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- 7453 - 199^ SEDUTA RESOCONTO STENOGRAFICO ------- _____ 199* SEDUTA martedì 7 MARZO 1989 Presidenza del Presidente LAURICELLA indi del Vicepresidente DAMIGELLA N D I C E Pag. Assemblea Regionale (Comunicazione dello schema di calendario dei lavori per li mese di marzo 1989) ............................................. _ Congedi e missioni ...................................................... Commissioni legislative (Annunzio di comunicazione peivenula dal Governo) 7459 (eomunicazione delle assenze e sostituzioni) .... 7453 eomunicazione di richieste dì parere) ........................ 7457 (Comunicazione di pareri re s i) ....................................... 7458 Disegni di legge (Annunzio di presentazione) , ( .............................. 7455 (Annunzio di presentazione e contestuale invio alla com- piente Commissione legislativa) .................................. 7456 (Comunicazione di invìo alle competenti Commissioni le- 9'slative) ............................................. 745g (Comunicazione di ritiro ) ............. .. 7450 Interrogazióni (Annunzio) .................... ; ................................................... 74gO Annunzio di risposte scritte) ............................... ........ 7454 (Annunzio di risposte in Commissione) ..................... 7454 Interpellanze (Annunzio) ......................................................................... Interrogazioni ed interpellanze (Svolgimento): presidente ............. ,4„, I, Assessore per il térriiorio e l'ambiente .... 7483, 7485 O'URSO (PCD- PIROiDPi- .......................... .................................. 7482,7483. 7484 natoli (Pru 7495, 7498 ........... ................................ ............ : ............ 7488,7491 IRFIS relativa alla gestione del fetido di cui ai- colo 9 della legge regionale 4 agosto 1:978, n. 26) 7460 Mozione (Annunzio) ................................................... Sull'indennizzo ai proprietari di bovini colpiti do gravi malattie infettive PRESIDENTE ............... CHESSARI (PCI) ....................... .......... A . ,T . !.. ......... PIACENTI, Assessore per il territorio e l’ambiente .. . . Sui tempi di svolgimento degli otti ispettivi PRESIDENTE ... NATOLI (PRi) ...................................................................... PLACENTI, Assessore per il territorio e l'ambiente . . . . (') intervento corretto daH’oratoré. ALLEGATO — risposta scritta dell'Assessore per gli enti locali all'in- terrogazione n. 911 degli onorevoli Laudani ed altri. — risposta scritta dell'Assessore per gli enti locali all'in- terrogazione n. 1014 dell'onorevole Cristaldi — risposta scritta delTAssessore per gli enti locali all'in- terrogazione n. i059 deH'onorevole Leone - risposta scritta delTAssessore per ia cooperazione, ii commercio, l'artigianato e la pesca all'Interrogazione n. 933 deli’ortorevole Cristaidì .............................. - risposta, scritta delTAssessore per fa cooperazione, il commercio, l'artigianato e la pesca all'Interrogazione n. 1009 dell'onorevole Cristaldi .................................... risposta scritta delTAssessore per l'industria alTìnterrfa- gazione n. 1198 dell’onorevole Cristaldi 7480 7498 7499 7500 7499 7499 7500 7507 La seduta è aperta alle ore 17,40. FERRANTE, segretario, dà lettura del pro- cesso 'nerbale della seduta precedente che, non sorgendo osservazioni, si intende approvato: f. 1003 (500)

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199 SEDUTA

RESOCONTO STENOGRAFICO------- • _____

199* SEDUTA

m a r t e d ì 7 MARZO 1989

Presidenza del Presidente LAURICELLA indi

del Vicepresidente DAMIGELLA

N D I C E

Pag.

A ssem blea R e g io n a le

(Comunicazione dello schema di calendario dei lavori per li mese di marzo 198 9 )............................................. _

Congedi e m is s io n i ......................................................

C om m iss ion i le g is la t iv e

(Annunzio di comunicazione peivenula dal Governo) 7459(eomunicazione delle assenze e sostituzioni) . . . . 7453eomunicazione di richieste dì p a re re )........................ 7457

(Comunicazione di pareri re s i) ....................................... 7458

D isegni d i le g g e

(Annunzio di presentazione) , ( .............................. 7455(Annunzio di presentazione e contestuale invio alla com­p ie n te Commissione legislativa) .................................. 7456(Comunicazione di invìo alle competenti Commissioni le-9'slative)............................................. 745g(Comunicazione di r it iro ) ............. .. 7450

In te r ro g a z ió n i

(Annunzio) ....................; ................................................... 74gOAnnunzio di risposte scritte) ....................................... 7454(Annunzio di risposte in Com m issione)..................... 7454

In te rp e lla n z e(Annunzio) .........................................................................

In te r ro g a z io n i ed in te rp e l la n z e(Svolgimento):

p r e s id e n te ............. ,4 „ ,I, Assessore per i l térriiorio e l'ambiente . . . . 7483, 7485

O'URSO (PCD-PIROiDPi- .......................... .................................. 7482,7483. 7484

natoli (Pru 7495, 7498....................................................... : ............ 7488,7491

IRFIS

relativa alla gestione del fetido di cui ai- colo 9 della legge regionale 4 agosto 1:978, n. 26) 7460

M ozione(Annunzio) ...................................................

S u ll'indennizzo a i prop rietari di bovin i colpiti do g ra vi m alattie infettive

PRESIDENTE ...............CHESSARI (PCI) ....................... .......... A . ,T . ! . . .........PIACENTI, Assessore per i l territorio e l ’ambiente . . . .

Sui tem pi di svolgim ento degli otti ispettiviPRESIDENTE . . .NATOLI (PRi) ......................................................................PLACENTI, Assessore per i l territorio e l'ambiente . . . .

( ') intervento corretto daH’oratoré.

ALLEGATO

— risposta scritta dell'Assessore per gli enti locali all'in­terrogazione n. 911 degli onorevoli Laudani ed altri.

— risposta scritta dell'Assessore per gli enti locali all'in­terrogazione n. 1014 dell'onorevole Cristaldi

— risposta scritta delTAssessore per gli enti locali all'in- terrogazione n. i05 9 deH'onorevole Leone

- risposta scritta delTAssessore per ia cooperazione, iicommercio, l'artigianato e la pesca all'Interrogazione n. 933 deli’ortorevole Cristaidì ..............................

- risposta, scritta delTAssessore per fa cooperazione, il commercio, l'artigianato e la pesca all'Interrogazione n.1009 dell'onorevole Cristaldi ....................................

risposta scritta delTAssessore per l'industria alTìnterrfa- gazione n. 1198 dell’onorevole Cristaldi

7480

749874997500

749974997500

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La seduta è aperta alle ore 17,40.

FERRANTE, segretario, dà lettura del pro­cesso 'nerbale della seduta precedente che, non sorgendo osservazioni, si intende approvato:

f. 1003(500)

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Resoconti Parlamentari 7454 Assemblea Regionale Siciliana

X Leqslatura 199= SEDUTA 7 Marzo 1989

Presidenza del Vice presidente Damigella.

Congedi e missioni.

PRESIDENTE. Comunico che l’onorevole Caragliano ha chiesto congedo per le sedute del­la corrente settimana.

Non sorgendo osservazioni il congedo si in­tende accordato.

Comunico altresì che gli onorevoli Santacro­ce, Lo Curzio, Firrarello, Mazzaglia e Tricoli sono in missione dal 7 al 9 marzo 1989 per ra­gioni inerenti al loro ufficio di componenti la Commissione Cee.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

PRESIDENTE. Comunico che sono state rese le seguenti risposte scritte ad interrogazioni:

da parte dell’Assessore per la cooperazione:— «Notizie sull’assegnazione dei contributi

erogati negli esercizi finanziari 1986, 1987 e 1988 in forza dell’articolo 57 della legge re­gionale numero 3 del 1986» (933), deU’onore- vole Cristaldi;

— «Notizie sulla situazione complessiva del­la cooperativa Zoocasearia di Custonaci (TP) e in particolare sulle provvidenze di cui abbia eventualmente beneficiato» (1009), deH’onore- vole Cristaldi;

da parte dell’Assessore per gli enti locali:— «Notizie suH’esito deU’indagine ispettiva

avviata dall’Assessorato degli enti locali in me­rito alla regolarità deU’assegnazione dei lavori di realizzazione della circonvallazione di Mili- tello in Val di Catania (CT)» (911), degli ono­revoli Laudani ed altri;

— «Ragioni della mancata corresponsione dell’indennità di esproprio a due cittadini di Campobello di Mazara (TP), in relazione alla realizzazione della strada “ prolungamento via G. Marconi’’» (1014), dell’onorevole Cristaldi;

— «Invio di un commissario ad acta presso il comune di Castelvetrano (TP)» (1059), del­l’onorevole Leone;

— «Indagine conoscitiva sulla solidità della compagnia assicurativa Titano Assicurazioni Spa» (1198), dell’onorevole Cristaldi

Le risposte scritte ora annunziate saranno pubblicate in allegato nel resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte in commissione ad in­terrogazioni.

PRESIDENTE. Comunico che sono state rese in Commissione le seguenti risposte ad inter­rogazioni:

da parte dell’Assessore per i beni culturali:— «Inesatta applicazione della legge Galas­

so e della legge regionale numero 98 del 1981 per ciò che riguarda il territorio delle Mado- nie» (749), degli onorevoli Laudani ed altri, per la quale l’onorevole Laudani si dichiara insod­disfatta;

— «Notizie sulla controversia sorta tra l’Ente Ferrovie dello Stato e la Soprintendenza ai be­ni archeologici di Palermo in ordine al proget­to di raddoppio della linea ferrata Palermo- Messina, nei tratto compreso tra Fiumetorto e Cefalù, circa il pericolo di danno alla zona ar­cheologica di Imera» (869), deironorevole Pi- ro, il quale si dichiara insoddisfatto;

— «Iniziative per la tutela e la fruizione dei Sesi di Pantelleria» (1114), degli onorevoli La Porta e Vizzini, per la quale l ’onorevole La Porta si dichiara insoddisfatto;

— «Provvedimenti per la salvaguardia ed il restauro della villetta liberty Villa Bonaiuto di Catania» (1164), dell’onorevole Piro, il quale si dichiara insoddisfatto;

da parte dell’Assessore per gli enti locali:— «Nomina di un commissario ad acta al

comune di Ravanusa» (653), degli onorevoli Russo ed altri, per la quale l’onorevole Virlin- zi si dichiara parzialmente soddisfatto;

— «Destinazione al comune di Pedata del finanziamento già concesso all’ente Oasi S. Ca­terina relativo alla realizzazione di una casa- albergo per anziani» (709), degli onorevoli D’Urso ed altri, per la quale l’onorevole D’Ut' so si dichiara soddisfatto;

— «Indagine conoscitiva in ordine a preisunfó irregolarità verificatesi al Consiglio comunale di Pedata in occasione delTapprovazione delconto consuntivo relativo al 1985» (724), degli

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Resoconti Parlamentari

X Legislatura

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onorevoli D’Urso ed altri, per la quale l’ono­revole D’Urso si dichiara insoddisfatto;

— «Modifica della circolare emanata dal- 1 Assessore per gli enti locali per consentire ai comuni interessati il rilascio agli anziani aven­ti diritto di tessere annuali di libera circolazio­ne illimitata sulle linee Ast» (844), degli ono­revoli Gulino ed altri, per la qualeì'onorevole D’Urso ha preso atto dell’impegno del Governo;

— «Interventi presso il comune di Catania per un’adeguata assegnazione di alloggi ai nu­clei familiari sfrattati» (944), degli onorevoli Laudani ed altri, per la quale l’onorevole D’Ur­so si dichiara insoddisfatto;

— «Accertamento della fondatezza delle no- tizie circa presunti comportamenti non ortodossi del Presidente della prima sezione elettorale di Capizzi ^ e ) , in occasione delle recenti con- su taziom per il rinnovo del Consiglio comu­nale» (1046), degli onorevoli Risicato ed altri, per la quale l’onorevole Virlinzi ha preso atto della dichiarazione dell’Assessore;

— «Notizie in ordine ai sussidi concessi, per Il corrente anno, alle associazioni di enti locali e loro amministratori ed, in particolare, alla Le­ga siciliana per le autonomie» (1223), degli ono­revoli D’Urso, Gueli, Barba, Piro, per la qua­le I onorevole D’Urso si è dichiarato insoddi- Slatto,

Comunico che le interrogazioni numero 658 *< ollecita conclusione del concorso per aggior- natori nelle scuole medie bandito dall’Irsae», de­gli onorevoli Gueli-ed altri; numero 1103 «Ini­ziative per consentire l’apertura giornaliera est&- sa ai giorjjj festivi, del “ Baglio Anseimi’’ e del relativo museo di Marsala», dell’onorevole Gril- o, numero 1113 «Notizie sulle modalità appi! cative della legge numero 93 del 1982 in rife­rimento al servizio di refezione scolastica e di oposcuola», degli onorevoli D ’Urso ed altri,

assegnate alla VI Commissione legislativa, so- 0 state trasformate in interrogazioni con rispo- 3 scritta, per assenza degli interroganti,

omunico che le interrogazioni numero 545 * omina di un commissario ad acta al Comu- f di Agrigento, per la rideterminazione della

pianta organica dei dipendenti comunali e per regolarizzazione della loro posizione giuri-

®^i7omica», degli onorevoli Capodicasa ^itri; numero 560 «Notizie in ordine alle ri­

chieste avanzate da alcuni cittadini per il tra- merimento della residenza presso il comune di Comitmi», degli onorevoli Gueli ed altri; nu­mero 6 ^ «Invio di un commissario ad acta presso il comune di Ravanusa», dell’onorevole Pallilo; numero 846 «Indagine conoscitiva tesa ad accertare eventuali irregolarità e responsa­bilità di un dirigente coordinatore dell’ottavo di­partimento della provincia regionale di Catania», degli onorevoli Laudani ed altri; numero 1018 «Indagine conoscitiva per accertare presunte ir- replarità verificatesi presso il consiglio comu­nale di Mineo (Catania) in relazione alla com­posizione delle commissioni esaminatrici, e ri­tenute insussistenti dalla Commissione provin­ciale di controllo di Catania», degli onorevoli Damigella ed altri; numero 1077 «Indagine co­noscitiva per verificare l’esistenza di presunte irregolarità verificatesi al consiglio comunale di Mineo (Catania) nell’adunanza del 4 maggio 1988», degli onorevoli Damigella ed altri, as­segnate alla I Commissione legislativa, sono sta­te trasformate in interrogazioni con risposta scritta, per assenza degli interroganti.

Comunico che l’interrogazione numero 955 «Modifica della circolare assessoriale esplica­tiva della legge regionale numero 2 del 1988 contenente nuove norme in materia di pubblici concorsi», degli onorevoli Gueli ed altri, è stata invece dichiarata superata per l’intervenuta mo­difica della legge regionale numero 2 del 1988 contenuta nella legge regionale numero 21 del 1988.

Annunzio di presentazione di disegni di legge.

PRESIDENTE. Comunico che sono stati pre­sentati i seguenti disegni di legge:

«Norme per la tutela, la valorizzazione lo sviluppo del Comune di Erice e nuova deli­mitazione dei confini tra il Comune di Erice e quello di Trapani» (659), dagli onorevoli La Porta ed altri,

in data 10 febbraio 1989;

T~ «Norme per la lotta al randagismo, per l’istituzione dell’anagrafe canina regionale e a fatela degli animali domestici» (660), dall'ono­revole Piro,

in data 14 febbraio 1989;

— «Provvidenze per la sistemazione e la va­lorizzazione delle piazze che si affacciano sul-

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Resoconti Parlamentari - 7456 - Assemblea Regionale Siciliana

X Legislatura 199“ SEDUTA 7 Marzo 1989

la via Etnea di Agrigento» (662), dagli onore­voli Palino e Leone,

in data 16 febbraio 1989;— «Finanziamento degli interventi previsti

nel piano triennale della Asi di Ragusa» (663), dagli onorevoli Chessari e Aiello,

in data 18 febbraio 1989;— «Norme riguardanti il demanio maritti­

mo regionale nel Comune di Capo d’Orlando» (664), dagli onorevoli Burgaretta Aparo, Ca- ragliano, Firrarello,

in data 23 febbraio 1989;— «Interventi organici di tutela e valoriz­

zazione dei beni culturali e passaggio alla Re­gione del personale addetto ai progetti ammes­si a fmanziamento» (665), dall’onorevole Lo Curzio;

— «Riordino della disciplina dei diritti di uso civico nella Regione siciliana» (666), dal Pre­sidente della Regione (Nicolosi Rosario), su proposta dell’Assessore per l’agricoltura e le fo­reste (La Russa);

— «Provvedimenti urgenti concernenti gli agenti tecnici dell’Istituto incremento ippico di Catania» (667), dal Presidente della Regione (Nicolosi Rosario), su proposta dell’Assessore per l’agricoltura e le foreste (La Russa);

— «Approvazione del bilancio della Crias per l’anno 1987» (668), dal Presidente della Re­gione (Nicolosi Rosario), su proposta dell’As­sessore per la cooperazione, il commercio, l’ar- tigianato e la pesca (Lombardo Salvatore);

— «Modifiche ed integrazioni alla legge re­gionale 21 agosto 1984, numero 60 concernente la formazione delle anagrafi della utenza e cen­simento degli alloggi di proprietà pubblica» (669), dal Presidente della Regione (Nicolosi Rosario), su proposta dell’Assessore per i la­vori pubblici (Sciangula);

— «Interventi per favorire la realizzazione dei piani di risanamento degli allevamenti bo­vini dalla tubercolosi, dalla bmcellosi e dalla leucosi e degli allevamenti ovi-caprini dalla bra- cellosi» (670), dal Presidente della Regione (Ni­colosi Rosario), su proposta dell’Assessore per la sanità (Alaimo);

— «Modifiche ed integrazioni alla legge re­gionale 28 marzo 1986, numero 16» (671), dal Presidente della Regione (Nicolosi Rosario),

su proposta dell’Assessore per gli enti locali (Canino),

in data 1° marzo 1989;

— «Interventi a favore dei lavoratori della Warm-Boyler» (672), dall’onorevole Biro,

in data 7 marzo 1989.

Annunzio di presentazione di disegno di leg­ge e contestuede invio alla competente Commissione legislativa.

PRESIDENTE. Comunico che è stato presen­tato in data 15 febbraio 1989 ed inviato alla competente Commissione legislativa «Industria, commercio, pesca e artigianato» in data 16 feb­braio 1989, il disegno di legge numero 661: «Incremento del fondo destinato allo sviluppo della propaganda dei prodotti siciliani» dal Pre­sidente della Regione (Nicolosi Rosario), su proposta dell’Assessore per la cooperazione, il commercio, l’artigianato e la pesca (Lombar­do Salvatore).

Comunicazione di invio di disegni di legge al­le competenti Commissioni legislative.

PRESIDENTE. Comunico che sono stati in­viati alle competenti Commissioni legislative i seguenti disegni di legge:«Questioni istituzionali, organizzazione ammi­

nistrativa, enti locali territoriali ed istitu­zionali»

— «Definizione ed adozione dello stemma e del gonfalone della Regione siciliana» (625), d’iniziativa parlamentare;

— «Norme per l’inquadramento del perso­nale degli istituti di patronato e di assistenza» (633), d’iniziativa parlamentare,

trasmessi in data 6 marzo 1989;

— «Istituzione di una Commissione ^rla- mentare d’inchiesta sulla spesa sanitaria in Si­cilia» (650), d’iniziativa parlamentare, trasmesso in data 6 marzo 1989.

— «Costituzione del Centro regionale per i „ beni culturali, artistici ed ambientali della Re­gione siciliana» (643), d’iniziativa parlamenta­re, trasmesso in data 13 febbraio 1989, parere VI Commissione legislativa;

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Resoconti Parlamentari - 7457 -

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«Finanza, bilancio e programmazione»

— «Anticipazione della Regione alle unità sanitarie locali della Sicilia» (631), d ’iniziativa governativa, trasmesso in data 13 febbraio

«Agricoltura e foreste»

— «Disposizioni per la promozione dell’a- griturismo» (632), d iniziativa parlamentare, pa­rere V Commissione legislativa;

-- «Intervento regionale per il consolidamen- to delle passività onerose delle imprese agrico- le» (651), d’iniziativa parlamentare, parere Cee;

— «Intervento regionale in favore delle coo­perative ai sensi della legge 8 novembre 1986 numero 752» (653), d ’iniziativa parlamentare' parere Cee,

trasmessi in data 6 marzo 1989.

«Industria, commercio, pesca e artigianato»

-- «Interventi per la coltivazione e commer­cializzazione del sale marino e per la valoriz- m ione storico-culturale dei mulini a vento» ^ 2 ) , d’iniziativa parlamentare, parere VI Commissione legislativa;

- «Provvedimenti in favore delle camere di commercio, industria, artigianato ed agricoltu­ra della Regione siciliana a sostegno della atti- vita istituzionale» (645), d ’iniziativa parla­mentare; ^

~ «Assegni familiari in favore degli eser­centi attività commerciali» (652), d’iniziativa parlamentare,

trasmessi in data 6 marzo 1989.

^ ’ ^ i^ tiva governativa, trasmesso in da­ta 13 febbraio 1989;

— «Norme per agevolare la costruzione1 acquisto, la sistemazione di edifici da adibire a sede di commissariato di polizia» (649) d’i-

P^f* 'ti®ritare, trasmesso in data 6 mar-

«Pubbhca istruzione, beni culturali, ecologia, lavoro e cooperazione»

— «Interventi in favore degli istituti di alta cultura operanti nella Regione siciliana» (636) d iniziativa governativa;

— «Modifiche ed integrazioni alla legae 29giugno 1939, numero 1497 e successive modi­fiche ed integrazioni» (637), d ’iniziativa gover­nativa; ^

«Provvidenze in favore dell’associazione culturale Bertold Brecht di Corniso® (640) d’i­niziativa parlamentare,

trasmessi in data 6 marzo 1989;

— «Riordino degli istituti regionali di istru-professionale e tecnica» (641)

d’iniziativa governativa, trasmesso in data 13 febbraio 1989;

— «Contributo all’Istituto scientifico inter­nazionale “ Giovanni Battista Cuccia’’ di Paler­mo, per attività ordinarie» (648), d’iniziativa parlamentare, trasmesso in data 6 marzo 1989.

Lavori pubblici, urbanistica, comunicazioni, trasporti, turismo e sport»

ripii ”^*^c)vvedimenti per i lavori di recupero to Santa Maria dei Greci di Agrigen-

e eli sistemazione dell’area antistante» (638),parlamentare, trasmesso in data 13

mbbraio 1989;

“Inteiventi straordinari per i danni arre- 1 9 7 1 eruttiva dell’Etna negli anni rere^i (693)’ d’iniziativa parlamentare, pa- in A Commissione legislativa, trasmesso 'a data 6 marzo 1989;

ugenti per l’anno tn materia di turismo, sport e trasporti»

«Igiene e sanità, assistenza sociale»

~ «Norme per l’Inquadramento del perso- naie delle unita sanitarie locali che ha parteci- pato ai corsi di formazione» (628), d ’iniziativa parlamentare, trasmesso in data 13 febbraio 1989j

— «Ulteriori disposizioni per l’attuazione delle leggi regionali 6 maggio 1981, numero 87 e 25 marzo 1986, numero 14, recanti interventi e servizi a favore degli anziani» (635), d ’ini­ziativa governativa, trasmesso in data 6 marzo 1989.

Comunicazione di richieste di parere.

PRESIDENTE. Comunico che sono pervenu­te dal Governo ed assegnate alle competenti Commissioni legislative le seguenti richieste di parere:

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Resoconti Parlamentari 7458 - Assemblea Regionale Siciliana

X Leuslatura 199’ SEDUTA 7 MaR20 1989

«Questioni istituzionali, organizzazione ammi­nistrativa, enti locali territoriali ed istitu­zionali»

— Deliberazione numero 464 del 29 novem­bre 1988 - Nomina presidente dell’Istituto au­tonomo case popolari di Trapani (528), perve­nuta il 18 gennaio 1989;

— Monte di credito su pegno. Banca del Monte S. Agata di Catania. Nomina del dottor Tommaso Pantò a presidente. Autorizzazione ai sensi dell’articolo 62 del Decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, numero 3 (529), pervenuta il 30 gennaio 1989,

trasmesse in data 4 marzo 1989,«Lavori pubblici, urbanistica, comunicazioni,

trasporti, turismo e sport»— Caltabellotta. Riserva alloggi. Decreto del

Presidente della Repubblica numero 1035/72; legge regionale 18 marzo 1977, numero 10 (536), pervenuta il 6 febbraio 1989;

— Assessorato regionale turismo. Piano di riparto legge regionale 16 maggio 1978, numero 8. Attività sportive 1988 (537), pervenuta il 7 febbraio 1989,

trasmesse in data 15 febbraio 1989«Pubblica istruzione, beni culturali, ecologia,

lavoro e cooperazione»— Ircac. Programma interventi creditizi per

l’anno 1989 (538), pervenuta il 7 febbraio 1989, trasmessa il 4 marzo 1989.«Igiene e sanità, assistenza sociale»

— Unità sanitaria locale numero 58 di Pa­lermo. Attivazione funzionale del padiglione per detenuti ammalati nel presidio ospedaliero “ Ci­vico e Benfratelli’’ (541);

— Legge regionale 26 marzo 1986, nume­ro 16. Attivazione dei centri per la diagnosi pre­coce di patologia ereditaria. Incremento orga­nici (542);

— Lotta all’Aids - Potenziamento e ristrat- tu'azione della rete infettivologica siciliana (543),

pervenute il 16 febbraio 1989; trasmesse il 4 marzo 1989;— Unità sanitaria locale numero 58 di Pa­

lermo. Seconda Divisione di medicina gene­rale del presidio ospedaliero “ Civico” . Pro­

posta di riorganizzazione con ampliamento di organico (544);

— Legge regionale 8 novembre 1988, nu­mero 39, articolo 2 - Commissione consultiva. Costituzione (545),

pervenute il 20 febbraio 1989; trasmesse il 4 marzo 1989.

Comunicazione di pareri resi.

PRESIDENTE. Comunico i seguenti pareri resi dalle competenti Commissioni legislative:

«Industria, commercio, pesca e artigianato»— Espi - Delibera numero 1 del 1989 - Ap­

provazione ex articolo 53 della legge regiona­le numero 34 del 1988 riguardante il riordino dei bacini di Palermo e Trapani (539), in data 15 febbraio 1989.«Lavori pubblici, urbanistica, comunicazioni,

trasporti, turismo e sport»— Piano regionale dei trasporti - Documento

programmatico (497), in data 31 gennaio 1989:«Pubblica istruzione, beni culturali, ecologia, lavoro e cooperazione»

— Programma attività teatrali. Capitolo 38103 - Comuni della Sicilia (457), in data 15 febbraio 1989.

Comunicazione di assenze e sostituzioni alle riunioni delle Commissioni.

PRESIDENTE. Comunico le seguenti assenze e sostituzioni alle riunioni delle Commissioni legislative dal 14 febbraio al 2 marzo 1989:«Questioni istituzionali, organizzazione ammi­

nistrativa, enti locali territoriali ed istitu­zionali»

— Assenze:Riunione del 15 febbraio 1989: Campione-

Mulè-Nicolosi Nicolò-Rizzo-Sardo Infirri;Riunione del 1 marzo 1989: Campione-Sardo

Infirri.

— Sostituzioni:Riunione del 15 febbraio 1989: Gueli sosti­

tuito da Aiello; Risicato sostituito da D ’Urso.

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Resoconti Parlamentari 7459

X Legislatura 199® SEDUTA 7 Marzo 1989

«Finanza, bilancio e programmazione»— Assenze:

Riunione del 14 febbraio 1989; Campione- D’Urso Somma;

Riunione del 28 febbraio 1989: Campione; Riunione del 2 marzo 1989: Capitummino-

Di Stefano-D’Urso Somma-Ferrara-Graziano- Platania;

Riunione del 2 marzo 1989 (pomeridiana): D’Urso Somma-Ferrara;

— Sostituzioni:

Riunione del 2 marzo 1989 (antimeridiana); Piccione sostituito da Leone;

Riunione del 2 marzo 1989 (pomeridiana): Piccione sostituito da Leone; Campione sosti­tuito da Pezzino.

«Agricoltura e foreste»Assenze:

Riunione del 15 febbraio 1989; Diquattro- Gorgone-Lo Giudice Diego;

Riunione del 2 marzo 1989 (antimeridiana): Firrarello-Aiello-Gorgone-Lo Giudice Diego- Palillo;

Riunione del 2 marzo 1989 (pomeridiana); FirrarelIo-AielIo-Gorgone-Lo Giudice Diego- Palillo-Stornello.

«Industria, commercio, pesca e artigianato»— Assenze:

Riunione del 15 febbraio 1989: Leone-Mulè- Santacroce;

Riunione del 2 ■ marzo 1989: Cicero-Lo Curzio;

— Sostituzioni;

Riunione del 15 febbraio 1989: Lombardo Raffaele sostituito da Grillo; Parisi sostituito da Colombo;

Riunione del 2 marzo 1989: Lombardo Raf­faele sostituito da Grillo.

«Lavori pubblici, urbanistica, comunicazioni, trasporti, turismo e sport»— Assenze:

Riunione del 15 febbraio 1989: Nicolosi Nicolò

Riunione del 1 marzo 1989 (sottocomm.): | Faolone-Susinni I

— Sostituzioni:

Riunione del 15 febbraio 1989: Colajanni so­stituito da Altamore

«Pubblica istruzione, beni culturali, ecologia, lavoro e cooperazione»Assenze:

Riunione del 15 febbraio 1989 (antimeridia­na): Gueli-Sardo Infirri-Tricoli;

Riunione del 15 febbraio 1989 (pomeridiana): Gueli-Sardo Infirri-Tricoli;

Riunione del 16 febbraio 1989: Burgaretta- Burtone-Grillo-Gueli-Leanza Salvatore-Sardo Infirri-Tricoli;

Riunione del 1 marzo 1989: Laudani-Sardo Infirri;

Riunione del 1 marzo 1989 (pomeridiana): Laudani-La Porta-Ordile-Piro-Sardo Infirri- Tricoli;

Riunione del 2 marzo 1989 (antimeridiana); Burtone-Sardo Infirri;

— Sostituzioni:

Riunione del 15 febbraio 1989: Burgaretta so­stituito da Pezzino; Burlone sostituito da Gra­ziano; Leanza Salvatore sostituito da Piccione;

Riunione del 15 febbraio 1989 (pomeridiana): Leanza Salvatore sostituito da Palillo;

Riunione del 1 marzo 1989 (antimeridiana): Grillo sostituito da Garagiiano;

Riunione del 2 marzo 1989 (antimeridiana); Laudani sostituita da D’Urso;

Riunione del 2 marzo 1989 (pomeridiana); Laudani sostituita da Virlinzi; Burtone sostituito da Graziano; Leanza Salvatore sostituito da Leone; Sardo Infirri sostituito da Mazzaglia; Ordile sostituito da Di Stefano;«Igiene e sanità, assistenza sociale»

Assenze;

Riunione del 28 febbraio 1989: Susin- ni-Xiumè;

Riunione del 1 marzo 1989: Galipò-Lom- bardo Raffaele-Susinni-Xiumè.

Annunzio di comunicazione pervenuta dal Governo.

PRESIDENTE. Do notizia della seguente co- munic^ione pervenuta dal Governo in data 16 febbraio 1989, e trasmessa in data 4 marzo

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Resoconti Parlamentari - 7460 Assemblea Regionale Siciliano

X Legislatura 199“ SEDUTA 7 Marzo 1989

1989 alla Commissione legislativa: «Questioni istituzionali, organizzazione amministrativa, enti locali, territoriali ed istituzionali»:

— Espi - Delibera numero 155 del 1988. Fusione per incorporazione della Spa coto­nificio siciliano nella Spa Iniziative industria­li. Assemblea degli azionisti delle due socie­tà (540).

Comunicazione deH’Irfìs relativamente alla gestione del fondo di cui all’articolo 9 della legge regionale 4 agosto 1978, numero 26.

PRESIDENTE. Comunico che ITstituto re­gionale per il finanziamento alle industrie (Ir- fis), in conformità a quanto disposto dall’arti­colo 10 della convenzione stipulata tra la Re­gione siciliana e lo stesso Istituto per la gestione del fondo di cui all’articolo 9 della legge re­gionale 4 agosto 1978, numero 26, ha trasmesso l’elenco dei mutuatari morosi al 30 settembre 1988, con note informative sulla situazione delle singole pratiche.

Avverto che copia di detto elenco è stata tra­smessa alla Commissione legislativa «Industria, commercio, pesca ed artigianato» in data 4 mar­zo 1989.

Comunicazione di ritiro di disegno di legge.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 14 febbraio 1989, l’onorevole Piro, con nota nu­mero 3386, ha dichiarato di ritirare il disegno di legge numero 606: «Norme per la lotta al randagismo, per l’istituzione dell’anagrafe ca nile regionale» a seguito di presentazione di al tro disegno di legge di pari oggetto.

Armunzio di interrogazioni.

PRESIDENTE. Invito il deputato segreterio a dare lettura delle interrogazioni con richiesta di risposte orale presentate.

FERRANTE, segretario:

«A ll’A ssessore regionale per il territorio e l ’ambiente per sapere:

— se è a Conoscenza del vivo allarme tra le popolazioni dei Comuni di Priolo, M elilli,

Augusta e Siracusa per le vicende legate alla costmzione e gestione del depuratore consorti­le di Priolo;

— i motivi per i quali a ben 5 anni dall’ini­zio dell’attività il citato depuratore, gestito dal- rias , non è stato ancora collaudato;

— se sia vero che, nel frattempo, sono sta­te spese nell’impianto ingenti somme per ma­nutenzioni e interventi che, in assenza di col­laudo, fanno emergere gravissime responsabi­lità a carico degli amministratori dell’Ias;

— se è a conoscenza della richiesta da par­te della Presidenza dell’Ias di un ulteriore fi­nanziamento di 23 miliardi, per non meglio pre­cisare “ modifiche migliorative atte a consenti­re un ulteriore abbattimento del parametro di inquinamento’’;

— se ritiene accettabile che una struttura preposte alla depurazione dei reflui industriali possa, per ben sei volte, diventare essa stessa fonte di inquinamento ambientale;

— se non ritenga di chiarire urgentemente le cause degli avvenuti superamenti e le con­seguenti responsabilità, a carico degli ammini­stratori dell’Ias;

— se esistono fondate correlazioni tra i ci­tati superamenti ed il servizio di conferimento dei reflui mediante autobotti;

— se non ritenga di giustificare i motivi per i quali ha ritenuto di sospendere il servizio di conferimento dei reflui mediante autobotti, so­lo dopo quattro anni di consapevole, ininterrotta gestione illegale da parte dell’las;

— presso quali altre strutture autorizzate so­no stati dirottati i reflui non piu conferibili pres­so il depuratore di Priolo e se il servizio viene gestito finalmente in assoluta legalità;

— se, nel complesso, ritiene il depuratore idoneo a svolgere le funzioni di istituto ovvero se non ritenga piuttosto fondati i dubbi, da piu parti emersi, sulla reale efficienza dell’impianto,

— quali iniziative intende assumere con la massima urgenza, per normalizzare la gestio­ne dell’impianto, assicurare alle industrie utenti la regolarità del servizio, garantire la sicurez­za delle popolazioni interessate e rimuovere, fi' nalmente, ogni ostacolo al necessario chiarimen­to dell’inquietante vicenda» (1464).

Bono.

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>0.Resoconti Parlamentari 7461 Assemblea Regionale Siciliana

X Legislatura 199" SEDUTA 7 M arzo 1989

«All’Assessore per il territorio e l’ambiente, per sapere:

— i motivi del grave, ingiustificato ritardo nella elaborazione del Piano regionale delle di­scariche in Sicilia;

— se è consapevole delle conseguenze che il citato ritardo comporta, oltre che all’ambiente ed alla salute pubblica dei siciliani, anche in Or­dine al pili elementare principio di razionaliz­zazione della delicatissima materia dello smal­timento dei rifiuti tossici e nocivi;

— se, in particolare, risponda al vero la no­tizia della ventilata ipotesi di localizzare una piattaforma polifunzionale per lo smaltimento di rifiuti tossici e nocivi in provincia di Sira­cusa, presso cui dovrebbero essere smaltiti an­che i rifiuti di altre zone industriali quali Cal- tagirone. Ragusa e Catania;

— se non ritenga necessario scongiurare tale ipotesi alla luce del gravissimo degrado ambien­tale in cui è ridotta la provincia di Siracusa che ha già pagato prezzi enormi ad un modello di sviluppo sbagliato;

— quali iniziative intende assumere con la massima urgenza per:

1) ricondurre la complessa materia delle di­scariche in corretti termini gestionali ispirati, oltre che alla necessaria trasparenza, anche a scelte non penalizzanti nei confronti di aree già altamente compromesse e, comunque, sogget­te ad elevati rischi ambientali;

2) scongiurare ogni eventuale ipotesi di lo­calizzazione in provincia di Siracusa della piat­taforma polifunzionale di smaltimento di rifiu­ti tossici e nocivi;

3) procedere all’inserimento della zona in­dustriale di Siracusa nel piano delle aree ad alto rischio ambientale;

4) restituire serenità e sicurezza ai siracu­sani, stanchi di continuare a subire scelte no­cive per la loro salute e mortificanti per la lo­to dignità e desiderosi unicamente di riscattare la loro terra dalla penalizzante condizione di pattumiera d’Italia e di Sicilia» (1465).

Bono .

«AirAssessore per la sanità, per sapere:— se sia a conoscenza che alla unità sani­

taria locale numero 22, stabilimento ospedaliero

di Vittoria, si è dimesso il 4 novembre 1988 il primario oculista di ruolo dottor Biagio Bo­sco e che lo stesso ha rilasciato alla stampa pe­santi dichiarazioni riguardanti i motivi delle sue dimissioni;

— se non ritenga opportuno, anche in con­siderazione che la divisione di oculistica del­l ’Ospedale di Vittoria è stata sempre apprez­zata ed ha costituito un punto di riferimento per una vastissima platea di utenza, disporre una immediata inchiesta per accertare la gravità dei fatti e per tranquillizzare le popolazioni inte­ressate» (1466) (L'interrogante chiede lo svol­gimento con urgenm).

XlUMÈ.

«Al Presidente della Regione ed all’Assesso­re per l’agricoltura e le foreste, per sapere:

— se siano a conoscenza che ai dipendenti forestali della provincia di Palenno non sono stati a tutt’oggi corrisposti gli emolumenti re­lativi al mese di dicembre 1988 nonché altri compensi arretrati;

— i motivi di tale ritardo;— quali interventi intendano urgentemente

adottare per assicurare ai dipendenti forestali di Palermo sia il pagamento degli arretrati sia la puntuale corresponsione degli emolumenti» (1467) (Gli interroganti chiedono lo svolgimento con urgenza).

CuStMANO - TrICOLI - ViRGA - Bono - Cristaldi - Paolone - Ragno - X iumè.

«Al Presidente della Regione, all’Assessore per il territorio e l’ambiente e all’Assessore per l’industria, per sapere:

— se siano a conoscenza del gravissimo in­cendio scoppiato all’interno dello stabilimento Agrimont di Priolo nel corso delle operazioni di carico 5.500 tonnellate di fertilizzanti sulla nave Ezzeldin Refaat battente bandiera egiziana;

— se, in particolare, siano a conoscenza che, per circa 36 ore, gli oltre 200 mila abi­tanti dei comuni di Priolo, Augusta, Melilli e Siracusa sono rimasti in balia di una nube tos­sica di proporzioni gigantesche, fuoriuscita dal­l’incendio della citata nave;

— se siano consapevoli che si è scongiura­to un gravissimo ed incalcolabile danno alle po-

Resoconti, f. 1004 (.lOO)

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Resoconti Parlamentari - 7462 - Assemblea Regionale Siciliana

X Leqslatura 199* SEDUTA 7 Marzo 1989

polazioni interessate unicamente grazie alla fa­vorevole direzione del vento che, per tutta la durata dell’emergenza, ha sospinto i vapori tos­sici verso il mare;

— se ritengano oltremodo accettabile la con­dizione di costante pericolo cui sono esposti i cittadini insediati nella zona industriale di Si­racusa che, peraltro, a tutt’oggi, malgrado la persistente emergenza, appare sprovvista delle pili elementari strutture viarie e di protezione civile;

— se ritengano corretto, da parte delle au­torità competenti, avere lasciato l’opinione pub­blica totalmente priva di notizie ed informazioni sulla gravissima emergenza;

— se non ritengano tale comportamento mortificante ed offensivo della dignità é dei sa­crosanti diritti dei cittadini, sempre piu trattati alla stregua di sudditi;

— se non ritengano inquietante l’assoluta as­senza di chiarimenti sulle reali cause dell’inci­dente che ripropone, in termini ancora piu drammatici, il mai risolto problema della sicu­rezza delle attività industriali nel Siracusano;

— quali iniziative intendano assumere con la massima urgenza per:

1) disporre una indagine presso lo stabili­mento Agrimont di Priolo tendente a chiarire le esatte cause del gravissimo incidente e, piu in generale, le condizioni complessive di sicu­rezza dello stabilimento;

2) assumere ogni iniziativa finalizzata al ri­spetto delle norme di sicurezza nelle industrie del Siracusano;

3) intervenire ad ogni livello istituzionale per la celere definizione delle infrastrutture viarie e delle strutture di protezione civile nei comu­ni di Priolo, Melilli, Augusta e Siracusa;

4) assumere ogni altra iniziativa finalizzata a scongiurare in futuro l’insorgenza di ulterio­ri emergenze e restituire serenità e sicurezza ai cittadini delia zona industriale di Siracusa» (1468).

Bono - Cusimano - Cristaldi- Paolone - Ragno - T ricou- ViRGA - XlUMÈ.

«All’Assessore per il lavoro, la previdenza sociale, la formazione professionale e l’emigra­

zione, in riferimento airarticolo 23 della leg­ge numero 67 del 1988 riguardante progetti di pubblica utilità, per sapere:

— quali sono tutti i progetti regionali, in­terprovinciali, provinciali e comunali, approvati e finanziati dall’Assessorato del lavoro che ri­guardano la provincia e la città di Agrigento, nonché l ’esatta ripartizione dei posti di lavoro per singolo comune della provincia;

— altresì, le date delle pubblicazioni dei po- getti nei relativi Albi degli Uffici di colloca­mento e i mezzi di pubblicità adoperati.

Ciò al fine di assicurare la massima traspa­renza per la formazione delle relative gradua­torie e per consentire a tutti gli aventi titolo di partecipare con apposita istanza» (1470).

Palillo.

«All’Assessore per l ’agricoltura e le foreste, premesso che:

— l’Azienda foreste demaniali è Ente ge­store di numerose riserve naturali istituite ai sensi della legge regionale numero 98 del 1981;

— con l’articolo 6 bis della legge regionale numero 14 del 1988 è stato introdotto l’obbli­go, per gli Enti parco e per gli Enti gestori delle riserve, di provvedere alla tabellazione delle aree vincolate, comprensiva della indicazione dei divieti da adottare;

— l’azienda non ha ancora provveduto alla tabellazione delle riserve da essa gestite, con­travvenendo quindi ad un obbligo di legge e con pregiudizio delle esigenze di salvaguardia del­le aree vincolate.

Per sapere:— quali motivi hanno impedito all’Azienda

foreste demaniali di provvedere alla tabellazione delle riserve;

— quali iniziative intenda assumere perché questo importante 'adempimento venga al piu presto curato» (1471).

PiRO - Laudani - Ordile.

«All’Assessore per gli enti locali, per sapere:— se è a conoscenza dei numerosi suici­

di (pili di 60 negli ultimi anni) che avven­gono a Ragusa per precipitazione dai ponti di città;

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Resoconti Parlamentari - 7463 - Assemblea Regionale Siciliana

X LEGISLATaRA 199“ SEDUTA 7 Marzo 1989

— quali provvedimenti urgenti intenda pren­dere per obbligare il Comune ad installare si sterni di protezione perché questo tristissimo fe nomeno cessi» (1472) (L’interrogante chiede lo svolgimento con urgenza).

XlUMÈ.

«All’Assessore per gli enti locali, premesso che:

— il “ Fondo Auteri’’, che si estende per circa 7 ettari nel territorio comunale di Valde rice, si trova al centro di una controversia sul­la sua utilizzazione fra enti pubblici che ne ri­vendicano ognuno la proprietà;

— la unità sanitaria locale numero 1, che ha ereditato la gestione del Fondo da prece­denti stmtture sanitarie, ha affidato, con un contratto di comodato siglato il 12 luglio 1988, l’estensione di terreno ed i manufatti in es­so ricadenti alla comunità terapeutica per tos­sicodipendenti “ Saman” , la quale si è im­pegnata a realizzare nell’area un orto bota­nico ed a recuperare le strutture esistenti a piena efficienza, con l’esclusivo impegno di proprie risorse;

— l’amministrazione comunale di Valderi- ce ha deciso (in verità solo di recente dopo de­cenni di incuria) di rivendicare al Comune il diritto di proprietà sul bene patrimoniale im­pugnando il contratto, ed il Consiglio comuna­le si è pronunciato, con una delibera approva­ta a maggioranza, per l’acquisizione del Fon­do e l’utilizzo a verde pubblico;

— le due finalità- non sono in realtà contrap­poste e la stessa Comunità “ Saman’’, che ha già avviato i lavori di sistemazione, ha avan­zato alla Giunta una proposta di uso polivalen­te della stmttura;

per sapere:

— quali orientamenti esprime e quali misu­re intenda adottare perché il Fondo in questio- tte sia comunque assicurato ad un’ottimale frui­zione da parte della collettività, scongiurando cosi ogni possibile manovra speculativa da parte dr privati ed il pericolo che il Fondo stesso pos­sa usciré dalla proprietà pubblica, dato il vin- colo di esclusiva finalità umanitaria esistente sull’originario lascito» (1473).

PiRO.

«Al Presidente della Regione e all’Assessore per i lavori pubblici, per sapere:

— se siano a conoscenza dello stato di de­grado in cui si trovano le case popolari site a Scicli (Ragusa), Villaggio lunci via Pietro Non­ni, lotti 1, 2, 3, 4 e 5, nelle quali:

a) gli impianti elettrici non rispondono alle norme di sicurezza;

b) i pezzi dei bagni sono lesionati e molti lo erano al momento della consegna;

c) lavabi e pilozze scaricano nella condotta fognante principale senza sifoni e con conse­guenti esalazioni di cattivi odori;

d) gli scarichi fognanti, di diametro non ade­guato, decorrono spesso in orizzontale nei so­lai di copertura dei piani e provocano frequen­ti infiltrazioni putride negli appartamenti sot­tostanti, gli infissi in profilato metallico e ve­tro non sono a tenuta e gli avvolgibili esterni hanno sempre funzionato in maniera molto precaria;

— se siano a conoscenza che di detti fatti si sono ripetutamente occupati la stampa e le televisioni locali, oltre che alcune sezioni dei partiti politici;

— se intendano disporre subito un’ispezio­ne per accertare l’inconveniente di cui sopra e le responsabilità conseguenti;

— se intendano affrontare anche con prov­vedimento legislativo urgente l’improcrastina­bile e urgente problema degli standard costrut­tivi e abitativi nonché della manutenzione del­le case popolari in Sicilia» (1474) (L’interro­gante chiede lo svolgimento con urgenza).

XlUMÉ.

«Al Presidente della Regione e all’Assessore per rindustria, premesso che:

— nell’ambito di una ristrutturazione dei propri interventi, l’Eni ha proceduto al trasfe­rimento del pacchetto azionario detenuto dalla società collegata “ Monti Confezioni” alla “ In­tesa” di Gagliano;

— l’iniziativa a suo tempo concretatasi nel­la “ Intesa” discendeva da un preciso impegno deU’Ente di Stato, assunto con il protocollo del 1962, di promuovere una serie di interventi di­retti alla creazione di una stabile occupazione nella zona di Gagliano e nell’Ennese;

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Resoconti Parlamentari — 7464 Assemblea Regionale Siciìiana

X Legislatura 199“ SEDUTA 7 Marzo 1989

— nel corso del processo di dismissione da parte del gruppo Eni della partecipazione nel­l’Intesa di Gagliano, è stato ribadito l’impegno dell’Ente di Stato ad assicurare il mantenimen­to dell’occupazione negli stabilimenti dell’Intesa anche in iniziative alternative, da svilupparsi in breve tempo;

— a tutt’oggi nessuna nuova iniziativa è sta­ta programmata né tanto meno avviata, mentre in occasione dei vari incontri intervenuti con le Organizzazioni sindacali è emersa la tenden­za, sia dell’Ente di Stato sia degli imprenditori ai quali è stata ceduta l’Intesa, ad un disimpe­gno rispetto ai problemi occupazionali;

— a conferma di quanto sopra temuto, an­che in occasione dell’ultimo incontro del 15 feb­braio 1989, nessuna indicazione concreta è stata fornita circa il mantenimento dei livelli occu­pazionali e circa le nuove iniziative a tal fine previste;

— il problema occupazionale, già rilevante in tutto il Mezzogiorno d’Italia, assume dimen­sioni drammatiche nell’Ennese e che, quindi, non può ulteriormente tollerarsi l’indifferenza dello Stato, degli Enti di Stato e anche della Regione nei confronti di una popolazione che si è vista progressivamente emarginare da tut­te le iniziative economiche;

per sapere:— quali interventi ha effettuato e quali si

proponga di effettuare il Governo della Regio­ne per il rispetto degli accordi Eni - Regione del 1962;

— quale intervento specifico è stato posto in essere per la salvaguardia dell’occupazione all’Intesa di Gagliano;

— quali ulteriori iniziative si intendano svi­luppare da parte della Regione, anche attraverso gli enti economici regionali, ovvero unitarnen- te agli enti di Stato, per dare alle popolazioni dell’Ennese pari dignità, soprattutto sotto U pro­filo dell’occupazione, rispetto alle altre zone del Meridione» (1475).

M azzaglia.

«Al Presidente della Regione, premesso che:— in via dei Cantieri, ad A u^sta, esiste un

impianto di termodistruzione dei rifiuti urbani provenienti dalle navi in transito nel porto diAugusta;

— detto inceneritore, a causa dei gravi pro­blemi sanitari causati dalla immediata conti^ità ad una zona densamente abitata e alle vivaci proteste messe in atto dai cittadini di Augusta è sul punto di cessare l’attività o di essere so­stituito nelle proprie funzioni da un altro im­pianto di incenerimento, condotto dalla stessa cooperativa “ Unione Marinara’’, sito in loca­lità Punta Cugno e autorizzato con decreto as- sessoriale del 29 febbraio 1988;

— in ogni caso, la costruzione di questo se­condo impianto di incenerimento ha generato un vasto movimento dì opinione che si è espres­so attraverso una affollata manifestazione cit­tadina e una petizione popolare che ha finora raccolto ben 7.000 firme, essendovi fondati so­spetti che esista la volontà di conferirvi rifiuti tossici o nocivi di origine industriale ed ospe­daliera provenienti da ambiti territoriali anche molto distanti rispetto a quello per il quale era stata rilasciata l’autorizzazione;

— una tale volontà avrebbe effetti gravissimi, configurandosi come un ulteriore grave attenta­to alla salute delle popolazioni interessate (va ri­cordato che in quella zona si registrano indici di mortalità per cancro fra i piu alti in Italia) e agli equilibri ambientali già pesantemente compro­messi dai numerosi insediamenti industriali;

— il Presidente della Regione, con propria ordinanza del 27 novembre 1989, indicava nel­l’inceneritore di via dei Cantieri il luogo di smaltimento dei Rso prodotti dai presidi ospe­dalieri Umberto I e Rizzo delPUnità sanitaria locale numero 26 di Siracusa;

— tale provvedimento ha creato un grave stato di allarme fra la popolazione, essendo sta­to emanato in maniera del tutto inopinata, al di fuori di qualsiasi procedura di coinvolgimen­to, anche informale, delle autorità sanitarie ed amministrative locali, rafforzando la convinzio­ne che esista l’intenzione di realizzare un polo di smaltimento tramite termodistmzione di Rtn e Rso altrove prodotti;

per sapere;— quali siano le ragioni che hanno indotto

l’Unità sanitaria locale numero, 26 di Siracusa, nel richiedere l’emanazione di un’ordinanza che disponga lo smaltimento dei Rso da essa'pro­dotti, ad indicare espressamente l’inceneritore della “ Unione Marinara’’ di via dei Cantieri ad Augusta;

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Resoeoìiti Parlamentari 7465 ■ Assemblea Regionale Siciliana

X LEGISLATURA 199" SEDUTA 7 Marzo 1989

— se non ritenga palesemente contradditto­rio ordinare lo smaltimento di Rso presso un impianto che, ancorché autorizzato allo smal­timento di rifiuti provenienti dalle navi in tran­sito nel porto di Augusta, non risulta adeguato alle disposizioni vigenti in materia, come af­fermato dall’Assessorato regionale territorio e ambiente;

— quali siano le ragioni di urgenza e ne­cessità che hanno imposto la soluzione di cui alla suddetta ordinanza e a quali eventi vadano imputate;

— quali soluzioni venivano adottate dalla Unità sanitaria locale numero 26 per lo smalti­mento dei Rso precedentemente;

— se l ’Unità sanitaria locale numero 26 ab­bia esperito tutte le possibilità tecnico­amministrative per adeguarsi alla normativa in vigore;

— se sia in corso di autorizzazione o se sia comunque prevista la costmzione di un impianto di tennodistruzione dei rifiuti prodotti dalla Uni­tà sanitaria locale numero 26;

— se non ritenga questa decisione in con­trasto con le previsioni contenute nel Piano re­gionale di organizzazione dei servizi di smalti­mento dei rifiuti;

— se non intenda esprimere in maniera chia­ra l’orientamento del Governo regionale in merito al destino dell’inceneritore sito in con­trada Punta Cugno ed, in particolare, se non voglia esprimersi riguardo alla possibilità pa­ventata che esso sia destinato allo smaltimen­to di ingenti quantità di rifiuti tossici e nocivi ed ospedalieri provenienti da ambiti territoriali anche molto distanti da quello locale» (1478) (L’interrogante chiede lo svolgimento con urgenza).

PiRO.

«All’Assessore per l’industria, premesso che:— dalla stampa quotidiana è stata diffusa la

notizia che la Fiat, attraverso il nuovo consor­zio Elasis, investirà circa 900 miliardi per la realizzazione e la gestione di programmi di ri­cerca finalizzata allo sviluppo deU’apparato pro­duttivo nel Mezzogiorno. Secondo queste noti­zie, per altro molto accreditate, la Sicilia sa­rebbe del tutto esclusa da tali interventi.

Considerato che:— i programmi a cui si fa riferimento sono

finanziati in larga misura con i fondi della leg­ge 64, per cui risulta paradossale e incompren­sibile l’eliminazione della Sicilia, sede per al­tro di un importante stabilimento di produzio­ne Fiat;

— con interpellanza del 16 febbraio 1987, ancora non trattata, e successivamente con in­terrogazione dell’11 dicembre 1987, alia quale non è stata data risposta, l’interrogante solle­vava questioni legate al ruolo ed alla presenza della Fiat in Sicilia;

— in particolare veniva rilevato come, no­nostante avesse negli anni ricevuto ingenti fi­nanziamenti dallo Stato e dalla Regione per rimpianto ed il potenziamento dello stabilimen­to di Termini Imerese, la Fiat, a partire dal 1981, avesse attuato una strategia volta alla ri­duzione del numero degli occupati, cosicché og­gi si deve registrare una perdita secca di alme­no 1.000 posti di lavoro;

— si faceva rilevare, altresì, come, nono­stante avesse avuto tutte le facilitazioni possi-* bili da parte della mano pubblica e del territo­rio, la Fiat rifiutasse anche solo di discutere del destino dello stabilimento; acquisisse commes­se degli Enti pubblici siciliani per progettazio­ni e grandi opere, ma di contro non manife­stasse alcuna disponibilità né per investimenti, né per incentivare l’occupazione.

Per sapere:—- se non intenda intervenire per verificare

il ri.spetto da parte della Fiat delle finalità po­ste a base della concessione di pubblici finan­ziamenti;

— quali iniziative intende assumere nei con­fronti della Fiat e se non ritenga necessario pro­muovere un tavolo di discussione e di confronto reale cui chiamare le forze sociali e politiche, territoriali e regionali, per costringere la mul­tinazionale ad una radicale modifica del ruolo di rapina che essa ha avuto nella realtà econo­mica e territoriale siciliana» (1479).

PiRO.

«Al Presidente della Regione, considerato che:— con ordinanza presidenziale del 27 gen­

naio 1989 numero 24 il Presidente della Regio-

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X Leoslatura 199“ SEDUTA 7 Marzo 1989

ne ha autorizzato ravviamento, per lo smalti­mento tramite termodistruzione, all’incenerito­re della cooperativa “ Unione Marinara” di Au­gusta dei rifiuti speciali prodotti dai presidi ospedalieri Umberto I e Rizza di Siracusa, co­sì come richiesto dalla Unità sanitaria locale nu­mero 26 di Siracusa;

— l’Assessorato regionale Sanità ha espresso parere tecnico-sanitario favorevole per il trat­tamento mediante termodistruzione dei rifiuti speciali ospedalieri con capacità giornaliera massima di tonnellate 22,72 e minima di ton­nellate 11,36;

— dal testo dell’ordinanza presidenziale si evince chiaramente che si provvederà all’emis­sione di nuova ordinanza quando sarà avviato l’esercizio del nuovo impianto autorizzato dal­l’Assessorato regionale del territorio con decreto assessoriale numero 264 del 29 febbraio 1988;

per sapere:

— se non consideri gravissimo questo atto amministrativo in quanto determina la possibi­lità dell’avvio ad Augusta dei rifiuti ospedalie­ri di tutta la Regione siciliana, trasformando co­sì un impianto nato per essere ad esclusivo ser­vizio delle attività portuali in un centro di ri­fiuti tossici, nocivi e speciali di tutta l’Isola;

— come si concini la possibilità contenuta nell’ordinanza presidenziale di autorizzare lo stesso tipo di smaltimento nel nuovo inceneri­tore dell’Unione Marinara sito a Punta Cugno con le assicurazioni fornite qualche settimana fa dall’Assessore regionale per il territorio, ono­revole Piacenti, che il nuovo inceneritore sa­rebbe stato autorizzato solamente per lo smal­timento dei rifiuti prodotti dalle navi in transi­to nel porto di Augusta;

— se non ritenga necessario revocare il provvedimento per fugare il sospetto che attorno alla vicenda del nuovo inceneritore dell’Unio­ne Marinara di Augusta si stiano tessendo ma­novre non chiare tese, comunque, a fare di Au­gusta e del suo sito una vera e propria pattu­miera di rifiuti tossici e nocivi provenienti da ogni parte della Sicilia e per fugare il sospetto che dietro gli evidenti scollamenti tra Presidenza della Regione, Assessorato sanità e Assessora­to del territorio si nasconda un ignobile gioco delle parti teso a penalizzare una popolazione

già gravemente turbata per vicende anslloghe del passato e a favorire illeciti interessi tendenti a trasformare in volgare affare la difesa dell’am­biente» (1484).

Consiglio - Laudani - Gueli - La Porta .

«All’Assessore per il turismo, le comunica­zioni ed i trasporti, considerato che:

— in data 22 febbraio 1989, un pullman del- l’Ast ha provocato un tamponamento perché viaggiava con freni non efficienti causando il ferimento di 3 persone, di cui una con prognosi riservata, e decine di contusi;

— che, in data 23 febbraio 1989, i vigili ur­bani di Solarino effettuando un controllo han­no riscontrato che alcuni mezzi dell’Ast da tem­po non hanno effettuato i necessari controlli di revisione e che le gomme non erano in condi­zioni di sicurezza;

— tutto ciò sta determinando vivo malesse­re e preoccupazione tra gli utenti, in particola­re studenti;

per sapere:— quali provvedimenti intenda assumere per

riportare serenità tra gli utenti e se non ritenga necessario avviare un’indagine ispettiva tesa ad accertare lo stato dei mezzi dell’Ast nella pro­vincia di Siracusa, considerato, tra l’altro, che il disagio nei confronti di un servizio ricono­sciuto gravemente inidoneo è ampiamente dif­fuso in tutti i comuni» (1483).

Consiglio,

«All’Assessore per il territorio e l’ambiente, premesso che:

— la recente definizione deH’appalto- concorso riguardante il progetto “ Opere di di­fesa a salvaguardia dell’abitato, sistemazione idraulica e collegamento viario di Avola” sta suscitando .un giustificato allanne in relazione alle conseguenze gravi che avrebbe sull’ambien­te e la realizzazione delle opere previste nel progetto stesso;

— la Soprintendenza ai beni culturali e am­bientali con una nota del 3 giugno 1988 invia­ta al Comune di Avola e, per conoscenza, al­l’Assessorato regionale beni culturali, ambien­tali e pubblica istruzione, all’Assessorato regio-

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naie del territorio ed ambiente e al Ctar, si era espressa chiaramente in merito al progetto ad essa inviato dal Comune di Avola e, esaminati gli elaborati grafici ai sensi dell’articolo 7 del­la legge numero 41497.39, aveva espresso pa­rere contrario aH’approvazione;

— la Soprintendenza, nella detta nota, mo­tivava diffusamente il proprio parere contrario entrando nel merito del progetto e mettendo in evidenza come esso fosse predisposto in un’ot­tica lontana dall’esigenza di salvaguardia am­bientale e come fosse improntato a criteri di pronto intervento che privilegiano la pura fun­zionalità;

— nella stessa nota si metteva in evidenza, inoltre, come non fosse condivisibile la logica progettuale della realizzazione del canale di gronda che appare pensato neH’ottica dell’eli- ininazione degli effetti anziché delle cause, pro­ponendo che l’intervento di bonifica fosse svi­luppato con un capillare recupero sia delle aste tenninali che del bacino montano;

— in ordine, poi, alla prevista bretella ov­vero circonvallazione di Avola, la nota della So­printendenza ribadiva che anche in considera­zione dell’auspicata prossima realizzazione del­l’asse autostradale della Siracusa-Gela, che as­sorbirà ovviamente il traffico di attraversamen­to, non appare giustificata la realizzazione di un’arteria che costituirebbe una vera e propria muraglia, una cintura che comprometterebbe l’unità del territorio;

— la nota concludeva sottolineando che in considerazione della rilevanza dell’opera sotto 1 molteplici aspetti connessi, la scrivente era di­sponibile ad ogni richiesta di collaborazione per individuare criteri di progettazione, nel rispet­to di una visione globale delle tematiche so­praindicate;

— da parte sua il Genio civile di Siracusa, con nota del 2 giugno 1988, inviata al Comu- ■ic di Avola e per conoscenza al Ctar, notava come dall’esame degli elaborati del progetto in argomento non risultassero indicate le portate ui massima per quanto riguarda i corsi d’ac­qua pubblici interessati, non si evincessero le portate convogliate nei vari corsi d’acqua inte­ressati a seguito della realizzazione del fosso m guardia e la loro compatibilità con la porta-

di massima piena dei suddetti corsi d’acqua ® non risultassero essere state assunte da dati

ufficiali del Servizio preposto ai rilevamenti la durata e l’intensità delle piogge critiche;

— m considerazione di ciò, l’Ufficio del Ge­nio civile invitava l ’Amministrazione di Avola a fare pervenire le richieste integrazioni o, co­munque, chiarimenti in merito per consentire all ufficio di completare l’esame per il parere idraulico di competenza;

-- dal canto suo il Ctar, preso atto della ne­gatività dei vari pareri sopra riportati, anziché approvare il progetto sottoposto lo riteneva pro­getto di massima, condizionandone l’approva­zione al fatto che, allorché si fossero redatti i progetti esecutivi, questi sarebbero stati prece­duti da relazione sull’impatto ambientale e da- gli opportuni contatti con la Soprintendenza, in modo da rendere detti progetti conformi alle prescrizioni e osservazioni della Soprintenden­za stessa;

considerato, invece, che:

l’Amministrazione di Avola procedeva a bandire appalto concorso per la realizzazione dell’opera senza rispettare le condizioni poste dal Ctar, e con delibera del 31 gennaio 1989 approvava gli atti della commissione giudica­trice dell’appalto concorso;

— la delibera, nella successiva settimana, era inviata alla Commissione provinciale di con­trollo per l’approvazione, ma che, in data 21 febbraio 1989, la Soprintendenza di Siracusa fa­ceva pervenire al Sindaco di Avola e alla Com­missione provinciale di controllo il fonogram­ma numero 6864 nel quale ribadiva di avere espresso parere contrario all’esecuzione delle opere in quanto ritenute pregiudizievoli alla tu­tela paesaggistica e rq>presentando, inoltre, che l’ente proponente non aveva ancora preso con­tatto con la Soprintendenza stessa, giusta pre­scrizione del Ctar per adeguamento del progetto alle esigenze di tutela del paesaggio.

Per sapere:

— se non ritenga di dovere intervenire sul Comune interessato sollecitando la revoca del­la delibera di approvazione dell’appalto concor­so, dato l ’emergere della clamorosa violazione della prescrizione del Ctar;

— se non ritenga di disporre un’indagine co­noscitiva sulla affermazione del Sindaco di Avo­la di rispondenza del progetto di cui all’appal-

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RcsocolUi P arlam en lan 7468 - Assemblea Regionale Siciliana

X Legislatura 199’ SEDUTA 7 Marzo 1989

lo concorso ai rilievi mossi dalla Soprintenden­za, in relazione alla secca smentita che tale af­fermazione ha ricevuto dalla Soprintendenza sia per la non rispondenza ai rilievi del progetto di massima, sia per l’aperta violazione della prescrizione del Ctar» (1485).

Consiglio - Laudani La Porta .

Gueli -

«Al Presidente della Regione, all’Assessore per il territorio e l’ambiente, all’Assessore per il lavoro, la previdenza sociale, la formazione professionale e l’emigrazione, premesso che il comune di Terme Vigliatone è fra i più ricchi di valori storici, archeologici e paesaggistici ed uno con i più alti flussi turistici dell intera pro­vincia di Messina;

considerato che con decreto numero 1238 del 23 ottobre 1987 l’Assessore regionale per il ter­ritorio e l’ambiente, approvando il progetto de­finitivo per l’esecuzione delle opere ferrovia­rie relative al raddoppio della linea ferrata Palermo-Messina nel tratto Patti-Terme Viglia- tore, ha imposto aU’Ente ferrovie dello Stato ed alla ditta concessionaria specifici adempi menti nell’interesse dell’amministrazione comu naie di Terme Vigliatone;

per conoscere:— gli interventi che la Regione ha svolto

ed intenda svolgere per venire incontro alle in derogabili esigenze dell’intera comunità di Ter me Vigliatore per le opere che l’Ente ferrovie dello Stato sta per realizzare nel tratto del co­mune di Terme Vigliatore;

—- se la Regione siciliana, recependo inte­ramente la volontà politica espressa dall’intero Consiglio comunale, non intenda trovare un’i­donea soluzione alle aspettative dell’intera co­munità; soluzione che potrebbe essere quella prospettata daU’amministrazione comunale ne­gli incontri avvenuti tra l’Assessore regionale per il territorio e l’ambiente, i rappresentanti del comune di Terme Vigliatore e i rappresen­tanti dell’Ente ferrovie dello Stato; soluzione tecnicamente attuabOe, tendente ad eliminare in­teramente il vecchio tracciato modificando 1 in­terconnessione, e ponendola in posizione paral­lela e vicina al nuovo tracciato;

se, altresì, la Regione siciliana non intenda prescrivere all’Ente ferrovie dello Stato degli

interventi sul territorio comunale tendenti a mo­dellare le opere in muratura che verranno ese­guite, al fine di evitare alterazioni paesaggisti- che che danneggerebbero irrimediabilmente la vocazione turistica della cittadina di Terme Vi­gliatore, nella quale, fra l’altro, insistono del­le prestigiose Terme;

— se, infine, non si intenda promuovere un intervento urgente della Regione siciliana a fa­vore degli 87 operai della “ Ira costmzioni” , licenziati a causa della riduzione dei lavori per la mancata autorizzazione dei successivi lotti» (1487) (L’interrogante chiede lo svolgimento con urgenza)-

Ordite.

«All’Assessore per i beni culturali ed ambien­tali e per la pubblica istruzione, premesso che:

— notizie di stampa danno come irmninen- te la vendita all’asta di Villa Bosurgi, complesso monumentale, architettonico e paesaggistico ri­cadente nella Riviera Nord del comune di Messina;

— tale complesso è tra le poche testimo­nianze superstiti della Messina di fine anni ’800, con memorie storiche e culturali di gran­de significato e valore per la comunità mes­sinese;

— nel vasto parco ad essa annesso, insisto­no colture secolari di grande rilevanza scienti­fica o botanica;

considerato che tale complesso potrebbe di­ventare oggetto di speculazione edilizia con con­seguente deturpazione delle caratteristiche pae­saggistiche ed architettoniche;

per conoscere:— quali iniziative abbia intrapreso o inten­

da intraprendere per salvaguardare V illa Bosur­gi da interventi speculativi;

— in particolare, se non ritenga opportuno che detta villa pòssa essere sottoposta a vinco­lo storico monumentale con la successiva ac­quisizione al pubblico demanio, affinché essa possa essere aperta alla pubblica fruizione co­me struttura polivalente, feconda di crescita cul­turale e civile della popolazione messinese» (1489) (L’interrogante chiede lo svolgimento con urgenza).

Ordite.

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Resoconti Parlamentari— 7469 - Assemblea Regionale Siciliana

X Legislatura 199" SEDUTA 7 Marzo 1989

«AirAssessore per i beni culturali ed ambien­tali e per la pubblica istruzione, premesso che nel quadro delle proposte avanzate dal Consi­glio scolastico provinciale al Ministero della pubblica istruzione, per la razionalizzazione de­gli istituti, ai sensi della legge numero 426 del 1988, vi è anche la proposta della soppressio­ne dell’autonomia del Magistrale statale di Ca­stroreale e la sua trasformazione in sezione stac­cata dal Liceo scientifico di Barcellona;

considerato che l’Istituto magistrale di Castro­reale è l’unico ad essere soppresso nella sua au­tonomia, nonostante il gran numero di iscritti (235) e nonostante, soprattutto, sia l’unico ma­gistrale statale del distretto 38;

per conoscere quali iniziative ha svolto o in­tende svolgere anche in sede ministeriale per salvaguardare l’autonomia deiristituto magistra­le e tutelare le legittime aspirazioni culturali del­la comunità di Castroreale» (1490) (L’interro­gante chiede lo svolgimento con urgenza).

Ordile.

«All’Assessore per la sanità, premesso che:— mentre il Parlamento si appresta a discu­

tere quel progetto di “ tutela della salute men­tale’’ predisposto dal Ministero della sanità nel­l’ambito del Piano sanitario nazionale, con du­rata triennale, che in teoria dovrebbe comple­tare lo smantellamento dell’istituzione manico­miale, stabilito per legge undici anni fa, sono ancora parecchie migliaia i malati di mente che vivono in condizioni sub-umane;

— diverse inchieste comparse sulla stampa nazionale evidenziano la latitanza del Ministro per la sanità nell’avviare una indagine sugli ospedali psichiatrici, ma che soprattutto viene evidenziato il fatto che in Sicilia il “ caso” del- 1 ospedale psichiatrico di Agrigento non è un fatto isolato;

— sempre la stampa ha evidenziato, dopo la visita effettuata da parlamentari, drammi e scenari apocalittici: stanzoni fetidi che ospita­no tra gli ottanta e i novanta malati ammucchiati nno addosso all’altro fino ad un totale di 515 ncoverati presso l’ospedale “ Mandalari” di Messina;

— sepolto in mezzo ai padiglioni dell’ospe­dale civile “ Busacca” di Scicli, in provincia di Ragusa, esiste un manicomio clandestino uf­

ficialmente denominato “ Dementi tranquilli” dove sono ricoverati 82 malati di mente soprav­vissuti fra i 300 trasferiti dall’ospedale psichia­trico di Siracusa a partire dal 1961; da allora sono passati ventotto anni;

— la scena appare al visitatore descritta nelle parole di un infermiere: “ preparatevi, adesso vi facciamo entrare all’inferno” : 51 donne sbat­tute su sedie a rotelle arrugginite, se non di­rettamente a terra fra i propri stracci, riempio­no uno stanzone quadrato;

— il dottor Alfieri della Direzione ammini­strativa ha dichiarato che questo reparto per la Unità sanitaria locale numero 24 ufficialmente non esiste e per mantenerlo vengono usate le pensioni dei ricoverati e distraendo fondi dal bilancio;

per sapere:

— se è a conoscenza del drammatico sovraf­follamento determinatosi presso l’ospedale “ Mandalari” di Messina e dell’esistenza di un manicomio clandestino denominato “ Dementi tranquilli” presso l’ospedale “ Busacca” di Sci­cli, in provincia di Ragusa;

— quali iniziative abbia assunto o intenda assumere per garantire innanzitutto condizioni di vita umane e l’applicazione della legge nu­mero 180 del 1978 per superare, per quanto è possibile, le pratiche della ospedalizzazione che comportano sempre una cronicizzazione della malattia stessa» (1491).

PlRO.

«Al Presidente della Regione per sapere:

1) se sia vero che direttori dell’Amministra­zione regionale, titolari e responsabili di dire­zioni regionali, malgrado il divieto posto dalla legge, assolvano, contemporaneamente, incari­chi di capigabinetto di membri del Governo re­gionale, di commissari o di amministratori di enti, tutti munificamente retribuiti foori dallo stipendio;

2) se, riscontrata la veridicità di quanto ri­ferito, non ritenga di intervenire presso i mem­bri del Governo regionale interessati per impor­re agli stessi, nell’ambito deU’esercizio dei po­teri di direzione politico-amministrativa del Pre­sidente della Regione, la rimozione delle con­dizioni illegittime, denunciandone i casi, per il

eesocnntì, f. lOOS {.“iOO)

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Resoconti Parlamentari 7470 - Assemblea Regionale Siciliana

X LEaSLATURA 199“ SEDUTA 7 Marzo 1989

connesso danno erariale, alla Procura generale della Corte dei conti ed eventualmente alla com­petente autorità giudiziaria per i possibili reati di peculato e di truffa;

3) se sia vero che i consulenti dei membri del Governo i quali, secondo quanto statuito dal legislatore, dovrebbero svolgere solo funzioni di consulenza a favore dei soggetti titolari de­gli organi politico-amministrativi interessati, tenderebbero a costituire, di fatto, un livello so­vramministrativo, sostituendosi all’organizzazio­ne amministrativa della Regione, destabilizzan­done la struttura dal punto di vista delle com­petenze e delle attribuzioni gerarchiche e vio­lando le norme suH’ordinamento amministrati­vo e burocratico della Regione;

4) se sia vero, sempre nell’ambito di quan­to sopra rassegnato, che i suddetti consulenti siano accreditati, di fatto, come rappresentanti della Regione nei rapporti con privati, con as­sociazioni di privati, con soggetti pubblici ope­ranti nella Regione, con soggetti istituzionali su­bregionali, con soggetti pubblici sovraregiona- li o con enti ed organi statali;

5) se, anche per le finalità di cui sopra, ai suddetti consulenti che, come ricordato, non do­vrebbero avere alcuna intima connessione atti­va con l ’ordinamento della pubblica Ammini­strazione regionale, sia consentito l’uso di au­tovetture regionali o di quelle assunte in uso dalla Regione nel territorio nazionale; siano elargiti inverosimili compensi per missioni, cer­tamente esorbitanti rispetto a quelli strettamente dovuti nei casi resi necessari per il loro sup­porto ai soggetti istituzionali cui la loro opera è dovuta;

6) se, nell’accertata veridicità dei fatti di cui ai due punti precedenti, non ritenga di ricon­durre entro la naturale, legittima attribuzione le funzioni dei suddetti consulenti e di denun­ciare alla magistratura contabile e a quella or­dinaria gli illeciti che si fossero eventualmente consumati;

7) se sia vero, infine, che consulenti di membri del Governo regionale o amministra­tori di enti a partecipazione regionale siano, al­l’un tempo, anche componenti del comitato tecnico-scientifico previsto dalla legge sulla p r^ grammazione regionale e se, nel caso in cui ciò risponda al vero, come tali fatti, indipendente­mente daH’onere finanziario che grava sulla Re­

gione, possano coerentemente giustificarsi con il ruolo squisitamente scientifico e, conseguen­temente, super partes che il legislatore ha vo­luto assegnare al suddetto comitato» (1492).

Parisi - Capodicasa - Laud a ­ni - Chessari - Colombo.

«All’Assessore per il turismo, le comunica­zioni ed i trasporti ed all’Assessore per gli en­ti locali, premesso che;

— un folto numero di soci della Associa­zione turistica Proloco di Custonaci hanno inol­trato, all’Ente provinciale del turismo di Tra­pani, all’Assessorato regionale del turismo e, per conoscenza, alla Procura della Repubblica di Trapani, il ricorso che di seguito si riporta:

“ I sottoscritti soci dell’Associazione turisti­ca Proloco di Custonaci, con il presente atto, propongono formale ricorso avverso la delibe­razione assembleare relativa alla seduta del 29 gennaio 1989, tenutasi nella sala denominata “ Stella Madonna’’ sita in Custonaci nella via Dante Alighieri, per i seguenti motivi:

1° motivo - È nullo l’atto di convocazione dei soci, recante la data del 31 dicembre 1988 e il timbro postale del 14 gennaio 1989, proto­collo numero 164 del 1988, a firma del signor Vito Tresca, nella qualità di commissario straor­dinario della Proloco, con il quale ciascun so­cio veniva invitato a partecipare alla seduta del 29 gennaio 1989 per eleggere il consiglio di am­ministrazione e il collegio dei revisori dei con­ti, per essere stato compiuto, tale atto, da per­sona non legittimata alla data della convocazione.

Invero, Ì1 signor Vito Tresca, alla data della suddetta convocazione, era privo di mandato per essergli scaduto, da oltre un anno, il primo mandato conferitogli nell’anno 1987 e per tre mesi soltanto; mentre il secondo è tardivo ri­spetto all’atto di convocazione, essendo stato conferito in data 26 gennaio 1989, cioè in data successiva rispetto all’atto del 31 dicembre 1988 e il timbro postale del 14 gennaio 1989.

2° motivo - È nulla la deliberazione dei nuo­vi soci operata dal signor Vito Tresca, cori ver­bale numero 5 del 4 marzo 1988, sia per i mo­tivi suesposti e cioè il predetto signor Tresca era privo di poteri alla data della suddetta de­liberazione, sia perché la stessa non è rnai sta­ta ratificata dall’assemblea dei soci, cosi come prevede lo statuto dell’associazione de qua-

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Resoconti Parlamentari 7471 Assemblea Regionale Siciliana

X LECaSLATURA 199“ SEDUTA 7 Marzo 1989

3° motivo - È nullo l’atto deliberativo suc­citato, per essere stati ammessi, illegittimamen­te, al voto, da parte del Commissario, Vito Tre­sca, per l’elezione del consiglio di amministra­zione e del collegio dei revisori dei conti, i nuo­vi soci deliberati dal predetto commissario quando questi era privo di poteri e cioè in da­ta 4 marzo 1988, e senza che la predetta deli­bera fosse stata ratificata dall’assemblea dei so­ci; mentre, di contro, non sono stati ammessi al voto, sempre dal predetto commissario, al­tre 60 persone che avevano richiesto l’iscrizione come soci ed erano in regola con il pagamento della relativa c^ota sociale, e chiaramente non si comprende il perché della mancata delibera­zione delle suddette richieste di iscrizione che peraltro erano state presentate al commissario che aveva preceduto l’attuale.

4° Motivo - È nullo l’atto deliberativo in questione per non avere fornito il commissario straordinario, all’assemblea dei soci, la prova deU’avvenuta pubblicazione deH’atto di convo­cazione dell’assemblea nelle sedi previste dal­lo statuto e dalla trasmissione di una copia al- l’Ept di Trapani, come prevede l’articolo 8 del citato statuto.

5° Motivo - È inficiata da abuso di potere la deliberazione suddetta anche nella parte in cui il commissario straordinario rifiuta l’atto di delega del dottor Gucciardi Nicolò al socio Cor­tese Vito.

Quanto sopra premesso, poiché il citato at­to deliberativo, per i motivi suesposti, risulta inficiato da vizi che ne comportano la sua nul­lità totale, i sottoscritti soci chiedono che, pre­via sospensione, venga annullato l’atto delibe­rativo del 29 gennaio 1989 e conseguentemen­te la elezione degli eletti al consiglio di am­ministrazione e al collegio dei revisori dei conti;

per sapere:

— se corrisponde al vero che l’Azienda provinciale del turismo, vista la inerzia del commissario Vito Tresca, aveva provveduto ^tà nomina di un nuovo commissario; nomi- tta che successivamente veniva revocata per rassegnarla allo stesso signor Vito Tresca;

—- in caso affermativo, le ragioni della re- t'oca del nuovo commissario e l’insediamento del vecchio commissario Tresca;

— quali urgenti atti si intendano adottare per riportare la legittimità nella suddetta as­sociazione turistica;

— quali indagini intendano disporre per l’accertamento dei fatti, anche in considerazio­ne del fatto che il sopracitato ricorso è stato inviato, per conoscenza, alla Procura della Re­pubblica di Trapani» (1493) (L’interrogante chiede lo svolgimento con urgenza).

Cristaldi.

«AirAs.sessore per gli enti locali, premesso che:

— l’attività di macellazione del pubblico mattatoio di Palermo è stata sospesa nell’aprile del 1986 a causa di carenze igieniche riscon­trate in alcuni settori dell’impianto;

— tale sospensione è stata ordinata dal Sin­daco di Palermo nelle more di una pronta ri­mozione delle stesse carenze;

— ad oggi non risulta che l’Amministra­zione comunale di Palermo abbia adottato al­cun provvedimento per adeguare rimpianto ad uno standard igienico ottimale;

— la chiusura dell’impianto ha comporta­to (e comporta tutt’ora) notevoli disagi per gli operatori locali del settore che sono costretti a dirottare le macellazioni degli animali ver­so alcuni macelli della provincia (Cinisi, Tor­retta, Bagheria, Vicari, etc.), affrontando lun­ghi viaggi (pregiudizievoli, tra l ’altro, per lo stato di salute degli animali da macellare e quindi per la genuinità delle carni) che assot­tigliano il reddito finale e aumentano notevol­mente i costi di produzione;

— è probabile che la chiu.sura dell’impianto in questione, per i disagi che essa comporta, induca operatori poco scrupolosi ad effettua­re macellazioni clandestine neH’immediata pe­riferia urbana che sfuggono al controllo an­nonario e minacciano gravemente la salute dei consumatori;

per sapere:

~ quali iniziative intenda assumere nei confronti del Comune di Palermo per solleci­tare la definizione dei provvedimenti atti a rendere efficiente e sicuro rimpianto di ma­cellazione;

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Resoconti Parlamenlarì - 7472 — Assemblea Regionale Siciliana

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— se non ritenga opportuno, riscontrata la lunga inerzia di quella Amministrazione, prov­vedere a mezzo di interventi sostitutivi» (1494).

PiRO.

«Al Presidente della Regione e all’Assessore per il lavoro, la previdenza sociale, la forma­zione professionale e l’emigrazione, considerato che:

— un moderno magazzino attrezzato per la lavorazione ed esportazione di agrumi, sito in contrada “ Brunetta” nel territorio di Carlenti- ni (Sr) e di proprietà della ditta “ Sebastiano Se- quenzia e C .” , è stato praticamente distrutto da un attentato dinamitardo;

— questo atto di intimidazione mafiosa è l’ultimo di una serie ormai lunghissima di ana­loghi attentati;

— sono sempre meno i commercianti, gli artigiani, gli imprenditori in grado di sfuggire al racket del “ pizzo” ;

— a seguito di quest’ultimo atto decine di lavoratori rischiano di perdere il posto di lavoro;

per sapere:— quali iniziative intendano assumere per

porre fine ad una ormai incomprensibile sotto­valutazione della gravità della emergenza ma­fiosa in provincia di Siracusa;

— se non ritengarto opportuno promuovere una azione della Regione a sostegno della ditta e dei lavoratori danneggiati» (1495).

Consiglio - Parisi - Colajan-Ni - Russo - Laudani - Capo-DICASA.

«All’Assessore per il territorio e l’ambiente e all’Assessore per la sanità, premesso che:

— il progetto per l’installazione di un ince­neritore di rifiuti ospedalieri, comprensivo di impianti di stoccaggio, smaltimento e termodi­struzione, che la Società cooperativa a respon­sabilità limitata “ Alfa Ecologica” ha presen tato al Comune di Enna, nel cui territorio do vrebbe situarsi il complesso, è stato sottoposto dall’Amministrazione comunale ennese all’ap­provazione della Commissione provinciale an­tinquinamento, come stabilito dalle procedure vigenti;

— dalle dimensioni previste e dalla scarsità di tali installazioni a livello nazionale (quelli considerati in regola con le norme del Mini­stero della Sanità sono solo tre), si deduce che l’mpianto dovrebbe servire le stmtture ospeda­liere di diverse regioni, con l’effetto di concen­trare nella zona notevoli quantità di materiali, e quindi di quei rifiuti pericolosi che, secondo recenti stime, costituiscono il 17 per cento del totale dei rifiuti ospedalieri;

— la ricaduta in termini di rischio ecologi­co, per il territorio di Enna e per quello dei comuni viciniori di Assoro e Valguarnera, è tale da richiedere il pronunciamento delle assemblee elettive e delle realtà associate espresse dalle popolazioni interessate sul progetto di incene­ritore e sulle sue compatibilità con l’ambiente e con le attività umane che vi si svolgono;

per sapere:— se sono a conoscenza delle notizie ripor­

tate in premessa;— se ritengano rispettate le procedure au-

torizzative del progetto previste dalle norme in vigore;

— quali misure intendano adottare per fa­vorire, nella fase di elaborazione dello studio d’impatto ambientale dell’opera, il coinvolgi­mento delle associazioni e delle istituzioni lo­cali» (1496).

PiRO,

«All’Assessore per la sanità, premesso che:— la signora Amodei Maria, dipendente di

ruolo della Unità sanitaria locale numero 7 di Sciacca, con la qualifica di infermiera profes­sionale, ha espresso, in diverse occasioni a par­tire dal 22 giugno 1983, regolare istanza per es­sere adibita a mansioni diverse dalla qualifica di assunzione, essendo affetta da una malattia, diagnosticata come rettocolite ulcerosa, che ne compromette pemianentemente le capacità lavo­rative, ai sensi dèU’articolo 16 del decreto del Presidente della Repubblica numero 761 del 1979 e dell’articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica numero 348 del 1983;

— nonostante le relazioni mediche e le cer­tificazioni prodotte a corredo delle istanze, n presidente del comitato di gestione, dottor G. Gulotta, ha piu volte rigettato la richiesta ina' ponendo alla dipendente il rientro nel servizio

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corrispondente alla qualifica di assunzione, dopo alcuni anni di assegnazione provvisoria ad al­tre mansioni e di congedi per malattia;

— allo stato presente, la signora Amodei è stata fatta rientrare nel reparto d’origine, espo­nendo ad alto rischio sia la propria salute che quella dei degenti, in forza dell’ordine di ser­vizio del direttore sanitario del 24 dicembre 1988 protocollo 1226;

per sapere se non ritenga di dover interveni re, per accertare la regolarità delle procedure e delle decisioni assunte nel caso specifico da­gli organi di gestione della Unità sanitaria lo­cale numero 7» (1497).

PlRO.

«AH’Assessore per il territorio e l’ambiente, premesso che;

— la discarica di rifiuti solidi urbani sita in contrada Bombello, nel territorio del comune di Noto, produce effetti inquinanti sempre mag­giori sull’aria e sulle falde acquifere, che met­tono a repentaglio la salute degli abitanti delle zone vicine e dei proprietari dei terreni adiacenti;

— è stato, in particolare, visibilmente com­promesso l’approvvigionamento idrico per uso civile che prima era reso agevole dalle sorgen­ti sgorganti nelle cave che si trovano sotto la discarica, le quali ormai risultano inutilizzabili;

per sapere:

— se non ritenga di dover accertare la ri­spondenza della discarica di contrada “Bombel­lo” alle norme dettate dal decreto del Presidente della Repubblica numero 915 del 1982;

— quali misure intenda prendere per recu­perare le falde acquifere e l’ecosistema della zo­na interessata ad un equilibrio naturale» (1498).

PiRO.

«All’Assessore per il turismo, le comunica­zioni ed i trasporti, per sapere:

— se sia a conoscenza che a Lampedusa esi­ste una squadra di calcio che da cinque anni partecipa al campionato di seconda categoria ed ® costretta a pagare non solo le normali spese di trasferta esterne, ma anche il vitto, l’allog­gio ed i biglietti d’aereo alla squadra ospite nel­

le partite casalinghe, essendo tale condizione imposta dalla Lega calcio per iscrivere la squa­dra al predetto campionato;

— se sia a conoscenza che per tre anni di seguito il presidente della squadra locale ha pre­sentato istanza all’Assessorato regionale del tu­rismo, delle comunicazioni e dei trasporti per la concessione di un contributo necessario a ri­pianare parte delle ingenti spese cui si è accen­nato in precedenza;

— se sia a conoscenza che a tali istanze non è stata data alcuna risposta;

— quali passi intenda muovere perché il contributo predetto sia conces.so in tempi brevi;

— quali iniziative intenda adottare nei con­fronti della Lega-calcio affinché venga elimi­nata fin dal prossimo campionato questa assur­da discriminazione che penalizza la squadra di calcio del Lampedusa» (1499).

Russo - Capodicasa - Gueli.

PRESIDENTE. Le interrogazioni ora annun­ziate saranno iscritte all’ordine del giorno per essere svolte al loro turno.

Invito il deputato segretario a dare lettura del­le interrogazioni con richiesta di risposta in Commissione presentate.

FERRANTE, segretario:

«All’Assessore per i lavori pubblici, premesso che;

— in provincia di Trapani, in quasi tutti i comuni, da anni la mancanza d’acqua per usi potabili e per usi civili ha portato legittimamente i cittadini a protestare nei confronti delle civi­che amministrazioni e dell’Ente acquedotti si­ciliani;

— i sindaci hanno avuto numerosi incontri con i dirigenti dell’Ente acquedotti siciliani, ai fine di chiedere interventi adeguati;

— la stessa Prefettura piu volte ha promos­so incontri per tentare di dare una soluzione al problema;

— la signoria vostra onorevole Assessore si è piu volte ùnpegnata, dando ampie assicura­zioni anche in sede di Assemblea, che entro il 1988 sarebbero state approntate misure idonee per risolvere il problema deH’approvvigiona-

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mento idrico per tutti i comuni della provincia di Trapani;

— a tutt’oggi il problema, lungi dall’essere risolto, si è vieppiù aggravato, come dimostrano le proteste di questi giorni dei cittadini dei co­muni di Valderice, Erice, Buseto Palizzolo, Pa- ceco, Custonaci e San Vito;

— pur essendo stati appaltati i lavori per la rete idrica che da Partanna dovrebbe arrivare a Salemi, risolvendo cosi il problema dell’ap- provvigionamento dell’acqua in alcuni comuni della Valle del Belice, a tutt’oggi non risulta atto alcuno deH’Amministrazione regionale ri­volto al completamento della rete idrica che da Salemi, congiungendosi con l’acquedotto di Montescuro ovest, potrebbe portare realistica­mente ad una concreta soluzione del problema “ acqua” , almeno per i comuni sopra ricordati;

per conoscere:— se è stata già avvistata la soluzione so­

pra ricordata;— se ci sono, e di quale natura, ostacoli che

impediscono di procedere in tempi brevi alla realizzazione dell’opera sopra ricordata» (1469).

La Porta.

«All’Assessore per la sanità, premesso che:— allo stato attuale, nel presidio ospedalie­

ro di Randazzo, che fa capo alla Unità sanita­ria locale numero 39, si rilevano gravi caren­ze, sia a livello igienico che sul piano della si­curezza delle condizioni di lavoro, che persi­stono nonostante le ripetute denunzie alle au­torità competenti, inoltrate dal personale ausi­liario ed infermieristico in servizio presso det­to presidio;

— in particolare, nelle suddette denuncie si fa riferimento al trasporto del vitto dei degen­ti, che viene effettuato a mano, senza i neces­sari carrelli termici e con pentole prive di chiu­sura ermetica, che ne garantirebbe l’igiene, vi­sto che, tra l’altro, detto trasporto viene effet­tuato attraverso un cortile esterno che conduce ad un ballatoio, utilizzato come ripostiglio per gli utensili adoperati per la pulizia delle corsie;

— parimenti, con denuncia al locale coman­do dei carabinieri, presentata in data 5 ottobre 1988, si fa rilevare la gravissima situazione dei presidi di Brente e Randazzo che, essendo

sprovvisti di dispositivi adeguati per lo smalti­mento dei rifiuti tossici ospedalieri (sala ope­ratoria, laboratorio analisi, corsia e servizi), uti­lizzano per la discarica i cassonetti dei rifiuti urbani;

— recentemente il direttore sanitario dell’o- spedale di Randazzo ha disposto, mediante di­ramazione di ordini di servizio, l’autoclavag- gio dei rifiuti tipicamente ospedalieri, dopo che gli stessi siano stati collocati in sacchetti (che ancora non sono stati fomiti agli operatori), per essere successivamente depositati in zone in cui, unitamente ai rifiuti generici, potessero essere prelevati dal servizio di nettezza urbana, con il prevedibile risultato di abbandono di detti ri­fiuti in luoghi in cui spesso cani randagi, rovi­stando dentro i sacchetti, mettono in serio pe­ricolo la salute e l’igiene pubblica.

Per sapere:quali provvedimenti urgenti intenda adotta­

re per individuare eventuali responsabilità, e per porre seri rimedi a tale gravissima situazione, in modo da ristabilire e garantire giuste e si­cure condizioni di lavoro» (1480).

PiRO.

«All’Assessore per la sanità, premesso che:— il personale ausiliario ed infermieristico

dell’Unità sanitaria locale numero 39 in servi­zio presso il presidio o.spedaliero di Randazzo, è stato invitato, con avvisi interni 15 maggio 1987 numero 546 e 30 settembre 1987 nume­ro 848, a presentare, entro 10 giorni dalla pub­blicazione degli avvisi stessi, apposite doman­de corredate da certificati di servizio, stato di famiglia, titoli professionali e di studio per la formulazione di una graduatoria finalizzata al­l’assegnazione di ciascun dipendente nei vari re­parti e servizi;

— tale iniziativa aveva lo scopo di normaliz­zare la presenza dei dipendenti interessati nei di­versi settori del presidio in conformità alle man­sioni che ciascuno era chiamato ad assolvere in relazione alla qualifica formalmente rivestita;

— allo stato si assiste aH’abnorme fenome­no che vede diversi dipendenti assegnati aH’e- sercizio di funzioni non coincidenti con lo sta­to giuridico posseduto;

— tale situazione è causa di vivo malcon­tento in quel personale che si vede ingiustamen-

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te discriminato, in quanto oberato di compiti che deve assolvere in sostituzione di dipendenti assegnati a mansioni superiori o diverse, e che tale malcontento è oltremodo giustificato ed è idoneo, per costante giurisprudenza, a ripercuo­tersi negativamente sull’interesse pubblico al migliore espletamento dell’attività istituzionale del presidio ospedaliero;

— la suesposta situazione è in palese viola­zione dell’articolo 29 del decreto del Presiden­te della Repubblica 20 dicembre 1979, nume­ro 761, a norma del quale il dipendente ha il diritto-dovere di esercitare le mansioni della sua qualifica e non può essere adibito, neppure in via di fatto, a funzioni diverse da quelle sue proprie;

— parimenti l ’articolo 15, comma 4°, del­l’accordo di lavoro reso esecutivo con decreto del Presidente della Repubblica 20 maggio 1987, numero 270 prescrive che il personale è tenuto a svolgere la propria attività nel rispetto dei diritti e dei doveri di ciascuna posizione fun­zionale e profilo professionale;

— a tutt’oggi quella amministrazione non ha ancora formulato la graduatoria di cui ai sud­detti avvisi interni;

— tale omissione è immotivata ed ingiusti­ficata ed è contraria al perseguimento del pub­blico interesse, e che siffatta inerzia è suscetti­bile di tradursi in responsabilità personale de­gli amministratori e dei componenti dell’uffi­cio di direzione di quella unità sanitaria loca­le, atteso che l ’inadempienza consente il con­solidarsi di illegittime situazioni a vantaggio di alcuni dipendenti ed arreca un danno ingiusti­ficato ad altri.

Per sapere:— quali iniziative intenda avviare per accer­

tare se nei fatti esposti e nei comportamenti de­gli organi dirigenti dell’Uhità sanitaria locale numero 39 si ravvisino estremi di reato, con particolare riferimento alle fattispecie degli ar- ticoli 314, 315, 323, 324, 328 del codice pe­nale, e quali ulteriori provvedimenti intendano adottare per ristabilire le giuste condizioni di lavoro» (1481).

PiRO.

®All’Assessore per la sanità, premesso che:~ allo stato attuale il presidio ospedaliero

t Randazzo che fa riferimento alla Unità sa­

nitaria locale numero 39, non dispone di un ser­vizio di pronto soccorso con adeguati mezzi di trasporto, come prescrive la legge 12 febbraio 1968, numero 132, articolo 19, comma h — requisiti degli ospedali —, che prevede altresì la presenza al punto c) di locali separati per l ’i- so l^ento e la cura degli ammalati di forme dif­fusive, al punto e) di servizi speciali di trasfu­sione ed anestesia, e, soprattutto al punto m), di sala mortuaria ed autoptica;

— a causa della mancanza delle suddette strutture il presidio ospedaliero di Randazzo non ha mai avuto i requisiti di ospedale (minimo dell’ex n i categoria), bensì solo di infermeria;

— ciò si è verificato nonostante la presen­tazione di un progetto adeguato, che prima è stato ignorato dalla locale Amministrazione di allora per oltre tre anni, in seguito fu appro­vato per poi essere invalidato dall’entrata in vi­gore della legge sulle costruzioni antisismiche, che portò alla rielaborazione del progetto se­condo nuovi canoni, revisione che però non ne impedì l’ulteriore accantonamento;

— inoltre la gestione precedente dell’unità sanitaria locale godeva di una convenzione per la copertura del servizio di pronto soccorso, ove prestavano la loro opera sei medici, convenzio­ne che l ’attuale presidente dell’Unità sanitaria locale Rubbino ha portato all’esaurimento, co­stringendo il personale di tutti i reparti ad ab­bandonare le corsie e a dedicarsi al pronto soc­corso, creando una situazione di grave disagio per i degenti;

— questo stato di cose pone seri problemi all’attuazione del decreto del Ministero della sa­nità 13 settembre 1988, che ha per oggetto la “ determinazione degli standards del personale ospedaliero’’, e che in particolare, all’articolo 1, comma 1, prescrive che le proposte delle Unità sanitarie locali devono riguardare preli­minarmente la riorganizzazione dei presidi ospe­dalieri, con la definizione dei posti letto neces­sari per assicurare, al tasso di spedalizzazione prescritto e per degenze medie nella nonna, l’u tilizzazione media non inferiore al 70-75 per cento, in via conseguente, la rideterminazione degli organici rapportati alla nuova organiz­zazione;

— lo stesso decreto del Ministero della sa­nità, aH’articolo I, comma 49, prevede che le Regioni e le Province autonome devono prò

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Resoconti Parlamentari - 7476 - Assemblea Regionale Siciliana

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grammare entro due anni la disattivazione dei presìdi con meno di 120 posti letto, tenendo conto che i presìdi disattivati possono essere ri­convertiti, qualora le strutture edilizie lo con­sentano, in centri di riabilitazione o in residenze sanitarie per anziani e disabili non autosufficien- ti, ai sensi deH’articolo 20 della legge 11 mar­zo 1988, numero 67;

— in atto, l’ospedale di Randazzo dispone di appena 50 posti letto circa, e le percentuali di utilizzo degli stessi, calcolati per le effettive specialità, sono ben lontane da quelle previste dal succitato decreto del Ministero della sanità 13 settembre 1988.

Per sapere:— quali provvedimenti urgenti intenda adot­

tare per stabilire eventuali responsabilità o ina­dempienze e per garantire l’applicazione delle leggi in materia» (1482).

PiRO.

«All’Assessore per la sanità, premesso che:— nella seduta del 18 gennaio 1989 la VII

Commissione legislativa ha espresso parere favorevole sul piano di ripartizione delle som­me del bilancio regionale per il potenziamen­to dei policlinici di Palermo e Messina, men­tre ha espresso parere contrario alla unani­mità per la parte che riguarda il policlinico di Catania;

— il piano proposto dall’Università di Ca­tania non sembra rispondere ai criteri indicati dall’Assessorato ed inviati alla Università di Ca­tania con nota numero 52/Dirs del 23 gennaio 1988;

— il policlinico di Catania necessita di un potenziamento delle apparecchiature indispen­sabili ai fini dell’assistenza sanitaria;

per conoscere:—- se sono state già individuate le modalità

e gli strumenti idonei ad accertare la corrispon­denza del piano ai criteri indicati dalla compe­tente Commissione legislativa nella seduta del 25 novembre 1987;

— le iniziative che si intendano adottare per far sì che l’Università di Catania ripresenti un piano formulato sulla base delle esigenze assi­stenziali prioritarie consentendo l’assegnazione dei 26 miliardi previsti;

— le iniziative che si intendano adottare per impedire che somme assegnate a Catania va­dano perdute penalizzando l’intera comunità ea- tanese» (1488).

Gulino - Capodicasa .

PRESIDENTE. Le interrogazioni ora annun­ziate saranno trasmesse al Governo e alle Com­missioni legislative competenti.

Invito il deputato segretario a dare lettura del­le interrogazioni con richiesta di risposta scrit­ta presentate.

FERRANTE, segretario:

«Al Presidente della Regione, all’Assessore per l’industria e all’Assessore per il lavoro, la previdenza sociale, la formazione professiona­le e l’emigrazione, premesso che:

— i lavoratori della “ Fatme” di Catania hanno costituito un comitato per il lavoro a so­stegno dell’iniziativa sindacale per contrastare la decisione assunta dall’azienda di ridurre l’or­ganico di 170 unità entro l’anno 1990;

— la Fatme ha proceduto ad una gestione della cassa integrazione guadagni e della mo­bilità con modalità discriminatorie per i lavo­ratori, ed alla riduzione ingiustificata del cari­co di lavoro per la filiale di Catania;

—- la Fatme ha di.satteso gli impegni assun­ti per la rotazione della cassa integrazione gua­dagni tra i lavoratori, e piu in generale non so­no stati mantenuti gli impegni assunti con rac­cordo del 19 gennaio 1988, siglato al Ministe­ro del lavoro, che prevedeva la mobilità nel­l’ambito della Regione per le aziende Tic, in­centivi e prepensionamento;

— il Governo della Regione non ha prov­veduto ad istituire né ad organizzare i corsi hi riqualificazione concordati, né ha proceduto alla verifica deU’attuazione dell’accordo nazionale citato;

per sapere:— se sono a conoscenza della grave situa­

zione che si è venuta a determinare presso la Fatme di Catania;

— se non intendano promuovere in tempi brevi un incontro con il comitato per il lavoro di Catania;

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Resoconti Parlamentari - 7477 - Assemblea Regionale Siciliana

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— se non ritengano, pur essendo la Fatme un’azienda privata, di dover intervenire per co noscere le reali intenzioni per quanto riguarda l’attuale carico di lavoro e quello in prospetti­va, i criteri adottati nell’attuazione della cassa integrazione guadagni e le reali prospettive di mobilità» (1486).

Leanza Salvatore.

«Al Presidente della Regione e all’Assessore per l’agricoltura e le foreste, premesso che:

— in data 26 gennaio 1986 si sono svolte le consultazioni elettorali per l’elezione del con­siglio dei delegati del consorzio di bonifica Delia-Nivolelli, indette dal commissario straor­dinario del consorzio stesso;

— nel corso delle operazioni elettorali è sta­ta operata una grave discriminazione, in quanto le deleghe al voto da parte dei consorziati elet­tori con le relative firme autenticate dai “ hin- zionari incaricati dai Sindaci” venivano accet­tate in alcune sezioni e non ammesse in altre, con conseguente alterazione dei risultati elettorali;

— avverso le suddette operazioni elettorali gli interessati presentavano reclamo al commis­sario straordinario del consorzio che lo riget­tava con deliberazione del 15 febbraio 1986;

— i ricorrenti adivano il Tar per la Sicilia — sezione I — contro il legale rappresentante del consorzio di bonifica Delia-Nivolelli, con­tro il consiglio dei delegati del consorzio me­desimo irregolarmente eletto nelle consultazio­ni elettorali del 26 gennaio 1986, e nei confronti dell’Assessorato regionale agricoltura e foreste;

considerato che l’adito Tribunale amministra­tivo della Sicilia — sezione I —, con sentenza numero 723 dell’11 ottobre 1988, accogliendo u ricorso in questione, ha annullato gli atti im­pugnati e ha ordinato che la sentenza stessa fos­se eseguita daH’Autorità amministrativa;

per sapere se, in esecuzione e per effetto della ’j^^'^hinmata sentenza del Tar numero 723 del t"88, sia stato provveduto alla nomina di un ^mmissario presso il consorzio di bonifica Delia-Nivolelli per l ’ordinaria amministrazione ® con espresso mandato di procedere immedia- ainente alla ripetizione delle annullate consul- fzioni elettorali per il rinnovo del consiglio dei ^'egati del consorzio di che trattasi» (1477).

CRlSTALDt.

«All’Assessore per il lavoro, la previdenza sociale, la formazione professionale e l’emigra­zione e all’Assessore per l ’agricoltura e le fo­reste, premesso che:

— i braccianti agricoli del comune di S. Ca­terina Villarmosa (Cl), avviati al lavoro dell’I­spettorato ripartimentale delle foreste di Calta- nissetta nelle località demaniali della Regione di quel centro con contratto scadente il 31 di­cembre 1988, sono stati regolarmente licenziati;

— le relative lettere di licenziamento sono pervenute al competente ufficio di collocamento di S. Caterina Villarmosa in data 4 gennaio 1989, come comprovato dal timbro postale, e che nel medesimo giorno (4 gennaio 1989) i la­voratori licenziati presentatisi a! summenzionato ufficio di collocamento per la reiscrizione nel­le liste dei disoccupati e conseguenziale ritiro del tesserino, venivano invitati a presentarsi il giorno dopo, cioè il 5 gennaio 1989, dietro as­sicurazione che nel frattempo non sarebbe sta­ta operata alcuna iscrizione nelle liste dei di­soccupati;

— invece, il giorno 5 gennaio 1989 risulta­vano iscritti, con decorrenza 4 gennaio 1989, tutti quei lavoratori che nel giorno precedente avevano presentato atto notorio nel quale essi stessi dichiaravano di essere stati licenziati, ma non risultavano iscritti gli altri lavoratori che nella stessa giornata del 4 gennaio 1989 si erano personalmente presentati aH’ufficio di collo­camento;

considerato che il numero d’ordine di iscri­zione nelle liste dei disoccupati ha specifica ri­levanza, stante i criteri che vengono adottati per ravviamento al lavoro presso la Forestale;

per sapere:

— perché mai l’ufficio di Santa Caterina Villarmosa non ha ritenuto doveroso affiggere in bacheca un avviso dal quale risultasse evi­dente la necessità tecnica dell’atto notorio, e ciò per porre tutti i lavoratori correttamente sullo stesso piano;

— perché tutti quei lavoratori che si sono presentati fisicamente alFUlTicio di collocamen­to in data 4 gennaio 1989, cioè lo stesso gior­no in cui lo stesso ufficio riceveva dall’Ispet- torato forestale le lettere di licenziamento che li riguardava, non sono stati reiscritti nelle li­ste dei disoccupati, ma anzi sono stati invitati

Resoconti, f. 1006 (500)

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Resoconti Parlamentari 7478 - Assemblea Regionale Siciliana

X Leoslatura 199“ SEDUTA 7 Marzo 1989

a ritornare l’indomani dietro l’ingannevole as­sicurazione che non sarebbe accaduto niente di pregiudizievole, quando invece, Tindomani, si scopriva che risultavano iscritti in data 4 gen­naio 1989 altri lavoratori — evidentemente im­beccati o raccomandati — dietro presentazione di dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà attestante una circostanza, l’avvenuto licenzia­mento, che risultava agli atti dello stesso uffi­cio di collocamento;

— se non ritengano, attesa la gravità di quanto accaduto, di disporre gli accertamenti del caso e di intervenire affinché venga rifor- raulata l ’incriminata graduatoria di iscrizione nelle liste dei disoccupati del settore braccianti agricoli di S. Caterina Villarmosa» (1476).

Crjstaldi.

PRESIDENTE. Le interrogazioni ora annun­ziate sono già state inviate al Governo.

A n n u n zio d i in terpellanze.

PRESIDENTE. Invito U deputato segretario a dare lettura delle interpellanze presentate.

FERRANTE, segretario:

«Al Presidente della Regione e all’Assessore per l’industria, considerato che è trascorso or­mai molto tempo da quando l’Amministrazio­ne comunale di Gela ha revocato la precedente delibera di allocazione nel suo territorio di una megacentrale a carbone, esprimendo in questo modo la volontà unanime della popolazione di non avere minacciato il suo ambiente e di ave­re salvaguardate civili condizioni di vita e di salute;

ritenuto che tale richiesta viene fortemente condivisa dalle popolazioni del comprensorio e dei comuni limitrofi che varie volte hanno avuto occasione di ribadire la loro volontà in talsenso;

ritenuto che la mancanza di un conseguente atto del Governo della Regione, quale il decreto di revoca del precedente decreto di localizza­zione della megacentrale a carbone nel territo­rio di Gela, continua ancora a penalizzare i pro­duttori agricoli della zona che non possono be­neficiare di tutte le provvidenze previste dalla

legislazione vigente perché i loro terreni risul­tano vincolati;

per sapere se non ritengano opportuno e ri­spettoso della volontà unanime di un intero comprensorio rivedere il proprio atteggiamen­to negativo e procedere senza ulteriori indugi alla revoca del decreto di localizzazione di una megacentrale a carbone nel territorio di Gela» (409).

Altamore - Parisi - Piro - Ci­cero - Aiello - Bartoli - Con­siglio - Gueli.

«All’Assessore per il territorio e l’ambiente, considerato che;

— ignorando precise e tassative disposizio­ni legislative nazionali e regionali nonché le in­dicazioni del piano regionale di organizzazio­ne dei servizi di smaltimento dei rifiuti elabo­rato in esecuzione del decreto del Presidente della Repubblica numero 915 del 1982 che in­terviene a tutela dell’ambiente e della salute pubblica, il Comune di Marsala continua a uti­lizzare una pubblica discarica in contrada Na­sco nella statale numero 188 Marsala-Salemi provocando pesanti disagi ai cittadini e condi­zioni di pericolo per quanti, costretti a percor­rere la statale, sono obbligati ad attraversare una fitta nube di fumo maleodorante;

— tutto ciò dura da tanti anni nonostante le ripetute proteste dei cittadini e degli ammini­stratori di Salemi e i numerosi gravi incidenti che si sono registrati anche in tempi recenti;

per conoscere:— le valutazioni dell’Assessore sui fatti de­

nunciati e le ragioni che hanno impedito di in­tervenire adeguatamente per fare rispettare giu­ste disposizioni legislative peraltro in vigore da ormai sette anni e la cui piena applicazione cor- ri.sponde ad un forte bisogno di salute e di di- fe.sa dell’ambiente;

— se non ritenga assolutamente necessario nominare un commissario ad acta presso il Co­mune di Marsala per adottare le misure che gh amministratori comunali non hanno sinora vo­luto adottare.

Tali misure dovrebbero comportare la chiu­sura della discarica abusiva sulla statale Marsala-Salemi e l’utilizzazione di una disca­rica controllata nell’area indicata dal piano re­

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Resoconti Parlamentari - 7479 - Assemblea Regionale Siciliana

X Legislatura 199> SEDUTA 7 Marzo 1989

gionale d’organizzazione dei servizi di smalti­mento dei rifiuti nonché la possibilità di utiliz­zare 0 moderno impianto di trattamento e di di­struzione dei rifiuti che è stato recentemente co­struito a Trapani con finanziamenti pubblici e che è tuttora sottoutilizzato pur essendo ubica­to in una zona molto vicina a Marsala» (410).

VizziNi - La Porta .

«Al Presidente della Regione, all’Assessore per l’agricoltura e le foreste e all’Assessore per la cooperazione, il commercio, l’artigianato e la pesca, con riferimento alle notizie, riportate dalla stampa nazionale e internazionale, relati­ve al lucroso traffico consumato ai danni della Cee da un’associazione mafiosa che operava nel settore dei ritiri Aima e della trasformazione in­dustriale di agrumi in Sicilia;

per conoscere;

— quali misure abbiano assunto o intenda­no assumere per bloccare l ’erogazione di finan­ziamenti regionali, statali o comunitari a sog­getti, singoli o associati, che direttamente o in­direttamente hanno partecipato o collaborato al­l’attività alla quale era interessata l’organizza­zione mafiosa qualificata dalla stampa interna­zionale come “ Arancia-Connection” ;

— quale preciso molo abbiano eventualmen­te svolto nel traffico ai danni della Cee le uni­che strutture operanti a Vittoria nel settore dei ritiri Aima e della trasformazione degli agm- mi, e cioè l’Agrisud e la “ lav Spa” ;

— se non intendano promuovere iniziative tendenti ad acquisire al patrimonio regionale, affidadoli al Comune di Vittoria, gli impianti bella lav costmiti con dovizia di finanziamenti pubblici e ora posti in liquidazione coatta;

— se non intendano, infine, attivare un’in- bagine piu complessiva relativa al finanziamento ba parte della Regione e dello Stato di opere ® iniziative agro-industriali nel territorio di Ra- Susa che, nel tempo, immancabilmente, sono state riciclate o poste in liquidazione per camuf- tare operazioni speculative, molto spesso inqui­nate dalla presenza mafiosa» (411).

A iello - Parisi - Chessari.

«AirAssessore per i beni culturali e ambien- n*t e per la pubblica istrazione, considerati i Soavissimi ritardi, ancora dopo più di dieci an­

ni, nella corretta applicazione della legge regio­nale numero 80 del 1977 per i beni culturali e le conseguenze negative di tali ritardi sulla isti­tuzione ed organizzazione delle sovrintendenze, dei musei, delle biblioteche e dei centri regionali;

considerato quanto normato al 1° e al 2° comma dell’articolo 19 della legge regionale nu­mero 116 del 1980;

per conoscere i principi adottati nei conferi­mento delle nomine dei capi degli Istituti, rile­vato che, a tutt’oggi, gli incarichi di soprinten­dente e di direttore di biblioteca, di museo, di centri regionali e di sezione tecnica sono con­feriti come incarichi assessoriali di facenti fun­zioni e commissari» (412).

Parisi - Laudani - Gueli - La Porta.

«Al Presidente della Regione, premesso che, ai fini dell’attingimento ai fondi strutturali del­la Cee, il nuovo regolamento comunitario, en­trato in vigore il 1° gennaio 1989, prescrive che le Regioni debbano dotarsi di appositi pia­ni regionali di sviluppo in base ai quali la Com­missione esecutiva dovrà stabilire i quadri co­munitari di appoggio;

considerato che tali piani regionali dovranno essere presentati dallo Stato alla Comunità pre­sumibilmente entro la data del 31 marzo corrente;

premesso ancora, che con ordine del giorno numero 81, accettato come raccomandazione, l’Assemblea regionale siciliana aveva impegnato il Governo della Regione:

— a presentare entro il mese di febbraio la proposta di piano, con l’indicazione delle scel­te prioritarie, all’Assemblea regionale al fine di garantirne, pur nella ristrettezza dei tempi fis­sati, un attento esame e l ’approvazione;

— ad effettuare, ai fini della predisposizione del piano suddetto, consultazioni con le provin­ce regionali e con le organizzazioni sociali e pro­duttive che dovranno essere rappresentate nel Consiglio regionale dell’economia e del lavoro previsto dalla legge sulla programmazione;

considerato che:

— i termini suddetti sono scaduti e che non risulta che il Governo abbia persino predisposto una convincente bozza di piano;

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ResocoìUi Parlamentari 7480 Assemblea Regionale Siciliana

X Legislatura 199'* SEDUTA 7 M a r z o 1989

— la mancata elaborazione del piano sud­detto può comportare per la Sicilia il pericolo di rimanere esclusa dai finanziamenti comu­nitari;

— l’entrata in vigore della legge sulla pro­grammazione non può esimere il Governo dal confronto con i soggetti istituzionali e sociali previsti dalla legge, sia pure con procedure ab­breviate in considerazione del breve lasso di tempo disponibile per la presentazione del pia­no alla Comunità;

per sapere;— se intenda onorare gli impegni assunti di­

nanzi all’Assemblea regionale siciliana di cui all’ordine del giorno numero 81 ed elencati in premessa;

— se, rifuggendo da elaborazioni inventate aU’ultimo momento, o da inveterate tentazio­ni, il Governo non ritenga di dovere predisporre uno schema di piano caratterizzato da obiettivi qualificanti e tali da attivare azioni integrate sul territorio e sulla struttura produttiva della Re­gione, anziché formulare proposte separate ed incoerenti, frutto soltanto dei ciechi egoismi dei califfati assessoriali, ed incapaci di promuove­re strategie basate su interventi sinergici dagli effetti complementari» (413).

Parisi - Capodicasa - Lauda­ni - Chessari - Colombo.

«All’Assessore per gli enti locali, considera­to che la Procura della Repubblica di Marsala nei giorni scorsi ha disposto il sequestro di tutti gli atti relativi al concorso per vigile urbano bandito dall’Amministrazione comunale di Mar­sala e le cui prove selettive si erano svolte nello scorso mese di ottobre;

rilevato che già i Consiglieri comunali marr salesi del Partito comunista italiano avevano manifestato forti perplessità circa la regolarità della selezione dei concorrenti e che inoltre, su bito dopo la pubblicazione della graduatoria, al cuni candidati ritenutisi ingiustamente esclusi avevano presentato denuncia alla Procura segna­lando gravi irregolarità nello svolgimento del concorso e sull’operato della Commissione pre­sieduta dal senatore Pietro Pizzo;

considerato che nel recente passato lo svol­gimento di concorsi banditi daH’Amministrazio ne comunale di Marsala aveva dato luogo a forti

polemiche circa la regolarità delle prove e che di ciò si è occupata anche l’Assemblea regio­nale siciliana discutendo atti ispettivi;

per conoscere:— quali sono le valutazioni del Governo su

questo nuovo scandalo che esplode a Marsala segnalando una situazione amministrativa inqui­nata da pratiche clientelati che riducono a pu­ra fonna i diritti dei cittadini;

— quali iniziative intende adottare il Gover­no della Regione per accertare i fatti denunciati e se le procedure seguite per la preparazione dei quiz selettivi possano avere consentito a qualche candidato o componente della commis­sione di concorso di di.sporre, prima dell’ini­zio delle prove, di notizie o materiali utili allo svolgimento del concorso» (414).

VizziNi - Parisi - La Porta .

PRESIDENTE. Trascorsi tre giorni dall’o- diemo annunzio, senza che il Governo abbia di­chiarato che respinge 1? interpellanze o abbia fatto conoscere il giorno in cui intende trattar­le, le interpellanze stesse saranno iscritte all’or­dine del giorno per essere svolte al loro turno.

Annunzio di mozione.

PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura della mozione presentata.

FERRANTE, segretario:

«L’Assemblea regionale sicilianaconsiderato che gli Istituti autonomi per le ca­

se popolari dell'Isola, ed in particolare quello di Ragusa, accertato il superamento da parte de­gli assegnatari del limite di reddito previsto dal­la vigente normativa, richiedono agli stessi u pagamento dell’equo canone calcolato ai sensi della legge 27 luglio 1978, numero 392;

considerato che il predetto limite è tuttora fis­sato nella misura stabilita dalla legge regionale 30 maggio 1984, numero 37, e, pertanto, as­solutamente anacronistico;

considerato che gli Istituti autonomi per se popolari non possono autonomamente trasfor­mare il rapporto di assegnazione in rapporto ‘ locazione, in assenza di uno specifico provve

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Resoconti Parlamentari - 7481 — Assemblea Regionale Siciliana

X Legislatura 199“ SEDUTA 7 Marzo 1989

ciimento che solo i Comuni sono autorizzati ad adottare in forza deirarticolo 17 della legge re­gionale 2 gennaio 1979, numero 1;

considerato che, pur ricorrendone i presup­posti, gli Istituti non possono applicare l’equo canone con effetto retroattivo;

considerato, comunque, che i Comuni della provincia di Ragusa non risulta abbiano adot­tato i provvedimenti di loro competenza, né, tanto meno, risulta intendano adottarli;

considerato, altresì, che i provvedimenti adot­tati dairiacp di Ragusa risultano scaturire dal deliberato di un consiglio di amministrazione da tempo scaduto e, quindi, privo di quella le­gittimazione che può riconoscersi solo ad un or­ganismo nella pienezza delle proprie funzioni e come tale, pertanto, con le carte in regola per adottare decisioni di tale portata, che altri Isti­tuti si sono guardati bene dall’adottare pur ope­rando in realtà economicamente piu ricche ed in situazioni finanziarie certamente non migliori di quella dell’Iacp di Ragusa;

considerato che, pur potendo gli assegnatari trovare, in presenza di provvedimenti illegitti­mi, piena soddisfazione in sede giurisdiziona­le, non è opportuno coinvolgere gli stessi in una vertenza legale lunga, snervante e, comunque, immediatamente onerosa;

impegna il Governo della Regionea promuovere immediatamente le opportune

iniziative al fine di interrompere le procedure già iniziate dagli Istituti autonomi per le case popolari per l’applicazione a carico degli asse­gnatari dell’equo canone, nonché a procedere con tempestività al rinnovo dei consigli di am­ministrazione scaduti» (73).

Chessari - Aiello - Altamore - Consiglio.

PRESIDENTE. Avverto che la mozione te­ste annunziata sarà posta aH’ordine del giorno nella seduta successiva perché se ne determini la data di discussione.

Comunicazione dello schema di calendario dei lavori dell’Assemblea per il corrente mese di marzo.

aitasi stamane, sotto la presidenza del Presiden­te dell’Assemblea regionale siciliana e con la partecipazione del Presidente della Regione, dei vicepresidenti dell’Assemblea regionale siciliana e dei presidenti delle Commissioni, ha elabo­rato il seguente schema di calendario dei lavo­ri parlamentari per il corrente mese:

— Aula: martedì' 14 (antimeridiana); mer­coledì 15 (antimeridiana e pomeridiana); gio­vedì 16 (antimeridiana e pomeridiana), con al­l’ordine del giorno la discussione dei seguenti disegni di legge:

1) numeri 21 in Sicilia);

71 - 89/A (metanizzazione

2) numero 484/A (interventi nel settore ri­scossione imposte dirette);

3) numero 124/A (elevazione limiti età per l’accesso all’impiego pubblico);

4) numero 631/A (anticipazione Regione alle Unità sanitarie locali)

5) numero 561/A (costituzione delle nuove province regionali);

— Commissioni: martedì 14 (pomeriggio) - limitatamente alla Commissione finanza; mer­coledì' 29; giovedì 30 (pomeriggio); venerdì' 31, con aH’ordine del giorno l’esame dei disegni di legge già individuati.

Comunica altresì che la Conferenza h a ‘sta­bilito di riunirsi il 30 marzo, alle ore 10,00, per concordare il programma dei lavori relati­vamente all’esame dei temi delle riforme isti­tuzionali, al rinnovo di alcuni organi ammini­strativi e alla discussione di quei di.segni di leg­ge ritenuti prioritari e dal Governo e dai Gruppi parlamentari. Piu in particolare si è convenuto di ritenere, quale adempimento prioritario, il rinnovo delle commissioni provinciali di con­trollo cui si procederà in aprile, alla ripresa dei lavori parlamentari.

p r e s id e n t e . Comunico che la Conferen­za dei Presidenti dei Gruppi parlamentari, riu-

Svolgimento di interrogazioni e di inter­pellanze.

p r e s id e n t e . Si passa al secondo punto dell’ordine del giorno: Svolgimento di interro­gazioni e di interpellanze della Rubrica «Terri­torio e ambiente».

Si procede con Pinteipeiianza numero 93: «Inchiesta in ordine alla redazione del piano

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Resoconti Parlamentari 7482 Assemblea Regionale Siciliana

X Legislatura 199“ SEDUTA 7 M arzo 1989

regolatore generale del comune di Sant’Agata li Battiati» degli onorevoli Damigella ed altri.

Invito il deputato segretario a darne lettura.

FERRANTE, segretario:

«All’Assessore per il territorio e Tambiente, per sapere se sia di sua conoscenza:

a) che il consiglio comunale di Sant’Agata Li Battiati, convocato per l ’adozione del piano regolatore generale, ha approvato, nella sedu­ta del 17 luglio 1986, la proposta dell’Asses­sore per l’urbanistica di chiedere all’Assesso­rato regionale del territorio l’esercizio del po­tere di intervento sostitutivo nel presupposto che, dovendosi astenere perché interessati ta­luni consiglieri della maggioranza, l’obbligo dell’astensione si dovesse estendere a tutti i con­siglieri della medesima maggioranza;

b) che, in precedenza, il sindaco del comu­ne aveva rigettato la richiesta dei consiglieri co­munisti di avere in copia tutti gli elaborati del progetto di piano regolatore sulla base del ri­lievo che non esiste l’obbligo di rilasciare co­pia degli atti non ancora divenuti pubblici;

c) che, dopo la seduta del consiglio comu­nale del 17 luglio 1986, il Pretore di Mascalu- cia ha sequestrato tutti gli atti ed ha quindi so­speso l’assessore comunale all’urbanistica dal­l’esercizio dei pubblici uffici per la durata di un anno.

Ciò premesso, i sottoscritti interpellano l ’As­sessore regionale per il territorio, per sapere:

1) se intenda disporre un’inchiesta al fine di accertare sulla base di quali indicazioni i pro­gettisti hanno proceduto alla redazione del pia­no prevedendo per il prossimo ventennio un in­cremento demografico del tutto ingiustificato;

2) se, nell’ipotesi in cui ritenga di dover no­minare un commissario ad acta, intenda dare allo stesso la direttiva di chiedere ai progetti­sti, sentite tutte le forze politiche e sociali ope­ranti nel comune, di procedere ad una rielabo­razione del piano sulla base di una ragionevo­le ipotesi di sviluppo, apparendo del tutto pri­vo di senso che il commissario ad acta adotti il piano redatto certamente secondo le indica­zioni dei consiglieri che si dicono interessati e certamente destinato per il suo dimensionamento ad essere restituito per la rielaborazione totale;

3) se intenda dare a tutti i sindaci dell’Isola la direttiva di rilasciare in copia ai consiglieri comunali che lo chiedano il progetto dello stru­mento urbanistico generale al fine di rendere piti agevole l’esercizio dei loro diritti in vista deH’esame di tale strumento da parte del con­siglio;

4) se ritenga la gravissima vicenda di San­t’Agata Li Battiati emblematica di una situazio­ne generale caratterizzata da una legislazione urbanistica che, non rendendo i proprietari in­differenti dinanzi alla destinazione d’uso dei ter­reni, favorisce la consumazione di gravi illeci­ti nella formazione degli strumenti urbanistici per il prevalere degli interessi privati sull’inte­resse pubblico» (93).

D amigella - Laudani - D ’ur- so - Gulino .

D’URSO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

D’URSO. Signor Presidente, chiedo Tabbi- namento dello svolgimento dell’interpellanza nu­mero 93 e dell’interpellanza numero 187: «In­chiesta immediata al fine di accertare le gravi responsabilità degli amministratori di S. Agata Li Battiati in ordine alla lottizzazione di una va­sta area del territorio comunale», degli onore­voli Damigella ed altri, aventi identico oggetto.

PRESIDENTE. Il parere del Governo?

PLACENTE Assessore per il territorio e rambiente. Signor Presidente, il Governo è d’accordo.

PRESIDENTE. Non sorgendo osservazioni, cosi rimane stabilito.

Invito il deputato segretario a dare lettura del­l’interpellanza numero 187.

FERRANTE, segretario:

«All’Assessore per il territorio e l ’ambiente, per sapere se è a conoscenza:

a) che nei giorni scorsi il Pretore di Masca- lucia ha disposto l ’arresto del sindaco, di un consigliere già assessore all’urbanistica e del ca­po u fficio tecnico del com une di S. Agata Li

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Resoconti Parlamentari 7483 - Assemblea Regionale SicilianaX Legislatura 199“ SEDUTA 7 Marzo Ì989

Battiati per gravi illeciti commessi al fine di fa­vorire privati interessati alla lottizzazione di una vasta area;

b) che il medesimo pretore ha inviato comu­nicazioni giudiziarie a numerosi consiglieri e componenti della commissione edilizia dello stesso comune.

Ciò premesso, i sottoscritti interpellano l ’As­sessore per il territorio e l’ambiente per sape­re se intenda immediatamente disporre un’in­chiesta al fine di accertare le gravi responsabi­lità degli amministratori di Sant’Agata Li Bat­tiati con riferimento alla lottizzazione suddetta e pili in generale alla gestione del territorio.

I sottoscritti chiedono lo svolgimento con ur­genza della presente interpellanza e di quella da loro presentata il 27 novembre 1986 con ri­ferimento alla condotta degli amministratori del comune di Sant’Agata Li Battiati nella vicenda della formazione del piano regolatore genera­le» (187).

D amigella - Laudani - D ’ur- so - Gulino .

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’ono­revole D’Urso per illustrare le interpellanze.

D’URSO. Signor Presidente, traendo spunto da una vicenda emblematica, gli interpellanti hanno voluto richiamare l’attenzione del Gover­no della Regione su talune questioni di rilevante interesse nella materia urbanistica, quali il di­mensionamento dei piani regolatori generali, il rapporto dei commissari ad acta con i proget­tisti, spesso nominati da quegli stessi ammini­stratori che, essendo interessati, si astengono dall esaminare il piano redatto secondo le loro indicazioni, il diritto dei consiglieri comunali 1 disporre di tutti gli atti per esercitare con pie­

na consapevolezza la loro funzione, l’esigenza di una legislazione che renda i proprietari in- ifferenti dinanzi alle destinazioni d’uso dei loro

terreni. Questioni importanti quelle indicate, con rilerimento alle quali mi sembra giunto il mo­mento di svolgere un ampio dibattito nella com­petente Commissione legislativa per avviare quel processo di riordino e di adeguamento del-

legislazione urbanistica regionale da più parti auspicato.p^t^roppo, l’impegno più volte assunto dal-

Assessore di un incontro tra la commissione 1 studio, all’uopo nominata, e la quinta Com­

missione legislativa non ha avuto seguito ed i ritardi che si sono accumulati finiscono con il pesare in modo assai negativo sullo svolgimento delle vicende relative ai piani regolatori dei co­muni dell’isola. La vicenda di Sant’Agata Li Battiati non è diversa da quella di tanti altri co­muni della Sicilia; riflettere su di essi serve a valutare se da un loro attento esame possono scaturire indicazioni utili per la futura attività legislativa e per un’azione di governo che, nel­l’ambito delle leggi vigenti, indirizzi nella giusta direzione i processi comunali di pianificazione del territorio.

PRESIDENTE. L ’onorevole Assessore per il territorio e l’ambiente ha facoltà di rispondere.

PLACENTE Assessore per il territorio e l ’ambiente. Signor Presidente, prima di fare ri­ferimento ai temi specifici contenuti nelle in- teipellanze numero 93 e numero 187, vorrei soffermarmi sulle osservazioni di ordine gene­rale che ha testé reso l’onorevole D ’Urso. In­negabilmente convengo con lui che c’è, su que­sti temi, una congerie di argomenti e di pro­blemi da risolvere: dal dimensionamento dei piani regolatori generali alle destinazioni d’uso.

A proposito del dimensionamento dei piani re­golatori generali vorrei ricordare che l’attuale le­gislazione urbanistica regionale mette sullo stesso piano il comune di Palermo e, per esempio, quello di Roccapalumba il quale ha una dimen­sione demografica ben diversa. Tutto ciò ovvia­mente richiede una rivisitazione della vigente le­gislazione urbanistica; un problema, questo, che si è già posto da tempo all’attenzione del Go­verno. Ho avuto modo, in diverse occasioni e non soltanto in quest’Aula, di far presente che il Governo già da tempo ha nominato una com- mi.ssione di studio di altissimo livello, compo­sta da esperti del settore, e presieduta dal pre­sidente del Tribunale amministrativo regionale della Sicilia, sua eccellenza professor Gugliel- nio Serio, che sta, appunto, lavorando con l’am­bizione finale di pervenire ad una messa a pun­to generale delia nostra attuale legislazione ur­banistica, attraverso l’elaborazione di una sorta di testo unico quanto più possibile organico. La nostra Regione, come è noto, non ha la potestà di predisporre testi unici legislativi, per cui dob­biamo parlare di una «messa a punto» della le­gislazione in materia urbanistica che ci consen­ta comunque di disporre di un testo di agibile consultazione e di sicuro riferimento normativo.

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Resocomi Parlameniorì 7484 Assemblea Regionale Siciliana

X LEQSLATURA 199“ SEDUTA 7 Marzo 1989

In riferimento alFincontro tra la Commissione di studio (che ha già prodotto una grandissima mole di lavoro) e la quinta Commissione legi­slativa — incontro piu volte richiesto dall’ono- revole D ’Urso — attendo ancora che, appun­to, la quinta Commissione ne fissi la data, te­nendo anche conto degli impegni del professo­re Serio e degli altri membri della commissio­ne tecnica che vi dovrebbero partecipare. Vor­rei a questo punto chiedere allo stesso onore­vole D ’Urso di interporre anche i suoi buoni uffici affinché questo incontro abbia luogo quanto piu sollecitamente possibile in quanto — ne siamo tutti consapevoli — ne potrebbero ve­nire fuori indicazioni senz’altro utili per il pro­sieguo dei lavori della quinta Commissione le­gislativa.

In riferimento a questioni aventi carattere par­ticolare, devo ricordare che le interpellanze in oggetto richiedono di conoscere; se si intende disporre una inchiesta per accertare in base a quali indicazioni i progettisti hanno proceduto alla redazione del piano regolatore generale, prevedendo un incremento demografico ingiu­stificato; se si ritiene di dovere nominare un Commissario ad acta\ se si intende dare ai sin- daci direttive per rilasciare ai consiglieri comu­nali copia del progetto di piano regolatore ge­nerale; se si ritiene la vicenda relativa al co­mune di Sant’Agata Li Battiati emblematica di una situazione generale caratterizzata da una le­gislazione urbanistica che, non rendendo i pro­prietari indifferenti dinanzi alla destinazione d’uso dei terreni, favorisce la consumazione di gravi illeciti nella formazione degli strumenti urbanistici. Credo di avere cosi sintetizzato, in questi quattro punti, i contenuti della lunga in­terpellanza numero 93. Rispondo quindi in or­dine a questi punti.

Il piano regolatore generale del comune di Sant’Agata Li Battiati è stato sequestrato dal­l’Autorità giudiziaria; ne discende, pertanto, l’impossibilità, in atto, di operare come richie­sto dagli interroganti. Peraltro, corre obbligo far presente che la verifica del dimensionamento operato dai progettisti, in uno alle scelte pro­gettuali, compete all’Assessorato regionale del territorio e deU’ambiente tramite il Consiglio regionale deirurbanistica; e ciò non appena per­verrà il piano adottato.

Da quanto precede, non pare sussistano in at to elementi per la nomina di un commissario ad acta, essendo stato il piano sequestrato dal l’autorità giudiziaria, come riferito prima.

Per quanto attiene alle eventuali direttive as- sessoriali in ordine al rilascio ai consiglieri co­munali di copia del progetto di piano regolato­re generale, si ritiene, per le implicazioni con­nesse al funzionamento degli enti locali, che tale attività, piu che essere di competenza dell’As­sessorato del territorio e deirambiente, rientri fra le competenze dell’Assessorato degli enti lo­cali. Comunque si precisa che, di norma, co­pia del piano è messa a disposizione, da parte del sindaco, di tutti i consiglieri comunali.

Per quanto prospettato poi dagli interpellanti circa la indifferenziazione dei terreni, si ritie­ne che la problematica vada correlata all’attuale regime dei suoli stabilito dalla legislazione na­zionale e che, comunque, rientri nel discorso di ordine generale che stiamo sviluppando — per quanto possibile — attraverso la rivisitazio­ne in corso della legislazione urbanistica.

Infine, relativamente alla interpellanza nume­ro 187, si precisa che nessun intervento può es­sere effettuato dall’Assessorato regionale del territorio e dell’ambiente prima della definizione del procedimento giudiziario relativo al piano di lottizzazione che, come si sa, è ancora in corso.

PRESIDENTE. L’onorevole D’Urso ha fa­coltà di parlare per dichiararsi soddisfatto o me­no della risposta.

D’URSO. Signor Presidente, prendo atto del­le dichiarazioni del Governo e mi auguro che la commissione di studio possa al piu presto in­contrarsi con la quinta Commissione legislativa.

PRESIDENTE. Si passa allo svolgimento del­l’interrogazione numero 165: «Iniziative per evi­tare che l’ingente patrimonio naturale e natu­ralistico, presente nella zona dei laghi Ganzir- ri e Faro, vada distrutto», deH’onorevole Piro.

Invito il deputato segretario a darne lettura.

FERRANTE, segretario:

«All’Assessore per il territorio e Tambiente, premesso che:

— con interrogazione numero 4 del 15 lu­glio 1986 l’interrogante aveva denunciato il ve stato di inquinamento dei laghi di Ganzirrt e Faro, nonché i tentativi di aggressione ad una

I zona umida protetta;

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Resoconti Parlamentari

X Legislatura

7485 -

199* SEDUTA

— il Sindaco di Messina, in data 20 novem­bre 1986, ha dichiarato in Consiglio comunale che rAmministrazione della città intende prov­vedere al risanamento dei laghi a mezzo dei se­guenti interventi:

a) operazione di drenaggio;

b) allaccio del collettore allo scarico; considerato che:

— le cause di inquinamento dei laghi sono imputabili agli scarichi fognari e ascrivibili al­la mancata applicazione della legge Merli sul­le acque reflue da parte deirAmministrazione comunale di Messina;

1 operazione di drenaggio (che viene esclusa da tutti gli esperti) sconvolgerebbe gli equilibri ecologici ed il particolare biotopo dei laghi. Sarebbe distrutto il seme dei mitili e si provocherebbe un grave danno alla fauna e al­la flora dei laghi;

per sapere quali iniziative abbia avviato, an­che a seguito della precedente interrogazione, e se non intenda intervenire anche sull'Ammi­nistrazione comunale di Messina, al fine di evi­tare che un ingente patrimonio culturale e na­turalistico possa essere distrutto» (165).

PtRO.

PRESIDENTE. L’onorevole Assessore ha fa­coltà di rispondere.

PLACENTI, Assessore per il territorio e l ’am­biente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo assessorato, .con la risposta ad analoga interrogazione — la numero 4 del 15 luglio 1986 — resa in Aula nel febbraio del 1987, ha già avuto modo di fornire precise assicurazioni per a salvaguardia dell’interessantissimo patrimonio naturale dei la ^ i Faro e Ganzirri. Come è cer- tamente noto all’onorevole Piro, gli intendimenti tiene amministrazioni locali e, in particolare, i progetti per il risanamento dei citati laghi a mez­zo di drenaggio e allaccio del collettore allo sca-

tiosi come pare abbia dichiarato il sindaco 1 Messina in Consiglio comunale, dovranno es-

Sére rigorosamente valutati neU’ottica della sal- t'tiguardia dei due importanti biotopi e, comun- jlue, qualsiasi intervento potrà essere adottato se­ti m funzione del disinquinamento della citata ona che rientra tra le proposte di cui al piano cgionale dei parchi e delle riserve naturali.

Quindi, nel condividere il giudizio sfavore­vole per un’eventuale operazione di drenaggio, in quanto questa sconvolgerebbe gli equilibri ecologici dei laghi, provocando, al contempo, un grave danno alla fauna e alla flora, si riba­disce 1 opporftmità di interventi mirati solamente alla circolazione delle acque dei la ^ i . A tal proposito l’A.ssessorato ha dato incarico all’Uf­ficio del Genio civile delle opere marittime di predisporre uno studio approfondito per la re- gimentazione delle acque.

Resta bene inteso che qualsiasi realizzazione di opere idrauliche verrà predisposta tenuto con­to delle condizioni fisico-chimiche del biotopo e dopo qualificati pareri dei naturalisti.

Per quanto riguarda l’allaccio al collettore dello scarico, è opportuno precisare alcuni aspetti. È ormai assodato che le cause di in­quinamento dei laghi in questione sono impu­tabili agli scarichi dei comuni di Torre Faro e Ganzirri che, per carenza di un’adeguata rete fognaria, scaricano direttamente o indirettamen­te nei laghi stessi e nelle zone marine antistan­ti. Di conseguenza, l’accumulo di sostanze or­ganiche nelle acque, la scarsa circolazione delle stesse, l’alta temperatura raggiunta nella stagio­ne estiva, hanno determinato condizioni ambien­tali che presentano qualche degrado. Oggi,1 Assessorato ritiene di avere strumenti idonei affinché la situazione generale di inquinamen­to regredisca a livelli sempre piu bassi. Va in­nanzitutto tenuto presente che oggi disponiamo del piano regionale di risanamento delle acque con la legge regionale numero 27 del 1986, che regolamenta la disciplina degli scarichi civili ed impone, sia come programmazione di settore (piano di risanamento delle acque) che come di­sciplina speciale, obblighi ben precisi ai comuni e comunque a tutti i soggetti che interagiscono con i laghi in questione. Debbo inoltre riferir­mi alla legge regionale numero 14 del 1988 che detta norme per la realizzazione del piano re­gionale dei parchi e delle riserve naturali. A tale proposito adeguato rilievo assumono le so­luzioni proposte dal piano di attuazione della rete fognaria predisposta dal comune di Mes­sina che prevedono rimpianto di un collettore di sollev^ento (in corso di realizzazione) per il trasferimento dei liquami al previsto impian­to di depurazione sito a nord dei laghi, in lo­calità «Tono». Tali strumenti ci consentiranno di conservare l’area interessata nella sua origi­nale integrità e nella totalità dei suoi attributi naturali.

^•^soconri, f. 1007 (500)

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Al di là di questo, credo che il dato piu im­portante da sottolineare riguardi la proroga del vincolo biennale di salvaguardia, introdotto con la citata legge numero 14 del 1988; una misu­ra attraverso la quale ritengo possano maggior­mente derivare ragioni di tranquillità e di ga­ranzia rispetto alla salvaguardia dei laghi «Gan- zirri» e «Faro». Con ciò viene di fatto ripristi­nato il vincolo per i laghi di Ganzirri e Faro.

PRESIDENTE. L’onorevole Piro ha facoltà di parlare per dichiararsi soddisfatto o meno della risposta.

PIRO. Signor Presidente, onorevole Asses­sore, mi dichiaro parzialmente soddisfatto del­la risposta. Intendo soltanto richiamare la ne­cessità — che è anche quella piu generale re­lativa a tutte le riserve proposte con il piano regionale delle riserve — che venga istituita al piu presto la riserva dei laghi di Ganzirri e Faro con una modifica sostanziale rispetto a quella che era stata proposta. Abbiamo presentato un’osservazione formale perché riteniamo che non abbia senso aver previsto il lago piccolo come zona «A» e il lago grande come zona «B», giacché, da tutti gii studi di carattere scientifi­co e naturalistico, ci sembrava si dovesse de­durre che entrambe le due aree lacustri doves­sero essere classificate come zona «A». Tutta­via non c’è dubbio che, rispetto ad altre riser­ve, soggette a molteplici aggressioni, la zona di Ganzirri e Faro gode di una situazione di particolare fortuna, essendo stato già apposto il vincolo biennale sull’area proposta come ri­serva ed essendo stato questo prorogato auto­maticamente dalla legge regionale numero 14 del 1988. Concludo, dunque, rivolgendo l’en­nesima sollecitazione a che finalmente le zone di riserva naturalistica proposte dal piano re­gionale dei parchi e delle riserve vengano isti­tuite e che quindi si passi ad una fase dì ge­stione attiva del patrimonio naturale ed in par­ticolare dei due laghi in oggetto.

PRESIDENTE. Si passa allo svolgimento del­l’interpellanza numero 105, a firma dell’ono­revole Piro: «Sospensione delle ricerche petro­lifere attualmente in corso nell’area antistante la costa trapanese di rilevantissimo interesse ambientale».

Invito il deputato segretario a darne lettura.

FERRANTE, segretario:

«Al Presidente della Regione, all’Assessore per il territorio e l’ambiente e all’Assessore per i beni culturali ed ambientali e per la pubblica istruzione, premesso che:

— TAgip, nonostante le motivate e conti­nue proteste delle popolazioni locali e delle as­sociazioni ambientaliste, ha condotto ricerche di idrocarburi liquidi e gassosi nell’area anti­stante la costa trapanese compresa fra Trapa­ni, Marsala e le isole Egadi, avvalendosi uffi­cialmente del permesso di ricerca C. R. 65 AG, accordato nel 1974, successivamente proroga­to per due volte e definitivamente scaduto il 20 novembre 1986, nonché del permesso C. R. 96 AG dell’l ottobre 1980 e che interessa una zona molto piu ampia;

— la zona delle ricerche, come è noto e co­me dovrebbe essere a tutti molto presente, è di rilevantissimo interesse per le caratteristiche na­turali, geomorfologiche, storico-archeologiche; difatti, essa è stata inclusa fra le aree che con legge dello Stato numero 979 del 1982 saran­no destinate a riserve marine;

— con decreto dell’Assessore per il territo­rio e l’ambiente del 4 luglio 1984 è stata isti­tuita la riserva naturale delle Isole dello Sta- gnone di Marsala. Sono allo studio la costitu­zione della riserva naturale di Marettimo e del parco archeologico di Mothia. Con legge re­gionale sono state emanate direttive per il ri- popolamento ittico della zona, notoriamente uni­ca per la pesca del tonno e la riproduzione de­gli avannotti;

— anche la semplice attività di ricerca, pro­trattasi negli anni, ha provocato gravi danni e inquinamenti ambientali quali: violente vibra­zioni, caduta dì massi nell’isola di Favignana, scosse sismiche, crescita abnorme del rumore;

— all’Agip è stato concesso di produrre dal pozzo Narciso, mediante decreto di asportazio­ne, di dubbia legittimità;

considerato che:— l’Agip ha richiesto, alla scadenza del per­

messo di ricerca, l’autorizzazione alla coltiva­zione del giacimento che il Ministero dell in­dustria ha già concesso;

— la coltivazione del pozzo Narciso ed in genere le attività petrolifere off-shore risulta no incompatibili con l’immenso patrimonio atn

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bientale, fortunatamente ancora integro, del contesto Trapani - Isole Egadi;

le ricerche danno vita ad un altissimo ri­schio sia per possibili incidenti tecnici, sia in relazione all alta sismicità della zona;

— recano un sicuro pregiudizio alle attività prevalenti nella zona legate alle vocazioni ter­ritoriali e proiettate verso ulteriori programmi di valorizzazione;

rilevato che:

l’autorizzazione alla coltivazione del poz­zo Narciso non tiene conto dell’articolo 6 del­la legge 349 istitutiva del Ministero dell’am­biente che richiede una preventiva valutazione di impatto ambientale da realizzarsi da parte del Ministero dell’indù stria;

tendono sempre piu ad ancorarla al ruolo di pat­tumiera d ’Europa» (105).

PiRO.

PRESIDENTE. L ’onorevole Piro ha facoltà di parlare per illustrare l’interpellanza.

PIRO. Signor Presidente, dichiaro di rimet­termi al testo della stessa.

PRESIDENTE. L’onorevole Assessore ha fa­coltà di rispondere all’interpellanza.

— sotto il profilo economico, l’estrazione del greggio può considerarsi del tutto irrilevan­te, sia sotto il profilo occupazionale che del­l’interesse energetico nazionale. Secondo i da­ti forniti dall’Agip, infatti. Narciso darà un va­lore dell’olio recuperabile fra 2,5 e 5 milioni di MC ST, e la durata del campo può essere valutata in non piu di 3-5 anni. Va ricordato, altresì, che le royalties relative alla produzio­ne off-shore sono versate allo Stato che, a sua volta, ne destina soltanto un terzo alla Regione;

— la Regione siciliana non può assistere im­potente, o quel che è peggio, da complice pas­siva alla distruzione del suo patrimonio e delle sue autentiche risorse in nome di un preteso in­teresse nazionale che nel caso specifico delle Egadi non esiste;

per conoscere:

~ quali urgenti e forti iniziative il Gover­no della Regione abbia assunto o intenda assu­mere nei confronti del Governo nazionale per imporre lo stop alle procedure di autorizzazio­ne del progetto Narciso;

~ quali autonomi interventi intendano pre- isporre per imporre il rispetto delle normati- e m tutela adottate a salvaguardia dell’ingen- ssimo potenziale .di sviluppo costituito dall’a-

tea Trapani - Marsala - Egadi;

se non ritengano che siamo di fronte ad emiesima, gravissima violazione delle pre-

statutarie della Sicilia, alla quale con tema arroganza vengono imposte scelte che

^^-^^ENTI, Assessore per il territorio e l'ambiente. Signor Presidente, onorevoli colle- ghi, su quanto forma oggetto cìeirinterpellan- za numero 105 si rappresenta che il pozzo «Narciso» risulta chiuso da circa un anno: il Mi­nistero competente non ha concesso all’Agip la relativa autorizzazione alla coltivazione del gia­cimento. Il pennesso di cui usufruiva l’Agip per condurre ricerche di idrocarburi liquidi e gas­sosi è scaduto; di conseguenza la prova di pro­duzione è terminata.

Premesso quanto sopra ed in relazione alla precedente attività dell’Agip nell’area antistan­te la costa trapanese, questo Assessorato si è decisamente attivato per imporre il rispetto delle norme di tutela adottate a salvaguardia dell’a­rea in questione. Il Ministero deirindustria, in­terpellato in proposito, aveva già fornito, a que­sto Assessorato, dettagliate ed ampie assicura­zioni in merito. In particolare, tutte le opera­zioni sono avvenute sotto i piu rigidi controlli di sicurezza, sono stati infatti utilizzati mate­riali ed attrezzature progettate e provate per condizioni di esercizio piu gravoso. Le stmt- ture, sia di servizio che di ormeggio, sono sta­te ridotte al minimo, onde non pregiudicare gli aspetti paesaggistici della zona. Tali strutture, tra l’altro, sono state ubicate al di fuori della riserva naturale «Isola dello Stagnone di Mar­sala» al fine di preservarne la caratteristica flo- ra. Tutti i materiali di risulta connessi alle at­tività citate sono stati avviati a terra per il suc­cessivo trattamento controllato, ai sensi delle di­sposizioni di legge vigenti.

Per quanto concerne gli inconvenienti: vio­lente vibrazioni, caduta di massi nell’isola di Favignana, scosse sismiche e crescita abnorme del rumore, cui fa cenno l’onorevole Piro, in relazione all’attività di ricerca dell’Agip. si rap­presenta che dalla relazione svolta dal Corpo regionale delle miniere su prove che sono sta-

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te effettuate riguardo gli effetti prodotti dalle operazioni di rilevamento sismico condotte dalla nave «Geo Italia Prima» nelle acque di Favi- gnana, è emerso che nessun danno fisico pote­va accadere a seguito di tali prove e che le vi­brazioni rilevate sono state ben lontane dal po­ter produrre effetti dannosi di qualunque tipo.

Per quanto riguarda la udibilità degli scoppi si è osservato che essi erano appena percepibi­li e che gli stessi non sono stati registrati dal fonometro, regolato per percepire i suoni al di sopra di cinquanta decibel, allo scopo di eli­minare i rumori di fondo prodotti dall’ambien­te circostante.

Ho voluto ricostruire questi dati che comun­que, come l’onorevole Piro sa, si riferiscono al passato, perché l’attuale situazione, con com­piacimento di tutti noi, è quella che si ripro­duce esattamente nella dichiarazione da me re­sa in premessa, e cioè che non è stata rinnova­ta dal Ministero competente l’autorizzazione alla coltivazione del giacimento e che, pertanto, il pozzo è chiuso ormai da oltre un anno.

PRESIDENTE. L’onorevole Piro ha facoltà di parlare per dichiararsi soddisfatto o meno della risposta.

PIRO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, le dichiarazioni iniziali e finali, peraltro coin­cidenti, dell’onorevole Assessore rappresenta­no in realtà il punto della questione, per cui non si può che prendere atto con soddisfazione del fatto che è svanito il pericolo, l’incubo, che gra­vava sulla zona antistante Trapani e l’isola di Favignana, di una intensa attività petrolifera.

Tuttavia, qualche osservazione, sia pure ve­locemente, intendo manifestare rispetto a quella parte della risposta in cui in qualche modo si contesta o si confutano i fatti che sono stati de­nunziati dalle popolazioni interessate, dal co­mitato di difesa delle Egadi, ribaditi in nume­rosi convegni e che la mia interpellanza si era sostanzialmente limitata a riprendere e a ri­portare.

Nella risposta non si è fatto cenno al fatto che il pozzo «Narciso» non è stato soltanto un pozzo di prova ma è stato anche un pozzo pro­duttivo, come è risultato d’altro canto dall’e­lenco delle royallies che la Regione ha incas­sato; per un paio di anni il pozzo «Narciso» ha prodotto, tanto è vero che la Regione ha incas­sato delle royallies. Non solo, ma è stato con­cesso all’Agip un decreto cosiddetto di «aspor­

tazione», che è una soluzione intermedia tra l’autorizzazione alla prova e il decreto di au­torizzazione a pompare petrolio, e che però, in qualche modo, come dire, fittiziamente, auto­rizzava ad effettuare il prelievo di petrolio.

Comunque, quel che conta è che la vicenda si sia chiusa — e mi auguro per sempre —- in maniera positiva. Ciò mi consente di dire che lo scopo che intendeva raggiungere l’interpel­lanza è stato raggiunto e quindi di dichiararmi soddisfatto.

PRESIDENTE. Si passa allo svolgimento del­l’interpellanza numero 107: «Iniziative per im­pedire ulteriori guasti al territorio dell’istituendo parco dei Nebrodi», dell’onorevole Natoli.

Invito il deputato segretario a darne lettura.

FERRANTE, segretario:

«Al Presidente della Regione, rilevato che la stampa ha denunziato in queste ultime settima­ne pili volte il guasto del Sambuchelle in terri­torio di Cesarò (splendido angolo dei Nebro­di) sconvolto, distmtto e trasformato per ma­no di uomini responsabili della cosa pubblica; considerato che l’associazione naturalistica Dun (Difesa uomo natura) ha denunziato l’asporta­zione di uno splendido costone di pietre inca­stonate a ridosso di un fabbricato a tetto sco­perchiato noto come la «caserma del Sambu- chello»; per conoscere le iniziative del Gover­no regionale per impedire ulteriori guasti al ter­ritorio dell’istituendo parco dei Nebrodi, evi­tando che finanziamenti da parte di un Asses­sorato regionale (agricoltura e foreste) in que­sto caso vadano a scontrarsi nell’inpatto col ter­ritorio e nel caso con l’Assessorato del territo­rio e dell’ambiente che deve vigilare affinché il territorio non abbia a subire offese» (107).

N atoli.

PRESIDENTE. L’onorevole Natoli ha facoltà di parlare per illustrare Finterpellanza.

NATOLI. Signor Presidente, onorevole As­sessore, i fatti denunziati dalla stampa, dalle as­sociazioni naturalistiche, dalFUnione provinci e degli agricoltori e dalla Coldiretti in riferiment a quanto accaduto in territorio di Cesarò bel zona di Sambuchelle mi hanno indotto a pm' sentare quest’atto ispettivo che è del 1986. Sia­mo nel 1989 e ovviamente di acqua sotto

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ponti, da allora, ne è passata. Non so se que­sta interpellanza e la denunzia del Dun (Asso­ciazione locale «Difesa-uomo-natura») siano riu­scite a richiamare Tattenzione in tempo e se ci sia stato un intervento.

Nel 1986 uno splendido costone di pietre in castonate nella zona di Sambuchello era in fa­se di distruzione, accanto sorgeva un fabbrica­to, già scoperchiato, che ritengo fosse una ca sernia forestale. Per tale motivo presentai un’in­terpellanza al fine di richiamare l’attenzione del­l’Assessorato regionale competente prima che «il bue fosse scappato dalla stalla», e non so se ciò fosse avvenuto già al momento della mia iniziativa.

Con l ’inte^ellanza prendevo anche lo spun­to per sottolineare l ’esigenza di istituire pron­tamente il Parco dei Nebrodi di cui in quel pe­riodo già si parlava e che oggi è una realtà:1 assessore ha infatti emesso il proprio decreto ed ha partecipato anche a parecchie riunioni. Quindi, se da un lato quello che era l’oggetto dell’interpellanza numero 107 del 1986 diven­ta per me quasi un fatto di legittima curiosità, direi che l’oggetto principale dell’interpellanza viene assorbito in quella che è una grossa realtà, nonché una grossa conquista di civiltà, qual è appunto l ’istituzione del Parco dei Nebrodi.

Do atto — indipendentemente dalla risposta che riceverò all’interpellanza — all’Assessore onorevole Piacenti di avere tenuto un contegno coerente in una situazione di incoerenza vorrei dire generale. Infatti, appunto in ordine alla vi­cenda del Parco dei Nebrodi, abbiamo visto persone egregie, insigni personalità anche del mondo accademico e della cultura che, stabili­te alcune cose in uh dato momento, si sono poi dissociate, dando certo uno spettacolo non edi- hcante. Dico ciò non perché non si possa cam- lare idea (non penso che cambiare idea signi- •chi essere incoerenti od imbecilli, come di-

un francese) ma perché mi sembra a dir poco strano cambiarla su questo argomento.

Lo svolgimento della presente interpellanza, Oare a consentirmi di dare atto all’Assessore 1 essersi mosso in maniera aperta e seria, mi

permette altresi di ribadire le mie convinzioni e ciò pur sapendo dell’impopolarità che com­

portano — dirette alla difesa del Parco dei Ne- todi, nonché la mia preoccupazione per via elle soluzioni riduttive che si prospettano e di re circostanze su cui occorre fare attenzio-

Invero, secondo i luoghi, si registrano o

accenti di difesa oltranzista dei Parco, ovvero iniziative per modificarne l’estensione. Voglio solo ricordare a me stesso ed all’Assessore che, quando ancora il Parco non esisteva, una deci­na d’anni fa, auspicandone l’istituzione, presen­tai un disegno di legge organico, che fu molto lodato (e di ciò do atto ai colleghi ed al Go­verno di allora), relativo alla zootecnia. Pur­troppo lo presentai alla fine della legislatura, per cui si fini con lo stralciarne soltanto una parte, e cioè, con il distribuire una manciata di finanziamenti per l’acquisto di foraggio a tut­te le aziende zootecniche che all’epoca erano state colpite da siccità. Il disegno di legge, in­vece, da me predisposto con ottimi collabora­tori a seguito di un’indagine ampia, teneva con­to del fatto che la media siciliana di produzio­ni erbaggere era di 6 quintali per ettaro contro una produzione massima in Europa, ed in Fran­cia in particolare, di 600 quintali. Questo dato allora mi colpi in maniera particolare e pertanto proposi di approvare una legge organica, an­che in previsione dell’istituzione del Parco dei Nebrodi che prima o poi — dicevo allora — qualche Assessore coraggioso avrebbe portato avanti.

Infatti, stabilire, già a quel tempo, la stabu­lazione ed anche il tipo di transumanza, avrebbe poi evitato l’impatto — quando fosse giunto il momento — con discorsi occupazionali suscet­tibili di generare una turbativa socio-economica. Onorevole Assessore, dico tutto ciò con gran­de tristezza, perché mi sembra molto prevedi­bile che, se si fosse approvata una simile leg­ge, non ci sarebbero stati i problemi attuali. II fare le cose ordinate, in Italia e non solo in Si­cilia, non è facile; cosi avviene che un Asses­sore, il quale assume una posizione in nome di principi e di profonde scelte culturali oltre che politiche, debba registrare gli «aggiramenti» attuali.

Da que.sta tribuna voglio concludere dicendo che nell’ultimo dibattito organizzato a Marina di Patti dalla Lega per l’ambiente, dai Verdi ed altre associazioni, ho detto che non avevo mai incontrato il commissario del Parco a cui ho voluto, dinanzi a tutti, quando ho avuto mo­do di conoscerlo personalmente, dare atto del­la mia simpatia e stima, per la fermezza e la coerenza con cui esplica il suo mandato. Infat­ti, l’ho visto aggredito da tutte le parti come se questo funzionario avesse il gusto di toglie­re il pane ed il lavoro e di destinare la gente alla disoccupazione, all’emigrazione. Ribadisco,

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pertanto, che l’occasione data dallo svolgimento dell’interpellanza mi consente di dare atto al­l’Assessore della sua coerenza nel gestire l’As­sessorato e nel seguire una linea seria; un ri­conoscimento che estendo anche al funzionario che egli ha preposto come commissario regio­nale del Parco. Mi auguro quindi che l’Asses­sore voglia continuare a difendere il Parco dei Nebrodi evitando che i correttivi, suggeriti ne­gli ultimi tempi e che possono nascondere un disegno travolgente, siano accolti. Il Parco, che è per tutti una conquista di civiltà e che è stato istituito con molti anni di ritardo, continui quin­di ad essere tutelato e salvaguardato.

PRESIDENTE. L’onorevole Assessore ha fa­coltà di rispondere.

PLACENTI, Assessore per il territorio e l ’ambiente. Signor Presidente, dico subito che sono debitore di una risposta che, nello speci­fico, cercherò di dare, in maniera quanto piu possibile puntuale, al tema sollevato con parti­colare specificità e sensibilità dall’onorevole Na­toli nella sua interpellanza, sin dal 1986. In­fatti la zona di «Sambuchello» è indubbiamen­te un pezzo di territorio siciliano tra i piu pre­ziosi, veramente degno, per il suo inestimabile valore, di una «usufruizione planetaria», e che pertanto abbiamo 0 dovere di salvaguardare per il bene del mondo e dell’umanità intera. Devo ringraziare l’onorevole Natoli non soltanto per questa sensibilità, ma per il fatto che, sollevan­do l’argomento, ci dà l’occasione per un’ulte­riore precisazione sul significato, sulla impor­tanza politica, sociale, ma anche culturale, del Parco dei Nebrodi, a riprova di quanto sbaglia­no coloro i quali ancora si attardano a sostene­re che il Parco sia un’operazione in negativo, in quanto identificano l’istituzione del Parco sol­tanto con la collocazione sul territorio di divieti e di vincoli capaci di produrre unicamente, a loro avviso, effetti restrittivi.

La riprova di quanto sbagliano costoro è da­ta dal tema sollevato dall’onorevole Natoli, da cui si evince chiaramente come attraverso il Parco sia possibile tutelare e salvaguardare l’ambiente, il territorio ed il paesaggio che me­ritano di esserlo, senza mummificare o imbal­samare alcunché, ma fondando, appunto, sulla salvaguardia e valorizzazione, una nuova ipo­tesi di sviluppo; e non solo per una migliore qualità della vita ma per una nuova crescita so­ciale ed economica.

Questo è un punto che va sottolineato: il Par­co risponde a queste esigenze. Ecco perché ab­biamo salutato e salutiamo come fatto impor­tante la presentazione della proposta relativa ad esso, che non ho avuto esitazione a firmare e ad inviare ai comuni interessati, dando atto al commissario regionale di avere finalmente cor­risposto non soltanto ad un adempimento nor­mativo (cui peraltro rischiavamo di arrivare in ritardo considerato che la legge regionale isti­tutiva del Parco è la numero 98 del 1981) ma soprattutto ad una grande occasione di riconsi­derazione delle nuove vere ipotesi che riguar­dano l’avvenire e la prospettiva di sviluppo del territorio dei Nebrodi.

In questo senso vorrei dire all’onorevole Na­toli che può esserci di grande ausilio la ripro­posizione di alcuni contenuti del disegno di leg­ge da lui presentato circa dieci anni fa e che, secondo me, mantiene integra tutta la sua vali­dità. La proposta relativa alla delimitazione e zonizzazione del Parco intendiamo definirla — senza smentire un metodo al quale ci siamo at­tenuti in questi anni anche per altri parchi e ri­serve — con il concorso degli enti locali: non passando quindi sulla testa degli amministrato­ri e dei rappresentanti delle popolazioni locali. La proposta rappresenta così l’avvio di una di­scussione che deve potersi giovare di tutte le interlocuzioni possibili; anzi esprimiamo chia­ramente la nostra richiesta di osservazioni, obie­zioni e controproposte per avere la possibilità di confrontarle e compararle.

Il Parco nasca quindi attraverso questa fitta serie di contatti e di scambi di opinioni per far SI che esso rappresenti il Parco dei cittadini dei Nebrodi. Ritengo che l’ecologia, per assumere un livello sempre piu positivo, debba necessa­riamente ampliare i proprio contenuti con le de­cisioni e le discussioni delle pubbliche istitu­zioni, e ciò deve avvenire partendo dai consi­gli comunali; le tematiche da dibattere non pos­sono essere riservate ad un’avanguardia gene­rosa e romantica .di ambientalisti piu o meno votati a questa causa. L’ecologia deve diventa­re un impegno delle istituzioni.

Il Parco dei Nebrodi può esserne l’occasio­ne e noi dobbiamo dire chiaramente a tutti che vogliamo aprire questa discussione senza stroz­zature, anzi nella maniera piu ampia possibile.

Intanto la proposta di parco, anche attraver­so l’attivazione dell’articolo 24 della legge re­gionale numero 14 del 1988, ci consente di et

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minare il rischio che vengano fortemente ma­nomesse le zone che debbono essere soggette a tutela. Questa è la prima importante valenza che assume la presentazione della proposta al­la quale abbiamo fatto riferimento. Ecco per­ché, probabilmente, se questa proposta fosse già pervenuta nel 1986, quando avvennero i fatti cui si è riferito l’onorevole Natoli, non ci sa­rebbe stato neppure bisogno del presente atto ispettivo. Infatti non si sarebbe verificato nep­pure il rischio di manomissione della zona che oggi non c’é! E questo perché la proposta è sta­ta presentata. Nel frattempo, sulla base di quan­to lamentato dall’onorevole Natoli, abbiamo ri­tenuto doveroso attivarci. È appunto di questa attivazione che adesso, nella seconda parte della mia risposta, brevemente intendo rendere con­to all’onorevole interrogante, precisando che l’Assessorato richiedeva all’Ispettorato riparti- mentale delle foreste di Messina, e alla Dire­zione regionale delle foreste, con nota del 21 dicembre 1985, numero 38662, notizie sull’at- tività di istituto svolta dalle citate amministra­zioni, nella località di Cesarò «Sambuchello», in merito alle predette questioni.

Nel settembre del 1986 l’associazione «Dife­sa uomo-natura» trasmetteva a questa Ammini­strazione copia dell’esposto già inoltrato al pre­tore di Bronte, serrare in ordine ad opere di tra­sformazione urbanistico-edilizia. L ’Assessorato, con fonogramma numero 33598 del 14 ottobre 986, indirizzato all’Ispettorato ripartimentale

delle foreste di Messina ed al sindaco di Cesa­to, richiedeva urgenti notizie circa cave abusi­ve segnalate in Icxialità «Sambuchello», e con fo­nogramma numero 34944 del 22 ottobre 1986, indirizzato all’Ispettorato ripartimentale delle fo­reste di Messina — distaccamento forestale di Lesarò al sindaco di Cesarò, al Distretto mi­nerario di Catania, all’Assessorato regionale dei- agricoltura e foreste, all’Azienda foreste dema­

niali, alla Sovrintendenza dei beni ambientali e u tarali di Catania, al pretore di Bronte ed al- a Direzione regionale urbanistica, veniva richie-

copia di eventuali provvedimenti concessi­li ovvero notizie di attività repressive circa ope­

re non legittimamente iniziate.Inoltre, con fonogramma numero 25258 del giugno 1987, indirizzato agli Enti di cui pri-

a, veniva espresso vivo disappunto per nonere avuto alcun riscontro alle richieste for­

mulate.198?” fonogramma del 5 novembre

si invitavano l’Ispettorato ripartimentale

delle foreste di Enna, il Sovrintendente ai beni ambrentali di Catania, il Sindaco di Cesarò e 1 Azienda silvo-pastorale di Eroina ad esperire un sopralluogo congiunto con la commissione del Consiglio regionale per la protezione del pa­trimonio naturale, organo consultivo dell’Asses­sorato regionale del territorio.

A seguito di tale sopralluogo la Sovrintenden­za dei beni culturali ed ambientali di Messina, con fonogramma del 10 novembre 1987, indi­rizzato agli enti di cui sopra nonché alla Pre­tura di Messina, alla Pretura di Bronte, al Ge­nio civile di Messina, all’Assessorato regiona­le dell’agricoltura e foreste, disponeva l ’imme­diata sospensione dei lavori eseguiti ad oltre 1.200 metri di altezza in contrada «Sambuchel­lo», comune di Cesarò. Risulta inoltre che il suddetto comune ha sospeso i lavori e che suc­cessivamente ha emanato ordinanze di demoli­zione delle opere. Il pretore di Bronte ha pro­ceduto al sequestro cautelativo dei manufatti.

A tutt’oggi risulta essere pendente davanti ai Tribunale amministrativo regionale un ricorso da parte della impresa appaltatrice dei lavori, ma questo a noi interessa relativamente, dal mo- mento che siamo riusciti a fermare i lavori che, giustamente, 1 onorevole Natoli lamentava es­sere lesivi di questa parte di considerevole va­lore del territorio siciliano.

PRESIDENTE. L ’onorevole Natoli ha facoltà di parlare per dichiararsi soddisfatto o meno della risposta.

NATOLI. Signor Presidente, onorevole As­sessore, mi dichiaro soddisfatto della risposta fornitami e anche dell’esposizione specifica su alcuni aspetti dell’interpellanza. Ho notato, dalle date riportate, con quale prontezza si è mosso l’Assessorato, ed occorre dire che certe resi­stenze si sono registrate, come si evince dai sol­leciti che, per certi casi, l ’Assessorato ha do­vuto inviare l’Assessorato. Vorrei adesso evi­denziare, così come sottolineato con garbo dal- 1 Assessore, che quel mio sfortunato disegno di legge presentato rnolti anni fa prevedeva anche l’individuazione di alcune migliaia di ettari al- Tintemo dell’area oggi facente parte del Par­co, una zone (ovviamente priva di abitazioni, e non utilizzata dai pastori) per ospitarvi tutti gli animali feroci che sono disseminati un po’ ovunque, e non solo nei circhi. Sono, infatti, assolutamente contrario a tenere queste bestie in cattività. A tale proposito ricordo ancora lo

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Resoconti Parlamentari 7492 - Assemblea Regionale Siciliana

X Legislatura 199“ SEDUTA 7 Marzo 1989

Sguardo sofferente di un piccolo scimpanzè, te­nuto, un tempo, in una angusta gabbia della vil­la Mazzini, e perciò limitato nei suoi movimen­ti. E non voglio citare episodi, anche tragici, che hanno visto protagonisti tigri o leoni. La Regione siciliana, se ha potestà legislative — dicevo in quella circostanza — dovrebbe proi­bire, in Sicilia, che questi animali vengano te­nuti in cattività e, peggio ancora, nelle case (è tremendo che in città alcuni sconsiderati ten­gano come fossero gattini delle bestie feroci), destinandoli invece in una tale zona, sia per consentire una certa libertà di movimento per gli animali stessi sia, se mi è consentito, ono­revoli colleghi, per la difesa stessa del parco.

PRESIDENTE. Si passa allo svolgimento del- rinterpellanza numero 110 a firma dell’onore­vole Piro; «Iniziative per ricondurre ad un cor­retto funzionamento Famministrazione comunale di Ribera».

Invito il deputato segretario a darne lettura.

FERRANTE, segretario:

«All’Assessore per il territorio e l’ambiente e all’Assessore per gli enti locali, premesso che:

— da parte del Movimento Verde di Ribe­ra sono stati denunciati, con numerosi atti e ma­nifestazioni pubbliche e alla autorità giudizia­ria il Sindaco e la Giunta comunale di Ribera per interessi privati in atti di ufficio in relazio­ne alla realizzazione di opere abusive (con fi­nanziamenti regionali ex legge regionale 1 lu­glio 1968, numero 17) in località Corvo nel co­mune di Ribera.

Considerato che:— secondo i denuncianti, le località costie­

re Corvo e Seccagrande sono interessate da anni da estesi fenomeni di speculazioni edilizie abu­sive, ben tollerati dalle autorità comunali;

— sempre secondo i denuncianti, l’ammi­nistrazione comunale ha proceduto a realizza­re opere in aperta violazione delle normative urbanistiche e delle norme di tutela ambientale e paesaggistica che vincolano le fasce costie­re. Tali opere ammonterebbero a circa tre mi­liardi nell’ultimo triennio e di esse avrebbero beneficiato direttamente alcuni membri della Giunta comunale ed altri esponenti politici.

Ritenuto che;

— le denunce sopra richiamate, per la se­rietà delle firme e per l’ampiezza della docu­mentazione a corredo, meritano di essere pre­se in attenta considerazione.

Per sapere:

— se siano a conoscenza dei fatti denunciati e quale giudizio ne danno;

— se non ritengano di dover avviare, co­munque, nell’ambito delle rispettive competen­ze, delle indagini ispettive;

— se i fatti venissero confermati, quali in­terventi intendono adottare per ricondurre ad un corretto funzionamento l’amministrazione comu­nale di Ribera» (110).

Piro .

PRESIDENTE. Ricordo che nella seduta nu­mero 108 l’onorevole Piro si è dichiarato sod­disfatto per la parte di competenza degli “ enti locali’’ ed ha chiesto che l’interpellanza rima­nesse in vita per la rubrica “ territorio” .

Ha facoltà di parlare l’onorevole Piro per il­lustrare l’interpellanza.

PIRO. Signor Presidente, dichiaro di rimet­termi al testo della stessa.

PRESIDENTE. L’onorevole Assessore ha fa­coltà di rispondere.

PLACENTE Assessore per il territorio e l ’ambiente. Signor Presidente, relativamente ai fatti oggetto dell’interpellanza, atteso che risul­tano avviate sia una indagine della magistratu­ra, che altre promosse dall’Assessorato degli enti locali e dall’Assessorato del lavoro, l’As­sessorato del territorio ha ritenuto, nell’ambito delle proprie competenze, di esperire, limita­tamente all’aspetto meramente urbano, un ap­posito intervento ispettivo presso il comune di Ribera. Dal sopralluogo è emerso quanto mi ap­presto a riportare.

In contrada «Cameni grande» e precisamente in località «Corvo», è stata realizzata una stra­da, impropriamente detta comunale, in virtù di una richiesta di donazione, avanzata dalla dit^ Zambuto Calogero, in data 19 settembre al comune di Ribera, delle particelle numeri 195 b, 592 b, 593 b, 529, 534, 546 b del fogho di mappa 79; particelle iriteressate a tale opera ma non ancora acquisite al demanio comunale

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Resoconti Parlamentari— 7493 -

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con apposito atto deliberativo da parte del Con­siglio comunale.

La strada in argomento, che dal lungomare Corvo conduce alLaltopiano, ex strada provin­ciale «Seccagrande», risulta realizzata in due fasi mediante cantiere di lavoro, ai sensi della leg­ge regionale 1 luglio 1968, numero 17 e suc­cessive modificazioni ed integrazioni.

11 primo tratto si sviluppa per circa 150 me­tri dal lungomare Corvo fino al punto in cui subisce una doppia diramazione di accesso a dei fabbricati esistenti.

La redazione del relativo progetto è stata af­fidata, con delibera di giunta municipale numero 405 del 13 agosto 1984, mentre con altra deli­bera della stessa Giunta, la numero 114 del 12 febbraio 1985, è stato approvato il progetto can­tiere di lavoro per la sistemazione e pavimen­tazione del primo tratto della strada che dal lun­gomare Corvo conduce sulLaltopiano della lo calìtà turistica Seccagrande.

Con successiva delibera della Giunta muni­cipale di Ribera del 28 febbraio 1986, veniva altresì utilizzata la somma di lire 6.054.062 per la realizzazione di una scala di accesso in ce­mento. Per tale opera, sempre relativa al pri­mo tratto, la Soprintendenza per i beni ambien tali e architettonici ha espresso il proprio pa rere numero 12/161 del 3 dicembre 1986. Non risulta, tuttavia, rispettata la prescrizione di cui al suddetto parere relativa al rivestimento in pie­trame dei muri di sostegno. Nella zona circo­stante risulta un complesso residenziale, abu­sivamente eseguito, costituito da numero 9 fab­bricati di apparente recente costruzione. Detti fabbricati, inseriti peraltro in un più ampio con­testo edilizio di tipo residenziale che investe la costa di che trattasi, ricadono nella fascia di ri­petto di metri 150 dalla battigia e quindi in vio­lazione dell’articolo 15, lettera a), della legge regionale 12 giugno 1976, numero 78. Nel se­condo tratto, che riguarda il prolungamento del primo sino all’imbocco dell’ex strada provin­ciale Seccagrande, si sviluppa per una lunghez-

di metri 350 circa.^®libera di giunta municipale numero

13 giugno 1986, integrata dalla deli­b a di giunta municipale numero 541 del 6 ot- obre 1986, è stata affidata a trattativa privata 2 fornitura di materiali e noli di mezzi mecca­

nici occorrenti per l’esecuzione dei lavori di si- cinazione e pavimentazione del secondo trat-

o della strada che daH’altopiano Corvo conduce ex strada provinciale. Il progetto relativo è

stato approvato con delibera di giunta munici­pale numero 474 del 29 luglio 1985. Parte di tale strada ricade nella fascia dei 300 metri, in violazione della legge numero 431 dell’S ago­sto 1985 in quanto non risulta acquisito il pa­rere della competente Soprintendenza.

Oltre alla strada sopra descritta, primo e se­condo tratto, come opere di urbanizzazione pri­maria sono state eseguite: la rete idrica median­te il progetto «rete idrica Seccagrande» già ap­paltato dall’Assessorato dei lavori pubblici ai sensi delle leggi regionali numero 1 del 1979 e numero 10 del 1976, e rimpianto di illumi­nazione mediante il progetto di variante di pub­blica illuminazione del lungomare «Gagarin» in località Seccagrande di cui alle deliberazioni nu­mero 599 del 14 ottobre 1985 e numero 406 dell’l settembre 1986 finanziato dalla Cassa de­positi e prestiti.

La strada realizzata risulta in contrasto con le previsioni dello stmmento urbanistico vigente (il piano comprensoriale numero 6).

Per quanto riguarda, infine, le altre delibe­razioni citate nell’esposto-denuncia del Movi­mento verde, si è rilevato che esse si riferiscono ad opere realizzate sempre con cantiere di la­voro di cui alla legge regionale numero 17 del 1968, nella località turistica Seccagrande e nel centro abitato del Comune, ed in particolare: delibera di giunta municipale numero 175 dei 3 aprile 1986, e cioè approvazione e progetto del piano di lavoro per la sistemazione e pavi­mentazione di una strada comunale non deno­minata nella località turistica di Seccagrande, frazione di Ribera; non realizzata, in quanto non ancora finanziata, non è stata acquisita al demanio stradale del Comune, giusta condizione posta dalla Commissione provinciale di control­lo nella seduta del 7 novembre 1986.

Segue l’elenco delle altre inerenti delibere di giunta: delibera di giunta municipale numero294 del 13 giugno 1986, e cioè cantiere di la­voro numero 2069/G194: affidamento a tratta­tiva privata, fornitura materiali e noli mezzi meccanici, ratifica con delibera consiliare nu­mero 159 del 23 luglio 1986, riguardante la si­stemazione e pavimentazione del secondo trat­to della via Zeta, nella località turistica Secca­grande, non prevista dallo strumento urbanistico vigente; delibera di giunta municipale numero295 del 13 giugno 1986, e cioè cantiere di la­voro numero 2070/G195: affidamento a tratta­tiva privata, fornitura materiali e noli mezzi meccanici, ratificata con delibera consiliare

Resocnnii, f. 1008 (500)

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Resoconti Parlamentari 7494 Assemblea Regionale Siciliana

X Legislatura 199“ SEDUTA 7 Marzo 1989

numero 160 del 23 luglio 1986, riferentesi al­la sistemazione e pavimentazione del primo trat­to della via Zeta nella località turistica Secca­grande; delibera di giunta municipale numero 296 del 13 giugno 1986, cantiere di lavoro nu­mero 2074/G199: affidamento a trattativa pri­vata, fornitura di materiali e noli di mezzi mec­canici, ratificata con delibera consiliare nume­ro 161 del 23 luglio 1986, inerente alia siste­mazione e pavimentazione della via Nuova nella località turistica Seccagrande, non prevista dallo strumento urbanistico vigente; delibera di giunta municipale numero 297 del 13 giugno 1986, cantiere di lavoro numero 2052/G191: affida­mento a trattativa privata, fornitura di materiali e noli di mezzi meccanici, ratificata con deli­bera consiliare numero 162 del 23 luglio 1986, riguardante la sistemazione e pavimentazione della via Alfa nella località turistica Seccagran­de, rientrante in un piano di lottizzazione ap­provato dalla Commissione edilizia comunale in data 24 ottobre 1963, zona C2; delibera di giun­ta municipale numeri 298, 299, 300 del 13 giu­gno 1986, ratificata rispettivamente con delibere consiliari, riferentesi alla sistemazione, trami­te cantiere di lavoro, della fognatura e del man­to bitumoso della via Chiarenza dell’abitato di Ribera; delibera di giunta municipale numero 301 e 302 del 13 giugno 1986, riguardante la sistemazione e pavimentazione della via Delta nella località turistica Seccagrande, non previ­sta dallo strumento urbanistico vigente; delibera di giunta municipale numero 303 del 1986, ine­rente alla sistemazione e pavimentazione del se­condo tratto della strada comunale Piccirilla; de­libera di giunta municipale numero 304 del 13 giugno 1986, riguardante la sistemazione e pa­vimentazione della via Beta, nella località turi­stica Seccagrande, non prevista dallo stmmen- to urbanistico vigente; delibera di giunta mu­nicipale numero 305 del 13 giugno 1986, rife­rentesi alla sistemazione e pavimentazione del primo tratto della strada comunale Piccirilla; de­libera di giunta municipale numero 352 del 9 luglio 1986, inerente all’incarico progetto can­tiere di lavoro per recinzione globale della vil­la comunale, non realizzata poiché non appro­vato il progetto.

La delibera di giunta municipale numero 353 del 9 luglio 1986, incarico redazione cantiere di lavoro, ai sensi della legge regionale 1 lu­glio 1968, numero 17, e successive modifiche ed integrazioni, al geometra Francesco Licata per la sistemazione e pavimentazione di due

vie comunali da denominare, che dal lungomare Corvo conducono all’altopiano, non ha avuto seguito né sul piano finanziario né su quello at- tuativo. In relazione a quanto sopra si può di­mostrare che le denunce dei Verdi appaiono in qualche tratto fondate, anche se vorrei dire esa­sperate e disorganicamente coinvolgenti di al­cuni atti deliberativi che nulla hanno a che fa­re con l’oggetto dell’interpellanza. Ho voluto dettagliatamente esporre questa burocratica elen­cazione delle delibere municipali, proprio per arrivare a questo assunto.

Da quanto sopra premesso si rileva che gli interventi da adottare per ricondurre ad un cor­retto funzionamento l’Amministrazione comu­nale di Ribera sono di competenza dell’Asses­sorato del lavoro per quel che concerne i can­tieri, dell’Assessorato degli enti locali per la funzionalità complessiva deH’amministrazione comunale e delia magistratura, la quale, come detto poc’anzi, ha in corso indagini in merito ai fatti denunziati.

Con riguardo, invece, agli aspetti strettamente urbanistici, fermo restando che la vigilanza sul­l’attività urbanistico-edilizia è demandata esclu­sivamente al Sindaco quale gestore dei poteri urbanistico-edUizi per il proprio territorio co­munale, ai sensi delle vigenti disposizioni di legge, questo Assessorato ha diffidato l’Ammi­nistrazione comunale ad adottare i provvedi­menti repressivi di competenza previsti dalle norme che regolano la materia, in ordine agli abusi edilizi riscontrati.

Per quanto riguarda infine il movimento fra­noso nella stessa località «Corvo», si è rilevato che esso si è verificato, nella zona in cui pe­raltro insistono quei fabbricati abusivi già og­getto della presente relazione, molto probabil­mente sia per la natura intrinseca del terreno (sabbioso-argilloso) sia perché in gran parte trattasi di terreno di riporto. Tale fenomeno, che ha già intaccato in alcuni punti la nuova strada realizzata, minaccia alcune costruzioni sottostanti; motivo per cui occorrerebbe un ap­profondito studio géologico-geotecnico ad opera degli organi competenti (Assessorato lavori pub­blici e Genio civile) al fine di accertare le cau­se che hanno innescato lo stesso movimento fra­noso e di trovare un modo concreto di porvi rimedio.

PRESIDENTE. L’onorevole Piro ha facoltà di parlare per dichiararsi soddisfatto o meno della risposta.

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Resoconti Parlamentari 7495 Assemblea Regionale Siciliana

X Legtslatora 199“ SEDUTA 7 Marzo 1989

PIRO. Signor Presidente, credo che, con Pul- tima parte della risposta, l ’onorevole Assesso­re abbia inteso rispondere anche all’interroga zione numero 254: «Notizie e accertamento del le responsabilità in ordine ai movimenti frano­si verificatisi in località Corvo nel territorio di Ribera», sempre a mia firma ed all’ordine del giorno. Ancorché non sia soddisfatto della ri­sposta datami, credo che l ’Assessore abbia te­nuto conto di tale atto ispettivo. Va detto che nella risposta fornita c’è un punto — l’ho det­to altre volte — per cui sembra che in questa Amministrazione regionale la mano destra spes­so non sappia quello che fa la sinistra. La co­sa peggiore però non è questo, è quando due rami dell’Amministrazione arrivano a conclu sioni opposte o almeno differenti.

Voglio leggerle a tale proposito, della rispo sta datami dall’onorevole Canino, Assessore per gli enti locali, in ordine alla stessa interpellan­za a questi rivolta per competenza, le conclu­sioni: «Le denunce del Movimento verde di Ri­bera appaiono sostanzialmente fondate». Si tratta di un giudizio alquanto diverso da quello che lei ha formulato, ritengo sulla base delle indi­cazioni che le ha fornito l’ispettore da lei in­caricato.

PLACENTI, Assessore per il territorio e l’ambiente. Concordo con quanto affermato dal collega Canino.

PIRO. A parte questo volevo però sottolineare un punto laddove si fa giustamente riferimento alle competenze di ciascuno dei due Assessora­ti (enti locali e territorio ed ambiente) per quanto riguarda il finanziarhento dei cantieri di lavoro. Dalla sua stessa risposta, infatti, si deduce che, con fondi regionali, sono state realizzate opere abusive per parecchie centinaia di milioni, e for­se per qualche miliardo. Questo dato pone, quin­ci. un problema davvero di grossa portata.

Si fa poi riferimento alle competenze degli enti locali, i quali a loro volta fanno riferimento ulle competenze dell’Assessorato del territorio ® deH’ambiente. Tutti comunque fanno riferi­mento alle competenze della Magistratura. Non vorrei che tutto questo giro finisse con...

^PLa CENTI, Assessore per il territorio e ‘ atnbiente. La mia risposta...

PIRO. No, no. Sottolineo il pericolo, ono­revole Assessore, che attraverso questo rinvio di

responsabilità alle competenze di ognuno, pu­re giusto da un punto di vista formale, si fini­sca sostanzialmente con il lasciare le cose co­me stanno. Le dico che ho visitato da poco la località suddetta e le posso assicurare che da quando è stata presentata l’interpellanza (il 30 dicembre del 1986) ad oggi non è cambiato granché, anzi la situazione è addirittura peggio­rata; si è continuato ad urbanizzare la zona no­nostante il tutto sia nettamente abusivo. Addi­rittura nella risposta c’è un passaggio in cui si legge che per quanto riguarda le costmzioni rea­lizzate nella fascia di 150 metri dal mare è stata chiesta la sanatoria.

Come si possa chiedere una sanatoria per una zona radicalmente inedificabile, non lo so! Per cui ritengo necessario perlomeno un raccordo fra i vari rami dell’Amministrazione, affinché questo scempio orribile che è stato compiuto (si tratta di circa due chilometri di costa orribil­mente deturpati da centinaia e centinaia di co­struzioni abusive) in qualche modo abbia ter­mine ed i responsabili di tutta questa situazio­ne paghino non soltanto dal punto di vista pe­nale — e mi augpro che la magistratura faccia il suo dovere fino in fondo — ma anche dal punto di vista amministrativo. Poiché tutto que­sto non si è verificato a distanza di qualche an­no, nonostante i fatti siano stati accertati per quello che sono, credo sarebbe necessario un ùitervento coordinato da parte dell’Amministra­zione regionale — soprattutto da parte dell’As­sessorato degli enti locali — che eviti questo disdicevole modo di condurre avanti le cose at­traverso un rimpallo di responsabilità.

Tutto ciò non mi consente di dichiararmi sod­disfatto della risposta.

PRESIDENTE. Non sorgendo osservazioni, si dà atto dello svolgimento unificato dell’in­terpellanza numero 110 e dell’interrogazione numero 254, entrambe deU'onorevole Piro.

Si procede allo svolgimento dell’interrogazio­ne numero 196: «Misure nei confronti dei co­muni che non hanno provveduto ad adeguare le discariche dei rifiuti esistenti alle prescrizioni del decreto del Presidente della Repubblica nu­mero 915 del 1982 e della legge regionale nu­mero 67 del 1984», dell’onorevole Piro.

Invito il deputato segretario a darne lettura.

FERRANTE, segretario:«All’Assessore per il territorio e l’ambiente,

premesso che in data 31 dicembre 1986 è sca-

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Resoconti Parìamentarì 7496 Assemblea Regionale Siciliana

X LeaS LA TU R A 199“ SEDUTA 7 Marzo 1989

duto il termine entro il quale i comuni dell’I­sola dovevano provvedere ad adeguare le di­scariche dei rifiuti esistenti alle prescrizioni del decreto del Presidente della Repubblica nume­ro 915 del 1982 e della legge regionale nume­ro 67 del 1984.

Considerato che:

— risulta che numerose amministrazioni co­munali, fra le quali si possono citare a titolo di esempio quelle di Palermo e di Termini Ime- rese, non hanno tuttavia provveduto all’adegua­mento delle discariche esistenti;

— per tali discariche aumenta ogni giorno che passa il grado di inquinamento e di peri­colosità.

Per conoscere:— quali iniziative l’Assessorato abbia pre­

disposto dopo l’emanazione della circolare nu­mero 33288 del 16 settembre 1986;

— quali interventi intende realizzare nei con­fronti dei comuni inadempienti» (196).

PiRO.

PRESIDENTE. L ’onorevole Assessore ha fa­coltà di rispondere.

PLACENTI, Assessore per il territorio e l'ambiente. Signor Presidente, onorevoli colle­ghi, prima di fornire notizie in merito ai casi particolari citati nell’interrogazione dell’onore­vole Piro, vorrei brevemente elencare qui di se­guito i provvedimenti che sono stati posti in es­sere per pervenire alla data dei 31 dicembre 1986 con gli impianti di smaltimento adeguati alla normativa del decreto del Presidente della Repubblica numero 915 del 1982.

Le prime direttive impartite ai comuni risal­gono al 31 agosto 1985, con la nota di coordi­namento che porta il numero 26713; con detta nota (suppongo che l’onorevole Piro abbia avuto modo di leggerla con la sua consueta attenzio­ne) venivano, fra l’altro, suggeriti gli interventi indispensabili perché le discariche esistenti po­tessero essere ancora utilizzate.

Successivamente, con il decreto assessoriale numero 446 del 30 luglio 1986, pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana nume­ro 44 del 30 agosto 1986, l’Assessorato, in at­tuazione dell’articolo 33 del decreto del Presi­dente della Repubblica numero 915 del 1982,

emanava, sentito il Comitato regionale per la tutela dell’ambiente, le norme tecniche relati­ve all’adeguamento degli impianti ed attrezza­ture di smaltimento dei rifiuti sia comunali che privati. La circolare numero 33288 del 16 set­tembre 1986 affronta in modo organico T inte­ra materia in attesa di pervenire aH’approvazio- ne del piano regionale di smaltimento dei rifiuti.

Infine, con telegramma numero 40072 dell’ 11 novembre 1986 i comuni sono stati sollecitati al rispetto del termine fissato dall’articolo 33 del decreto del Presidente della Repubblica ci­tato. Però accanto all’attività avente carattere di generalità, l’Assessorato ha svolto e conti­nua a svolgere una minuziosa azione d ’impul­so e di indirizzo puntuale per stimolare e re­sponsabilizzare le amministrazioni locali ad ài- tervenire per il risanamento delle vecchie di­scariche, nonché per la realizzazione delle nuo­ve secondo i criteri e le direttive impartite.

A seguito poi del decreto legge numero 924 del 31 dicembre 1986, che ha prorogato il ter­mine del 31 dicembre 1986 al 30 giugno 1987, le amministrazioni comunali sono state solleci­tate a richiedere il mutuo alla Cassa depositi e prestiti entro il 31 gennaio 1987. Mi riferi­sco al telegramma inviato dall’Assessorato ai comuni dell’Isola il 9 gennaio 1987.

Decaduto il decreto legge numero 924 del 1986 il Governo nazionale ne ha emanato un altro, il numero 54, pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Repubblica del 2 marzo 1987. Decaduto anche questo ne è stato emanato un terzo, il numero 168 del 2 maggio 1987, che modifica sostanzialmente i precedenti.

Relativamente aU’adeguamento è stato fissa­to il termine del 31 dicembre 1987 per quei Co­muni che ottengono il mutuo della Cassa de­positi e prestiti.

Per la puntuale applicazione del decreto so­no state diramate apposite istruzioni a tutti i comuni.

L’Assessorato, ancora, sulla scorta dei pro­getti presentati dalle amministrazioni comuna­li, ha già inviato alla Cassa depositi e prestiti il relativo programma di finanziamento.

Per quanto riguarda gli interventi da realiz­zare nei confronti delle amministrazioni inadem­pienti si precisa che le norme vigenti non con­sentono adeguati interventi sostitutivi. Pertan­to l’Assessorato, nel disegno di legge che det­ta le procedure per l’approvazione del Piano re­gionale di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, già esitato dalla Giunta di governo e che è at-

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Resocorui Parlamentari

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199“ SEDUTA

Assemblea Regionale Siciliana

1 Marzo 1989

tualmente in discussione in Commissione, ha in serito o pensa di inserire una specifica norma atta a prevedere, appunto, tali interventi in ca so di inadempienza da parte dei Comuni.

Con riferimento, infine, alla situazione delle discariche citate nell’interrogazione, sia pure a titolo di esempio, cioè quelle di Termini Ime- rese e Bellolampo, devo precisare che, per quanto riguarda Termini Imerese, l’Assessora­to ha emanato precise direttive sia per il risa­namento della vecchia discarica sia per l’aper­tura della nuova, richiamando al contempo Famministrazione comunale ad un rigoroso ri­spetto della normativa vigente. Nello specifi­co, con numerose note assessoriali è stato ri­chiesto al citato comune di adottare gli strumen­ti necessari al fine di eliminare gli inconvenienti igienico-sanitari prodotti dalla discarica in con­trada S. Marino.

Con nota numero 9900 del 13 aprile 1988, il comune di Termini Imerese, rispondendo ad un esposto della Lega Ambiente e alle nume­rose note assessoriali, comunicava di avere provveduto a recintare la discarica, di avere uti­lizzato costantemente mezzi idonei alla rimo­zione e alla copertura dei rifiuti solidi urbani e di avere già conferito l’incarico per la reda­zione di un progetto per la bonifica della di­scarica, chiarendo inoltre che lo smottamento nella stessa verificatosi era stato provocato sol­tanto dalle eccezionali precipitazioni.

II comune ha altresì presentato le seguenti istanze: approvazione del sito da destinare alla costruzione di una nuova discarica in contrada «Quaranta Salme» in raccordo con le soluzioni a breve e medio termine individuate dal piano regionale di smaltimento rifiuti.

Quale Presidente del consorzio intercomunale, li sindaco di Termini Imerese ha richiesto l’ap- provazione del sito da destinare all’impianto «a tecnologia complessa», e cioè degli impianti che nel piano venivano chiamate «soluzioni a regi­me». Funzionari dell’Assessorato del territorio in data 6 luglio 1988 hanno effettuato un so­pralluogo sulla discarica in contrada San Ma- rino verificando gli interventi posti in essere riall’amministrazione locale; al contempo sono state altresì visitati, per stabilirne l’idoneità, i Siti previsti per l’installazione della nuova di­scarica e deirimpianto di smaltimento.

In particolare gli atti relativi al sito proposto nal consorzio termitano in contrada Garbinogara sono stati già trasmessi al Comitato regionale por la tutela dell’ambiente per il parere di com­

petenza; l’altro sito, in contrada «Quaranta sal­ine», è stato già esaminato dal Comitato, che si è espresso con parere favorevole per quel che riguarda la discarica sub-comprensoriale; e la proposta sarà esaminata, per il successivo pa­rere, qualora il sito dovesse essere assunto per la soluzione a regime.

In conclusione si può affermare: che la si­tuazione in un certo senso è migliorata, che la discarica è destinata in tempi brevi a essere chiusa e bonificata, che prendono concretamente forma soddisfacenti soluzioni al problema del­lo smaltimento dei rifiuti urbani di Termini Ime­rese. Recentemente abbiamo tenuto una riunione alla quale ha partecipato anche il Prefetto di Pa­lermo con i sindaci interessati (compresi i sin- daci del sub comprensorio di Cefalù e della stessa Cefalù), e in quella sede ho preteso ed ottenuto che fosse annotato anche dal Prefetto che i sindaci di quei comuni si impegnavano con scadenze precise a presentare i relativi pro­getti. Infatti avevo avuto modo di dire — e lo ribadisco in questa sede — che siamo nelle con­dizioni di dare immediata attuazione almeno alle soluzioni a medio periodo, in quanto disponia­mo dei finanziamenti regionali; si può dispor­re, inoltre, di altri finanziamenti in base alla vigente legislazione statale attraverso la Cassa depositi e prestiti ed il Ministero deH’ambien- te. Abbiamo la soluzione di piano secondo il no.stro piano regionale dei rifiuti solidi urbani e siamo nelle condizioni di poterlo realizzare sollecitamente, in quanto abbiamo sollecitato ai comuni interessati attivazioni che siano quanto più tempestive possibile.

Per quanto riguarda la discarica di Bellolam­po, il piano regionale ha previsto specifiche so­luzioni per l’adeguamento e la bonifica dell’a­rea in questione.

L’Assessorato, in attuazione delle citate di­rettive, ha disposto un finanziamento di 9 mi­liardi e 700 milioni al comune di Palenno per la realizzazione di un sistema di smaltimento tecnicamente avanzato, basato sul riciclaggio dei materiale, il recupero energetico e l’inceneri- mento controllato delle sostanze non riutiliz­zabili.

Tale significativo intervento, vincolato soltan­to alla presentazione da parte dei tecnici del Co­mune di un adeguato progetto esecutivo, costi­tuisce un momento importante per la progres­siva scomparsa della situazione di Bellolampo.

In conclusione, l’amministrazione comunale di Palermo, più volte stimolata, si è recente-

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Resoconti Parlamentari - 7498- Assembìea Regionale Siciliana

X Legislatura 199“ SEDUTA 7 Marzo 1989

mente impegnata ad appaltare in tempi brevi i lavori per la realizzazione della nuova discari­ca e la bonifica di quella esistente. Voglio in­fine esprimere una certa gratitudine all’onore­vole Piro, anche se l’interrogazione è stata pre­sentata in tempi ormai non proprio vicini, per­ché ci ha dato l’opportunità di riproporre que­sto argomento che, tra l’altro, torna di attuali­tà anche in queste giornate, con riferimento alle ultime notizie sulla nube che si è sprigionata in questi giorni dalla discarica di Bellolampo. Ho dato disposizione ai miei Uffici di valutare l’opportunità di interessare la Protezione civile perché la questione sta assumendo dimensioni tali da indurci per lo meno a verificare se ci sono le premesse per richiedere adesso tale in­tervento.

In ordine ai finanziamenti ho già riferito che disponiamo di quello disposto dall’Assessorato del territorio e dell’ambiente relativamente al­la bonifica di Bellolampo, in corso di realizza­zione; purtroppo non mi risulta essere stato an­cora attivato, per le vicende legate al risana­mento della finanza pubblica ed ai decreti che hanno accompagnato la legge finanziaria per il 1989, il finanziamento dello Stato. Anche in questo caso, ritengo che, se sussisteranno le possibilità di fare intervenire la Protezione ci­vile per quanto riguarda la discarica di Bello­lampo, ci attiveremo con sollecitudine.

PRESIDENTE. L’onorevole Piro ha facoltà di parlare per dichiararsi soddisfatto o meno della risposta.

PIRO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l’interrogazione numero 196 è abbastanza da­tata perché è stata presentata oltre due anni fa, tuttavia essa ha mantenuto purtroppo una sua attualità, anche se da allora ad oggi alcuni passi avanti sono stati compiuti. A proposito di ciò, onorevole Assessore, ritengo sia veramente in­dispensabile varare definitivamente il decreto approvativo del piano regionale di smaltimen­to dei rifiuti.

PLACENTI, Assessore per il territorio e l ’ambiente. Onorevole Piro, il decreto è in fa­se di pubblicazione.

PIRO. Benissimo, si comincia con ciò a porre una prima pietra abbastanza importante nella de­finizione del complesso problema dello smalti­mento dei rifiuti in Sicilia. Infatti, soltanto al­

l’interno delle coordinate che vengono fornite dal piano dei rifiuti, poi può trovare sistema­zione ogni singolo problema. Ciò non toglie, tuttavia, come già altre volte, onorevole Asses­sore, ho avuto modo di dirle, che sia indispen­sabile fronteggiare perlomeno le situazioni più gravi. Quella di Bellolampo è sicuramente fra le più gravi ma anche la più emblematica delle situazioni che abbiamo sul nostro territorio ri­spetto ai rifiuti; emblematica come per altro verso la famosa discarica di Serravalle di Len- tini. La questione di Bellolampo deve essere realmente posta all’ordine del giorno e affron­tata, se occorre, anche con mezzi eccezionali. Lei ha fatto riferimento alla Protezione civile, io, però, non sono convinto, in ogni caso, di tale intervento. In tutti i casi non c’è dubbio che siamo in presenza di una situazione gra­vissima; si parla anche di smottamenti di ter­reno, della possibilità che un’enorme massa di rifiuti e detriti possa scivolare a valle. Quindi, siamo di fronte ad una situazione di eccezio­nale gravità. Cosi, mentre entra a regime il pia­no regionale dello smaltimento dei rifiuti, van­no evitate alcune cose, come ad esempio — vi­sto che abbiamo parlato della discarica di Ter­mini Imerese — il fatto che alcune discariche, che dovrebbero essere chiuse da un pezzo, ven­gano addirittura utilizzate non solo dal Comu­ne che le ha sul proprio territorio, ma anche da altri comuni. Si è così creata una situazione allucinante in cui comuni che non possono smaltire nella propria discarica diventata abu­siva utilizzano un’altra discarica, anche questa però abusiva. Si determina cioè una situazione che aggiunge la beffa al danno già esistente.

Devono essere accelerate tutte le procedure: la norma che abbiamo inserito nel disegno di legge numero 521 sui poteri sostitutivi dell’As­sessorato è quanto mai opportuna; se avessimo disposto di questa norma già prima, probabil­mente alcune delle punte più eclatanti, più em­blematiche e più drammatiche della situazione in Sicilia, sarebbero già state risolte. Mi dichia­ro, comunque, soddisfatto della risposta.

Per la sollecita approvazione del disegno dilegge numero 559.

CHESSARI. Chiedo di parlare, a norma del secondo comma dell’articolo 83 del Regolamen­to interno.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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Resoconti Parlamenlarì- 7499 -

X Legislatura 199 SEDUTA

CHESSARI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per sollecitare il Governo a volere dare la copertura finanziaria al dise­gno di legge relativo agli interventi per favori­re il reintegro degli allevamenti zootecnici col­piti dalla tubercolosi, dalla bmcellosi e da al­tre malattie infettive e diffusive.

Si tratta di un disegno di legge che deve es­sere approvato con estrema urgenza per dare una risposta alla grave situazione sanitaria che si è determinata negli allevamenti siciliani.

Mi corre l ’obbligo di richiamare l’attenzio­ne del Governo e dell’Assemblea sulle notizie che giungono dalla Sicilia orientale, in parti­colare dalla provincia di Ragusa, dove si corre li rischio di una drammatizzazione della situa­zione, non solo sul versante igienico-sanitario, ma anche su quello dell'ordine pubblico. Ci si trova di fronte a numerose richieste degli uffi­ciali di polizia veterinaria di abbattere capi bo­vini provenienti da allevamenti infetti, in una situazione nella quale lo Stato non garantisce lo stesso indennizzo che tutt’ora si ha nel caso di allevamenti infetti da afta epizootica.

Una recente legge dello Stato ha garantito un indennizzo pari al 100 per 100 per gli alleva­menti colpiti da brucellosi, tubercolosi, leuco- si ed altre malattie. Attualmente l’indennità pre­vista non supera le 340 mila lire per capo bo­vino. Se si aggiunge il valore che si può rica­vare dalla vendita dei capi che possono essere macellati, non si arriva nemmeno al milione per

^ ^ fronte di un valore di circaZ.500.0W lire. Quindi ci si trova di fronte al- 1 esecuzione di piani di risanamento a carico delle aziende zootecniche. Cioè a dire lo Stato esegue degli interventi di polizia veterinaria, ca­ricando gli oneri sulla comunità, sui produtto­ri zootecnici. Questo è un elemento che sta de­terminando una situazione di profondo mal­contento., Mi è stato comunicato che nella giornata di

giovedì alcune delegazioni di allevatori si re- e eranno dal Prefetto di Ragusa per rappresen- 4re la drammaticità della situazione e per evi- enziare i pericoli che ne possono derivare per ordine pubblico; già ci si trova di fronte a mi­acce nei confronti dei veterinari che sono te- oh ad eseguire questi piani di risanamento., ^®rietà della situazione è confermata an- c dal fatto che il Governo della Regione, pur-

roppo tardivamente, ha presentato un disegno * legge, il numero 670, in materia che è stato rinunciato proprio nella seduta odierna.

Ci SI rende conto, dunque, che l’attuale si- tu^ione richiede una ri.sposta. Mi auguro che il Governo con^nta la celere discussione in Au­la delle sue iniziative, per consentirci di pre­sentare le nostre proposte attraverso gli emen- darnenti; e ciò al fine di non remorare l’appro­vazione del disegno di legge già esitato dalla Commissione legislativa «Agricoltura e foreste» dell Assemblea.

Pertanto vorrei chiedere alla Presidenza del- 1 Assemblea di volere autorizzare la Commis­sione «Finanze» a porre all’ordine del giorno della sua prossima seduta utile il disegno di leg­ge numero 559. Altresì, vorrei pregare il Vi­cepresidente della Regione, onorevole Piacen­ti, di volere manifestare la disponibilità del Go­verno ad assicurare la necessaria copertura fi­nanziaria perché il disegno di legge possa es­sere tempestivamente esaminato dall’Aula ed approvato con le necessarie modifiche e inte­grazioni (anche predisposte dal Governo), al fi­ne di dare una risposta positiva urgente e tem­pestiva ad una questione che sta diventando ve­ramente drammatica.

Sui tempi di svolgimento dell’attività ispet­tiva.

NATOLI. Chiedo di parlare, ai sensi dell’ar­ticolo 83, secondo comma del Regolamento interno.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NATOLI. Signor Presidente, intervengo per sollevare una questione che mi pare interessi profondamente il rapporto tra il parlamentare e il Governo: a distanza di due anni e mezzo daH'inizio di questa legislatura mi sembra di av­vertire — mi rivolgo in particolare al Governo affinché voglia adottare qualche apposita inizia­tiva — che il lavoro ispettivo del parlamenta­re, a seguito delle modifiche del Regolamento interno da noi recentemente approvate, sia sta­to in gran parte vanificato. Prendo lo spunto proprio dai lavori di questa seduta per rilevare che, in sostanza, per ciò che mi riguarda, sta­sera è stata svolta una sola mia interpellanza peraltro presentata nel 1986, cioè oltre due anni e mezzo addietro; ciò significa che — con que­sto ritmo — ciascun parlamentare avrà modo di ottenere risposte in Aula ai propri atti ispet­tivi per due o tre interpellanze in cinque anni.

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Resoconti Parlamentari 7500 - Assemblea Regionale Siciliana

X LEaSLATURA 199“ SEDUTA 7 Marzo 1989

Prendo Io spunto da ciò per sottoporre all’at­tenzione del Governo e del Presidente deU’As- semblea l’esigenza di adottare, per questi due anni o poco più che restano prima della fine della legislatura, un’iniziativa che renda più ce­lere lo svolgimento dell’attività ispettiva; diver­samente il parlamentare non potrà essere nella condizione di svolgere compiutamente questo suo importante compito. II problema che sol­levo questa sera dovrebbe essere esaminato dal Governo con la Presidenza deH’Assemblea. Le interrogazioni e le interpellanze svolte dopo tre anni, direi che di fatto vanificano la funzione specifica del lavoro parlamentare ispettivo.

PLACENTI, Assessore per il territorio e l ’ambiente. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PLACENTE Assessore per il territorio e l'ambiente. Signor Presidente, voglio subito ri­volgermi all’onorevole Natoli dicendo che so­no certo di interpretare un orientamento gene­rale del Governo se affermo che l’Esecutivo considera essenziale il rapporto con i parlamen­tari dell’Assemblea attraverso lo strumento di grande valenza e di grande momento costituito daH’atto ispettivo. Esso non soltanto esalta la figura dell’attività del parlamentare, ma dà un maggiore contributo alla stessa attività dell’E­secutivo nonché dell’Amministrazione in gene­rale. Personalmente ritengo che gli atti ispetti­vi mi abbiano aiutato nello svolgimento dell’at­tività amministrativa che riguarda 0 mio Asses­sorato. Il Governo, pertanto, non intende sot­trarsi all’esigenza posta, anzi vuol dare la sua parte di contributo sottoponendola alla Presiden­za dell’Assemblea, al fine di trovare il modo più idoneo, per rispondere nei tempi regolamen­tari ai singoli atti ispettivi presentati dai de­putati.

Vorrei soltanto ricordare all’onorevole Natoli che la modifica apportata al Regolamento in­terno della nostra Assemblea ha prodotto qual­che risultato, nel senso che nelle Commissioni legislative questo scambio di opinioni e di ve­dute, questo rapporto essenziale, già si mani­festa con una frequenza decisamente alta. In pratica, ogni volta che si riunisce una Commis­sione legislativa si procede allo svolgimento di atti ispettivi. Mi rendo conto che questo stru­mento da solo non basta; l’onorevole Natoli ha posto l’esigenza che si faccia qualcosa di più;

in tal senso il Governo dichiara di essere di­sponibile a concorrere, per la parte di contri­buto che può dare, alla migliore soluzione del­la questione.

Per quanto riguarda invece l’esigenza solle­vata dall’onorevole Chessari, il Governo sicu­ramente non intende né sottodimensionarla né sottovalutarne la portata. Esso infatti sta valu­tando il tema della distribuzione delle risorse finanziarie, di cui disponiamo, anche attraver­so quella operazione, attuata in sede di bilan­cio, che ha consentito l’allargamento dei fondi destinati alle leggi secondo una rigorosa valu­tazione che deve tenere conto delle linee di po­litica generale da seguire in agricoltura e zoo­tecnia nonché delle priorità acciarate, accerta­te nel contesto più complessivo della vita della Regione.

In tale ambito di valutazione — che deve es­sere, appunto, rapportato alle altre esigenze del­la vita associata della nostra Sicilia, secondo la linea e l'indirizzo che ci siamo dati, come Ese­cutivo, per il migliore ed equilibrato utilizzo delle risorse — il Governo non dimenticherà certamente di valutare nell’esatta e dovuta di­mensione il problema posto dall’onorevole Chessari.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, la sedu­ta è rinviata a martedì 14 marzo 1989, alle ore 10,00, con il seguente ordine del giorno:

I — Comunicazioni.

II — Lettura, ai sensi e per gli effetti degli articoli 83, lettera d), e 153 del Rego­lamento interno, della mozione:

numero 73; «Iniziative per Tinterru- zione delle procedure avviate dagli lacp per l’applicazione dell’equo canone a ca­rico degli assegnatari, e sollecito rinno­vo dei consigli d’amministrazione sca­duti dei predetti istituti», degli onorevoli Chessari, Aiello, Altamore, Consiglio-

Ili — Svolgimento, ai sensi dell’articolo 159, comma terzo, del Regolamento interno, delle interrogazioni (Rubrica «Agricol­tura e foreste»):

numero 788: «Interventi di sostegno per le aziende in crisi del Palermitano recentemente danneggiate dalle ecce-

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Resoconti Parlamentari 7501 - Assemblea Regionale Siciliana

X Leqslatura 199® SEDUTA 7 M arzo 1989

zionali avversità atmosferiche», degli onorevoli Parisi, Colajanni, Colombo;

numero 849: «Esplicitazione dei cri­teri che hannò presieduto alla designa­zione del direttore generale deH’Istituto regionale della vite e del vino», degli onorevoli Cristaldi, Cusimano, Virga, Ragno, Xiumè, Paolone, Bono, Tricoli;

numero 1045: «Iniziative presso la protezione civile per destinare stabil­mente, durante la stagione estiva, alla Sicilia qualche aeromobile impiegato nella lotta agli incendi», dell’onorevole Palino.

IV — Discussione dei disegni di legge:

1) «Approvazione del rendiconto del- r Amministrazione della Regione e del­l’Azienda delle foreste demaniali per l’e­sercizio finanziario 1987» (578/A);

2) «Norme per l’incentivazione della metanizzazione in Sicilia» (21 - 71 - 89/A);

3) «Interventi nel settore della riscos­sione delle imposte dirette» (484/A);

4) «Norme per l’elevazione dei limiti di età per l’accesso all’impiego presso l’Amministrazione regionale e gli enti pubblici sottoposti a tutela e vigilanza della Regione e modifica dell’articolo 216 dell’ordinamento amministrativo de­gli enti locali» (124/A);

5) «Anticipazione della Regione alle unità sanitarie locali della Sicilia» (631/A);

6) «Costituzione delle'nuove provin­ce regionali» (561/A).

La seduta è tolta alle ore 20,40.

DAL SERVIZIO RESOCONTI Il DireUore

Doft.ssa Loredana Cortese

Grafiche Renna S.p.A. - Palermo

^ •focontì. f. 1009 (500)

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Resoconti Parlamentari - 7502 Assemblea Regionale Siciliana

X LEGISLATURA 199“ SEDUTA 7 Marzo 1989

A llegato

RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI

LAUDANI - D ’URSO - GULINO - DAMI­GELLA. — «Aìl 'Assessore per gli enti locali,

in relazione all’assegnazione dei lavori rela­tivi alla realizzazione della circonvallazione di MUitello in Val di Catania;

per sapere se risponde a verità il fatto che, con riguardo allo svolgimento della gara per l’appalto della suddetta opera (vicenda peraltro gravata da ricorsi giudiziari promossi da una ditta non aggiudicataria che ne contestava la le­gittimità), codesto Assessorato abbia opportu­namente ritenuto di disporre un’indagine ispet­tiva nel settembre del 1987;

per conoscere l’esito di tale intervento ispettivo;

per sapere, altresì, se sulla stessa vicenda so­no in corso accertamenti da parte dell’Alto Commissario per la lotta alla mafia;

per conoscere quali provvedimenti intenda promuovere al fine di rendere chiari e traspa­renti i termini della questione e consentire al­l’Amministrazione comunale di Militello di adottare gli interventi per garantire il rispetto della legalità e consentire di tutelare gli inte­ressi della pubblica Amministrazione» (911).

Risposta. — «In esito all’interrogazione in­dicata in oggetto si rappresenta preliminarmente che l ’indagine ispettiva del settembre del 1987 in merito ai lavori di realizzazione della circon­vallazione di Militello in Val di Catania, cui si accenna nell’atto ispettivo, non è stata dispo­sta da questo Assessorato.

Risulta disposta una ispezione straordinaria da parte della Presidenza della Regione con decreto presidenziale numero 19/V/S.G. in data 4 ago­sto 1987 a seguito di esposto anonimo, concer­nente la gara di appalto relativa ai lavori di rea­lizzazione della strada di collegamento tra la S.P. 28/1 e la S.P. 28/11 del Comune di Mi­litello.

Un esposto anonimo esistente agli atti parla di strada di circonvallazione così come defini­ta nell’interrogazione.

È da ritenere trattarsi degli stessi lavori di collegamento tra la S.P. 28/1 e la S.P. 28/11 di cui all’indagine ispettiva disposta dalla Pre­sidenza, in quanto gli ispettori nella relazione hanno evidenziato che la gara si è tenuta il gior­no 5 giugno 1987 anziché il 7 giugno 1987, co­me indicato nell’esposto.

NeU’esposto acquisito agli atti, infatti, si di­ce che il giorno 7 giugno vi è stata la gara per la costruzione della circonvallazione ecc...

Ciò premesso, si informa che la Presidenza della Regione con nota numero 23/bis del 10 febbraio 1988 ha trasmesso copia della relazione ispettiva prodotta dai funzionari incaricati, uni­tamente a vari allegati, all’Alto Commissario per la lotta alla mafia, alla Commissione legi­slativa antimafia, nonché a questo Assessora­to, all’Assessorato regionale lavori pubblici, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Caltagirone ed al Pretore di Militello in Val di Catania.

Con nota numero 204 del 30 dicembre 1987 la stessa Presidenza aveva chiesto notizie al Co­mune in base ai risultati dell’ispezione circa un esposto-denuncia in data 9 giugno 1987 del Pre­sidente dell’Associazione piccole e medie im­prese di costruzione, nonché circa il ricorso al Tribunale amministrativo regionale delPimpresa Seu.sal. per rannullamento del verbale di ga­ra, e circa il controricorso del Comune ed il ricorso incidentale dell’Impresa Puglisi, aggiu­dicataria dei lavori.

Con nota numero 204 del 7 gennaio 1988 il Comune ha risposto alla Presidenza inviando copia di decisione del Consiglio di giustizia am­ministrativa del 19 novembre 1987 di accogli­mento deU’appello proposto dal Comune ed an­nullamento della decisione del Tribunale am­ministrativo regionale numero 411 del 1987 che aveva accolto la domanda di sospensione del­l’esecuzione del verbale di gara del 5 giugno

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Resoconti Parlamentari 7503 Assemblea Regionale Siciliana

X Legislatura 199“ SEDUTA 7 Marzo 1989

1987 con il quale era stato aggiudicato l’appalto dei lavori per la realizzazione della strada di circonvallazione.

Successivamente l’Assessorato ha diffidato il Sindaco del Comune di Militello in Val di Ca­tania, ex articolo 91 dell’Ordinamento enti lo­cali, a riunire il Consiglio comunale in sessio­ne straordinaria per l ’esame, verifica e conse­guenti determinazioni di tale consesso in ordi­ne alla mancata rispondenza delle prescrizioni del bando di concorso concernenti i metodi di aggiudicazione della gara con le determinazio­ni dell’atto deliberativo consiliare numero 115 del 31 luglio 1986.

I funzionari ispettori, infatti, avevano rappre­sentato che il criterio di aggiudicazione appro­vato dal Consiglio era stato quello del pubbli­co incanto con il metodo di cui all’articolo 73— lettera c) — del regio decreto 23 maggio 1924, numero 827, con ammissione di sole of­ferte di ribasso e con esclusione di offerte alla pari ed in aumento, e che il consesso non ave­va ritenuto di avvalersi della facoltà contemplata dall’ultimo comma deH’articolo 76 del citato re­gio decreto numero 827 in base al quale l’Am­ministrazione può prefissare il limite di aumento 0 di ribasso che le offerte non devono oltre­passare.

Invece, il bando di gara pubblicato sulla Gaz­zetta ufficiale della Regione siciliana numero 20— parte seconda — del 9 maggio 1987 ha in­tegrato le determinazioni consiliari di cui al ci­tato atto deliberativo numero 115 con le previ­sioni dell’articolo 76 del regio decreto numero 827.

II ricorso alla facoltà prevista dal predetto ar­ticolo ha comportato, come conseguenza, che le offerte con ribasso massimo eccedente quel­lo prefissato dairAmministrazione sono state escluse, anche se piu vantaggiose per l’Ammi­nistrazione stessa.

Ciò si è verificato nei confronti dell’offerta della ditta Berna Nasca Giuseppe che prevede­va un ribasso pari al 15,50 per cento del prez­zo a base d’asta, ribasso che andava oltre il li- otite massimo del 15 per cento prefissato dall’ente.

Con la nota di diffida la questione è stata co­munque rimessa alle determinazioni del Con­siglio comunale, quale unico organo conpetente n valutarla e ad assumere le decisioni del caso.

Con tele dell’11 luglio 1988 il Sindaco di Mi­litello Val di Catania ha comunicato di avere convocato il Consiglio comunale per il giorno

18 dello stesso mese, inserendo all’ordine del giorno l’esame della problematica emersa in or­dine alla deliberazione numero 115 del 1986. Con nota del 14 luglio 1988 — protocollo nu­mero 6342 —• lo stesso Sindaco ha trasmesso copia del predetto ordine del giorno, mentre con altro tele ha comunicato che il Consiglio ave­va adottato le determinazioni richieste, con de­liberazioni numeri 148 e 149 ri.spettivamente del 18 e 28 luglio, preannunciando l’invio dei prov­vedimenti.

Successivamente 0 Comune ha provveduto al­l’invio degli atti deliberativi precitati (numero 148 e numero 149 rispettivamente del 18 e 28 luglio 1988), entrambi divenuti esecutivi.

Con tali provvedimenti, in buona sostanza, il Consiglio comunale di Militello Val di Ca­tania, sulla scorta delle argomentazioni ripor­tate in un parere pro-veritate reso dal Semina­rio giuridico dell’Università di Catania, rece­pito integralmente, ha deliberato l’annullamento del bando di gara e dei successivi atti del pro­cedimento, nonché di autorizzare il sindaco a compiere tutti gli atti necessari per il nuovo bando di gara».

L ’AssessoreCanino

CRIST'ALDI. — «All’Assessore per la coo­perazione, il commercio, l'artigianato e la pe­sca, per sapere:

— se la cooperativa «Zoocasearia» di Custo- naci abbia ricevuto dalla Regione dal 1982 ad oggi contributi e finanziamenti;

— in base a quali leggi la cooperativa ha ot­tenuto gli eventuali contributi e finanziamenti;

— l’ammontare di tutti i contributi e finan­ziamenti erogati dalla Regione a detta coope­rativa;

— se risponde a verità che la cooperativa si trova in stato fallimentare e quali atti intenda adottare per raccertamento della corretta gestio­ne della stessa cooperativa» (1009).

Risposta. — «In ordine alle notizie richieste dall’interrogante sulla cooperativa «Zoocasea­ria Ericina» con sede in Custonaci si fornisco­no i seguenti elementi:

1) per quanto la vigente legislazione riserva alla competenza di questo Assessorato nessun

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Resoconti Parlamentari - 7504 - Assemblea Regionale Siciliana

X LeaSLATURA 199“ SEDUTA 7 Marzo 1989

contributo risulta erogato a favore della predetta cooperativa;

2) risulta tuttora pendente presso l’Ircac l’i­struttoria per rammissione della cooperativa ai benefici previsti dall’articolo 10 della legge re­gionale numero 24 del 1986 (ripianamento pas­sività);

3) la precaria situazione economica della so­cietà, già emersa dall’esame dei bilanci sociali relativi agli anni 1983 - 1984 - 1985 (trasmes­si dalla Prefettura di Trapani nei primi dell’anno 1987) che ne evidenziavano il progressivo di­latarsi della situazione debitoria, ha determinato la presentazione presso il Tribunale di Trapani di un’istanza di fallimento nei confronti della stessa da parte della Ditta Ecosiprem Impianti per un credito di lire 1.034 milioni;

4) per acquisire notizie aggiornate sulla si­tuazione amministrativa ed economico-aziendale della cooperativa e sulle cause che ne avevano determinato l’indebitamento, questo Assessorato con nota del 27 febbraio 1987 aveva, pertan­to, incaricato la Confederazione cooperative ita­liane - Unione Regione siciliana, alla quale la cooperativa aderisce, di effettuare un’urgente ispezione ordinaria nei confronti della stessa;

5) dalle risultanze di tale accertamento, per­venute solo nell’aprile corrente anno a causa delle difficoltà frapposte dalla cooperativa al­l’effettuazione della disposta ispezione, si è ap­preso che l’istanza di fallimento sarebbe stata ritirata a seguito di un accordo transattivo con la ditta creditrice e che le prospettive gene rali di risanamento economico-finanziario del la cooperativa sono legate all’eventuale ammis­sione della stessa alle provvidenze straordina­rie per il ripianamento delle passività di cui al­l’articolo 10 della legge regionale numero 24 del 1986.

La circostanza, infine, che l’interrogante con­sideri naturale referente questo Assessorato su­gli eventuali finanziamenti e contributi a vario titolo concessi dalla Regione alla predetta coo­perativa, offre lo spunto allo scrivente per se­gnalare alla segreteria generale della Presiden­za l’insopprimibile esigenza che si impartisca­no precise disposizioni a tutte le Amministra­zioni regionali che a vario titolo, in base alla vigente legislazione, concedono provvidenze a favore di società cooperative e loro consorzi, perché facciano pervenire allo Schedario re­

gionale della cooperazione di questo Assesso­rato copia dei provvedimenti concessivi».

L ’A ssessore Lombardo

CRISTALDL —- «All’assessore per gli enti locali, per sapere quali motivi ostino al paga­mento dell’indennità di esproprio da parte del comune di Campobello di Mazara alla signora Stallone Beatrice ed alla signorina Romano Ma­ria in seguito all’esproprio di area e di fabbri­cato di loro proprietà, resosi necessario per la realizzazione della strada «Prolungamento via G. Marconi» nel territorio di Campobello di Mazara» (1014).

Risposta. — «A seguito della presentazione dell’interrogazione indicata in oggetto, è stata disposta apposita indagine ispettiva.

Dalla relazione del funzionario incaricato è emerso quanto segue.

Preliminarmente va precisato che presso l’Uf­ficio tecnico del Comune di Campobello di Ma­zara è stata accertata resistenza di un apposito Servizio delle espropriazioni, la cui addetta ha riferito di averne assunto la responsabilità nel luglio 1988, ereditando notevole quantità di la­voro arretrato.

Da ciò una prima motivazione del ritardo nel­la corresponsione dell’indennizzo che, quindi, può essere ascritto, al di là delle ragioni obiet­tive, allo stato attu^e in cui versa l’Ufficio gra­vato di una notevole mole di lavoro arretrato; la responsabile ha assicurato, tuttavia, che si sta procedendo cronologicamente alla evasione del­le pratiche assegnate.

In secondo luogo, l’ispezione ha accertato che i quadri della pianta organica assegnati all’Uf­ficio tecnico corrispondono a quelli previsti dal­la stessa, che certamente non è aggiornata a fronte dei numerosi problemi che la recente normativa nazionale e regionale ha posto a ca­rico di tale Ufficio, innovando rispetto ai tra­dizionali compiti istituzionali dell’Ufficio tec­nico comunale.

Al di là della ricerca della colpevolezza del ritardo, che avrebbe postulato ricerche in re­trospettiva di difficile realizzazione, si è preso atto della volontà manifestata dall’ente di giuO' gere in tempi brevi ad un azzeramento delfiar- retrato od al pieno soddisfacimento delle legh' time pretese dei cittadini di Campobello di Ma"

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Resoconti Parlamentari - 7505 Assemblea Regionale Siciliana

X LECaSLATURA 199“ SEDUTA 7 Marzo 1989

zara interessati da procedura di espropriazione per pubblica utilità».

L ’assessoreCanino

LEONE. — «All’Assessore per gli enti locali,

per sapere se non ritenga urgente e necessa­rio inviare un commissario ad acta presso il co­mune di Castelvetrano, il cui sindaco, forte di apposite deliberazioni della Giunta municipale che nella fattispecie ha esautorato ed esautora i poteri del consiglio, ha conferito e continua a conferire ad una stessa persona, precisamen­te all’ingegnere Pietro D’Alessandro, professio­nista esterno all’Amministrazione, numerosis­simi incarichi riguardanti progettazione e dire­zione di lavori nonché contabilità in materia urbanistico-edilizia.

Ciò, in dispregio di competenze, in violazione di leggi e in pregiudizio delle finanze dello stes­so comune, il cui futuro, cosi come stanno le cose, è praticamente consegnato nelle mani di un privato» (1059).

Risposta. — «A se^ ito di quanto rappresen­tato con l’interrogazione numero 1059 dell’o­norevole Leone, in ordine a presunte irregola­rità verificatesi al Comune di Castelvetrano, so­no stati disposti accertamenti dai quali sono emerse le risultanze che seguono.

L’interrogante precisava che il Sindaco di Ca­stelvetrano “ ha conferito e continua a conferi­re ad una stessa persona, precisamente all’in- gegner Pietro D’Alessandro, professionista esterno all’Amministrazione, numerosissimi in­carichi riguardanti progettazione e direzione di lavori nonché contabilità in materia urbanistico- edilizia’’.

Nella relazione del funzionario preposto alla Indagine ispettiva, si legge che lo stesso ha ri­chiesto al segretario comunale dottor Finotti un elenco delle delibere relative agli incarichi pro­gettuali concessi dal Comune di Castelvetrano a professionisti esterni per il periodo che va dal­la data di insediamento della attuale Giunta mu­nicipale (3 agosto 1987) ad oggi.

Dal suddetto elenco si evince chiaramente che su 56 deliberazioni soltanto 5 riguardano l’in­gegner D’Alessandro e precisamente:

delibera numero 746 del 2 giugno 1988 (al­legato B);

delibera numero 853 del 23 giugno 1988 (al­legato C);

delibera numero 1433 del 14 ottobre 1988 (al­legato D);

delibera numero 1434 del 14 ottobre 1988 (al­legato E);

delibera numero 1435 del 14 ottobre 1988 (al­legato F),

Fhir tuttavia, se andiamo ad esaminare sin­golarmente tali deliberazioni, rileviamo quan­to segue.

Con la delibera numero 746 del 1988 veniva conferito all’ingegner D’Alessandro l ’incarico per la progettazione, direzione, contabilità, sor­veglianza, liquidazione ed assistenza al collau­do dei lavori di razionalizzazione ed automa­zione sistema idrico potabile del Comune di Ca­stelvetrano e della frazione Triscina.

Opere di urbanizzazione primaria e seconda­ria di interesse collettivo e di culto nelle zone di recupero (ex legge regionale 10 agosto 1985, numero 37), nei rioni «Beati Morti» e «Badia» di Castelvetrano e nella frazione Triscina.

Realizzazione del mercato rionale Sant’An­na e dei parcheggi del capoluogo.

Realizzazione della strada di collegamento Castelvetrano/zona insediamento artigianale — zona industriale — autostrada, per gli importi comprendenti lavori, oneri tecnici, revisione prezzi, imprevisti, l’iva etc., che saranno de­terminati presuntivamente con il piano program­ma di esecuzione redatto daU’Amministrazio- ne comunale nel disciplinare di incarico.

La stessa delibera veniva, comunque, annul­lata dalla Commissione provinciale di control­lo di Trapani nella seduta del 4 novembre 1988.

Con la successiva delibera numero 853 del 1988, la Giunta municipale cercava di ridimen­sionare le cose modificando la precedente de­libera numero 746 del 1988 e restringeva la am­piezza dell’incarico affidando all’ingegnere D’Alessandro “ soltanto” la redazione del pro­getto esecutivo, direzione dei lavori, contabili­tà misura, liquidazione, assistenza al collaudo dei lavori di razionalizzazione del sistema idrico-potabile del Comune di Castelvetrano e della frazione di Triscina.

Strada di collegamento Castelvetrano/zona in­sediamento artigianale — zona industriale — au­tostrada; opere di culto nel capoluogo e nella frazione di Tris.cina.

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X Legislatura 199“ SEDUTA 7 Marzo 1989

Anche questa delibera veniva annullata dalla Commissione provinciale di controllo di Tra­pani nella seduta del 4 novembre 1988.

Prima ancora, però, di ricevere la notizia uf­ficiale deir annullamento delle delibere nume­ro 746 del 1988 e numero 853 del 1988, la Giunta municipale provvedeva essa stessa alla loro revoca, rispettivamente con delibera nume­ro 1433 del 14 ottobre 1988 e con delibera nu­mero 1434 del 14 ottobre 1988.

Nella stessa data la Giunta municipale, con delibera numero 1435, conferiva all’ingegner D ’Alessandro l’incarico per “ la progettazione, direzione, contabilità ed assistenza dei lavori di ristrutturazione, potenziamento, ampliamento del sistema idrico-potabile del Comune di Ca- stelvetrano; nonché il completamento della re­te idrica interna del capoluogo e la realizzazione della nuova rete idrica della frazione di Triscina” ».

L ’ASSESSORECanino

CRISTALDI. — «Ai!'Assessore per ì ’indu- Siria, premesso che:

— il signor Papiro Vincenzo di Mazara del Vallo, in data 20 luglio 1988, subiva un inci­dente automobilistico provocato da un’auto­vettura provvista di polizza assicurativa rilascia­ta dalla «Titano Assicurazioni S.p.A.» e che, a seguito di tale incidente, la compagnia assi- curativa dovrebbe pagare la somma di lire 1.412.226 al signor Papiro;

— nonostante le numerose sollecitazioni del signor Papiro, la compagnia assicurativa si osti­na a non pagare, dando un’immagine di sé, e di tutte le altre compagnie assicurative regio­nali, alquanto deleteria se si aggiunge il fat­to che tale compagnia, del ritardo nei pagamen­ti, ne ha fatto un’abitudine ed un uso spropo­sitato;

per sapere:— se non ritenga di dovere di.sporre le op­

portune ispezioni al fine di verificare se rispon­da a verità che tale compagnia, per pagare som­me anche irrisorie dovute a risarcimento di cio­tti provocati da propri assicurati, faccia patire le pene dell’inferno;

— se non ritenga di dovere verificare la so­lidità di tale compagnia e, nel caso, adottare

gli opportuni provvedimenti a salvaguardia dei cittadini e delle compagnie assicurative sane» (1198).

R isposta. — «In relazione alla interrogazio­ne in oggetto indicata, è opportuno preliminar­mente precisare che l’Assessorato industria, or­gano vigilante nei confronti delle Compagnie di assicurazione autorizzate ad esercitare atti­vità assicurativa nell’ambito del territorio regio­nale, svolge la propria attività con particolare riferimento alla fase meramente giuridica e tecnico-economica dell’esercizio ed allo svol­gimento tecnico complessivo della produzione e dell’ottenimento del servizio nei confronti de­gli utenti.

11 controllo in questione è mirato istituzional­mente alla gestione aziendale nel suo comples­so, non entrando nel merito delle singole pra­tiche autonomamente trattate dalle part)-.

Opportunamente intanto occorre evidenziare che la recente sentenza della Corte costituzio­nale numero 634 dell’8 giugno 1988 ha stabi­lito che spetta allo Stato autorizzare imprese di assicurazione aventi sede in Sicilia a esercitare attività assicurativa avente per oggetto l’assun­zione di rischi che possono verificarsi fuori dal territorio della Regione siciliana restando esclu­sa, per quanto riguarda specificatamente l’as­sicurazione obbligatoria della responsabilità ci­vile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti, ogni competenza della Re­gione in ordine all’esercizio di tale assicurazio­ne, anche limitatamente al rischio connesso al­la circolazione degli autoveicoli e dei natanti nell’ambito territoriale della Sicilia.

In base a quanto sopra detto, pertanto, la competenza della Regione siciliana è in atto esclusa, limitatamente al rilascio delle autoriz­zazioni all’esercizio delle assicurazioni obbli­gatorie Rea, anche neU’ambito del territorio si­ciliano, e anche l’attività di controllo in atto rientra esclusivamente nella competenza del Mi­nistero industria.

Comunque, per quanto riguarda il caso spe­cifico, vi è da dire che la Spa Titano Assicu­razioni è stata a suo tempo autorizzata con de­creto assessoriale numero 135 del 15 tnarzo 1979, avendo i requisiti richiesti dalla legisla­zione vigente nel settore e la capacità patrimo­niale idonea a coprire le riserve per sinistri da liquidare.

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Resoconti Parlamentari 7507 - Assemblea Regionale Siciliana

X Legislatura 199 SEDUTA 7 Marzo 1989

Sulla base di informazioni fornite dalla So­cietà Titano, a richiesta degli Uffici, si comu­nica quanto segue:

— in data 22 luglio 1988 perveniva alla su­bagenzia numero 100/414 della Titano di Ma- zara del Vallo, a firma del signor Guccione An­drea, denuncia del sinistro, che si assumeva ve­rificato in 21 luglio 1988 a Mazara tra l’auto­vettura dello stesso - Fiat 127 targata TP 288596, e l’autovettura Golf W GLD targata TP 255071 di proprietà del signor Papiro Vincenzo;

— nel predetto modulo, pur nella incomple­tezza delle indicazioni e dei dati richiesti, ra s ­sicurato evidenziava graficamente la dinamica delPincidente, consistente nell’obbligo a suo ca­rico di dare precedenza, come da segnaletica in loco, nonché la palese violazione della con­troparte sulla osservanza dell’obbligo nella ma­no da tenere, prevista dall’articolo 104 del Co­dice della strada;

— la società Titano procedeva quindi tem­pestivamente, a mezzo di consulente fiduciario, agli accertamenti di rito sugli autoveicoli coin­volti, che, oltre alla materiale quantificazione dei danni, evidenziavano una incongruenza tec­nica dei punti d ’urto dei mezzi, nonché la in­comprensibile non corrispondenza dei danni, ri­levati sui medesimi, a seguito di sinistro, così come si assumeva verificato;

~ in data 10 settembre 1988 con raccoman­data numero 2014 il signor Papiro Vincenzo formulava richiesta di risarcimento, quantifican­do i pretesi danni in lire 1.412.226;

— la trattativa per la liquidazione del sini­stro aveva cosi inizio. L ’assicurazione conte­stava la richiesta, che si assumeva eccessiva e priva di riscontro con I reali danni riportati dal­l’autovettura del signor Papiro, oltre che priva di sufficiente documentazione idonea a giusti­ficare i danni lamentati;

— in data 20 settembre 1988 con raccoman­data numero 7824 dell’Agenzia di Trapani, la

società Titano, a titolo di correttezza, comu­nicava comunque al signor Papiro la disponi­bilità a definire bonariamente, sulla base della responsabilità concorsuale di entrambi i condu­centi dei veicoli coinvolti, la pendenza per l ’im­porto di lire 500.000 ex articolo 2054 codice civile;

— risulta che in data 28 settembre 1988 il signor Papiro rigettava Tofferta ed insisteva nel­le richieste precedenti.

Da quanto esposto risulta pertanto che il si­nistro in questione è in corso di trattazione e che un’offerta è stata formulata da parte della Società Titano nei confronti della controparte, a cui pare, secondo quanto assunto dalla società assicuratrice medesima, debba ascriversi un concorso di colpa nel verificarsi dell’evento dannoso.

Tutto ciò fa salva chiaramente la possibilità del signor Papiro Vincenzo di adire le vie le­gali ove ritenga inadeguata l’offerta risar- citoria».

L ’ASSESSOREGranata

CRISTALDI. — «All’Assessore per la coo­perazione, il commercio, l'artigianato e la pe­sca, per sapere:

— quanti contributi siano stati concessi ne­gli esercizi finanziari 1986, 1987 e 1988 in for­za dell’articolo 57 della legge regionale 18 feb­braio 1986, numero 3;

— chi siano stati i destinatari di tali contri­buti, .specificando, per ciascun provvedimento, importo e motivazione» (933).

Risposta. — «In riferimento all’interrogazio­ne numero 933 si invia il prospetto riepilogati­vo dei contributi concessi in forza dell’articolo 57 della legge regionale numero 3 del 1986».

L ’assessoreLombardo