di danni per avversità metereologiche, cioè una legge che renda automatico l’inter­vento non soltanto nei casi in cui il danno rag­giunge i due terzi del prodotto, ma anche quan­do raggiunge la metà ed anche meno del pro­dotto. Senza, una legge del genere, noi non sa­remo mai in grado di intervenire.

Confesso di non aver potuto intervenire, ma ciò è dovuto alla mancanza di comprensione eli coloro che, se magari mettevano un limite nel perseguire il concetto di giustizia-e di bontà, potevano farmi oggi ugualmente annunziare di aver farto qualche cosa nei riguardi dell’agri­coltura così duramente colpita, di aver trovato la comprensione nel Governo e nell’Assemblea e di aver potuto intervenire sia pure in minima misura-,

PB ESI DENTE. Ha facoltà di parlare lo onorevole Busso, secondo firmatario di una delle interrogazioni, per dichiarare se è sod­disfatto.

BUSSO. L’argomento che ha trattato l’ono­revole Milazzo è alquanto serio ed impegnati­vo per tutti i settori dell’Assemblea, in quan­to tutti i settori dell’Assemblea rappresentano sia proprietari che lavoratori. Nelle giornate del 3. 4 e 5 marzo, soprattutto in alcune zone della Sicilia orientale e della provincia di Pa­lermo. sono andate distrutte quasi del tutto le colture di piselli,-patate, pomodori.

MONASTERO. Anche gli agrumeti hanno subito danni.

BUSSO. Danni hanno subito anche gli agru­meti ed i mandorleti, ma queste collare si po­tranno riprendere negli anni successivi. Noi vogliamo considerare soprattutto le colture di'

27 giugno 1949

pomodori, piselli e patate, perchè sono pro­dotti che avrebbero dovuto essere esportati & non lo sono stati con conseguente grave danno per l'economia regiomale. Si può calcolare che i danni arrecati in Sicilia dalle disastrose condizioni metereologiche assommino a qual­che miliardo. -- -ft

Gli agricoltori, i quali avevano lavorato, lottando contro le intemperie, questi terreni, avevano chiesto agevolazioni finanziarie da parte degli istituti di credito, delle banche po­polari e delle casse, rurali, avevano chiesto dei piccoli contributi, non soltanto l’esenzione fi­scale voluta dai grossi proprietari.

STAIMI AURA DI GIABDINELLI. Le col­ture primaticcie sono praticate in campi, la. cui estensione è di circa un ettaro ciascuno.

BUSSO. Io mi riferisco alla Sicilia orien­tale dove le coltine primaticcie sono condotte soltanto da piccoli coltivatóri, che non dispon­gono di terreno di loro proprietà.

Noi chiediamo soltanto che le agevolazioni, che erano state chieste al Governo per solleva­re dalla miseria questi coltivatori, vengano concesse. Ci è stato comunicato che saranno concesse delle agevolazioni fiscali, ma esse non potranno essere a vantaggio dei lavoratori, potranno soltanto agevolare il proprietario del fondo sul quale grava il tributo.

Non avendo lo stesso Governo voluto dare le agevolazioni richieste dai coltivatori, a priori noi eravamo posti nella condizione di avere bocciato il progetto di legge.

Preghiamo il Governo, nella, maniera piò calda, perchè — dato- che esso è stato sempre sensibile all’aspirazione del nostro popolo la­voratore che langue nella miseria —- provveda a venire incontro alle sue necessità. Credo che gli altri colleglli che hanno fatto analoghe in­terrogazioni siano anche loro in attesa che vengano dati, da parte del Governo regionale, aiuti immediati.

PBESIDENTE. Ha facoltà di parlare la onorevole Giganti Ines, per dichiarare se è soddisfatta della risposta data deU’ouorevoIe Assessore alla sua interrogazione.

GIGANTI INES. Mi dichiarerò soddisfatta quando gli opportuni provvedimenti per veni­re incontro a queste classi di lavoratori saran­no resi efficaci.

MILAZZO, Assessore, all’agricoltura ed al­le foreste. Lei’ vuole la ripresentazione dei di­segno di legge.

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\SSBMBLEA REGIONALE SICILIANA 12.17 27 giugno 1949

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare lo onorevole Cuffaro, primo firmatario di un’al­tra interrogazione sullo stesso oggetto, per di­chiarare se è soddisfatto.

CUFFARO.. Il problema che noi poniamo è questo : le agevolazioni fiscali, come ha accen­nato l’onorevole Russo, vanno a vantaggio dei proprietari, ina i mezzadri, i coloni, i compar­tecipanti, quelli che hanno perduto tutto, non realizzeranno niente. Il provvedimento che noi invochiamo è di dare un aiuto immediato a queste categorie. Che ci siano sgravi fiscali, sta bene, ma ne usufruiranno i proprietari; è necessario, invece, venire incontro a chi ha perduto i frutti del proprio lavoro.

STARRABBA DI GIARDINELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.STARRABBA DI CIARDI NELLI. Signor

Presidente, onorevoli colleghi, ho chiesto la parola perchè l'Assessore all’agricoltura ha inteso rispondere anche alla mia interpellanza.

Ho seguito ed ascoltato con particolare inte­resse quanto è stato detto dall’Assessore alla agricoltura e le precisazioni da lui fatte cir­ca i danni subiti dagli agricoltori per le gela­te del 3, 4 e 5 marzo, f danni ammonterebbe­ro a circa dieci miliardi ; ritengo che non sia­no stati compresi i danni apportati alle car­rube, ai legumi ed alle altre colture primatic­cio, per cui è da ritenere che siano molto mag­giori. Egli si è dichiarato molto sensibile per i danni subiti dagli agricoltori ; ma, come As­sessore, come uomo di Governo, ci ha fatto co­noscere di non aver fatto nulla, di non. aver potuto fare nulla: in ogni mòdo, è stato sin­cerissimo.

La mia interpellanza tendeva a fare inter­venire l’Assessore in favore dei sinistrati.

M I LAZZO Assessore all’agricoltura ed al­le foreste. L’Assessore è intervenuto, ma non. ha trovato approvazione da parte della Com­missione.

STARRABBA DI Gl ABDI NELLI. Per quanto riguarda le provvidenze di competen­za statale, io mi rendo conto che è stato molto diligente nel provocarle e sono sempre fiducio­so che queste provvidenze possano giungere. Vorrei ricordare all’Assessore che sul detta­glio erano, state fatte richieste concrete. È’ no­to che, nelle colture primaticcie, i capitali in­vestiti sono rilevantissimi e che, per la. dispo­nibilità di questi capitali, si ricorre al credito.

Di solito, i debiti si pagano non appena c’è la possibilità di collocare il prodotto, ma es­sendo venuto meno il prodotto, i coltivatori — spesse volte, anche gli esportatori, perchè que­ste colture vengono fatte in perfetta società, specialmente quelle di patate — hanno chie­sto che, alla scadenza del debito, dal Governo regionale venisse dato un contributo per gli interessi pagati o per gli interessi da pagare per il rinnovo della scadenza. Se non erro, è stato fatto, inoltre, notare che i debiti per le colture potevano ammontare a circa due o tre miliardi ; quindi, in effetti, l’intervento del Go­verno regionale poteva ammontare a circa set­tanta - ottanta milioni. Era stato, inoltre, ri­chiesto di consentire che, almeno parte del pagamento delle imposte, potesse avere un dif­ferimento, cioè, più precisamente, che quel bi­mestre che veniva a scadere dopo marzo, po­tesse essere ratizzato almeno in quattro rate. Al collega Russo devo precisare che le richie­ste di aiuto e di contributi da. parte della Re­gione per i lavoratori è esattissimo. Ho sentito anche fare riferimento ai grossi proprietari, che si vorrebbero escludere dal risarcimento dei danni. Al riguardo, devo dire che, per evi­tare l’improduttività del terreno, tra conce­dente e mezzadri, specialmente nelle provin-

jgie di Agrigento, di Caltanissetta ed anche di Catania, si è pervenuti ad accordi mediante i quali il concedente ha concesso al mezzadro a titolo forfetario una cifra per ogni ettaro di terreno coltivato. Sono venuto a conoscenza, di concordati — potrei metterne molti a disposi­zione dell’Assemblea che prevedono un con­tributo straordinario sulla base di dieci o quin­dici mila lire per ettaro e nello stesso tempo lo abbuono delle spese di concimazione fatta sui terreni. Io non vorrei con ciò dire che i lavo­ratori sono stati perfettamente rimborsati dei cìanni rilevanti subiti, ma vorrei chiarire al collega Russo che, attraverso accordi libera­mente stipulati tra il concedente ed il mezza­dro, si è avuto la possibilità di non lasciare il terreno inutilizzato per effetto delle gelate destinandolo a nuove colture.

Concludo, esprimendo il desiderio che l’As­sessore esamini le due sole richieste fatte da­gli agricoltori : un contributo sull’interesse del capitale impiegato ed uno sgravio di natura fiscale.

CALTABTANO. Chiedo di parlare per svol­gere l’interpellanza da me a suo tempo presen­tata sullo stesso argomento.

Discussioni, f. 160.(500)

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ASSEMBLEA IIKI i H.INALK SICILIANA 1218 27 giugno 1949

PRESIDENTE- Il regolamento non consen­te lo svolgimento, abbinato di interrogazioni ed interpellanze. Lei potrebbe rinunciare allo svolgimento dell’interpellanza ed associarsi ad una delle interrogazioni che sono state svol­te. per dichiarare se si considera soddisfatto della risposta data dall’onorevole Assessore.

CALTABIANO. Non lo ritengo opportuno. L’argomento che è stato trattato riguarda una parte molto circoscritta dell’oggetto della mia interpellanza, che io tengo a svolgere.

PRESIDENTE. Rimandiamone, allora, lo svolgimento a lunedì prossimo, quando .saran­no svolte le interpellanze.

CALTABIANO. D’accordo, perchè io non posso contentarmi di una risposta generica.

MILAZZO, Assessore all’agnooltum ed al­le foreste. Chiedo di parlare per una precisa­zione.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.('RISTALO!. La situazione è troppo chia­

ra. Non c’è da chiarire.MILAZZO, Assessore all’ag ri t m in'a ed al­

le foreste. Intende ribadire che il Governo centrale non ha concesso l’aumento delle prov­videnze che sono state richieste a tempo oppor_ turno.

PRESIDENTE. Si intende, allora, esauri­to lo svolgimento delle interrogazioni degli onorevoli Montemagno ed altri, Giganti Ines e ( 'uffaro ed altri ; si intende altresì, supera­ta e ritirata dal l'interessato l’interpellanza dell’onorevole Starrabba di Giardinelli, ver­tendo tutte sullo stesso argomento ed avendo l’onorevole Assessore all’agricoltura inteso ri­spondere contemporaneamente a tutte.

Segue all’ordine del giorno l’interrogazione dell’onorevole Pantaleone al Presidente della Regione, all’Assessore ai lavori pubblici e al­l ’Assessore al lavoro, per sapere se non inten­dono intervenire al fine di impedire che il Sin­daco di Villalba prenda gli appalti delle, ope­re pubbliche del Comune servendosi di un pre­stanome- L’onorevole interrogante mi ha fatto sapere che questa interrogazione può conside­rarsi superata, per cui essa si intende ritirata.

Segue l’interrogazione dell’onorevole Ra- mirez all’Assessore all’industria ed al commer­cio, per conoscere i motivi della mancata esecu­zione della decisione del Consiglio di giustizia amministrativa, con la quale è stato annulla­lo ii decreto assessoriale n. 86 che autorizzava

la ditta Privitera Carmelo dà- Misterbianco al trasferimento di un proprio Impianto molito­ri©:.

L’Assessore all’industria ed al commercio ha facoltà di rispondere a questa interrogazione.

BORSELLINO CASTELLANA, Assessore (di’industria ed al convmercio. La decisione del Consiglio di giustizia amministrativa del 24 gennaio 1949, pubblicata all’udienza del 7 feb­braio e notificata- all’Assessorato il 25 dello stesso mese, a cura, dei ricorrenti rappresen­tati dall’avvocato Antonino Sangiorgi, ed alla quale si riferisce l’onorevole interrogante, è stata regolarmente eseguita- dall’Assessorato, che con decreto n. 424 del 13 aprile 1949 ha provveduto a revocare il decreto n. 86 del 31 marzo 1949, col quale la ditta Privitera Car­melo da .Mister-bianco era stata autorizzata al tra sferimento di un proprio impianto mo­litorio.

Il citato decreto di revoca del provvedimen­to annullato dal Consiglio di giustizia ammi­nistrativa è stato emesso il 13 aprile 1949 e non subito dopo la notificazione della decisio­ne. perchè s’è ritenuto opportuno, al fine di tritolare gli interessi dell’Amministrazione, che è stata condannata al pagamento delle spese del giudizio, sottoporre • gli atti della pratica all’esame dell’Avvocatura erariale, per l’eventuale esperimento dei mezzi.d’impugnati­va previsti dalla legge e, nel caso in esame, del ricorso per revocazione.

Avendo P Avvocatura- erariale distrettuale di Palermo, interpellata al riguardo, manife­stato dei dubbi circa l ’accoglimento di un eventuale ricorso per revocazione, l ’Assessora­to ha subito, seguendo tale parere, provveduto ad emettere il citato decreto di revoca, ese­guendo la decisione dèi Consiglio di giustizia amministrativa.

PRESIDÈNTE, Ha facoltà di parlare lo onorevole Ramirez, per dichiarare .se è soddi­sfatto.

RAMIREZ. Ringrazio l’onorevole Assesso­re per la risposta data ; però, egli non ha te­nuto presente quanto ha formato oggetto di una nuova interrogazione al Presidente della Regione, e cioè, che dopo di aver annullato il decreto cassato dal Consiglio di giustizia- am­ministrativo, .l’Assessore ha fatto un nuovo identico decreto. E’ per questo che non ini di­chiaro soddisfatto.

BORSELLINO CASTELLANA, Assessore

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA — 1219 27 giugno 1919

all'industria > I <ij commerciò. Non è un nuo­vo identico decreto ma un decreto per una nuova pratica richiesta dagli interessati.

RA.MIREZ. Per lo stesso mulino e per le stesse persone. •-

BOSCO, Chiedo di parlare.PRESIDENTE Ne ha facoltà.BOSCO. Prego l ’onorevole Presidente di vo­

ler consentire lo svolgimento della mia inter­rogazione relativa agli impiegati di Licata, i quali sono in sciopero.

PRESIDENTE. E’ stata dichiarata deca­duta ; se crede, può ripresentarla.

SEMINAR A. Chiedo di parlare.PRESIDENTE. Ne ha facoltà.SIIMI XARA. Prego l’onorevole Presidente

di voler passare alla mia interrogazione rela­tiva al ritardato pagamento dei mandati per lavóri eseguiti. per conto della Regione. .

PRESIDENTE. Se non si fanno osservazio­ni, passiamo all’interrogazione ■dell’onorevole Seminara all'Assessore ai lavori pubblici, per conoscere quali provvedimenti intenda adotta­re per ovviare al grave inconveniente lamenta­to dagli appaltatori edili, per il quale i man­dati; di pagamento relativi a lavori eseguiti per conto della Regione vengono pagati con molto ritardo.

L’Assessore ai lavori pubblici ha facoltà di rispondere a questa interrogazione.

FRANCO,, Assessore m lavori pubblici. Il ritardo nel pagamento dei mandati è ormai ri­dotto soltanto a pochi casi, perchè l’Ufficio di coordinamento dell’Assessorato, pur non es­sendo stato aumentato il personale secondo lo organico richiesto, è in condizione di assicu­rare la maggiore sollecitudine nel disbrigo delle pratiche. Talvolta avviene che la Ragio­neria regionale trovi delle pratiche incomple­te, per le quali si rende necessario richiedere, attraverso tutta la trafila burocratica, il com­pletamento dei documenti mancanti: Allora 'è giocoforza subire questa remora necessaria per la legalità dei pagamenti.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare lo onorevole Seminara per dichiarare se è soddi­sfatto.

SEMINARA. Ringrazio l’Assessore per la risposta datami ; però non posso dichiararmi soddisfatto, perchè, dal modo come l’Assesso­re ha risposto, sembra che voglia evitare di

chiarire quali sono i motivi che provocano que­sto .grave inconveniente, che da moltissimo tempo viene lamentato da tutti gli appaltato­ri e, particolarmente, dagli appaltatori della provincia di Palermo. L’affermazione dell’As­sessore, che il suo Assessorato non è compe­tente a disciplinare gli inconvenienti che si verificano presso gli organi burocratici, equi­vale a non volere affrontare un problema che ritengo sia molto delicato, soprattutto perchè gli inconvenienti dovuti al mancato pagamen­to, da parte del Genio civile, hanno diretta influenza sugli appalti e sul proseguimento dei lavori, in quanto questi vengono ritardati da quegli appaltatori che non sono più in con­dizione di potere pagare, con regolarità, gli operai che hanno alle loro dipendenze. Invoco, quindi, una maggiore sorveglianza, perchè — ritenendo che il provvedimento rientri nella competenza dell’Assessorato per i lavori pub­blici— si elimini l’inconveniente e venga que­sto servizio disciplinato in altra maniera che non sia quella seguita fino ad oggi.

FRANGO, Assessore ai lavori pubblici. Io non posso sostituirmi ad organi, ai quali è devoluto, invece, il controllo sull’Assessorato,

• quale la Corte dei conti, alla quale compete la registrazione dei decréti assessoriali.

PRESIDENTE. Segue l’interrogazione del­l’onorevole Adamo Domenico all’Assessore ai lavori pubblici, per conoscere i motivi per etri al Comune di Salaparnia non è stata fatta al­cuna assegnazione di fondi per lavori pubblici.

Ha facoltà di parlare l’onorevole Assessore ni lavori pubblici per rispondere a questa in­terrogazione.: FRANCO, Assessore ai lavori pwbblicà. Il Comune di Salaparuta appartiene a quel com­plesso di centri abitati della Sicilia occiden­tale che verranno serviti dall’acquedotto di Montescuro-Ovest. Mi sono interessato perso­nalmente, a Palermo ed a Roma insieme ai sìndaci dei comuni della zona, di tale proble­ma fondamentale. Ho esaminato, di accordo col Sindaco di Salaparuta, un programma di lavori, concernente il paese da lui amministra, to, che avrà immediato sviluppo coi program­mi in corso e coi futuri, in modo da risolvere il problema dell’acquedotto, della rete interna e della fognatura di Salaparuta. In un secon­do tempo sarà preso in esame il conseguente problema della sistemazione stradale. Sono in­tervenuti accordi direttamente col Sindaco e il Governo regionale terrà fede a questi accordi.

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA — 1220 27 giugno 1919

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare lo onorevole Adamo Domenico per dichiarare se è soddisfatto.

ADAMO DOMENICO. Mi dichiaro soddi­sfatto.

PRESIDENTE. Se non si fanno osservazio­ni, lo svolgimento delle rimanenti interroga­zioni all’ordine del giorno è rinviato, alla pros­sima seduta utile.

Svolgimento di due interpellanze.

PRESIDENTE. E ’ all’ordine del giorno la interpellanza dell’onorevole Beneventano allo Assessore al turismo ed allo spettacolo per co­noscere i motivi che hanno impedito all’E.T. A.L. di mettere in esecuzione il decreto n. 1 del 27 aprile 1949 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione del 30 aprile 1949.

Secondo la deliberazione presa dall’As­semblea, lo svolgimento di questa interpellan­za è stato abbinato a quello dell’interpellanza degli onorévoli D’Antoni e Gentile all’Asses­sore al turismo ed allo spettacolo, per cono­scere se in relazione al decreto 27 aprile 1949, n. 1, pubblicato nel n. 19 della Gazzetta Uffi­ciale della Regione siciliana in data 30 aprile 1949. siano stati garantiti gli interessi del Co­mune di' Taormina e della Regione, spe­cialmente per quanto riguarda i proventi de­rivanti all’E.T.A.L per l’esercizio del giuoco (l'azzardo.

Prima di passare allo svolgimento delle in­terpellanze, debbo comunicare all’Assemblea che. durante la sospensione dei lavori parla­mentari, è stato notificato alla Presidenza del­l’Assemblea un atto stragiudiziale da parte di certo Signor Gaetano Restani fu Giuseppe, na_ to in Messina e domiciliato in Roma, nella qualità di amministratore della Società indu­stria turistica alberghiera, siciliana. Ritengo opportuno comunicarlo all’Assemblea, perchè gli interpellanti ne tengano conto. Il deputato segretario è pregato di darne lettura.

DAGATA, -segretario :« On. Big. Presidente del Governo Regiona­

le Siciliano - Palermo.« Il sottoscritto Cav. di Gr. Cr. Gaetano Pe­

ce stani fu Giuseppe, nato a Messina, dornici- « liuto a Roma, Viale del Policlinico 131, in « proprio, e quale Amministratore delegato « della Società Ì.T.A.R.S. (Industrie turisti- « che alberghiere Regione siciliana) con sede a «Palermo, via Villafranca, n. 10;

« premesso che Partì 14 del R. D. L. 15 mag- « gio 1945 n. 455 conferisce all’on. Governo re- « gio naie siciliano la legislazione esclusiva sul « turismo ;«che nella seduta del 1°"settembre 1947, l’As- « semblea regionale siciliana approvava la ino. « zinne degli ondi deputati Cacopardo e lìa- « strogiovanni iniziatasi il 13 agosto 1947 nel. « testo risultante dagli emendamenti presenta­le ti nella stessa seduta 1 settembre 1947 dagli « ondi deputati Ziino e Napoli;« che l’emendamento presentato dall’on. ZiL- « no è del seguente tenore : « Consentendo, « tra l ’altro, l’istituzione di un Casinò di « giuoco » ;« che l’emendamento presentato dall’on. Na- « poli è a sua volta, del seguente tenore : « Qualunque deliberazione già presa per detta «materia dal Comune di Taormina deve rite­ff nersi come non emessa e quindi inefficace di' « Ironie a chiunque » ;« che nella stessa, seduta del 1 settembre 1947, « il signor Presidente dell’on. Governo regio- « naie, anche a nome dei componenti della « Giunta, dichiarava tra l ’altro : « Esiste per- « tanto un voto preso ad unanimità dai presi- « denti degli enti provinciali del turismo, se­co condo il quale il problema dell’istituzione di « un Casinò a Taormina andrebbe posto su un « jii ano regionale » ;« e dichiarava inoltre :« La mozione promuove il problema ma non lo « risolve. Esso pertanto sarà, posto allo studio « da parte del Governo, che sottoporrà quindi « il relativo provvedimento all’approvazione « dell’Assemblea y ;« che. conseguentemente, il sottoscritto, pur « ignorando se l’on. Governo regionale avesse, « nel frattempo, provveduto o meno a risolve- « re il problema in parola ed a sottoporre il « relativo provvedimento all’Assemblea, pre­ce sputava successive offerte dirette a-1 sig. Pre­ce sidentfe del Governo regionale stesso rispet- « tivamente :

« in data 1 novembre 1947 (notificata il 4 di­ce cernirne stesso anno) ;

« in data 15 febbraio 1948 (notificata il 25 « febbraio stesso anno) ;

ee in data 19 marzo 1948 (notificata il 20 mar­ee zo stesso anno) ;«che le summenzionate offerte, notificate a « mezzo di ufficiale giudiziario, sono tutte ten- « denti all’ottenimento della concessione per la « gestione del Casinò di Taormina e propo-

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA -1 2 2 1 27 giugno 1919

« nefriti quelle ^condizioni risu ltan ti dai testi « di essa : ' /« che la Presidenza dell’on. Governo regionale « in data 1 aprile 1948 indirizzava alsptto- « scritto lettera, n. prot. 2384 del seguente te­li nore : « Questa Presidenza, nel prendere at- « to della segnalazione della S. V. in 'data 20 «marzo 1948 (si allude alla segnalata awe- « nata costituzióne della Sóc. I.T.A.R.S,) fa « presente che il Governo regionale non ha an- « egra presa alcuna determinazione in merito « all’apertura di un Casinò a Taormina. Il « Capo dei servizi stampa spettacolo turismo - « F.to : G. Orlandi »;« che attualmente il sottoscritto, sempre in at- « tesa della summenzionata determinazióne, «legge sulla stampa e precisamente sul quoti­li diano di Roma Momento Sera n. 122 del 3 «maggio 1949, il seguente articolo: «Un ca- « sino di giuco concesso a Taormina - Gli utili « destinati alla ricostruzione alberghiera in « Sicilia . Palermo, 2. Nel pomeriggio di ieri « l’Assessore regionale al turismo, on Dra- « go. ha firmato il decreto col quale viene isti- « tuito il Casino-giuoco a Taormina. La ge- « stione del Casino è affidata all’ E. T. A. L, « (Ente turistico alberghiero libico), lo stesso « che aveva in concessione il Casinò di Tripoli.

« Il decreto in parola contempla fra le altre « clausole anche quella con la quale parte de- « gli utili, dovrà essere impiegata esclusivamen- « te all’assistenza dei profughi della Libia, i « quali in massima, parte sono evacuati in Si­li riha, e alla ricostruzione alberghiera della « Sicilia stessa.

« I l decreto .sta per essere pubblicato sulla « Gazzetta Ufficiale della Regione e sarà pre- « sentato per la ratifica all’Assemblea nella « sua prossima tornata ».

« Qualora quanto asserito dal su riportato «articolo sia .corrispondente al vero, ilsotto- « scritto, in linea principale, si onora « fare presente al l'un’. Governo regionale « quanto segue :

« 1) Il decreto menzionato dalla stampa « può essere istitutivo del Casino da sorgere in « Taormina, ma non aggiudicativo della, ge­li stione di esso, e conseguentemente contenere « clausole di appalto e stabilire l’impiego de­li gli utili, modalità che possono essere solo « fissate in capitolato ;| | c 2) Il capitolato di appalto stesso deve es~

« sere conseguente alla possibilità di gara o « di licitazione, nonché conseguente alla ra- « tifica, non ancora avvenuta, del provvedi­

li mento stesso .che stabilisce l ’oggetto e la mo­li dalità dell’appalto ;

« 3) Dalla Stampa si rileva un precorrere- « di tempi che va fino alla conoscenza del no­li mi nativo cieli’aggiudicatario, .e ciò. appena « il giorno seguente alla firma del decreto in « parola ;

« 4). Conseguentemente è da ritenersi che « con il decreto in parola stesso si sia diretta­li mente e specificatamente provveduto all’ag- « giudicazione clella gestione in parola, e ciò « contràriamente ai principi generali del di- li ritto, ih antitesi alla prassi da seguirsi sta­ci bilita dall’onorevole Assemblea regionale « siciliana' in data i settembre 1947, nonché « in antitesi a quei principi che ispirarono lo « approvato emendamento dell’onorevole Na­ie poli e che furono, dal medesimo espressi in « quella seduta con le seguenti parole : « Non |. essendovi stata alcuna possibilità di gara, « non credo che tale situazione possa ritener­ci si conveniente » :.

« 5) Tali motivi, lamentati in sede comuna- « le e che provocarono l’annullamento delle cie­li liberazioni prese per questa materia dal Co­li marne di Taormina, verrebbero oggi, inopi- « natamente, a ripetersi in sede regionale;

« 6) Nel caso specifico sono maggiormente « tali motivi da ritenersi validi, in quanto, « avendo il sottoscritto presentato tutte le of- « l'erte citate in premessa a mezzo di notifica « per ufficiale giudiziario, le- condizioni di es- « se erano o potevano essere a conoscenza di « ognuno ecl in specie di chi era interessato « alla gestione, in oggetto e quindi potevano « essere facilmente migliorate, se migliora-

. « mento c'è stato ;« 7) In considerazione di quanto esposto

« nel precedente paragr. 6) nonché della so­ci stanza delle offerte presentate dal sottoscrit- II to e di quanto in esse dichiarato e cioè di « essere disposto a migliorare le condizioni di « offerta stesse, era normale che il sottoscrit- « to medesimo fosse interpellato per l ’appalto ;

« 8) L’esecuzione di opere di pubblica uti­li lità per l ’Isola (nella quale rientra anche « la ricostruzione alberghiera) era stata lar- « gamente offerta dal sottoscritto anche al di « fuori degli utili derivanti dalla gestione del

.« Casinò, così come risulta fin dalla prima « domanda presentata ;

« 9) L’aggiudicazione della gestione del « Casinò, senza alcun dubbio, può solo dipeli­li dere dal « qimntum » offerto all’onorevole

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA — 1222 -

« Governo regionale in considerazione che es­ce so Governo può ■ devolverlo a. favore di chi « crede o di chi ne ha bisogno e il porre in « essere ai fini dell’aggiudicazione stessa, « gruppi o persone, siano pure essi benerne- « riti o realmente bisognose di aiuto, è del ce tutto pleonastico ;

« 10) Conseguentemente il sottoscritto è da ((ritenersi enormemente danneggiato dalla « sud descritta procedura seguita e che si sta « per eseguire.

«Quindi, in riferimento a quanto esposto « nonché in riferimento alla reale esistenza , di « altri concorrenti alla gestione del Casinò di « Taormina, il sottoscritto, fermo ed inaltera- « to ogni altro suo diritto, si onora

« chiedere all’onorevole Governo regionale :« Volere indire pubblica gara per la gestio-

« ne del Casinò di Taormina.« In linea secondaria, si onora, ai fini di

« rendere definitivamente edotto l’onoreyole « Governo regionale ;

« ripetere le condizioni delle offerte già pre- « semaio per l ’ottenimento della gestione del « Casinò in parola e che saranno migliorate « in sede di gara, ove si richiederà, inoltre,. « che la durata della concessione sia- fissata in « ventinove anni, invece del periodo di venti « anni già richiesti :

« A) Versamento all’onorevole Governo re- « giorni le. a titolo di anticipazione, senza in- « teresse alcuno, di lire centocinquanta mi-1 « li o li ;

« B) Versamento all’onorevole Governo « regionale del 50 per cento dei proventi deri- « vanti dall’incasso lordo dei giuochi; in tale « percentuale dovrà essere contenuto l’ini por­li to delle tasse ed imposte e di ogni altro even- «Aitale gravame fiscale;

« C) Del 50 per cento ad. esso spettante, lo « onorevole Governo regionale percepirà solo, « il 30 per cento fino a quando il sottoscritto <c sarà risultato rimborsato degli anticipati « centocinquanta milioni;

« D) Impegno da parte del sottoscritto di « aprire in Taormina un locale adeguato alla « bisogna, all’uopo riattando a proprie spese « un albergo o villa ivi preesistente, che do- « vrà peraltro rispondere a tutti i requisiti ne- « cessar! per l’uso. Qualora l’onorevole Go- « verno credesse opportuna l’erezione di ap- « posilo edificio, saranno presi i necessari ac- « cordi esistendo in Taormina località adatta «alio scopo ;

« E) Al fine di venire incontro, ai fabbiso-

27 giugno 1949

« giu dell’Isola il sottoscritto offre di esegui- « re. a mezzo di imprese di costruzione di pri- «m u piano consociate daU’I.T.À.R.S., lavori « per la realizzazione di opere di pubblica uti- « lità fino all’importo di due miliardi di lire, « che anticiperà con le modalità che, a loro « volta, saranno stabilite in capitolato. Tale « rimborso dovrà comunque essere garantito « da parte dell’onorevole Governo regionale « stesso, con i .gettiti delle imposte, tasse e « qualsiasi altra entrata di sua pertinenza ;

« F) Il capitolato di 'appalto di tali lavori « potrà essere stabilito nella forma di trattati- « va privata e ciò in considerazione delle'spe- « ciali modalità dell’appalto stesso ed a quan- « to è connesso .; ^

« G) Impegno da parte dell’onorevole Go- « verno regionale di non aprire o fare aprire « nell'Isola altri Casinos di giuoèo, dovendo « essere quello di Taormina esclusivo per la « Sicilia ;

« H) Alla scadenza della concessione ine- « rente alla gestione del Casinò, nel caso « in cui F Amministrazione governativa non « assumesse in proprio la gestione stessa, la ((-concessione si intenderà rinnovata per un « ulteriore eguale periodo apportando, se è ne- « cessano, quelle modifiche che l ’esperienza « potrà consigliare.

« Il sottoscritto si onora fare presente che « le condizioni offerte, oltre ad agevolare lo « incremento turistico della Sicilia e maggior- « mente quello dei Comune di Taormina, al « quale, peraltro dovranno essere largamente « dovute quelle provvidenze che saranno rite- « nute eque e necessarie alla funzione che avrà (( ad assumere, comportano di certo beneficio «alla vita dell’Isola anche al di fuori dello « ambito del turismo, sia alla classe dei la- « voratori edili, sia alle persone che si trova- « no, e purtroppo sono molte, prive di al log­li gio e sia, infine, al patrimonio immobiliare «della Sicilia..

« Per quanto riguarda, poi, l’incrementa- « zione turistica di Taormina, il sottoscritto, «sotto gli auspici delle competenti autorità, « provvedevi annualmente all’organizzazione « di quelle manifestazioni artistiche, folclori- « stiche culturali, sportive e benefiche che, « di solito, vengono realizzate nelle stazioni 8 « carattere internazionale.

« Con perfetta osservanza.« Roma lì 4 maggio 1949.

« F.to : Illeggìbile »

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HSSKMBLKA HKOiONALR SICILIANA — .122-'l — '■ A ■ U!V ' : ' 27 giugno l!)l!)

terpellanza..1 ! IONEVI XTA \ (). Onorevoli colleglli, cer­

cherò di essere, per (pianto possibile, breve ai fini eli evitarvi una lunga illustrazione della interpellanza. Voglio solamente richiamare la vostra attenzione sui fini che l’hanno ispira­to e sui motivi per cui è stata richiesta l’ur­genza. Ho visto, sia dal nervosismo dell’As­semblea, sia dalle indiscrezioni di stampa, che si è voluto rimpicciolire l’argomento della mia interpellanza, limitandola ad una questione che per me è accessoria. La mia interpellanza aveva un carattere puramente amministrati­vo, organizzativo a scopo politico. .

Noi ci troviamo davanti ad un decreto, che non è dell’Assessore ma del Governo, in quan­to, per il semplice fatto che è stato pubblicato sulla Gazzetta Uffici)uledella.,Regione, è di­ventato un atto del Governo ed il Governo col­legialmente ne ha assunto la responsabilità. Questo decreto è diventato esecutivo per il sem­plice fatto di essere stato pubblicato. Sono tra. scorsi molti giorni e non si è vista .ombra di esecuzione. Nè sono stati espostivi motivi per cui questo decreto non è stato eseguito, anzi si è voluto avvolgere questo decreto entro un in­volucro di silenzio, quasi che il Governo aves­se paura di dire i motivi per cui non è stato ancora eseguito.

Non entro nel merito della questione ; ma pongo il quesito : esiste un decreto che confe­risce dei diritti e dei doveri ad un ente di dirit­to pubblico costituito con legge dello Stato ita. liauo. A questo ente di diritto pubblico è stata data una condotta da seguire con un susseguir­si di leggi. Questo ente ha chièsto un’autoriz­zazione al Governo della Regione siciliana e l’ha avuta concessa.

Questo ente deve sottoporsi ai suoi obblighi, come deve far valere i suoi diritti. Il Governo, quindi, deve esporre, attraverso l’Assessore del ramo, quali sono i motivi per cui l ’ente non ha dato esecuzione al decreto. E questo, per quan­to riguarda la parte generale.

Per quanto riguarda i motivi di urgenza, sussistono nel fatto che molte persone attendo­no l’entrata in vigore, l ’esecuzione di questo decreto.

A LESSI, Un pò di pazienza , per giocare, non fa male.

BENEVENTANO. Lei rimpicciolisce la que. stione. Questo ente deve svolgere delle attività

■turistiche ed alberghiere, deve dare del lavoro Dove attingere i proventi? Questa è una que­stione accessoria, non è quella principale.

SOLFO. Per lei sì. per noi no.BENEVENTANO. Adesso tutte le agenzie

formano i loro programmi, adesso si comincia­no a preparare le comitive turistiche che do­vranno venire in Italia, in Sicilia.

ROMANO GIUSEPPE, Assessore alla pub­blica istruzione. Per giocare?

BENEVENTANO. Assessore Romano, mi sembra di aver parlato chiaro.

DANTE. Non vengono per questo.. BENEVENTANO. Ho detto che l’ente non deve svolgere solo questa attività, che per me è marginale. L’ente ha delle attività ben più importanti. Ecco perchè si vuole rimpicciolire la questione, ma essa ha un carattere molto -più complesso.

DANTE. Deve trattarla col Senusso, pure.BENEVENTANO. Ad ogni modo, questi

programmi sono in corso di attuazione. Sono state richieste ripetutamente informazioni ad agenzie di viaggi della Sicilia e, in partivolar modo, di Catania, circa le possibilità di coor­dinare i programmi alle attività che deve in­traprendere questo ente a Taormina, e, se si lasciano trascorrere questi mesi senza che ven­ga tracciata la direttiva e senza che l’ente ab­bia organizzato il lavoro, quelle correnti turi­stiche che avrebbero potuto confluire in Sici­

l i a potrebbero essere fuorviate. Ecco la neces­sità che il Governo dica se è disposto ad obbli­gare l’ente a dare esecuzione ad decreto.

Questi sono i termini e questo è lo scopo del- la mia interpellanza, perchè i casi sono due: o il Governo regionale ha emesso questo decre­to con piena coscienza, e allora deve avere la forza di imporsi all’ente e farlo eseguire, o il Governo siciliano non è convinto della sua po­testà di emettere questo decreto, ed allora sa­rebbe stato meglio che esso non fosse stato emesso, per la serietà stessa del Governo. Per me, questo è Un provvedimento del Governo e non dell’Assessore ; per conseguenza io atten- -do una risposta precisa e mi riservo, in sede ■di replica, di fare le mie osservazioni.' PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare lo onorevole D’Antoni per svolgere l’altra sua in­terpellanza, che è stata abbinata alla prece­dente.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare lo onorevole Beneventano, per svolgere la sua in­

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ASSEMBLEA REGIONALE) SICILIANA - — ,1221-— 27 glUgBB 1949

D’ANTONI. Onorevoli colleglli, se fui solle­cito a presentare la mia interpellanza, è pur vero che non avvertii la necessità che venisse trattata con urgenza, perchè essa aveva fini che non erano comuni alla interpellanza elei collega Beneventano, la quale credo che sia posteriore alla mia in ordine di data.

Il problema di Taormina è stato di già trat­tato da questa Assemblea. Bicordo la mozione votata il 1 settembre 1947,- che fu discussa con larga partecipazione di molti deputati dei vari settori. La mozione sollecitava l’azione del Go­verno, perchè a Taormina, che era in crisi, ve­nisse concesso un casinò per sollevarne le con­dizioni.

Quel notevole complesso turistico, che, oggi, costituisce un patrimonio di miliardi, se ve­nisse disgregato e disperso, potrebbe pregiu-, clic-are definitivamente, con gravissimo danno, rec-onomia siciliana. Questo lo spirito che ani­mò quella mozione.

Quelle preoccupazióni non sono cessate; re­stano. e si fanno più .vive, quanto più grave e incerto si fa il problema del turismo in quella zona e in tutta la Sicilia. Allora firmai la mo­zione, e non fui il solo del mio gruppo, poiché a me si unirono l’onorevole Ziino...

COLAJANNI POMPEO.... che poi è scap­pato al momento di votare. {Proteste dal cen­tro)

DANTE. Non è scappato.D'AN'TOX!.... e l’onorevole Milazzo, che fa­

cevano parte del Governo Alessi. Io espressi allora liberamente il mio pensiero come depu­tato ritenendo di esprimere anche l’idea preva­lente del mio gruppo.

SCIFO. Personale.D’ANTONI. Non dico cosa che possa essere

contestata.SCIFO. Precisiamo.D’ANTONI. Più che personale.ROMANO GIUSEPPE, Assessore alla pub­

blica istruzione, e VER BUCCI PAOLA, A s- sessore delegata ai trasporti. Allora' di alcuni del suo gruppo.

D’ANTONI. Non ha importanza. Allora, pur aderendo alla mozione, espressi una opi­nione di ordine morale e di carattere persona­le, nel senso che personalmente non solo disde­gno, ma disapprovo qualunque forma di giuo­co, senza per questo assumere il cipiglio di un Savonarola. Del Savonarola non riproduco che

il naso, ma per questo solo non vorreste asse­gnarmi alla confraternita dei piagnoni.

Con la mia dichiarazione disapprovavo, co­me disapprovo questa cattiva inclinazione.....

PELLEGRINO,. Assessore al lavoro. Questo reato, previsto dal codice penale....,

D’ANTONI. Previsto dal codice.penale, ma consentito nel regno d’Italia. Dunque, espri­mevo un’opinione dì ordine morale personale.

MARCHESE ARDUINO. Piglio .atto del « regno d’Italia ». {Commenti ironici) Tor­nerà.

DANTE. Marchese Arduino fa il notaio del­le illusioni. - •

MARCHESE ARDUINO. Tu sarai il primo a gridare « Viva il Re », tu che fai il repubbli­cano perchè ti fa comodo.

IVANTONI. Peraltro, dal punto di vista po­litico, davo parere motivato a favore della mo­zione; ma dissi che, se il mio voto era favore­vole, era pure fortemente condizionato. Ho qui il resoconto pubblicato.

Premisi allora di avere avuto sempre come una specie di orrore fisico per il giuoco d’az­zardo, e feci notare che avrei votato contro l’i­stituzione di un casinò a Taormina se tutto si fosse risolto in favore di gruppi di piccoli spe­culatori. Stasera credo utile fare questi richia­mi per spiegare le preoccupazioni che accom­pagnano la mia interpellanza. Dati i prece­denti, non potevo avere che una sola preoccu­pazione.. Desideravo, come desidero, conoscere se l’opera saggia e prudente dell’Assessore ab­bia garantito il massimo utile al Comune di Taormina e alla Regione siciliana.. Le mie preoccupazioni sono giustificate dal fatto che il provvedimento è stato emanalo da parte del Governo senza un dibattito in Assemblea — dibattito, secondo me, necessario •— poiché: di questa particolare materia era utile discutere in Assemblea per portarvi nella decisione tut­te quelle cautele che sono necessarie, al fine di assicurare le maggiori possibilità alla Re­gione.

Le nostre entrate sono molto modeste. Tut­te le entrate della Regione non superano i 18 miliardi, e, se è vero che il Comune di Venezia trae 700 milioni l ’anno dal Casinò, 700 milioni0 un miliardo per la Regione siciliana costitui­rebbero una parte notevolissima, più che note­vole, di tutte le nostre entrate. Quindi l’As­semblea ha il dovere di indagare, di conoscere,1 particolari. di (preste trattative, con tutte le

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA 27 giugno 19491225 S i

c;ònsegueùze: che no derivano. Questo è il pro­blema che si è posto e si pone dinanzi alla mia coscienza, alla coscienza di un uomo che, pur condannando il giuoco; consente eccezional­mente la'concessione di an casinò per la sola Taormina, per straordinarie esigenze d’inte­resse pubblico.

Se altri venisse a dirmi : istituiamo una ca­sa da giuoco a Palermo, a Catania, a Messina, in qualunque altro posto della Sicilia, direi sempre, no e solamente no! Ma per Taormina ho detto e ripeterò sempre sì. I l mio sì è, come ieri, un; sì condizionato a che il maggiore utile possibile sia per la Regione e non per questo o quel gruppo di privati. Su questo punto' ave­vo ed ho la necessità di conoscere i particolari della concessione fatta dall’Assessore e dal Governo regionale.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare lo onorevole Assessore al turismo ed allo spetta­colo, per rispondere a queste interpellanze.

DRAGO, Assessore al turismo ecl allo spet­tacolo. .Onorevoli colleghi, l ’onorevole Bene­ventano mi ha rivolto una interpellanza che si riferisce alla mancata attuazione del mio de-, creto assessoriale 27 aprile ed ha prospettato all’Assemblea un particolare stato d’animo che attorno a , questo decreto si era diffuso e che era stato certamente da lui percepito in ambienti esterni.

Devo riconoscere che in ordine a questo fat­to si è andata costituendo una certa tenden­za a drammatizzare là-questione ed io mi ri­prometto di ricondurla a quei termini sempli­ci nei quali mi è apparsa fin da quando vi ho rivolta, inizialmente, la mia. attenzione. E’ chiaro, però, che non sarebbe possibile, rispon­dere alla interpellanza dell’onorevole Bene­ventano senza fare all’Assemblea una esposi­zione, sia pur breve, di taluni elementi di fatto che gioveranno alla piena conoscenza della que­stione e contribuiranno, quindi, a farla sere­namente giudicare.

Io non ho la memoria delle date, che invi­dio all’amico onorevole Cali a mano, ma non credo di commettere sensibili errori riferendo che verso la fine dello scorso mese di marzo ebbi, per caso, notizie che nell’Alto Adige si stava per impiantare un casinò da giuoco. La notiza mi ha interessato ed ho voluto assu­mere informazioni dettagliate e, possibilmen­te, dirette.

Non potevo disinteressarmi di tal fatto, perchè mi era. presente un voto di questa As­

semblea che al passato governo aveva dato espresso mandato di provvedere all’incremen­to turistico di Taormina, anche mediante questa particolare iniziativa.

Assunte le mie informazioni, ha appreso che, nella provincia di Bolzano, un certo ente, fi­no allora a me sconosciuto e nella sua deno­minazione e nelle persone dei suoi rappresen­tanti, un certo Ente turistico alberghiero del­la Libia, aveva ottenuto la concessione di isti­tuire un casinò da giuoco; l’aveva ottenuto con deliberazione dell’Azienda turistica e di soggiorno di quella provincia, il cui atto — che io posso esibire all’Assemblea — era fir­mato dai suoi legali, legittimi rappresentanti : presidente e direttore.

E’ questa una copia conforme dell'origina­le, su carta intestata, scritta, mi pare, un pò in italiano e un pò in tedesco ; copia conforme rilasciata con regolare bollo e firma in data 6 marzo 1949.. Voce : Chi è il Presidente?

DRAGO, Assessore al uni bina ed allo spet­ta c o lo Leggo i nomi: M. Caini nifi - Presi­dente; Segretario _ F.to : Vincenzi. Ho volu­to approfondire quella indagine ed ho appre­so che èra sorto un vivo contrasto di interessi tra la provincia di Bolzano e quella di Mera­no. Si contendevano, queste cine provincie, il vantaggio di avere la sede del Casinò. Mi fu riferito anche che in questa contesa ed allo scopo eli comporla, il Governo regionale dello Alto Adige era intervenuto nel senso che si soprassedesse a rendere esecutiva la conven­zione già stipulata, dalla provincia di Bolza­no, per avocare la. iniziativa agli organi re­gionali ed assicurare una equa partecipazione delle due provincie in contrasto, con il pro­gramma che sarebbe stato esercitato il giuoco per alcuni mesi dell’anno a Bolzano, stazione prevalentemente estiva, e nei mesi restanti a Merano; stazione prevalentemente invernale.

Senza questo contrasto tra le due provincie alto-atesine e senza il successivo intervento di quel Governo regionale, oggi non ragionerem­mo di Casinò E.T.A.L., perchè già da tempo esso funzionerebbe in Alto Adige. (Commenti)

ÀLESSI. No, perchè non sono i privati che danno l’autorizzazione, ma lo Stato o la. Re­gione ; sarebbe come se a Palermo la desse Castellueci !

DRAGO, Assessore al Purismo ed allo spet­tacolo. Rispondo subito a questa interruzione

' Discussioni, f. 161. (500)

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a s s e m b l e a k e g io n a l e SiCiLiAiNa — ' MNc: 27 g iu g n o l!)i!)

il nostro desiderio di istituire in Sicilia taledicendo che, per quanto io sappia, anche le altre concessioni sono state date da enti loca­li con deliberazioni approvate da giunte pro­vinciali amministrative.

DANTE. Perchè non la dava, allora, il Sin­daco di Taormina?

DE AGO, Assessoie ‘al turismo ed .èlio, spet­tacolo. Questo atto di un’azienda autonoma comunale doveva, infatti, essere sottoposto a quella stessa procedura, a quella stessa appro­vazione del detto organo prefettizio, tanto è vero che nello stampato è rimasta vuota la casella predisposta così intestata : « Visto : il Prefetto dì Bolzano ».

Questa finale formalità mancava quando il Governo regionale alto-atesino intervenne per le ragioni sopradette.

Ho qui anche la copia della convenzione pre­disposta per la firma del Governo regionale alto - atesino, che per tale ramo è rappresen­tato dall'ingegnere Girardi, Assessore regio­nale all'industria, al commercio ed al turismo, Non fu firmata per il mio intervento. Non pos­so documenta] e all’Assemblea che questa con­venzione — predisposta in ogni sua parte ed in ogni suo particolare dettaglio -S abbia tro­vato, credo il plauso, ma certamente il consen­so unanime di tutte quelle autorità locali e del­le autorità regionali e, forse, di altre ancora. Prova ne sia che nessun dissenso era sorto e se ne attendeva la firma. Contrasto vi era stato solo per la sede, tra le città concorrenti, ma nessuna opposizione, che io sappia, si è avuta contro l'istituzione del Gasino.

A questo punto dicevo- • io sono interve­nuto e con una certa urgenza, facendo richia­mare il più sollecitamente possibile i rappre­sentanti dell’E.T.A.L. anzitutto perchè mi pa­reva che il voto dell’Assemblea avrebbe potu­to trovare più facile attuazione in questo mo­do. in quanto non si trattava più di concede­re alcuna autorizzazione al giuoco, come l’As­semblea peraltro, aveva deliberato dandone mandato al proprio governo del tempo, ma si trattava di accertare se era vero che questo Ente turistico alberghiero della Libia avesse tratto il suo diritto da leggi o disposizioni del­lo Stato italiano, e se era vero che con altre successive disposizioni dello Stato. l'Ente fos­se stato autorizzato a trasferire quel diritto-in territorio nazionale.

Ho conosciuto a Palermo, in questa occasio­ne. il Commissario Orlando, che io non cono­scevo prima di allora. Mi fu fatto presente che

attività ledeva gli interessi dell’Ente, poiché a Merano e Bolzano .— città frequentate da ricche correnti di turisti, città vicine alla più ricca parte del territorio nazionale, attorno alle cui provincie sono geograficamente schie­rate le più grosse, le più opulente città indu­striali d’Italia, come Torino, Genova, Milano, etc. — questa attività avrebbe fatto realizzare all’E.T.A.L., a vantaggio dei suoi scopi,, utili di gran lunga maggiori che non a Taormina, lontana dalle attuali correnti del grande turi­smo internazionale, lontana, dai ricchi centri industriali nazionali.

L’E.T.A.L. fu, pertanto, fortemente, distur­balo dall’intervento nostro, ma pensò forse che, ove fosse sorto un ulteriore contrasto, do­po quello non ancora sanato tra le due provin­cie alto-atesine, e questa volta tra la Regione siciliana e quella Alto Adige, le cose avrebbe­ro preso una tale piega da poter fare pericola­re la detta iniziativa e fece buon viso a catti­vo giuoco o, forse — e questo gli farebbe.Ono­re pensò che ad esso Ente turistico alber­ghiero, il quale aveva perduto col trasferimen­to in Italia, gran parte o quasi tutte o tutte le sue funzioni, precedentemente svolte in Li­bia, era stata affidata una nuova funzione, non meno importante di quelle precedenti, ma cer­tamente assai più nobile, cioè quella, di desti­nare i propri proventi e la propria attività al­l’assistenza dei profughi d’Africa, i quali — sia detto per inciso -— risiedono per circa il 90 per cento in Sicilia e patiscono la fame, specie adesso, in quanto lo Sfato non corri­s po n d e più quel misero sussidio che sino a. po­chi mesi or sono essi ancora percepivano.

Può darsi — dicevo — che per questa ragio­ne (e mi piace pensare che sia stato per que­sto) l’Ente turistico alberghiero della Libia, unico detentore di tal diritto sui generis, ab­bia aderito a trasferire in Sicilia anziché in Alto Adige questa attività.

Poiché molte leggende si sono andate diffon­dendo sn questo argomento e, diciamolo pure, anche sui rapporti tra il Presidente della Giun_ ta regionale e l’Assessore che vi parla, debbo dire — e non credo di commettere indiscrezio­ne, ma credo utile che l’Assemblea conosca i fatti anche nei loro dettagli — che, quando eb­bi queste notizie, ho subito compiuto il dove­re di informarne il Presidente della Regione col quale mi sono lungamente intrattenuto ad esaminare un argomento che appariva di una certa gravità. Debbo dire, con la stessa onesta

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA 1227 27 giugno 1949

franchezza, che non abbiamo trovato una sod­disfacente soluzione. Debbo aggiungere che, dopo qualche giorno, non abbiamo più parla­to di tale argomento. Si presentava allora al mio esame una situazione che vorrei tradurre brevemente in questi termini : a me appariva utile, anzi necessario ed urgente, procedere al­la istituzione del Casinò in Sicilia, pia non mi appariva possibile provvedervi facilmente e rapidamente.

Qualcuno i i ha chiesto : c’era tanta fretta? Purtroppo la fretta c’era.

Non era urgente istituire un casinò in Sici­lia perchè, evidentemente, questo era un pro­blema che poteva essere dilazionato. Prego, però, l’Assemblea di tener presente due eie- munti che hanno determinato le mie decisioni : decisioni 10 dichiaro prima per non dimen­ticarlo dopo — che ho preso di mia iniziativa e senza consultare alcun collega della Giunta regionale. Dicevo : è bene che l’Assemblea co­nosca interamente i fatti, nei loro dettagli, perchè possa trame le sue giuste conclusioni.

Su questo argomento tornerò a parlare.I due elementi che mi spinsero ad una im­

mediata decisione erano questi : primo, l ’E. T.A.L. non. voleva correre il pericolo — ed io ritenevo tale preoccupazione legittima — di abbandonare le trattative in Alto Adige e di non concluderle in Sicilia. L’E.T.A.L. aveva dei termini entro i quali perfezionare la pro­pria concessione in Alto Adige e, i termini an­davano a. scadere.

Secondo importantissimo elemento, decisivo elemento : sapevamo che 'il Governo italiano, recentissimamente, tramite il suo Ministro dell’interno, che nella occasione èra rappre­sentato dal Sottosegretario di Stato onorevole Marezza, aveva ufficialmente dichiarato alla 'Camera dei deputati —- preferisco leggere an­ziché riferire, poiché del resto è brevissimo — (seduta di giovedì 18 novembre 1948, Presiden­za Gronchi, etc. — è una dispensa degli atti

•parlamentari della Camera dei deputati — a proposito del rinnovo della convenzione per il Casinò di San Remo, che fu rinnovata poi in, data successiva a! mio decreto) « Il Governo... di conseguenza non intende revocare le con­cessioni, già accordate e non intende accorciar­ne dì nuove ». Il che significa : nessuna spe­ranza che in Italia una nuova concessione si possa più dare; ma il Governo, contrariamen­te alla richiesta di taluni deputati che avreb­bero desiderato non fosse rinnovata la conces­

sione di S. Remo, dichiara esplicitamente che rispetterà tutte le vecchie concessioni.

Signori deputati, io. osservo che la conces­sione I’ T \ I . è fra queste ultime. E’ una vecchia concessione. L’E.T.A.L. esercitava — abbiamo una larga documentazione in propo­sito, attinta anche dall’attuale Ministero ita­liano. — il gioco d’azzardo in Libia. Fu auto­rizzato da una legge dello Stato a trasferire tutte le proprie attività in Italia. Debbo, per­tanto, considerare questa una vecchia conces­sione, cioè una di quelle concessioni che il Mi­nistro dell’interno diceva che non. sarebbe sta­ta revocata.

Si presentava, dunque, una situazione ur­gente e si presentava con una estrema sempli­cità: o questa o nessuna. Bisognava, dunque, decidersi. Ed assumendo da solo ogni respon­sabilità, che ora- sottopongo al giudizio della Assemblea, ho deciso di firmare il noto decreto.

Io non vorrei tediarvi dilungandomi ancora e lo potrei fare molto, veramente molto, nel rife­rirvi tutti i dettagli, che a mio giudizio sono privi di gran valore e forse insignificanti. Mi sto sforzando, però, di riferire i fatti coh la più estrèma lealtà, con la più estrema fedeltà. Prego i colleghi della Giunta di rettificare even. tuali inesattezze, ove io possa incorrervi per di­fetto di memoria, ma non di intenzione. La no­tizia del mio provvedimento determinò, come era naturale, come era prevedibile, un eerto imbarazzo tra i colleghi della Giunta, una cer­ta perplessità da parte del Presidente. Io, per quanto riguarda la mia situazione, non poli­tica ma personale, ho dato i chiarimenti che potevo dare : ho detto che così avevo agito per­chè convinto che fosse troppo imbarazzante per il Governo regionale, nella sua composi­zione collegiale, provvedere nel senso da me considerato necessario e con la decisione da me poi adottata, mentre ritenevo che il Gover­no non potesse sfuggire a-11’obbligo di dare ese­cuzione ad un voto dell’Assemblea che troppo tempo, forse, era rimasto ineseguito. Ma ciò. può darsi, a causa delle difficoltà che si frap­ponevano alla sua esecuzione, posta nei termi­ni nei quali quel voto era stato concepito ; per- ;chè ricorderò a voi, onorevoli colleghi, che quella autorizzazione, anzi quel mandato, si riferiva ad una nuova concessione, sulla qua­le si poteva forse discutere se urtasse o no con­tro il codice penale e se, quindi, potesse rien­trare nei poteri di un corpo legislativo quale è il nostro.

Ma oggi, che attuare la volontà dell’Assem-

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA —. 1228 - 27 giugno 1919

blea era tanto più facile, tanto più semplice, tanto più agevole, mi sembrava veramente che il farlo fosse, solo per questo, una urgente ne­cessità, perchè, diversamente, io non avrei po­tuto immaginare quale giustificazione il Go­verno regionale avrebbe dato all’Assemblea che in altro tempo aveva espresso il mandato di attuare tale iniziativa che, forse, a qualcu­no, ma non a me convinto del contrario, pote­va allora apparire discutibile, in riferimento ai poteri dell’Assemblea stessa.

Quale giustificazione questo Governo avreb­be potuto dare a questa Assemblea, ove si fos­se detto che, ora che quella iniziativa era tanto più facile attuare, non lo si era fatto, venendo meno cioè alla fondamentale funzione dell’or­gano esecutivo che esegue i mandati del corpo legislativo?

Mi sembra veramente di aver agito per il meglio : posso avere sbagliato, ma ero e sono ancora, profondamente convinto di . aver agito per il meglio, nell’interesse di tutti, eseguen­do un mandato dell’Assemblea ed evitando ad altri l’imbarazzo di farlo.

Comunque la questione fu esaminata con. quella cordialità che ha sempre sottolineato i personali rapporti dei componenti dell’attua­le Giunta. Di tale cordialità, in - quésto mo­mento. più che in ogni altro, mi è gradito ma­nifestare ai colleglli i sentimenti del mìo ani­mo grato. Con piena comprensione ho esami­nato" la situazione che si era. venuta a creare in conseguenza della pubblicazione del mio decreto. Fu detto : tu Assessore sei convinto di aver emesso un decreto giuridicamente per­fetto. Lo ero e le sono ancora perchè, come ognuno di voi facilmente comprenderà, mi ero assicurato il conforto di numerosi 'pareri di giuristi egregi nei quali avevo una illimitata fiducia. Non mi ero certamente affidato alle mie modeste cognizioni in materia. Ma, co­munque. gli altri componenti della Giunta po­tevano manifestare, e qualcuno ha- manifesta­to. delle perplessità circa la efficacia giuridi­ca dei decreto da me firmato. Fu detto : sareb­be opportuno che su questo decreto che.l’As­sessore al turismo considera perfetto e confor­tato da pareri autorevoli, sia sentito il pare­re del Consiglio di. giustizia amministrativa. Tal parere non era per nulla tassativamente richiesto e ad esso non veniva subordinata la volontà del Governo, ma. poteva indubbiamen­te confortarci ancor meglio e sgombrare del tutto qualche perplessità ove taluno l’avesse avuta. Con la stessa fedeltà con la quale ho

riferito fin qui, debbo informare l’Assemblea che io non mi sono opposto a che fosse richie­sto quel parere che, quindi, è stato richiesto dalla Giunta unanime, cioè me compreso. Ero perfettamente tranquillo perchè credevo, co­me credo, in quegli altri pareri che io mi ero fatto preventivamente dare ed ero anche per­suaso che un ulteriore parere del Consiglio di giustizia amministrativa fosse utile a tutti.

Siamo, quindi, rimasti, tutti insieme, in ta­le attesa. Anche su questo si era manifestato l’accordo. Era conseguenziale, quindi, che dì accordo si attendessero i risiiltati. In questa attesa è intervenuto un fatto nuovo ; ma, pri­ma che io ve ne parli, desidero sottolineare, brevissimamente, come quello che ho finito ora di riferirvi costituisse un accordo raggiun­to fra tutti i membri del Governo e significasse, quindi, per me, una implicita solidarietà del­la Giunta, la quale veniva così, sia pure in questa attesa, ad assistermi con unanimità, perchè, se cosi non fosse stato, la divergenza si sarebbe verificata in quella fase. Sono con­vinto di non aver errato nella interpretazione di questo implicito stato di solidarietà, sia pu_ re nell’attesa di un nuovo elemento.

Che cosa è avvenuto, dopo, che ha fatto, in un certo senso, precipitare una situazione po­litica, creando mio stato di generale disagio ed il diffondersi di quello stato d’animo che vorrei definire, di perplessità, ma che è un pò più grave e del quale ha riportato l’eco in As­semblea, poc’anzi, l’òfiorevole Beneventano?

E’ avvenuto questo: la. mattina del 7 giugno mi è stato notificato dall’Ufficiale giudiziario un atto su istanza di un comitato di tre perso­ne che si era costituito, a Catania, la sera.del giorno 5- La sera del giorno 5 tre persone, a Catania, nello studio del notare Giuffrida, si costituivano in Comitato e con telegrafica ra­pidità, la mattina del giorno 7, era già stato discusso, elaborato, scritto, sottoscritto a Pa­lermo, dall’avvocato Scaduto, portato all’Uf­ficiale giudiziario, notificato nella sede dello Assessorato, il loro, fitto di. impugnativa del decreto del quale parliamo.

Queste circostanze potevano costituire non soltanto elementi di sorpresa, perchè difficil­mente accade che si costituisca un Comitato questa sera e dopodomani mattina, in un’al­tra città lontana, vi sia stato il tempo che un avvocato ed un ufficiale giudiziario abbiano già rispettivamente redatto e notificato atti del genere. Io non ho altro da -dire.

A parte la sorpresa, il fatto era grave, tan-

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA — 1229 — 27 giugno 1919

io, grave, da.determinare immediate conseguen­ze, perchè la notifica di questo ricorso pro­duceva due effetti non trascurabili. Il primo, quello di spostare l’esame del mio decreto daL la competenza della Sezione consultiva del Consiglio di' giustizia amministrativa alla com­petenza della Sezione giurisdizionale dello stesso Consiglio. Il secondo, a neh esso impor­tante, di dilazionarne l’esito, la sentenza, al­meno sino a novembre, perchè è noto che il Consiglio, come le altre magistrature, prende ora le sue ferie e non tornerà a riunirsi pri­ma della fine di novembre. Il fatto non pote­va lasciarmi indifferènte. Ciò non era nelle mie intenzioni nè nelle intenzioni della Giun­ta, credo. Comunque, certamente non era sul piano dei nostri accordi, intesi nel senso di quei rapporti che concordemente ci avevano guidato durante gli sviluppi che vi ho somma­riamente narrato, nè era prevista una così lunga dilazione.

Io non avevo inteso dilazionare tanto l’at­tuazione del mio decreto e, per giunta, sotto­porlo a sentenza. Avevo aderito a che fosse chiesto su quel decreto un parere, il quale non era obbligatorio o, comunque, non sarebbe sta­to vincolante. Il vedere bruscamente spostata, con quel tale espediente, questa competenza iajl'una al l’altra sezione del Consiglio di giu­stizia amministrativa mi ha profondamente turbato, non perchè non abbia altissimo ri­spetto e fiducia nel 'Consiglio di giustizia am­ministrativa, che pongo su un piano inacces­sibile ad ogni dubbio, considerato nelle sue due sezioni —- consultiva e giurisdizionale — , ina perchè, evidentemente, gli effetti non era­no più quelli attesi. La situazione tutta si era profondamente modificata rispetto a quella sulla quale, tutti insieme, cordialmente, ci eravamo, vorrei dire, adagiati nell’attesa di un parere.

A questo punto, dovrei rispondere agli in­terpellanti ai quali, peraltro, potrebbe sem­brare cbe io non abbia risposto ancora.

Mi domanda l’onorevole Beneventano per­chè non costringo l’E.T.A.L. a dare esecuzione al decreto, poiché ne aveva l’obbligo così co­me ne ebbe il diritto. Ma, onorevole Beneven­tano, con che mezzo si può costringere un pri­vato o un ente di diritto pubblico cbe sia, a dare esecuzione ad un decreto, dal quale na­scono degli obblighi ma anche delle facoltà, e sul quale non era un mistero per alcuno che si fosse distesa questa remora?

All’onorevole D’Antoni devo anche rispon­

dere, e domando scusa àd.entrambi se lo fac­cio un pò per inciso, non per togliere impor­tanza o rilievo alle interpellanze, poiché su entrambi gli argomenti si potrà ritornare. Non mi sembra, però, che questo sia il momen­to di discutere i dettàgli di un decreto, men­tre discutiamo ancora del decreto stesso. Se permettono entrambi i due onorevoli colleghi, proseguo nella mia esposizione. Credo, del re­sto, che il mio dovere sia quello di riferire am­piamente all’Assemblea, e quindi anche a lo­ro, perchè ciascuno possa trarne le ovvie con­seguenze.

Nata,, dunque, così come ho detto, l’attuale situazione, questa si manifestò subito, come era fatale, una situazione di imbarazzo e di disagio, per me principalmente, e un pò per tutti.

Dove risiedevano il disagio e l ’imbarazzo?Al dilà di quel che appariva, cioè dilazione

e spostamento di sede nel Consiglio di giusti­zia amministrativa.

In seno alla Giunta si era esplicitamente o implicitaaie.nle manifestata, fino a quel mo­mento, un’innegabile solidarietà poiché, da un a'parte, non si era reagito come avrebbe po­tuto anche accadere e, dall’altra, non ci si era irrigiditi come pure avrebbe potuto accadere, in quanto entrambe le parti, cioè l ’Assessore cbe aveva agito e il Collegio cbe fatalmente ne assumeva un poco la responsabilità, erano pervenute a quello cbe non è stato e non va definito un compromesso, perchè veramente ta­le non è stato, ma a' quell’indirizzo al quale si era concordato di attenersi. Verificatasi la nuova situazione, improvvisamente, brusca­mente, brutalmente, era chiaro che la mia si­tuazione nei confronti degli altri colleghi fos­se di colpo modificata, fosse stata modificata, sia pure senza colpa di alcuno dei componen­ti della Giunta, ma per fatto esterno, fatto che aveva, però, un particolare settore di sua provenienza e che non era certamente il mio. Nè io potevo prescindere dalla conoscenza di taluni elementi che già di per se stessi deter­minavano un certo imbarazzo, tanto imbaraz­zo da infrangere quella solidarietà che nel primo caso si era così spontaneamente costi­tuita e manifestata, attraverso quella intesa che a me parve, e pare anche oggi, opportuna nonché doverosa e riverente per i colleghi del­la Giunta e per il Presidente di essa. Io non avevo volato, onestamente, tentare di imporre quella che, peraltro, poteva essere definita; una mia opinione. Ho già detto come io fossi della

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA - 1230 27 giugno 1949

opinione, confortatissima da tanti egregi pa­reri, che quei decreto fosse perfetto e giuridi­camente inoppugnabile.

Era. però, non soltanto opportuno, ma cer­tamente doveroso tener conto, rispettandola, di ogni perplessità dei colleglli della Giunta su questo punto, ed insieme a loro, " solidal­mente, chiedere il parere del Consiglio di giu-, stizia amministrativa, La precedente base di intesa, purtroppo, come avvienile spesso anche involontariamente, nelle contingenze o , nei frangenti delle attività eomuneihente definite politiche, venne infranta, e questa volta non fu possibile il costituirsi di una. nuova solida­rietà che, peraltro, avrebbe forse determinato una situazione non sostenibile o per l ’una o per l ’altra e per l'altra ancora delle parti in Giunta rappresentate. Il mio imbarazzo, ono­revoli colleghi, non sorgeva soltanto dal fatto che. in questa fase, una concreta e risolutiva solidarietà non mi fu data, ma sorgeva prin­cipalmente dal fatto che la situazione, a mio avviso, era complicata da elementi che voglio considerare imponderabili, ma certo di carat­tere esterno. E con questo non intendo fare della polemica che non è mio compito, nè que­sto banco sarebbe il posto idoneo per farla, nè. del resto, è nelle mie intenzioni.

Se'così non fosse, io pensavo, un rapporto che comincia e finisce tra l’Àssemblea legisla­tiva ed il suo organo esecutivo sarebbe rima­sto chiaro.

L’Assemblea aveva dato un mandato : il Go_ verno lo aveva eseguito. Nessun imbarazzo po­teva sorgere in alcuno. Il precipitare di que­sta situazione ha, quindi, anche adombrato nel mio spirito un particolare aspetto della situazione stessa, che certamente non contri­buisce a dissipare il disagio.

Per queste ragioni e senza invocazione fina­le io debbo comunicare all’Assemblea che ho inteso risolvere per parte mia questo disagio, annunziando doverosamente al Presidente del­la Regione la mia intenzione di mettere, come faccio formalmente in questo momento, a di­sposizione dell’Assemblea quel mandato che direttamente dall’Assemblea mi era stato con­ferito. e di attendere che l’Assemblea stessa esamini la situazione e deliberi, le direttive che vorrà adottare. (Applausi dui settore in­dipendentista)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare lo onorevole Presidente della Regione,

RESTINO, Presidente della Regione. Signor

Presidente, signori deputati, a me spiace la- decisione dell’onorevole Drago, non solo per la cordialità dei rapporti che c’è sempre sta­ta e che resta riflessa, nelle dichiarazioni che egli ha fatto questa sera e che io faccio in que­sto momento, ma perchè ritengo che il proble­ma tende a slittare, così, su un piano che non è quello suo proprio e non è, comunque, il pia­no degli interessi veri dell’autonomia regiona­le siciliana, che noi, in qualunque settore se­diamo, qualunque sia la nostra particolare ideologia, qualunque siano i principi che ci dividono, avvertiamo come la legge prima del nostro operare nell’ambito degli uffici che lo ordinamento regionale ci assegna. Io ritengo che noi dobbiamo sforzarci di esaminare il pro­blema pacatamente e su un piano di responsa­bilità che ci farebbe trovare facilmente la via della soluzione. L’autonomia deve vivere — indubbiamente questo è l ’intento di tutti — nell’ambito della legalità, con un desiderio ge­loso, fermo, di rivendicare tutte le nostre at-

-tribuzioni, ma anche con una volontà ugual­mente ferma di affidare le nostre decisioni, qualunque sia lo spirito che le anima e la pas­sione da cui scaturiscono, ad atti pienamente validi nella loro efficacia e tali da garantire il prestigio degli organi a cui ne è affidata la esecuzione. Per questo, proprio per questo sen­so di responsabilità, il Governo della Regione non ritiene che bisogna saltare questa fase, che vorrei definire della ponderazione e dello esame approfondito, per arrivare immediata­mente a una fase dell’esecuzione che, badate, non sarebbe nemmeno pienamente rispondente a quella che è stata e che è; la volontà della Assemblea.

L’Assessore Drago ha richiamato la mozio­ne votata dall’Assemblea. In.quella mozione vi è. indubbiamente, una direttiva che l’orga­no esecutivo regionale deve avvertire e deve porre come meta di una sua azione; ma di una azione che sia valida a l .raggiungimento dello scopo : che può essere discusso, che può incontrare dubbi o perplessità, ma che. co­munque, è uno scopo che l’Assemblea, in un determinato momento, ha additato come fine utile da perseguire. Ma. badate, l’Assemblea — la quale, peraltro, spesso,, troppo spesso, è animata da un giusto spirito di gelosia delle sue attribuzioni e, quindi, è c a p t a nell’affida- re al Governo certi compiti — si è guardata bene dal dire allora che il Governo dovesse predisporre in questo campo atti da emettere senz’altro scavalcando, nella fase esecutiva, la

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA 1231 I H 27 giugno 1949

volontà dell’Assemblea stessa. Sotto questi ri­flessi .la risposta all’onorevole Beneventano sarebbe mólto senipliee; vorrei ricordare — ma credo che questa sia una materia che mol­ti deputati hanno in questi giorni attentamen­te riesaminato — che l’Assemblea si trovò al­lora di fronte ad un emendamento aggiunti­vo alla mozione, proposto dall’onorevole Na­poli. E quell’emendamento intendeva dire al Governo proprio questo : studia il problema, cerca di trovare le vie della soluzione, costrui­sci, un binario che possa, portare ad un deter­minato obiettivo.; ma la fase esecutiva è su­bordinata all’intervento dell’Assemblea. Nel- l ’emendamento aggiuntivo si specificava, con un riferimento tassativo, la necessità che la Commissione per la finanza — cioè un organo dell’Assemblea —- intervenisse prima ancora che il Governo deliberasse definitivamente su questa materia. E ’ vero che quest’ultima par­te dell’emendamento Napoli fu soppressa, ma ciò avvenne per una considerazione, vorrei dire, estensiva dello spirito dell’emendamento stesso: si. disse che, con quella mozione, la Assemblea, intendeva soltanto porre il proble­ma, ma non lo risolvevate che la risoluzione di esso restava di competenza dell’Assemblea belle forme che essa avesse ritenuto più oppor­tune, su proposte che potevano venire dal Go­verno. Ma, comunque, nell’efficacia esecutiva, una qualsiasi iniziativa, una qualsiasi propo­sta governativa, restava condizionata all’in­tervento dell’Assemblea.

Questo risulta chiaramente e dal testo della mozione e dai numerosi interventi che, peral­tro, non denunciano una volontà concorde, salda, sicura, ma un orientamento di maggio­ranza, il quale, nello stesso impostarsi della discussione di allora, denunciava incertezze, perplessità e, comunque, avvertiva il Gover­no della necessità di una meditazione.

Ebbene, che cosa ha fatto il Governo? Il Go­verno si è trovato di fronte ad una iniziativa dell’onorevole Drago, nata dall’impulso di rea­lizzare, assumendo direttamente responsabi­lità che. potevano anche soverchiare l’ufficio dello stesso Assessore, il voto di allora. La Giunta ha ritenuto di dovere approfondire gii elementi condizionanti lq validità di questo atto, di vedere fino a che punto esso fosse uno strumento efficace, nella sua impostazione, per raggiungere un determinato obiettivo, e si è' riservata di adottare, al momento oppor­tuno, quelle decisioni che avrebbero dovuto essere sempre sottoposte al vaglio dell’Assem­

blea regionale siciliana. Questa, nella sostan­za, l ’impostazione che il Governo ha ritenuto di dover dare al problema ; per cui le due in­terpellanze — che si richiamano Luna allo aspetto esecutivo, l’altra alla fase esecutiva, •— oggi, attravèrso la loro riunione, consento­no questa risposta, la quale, signori deputati, nasce da un senso profondo e vero di respon­sabilità. L’Assemblea esamini questo proble­ma, esamini il problema negli aspetti che so­no stati oggi sottoposti alla, sua osservazione e dica al Governo — e lo dica nelle forme va­lide ed efficaci -— quale sia la strada da segui­re e, qualunque essa sia, il Governo non po­trà che essere esecutore di questa volontà rias­sumendola nella sua. responsabilità o, comun­que, affidando ad altri l ’esecuzione di un de­liberato preciso e tassativo dell’Assemblea re­gionale siciliana.

Signori deputati, i0 non ho altro da aggiun­gere. Vorrei soltanto formulare un augurio che, credetemi, nasce da un sentimento pro­fondo, L’augurio che noi sappiamo, anche, in questa, occasione, trovare la via giusta, la via più confacente agli interessi della Regione : sappiamo trovarla — scusatemi se la. parola torna sovente in questa mia breve dichiara­zione — con senso di responsabilità. L’Asses­sore Drago ha detto esattamente : non bisogna- drammatizzare questo problema', anche se cer­t i . argomenti, quasi per una fatalità, finisco­no per diventare punti di troppo accesi con­trasti. Abbiamo tante cose da fare nei posti che ci verranno assegnati -dalla volontà della Assemblea, che deve essere la volontà del po­polo siciliano. Abbiamo compiti difficili da af­frontare. Io non vorrei, con questo, rimpiccio­lire il rilievo di questo argomento ; ma sappia­mo vederlo nella sua vera proporzione, uella sua vera essenza, senza sbandamenti nati chi improvvise passionalità che potrebbero farci sbagliare. Questo ve lo dico, non soltanto co­me Presidente della Regione, ve lo dico come uomo che crede nell’autonomia della Regione siciliana, che ritiene che essa sia ancora fer­mamente da servire e che crede che a questa autonomia bisogna saper, sacrificare imposta­zioni particolari.

Io ritengo, pertanto, che la linea, di condot­ta elei Governo non può essere che questa; una politica dell’autonomia fermamente ancorata al rispetto del diritto, nei limiti di questo di­ritto, con. una gelosa rivendicazione di tutte le nostre attribuzioni, di tutti i nostri com­piti, ma con il senso anche della piena validi­

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\SSBMBLEA REGIONALE SICILIANA 1232 27 giugno 191!j

tà dell’atto a cui debbono essere affidate le decisioni di questa Assemblea. (Applausi (Hai settore democristiano e da alcuni settori del­la destra)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare lo onorevole Beneventano per dichiarare se è soddisfatto.

BENEVENTANO. Onorévole signor Pre­sidente. onorevoli colleglli; io,, evidentemente, non posso dichiararmi soddisfatto nè delle di­chiarazioni dell’onorevole Drago nè di quelle del Presidente della Regione. Pur approvan­do l’operato dell’onorevole Drago, che io pie- munente condivido, trovo che da parte del Go­verno non c’è stata una tempestiva decisione, in quanto trovo completamente inutile l’aver chiesto il parere consultivo al Consiglio di giustizia amministrativa dopo che il decreto era stato emesso ; infatti, qualunque fosse il parere del Consiglio di giustizia amministra­tiva. la validità del decreto emesso dall’As­sessore non poteva essere inficiata. Nè, tanto meno, poteva esserlo, in seguito al parere del Consiglio di giustizia amministrativa, nè tan­to meno J'Assessore avrebbe potuto revocare il proprio provvedimento, ove il parere fosse stato negativo.

Qua ci troviamo in materia di diritto am­ministrativo. Il decreto dell’Assessore Drago aveva dato origine ad un negozio perfetto per­chè. da un lato, abbiamo la richiesta dell’en­te che chiede una determinata autorizzazione, dall’altro lato abbiamo l’organo amministra­tivo che la concedè.

DANTE. E’ una opinione.SEMINARÀ. Questa è legge, non è opinio­

ne. (Animati commenti - Richiami del Presi­dente) '■

BENEVENTANO. Quindi, l ’incontro delle volontà è perfetto e da questo nostro negozio è nato un diritto soggettivo, un diritto perfèt­to e non un diritto affievolito, in quanto il negozio stesso ha attribuito determinati dirit­ti a questo ente. I l decreto che ha emesso lo Assessore è ben differente dai decreti di con­cessione di suolo pubblico,, ma è molto simile al decreto emesso dall’intendenza di finanza o da altra autorità amministrativa che dà, per esempio, un diritto di derivazione di ac­que. Mentre il primo dà origine a un diritto affievolito, il secondo a un diritto perfetto, la cui revoca importai, da parte dell’autorità che l’ha concessa, la corresponsione di una inden­

nità; quindi qualunque fosse stato il parere del Consiglio di giustizia amministrativa, il decreto dell’Assessore avrebbe dovuto avere e continuare ad avere esecuzione.

Andiamo poi al ricorso giurisdizionale. In- tanto, pur riservando all’organo competente la decisione circa la proponibilità o meno del ricorso, che secondo me è improponibile, il ri­corso stesso, in linea giurisdizionale, non so­spende l ’efficacia del decreto amministrativo. Sino a quando il Consiglio di giustizia ammi­nistrativa. deliberando • sull’ammissibilità o meno o sulla proponibilità o meno, del ricorso, non emetta un provvedimento di sospensione del decreto, ih decreto deve avere il suo effet­to ; -quindi sia il pruno argomento sia il se­condo argomento, per me non sono validi, non giustificano i motivi per cui a questo decreto non è stata data esecuzione. Di conseguenza, in questa incertezza,del Governo, io-vedo, scu­sate, una incapacità a reggere e sorti della Regione. (Proteste dal centro - Clamori - Ri­chiami del Presidente)

DANTE. Le sorti della Regione per il Ca­sinò di' Taormina! Ma mi fàccia il favore!

BENEVENTANO II Governo, quando emette un atto deve emetterlo nella, sua pie­na efficienza — e lo deve, sapere — oppure il Governo ha emesso un atto alla leggera, e al­lora avrebbe dovuto sconfessarlo immediata­mente; non l’ha, sconfessato e, con ciò, ha fai. to propria l’efficacia elei decreto. In conse­guenza, io non posso dichiararmi soddisfattodelle dichiarazioni del Governo e mi riservo di presentare una mozione in merito. (Applausi d'ai settore monarchico)

PRESIDENTE. Ha facoltà di p-arlaie lo onorevole D’Antoni, per dichiarare se è sod­disfatto.

D’ANTONI! Signor Presidente, onorevoli colleglli, le dichiarazioni dell’onorevole Dra­go, seguite da quelle del Presidente della Re­gione, hanno fatto cadere qualsiasi interesse alla mia interpellanza, essendo venuto meno H presupposto di essa. Ormai la discussione è posta sulla validità del decreto emesso dallo Assessore. Io ritenevo che si trattasse di un decreto estremamente importante. Preoccupa­to del contenuto e della sostanza di esso, in­vocavo chiarimenti. Ma, poiché il provvedi­mento rimane nel limbo delle cose incerte, la mia interpellanza viene a perdere ogni valo­re. Comunque, l’esigenza da me rappresenta-

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA ^ 1 2 3 3 __ 27 giugno 1949

ta —■ cioè che una decisione di tale importan­za non possa essere presa senza il controllo e una deliberazione precisa dell’Assemblea —■ è stata accolta dalla parola autorevole del Pre­sidente della Regione.

Sono sempre stato geloso dei diritti di que­sta Assemblea, che non voglio impoverita, ma resa sempre più ricca di volontà e di inizia­tive.

Non devo dire altro. Non posso dichiararmi nè soddisfatto nè insoddisfatto. Di una cosa sola non sono soddisfatto, e cioè che le cose utili attendono ancora di essere fatte. (Ap­provazioni dal centro)

MONTAEBANO. Chiedo di parlare.PRESIDENTE. Ne ha facoltà ; le ricordo,

però, che il regolamento non consenie che al­tri deputati possano prendere la parola sulle interpellanze.

.MONTAI. HA NO. Non prendo la parola sul merito delle interpellanze, poiché io non sono firmatario di nessùna delle due. Sono stato, però. nell’Aula e, se non mi sbaglio, ho senti­to fare delle dichiarazioni molto gravi, sia da parte dell’Assessore che la parte del Presiden­te della Regione. L’Assessore, se non ho capi­to male, intende rimettere il suo mandato al­l’Assemblea. Quindi, credo che questa parte della questione relativa alle dimissioni dello Assessore, non sia esaurita, tranne che lo stes­so non dichiari di ritirare quello che ha detto prima.

PRESIDENTE. Non è esaurita.MONTALBANO. Ritengo che, su quanto

concerne la presentazione delle dimissioni dell’Assessore l’Assemblea debba pronunziar­si in seguito ad un dibattito e chiedo che sia fissato il giórno in cui debba aver luogo questo dibattito : se stasera stessa o nella seduta di domani.

PRESIDENTE. Evidentemente, le inter­pellanze sono esaurite. La- discussione sulle dimissioni dell’onorevole Assessore al turismo potrà aver luogo dopo che le dimissioni stesse saranno poste all’ordine del giorno.

La seduta è rinviata a domani alle ore 18 col seguente ordine del giorno :1. — Comunicazioni.2. — Esame della richiesta di procedura di ur­

genza, relativa al disegno di legge di ini­ziativa parlamentare :

« Cortese ed altri. « Istituzione dello Ente siciliano zolfi ».

'3. — Discussione dei seguenti disegni di legge :a) « Ratifica del D.L.P.R.S. 30 settem­

bre 1948, n. 23, concernente l’applicazio­ne nella Regione Siciliana della legge 18 agosto 1948, n. 1140, recante norme circa il contratto di affitto di fondi rustici e di vendita, delle erbe per il pascolo » (188) (Seguito);

b) « Nioastro ed nitri. « Impiego dei prodotti delle miniere di asfalto di Ragu­sa nelle strade della Regione » (160) ;

c) « Ratifica del D.L.P.R.S. 13 agosto 1948, n. 18, concernente la recezione del Capo 2° del P. L. 16 aprile 1948, n. 830, recante norme per i concorsi a posti di maestro elementare » (175) ;

d) « Cacaiola. « Sistemazione nei ruoli degli insegnanti elementari dei mutilati ed invalidi di guerra abilitati all’insegna-

■ mento » ( 196) :e| « Classificazione delle locande »

(Mi Ì@Ì SEI II ■■ fi) « Ratifica del D.L.P.R.S. 15 ottobre1947, n. 94,- concernente l’istituzione di lina Commissione consultiva presso la Presidenza regionale » (170) ;

g) « Ratifica del D.L.P.R.S. 30 ottobre1948, n. 27, riguardante l’applicazione nel territorio della Regione Siciliana del D. L. 24 aprile 1948, n. 588,- con aggiunte e modificazioni relative al conferimento dei posti disponibili nei ruoli della Camere di commercio, industria e agricoltura » (202) :

h) « Ratifica del D.L.P.R.S. 17 febbraio1949, n. 2, concernente la refezione scola­stica per l’anno 1948-49 » (228)) ;

i) « Ratifica del D.L.P.R.S. 17 febbraio1947, n. 1, concernènte l’istituzione di 500 corsi di scuole popolari per l ’anno scola­stico 1948-49 » (227) ;

l) « Ratifica del D.L.P.R.S. 28 agosto1948, n. 21,„ concernente l’applicazione nel territorio della Regione Siciliana del D. L.C.P.S. 27 dicembre 1947, n. 1710, e del­la legge 6 agosto 1948, n. 1095, recante norme per la concessione delle terre in­colte ai contadini » (178) ;

m) G-ermanà. « Abrogazione del decreto dell’Alto Commissario della Sicilia n. 5 - Cab. in data 2 gennaio 1947 » (146) ;

n) « Ratifica del D.L.P.R.S. 31 ottobre n. 90. concernente il divieto d’impiego di olio nella saponificazione » (104) ;

Discussioni, f. 162. (500)

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA — 1234 —

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o) « Ratifica del D.L.P.R.S. 12 giugno 1948, i l 12. concernente l'abrogazione del D L.P.R.S- 31 ottobre 1947, n. 90, relati­vo al divieto d'impiego di olio d’oliva nel­la saponificazione » (161) ;

f) Adamo Domenico. « Schema di dise­gno di legge da proporre al Parlamento Nazionale recante norme relative al terri­torio di produzione ed alle caratteristiche del vino tipico denominato « Passito di Pantelleria » (230) ;

q) « Schema di provvedimento da pro­porre al Governo Nazionale recante nor­me per il passaggio dello Stato alla Re­gione degli Uffici finanziari e delle rela­tive attribuzioni » (32) ;

r) « Riconferma del personale non di

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ruolo assunto dal Governo regionale » (155);

s) Germana. « Deroga alle norme ordi­narie circa l’impianto, e l’uso di gruppi elettrogeni di limitata potenza nel territo­rio della Regione » (143),

4 .— Dimissioni dell’Assessore effettivo ono­revole Drago Gaetano ed eventuale sosti-

. tazione. _ •

La seduta è tolta alle ore 23,05.

DALLA DIREZIONE DEI RESOCONTIIL DIRETTORE

Dott. Giovanni Morello

TIPOGRAFIA S. PEZZINO E F. - PALERMO

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ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA — 1235 — 27 giugno 1949

A llegato.

scritta ad interrogazione.

SAPIENZA GIUSEPPE. — « Al Presiden­te delta Regione ed 'all’ Assessore ai traspor­ti- -— Per sapere perchè il treno notturno 911, che da Messina va a Catania, non si ferma a S. Alessio Siculo, arrecando gravi danni non solo al Comune di S. Alessio ma a quelli di Forza D’Agrò. Limina, Antillo, Roccafiori­ta. » (Annunziata il 21 giugno 1949)

R isposta. —- « La fermata del treno nottur­no 911 alla Stazione di Forza D’Agrò . S. Ales­sio è stata disposta per il 1 luglio p. v. »(21 giugno 1949)

L’Assessore delegato Vbrducci P aola