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CCCXCIX SEDUTA (Antimeridiana) I MERCOLEDÌ 30 LUGLIO 1958 Presidenza del Vice Presidente MONTALBANO INDICE Interpellanze : (Annunzio di presentazione) . (Svolgimento) . . - . PRESIDENTE . . . . LA LOGGIA *, Presidente della Regione BOSCO . . . . . . . MACALUSO» . . . CORTESE * . . . CARNAZZA * . . . TAORMINA * . . . . . . VARVARO * ....................................................... Rag. 3229 | 3229, 3230, 3237 3230, 3237 3230, 3232 3230 3234 3235 3237, 3242 3245 1) se è a conoscenza che la Questura di Ragusa ha sospeso i comizi nella provincia e ordinato il sequestro di manifesti del parti- to socialista che denunziavano le minacce-alla pace derivanti dalle azioni militari inglesi ed americane; 2) quali provvedimenti intende prendere per porre fine alle arbitrarie misure delle questure prese in aperta violazione alle li- bertà costituzionali » (353) (Gli interpellanti chiedono lo svolgimento con la massima ur- genza) Mozione (Discussione) : C arnazza - F ranchina - T aormina. PRESIDENTE ................................................................ 3250, 3252 CARNAZZA * . . . . . . . . 3250. 3252 FKANCHINA * ................................................................ 3250 ; DE GRAZIA *, Assessore alla pubblica istruzione 3251 La seduta è aperta alle ore 9,45. COLOSI, segretario ff., dà lettura del pro- cesso verbale della seduta precedente, che, non sorgendo osservazioni, si intende appro- vato. Annunzio di interpellanza. PRESIDENTE. Prego il deputato segreta- rio di dare lettura della interpellanza perve- nuta alla Presidenza. COLOSI, segretario ff.: « Al Presidente della Regione, responsabile dell’ordine pubblico in Sicilia, per sapere: PRESIDENTE. Avverto che, trascorsi tre giorni dall’odierno annunzio senza che il Go- verno abbia dichiarato che respinge l’inter- pellanza o abbia fatto conoscere il giorno in cui intenda trattarla, l’interpellanza stessa sarà iscritta all’ordine del giorno per essere svolta al suo turno. Svolgimento di interpellanza. PRESIDENTE. Si passa alla lettera B) del- l’ordine del giorno: Svolgimento dell’interpel- lanza numero 347 degli onorevoli Macaiuso, Colajanni, Russo Michele, Marraro, Bosco, Cortese, Ovazza, Varvaro, Renda, Vittorie Li Causi Giuseppina e Tuccari al Presidente del- la Regione, « per sapere: 1) quali immediati provvedimenti intende adottare per fare ripristinare le libertà costi- tuzionali violate e di fatto abolite dalle que- sture in tutta l’Isola; Resoconti , f. 452 (700)

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  • C C C X C I X S E D U T A(Antimeridiana)

    I

    ME R C O L E DÌ 30 L U G L IO 1958

    Presidenza del Vice Presidente MONTALBANO

    I N D I C E

    In te rp e lla n z e :

    (A nnunzio di p resen taz io n e ) .

    (Svolgim ento) . . - . •

    PRESIDENTE . . . .LA LOGGIA * , P resid en te della R egione BOSCO . . . . . . .M ACALUSO» . . .CORTESE * . . . •CARNAZZA * . . . •TAORMINA * . . . . . .VARVARO * .......................................................

    Rag.

    3229 |

    3229, 3230, 3237 3230, 3237 3230, 3232

    323032343235

    3237, 32423245

    1) se è a conoscenza che la Questura di Ragusa ha sospeso i comizi nella provincia e ordinato il sequestro di manifesti del partito socialista che denunziavano le minacce-alla pace derivanti dalle azioni m ilitari inglesi ed americane;

    2) quali provvedimenti intende prendere per porre fine alle arbitrarie misure delle questure prese in aperta violazione alle libertà costituzionali » (353) (Gli interpellanti chiedono lo svolgimento con la massima urgenza)

    Mozione (D iscussione) : Carnazza - F ranchina - T aormina .P R E S I D E N T E ................................................................ 3250, 3252CARNAZZA * . . . . . . . . 3250. 3252FKANCHINA * ................................................................ 3250

    ; DE GRAZIA * , A ssessore alla pubblica is tru z ione 3251

    La seduta è aperta alle ore 9,45.

    COLOSI, segretario ff., dà lettura del processo verbale della seduta precedente, che, non sorgendo osservazioni, si intende approvato.

    Annunzio di interpellanza.

    PRESIDENTE. Prego il deputato segretario di dare lettura della interpellanza pervenuta alla Presidenza.

    COLOSI, segretario ff.:

    « Al Presidente della Regione, responsabile dell’ordine pubblico in Sicilia, per sapere:

    PRESIDENTE. Avverto che, trascorsi tre giorni dall’odierno annunzio senza che il G overno abbia dichiarato che respinge l’in terpellanza o abbia fatto conoscere il giorno in cui intenda tra ttarla , l’interpellanza stessa sarà iscritta all’ordine del giorno per essere svolta al suo turno.

    Svolgimento di interpellanza.

    PRESIDENTE. Si passa alla lettera B) dell ’ordine del giorno: Svolgimento dell’interpellanza numero 347 degli onorevoli Macaiuso, Colajanni, Russo Michele, M arraro, Bosco, Cortese, Ovazza, Varvaro, Renda, Vittorie Li Causi Giuseppina e Tuccari al Presidente della Regione, « per sapere:

    1) quali immediati provvedimenti intende adottare per fare ripristinare le libertà costituzionali violate e di fatto abolite dalle questure in tu tta l’Isola;

    Resoconti, f. 452 (700)

  • 2) in particolare, i motivi che hanno indotto gli organi di polizia di Palerm o ad invadere la Sezione «Centro» del partito comunista italiano, dove si svolgeva una riunione interna per discutere sui gravi periodi di guerra provenienti dalle azioni m ilitari degli anglo-ame. ricani nel Mediterraneo. »

    Ricordo che sullo stesso argomento che forma oggetto dell’interpellanza testé letta sono state presentate altre due interpellanze: numero 349 dell’onorevole Taormina, annunziata nella seduta del 28 luglio scorso, e numero 353 degli onorevoli Carnazza ed altri, annunziata nella seduta odierna.

    Ritiene l’onorevole Presidente della Regione di unificarne lo svolgimento?

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Onorevole Presidente non ho difficoltà ad abbinare lo svolgimento delle interpellanze nu meri 347 e 349 già annunziate. Per quanto concerne però l ’interpellanza numero 353, annunziata soltanto nella seduta odierna, che fa riferim ento al divieto di affissione di un m anifesto da parte della Questura di Ragusa, senza specificazione del comune in cui tale m anifesto si sarebbe dovuto affiggere, non ho gli elementi di fatto per rispondere; potrò solo tra tta re del problema in generale.

    BOSCO. Allora è meglio non abbinarla; il Presidente della Regione risponderà quando avrà notizie più precise.

    PRESIDENTE. E allora, se non sorgono osservazioni, lo svolgimento delle interpellanze numero 347 e numero 349 è abbinato.

    Dò pertanto lettura dell’interpellanza numero 349 dell’onorevole Taormina al P residente della Regione « circa la illegalità commessa dagli organi di polizia, in occasione di una riunione tenuta dagli aderenti al partito comunista, avente per oggetto il problema della pace.

    La illegalità, commessa con particolare b ru talità, della quale è responsabile l’onorevole interpellato, nella sua qualità di Presidente della Regione, ai sensi dell’articolo 31 dello Statuto, non è marginale, ma sovverte, con il diritto comune, anche fondamentali principi costituzionali e produce, quindi, uno stato di allarme pienamente giustificato. »

    Ha facoltà di parlare l ’onorevole Macaiuso per illustrare la interpellanza numero. 347, della quale è primo firmatario.

    MACALUSO. Abbiamo interpellato il P residente della Regione, in un momento particolarm ente drammatico per la vita politica nazionale in rapporto ai fatti che si svolgono nel mondo, perchè informi l’Assemblea sullo stato dell’ordine pubblico in Sicilia, del quale egli è responsabile, a norma dell’articolo 31 dello Statuto. Chiediamo cioè, se tu tti i provvedim enti che le questure e le prefetture hanno adottato in questi giorni e continuano ad adottare, sono giustificati non solo in rapporto alla lettera ed allo spirito della Costituzione e dello Statuto, ma anche in rapporto alla realtà dell’ordine pubblico in Sicilia. Vorrem mo sapere quali atti concreti hanno minacciato l’ordine pubblico, tanto da indurre i prefetti ed i questori ad adottare provvedimenti eccezionali. A noi non risulta che siano avvenuti fatti di gravità tali da giustificarli. Certo, di fronte ad una grave situazione internazionale che m ette in pericolo la pace, l’opposizione —- ritengo— ha il diritto di fare conoscere alla pubblica opinione la propria posizione. Il Governo su queste questioni ha una sua posizione e la fa conoscere a centinaia di migliaia di ascoltatori, la diffonde, ne fa ampia propaganda, soprattutto attraverso la radio e la televisione, strum enti di propaganda, questi ultimi, che non vengono messi a disposizione anche dell’opposizione.

    Ora, noi abbiamo una posizione diversa da quella del Governo per cui riteniamo di avere il dovere di informare l’opinione pubblica sullo stato della situazione internazionale, sui pericoli provocati, particolarm ente nel Medi- terraneo, a seguito dell’aggressione degli angloamericani. Riteniamo che la Sicilia, per la sua posizione nel Mediterraneo, vada considerata con particolare attenzione. E ’ questa la richiesta che noi abbiamo fatta. Richiesta legittim a (si leggano tu tti i m anifesti del P artito comunista, del Partito socialista e delle organizzazioni sindacali). Che cosa dicono questi manifesti? Che è in pericolo la pace. Ed i prefetti ed i questori quali conseguenze traggono da questa affermazione? Che si crea così un allarme ingiustificato. Ma ci sono i giornali, migliaia di giornali di tu tto il mondo —- e non sono di parte nostra — che parlano di questi pericoli.

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    Invece l’opposizione non ha avuto e non ha la possibilità di parlare, di discutere, di informare, di dire la propria opinione; e così, di violazione in violazione, siamo arrivati ad una sospensione totale delle libertà costituzionali. I manifesti vengono defìssi dalle questure, come è avvenuto a Palermo, a Catania e in tu tte le altre province. Quando si chiede l’autorizzazione per tenere un comìzio, viene negata per motivi di ordine pubblico, anche se già la Corte Costituzionale h a . chiarito che i motivi di ordine pubblico per cui si negano le autorizzazioni, debbono essere comprovati dalle questure. Queste, invece, non motivano affatto, limitandosi al generico motivo dell’ordine pubblico. I prefetti, in v irtù dell’articolo 2 della legge comunale e provinciale, sono arrivati a disporre il sequestro di volantini e m anifesti nelle tipografie, prima che venissero consegnati alle organizzazioni che ne avevano ordinata la stampa. Ciò costituisce un chiaro, grave e palese abuso da parte dei prefetti i quali hanno così disconosciuto la sentenza della Corte costituzionale secondo la quale per la diffusione e l ’affissione di m anifesti non è necessaria alcuna autorizzazione preventiva da parte delle questure o delle prefetture.

    Si sono verificati inoltre fatti gravissimi con il fermo di persone che diffondevano questi volantini e di attacchini, senza che ciò fosse previsto da alcuna legge. Abbiamo visto a ttacchini condotti nelle caserme dai carabinieri, passarvi una notte e magari essere rilasciati all’indomani sènza che contro di loro sì fosse potuto procedere a denuncia perchè nessun reato avevano commesso; è questo un abuso grave, evidente, da parte delle autorità prefettizie e delle questure. A Caltanissetta, il Questore ha fatto defiggere le copie de « L’Unità » e dell’« Avantiì »: anche i giornali, dunque, che vengono normalmente venduti e diffusi, hanno subito la stessa sorte dei manifesti. Con ordinanze prefettizie sono state tolte financo le bacheche per impedire che vi si affiggessero i giornali dell’opposizione. Noi riteniamo che percorrendo questa strada non si può sapere dove si va a finire; certamente si arriverà fino al grottesco. E così a rriviamo ai fatti di Palermo, della sezione Lo Sardo del Partito comunista italiano.

    La federazione comunista di Palermo aveva chiesto alla Questura l’autorizzazione per tenere un comizio durante il quale avrebbe parlato l’onorevole Varvaro. L’autorizzazione

    è stata negata per motivi di ordine pubblico, non comprovati. La federazione comunista, allora, in base ad una recente sentenza della Cassazione a sezioni riunite, ha indetto una assemblea nei locali della sezione collocando degli altoparlanti all’interno, che diffondevano la voce fuori della sezione. E’ stato, onorevole Presidente, molto ben chiarito dalla sentenza della Cassazione che una assemblea indetta in locali chiusi anche se aperti al pubblico, pur se si fa uso di altoparlanti, non ha bisogno di alcuna autorizzazione da parte della Questura. Ma il Questore di Palerm o si è recato dal Procuratore della Repubblica ed esponendo il falso (per quello che ne sappiamo, avendo conferito con lo stesso Procuratore della Repubblica) e cioè che i dirigenti comunisti avevano fatto sapere che, nonostante il divieto, avrebbero ugualm ente tenuto il comizio, ottenne un mandato di sequestro degli altoparlanti collocati all’interno della sezione. La informazione era evidentemente falsa in quanto, dopo il divieto del comizio dell’onorevole Varvaro, la federazione comunista ave" va fatto conoscere alla Questura che si sarebbe tenuta una assemblea aperta al pubblico, secondo le norme della Costituzione, secondo la sentenza della Corte costituzionale e le sentenze della Cassazione a sezioni riunite. Il Questore di Palermo si è servito del mandato per sfondare la porta della sezione, per sequestrare gli altoparlanti e non farci parlare. Onorevole Presidente, noi ci chiediamo: perchè mai non si,può parlare? Perchè mai, se la politica governativa è giusta, se riflette gli interessi del popolo, il Governo si preoccupa delle tesi sbagliate che noi esponiamo al popolo? Gli è, onorevole Presidente, che non si tra tta di preoccupazione per l’ordine pubblico. Il m inistro Tambroni ci suggerisce infatti di tenere le riunioni nei cinema —- e lei, onorevole La Loggia, fa segni di assentimento...

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Nei teatri.

    MACALUSO. Esatto nei teatri; e noi abbiamo tentato di farlo; ma il Sindaco di Palermo — un democratico di antico pelo, come il signor Lima, che ha concesso sempre il teatro Politeama per tu tte le manifestazioni — quando la Camera del lavoro ha chiesto tale teatro per tenervi un’assemblea, non lo ha concesso. I proprietari dei cinema, onorevole

  • Presidente, sono stati tu tti amorevolmente invitati dai questori e dai prefetti a non concedere le sale per assemblee indette dall’opposizione. Nella provincia di Caltanissetta, domenica scorsa, abbiamo avanzato sette richieste ad a ltrettan ti proprietari di cinema, che hanno sempre concesso i locali per le nostre manifestazioni; ma ci hanno risposto che per quella domenica non potevano. Abbiamo saputo che il Prefetto aveva loro amorevolmente fatto conoscere che non gradiva alcuna assemblea in locali chiusi. E quindi, noi non dovremmo parlare nè in luoghi aperti, nè in luoghi chiusi.

    A Palermo, per esempio, un proprietario di cinema ci ha risposto che, essendo il suo locale chiuso per il periodo estivo, non poteva riaprirlo perchè, in base ad una norma di pubblica sicurezza, era prim a necessario che la questura riconfermasse la agibilità della sala. La questura naturalm ente non dà la r i conferma e quindi praticam ente ci m ette nell’impossibilità di parlare. Quindi, onorevole Presidente è una gesuitica menzogna quella del m inistro Tambroni, che ci invita a parlare nei teatri e nei cinema, perchè le questure hanno diffidato — illegalmente, ma lo hanno fatto — i proprietari dei cinema e dei teatri a non concedere le sale cinematografiche ai partiti, dell’opposizione; il che conferma che la vera preoccupazione è quella che il popolo sia informato dello stato delle cose e lo sia in m aniera diversa da come lo informa la radio ed i commentatori della televisione. Noi protestiamo e diciamo al Presidente della Regione, che ne ha la responsabilità, di fare ripristinare le libertà democratiche di fatto abolite in Sicilia; perchè, non solo non ci danno più autorizzazioni per comizi nei quali tra tta re i problemi della pace, ma le organizzazioni sindacali non possono più discutere dei problemi sindacali ed i deputati non possono più parlare agli elettori per riferire sulla loro attività parlamentare.

    E da ciò si nota quanto fragile sia la coscienza democratica, di questi governi, che al primo vento sospendono l’esercizio delle l i bertà costituzionali e democratiche. Onorevole Presidente, la Sicilia ha un posto im portante nel M editerraneo; noi siamo interessati allo sviluppo democratico dei popoli del Medi- terraneo; noi non siamo certam ente in teressati al perm anere di regimi tirannici, che i popoli vanno via via distruggendo nel vicino

    Oriente. Noi siamo interessati allo sviluppo economico e sociale di questi paesi; allo scambio commerciale, all’intrecciarsi di rapporti culturali fra la Sicilia e questi paesi. Ecco che cosa avremmo voluto dire nelle assemblee, nei comizi. Noi avremmo voluto porre il popolo in condizione di giudicare se la politica giusta è quella del Governo o quella che noi indichiamo.

    Noi avremmo voluto m anifestare anche la nostra solidarietà con i popoli arabi, in lotta per la propria indipendenza nazionale, per lo sviluppo economico e sociale; a meno che i provvedim enti che ci hanno impedito di p a rlare non abbiano il significato di una vasta solidarietà del Governo verso le monarchie tiranniche, verso gli sceiccati servili, verso le compagnie petrolifere, che sfruttano i popoli del Medio Oriente, così come tentano, del resto, di sfru ttare la Sicilia attraverso le concessioni petrolifere.

    Forse avremmo parlato anche di questo, onorevole Presidente, e avremmo detto che il Marocco, dopo che ha conquistato l ’indipendenza, ha stipulato un accordo petrolifero con l’E.N.I., in v irtù del quale il 75 per cento del prodotto viene ceduto al Marocco ed il 25 per cento all’E.N.I., rovesciando completamente il rapporto da voi instaurato fra la Sicilia e la G ulf Oìl. Il che significa che noi abbiamo sposato determ inati interessi, determ inate solidarietà è voi non volete che ne parliamo al popolo, nell’interesse della Sicilia e dei popoli del M editerraneo. Una cosa è certa, comunque, che la storia non sarà ferm ata dai divieti della polizia. La storia va avanti e travolge tu tto il vecchio mondo. Voi vi siete posti a d ifesa del vecchio mondo arabo, travolto dalle forze nuove; noi, anche in questa occasione, da questa tribuna esprimiamo invece la nostra solidarietà con le nuove forze nazionali demo ■ cratiche del popolo arabo, con il quale vogliamo in trattenere rapporti di amicizia e di collaborazione. (Applausi dalla sinistra)

    BOSCO. Chiedo di parlare.

    PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

    BOSCO. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, in riferimento ai fatti avvenuti in questi giorni non soltanto in Sicilia, che ci interessano direttam ente, ma in tu tta Italia, in

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    ordine alle repressioni di carattere poliziesco contro ogni tentativo delle forze di opposizione di liberam ente m anifestare il loro pensiero per i ben noti avvenimenti del Medio Oriente, abbiamo purtroppo letto le gravi dichiarazioni fatte al Parlam ento nazionale dal Ministro degli interni. L ’onorevole Tambroni ha ritenuto di giustificare le disposizioni im partite alle forze di polizia — disposizioni che a n cora m antiene — con l’artificiosa ragione che l’ordine pubblico viene in questo momento turbato in Italia da coloro che manifestano il proprio dissenso per gli eventi provocati da determ inate potenze che, per quanto alleate dell’Italia, hanno comunque determinato con azioni di forza e di sopraffazione colonialistica un turbam ento notevole nella situazione internazionale.

    Noi però abbiamo il diritto, a norma dello articolo 31 del nostro Statuto, secondo il quale il Presidente della Regione provvede al m antenimento dell’ordine pubblico a mezzo della polizia dello Stato, di chiedere spiegazioni all’onorevole La Loggia sull’adozione di determ inati sistemi in Sicilia e perchè mai questa pretesa turbativa dell’ordine pubblico viene repressa con disposizione del Ministro dell’interno m entre la deroga dei poteri di polizia da parte del Presidente della Regione è prevista tassativam ente soltanto in pochi casi di natu ra eccezionale. Difatti l ’articolo 31 comma II dello S tatuto dice : « Tuttavia il Governo dello Stato potrà assumere la direzione dei servizi di pubblica sicurezza a richiesta del Governo regionale congiuntamente al Presidente dell’Assemblea, e, in casi eccezionali, di propria iniziativa quando siano compromessi l’interesse generale dello Stato e la sua sicurezza. » Quindi ritengo che il P residente della Regione dovrebbe chiarire se in questa occasione ha richiesto, congiuntamente al Presidente dell’Assemblea, l’intervento del Governo centrale per la repressione della presunta turbativa dell’ordine pubblico. E ’ evidente che i casi eccezionali a cui si riferisce l’articolo 31 dello Statuto non sussistono assolutamente; invece sussiste una vera e profonda turbativa nell’animo e .nella coscienza popolare determ inata proprio dalle azioni sopraffattrici della politica del Governo centrale (o del governo regionale, se tali poteri ha r itenuto di usare) perchè le gravi violazioni delle libertà costituzionali, tanto gravi come mai nel periodo repubblicano si erano verificate,

    nemmeno nel periodo di più stretta marca scelbiana, hanno veram ente turbato l’animo di tu tti coloro che indubbiamente vedono nel rispetto della Costituzione, soprattutto e p rincipalmente da parte del Governo, la suprema garanzia della libertà. Onorevole La Loggia, a Catania il Partito socialista italiano aveva predisposto un manifesto che si limitava a inneggiare alla pace e ad esporre il proprio dissenso sugli eventi nel Medio Oriente che hanno turbato la politica internazionale, senza peraltro entrare nel merito specifico di tali eventi. Ebbene, questi manifesti sono stati sequestrati presso la tipografia, impedendosi in tal modo ad un partito legalmente riconosciuto che opera nell’ambito della Costituzione, per l’attuazione della quale si è sempre battuto, di potere manifestare il proprio pensiero, la propria espressione di volontà in questa grave congiuntura internazionale che colpisce interessi della Nazione italiana e della Sicilia in particolare. Ritengo non sia superfluo ricordare che in occasioni simili, quando cioè avvennero determ inati fatti in Ungheria, sui quali il Partito socialista espresse il dissenso anche, a mezzo di manifesti, nè il prefetto, nè la polizia, nè il Ministro dell’interno, nè il Governo, nè l’onorevole La Loggia pensarono di impedire l’espressione di tali dissensi o l’affissione di manifesti.

    E ’ evidente quindi il contrasto tra l ’azione del Governo ili quella congiuntura e nella presente per cui chiaramente se ne deduce che il Governo non m ira a salvaguardare lo ordine pubblico. E’ da notare, peraltro, che in occasione dei fatti d’Ungheria l’ordine pubblico fu veram ente turbato da determinate organizzazioni estremiste che presero lo spunto per rivangare logore polemiche contro le sinistre; in questa occasione invece si tra tta va soltanto di pacifiche manifestazioni di volontà per il mantenimento della pace nel mondo e, quindi, in Italia, impedite dalla polizia, certam ente per disposizioni precise del Governo centrale e regionale. Onorevole La Loggia, questo estremo zelo oltranzista alcune volte cade veram ente nel ridicolo ove si pensi che in questi giorni sono state addirittura vietate manifestazioni di carattere culturale come quella di un cittadino svedese che doveva tenere una conferenza in un locale chiuso di Roccamena su problemi di carattere sociale del suo Paese. Ciò è avvenuto in virtù dì una interpretazione veram ente originale della leg

  • ge italiana in base alla quale ad un cittadino straniero non sarebbero garantiti determ inati diritti; per cui potrebbe, come paradosso, verificarsi che un musicista straniero, che venga ad esibirsi in concerti in un qualnuque locale italiano, ne sia impedito perchè straniero. E noi abbiamo considerato l’episodio della sezione Centro del partito comunista di Palerm o come lui fatto veram ente inaudito ove si consideri che si è arrivati a violare la libertà di tenere delle conferenze in locali chiusi anche se con la capziosa giustificazione che gli altoparlanti istallati potevano diffondere i discorsi all’esterno.

    Noi affermiamo, onorevole Presidente, che vogliamo fare oggi nè più nè meno di quanto si fa in tu tto il mondo. E non solo nei paesi neutrali come l’India, ma nella stessa Inghilterra e in America dove le masse popolari hanno protestato, sono scese in piazza, per m anifestare un loro preciso orientamento. In I ta lia invece, che tra le nazioni interessate è la prima a poter essere colpita, viene impedito che le masse popolari, che i partiti organizzati nell’ambito della Costituzione, possano esprimere liberam ente il loro pensiero. L’oltranzismo della democrazia cristiana, dello onorevole La Loggia (se l’onorevole La Loggia ha le sue responsabilità) o del Governo centrale non può, onorevole Presidente, impedire la libera manifestazione popolare. Noi affermiamo con fermezza che non possiamo assolutamente subire supinamente le violazioni continue della Costituzione e della libertà dei cittadini, le violazioni di quella costi- zione per la quale lottarono gli uomini m igliori d ’Italia, per la quale si è dovuto abbattere una d ittatura che per un ventennio aveva soppresso ogni libertà. Ed è veram ente strano che oggi si cerchi di ripristinare in Italia quei metodi contro i quali si lottò duram ente e contro i quali molti ebbero a sacrificarsi. Noi diciamo con fermezza e con senso di responsabilità, onorevole La Loggia, che è bene, come insegna la storia, che i dittatori o coloro che si atteggiano o aspirano a diventarlo stiano in guardia perchè verrà il giorno in cui essi saranno severamente puniti dal popolo, il quale non può accettare che le libertà costituizio- nali siano violate sol perchè al Governo non piace una determ inata iniziativa che nel caso in ispecie salvaguarda la pace contro l ’offesa che ad essa viene recata da potenze im perialiste. (Applausi dalla sinistra)

    CORTESE. Chiedo di parlare.

    PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

    CORTESE. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, l’onorevole Macaiuso e l’onorevole Bosco hanno diffusamente tra tta to la questione delle violazioni delle norme di ordine pubblico da parte dei prefetti e dei questori in Sicilia e l’onorevole Colajanni, nel d ibattito sul bilancio, ha avanzato precisi riferim enti alle responsabilità statu tarie del Presidente della Regione. A me brevem ente incombe l ’obbligo di denunziare e di sottolineare la grave situazione dell’ordine pubblico nella provincia di Caltanissetta, dove abbiamo un prefetto — che fra pochi mesi sarà collocato in pensione — il quale agisce come può agire un prefetto politico forse in attesa che l’onorevole Fanfani lo nomini ispettore presso qualche zona particolarm ente depressa dell’Italia meridionale. Perchè, col costume che la Democrazia cristiana ha instaurato in Italia, i posti da occupare, gli incarichi da assolvere, possibilmente retribuiti, sono sempre affidati o a ex deputati democratici cristiani o a fun zionari — come potrebbe essere il Prefetto dì Caltanissetta — particolarm ente devoti non allo Stato, ma alla maggioranza governativa. Questo Prefetto, nel corso di cinque giorni, ha emesso ben sette ordinanze; addirittura, ha ordinato di sequestrare un volantino autorizzato dalla Questura dieci giorni prim a e già diffuso. Le motivazioni sono sempre uguali: tu tela dell’ordine pubblico turbato, tentativo di diffondere notizie false, equivoci riferim enti alla situazione internazionale.

    In fondo, onorevole La Loggia, si è detto male del regime.

    Questa è, a nostro parere, la motivazione generale perchè i decreti di tu tti i prefetti sono uguali fra loro; fatta salva la capacità dei prefetti della Repubblica, specialmente di quelli della Sicilia, la motivazione è standardizzata e si addice di più ad un regime che non ad uno stato democratico repubblicano, in cui vige una costituzione.

    Il Prefetto di Caltanissetta ha fatto inoltre sequestrare L ’Unità presso il competente ufficio comunale per evitarne l’affissione; ha proibito i comizi, ha esercitato pressioni nei r iguardi delle tipografie ed ha svolto tu tte le azioni tendenti a lim itare la libertà alle forze

  • politiche di opposizione, protese — come egli assicura nei suoi decreti a pioggia — ad in gannare la pubblica opinione. Se il Prefetto ed il Questore di Caltanissetta avessero assunto più precise informazioni sull’ordine pubblico nella provincia sarebbero venuti a conoscenza di circostanze che possono veram ente turbare l ’ordine pubblico, come i legami di certi uomini politici con le forze mafiose della provincia; avrebbero così veram ente tu te lato l’ordine pubblico,, invece di perseguire giovani di quindici anni che portavano un volantino inneggiante alla pace o persona che, anche in contraddittorio, intendevano parlare dei problemi della pace nel Medio Oriente. La federazione comunista di Caltanissetta ha inviato una lettera al Comitato provinciale della democrazia cristiana di Caltanissetta invitandolo ad un pubblico dibattito sulla valutazione governativa e democratica cristiana e su quella dell’opposizione socialista e com unista in merito ai fatti del Medio oriente. Questo invito, mi pare, può ritenersi indice di una condotta costituzionale e democratica, ma non è stato assolutamente accettato.

    Io mi associo, quindi, a quanto ha detto lo onorevole Macaiuso. Il Presidente della Regione deve assumere l’impegno preciso di r i stabilire le libertà democratiche, la facoltà di tenere i comizi, di diffondere la stampa, fermo restando all’autorità giudiziaria il compito di perseguire quei reati in cui incorressero gli oratori o gli uomini responsabili della re dazione dei manifesti. Occorre cioè comprendere che il partito comunista ed il partito socialista in Sicilia, in una zona cioè molto vicina al Medio Oriente, non potevano derogare alla loro funzione di informazione del popolo siciliano sui pericoli derivanti anche perla vicinanza, da un focolaio di guerra. D’altro canto, occorre anche dire che i comunisti e i socialisti siciliani, in virtù dell’autonomia re gionale, hanno il diritto di chiedere al P residente della Regione, che ne ha i poteri, che in Sicilia le eventuali azioni allarmistiche o le eventuali violazioni dell’ordine pubblico siano valutate da lui e non dai vari prefetti della Repubblica, i quali non possono agire su ordini telegrafici del m inistro Tambroni, ma devono quanto meno informare il Presidente della Regione e sentirne il parere.

    Qccore, dunque, accertare le responsabilità. Valuteremo quanto ci dirà in proposito il P residente della Regione.

    CARNAZZA. Chiedo di parlare.

    PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

    CARNAZZA. Signor Presidente e signori deputati, già sull’articolo 31 dello Statuto ampia discussione si è svolta in questa Assemblea e non pare che il Presidente della Regione abbia mai voluto chiaramente decidere quali siano in realtà ì limiti della sua azione.

    Per tu tto ciò che riguarda le violazioni delle libertà costituzionali, noi siamo in presenza o di una culpa in negligendo o di una abdicazione di potere o di una responsabilità diretta. Ed appunto su questo noi chiediamo al P residente della Regione precise informazioni e chiediamo ancora perchè si perm etta in tu tta la Regione — le denunzie che qui si sono succedute non danno luogo ad alcun dubbio — dì violare impunemente la libertà di parola e la libertà di pensiero come è accaduto a P a lermo, come è accaduto a Caltanissetta, come è accaduto a Catania, come è accaduto a Ragusa, dove è stato ordinato il sequestro di un manifesto del Partito comunista che chiedeva si promuovesse una campagna per la pace, in tesa a scongiurare il pericolo di una apocalittica guerra atomica; a Ragusa dove, tra l’altro sono stati anche impediti i comizi. Ora a questo punto noi abbiamo il diritto di chiederci fin dove giungano le responsabilità del Presidente della Regione al quale in Sicilia sono demandate le funzioni di tutela dell’or- dine pubblico. Ed abbiamo il diritto dì chiederci se, per avventura, le misure poliziesche piuttosto che tutelare l ’ordine pubblico non diventino motivo di turbam ento dell’ordine pubblico; abbiamo il diritto dì chiederci se noi, Nazione democratica, possiamo perm ettere che in nome della democrazia vengano costantem ente violate le nonne fondamentali che costituiscono la base salda ed il fondamento di ogni democrazia. Voi, io penso, in occasione così gravi e così paurose come queste che mettono a repentaglio la pace nel mondo, non dovete vietare che si muova la grande arm ata pacìfica degli uomini liberi e dei lavoratori per apportare un saldo contributo al m antenimento della pace.

    Io ritengo che la responsabilità degli uomini di governo consìste non soltanto nel m andato giuridicamente ad essi affidato, di cui il Presidente della Regione in questo momento è, o dovrebbe essere, espressione, quale re-

  • n i L e g is l a t u r a CCCXCIX SEDUTA 30 L u g l io 1958

    sponsabile dell’ordine pubblico, ma soprattutto nel m andato umano, universale che guida gli uomini laddove sìa in pericolo il vìvere civile, laddove sia in pericolo il fondam entale valore dell’esisten'/a e dei valori supremi della vita dell’uomo. Là è necessario che gli uomini dì Governo e gli uomini della opposizione, gli nomini responsabili e coscienti difronte all’um anità ed alla libertà si muovano a difesa di questi valori fondamentali. Non dovete ordinare le cariche di polizia contro gli uomini che chiedono i loro diritti, che intendono apportare un contributo alla pace sia per la Sicilia, che per la Nazione tu tta. Quale significato morale e polìtico ha il divieto di tenere comizi per rendere chiari i motivi che m ettono in questo momento in grave pericolo l’ordinamento e requìlibrio del mondo? Equilibrio del quale noi certam ente facciamo parte e nel quale giochiamo un ruolo di non scarsa im portanza, anche se è vero che nella situazione in cui ci troviamo non sia possibile tener conto di una gerarchia di valori nel m antenim ento di questo equilibrio. La verità è che siamo tu tti egualmente interessati per la nostra Regione e per la Nazione, che nel M editerraneo hanno una funzione politica fondamentale e millenaria.

    Io non mi rendo conto come da parte nostra si possa rinunziare ad indicare chiaram ente ai siciliani ed al Paese il nostro compito in questo fvagente, e non soltanto il compito dei socialisti e comunisti, onde apportare un notevole contributo per la eliminazione di questi focolai di guerra. Ora a noi sembra, onorevoli colleghi, che dopo tu tte le denunzie che sono state fatte, non molto rim anga da dire, non già perchè possa ritenersi esaurita la nostra recriminazione per un così grave procedere, ma perchè non possiamo di certo muoverci su una im palcatura di parole. Noi non possiamo far perdere alla Nazione la fede e la fiducia nella democrazia, attraverso il costante perpetrarsi di una fredda violenza che deriva da un costume falsamente democratico, perchè democrazia significa controllo diretto del popolo, perchè democrazia significa innanzi tu tto espressione delle masse popolari nelle decisioni fondamentali per la vita del paese; non può la democrazia consentire che un questore o un prefetto, nella loro cecità politica o per imposizione ministeriale o dello stesso Presidente della Regione arrivino ad eccessi del tipo di quelli di cui si è parlato. P e r

    tanto, onorevole Presidente della Regione, io ritengo che Ella debba fornire all’Assemblea i chiarim enti che l’Assemblea le chiede. Ormai siamo in presenza di fatti veram ente gravi, troppo gravi. Io ricorderò che già altra volta dicemmo che non si trattava, in realtà, della persona dell’onorevole La Loggia o di altro Presidente della Regione, ma di un metodo, di un costume che incomincia ad abusare della pazienza dei lavoratori e di tu tti gli uomini liberi. Noi, anche in occasione delle tristissime vicende di Comiso, protestammo energicamente per l’abuso commesso dal Questore così come ora facciamo. In quella gravissima circostanza perde la vita un bracciante di Comiso. E il Presidente della Regione sa che da diversi mesi un membro di questa Assemblea è tra ttenuto in carcere appunto perchè chiedeva il rispetto dei diritti e perchè una carica forsennata della polizia provocò una reazione popolare. L’onorevole Jacono e molti a ltri lavoratori attendono che finalmente, nonostante le pastoie procedurali, si giunga a far crollare una m ontatura creata a seguito di quegli avvenimenti. Ho voluto ricordare che proprio allorché i questori agiscono in modo non del tu tto responsabile avvengono le violazioni della legge: infatti, si verifica proprio un invito a violarla nell’attimo stesso in cui la questura, con la propria azione, provoca tafferugli o movimenti che possono addirittu ra assumere un aspetto insurrezionale. Ma come voi potete pensare, onorevole Presidente della Regione, di tu telare l’ordine pubblico in Sicilia quando si dispone una irruzione di polizia in una sezione del Partito comunista a Palermo, quando si ordinano sequestri, si effettuano degli arresti? Poteva proprio in quella occasione accadere che i lavoratori, non dico legittimam ente, perchè non è mai legittimo ciò che va contro la legge e contro la Costituzione, rispondessero con azioni di. enorme gravità. E di ciò sarebbero stati responsabili non i comunisti, onorevole Presidente della Regione; noi sappiamo bene che di ciò sarebbero stati e sono in ogni caso responsabili coloro che vogliono sopraffare la legittima aspirazione di tu tti di esprimere le proprie opinioni nei lim iti sanciti dalla Costituzione. Noi sappiamo che là dove si verificano fatti di questo genere, i responsabili siete voi che, a ttra verso circolari e cavilli procedurali, a ttraverso un freddo metodo di soffocamento, create la reazione che trasform a in un reato — ed è

  • questa la crudeltà e la viltà del metodo — un diritto che, conculcato, esplode violentemente come esplode qualsiasi forza compressa. Ond’è onorevole Presidente della Regione che ancora una volta, a nome del Gruppo socialista e di quella idea, che noi qui rappresentiamo, io chiedo alla Signoria Vostra una spiegazione perchè questi metodi hanno varcato ogni limite.

    Gli uomini si muovono ed è giusto che il loro movimento che tende alla pace non venga arrestato; noi pensiamo che nel momento in cui le masse popolari risolvano i loro p ro blemi, risolvono i problemi della Nazione e di tu tta l’um anità e si determ ina una tra sformazione della società ed un passaggio di poteri nèH’ambito della legge, nell’ambito della democrazia, nell’ambito della giustizia. Da parte nostra nulla è stato mai trascurato perchè questa trasformazione della società avvenga senza scosse telluriche e senza gravi ri- volgimenti; raggiunga l’obiettivo senza dovere travolgere ostacoli che rappresentano in questo momento gli attentati più gravi alla fondamentale esigenza degli uomini, che è una esigenza di democrazia e di libertà. Noi continueremo a percorrere questa grande strada della quale mai ci siamo discostati. Possa questo cammino, che non è solo dei socialisti ma della Regione e della Nazione, condurci verso approdi luminosi, possa questo cammino compiersi nel trionfo e nel rispetto di ogni libertà.

    Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, ove, come temo, non dovessimo sentire dal Governo una chiara parola di difesa delle libertà costituzionali, ove ancora una volta il Governo rispondesse alle nostre domande con parole che servano non già ad esprimere ma ad occultarne il pensiero; ove alla nostra richiesta di libertà venisse risposto con parole pronunziate esclusivamente per ingannare e per beffare la legittima aspettativa di un popolo, io chiedo che l’Assemblea, con decisione unanime, attraverso un ordine del giorno, impegni il Presidente della Regione perchè, al di fuori del contenuto ideale o etico della sua. azione politica, ci dica cosa in sostanza è stato fatto perchè l ’articolo 31 dello Statuto siciliano divenga operante; acciocché si sappia in realtà quali sono i limiti del suo potere e quali sono ì limiti della sua responsabilità.

    Onorevoli colleghi, signor Presidente, io ho finito. Abbiamo ormai da tempo in questa As

    semblea chièsto a gran voce che vengano garantite le libertà costituzionali. C’è un parlamento ben più vasto, le cui decisioni sono irrevocabili che giudicherà. Questo è il Paese, è la Sicilia cui non vorremmo forse demandata la questione poiché le azioni popolari una volta iniziate, non sono più revocabili a ttra verso le vane parole, attraverso le mistificazioni, attraverso le beffe. Noi chiediamo che siano tu telate le libertà costituzionali affinchè non debba la Sicilia dire una buona. volta la sua parola senza appello. (Applausi dalla sinistra)

    PRESIDENTE. L ’onorevole Taormina, firmatario dell’interpellanza numero 349, desidera illustrarla?

    TAORMINA. Mi rim etto al testo e mi riservo di replicare alla risposta del Presidente della Regione.

    PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’onorevole Presidente della Regione per rispondere alle interpellanze.

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, la interpellanza 347 comincia con l’affermazione che sarebbero state violate e di fatto abolite le libertà costituzionali; la 349 muove, su- pergiù, dallo stesso presupposto, anche se non l’esprime perchè parla di illegalità commesse dagli organi di polizia, illegalità che sovvertirebbero i fondamentali principi costituzionali e produrrebbero un giustificato stato di allarme. Devo subito dire che queste affermazioni esplicite dell’interpellanza numero 347 e il presupposto dell’interpellanza numero 349 sono, a giudizio del Governo, del tu tto privi di fondamento in quanto le libertà costituzionali dei cittadini npn risultano violate nè di fatto nè di diritto, nè tanto meno abolite dalle questure dell’Isola. Non ritengo, infatti, che possa ravvisarsi violazione della Costituzione nella determinazione adottata dalle competenti autorità di pubblica sicurezza, nell’ambito dei poteri loro derivanti espressamente dalla legge (articolo 18 deh testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) e dalla Costituzione (articolo 17), di vietare in 'un momento particolarmente delicato, a causa della situazione internazionale, le riunioni in luogo pubblico per sussistenti motivi di sicurezza e di incolumità pubblica.

    (700)Resoconti, ■£. 4S3

  • MARRARO. Quelle in luogo chiuso le hanno vietate.

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Non hanno vietato quelle in luogo chiuso. Adesso ne parleremo. C’è stato un intelligente espediente, non nuovo, attraverso il quale si voleva, sotto l’aspetto di ima riunione in luogo chiuso, tenere una riunione sostanzialm ente pubblica come era avvenuto presso la sezione comunista di Palerm o di cui ora parleremo.

    DENARO. Era proibita quella riunione?

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Non era proibita la riunione in luogo chiuso o comunque in luogo aperto al pubblico, ma quello era un caso diverso di cui adesso pa rleremo. Ho voluto anticipare per rispondere alla interruzione dell’onorevole M arraro.

    Il provvedimento di temporaneo divieto di pubblici comizi e di altre manifestazioni in luogo pubblico risponde peraltro ad una esigenza che è stata generalm ente avvertita in tu tto il Paese, in rapporto alla necessità di garantire la tranquillità della Nazione e la sicurezza di tu tti i cittadini in un momento delicato.

    Ora, si manifesta la tendenza di discutere fuori dalle sedi dove questi problemi vanno trattati. Cioè nel Parlam ento nazionale dove sono state fissate le linee della nostra politica internazionale per la responsabilità che compete agli organi...

    BOSCO. Questa è la tesi fascista.

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. ...che sono chiamati a decìdere su questi problemi. Ora avviene normalmente che quando nelle sedi competenti si è deciso, poi si pensa proprio per atten tare al prestigio di quegli organi, (InterruSpni dell’onorevole Bosco - R ichiami del Presidente) di trasferire altrove la discussione di questi problemi: per una m anifestazione diretta ad afferm are la volontà o l’opinione contraria di una minoranza nelle sedi competenti? No, perchè questa m inoranza è rappresentata al Parlam ento nazionale, ha in quella sede espresso le sue opinioni, partecipato ai dibattiti. In quella sede il popolo italiano ha scelto una linea di condotta,

    che è obbligatoria per tu tti, perchè fissata nelle sedi dove la sovranità popolare si esercita.

    D’AGATA, Non si possono pubblicare i re soconti parlam entari, per non farli conoscere al Paese.

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Ed allora non è che ci sia la volontà di soffocare la voce della minoranza, come qualcuno ha detto; di evitare che si esprimano le opinioni della minoranza nelle sedi dove devono essere espresse; perchè nelle sedi dove queste cose si decidono si discutono, la minoranza è rappresentata, ha pieno diritto di parola, ha espresso il suo pensiero.

    NICASTRO. E non ha diritto neanche di parlare nel Paese?!

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Poi il Parlam ento nazionale, nella sua sovranità, ha deciso: e difronte a queste decisioni non sono possibili manifestazioni di opinioni che tendano sostanzialmente a trasferire in sede diversa gli argomenti che dal Parlam ento sono stati discussi o a costituire incitamento alla ribellione alle decisioni che il popolo italiano ha preso liberam ente, attraverso gli organi liberam ente eletti e costituiti a questo fine.

    MACALUSO. Ma che ribellione!

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Ora cosa è avvenuto il Italia? E ’ avvenuto proprio questo: che c’è stato un tentativo di trasferire altrove fuori delle sedi....

    MARiRARO. Quello dì parlare di queste cose ed anche delle altre, è un diritto delle m inoranze.

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. ... in cui queste decisioni si sono adottate, per tutto il popolo, la discussione di questi problemi di carattere essenziale.

    Voci dalla sinistra: avete paura!

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Non abbiamo paura. Noi abbiamo il dovere di assicurare l’ordine in Italia; di far rispettare

  • III L e g is l a t u r a CCCXCIX SEDUTA 30 L u g l io 1958

    gli ordinam enti democratici;- noi intendiamo che le minoranze siano rispettate, abbiano il loro diritto di parola, possano esercitarlo liberamente: m a col vostro permesso, vorremmo evitare che le minoranze possano diventare maggioranze per fatti violenti, come altrove è avvenuto, come ci sono esempi in tante parti del mondo, perchè vogliamo restare un Paese libero, soprattutto con gli ordinamenti democratici che ci siamo saputi dare, (Applausi dal centro) (Proteste dalla sinistra. R ichiami del Presidente).

    NICASTRO. Questo è classismo!

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Non è classismo, questo è rispetto della legge; è interpretazione del sistema democratico; questo è il modo di intendere, per noi, la democrazia che è questa e non altra! (Interruzione dell’onorevole Camozza)

    PRESIDENTE. Onorevole Carnazza, la prego.

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Ora, in che cosa si concretava, sostanzialmente, la propaganda che si è tentato di fare in questi giorni?

    MACALUSO. Sei collega di Re Feisal!

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Sì concretava, in sostanza, in una campagna attraverso la stampa, che è libera e che ha potuto pubblicare tu tti gli articoli che ha voluto.

    MARRARO. Infatti sono stati sequestrati i giornali!

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. No, la stampa .non mi risulta che sìa stata sequestrata.

    MARRARO. A Caltanissetta l ’hanno sequestrata!

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Comunque, la questione è un’altra: i giornali circolano; L ’Unità pubblica i suoi articoli —- Dai pare con tanta vistosità! — e li diffonde.

    MARRARO. La ringraziamo, Presidente!

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. C’è una grande libertà di diffusione di stam pa. Mi pare che questo non sia il discorso; ma si volevano attuare altri tipi di m anifestazione e soprattutto iniziative che tendevano a determ inare proprio dei turbam enti dell’o rdine pubblico. A ttraverso queste iniziative si (Sarebbe determ inato un sistematico incitamento alla violenza ed al disordine, destando serio e vivo allarm e nel Paese, sotto il p retesto di volere assicurare la pace della Nazione.

    MARRARO. Chi glielo ha scritto? Tam- broni?

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. No, guardi: l’onorevole Carnazza poc’anzi, forse in un eccesso di sincerità, ci ha fatto proprio conoscere il suo pensiero. Ci ha detto che lui ritiene che le votazioni nei parlamenti costituiscono un freddo atto di violenza, consumato attraverso il parlamentarismo. Io ho notato questa frase, e contro questa fredda violenza, che si esercita nei parlamenti, si vorrebbe la. violenza calda, che si esercita nelle piazze, perchè questa è l ’alternativa. (A pplausi dal e,entro).

    TAORMINA. La sua annotazione è errata; è tendenziosa.

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Questa alternativa noi non vogliamo. Noi non consideriamo fredda violenza, quella che si esercita nei liberi parlamenti, ma libero esercizio legittimo dei poteri costituzionali che la democrazia assicura. Nel parlamento non si consumano violenze ed il rispetto che dobbiamo avere delle libere istituzioni che ci siamo dati, vieta di dire cose di questo genere, rispetto agli organi in cui si esprime e si esercita la sovranità del popolo italiano....

    MACALUSO. Lei è molto rispettoso!

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. ... ed in cui si concretano i nuovi ordinamenti della Repubblica italiana. L’onorevole Carnazza ha detto cosa si dovrebbe fare per spazzare via definitivamente, per distruggere

  • questi sistemi. Si dovrebbe fare una crociata, cioè a dire una sommossa, si dovrebbe fare qualcosa per scardinare gli ordinam enti costituzionali, perchè nel parlam ento non avvenga che le maggioranze decidano e le minoranze rispettino le decisioni delle maggioranze.

    MACALUSO. L’onorevole Carnazza queste cose ha detto?

    .VARVARO. Le ha dette Tambroni, non Carnazza!

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Questo ha detto l ’onorevole Carnazza. Ora la vera pace, onorevoli colleglli, non viene garan tita attraverso inconsulte o incontrollate manifestazioni di piazza, ma attraverso l’azione responsabile e cosciente del Governo: del Governo nazionale e del Governo regionale, perchè unico è l’interesse...

    VARVARO. Lo sappiamo.

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. ... in questo campo, ed è quello di tutelare, nell’ordine e nel rispetto delle istituzioni democratiche, tu tta la nazione. Giova ricordare a questo proposito che il Presidente del Consiglio ha fatto precise e inequivocabili dichiarazioni al Parlam ento circa la linea di condotta che l’Italia intende perseguire per il m antenimento della pace. Ed il suo viaggio negli S tati Uniti d’America sta a confermare quali siano gli intendim enti che il Governo persegue con dignità e con fermezza. E su quelle dichiarazioni il Presidente del Consiglio ha avuto il voto del Parlam ento; cioè a dire è il popolo italiano che gli ha dato questo potere e questo m andato (Applausi dal centro).

    BOSCO. Con tre voti di maggioranza.

    VARVARO. Non tu tto il popolo italiano.

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Tutto il popolo italiano e non una parte, tutto il1 popolo italiano che egli rappresenta e di cui esprime la volontà e le decisioni, decisioni espresse nel Parlam ento.

    MACALUSO. C’è uno che pensa per tutti, insomma!

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Questa è la legge della democrazia, la sua è la legge del disordine, della rivoluzione, dell’incitam ento alla rivolta.

    MACALUSO. E’ una concezione fascista!

    LA LOGGIA. Presidente della Regione. Questa è la sua legge che finisce coi fatti dellTrak o con quelli dell’Ungheria. Questa è la sua concezione della democrazia. La nostra è un’altra.

    MARRARO. La vostra è la democrazia di Feysal.

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Noi qui decidiamo liberam ente ma quando abbiamo deciso c’è uno che esprime a nome di tu tta questa Assemblea la volontà della Regione ed è il Presidente della Regione; come quando il Parlam ento ha dato il suo voto di fiducia, c’è uno che esprime, per tu tta la Nazione, la volontà del Paese ed è il Capo del Governo perchè quella votazione gli dà il potere di esprimere quelle volontà.

    MARRARO. La verità è la democrazia dei m iliardari.

    BOSCO. Perciò i fatti dellTrak le dispiacciono.

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Vede, onorevole Bosco, queste interruzióni hanno dimostrato proprio la verità di quanto noi diciamo cioè a dire la realtà di un pericolo per la democrazia, per la libertà e per lo ordine (Applausi dal centro e dalla destra).

    COLAJANNI. Sono cose risibili. Lei è il primo a non esserne convinto.

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Lei può ridere, onorevole Colajanni: noi non ridiamo sopra queste cose! (Anim ati commenti - R ipetuti richiami dal Presidente).

    D’altro canto, lasciano veram ente perplessi e dovrebbero far m editare a lungo tu tti gli italiani le responsabili e certam ente non

  • confutabili dichiarazioni rese al Senato dal Ministro deirin terno in sede di discussione sul bilancio di quel dicastero, allorché ha denunciato alla pubblica opinione tu tta una preordinata organizzazione del partito comunista italiano tendente a sovvertire il rispetto della legge e delle istituzioni democratiche...

    BOSCO. Sia più serio.

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. ...dando luogo persino alla formazione di gruppi e squadre di azione che, col loro in tervento, avrebbero certam ente determinato inevitabili spargimenti di sangue. Non credo che sarebbe stato certam ente questo il modo migliore per garentire la pace al popolo italiano. Pienamente legittime e responsabilmente valutate sono state quindi le disposizioni impartite agli organi di polizia perchè in ogni caso fosse assicurato con tu tti i mezzi il m antenimento dell’ordine e il rispetto delle libere istituzioni.

    FRANCHINA. Lei le ha pure queste agitazioni notturne o è il pensiero del M inistro9

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Per quanto riguarda particolarm ente l’episodio verificatosi a Palerm o nella serata del 24 corrente, dagli accertam enti disposti è risultato quanto segue: il 21 luglio scorso la F e derazione provinciale del Partito comunista italiano...

    MANGANO. Non è vero che è italiano, non è vero; il Partito comunista è russo (Animati commenti e proteste dalla sinistra)

    COLAJANNI. E ’ un ascaro esploratore.

    PRESIDENTE. Onorevole Mangano, la prego.

    COLAJANNI. Presidente, lo mandi pure n e lllrak ad esplorare; lo assuma come ascaro esploratore fedele alla causa laloggiana. Se ne può fidare.

    PRESIDENTE. Onorevole Colajanni, la prego di non interrom pere il Presidente della Regione.

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Lei, in m ateria di ascari, se ne intende molto, quindi penso che possa dare proprio dei giudizi. La Federazione provinciale comunista — dicevo — faceva pervenire alla Questura un avviso per un comizio che avrebbe dovuto aver luogo a Palerm o il successivo 24 luglio alle ore 19 in Piazza Verdi sul tema: « Situazione politica attuale ». Il comizio sarebbe stato tenuto dall’onorevole Varvaro.

    VARVARO. Pericolosissimo, esplosivo.

    PRESIDENTE. Lascino parlare.

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Lo stesso 21 luglio il Questore di Palermo faceva notificare agli esponenti della Federazione del Partito comunista il divieto di te nere il comizio per particolari motivi di ordine e di sicurezza pubblica, per la particolare situazione di delicatezza della quale abbiamo parlato ed anche perchè era già noto, a ttra verso altri esperimenti del genere, come si tendesse alla cosciente divulgazione di notizie allarmistiche destituite di qualsiasi fondamento proprio per destare uno stato di preoccupazione e creare elementi di disordine. Mercoledì 23 luglio la Federazione provinciale del Partito comunista diramava degli inviti agli aderenti al Partito stesso, comprese le maestranze del cantiere navale, perchè intervenissero alle ore 19 del 24 luglio nei locali della sezione centro del Partito com unista, sita in via Trabia 25, nei pressi di Piazza Verdi, per assistere all’Assemblea generale durante la quale sarebbe stato discussa, tra l’altro, la situazione politica del Medio Oriente. Noti l’Assemblea la larghezza di questo invito che concerneva le m aestranze del cantiere navale, alcune migliaia di operai. Stante il gran numero degli invitati e la lim itata capacità dei locali della sezione, era evidente lo scopo degli esponenti del P a rtito comunista di volere frustrare il divieto di comizio pubblico facendo assembrare parte degli invitati sulla pubblica via sottostante la sezione e diffondendo i discorsi degli oratori all’esterno m ediante altoparlanti installati ne locali della sezione stessa. In conseguenza di ciò, nella m attinata del 24 luglio, la Questura di Palermo provvedeva a diffidare Nando Russo, segretario della locale Federa

  • zione provinciale comunista e Calogero Roxas componente del Comitato provinciale della stessa federazione, ad astenersi dairinstalla- re altoparlanti nei locali della sezione, m entre nel pomeriggio provvedeva ad attuare adeguati servizi di vigilanza é di ordine per garentire l ’osservanza del divieto di pubbliche manifestazioni. In serata, verso le ore 19,30, all’inizio dell’assemblea, venivano messi in funzione quattro altoparlanti che diffondevano all’esterno i discorsi degli oratori, che si sentivano sino a Piazza Verdi.

    Voci: Sono buoni!

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Sono buoni, di buona marca, non c’è dubbio. La forza pubblica, dopo avere attuato le n e cessarie m isure per allontanare gruppi di pe rsone assembrate sulla pubblica via, nelle v icinanze della sede della sezione del partito comunista, si portava all’ingresso dei locali della sezione stessa al fine di invitare i dirigenti comunisti a rim uovere gli altoparlanti. Dopo avere ripetutam ente ed invano bussato alla porta d’ingresso — che nel frattem po era stata chiusa, trattandosi di un ’assemblea aperta al pubblico — gli organi di polizia, dopo avere richiesto ed ottenuto la regolare au torizzazione dell’autorità giudiziaria forzavano le porte d’ingresso della sezione....

    FRANCHINA. Erano dei chiromanti! Lo sapevano prima.

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. ... penetrando all’interno dei locali. E, dopo avere esibito ai presenti l’autorizzazione della autorità giudiziaria, sequestravano i 4 altoparlanti ed accompagnavano in Questura lo oratore Calogero Roxas per le contestazioni di legge. A ltre due persone che si attardavano ad allontanarsi dalla località dell’assem bramento venivano accompagnate in Questura per la identificazione. In serata stessa i tre ferm ati venivano rilasciati.

    BOSCO. Bontà loro!

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Nessuna violenza quindi da parte dei tutori dell’ordine i quali, solo dopo ripetuti inviti r imasti infruttuosi e nel pieno rispetto della

    legge, come è comprovato dall’autorizzazione dell’autorità giudiziaria, sono stati costretti per ultimo ad intervenire al fine di non consentire che quanto doveva form are oggetto di una riunione interna di partito, si trasformasse abusivamente in un pubblico comizio. Questi sono i fatti e questi provvedimenti adottati, che, a giudizio del Governo, rien trano pienam ente nell’esercizio dei poteri legittimi che al Governo stesso competono perchè esso, nella sua responsabilità assicuri, come è suo obbligo, a tu tti i cittadini piena libertà...

    FRANCHINA. Di non parlare.

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. ... e a tu tto il Paese il rispetto della democrazia. Questi provvedim enti intesi ad evitare in ogni caso turbam enti dell’ordine pubblico a rtificiosamente creati in momenti particolarmente delicati per la vita politica del Paese e soprattutto d iretti a sminuire il prestigio degli organi che la Costituzione ha voluto come organi unici di espressione della volontà del popolo italiano. (Applausi dal centro e dalla destra).

    PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’onorevole Taormina firmatario dell’interpellanza 349, per dichiarare se è soddisfatto.

    TAORMINA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nella nostra interpellanza accennavamo, e non senza ragione, alla — diciamo così — m arginalità dell’episodio, pur gravissimo, che ha riguardato una riunione organizzata dal Partito comunista. E difatti, onorevole Presidente della Regione, quell’avvenimento che abbiamo caratterizzato nella in te rpellanza come avvenimento di particolare b ru talità, era stato preceduto ed è stato seguito da una serie di avvenimenti che quello commentano non certo minimizzandolo, come ha tentato di fare l ’onorevole La Loggia, m a ponendolo nel giusto rilievo di estrema gravità. E’ proprio, signor Presidente, di ieri una ordinanza del Prefetto di Palerm o che ha rite nuto di non potere tollerare (non dico perm ettere, perchè non è nei suoi poteri perm etterlo o meno; dico tollerare per sottolineare la posizione di squadrismo politico assunta dal Prefetto in simili circostanze) che si af-

  • fìggese per le vie della nostra città un m anifesto della federazione del partito socialista italiano, che nel dare notizia alla cittadinanza di una riunione indetta nei locali di Piazza Bologni, alle ore 19 di domani, così concludeva: « In questi giorni si riuniranno nell’am bito dell’O.N.U. i rapresentanti delle grandi potenze e dei paesi arabi. Giunga ad essi rappresentanti delle grandi potenze nell’orbita dell’O.N.U. (quanto sono state, signor P re sidente, capziose, qualche volta retoriche ed artificialmente passionali le vostre d ich iarazioni di fronte a questi avvenimenti) dalla nostra Palerm o il segno della volontà di pace di tu tti i cittadini, di tu tti gli uomini di buona volontà ». Questo è il periodo culminante del manifesto, destinato alla diffusione tra i cittadini; questo è il punto che ha determ inato, secondo l ’assurda ordinanza del P refetto di Palermo, la decisione, cioè la sopraffazione squadristica di impedirne l ’affissione e la diffusione. Sapete perchè? Perchè la versione suggestiva e dram m atica degli avvenimenti del Medio Oriente porterebbero turbam ento nell’animo dei pacifici cittadini.

    FRANCHINA. Questi si chiamano cavilli

    TAORMINA, Dunque, pur trovandoci sulla soglia di una confìagazione, di fronte alla quale quella superata anni or sono è pallida cosa, considerata la potenza delle nuove armi, si parla di allarmismo che va represso, e non viene consentita la denuncia di un pericolo.

    Signor Presidente, questa volta non avete abusato delle tesi circa la incompetenza della Assemblea su queste questioni, avete perciò indirettam ente alluso ad esse quando, senza che le circostanze lo richiedessero, perchè io penso che non certo dai nostri settori possano venire espressioni di irriverenza verso le istituzioni della Repubblica, in esse comprese le due Camere, avete inopportunamente, cat tivandovi facili applausi, fatto l’apologià del Parlamento nazionale quasicchè qualcuno dei settori di sinistra non avesse usato, in riferimento a quelle fondamentali istituzioni democratiche, il necessario rispetto. Ma avete dimenticato, Presidente della Regione, che i socialisti hanno tentato di sottolineare tutto il senso di sovranità, diremo, augusto del Par. lamento italiano, quando hanno ritenuto di proporre una mozione-voto che ha sollevato

    le vostre ire di processualista, di specialista, come l ’onorevole Franchina spesso afferma...

    FRANCHINA. Di -cavilli.

    TAORMINA. ...esattamente, di cavilli del nostro regolamento e degli appigli sugli equivoci di interpretazione del nostro Statuto. Avete voi solennemente richiesto che il P residente dell’Assemblea dichiarasse, attraverso il riconoscimento della vostra pregiudiziale, l ’incapacità dell’Assemblea ad em ettere un voto di quella na tu ra ....

    LA LOGGIA, Presidente della Regione. Incompetenza ho detto, non incapacità.

    TAORMINA. ...dico incapacità perchè attiene ad una vostra m aniera di valutare le iniziative dell’Assemblea, perciò adopero una espressione che, anche se giuridicamente non propria, ha — io credo — un contenuto politico. Avete sostenuto con veemenza la nostra incapacità, ripeto, ed avete ottenuto che la mozione non si discutesse. Adunque, Presidente della Regione, i voti al Parlam ento nazionale sono un’eresia dell’Assemblea regionale; ed eresie sono le convocazioni popolari perchè si discutano i problemi di tu tta la vita nazionale. Il Presidente della Regione, l’onorevole Tambroni od anche il buon onorevole Segni, assurto ad eroe della situazione nazionale a ttraverso il dicastero della difesa, sanno che non si è tra tta to mai nè si tra tte rà di propugnare azioni popolari che possano disattendere la Costituzione della Repubblica laddove dice che lo. stato di guerra è dichiarato dal P arlamento nazionale. Non si tratta , e voi lo sa pete, anche se avete tentato in questa Aula, come ha fatto Tambroni al Parlam ento nazionale, di richiamare un certo piano (Kappa, mi pare) che non si tratta , non si è tra tta to e non si tra tte rà mai di azioni popolari organizzate dai partiti di sinistra per dare suggerimenti al Parlamento, ma del diritto da parte del popolo di esprimere una opinione. E quando voi, Presidente della Regione, sobillate le questure o le prefetture (dico sobbillare perchè debbo pensare che, per l’autorità di cui voi godete, il dottor Migliore non vi abbia taciuto dei provvedimenti che si accingeva a prendere; ad esempio, per impedire l’affissione del manifesto dei socialisti) perchè si mobilitino

  • contro il diritto popolare a discutere i problemi della pace, voi Presidente della Regione, malgrado i cavilli arricchiti da tono reto rico o da passione artifìciosa,...

    FRANCHINA. P iù esatto è: fittizia.

    TAORMINA. ...vi ponete con assoluta evidenza nel settore di coloro che combattono contro la vita costituzionale del popolo ita: liano. Signori, noi, ripeto, non abbiamo assunto mai il ruolo di competenti in m ateria dì politica estera; l ’abbiamo sottolineato ed abbiamo tentato di convincervi che la nostra mozione fosse ammissibile dicendo che non vi riconosciamo la funzione di Assessore agli esteri. Accennavo anche al vostro comunicato ampolloso con il quale sm entivate che tra pochi giorni dovete recarvi in Tunisia a firm are contratti in m ateria di petrolio. Mai abbiamo assunto posizioni di nazionalismo siculo, per cui la nostra parola ha una lucentezza ed una precisione che non consentono le vostre tergiversazioni o le vostre malizie; signor Presidente della Regione. Noi però non potevamo non dire, sia pure presentando una mozione voto al Parlam ento nazionale; cioè sia pure riconoscendo la competenza della Camera e del Senato in m ateria di politica estera, non potevamo non dirvi che i siciliani non debbono restare estranei, dal punto di \nsta morale sentimentale e psicologico, al travaglio della indipendenza nazionale araba ed anche dell’unità oltre che l’indipendenza nazionale araba. Perchè sì è falsi cultori delle indipendenze nazionali quando si combattono le unità nazionali, si è falsi cultori di indipendenza nazionale quando si vogliono fram m entare le nazioni per diminuirne il m ordente e la capacità di ingresso nella vita internazionale come avviene attualm ente nel mondo arabo. E non si può, come italiani, m emori del nostro Risorgimento come siciliani combattenti per l’unità nazionale, restare estranei — dal punto di vista del dovere morale, del sentimento — a questo travaglio che ci è tanto vicino, pur affermando e riaffermando che non abbiamo competenza in m ateria di politica estera nè tentazioni di oggi o di domani perchè questa competenza ci venga riconosciuta.

    PRESIDENTE. Onorevole Taormina, la prego di concludere.

    TAORMINA. Ecco, signor Presidente quanto ci prem eva di affermare. E per concludere debbo dire che gli avvenim enti di oggi costituiscono una crisi della democrazia nel nostro Paese, perchè viene messo in vigore con tracotanza prefettizia, nei confronti dei diritti del cittadino, il famoso articolo 2, dèi testo unico delle leggi di polizia del 1931, dell’epoca cioè di Vittorio Emanuele, di Mussolini, di Rocco, delTanno IX del regime fascista. Mussolini, i suoi collaboratori ed anche il grande giurista Rocco — grande perchè si in serì con la sua m ediocrità di giurista nella grandiosità della dittatura, anche se questa espressione può sem brare irriverente per la sapienza giuridica del fu onorevole Rocco — vararono questo articolo 2 per abolire l’a rticolo 26 del codice dello Statuto albertino del 1848.

    Carlo Alberto, De Revel, Rorelli e Collegno avevano scritto: «La libertà individuale è garantita e i cittadini contribuiscono indistintam ente in proprozione dei loro averi alle cariche dello Stato. Tutti i regnicoli, qualunque sia il loro titolo e grado sono eguali innanzi alla legge, tu tti godono egualmente r diritti civili e politici ». Ecco che già albeggiava il senso della vita costituzionale, sia pure a m età del 1800 ed ecco che nel 1958 è possibile richiam are in vita con la baldanza che adotta il dottore Migliore l’articolo 2 della legge di polizia che fu posta dai fascisti in contrasto con gli articoli fondam entali dello Statuto.

    Dunque, onorevoli colleglli, crisi della democrazia, crisi politica, sì, perchè non vale fare l’apologià del Parlam ento nazionale e procacciarsi applausi nu triti delle destre le quali non credono ad esempio, al Parlam ento repubblicano e democratico considerandolo una infatuazione di decadenza e della borghesia che respinge l’insegnamento della virilità mussoliniana (ho detto virilità mussoliniana in senso politico). Voi fate l’apologià del P a rlamento e non vi accorgete che lo avete svuotato. Il Parlam ento non è un corpo che nasce come per miracolo dalla volontà popolare nella convocazione dei comizi per poi essere, all’apice della vita nazionale, fuori della vita del popolo. E’ nutrito continuamente dalla volontà popolare dalla quale è circondato nel suo prestigio; e non già per sommuovere, onorevole La Loggia, come avete detto che ab

  • bia affermato l’onorevole Cornazza, perchè i quinquenni m aturano, onorevole Presidente, e ci si prepara giorno per giorno alle revisio ni della direzione della vita nazionale Non si improvvisano i comizi elettorali, non si im provvisano i risu ltati popolari attraverso il peso anche dalla corruzione elettorale che in questi giorni è stata richiamata, signor P re sidente, anche a proposito di quella legge che è in corso di discussione.

    FRANCHINA. Per il regime democratico cristiano sono pinzellacchere.

    TAORMINA. Perchè si abbia ossequio verso il Parlam ento occorre non bistrattarlo isolandolo dalla vita del popolo. I cittadini hanno diritto, lo dice la nostra Costituzione, di m anifestare liberam ente il proprio pensiero, con la parola, con lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione non già di decidere con atto di sovranità diretto e senza il tram ite del Parlam ento, poiché siamo in una democrazia rappresentativa e non diretta. Ma la democrazia è rappresentata in quanto il Parlamento m antiene i contatti con la volontà popolare non con una revisione quadriennale o quinquennale come i vostri piani di promesse alla Sicilia, ma in una revisione giorno per giorno, fermo restando il dovere popolare, che mai abbiamo misconosciuto, di rispettare la Costituzione in tu tti i suoi aspetti anche in quelli che alle coscienze dei socialisti possono sembrare tu ttavia legati col passato.

    Onorevole La Loggia, dichiarando che l’esercizio della libertà di parola del cittadino possa essere manomissione della volontà del P a rlamento élla dice cosa errata. La partecipazione della vita popolare alla- vita del P arlamento è prestigio, è sostegno è integrazione della volontà parlam entare. Ecco perchè non abbiamo da pentirci, onorevole Presidente, di avere scritto nella nostra interpellanza, che va al di fuori del grave episodio di cui hanno sofferto i nostri colleghi comunisti, ecco perchè abbiamo scritto che l’opera del Presidente della Regione, nel settore delicatissimo, dell’ordine pubblico, sovverte non solo il diritto comune ma anche i principi fondam entali della Costituzione, e cagiona quindi — voi volète negarlo ma è realtà — un allarme che è pienamente giustificato. Noi

    raccogliamo questo allarme e lo riportiamo all’evidenza dell’Assemblea e di tu tto il popolo italiano, onorevole Presidente, e abbiamo il dovere quindi di dichiarare con energia, direi inconsueta, la nostra insoddisfazione per la vostra risposta. (Applausi dalla sinistra)

    VARVARO. Chiedo di parlare.

    PRESIDENE. Ne ha facoltà come firm atario dell’interpellanza numero 347 per dichiarare se è soddisfatto della risposta.

    VARVARO. Onorevole Presidente e onorevoli colleghi, la risposta del Presidente della Regione alla nostra interpellanza era da noi prevista anche per una esigenza propria del Presidente La Loggia di non essere tagliato fuori dagli avvenimenti della Sicilia. L’articolo 31 dello Statuto stabilisce che il Presidente della Regione ha il compito di provvedere all’ordine pubblico; cioè a lui sono affidati i compiti di controllare la polizia e le prefetture, proprio in ordine ai provvedimenti di cui noi ci siamo lagnati. Il Presidente La Loggia sa benissimo che l ’onorevole Tam- broni lo ha completamente sorpassato...

    FRANCHINA. Si è fatto completamente sorpassare.

    VARVARO. ...perchè in Sicilia sono stati attuati automaticamente i provvedimenti che il Ministro dell’interno ha diramato per tutta la nazione con una violazione palese dell’a rticolo 31 dello Statuto siciliano. Tale violazione, peraltro, ormai non sorprende più nè i cittadini siciliani nè gran parte di questa Assemblea perchè fa parte di tu tto un sistema tendente all’affossamento del nostro Statuto.

    FRANCHINA. Con la correità dei nostrani.

    VARVARO. Con il suo discorso, che aderisce pienamente alle idee espresse da Tam- broni al Senato ed alla Camera, l’onorevole La Loggia ha perduto il senso delle cautele, presente, fino a un certo limite, alla coscienza dell’onorevole Tambroni. Il Presidente della Regione vorrebbe farci credere con im atto tardivo di coraggio che queste direttive sono un poco le sue. Io devo dichiarare subito quale è la mia opinione, che in un certo modo

  • III L e g is l a t u r a CCCXCIX SEDUTA - 30 L u g l io 1958

    10 scagiona e in un certo modo l’accusa. La mia opinione è che egli è stato all’oscuro di quello che avveniva nelle prefetture e nelle questure della Sicilia. E di questo ho una prova diretta. A proposito, infatti, del fermo di alcuni cittadini palerm itani, a causa di quel mio comizio non tenuto, il Questore di P a lermo, col quale parlai lugam ente nella notte successiva ai fatti, si riferì esclusivamente alle direttive del ministro Tambroni e nulla mi disse del Presidente della Regione.

    La stessa cosa può dirsi per il Prefetto di Palermo. Quindi, in un certo senso, io scuso11 Presidente della Regione perchè non è colpevole di aver im partito le note disposizioni; d’altro canto, lo accuso perchè, egli forse per lealismo verso il centro, si è fatto compartecipe di mia responsabilità che all’inizio almeno non è stata sua, e ha voluto farci credere di avere anch’egli im partito delle d isposizioni. La verità è, onorevole La Loggia, che lo S tatuto regionale siciliano impone ai Presidente della Regione dei compiti precisi in fatto d’ordine pubblico ai quali il P residente della Regione non deve rinunciare per la funzionalità stessa dello Statuto.

    Ed allora il M inistro che emana disposizioni di ordine pubblico ad un certo punto — diciamo impropriamente alle frontiere dello Stretto di Messina — non può rivolgersi direttam ente alle autorità di polizia ma al P re sidente della Regione il quale in Sicilia stabilisce i modi ed i lim iti degli interventi della polizìa. Questo nel cervello di tu tti i P re sidenti della Regione che si sono succeduti, non è entrato, e non già perchè sia mancata loro la facoltà di percepire questa, esigenza. Purtroppo, ciò avviene, forse per un- inelu ttabile servilismo verso gli elementi direttivi della Democrazia cristiana, con danno evidente del popolo siciliano. Danno che si potrà fare sempre, più grave proprio in ordine alla delicatezza degli avvenimenti, onorevole La Loggia. Non dimentichiamo che la Sicilia vive al centro del M editerraneo e che quello che avviene oggi di pericoloso, di molto grave, avviene proprio nel Mediterraneo.

    Ora devo ricordare all’onorevole La L oggia un certo manifesto che è tornato di moda nei giorni scorsi, attraverso un ricostruzione storica, il manifesto di un generale di Mussolini ai siciliani a proposito del bagnasciuga nel , quale si faceva la distinzione fra noi e loro ]

    e nel quale era detto: « voi siciliani fate così, noi italiani vi .difenderemo, etc. ».

    MANGANO. Fu un lapsus.

    VARVARO. Un. lapsus, come tu tti gli altri che il fascismo commise nei 21 anni della sua triste vita. La verità è che la Regione siciliana non deve esser posta in condizioni di essere alle dipendenze del Governo centrale. Vi sono m aterie per cui noi riconosciamo l ’esigenza dell’unità di indirizzo politico e la competenza del potere centrale, ma ve ne sono altre per le quali è competente la Regione, ed una di queste m aterie è bordine pubblico, perchè il Presidente della Regione che risiede in Sicilia conosce fino a che punto sì può valere degli strum enti della pubblica sicurezza, fino a che punto questi strum enti possono suscitare disordini o reazioni, si tro va, in conseguenza, in condizioni di poter meglio provvedere agli interessi del popolo siciliano anche in ordine alla libertà. Certo è scoraggiante aver sentito esprimere dal P re sidente della Regione alcuni princìpi che mi hanno addirittu ra sbalordito. Ne faccio un breve esame polemico rapidissimo.

    Egli ha detto che l’articolo 17 della Costituzione prevede il divieto di tenere riunioni di cittadini per 1’esistenza di una particolare situazione politica, come quella internazionale attuale. E questo non è sancito dalla Costituzione, la quale, anzi, afferma il diritto alle riunioni; e quando parla dì divieto la Costituzioni pretende comprovate, esistenti, non ipotetiche e fu ture ragioni di ordine pubblico; ragioni che devono anche, essere specificate non già da previsioni su ciò che un discorso può provocare o meno. Il Presidente della Regione ha ignorato a questo proposito 1’esistenza dell’articolo 21 della Costituzione, che il collega Taormina ha letto poco fa e che garantisce il diritto di parola per tu tti i cittadini. A questo punto sorge proprio il grottesco del discorso dell’onorevole La Loggia quando sostiene che la facoltà di discutere i problemi politici, anche i più gravi, si esaurisce entro i limiti e l’ambito del P arla mento e che, addirittura, il tentativo di portare nelle piazze gli argomenti politici, costi-

    I tuisce un fatto per cui è necessario l’inter- I vento della polizia.

  • LA LOGGIA, Presidente della Regione. Non ho detto queso.

    VARVARO. Nel suo discorso di poco fa, ha detto proprio questo, onorevole L.a Loggia, io ne ho preso nota. Questo vuol dire offendere proprio l ’articolo 21 della Costituzione. Ha detto anche il Presidente della Regione che vi è una identità di vedute fra lui ed il Ministro degli interni e infine ha affermato che, avendo il Presidente del Consiglio, onorevole Fanfani, fatto delle dichiarazioni sulla politica di pace dell’Italia non spetta al popolo italiano di ingerirsi in questi problemi perchè queste dichiarazioni hanno determ inato un voto del Parlam ento, sia pure con soli tre voti di maggioranza, e per questo bisogna lasciarlo m anovrare da solo e nessuno si deve ingerire. Ma questo non è soltanto negare la Costituzione, è sovvertire addirittura il sistema parlam entare, perchè in politica estera particolarm ente un indirizzo votato dal Parlam ento con tre o tren ta voti di maggioranza non può costituire l ’indirizzo di tutta la Nazione; in questo modo si cristallizzerebbe il Paese anche in un errore che potrebbe essere mortale. Vi è l’opposizione, vi sono tu tti coloro che non hanno votato per quella linea politica, i quali conservano il diritto di agire, di discutere perchè questa politica possa cambiare secondo le proprie idee: questa è la salvezza dei paesi e così è stato sempre, specialmente in politica estera, specialmente quando se ne discute alle soglie di una guerra. Se voi in questo momento togliete al popolo italiano la possibilità di illuminare tu tti, non soltanto sull’opinione del Governo, che è già conosciuta, ma sull’opinione di quelli che la pensano in modo diverso, voi portate il paese in un vicolo cieco in quanto se questa politica è giusta e allora va bene — del resto resterebbe sempre giusta anche con i nostri discorsi — ma se è sbagliata si deve, secondo voi, ugualmente andare diritti verso l’abisso perchè nessuno ha il diritto di m ostrarne i lati erronei.

    L’Assemblea oggi affronta un tema molto grave. La Democrazia cristiana forse non crede a questa gravità perchè è fatale che quando si ha il potere si subisca una deviazione mentale, senza che vi sia una responsabilità dolosa, per una specie di allucinazione di certezza che non è nelle cose, non è nella storia

    e non è nella politica. La Democrazia cristiana crede che queste limitazioni dei diritti di libertà in danno del Partito comunista e del Partito socialista, anche se gravi, possono essere consentite. Ma proprio in questo modo di giudicare gli avvenim enti sono contenuti dei pericoli gravi, specialmente per coloro che ogni giorno parlano fino alla stanchezza di mondo libero o per coloro che colgono ogni sfum atura del mondo socialista per denunziare violazioni di libertà.

    Guardiamo un pò ai fatti di casa nostra. Se la Democrazia cristiana è veram ente sensibile ai problemi della libertà, se non è speculazione politica, come si dice spesso da voi, il parlare di violazioni di libertà per i paesi socialisti, se invece questo risponde ad un vostro modo sincero di vedere la libertà, allora è questo il momento in cui dovreste preoccuparvi di quello che avviene in Italia perchè milioni di uomini sono privati dei diritti civili. Il discorso di Tambroni — ed è su questo che io richiamo l’attenzione dell’Assemblea — che ha fatto proprio il Presidente della Regione, sta lì davanti agli occhi di tu tti sul Giornale di Sicilia. Ne rileverò le affermazioni più gravi. Ha detto Tambroni: «i comizi sono stati sospesi dai questori, per ordinanze dei questori, in quanto gli argomenti che si intendevano tra tta re in quelle riunioni ed il modo della loro trattazione avrebbero potuto turbare l ’ordine pubblico ». Di guisa che, Tambroni afferma che i questori conoscevano, già prim a che i comizi si fossero svolti, il contenuto ed il modo di trattazione dei discorsi. E quello che, in fondo, è avvenuto a Palermo: il discorso lo dovevo tenere io e dovevo parlare di questioni internazionali; il soggetto non lasciava prevedere niente di grave, lasciava prevedere un intervento, diciamo così, di politica estera.

    Mi vuol dire il Presidente della Regione, in quale punto della legislazione italiana, non soltanto della Repubblica, ma anche di quella, che noi gelosamente stiamo conservando, del tempo fascista, è contenuta una noi'ma che giustifichi il provvedimento della polizia? L’articolo 2 del testo unico della legge di pubblica sicurezza? Ma la Cassazione se ne è occupata, onorevole La Loggia, la Cassazione ha detto che l’articolo 2 della legge di pubblica sicurezza, in tanto è. applicabile in quanto

  • si dimostri, in modo concreto, in che m aniera l’ordine pubblico può essere turbato.

    A ltra affermazione di Tambroni: « In quanto ad alcuni casi di divieto di affissioni di manifesti e di pubbliche manifestazioni, i p re fetti hanno agito non in violazione, ma in applicazione della Costituzione assicurando il normale svolgimento della vita pubblica». Se non sbaglio, onorevole La Loggia, vi è una sentenza della Corte Costituzionale che ha abolito l’articolo 113 della legge di pubblica sicurezza, per cui i m anifesti possono affìggersi senza bisogno di chiedere il permesso a nessuno. Unico limite, non alla affissione, è quello che il contenuto del manifesto, non violi una legge penale: in tal caso, alPaffissione segue la denuncia. Nel caso in ispecie, i m anifestini sono stati sequestrati, non perchè contenessero un’offesa . alla legge, ma addirittura nelle tipografìe, prim a dell’affissione.

    FRANCHINA. Con un atto di violenza privata.

    VARVARO. A questo punto bisogna precisare che le direttive non sono dettate come ha detto il Presidente La Loggia, per motivi di ordine pubblico, ma furono già predisposte per tu tto il Paese non appena verificatisi gli avvenim enti dell’Irak e del Merio Oriente. In altri term ini il Governo ha detto: in I ta lia, nessuno deve occuparsi nelle piazze di questi fatti; proibisco dovunque i comizi e l’affissione di manifesti.

    Per fortuna le disposizioni non hanno colpito i giornali, anche se si è verificato qualche caso sporadico. E questo, secondo il P re sidente della Regione, rappresenta un diritto, un modo lecito di dare vita ordinata al Paese; cioè a dire, m entre l ’opinione pubblica — lo dice Tambroni — è allarm ata per quel che avviene nel Medio Oriente, bisogna tacere, bisogna che tu tti stiano zitti, perchè questo allarme non aumenti; perchè la gente non conosca i fatti, non conosca quello che avviene nel mondo, non sappia, cioè, che noi potrem mo essere mischiati in questi gravi avvenimenti senza il minimo interesse per la Nazione italiana.

    PRESIDENTE. Onorevole Varvaro, la prego di concludere.

    VARVARO. Qualche altro minuto, onorevole Presidente, ed ho finito. Siccome i comunisti avevano fatto conoscere che intendevano parlare alle masse, Tambroni ha espresso questa opinione: « alle masse occorre parlare, ma non per eccitarle contro il Governo legittimo e contro lo Stato, che devono essere rispettati; non per coltivarle all’odio » (non so se è esatta la parola riportata dalla stam pa) « ma per renderle sempre più consapevoli e responsabili della vita del nostro P aese». (Come se si potessero rendere consapevoli e responsabili col silenzio)'« La propaganda comunista è inammissibile e delittuosa». Cioè a dire, il fatto che noi esprim iamo la nostra opinione sulla politica estera e facciamo conoscere il nostro punto di vista di solidarietà col movimento di indipendenza araba, perchè siamo contro l’ingerenza a r m ata degli Stati Uniti, per Tambroni è cosa inammissibile e delittuosa. « Tutti gli italiani vogliono la pace — dice Tambroni —. Il Governo e la Camera augurano al Presidente del Consiglio pieno successo. Chi ci accusa del contrario (cioè di non volere la pace) m ente e contro i m entitori inflessibile sarà la nostra azione e crescente la disapprovazione e la condanna. » Quindi, l’impostazione di Tambroni e dell’onorevole La Loggia è questa: i comunisti e i socialisti non credono che la politica del Governo italiano sia la più favorevole alla pace, quindi mentono.

    Non abbiamo una opinione diversa, m entiamo, ed in quanto mentiamo siamo passibili delle più aspre condanne, della sospensione cioè di tu tti i diritti. Del resto, onorevole Presidente della Regione, questa affermazione nel suo primo discorso al Senato, l’onorevole Tambroni l’ha fatta in modo esplicito. Egli non ha detto che quei provvedimenti erano legìttimi; ha detto che questo stato di anorm alità sarebbe cessato, quando i com unisti fossero rim asti queti; cioè ha ammesso che egli ha instaurato uno stato di cose anormale, perchè i comunisti vogliono far conoscere al popolo le loro opinioni. Il Ministro ha concluso ricordando che « la prova della libertà di stampa, di associazioni, di riunioni, delle elezioni del 25 maggio scorso ha dato a noi la patente di democraticità. » Questa conclusione, signor Presidente, significa: il Governo può oggi impedire la libertà prevista dalla Costituzione, perchè nelle elezioni ha

  • dato le libertà democratiche, come prova lo ordine con cui si sono svolti i comizi. Veramente Tambroni in questo, non ha dimostrato solo della leggerezza, ma anche, vorrei dire, un pò di spensieratezza rispetto alle libertà delle elezioni passate.

    FRANCHINA. Diciamo disinvoltura.

    VARVARO. Perchè il dire che in quelle elezioni fu data a tu tti la libertà, è veram ente grottesco, onorevoli signori della Democrazia cristiana. Certo non ci hanno impedito i comizi, ma potrebbero anche impedirli di que ■ sto passo, perchè se le elezioni si svolgessero nel corso di una crisi internazionale. Tam broni troverebbe gli argomenti, e anche l’onorevole La Loggia, per impedirli. I comizi ce li hanno fatti fare, però le elezioni nazionali sono state tali che per quanto riguarda la Democrazia cristiana, potrebbero essere im pugnate in tronco, perchè si sono svolte sotto due sigle: la sigla della corruttela e la sigla del terrorismo religioso. Quindi questa libertà, perlomeno è un poco amena. Se c’è una grande parte del popolo italiano che ha votato per la Democrazìa cristiana sotto l’im pulso di queste due spinte, per noi il popolo ha votato invece disinteressatamente, r i schiando i posti, perchè la Democrazia cristiana è capace di togliere anche l’impiego a colui che vota per il Partito comunista ita liano. Quindi i voti dati a noi hanno un peso specifico maggiore di quelli dati alla Democrazia cristiana che per la