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Resoconti Parlamentari — 2967 — Assemblea Regionale Siciliana II L egislatura XCIX SEDUTA 23 Ottobre 1952 XCIX. SEDUTA GIOVEDÌ 23 OTTOBRE 1952 Presidenza del Presidente BONFIGLIO GIULIO INDI C E Pag'- . Comunicazione del Presidente . . . . 2967 Disegno di legge (Annunzio di presenta- zione) . . . v . . . . . 2967 Disegno di legge : « Stati di previsione dell’entrata e della spesa della Regione siciliana per l’esercizio finanziario dal lo luglio 1952 al 30 giugno 1953 » (199) (Seguito della discussione): . PRESIDÈNTE . . . . . . . . . 2969,2983 COI. AJ ANNI . . . .. . . \ . 2969 SALAGIONE . . , . " ; . . ... ' 2981 Interrogazioni (Annunzio) . ’ . . . 2968. Interpellanze (Annunzio); . . . . . 2968 Proposta di legge (Annunzio di presenta- zione) . . . . . . . . 2987 Schemi di decreti legislativi presidenziali (Annunzio di presentazione) . . . 2967 La seduta è aperta alle ore 17,50. DI MARTINO, segretario f.f., dà lettura del processo verbale della seduta precedente, che è approvato. Comunicazione del Presidente. PRESIDENTE. Informo l’Assemblea che lo Assessore agli enti locali, onorevole Alessi, ha ieri comunicato di non potere partecipare ai lavori dell’Assemblea nelle sedute del 22, 23 e 24 corrente, perchè fuori sede per motivi inerenti alla sua carica.- Annunzio di presentazione di disegno di legge di iniziativa governativa. PRESIDENTE. Comunico che il Governo ha presentato il disegno di legge « Modifiche al- la legge 27 dicembre 1950, n. 104 » (232); già trasmesso alla Commissione per l’agricoltura e 1’alimentazione (3“). Annunzio di presentazione di proposta di legge di iniziativa parlamentare. PRESIDENTE. Comunico che gli onorevoli Baiamone, Bruscia, Lo Giudice e Di Leo han- no presentato la proposta di legge « Contri- buti alle cooperative costituite fra produttori agricoli per eseguire la costruzione, l’acquisto, l’ampliamento e l’attrezzatura di stabilimenti e trasformazioni dei prodotti agricoli (caseifici sociali - latterie sociali - caseifici cooperativi - conservifici cooperativi - cantine sociali, etc.)» (231), già trasmessa alla Commissione per la agricoltura e l’alimentazione (3°). Annunzio di presentazione di schemi di decreti legislativi. PRESIDENTE. Comunico che il Governo ha presentato gli schemi di decreti legislativi « Concessione di contributi per la costruzione di case comunali » (82) e « Provvidenze per le Resoconti, f. 405 (.700)

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  • Resoconti Parlamentari — 2967 — Assemblea Regionale Siciliana

    II L egislatura XCIX SEDUTA 23 Ottobre 1952

    XCIX. SEDUTA

    G I O V E D Ì 2 3 O T T O B R E 1 9 5 2

    Presidenza del Presidente BONFIGLIO GIULIO

    I NDI C EPag'- .

    Comunicazione del Presidente . . . . 2967

    Disegno di legge (Annunzio di presentazione) . . . v . . . . ■ . 2967

    Disegno di legge : « Stati di previsione dell’entrata e della spesa della Regione siciliana per l’esercizio finanziario dallo luglio 1952 al 30 giugno 1953 » (199)(Seguito della discussione): .

    PRESIDÈNTE . . . . . . . . . 2969,2983COI. AJ ANNI . . . .. . . \ . 2969SALAGIONE . . , . " ; . . . . . ' 2981

    Interrogazioni (Annunzio) . ’ . . . 2968.

    Interpellanze (Annunzio); . . . . . 2968

    Proposta di legge (Annunzio di presentazione) . . . . . . . . 2987

    Schemi di decreti legislativi presidenziali(Annunzio di presentazione) . . . 2967

    La seduta è aperta alle ore 17,50.

    DI MARTINO, segretario f.f., dà lettura del processo verbale della seduta precedente, che è approvato.

    Comunicazione del Presidente.

    PRESIDENTE. Informo l’Assemblea che lo Assessore agli enti locali, onorevole Alessi, ha ieri comunicato di non potere partecipare ai

    lavori dell’Assemblea nelle sedute del 22, 23 e 24 corrente, perchè fuori sede per motivi inerenti alla sua carica.-

    Annunzio di presentazione di disegno di legge di iniziativa governativa.

    PRESIDENTE. Comunico che il Governo ha presentato il disegno di legge « Modifiche alla legge 27 dicembre 1950, n. 104 » (232); già trasmesso alla Commissione per l’agricoltura e 1’alimentazione (3“).

    Annunzio di presentazione di proposta di legge di iniziativa parlamentare.

    PRESIDENTE. Comunico che gli onorevoli Baiamone, Bruscia, Lo Giudice e Di Leo hanno presentato la proposta di legge « Contributi alle cooperative costituite fra produttori agricoli per eseguire la costruzione, l ’acquisto, l’ampliamento e l’attrezzatura di stabilimenti e trasformazioni dei prodotti agricoli (caseifici sociali - latterie sociali - caseifici cooperativi - conservifici cooperativi - cantine sociali, etc.)» (231), già trasmessa alla Commissione per la agricoltura e l’alimentazione (3°).

    Annunzio di presentazione di schemi di decreti legislativi.

    PRESIDENTE. Comunico che il Governo ha presentato gli schemi di decreti legislativi « Concessione di contributi per la costruzione di case comunali » (82) e « Provvidenze per le

    Resoconti, f. 405 (.700)

  • Resoconti Parlamentari — 2968 — Assemblea Regionale Siciliana

    II L egislatura XCIX SEDUTA 23 Ottobre 1952

    case di riposo destinate a vecchi ed adulti inabili » (83), già trasmessi alla Commissione per gli affari interni e l’ordinamento amministrativo (1‘).

    Annunzio di interrogazioni.

    PRESIDENTE. Prego il deputato segretario di dar lettura delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

    DI MARTINO, segretario f.f. :« Al Presidente della Regione, per conosce

    re se non ritenga opportuno intervenire presso i consigli di Presidenza della Camera dei deputati e del Senato, per ottenere che ai deputati regionali venga riconosciuto il diritto di ingresso in tutti i locali del Parlamento con esclusione dalle sole aule dove si tengono le sedute, ed inoltre venga assegnata una tribuna speciale da cui potere assistere ai lavori. » (509)

    L anza .

    « Al Presidente della Regione, per conoscere quali provvedimenti intenda adottare per rendere operante la legge 19 febbraio 1951, numero 2, pubblicata nella Gazzetta Uf ficiale della Regione siciliana, numero 9, del 24 febbraio 1951, circa l’espropriazione di un’area tra le vie Dante, Nicolò Garzilli e Villafranca per la costruzione di un palazzo della Regione.

    E, in particolare, come intende risolvere il grave problema della sistemazione definitiva degli assessorati per i quali in atto vengono spese ingenti somme per locazione di locali sparsi in tutti i punti della città. » (510)

    L anza .

    « Al Presidente della Regione ed all’Assessore ai lavori pubblici, per conoscere se e quali responsabilità siano state accertate in ordine al fatto che — nonostante la progettazione del bacino galleggiante nel porto di Palermo rimonti a parecchi anni — non si sono tempestivamente eseguite le opere marittime per allogarlo convenientemente con la conseguenza che il bacino, sul quale si fondano le più alte speranze dell’avvenire marittimo di Palermo, non potrà assolvere il suo mediterraneo compito. » (511)

    M arinese .

    PRESIDENTE. Le interrogazioni testé lette saranno iscritte all’ordine del giorno per essere svolte al loro turno.

    Annunzio di interpellanza.

    PRESIDENTE. Prego il deputato segretario di dar lettura della interpellanza pervenuta alla Presidenza.

    DI MARTINO, segretario ff.:« Al Presidente della Regione ed all’Asses

    sore agli enti locali:premesso che da tempo il Prefetto di Agri

    gento interferisce illegittimamente presso le amministrazioni comunali della provincia;

    premesso che, con suo recente provvedimento, il Prefetto di Agrigento è arrivato al punto di sospendere dalla carica il Prosindaco del Comune di Favara e di nominare un Commissario prefettizio per la temporanea amministrazione del Comune;

    premesso che tale provvedimento, secondo quanto in esso si legge, è stato adottato perchè il Prosindaco aveva lanciato alla cittadinanza un manifesto di protesta per il mancato stanziamento dei fondi per l’esecuzione delle fognature, della rete idrica e di altre indispensabili opere pubbliche, invitando i cittadini a sottoscrivere una petizione popolare;

    gli interpellanti chiedono di sapere:

    1) se il Governo ritiene, così come ha fatto il Prefetto di Agrigento, che il rendere edotti i citadini del corso di vitali pratiche per il comune, con l ’invito a firmare una petizione popolare tendente ad ottenere l ’esecuzione di inderogabili opere pubbliche, costituisca quel grave motivo di turbamento dell’ordine pubblico, voluto dall’articolo 149 del Testo unico della legge comunale e provinciale del 1915, per la sospensione dei sindaci;

    2) se il Governo ritiene legittimo l ’operato del Prefetto di Agrigento, tendente ad impedire ai cittadini di Favara, malgrado il diritto sancito dall’articolo 50 della Costituzione, di rivolgere petizioni alle Camere — e quindi anche all’Assemblea regionale — per esporre le loro comuni necessità ;

  • II L egislatura : XCIX SEDUTA 23 Ottobre 1952

    Resoconti Parlamentari — 2969 — Assemblea Regionale Siciliana

    3) se il Governo ritiene giusta la nomina del Commissario prefettizio per la temporanea amministrazione del Comune di Favara fatta dal Prefetto (l’articolo 157 della legge invocata da quest’ultimo dispone che, in caso di impedimento del sindaco o dell’assessore delegato, ne fa le veci l ’assessore • anziano e, in mancanza degli assessori, il consigliere anziano; in conseguenza, il Prefetto avrebbe potuto, se mai, limitarsi alla sospensione del Prosindaco e non avrebbe dovuto nominare il Commissario prefettizio in strana e inconcepibile concorrenza con 3’ Amministrazione comunale);

    4) se il ' Governo non ritiene che, in tal modo, il Prefetto abbia violato la legge costituzionale e quella amministrativa ed abbia portato disordine nel Comune di Favara che, per le sue funzioni, dovrebbe, invece, tutelare;

    5) quali provvedimenti intendono adottare contro il Prefetto di Agrigento. » (57) (Gli interpellanti chiedono lo svolgimento con urgènza)

    RAMIREZ - CuFFARO - RENDA : - R u s s o C alogero.

    PRESIDENTE. Comunico che, trascorsi tre giorni dall’odierno annunzio senza che il Governo abbia dichiarato che respinge l’interpellanza o abbia fatto conoscere il giorno in cui intenda trattarla, l’interpellanza stessa sarà iscritta all’ordine del giorno per essere svolta al suo turno.

    Seguito della discussione del disegno di legge : « Stati di previsione dell’entrata e della spesa della Regione siciliana per l ’esercizio finanziario dal 1° luglio 1952 al 30 giugno 1953 » (199).

    PRESIDENTE. L ’ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge:« Stati di previsione dell’entrata e della spesa della Regione siciliana per l’esercizio finanziario dal 1° luglio 1952 al 30 giugno 1953 ».

    Ricordo che nella seduta precedente, dopo la lettura dell’articolo 2, in cui è richiamata la tabella B) « stato di previsione della spe

    sa», la discussione è stata sospesa rinviando alla seduta odierna l’inizio del dibattito sulle varie rubriche dello stesso stato di previsione della spesa.

    Rileggo l ’articolo 2:

    Art. 2.

    Gli Assessori, ciascuno per la materia di propria competenza, sono autorizzati al pagamento delle spese ordinarie e straordinarie della Regione siciliana per l’anno finanziario dal 1° luglio 1952 al 30 giugno 1953, in conformità dello stato di previsione della spesa, annesso alla presente legge (tabella B).

    Si procede, pertanto, all’esame della tabella B).

    Dichiaro aperta la discussione sulla rubrica « Presidenza della Regione e Uffici e servizi dipendenti».

    E’ iscritto a parlare l’onorevole Colajanm. Ne ha facoltà.

    COLAJANNI. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, l ’andamento della discussione ci induce ad una considerazione preliminare che investe non soltanto il corso, le modalità della discussióne stessa, ma anche e soprattutto la politica generale condotta dal Governo regionale. In altra occasione noi abbiamo

    . affermato che l ’onorevole Restivo era colui che doveva — quasi realizzando le sue doti particolari — portare al declassamento della autonomia, dal suo livello e tono politico ad un livello e tono amministrativo. Talvolta lo onorevole Restivo si compiace di questo. Egli ama autodefinirsi « buon amministratore ».

    Io non vorrò polemizzare sulle qualità, sulle attitudini amministrative dell’onorevole Restivo; ritengo, però, (e credo che questa mia opinione, questa nostra opinione sia condivisa da tutti coloro che hanno veramente a cuore l’autonomia) che l’autonomia abbia certamente bisogno di buoni amministratori, ma che in tanto non vi può essere buona amministrazione se non vi siano chiare, precise idee politiche e soprattutto, nel caso dell’Isola, non vi può essere amministrazione dì sorta se non si realizzi una politica siciliana.

    Non la politica del Blocco del popolo, non

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    II L egislatura XCIX SEDUTA 23 Ottobre 1952

    la politica delle destre, non la politica del Gruppo al quale appartiene il Presidente della Regione, ma una politica siciliana, una politica che ha una Carta costituzionale fonda- mentale, comune a tutti i siciliani che vogliono la rinascita della Sicilia: lo Statuto delia autonomia. Ecco la base per una politica comune. Ma ci spiace (e me ne dolgo proprio perchè noi non siamo seguaci della politica del « tanto peggio tanto meglio ») rinnovare ancora una volta, questa doglianza, questa critica fondamentale. Lo Statuto’ dell’autonomia non è l ’ispiratore della politica del Governo regionale.

    E guai a noi se ci fermassimo ad una nuda elencazione — che tra l ’altro sarebbe assai lunga — od all’analisi dei particolari, delle inadempienze, delle violazioni della lettera e dello spirito dello Statuto: guai a noi se perdessimo di vista, nella moltitudine delle violazioni, quella fondamentale, che ci fa definire con serena coscienza come non rispondente nè agli interessi, nè alle aspirazioni del popolo siciliano, la politica condotta dal Governo regionale.

    C’è un caso che si presenta con la imponenza e, vorrei dire anche, con la drammaticità dei fenomeni eccezionali: la mancata riforma amministrativa. Questa mancata riforma, possiamo affermarlo, gronda di lacrime e di sangue. E non v ’è esagerazione. Sofferenze molteplici delle popolazioni, angherie, persecuzioni da parte di gruppi dominanti, di ciùcche locali, di singoli uomini, possono realizzarsi attraverso il mantenimento dello statu quo del regime accentratore prefettizio, poliziesco. Potremmo qui ripetere ancora oggi, in termini perfettamente attuali, tutte le critiche, contenute nelle inchieste fatte nel passato, alle classi dominanti siciliane in relazione alTamministrazione dei comuni (noi potremmo riportare qui nell’Assemblea, ancora oggi, in termini attuali tutte le critiche che furono mosse, ad esempio, in occasione della inchiesta al Comune di Palermo). La mancata riforma amministrativa, la mancata affermazione dello Statuto, il permanere del vecchio apparato, della vecchia impalcatura prefettizia, ha consentito la sopravvivenza e talvolta anche la moltiplicazione dei fenomeni dolorosi già condannati in passato dalla coscienza siciliana.

    La mancata riforma, d’altra parte, consente

    anche il fenomeno veramente scandaloso dell ’elettoralismo; consente manifestazoni del genere di quella verificatasi nel comune di Pietraperzia che ha chiesto di essere trasferito dalla provincia di Enna a quella di Caì- tanissetta. Noi non dobbiamo oggi stabilire se la popolazione di Pietraperzia ha ragione o torto; ma il fatto comunque è questo: la popolazione di Pietraperzia ha manifestato tale sua aspirazione. Vi sono altre popolazioni di altre provincie lontane che aspirano anche esse ad una diversa sistemazione circoscrizionale; e vi sono da registrare tentativi di arrembaggio da parte di determinate amministrazioni comunali, in danno di altre amministrazioni. Non scenderò nei particolari; mi basterà citare per sommi capi il caso di due comuni che aspirano ad annettersi gran parte del territorio di Centuripe.

    Per la verità a questo riguardo, deputati di diverse tendenze, ci siamo trovati d’accordo con l ’onorevole D’Angelo — ed io gliene dò atto in Assemblea — per insistere sul principio fondamentale che aspirazioni del genere vanno vagliate senza sottintesi, prescindendo da manovre che nascondano, diciamolo pure, intenti di carattere elettoralistico o speculazioni che, io penso, debbano essere condannate da ogni settore dell’Assemblea.

    FASINO. Tutte le speculazioni dobbiamo condannare!

    COLAJANNI. Proprio perchè condanniamo le speculazioni noi affermiamo che fanno male quegli uomini di uno stesso partito che parlano un linguaggio a Enna, un linguaggio diverso a Caltanissetta ed un altro ancora a Pietraperzia.

    LO GIUDICE, Presidente della Giunta del bilancio. Onorevole Colajanni, si occupi più proficuamente del bilancio.

    COLAJANNI. Sto parlando sulla politica della Presidenza. Lei si attenga pure ai suoi criteri amministrativi, onorevole Lo Giudice; io mi attengo ai miei criteri politici; io non sto facendo polemiche con alcuno e proprio un momento fa ho fatto l ’elogio di un deputato del suo settore. (Commenti)

    LO GIUDICE, Presidente duella Giunta del bilancio. Non credo faccia onore al deputato del nostro settore quello che lei dice!

  • Resoconti Parlamentari — 2971; — Assemblea Regionale Siciliana

    l i L egislatura ; XC1X SEDUTA 23 Ottobre 1952

    COLAJANNI. Io ho riconosciuto il comportamento leale e politicamente corretto di un deputato del suo settore; se lei ha da difendere qualche altro deputato lo faccia in sède opportuna e mi lasci proseguire nelle mie argomentazioni; io non mi interesso di beghe municipali ma di ben altro: intendo affermare il concettò ed il dovere, che noi abbiamo, di procedere alla riforma amministrativa per tenére fedeltà allo Statuto,

    LO GIUDICE, Presidente della Giunta del bilancio. I suoi colleghi consiglieri comunali si sono....

    COLAJANNI. Io rispondo dell’opinione mia e di quella del mio gruppo.

    TAORMINA. Signor Presidente, i deputati di maggioranza hanno forse il diritto di interrompere continuamente?

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    COLAJANNI. Queste interruzioni rilevano che, anche- senza far nomi, il mio accenno alla speculazione elettoralistica ha forse colto nel ségno,

    FASINO. Anche i nostri accenni colpiscono sempre nel segno, caro Colajanni!

    COLAJANNI. Se lei si agita, onorevole Fa- sino, vuol dire che il mio strale ha punzecchiato anche lei e di questo io sono lieto. (Proteste dal centro - Ripetuti richiami del Presidente)

    Ad ogni modo noi abbiamo il dovere di dichiarare lealmente, onestamente, non soltanto alla popolazione di Pietraperzia ma a tutte le altre popolazioni che aspirano a determinate nuove sistemazioni che la via maestra, la via che porterà seriamente a concreti risultati non è la via delle agitazioni e delle lotte di una provincia contro l ’altra, non è la via della guerra per la « secchia rapita » ; la via maestra è quella dell’osservanza dell ’articolo 15, dell’attuazione dello Statuto di autonomia, e la via dei liberi consorzi di comuni. (Vivi applàusi dalla sinistra - Commenti al centro) Questo è l’argomento che io sostengo e non di certo per fare polemica in questa sede contro questo o quell’altro consiglio comunale.

    LO GIUDICE, Presidente della Giunta del bilancio. E allora non parli di basse speculazioni. E’ la sua dignità stessa che ne è danneggiata, onorevole Colajanni.

    COLAJANNI. Noi saremmo quasi tentati di non ripetere di volta in volta le nostre doglianze ma come possiamo tacere se voi tenacemente, nonostante il trascorrere degli anni, restate attaccati a simili posizioni di inadempienza ai dettami dello Statuto? Come possiamo non rilevare, ad esempio, che proprio qui, a Palermo, cuore della Sicilia autonoma, che vanta le sue grandi tradizioni giuridiche — e non andiamo a scomodare i grandi giuristi dei secoli passati, non rivanghiamo la tradizione dei maestri di diritto della monarchia normanna e sveva, dagli uomini della polemica col papato, atteniamoci alla tradizione giuridica forense del secolo scorso —, non è stata ancora costituita, come lo-Statuto prescrive, la sezione della Corte di Cassazione ?

    E per passare ad altro campo — tanto per accennare genericamente ad inadempienze, che dimostrano, lasciatemelo dire, la sordità della maggioranza nei confronti delle giuste critiche mosse dall’opposizione — debbo richiamare la magistrale relazione di minoranza dell’onorevole Ovazza, nella quale ho ri-

    . scontrato alcune doglianze che ebbi a fare anch’io nella mia relazione di minoranza presentata su questo settore del bilancio parecchi anni òr sono.

    Riproponiamo, ad esempio, la doglianza della mancata realizzazione deU’amministraione ordinaria dell’E.R.A.S., ancora oggi retto da una amministrazione straordinaria che perdura da un quinquennio. Ricordo che anche io ebbi a fare un accenno in questo senso e che mi si diede sulla voce poiché, a proposito di questa amministrazione, ebbi ad accerinare ad una « ninfa egeria ». Qualcuno ebbe a dolersi della mia allusione, forse troppo pungente, ma in seguito potè constatarsi che la mia ironia ebbe a sortire, sia pure momentaneamente, qualche effetto; si trattò evidentemente di un effètto puramente personale nel senso che esso se giunse alla singola persona non giunse di certo al Governo. Chè infatti F amministrazione straordinaria all’ E.R.A.S. c’era allora, è rimasta tuttoggi, e chissà per quanto tempo ancora rimarrà. L’E.R.A.S., in

  • Resoconti Parlamentari — 2972 — Assemblea Regionale Siciliana

    II L egislatura XC1X SEDUTA 23 Ottobre 1952

    tanto, cresce; nuovi compiti gli vengono assegnati: è intervenuto un mutamento qualitativa, è intervenuta la riforma agraria, questo nuovo, importantissimo evento. Non stiamo qui a stabilire a chi va il merito maggiore di questo evento; indubbiamente è merito dell’autonomia, del popolo e dell’Assemblea siciliana. Questi importantissimi eventi si sono verificati, tuttavia ramministrazìone straordinaria c’era e l ’amministrazione straordinaria rimane.

    MACALUSO. Lo stesso per V A. S. T..

    COLAJANNI. Analoga doglianza va fatta per il mancato riordinamento dei consorzi di bonifica, e così per tanti altri importanti settori già considerati dall’opposizione ed indicati nelle relazioni magistrali del collega Ovazza, del collega Nicastro, ed in quelle degli altri colleglli fra i quali l’onorevole Au- siello, che è intervenuto con chiarezza ed autorevolezza in merito al settore finanziario. Queste inadempienze permangono. La causa di ciò è forse da ricercare nella cattiva volontà? Non credo. Sarebbe, troppo semplice affermare, per esempio, che soltanto per questo motivo, le 471 aule scolastiche, che dovevano essere destinate a scuole ad indirizzo agricolo,...

    RESTIVO, Presidente della Regione. Sono in corso di completamento.

    COLAJANNI. ...non sono state praticamente istituite; e che non sono state completate le opere iniziate. Queste sono ancora le conseguenze della demagogica avventatezza impiegata nell’utilizzazione di quei famosi 30mi- liardi e denunziata dal collega Nicastro, magistralmente, quasi con spirito profetico. (Animati commenti - Richiami del Presidente)

    RESTIVO, Presidente della Regione. L’onorevole Nicastro non voleva le aule scolastiche!

    COLAJANNI. La prego di calmarsi; l’onorevole Nicastro (l’assicuro, il suo sdegno è fuori luogo) voleva quello che allora chiaramente disse e che oggi ancor più chiaramente ha ripetuto nella sua magistrale relazione, cioè voleva una gradualità...

    RESTIVO, Presidente della Regione. No. No.

    COLAJANNI. ...di investimenti in questo settore, voleva che questi fondi fossero destinati in settori che potessero determinare più rapidamente quella, trasformazione dell’ ambiente economico, quella perequazione dei redditi di lavoro cui deve tendere, cui tende istituzionalmente, l ’articolo 38 dello Statuto siciliano. Fuori di luogo quindi — me lo consenta, onorevole Presidente della Regione — il suo sdegno.

    RESTIVO, Presidente della Regione. Incauto è il suo richiamo, onorevole Colajanni.

    COLAJANNI. Non spariamo con la segatura; quando bisogna colpire, bisogna caricare bene il-fucile.

    RESTIVO, Presidente della Regione. Lei è feroce nel definire la sua eloquenza!

    COLAJANNI. A questo punto vorremmo porre degli interrogativi, al Governo regionale, senza scendere nei particolari. Abbiamo sentito la voce dell’Assessore La Loggia, autorevole voce; non abbiamo ancora potuto sentire la voce dei colleghi della maggioranza.

    SALAMONE. Parleremo, sì, ma senza tono magistrale!

    COLAI ANNI. Saremo lieti di ascoltarli! Fra i colleghi di maggioranza vi saranno degli uomini che avrebbero certamente — io ritengo — la capacità di scrivere e di esporre con maestria di certo non inferiore, anzi anche superiore a quella del collega Nicastro; credo anche, però, che queste qualità non si pongono in risalto non perchè non ci siano, ma perchè tutto un vizio di sostanza, — mi permetto di difendere queste 1 sue nascoste qualità egregio contraddittore! — un vizio di fondo impedisce loro di venire alla luce, in tutto lo splendore delle argomentazioni e della documentazione.

    SALAMONE. Scenda dalla cattedra.

    COLAJANNI. Noi abbiamo appreso —- dicevo — proprio in sede di Giunta del bilancio,

    I dalla voce dell’Assessore delegato ai trasporti

  • Resoconti Parlamentari — 2973 — Assemblea Regionale Siciliana

    II. L egislatura XCIX SEDUTA 23 Ottobre 1952

    ed alle comunicazioni che il direttore delle Ferrovie dello Stato, Di Raimondo, ha annunziato la soppressione delle ferrovie secondarie siciliane, che importano allo Stato un oneredi un miliardo e mezzo.1 • - - . - ‘I

    DI BLASI, Assessore delegato ai trasporti ed alle comunicazioni. Ha manifestato il proposito.

    COLAJANNI. Ebbene, chiedo all’Assessore se intende difendere, contro questo annunciato proposito, le ferrovie secondarie siciliane. Ed il Governo intende, ove l ’Assessore volesse difendersi, dare a quest’ultimo la sua solidarietà, il suo consenso? Non vogliamo qui impostare una facile polemica col senatore Romano, il quale ha dichiarato (se non mi inganno furono queste le sue parole testuali)

    I che non si sarebbe più recato a Nicosia se non sulla costruenda ferrovia a scartamento ridotto. Comunque, qui non siamo al senato:I non va dimenticato, però, che il senatore Romano è un senatore della Sicilia e, quindi, parlando di problemi siciliani, non possiamo! ignorare ,1’annunziato viaggio in quella famosa ferrovia che doveva raggiungere il Comune di Nicosia (sembra, peraltro, che il

    senatore Romano non sia stato il solo uomo politico a manifestare propositi « turistici » di questo genere!)

    Il problema che ci interessa, comunque, non è quello della ferrovia secondaria che deve raggiungere Nicosia o altri centri dell’interno della Sicilia, ma è il problema generale delle ferrovie secondarie esistenti tutt’oggi. Io non mi soffermerò sull’argomento che sarà ogget-

    I to di discussione in sede più propria; io mi limiterò a porre questo interrogativo, con spirito e con animo socratico, al Presidente ed al Governo della Regione: intendiamo difendere i poteri della Regione in materia di trasporti? Io non ripeterò quanto è detto nella relazione dell’onorevole Nicastro; tuttavia, le dichiarazioni dell’Assessore del ramo vanno prese in considerazione. Noi riteniamo che i poteri della Regione debbano essere difesi e che non si debba assolutamente abdicare alle potestà che ci competono nè nel settore dei trasporti nè negli altri settori. Noi siamo stati danneggiati doppiamente dalla guerra in materia di trasporti, come è stato acutamente rilevato nella relazione dell’opposizione: in pri

    mo luogo abbiamo subito i danni causati, anche se in misura minore del resto dell’Italia, dalla condotta delle operazioni; in secondo luogo, per le condizioni particolari della Sicilia, questi danni hanno avuto una incidenza maggiore che nelle altre regioni del Paese, perchè l’usura dell’esercizio non ha trovato adeguato corrispetivo nei lavori che avrebbero dovuto corregere, modificare lo stato di cose determinato dall’usura stessa. Ciò ha peggiorato notevolmente l’efficienza tecnica e la capacità di assorbimento del nostro materiale rotabile. Queste sono dichiarazioni della nota preliminare dì accompagnamento allo stato di previsione dell’amministrazione delle Ferrovie dello Stato, nota citata dall’onorevole Nicastro.

    Un’altra domanda al Governo: se intende dar corso ad un’azione di rivalsa dei danni per il passivo dell’I.N.T., che grava sull’A.S.T. e che deve essere considerato anch’esso come un danno di guerra da liquidarsi da parte dello Stato? Noi poniamo questa domanda nella speranza che possa venire dal Governo, una risposta atta a tranquillizzare non soltanto noi, uomini politici responsabili, ma anche migliaia di famìglie di lavoratori direttamente interessati al problema della efficienza dell’A.S.T..

    Questi rilievi, questi interrogativi pongono una questione politica, di fondo, una questione determinata dalla struttura politica, e, vorrei dire, anche dalla composizione e dalia struttura sociale del Governo della Regione; struttura e composizione alle quali si è riferito ieri sera. il collega Ausiello quando ha trattato della politica fiscale seguita dal Governo regionale. Mi spiace che non’ sia presente l’onorevole La Loggia poiché avrei voluto rivolgergli una domanda particolare; sono rimasto enormemente sorpreso per il confronto che egli ha voluto fare tra la politica fiscale del Paese forse più tassato del mondo, l’Italia, ed il Paese che, a prescindere dalle sue strutture, a prescindere dalla importantissima decisiva considerazione che si tratta del Paese del sociahsmo avviato al comuniSmo, è il Paese meno tassato del mondo, l ’Unione delle Repubbl’che socialiste sovietiche. C’è, veramente, un solo paese che supera in questo campo l ’Unione sovietica ed è il Principato di Monaco, dove non si pagano tasse di alcun genere.

  • Resoconti Parlamentari — 2974 — Assemblea Regionale Siciliana

    II L egislatura XCIX SEDUTA 23 Ottobre 1952

    MACALUSO. Neanche la grossa borghesia italiana paga tasse!

    COLA-JANNI. V ’è da rilevare, però, che in quel piccolo Stato vi sono, in materia di casinò. idee assai diverse da quelle del Governo regionale o, almeno, di alcuni componenti del Governo regionale!

    Il problema della politica fiscale è stretta- mente collegato al problema delle disponibilità del Governo regionale e del Governo centrale. Non c’è. l ’isolato problema delle bonifiche; quello delle riparazioni dei danni agli alluvionati; quello della industrializzazione o della concessione di crediti attraverso l ’I.R.I. o attraverso le vie diverse che sono state indicate (vie magari più tradizionali ma che, comunque, devono essere battute perchè si giunga rapidamente a qualcosa di conclusivo e di concreto in materia di credito): tutti questi nostri problemi sono legati al problema della pressione tributaria nelle varie regioni; oggi questa pressione è così grave, è così pesante, perchè la maggior parte, delle entrate, della Regione e delio Stato, ottenute con il grande sacrificio di tutta la popolazione italiana, sono destinate al riarmo.

    Riferendomi a tutta la popolazione italiana, debbo fare un’eccezione per i grossi evasori del genere di Brusadelli; probabilmente anche in questo campo aveva ragione l ’onorevole Caltabiano quando affermava, a proposito delle grandi evasioni fiscali, che la depressione dell’area della Sicilia è tale da investire financo i baroni, i quali — sempre secondo l’onorevole Caltabiano — non potrebbero raggiungere nelle evasioni fiscali le altezze, le vette immacolate raggiunte da Brusadelli e dagli altri personaggi di questo genere!

    MORSO. Chi più dei baroni può essere depresso? Lo dice la stessa parola barv.s!

    COLAJANNI. Tutto è legato, dicevo poc’anzi, al problema di queste somme enormi ottenute con tanti sacrifìci, spese — oggi lo si riconosce — con tanta larghezza e gettate con tanta, non vorrei qualificarla, imprevidenza, ma certamente con scarsa carità di patria, nel gorgo del riarmo, per la cosiddetta difesa del mondo atlantico, del modo di vivere atlantico. Noi non vogliamo qui im

    postare una polemica, che ci condurrebbe troppo lontani, sulla ripartizione della civiltà, in civiltà occidentale e orientale; non vogliamo fare disquisizioni sui sipari, sulle cortine di ferrò o di acciaio. Per fortuna, questo sipario è varcato in numero sempre più crescente, da uomini di parte a noi avversi, da uòmini politici,, da. uomini di affari,, da uomini di scienza, da artisti che attraverso questo cosiddetto sipario vanno e vengono tranquillamente; per fortuna, quindi, molte opinioni, molte posizioni mentali e sentimentali, create, attraverso l ’imbottimento dei cranii operato dalla stampa e dagli altri mezzi di propaganda atlantica, vanno crollando man mano, nell’interesse della pacifica convivenza dei popoli, nell’interesse di quel che sta a cuore a tutti gli uomini, per usare l’antica espressione medioevale, dotati di senno, di ragione e di misericordia: la pace.

    Ecco- perchè noi rivolgiamo le nostre lagnanze al Governo regionale, e riportiamo in Assemblea la critica mòssa al Governo (mi sia consentito di affermarlo,- e non posso essere smentito, perchè altri parleranno certamente di questo) financo da un membro del Governo stesso: l’Assessore delegato' alla pesca ed alle attività marinare, che in Giunta del bilancio ha fatto delle importanti dichiarazioni. Di tali dichiarazioni non mi varrò a scopo polemico contro il Governo, ma me ne faccio portatore soltanto perchè si possa da tutti comprendere che la nostra non è una critica preconcetta, non è una critica che sorge dal desiderio di mortificare questo o quell’uomo di Governo, questa o quella parte politica, ma è originata dallo stato obiettivo delle cose; è una critica determinata da necessità così stringenti, così cocenti da provocare, financo, un atteggiamento di ribellione, di critica aperta anche in alcun membri del Governo.

    Come mai uomini come il Provveditore alle opere pubbliche si possono perméttere atteggiamenti quali la diserzione —- diciamolo pure — dalle sedute del. Comitato regionale di bonifica, con la dichiarazione formale che ne disconoscono l’autorità?

    Chi ha avallato...

    GERMANA’ GIOACCHINO, Assessore all’agricoltura ed alle foreste. Chi l’ha detto? Ove e quando è stato detto? E da chi?

  • Resoconti Parlamentari — 2975 — Assemblea Regionale Siciliana

    II L kgisi. atura . XCIX SEDUTA 23 Ottobre 1952

    COLAJANNI. Le risponderò.

    CEFALU’. Ha bocciato completamente le trattative condotte personalmente dall’ Assessore, ;

    GERMANA’ GIOACCHINO, Assessore all’agricoltura ed, alle foreste. Lo escludo.

    COLAJANNI. Saranno fatte tutte le precisazióni da chi di ragione.

    RESTIVO, Presidente della Regione. E’ lei che cita un fatto. .

    COLAJANNI. Lo confermo.

    RESTIVO, Presidente della Regione. Lei, però, si rimette ad una futura testimonianza.

    COLAJANNI. Verranno le precisazioni. Intanto le dichiaro che questo è avvenuto ed ancora non è seguita smentita alcuna a quanto è stato non detto ma già scritto da parte di deputati del mio settore.

    RESTIVO, Presidente della Regione. La smentisco io.

    MONTALBANO. E’ il Provveditore che deve smentire.

    GERMANA’ GIOACCHINO, Assessore all’agricoltura ed alle foreste. Smentisce l’organo interessato: l ’Assessore all’agricoltura.

    COLAJANNI. Che il Provveditore possa avere mutato opinione, re melius perpensa, o per suggestione o anche per l ’atteggiamento assunto dal Governo del quale non potremmo che compiacerci; che questo sia potuto accadere, possiamo anche ammetterlo. Resta indubbio, però, il fatto che questo atteggiamento è stato preso; del resto, sappiamo ben e — e qui non vogliamo parlarne — che determinate mancanze di riguardo, chiamiamole in questo modo; commesse in questa o in altra occasione, in danno di singoli deputati e financo — perchè no? — anche in danno...

    MONTALBANO. Dello stesso Assessore ai lavori pubblici.

    Resoconti, f. 406

    COLAJANNI. ... di membri del Governo, stanno ad indicare che il Governo non ha dimostrato l’energia necessaria. E ciò non perchè agli uomini di Governo manchino il prestigio personale e le qualità necessarie, ma perchè — questo è il problema politico — l’autonomia non è sentita attraverso l ’opera del suo Governo. Questa fondamentale politica di difesa ad oltranza delle realizzazioni dell’autonomia non ha ancora permeato tutti gli ambienti e, specialmente quelli che sono ancora legati, o in una maniera o in altra, agli organi centrali, agli organi antiautono- mistici ed antisiciliani.

    Problemi gravi attendono la soluzione : noi non, pretendiamo, e non abbiamo mai preteso, la soluzione immediata di tutti. Una pretesa di questo genere avrebbe tolto ogni serietà alla nostra critica, che, peraltro, non è tale poiché noi abbiamo f sempre indicato soluzioni concrete per ogni problema. Quindi, abbiamo dato modo al Governo di risolvere questi problemi ove ve ne fosse stata la volontà; ove la politica generale condotta a Palermo, o la politica di acquiescenza a quella generale condotta a Roma, avessero consentito al Governo stesso di giungere agli obiettivi indicati, nell’interesse della Sicilia.

    Invece, noi abbiamo visto che, fermandoci alle cifre dal ’48, solo il 22 per cento era stato ricostruito in Sicilia, in materia di abitazioni, contro il 65 per cento nella penisola; che la proposta di legge speciale per Palermo, presentata dal Blocco del Popolo per risolvere problemi vitali per la capitale della Sicilia autonoma, non ha trovato l’eco di consenso che avrebbe dovuto trovare,, che meritava e che merita. E non vediamo, nell’indirizzo del Governo, un segno favorevole a questa proposta di legge, che se non risponde — e non risponde certamente ^ agli schemi classici già indicati da Zola in un suo libro famoso, a proposito' di speculazioni immobiliari, risponde, però, agli interessi vitali del popolo, minuto della città di Palermo, della capitale della Sicilia autonoma. Ma dì questo avremo certamente agio e modo di discutere con serenità, perchè sin dal primo momento noi abbiamo voluto presentare all’opinione pubblica palermitana, siciliana e nazionale, non una proposta di legge che fosse del Blocco del popolo, ma una proposta che si deve alla iniziativa di siciliani di buona volontà, di

    (700)

  • Resoconti Parlamentari 2976 — Assemblea Regionale Siciliana

    II L egislatura XCIX SEDUTA 23 Ottobre 1952

    buoni patrioti che offrono uno strumento valido per tutta la gente di buona volontà, per tutti i patrioti di buona fede, al fine di risolvere un problema vitale per Palermo, per la dignità della capitale della Sicilia, per la rinascita della Sicilia.

    E il ritardo — delle cui profonde e particolari ragioni certamente altri colleghi parleranno — nella discussione di un altro problema vitale per la Sicilia, quale è quello del- Fazienda siciliana zolfi? Per non perderci nei particolari della industrializzazione siciliana, ma per venire subito a quello che è il cuore del problema dell’industrializzazione, mi soffermo nel settore zolfifero, l’industria fonda- mentale, tradizionale, e insieme nuova, alla quale in questo momento guardano — purtroppo non per le stesse ragioni per le quali vi guardiamo noi, ma con molto interesse — sia la Montecatini, sia i gruppi finanziari che seguono in Italia la politica dei monopoli, sia i grandi monopoli, che in questo momento, purtroppo, dirigono tutta la politica della parte, cosiddetta atlantica, del mondo. Perchè tanto ritardo? Manca forse la capacità giuridica, manca la capacità tecnica in Sicilia per affrontare un problema di questo genere? O è assolutamente inconciliabile l’istituzione di un’azienda siciliana zolfi con quella iniziativa privata, alla quale sembra così appassionatamente legato l’Assessore Bianco? O non è, invece, anche uno strumento per venire incontro a determinate carenze per modificare l ’ambiente, onde consentire alla sua tanto amata iniziativa privata nuove imprese e aprire a tutto il popolo siciliano, a tutta la economia siciliana, nuove prospettive?

    E il denaro per l’Ente siciliano di elettricità? Per questo altro pilastro della nostra autonomia, ove tutto andasse bene, fino al 1955 (l’ho appreso dalla relazione del collega Nicastro, che non m i. permetterò più di qualificare magistrale per non urtare il sistemanervoso dell’egregio collega Salamone!).......(ilarità)

    SALAMONE. Se è proprio per me!

    COLAJANNI........si realizzerebbe solo il40 per cento del programma.

    E da qui passiamo a parlare dell’irrigazione. Invece che lOOmila ettari soltanto 40mila ettari irrigati! E voi capite cosa significano,

    quanto incidono nell’economia siciliana cifre di questa grandezza, egregi colleghi. Qual’è, onorevole Restivo (parlo proprio al siciliano, allo studioso di problemi siciliani), l ’azione del Governo perchè la Sicilia non sia danneggiata in questo settore vitale? Perchè la Sicilia non venga ancora una volta danneggiata e beffata attraverso la cosiddetta unificazione delle tariffe elettriche? Problemi tutti vitali, me lo consentirà, onorevole Restivo. Credo che l’onorevole Bianco non può che concordare con me, se non nell’ansia dell ’interrogativo, almeno nella valutazione della importanza decisiva, per certi aspetti, dei problemi ai quali accenno.

    Noi abbiamo certamente dei nemici. Qualcuno diceva: molti nemici molto onore. Non ha avuto fortuna nè il personaggio, nè la frase. Noi non siamo di questa opinione; noi vogliamo diminuire il numero dei. nemici della Sicilia, e, sopratutto, vogliamo, se abbiamo degli amici, conoscerli, vedere quale azione svolgono, in che senso essa si muove e su quali basi può avvenire l’incontro. Non mi riferisco, certamente, all’incontro dei rappresentanti dei socialisti e dei comunisti e degli indipendenti del Blocco del popolo con le tesi dell’organizzazione dei consigli di gestione in Italia, perchè il nostro incontro con quelle tesi è facile, vorrei dire, anzi, che vi è una compenetrazione politica e ideologica fra questo schieramento e quall’altro grande schieramento nazionale e popolare.

    Il problema è di trovare il punto di incontro tra l’insieme della rappresentanza siciliana, fra la politica governativa regionale e queste proposizioni, e queste linee, che sono di salvezza per la Sicilia.

    Non ho bisogno di fare lunghe disquisizioni, spero che certi argomenti saranno presenti alla mente degli onorevoli colleghi, degli avversari che mi stanno ad ascoltare. Sono linee di rinnovamento totale delle nostre strutture, sono linee che riguardano la produzione a buon mercato di trattori e di macchine agricole, la riduzione di un terzo del costo e, quindi, anche del prezzo dei concimi chimici e la possibilità, in conseguenza, di aumentare almeno di un terzo la produzione dei concimi chimici. Onde, questi rilievi si sommano a quelli già fatti dal collega Ovaz- za sia sul problema della meccanizzazione che sul problema del consumo dei fertilizzanti.

  • II L egislatura XCIX SEDUTA 23 Ottobre 1952

    Resoconti Parlamentari — 2977 — Assemblea Regionale Siciliana

    Noi abbiamo fatto dei passi avanti — e ne siamo lieti — nel campo della meccanizzazione agraria. Noi del Blocco del popolo, con la nostra proposta di legge sulla meccanizzazione agraria, abbiamo dato il nostro modesto contributo a quest’opera. Non ho potuto fare il calcolo (ma, del resto, si tratta di un calcolo assai facile partendo dalla media di 5milioni a trattore) di quello che l ’economia siciliana, in questi ultimi anni, ha speso per l’acquisto di trattori. Ebbene, se noi* siciliani, insieme con le popolazioni delle Calabria, della Sardegna, di tutto il Mezzogiorno, delle zone arretrate dell’Italia —• e non soltanto delle zone arretrate dell’Italia, perchè l ’esigenza, in definitiva, è comune, a tutto il mercato italiano, anche nelle zone più progredite —, avessimo dato il nostro appoggio politico, onorevoli colleghi, dico politico, alla linea dei consigli di gestione, alla linea innovatrice nazionale della Confederazione generale italiana del lavoro sul problema della grande industria monopolistica della FIAT, della Montecatini, quanti miliardi avrebbe risparmiato l ’economia siciliana? Anche i baroni, egregio collega che poco fa difendeva la causa dei baroni... (Commenti dalla destra)

    Non mi riferisco all’onorevole Benedetto Majoràna; l’onorevole Majorana ho l ’impressione che queste cose le comprenda molto, ma molto più rapidamente dell’egregio mio contraddittore di poco fa! (Proteste dalla destra) L ’onorevole Majorana difende i suoi interessi di classe, ma siccome, in definitiva, esprime determinati concreti interessi della produzione siciliana, trova talvolta anche, non dico il coraggio politico, ma l ’opportunità di venire qui, a questa tribuna, e di dimostrare che le arance della California sono venute sul mercato italiano, sul mercato di Milano a cacciare via le arance della Sicilia.

    MAJORANA BENEDETTO. E’ una coincidenza.

    COLAJANNI. E di questo ho il dovere di dargli atto; se non lo facessi sarei mi cieco fazioso, e non lo sono, nè desidero diventarlo.

    Quanto ci costa — dicevo — questa mancata azione contro i monopoli? Quanto ci costa, onorevole Presidente della Regione, onorevole La Loggia, la mancata applicazione degli articoli 39 e 40 dello Statuto siciliano, relativi al problema della esenzione dal dazio do

    ganale per le macchine necessarie al nostro progresso e alla nostra rinascita, nonché al problema della valuta estera?

    Noi vi poniamo degli interrogativi per averne una risposta e desideriamo che questa risposta appaghi l’attesa del popolo siciliano. Noi abbiamo dato numerose prove di questa nostra chiarezza e, lasciatemelo dire, anche di questa nostra forza. Quando si imposta un problema con chiarezza, in definitiva — non per, usare parole grosse, onorevoli colleghi — il giudizio che conta (che è poi quello della storia) è quello giusto, che dà il riconoscimento e divide equamente la lode a chi la merita, anche se di diverso settore, anche se si è giunti a determinate conquiste attraverso quella concordia discorde che, in definitiva, si realizza con la critica, con la democrazia.

    Non abbiamo niente da fare, non abbiamo niente da dire perchè l’attesa degli esportatori siciliani sia appagata? Io non vorrò su questo argomento spendere molte parole, ma non vi è dubbio che vi sono ragioni oggettive, comuni a tutti gli strati attivi della popolazione siciliana, che ci spingono a chiedere una modificazione dell’orientamento della nostra politica in materia di scambi. Ma si dice: ia nostra politica in materia di scambi è condizionata rigorosamente alla nostra politica estera. E ben venga il mutamento della politica estera! In questo momento noi non chiediamo tale mutamento come rappresentanti di determinate categorìe, ma come rappresentanti di tutto il popolo siciliano, che ha interèsse a vedere aperte delle vie di salvezza e di rinascita.

    Questa è una posizione polemica col Governo centrale? Peggio per il Governo centrale se ha messo tutto il popolo siciliano in condizioni di doversi muovere unito, anche se, talvolta, le labbra tacciono. Ma noi comprendiamo certi silenzi, noi comprendiamo l’amarezza di tanti siciliani, che magari dalla disciplina di partito sono costretti a serrare nel proprio cuore la preoccupazione ed il dolore per questa situazione, per le prospettive estremamente pericolose di questa situazione.

    Avrei voluto accennare anche alcuni indici della nostra depressione. Altri lo farà parlando dell’articolo 38 dello Statuto. Del resto, è stato già fatto nelle relazioni che gli onorevoli colleghi avranno sicuramente letto. Non accennerò neanche a certi indici relativi ai

  • Resoconti Parlamentari — 2978 — Assemblea Regionale Siciliana

    II L egislatura XCIX SEDUTA 23 O ttobre 1952

    protesti, a certi indici che denunciano un peggioramento della situazione (un peggioramento che senza l ’autonomia certamente sarebbe stato estremamente più grave e che, per fortuna, non è generale, non è in tutti i settori : ed anche questo è un lato estremamente positivo dell’autonomia).

    Però, il cammino che si doveva, che si poteva percorrere, non si è percorso. Sì sarebbe potuto procedere hi tanti settori, ma soprattutto nel settore delle opere di cui all’articolo 38 dello Statuto, con altra velocità e con altri mezzi. Sì, certo, è stata estremamente dannosa quella sorta di pianificazione, del genere di quella che Lenin definì: l’anarchia elementare borghese (parlo di quello zibaldone famoso dell’artìcolo 38: quella è la pianificazione dell’anarchia elementare borghese). Le conseguenze le piangiamo tutti insieme oggi. Quanto meglio per la Sicilia se si fossero ascoltate le critiche dell’onorevole Nicastro!

    RESTIVO, Presidente della Regione. Pianga da solo, onorevole Colajanni!

    COLAJANNI. L ’Assessore, onorevole La Loggia, ha voluto fare confronti tra i sistemi fiscali dell’Italia e dell’Unione Sovietica; noi non vogliamo farne: sappiamo cosa è il regime capitalistico, conosciamo i limiti della pianificazione in un regime capitalistico. Noi, quindi, non ci azzardiamo di fare confronti affrettati, avventati, arbitrari tra la pianificazione nostra nel campo dell’articolo 38 e, per esempio, la pianificazione del grande Paese del socialismo, della società socialista che va verso il comuniSmo. Non vogliamo fare e non possiamo fare questi confronti, onorevole La Loggia, perchè non è possibile stabilirne fra cose eterogenee.

    Solo mi dolgo di una cosa: che sia toccato un triste compito proprio al vecchio genitore dell’onorevole La Loggia, all’uomo che certamente ha dato un contributo da tutti apprezzato (da noi, vorrei dire, in modo particolare apprezzato) per la formulazione dell ’articolo 38. Noi l’avevamo considerato sempre, il vecchio La Loggia, come il cantore dell ’articolo 38; e, invece, in un suo recente articolo abbiamo dovuto leggere quasi il de profundis all’articolo 38. La salvezza della Patria, suprema lex\ Ha indicato, in definitiva, anche se argomentava in favore di una determinata politica, la radice del male: il riarmo, la politica di guerra.

    LA LOGGIA, Vice Presidente della Regione ed Assessore alle finanze. Meno male che Stalin ha dato finalmente la prova di quanto siano necessarie le opere di difesa ! Fortunatamente abbiamo un’autorevole testimonianza!

    COLAJANNI. L ’autorevole testimonianza dice che è desiderabile e che è possibile la coesistenza pacifica dei due sistemi e che la rivoluzione non è merce di esportazione, dato che lei mi chiama alla polemica.

    FASINO. Non è questione di gruppo di as->- salto, onorevole Colajanni!

    COLAJANNI. Debbo dire, inoltre, che avremmo potuto e dovuto fare passi molto più rapidi nel campo della riforma agraria; invece, oggi siamo arrivati a questo — sembra mia coincidenza — : si discute il bilancio e ci sono le masse contadine in movimento. Le masse contadine, lo si sa, sono in movimento non perchè hanno fame di terra, sete di giustizia secolare, no, gentile signora Tocco, si muovono perchè ci sono i sobillatori!

    TOCCO VERDUCI PAOLA Siamo d’ac ̂cordo.

    SALAMONE. Giusto!

    COLAJANNI. Questi sobillatori avrebbero la forza, dall’oggi al domani, di muovere 50 mila contadini della Sicilia...

    FASINO. Le colonne de L’Unitàl

    COLAJANNI. ...nonostante le repressioni e gli arresti.

    La teoria dei sobillatori, che tanto esalta la gentile signora Tocco, è una teoria molto antica in Sicilia.

    MACALUSO. Nel mondo.

    COLAJANNI. Nel mondo, giusto, ma in modo particolare in Sicilia che, vorrei dire, in questa materia ha quasi dei primati.

    Apprendevo l’altro giorno che un vice questore siciliano, proprio quello di Palermo, ad un certo punto ha detto : « se andate avanti nelle occupazioni noi arresteremo anche tutta

  • Resoconti Parlamentari

    II L egislatura XCIX SEDUTA 23 Ottobre 1952.

    —- 2979 — Assemblea Regionale Siciliana

    la Sicilia»! Non so se ha detto queste parole col garbo col quale il marchese di Rudinì ebbe a dire a Barbato e agli altri dirigenti dei Fasci: « tutte le volte che voi vi muove- rete vi farò arrestare con sempre più sottili manette ». Credo che il Vice questore di Palermo non ha avuto forse la finezza e l’ironia scettica, e per certi aspetti anche cinica, del marchese di Rudinì; ma la sostanza è quella: voi vi muoverete, noi vi arresteremo e tutto finisce lì. (Approvazioni dalla sinistra)

    No non finisce lì, perchè la teoria della so-̂ binazione, me lo consenta gentile signora Tocco, è una teoria risibile, quando non è una montatura del tipo già sperimentato in Sicilia all’epoca dei Fasci dei lavoratori siciliani; anche allora si disse che i sobillatori erano i socialisti; anche allora venne fuori financo il documento; non un documento del quale si parlò soltanto in una questura ma un documento che fu letto, suscitando vivissima impressione, alla Camera, come riporta il resoconto parlamentare. Sentite questo documento importante, che costituiva la prova della sobillazione rivoluzionaria da parte dei dirigenti dei fasci siciliani del ’93. Tra quei sobillatori c’era anche l’egregio genitore dell’attuale Assessore, c’era il vecchio La Loggia ■— anche lui era uno dei sobillatori! — allora redattore del giornale II Siciliano insieme al principe di Cutò- e ad altri valent’uomini. C’era anche l ’egregio suo genitore, collega La Loggia!

    Sentite questo documento venuto fuori dalla mente di Barbato o del vecchio La Loggia.

    LA LOGGIA, Vice Presidente dèlia Regione ed Assessore alle finanze. Non esageriamo coi paragoni!

    TOCCO VERDUCI PAOLA. Non esageriamo, i metodi erano diversi!

    COLAJANNI. I metodi, allora, le dico che erano peggiori; allora c’erano i tribunali militari che non scherzavano e hanno inflitto condanne a ventine di anni di reclusione;...

    TOCCO VERDUCI PAOLA. Erano diversi i metodi dei sobillatori ed il fine.

    COLAJANNI. ...una volta tanto voglio difendere quanto meno l’onorevole Restivo.

    Sentite il proclama: « Operai figli del Ve- « spro, ancora dormite? Corriamo al carcere

    « a liberare i fratelli; morte al re, agli impie- « gati; abbasso le tasse e fuoco al Municipio, « al casinò dei civili. Evviva il Fascio dei la- « voratori! Quando le campane suoneranno « assieme corriamo armati al castello che tut- « to è pronto per la libertà; attenti al segnale!»

    Ebbene, poi si scoprì (attraverso un giudizio che venne consacrato, dal tribunale penale di Termini, in sentenza) che detto proclama non fu mai pubblicato e venne sequestrato alle poste; che non era sottoscritto; ed infine, che era stato inventato da un miserabile vice cancelliere di Petralia Soprana. Questi per liberarsi di un marito incomodo, spedì il proclama a questo ultimo e in pari tempo lo denunziò come pericoloso anarchico che era in corrispondenza con i rivoluzionari, dai quali doveva ricevere ad un dato giorno quel famoso proclama, che ebbe l ’onore di impressionare vivamente la Camera dei deputati. (Ilarità a sinistra).

    Che dire del trattato di Bisacquino? Oggi contro di noi c’è l ’oro di Mosca, chi non lo sa? Allora contro i dirigenti dei Fasci c’era pure l’oro di Mosca, ma era l ’oro della Mosca zarista, quella Mosca che mandava in galera coloro che dovevano liberare il mondo dalla piaga e dalla vergogna dello zarismo! Comunque, c’era l’oro della Francia anche per Tasca di Cutò, per De Felice, per Giuffrida, per l’egregio suo genitore, onorevole La Loggia! E c’era il documento, il famoso trattato di Bisacquino — documento anche quello falso ■—, stilato da un commissario di pubblica sicurezza per ingraziarsi Crispi. Non credo che Crispi in persona avesse ordito questa miserabile e vergognosa trama.

    MACALUSO. Il vice questore di allora!

    COLAJANNI. Noi abbiamo mosso queste critiche, abbiamo posto queste domande, abbiamo indicato queste vie implicitamente, anche perchè crediamo nella possibilità, oltre che nella necessità, di modificare sostanzialmente la situazione in Sicilia e in Italia. Quando noi diciamo: «governo di unità siciliana »; lo facciamo forse per il gusto di ripetere una frase, così, propagandistica? Evidentemente no: indichiamo una via necessaria per la salvezza della Sicilia, attraverso la quale si potrebbe dare un contributo, forse decisivo, alla causa della rinascita, dell’indipendenza, della sovranità nazionale e della pace per il nostro Paese e per il mondo.

  • II L egislatura XCIX SEDUTA 23 Ottobre 1952

    Resoconti Parlamentari — 2980 — Assemblea Regionale Siciliana

    La Sicilia ha dato delle prove importanti — perchè non dirlo? perchè non sottolinearlo?— anche nel momento in cui noi esprimiamo con tanta franchezza, con tanta anche necessaria crudezza, le nostre critiche. Perchè non ricordare i momenti migliori di questa Assemblea? Perchè non ricordare i voti che hanno trovato unanime l ’Assemblea? Perchè non ricordare quel voto contro la guerra, che trovò unanime l’Assemblea? Perchè non ricordare la nostra legge elettorale, proprio nel momento in cui si vuole buttare sulle spalle della Nazione una legge elettorale antidemocratica? Perchè non rivendicare tutto ciò ad onore della Sicilia? (Applausi dalla sinistra)

    MACALUSO. Bravo!

    COLAJANNI. Onore di tutti noi, onore della Sicilia!

    Certo c’è della gente che farnetica di crociate; c’è qualche avventato, che è stato condannato financo dagli stessi ambienti reazionari americani, che a un certo momento ha parlato di marea fangosa e dì crociate per liberare dalia marea fangosa i paesi di nuova democrazia! Non posso idealmente incrociare— come modesto uomo politico onorato in una Assemblea onorata — la spada contro gente che, per concorde riconoscimento della opinione americana, si è lasciata corrompere per denaro. Da galantuomo respingo il fango sulla faccia di coloro che nel fango vivono!

    SANTAGATI ORAZIO. Dieci anni fa vivevano pure nel fango?

    BUTTAFUOCO. Altri tempi!

    COLAJANNI. C’è una graduatoria nel fango; c’era qualcuno che era più fangoso allora del capitalismo americano ed era l’imperialismo aggressivo nazista,... (vivi applausi dalla sinistra - animate proteste dal settore del Movimento sociale italiano)

    SANTAGATI ORAZIO. Lei è buono per la suburra!

    COLAJANNI. ...il sanguinario e barbarico nazismo, e il fascismo tedesco, giapponese e italiano. Nascondetevi nelle fogne, come eravate nascosti nelle fogne il 25 aprile!

    AUSIELLO. Vergognatevi! (Proteste dal settore del Movimento sociale italiano - Clamori - Ripetuti richiami del Presidente)

    BUTTAFUOCO. Abbiate il pudore di stare zitti!

    COLAJANNI. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, noi sappiamo ben distinguere tra le bandiere di Eisenhower e la bandiera di Lincoln, di Jefferson, di Washington, del popolo americano! (Applausi a sinistra)

    RESTIVO, Presidente della Regione. Che democraticamente esprime ì suoi governanti.

    COLAJANNI. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, ho voluto ricordare momenti importanti, vorrei dire solenni, di questa Assemblea; voti che hanno portato la Sicilia ad un livello di alta considerazione in tutto il Paese e anche fuori d’Italia.

    Mi sia consentito — poiché c’è qualcuno che sogna avventatamente delle crociate — di ricordare che proprio qui, in questa Assemblea, è stato commemorato e celebrato un Grande che possiamo considerare siciliano: Federico II. Questo Grande, ad un certo momento, fece anche lui la sua crociata; la realizzò non con la guerra, ma attraverso il contatto diplomatico, attraverso l’accordo: una crociata pacifica che sortì risultati imponenti senza spargimento di sangue. A mio avviso — e, credo, ad avviso di ogni uomo che vuole cogliere la parte positiva dei singoli grandi personaggi della storia e quella soltanto esaltare — quella, forse, è la pagina più grande della vita di quel Grande.

    Ebbene, oggi che c’è la possibilità, abbiamo noi il dovere di giungere, attraverso l’accordo, alla soluzione dei problemi.

    Vi sono dei problemi che ci riguardano direttamente (credo di averlo soltanto accennato, sarà dimostrato luminosamente da altri colleghi che interverranno sul bilancio): il problema dell’ampliamento degli scambi con tutti i popoli del mondo. Questo problema viene posto non soltanto da noi, ma anche da uomini lontani, politicamente e socialmente, dalle forze che noi rappresentiamo. In questa Assemblea dobbiamo riconoscerlo —, e fuori, l’onorevole Benedetto Majorana, l’onorevole Franco, l’onorevole Guttadauro e altri uomini hanno affermato (nella vi

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    sione di interessi concreti, che possono essere anche lontani dai nostri, ma che hanno questo punto di convergenza con i nostri nell’interesse comune della Sicilia) la necessità di espandere gli scambi in tutte le direzioni.

    Mi sia consentito di concludere ricordando un avvenimento che onora l ’Assemblea e onora in modo particolare il Presidente dell’Assemblea, che tutti ci rappresenta: in occasione della visita della delegazione sovietica, venuta a portare gli aiuti fraterni delle organizzazioni sindacali e di massa dell’Unione sovietica agli alluvionati italiani, il nostro Presidente ebbe a dire parole di unità, di concordia, di civiltà.

    Ecco un segno dell’Assemblea, ecco una manifestazione che ci trova concordi, ecco una manifestazione di civiltà; ecco un atto di fede, lasciatemelo dire, Presidente; ecco un atto di fede nell’avvenire pacifico del genere umano, nella fraternità, nella comprensione reciproca fra i popoli; ecco un atto di fede, di speranza, che ci trova concordi anche in questo momento di polemica e a chiusura di un dibattito, a chiusura di una critica franca e decisa, ma leale, all’operato del Governo regionale. (Vivi applausi e molte congratulazioni dalla sinistra)

    PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare l’onorevole Salamone. Ne ha facoltà.

    SALAMONE. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, con doverosa attenzione e con grande interesse ho seguito le discussioni svoltesi in seno alla solerte Giunta del bilancio, la quale si presenta con un lavoro davvero ponderoso, che, peraltro, fornisce ancora una prova della perizia del Presidente della Giunta stessa, onorevole Barbaro Lo Giudice. Spero che tutti ci vorremo astenere dal ripetere in quest’Aula le osservazioni, le critiche e i giudizi pronunziati doviziosamente e necessariamente in sede di Giunta, nonché conservati e raccolti nelle lucide relazioni di maggioranza e di minoranza. Ciò al precipuo e solo scopo di consentire che l ’Assemblea pervenga con estrema chiarezza a quelle determinazioni e direttive che spettano alla propria competenza in fatto di politica delle entrate e di politica delle spese.

    Del bilancio preventivo 1952-53 l’onorevole Assessore alle finanze ha dato una magistrale impostazione e una perspicua illustrazione

    (non abuserò del termine magistrale) come richiedevano l ’importanza fondamentale e solenne del bilancio stesso. Non sarebbe difficile per nessuno, ma è doveroso in ogni caso per tutti, onorevoli colleghi, proporsi di dare espressione, attraverso le cifre, all’istituto autonomistico della Regione siciliana per trarne anche sul terreno finanziario i caratteri, la struttura, l ’efficienza; e questo è quello che per tutti noi si può dire ha fatto da par suo l’onorevole La Loggia.

    E’ vero, infatti, onorevoli colleghi, che le risultanze delle gestioni degli esercizi scorsi, relativamente alla parte effettiva, ordinaria e straordinaria, all’andamento delle entrate accertate e degli impegni assunti, danno una valutazione di crescente sanità finanziaria al nostro bilancio; valutazione che coincide con l’altra relativa alla crescente sanità economica della Sicilia per lo stesso periodo di tempo che corre dall’inizio del nostro istituto autonomistico ad oggi. Comparando le anzi cennate valutazioni può con serena coscenza affermarsi, dentro e fuori di questa Assemlea, che l’assestàmento strutturale del bilancio della Regione sicilia- ua è in processo di sviluppo attraverso la stabilizzazione della spesa e l’incremento dell’entrata: chè se ai dati di chiusura dei singoli esercizi aggiungiamo questa volta i movimenti di capitali, viene agevole sottolineare la quasi assoluta concordanza tra spese impegnate e spese effettuate, ossia la concordanza tra competenza e cassa. La situazione derivante dagli esercizi precedenti agevola, onorevoli colleghi, l ’enunciazione della previsione dell’esercizio finanziario 1952-53.

    Rispetto alle entrate, previste e raggruppate secondo la loro natura omogenea, diciamo che esse offrono un maggior gettito dei tributi ordinari attribuibili all’incremento e al più appropriato accertamento della materia imponibile in una visione di rigorosa e quanto mai apprezzabile prudenziali. A me, quale uno dei rappresentanti qualificati dei lavoratori, cioè delle categorie socialmente più arretrate, sia, però, consentito di sottolineare la necessità che, seguendo, peraltro, lo sforzo di perequazione fiscale predisposto dal Governo nazionale, anche in Sicilia si persegua lo incremento delle imposte dirette giacché l’ulteriore progresso percentuale dell’imposizione diretta può e deve diminuire la prevalen-

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    za della imposizioni indirette sui consumi, prevalenza tipica di tutti i dopoguerra. L’imposizione diretta deve aumentare sensibilmente, anzi, come percentuale del gettito totale dei tributi non fosse altro di pari passo col coefficiente di continuo assestamento del valore della moneta, lasciando degradare la imposizione indiretta che oggi trova una pretesa in ogni sommaria giustificazione della distinzione, non sempre reale, tra consumi necessari e consumi voluttuari. Il reddito medio prò capite della Sicilia rispetto al reddito medio prò capite continentale non può non denunciare una elevata incidenza riferita ai tributi erariali cui vanno di conserva aggiunti i tributi locali, i contributi provvidenziali, i contributi in agricoltura e gli aggi di riscossione. La Sicilia è particolarmente esposta come area depressa a un carico fiscale e, quindi, ad una pressione tributaria mediamente alta, onde mi sembra giusto e lecito formulare l’augurio che lo Stato trovi ulteriormente modo di incrementare le provvidenze a favore delle aree depresse in genere, così come ha bene iniziato a fare con l’istituzione della Cassa del Mezzogiorno.

    In ordine alle spese, nell’enunciazione delle previsioni dell’esercizio finanziario 1952-53, le spese stesse, ripartite per rami di amministrazione, rispecchiano una concreta valutazione dell’indirizzo che tale previsione ha ispirato e che non può prescindere dall’intera visione del programma legislativo del Governo regionale nelle leggi approvate, nelle altre in corso e nel necessario coordinamento con concomitanti provvidenze statali. Bene ha fatto l’onorevole Assessore alle finanze a porre in rilievo la chiara concomitanza tra l’azione finanziaria e il programma legislativo del Governo regionale nonché il non meno chiaro coordinamento tra l’azione del Governo regionale e di quello nazionale. Peraltro, l’Assessore alle finanze suffraga la sua asserzione con la validità delle cifre. Per quanto riguarda i fondi di impiego dei primi 30miliardi e degli ulteriori 25miliardi conseguiti a titolo di Fondo di solidarietà, i fondi per l’attuazione del programma dell’edilizia sanitaria e scolastica, i notevoli impieghi nei settori della lotta alla disoccupazione, delle opere pubbliche anche di bonifica e dei rimboschimenti, per l’edilizia privata e per l ’esecuzione di altre opere edili, intendiamo da questa tribuna, per una

    inderogabile esigenza di verità, sottolineare come una singolare qualificazione politica il fatto concreto e reale che si è operato in una visione organica dei problemi e in un comune sforzo sia da parte dello Stato che della Regione siciliana.

    Nessuna contrapposizione, dunque, sostanziale tra Stato e Regione siciliana per il passato ma bensì concordanza e coordinamento. E per l ’avvenire la certezza che lo Stato e la Regione siciliana come un tutto inscindibile e unitario si muoveranno nell’impegno comune di assicurare l’elevazione economica, sociale ed etico-politica dell’Isola nostra fra le regioni italiane consorelle. Questo diritto rivendichiamo per la nostra Isola come per tutte le altre regioni non progredite perchè nella sempre più valida solidarietà democratica abbia a conseguirsi (bene avete fatto, onorevole La Loggia, a nome vostro e del Governo regionale) quella giustizia sociale regionalmente perequata (sono parole vostre) che è sostanziale obiettivo dell’articolo 119 della Costituzione e dell’articolo 38 del nostro Statuto. E non si tratta di vana retorica. Con realistico senso politico il Governo regionale ha previsto nel bilancio dell’esercizio 1952-53 gli stanziamenti per la solidarietà sociale. Un miliardo per cinque esercizi consecutivi: per il 50 per cento assegnato alla costruzione di edifìci destinati a orfanotrofi brefotrofi e ospedali per vecchi; per il 45 per cento assegnato a concorso e relative spese di funzionamento mediante l’assunzione di rette di ricovero.

    Sta per essere, inoltre, presentato all’Assemblea un disegno di legge che, creando il domicilio regionale di soccorso, affronta e risolve il problema delle rette ospedaliere, le quali verranno per metà sostenute dalla Regione e per metà lasciate a carico dei Comuni.

    Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, con riserva di eventuali miei interventi sulle singole rubriche, se ritenuti strettamente necessari, desidero sottolineare come la Regione siciliana, per lungimiranza dèi suo Governo, del nostro Governo regionale, si pone ancora una volta all’avanguardia delle iniziative sociali in sede spiccatamente finanziaria, ossia in sede di formazione e distribuzione del reddito regionale che deve concorrere, e di fatto concorre, a formare la sintesi, diciamo noi armonica, del reddito nazionale. Tali iniziative, come tutte le altre numerose adottate in di-

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    versi settori della vita regionale, dalla agricoltura all’industria, dal lavoro all’igiene e all’edilizia popolare (iniziative che hanno il crisma dell’intelligenza, del genio e delle esigenze siciliani) stimoleranno politici, economisti ed opinioné pubblica a non vedere nei bilanci di previsione, nonché nei consuntivi delle entrate e delle spese, dei semplici documenti contabili finanziari da valere ai fini del necessario controllo della spesa pubblica, ma a vedere tale controllo volto soprattutto alla indagine sugli effetti che prelievo e spese hanno e debbono avere sul sistema economico. L ’esperienza dell’Istituto autonomistico siciliano quale fu concepito e viene positivamente realizzato dalla Democrazia cristiana col concorso dei gruppi politici veramente liberi, è una esperienza altamente positiva nei riguardi dei supremi interessi del Paese, ma è, altresì, un’esperienza che tutti ci obbliga a guardare allo Stato e alle sue istituzioni, come ad una realtà amica positiva e comprensiva, capace, cioè, di eliminare tutta l’eredità di ingiustizie e di risentimenti perchè l ’equilibrio, la consistenza e l’autonomia di una pacifica e ordinata convivenza nazionale, dalle Alpi alla Sicilia, dispieghino i loro duratimi e benefici effetti a profitto, innanzitutto, delle classi lavoratrici. (Applausi dal centro e dalla destra - Molte congratulazioni)

    PRESIDENTE. Comunico che l’onorevole Marnilo, iscritto a parlare, ha rinunziato a svolgere il suo intervento.

    La discussione proseguirà nella seduta successiva. '

    Avverto i deputati iscritti a parlare che è mia intenzione di esaurire, nella seduta successiva, la discussione sulla rubrica in esame.

    La seduta è rinviata a domani, alle ore 10, con il seguente ordine del giorno:

    A. - Comunicazioni.

    B. - Discussione dei seguenti disegni e proposte di legge:

    1) « Stati di previsione dell’entrata e della spesa della Regione siciliana per lo esercizio finanziario dal 1° luglio 1952 al 30 giugno 1953 » (199) (seguito);

    2) « Ratifica del D.L.P. 11 marzo 1952, numero 6, concernente: « Provvedimen

    ti per agevolare la costruzione, l’ampliamento e l ’attrezzatura di villaggi turistici, campeggi e tendopoli» (183);

    3) « Applicazione nel territorio della Re - -gione siciliana della legge 4 novembre 1951, numero 1188, concernente la ratifica con modificazioni ed aggiunte del D. L. 3 maggio 1948, numero 949, riguardanti norme transitorie per i concorsi del personale sanitario degli Ospedali » (128);

    4) « Norme integrative per i concorsi del personale sanitario degli ospedali della Regione siciliana » (178);

    5) « Schema di disegno di legge da proporre al Parlamento nazionale : « Provvedimenti a favore delle aziende agricole, site nell’ambito della Regione siciliana, danneggiate dalla alluvione dell’ autunno 1951 » (101);'

    6) «Ratifica del D.L.P. 30 agosto 1951, numero 26, concernente: « Riduzione degli estagli relativi alla locazione dei fondi rustici ed alla vendita di erbe per ii pascolo per l’annata agraria 1950-51 » (60);

    7) « Aggiunte e modifiche alla legge 11 gennaio 1951, numero 25, recante norme sulla perequazione e sul rilevamento fiscale straordinario» (146);

    8) « Termine di validità dei decreti legislativi del Presidente della Regione » (126);

    9) « Provvidenze a favore di iniziative turistiche» (158);

    10) « Istituzione a Catania di una Scuola professionale femminile e di magistero per la donna » (97);

    11) « Ratifica del D.L.P. 31 ottobre 1951, numero 31, concernente: « Istituzione dei cantieri-scuola di lavoro per la sistemazione delle strade comunali » (95);

    12) « Ratifica del D.L.P. 26 settembre 1951, numero 29, concernente: «Acceleramento dei pagamenti relativi alla esecuzione di opere pubbliche di competenza della Regione » (72);

    Resoconti, f. 407 (700)

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    13) « Ratifica del D.L.P. 14 ottobre 1952, numero 32, relativo alla estensione al territorio della Regione siciliana delle disposizioni contenute nel D. L. 7 aprile1948, numero 262, nella legge 12 luglio1949, numero 386, e nella legge 19 maggio 1950, numero 319, concernente il collocamento a riposo dei dipendenti degli enti locali, territoriali ed istituzionali e l ’istituzione dei ruoli transitori per la sistemazione del personale non di ruolo degli enti stessi » (106);

    14) « Imponibile di mano d’opera nei piani di cui agli articoli 8 e seguenti della legge regionale 27 dicembre 1950, numero 104» (96);

    15) « Approvazione dei ruoli organici dell’Amministrazione regionale » (180);

    16) « Istituzione dell’Istituto siciliano

    di epidemiologia e patologia mediterranea » (104);

    17) « Erezione a Comune autonomo della frazione Gallodoro del Comune di Le- tojanni (Messina) » (215);

    18) « Erezione a Comune autonomo della frazione di Saponara del Comune di Villafranca Tirrena» (223);

    19) « Ripartizione definitiva del territorio dei Comuni di Adrano, Biancavilla e Centuripe » (205).

    L a seduta è tolta alle ore 20.

    DALLA DIREZIONE DEI RESOCONTI Il Direttore

    Dott. Giovanni Morello

    Arti Grafiche A. RENNA - Palermo